StampaQuotidiana ,
Mercoledì
sera
,
nei
saloni
interni
dell
'
Excelsior
di
Roma
,
Flora
Volpini
ha
organizzato
il
suo
secondo
«
Incontro
con
l
'
autore
»
.
Il
primo
,
tempo
fa
,
vide
al
centro
della
serata
Giovanni
Artieri
;
questo
ha
onorato
,
in
mezzo
a
circa
200
commensali
in
abito
da
sera
,
Arturo
Tofanelli
e
il
suo
libro
L
'
uomo
d
'
oro
.
Per
l
'
occasione
,
lo
chef
dell
'
hotel
,
il
bolognese
Anselmo
Savini
,
detto
«
er
pataccaro
»
per
le
infinite
decorazioni
e
onorificenze
ricevute
da
ogni
nazione
,
ha
studiato
un
menu
intonato
alla
produzione
letteraria
di
Tofanelli
:
cannelloni
«
impossibilità
di
vivere
»
,
a
base
di
crema
,
gruviera
e
profumo
di
funghi
secchi
;
manzo
alla
«
cielo
di
Nuova
York
»
,
brasato
con
chianti
e
funghi
;
legumi
«
lettere
al
direttore
»
,
zucchini
piccoli
al
parmigiano
,
carotine
tenere
,
crocchette
di
fonduta
;
dolce
«
l
'
uomo
d
'
oro
»
,
preparato
con
mirabile
abilità
dal
giovanissimo
pasticcere
Giorgio
Garboli
,
e
riproducente
in
pasta
di
mandorla
,
fino
ai
minimi
particolari
,
il
libro
pubblicato
da
Mondadori
.
Il
vino
di
Montepulciano
è
stato
ribattezzato
«
il
fiume
rosso
»
,
titolo
di
un
'
opera
che
Tofanelli
diede
alle
stampe
nel
1938
.
In
fine
di
serata
,
hanno
parlato
Giancarlo
Vigorelli
,
Paolo
Monelli
e
Flora
Volpini
.
Costei
,
applauditissima
,
si
è
rivolta
in
modo
particolare
al
generale
Ezio
Garibaldi
,
dicendogli
fra
l
'
altro
:
«
Ho
visto
che
lei
si
presenta
candidato
alle
elezioni
nella
lista
monarchica
.
Ciò
mi
rattrista
.
Avrei
di
gran
lunga
preferito
,
dato
il
suo
cognome
,
saperla
fra
i
repubblicani
.
No
,
è
inutile
che
mi
guardi
così
:
non
ho
partecipato
allo
sbarco
dei
Mille
.
Ma
non
posso
dimenticare
che
dopo
la
difesa
di
Roma
,
Garibaldi
fuggiasco
passò
una
notte
nella
nostra
villa
di
famiglia
a
Cisterna
,
assieme
ad
Anita
depressa
»
.
Una
rondine
marina
ha
battuto
la
settimana
scorsa
il
record
mondiale
di
volo
,
categoria
uccelli
leggeri
.
Liberata
in
Groenlandia
,
è
stata
catturata
nel
Natal
(
Africa
del
Nord
)
:
18.600
chilometri
in
4
mesi
.
StampaQuotidiana ,
Il
locale
notturno
che
un
tempo
fu
«
Victor
»
,
in
via
Emilia
,
parallela
di
via
Veneto
,
oggi
è
«
Oliviero
»
.
Resta
comunque
il
night
più
animato
di
Roma
.
Come
tutti
i
ritrovi
di
una
certa
classe
,
può
contare
su
alcune
decine
di
clienti
fissi
.
Fra
costoro
,
vi
è
un
giovanotto
bruno
,
dalle
spalle
larghe
,
vestito
di
blu
,
che
balla
poco
,
nonostante
lunghe
occhiate
femminili
lo
incoraggino
da
ogni
angolo
della
sala
.
Preferisce
,
a
una
cert
'
ora
,
accostarsi
al
microfono
dell
'
orchestra
e
cantare
una
canzone
:
sempre
la
stessa
,
patetica
,
con
improvvise
variazioni
ironiche
.
Così
,
fra
qualche
vodka
e
prolungati
silenzi
,
aspetta
l
'
alba
uno
degli
attori
cinematografici
più
apprezzati
dell
'
ultima
leva
.
Maurizio
Di
Lorenzo
,
in
arte
Maurizio
Arena
.
Ha
24
anni
e
finora
ha
girato
26
film
.
Assieme
al
fortemarmino
Renato
Salvatori
,
si
conquistò
le
simpatie
del
grande
pubblico
in
Poveri
ma
belli
.
In
Cocco
di
mamma
,
dove
interpreta
la
parte
di
un
pugilatore
dilettante
,
categoria
mediomassimi
,
volle
sostenere
un
combattimento
vero
e
proprio
,
anziché
ripiegare
su
una
controfigura
o
ricorrere
a
effetti
di
montaggio
.
Ne
uscì
con
un
labbro
spaccato
e
un
occhio
nero
,
ma
soddisfatto
.
Arena
è
ben
quotato
alla
volubile
borsa
dei
noleggi
cinematografici
.
Il
suo
nome
nel
cast
vale
in
partenza
diverse
decine
di
milioni
.
Con
tutto
ciò
,
il
giovanotto
,
che
proviene
da
uno
dei
quartieri
più
popolari
di
Roma
,
non
è
felice
.
Sente
che
la
sua
fortuna
,
tardiva
rispetto
al
massimo
splendore
del
nostro
cinema
,
poggia
su
basi
fragili
ed
equivoche
.
Ha
capito
che
fare
l
'
attore
,
specialmente
in
Italia
,
è
un
'
avventura
che
può
costare
ogni
intima
felicità
.
Nella
penombra
del
night
-
club
,
dopo
un
sorso
di
liquore
,
mi
dice
:
«
Ce
credi
?
Ho
voja
de
tornammene
a
fa
er
muratore
,
con
la
carcina
in
spalla
.
È
mejo
fa
un
po
'
de
fame
,
che
sentisse
soli
.
Certe
sere
,
me
pare
d
'
esse
un
manifesto
attaccato
a
un
muro
de
periferia
»
.
StampaQuotidiana ,
Forse
non
riuscirò
a
parlare
di
Leo
Longanesi
come
le
circostanze
vorrebbero
,
con
rispettoso
distacco
.
E
non
sarebbe
neanche
giusto
chiedermelo
.
La
mia
vita
è
stata
così
ultimamente
mescolata
alla
sua
,
o
per
meglio
dire
invasa
la
lui
,
che
ci
vorrà
del
tempo
prima
che
possa
raggiungere
nei
suoi
riguardi
una
certa
imparzialità
.
Lasciatemi
dunque
dire
,
alla
rinfusa
,
le
poche
cose
che
;
ella
rinfusa
mi
tornano
in
mente
.
Avevo
vent
'
anni
quando
gli
andai
incontro
,
attratto
da
ciò
che
in
lui
più
brillava
:
la
genialità
,
l
'
inventiva
,
l
'
originalità
.
E
ora
,
a
cose
fatte
,
mi
accorgo
di
essergli
rimasto
accanto
,
finché
ho
potuto
,
per
la
tristezza
,
la
malinconia
,
e
a
volte
la
disperazione
,
che
dietro
tutto
questo
si
nascondeva
.
Era
di
poco
maggiore
di
me
.
Ma
Longanesi
è
uno
dei
pochissimi
uomini
al
mondo
che
non
abbia
dovuto
aspettare
i
figli
dei
suoi
coetanei
per
farsene
dei
discepoli
e
che
abbia
saputo
diventare
il
maestro
della
sua
generazione
.
A
diciott
'
anni
,
senza
corredo
di
studi
e
senza
aver
mai
messo
il
naso
fuori
della
sua
Romagna
,
era
già
sul
podio
a
dirigere
l
'
orchestra
.
Non
aveva
avuto
esitazioni
nell
'
imboccare
la
strada
.
E
naturalmente
aveva
scelto
quella
che
,
dal
punto
di
vista
personale
,
non
menava
a
nulla
.
Quest
'
uomo
che
passava
per
avaro
,
e
che
sul
conto
dell
'
albergo
e
del
ristorante
lo
era
,
ha
trascorso
la
vita
a
scialacquare
tutto
il
suo
patrimonio
d
'
ingegno
e
ad
arricchirne
gli
altri
,
gratis
.
