StampaQuotidiana ,
Il
crollo
improvviso
del
fascismo
,
avvenuto
il
25
luglio
1943
,
per
la
confessata
sua
impotenza
a
dominare
la
situazione
,
diffuse
in
Italia
l
'
illusione
che
tutti
i
mali
del
paese
dovessero
subito
svanire
e
la
vita
italiana
fosse
per
ritornare
indietro
di
venti
anni
.
In
realtà
il
fascismo
aveva
compenetrato
di
sé
tutte
le
istituzioni
e
la
sua
politica
aveva
scavato
il
baratro
all
'
Italia
.
Epperò
il
suicidio
notturno
del
gran
consiglio
doveva
esser
considerato
indizio
di
un
male
più
grave
.
Gli
avvenimenti
difatti
hanno
dimostrato
fino
a
qua
-
e
stadio
la
cancrena
del
fascismo
avesse
infettato
l
'
Italia
e
le
sue
istituzioni
.
L
'
aver
reputato
tali
istituzioni
stabili
e
sicure
e
perciò
utili
ad
un
rapido
rinnovamento
fu
un
errore
fatale
.
Cosicché
il
popolo
italiano
che
,
pur
subendo
il
fascismo
e
la
guerra
,
aveva
passivamente
resistito
alla
stessa
in
attesa
della
occasione
favorevole
per
liberarsi
del
fascismo
e
del
nazismo
,
al
momento
opportuno
,
per
la
illusoria
fiducia
negli
istituti
,
venne
a
trovarsi
inerme
e
disorganizzato
contro
la
sadica
rabbia
dell
'
invasore
.
Onde
il
suo
contributo
alla
liberazione
del
proprio
paese
che
poteva
inizialmente
essere
formidabile
,
giovare
alle
forze
anglo
americane
e
salvare
la
Campania
e
l
'
Italia
centrale
e
settentrionale
dalla
devastazione
tedesca
finì
per
essere
pressoché
nullo
.
Triste
ed
ineluttabile
eredità
del
fascismo
che
ci
lascia
spogli
di
tutto
con
un
disordine
che
è
il
funesto
epilogo
del
secondo
atto
del
dramma
che
viviamo
.
Come
uscirne
?
Allo
stesso
modo
della
euforia
ingannatrice
del
25
luglio
si
diffonde
ora
una
profonda
inquietudine
accompagnata
da
un
disorientamento
,
altrettanto
ingannevole
e
pericoloso
.
Il
pericolo
per
l
'
Italia
indubbiamente
è
immenso
;
ma
esso
è
comune
a
tutti
i
popoli
e
sovrasta
,
dal
1935
,
principalmente
su
tutta
l
'
Europa
:
la
dominazione
dell
'
imperialcapitalismo
nazista
.
Contro
del
quale
però
combattono
tenacemente
,
valorosamente
e
vittoriosamente
il
popolo
inglese
,
quello
americano
e
quello
russo
e
contro
questo
pericolo
,
per
la
sua
salvezza
,
nella
misura
dei
propri
mezzi
residui
ma
con
tutta
la
sua
tradizionale
indomabile
energia
,
dovrà
combattere
anche
il
popolo
italiano
.
Da
tutti
è
sentita
questa
esigenza
della
nostra
effettiva
partecipazione
alla
guerra
,
per
dovere
verso
gli
italiani
di
oltre
il
Garigliano
,
per
l
'
onore
del
popolo
,
per
la
vittoria
contro
il
nemico
capitale
d
'
Italia
e
di
Europa
.
Tuttavia
lo
spettacolo
della
crisi
italiana
aggravata
dai
tre
anni
di
guerra
fascista
e
dall
'
azione
tedesca
lascia
nel
dubbio
gli
animi
sospesi
degli
italiani
.
Questo
è
esiziale
:
il
disinganno
e
il
disinteresse
che
suscita
possono
diventare
motivo
di
consolidazione
del
nazismo
.
Il
popolo
italiano
deve
invece
prendere
coscienza
della
crisi
sociale
che
attraversiamo
,
rendersi
conto
che
essa
contiene
in
se
le
condizioni
per
la
ricostruzione
socialista
dell
'
Italia
.
In
verità
,
quale
che
sia
la
fonte
immediata
dei
mezzi
per
ricostruire
il
distrutto
e
rifare
l
'
Italia
,
è
indubbio
che
il
peso
sarà
sopportato
dalle
classi
lavoratrici
.
Esse
pagheranno
la
ricostruzione
.
È
ovvio
allora
che
questa
non
può
avvenire
per
la
resurrezione
dell
'
economia
borghese
e
del
diritto
di
privata
proprietà
sui
mezzi
di
produzione
che
saranno
ricostruiti
dal
sacrificio
del
proletariato
.
D
'
altra
parte
,
ai
mezzi
per
la
immane
opera
,
è
altrettanto
ovvio
non
potersi
provvedere
con
le
risorse
della
ordinaria
pressione
fiscale
,
per
quanto
forte
.
È
pertanto
la
situazione
attuale
che
obbiettivamente
determina
la
necessità
del
ricorso
a
risorse
fiscali
straordinarie
:
la
generalizzazione
dei
monopoli
di
stato
e
l
'
avocazione
integrale
del
profitto
mediante
la
socializzazione
.
Non
v
'
è
altro
mezzo
;
l
'
Italia
potrà
risorgere
soltanto
mediante
la
socializzazione
.
Ecco
;
siamo
giunti
al
punto
,
già
previsto
dalla
dottrina
socialista
,
in
cui
giustizia
sociale
e
legge
economica
coincidono
.
Se
è
così
,
il
popolo
italiano
ha
come
orientarsi
e
dominare
ogni
inquietudine
:
da
questa
crisi
deve
sortire
fatalmente
ed
inesorabilmente
l
'
ordine
socialista
.
Per
esso
sacrificarsi
,
per
esso
organizzarsi
,
per
esso
combattere
.
