StampaQuotidiana ,
Il
nostro
autobus
procede
in
un
mare
d
'
automobili
.
Stiamo
andando
allo
Stadio
«
Dynamo
»
,
dove
si
gioca
la
partita
finale
della
coppa
di
calcio
.
La
partita
è
tra
la
«
Ze
-
De
-
Sa
»
(
Casa
centrale
dell
'
Esercito
sovietico
)
e
la
«
Kalinin
»
.
A
Mosca
non
si
parla
d
'
altro
;
anche
noi
delegati
siamo
divisi
in
tifosi
dell
'
Esercito
e
in
tifosi
della
«
Kalinin
»
.
La
«
Ze
-
De
-
Sa
»
è
la
squadra
che
ha
vinto
il
campionato
dell
'
Unione
Sovietica
(
il
campionato
si
gioca
d
'
estate
)
;
quest
'
anno
la
famosa
«
Dynamo
»
è
rimasta
indietro
e
i
«
dynamisti
»
oggi
tifano
per
la
«
Kalinin
»
.
La
«
Kalinin
»
è
la
rivelazione
della
coppa
:
era
una
squadretta
della
provincia
,
che
giocava
in
serie
B
;
ed
ecco
che
ha
vinto
la
«
Dynamo
»
(
4
a
0
)
,
ha
fatto
prodigi
contro
tutte
le
altre
squadre
ed
è
arrivata
in
finale
coi
campioni
dell
'U.R.S.S
.
È
un
bel
pomeriggio
ottobrino
pieno
di
colori
.
Le
automobili
nell
'
enorme
parcheggio
dello
stadio
sono
tutte
belle
e
luccicanti
(
si
direbbe
che
anche
qui
hanno
quell
'
amore
esclusivo
per
le
macchine
nuove
che
c
'
è
in
Italia
,
al
contrario
,
per
esempio
,
della
Francia
,
con
le
sue
«
bagnoles
»
)
.
Pochi
agenti
nerovestiti
,
a
cavallo
,
tengono
l
'
ordine
;
a
contenere
la
folla
sono
lunghe
file
di
soldati
appiedati
e
disarmati
.
Nello
stadio
,
ci
sediamo
proprio
di
fianco
alle
macchine
da
presa
della
televisione
.
Il
pubblico
dello
stadio
ci
offre
una
vista
la
più
gaia
e
varia
di
tutta
l
'
umanità
sovietica
mescolata
gomito
a
gomito
,
panciuti
moscoviti
vecchio
stile
,
baffuti
operai
anziani
,
scarni
e
ironici
visi
di
giovani
intellettuali
,
generaloni
seduti
accanto
a
soldati
,
qualche
bella
signora
impellicciata
(
altre
Anne
Karenine
!
)
,
studentesse
occhialute
...
Dai
primi
minuti
di
gioco
è
chiara
la
superiorità
dell
'
Esercito
,
ma
l
'
irruenza
della
«
Kalinin
»
ha
ragione
dell
'
abilità
tecnica
degli
avversari
.
Questi
romantici
di
moscoviti
pare
siano
tutti
per
la
«
Kalinin
»
,
anche
i
soldati
,
anche
i
generali
.
E
fanno
un
tifo
da
non
dire
.
La
«
Ze
-
De
-
Sa
»
che
non
la
spunta
su
quei
pivelli
è
oggetto
d
'
invettive
e
motteggi
:
«
Dove
sono
i
maestri
del
football
?
»
L
'
arbitro
,
invece
,
pare
che
sia
più
tenero
per
l
'
Esercito
,
e
il
pubblico
gli
diluvia
addosso
fischi
e
contumelie
.
Mi
traducono
il
grido
:
«
Va
'
a
scuola
a
studiare
!
»
,
ma
ce
ne
devono
essere
di
molto
peggiori
.
I
moscoviti
sono
gran
tifosi
,
press
'
a
poco
sul
nostro
tipo
.
Ogni
azione
andata
male
alla
«
Kalinin
»
è
sottolineata
da
grida
e
gesti
di
sconforto
(
c
'
è
un
gesto
russo
,
volgare
ma
espressivo
,
per
esprimere
dispetto
:
si
portano
un
pugno
vicino
alla
bocca
e
fanno
la
mossa
di
sputarci
sopra
)
.
