StampaQuotidiana ,
PADOVA
-
GENOA
:
6-3
.
«
Zoghé
come
ve
gh
'
ha
insegna
'
vostra
mare
»
sbottò
Nereo
Rocco
,
accorgendosi
di
ripetere
consigli
tattici
ormai
propinati
da
anni
ai
suoi
leoni
.
In
realtà
,
s
'
era
accorto
di
dimostrare
eccessiva
paura
del
Genoa
;
tutti
i
padovani
avevan
paura
del
Genoa
.
La
sconfitta
di
Roma
li
aveva
alquanto
sgonfiati
.
Ritenevano
fosse
finito
un
bel
sogno
.
E
Frossi
gode
ormai
fama
di
mago
.
Frossi
aveva
giocato
il
Napoli
,
otto
giorni
prima
;
è
uno
che
pensa
(
«
Xe
el
me
maestro
»
esagerò
Nereo
Rocco
nell
'
esaltarne
il
valore
ed
i
meriti
)
:
era
andato
a
riconoscere
il
terreno
,
in
mattinata
,
e
aveva
constatato
che
dimoiava
in
superficie
:
i
tacchetti
trovavano
duro
sotto
una
patina
molle
di
tre
centimetri
.
Decise
allora
di
assegnare
a
Monardi
la
guardia
di
Hamrin
,
di
escludere
senz
'
altro
Becattini
e
lanciare
Bruno
,
il
giovane
centromediano
delle
riserve
,
che
sarebbe
andato
su
Brighenti
(
anche
Chiumento
non
avrebbe
certo
giocato
avanti
)
lasciando
libero
Carlini
.
All
'
ultimo
istante
,
Frossi
escluse
anche
Barison
,
ed
avendolo
incontrato
Rocco
prima
di
appostarsi
fra
il
pubblico
:
«
Sono
contentissimo
»
gli
disse
per
consolarlo
«
che
tu
non
abbia
a
giocare
oggi
:
sta
su
allegro
.
Annibale
preferisce
Frignani
perché
è
più
veloce
.
Tu
e
Blason
siete
della
stessa
pasta
e
vi
scornereste
,
con
danno
sicuramente
tuo
»
.
Rocco
aveva
capito
tutto
di
Frossi
,
e
questi
di
lui
.
Scesero
dunque
in
campo
,
ed
avevano
entrambi
un
uomo
libero
dietro
il
centromediano
effettivo
:
Moro
da
una
parte
,
Bruno
dall
'
altra
.
E
,
com
'
è
vero
Dio
,
non
avevo
mai
visto
il
Genoa
palleggiare
con
tanta
fiducia
.
Elaborava
le
azioni
fino
alla
bianca
barriera
patavina
,
davanti
a
Pin
,
poi
immancabilmente
rimbombava
la
respinta
di
Azzíni
(
spesso
così
disinvolta
da
cadere
nel
gigionesco
)
,
o
la
zampata
possente
di
Blason
.
Si
snodava
altresì
la
manovra
difensiva
di
Moro
e
Pison
verso
Mari
,
il
migliore
in
campo
.
E
Mari
serviva
subito
Rosa
o
portava
avanti
la
palla
in
attesa
di
ispirazione
migliore
.
Scattava
allora
Hamrin
,
indecifrabile
in
ogni
mossa
...
Era
ovviamente
impossibile
il
contropiede
,
su
cui
Frossi
fondava
le
sue
speranze
.
Il
palleggio
stretto
dei
genoani
s
'
immiseriva
sui
piedoni
dei
panzern
di
Rocco
:
perché
una
squadra
giganteggiava
in
campo
,
sfiorando
punte
d
'
altissimo
gioco
collettivo
:
il
Padova
.
E
la
difesa
genoana
,
benché
protetta
molto
da
Robotti
e
dai
laterali
,
era
inesorabilmente
infilata
da
Hamrin
all'8'
:
su
respinta
lunga
di
Azzini
,
comodo
arresto
di
Rosa
,
allungo
poi
ad
Hamrin
che
scatta
e
brucia
Monardi
,
poi
finta
d
'
anca
e
umilia
Delfino
,
guizza
ormai
in
area
e
squilibra
Carlini
,
infine
batte
di
destro
basso
e
Franci
,
poareto
,
si
butterebbe
d
'
istinto
sulla
destra
:
solo
con
il
piede
sinistro
può
toccare
la
palla
,
non
fermarla
.
Il
gol
subito
induce
l
'
animoso
Genoa
a
tentare
il
forcing
.
Una
perfetta
punizione
carica
d
'
effetto
di
Dal
Monte
,
dal
limite
,
umilia
Pin
che
vola
a
bloccarla
:
la
palla
che
gli
rimbalza
dal
petto
,
e
Frignani
stordito
che
manca
il
tocco
decisivo
a
rete
.
Riparte
il
Padova
e
la
difesa
del
Genoa
,
in
gravissimo
orgasmo
,
addirittura
segna
per
gli
avversari
.
Brighenti
traversa
alto
da
destra
,
manca
l
'
inzuccata
Rosa
(
spintonatissimo
)
:
la
palla
finisce
comoda
sui
piedi
di
Delfino
,
piazzato
al
vertice
dell
'
area
di
porta
:
«
A
me
!
»
urla
Franci
.
Delfino
si
volta
e
in
ottimo
stile
,
di
piatto
,
tocca
verso
rete
:
Carlini
urta
Franci
:
nessuno
dei
due
può
arrestare
il
tocco
preciso
e
irridente
di
Delfino
:
2-0
.
E
non
è
che
il
10'
.
Ora
il
Genoa
si
smonta
e
incalza
il
Padova
.
Viene
sotto
anche
Blason
-
solenne
a
volte
come
un
monumento
-
a
sfiorare
l
'
incrocio
dei
pali
con
un
lungo
tiro
-
cross
.
Il
Padova
manovra
nella
propria
metà
campo
,
attira
gente
,
poi
scatena
le
punte
avanzate
:
che
è
il
calcio
tatticamente
più
logico
del
mondo
.
Al
24'
,
un
gol
strepitoso
(
e
anche
fortunato
,
se
vogliamo
)
.
Brighenti
dà
avanti
a
Hamrin
scattato
al
centro
:
Hamrin
parte
in
dribbling
,
terrorizzando
tutti
,
poi
tocca
in
bellezza
a
Brighenti
,
libero
sulla
destra
:
non
ci
sarebbe
che
da
battere
in
rete
.
Brighenti
mai
si
decide
:
infine
,
chiude
gli
occhi
-
suppongo
-
e
molla
la
botta
:
senz
'
altro
un
tiro
sbagliato
:
ma
Hamrin
ha
seguitato
a
correre
e
da
due
metri
,
di
collo
destro
,
spacca
inesorabilmente
a
rete
.
Un
gigante
.
Da
parte
genoana
,
il
solo
bravo
Robotti
ha
l
'
anima
per
tentare
il
tiro
.
Dal
Monte
sembra
talora
uno
yeti
(
l
'
abominevole
uomo
delle
nevi
)
.
Abbadie
medita
sull
'
impossibile
.
Frignani
frascheggia
,
come
anche
Leoni
.
E
dietro
,
il
caos
.
Nonché
marcare
Hamrin
,
Monardi
non
ha
il
coraggio
di
guardarlo
.
Carlini
stesso
,
il
duro
,
si
smarrisce
.
Gli
altri
,
sopraffatti
a
loro
volta
.
Eppure
a
costruire
è
sempre
il
Genoa
,
come
quei
pugili
che
ciecamente
impostano
il
forcing
,
e
l
'
avversario
gli
arriva
ogni
volta
alla
mascella
con
pugni
d
'
incontro
,
che
valgono
doppio
.
Al
38'
,
parte
Mari
e
potrebbe
concludere
dal
limite
:
non
vuole
,
evidentemente
,
e
allarga
a
sinistra
:
poi
spara
il
cross
nel
ventre
a
Carlini
,
che
gli
si
è
fatto
incontro
:
mentre
si
torce
il
genoano
per
la
gran
botta
,
Mari
ripete
il
comodo
cross
e
arriva
uno
spirito
folletto
a
inzuccarlo
:
ancora
Hamrin
,
veramente
irresistibile
:
Franci
è
bruciato
a
mezzo
l
'
uscita
.
Che
fanno
quattro
.
E
non
basta
.
Mari
coglie
una
respinta
di
Delfino
e
tenta
il
tiro
,
da
una
ventina
di
metri
,
al
42'
:
Franci
lo
parerebbe
in
ginocchio
,
ma
ecco
balzarvi
sopra
Hamrin
in
proterva
spaccata
:
5-0
.
La
gente
,
in
tribuna
,
letteralmente
delira
:
«
Ben
venga
la
Juve
e
sì
la
farem
di
smalto
!
»
.
Stringe
il
cuore
vedere
il
Genoa
tanto
intronato
.
Attacca
ancora
e
non
molla
.
Frignani
e
Leoni
hanno
mancato
due
palle
gol
nel
primo
tempo
:
adesso
Frignani
ne
manca
un
'
altra
,
sparando
debolmente
su
Pin
un
'
apertura
di
Dal
Monte
(
al
6'
)
.
Un
istante
prima
,
Bruno
aveva
abbattuto
Brighenti
in
area
e
Boati
aveva
dato
la
punizione
dal
limite
:
era
rigore
netto
.
Il
pubblico
s
'
è
infuriato
,
come
se
il
Padova
perdesse
:
invece
il
Padova
faceva
dell
'
accademia
.
Al
17'
Robotti
cerca
decisamente
il
gol
:
spara
da
destra
appena
oltre
il
limite
e
batterebbe
Pin
,
ma
colpisce
la
traversa
:
per
soprammercato
,
il
rimbalzo
torna
gentilmente
su
Pin
,
ormai
rassegnato
a
terra
.
Proprio
nulla
va
bene
al
Genoa
,
benché
raramente
io
l
'
abbia
visto
giocare
,
a
quel
modo
.
Al
22'
in
vertiginoso
dribbling
parte
Rosa
-
sinora
un
po
'
fumistico
-
su
astuto
pallonetto
di
Brighenti
:
Carlini
manca
un
tackle
irrisorio
:
Rosa
può
concludere
a
rete
,
scartando
anche
Franci
:
6-0
.
«
Xe
come
darghe
ai
fioi
»
ironizzano
in
tribuna
.
Palla
al
centro
ed
ennesimo
attacco
del
Genoa
.
Sfuma
l
'
azione
ma
egualmente
Azzini
s
'
oppone
di
spalle
a
Leoni
:
Boati
fischia
il
rigore
.
Allora
il
pubblico
dà
fuori
da
matto
,
stordito
com
'
è
in
quella
gioiosa
sbornia
di
gol
.
Sul
6-0
,
tanto
strepita
che
Azzini
si
sente
forse
autorizzato
a
dirne
quattro
sul
conto
dell
'
arbitro
:
lo
calma
dapprima
Scagnellato
,
poi
,
come
quegli
insiste
,
il
rinocerontico
Blason
gli
ammolla
una
zuccata
sul
naso
:
e
mentre
Dal
Monte
batte
il
rigore
e
segna
,
Azzini
deve
trascinarsi
fuori
gatton
gattoni
e
quasi
KO
:
devono
portarlo
di
peso
negli
spogliatoi
.
Il
Genoa
attacca
sempre
deciso
,
contro
il
Padova
ormai
ridotto
in
dieci
e
senza
catenaccio
:
Brighenti
può
filarsela
in
contropiede
:
è
il
26'
:
Delfino
l
'
abbranca
ai
fianchi
(
in
area
naturalmente
)
mentre
stava
concludendo
a
rete
:
è
rigore
,
ma
Boati
vede
l
'
uomo
lanciato
e
gli
lascia
il
vantaggio
:
Franci
para
.
Il
Genoa
conclude
ora
più
che
non
abbia
mai
potuto
quest
'
anno
:
al
33'
segna
Abbadie
al
volo
,
da
posizione
centrale
.