StampaQuotidiana ,
Della
incapacità
della
borghesia
a
governare
e
a
governarsi
,
della
conseguente
necessità
che
il
potere
passi
nelle
mani
delle
nuove
forze
vive
del
lavoro
,
prova
ultima
è
quella
della
crisi
in
cui
si
dibatte
il
governo
Badoglio
.
Tutti
di
accordo
che
si
debba
formare
un
governo
di
partiti
,
tutti
di
accordo
che
in
esso
debbono
essere
rappresentate
tutte
le
correnti
democratiche
,
tutti
di
accordo
-
i
partiti
-
che
bisogna
collaborare
,
e
il
governo
non
si
fa
,
i
partiti
restano
a
protestare
...
E
allora
tutti
siamo
di
accordo
,
benissimo
!
Ma
il
governo
non
si
fa
!
Vi
è
una
regia
testardaggine
:
sia
rimossa
.
Ma
non
avevamo
pensato
che
non
ci
sono
gli
uomini
!
Vivaddio
siamo
quasi
dodici
milioni
di
Italiani
liberati
,
e
non
ci
sono
uomini
...
È
necessario
che
gli
nomini
abbiano
il
crisma
delle
gloria
,
o
l
'
aureola
di
trionfi
politici
.
Allora
bisognerà
rinunziare
a
formare
un
governo
di
partiti
,
o
bisognerà
fare
un
governo
di
fascisti
,
i
quali
sono
tutti
onusti
di
gloria
,
o
un
governo
di
parrucconi
...
poiché
gli
antifascisti
non
hanno
che
le
ferite
non
ancora
rimarginate
del
confino
,
del
carcere
,
delle
misure
di
polizia
,
un
oscuro
ventennio
trascorso
ai
margini
della
vita
...
Che
si
debba
ritornare
ai
tempi
in
cui
per
risolvere
una
crisi
non
ci
era
che
Giolitti
e
qualche
suo
compare
?
L
'
Italia
vuole
respirare
e
vivere
:
solo
le
forze
nuove
,
espressione
del
popolo
che
lavora
,
potranno
far
piazza
pulita
di
tutte
le
beghe
,
di
tutti
i
prestigi
,
le
prevenzioni
che
hanno
condotto
al
1922
.
E
allora
avanti
!
StampaQuotidiana ,
Il
ristagno
della
situazione
nell
'
Italia
Meridionale
,
durato
dai
bei
mesi
trascorsi
finora
,
in
confronto
della
sempre
più
estesa
e
risoluta
azione
degli
italiani
ancora
soggetti
alla
dominazione
nazifascista
,
suscita
rammarico
per
questa
inerzia
non
degna
del
sacrificio
dei
nostri
fratelli
oppressi
e
tanto
meno
dei
doveri
dell
'
ora
.
Intanto
però
si
sviluppa
finalmente
e
prende
corpo
l
'
idea
che
gli
italiani
di
qui
debbono
compiere
ogni
sforzo
per
la
liberazione
di
tutta
l
'
Italia
,
di
tutta
l
'
Europa
,
dal
nazifascismo
.
Tale
necessità
deve
essere
considerata
come
esigenza
di
vita
,
in
quanto
da
questa
azione
soltanto
potrà
scaturire
il
vero
risorgimento
italiano
e
la
sua
legittimazione
di
fronte
alla
storia
ed
agli
altri
popoli
.
Unicamente
per
questa
via
,
potrà
sopravvivere
la
genuina
unità
nazionale
,
quando
fosse
cementata
da
una
fattiva
solidarietà
nel
rischio
e
nel
sacrificio
.
Noi
socialisti
abbiamo
costantemente
enunciato
e
ribadito
questi
principi
e
siamo
lieti
oggi
di
constatare
che
si
avviano
a
diventare
prassi
politica
generale
,
mentre
,
come
un
favorevole
auspicio
,
i
soldati
italiani
,
dopo
il
sacrificio
di
Mignano
,
hanno
ripreso
a
combattere
,
con
risolutezza
e
vigoria
,
contro
i
tedeschi
vittoriosamente
.
È
ovvio
che
non
basta
il
riconoscimento
di
un
giusto
principio
:
occorre
adeguare
l
'
azione
pratica
alle
necessità
che
le
direttive
ideali
impongono
.
E
nella
ricerca
di
quello
che
si
deve
fare
e
del
come
deve
esser
fatto
,
se
vogliamo
essere
coerenti
e
solidali
con
i
partigiani
ed
i
lavoratori
combattenti
di
oltre
il
Garigliano
,
dobbiamo
tenere
in
conto
,
principalmente
,
i
sentimenti
,
gli
orientamenti
,
la
tattica
di
quei
combattenti
,
di
quei
partigiani
,
e
dei
partiti
e
del
Comitato
Centrale
di
Liberazione
che
la
loro
azione
organizza
,
suscita
e
dirige
.
Se
la
nostra
condotta
non
avesse
questa
ispirazione
,
sarebbe
vana
,
non
varrebbe
cioè
a
salvare
il
bene
indispensabile
,
senza
del
quale
la
ricostruzione
d
'
Italia
è
impossibile
:
la
solidarietà
nazionale
.
E
ciò
,
a
maggior
ragione
,
vale
per
noi
socialisti
perché
in
prima
fila
del
fronte
di
liberazione
,
il
nerbo
maggiore
è
costituito
dai
nostri
compagni
.
E
nemmeno
questo
basta
.
Dobbiamo
stabilire
,
ed
è
nel
nostro
potere
poiché
attiene
alle
nostre
capacità
ed
al
nostro
senso
di
responsabilità
,
le
condizioni
necessarie
perché
l
'
azione
del
popolo
meridionale
possa
riuscire
effettivamente
utile
,
proficua
e
duratura
.
Queste
condizioni
non
s
'
improvvisano
;
debbono
risultare
da
ponderato
esame
e
matura
riflessione
.