C
'
è
dietro
di
me
uno
di
questi
moscoviti
anziani
e
grossi
,
tipi
di
mercanti
gorkiani
che
non
so
ora
a
che
categoria
attribuire
,
con
un
bastone
in
mano
,
che
fa
un
tifo
tutto
brevi
grida
e
battute
rabbiose
.
V
.
Stepanovic
afferra
al
volo
le
nostre
imprecazioni
italiane
e
le
usa
anche
lui
.
Noi
kalininisti
della
delegazione
soffriamo
per
l
'
andamento
della
partita
,
ma
ci
compiacciamo
d
'
aver
quasi
tutta
Mosca
dalla
nostra
parte
e
tacitiamo
i
compagni
tifosi
della
«
Ze
-
De
-
Sa
»
che
si
trovano
in
netta
minoranza
.
S
'
arriva
all
'
ultimo
minuto
di
gioco
.
L
'
Esercito
conduce
per
due
a
uno
;
se
la
«
Kalinin
»
riuscisse
a
pareggiare
,
la
partita
dovrebb
'
essere
disputata
un
'
altra
volta
.
Gli
animi
sono
tesi
.
In
un
tripudio
di
entusiasmo
la
«
Kalinin
»
segna
.
Il
pubblico
è
tutto
abbracci
e
cappelli
per
aria
,
quando
ci
si
accorge
che
l
'
arbitro
ha
annullato
il
goal
.
Il
pubblico
si
scatena
contro
l
'
arbitro
,
ma
già
lui
fischia
la
fine
.
La
banda
si
mette
a
suonare
,
la
coppa
viene
portata
in
mezzo
al
campo
per
essere
consegnata
ai
vincitori
,
ma
il
pubblico
continua
a
diluviare
fischi
e
urli
.
Quand
'
ecco
,
che
è
che
non
è
,
la
coppa
viene
riportata
via
.
La
«
Kalinin
»
ha
fatto
ricorso
ai
giudici
di
campo
;
il
risultato
è
sospeso
.
Lunedì
Più
che
mai
attesi
i
giornali
del
mattino
,
che
portano
il
risultato
definitivo
della
partita
:
2
a
2
!
Giubilo
di
noi
kalininisti
.
L
'
operato
dell
'
arbitro
è
criticato
in
tutti
i
resoconti
,
anche
in
quello
della
«
Pravda
»
,
abitualmente
sobria
e
misurata
nei
commenti
.
La
partita
verrà
ripetuta
mercoledì
.
Mercoledì
Non
andiamo
allo
stadio
,
ma
vediamo
come
Mosca
segue
la
partita
.
Nei
corridoi
dell
'
albergo
,
cameriere
e
facchini
non
si
staccano
dagli
altoparlanti
che
trasmettono
la
radiocronaca
.
Nei
negozi
,
nei
caffè
,
per
la
strada
la
gente
fa
grappolo
attorno
alla
radio
.
Siamo
alla
fine
della
partita
e
non
ci
si
muove
dal
pareggio
:
1
a
1
.
Alla
redazione
della
rivista
«
Aganiok
»
,
incontro
Boris
Polevoi
che
torna
proprio
adesso
dallo
stadio
,
ancora
tutto
scalmanato
.
Ha
vinto
l
'
Esercito
:
2
a
1
.
Ma
la
«
Kalinin
»
ha
tenuto
duro
per
due
tempi
supplementari
;
la
vittoria
morale
è
della
giovane
squadra
di
provincia
.
Polevoi
,
kalininista
anche
lui
,
è
abbastanza
soddisfatto
.
Boris
Polevoi
è
tornato
da
poco
dai
cantieri
del
canale
Volga
-
Don
,
dove
ha
raccolto
materiale
per
una
serie
di
articoli
per
la
«
Pravda
»
e
per
un
romanzo
.
(
Intanto
,
Fadeev
è
partito
per
Celiabinsk
,
a
documentarsi
per
il
suo
prossimo
romanzo
che
si
svolgerà
tra
gli
operai
metallurgici
)
.
Polevoi
mi
racconta
aneddoti
sugli
scavatori
stakanovisti
del
canale
.
