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> anno_i:[1940 TO 1970}
Amore e vigore ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Le università popolari nacquero in Italia sul finire del secolo scorso , quando i lavoratori e la piccola borghesia scoprirono il « sapere » . Furono gli anni in cui l ' editore milanese Sonzogno , con la sua biblioteca economica , diventò qualcosa come il Garibaldi della cultura spicciola nazionale . Nelle prime università popolari , sessant ' anni fa , barbuti professori , di formazione positivistíca , moderatamente rivoluzionari , meravigliavano assemblee di operai , artigiani e impiegati , illustrando alla meglio le teorie di Carlo Darwin e Carlo Marx . Erano gli stessi anni in cui Cesare Lombroso classificava i cittadini del regno a seconda del loro angolo facciale , mentre Paolo Mantegazza intrecciava la fisiologia alla letteratura . Fu un periodo di progresso intellettuale più che altro apparente , poiché vi trionfarono le mezze cognizioni e le mezze verità : e la vera ignoranza è , appunto , la mezza cultura . Le università popolari , ancora vive nelle maggiori città italiane , si sono aggiornate fino a un certo punto . Dovrebbero , per esempio , dedicare gran parte dei loro programmi ai segreti della fisica nucleare , alle meraviglie del volo interplanetario , alle ipotesi sempre più verosimili della fantascienza . Invece , la loro origine ottocentesca resiste e prevale . L ' altra sera , alla popolare di Roma , Pia Moretti ha trattato un tema che Mantegazza le avrebbe invidiato : « Ma che cosa è questo amore ? » domanda fra le più ardue , che già leggemmo sulla copertina d ' un romanzo di Achille Campanile , molti anni fa . Anche questa volta , l ' interrogativo sarebbe rimasto senza risposta , nonostante la buona volontà della signora Moretti , se dopo di lei il professor Ernesto Ugo Gramazio non avesse tenuto la sua ottava lezione sulla « Filosofia del vigore » . L ' accostamento dei due argomenti era casuale : ma chissà che l ' amore non sia soprattutto vigore , morale e fisico . Lo diceva anche Mantegazza , il quale , nonostante la cravatta a fiocco e il cappello a larghe falde , ogni tanto aveva ragione .
Signore e soldati ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Le dame del vecchio Piemonte avevano un loro modo assai chiaro e spiccio di classificare gli ufficiali dell ' esercito , a seconda dei corpi . Artiglieria : bello che ha studiato ; cavalleria : bello che non ha studiato ; genio : brutto che ha studiato ; fanteria : brutto che non ha studiato . Lo schematico prontuario risale alla metà dell ' Ottocento . Nonostante il generale Domenico Chiodo , per iniziativa di Lamarmora , avesse già costruito l ' Arsenale Marittimo della Spezia , il mare era troppo lontano da Torino , perché le signore prendessero in considerazione gli ufficiali di vascello : i quali , altrimenti , avrebbero rivaleggiato con gli artiglieri . Gli aviatori , cavalleggeri dell ' aria , erano ancora assai lontani dal nascere . A distanza di un secolo , i rapporti fra l ' esercito e le signore del bel mondo , aristocratiche o grosse borghesi , sono più o meno gli stessi . Rapporti vaghi , leggeri , basati sulle galanterie bisbigliate dai capitani alle serate di gala e sulla decoratività dell ' uniforme . La contessa F.B. , appartenente a una delle più illustri famiglie emiliane , volle , qualche anno fa , che il figlio diventasse bersagliere , anziché pilota ultrasonico , perché le piume al vento le ricordavano un grande amore di gioventù . « Mammà ! » tentò di protestare il ragazzo . « I bersaglieri sono un corpo sorpassato , destinato a scomparire ! » « Può darsi » , rispose la contessa , in presenza di amici . « Ma io non sono il ministro della guerra . Voglio soltanto vederti addosso l ' uniforme che stringevo quando abbracciavo il mio povero , caro Walter » . L ' esercito delle signore , quelle analizzate da Camilla Cederna , non ha storia né problemi . Caso tipico , quello della signora A . , bella donna , moglie di un rinomatissimo chirurgo milanese , madre di graziose figlie , proprietaria di una magnifica villa sul Lago Maggiore . Me lo raccontava lei stessa , sere or sono . Nel 1948 , la signora incontrò a una festa di beneficenza il generale Mancinelli . Al momento delle presentazioni , spalancò gli occhi . « Generale ? » esclamò , piena di meraviglia . « Generale dell ' esercito italiano ? » « Naturalmente , signora » , fece Mancinelli a sua volta , cortesemente stupefatto . « Ma guarda un po ' ! » proseguì la signora . « Ero convinta che dal '45 , l ' Italia non avesse più esercito . Pensi che fino a poco fa credevo che lei fosse il comandante dei pompieri » . Il critico parigino André Billy ha giustificato così la propria indulgenza per certe opere scadenti : « Diceva Platone che il buon giardiniere non deve amare soltanto i fiori , ma anche le erbe cattive » .
