StampaQuotidiana ,
Mosca
,
domenica
sera
-
Una
platea
piena
di
ragazzine
coi
fiocchi
rossi
alle
trecce
,
i
collettini
bianchi
di
pizzo
,
i
grembiuli
marron
con
gli
orli
ondulati
;
è
la
tenuta
delle
scolare
,
e
dapprincipio
mi
sembra
d
'
esser
piombato
in
pieno
Ottocento
,
poi
m
'
accorgo
di
come
sono
vive
e
spontanee
le
ragazze
in
questo
vestito
,
e
capisco
che
qui
non
si
possono
classificare
i
costumi
con
una
data
come
da
noi
,
qui
si
cerca
per
ogni
cosa
la
foggia
che
sembra
più
naturale
e
ci
si
ferma
su
quella
,
senza
le
nostre
inquietudini
.
Siamo
al
teatro
dei
ragazzi
,
che
è
a
fianco
del
Bolsciòi
,
e
dà
rappresentazioni
solo
per
i
giovanissimi
,
tutte
le
sere
,
con
una
compagnia
di
bravi
attori
giovani
e
anziani
,
specializzati
in
questo
genere
di
spettacoli
.
Stasera
danno
una
commedia
per
giovinette
dall'8a
alla
10a
classe
:
I
suoi
amici
di
Rosov
.
È
la
storia
d
'
una
ragazza
sovietica
che
perde
la
vista
che
le
compagne
e
i
compagni
salvano
dalla
disperazione
,
finché
un
'
operazione
non
le
rende
la
luce
.
L
'
intento
educativo
del
dramma
pare
rivolto
più
verso
i
genitori
che
verso
i
ragazzi
,
ossia
:
si
rivolge
ai
ragazzi
perché
essi
si
formino
una
coscienza
sul
problema
dei
genitori
!
Infatti
i
problemi
in
primo
piano
sono
i
rapporti
della
ragazza
coi
genitori
distanti
e
distratti
(
la
ragazza
dapprima
nasconde
loro
l
'
indebolimento
dei
suoi
occhi
e
i
genitori
vedendola
triste
pensano
a
dispiaceri
sentimentali
)
,
i
rapporti
degli
altri
compagni
con
le
proprie
famiglie
,
il
legame
tra
scuola
sovietica
e
genitori
,
l
'
attenzione
che
gli
insegnanti
pongono
alla
situazione
degli
allievi
in
famiglia
,
la
funzione
del
Komsomol
nella
vita
individuale
dei
ragazzi
.
L
'
azione
e
i
personaggi
hanno
un
accento
di
verità
documentaria
:
e
l
'
interesse
dello
spettacolo
per
noi
è
anche
nella
testimonianza
dei
costumi
sovietici
,
visti
nei
loro
problemi
individuali
,
nei
loro
rapporti
sentimentali
,
ecc.
È
un
teatro
educativo
che
mi
sembra
non
indulgere
alla
retorica
caramellosa
che
siamo
abituati
a
considerare
inevitabile
in
queste
cose
.
E
mi
piace
vedere
come
gli
attori
impersonino
figure
di
giovani
sovietici
quali
se
ne
incontrano
tutti
i
giorni
,
facendone
tanti
tipi
caratteristici
:
una
protagonista
adolescente
dalla
faccia
molto
bella
e
forte
,
dallo
sguardo
doloroso
(
un
volto
che
mi
aspetto
di
rivedere
presto
sullo
schermo
)
,
la
studentella
che
mette
sempre
bocca
dappertutto
,
il
ragazzo
taciturno
e
timido
ma
pieno
di
doti
,
quello
svelto
e
un
po
'
confusionario
,
tutto
un
catalogo
di
giovani
russi
che
mi
par
sempre
di
riconoscere
.
Andiamo
a
salutare
gli
attori
,
quanto
mai
semplici
e
simpatici
,
guidati
da
un
anziano
premio
Stalin
.
Gli
spettacoli
sono
differenziati
in
tre
tipi
,
a
seconda
dell
'
età
dei
ragazzi
cui
sono
dedicati
.
Il
repertorio
comprende
drammi
educativi
,
fiabe
e
classici
.