Per
fare
un
esercito
occorrono
armi
,
indumenti
,
viveri
;
per
condurre
una
guerra
occorre
compattezza
,
slancio
popolare
,
larghezza
di
mezzi
finanziari
,
e
stabilità
monetaria
,
economia
efficiente
in
ogni
campo
,
dalla
produzione
agricola
e
industriale
,
ai
trasporti
,
alla
distribuzione
,
al
consumo
,
assistenza
civile
,
esauriente
mobilitazione
generale
di
tutte
le
risorse
del
paese
,
di
tutte
le
energie
popolari
.
Il
compito
che
grava
su
di
noi
italiani
del
meridione
,
nella
situazione
attuale
a
tutti
nota
,
è
perciò
di
una
gravità
eccezionale
:
contemporaneamente
riorganizzarci
e
fare
la
guerra
.
La
realizzazione
di
quanto
occorre
allo
sforzo
da
compiere
è
soltanto
parzialmente
in
nostro
potere
.
Dipenderà
dalla
nostra
saggezza
politica
saperci
porre
,
anche
sotto
questo
aspetto
,
nel
quadro
della
solidarietà
internazionale
,
sulla
strada
che
ci
conduca
alla
salvezza
del
popolo
italiano
.
StampaQuotidiana ,
La
nuova
situazione
politica
italiana
che
si
è
venuta
delineando
in
questi
ultimi
giorni
,
ha
portato
alla
importante
deliberazione
della
Giunta
Esecutiva
dei
Comitati
di
Liberazione
che
pubblichiamo
più
sotto
.
Prima
della
riunione
del
6
aprile
,
in
cui
la
Giunta
Esecutiva
ha
preso
la
detta
deliberazione
,
la
Direzione
deI
nostro
Partito
,
sollecitata
dagli
sviluppi
della
situazione
,
aveva
adottata
una
dichiarazione
che
il
compagno
Longobardi
ha
presentato
alla
giunta
e
con
la
quale
facendo
noto
che
ogni
decisione
spetta
al
Consiglio
Nazionale
deI
Partito
,
si
è
voluto
intanto
portare
a
conoscenza
degli
altri
partiti
e
del
popolo
,
le
condizioni
di
indole
più
vasta
e
complessa
che
debbono
necessariamente
motivare
e
giustificare
la
formazione
di
un
nuovo
governo
democratico
.
La
Direzione
ha
affermato
che
l
'
avvenimento
interno
,
perché
abbia
effetto
,
si
debba
inserire
in
concreto
nella
situazione
europea
e
mondiale
.
Sia
per
le
condizioni
reali
del
paese
,
sia
per
la
situazione
,
diciamo
così
,
internazionale
in
cui
l
'
Italia
si
trova
,
sia
per
il
fatto
che
il
nuovo
governo
deve
costituirsi
avendo
come
primo
e
predominante
compito
,
la
partecipazione
alla
guerra
contro
la
Germania
con
tutte
le
sue
forze
e
le
sue
risorse
,
non
è
possibile
in
questo
momento
fare
astrazione
da
quella
situazione
internazionale
a
cui
la
Direzione
del
nostro
Partito
si
è
richiamata
.
Fare
la
guerra
come
noi
,
e
come
tutti
gli
altri
Italiani
vogliono
,
non
è
,
insomma
,
una
questione
di
politica
interna
,
ma
sopratutto
di
politica
estera
.
Ecco
perché
la
Direzione
del
Partito
Socialista
ha
voluto
enunciare
le
condizioni
che
riteneva
dover
connettere
alla
costituzione
deI
nuovo
governo
.
E
ciò
nel
superiore
interesse
del
paese
intero
,
del
proletariato
italiano
.
Queste
condizioni
sono
chiaramente
espresse
nella
dichiarazione
che
pubblichiamo
in
rilievo
a
parte
.
StampaQuotidiana ,
Ed
ecco
come
,
cronologicamente
,
è
avvenuto
il
rapido
evolversi
della
situazione
politica
italiana
.
Il
fatto
determinante
è
stata
la
dichiarazione
formulata
dal
Consiglio
Nazionale
dei
Partito
Comunista
e
illustrato
per
radio
e
attraverso
la
stampa
dal
compagno
Togliatti
(
Ercoli
)
capo
del
Partito
stesso
.
Su
tale
dichiarazione
il
problema
politico
italiano
è
stato
impostato
sulla
necessità
prima
del
paese
:
partecipare
finalmente
ed
effettivamente
alla
guerra
contro
la
Germania
nazista
,
che
è
sopratutto
guerra
di
liberazione
del
nostro
paese
.
Ne
consegue
la
necessità
di
una
politica
di
unità
nazionale
.
Per
fare
la
guerra
,
per
dare
alla
politica
italiana
carattere
di
unità
nazionale
aggiunge
il
Partito
Comunista
occorre
addivenire
alla
formazione
di
un
governo
veramente
forte
,
che
sia
in
grado
di
mobilitare
tutte
le
forze
e
le
risorse
del
paese
per
cui
gli
abbisogna
l
'
appoggio
delle
masse
ed
abbia
quindi
la
autorità
che
l
'
attuale
governo
non
ha
.
Alla
formazione
di
questo
governo
il
Partito
Comunista
si
è
dichiarato
pronto
a
collaborare
in
unione
agli
altri
partiti
antifascisti
,
ponendo
delle
condizioni
:
1
)
consolidamento
dell
'
unità
dei
partiti
antifascisti
;
2
)
riassicurazione
formale
che
il
paese
potrà
,
subito
dopo
la
guerra
,
risolvere
il
problema
istituzionale
attraverso
la
convocazione
di
una
Costituente
eletta
a
suffragio
universale
diretto
e
segreto
;
3
)
accordo
su
un
preciso
programma
di
governo
che
assicuri
l
'
esplicazione
non
soltanto
di
una
politica
tutta
tesa
al
pieno
sforzo
bellico
,
ma
anche
di
un
'
azione
veramente
democratica
e
antifascista
.