L'effetto finale ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Se si dovessero raccogliere tutte le storielle , gli aneddoti e gli spropositi che da vent ' anni a questa parte vengono attribuiti a un certo produttore cinematografico , ne verrebbe fuori un volume di almeno duecento pagine . Il produttore in questione , meridionale e filosofo , non se la piglia : anche quando si tratta di pura invenzione o di verità largamente manipolata . Non si arrabbiò neppure quella volta che , ricorrendo il cinquantenario della morte di Verdi , circolò la voce ch ' egli avesse inviato al comitato per le onoranze il seguente telegramma : « Aderisco commosso manifestazioni memoria immortale Cigno di Pier Busseti » . L ' ultima storia che ha per protagonista il nostro cineasta è la seguente . Il produttore , di buon mattino , convoca nella sua villa romana due sceneggiatori . Li riceve in ricca vestaglia e dice loro : « Giovanotti , ci siamo . Stanotte non potevo prendere sonno e mi sono messo a pensare . M ' è venuto in mente un soggetto che mi sembra la cosa più grossa degli ultimi dieci anni . Ci sta dentro tutto : dramma , suspence , emozione , effetto finale . Dovete trattarmelo immediatamente . Sentite . Un tale , investito da un ' automobile , viene portato all ' ospedale . Dev ' essere subito operato . Si chiama il chirurgo di servizio , il quale , appena vede il ferito sul tavolo operatorio , riconosce l ' amante della sua signora . Immaginate . Tempesta nell ' anima , sudore freddo , cuore che batte come un tamburo . Toc ... toc ... " Questo carognone lo faccio morire " , pensa il chirurgo . È combattuto . " Lo faccio crepare , o lo salvo ? Opero o lo mollo di traverso ? " Effetti sonori : il cuore fa toc - toc ; il respiro del ferito è un mantice . Gli assistenti aspettano . Finalmente , vince il senso del dovere . Il chirurgo decide di operare . Ma subito la voglia di vendicarsi si fa risentire . " Lo addormento , questo fetentone , o lo faccio soffrire ? Lui mi ha fatto tanto soffrire ! Ora lo aggiusto io ! " Sudore . Il cuore fa toc - toc . Il respiro del ferito . Lancette di orologio che marciano fatali . Immaginate . " Lo addormento o lo faccio soffrire ? " Ma anche questa volta , vince il dovere . II chirurgo si volta verso gli assistenti e ordina : " Anastasia ! " » .