Stanno
preparando
una
rappresentazione
per
ragazzi
di
Romeo
e
Giulietta
.
Abbiamo
visitato
,
in
questi
giorni
,
diversi
istituti
scolastici
.
Dalle
brevi
interviste
che
facciamo
agli
studenti
,
attraverso
gli
interpreti
,
possiamo
definire
qualche
caratteristica
della
gioventù
sovietica
.
Prima
tra
queste
:
l
'
orgoglio
di
poter
decidere
del
proprio
avvenire
,
sia
i
ragazzi
che
le
ragazze
.
Liuba
Kusnizova
,
di
16
anni
,
allieva
del
l
°
anno
della
scuola
professionale
elettrotecnica
,
ha
scoperto
il
suo
interesse
per
l
'
elettricità
alla
scuola
media
.
Chiediamo
se
col
diploma
che
prenderà
intende
impiegarsi
in
un
'
industria
.
Risponde
:
«
No
,
continuerò
a
studiare
in
un
altro
istituto
,
ma
ora
m
'
interessa
prendere
il
diploma
d
'
elettrotecnica
»
.
Il
suo
stipendio
d
'
allieva
di
1°
anno
non
è
alto
,
ma
suo
padre
e
sua
madre
lavorano
entrambi
come
operai
e
guadagnano
bene
.
Ha
tre
fratelli
minori
che
vanno
a
scuola
e
all
'
asilo
.
I
posti
più
ambiti
dei
giovani
sono
ora
i
«
cantieri
del
comunismo
»
.
Aleksei
Liudimov
,
anch
'
egli
di
16
anni
,
del
1°
corso
e
figlio
d
'
operai
,
racconta
che
da
ragazzo
prese
una
forte
scossa
e
da
allora
decise
di
diventare
esperto
d
'
elettricità
.
Appena
diplomato
vuole
andare
a
lavorare
nei
cantieri
sul
Volga
o
sul
Don
.
Lavorando
,
continuerà
a
studiare
alle
scuole
serali
fino
a
diventare
ingegnere
.
È
appassionato
di
sci
e
d
'
atletica
leggera
.
Non
è
raro
incontrare
giovani
che
cambiano
vocazione
e
indirizzo
di
studio
.
Alla
facoltà
d
'
architettura
,
Edgar
Cucin
,
lettone
,
ci
racconta
che
allo
scoppio
della
guerra
andò
come
molti
studenti
della
sua
età
nei
colcos
a
sostituire
i
trattoristi
partiti
per
il
fronte
.
Poi
chiamato
alle
armi
fece
il
soldato
,
diventò
ufficiale
,
combatté
per
la
liberazione
della
Lettonia
e
fu
ferito
gravemente
.
Prima
della
guerra
voleva
studiare
matematica
;
ma
dopo
aver
visto
le
distruzioni
della
guerra
s
'
iscrisse
alla
facoltà
di
architettura
.
L
'
attività
svolta
in
guerra
ha
gran
parte
nel
racconto
delle
vite
sia
dei
giovani
che
delle
ragazze
.
In
una
clinica
universitaria
interroghiamo
una
bellissima
dottoressa
,
Tatiana
Leonova
.
La
guerra
è
scoppiata
due
giorni
dopo
che
aveva
finito
la
scuola
media
,
a
Stalinogorsk
.
Andò
a
lavorare
alle
costruzioni
di
difesa
di
Smolensk
,
sotto
i
bombardamenti
.
Nell
'
autunno
del
1941
entrò
volontaria
nell
'
Esercito
,
e
diventò
«
istruttore
medico
»
di
plotone
,
poi
radiologa
,
e
insieme
segretaria
nel
Komsomol
del
suo
battaglione
.
Nel
1943
si
iscrisse
al
P.C.
Finita
la
guerra
studiò
all
'
Istituto
Superiore
di
Medicina
e
diventò
chirurgo
.
Ora
è
ordinaria
in
questa
clinica
.
Spesso
s
'
incontrano
studenti
non
più
tanto
giovani
,
che
sono
passati
già
attraverso
una
vita
di
lavoro
.
Al
Conservatorio
di
Mosca
intervistiamo
Vladimir
Filippov
,
ex
colcosiano
di
31
anni
,
che
usufruisce
di
uno
«
stipendio
Stalin
»
(
lo
stipendio
più
alto
,
assegnato
al
miglior
studente
d
'
ogni
corso
)
.