Io
stesso
,
di
quel
poco
che
ho
fatto
,
non
riesco
più
a
distinguere
ciò
che
è
mio
da
ciò
che
è
suo
.
Ora
mi
domando
se
aveva
accantonato
qualcosa
dentro
i
suoi
tiretti
:
se
,
oltre
tutto
quel
che
dava
d
'
idee
,
di
spunti
,
di
trovate
,
di
pretesti
,
aveva
serbato
qualcosa
per
sé
.
Temo
di
no
.
Questo
lavoratore
infaticabile
ha
lavorato
soltanto
a
disperdersi
,
e
oltre
agl
'
inediti
del
suo
Diario
non
si
troverà
nulla
.
Lo
ritroveremo
solo
noi
,
nelle
lettere
che
ci
scrisse
nelle
giornate
di
accoramento
e
di
solitudine
,
ch
'
erano
regolarmente
sette
nella
settimana
,
e
toccavano
la
punta
più
patetica
la
domenica
,
quando
la
festa
gl
'
imponeva
l
'
ozio
,
il
suo
peggiore
e
più
sottile
nemico
.
Allora
erano
lunghe
pagine
descrittive
di
ciò
che
vedeva
dalla
sua
finestra
.
Quante
cose
vedeva
,
Leo
,
da
quel
modesto
osservatorio
dal
quale
,
a
noi
,
non
era
mai
riuscito
contare
che
qualche
tegola
,
qualche
albero
,
qualche
cencio
teso
sul
filo
ad
asciugare
!
Il
canto
di
una
ragazza
sul
balcone
bastava
a
rimescolargli
dentro
tutto
un
mondo
.
E
ne
venivano
fuori
stupende
pagine
di
lirismo
:
i
suoi
regali
,
dei
quali
egli
stesso
l
'
indomani
si
era
già
dimenticato
.
A
questo
Leo
segreto
e
inedito
,
una
intera
leva
di
giornalisti
e
di
scrittori
ha
succhiato
il
proprio
latte
.
Non
tutti
lo
sanno
.
Non
tutti
se
lo
ricordano
.
Ma
l
'
influenza
di
Longanesi
è
stata
decisiva
,
nel
gusto
e
nel
costume
letterario
di
questo
Paese
,
più
di
quanto
non
lo
sia
stata
quella
di
qualsiasi
altro
uomo
.
Ed
è
morto
povero
e
quasi
solo
.
Non
bisogna
darne
la
colpa
a
nessuno
,
perché
questo
era
il
suo
destino
,
ed
egli
lo
subiva
senza
ribellarvisi
.
«
È
vero
»
mi
disse
un
giorno
che
avevamo
litigato
,
voglio
dire
che
avevamo
litigato
più
violentemente
del
solito
,
perché
non
si
faceva
altro
dalla
mattina
alla
sera
,
«
io
sono
come
Saturno
:
mi
mangio
i
figli
,
e
un
giorno
mi
mangerò
anche
te
.
Anzi
,
a
dirti
la
verità
,
ti
ho
già
mangiato
.
»
Poi
aggiunse
,
con
una
smorfia
di
disgusto
:
«
E
non
hai
neanche
un
buon
sapore
»
.
Leo
non
mi
aveva
affatto
mangiato
,
perché
era
un
cannibale
vegetariano
.
E
con
tutta
la
«
cattiveria
»
di
cui
faceva
sfoggio
,
a
parole
,
guadagnandosi
una
fama
di
malvagio
di
cui
era
fierissimo
,
non
ha
mai
torto
un
capello
a
nessuno
.
Ma
bisognava
stare
con
lui
in
posizione
di
difesa
perché
la
sua
amicizia
era
anche
una
spaventosa
tirannia
.
Ira
questo
che
gli
rimproveravo
,
quando
si
lamentava
di
essere
solo
.
Egli
aveva
allevato
un
po
'
tutti
,
ma
avrebbe
preteso
che
fossero
rimasti
all
'
infinito
a
poppare
alla
sua
mammella
generosa
.
Invece
avevano
messo
i
denti
e
si
erano
allontanati
per
la
loro
strada
:
Pannunzio
dirige
«
Il
Mondo
»
,
Arrigo
Benedetti
«
L
'
Espresso
»
,
Soldati
e
Flaiano
fanno
il
cinema
.
Era
fatale
che
avvenisse
,
e
mentalmente
anche
lui
lo
accettava
.
Ma
la
mente
di
Leo
andava
in
un
verso
,
e
Longanesi
in
un
altro
.
Non
ricordava
,
non
voleva
ricordare
che
questi
uomini
avevano
fatto
strada
-
e
una
bella
strada
-
con
le
gambe
che
lui
gli
aveva
dato
.
Avrebbe
potuto
trarne
una
pigmalionica
fierezza
.
Invece
,
nulla
.
Per
lui
era
tutto
e
soltanto
«
tradimento
»
.
Era
successo
anche
col
povero
Brancati
,
che
un
tempo
era
stato
il
preferito
dei
suoi
figli
.
Era
un
piccolo
retore
di
provincia
,
quando
si
accostò
a
Longanesi
,
e
si
credeva
nato
per
scrivere
dei
brutti
poemi
epici
,
edificanti
e
celebrativi
.
Ero
presente
il
giorno
in
cui
,
con
la
buona
grazia
che
lo
distingueva
,
Leo
gli
randellò
un
libro
in
testa
urlandogli
:
«
Legga
questo
,
somaro
!
È
Gogol
,
il
suo
fratello
maggiore
.
Anche
lei
è
un
Gogol
.
Di
Catania
»
.
Aveva
già
annusato
i
libri
che
Vitaliano
si
portava
in
corpo
e
che
sotto
lo
stimolo
di
Leo
avrebbe
scritto
.
E
già
ne
aveva
anticipato
la
più
esatta
misura
critica
.
Era
successo
con
Buzzati
,
su
cui
nessuno
avrebbe
puntato
un
soldo
e
di
cui
fu
il
primo
editore
.
Intelligenza
?
No
.
È
la
qualità
di
cui
più
si
è
parlato
a
proposito
di
Longanesi
,
ed
è
la
più
grossa
stupidaggine
che
si
sia
detta
di
lui
.
Longanesi
non
era
un
uomo
intelligente
,
non
era
nemmeno
un
intellettuale
.
La
logica
non
ha
guidato
nessuno
dei
suoi
gesti
,
forse
egli
non
sapeva
nemmeno
dove
stesse
di
casa
.
Condurre
con
lui
in
porto
un
ragionamento
era
un
'
impresa
disperata
.
Di
fronte
al
più
banale
sillogismo
,
inciampava
.
Longanesi
era
un
artista
geniale
,
il
solo
che
abbia
incontrato
nella
mia
vita
.
E
come
tutti
gli
artisti
andava
a
naso
,
a
intuito
,
con
un
invisibile
radar
al
posto
del
cervello
.
Procedeva
a
furia
d
'
intuizioni
che
avevano
del
miracoloso
e
che
facevano
perfino
pensare
a
qualcosa
di
diabolico
.
Non
sapeva
cosa
volesse
dire
deduzione
.
Il
suo
processo
era
tutto
induttivo
,
dal
piccolo
particolare
al
generale
.
Uno
sguardo
,
la
piega
di
una
bocca
,
un
gesto
,
gli
bastavano
a
ricostruire
una
persona
e
a
pronunziare
su
di
essa
giudizi
spietati
e
irrevocabili
.
Un
giorno
mi
raccontò
di
essere
diventato
antifascista
,
in
tram
,
guardando
il
didietro
di
un
console
della
milizia
in
piedi
di
fronte
a
lui
.
Quando
scoppiò
la
guerra
,
mi
disse
:
«
Che
catastrofe
!
Pensa
a
quanti
reduci
avremo
,
quando
sarà
finita
!
»
.
Questi
famosi
motti
di
Longanesi
(
ci
sarebbe
da
compilarne
volumi
)
facevano
immediatamente
il
giro
della
città
,
creandogli
intorno
un
'
aureola
ingannatrice
di
uomo
sarcastico
e
paradossale
,
imprevedibile
e
«
brillante
»
.
Ma
si
trattava
di
ben
altro
:
imbrogliando
tutti
,
o
quasi
tutti
,
con
lo
specchietto
di
queste
sue
apparenti
assurdità
,
Longanesi
ha
condotto
,
dal
primo
all
'
ultimo
giorno
,
e
con
un
impegno
di
crociato
,
la
più
seria
e
disperata
battaglia
che
mai
sia
stata
ingaggiata
da
uno
scrittore
.