Una foto di de Gaulle ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
La drammatica situazione francese ; la fosca minaccia di un regime d ' emergenza , basato su forze estranee alla dialettica parlamentare , affidato al disastroso semplicismo dei militari ; le dichiarazioni del generale de Gaulle , il quale smentisce ogni proposito dittatoriale , ma tuttavia vuol governare da solo : tutto ciò mi riporta ai discorsi che il sottotenente di cavalleria Daniel Téstard , nativo di Angoulême , faceva , stizzosamente , nell ' inverno del 1944 , tra i fili spinati dello Stammlager 11/B , nei pressi di Fallingbostel . A corto di uomini , per l ' enorme impegno richiesto dal fronte orientale , i tedeschi ricorrevano spesso a prigionieri per far vigilare altri prigionieri . Il sottotenente Téstard aveva accettato l ' incarico di « governare » un gruppo d ' internati italiani arrivati dalla Balcania . Benché avesse respinta l ' offerta di rientrare in patria fra i seguaci di Vichy , si mise subito ad assecondare , in qualche caso superandola , la durezza dei nazisti . Pallido e ossuto , sprezzante e incivile , prese a sfogare sugli sciagurati italiani tutti i malumori e i risentimenti ch ' erano il suo perenne stato d ' animo . Non trascurava , nel frattempo , di far quattrini : barattando pacchetti di tabacco stantio e pezzi di pane muffito con orologi , anelli , catenine da collo . Venne il momento che gli stessi tedeschi , per lo più vecchi riservisti o mutilati , cominciarono a temerlo ed evitarlo . Chiamava gli italiani « banda di idioti pezzenti » , e almeno una volta al giorno ripeteva frasi di questo genere : « Il fatto che io sia rimasto qui dentro , anziché andare col vecchio Pétain , può far credere ch ' io aspetti il ritorno della democrazia . Vi sbagliate . Me ne infischio della democrazia e dei politicanti marci che se ne ingrassano . Io sono un ufficiale effettivo , " voyons " ! , e ho vent ' anni di servizio , perché provengo dai sottufficiali , e non dai rammolliti delle accademie . Sono per la dittatura , se volete saperlo . Non quella dei barbari tedeschi e degli italiani miserabili . Quella di noi francesi , che possiamo insegnare al mondo qualsiasi cosa : da come si mangia a come si combatte . Come si combatte , al momento giusto . Perché nel 1940 non valeva certo la pena di crepare per difendere i politicanti . A guerra finita , ce la vedremo ! Sarà questione di anni . Qualcuno di più , qualcuno di meno , non conta . Ma il manico del coltello finirà nelle mani di noi soldati , " saperlipopette " ! C ' è già pronto un signore che , prima o poi , manderà la democrazia a " éplucher les pommes de terre " , a sbucciare le patate . Chi è quel signore ? Eccolo qui : guardatevelo bene » . E ogni volta il sottotenente Téstard tirava fuori dal portafogli una fotografia del generale Charles de Gualle , ritagliata da un giornale .