Era
andato
a
intervistare
uno
stakanovista
che
aveva
scavato
un
milione
e
mezzo
di
tonnellate
di
terra
.
«
Non
dovete
intervistare
me
»
gli
ha
detto
quello
.
«
Non
sono
io
il
migliore
.
Ce
n
'
è
un
altro
,
all
'
altro
cantiere
,
che
ha
scavato
un
milione
e
mezzo
di
tonnellate
»
.
E
aveva
voluto
mandare
un
telegramma
all
'
altro
stakanovista
,
che
venisse
subito
,
perché
c
'
era
Polevoi
che
doveva
intervistarlo
per
la
«
Pravda
»
.
Quali
sono
le
canzonette
più
in
voga
tra
í
sovietici
?
C
'
è
I
due
amici
,
canzonetta
comica
,
che
racconta
di
una
bella
agronoma
di
cui
sono
innamorati
due
amici
inseparabili
,
che
la
vanno
ad
aspettare
insieme
all
'
uscita
della
direzione
del
colcos
e
non
osano
dichiararsi
né
l
'
uno
né
l
'
altro
,
sinché
la
bella
non
sceglie
un
terzo
e
i
due
restano
scornati
ma
buoni
amici
,
come
prima
.
È
il
cavallo
di
battaglia
di
due
artisti
molto
popolari
,
anche
attraverso
la
radio
e
i
dischi
:
uno
è
un
uomo
maturo
,
dall
'
aria
severa
e
vissuta
,
che
ha
scoperto
la
sua
vocazione
tardi
,
in
guerra
,
in
rappresentazioni
di
soldati
,
ed
ora
è
premio
Stalin
;
l
'
altro
è
pure
premio
Stalin
,
un
pacioccone
che
interpreta
soprattutto
canzonette
comiche
.
Il
primo
invece
deve
la
sua
fama
alle
canzoni
patetiche
:
come
La
stella
d
'
oro
,
in
cui
il
fidanzato
d
'
una
ragazza
cui
è
stata
assegnata
in
premio
una
stella
d
'
oro
,
rimpiange
di
essere
senz
'
alcuna
decorazione
e
si
sente
a
disagio
di
fronte
a
lei
.
Oppure
la
canzone
del
vecchio
soldato
che
ricorda
le
sue
battaglie
;
o
quella
delle
rondini
che
lasciano
le
steppe
.
Queste
e
molte
altre
canzoni
le
ho
sentite
in
un
concerto
alla
Sala
delle
Colonne
,
dedicato
alle
canzoni
popolari
.
Sono
in
programma
anche
diversi
inni
:
quello
per
la
pace
(
Za
mir
!
)
,
quello
Moskva
-
Pekin
,
quello
dell
'
Unione
Internazionale
degli
Studenti
.
Poi
molte
canzoni
ceche
,
polacche
,
ungheresi
(
il
primo
numero
è
un
giovane
cantante
ungherese
,
premiato
al
festival
di
Berlino
)
.
C
'
è
un
cantante
comico
armeno
che
fa
molte
mosse
di
tipo
napoletano
.
La
gran
sala
è
gremita
di
un
pubblico
molto
vario
,
attento
come
fosse
a
un
concerto
di
musica
sinfonica
,
appassionato
come
se
fosse
al
cospetto
dei
più
grandi
cantanti
del
secolo
.
Per
i
loro
artisti
,
gli
spettatori
sovietici
vanno
matti
:
i
beniamini
della
radio
scatenano
ovazioni
a
non
finire
.
È
un
mondo
semplice
,
giovane
:
riuscirò
mai
-
mi
domando
-
a
entrare
in
questo
spirito
?
Guardo
la
sala
neo
-
classica
sfavillante
di
lampadari
,
questa
folla
così
interessata
e
così
poco
sofisticata
da
godersi
gli
spettacoli
più
semplici
con
tanta
schiettezza
di
spirito
,
il
gran
passeggio
per
i
ridotti
sontuosi
di
questa
gioventù
modesta
e
ilare
...
Forse
il
segreto
è
tutto
qui
:
la
Sala
delle
Colonne
prima
apparteneva
agli
zar
e
ora
appartiene
ai
Sindacati
.