Come
riparte
Hamrin
per
fare
sette
,
Bruno
lo
spintona
brutalmente
via
.
Boati
ha
così
l
'
occasione
di
negare
il
terzo
rigore
al
Padova
e
la
gente
gli
ringhia
insulti
sanguinosi
.
Dal
Monte
infila
cinque
tiracci
suoi
in
soli
otto
minuti
:
sul
quinto
,
finalmente
,
gli
riesce
di
battere
Pin
.
Ed
è
tutto
.
StampaQuotidiana ,
Londra
,
6
maggio
1959
-
INGHILTERRA
-
ITALIA
:
2-2
.
NOTE
:
Circa
90.000
spettatori
a
Wembley
,
in
una
giornata
di
sole
.
Terreno
molto
erboso
.
Nella
tribuna
delle
autorità
l
'
ambasciatore
d
'
Italia
a
Londra
,
conte
Zoppi
.
Angoli
6-2
(
2-2
)
per
l
'
Italia
.
Gli
inglesi
,
questi
simpaticoni
,
ci
hanno
gratificato
della
più
totale
indifferenza
in
attesa
del
settimo
incontro
fra
bianchi
ed
azzurri
.
E
il
loro
atteggiamento
era
tanto
più
comico
in
quanto
,
vista
giocare
la
loro
squadra
nazionale
,
non
è
che
se
ne
potessero
dire
incantati
.
Come
sanno
i
nostri
lettori
,
l
'
impressione
prodotta
dalla
squadra
di
Winterbottom
nell
'
ultima
esibizione
di
Highbury
era
stata
men
che
mediocre
.
Appresa
la
formazione
azzurra
,
poco
soddisfacente
a
nostro
parere
,
non
avevamo
mutato
il
giudizio
sugli
inglesi
,
e
anzi
avevamo
riferito
per
buona
la
segreta
speranzella
manifestata
da
Mocchetti
in
un
onorevole
pareggio
.
Gli
inglesi
,
invece
,
seguitarono
a
snobbarci
,
gabellando
l
'
odierna
prova
per
un
«
galoppo
salutare
»
nella
imminenza
del
volo
in
Sud
America
.
E
inoltre
ci
prodigarono
un
inno
nazionale
scaduto
da
tredici
anni
,
quasi
ignorassero
che
l
'
Italia
è
retta
a
repubblica
:
dunque
praticamente
ignorando
l
'
Italia
insieme
con
i
loro
giocatori
...
Così
stando
le
cose
,
il
minimo
era
augurarsi
che
la
boria
e
l
'
albagia
degli
inglesi
venissero
smentite
sul
campo
.
E
questo
precisamente
è
avvenuto
.
L
'
Italia
ha
dominato
il
primo
quarto
d
'
ora
,
senza
riuscire
a
trovare
uno
spiraglio
valido
ma
impegnando
Hopkinson
assai
più
che
non
fosse
impegnato
il
grande
Buffon
.
Poi
partirono
gli
inglesi
e
l
'
imperfetta
copertura
attuata
dai
nostri
terzini
,
incerti
se
seguire
o
meno
le
ali
avversarie
,
molto
arretrate
,
causò
la
prima
stupenda
rete
di
Charlton
.
La
rete
incassata
al
26'
spinse
immediatamente
gli
italiani
al
contrattacco
,
e
questo
favorì
gli
inglesi
,
che
avevano
trovato
schemi
più
validi
per
liberarsi
a
rete
.
Nella
ripresa
,
giova
precisarlo
per
onestà
critica
,
gli
inglesi
perdettero
Flowers
,
fastidiosissimo
per
Gratton
,
che
moriva
fra
lui
e
Haynes
(
come
purtroppo
era
stato
previsto
)
,
e
gli
italiani
arrivarono
di
slancio
al
pareggio
.
Wembley
non
visse
allora
che
degli
incitamenti
prodigati
agli
azzurri
.
Gli
inglesi
parvero
smontati
fino
all
'
abulia
(
in
tribuna
)
,
o
all
'
orgasmo
(
sul
campo
)
.
Zaglio
,
Buffon
e
Bernasconi
compirono
prodezze
in
difesa
:
Mariani
e
Brighenti
ritrovarono
la
palla
-
gol
per
un
successo
certamente
superiore
alle
loro
speranze
e
la
sciuparono
.
Gli
inglesi
tornarono
all
'
attacco
e
appunto
per
questo
si
aprivano
meglio
al
contropiede
.
Non
avevano
avuto
fortuna
perdendo
Flowers
:
non
ne
avevano
avuta
gli
azzurri
mancando
di
segnare
nel
primo
tempo
.
Il
pareggio
dovrebbe
accontentare
tutti
:
fuor
di
ogni
dubbio
,
mancava
al
nostro
orgoglio
così
scioccamente
offeso
dagli
ospiti
.
Sotto
l
'
aspetto
tecnico
,
l
'
incontro
non
è
stato
gran
cosa
:
ha
avuto
spunti
bellissimi
e
pause
di
gioco
meno
apprezzabili
.
Ancorché
Castelletti
fosse
stroncato
dall
'
emozione
,
all
'
inizio
,
fino
a
rischiare
il
deliquio
,
la
difesa
azzurra
ha
confermato
di
saper
reggere
a
qualsiasi
avversario
,
con
Zaglio
a
far
da
regista
come
suole
Liedholm
nel
Milan
.
Se
Buffon
e
Bernasconi
sono
stati
magnifici
,
Zaglío
ha
incantato
tutti
con
finezze
degne
d
'
un
Djalma
Santos
in
gran
forma
.
Segato
si
è
battuto
al
meglio
.
Farraginosa
,
talora
convulsa
la
prestazione
di
Gratton
-
mal
piazzato
-
che
si
è
smarrito
in
vane
e
dissennate
rincorse
.
Più
astuto
(
e
fermo
)
di
lui
,
Galli
ha
reso
il
doppio
in
alcuni
pochi
ma
felicissimi
tocchi
di
rifinitura
.
Meraviglioso
è
stato
l
'
impegno
di
Mariani
e
Brighenti
.
I
due
gagliardi
«
provinciali
»
di
Rocco
,
da
lungo
tempo
in
evidenza
,
hanno
premiato
chi
,
come
noi
,
li
aveva
sempre
stimati
degni
della
maglia
azzurra
.
Da
Mariani
,
stupendo
lottatore
,
avremmo
altresì
gradito
qualche
ritorno
più
arcigno
su
Flowers
.
Petris
ha
sempre
fatto
faville
sospingendo
la
palla
in
corsa
:
è
scaduto
quando
ha
preteso
di
palleggiare
alla
stregua
dei
compagni
:
ha
pure
mancato
due
reti
ma
ha
notevolmente
contribuito
a
frastornare
la
difesa
inglese
.
La
quale
difesa
,
disposta
invariabilmente
a
WM
,
ha
stroncato
i
mediani
nel
farsi
soccorrere
.
Charlton
ha
fatto
faville
,
ma
alla
lunga
Zaglio
l
'
ha
domato
.
Due
interni
meno
modesti
(
Galli
per
la
scarsa
mobilità
,
Gratton
per
la
scarsa
chiarezza
)
avrebbero
ancor
più
raffrenato
i
palleggi
del
trio
centrale
inglese
,
che
Bernasconi
fronteggiava
da
ultimo
,
costringendolo
quasi
sempre
ad
aprire
all
'
estrema
.
Così
impostata
,
la
squadra
inglese
non
promette
squisitezze
in
Sud
America
.
Verosimilmente
saranno
sorbe
:
e
tuttavia
ci
sarà
sempre
qualcuno
,
in
Italia
,
che
per
mera
ignoranza
sarà
indotto
a
tentarne
l
'
imitazione
.
E
ora
la
cronaca
.
L
'
arbitro
Dusch
è
grasso
e
...
casalingo
,
come
vedremo
.
E
anche
energico
.
Suonati
gli
inni
(
mancava
pure
Giovinezza
)
,
Wright
vince
il
campo
e
batte
l
'
Italia
in
favore
di
sole
.
Marcature
come
segue
:
Zaglio
cerca
Charlton
che
però
svaria
a
destra
per
confonderlo
.
Segato
su
Broadbent
,
i
terzini
sulle
ali
(
ma
poi
terranno
stolidamente
la
zona
,
pur
avendo
il
libero
)
.
Gratton
su
Haynes
,
Galli
presso
Clayton
,
Petris
all
'
estrema
su
Howe
,
Mariani
incerto
fra
Flowers
e
Shaw
,
Brighenti
a
ridosso
del
mastino
Wright
,
che
lo
spintona
spesso
e
volentieri
.
Libero
è
Flowers
,
e
se
ne
accorgerà
Buffon
.
Le
ali
inglesi
tornano
,
le
nostre
quasi
mai
.
Anche
Haynes
arretra
fra
i
mediani
.
Si
va
.
Tocchi
di
raccordo
.
Al
6'
,
fallo
di
Howe
:
batte
Petris
dal
limite
sinistro
:
testa
di
Wright
:
riprende
Zaglio
,
elegantissimo
e
da
venti
metri
scatena
il
destro
:
vola
Hopkinson
a
deviare
in
angolo
.
Ritenta
il
tiro
lungo
Zaglio
:
fuori
.
Gioco
discreto
.
Gli
inglesi
subiscono
fino
al
14'
,
allorché
conclude
basso
Holden
su
apertura
di
Charlton
.
Para
benissimo
Buffon
.
Un
istante
dopo
,
Petris
dà
a
Gratton
,
questi
a
Brighenti
che
scatta
e
serve
a
destra
Mariani
:
guizzo
e
tiro
;
Hopkinson
sarebbe
battuto
:
respinge
Howe
.
Applausi
.
Finezze
di
Zaglio
,
che
forse
corre
troppo
...
Esce
Buffon
su
Broadbent
e
sventa
.
Mariani
cerca
la
testa
di
Galli
al
18'
.
La
trova
:
Galli
previene
Hopkinson
,
Shaw
respinge
la
debole
battuta
(
che
sarebbe
uscita
)
.
Holden
in
fuori
gioco
ottiene
un
angolo
:
lo
batte
,
libera
Zaglio
di
testa
,
riprende
fortissimo
Flowers
:
vola
Buffon
a
bloccare
(
grandissimo
)
.
È
il
21'
.
La
sfuriata
italiana
è
finita
senza
reti
.
Gli
inglesi
si
riorganizzano
.
Al
22'
,
su
punizione
,
Charlton
tocca
indietro
a
Flowers
:
altro
proietto
;
Buffon
pare
battuto
:
la
diagonale
esce
a
sinistra
.
Al
25'
Buffon
si
supera
:
una
girandola
del
trio
centrale
inglese
libera
Charlton
,
che
spara
fortissimo
:
Buffon
ci
arriva
ad
alzare
con
il
pugno
.
Al
26'
Brighenti
sbaglia
un
tocco
per
Galli
e
serve
Clayton
:
lancio
a
Broadbent
:
arriva
fuori
tempo
in
tackle
Zaglio
:
Broadbent
serve
Charlton
a
sinistra
:
Bernasconi
viene
scartato
:
parte
il
tiro
,
basso
,
in
diagonale
:
Buffon
è
spacciato
ma
senza
colpa
.
Azzurri
a
capo
basso
.
Brighenti
pianta
Wright
e
scatta
a
rete
:
poco
oltre
il
limite
,
Wright
lo
spintona
da
tergo
e
sbilancia
.
L
'
arbitro
non
vede
.
Lieve
smarrimento
degli
italiani
.
È
il
39'
:
Holden
è
venuto
a
sinistra
e
traversa
lungo
alto
:
pugni
di
Buffon
,
che
cade
:
riprende
Haynes
e
spara
su
Bernasconi
:
Buffon
resta
a
terra
,
essendogli
ruzzolato
addosso
Segato
:
il
rimpallo
serve
stupendamente
Bradley
,
che
da
sinistra
segna
a
porta
vuota
.