Vogliamo
dire
,
per
semplificare
,
ch
'
è
stato
l
'
ultimo
vero
grande
difensore
della
«
destra
»
?
Diciamolo
pure
,
forse
anche
perché
egli
stesso
desidera
che
questo
sia
detto
.
Ma
la
verità
è
-
e
un
giorno
su
questo
punto
ci
ripromettiamo
di
fare
il
chiaro
-
che
Longanesi
non
si
è
mai
sognato
di
difendere
una
classe
cui
non
apparteneva
e
in
cui
non
credeva
,
né
un
'
ideologia
politica
.
Ogni
tentativo
di
giudicarlo
su
questo
piano
è
semplicemente
ridicolo
e
meschino
.
Fosse
nato
in
Francia
,
Longanesi
avrebbe
trovato
probabilmente
interessi
reali
a
cui
partecipare
,
e
perfino
un
partito
in
cui
inserirsi
.
In
Italia
egli
è
stato
costretto
a
inventare
letteralmente
il
mondo
,
di
cui
poi
si
è
Fatto
il
paladino
.
In
questo
miscuglio
di
Renard
e
di
Toulouse
-
Lautrec
,
c
'
è
anche
un
pizzico
di
Don
Chisciotte
truccato
da
Sancio
Pancia
.
L
'
Italia
ch
'
egli
ha
difeso
era
una
pura
e
semplice
creazione
della
sua
fantasia
,
del
suo
gusto
e
di
una
cultura
costruita
a
furia
,
più
che
di
letture
e
di
studio
,
di
balenanti
intuizioni
.
Quest
'
uomo
piccolissimo
,
che
soffriva
atrocemente
della
propria
statura
,
era
molto
più
grande
del
mondo
in
cui
viveva
e
ne
traboccava
continuamente
di
fuori
.
Per
questo
era
difficile
stargli
accanto
.
E
per
questo
era
impossibile
abbandonarlo
senza
sentirsi
«
traditore
»
,
come
lui
diceva
,
anzi
addirittura
parricida
.
Quel
suo
eterno
scegliere
la
posizione
più
scomoda
,
la
trincea
più
battuta
,
l
'
esercito
più
sconfitto
,
ci
poneva
continuamente
di
fronte
a
un
insormontabile
caso
di
coscienza
.
Dichiaro
senza
rossore
che
ho
rinnegato
molte
mie
convinzioni
per
restare
fedele
a
Longanesi
,
e
non
me
ne
pento
.
Oggi
l
'
unico
rimorso
che
ho
è
quello
di
non
essere
rimasto
sempre
fedele
a
lui
,
l
'
uomo
più
importante
della
mia
vita
,
quello
che
ho
più
amato
e
odiato
,
il
solo
maestro
che
mi
riconosca
anche
nelle
giravolte
più
rischiose
e
nei
più
azzardati
zig
zag
.
E
non
sono
il
solo
a
trovarmi
in
queste
condizioni
.
Proprio
mentre
scrivo
questo
arruffato
articolo
,
mi
hanno
telefonato
Arrigo
Benedetti
e
Mario
Soldati
,
che
pure
sembrano
camminare
così
sicuri
su
una
strada
diversa
da
quella
su
cui
Longanesi
ci
aveva
tutti
avviati
.
«
E
ora
?
»
mi
hanno
chiesto
con
voce
di
pianto
.
«
Come
faremo
a
scrivere
senza
più
la
paura
e
la
speranza
di
ciò
che
avrebbe
detto
Longanesi
leggendoci
?
»
Si
sentivano
orfani
anche
loro
,
come
me
.
Nessuno
degl
'
italiani
contemporanei
ha
lasciato
,
o
lascerà
,
morendo
,
il
vuoto
che
lascia
Longanesi
.
In
nessuna
generazione
un
italiano
ha
scavato
così
a
fondo
e
durevolmente
come
ha
fatto
Longanesi
in
quella
nostra
.
Forse
qualcuno
la
troverà
un
'
esagerazione
,
suggeritami
dall
'
emozione
della
sua
morte
.
E
invece
è
una
vecchia
certezza
,
di
cui
m
'
impegno
a
riconoscere
la
validità
anche
nel
più
lontano
futuro
.
È
difficile
dimostrarlo
,
perché
di
suo
rimane
ben
poco
,
un
milionesimo
di
quello
che
avrebbe
potuto
darci
,
e
impossibile
da
raccogliere
in
un
'
opera
organica
,
sbriciolato
com
'
è
in
frammenti
di
diario
,
in
abbozzi
di
disegni
,
appunti
e
schemi
.
L
'
avaro
Longanesi
era
troppo
occupato
ad
arricchire
noi
per
accumulare
di
suo
.
Per
me
,
non
oso
fare
il
conto
di
quello
che
mi
rimarrebbe
,
se
dovessi
restituirgli
tutto
ciò
che
mi
ha
dato
.
Non
ho
avuto
il
tempo
di
dirglielo
,
ora
è
troppo
tardi
,
uno
stupido
pudore
mi
ha
sempre
trattenuto
.
Ma
anche
il
pudore
me
lo
aveva
insegnato
lui
.
StampaQuotidiana ,
Roma
,
6
maggio
.
San
Silvestro
,
poste
centrali
,
ore
11.30
.
Reparto
vaglia
telegrafici
.
Folla
.
Davanti
a
uno
degli
sportelli
dove
s
'
incassa
,
un
grosso
signore
strabuzza
gli
occhi
e
si
asciuga
il
sudore
.
L
'
impiegato
,
sottile
,
occhialuto
,
in
grembiule
nero
,
il
cranio
calvo
velato
da
pochi
capelli
incollati
di
traverso
,
scruta
attentamente
due
vaglia
.
Li
gira
e
rigira
.
Manca
solo
che
li
guardi
di
taglio
.
Poi
scuote
appena
la
testa
e
dice
:
«
Tutto
regolare
.
Se
la
somma
fosse
minore
,
forse
la
carta
di
identità
basterebbe
.
Ma
per
370
mila
lire
,
bisogna
che
qualcuno
da
noi
ben
conosciuto
la
conosca
.
Mi
dispiace
»
.
Il
signore
apre
la
bocca
per
dire
qualcosa
.
La
richiude
e
rotea
gli
occhi
come
un
basilisco
in
amore
.
Inghiotte
.
Ritira
attraverso
lo
sportello
i
suoi
vaglia
,
li
agita
come
per
farsi
fresco
,
li
sbircia
.
Finalmente
,
con
accento
spiccatamente
veneto
,
dice
:
«
Ma
chi
volete
,
anime
del
paradiso
,
che
io
conosca
,
qui
a
Roma
,
e
per
di
più
che
voi
ben
conosciate
?
?
?
Ho
qualche
conoscenza
:
ma
come
faccio
a
sapere
,
santa
pace
,
se
quelli
che
conosco
io
conoscono
anche
voi
,
e
bene
per
di
più
!
E
poi
,
perché
,
pace
del
cuore
benedetto
,
la
carta
d
'
identità
non
basta
?
?
?
Perché
allora
,
vita
cara
,
si
chiama
carta
d
'
identità
,
se
non
serve
a
identificare
quando
bisogna
?
Su
,
da
bravi
:
datemi
questa
moneta
,
che
devo
versarla
per
un
affare
urgente
»
,
«
Dolente
»
,
fa
l
'
impiegato
,
allargando
le
mani
bianche
come
gesso
,
«
ma
proprio
non
si
può
.
Se
fossero
cinquanta
,
anche
centomila
lire
,
si
potrebbe
vedere
.
Ma
qui
,
caro
signore
,
si
tratta
di
quasi
mezzo
milione
!
Mica
si
scherza
.
Chi
se
la
prende
la
responsabilità
!
Il
regolamento
parla
chiaro
.
In
ogni
caso
,
ci
orrebbe
la
tessera
di
riconoscimento
postale
,
o
perlomeno
il
passaporto
debitamente
rinnovato
.
Ne
è
in
possesso
?
»
Il
signore
,
con
voce
fievole
,
confessa
di
non
possedere
né
l
'
una
né
l
'
altro
.
Poi
,
illuminandosi
,
dice
:
«
Ora
che
mi
ricordo
!
Uno
che
mi
conosce
,
qui
alle
poste
,
ce
l
'
avrei
.