Lavorò
fino
a
16
anni
in
un
colcos
coi
genitori
,
poi
operaio
in
un
'
officina
,
poi
fece
la
guerra
e
fu
ferito
tre
volte
.
Dopo
la
guerra
è
entrato
in
Conservatorio
,
alla
facoltà
di
canto
.
Al
Conservatorio
di
Mosca
:
grasse
maestre
di
canto
che
parlano
francese
e
somigliano
alle
nobildonne
emigrate
che
si
conoscono
da
noi
,
ma
hanno
l
'
«
ordine
di
Lenin
»
appuntato
sull
'
ampio
seno
;
trepide
giovinette
dallo
sguardo
intelligente
sfoggiano
l
'
italiano
dei
libretti
d
'
opera
;
ragazzi
dall
'
aria
riflessiva
e
testarda
;
giovani
armeni
,
kirghisi
,
baskiri
,
ecc.
e
anche
coreani
.
In
ogni
istituto
scolastico
,
dovunque
c
'
è
un
'
aula
,
un
corridoio
,
un
atrio
,
una
parete
,
là
ci
sono
ritratti
d
'
uomini
illustri
:
poeti
,
scrittori
,
musicisti
,
rivoluzionari
,
scienziati
.
Nessun
popolo
ha
un
così
vistoso
culto
del
proprio
passato
.
Ogni
aula
dell
'
istituto
d
'
elettrotecnica
è
adorna
di
ritratti
degli
scienziati
russi
d
'
ogni
disciplina
.
La
parrucca
illuministica
di
Lomonosov
e
la
barba
biblica
di
Mendelejev
sono
riconoscibili
sopra
tutti
.
Ma
non
ci
sono
soltanto
i
russi
:
da
Galvani
a
Volta
(
anche
più
su
:
da
Galeno
e
da
Archimede
)
a
Eva
Curie
,
tutta
la
scienza
umana
è
rappresentata
.
Nelle
scuole
il
ritratto
di
Puskin
è
frequente
quasi
quanto
quelli
di
Lenin
e
Stalin
.
C
'
è
pieno
di
Tolstoj
,
e
poi
di
Gogol
,
di
Turgheniev
,
di
Krilov
,
di
Lermontov
,
di
Nekrasov
,
di
Saltikov
-
Scedrin
,
e
anche
di
Dostojevski
malgrado
che
in
Occidente
vi
sia
chi
dica
che
l
'U.R.S.S
.
l
'
ha
dimenticato
e
condannato
senz
'
appello
.
Moltissimo
Gorki
,
naturalmente
,
e
anche
moltissimi
Maiakovski
.
Scruto
l
'
inquieto
sguardo
del
poeta
,
così
crudamente
contemporaneo
,
come
a
chiedergli
se
per
caso
non
si
trovi
a
disagio
,
incorniciato
solennemente
in
mezzo
a
tanti
classici
,
ma
mi
pare
che
mi
risponda
di
no
,
perché
non
c
'
è
cosa
più
grande
cui
un
poeta
d
'
avanguardia
possa
aspirare
,
che
di
diventare
un
grande
classico
popolare
.
Il
grande
amore
che
i
sovietici
manifestano
per
Cechov
,
l
'
incontrare
dappertutto
la
sua
mite
barbetta
,
il
sottile
lampo
dei
suoi
occhi
dietro
le
lenti
del
pince
-
nez
,
mi
riempie
di
gioia
.
Qui
i
ragazzi
delle
scuole
medie
studiano
Cechov
come
un
classico
;
da
noi
i
classici
«
scolastici
»
più
moderni
sono
Carducci
,
D
'
Annunzio
...
Sto
per
scivolare
su
una
china
di
riflessioni
melanconiche
,
ma
interrompo
il
corso
di
tali
pensieri
,
accorgendomi
che
«
non
è
così
che
va
impostata
la
questione
»
.
Infatti
i
sovietici
ci
insegnano
soprattutto
a
valorizzare
la
cultura
patria
,
a
guardarla
sempre
criticamente
ma
a
non
rifiutarla
mai
.