Marca
male
,
ci
diciamo
.
E
invece
,
ecco
partire
Mariani
(
su
apertura
di
Brighenti
)
:
grintoso
scatto
e
cross
:
vi
arriva
sopra
solissimo
Petris
a
gamba
sinistra
tesa
:
e
mette
fuori
da
tre
metri
.
È
il
43'
.
Galli
tenta
a
sua
volta
:
tiro
fiacco
,
parato
.
E
al
45'
,
l
'
ultima
jella
:
Galli
apre
a
Petris
:
scatto
gagliardissimo
:
tre
avversari
piantati
:
esce
Hopkinson
:
Petris
gli
spara
addosso
.
Da
uccidere
.
Rilievo
statistico
del
primo
tempo
.
Conclusioni
:
azzurri
14
,
inglesi
13
.
Due
angoli
per
parte
.
Ripresa
.
Gli
inglesi
palleggiano
,
i
nostri
guardano
.
Al
3'
Brighenti
salta
in
duello
acrobatico
con
Flowers
,
che
viene
duramente
inzuccato
al
naso
.
Tre
minuti
di
sospensione
.
Flowers
esce
al
6';
arretra
Haynes
in
mediana
.
Ancora
qualche
istante
di
lassismo
in
tutti
.
Poi
esplodono
gli
italiani
,
inattesissimi
,
ormai
:
Gratton
apre
su
Petris
al
10'
:
Howe
è
fatto
fuori
:
cross
:
al
volo
,
in
corsa
,
di
sinistro
,
Brighenti
spara
a
radere
la
traversa
.
Siamo
tutti
in
piedi
:
allez
!
E
Segato
vince
un
anticipo
su
Broadbent
e
dà
a
Gratton
:
questi
tocca
a
Zaglio
:
ora
il
fuoriclasse
ha
ritrovato
...
Charlton
:
lancia
lungo
e
preciso
a
Brighenti
:
pronto
scatto
con
Clayton
a
ridosso
:
cade
l
'
inglese
,
non
Brighenti
,
che
evita
Shaw
sparando
di
sinistro
nell
'
angolino
.
Stupendo
gol
:
e
meritato
dall
'
autore
.
Charlton
si
secca
con
i
compagni
al
14'
e
tenta
da
solo
sbagliando
il
lungo
tiro
.
Al
16'
apre
a
Bradley
:
cross
:
Buffon
non
coglie
la
respinta
:
mucchio
intorno
a
lui
,
tiri
sbulinati
con
rimpalli
di
Haynes
,
Broadbent
e
Charlton
:
poi
Bernasconi
,
magnifico
,
spara
via
:
arresta
Segato
e
appoggia
a
Galli
:
stupenda
apertura
profonda
a
Mariani
:
imperioso
scatto
e
tiro
in
corsa
,
fra
il
palo
e
Hopkinson
,
folgorato
.
Due
a
due
:
coronarie
in
pericolo
per
tutti
.
Silenzio
glaciale
su
Wembley
.
«
Italia
,
Italia
»
invocano
i
«
nostri
»
.
Adesso
Zaglio
(
che
sta
su
Broadbent
)
offre
numeri
da
sudamericano
in
vena
.
Lui
non
teme
gli
inglesi
.
Al
24'
,
l
'
infarto
possibile
:
Castelletti
arriva
di
lungo
a
Brighenti
:
s
'
incurva
il
leone
e
fa
stramazzare
Wright
come
una
bestia
stracca
:
accorrono
i
terzini
:
Brighenti
apre
a
Mariani
:
perché
non
scende
a
rete
,
perché
?
:
si
illude
di
sparare
da
18
metri
:
e
batterebbe
tuttavia
Hopkinson
,
ma
sfiora
soltanto
la
base
del
palo
.
Qualche
fase
di
melina
a
torto
conclusa
con
lanci
ormai
inutili
ai
nostri
avanti
,
che
hanno
dato
tutto
.
Rilievi
statistici
sul
secondo
tempo
.
Conclusioni
:
Italia
8
,
Inghilterra
11;
4
angoli
a
0
per
l
'
Italia
.
Gli
inglesi
schiumano
rabbia
.
Ah
,
buon
Dio
,
avrei
dato
una
mano
per
un
terzo
gol
!
Adesso
,
che
inno
suoniamo
?
ProsaGiuridica ,
Il
Duce
della
Repubblica
Sociale
Italiana
e
Capo
del
Governo
Visto
il
Decreto
18
aprile
1944-XXII
,
n
.
171
,
riguardante
la
istituzione
dell
'
Ispettorato
Generale
per
la
Razza
;
Sentito
il
Consiglio
dei
Ministri
;
D
'
intesa
con
i
Ministri
dell
'
Interno
,
delle
Finanze
,
della
Giustizia
e
della
Cultura
Popolare
;
Decreta
:
Art
.
1
.
L
'
Ispettorato
Generale
per
la
Razza
ha
il
seguente
ordinamento
:
1
)
una
Direzione
Generale
da
cui
dipendono
l
'
Ufficio
degli
Affari
Generali
e
del
personale
,
l
'
Ufficio
Legislativo
,
applicazione
leggi
razziali
e
statistica
,
l
'
Ufficio
studi
,
l
'
Ufficio
propaganda
e
stampa
,
l
'
Ufficio
ragioneria
,
l
'
Ufficio
cassa
e
l
'
Ufficio
economato
;
2
)
Gabinetto
e
Segreteria
particolare
.
Art
.
2
.
Ai
servizi
dell
'
Ispettorato
si
provvede
con
personale
di
ruolo
nonché
con
personale
distaccato
e
collocato
fuori
ruolo
da
altre
Amministrazioni
dello
Stato
nei
limiti
previsti
per
ciascun
gruppo
e
grado
dell
'
unita
tabella
.
All
'
assunzione
di
personale
è
provveduto
su
proposta
dell
'
Ispettorato
Generale
per
la
Razza
con
decreto
del
Duce
d
'
intesa
con
il
Ministro
per
le
Finanze
,
mentre
per
il
distacco
o
il
collocamento
fuori
ruolo
di
personale
di
altre
Amministrazioni
sarà
provveduto
su
proposta
dell
'
Ispettorato
Generale
per
la
Razza
,
con
decreto
del
Duce
d
'
intesa
con
i
Ministri
Interessati
.
Art
.
3
.
Per
le
immissioni
nel
ruolo
di
gruppo
A
è
richiesta
la
laurea
conseguita
in
una
Università
o
in
un
istituto
superiore
.
Per
le
immissioni
nel
ruolo
di
Gruppo
B
è
richiesto
il
diploma
di
scuola
media
superiore
.
Per
le
immissioni
nel
ruolo
di
gruppo
C
è
richiesto
il
diploma
di
scuola
media
inferiore
.
Per
i
subalterni
è
richiesta
la
licenza
elementare
.
Art
.
4
.
L
'
Ispettore
Generale
per
la
Razza
attua
le
proprie
finalità
alla
periferia
,
a
mezzo
delle
Prefetture
.
Art
.
5
.
Alle
spese
relative
all
'
impianto
e
al
funzionamento
dell
'
Ispettorato
Generale
per
la
Razza
si
provvede
con
i
fondi
stanziati
in
apposito
capitolo
,
compreso
nel
bilancio
di
previsione
della
spesa
del
Ministero
delle
Finanze
,
alla
rubrica
"
Presidenza
del
Consiglio
dei
Ministri
"
.
Il
Ministro
delle
Finanze
è
autorizzato
ad
introdurre
,
con
propri
decreti
,
le
variazioni
di
bilancio
occorrenti
per
la
attuazione
del
presente
Decreto
.
Art
.
6
.
Il
presente
Decreto
ha
vigore
dal
giorno
della
istituzione
dell
'
Ispettorato
Generale
per
la
Razza
,
sarà
pubblicato
nella
"
Gazzetta
ufficiale
"
e
,
munito
del
sigillo
dello
Stato
,
sarà
inserto
nella
Raccolta
ufficiale
delle
leggi
e
dei
decreti
.
Quartier
Generale
,
addì
28
febbraio
1945-XXIII
.
Mussolini
Il
Ministro
per
l
'
Interno
:
Zerbino
Il
Ministro
per
le
Finanze
:
Pellegrini
Il
Ministro
per
la
Giustizia
:
Pisenti
Il
Ministro
per
la
Cultura
Popolare
:
Mezzasoma
V
.
Il
Guardasigilli
:
Pisenti
Tabella
2
Funzionari
di
gruppo
A
e
di
grado
non
inferiore
al
V
3
Funzionari
di
gruppo
A
e
di
grado
non
superiore
al
VI
4
Funzionari
di
gruppo
A
e
di
grado
VII
3
Funzionari
di
gruppo
A
e
di
grado
VIII
3
Funzionari
di
gruppo
A
e
di
grado
IX
3
Funzionari
di
gruppo
A
e
di
grado
X
e
XI
12
Funzionari
di
gruppo
B
15
impiegati
di
gruppo
C
6
impiegati
subalterni
StampaPeriodica ,
Valdagno
,
aprile
-
Il
palazzotto
dei
conti
di
Valdagno
è
una
moderna
costruzione
massiccia
di
pietra
biancastra
,
con
due
avancorpi
che
sporgono
e
fan
pensare
a
torri
d
'
angolo
rimaste
incomplete
,
ed
una
decorazione
di
falsi
merli
.
Grandi
alberi
verdi
chiudono
la
corte
silenziosa
,
dove
si
intravedono
due
grossi
cani
che
si
disputano
un
osso
ed
a
tratti
la
divisa
di
tela
coloniale
di
una
guardia
giurata
.
Gira
tutto
intorno
un
alto
muro
,
rotto
a
tratti
da
cancelli
chiusi
.
Il
castello
si
leva
sulla
cima
di
una
breve
collinetta
,
che
domina
il
grigio
complesso
degli
stabilimenti
,
e
la
cittadina
,
distesa
sulle
rive
dell
'
Agno
,
un
torrentaccio
sassoso
che
percorre
tutta
la
vallata
,
per
gettarsi
da
sinistra
nel
Bacchiglione
.
Valdagno
deve
il
suo
nome
alla
posizione
centrale
in
questa
lunga
vallata
verde
,
chiusa
in
fondo
alla
mole
grigia
del
Pasubio
.
Sulla
destra
c
'
è
il
paese
vecchio
,
sulla
sinistra
la
cittadina
nuova
,
tutta
lucida
,
pulita
ed
anonima
.
Si
chiama
Valdagno
Nuova
:
qui
sorgono
i
grossi
edifici
che
capitano
le
istituzioni
sociali
di
Marzotto
,
le
scuole
,
tutte
intestate
a
V.E.
Marzotto
(
fa
eccezione
il
Liceo
Classico
,
che
,
grazie
alle
celebrazioni
di
un
centenario
,
ha
avuto
in
sorte
il
nome
del
Trissino
)
,
lo
stadio
dei
fiori
,
la
tenuta
«
Favorita
»
,
la
grande
piazza
chiusa
in
fondo
dal
cinema
Rivoli
,
di
cui
scintilla
al
sole
l
'
immensa
facciata
di
maiolica
verde
.
Un
vento
freddo
che
vien
giù
dalle
piccole
Dolomiti
infila
le
strade
ed
il
lungofiume
,
deserti
.
I
locali
pubblici
sono
vuoti
:
il
vasto
salone
del
circolo
ENAL
è
pieno
di
tavoli
e
di
poltroncine
nichelate
,
disposte
in
bell
'
ordine
geometrico
,
ma
non
c
'
è
nessuno
a
sedere
.
Due
operai
in
un
angolo
,
giocano
silenziosamente
a
carte
.
Di
sopra
c
'
è
la
palestra
e
la
piscina
coperta
,
da
qualche
tempo
chiusa
,
e
forse
per
sempre
.