Del
resto
questo
concetto
di
priorità
assoluta
della
necessità
della
nostra
attiva
partecipazione
alla
guerra
,
e
questa
impostazione
della
politica
italiana
erano
già
stati
dal
nostro
Partito
riconosciuti
come
necessari
ad
avviare
il
paese
ad
una
effettiva
rinascita
,
in
tutte
le
sue
risoluzioni
,
costantemente
ribadite
e
rese
pubbliche
nel
Dicembre
1943
e
nel
gennaio
scorso
.
Alla
dichiarazione
comunista
è
seguita
una
nota
del
giornale
ufficioso
russo
Isvestia
che
fra
l
'
altro
annuncia
un
passo
compiuto
dall
'
Unione
Sovietica
presso
i
governi
alleati
di
Londra
e
Washington
perché
anch
'
essi
facessero
opera
di
incoraggiamento
affinché
il
governo
italiano
potesse
venire
ricostituito
su
più
larghe
basi
democratiche
senza
attendere
la
liberazione
di
Roma
.
Frattanto
il
nostro
Partito
aveva
convocato
il
Consiglio
Nazionale
.
La
Giunta
Esecutiva
dei
Comitati
di
Liberazione
,
che
fino
dal
febbraio
scorso
aveva
proposto
alla
Commissione
Alleata
di
Controllo
(
ricorrendo
per
la
prima
volta
alla
figura
giuridica
della
luogotenenza
)
che
la
crisi
italiana
venisse
risolta
mediante
l
'
abdicazione
del
re
e
la
nomina
da
parte
del
successore
,
di
una
luogotenenza
,
riunitasi
lunedì
scorso
prese
in
esame
la
dichiarazione
comunista
rinviando
ogni
decisione
onde
consentire
ai
componenti
di
riferire
ai
rispettivi
organi
direttivi
di
partiti
.
Seguirono
alcune
dichiarazioni
del
Conte
Sforza
favorevoli
alla
presa
in
considerazione
della
sostituzione
dell
'
abdicazione
del
re
(
richiesta
formulata
dal
Congresso
di
Bari
)
con
un
ritiro
del
re
che
contemporaneamente
delegasse
i
suoi
poteri
ad
un
luogotenente
generale
.
Successivamente
Eden
dichiarava
ai
Comuni
che
il
governo
inglese
era
favorevole
alla
costituzione
di
un
nuovo
governo
italiano
su
più
larghe
basi
anche
prima
della
liberazione
di
Roma
.
A
questo
punto
si
deve
inquadrare
la
dichiarazione
della
Direzione
del
Partito
Socialista
e
la
successiva
deliberazione
che
i
membri
della
Giunta
Esecutiva
dei
Comitati
di
Liberazione
,
riunitisi
a
Sorrento
il
6
aprile
,
con
l
'
intervento
Croce
,
Togliatti
,
Sforza
e
Rodinò
,
hanno
votato
alla
unanimità
il
seguente
deliberato
:
La
Giunta
Esecutiva
,
riunitasi
per
proseguire
l
'
opera
da
essa
svolta
in
conformità
delle
deliberazioni
del
Congresso
di
Bari
,
esaminando
la
situazione
politica
in
seguito
alle
dichiarazioni
del
Partito
Comunista
,
constata
la
necessità
e
l
'
urgenza
della
costituzione
di
un
governo
di
guerra
e
confida
che
le
prese
iniziative
portino
a
soluzione
completa
e
sollecita
,
dell
'
attuale
crisi
italiana
,
senza
attendere
la
liberazione
di
Roma
.
StampaQuotidiana ,
Sono
note
le
blasfeme
invocazioni
all
'
Italia
che
la
radio
nazi
-
fascista
quotidianamente
rinnova
per
turbare
le
coscienze
degli
ascoltatori
con
l
'
inesistente
dilemma
di
quale
sia
oggi
la
vera
Italia
,
arrogandosi
il
diritto
di
rievocare
uomini
e
fatti
eccelsi
per
amor
patrio
e
da
esso
consacrati
alla
nostra
storia
.
Ma
ogni
qualvolta
queste
artefatte
composizioni
storico
-
letterarie
profanano
,
con
le
loro
falsità
,
memorie
e
speranze
italiche
,
nella
gravità
dell
'
ora
che
ci
sovrasta
e
che
richiede
raccoglimento
e
meditazione
nel
dolore
ed
unanimità
di
propositi
,
nella
volontà
di
risorgere
e
di
rinnovarsi
;
allora
facilmente
immaginiamo
come
s
'
accenda
di
sdegno
e
trabocchi
d
'
ira
l
'
animo
dei
nostri
fratelli
di
là
dal
fronte
,
oppressi
dal
prepotere
tedesco
ed
ai
quali
fan
buona
guardia
i
carcerieri
in
camicia
nera
.
È
sotto
i
loro
occhi
che
è
stato
consumato
,
tra
le
mura
del
Colosseo
,
l
'
eccidio
di
trecentoventi
innocenti
.
Non
abbiamo
dubitato
,
per
la
salvezza
del
nostro
paese
,
per
l
'
onore
e
la
dignità
del
nostro
popolo
,
che
ci
sia
stato
un
solo
italiano
il
quale
non
abbia
sentito
,
e
non
senta
ancora
,
tutto
l
'
orrore
e
l
'
onta
di
quel
crimine
.
Un
solo
italiano
il
quale
,
di
fronte
alla
dichiarazione
di
ferocia
ed
al
programma
di
assassinii
chiaramente
manifestati
da
un
siffatto
nemico
,
non
abbia
inorridito
ed
angosciosamente
trepidato
per
la
sorte
dei
propri
familiari
,
alla
mercé
di
cotali
bruti
.