Il
ragionier
Bortoli
Enrico
,
mio
compaesano
,
che
dev
'
essere
ai
pacchi
.
Si
potrebbe
chiamare
?
»
L
'
impiegato
si
stringe
nelle
spalle
:
«
Bortoli
?
Quello
friulano
?
È
morto
l
'
anno
scorso
,
poveraccio
.
Un
malaccio
cattivo
...
»
StampaQuotidiana ,
Roma
,
8
maggio
.
Non
esiste
immaginazione
turbinosa
,
fantasia
sfrenata
e
bizzarra
che
possa
,
non
dico
eguagliare
,
ma
vagamente
avvicinarsi
alla
realtà
dell
'
ambiente
cinematografico
romano
.
Il
dottor
E.C.
,
che
da
molti
anni
ha
nel
cinema
tutte
le
sue
delizie
e
tutte
le
sue
croci
,
mi
racconta
il
caso
seguente
.
Un
giovane
produttore
accettò
,
anni
or
sono
,
una
sceneggiatura
di
cappa
e
spada
.
Chiamò
a
dirigere
il
film
,
previsto
a
colori
,
un
regista
di
media
importanza
e
si
assicurò
,
al
centro
del
«
cast
»
,
l
'
allora
popolarissima
Silvana
Pampanini
.
Un
giovane
attore
,
dagli
abbondanti
riccioli
,
fu
ingaggiato
per
impersonare
il
generoso
cavaliere
protagonista
della
storia
.
La
lavorazione
cominciò
senza
indugi
,
e
il
produttore
,
per
un
paio
di
settimane
,
non
ebbe
nemmeno
una
di
quelle
grane
che
caratterizzano
l
'
ambiente
.
Gli
attori
erano
puntuali
e
remissivi
,
i
tecnici
laconici
ed
alacri
,
il
regista
e
i
suoi
assistenti
insolitamente
tranquilli
.
Il
produttore
,
alle
sue
prime
esperienze
,
stava
per
ricredersi
circa
le
difficoltà
da
superare
,
allorché
,
improvvisamente
,
capitò
un
fatto
incredibile
.
Una
mattina
si
stava
girando
il
ferimento
del
protagonista
,
il
quale
,
dopo
un
fatto
d
'
armi
,
doveva
abbattersi
fra
le
braccia
della
Pampanini
,
inondata
di
sangue
.
Per
ottenere
l
'
effetto
,
si
ricorse
alla
solita
vernice
rossa
e
vischiosa
sparsa
sulla
camicia
.
Tutto
era
pronto
,
si
stava
per
girare
,
allorché
il
regista
ordinò
l
'
alt
e
,
con
espressione
incupita
,
si
rivolse
al
direttore
di
produzione
.
Quella
vernice
,
adatta
al
bianco
e
nero
,
secondo
lui
non
funzionava
nel
colore
.
Poteva
risultarne
una
nota
falsa
e
grottesca
,
tale
da
compromettere
il
film
e
il
suo
buon
nome
.
Il
direttore
propose
di
cercare
un
'
altra
vernice
,
o
di
ricorrere
alla
salsa
di
pomodoro
.
Nulla
da
fare
.
Tutto
fermo
,
con
notevole
perdita
di
quattrini
.
Il
regista
fu
irremovibile
:
sangue
umano
o
nulla
.
Ogni
supplica
restò
vana
.
Il
direttore
di
produzione
tornò
,
dopo
due
ore
,
con
due
donatori
di
sangue
cinematografico
reclutati
in
un
baraccamento
periferico
.
StampaQuotidiana ,
Roma
,
9
maggio
.
Siamo
al
caffè
.
Entra
un
signore
alto
,
solenne
,
col
vestito
a
righe
sottili
.
Orecchie
carnose
,
collo
sanguigno
,
basette
brizzolate
.
Ordina
un
espresso
molto
lungo
.
Qualcuno
,
al
nostro
tavolo
,
lo
riconosce
.
Fingendosi
mediatore
d
'
immobili
,
fu
per
molti
anni
spia
dell
'
OVRA
.
Attualmente
non
si
sa
con
precisione
che
faccia
.
Pare
che
fornisca
informazioni
di
carattere
finanziario
a
un
'
agenzia
giornalistica
.
Il
discorso
scivola
,
così
,
sulle
spie
del
regime
.
Spie
zelanti
e
bonarie
,
politicamente
convinte
e
scettiche
,
criminali
e
patetiche
,
trasparenti
al
punto
da
essere
ben
presto
individuate
,
evitate
o
pubblicamente
svergognate
.
Vincenzo
Tallarico
rievoca
il
famoso
grafologo
che
girava
le
trattorie
di
Roma
e
ad
un
certo
punto
,
aggrottando
le
sopracciglia
,
diceva
al
cliente
:
«
Voi
odiate
una
persona
che
sta
molto
in
alto
.
Lo
si
legge
chiaramente
nella
forma
serpentina
delle
esse
»
.
E
tanto
insisteva
,
procedendo
per
esclusione
,
finché
il
malcapitato
ammetteva
di
avercela
col
duce
.
Dopo
di
che
,
denuncia
.
Riaffiora
,
dal
passato
,
il
«
falso
pensatore
»
di
Aragno
;
un
disgraziato
che
tendeva
le
orecchie
ai
discorsi
degli
intellettuali
,
fingendo
di
leggere
le
opere
di
Benedetto
Croce
per
stornare
le
diffidenze
.
Ed
ecco
il
sessantenne
attore
sfiatato
che
un
prefetto
,
compagno
di
scuola
,
arruolò
nell
'
OVRA
,
con
la
rispettabile
paga
di
3000
lire
al
mese
,
e
che
dopo
cinque
anni
di
pacchia
,
minacciato
di
licenziamento
se
non
avesse
finalmente
denunciato
qualcuno
,
fece
arrestare
in
quattro
e
quattr
'
otto
il
futuro
suocero
di
suo
figlio
.
Ma
il
caso
più
classico
accadde
a
Genova
:
dove
,
nel
1937
,
un
tal
Perasso
,
fintosi
antifascista
per
ottenerne
le
confidenze
,
denunciò
un
certo
Boccalatte
.
Venne
poi
a
sapere
che
anche
il
Boccalatte
apparteneva
all
'
OVRA
,
e
di
essere
stato
a
sua
volta
denunciato
.
Vecchie
,
squallide
spie
del
regime
:
come
questo
solenne
signore
che
sorseggia
il
suo
espresso
lungo
,
controllando
i
propri
gesti
nello
specchio
.
Se
è
vero
che
il
lupo
perde
il
pelo
ma
non
il
vizio
,
può
darsi
che
in
qualche
modo
,
chissà
come
e
per
chi
,
lavorino
ancora
.
StampaQuotidiana ,
Roma
,
10
maggio
.
Il
mio
amico
L
.
B
.
,
ieri
sera
ha
trovato
nell
'
automobile
,
che
aveva
lasciata
in
un
posteggio
del
centro
,
un
foglio
di
carta
,
sul
quale
mano
ignota
aveva
scritto
a
matita
:
«
Odiate
i
francesi
e
gli
inglesi
,
peste
del
mondo
!
»
Analoghi
foglietti
sono
stati
trovati
,
in
questi
giorni
,
sotto
il
tergicristallo
o
ficcati
negli
sportelli
,
da
altri
automobilisti
romani
.
Può
darsi
che
l
'
approssimarsi
delle
elezioni
abbia
stuzzicato
le
meningi
di
un
maniaco
,
prigioniero
di
vecchi
sogni
littori
:
ma
non
ci
sarebbe
da
meravigliarsi
se
si
trattasse
di
una
forma
di
propaganda
,
capillare
ed
economica
,
organizzata
da
qualche
gruppo
di
destra
.
D
'
altra
parte
,
gli
slogan
incitanti
a
odiare
gli
stranieri
hanno
sempre
avuto
una
certa
fortuna
,
in
Italia
;
perché
il
nostro
è
un
Paese
eminentemente
turistico
,
dove
i
sorrisi
e
le
premure
rivolti
ai
forestieri
nascondono
un
inevitabile
complesso
d
'
inferiorità
e
un
sordo
rancore
.
È
noto
che
i
luoghi
di
villeggiatura
e
le
stazioni
climatiche
hanno
,
perlopiù
,
sindaci
di
sinistra
,
eletti
nei
mesi
di
bassa
stagione
per
vendicare
gli
inchini
e
le
umiliazioni
della
stagione
alta
.