Un
giovane
negoziante
mi
spiega
che
nessuno
la
frequenta
mai
,
che
con
gli
incassi
non
recuperavano
nemmeno
un
decimo
delle
spese
per
riscaldare
l
'
acqua
,
e
perciò
han
deciso
di
chiuderla
.
Anche
lo
spazio
delle
bocce
è
deserto
.
B
mezzogiorno
di
domenica
,
ed
a
Valdagno
nuova
non
si
vede
nessuno
.
Da
qualsiasi
parte
il
visitatore
giunga
a
Valdagno
,
non
mancherà
di
scontrarsi
con
l
'
onda
circolare
del
mito
dei
Marzotto
:
i
loro
stabilimenti
,
le
loro
previdenze
sociali
,
l
'
impresa
agricola
di
Portogruaro
,
la
squadra
di
calcio
in
serie
D
,
le
rendite
immense
.
La
scuderia
di
macchine
da
corsa
,
il
premio
letterario
,
gli
alberghi
Jolly
,
i
saponi
di
bellezza
,
l
'
alta
dichiarazione
di
redditi
,
il
figlio
più
giovane
che
danza
con
la
Pampanini
.
L
'
onda
del
mito
qualche
volta
ci
arriva
anche
riflessa
,
ed
ecco
infatti
cosa
scrive
su
di
un
numero
di
Le
Monde
(
4
novembre
'53
)
Marcel
Chaminade
:
«
Tutto
è
chiaro
e
pulito
,
immacolato
,
come
un
giocattolo
nuovo
appena
tirato
fuori
dalla
scatola
.
Un
giocattolo
nuovo
,
appunto
,
che
non
diverte
nessuno
.
Questa
cittadina
lucida
,
anonima
e
triste
ci
sembra
di
conoscerla
già
,
di
averla
letta
da
qualche
parte
:
ecco
,
pare
una
cittadina
sovietica
,
conce
la
descriverebbe
un
"
liberale
di
sinistra
"
.
La
fortuna
di
Marzotto
cominciò
più
di
cento
anni
or
sono
,
nel
1838
,
quando
il
fondatore
,
nonno
ed
omonimo
dell
'
attuale
conte
di
Valdagno
,
mise
su
una
piccola
fabbrica
di
12
operai
,
con
un
capitale
di
2.000
lire
;
a
quel
tempo
Valdagno
era
un
paesino
di
3.000
abitanti
.
Quarant
'
anni
dopo
la
popolazione
era
raddoppiata
,
e
gli
operai
erano
saliti
a
400
.
Tre
anni
più
tardi
,
nel
1879
,
un
altro
stabilimento
fu
aperto
nella
frazione
di
Maglio
,
ed
al
principio
del
secolo
l
'
industria
di
Marzotto
aveva
già
una
consistenza
notevole
,
con
1.700
operai
,
che
salivano
a
3.000
nel
1920
ed
a
6.000
nel
1931
,
quando
si
aprirono
altri
stabilimenti
a
Manerbio
,
Brugherio
,
Mortara
.
Finalmente
,
all
'
inizio
della
seconda
guerra
mondiale
,
si
aprivano
anche
le
fabbriche
di
Brebbio
e
di
Pisa
.
Oggi
,
Valdagno
,
con
le
vicine
frazioni
,
è
una
cittadina
di
quasi
trentamila
abitanti
,
che
lavorano
tutti
,
direttamente
o
no
,
per
i
Marzotto
.
Gli
stabilimenti
producono
diciassette
chilometri
di
tessuti
al
giorno
,
impiegando
oltre
7000
operai
e
500
impiegati
.
Gli
operai
sono
quasi
tutti
di
recente
origine
contadina
;
molti
conservano
una
loro
piccola
proprietà
al
paese
di
provenienza
,
Cornedo
,
Castelgamberto
,
Trissino
,
Brogliano
,
Recoaro
:
quasi
duemilacinquecento
in
tutto
,
che
ogni
giorno
vengono
al
lavoro
con
il
treno
di
Marzotto
,
o
con
gli
autobus
di
Marzotto
.
Agli
inizi
del
'52
la
direzione
mise
in
programma
il
licenziamento
di
1500
operai
:
impianti
più
moderni
consentivano
la
stessa
produzione
con
6.000
operai
.
I
licenziamenti
non
si
fecero
,
ma
in
cambio
oggi
metà
del
personale
lavora
ad
orario
ridotto
,
4
o
6
ore
:
sono
i
reparti
di
filatura
,
cardatura
,
pettinatura
,
mentre
i
tessitori
lavorano
a
pieno
regime
,
anzi
,
hanno
turni
quotidiani
di
nove
ore
.
Il
lavoro
dei
tessitori
è
pagato
in
ragione
di
46,70
lire
per
ora
,
oltre
la
contingenza
,
purché
sia
raggiunta
la
norma
giornaliera
di
30mila
battiti
:
sopra
la
norma
si
retribuisce
il
cottimo
,
sotto
la
norma
si
applicano
multe
.
In
complesso
,
lavorando
a
ritmo
di
cottimo
,
l
'
operaio
qualificato
Lorenzo
Griffani
mi
dice
che
raggiungeva
,
con
moglie
ed
un
figlio
a
carico
,
le
45.000
lire
mensili
.
Il
giovane
Carpanini
,
che
fa
i
il
magazziniere
,
e
che
è
stato
campione
veneto
dei
pesi
piuma
,
mi
mostra
il
foglio
paga
:
mamma
e
sorella
a
carico
,
il
totale
è
di
35.929
lire
.
Si
tratta
insomma
dei
minimi
contrattuali
.
Diversa
è
la
situazione
degli
impiegati
,
che
si
staccano
nettamente
dagli
operai
per
una
sorta
di
partecipazione
agli
utili
,
per
mezzo
di
un
premio
mensile
di
produzione
.
Un
impiegato
amministrativo
,
diti
categoria
,
riceve
ogni
mese
circa
60mila
lire
,
oltre
al
premio
che
si
aggira
sulle
15mila
.
Man
mano
che
si
sale
nella
scala
gerarchica
dell
'
apparato
burocratico
,
che
è
massiccio
,
e
forse
sproporzionato
(
500
impiegati
,
oltre
a
200
guardie
giurate
)
crescono
anche
gli
stipendi
,
in
misura
geometrica
,
e
di
conseguenza
cresce
anche
il
tono
della
vita
e
del
costume
.
Gli
impiegati
di
grado
più
alto
ed
i
dirigenti
di
azienda
hanno
le
loro
villette
,
dai
nomi
esotici
(
«
Candia
»
,
«
Capri
»
,
«
Marocco
»
)
possiedono
una
macchina
,
frequentano
locali
riservati
,
si
cimentano
,
ogni
domenica
,
nel
tiro
a
volo
,
in
cima
al
monte
Miravalle
.
Agli
operai
sono
riservate
le
istituzioni
sociali
e
ricreative
,
il
maggior
vanto
sociale
dei
Marzotto
.
Alcune
sono
a
Valdagno
,
come
la
maternità
,
l
'
asilo
nido
,
l
'
orfanotrofio
,
la
poliambulanza
,
la
casa
di
riposo
,
il
ricreatorio
femminile
,
il
circolo
operaio
,
la
scuola
di
musica
,
solfeggio
,
canto
e
giardinaggio
;
altre
sono
in
montagna
,
come
la
colonia
alpina
«
Dolomiti
»
,
od
al
mare
come
il
villaggio
di
Fesolo
.
Grande
posto
si
è
fatto
alle
istituzioni
sportive
:
la
palestra
,
la
squadra
ciclistica
,
quella
di
hockey
a
rotelle
,
quella
di
pallacanestro
,
il
circolo
alpinistico
,
i
campi
di
tennis
,
la
sezione
di
scherma
,
il
gruppo
pugilistico
,
le
due
piscine
per
il
nuoto
ed
i
tuffi
,
le
bocce
ed
il
ping
-
pong
.
In
complesso
circa
400
giovani
sono
interessati
a
questa
attività
sportiva
.
Stranamente
limitata
è
invece
la
piccola
e
disorganica
biblioteca
del
CRAL
:
4.100
volumi
,
in
gran
parte
di
inferiore
od
infima
narrativa
:
una
recente
deliberazione
consiliare
l
'
ha
tolta
al
circolo
operaio
,
per
costituire
il
primo
nucleo
della
Biblioteca
Comunale
,
che
si
chiamerà
,
naturalmente
,
«V.E
.
Marzotto
»
.
Tutto
il
complesso
di
attività
sociali
e
ricreative
ha
avuto
,
nel
'49-'50
,
un
bilancio
di
circa
120
milioni
,
coperti
per
due
terzi
dai
rimborsi
degli
operai
,
per
un
terzo
dalla
direzione
.
Ogni
operaio
ha
diritto
ad
un
appartamento
di
quattro
o
cinque
stanze
,
per
cui
paga
60.000
lire
annue
:
il
licenziamento
provoca
automaticamente
,
a
distanza
di
quattro
mesi
,
la
rescissione
del
contratto
d
'
affitto
.
Su
che
cosa
si
fonda
,
in
definitiva
,
il
mito
dei
Marzotto
,
perché
tale
,
ormai
,
lo
possiamo
considerare
?
Marzotto
ha
potuto
creare
la
sua
industria
,
con
i
suoi
metodi
,
in
questa
lontana
valle
del
vicentino
,
quasi
ai
confini
con
il
Trentino
;
i
suoi
esperimenti
in
altre
parti
d
'
Italia
,
per
esempio
in
Toscana
,
hanno
dato
,
e
non
poteva
essere
diversamente
,
risultati
negativi
.
Ha
potuto
far
questo
in
una
provincia
italiana
storicamente
assuefatta
alla
scarsa
autonomia
,
ed
alla
soggezione
,
fosse
quella
dei
Longobardi
,
dei
Da
Romano
,
di
Padova
,
di
Venezia
,
degli
Asburgo
.
L
'
infanzia
della
Controriforma
,
ed
in
generale
del
clero
cattolico
,
si
è
fatta
e
si
fa
sentire
in
maniera
determinante
.
Le
crociate
antiblasfeme
che
ancor
oggi
si
organizzano
con
successo
nel
vicentino
,
sarebbero
incomprensibili
in
altre
parti
d
'
Italia
.
I
cartelli
che
propongono
di
sostituire
la
bestemmia
con
espressioni
foneticamente
simili
,
ma
innocue
(
Orcocane
,
Sallustio
,
Sacripante
)
farebbero
ridere
altrove
:
qui
le
prendon
sul
serio
,
pro
o
contro
,
quasi
tutti
.
E
Marzotto
non
a
caso
ha
affidato
a
preti
e
monache
la
direzione
dei
suoi
istituti
sociali
.
A
Valdagno
si
contano
otto
parrocchie
,
ciascuna
con
almeno
tre
sacerdoti
.
l
;
arcipretura
è
una
carica
assai
ambita
,
anche
perché
due
ex
arcipreti
sono
diventati
vescovi
a
Reggio
Emilia
ed
a
Pordenone
.
La
popolazione
,
come
si
è
detto
,
è
tutta
di
formazione
contadina
:
ancor
oggi
si
dice
,
fra
gli
operai
,
«
andare
a
far
opera
»
per
significare
«
recarsi
in
fabbrica
»
:
un
'
espressione
tolta
di
peso
dal
gergo
della
campagna
.
«
Servo
»
e
«
serva
»
per
«
operaio
«
è
di
uso
comune
;
e
per
nulla
offensivo
.
Non
c
'
è
un
tono
di
rimpianto
in
questa
frase
,
che
leggiamo
in
una
pubblicazione
ufficiale
commemorativa
:
«
L
'
arte
della
lana
aveva
ottenuto
dalla
chiesa
che
i
preti
raccomandassero
dall
'
altare
il
lavoro
bel
fatto
-
pena
-
in
caso
contrario
-
un
'
ammonizione
,
una
seconda
ammonizione
e
poi
addirittura
la
scomunica
,
oltre
a
una
multa
da
portare
in
chiesa
,
specialmente
se
s
'
era
commesso
il
reato
di
annaspare
la
matassa
con
più
di
un
filo
»
.