Un
solo
italiano
che
non
si
sia
imposto
inesorabilmente
il
dovere
di
accorrere
in
aiuto
dai
propri
cari
,
di
tanti
altri
italiani
deportati
ai
lavori
forzati
,
costretti
ad
arruolarsi
in
milizie
che
dovrebbero
essere
fratricide
,
ma
non
lo
saranno
mai
.
Un
solo
italiano
che
non
abbia
sentito
erompere
da
tutto
il
suo
essere
,
in
un
impeto
di
rivolta
,
l
'
imperativo
di
affrettarsi
incontro
a
quegli
altri
italiani
i
quali
,
con
le
loro
piccole
forze
,
lottano
nel
nome
grande
della
libertà
,
idealmente
uniti
a
quelle
schiere
di
partigiani
che
si
vanno
sempre
più
ingrossando
su
tutto
il
fronte
antitedesco
.
Propagandisti
della
radio
nazi
-
fascista
,
usurpatori
di
una
passione
che
non
è
mai
stata
vostra
e
non
lo
è
oggi
più
che
mai
;
la
vera
Italia
e
voi
lo
sapete
è
là
ove
si
battono
decisi
,
a
denti
stretti
,
i
patrioti
e
dove
tanti
italiani
,
tra
sempre
nuove
angustie
e
vessazioni
,
attendono
,
di
giorno
in
giorno
,
la
liberazione
.
La
vera
Italia
è
qua
dove
se
ne
ascolta
il
pianto
,
e
dove
riconoscendone
,
con
virile
franchezza
,
la
miseria
materiale
e
morale
in
cui
è
caduta
,
già
si
è
intenti
alla
laboriosa
opera
di
ricostruzione
la
quale
dovrà
essere
basata
,
perché
possa
conseguire
in
pieno
il
suo
scopo
,
sulla
più
vasta
mobilitazione
di
tutte
le
residue
energie
popolari
.
I
giorni
che
passano
rendono
più
critica
e
penosa
la
condizione
di
chi
non
partecipa
alla
lotta
e
non
vi
si
impegna
a
fondo
,
estraniandosi
da
un
conflitto
alla
durata
ed
alla
sorte
deI
quale
è
strettamente
legato
l
'
avvenire
e
il
benessere
di
tutti
.
Italiani
di
qua
dal
fronte
,
noi
a
cui
è
accaduto
di
riacquistare
la
libertà
e
che
liberamente
attendiamo
alle
nostre
occupazioni
,
senza
che
alcun
poliziotto
tedesco
o
fascista
venga
ad
insidiare
la
tranquillità
dei
nostri
focolari
,
senza
che
turbino
i
nostri
sonni
incubi
di
violenza
e
di
morte
,
chiediamo
alle
Nazioni
Unite
le
armi
già
abbandonate
,
pronti
a
combattere
per
una
miglior
causa
,
per
la
liberazione
del
suolo
nazionale
,
per
il
riscatto
dell
'
Italia
tutta
,
per
una
sicura
era
di
pace
e
di
giustizia
.
Dalle
rovine
della
guerra
,
dal
ricordo
dei
morti
,
dalle
sofferenze
dei
sopravvissuti
,
dal
travaglio
dei
popoli
e
dagli
insegnamenti
del
passato
già
germoglia
,
colorato
dalla
speranza
,
un
mondo
nuovo
.
StampaQuotidiana ,
Incominciarono
ad
operare
l'8
settembre
1943
.
Mentre
il
re
e
Badoglio
fuggivano
e
gli
alti
ufficiali
della
quinta
colonna
,
dalle
poltrone
del
ministero
della
guerra
e
dei
comandi
,
davano
ordine
di
cedere
le
armi
,
e
un
esercito
di
oltre
un
milione
di
uomini
cessava
il
fuoco
appena
lo
aveva
iniziato
,
alle
porte
delle
città
e
nelle
strade
di
campagna
si
videro
i
primi
borghesi
armati
di
vecchi
fucili
e
di
bombe
a
mano
,
contrastare
il
passo
alle
avanguardie
tedesche
.
Erano
dapprima
uomini
isolati
o
soldati
che
si
sentivano
traditi
.
Giorno
per
giorno
i
gruppi
s
'
ingrossavano
;
reparti
interi
,
anche
se
slegati
,
senza
comandi
,
si
ritiravano
sui
monti
per
non
cedere
ai
tedeschi
.
Intanto
nelle
città
e
nei
villaggi
si
organizzavano
i
soccorsi
.
Sotto
gli
occhi
di
nazisti
e
fascisti
,
donne
e
giovinetti
li
rifornivano
di
viveri
e
vestiari
.
Venivano
stabiliti
i
collegamenti
fra
i
gruppi
isolati
e
costituite
le
prime
"
bande
"
.
Da
oltre
cinque
mesi
non
danno
requie
al
nemico
.
Su
un
terreno
che
brucia
loro
sotto
i
piedi
,
i
tedeschi
sentono
su
di
loro
l
'
incubo
,
la
minaccia
costante
,
ossessionante
:
il
partigiano
.
Ogni
villaggio
,
ogni
gola
di
monte
,
ogni
svolta
di
strada
rappresentano
altrettanti
pericoli
incombenti
;
il
colpo
può
partire
dalla
scarpata
della
strada
,
come
da
una
finestra
socchiusa
.
Tagliano
i
collegamenti
,
fanno
saltare
i
binari
o
un
ponte
pochi
minuti
prima
che
vi
passi
il
treno
,
incendiano
depositi
di
carburanti
e
munizioni
,
ostacolano
in
tutti
i
modi
le
operazioni
militari
del
nemico
;
sono
dappertutto
,
disposti
a
tutto
.
Controllano
attivamente
le
mosse
del
nemico
;
lo
obbligano
a
stabilire
presidi
nelle
città
e
in
punti
strategici
,
sminuendone
la
forza
d
'
insieme
.