Il magnifico papà ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Una sera di tanti anni fa , mentre la famiglia era riunita a cena , udimmo suonare il campanello dell ' ingresso e qualche minuto dopo la donna di servizio portò un biglietto da visita a mio padre . Alla prima occhiata , il genitore apparve meravigliato ed esclamò : « Lui ? E che può volere ? » Lasciò il biglietto sulla tovaglia e andò subito in salotto . Ci precipitammo a leggere il nome scritto sul cartoncino : « Luca Cortese - Editore - Impresario teatrale » . A noi ragazzi quelle cinque parole non dissero assolutamente nulla ; ma gli adulti presero a parlare tutti insieme , a rievocare storie mirabolanti e confuse , ad emettere , su quel misterioso signor Cortese , giudizi severi o favorevoli . Fu mio nonno a concludere : « Dite quello che volete , avrà avuto le sue colpe , si sarà comportato da megalomane , ma è un uomo interessante . Se fosse emigrato in America al momento giusto , avrebbe battuto il grande Barnum » . È un ricordo infantile . Ma oggi , leggendo Papà magnifico , romanzo dell ' attore Leonardo Cortese , mi torna fresco alla memoria . L ' estroso , geniale , generoso e scombinato Fabio Ardenzi , il « papà » protagonista dal lungo racconto , non può essere che Luca Cortese ; e Pif , il figlio che idolatra quel padre avventuroso e lo giudica « magnifico » , finché ne scopre la reale inconsistenza , non può essere che lo stesso Leonardo . Dietro le quinte della letteratura , il romanzo è la storia infantile dell ' autore . Luca Cortese fu negli anni attorno alla prima guerra mondiale uno degli italiani più agitati e discussi . Editore di una famosa rivista , « Il Tirso » , che in tono minore rinnovò i fasti e i rovesci delle Cronache Bizantine » , risvegliò , sia pure caoticamente , l ' interesse per il nostro teatro di prosa . Fattosi impresario , vi fu un momento in cui amministrò contemporaneamente una decina d compagnie . Non essendo ancora cominciata l ' ora degli aiuti statali e delle sovvenzioni governative ed avendo le mani bucate come colini , restò sepolto sotto un groviglio colossale di scene , costumi , copioni e fatture insoddisfatte . Proprio come il Fabio Ardenzi di Papà magnifico , si svegliò stanco e vinto da un lungo sogno dorato . Nel romanzo di Leonardo Cortese , queste lontane esperienze , queste fugaci grandezze e più durature delusioni , affiorano con tenerezza e pudore . Il figlio non giudica il padre . Si limita a piangere , quando scopre che non è « magnifico » come credeva . Il libro , tanto più conoscendone la chiave autobiografica , merita di essere letto e apprezzato . Dal 1953 ad oggi , 600 sale cinematografiche sono fallite in Inghilterra , 400 hanno chiuso i battenti nel 1957 . Si prevede che un altro centinaio chiuderà durante l ' anno in corso .
StampaQuotidiana ,
Nonostante l ' interdetto dei sovietici e le loro manovre per impedirne la pubblicazione fuori dell ' URSS , l ' opera cui Boris Pasternàk , il maggiore poeta russo vivente , ha atteso per anni , vedrà la luce nella seconda metà di novembre in Italia . Per le qualità intrinseche , per la personalità dell ' autore , per le vicende che ne hanno accompagnato la stampa , il Dottor Zivago , romanzo di settecento pagine , promette di diventare il fatto letterario di maggiore rilievo della prossima stagione . Nel 1956 , con il « disgelo » seguito in campo artistico e culturale alle dichiarazioni del XX Congresso , il nome di Boris Pasternàk , da decenni ridotto al silenzio sotto accusa di « formalismo » , cominciò a riapparire su alcune riviste sovietiche . La Radio e la rivista « Znamja » ( « Conoscenza » ) annunciarono come imminente la pubblicazione d ' un romanzo che avrebbe segnato il ritorno all ' attività letteraria d ' uno degli autori più amati ed apprezzati dai lettori sensibili , nonostante l ' ostracismo cui l ' aveva condannato la cultura ufficiale . Non appena appresa la notizia , la casa editrice Feltrinelli di Milano iniziò trattative dirette con Pasternàk per presentare l ' opera in veste italiana . Raggiunto un accordo , fino dall ' inverno scorso l ' editore ricevette il dattiloscritto del romanzo . Con l ' inversione di marcia della politica culturale sovietica nei mesi