La
corporazione
della
lana
appunto
:
si
tende
,
licenziando
un
operaio
,
a
sostituirgli
un
altro
membro
della
sua
stessa
famiglia
,
meglio
se
dell
'
altro
sesso
:
la
percentuale
delle
donne
supera
già
largamente
la
metà
,
e
tende
a
crescere
.
Le
donne
,
oltre
che
economicamente
più
utili
,
sono
anche
più
facili
a
governare
;
gli
uomini
è
meglio
che
restino
legati
alla
terra
,
a
coltivare
il
poderetto
.
In
seno
alla
corporazione
si
tende
a
creare
la
casta
chiusa
:
in
questo
senso
vogliono
avere
le
alte
retribuzioni
degli
impiegati
,
ed
i
risultati
finora
raggiunti
,
cioè
l
'
isolamento
rispetto
agli
operai
,
ne
sono
una
conferma
.
Nell
'
interno
della
categoria
si
mira
a
diffondere
uno
spirito
particolare
.
La
direzione
ha
redatto
una
sorta
di
vademecum
dell
'
impiegata
modello
,
con
una
serie
di
consigli
,
seguiti
da
un
quiz
sul
quale
l
'
impiegata
può
controllare
il
suo
grado
di
perfezione
,
e
cercare
di
elevarlo
:
«
Se
non
ti
senti
di
farlo
non
elogiare
il
tuo
superiore
,
perché
noi
qui
non
ti
si
dice
di
essere
ipocrita
;
ma
se
ricorderai
che
gli
elogi
schietti
fanno
sempre
piacere
a
tutti
,
non
lascerai
occasione
favorevole
per
parlare
bene
di
lui
»
.
E
più
avanti
:
«
Se
devi
rispondere
al
telefono
ricordati
che
in
quel
momento
tu
sei
la
voce
della
ditta
e
quindi
devi
dare
ad
essa
la
massima
musicalità
»
.
La
norma
che
riguarda
il
parlare
al
telefono
è
seguita
da
un
'
altra
,
che
raccomanda
il
silenzio
:
«
Una
buona
norma
per
vivere
tranquilla
è
tacere
.
Taci
sui
tuoi
dispiaceri
personali
,
sui
pettegolezzi
d
'
ufficio
e
non
di
ufficio
.
TACI
PRINCIPALMENTE
sui
segreti
del
tuo
lavoro
.
Se
vieni
a
conoscenza
di
qualche
notizia
o
di
qualche
rapporto
confidenziale
non
divulgarlo
.
Questa
è
una
buona
norma
per
far
carriera
e
per
farsi
benvolere
»
.
L
'
opuscolo
è
dedicato
«
a
tutte
le
impiegate
d
'
Italia
»
che
desiderano
«
far
carriera
e
guadagnare
»
.
È
l
'
unica
vera
forma
di
cultura
che
Marzotto
riesca
ad
elaborare
.
Del
premio
letterario
che
è
una
manifestazione
grossolana
,
mastoide
e
culturalmente
insignificante
,
anche
se
ben
dotata
di
milioni
,
gli
operai
non
hanno
avuto
tempo
e
modo
di
occuparsi
.
Ricordano
appena
che
quella
sera
,
sulla
piazza
principale
,
c
'
erano
molte
macchine
in
più
e
che
a
notte
alta
arrivò
Alida
Valli
.
Mettere
Marzotto
sulla
stessa
linea
di
Olivetti
o
di
Pellizzari
sarebbe
un
grave
errore
d
'
impostazione
.
Sugli
operai
si
agisce
fomentando
un
facile
campanilismo
.
Le
imprese
sociali
son
quasi
tutte
ristrette
alla
valle
dell
'
Agro
,
e
son
tutte
di
chiaro
intento
propagandistico
:
la
squadra
di
calcio
che
gioca
in
serie
il
è
ciò
che
entusiasma
i
tifosi
valdagnesi
,
e
si
realizzano
infatti
incassi
da
grande
città
.
Quando
c
'
è
la
partita
con
la
squadra
di
Vicenza
,
comperata
di
recente
dalle
lane
Rossi
,
un
'
industria
concorrente
,
alla
normale
onda
di
tifo
della
provincia
contro
il
capoluogo
si
accavallano
motivi
di
rivalità
industriale
.
La
fortuna
politica
di
uno
dei
Marzotto
,
recentemente
eletto
alla
Camera
,
si
fonda
anche
su
questo
:
«
Se
Marzotto
non
vince
,
porta
via
gli
stabilimenti
»
.
La
campagna
fu
condotta
in
maniera
che
è
rimasta
proverbiale
,
a
base
di
fiaschi
di
vino
,
pacchetti
di
sigarette
,
e
democratiche
manate
sulle
spalle
.
Tutto
il
resto
è
magnificenza
,
che
sta
fra
il
fasto
di
una
corte
rinascimentale
e
gli
hobbies
di
un
industriale
americaneggiante
;
chi
ritiene
che
,
con
la
candidatura
del
figlio
Vittorio
,
il
vecchio
conte
abbia
voluto
crearsi
una
piattaforma
per
sostenere
la
sua
politica
industriale
,
probabilmente
sbaglia
.
Marzotto
,
che
riceve
normalmente
in
casa
sua
onorevoli
,
ministri
,
alti
prelati
,
e
persino
il
presidente
della
Repubblica
,
ha
ben
altre
maniglie
a
portata
di
mano
.
La
realtà
è
che
il
conte
ha
aspirato
invano
,
per
anni
,
durante
e
dopo
il
fascismo
,
al
laticlavio
:
non
ottenendolo
,
la
presenza
alla
Camera
di
uno
dei
figli
lo
compensa
in
qualche
modo
della
sua
assenza
fra
i
padri
coscritti
.
Anche
le
prodezze
automobilistiche
di
Giannino
,
che
han
scandalizzato
la
ben
pensante
borghesia
vicentina
,
a
conti
fatti
sono
una
forma
di
magnificenza
che
si
traduce
in
mito
,
ed
in
tanta
efficace
pubblicità
.
Un
giovane
intellettuale
di
Valdagno
,
che
è
consigliere
comunale
di
parte
socialdemocratica
,
mi
dice
che
i
bilanci
del
comune
son
sempre
in
sospeso
perché
non
si
sa
quanto
pagherà
il
maggior
contribuente
:
il
conte
infatti
non
riceve
,
come
tutti
i
cittadini
,
la
normale
cartella
delle
imposte
,
compilata
dall
'
ufficio
.
Lui
stesso
stabilisce
quanto
darà
;
ed
ogni
anno
aggiunge
,
munificamente
,
un
regalo
extra
,
per
far
la
scuola
nuova
,
od
illuminare
una
strada
.
La
lotta
politica
a
Valdagno
è
scialba
,
ed
in
pratica
i
partiti
politici
,
eccettuato
quello
comunista
,
che
è
un
gruppo
piuttosto
piccolo
,
ma
abbastanza
attivo
,
non
esistono
.
La
Democrazia
cristiana
ha
il
suo
punto
di
forza
nell
'
azione
delle
parrocchie
:
ottenne
più
di
10mila
voti
nel
'45
,
ma
il
7
giugno
se
li
vide
dimezzare
dalla
concorrenza
dei
liberali
,
e
cioè
da
Marzotto
,
la
cui
presenza
nella
campagna
elettorale
determinò
anche
lo
sfasciamento
dei
socialdemocratici
,
che
puntarono
nelle
amministrative
del
'51
e
avevano
avuto
più
di
3.000
suffragi
,
e
si
son
ridotti
a
prenderne
162
.
I
5.370
voti
di
Marzotto
sono
chiaramente
voti
padronali
;
il
Blocco
Nazionale
,
infatti
,
non
ottenne
,
il
18
aprile
,
più
di
200
voti
.
I
partiti
di
sinistra
hanno
ottenuto
circa
duemila
voti
,
quattrocento
in
più
rispetto
al
18
aprile
.
Ed
ecco
la
situazione
sindacale
.
Nelle
ultime
elezioni
,
per
la
Commissione
Interna
,
si
sono
avuti
5.605
votanti
(
altissimo
perciò
il
numero
degli
astenuti
)
e
4.989
voti
validi
(
260
schede
nulle
e
356
bianche
)
.
La
CISL
ha
raccolto
2205
voti
;
1941
sono
andati
alla
FIOT
(
aderente
alla
CGIL
)
:
343
ad
una
lista
indipendente
,
chiaramente
sostenuta
dalla
direzione
;
per
la
prima
volta
,
e
solo
nella
sezione
elettorale
di
Valdagno
,
ha
fatto
capolino
la
lista
fascista
della
CISNAL
,
ottenendo
305
voti
.
I
seggi
in
Commissione
Interna
sono
così
divisi
:
10
alla
CISL
,
9
alla
CGIL
,
2
agli
indipendenti
ed
1
alla
CISNAL
.
La
lista
indipendente
,
come
era
da
prevedersi
,
ha
avuto
largo
successo
(
quasi
la
maggioranza
)
fra
gli
impiegati
.
I
poteri
della
Commissione
Interna
,
come
sta
accadendo
in
quasi
tutte
le
industrie
italiane
,
si
van
restringendo
:
uno
dei
membri
della
vecchia
CI
,
l
'
operaio
specializzato
Lorenzo
Griffani
,
è
stato
sospeso
di
recente
per
aver
attaccato
la
direzione
sudi
un
foglio
di
partito
.
Aspetta
il
licenziamento
.
Manca
qualsiasi
forma
di
direzione
operaia
nelle
istituzioni
sociali
e
ricreative
;
al
Circolo
ENAL
non
elegge
un
comitato
direttivo
sin
dal
1945
ed
a
conti
fatti
è
questa
la
ragione
per
cui
gli
operai
non
si
divertono
con
il
giocattolo
n
uovo
di
papà
Marzotto
.
A
mano
a
mano
che
diventano
maggiorenni
,
decidono
di
scegliere
da
sé
i
loro
divertimenti
e
tutta
la
loro
vita
.
StampaQuotidiana ,
Castelgandolfo
,
8
ottobre
,
notte
-
Un
secondo
collasso
,
arrivato
dopo
quarantotto
ore
precise
da
quello
che
due
giorni
fa
aveva
messo
in
trepida
angoscia
il
mondo
cristiano
,
ha
capovolto
repentinamente
una
situazione
che
pareva
avviata
alle
più
fondate
speranze
,
ed
il
successivo
manifestarsi
di
complicazioni
di
carattere
bronco
-
polmonare
ha
chiuso
,
nelle
prime
ore
del
pomeriggio
,
ogni
strada
a
un
possibile
ricupero
della
crisi
di
carattere
circolatorio
che
ha
colpito
Pio
XII
.
Uscendo
a
mezzogiorno
dal
palazzo
di
Castelgandolfo
,
la
signora
Rossignani
,
sorella
del
Pontefice
,
che
aveva
appena
sostato
al
letto
dell
'
infermo
,
aveva
confermato
le
notizie
di
un
lieve
miglioramento
che
i
medici
avevano
appena
riscontrato
.
La
signora
si
trattenne
a
colazione
in
casa
di
amici
e
lì
la
raggiunse
alle
15
una
successiva
comunicazione
la
quale
confermava
le
notizie
già
date
,
aggiungendo
che
il
lieve
aumento
della
temperatura
verificatosi
in
seguito
era
interpretato
come
un
segno
che
l
'
organismo
reagiva
sempre
più
efficacemente
al
male
.