I
partigiani
sono
oggi
il
simbolo
dell
'
Italia
antifascista
e
antinazista
;
rappresentano
la
ribellione
a
vent
'
anni
di
oppressione
e
di
vergogna
,
la
volontà
di
riscattare
col
sangue
la
libertà
al
nostro
paese
.
Essi
sanno
per
che
cosa
combattono
;
hanno
capito
chi
sono
i
veri
nemici
.
Nei
primi
giorni
potevano
anche
essere
solo
dei
delusi
o
solo
dei
traditi
;
ora
sanno
che
difendono
la
propria
dignità
e
la
propria
libertà
riacquistate
per
così
breve
tempo
.
Nessuno
li
ha
obbligati
,
nessun
carabiniere
è
andato
a
prelevarli
.
Hanno
abbandonato
la
propria
casa
,
e
spesso
le
comodità
della
propria
casa
,
volontariamente
hanno
lasciato
la
moglie
e
i
figli
;
si
sono
uniti
agli
altri
compagni
nascosti
nei
boschi
;
sfidano
il
freddo
,
la
fame
e
rischiano
la
vita
ogni
giorno
e
ogni
notte
.
Hanno
accettato
una
disciplina
di
ferro
,
obbediscono
a
un
capo
che
non
conoscevano
,
ma
lo
vedono
sempre
,
primo
nell
'
affrontare
i
pericoli
dell
'
agguato
e
della
guerriglia
.
Questi
sono
gli
uomini
che
lavorano
in
prima
linea
alla
rinascita
della
nuova
Italia
,
di
quell
'
Italia
libera
e
democratica
,
che
abbiamo
sognato
nel
carcere
,
in
esilio
e
al
confino
,
I
lavoratori
,
i
governanti
,
i
cittadini
tutti
dell
'
Italia
liberata
,
non
dovranno
sentirsi
in
pace
con
la
propria
coscienza
,
fino
a
quando
non
dimostreranno
,
con
la
loro
opera
,
col
sacrificio
della
propria
vita
,
di
essere
degni
di
questi
fratelli
che
,
con
le
armi
e
con
gli
scioperi
,
nell
'
Italia
occupata
,
aprono
l
'
orizzonte
alle
migliori
speranze
nell
'
avvenire
del
proletariato
italiano
.
StampaQuotidiana ,
La
"
Società
Mazziniana
"
di
New
York
e
il
movimento
"
Libera
Italia
"
di
Londra
hanno
inviato
i
seguenti
messaggi
di
solidarietà
e
augurio
per
la
lotta
antifascista
e
per
la
libertà
d
'
Italia
:
La
società
Mazzini
,
a
nome
di
tutti
i
suoi
membri
,
invia
auguri
a
tutti
i
gruppi
che
costituiscono
i
Comitati
di
Liberazione
Nazionale
e
desidera
esprimere
la
sua
continua
solidarietà
nella
lotta
in
corso
per
liberare
l
'
Italia
dai
fascisti
all
'
interno
e
dai
suoi
nemici
all
'
esterno
.
Il
movimento
"
Libera
Italia
"
in
Londra
spera
che
il
Congresso
risolverà
il
problema
fondamentale
della
libertà
italiana
ed
esprime
la
speranza
di
potervi
partecipare
.
La
Giunta
Esecutiva
ha
risposto
come
segue
:
La
Giunta
Esecutiva
per
l
'
Italia
Liberata
ha
molto
apprezzato
gli
auguri
inviati
dalla
Società
Mazzini
.
Il
fascismo
nell
'
Italia
occupata
ed
in
quella
liberata
è
ancora
vivo
e
vitale
.
Ogni
solidarietà
ci
è
preziosa
nella
lotta
dura
e
purtroppo
ancora
sfortunata
,
che
conduciamo
per
liberarcene
.
Il
problema
fondamentale
della
libertà
italiana
non
può
essere
risolto
fin
quando
dureranno
in
Italia
ai
più
alti
posti
di
responsabilità
i
complici
ed
i
profittatori
del
fascismo
.
Il
vostro
messaggio
ci
è
d
'
incoraggiamento
nella
nostra
lotta
di
liberazione
.
StampaQuotidiana ,
Delle
colpe
e
delle
incapacità
del
governo
Badoglio
s
'
è
parlato
fin
troppo
.
Qui
torniamo
in
argomento
soltanto
per
ribattere
a
quella
specie
di
autodifesa
badogliana
che
il
Corriere
,
l
'
abborracciato
giornale
governativo
che
esce
a
Salerno
,
ha
pubblicato
domenica
scorsa
in
risposta
alla
nostra
pubblicazione
di
una
settimana
prima
.
1
)
Il
25
luglio
,
giorno
della
realizzazione
della
congiura
antimussoliniana
,
il
re
e
Badoglio
volevano
continuare
la
guerra
a
fianco
della
Germania
e
contro
gli
Alleati
.
Rovinoso
disegno
perché
i
mezzi
per
fare
la
guerra
non
c
'
erano
mai
stati
né
poteva
crearli
con
un
colpo
di
bacchetta
magica
il
vecchio
maresciallo
;
perché
il
popolo
italiano
la
guerra
non
l
'
aveva
mai
voluta
e
non
la
voleva
a
maggior
ragione
quando
era
ormai
irrimediabilmente
perduta
anche
per
la
Germania
;
perché
questa
avrebbe
continuato
a
ferocemente
dissanguare
l
'
Italia
per
i
suoi
fini
,
per
la
sua
guerra
.
2
)
Il
26
luglio
,
o
,
meglio
,
nella
stessa
notte
dal
25
al
26
,
il
popolo
italiano
manifestò
con
impeto
e
unanimità
entusiasmanti
non
soltanto
la
gioia
per
la
liberazione
dal
giogo
fascista
,
sua
sopratutto
la
sua
volontà
di
pace
e
la
decisione
di
farla
finita
con
i
tedeschi
,
con
la
rovinosa
alleanza
assiale
..
