StampaQuotidiana ,
GROSSETO
,
dicembre
-
C
'
è
un
proverbio
dell
'
Ottocento
che
dice
:
«
Per
fare
un
grossetano
,
uomo
di
Pistoia
e
donna
di
Scansano
»
.
Ed
in
realtà
Grosseto
si
è
formata
proprio
quando
uomini
di
ogni
parte
di
Toscana
sono
scesi
a
bonificare
,
a
dissodare
.
Pistoia
,
è
chiaro
,
significa
Toscana
tutta
,
e
forse
qualcosa
di
più
.
Venivano
dal
Casentino
e
da
Siena
,
dalla
val
di
Nievole
e
da
Lucca
,
dal
Valdarno
e
da
Livorno
,
ma
c
'
erano
anche
dell
'
Appennino
romagnolo
,
persino
della
Valle
padana
,
quelli
che
,
nelle
colline
della
Maremma
alta
,
con
un
termine
complessivo
e
storicamente
esatto
,
ancora
oggi
si
chiamano
«
lombardi
»
.
E
c
'
erano
abruzzesi
e
marchigiani
,
dalla
parlata
stretta
e
difficile
,
che
a
fatica
si
capivano
:
erano
pastori
,
barrocciai
,
badilanti
,
muratori
,
medici
,
preti
.
Avevano
tutti
fiducia
nell
'
avvenire
di
una
terra
che
concedeva
solo
aspra
fatica
,
disagi
,
e
la
terribile
micidiale
malaria
che
gonfia
la
milza
ed
atterra
in
poco
tempo
anche
l
'
uomo
più
robusto
:
«
Grosseto
ingrossa
,
Batignano
fa
la
mossa
,
Paganico
sotterra
l
'
osso
»
:
anche
questo
,
triste
,
è
un
proverbio
dell
'
Ottocento
.
In
Maremma
,
il
lavoro
ed
il
disagio
erano
per
tutti
,
accomunavano
tanti
,
era
difficile
che
ci
si
potesse
costituire
una
comunità
divisa
in
caste
od
in
circoli
chiusi
.
Ed
anche
il
grande
proprietario
era
come
gli
altri
,
se
non
altro
affrontava
il
caldo
e
le
zanzare
:
di
questo
,
perfino
ora
che
il
latifondista
ha
fatto
il
suo
tempo
,
resta
una
traccia
nel
costume
cittadino
,
rimasto
aperto
e
spregiudicato
.
Non
ci
sono
a
Grosseto
locali
esclusivi
,
circoli
chiusi
,
e
molto
difficilmente
prosperano
i
gruppi
di
élite
.
Qui
sono
tutti
figli
di
«
pionieri
»
,
scesi
nella
città
della
«
frontiera
»
,
quasi
per
una
battaglia
contro
il
padule
e
la
morte
.
Grosseto
come
Kansas
City
anche
in
questo
senso
,
insomma
.
Gli
storici
eruditi
ed
i
fanatici
delle
tradizioni
locali
(
e
questo
,
per
la
verità
,
è
un
guaio
che
succede
un
po
'
dovunque
)
quando
han
cercato
le
origini
di
Grosseto
,
non
han
resistito
all
'
ambizione
della
antichità
illustre
:
1e
origini
etrusche
,
i
resti
di
monumenti
romani
,
le
bolle
papali
che
nominano
Grosseto
durante
il
Medioevo
.
Ma
è
chiaro
che
la
ricerca
così
condotta
rimane
astratta
.
Può
anche
essere
utile
sapere
che
Innocenzo
II
concesse
a
Grosseto
,
nel
1138
,
il
titolo
di
città
,
ordinandovi
il
trasferimento
della
sede
vescovile
;
ma
l
'
atto
di
Innocenzo
Il
resta
una
mera
formalità
,
cui
non
corrisponde
un
effettivo
rifiorimento
di
vita
cittadina
.
'
Troviamo
infatti
che
alla
metà
del
secolo
xvn
la
città
supera
di
poco
i
mille
abitanti
,
e
che
un
secolo
più
tardi
la
popolazione
si
è
addirittura
dimezzata
.