Alle
16
la
signora
Rossignani
,
che
si
disponeva
a
rientrare
a
Roma
,
credette
bene
di
mettersi
in
comunicazione
telefonica
con
gli
altri
congiunti
che
stavano
presso
l
'
infermo
,
e
subito
dopo
fu
vista
rientrare
precipitosamente
al
palazzo
dal
quale
non
è
più
uscita
,
come
non
ne
è
uscito
oggi
nessuno
dei
quattro
medici
che
hanno
prestato
le
loro
cure
a
Pio
XII
e
che
ora
attendono
rassegnati
il
compiersi
dell
'
evento
nella
camera
d
'
angolo
al
terzo
piano
,
nella
quale
non
si
ode
che
il
respiro
affannato
del
morente
.
In
quella
stessa
camera
,
seduto
sul
letto
nell
'
atteggiamento
sereno
di
un
convalescente
,
il
Papa
aveva
conversato
ieri
sera
,
con
la
solita
vivacità
di
tratto
,
con
alcuni
degli
intimi
,
ed
aveva
ribadito
la
sua
speranza
di
poter
tornare
quanto
prima
al
suo
solito
lavoro
.
E
poche
ore
prima
,
mentre
il
sole
non
era
ancora
calato
all
'
orizzonte
,
aveva
pregato
i
suoi
assistenti
di
concedergli
un
intermezzo
musicale
,
ed
aveva
ascoltato
con
il
trasporto
dell
'
appassionato
la
prima
sinfonia
di
Beethoven
incisa
su
dischi
,
ed
aveva
seguito
l
'
onda
dei
suoni
facendo
con
la
destra
il
segno
di
chi
batte
il
tempo
.
A
detta
dei
più
,
la
giornata
di
ieri
non
poteva
concludersi
meglio
per
l
'
augusto
degente
.
Superato
nel
modo
più
brillante
l
'
incubo
delle
conseguenze
che
poteva
tirarsi
dietro
1'ictus
cerebrale
di
lunedì
mattina
,
nessuno
faceva
più
caso
al
disturbo
del
singhiozzo
,
che
pure
si
era
manifestato
a
tratti
anche
nel
pomeriggio
di
ieri
.
I
medici
però
non
riuscivano
a
nascondere
del
tutto
un
'
ombra
di
riserbo
,
pareva
che
avessero
la
mente
fissa
ad
una
circostanza
inattesa
;
c
'
era
nei
loro
discorsi
,
pur
improntati
ad
aperto
ottimismo
,
un
sottinteso
inquietante
che
non
aveva
niente
a
che
fare
con
il
pericolo
che
nessuno
si
nascondeva
di
una
seconda
crisi
di
carattere
circolatorio
.
Non
tutti
avevano
interpretato
allo
stesso
modo
il
lungo
sonno
meridiano
di
Pio
XII
,
e
tanto
meno
l
'
abbondante
sudore
che
l
'
aveva
accompagnato
.
Ma
il
dato
più
serio
che
nascondeva
il
loro
riserbo
era
un
altro
.
I
rilievi
fatti
subito
dopo
il
risveglio
avevano
segnalato
una
aritmia
cardiaca
inattesa
,
dato
che
il
Papa
aveva
sempre
disposto
di
un
cuore
in
condizioni
eccellenti
.
«
Un
cuore
da
giovanotto
»
come
aveva
detto
qualche
anno
fa
Gasbarrini
visitando
per
la
prima
volta
il
Pontefice
.
Era
stato
inoltre
riscontrato
un
vistoso
,
repentino
mutamento
della
pressione
del
paziente
,
il
che
poteva
significare
proprio
una
predisposizione
dell
'
organismo
a
nuovi
assalti
del
male
che
ne
aveva
messo
improvvisamente
a
repentaglio
la
vita
.
E
nessuno
si
nascondeva
che
un
secondo
collasso
non
avrebbe
potuto
avere
che
conseguenze
fatali
.
È
proprio
questa
eventualità
che
si
è
verificata
stamane
,
allo
scadere
esatto
delle
quarantotto
ore
dal
primo
insulto
.
Il
Papa
aveva
passato
una
notte
buona
,
dormendo
anche
per
lunghi
tratti
,
vegliato
dalla
stanza
accanto
,
che
rimaneva
con
la
porta
aperta
,
dall
'
archiatra
Galeazzi
Lisi
,
dal
dott.
Corelli
,
e
a
turno
da
una
delle
tre
suore
addette
all
'
appartamento
privato
.
E
stamane
egli
aveva
visto
le
prime
luci
del
nuovo
giorno
in
ottime
condizioni
di
spirito
,
ed
i
medici
non
avevano
riscontrato
niente
che
potesse
contraddire
alle
loro
speranze
nella
prima
visita
che
gli
avevano
praticata
.
È
stato
più
tardi
,
esattamente
alle
8.30
,
quando
il
paziente
si
levò
a
sedere
sul
letto
per
prestarsi
ad
un
intervento
di
importanza
molto
secondaria
,
che
sopraggiunse
repentino
il
secondo
collasso
.
Accasciatosi
supino
sul
letto
senza
conoscenza
,
Pio
XII
non
ha
più
ripreso
i
sensi
da
quel
momento
,
nonostante
che
i
sanitari
presenti
gli
abbiano
prestato
immediatamente
tutte
le
cure
del
caso
.
La
prostrazione
delle
forze
,
conseguenza
della
prima
crisi
,
ha
impedito
che
i
farmaci
,
ai
quali
l
'
organismo
aveva
tanto
efficacemente
reagito
lunedì
mattina
,
potessero
avere
questa
volta
l
'
esito
desiderato
.
Da
quel
momento
in
poi
la
vicenda
che
si
è
svolta
nella
stanza
d
'
angolo
del
vecchio
palazzo
di
Castelgandolfo
è
stata
quella
di
una
lotta
disperata
contro
il
male
,
confortata
solo
da
qualche
temporaneo
barlume
di
speranza
,
e
quindi
dell
'
impietrito
dolore
di
familiari
,
prelati
e
medici
davanti
all
'
uomo
vestito
di
bianco
anche
sul
letto
di
morte
,
sia
pure
in
modo
diverso
dal
solito
,
e
per
il
quale
non
c
'
è
più
speranza
.
Il
letto
sul
quale
giace
il
Papa
è
ancora
quello
di
ottone
che
fece
collocare
in
questa
camera
il
suo
predecessore
.
È
disposto
in
modo
da
avere
a
destra
le
due
finestre
che
guardano
dalla
parte
di
Roma
e
di
fronte
quella
che
prospetta
invece
verso
il
mare
.
Dietro
la
spalliera
del
letto
è
applicata
al
muro
una
specie
di
arazzo
.
E
sopra
è
appeso
il
quadro
di
una
Madonna
cinquecentesca
di
buona
scuola
.
Figurano
ai
lati
due
cassettoni
,
che
non
hanno
nessun
pregio
particolare
,
e
nell
'
ambiente
,
molto
luminoso
ma
non
vasto
,
si
trova
sempre
un
radiogrammofono
.
Pio
XII
non
è
in
corna
;
ancora
a
mezzanotte
il
suo
respiro
era
regolare
anche
se
ansimante
,
e
,
non
aveva
niente
a
che
fare
con
il
rantolo
dei
morenti
.
È
per
questo
che
solo
la
ultima
comunicazione
parla
di
agonia
.
L
'
infermo
ha
gli
occhi
chiusi
,
ed
i
più
sono
convinti
ch
'
egli
non
sia
in
condizioni
da
rendersi
conto
di
quanto
avviene
attorno
a
lui
,
ma
nessuno
può
dire
con
certezza
che
egli
abbia
perduta
del
tutto
la
conoscenza
.
È
stato
sempre
così
dopo
ch
'
è
sopravvenuto
l
'
ultimo
collasso
.
Padre
Leiber
,
che
è
uno
dei
due
segretari
addetti
alla
biblioteca
personale
,
e
che
in
questi
ultimi
tempi
ha
assolto
anche
i
compiti
di
confessore
del
Papa
essendo
malato
il
confessore
titolare
padre
Bea
,
celebrava
stamane
la
Messa
nella
cappella
che
sta
accanto
alla
camera
da
letto
quando
sopravvenne
la
seconda
crisi
.
In
precedenza
Pio
XII
aveva
detto
al
suo
fedele
collaboratore
che
,
non
potendo
celebrare
lui
la
Messa
,
era
almeno
confortato
dall
'
idea
di
poter
ricevere
la
Comunione
,
come
aveva
fatto
nei
giorniprecedenti
.
Ma
quando
padre
Leiber
fu
in
grado
di
poter
soddisfare
quel
desiderio
,
non
c
'
era
più
la
possibilità
fisica
che
l
'
infermo
potesse
ricevere
le
sacre
specie
ed
il
gesuita
,
con
le
lacrime
agli
occhi
,
si
limitò
ad
impartire
al
Pontefice
la
benedizione
.
Pochissime
sono
state
le
persone
ammesse
nella
stanza
del
malato
in
questi
tre
drammatici
giorni
.
Hanno
fatto
sempre
eccezione
i
prelati
di
palazzo
,
mons
.
Canori
di
Vignale
e
mons
.
Nasalli
Rocca
,
i
familiari
del
Pontefice
,
tra
i
quali
i
nipoti
Pacelli
sono
stati
i
più
assidui
,
e
naturalmente
le
suore
,
che
fanno
di
continuo
la
spola
fra
la
camera
dell
'
infermo
e
i
locali
del
piano
sottostante
dove
sono
allogati
i
servizi
.
Affrante
da
un
'
assistenza
che
dura
ininterrottamente
da
diversi
giorni
,
le
suore
piangono
quando
recano
alle
labbra
del
morente
il
Crocefisso
o
ne
umettano
le
labbra
riarse
;
anche
qualcuno
dei
familiari
piange
,
i
più
pregano
,
una
radio
lontana
del
palazzo
reca
nella
stanza
del
morente
un
'
eco
delle
musiche
sacre
che
la
stazione
vaticana
da
stamane
intercala
ininterrottamente
ai
bollettini
dei
medici
trasmessi
in
tutte
le
lingue
.
Anche
i
cardinali
presentatisi
lunedì
alle
prime
notizie
del
collasso
avevano
dovuto
sostare
nella
sala
del
Concistoro
,
ch
'
è
l
'
ultima
grande
aula
dell
'
appartamento
nobile
di
Castelgandolfo
,
ed
a
mettere
le
loro
firme
sul
registro
esposto
.
Solo
il
cardinale
decano
,
Tisserant
,
aveva
potuto
affacciarsi
lunedì
per
un
breve
momento
nella
stanza
e
l
'
aveva
fatto
levando
la
destra
nell
'
atto
della
benedizione
.
Oggi
nel
pomeriggio
,
quando
fu
chiaro
che
il
Papa
si
andava
spegnendo
e
che
la
sua
sorte
era
segnata
senza
possibilità
di
umano
rimedio
,
la
severa
consegna
è
stata
un
poco
attenuata
e
nella
stanza
sono
state
ammesse
altre
persone
,
fra
le
quali
i
cardinali
Tisserant
,
il
quale
si
è
poi
trattenuto
a
Castelgandolfo
fino
a
tarda
ora
,
Aloisi
-
Masella
,
Fumasoni
-
Biondi
e
Valeri
.
A
quell
'
ora
due
Guardie
nobili
,
con
la
spada
sguainata
,
si
collocarono
di
fazione
in
un
locale
attiguo
alla
camera
del
morente
.
In
precedenza
,
vedendo
entrare
i
militi
alla
spicciolata
ed
in
abito
civile
dal
portone
del
palazzo
,
chi
è
pratico
del
costume
vaticano
aveva
già
capito
tutto
,
anche
se
per
caso
non
fosse
stato
al
corrente
di
nulla
.
Vuole
infatti
la
tradizione
che
,
quando
il
Papa
si
trova
agli
estremi
,
la
Guardia
nobile
vegli
il
morente
e
ne
custodisca
poi
senza
interruzione
la
spoglia
fino
al
momento
della
tumulazione
.
Pio
XII
è
il
primo
nella
serie
dei
Papi
a
chiudere
la
sua
vita
a
Castelgandolfo
,
e
la
chiude
sotto
la
particolare
protezione
della
Vergine
,
dopo
che
il
caso
ha
voluto
che
a
questo
intento
sia
stata
dedicata
domenica
l
'
ultima
funzione
religiosa
di
carattere
pubblico
alla
quale
egli
ha
preso
parte
.