Badoglio
represse
quei
moti
popolari
appunto
perché
(
anche
allora
)
era
di
parere
contrario
e
voleva
continuare
la
guerra
,
perché
"
si
doveva
"
continuare
la
guerra
.
Quale
tremendo
errore
!
Il
popolo
che
usciva
da
una
spietata
oppressione
ventennale
e
stava
ritrovando
volontà
,
spirito
d
'
azione
e
coesione
fu
ancora
una
volta
tradito
.
Badoglio
capì
e
stroncò
sul
nascere
l
'
insurrezione
popolare
che
avrebbe
raggiunto
gli
scopi
per
i
quali
ancor
oggi
combattiamo
(
la
cacciata
dei
tedeschi
,
la
libertà
)
con
la
proclamazione
dello
stato
d
'
assedio
.
3
)
Rimesso
in
ceppi
il
popolo
,
Badoglio
mancò
in
pieno
ai
suoi
compiti
perché
continuò
a
governare
alla
fascista
e
con
i
fascisti
e
preparò
così
quella
restaurazione
del
fascismo
che
Hitler
voleva
e
ha
ottenuto
.
Mancò
ai
suoi
doveri
,
il
vecchio
maresciallo
,
perché
permise
alla
Germania
l
'
invio
in
Italia
di
quelle
forze
armate
che
avrebbero
esclusa
ogni
possibilità
di
insurrezione
popolare
che
avrebbe
potuto
ancora
salvare
dell
'
Italia
,
il
salvabile
.
Quelle
forze
armate
che
avrebbero
dovuto
come
purtroppo
hanno
fatto
neutralizzare
l
'
esercito
,
4
)
Premuto
dalla
volontà
popolare
ch
'
ebbe
interpreti
presso
il
governo
i
capi
delle
organizzazioni
operaie
(
i
quali
subordinarono
la
loro
accettazione
delle
cariche
confederali
alla
condizione
precisa
dell
'
abbandono
della
Germania
e
della
guerra
)
Badoglio
si
decise
a
chiedere
l
'
armistizio
.
Non
seppe
però
affrontare
apertamente
e
con
decisione
il
nuovo
compito
,
non
seppe
rivendicare
,
nei
confronti
della
Germania
,
il
diritto
del
popolo
italiano
di
provvedere
liberamente
ai
propri
destini
.
E
pose
l
'
Italia
in
quella
penosa
situazione
dell'8
settembre
che
portò
(
primi
i
capi
a
mancare
al
loro
i
dovere
)
alla
dissoluzione
dell
'
esercito
ed
ad
un
altro
tradimento
verso
il
popolo
.
Colpa
ancor
più
grave
di
quella
della
mancata
azione
militare
,
è
quella
di
aver
rifiutato
al
popolo
le
armi
ch
'
esso
aveva
chiesto
per
combattere
con
i
soldati
per
cacciare
i
tedeschi
.
In
quei
giorni
,
che
resteranno
fra
i
più
infausti
e
dolorosi
per
la
nazione
e
per
l
'
esercito
,
il
popolo
fu
nuovamente
tradito
perché
i
capi
militari
favorirono
lo
sbandamento
e
il
dissolvimento
dell
'
esercito
abbandonando
(
primo
fra
gli
altri
proprio
lui
,
Badoglio
)
il
posto
di
combattimento
,
addirittura
ordinando
la
resa
e
la
consegna
delle
armi
.
Perché
il
popolo
in
molti
casi
fu
lasciato
solo
a
combattere
,
e
con
poche
armi
,
incontro
il
tedesco
.
Quel
disorientamento
generale
che
portò
al
definitivo
sopravvento
delle
forze
tedesche
fu
generato
soltanto
dall
'
impreparazione
,
dal
timore
per
le
proprie
sorti
personali
,
dal
tradimento
o
la
fuga
di
chi
doveva
invece
comandare
,
guidare
,
essere
di
esempio
,
battersi
fino
all
'
estremo
sacrificio
.
Quelli
erano
i
giorni
in
cui
si
poteva
e
si
doveva
salvare
l
'
Italia
dai
maggiori
guai
che
,
per
la
continuazione
della
guerra
,
ancor
oggi
si
abbattono
sul
nostro
straziato
paese
:
fame
,
bombardamenti
,
dissanguamento
economico
,
spoliazioni
d
'
ogni
genere
da
parte
dei
tedeschi
,
deportazioni
in
Germania
di
giovani
atti
alle
armi
e
degli
operai
,
ecc
.
ecc
..
5
)
A
parte
il
fatto
che
della
disfatta
hanno
colpa
e
non
secondaria
anche
il
re
e
Badoglio
(
sopratutto
il
Badoglio
fascista
e
capo
di
S
.
M
.
di
Mussolini
)
non
significa
nulla
dire
che
i
mali
dell
'
Italia
sono
conseguenza
della
disfatta
.
Noi
abbiamo
detto
e
ripetiamo
che
nulla
ha
fatto
il
governo
Badoglio
per
quei
mali
,
non
diciamo
guarire
,
ma
almeno
lenire
.
Quel
poco
che
è
stato
fatto
lo
si
deve
agli
Alleati
.
Ma
c
'
è
di
più
:
poco
,
troppo
poco
si
è
fatto
e
si
fa
per
la
guerra
contro
la
Germania
.
E
tutto
questo
perché
il
popolo
sa
e
sente
che
i
sistemi
e
spesso
anche
gli
uomini
son
sempre
quelli
:
fascisti
.
6
)
A
proposito
di
libertà
dobbiamo
ripeterci
:
quel
poco
che
abbiamo
lo
dobbiamo
agli
Alleati
non
a
Badoglio
e
al
suo
governo
.
Il
quale
anzi
non
trascura
occasione
,
o
pretesto
per
chiedere
agli
Alleati
di
limitarcela
.
Il
a
Corriere
cita
il
Convegno
di
Bari
e
il
comizio
di
Napoli
.
Che
faccia
tosta
!