A
proposito
del
contrasto
fra
1'«odio
politico
»
predicato
da
Mussolini
negli
anni
fra
le
sanzioni
e
la
guerra
,
e
la
mentalità
turistica
nazionale
,
va
ricordato
l
'
episodio
capitato
a
Venezia
nell
'
estate
del
1944
.
Calarono
sulla
Laguna
,
sospesi
al
paracadute
,
due
aviatori
americani
,
il
cui
bombardiere
era
stato
colpito
nel
cielo
di
Padova
.
I
due
furono
subito
raccolti
da
una
lancia
e
sbarcati
alla
Giudecca
.
La
popolazione
,
secondo
le
disposizioni
dettate
dal
prefetto
repubblichino
,
avrebbe
dovuto
accogliere
i
due
prigionieri
a
muso
duro
,
o
magari
fischiandoli
.
Invece
,
gli
americani
si
trovarono
subito
circondati
da
una
folla
sorridente
e
visibilmente
simpatizzante
,
che
gareggiò
nell
'
offrire
sigarette
o
bicchieri
di
vino
.
Il
prefetto
,
informato
della
cosa
,
si
infuriò
.
Convocò
d
'
urgenza
il
segretario
politico
della
Giudecca
,
lo
investì
duramente
e
gli
chiese
conto
dell
'
accaduto
.
«
Cossa
che
voi
mai
,
eccellenza
»
,
fece
il
segretario
,
allargando
le
braccia
.
«
Dopo
tutto
,
sono
i
primi
foresti
che
vien
a
Venezia
,
dopo
quattro
anni
de
magra
»
.
ProsaGiuridica ,
Art
.
1
.
L
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
ha
il
compito
di
provvedere
all
'
acquisto
,
alla
gestione
,
alla
trasformazione
ed
alla
vendita
di
beni
immobiliari
,
con
le
loro
pertinenze
di
beni
mobiliari
,
nonché
di
aziende
industriali
e
commerciali
,
nell
'
interesse
o
d
'
incarico
dello
Stato
.
L
'
Ente
ha
personalità
giuridica
.
Esso
ha
un
fondo
di
dotazione
di
20
milioni
,
da
stanziare
con
provvedimento
del
Ministro
per
le
Finanze
,
sul
bilancio
del
Ministero
stesso
.
Per
l
'
assistenza
,
la
rappresentanza
e
la
difesa
in
giudizio
,
l
'
Ente
si
avvale
dell
'
Avvocatura
dello
Stato
.
L
'
Ente
potrà
inoltre
,
con
la
preventiva
autorizzazione
del
Ministro
per
le
Finanze
,
contrarre
mutui
ed
ottenere
sovvenzioni
dagli
Istituti
all
'
uopo
autorizzati
per
il
fabbisogno
finanziario
dipendente
dalla
propria
attività
.
L
'
Ente
ha
la
sua
sede
legale
in
Roma
,
temporaneamente
trasferita
a
San
Pellegrino
Terme
.
Art
.
2
.
L
'E.G.E.L.I
.
compie
tutte
le
operazioni
necessarie
per
il
conseguimento
dei
propri
fini
.
Art
.
3
.
Sono
organi
dell
'
Ente
:
il
Presidente
,
il
Consiglio
di
Amministrazione
,
la
Giunta
esecutiva
.
Art
.
4
.
Il
Presidente
è
nominato
con
decreto
del
Ministro
delle
Finanze
,
per
un
triennio
,
e
può
essere
confermato
.
Egli
è
a
capo
dell
'
Amministrazione
dell
'
Ente
ed
ha
la
legale
rappresentanza
dell
'
Ente
stesso
.
Convoca
e
presiede
le
riunioni
del
Consiglio
di
Amministrazione
e
della
Giunta
esecutiva
,
e
cura
la
esecuzione
delle
deliberazioni
del
Consiglio
e
della
giunta
stessi
.
Il
Presidente
ha
facoltà
di
conferire
procure
speciali
per
determinati
atti
e
per
determinate
specie
di
atti
.
In
caso
di
urgenza
il
Presidente
prende
tutti
i
provvedimenti
di
competenza
della
Giunta
esecutiva
e
ne
riferisce
a
questa
nella
prima
seduta
successiva
per
la
relativa
ratifica
.
Art
.
5
.
Uno
dei
membri
del
Consiglio
di
Amministrazione
è
annualmente
designato
dal
Consiglio
stesso
a
fungere
da
vice
presidente
.
Il
Presidente
è
coadiuvato
dal
vice
presidente
che
lo
sostituisce
in
caso
di
assenza
o
di
legittimo
impedimento
.
Art
.
6
.
Il
Consiglio
di
Amministrazione
è
composto
dal
presidente
e
di
otto
membri
nominati
dal
Ministro
per
le
Finanze
e
cioè
:
-
2
consiglieri
scelti
tra
i
funzionari
di
grado
non
inferiore
al
VI
del
Ministero
delle
Finanze
;
-
1
consigliere
scelto
tra
i
funzionari
dell
'
Ispettorato
per
la
Difesa
del
Risparmio
e
l
'
Esercizio
del
Credito
;
-
1
consigliere
in
rappresentanza
dell
'
Ispettorato
per
demografia
e
razza
;
-
1
consigliere
su
proposta
del
Segretario
del
Partito
Fascista
Repubblicano
,
Ministro
segretario
di
Stato
;
-
1
consigliere
su
proposta
del
Ministro
per
la
Giustizia
;
-
1
consigliere
su
proposta
del
Ministro
per
l
'
Agricoltura
e
le
Foreste
;
-
1
consigliere
su
proposta
del
Ministro
per
l
'
Economia
corporativa
.
I
consiglieri
rimangono
in
carica
tre
anni
e
possono
essere
confermati
nella
carica
stessa
.
Con
il
decreto
del
Ministro
per
le
Finanze
sono
determinate
le
indennità
assegnate
al
Presidente
ed
ai
componenti
il
Consiglio
di
Amministrazione
.
Il
Consiglio
di
Amministrazione
nomina
il
Segretario
.
Art
.
7
.
Il
Consiglio
di
Amministrazione
ha
tutti
i
poteri
per
il
funzionamento
dell
'
Ente
.
Esso
delibera
un
apposito
regolamento
interno
da
approvarsi
dal
Ministro
per
le
Finanze
,
per
stabilire
le
norme
di
assunzione
e
di
stato
giuridico
ed
il
trattamento
economico
,
a
qualsiasi
titolo
,
di
attività
e
di
quiescenza
del
personale
.
Il
Consiglio
di
Amministrazione
è
convocato
dal
Presidente
il
quale
ne
da
tempestivo
avviso
ai
Consiglieri
ed
ai
Sindaci
effettivi
.
Per
la
validità
delle
deliberazioni
occorre
l
'
intervento
di
almeno
5
componenti
.
Art
.
8
.
Il
Consiglio
di
Amministrazione
nomina
nel
suo
seno
la
Giunta
esecutiva
,
determinandone
le
attribuzioni
e
i
poteri
.
La
Giunta
è
composta
di
tre
membri
fra
i
quali
il
Presidente
.
Funge
da
Segretario
della
Giunta
esecutiva
il
segretario
del
Consiglio
di
amministrazione
.
La
Giunta
esecutiva
è
convocata
dal
Presidente
,
il
quale
dà
tempestivo
avviso
ai
membri
ed
ai
sindaci
effettivi
.
Le
deliberazioni
sono
prese
a
maggioranza
assoluta
di
voti
.
Art
.
9
.
La
Giunta
esecutiva
delibera
sulle
operazioni
per
le
quali
sia
stata
delegata
dal
Consiglio
di
amministrazione
e
dentro
i
limiti
della
delegazione
stessa
.
Non
possono
essere
delegate
alla
Giunta
le
deliberazioni
:
a
)
sulla
formazione
del
bilancio
;
b
)
sul
conferimento
di
deleghe
alle
mansioni
dell
'
Ente
ad
Istituti
od
a
privati
.
Le
deliberazioni
della
Giunta
sono
comunicate
al
Consiglio
nella
prima
seduta
successiva
.
Art
.
10
.
Le
deliberazioni
del
Consiglio
di
amministrazione
e
della
Giunta
esecutiva
sono
inserite
in
appostiti
registri
di
verbali
e
vengono
autenticate
con
la
firma
del
Presidente
e
del
Segretario
.