È
stata
questa
la
cosiddetta
Supplica
alla
Vergine
di
Pompei
,
che
è
stata
trasmessa
anche
per
radio
,
ed
è
stata
trasmessa
per
radio
proprio
dal
palazzo
di
Castelgandolfo
.
È
avvenuto
così
che
Pio
XII
,
particolarmente
devoto
alla
Vergine
,
si
sia
trovato
a
invocare
dalla
Regina
del
cielo
la
buona
morte
proprio
alla
vigilia
del
suo
trapasso
terreno
,
che
questo
fosse
l
'
ultimo
atto
della
sua
spirituale
paternità
del
mondo
cristiano
,
e
che
a
quell
'
atto
si
trovassero
a
partecipare
indirettamente
,
sia
pure
senza
saperlo
,
milioni
di
fedeli
.
Poiché
la
sorte
ha
voluto
che
Pio
XII
chiudesse
la
sua
vita
a
Castelgandolfo
,
è
già
stabilito
che
la
piccola
località
dei
Castelli
romani
abbia
una
parte
notevole
e
del
tutto
insolita
nel
cerimoniale
che
accompagna
il
decesso
di
un
Pontefice
.
Non
solo
il
riconoscimento
ufficiale
della
morte
verrà
fatto
sul
posto
,
ma
nel
palazzo
della
villa
papale
si
farà
anche
la
prima
esposizione
della
salma
,
che
avveniva
di
regola
nella
Cappella
Sistina
.
Rivestito
degli
abiti
corali
,
cioè
con
rocchetto
,
mozzetta
e
stola
,
il
corpo
del
Pontefice
sarà
collocato
su
un
catafalco
nel
salone
degli
Svizzeri
e
là
avverranno
le
visite
di
rito
anche
dei
membri
della
Corte
,
del
corpo
diplomatico
e
della
prelatura
romana
.
La
traslazione
a
Roma
avrà
carattere
privato
,
ma
il
piccolo
corteo
del
quale
faranno
parte
tutti
i
cardinali
non
si
dirigerà
a
San
Pietro
ma
a
San
Giovanni
al
Laterano
,
alla
basilica
cioè
che
è
la
cattedrale
del
Vescovo
di
Roma
,
ed
anche
questo
fatto
rappresenterà
una
innovazione
piuttosto
vistosa
rispetto
al
passato
.
Dalla
basilica
lateranense
muoverà
poi
,
a
piedi
,
con
la
partecipazione
di
tutte
le
autorità
e
di
tutto
il
clero
romano
,
il
solenne
funerale
che
,
attraversando
Roma
,
come
ai
tempi
in
cui
i
Papi
morivano
al
Quirinale
,
scorterà
la
salma
a
San
Pietro
,
dove
avrà
luogo
l
'
esposizione
solenne
come
vuole
la
tradizione
.
Però
anche
in
questo
caso
,
la
tradizione
non
sarà
rispettata
che
in
parte
,
in
quanto
l
'
esposizione
della
salma
non
avverrà
nella
cappella
del
Sacramento
ma
nella
«
confessione
»
,
cioè
al
centro
della
crociera
.
StampaQuotidiana ,
Torino
,
15
maggio
1960
JUVENTUS
-
MILAN
:
3-1
.
NOTE
:
Pomeriggio
afoso
per
via
di
una
incombente
cappa
di
nubi
.
Terreno
ottimamente
tenuto
.
Spettatori
60.000
circa
.
Nessun
incidente
.
Angoli
:
Juventus
4
,
Milan
3
(
1-2
)
.
Al
90'
,
Ornar
Sivori
andò
a
tre
quarti
di
campo
in
area
juventina
,
prese
la
palla
e
incominciò
a
dribblare
torno
torno
.
Era
un
dribbling
gratuito
e
insensato
,
di
pura
esibizione
.
Il
pubblico
si
spellò
le
mani
.
Poi
l
'
arbitro
Rigato
(
in
discreta
forma
)
fischiò
la
fine
e
i
giocatori
del
Milan
e
della
Juventus
si
strinsero
la
mano
,
perfino
Grillo
e
Boniperti
,
che
se
ne
erano
dette
per
i
porcelli
.
Una
cancellata
venne
aperta
dalla
parte
dei
popolari
.
Il
pubblico
si
mise
a
correre
verso
i
giocatori
juventini
che
lentamente
si
avviavano
al
sottopassaggio
.
Sivori
venne
agguantato
e
issato
sulle
spalle
dei
più
prestanti
,
che
gli
decretarono
il
trionfo
.
Anche
a
Boniperti
toccò
questo
onore
,
ma
non
a
Charles
,
per
una
pura
questione
di
chilogrammetri
.
Alcuni
pazzarielli
,
brandendo
bandiere
,
presero
a
correre
lungo
la
corda
della
pista
d
'
atletica
,
alla
maniera
degli
americani
del
sud
:
il
pubblico
tornò
a
spellarsi
le
mani
.
I
fotografi
scalarono
le
porte
e
sedettero
sulla
traversa
per
riprendere
dall
'
alto
le
scene
di
entusiasmo
popolare
.
La
frigida
Juventus
viveva
senza
grande
partecipazione
,
anzi
,
quasi
snobbando
,
la
sua
apoteosi
.
Le
radioline
avevano
annunciato
che
la
Fiorentina
era
stata
sconfitta
a
Marassi
dalla
Samp
.
Il
campionato
era
virtualmente
finito
:
evviva
ora
e
sempre
la
grande
Juvèntus
(
con
la
«
è
»
accentata
grave
)
.
La
partita
dell
'
apoteosi
fu
uno
strazio
che
tutti
compresero
,
anche
il
pubblico
di
più
facile
contentatura
.
L
'
afa
conciliava
il
sonno
.
La
nausea
da
pallone
rendeva
nervosi
quasi
tutti
.
Fatte
poche
eccezioni
(
Alfieri
,
Maldini
,
Liedholm
,
Charles
,
Schiaffino
,
Cervato
)
nessuno
aveva
voglia
di
correre
.
Il
Milan
assunse
il
forcing
e
pareva
un
paralitico
in
foia
.
La
difesa
reggeva
ottimamente
ai
grandi
della
Juventus
(
eccezion
fatta
per
lo
sfocato
Fontana
)
.
Occhetta
teneva
benino
Sivori
.
Liedholm
pendolava
maestoso
sull
'
arco
dei
centottanta
gradi
.
Schiaffino
bastava
per
Boniperti
,
ancor
più
sciroccato
di
lui
.
Parato
il
colpo
,
la
difesa
milanista
si
disimpegnava
come
suole
,
cioè
armoniosamente
bene
.
I
guai
incominciavano
quando
la
palla
giungeva
a
una
delle
quattro
punte
avanzate
.
Grillo
riceveva
da
fermo
,
aspettava
Emoli
e
ingaggiava
il
dribbling
:
o
lo
falliva
,
e
allora
si
metteva
le
mani
sui
fianchi
,
scuotendo
il
capo
,
o
lo
vinceva
,
e
allora
aspettava
Cervato
o
chi
per
lui
:
poi
cercava
un
compagno
,
che
riceveva
pure
da
fermo
e
ricominciava
la
manfrina
.
Insomma
,
una
lagna
da
correre
in
campo
con
la
frusta
.
Altafini
si
sbizzarrì
una
sola
volta
a
staffilare
sulla
traversa
,
poi
stette
a
vedere
o
,
che
è
peggio
,
si
defilò
addirittura
perché
a
nessuno
saltasse
in
mente
di
servirlo
e
farlo
correre
.
Bean
toccò
due
o
tre
palle
battendo
punizioni
(
tutte
alte
)
.
Danova
fece
fumo
piroettando
sotto
i
bulloni
arcigni
di
Sarti
o
di
Garzena
.
Sbagliò
una
palla
-
gol
sul
due
a
uno
.
Non
vidi
altro
,
fatto
da
lui
.
Il
povero
Schiaffino
,
andando
le
due
squadre
a
segatura
,
era
effettivamente
in
paradiso
.
Riceveva
da
fermo
,
smistava
,
corricchiava
ad
aspettare
il
rilancio
(
oh
,
illuso
!
)
,
leticava
con
Boniperti
che
,
decisamente
incarognito
,
gli
tirava
sgambetti
odiosissimi
.
Ma
tutto
era
moscio
e
dimesso
,
talché
avresti
creduto
che
le
due
squadre
fossero
d
'
accordo
di
non
umiliarsi
.
In
tutto
il
primo
tempo
,
dodici
volte
concluse
la
Juventus
e
sette
il
Milan
,
pur
avendo
tenuto
assai
più
a
lungo
la
palla
.
Vavassori
non
dovette
parare
un
sol
tiro
(
perché
Altafini
incocciò
la
traversa
dal
limite
)
.
Il
bravo
Alfieri
,
invece
,
se
la
vide
più
brutta
,
ma
non
di
tanto
.
Respinse
un
tiro
troppo
centrato
di
Nicolè
all'8'
,
non
parò
un
tiro
cross
di
Sivori
al
10'
,
ma
lo
vide
respingere
da
Maldini
sulla
linea
.
Un
'
altra
palla
-
gol
incornata
da
Sivori
ebbe
la
fortuna
di
trovarsi
,
papale
papale
,
fra
le
mani
.
Alla
ripresa
,
Nicolè
si
liberò
una
seconda
volta
,
e
molto
bene
,
a
rete
,
e
Alfieri
seppe
ancora
sventare
(
al
3'
)
.
Schiaffino
riprese
al
volo
un
comodo
pallonetto
e
consentì
a
Vavassori
di
accontentare
la
platea
in
un
plastico
tuffo
.
Al
10'
,
Liedholm
venne
punito
per
un
dubbio
fallo
su
Boniperti
e
batté
la
punizione
Garzena
per
Colombo
:
questi
fece
triangolo
su
Charles
e
toccò
di
piatto
verso
rete
:
due
o
tre
milanisti
aggrappolati
cercarono
di
incornare
per
la
respinta
:
la
palla
rotolò
beffarda
su
di
loro
e
cadde
presso
la
zampa
di
Sivori
,
che
toccò
sveltamente
per
l
'
uno
a
zero
.
Il
sospetto
di
un
accordo
a
non
procedere
venne
rincrudito
dall
'
immediato
pareggio
.
Sívori
stava
ancora
sotto
le
tribune
a
ricevere
l
'
ovazione
,
come
fanno
i
toreri
dopo
aver
concesso
due
banderillas
straordinarie
:
Altafini
toccò
a
Grillo
che
scattò
in
avanti
:
Grillo
scartò
il
solito
Emoli
e
cercò
il
centravanti
ormai
lanciato
:
balzò
Cervato
sul
primo
tocco
di
dribbling
ma
fece
rimpallo
:
in
quella
,
usciva
di
porta
anche
Vavassori
:
Mazzola
si
trovò
fra
i
piedi
il
più
comodo
dei
palloni
:
non
poté
esimersi
dal
toccare
in
rete
.
Era
trascorso
quasi
un
minuto
,
fra
abbracci
,
ovazioni
e
tocco
di
avvio
.
Poi
,
fu
di
nuovo
gnàgnera
oscena
.
Al
21'
batté
una
punizione
Sivori
per
Charles
e
la
vinse
di
testa
Cecco
Zagatti
:
sulla
respinta
,
arrivò
allupato
Garzena
e
incocciò
un
destraccio
da
svellere
le
braccia
a
qualsiasi
portiere
:
la
palla
schizzò
dallo
spigolo
inferiore
della
traversa
e
tornò
largamente
alle
spalle
di
Garzena
!
Si
sderenava
intanto
Charles
a
caricare
,
simile
a
un
ariete
:
Maldini
lo
fermava
di
agilità
.