In
Maremma
si
giunge
persino
a
rifiutare
il
dono
di
vaste
distese
di
terra
.
Quanto
agli
etruschi
,
dobbiamo
senz
'
altro
riconoscere
loro
il
grosso
merito
di
aver
saputo
dare
alla
zona
una
regola
idraulica
che
impediva
,
con
ingegnosi
impianti
,
la
formazione
del
padule
.
Ma
non
par
giusto
,
soltanto
per
questo
,
mitizzare
gli
etruschi
come
se
fossero
i
diretti
progenitori
dei
maremmani
d
'
oggi
.
O
forse
i
localisti
,
senz
'
avvedersene
,
hanno
ragione
,
nel
senso
che
anche
gli
etruschi
,
in
fondo
,
più
che
un
popolo
etnicamente
identificabile
,
furono
un
gruppo
attivissimo
,
e
di
formazione
eterogenea
,
che
tenne
allora
queste
cose
,
come
le
tengono
oggi
i
maremmani
.
Ma
questa
,
evidentemente
,
è
letteratura
,
perché
la
storia
vera
di
Grosseto
comincia
coi
Lorena
,
ai
quali
si
deve
non
soltanto
la
sistemazione
amministrativa
della
Maremma
,
ma
soprattutto
l
'
inizio
e
lo
sviluppo
di
ampi
lavori
di
bonifica
,
di
cui
anche
oggi
,
pur
con
i
progressi
fatti
dalla
scienza
idraulica
,
si
apprezza
l
'
utilità
.
Ma
ancora
alla
fine
del
secolo
scorso
,
Grosseto
viveva
in
una
condizione
di
inferiorità
e
di
semiabbandono
.
Qualcuno
dei
nostri
vecchi
ricorda
le
strade
bianche
,
polverose
,
del
grosso
borgo
oppresso
dalla
canicola
e
dall
'
afa
estive
,
abbandonato
,
solo
:
«
Da
Porta
Vecchia
a
Porta
Nuova
era
tanto
se
si
incontrava
un
cane
con
la
lingua
ciondoloni
»
.
Era
il
tempo
dell
'
estatatura
,
che
durava
da
sei
secoli
.
Era
cominciato
nel
1333
,
quando
il
podestà
di
Grosseto
chiese
alla
repubblica
di
Siena
il
permesso
di
abbandonare
la
città
e
di
trasferirsi
,
con
tutti
gli
uffici
,
a
Scansano
,
durante
i
mesi
di
luglio
,
agosto
e
settembre
.
Da
allora
si
continuò
l
'
esodo
estivo
,
e
Napoleone
pensò
bene
di
estenderlo
all
'
intero
anno
:
il
che
significava
che
Grosseto
era
ormai
il
capoluogo
soltanto
di
nome
.
I
vecchi
ricordano
l
'
estatatura
,
e
ci
dovrebbe
essere
una
pagina
del
Civinini
,
piuttosto
felice
,
dove
si
racconta
lo
squallore
di
questa
emigrazione
.
Oggi
Grosseto
ha
un
clima
nuovo
,
l
'
inverno
vi
è
mite
e
l
'
estate
ventilata
.
La
città
può
aprirsi
,
oggi
,
ai
venti
ed
ai
forestieri
.
Che
continueranno
a
venire
:
contadini
del
Veneto
,
minatori
di
Sicilia
,
carbonai
calabresi
,
pastori
del
Casentino
e
dell
'
Abruzzo
.
In
un
mondo
più
giusto
,
in
un
'
Italia
democratica
e
socialista
,
la
Maremma
accoglierà
almeno
mezzo
milione
di
forestieri
.
Verranno
,
un
giorno
:
purché
abbiano
buona
volontà
e
fiducia
nell
'
avvenire
,
la
Maremma
li
accoglierà
tutti
a
braccia
aperte
.
Ed
in
poco
tempo
diventeranno
anche
loro
maremmani
.