successivi , specie dopo il discorso di Kruscev agli intellettuali , la pubblicazione del Dottor Zivago venne sospesa nell ' URSS ; mentre tra le autorità si diffondeva vivo allarme alla notizia che una copia del romanzo aveva preso la via dell ' estero . Lo stesso Pasternàk , sotto la pressione degli avvenimenti , scrisse all ' editore italiano chiedendo la restituzione del dattiloscritto , bisognoso , affermava , ancora di una profonda rielaborazione ; né mancarono interventi diretti di personalità sovietiche giunte dalla Russia per fermare la pubblicazione del romanzo . Il Dottor Zivago , tuttavia , uscirà , come abbiamo detto , nel prossimo novembre . Nei mesi successivi apparirà tradotto in America e nei principali Paesi europei . Boris Pasternàk è uno dei pochi sopravvissuti d ' una generazione che dette alla Russia grandi poeti , da Blok a Esenin a Majakovskij , attivi negli anni che di poco precedettero e seguirono il primo conflitto mondiale e poi stritolati dalla Rivoluzione , da essi cantata al suo sorgere . Figlio d ' un pittore e d ' una pianista , Pasternàk , nato nel 1890 , si formò nel mondo prerivoluzionario e occidentale ; né mai rinnegò le sue origini . Dopo avere studiato composizione musicale e filologia a Mosca , seguì corsi di filosofia all ' Università di Marburg . Rientrato in Russia , si lega a gruppi artistici d ' avanguardia e presto s ' impone come uno dei più audaci sperimentatori d ' alchimie verbali , di procedimenti ritmici e compositivi della sua epoca . Le sue principali raccolte di versi , uscite tra il 1917 e il 1932 , gli conferirono una posizione eminente e insieme assai particolare nell ' ambito d ' una letteratura completamente subordinata alla politica . Nel 1926 un poema autobiografico , Spektorskij , attirò sul poeta violente accuse di antisocialità ; secondo i critici del partito ( al quale Pasternàk non è mai stato iscritto ) , il protagonista aveva la colpa di essere « socialmente insignificante » . Dal 1933 in poi lo scrittore , ritirato in una dacia nei dintorni di Mosca , si applicò quasi esclusivamente a opere di traduzione , specie dall ' inglese e dal tedesco ; solo l ' intervento di amici influenti nelle sfere del partito , primo dei quali Jlià Erenburg , poté evitargli la fine cui il suo individualismo irriducibile e il suo amore per la Russia ( con la conseguente rinuncia a emigrare ) sembravano destinarlo . Se si eccettuano due piccole raccolte di versi apparse , con il favore di amici , nel '43 e nel '45 , il Dottor Zivago è la prima opera che Pasternàk pubblica dopo venticinque anni di silenzio . Si capisce come questo romanzo , che accompagna dall ' infanzia alla vecchiezza , dallo scoppio della guerra russo - giapponese a questi ultimi anni , un protagonista apolitico , sia fatto per dispiacere ai teorici dell ' arte « impegnata » e ai funzionari del Minculpop . Nel libro , profondamente ispirato all ' etica cristiana , sono aperte condanne dei metodi terroristici del periodo staliniano ; in esso si riflette il fallimento degli ideali da cui nacque la Rivoluzione d ' ottobre e l ' orrore per un sistema di governo fondato sulla negazione della dignità umana : « Solo gli isolati cercano la verità e rompono con chiunque non l ' ami abbastanza » afferma a un certo punto un personaggio del romanzo . Il socialismo , in ogni modo , non viene rinnegato nei suoi princìpi , ma negli aspetti degenerati che ha assunto nell ' URSS . Le ripercussioni che avrà , anche fuori degli ambienti letterari , il Dottor Zivago , saranno ben più vaste e profonde , c ' è da credere , di quelle che seguirono gli scandali , abilmente concertati , del Disgelo e di Non si vive di solo pane , tanto per citare due opere sovietiche tinte di eresia e apparse dopo il XX Congresso . Si dirà che la reazione dei russi di fronte alla pubblicazione del romanzo di Pasternàk non appare , a lume di logica , giustificata : dopo il Rapporto Kruscev , lo stalinismo e i suoi rappresentanti difficilmente potranno essere condannati in modo più violento . Ma la logica , per disgrazia di Pasternàk e di quanti , in Russia , continuano a credere nella dignità dell ' uomo e nel suo diritto alla libertà , sembra arrestarsi dove comincia la cortina di ferro .
