StampaQuotidiana ,
Dopo
lunghe
settimane
di
strenua
resistenza
,
Cheren
è
caduta
in
mano
al
nemico
.
Le
nostre
truppe
,
ha
detto
il
corrispondente
militare
di
Reuter
,
hanno
combattuto
a
Cheren
come
non
avevano
mai
combattuto
finora
nella
nostra
storia
nazionale
.
Questo
omaggio
reso
alle
truppe
italiane
da
una
autorevole
voce
inglese
mostra
chiaramente
il
significato
di
questa
lotta
.
Lotta
che
può
,
finché
rimane
sul
piano
umano
,
presentare
episodi
gloriosi
,
ma
che
,
trasportata
sul
piano
politico
,
diventa
un
inutile
spargimento
di
sangue
.
*
*
*
In
questo
punto
della
nostra
seconda
guerra
d
Etiopia
,
conviene
domandarsi
:
era
dunque
savio
cominciare
la
prima
,
valeva
dunque
la
pena
attirarsi
l
'
inimicizia
di
52
nazioni
che
votarono
contro
di
noi
le
sanzioni
economiche
per
dovere
poi
,
poco
più
di
un
lustro
dopo
,
per
necessità
non
inerenti
a
una
politica
propriamente
nazionale
,
perdere
quello
che
si
era
così
faticosamente
guadagnato
?
Prescindendo
da
considerazioni
intrinseche
alla
prima
guerra
d
'
Etiopia
,
conviene
attualmente
porre
il
seguente
quesito
:
pur
supponendo
che
la
prima
guerra
d
'
Etiopia
fosse
giustificata
,
non
era
logico
avere
una
politica
estera
capace
di
farci
conservare
questa
conquista
e
ricavarne
i
frutti
?
Invece
di
avere
una
politica
estera
pacifica
alle
frontiere
del
nostro
impero
coloniale
.
senza
nessuna
necessità
propriamente
.
nazionale
,
per
rispettare
,
cioè
,
un
'
alleanza
odiosa
a
tutto
il
popolo
italiano
,
siamo
entrati
in
guerra
.
proprio
contro
quell
'
impero
.
che
stringeva
il
nostro
in
una
morsa
.
Dal
punto
di
vista
strategico
africano
,
avremmo
potuto
dichiarare
la
guerra
al
Perù
,
alla
Cina
o
a
qualsiasi
altro
Stato
senza
nessun
pregiudizio
:
ma
vi
era
un
solo
dato
che
,
prescindendo
da
ragioni
sentimentali
e
di
amicizia
tradizionale
,
avevamo
non
solo
il
dovere
ma
anche
il
preciso
interesse
di
non
attaccare
:
questo
Stato
è
l
'
Impero
britannico
.
Eccone
,
ora
,
il
risultato
:
come
diceva
il
commentatore
fascista
di
Radio
Roaa
,
alcuni
mesi
fa
,
il
nostro
impero
africano
viene
ora
sbocconcellato
a
poco
a
poco
dall
'
Inghilterra
.
*
*
*
Questo
fatto
richiama
alla
nostra
attenzione
un
problema
che
si
è
troppo
voluto
considerare
da
noi
come
un
fatto
compiuto
:
la
prima
guerra
d
'
Etiopia
.
La
facilità
con
cui
,
nonostante
la
formale
opposizione
della
Società
delle
Nazioni
,
abbiamo
conquistato
l
'
Impero
d
'
Etiopia
,
ci
ha
fatto
spesso
dimenticare
il
giudizio
degli
altri
intorno
a
questa
conquista
.
Il
Governo
fascista
ha
sempre
affermato
che
questa
conquista
veniva
impresa
per
permetterci
di
avere
finalmente
un
posto
al
sole
:
poi
,
quando
questo
posto
al
sole
l
'
abbiamo
avuto
,
quando
,
cioè
le
condizioni
per
inviare
una
massa
di
centinaia
di
migliaia
di
coloni
sono
state
attuate
,
allora
il
Governo
si
è
ricordato
che
sotto
il
sole
cocente
d
'
Etiopia
faceva
troppo
caldo
.