Le
deliberazioni
prese
dal
Presidente
in
via
di
urgenza
a
norma
dell
'
art
.
4
sono
trascritte
in
apposito
registro
e
firmate
dal
Presidente
.
Dei
verbali
relativi
alle
deliberazioni
di
cui
al
presente
articolo
e
delle
deliberazioni
del
Presidente
,
il
Segretario
del
Consiglio
di
amministrazione
può
,
con
l
'
autorizzazione
del
Presidente
,
rilasciare
copia
od
estratti
.
Art
.
11
.
Il
Collegio
dei
sindaci
è
composto
di
tre
membri
effettivi
e
di
due
supplenti
,
nominati
con
decreto
del
Ministro
delle
Finanze
.
Uno
dei
sindaci
effettivi
è
scelto
fra
i
Magistrati
della
Corte
dei
Conti
.
La
Presidenza
è
affidata
dal
Ministro
delle
Finanze
ad
un
funzionario
dipendente
da
esso
incluso
nei
tre
membri
effettivi
.
I
sindaci
effettivi
ed
i
supplenti
durano
in
carica
tre
anni
e
possono
essere
confermati
.
Con
decreto
del
Ministro
per
le
Finanze
sono
fissate
le
retribuzioni
spettanti
ai
sindaci
.
I
sindaci
esercitano
il
controllo
sulla
gestione
dell
'
Ente
e
sulla
osservanza
delle
disposizioni
di
legge
e
dello
statuto
:
assistono
alle
riunioni
del
Consiglio
di
amministrazione
e
della
Giunta
esecutiva
ed
hanno
in
generale
i
poteri
e
gli
obblighi
che
la
legge
attribuisce
ai
sindaci
delle
società
commerciali
,
in
quanto
applicabili
.
Il
Collegio
dei
sindaci
presenta
al
Ministro
per
le
Finanze
una
relazione
annuale
in
accompagnamento
del
bilancio
della
gestione
dell
'
Ente
.
Art
.
12
.
L
'
esercizio
finanziario
dell
'
Ente
si
riferisce
all
'
anno
solare
.
Entro
il
31
marzo
di
ogni
anno
,
il
Consiglio
di
amministrazione
sottopone
all
'
approvazione
del
Ministro
delle
Finanze
il
bilancio
dell
'
Ente
,
accompagnandolo
con
particolareggiata
relazione
sulla
attività
svolta
.
Art
.
13
.
I
proventi
della
gestione
dei
beni
di
proprietà
dell
'
Ente
,
gli
oneri
dell
'
esercizio
e
le
spese
generali
di
amministrazione
,
sono
registrate
nel
conto
spese
e
proventi
.
Il
saldo
di
tale
conto
è
versato
annualmente
al
bilancio
delle
entrate
dello
Stato
dopo
l
'
approvazione
del
bilancio
.
I
proventi
dei
beni
di
cui
l
'
Ente
ha
la
gestione
nell
'
interesse
o
per
conto
dello
Stato
nonché
gli
introiti
effettuati
per
riscossioni
di
capitali
o
alienazioni
riguardanti
tali
beni
,
sono
versati
nei
modi
e
nei
termini
stabiliti
dalle
relative
disposizioni
.
Art
.
14
.
La
qualità
di
funzionario
o
impiegato
dell
'
Ente
è
incompatibile
con
qualsiasi
impiego
privato
o
pubblico
o
con
l
'
esercizio
di
qualsiasi
professione
,
commercio
o
industria
.
I
funzionari
e
gli
impiegati
non
possono
coprire
cariche
di
consiglieri
di
amministrazione
,
di
liquidatori
o
sindaci
di
società
,
salvo
espressa
autorizzazione
del
Consiglio
di
amministrazione
.
Art
.
15
.
È
fatto
divieto
ai
consiglieri
di
amministrazione
,
ai
sindaci
,
ai
funzionari
di
direzione
ed
agli
impiegati
dell
'
Ente
di
acquistare
beni
dell
'
Ente
e
comunque
di
contrarre
obbligazioni
di
qualsiasi
natura
,
dirette
o
indirette
con
l
'
Ente
,
ovvero
con
acquirenti
di
beni
immobili
di
proprietà
dell
'
Ente
.
I
funzionari
e
gli
impiegati
dell
'
Ente
sono
obbligati
al
segreto
d
'
ufficio
.
Art
.
16
.
L
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
è
parificato
ad
ogni
effetto
nel
trattamento
tributario
,
all
'
Amministrazione
dello
Stato
;
per
la
notificazione
ad
istanza
dell
'
Ente
medesimo
per
le
copie
degli
atti
ad
esso
rilasciati
e
per
le
misure
ipotecarie
,
come
pure
per
i
certificati
delle
iscrizioni
e
trascrizioni
,
nonché
per
i
certificati
catastali
storici
rilasciati
nell
'
interesse
dell
'
Ente
,
si
osservano
le
disposizioni
vigenti
per
tali
adempimenti
quando
sono
richiesti
dallo
Stato
.
Agli
effetti
delle
imposte
dirette
la
equiparazione
dell
'
Ente
alle
amministrazioni
dello
Stato
nel
trattamento
tributario
,
riguarda
esclusivamente
i
redditi
propri
dell
'
Ente
.
Le
tasse
di
registro
per
gli
atti
di
alienazione
dei
beni
attribuiti
all
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
sono
ridotte
come
segue
:
a
)
alla
aliquota
fissa
dell'1,50%
fino
al
valore
di
L
.
5.000;
b
)
alla
aliquota
fissa
del
10%
oltre
il
valore
di
L
.
5.000
.
La
tassa
di
trascrizione
,
i
diritti
catastali
e
gli
onorari
notarili
per
atti
di
alienazione
dei
beni
attribuiti
all
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
sono
ridotti
alla
metà
dell
'
ordinario
ammontare
,
quando
non
trovino
applicazione
disposizioni
più
favorevoli
.
Art
.
17
.
Gli
atti
costitutivi
di
società
che
dovessero
essere
formate
con
il
consenso
del
Ministro
per
le
Finanze
,
per
rilevare
aziende
industriali
e
commerciali
attribuite
in
proprietà
o
in
gestione
all
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
sono
esenti
da
tasse
di
bollo
e
registro
.
Gli
atti
con
i
quali
società
anonime
regolarmente
costituite
rilevano
aziende
attribuite
ovvero
gestite
dall
'
Ente
di
Gestione
e
Liquidazione
Immobiliare
,
sono
registrati
e
trascritti
con
la
tassa
di
L
.
40
ai
sensi
dell
'
art
.
13
del
decreto
legge
19
agosto
1943
,
n
.
737
.
I
diritti
catastali
e
gli
onorari
notarili
per
gli
atti
medesimi
sono
ridotti
al
quarto
.
Mussolini
Il
Ministro
delle
Finanze
:
Pellegrini
V.Il
Guardasigilli
:
Pisenti
StampaPeriodica ,
Torino
,
aprile
-
Ogni
tre
minuti
,
una
piccola
automobile
utilitaria
esce
dalle
sale
di
montaggio
della
FIAT
-
Mirafiori
.
La
portano
,
per
il
collaudo
,
sul
tetto
dello
stabilimento
,
dove
è
la
pista
di
prova
.
Ridiscende
nel
cortile
,
per
l
'
ultimo
controllo
.
Un
'
ora
dopo
la
caricano
su
un
autotreno
a
due
piani
che
ne
trasporta
trenta
alla
volta
;
o
su
uno
dei
vagoni
che
attendono
alla
stazione
del
Lingotto
.
Gli
autotreni
ed
i
carri
merci
partono
,
a
brevi
intervalli
,
con
il
loro
carico
di
macchine
nuove
,
e
c
'
è
sempre
qualche
operaio
che
s
'
affaccia
per
fare
un
gesto
festoso
di
saluto
.
Nelle
strade
più
vicine
allo
stabilimento
,
anche
le
donne
che
vanno
per
la
spesa
al
mercato
di
via
Nizza
si
voltano
soddisfatte
a
guardare
le
macchine
fresche
di
vernice
che
passano
,
affiancate
sui
due
piani
di
un
autocarro
,
minuscole
e
lucenti
come
giocattoli
.
Per
la
gente
del
Lingotto
,
il
successo
della
600
è
un
fatto
di
enorme
importanza
.
Un
motivo
d
'
orgoglio
.