L'Italia del 2000 ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Fra una ventina d ' anni , se la vita italiana procederà con l ' andazzo attuale , vedremo una sera , nei teleschermi ( a colori e stereoscopici ) un giovanotto e una ragazza sfidarsi a chi meglio conosca la storia del calcio nazionale . Lo sport del pallone sarà , probabilmente , passato di moda ; forse nessuno lo giocherà più . Ma Mike Bongiorno , stanco e corretto , ormai più bianco che biondo , rivolgerà egualmente ai due giovani domande , sempre più difficili , a proposito di remote partite e giocatori oramai sepolti nel tempo . Dalla platea del Gran Teatro dell ' Arcifiera di Milano , una signora famosa , matura ma ancora piacente , e un alto signore quasi completamente calvo , seguiranno con palese trepidazione lo svolgersi della gara . Con uno sforzo di memoria , qualcuno riconoscerà , seduti fianco a fianco , Paola Bolognani e Dante Bianchi : ansiosi per la sorte dei loro figli ventenni , impegnati a fondo nel superquiz Sfida fra i figli degli ex campioni di Lascia o Raddoppia . Trasmissione emozionante , che lo diventerà ancora di più verso l ' anno 2010 : quando i telespettatori italiani ( cittadini della Repubblica Federale Europea ) assisteranno alla sfida , sempre in materia calcistica , fra la figlia del figlio del Bianchi e il figlio della figlia della Bolognani . Novità straordinaria , sarà una graziosa signorina bionda e un po ' malinconica a presentare la rubrica Sfida fra i nipoti degli ex campioni di Lascia o Raddoppia ; e , neanche dubitarne , la gentile e corretta presentatrice sarà la figlia del figlio di Mike Bongiorno . Intanto , si starà disputando , nei cieli della Penisola , il decimo Giro d ' Italia per missili da turismo . Gli sportivi ne seguiranno le appassionanti fasi leggendo le vivaci corrispondenze radioscritte dai nipoti o pronipoti di Orio Vergani , Gianni Brera , Gianni Cerri , Decio Silla eccetera . Particolarmente interessante sarà il duello fra Ercole Fausto Baldini ( figlio di un figlio di Baldini e di una nipote di Coppi ) e Gino Fiorenzo Bartali , nipote di Bartali da parte di padre e di Magni in linea materna . I due si classificheranno primo e secondo . A corsa finita , riceveranno ciascuno un missile d ' oro dalle mani del presidente della Federazione Missilistica Italiana : che sarà , inutile dirlo , un pronipote di Adriano Rodoni . « Per mentire bene » , ha detto l ' attrice Annie Corday , « l ' uomo dev ' essere innamorato . La donna , invece , riesce a dire bugie perfette quando non ama » .