E
invece
di
quel
mezzo
milione
di
coloni
all
'
anno
,
che
avremmo
potuto
mandare
in
Etiopia
,
allo
scopo
di
colmare
,
in
questo
modo
,
l
'
incremento
naturale
della
nostra
popolazione
,
sono
partite
quelle
poche
centinaia
di
rurali
disoccupati
a
cui
si
è
mostrato
che
non
vi
era
scelta
che
quella
di
andare
a
lavorare
in
Etiopia
o
di
morire
sui
campi
di
battaglia
di
Spagna
.
Oggi
,
la
conquista
compiuta
,
appare
chiaramente
che
i
vantaggi
promessici
con
la
conquista
dell
'
impero
erano
illusori
.
Oggi
,
quella
conquista
,
che
la
politica
estera
del
nostro
Governo
non
ci
ha
permesso
di
difendere
contro
la
Nemesi
storica
del
ritorno
del
Negus
in
Etiopia
,
con
le
sue
truppe
e
i
suoi
ras
,
ci
fa
capire
che
l
'
Etiopia
è
stato
un
peso
effettivo
nella
politica
italiana
.
Ci
accorgiamo
,
cioè
,
che
,
dal
momento
in
cui
si
è
iniziata
la
guerra
d
'
Etiopia
,
siamo
stati
costretti
ad
intervenire
tutte
le
guerre
che
si
facevano
nel
mondo
:
ci
accorgiamo
ancora
che
abbiamo
dovuto
sempre
per
quell
'
atto
fatale
e
per
l
'
inimicizia
da
esso
suscitata
contro
di
noi
fra
tutti
i
popoli
del
mondo
,
allearci
con
i
Governi
più
retrogradi
e
più
oppressivi
del
mondo
.
Ci
accorgiamo
,
infine
,
che
da
quando
è
cominciata
la
guerra
d
'
Etiopia
,
da
quando
,
cioè
.
abbiamo
tolto
l
'
indipendenza
al
popolo
abissino
,
il
popolo
italiano
ha
sofferto
di
una
crisi
economica
e
sociale
sempre
più
acuta
.
Dalla
guerra
d
'
Etiopia
in
poi
,
nessuna
classe
sociale
è
stata
più
risparmiata
.
Contro
tutte
le
classi
della
nazione
italiana
si
è
elevata
,
in
questi
anni
dolorosi
della
nostra
storia
,
una
famelica
plutogerarchia
le
cui
ambizioni
e
la
cui
sete
di
potere
politico
cd
economico
non
è
stata
frenata
da
nessun
sacrificio
da
imporsi
al
resto
della
Nazione
.
Dal
punto
di
vista
interno
,
perciò
.
che
è
quello
che
massimamente
ci
preoccupa
,
dalla
guerra
d
'
Etiopia
in
poi
,
tutto
è
andato
a
catafascio
.
*
*
*
Ecco
quello
che
ci
ricorda
la
caduta
di
Cheren
.
Questa
caduta
ha
,
dunque
,
un
valore
non
solo
militare
ma
soprattutto
politico
e
sentimentale
.
Cheren
ci
ricorda
l
'
inutilità
della
prima
guerra
d
'
Etiopia
.
Cheren
ci
ricorda
i
sacrifici
causati
da
questa
gialla
e
le
penose
e
tragiche
conseguenze
da
essa
arrecate
alla
nostra
situazione
politica
,
interna
ed
internazionale
.
Cheren
ci
ricorda
che
la
conquista
dell
'
Etiopia
era
un
sacrificio
troppo
grande
da
imporsi
al
popolo
italiano
,
che
non
giustificava
la
soppressione
dell
'
indipendenza
,
neanche
di
un
paese
barbaro
africano
.
Quando
venne
proclamato
l
'
Impero
,
Carlo
Rosselli
scrisse
che
quello
era
il
momento
per
gli
Italiani
di
proclamarsi
:
contro
l
'
Impero
per
la
Nazione
.
Quella
voce
,
in
quel
momento
.
rimase
senza
eco
.
Oggi
,
nel
momento
in
cui
l
'
Impero
va
in
rovina
,
non
ci
lasciamo
abbattere
da
questo
tragico
fato
.
Ricordiamoci
che
la
Nazione
sempre
esiste
e
che
nulla
è
perduto
per
l
'
Italia
finché
abbiamo
fole
nelle
virtù
del
nostro
popolo
.