StampaQuotidiana ,
Ore
18
.
Un
giro
al
metrò
.
Vedremo
solo
quattro
o
cinque
stazioni
d
'
una
linea
,
perché
adesso
comincia
allo
stadio
una
partita
importante
(
qui
giocano
anche
i
giorni
feriali
,
di
pomeriggio
tardi
sul
campo
illuminato
)
,
e
nelle
stazioni
ci
sarà
troppa
ressa
per
compiere
una
visita
di
delegazione
.
Nella
pianta
del
metrò
sono
tracciate
non
solo
le
varie
linee
in
funzione
,
ma
anche
,
in
colore
diverso
,
le
linee
che
saranno
terminate
di
qui
a
un
anno
o
cinque
anni
.
I
sovietici
vivono
sempre
proiettati
per
metà
nel
futuro
;
ognuno
oltre
a
quello
che
ha
,
dispone
di
beni
-
pubblici
o
privati
-
ancora
da
costruire
,
ma
che
sa
certamente
che
verranno
.
Un
tapis
-
roulant
lunghissimo
ci
trasporta
in
luminosi
abissi
sotterranei
.
(
Accanto
a
noi
,
sull
'
altro
tapis
-
roulant
che
sale
,
c
'
è
molta
gente
che
legge
,
anche
libri
)
.
Sto
entrando
nella
città
del
duemila
?
Alle
composite
e
luccicanti
architetture
che
mi
si
parano
dinanzi
,
direi
piuttosto
d
'
essere
a
Ninive
,
a
Babilonia
,
a
Atlantide
.
Fuori
dal
tempo
,
certo
.
Perciò
mi
è
difficile
dare
un
giudizio
,
abituato
come
sono
alla
classificazione
storicistica
degli
stili
,
dei
gusti
,
delle
mode
.
E
non
è
fuori
del
tempo
anche
lo
squallido
e
amichevole
metrò
di
Parigi
?
Ma
con
quello
trovo
subito
il
rapporto
ironico
e
affettuoso
che
si
ha
con
le
vecchie
cose
pratiche
e
fin
troppo
familiari
:
qui
,
attraverso
queste
stazioni
ognuna
diversa
dall
'
altra
,
in
questo
spiegamento
di
opulenza
,
di
materiali
e
di
varietà
di
gusti
,
mi
aggiro
spaesato
.
Al
teatro
Bolsciòi
.
Ivan
Susanin
di
Glinka
.
Questa
,
da
noi
,
si
direbbe
un
'
opera
statica
,
senza
azione
,
con
poca
«
scena
»
.
Qui
,
proprio
come
spettacolo
,
è
una
cosa
da
starla
a
guardare
a
bocca
aperta
da
principio
alla
fine
,
e
si
vorrebbe
avere
dieci
occhi
per
non
perdere
nessun
particolare
.
Il
secondo
atto
è
un
ballo
a
corte
:
tutto
un
'
invenzione
,
sulla
trama
musicale
,
di
movimenti
e
figure
di
balletto
,
di
caratterizzazioni
di
personaggi
,
di
caricatura
e
di
dramma
.
Il
balletto
non
è
un
ornamento
per
il
teatro
lirico
russo
,
ma
è
il
fondamento
stesso
dello
spettacolo
.
Messinscena
e
costumi
sono
ricchi
e
curatissimi
,
con
una
attenzione
speciale
-
mi
sembra
-
alla
precisione
della
ricostruzione
storica
,
più
che
allo
«
stile
»
.
Ma
nell
'
epilogo
,
alla
musica
tutta
metallica
e
vibrata
corrisponde
la
coreografia
tutta
brevi
lampeggiamenti
e
scintillii
di
corazze
e
di
elmi
.
Gli
italiani
come
me
che
non
capiscono
niente
di
musica
non
dovrebbero
mai
andare
all
'
estero
,
pena
il
far
brutte
figure
tutti
i
momenti
.
V
.
Stepanovic
è
appassionatissimo
di
musica
,
invece
,
e
vorrebbe
discutere
;
io
non
posso
che
trincerarmi
dietro
la
mia
ignoranza
.
V
.
mi
parla
di
certi
giovani
compositori
sovietici
a
parer
suo
interessantissimi
.
I
pareri
di
V
.
sulla
musica
classica
e
moderna
sono
dissimili
da
quelli
più
noti
della
critica
sovietica
,
ma
lui
è
sempre
caloroso
e
vivace
.