Il
Convegno
di
Bari
fu
concesso
dagli
Alleati
e
il
comizio
di
Napoli
fu
trattato
dai
tre
partiti
organizzatori
con
gli
Alleati
come
"
contropartita
"
della
sospensione
di
lavoro
protesta
dagli
stessi
partiti
propugnata
.
A
proposito
di
libertà
di
stampa
basterà
ricordare
che
le
deliberazioni
della
Giunta
Esecutiva
e
sopratutto
la
confutazione
alle
false
affermazioni
del
ministro
Reale
,
non
furono
potute
pubblicare
su
nessun
quotidiana
dell
'
Italia
regia
né
essere
trasmesse
per
radio
.
Resterebbe
a
parlare
delle
"
espettorazioni
"
come
il
Corriere
definisce
le
denunzie
,
le
accuse
,
le
discussioni
dei
partiti
di
opposizione
.
Troppo
comodo
è
l
'
insulto
volgare
e
gratuito
quando
non
si
sa
né
si
può
ribattere
con
argomentazioni
serie
,
oneste
,
fondate
.
Ci
limiteremo
quindi
a
rilevare
che
,
comunque
,
le
nostre
sono
espettorazioni
pulite
mentre
quelle
del
Corriere
e
altri
corifei
monarchici
e
badogliani
,
sono
espettorazioni
inquinate
e
repellenti
.
E
sopratutto
contagiose
.
StampaQuotidiana ,
Il
cosiddetto
liberalismo
,
quando
,
abbandonando
talvolta
le
consuete
astrazioni
intellettualistiche
,
deve
scendere
sul
terreno
della
pratica
,
si
svela
subito
per
quello
che
veramente
è
:
l
'
espressione
migliore
del
capitalismo
imperante
.
Non
basta
:
brutalmente
si
manifesta
allora
;
in
forma
altezzosa
e
saremmo
per
dire
anche
cinica
,
come
la
pretesa
che
il
popolo
italiano
,
col
suo
lavoro
e
col
sua
risparmio
,
a
proprie
spese
,
debba
ricostituire
la
privata
proprietà
della
ricchezza
distratta
dalla
guerra
.
Agitammo
ed
agitiamo
tuttora
il
problema
delle
nuove
tariffe
delle
imprese
elettriche
non
solo
per
richiamare
l
'
attenzione
dell
'
opinione
pubblica
su
quello
che
riteniamo
uno
scandalo
,
ma
anche
per
dimostrare
palpabilmente
a
quali
estreme
conseguenze
ci
conduce
il
capitalismo
.
È
bastato
che
qualche
impianto
,
già
costruito
colla
sovvenzione
statale
,
risultasse
più
o
meno
gravemente
danneggiato
perché
si
avanzasse
e
venisse
soddisfatta
la
richiesta
che
la
spesa
della
ricostruzione
venisse
prelevata
,
non
dagli
azionisti
e
nemmeno
dalle
riserve
,
ma
invece
dal
consumatore
mercé
l
'
aumento
delle
tariffe
.
La
riduzione
della
produzione
,
causata
dalla
crisi
attuale
,
riduceva
il
profitto
e
ed
impediva
la
realizzazione
e
la
distribuzione
degli
utili
nella
stessa
misura
del
passato
.
Le
società
elettriche
non
hanno
voluto
subire
questa
conseguenza
ineluttabile
che
tutti
i
cittadini
e
attualmente
,
chi
in
un
modo
e
chi
nell
'
altro
,
subiscono
.
Per
mantenere
gli
alti
utili
i
provenienti
dal
forte
consumo
,
quando
questo
è
diminuito
,
hanno
aumentato
le
tariffe
escogitando
il
contributo
fisso
che
grava
su
chi
non
consuma
.
La
generalizzazione
di
questa
metodo
,
agognato
dai
capitalisti
,
nella
ricostruzione
,
condurrebbe
il
popolo
già
abbastanza
dissanguato
alla
schiavitù
ed
alla
oppressione
perenni
.
Tuttavia
il
liberalismo
insorge
quando
noi
diciamo
che
siccome
per
ricostruire
un
paese
devastato
come
il
nostro
occorre
basarsi
sull
'
energia
lavorativa
e
sull
'
immenso
sacrificio
del
proletariato
,
la
ricostruzione
deve
avvenire
esclusivamente
a
favore
del
popolo
lavoratore
.
Per
tanta
gente
ricostruzione
significa
ricostituzione
e
solamente
ricostituzione
della
privata
proprietà
.
Questo
atteggiamento
dimostra
l
'
inguaribile
cecità
della
borghesia
italiana
malgrado
a
quello
che
sta
accadendo
.
L
'
Europa
e
,
con
essa
,
l
'
Italia
,
uscendo
da
questo
infernale
conflitto
,
hanno
bisogno
di
vincere
la
pace
e
per
sempre
.
Per
vincere
la
pace
,
si
deve
è
compiere
uno
sforzo
collettivo
immane
di
centinaia
di
milioni
di
lavoratori
affinché
siano
ricostruite
le
basi
di
esistenza
dei
popoli
.
Questo
sforzo
sarebbe
inutile
se
non
venisse
abolito
,
come
i
popoli
vogliono
,
il
sistema
sociale
che
,
attraverso
il
succedersi
di
crisi
spaventose
,
ci
ha
condotto
a
questa
guerra
.
Questo
sistema
è
provato
è
la
causa
maledetta
di
tutte
le
guerre
,
è
il
germe
diffusivo
di
tutti
gli
odi
e
rancori
tra
le
classi
sociali
ed
i
popoli
.
Questo
sistema
deve
essere
sostituito
non
da
un
illusorio
panorama
economico
,
ma
da
un
altro
sistema
che
è
oramai
un
fatto
compiuto
e
consolidato
nella
grande
Russia
dei
Sovieti
:
la
socializzazione
dei
mezzi
di
produzione
e
di
scambio
.