Alla
costruzione
di
quelle
piccole
utilitarie
lavorano
,
direttamente
o
indirettamente
,
almeno
due
su
tre
dei
cinquantaseimila
dipendenti
della
grande
fabbrica
d
'
automobili
.
A
Torino
,
si
sente
dire
da
molti
che
la
clamorosa
vittoria
dei
sindacati
liberi
,
nelle
recenti
elezioni
delle
Commissioni
interne
della
FIAT
,
è
tutto
merito
della
600
.
Non
è
,
certo
,
un
'
affermazione
da
prendersi
alla
lettera
.
C
'
è
del
vero
,
tuttavia
.
Le
ragioni
che
hanno
fatto
perdere
tanti
voti
ai
candidati
comunisti
sono
parecchie
;
ed
alcune
hanno
avuto
,
senza
dubbio
,
molto
maggior
peso
.
Ma
ci
si
consenta
di
cominciare
di
qui
.
È
la
pagina
più
bella
di
questa
storia
.
Forse
,
la
più
confortante
.
I
dirigenti
della
FIAT
dicono
che
il
rendimento
delle
maestranze
è
notevolmente
aumentato
,
in
ogni
reparto
,
dal
giorno
in
cui
è
cominciata
la
costruzione
in
serie
della
600
.
La
grande
maggioranza
degli
operai
mostra
di
lavorare
con
entusiasmo
e
con
molto
maggiore
impegno
.
E
il
mutamento
è
così
profondo
che
non
basta
a
spiegarlo
la
promessa
di
premio
di
produzione
la
cui
entità
,
per
bene
che
vadano
le
cose
,
dovrà
essere
necessariamente
modesta
.
È
rimasto
lo
«
spirito
di
fabbrica
»
.
Li
esalta
e
li
inorgoglisce
il
successo
che
ha
incontrato
,
ovunque
,
la
vettura
utilitaria
.
Provatevi
a
dire
,
parlando
con
uno
del
Lingotto
,
che
la
600
è
una
trappoletta
!
Non
è
un
'
automobile
di
lusso
che
nasce
dalla
loro
fabbrica
,
ma
una
vetturetta
popolare
,
un
mezzo
di
lavoro
e
di
svago
che
anche
gente
di
condizioni
modeste
si
potrà
concedere
,
senza
eccessivi
sacrifici
.
Anche
il
piccolo
impiegato
,
l
'
operaio
specializzato
della
FIAT
:
perché
no
?
Quasi
tremila
di
essi
si
sono
già
prenotati
.
La
fabbrica
accorderà
loro
agevolazioni
speciali
e
una
più
lunga
rateizzazione
.
Andranno
allo
stabilimento
in
macchina
,
come
fanno
gli
operai
americani
.
Insomma
,
ogni
volta
che
stringono
un
bullone
o
spruzzano
una
«
mano
»
di
vernice
,
è
come
se
lavorassero
per
la
«
loro
»
automobile
.
Che
c
'
entra
,
questo
,
con
lo
scacco
della
FIOM
?
Ecco
:
sembra
che
i
sindacati
comunisti
pensassero
di
sabotare
la
costruzione
della
600;
della
vetturetta
che
ognuno
di
essi
sogna
di
possedere
,
che
già
considera
sua
.
La
votazione
per
la
nomina
delle
Commissioni
interne
ebbe
inizio
alla
mezzanotte
del
lunedì
,
nei
reparti
delle
Fonderie
,
dove
lavorano
tremilacinquecento
operai
e
più
di
quattrocento
impiegati
.
È
continuata
,
nelle
altre
fabbriche
,
per
tutta
la
giornata
seguente
,
senza
incidenti
di
rilievo
.
Era
un
fatto
grosso
;
e
le
organizzazioni
sindacali
avevano
iniziato
da
tempo
la
propaganda
elettorale
,
con
grande
impegno
e
con
insolita
larghezza
di
mezzi
.
Le
facciate
delle
case
torinesi
,
in
parecchi
quartieri
periferici
,
come
al
Lingotto
,
in
via
Nizza
,
o
alla
Madonna
di
Campagna
,
erano
coperte
di
manifesti
.
Nelle
ultime
settimane
erano
stati
tenuti
molti
comizi
ai
quali
,
in
genere
,
aveva
assistito
un
pubblico
scarso
e
distratto
.
Gli
agit
-
prop
lavoravano
,
da
un
pezzo
,
negli
stabilimenti
;
giravano
casa
per
casa
;
e
non
è
necessario
ripetere
di
quali
argomentazioni
si
servissero
.
È
stata
una
grossa
battaglia
,
insomma
,
condotta
da
entrambe
le
parti
,
con
ostinazione
e
con
irruenza
.
Ed
era
lecito
prevedere
che
i
sindacati
comunisti
avrebbero
perduto
terreno
anche
questa
volta
:
dall'80
per
cento
dei
voti
,
raccolto
nel
'48
,
erano
scivolati
al
66
per
cento
,
nel
'53;
al
63
per
cento
,
nel
1954
.
Quest
'
anno
,
forse
,
pensavano
i
più
informati
,
la
FIOM
,
filiazione
della
Confederazione
generale
del
lavoro
,
avrebbe
ottenuto
il
58
o
il
60
per
cento
dei
voti
.
Avrebbe
conservato
,
comunque
,
la
maggioranza
assoluta
.
È
stato
,
invece
,
il
tracollo
.
Soltanto
18.919
dipendenti
della
FIAT
hanno
votato
per
i
candidati
estremisti
;
mentre
le
liste
dei
sindacati
liberi
,
cioè
della
CISL
e
della
UIL
,
hanno
ottenuto
complessivamente
poco
meno
di
cinquantaduemila
voti
.
Il
successo
della
600
ed
il
rinato
«
spirito
di
fabbrica
»
,
come
si
è
detto
più
sopra
,
hanno
senza
dubbio
contribuito
alla
vittoria
dei
sindacalisti
democratici
nelle
elezioni
della
FIAT
;
ma
,
certo
,
non
è
lecito
pensare
che
siano
state
le
sole
cause
dell
'
imprevisto
capovolgimento
.
E
nemmeno
le
più
importanti
.
Fino
a
non
molto
tempo
fa
i
caporioni
comunisti
avevan
potuto
tenere
in
soggezione
i
compagni
di
lavoro
con
la
violenza
.
C
'
era
una
squadraccia
,
in
ogni
reparto
;
e
chi
non
accettava
supinamente
quell
'
umiliante
servitù
doveva
aspettarsi
ogni
sorta
di
angherie
.
Chi
osava
ribellarsi
in
maniera
più
aperta
;
i
crumiri
;
quelli
sui
quali
cadeva
il
sospetto
di
«
fare
il
gioco
dei
padroni
»
venivano
bastonati
al
primo
pretesto
.
E
molti
avevano
preso
la
tessera
del
partito
o
della
FIOM
,
per
paura
.
I
nomi
dei
pochi
iscritti
alla
CISL
ed
alla
UIL
erano
scritti
a
grossi
caratteri
su
cartelli
esposti
nelle
officine
;
e
sotto
all
'
elenco
c
'
erano
frasi
di
scherno
e
di
minaccia
.
Ma
la
disciplina
e
il
rispetto
della
libertà
,
a
poco
a
poco
,
erano
stati
di
nuovo
imposti
dagli
agenti
ai
quali
è
affidata
la
sorveglianza
delle
fabbriche
,
all
'
interno
;
e
dalle
squadre
di
poliziotti
che
,
nelle
giornate
di
torbidi
,
presidiano
i
piazzali
esterni
e
le
vie
di
accesso
.
Accadeva
sempre
più
di
rado
che
si
malmenasse
un
crumiro
,
che
si
sbarrasse
la
strada
ad
un
propagandista
della
CISL
o
della
UIL
.
Qualcuno
,
sentendosi
protetto
,
si
era
rifiutato
di
rinnovare
una
tessera
che
aveva
chiesto
senza
convinzione
,
a
scanso
di
guai
;
e
si
era
visto
che
,
nella
maggioranza
dei
casi
,
anche
i
più
accesi
attivisti
avevano
dovuto
rinunciare
a
mettere
in
atto
le
minacce
di
rappresaglia
.
Le
squadracce
facevano
sempre
meno
paura
.