Bascologia ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
L ' amico M . , approfittando di due giornate festive , ha fatto una scappata fino a Grenoble , dove ha una figlia in collegio . Ha dato anche un ' occhiata alla Costa Azzurra . Aveva immaginato di trovare chissà che fermento : capannelli di cittadini eccitati , aria di polemiche , vie di fatto fra i fautori di de Gaulle e í parlamentaristi a oltranza . Niente di tutto ciò : perlomeno nel vecchio Delfinato . In un sole color limone , davanti ai loro eterni aperitivi opalescenti , tranquilli signori , che parevano appena usciti da una litografia di Toulouse - Lautrec o di un disegno di Van Gogh , aspettavano l ' ora di colazione . Più sbadigli che parole . Nelle rade conversazioni , le ricette di cucina e le donne avevano ancora il primo posto . Inutilmente l ' amico M . cercò di attualizzare l ' atmosfera , attaccando discorsi di tono politico . I suoi interlocutori occasionali lo stavano ad ascoltare con occhi vaghi , emettevano interiezioni di significato incerto , tornavano a chiudersi nel loro torpore . Soltanto un pensionato dai baffi ritorti e dalle sopracciglia arruffate , disse , fra due colpi di tosse bronchiale , qualcosa di preciso : « Le " gros Charles " ( vale a dire de Gaulle ) è una specie di " bomba al cobalto " . Quando si ha un cancro , anche una probabilità su mille di guarire è preziosa » . « Non sarebbe più conveniente un ' operazione chirurgica ? » , osservò M . Il vecchio pensionato s ' inumidì i baffi col pernod , poi concluse : « Forse . Ma ci vorrebbe un ' anestesia molto profonda . La Francia non ha più il cuore di una volta . Rischierebbe di non svegliarsi mai più » . Anche a Grenoble , ordinaria amministrazione : eccezion fatta per i baschi dei « tirailleurs des Alpes » . Il caratteristico copricapo degli alpini francesi si è improvvisamente dilatato . Sta assumendo , giorno per giorno , forme bizzarre , angoli d ' inclinazione sempre più lontani dal regolamento . Alcuni militari , piccoli e tarchiati come italiani , spariscono sotto enormi padelle . Sembrano funghi . Sintomo grave . I francesi , forse , lo ignorano : ma noi , memori di Salò , conosciamo a fondo la « bascologia » . Sappiamo che il diametro dei baschi militari è inversamente proporzionale al diametro della libertà . Una battuta di Paola Borboni : « Le donne preferiscono sentirsi dar torto quando hanno ragione , piuttosto che quando hanno veramente torto » .
I letterati e il maresciallo ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Qualche tempo fa , lo scrittore Giorgio Soavi e il critico Emilio Tadini decisero di visitare la celebre abbazia di Pomposa . Partirono da Milano con l ' elegante « MG » bianca del Soavi e dopo aver trascorso un ' intera mattinata e buona parte del pomeriggio a Pomposa , andarono a cenare a Mesola . Se il Polesine , per certi aspetti , somiglia un poco al Far West , Mesola , cittadina sui diciottomila abitanti , contribuisce ad accentuare tale somiglianza . Qualche mese fa , alcuni mesolesi linciarono un ladro di biciclette , fra i calorosi incitamenti della folla . Soavi e Tadini lasciarono la « MG » nella piazza principale ed entrarono nel miglior ristorante del luogo . Ambedue provavano la fastidiosa sensazione di essere guardati con diffidenza . Anche il padrone della trattoria li accolse con freddezza . Mangiarono . Alla frutta , arrivò , ostentando indifferenza , il maresciallo dei carabinieri e si sedette al loro tavolo . « Buona sera , signori » , cominciò il sottufficiale . « Potrei sapere da dove vengono e di che si occupano ? » Un po ' meravigliati , i due intellettuali declinarono generalità e professione . « Così , loro sarebbero letterati » , fece il maresciallo , squadrandoli . « E come mai si trovano da queste parti ? » « Siamo venuti a visitare Pomposa » , dichiarò , imbarazzato , Soavi . « Ah ! Pomposa ! E dicano , già che sono letterati , di che secolo è l ' abbazia ? » I due giovanotti restarono a bocca aperta . Davvero non sapevano che rispondere . « Già , forse ... Però ... » balbettò Tadini . « Credo che nel 1200 ... Forse un po ' prima ... » « Cari signori , non ci siamo » , tagliò brusco il maresciallo . « Le prime notizie del monastero risalgono al IX secolo . La chiesa è anteriore . Documenti , prego ! » I passaporti parlavano chiaro : giornalista e dottore in lettere . « Incredibile » , bisbigliò , stupito , il sottufficiale . Poi , salutando militarmente : « Scusino . Posso offrire un cognac ? Brinderemo alla bellezza di Pomposa . Mi era stata segnalata la presenza della loro bella macchina . Qualcuno li aveva presi per ladri d ' automobili . Questo paese è fatto così ... » Pensando al linciaggio del ladro di biciclette , i due letterati rabbrividirono .