V
.
è
studioso
di
storia
e
diritto
internazionale
,
e
parla
un
ottimo
francese
.
Sua
moglie
è
una
violoncellista
assai
nota
e
ora
è
in
Georgia
per
una
serie
di
concerti
.
Unità
della
cultura
russa
.
L
'
Ivan
Susanin
di
Glinka
è
un
'
opera
dell
'
Ottocento
d
'
ispirazione
fondamentalmente
politica
e
popolare
.
Rientra
perpetuamente
nei
criteri
dell
'
arte
sovietica
d
'
oggi
.
Tra
lo
spirito
di
Glinka
e
quello
degli
artisti
sovietici
non
c
'
è
un
salto
:
rientrano
entrambi
in
una
stessa
linea
.
L
'
ispirazione
politica
è
uno
dei
principali
filoni
della
tradizione
culturale
russa
.
Per
quanto
lo
spettacolo
mi
attragga
moltissimo
,
alle
volte
mi
sorprendo
con
lo
sguardo
rivolto
al
pubblico
.
È
un
pubblico
ben
diverso
da
tutti
gli
altri
,
come
la
gente
per
le
strade
;
e
difficile
da
definire
sinteticamente
,
perché
è
fatto
di
centomila
tipi
.
Forse
chi
dà
il
tono
sono
queste
ragazze
non
dipinte
,
molte
con
le
trecce
,
con
le
camicette
di
seta
artificiale
bianche
o
a
fiorellini
,
coi
vestitucci
di
lana
;
ma
questo
è
ancora
dir
niente
perché
si
potrebbe
pensare
che
abbiano
un
'
aria
bigotta
,
o
puritana
,
o
noiosa
,
o
provinciale
:
invece
sono
tipi
svegli
e
attentissimi
,
sguardi
trepidi
e
pur
semplici
;
un
'
aria
da
studentesse
d
'
altri
tempi
;
un
'
aria
insieme
intellettuale
e
campagnola
;
e
,
naturalmente
,
un
'
aria
russa
.
Questo
tipo
tra
l
'
intellettuale
e
il
campagnolo
si
ritrova
anche
tra
i
giovanotti
,
-
in
molti
degli
operai
-
in
certi
tipi
biondi
dalle
spalle
spesse
,
con
un
loro
modo
di
pettinarsi
,
di
portare
la
giacca
a
doppio
petto
,
il
colletto
della
camicia
;
spesso
ineleganti
ma
tutti
misura
e
compostezza
.
Mica
che
tutti
siano
così
,
però
:
tutt
'
altro
.
Di
classici
tipi
dell
'
«
intellighenzia
»
russa
se
ne
vedono
parecchi
,
specie
tra
le
donne
,
altere
e
occhialute
.
Nella
stessa
fila
di
poltrone
puoi
vedere
una
signora
vestita
con
cura
e
distinzione
e
semplice
buon
gusto
,
un
uomo
col
giubbotto
con
le
cerniere
lampo
che
certo
è
uscito
di
fabbrica
mezz
'
ora
fa
,
una
donnona
dipinta
con
l
'
abito
da
sera
e
i
gioielli
(
che
però
non
ha
affatto
l
'
aria
di
appartenere
a
una
nuova
borghesia
,
come
dicono
certi
giornalisti
,
ma
l
'
aspetto
d
'
una
brava
lavoratrice
dalle
ambizioni
un
po
'
ingenue
)
,
un
vecchietto
alla
Cecov
in
colletto
duro
e
con
una
decorazione
all
'
occhiello
.
Nessuno
-
questo
è
il
punto
-
ha
l
'
aria
di
sentirsi
a
disagio
rispetto
agli
altri
;
né
perché
è
vestito
troppo
male
né
perché
è
vestito
troppo
bene
.
Ecco
che
vengo
precisando
quell
'
impressione
di
«
uguaglianza
»
che
ho
avvertito
ieri
:
«
uguaglianza
»
vuol
dire
sentirsi
sempre
a
proprio
agio
,
di
fronte
a
chicchessia
.
Incontrandosi
,
prendendo
posto
nella
propria
poltrona
,
si
trattano
con
cordialità
e
cortesia
,
pur
non
conoscendosi
;
e
sempre
si
rivolgono
l
'
un
l
'
altro
-
uomini
e
donne
-
col
tovàric
(
compagno
)
.