Al
termine
di
una
settimana
di
disordini
,
molti
che
fino
allora
si
erano
supinamente
assoggettati
alla
dittatura
del
capocellula
cominciavano
ad
accorgersi
che
non
era
più
tanto
facile
trovare
una
risposta
valida
alle
lamentele
della
moglie
da
quando
,
due
anni
fa
,
la
FIAT
aveva
deciso
di
corrispondere
un
premio
di
duemila
lire
a
chi
si
fosse
recato
al
lavoro
,
nelle
giornate
di
sciopero
.
Le
donne
,
in
nove
casi
su
dieci
,
non
intendevano
ragioni
.
Anche
le
«
progressiste
»
mostravano
di
preferire
una
busta
paga
un
po
'
più
gonfia
del
consueto
alle
poche
centinaia
di
lire
del
sussidio
.
Poi
,
la
lotta
contro
i
sobillatori
comunisti
è
entrata
in
una
fase
più
dura
.
Per
arrivare
a
disfarsi
dei
più
scalmanati
la
FIAT
non
ha
dovuto
ricorrere
,
in
maniera
palese
,
a
pericolose
discriminazioni
.
Il
che
non
significa
che
abbia
sempre
agito
con
mano
leggera
.
Ma
era
nel
suo
diritto
,
dopo
tutto
.
In
parecchi
reparti
della
Grandi
Motori
,
qualche
mese
fa
,
sono
stati
dimezzati
í
turni
di
lavoro
.
Le
commesse
non
bastavano
,
per
mantenere
l
'
intero
stabilimento
in
piena
attività
.
Un
periodo
di
temporanea
disoccupazione
al
quale
,
si
diceva
,
dovevano
assoggettarsi
senza
distinzione
sia
gli
operai
devoti
che
i
riottosi
.
Ed
,
entro
il
termine
previsto
,
erano
state
concluse
,
infatti
,
trattative
per
importanti
forniture
.
Ma
soltanto
una
parte
delle
maestranze
era
stata
richiamata
;
nessuna
delle
pecore
nere
era
tornata
a
varcare
i
cancelli
della
fabbrica
:
per
esse
era
sempre
tempo
di
crisi
.
Ed
era
chiaro
che
sarebbe
durato
in
eterno
.
È
su
questo
episodio
che
poggiano
le
accuse
di
intimidazione
mosse
dai
giornali
comunisti
all
'
indomani
della
sconfitta
.
In
realtà
,
tra
le
maestranze
della
FIAT
era
nata
una
nuova
paura
.
Si
diceva
che
,
con
quello
stesso
sistema
,
sarebbe
stata
attuata
una
vasta
epurazione
in
tutti
gli
stabilimenti
del
grande
complesso
industriale
.
Non
era
certo
lecito
credere
che
si
potessero
licenziare
tutti
i
sessantatremila
dipendenti
che
,
nel
'54
,
avevano
dato
la
loro
adesione
alla
FIOM
;
ma
lo
spettro
della
disoccupazione
faceva
tremare
molti
;
e
più
degli
altri
,
forse
,
proprio
i
meno
compromessi
,
i
più
deboli
,
quelli
che
non
avevano
mai
avuto
una
convinzione
politica
.
Una
massa
,
cioè
,
di
molte
migliaia
.
Le
organizzazioni
comuniste
che
avevano
ottenuto
,
d
'
altra
parte
,
con
gli
scioperi
e
le
violenze
?
Durante
il
1954
,
nulla
.
Non
una
delle
rivendicazioni
da
esse
propugnate
era
stata
accolta
.
La
FIAT
,
invece
,
aveva
fatto
molte
concessioni
alla
CISL
ed
alla
UIL
.
Per
l
'
intervento
dei
sindacati
liberi
aveva
stipulato
accordi
sui
«
fuori
orario
»
e
sui
tempi
di
lavorazione
più
favorevoli
alle
maestranze
;
aveva
concesso
un
premio
straordinario
di
18.500
lire
;
aveva
promesso
di
costruire
duemilacinquecento
appartamenti
operai
,
con
una
spesa
di
otto
miliardi
.
Aveva
stanziato
in
bilancio
sette
miliardi
per
le
opere
assistenziali
,
invece
dei
tre
che
avrebbe
dovuto
versare
per
legge
.
A
provocare
il
crollo
della
FIOM
è
stata
la
paura
dell
'
epurazione
?
Sono
stati
quei
miliardi
?
Questo
,
forse
,
non
sarebbe
bastato
ad
aprire
una
così
larga
breccia
.
Gli
operai
torinesi
non
potevano
seguitare
a
fare
i
gradassi
senza
capire
che
,
a
lungo
andare
,
ne
sarebbero
stati
essi
stessi
le
vittime
.
Si
sono
stancati
.
Hanno
compreso
che
la
fortuna
della
loro
fabbrica
è
anche
la
loro
fortuna
.
Molte
migliaia
di
essi
sono
passate
risolutamente
dall
'
altra
parte
:
vogliono
lavorare
in
pace
.
Anche
perché
con
le
agitazioni
politiche
,
con
gli
scioperi
,
con
le
poche
centinaia
di
lire
del
sussidio
non
si
arriva
,
certo
,
a
pagare
le
rate
della
600
.
StampaQuotidiana ,
Roma
,
13
maggio
.
L
'
estate
è
piombata
improvvisamente
su
Roma
,
come
una
legnata
.
C
'
era
da
prevederlo
.
La
pioggia
di
sabbia
desertica
che
investì
la
città
,
venti
giorni
or
sono
,
radioattiva
o
no
,
è
,
ogni
anno
,
la
prima
avvisaglia
del
caldo
.
Alcuni
caffè
di
via
Veneto
hanno
messo
su
i
baldacchini
e
gli
ombrelloni
,
che
verranno
rimossi
soltanto
a
fine
settembre
.
Molta
gente
,
la
sera
,
preferisce
passare
un
paio
d
'
ore
al
caffè
«
Tre
scalini
»
di
piazza
Navona
,
dove
si
gode
una
maggiore
ventilazione
.
Da
domenica
scorsa
funzionano
gli
stabilimenti
balneari
di
Fregene
.
Il
più
importante
ed
elegante
,
«
La
Nave
»
,
ha
ricevuto
la
prima
ondata
di
romani
distinti
,
pionieri
della
tintarella
.
Fra
gli
altri
,
Alberto
Moravia
,
il
quale
,
da
qualche
tempo
,
è
più
brusco
e
triste
del
solito
:
forse
perché
la
sua
Beatrice
Cenci
,
rappresentata
al
Quirino
,
non
ha
avuto
pieno
successo
.
Alla
«
Nave
»
,
sono
già
apparse
,
in
costume
«
monopezzo
»
(
il
due
pezzi
sembra
avviato
al
tramonto
)
,
alcune
donne
di
rilievo
:
Vittoria
Mongardini
,
Gabriella
Palazzoli
,
Fosca
Piergentili
,
Anna
Placido
ed
altre
.
La
temperatura
massima
tende
a
superare
i
31
gradi
.
La
stabilità
del
bel
tempo
sembra
definitivamente
assicurata
fino
alla
metà
di
giugno
:
tanto
che
i
produttori
di
Ben
Hur
,
la
cui
preparazione
è
praticamente
compiuta
,
rimpiangono
di
non
poter
subito
girare
i
esterni
e
,
specialmente
,
le
grandi
scene
di
massa
.
Devono
,
invece
,
tener
conto
delle
prossime
elezioni
.
Moltissime
,
infatti
,
delle
20.000
comparse
che
tumultueranno
nel
film
,
appartengono
a
quella
moderna
«
suburra
»
che
vive
quasi
attendata
a
Tor
Sapienza
,
all
'
Acqua
Acetosa
,
a
Tor
Pignattara
eccetera
.
Gente
che
,
non
essendo
ancora
iscritta
all
'
anagrafe
romana
,
il
25
andrà
a
votare
nei
paesi
d
'
origine
.
Quanto
alla
sceneggiatura
di
Ben
Hur
,
pare
che
in
seno
alla
produzione
vi
sia
qualche
contrasto
fra
due
fazioni
:
i
«
mattonisti
»
e
gli
«
antimattonisti
»
.
I
primi
approvano
che
il
governatore
romano
romano
della
Palestina
venga
ucciso
da
un
mattone
cadutogli
,
per
sulla
testa
;
i
secondi
,
temendo
il
grottesco
della
situazione
,
vorrebbero
eliminare
l
'
incidente
.
Finora
prevale
il
mattone
.