ProsaGiuridica ,
Il Ministro dell ' Interno Visto il Decreto 8 ottobre 1943-XXII , del Duce del fascismo , Capo della Repubblica Sociale Italiana , sulla sfera di competenza e funzionamento degli organi del Governo , pubblicato nella Gazzetta Ufficiale d ' Italia del 22 ottobre 1943-XXII , n . 247; Visto il R.D. 5 settembre 1938 - N . 1531 , relativo alla istituzione presso il Ministero dell ' Interno della Direzione generale per la Demografia e la Razza ; Visto il R.D.L. 5 settembre 1938-XVI , n . 1539 , convertito nella legge 5 gennaio 1939-XVII , n . 26; Visto il R.D.L. 17 novembre 1938 - N . 1728 , convertito nella legge 5 gennaio 1939-XVII , N . 274; Visto il R.D.L. 3 giugno 1937-XV , N . 805 , convertito nella legge 30 dicembre 1938 , n . 2529; Visto il R.D. 24 dicembre 1934-XIII , N . 2316; Visto il R.D.L. 5 settembre 1938-XVI , N . 2008 , convertito nella legge 22 Maggio 1939-XVII , N . 961; Vista la legge 22 Maggio 1939-XVII , n . 961; Decreta : Art . 1 . La Direzione Generale della Demografia e la Razza presso il Ministero dell ' Interno è trasformata in Direzione Generale per la Demografia . Alla detta Direzione Generale è preposto un Prefetto . Art . 2 . Alla Direzione Generale per la Demografia sono devolute tutte indistintamente le attribuzioni ed i provvedimenti in materia di Demografia - ivi comprese le attribuzioni del Ministero dell ' Interno previste dalle leggi relative all ' istituzione e funzionamento dell ' Unione Nazionale Fascista fra le Famiglie Numerose e dell ' Opera Nazionale per la Protezione della Maternità ed Infanzia , nonché quelle in materia di Cittadinanza e di matrimoni con stranieri . Art . 3 . Il Consiglio Superiore per la Demografia e la Razza viene trasformato in Consiglio Superiore per la Demografia , chiamato a dare pareri sulle questioni di carattere generale interessanti la Demografia . Ne fanno parte : - Il Direttore generale per la Demografia ; - Il Presidente dell ' Istituto Centrale di Statistica ; - Il Direttore Generale della Sanità Pubblica ; - Il Presidente dell ' Opera Nazionale per la Maternità ed Infanzia ; - Il Presidente dell ' Unione Fascista fra le Famiglie Numerose ; - Un rappresentante del Partito Fascista Repubblicano , designato dal Segretario del P.F.R. ; - Un rappresentante per ciascuno dei Ministri degli Affari Esteri , della Giustizia , delle Finanze , dell ' Educazione Nazionale , dell ' Economia Corporativa , della Cultura Popolare e dell ' Africa Italiana , designato dalle rispettive Amministrazioni ; - Un rappresentante dell ' Ispettorato della Razza . Potranno essere chiamati , con provvedimento del Ministro dell ' Interno , a far parte del Consiglio Superiore per la Demografia , persone particolarmente versate nei problemi della Demografia . Le funzioni di Segretario del Consiglio sono esercitate da un funzionario della Direzione Generale per la Demografia di grado non inferiore al VII ° . Art . 4 . Il presente Decreto , che sarà sottoposto a ratifica del Consiglio dei Ministri , entrerà in vigore , previa registrazione alla Corte dei Conti , il giorno stesso della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale d ' Italia e , munito del sigillo dello Stato , sarà inserto nella raccolta Ufficiale delle Leggi e dei Decreti . Dal Quartier Generale , 16 aprile 1944-XII Il Ministro dell ' Interno : Buffarini V . Il Guardasigilli : Pisenti