Liedholm
eseguiva
dignitosi
passaggi
in
avanti
ma
l
'
attacco
del
Milan
era
da
fustigare
.
Mazzola
rifiutava
ostentatamente
la
palla
.
Grillo
si
metteva
le
mani
sui
fianchi
dopo
il
solito
dribbling
perduto
.
Le
ali
,
un
pianto
.
Né
bastava
Schiaffino
,
gamba
saggia
.
Così
ebbe
ancora
Sivori
la
palla
buona
sottomisura
e
la
rovesciò
in
rete
di
prepotenza
.
L
'
azione
era
stata
animosamente
condotta
da
Charles
a
destra
:
sul
suo
cross
,
aveva
trepestato
Stacchini
al
centro
senza
cavarne
più
di
un
rachitico
spioventino
verso
porta
:
ma
su
quello
saltò
il
demoniaco
Sivori
e
fu
il
due
a
uno
(
al
30'
)
.
Qui
,
il
Milan
ebbe
un
breve
sussulto
,
come
un
somaro
stracco
e
legnato
.
Una
punizione
di
Grillo
venne
incornata
da
Cervato
quando
già
Vavassori
stava
fuori
dai
pali
:
sul
rimpallo
arrivò
il
melenso
Danova
e
sorvolò
la
traversa
(
35'
)
.
Al
36'
,
un
traversone
di
Emoli
venne
svirgolato
da
Maldini
verso
sinistra
,
fu
Stacchini
a
trattenere
la
palla
,
che
sarebbe
andata
in
angolo
;
Stacchini
si
mise
a
fare
il
gigione
non
riuscendo
a
spiazzare
Fontana
per
il
cross
:
così
saltellava
fintando
da
destra
a
sinistra
:
poi
finalmente
vide
Boniperti
sul
limite
e
la
gente
si
accorse
allora
che
Stacchini
tutto
sarà
fuorché
un
micco
:
la
sua
palla
trovò
infatti
Boniperti
,
che
la
aggiustò
con
la
sinistra
e
,
dirigendosi
verso
destra
,
la
incocciò
di
collo
,
sorprendendo
Alfieri
alla
sua
sinistra
.
Vi
fu
ancora
una
stramazzata
di
Charles
lanciato
oltre
il
proprio
limite
dinamico
e
magari
anche
cianchettato
da
Maldini
in
furibondo
gomito
a
gomito
.
Rigato
non
volle
vedere
falli
di
sorta
e
lasciò
che
lo
strazio
finisse
.
«
Juve
!
Juve
!
»
invocavano
sgolandosi
i
sessantamila
.
E
incominciò
il
rodeo
delle
bandiere
.
StampaQuotidiana ,
Milano
,
27
agosto
1961
-
INTER
-
ATALANTA
:
6-0
.
NOTE
:
Pomeriggio
soleggiato
e
afoso
.
Circa
55.000
spettatori
.
Campo
buono
.
Nessun
incidente
,
se
si
esclude
un
tentato
omicidio
(
reversibile
in
tentato
suicidio
)
di
Hitchens
ai
danni
di
Cometti
nel
finale
.
Angoli
:
Inter
10
,
Atalanta
3
(
7-2
)
.
L
'
Inter
ha
esordito
in
campionato
sacrificando
la
mite
Atalanta
alle
sue
ambizioni
mattatorie
.
Ha
vinto
per
6-0;
avrebbe
potuto
vincere
per
almeno
il
doppio
.
Non
ha
maramaldeggiato
e
ha
fatto
benissimo
.
Ancor
meglio
avrebbe
fatto
se
avesse
dato
maggiore
essenzialità
alle
puntate
dell
'
attacco
palleggiando
un
poco
più
a
centro
campo
e
rischiando
un
poco
meno
sottomisura
.
Ha
concluso
la
bellezza
di
27
volte
nel
primo
tempo
(
con
7
angoli
)
e
di
21
volte
nel
secondo
(
con
3
angoli
)
.
Il
grande
protagonista
della
giornata
è
stato
Luisito
Suarez
.
Ispirato
da
lui
,
il
tandem
centrale
di
attacco
ha
fatto
cose
a
dir
poco
strabilianti
.
Mai
neppure
pensato
che
Bettini
possedesse
tanta
potenza
di
tiro
e
-
soprattutto
-
così
spiccato
senso
della
rifinitura
a
pro
dei
compagni
!
È
proprio
vero
,
allora
,
che
la
provincia
finisce
per
soffocare
anche
i
più
bravi
?
Quanto
a
Hitchens
,
difetti
ne
ha
millanta
:
ma
possiede
la
dote
fondamentale
del
centravanti
:
segna
fior
di
gol
:
è
grande
in
acrobazia
(
vulgo
a
incornare
)
e
potentissimo
nel
battere
di
destro
.
Suarez
ha
subìto
per
un
quarto
d
'
ora
le
puntigliose
attenzioni
di
Maschio
,
che
ha
offerto
uno
squisito
recital
della
sua
arte
all
'
attonito
pubblico
milanese
.
Maschio
è
figlio
di
un
pavese
delle
colline
(
Montesegale
)
e
di
una
milanese
della
Bassa
(
Castano
Primo
)
.
Vedendolo
agitarsi
con
la
bacchetta
del
maestro
abbiamo
pensato
a
Toscanini
proditoriamente
indotto
a
dirigere
la
banda
d
'
Affori
.
Chiaro
che
,
dopo
qualche
sciabolata
a
chieder
note
armoniose
,
sarebbe
zompato
urlando
dal
podio
...
Maschio
si
è
semplicemente
ritirato
in
un
angolino
della
ribalta
e
ha
fornito
i
suoi
numeri
di
controllo
,
dribbling
,
tocco
e
tiro
.
Buffon
gli
ha
parato
a
stento
-
però
da
campione
-
una
legnatona
lunga
e
beffarda
.
Era
il
10'
:
nessun
atalantino
era
mai
riuscito
a
concludere
un
'
azione
.
Nessun
atalantino
,
dopo
quella
prodezza
,
ha
mai
più
infastidito
Buffon
.
Maschio
ha
trotterellato
altero
e
distante
nella
sua
zona
di
interno
-
regista
.
Suarez
ha
torneato
come
e
quando
ha
voluto
in
lungo
e
in
largo
.
Ha
fatto
segnare
ed
è
perfino
venuto
a
noia
per
segnare
a
sua
volta
.
Ha
concluso
sette
volte
nel
primo
tempo
e
ben
undici
nel
secondo
.
Ha
colpito
un
palo
e
segnato
il
suo
bravo
gol
:
ma
avrebbe
voluto
insistere
e
forse
ha
fatto
male
.
Non
è
un
goleador
:
è
un
grande
interno
-
regista
che
farebbe
assai
bene
a
non
sprecarsi
in
bullerie
.
Il
campionato
è
lungo
(
ahi
quanto
!
)
e
l
'
Inter
lo
può
vincere
se
proprio
lui
,
Suarez
,
non
si
spreca
.
È
bellissimo
poter
criticare
una
squadra
che
segna
mezza
dozzina
di
gol
facendo
accademia
l
'
intero
secondo
tempo
.
È
una
soddisfazione
rara
.
Vorremmo
proprio
ci
toccasse
ogni
anno
.
E
forse
è
già
questo
l
'
anno
buono
...
Sissignore
,
Helenio
Herrera
.
Pensi
a
una
scappellata
d
'
un
Suo
avo
:
le
penne
di
struzzo
(
o
di
gallastrone
?
)
ripuliscono
il
terreno
davanti
ai
Suoi
piedi
augusti
.
Per
venti
minuti
ho
avuto
una
gran
paura
di
dover
ghignare
sulla
riesumazione
del
WM
.
All
'
Atalanta
venivano
offerti
spazi
grandiosi
.
Ma
l
'
offerta
era
piena
di
risaputo
sarcasmo
.
Quelle
tre
punte
della
banda
d
'
Affori
non
mettevano
insieme
un
arpeggio
neppure
per
sbaglio
.
Guarneri
toreava
il
bufalino
Nova
con
la
disinvolta
leggiadria
di
un
Ordoñez
o
di
un
Dominguin
.
Picchi
,
senza
strafare
,
controllava
pulitamente
Magistrelli
.
Masiero
ha
incornato
a
sua
volta
da
toro
per
i
primi
istanti
.
Poi
addirittura
ha
fatto
pases
da
vero
artista
della
plaza
.
Ha
toccato
con
misura
;
è
andato
perfino
a
battere
in
gol
.
Intorno
a
Maschio
,
sbacchettante
olimpico
nella
sua
metà
campo
,
Herrera
ha
messo
Luisito
Suarez
e
Pallino
Zaglio
.
Costui
,
propriamente
,
teneva
la
propria
zona
di
mediano
in
linea
con
Bolchi
(
il
quale
controllava
Christensen
,
rozzo
ma
non
inutile
acquisto
danese
)
.
Era
libero
come
un
uccello
:
e
poiché
il
suo
debole
è
il
tackle
,
non
certo
il
tocco
o
l
'
invenzione
costruttiva
,
la
mole
di
gioco
interista
sopraffaceva
nettamente
la
difesa
atalantina
.
Hitchens
e
Bettini
si
alternavano
in
temi
arrembanti
.
Corso
e
Mereghetti
caracollavano
in
appoggio
.
Il
portentoso
Cornetti
,
ciabattino
di
Romano
,
ha
strappato
lunghi
e
convinti
applausi
finché
gli
interisti
non
lo
hanno
cercato
sul
lato
mancino
.
Da
quella
parte
,
lesina
spuntata
,
Cornetti
non
fa
che
buchi
oltre
la
misura
.
Ha
provveduto
Corso
,
con
un
gran
balzo
felino
,
a
tagliare
la
prima
palla
in
diagonale
(
22'
:
su
tocco
delizioso
di
Suarez
alle
spalle
di
Rota
)
.
Cometti
era
squilibrato
a
destra
.
Poi
ha
volato
Hitchens
a
incornare
un
magnifico
traversoncino
di
Mereghetti
.
Poi
è
esploso
Bettini
:
e
ancora
Hitchens
.
Dopo
mezz
'
ora
,
la
partita
era
chiusa
.
Pubblico
lusingato
,
non
certo
in
delirio
.
Capivan
tutti
che
l
'
Atalanta
era
candida
e
povera
,
che
proprio
non
teneva
,
e
che
per
giunta
Maschio
faceva
un
recital
unicamente
pro
domo
sua
.
Fra
certi
musici
,
Toscanini
non
vale
:
meglio
uno
che
ci
dia
dentro
alla
brava
come
gli
altri
,
che
se
qualche
nota
stona
,
tanto
peggio
per
chi
l
'
ascolta
.
L
'
Atalanta
è
squadra
simpaticissima
:
le
mancano
,
purtroppo
,
le
tre
punte
avanzate
.
Il
resto
è
da
buona
,
onesta
figura
in
campionato
.
Che
abbia
resistito
22'
a
questa
Inter
è
già
grandioso
.
E
che
non
abbia
segnato
con
Maschio
è
miracolo
vero
(
di
Buffon
)
.
Alla
ripresa
,
calcio
se
n
'
è
visto
ancora
,
ma
di
pura
accademia
.
Gli
atalantini
non
hanno
più
lottato
.
A
turno
gli
interisti
cercavano
Cometti
.
E
sulla
sua
sinistra
passavano
.
Si
fa
presto
a
dire
,
48
conclusioni
in
una
partita
,
più
dieci
angoli
,
per
una
sola
squadra
!
Herrera
ha
richiamato
Mereghetti
a
tenere
il
centro
campo
,
Luisito
Suarez
ha
galleggiato
davanti
a
lui
:
ogni
palla
se
la
chiamava
con
un
bercio
imperioso
:
acà
(
o
come
si
dice
)
.
Molte
occasioni
hanno
sciupato
tutti
(
massime
Corso
)
.
Bettini
ha
compiuto
un
dribbling
aereo
da
lasciarci
di
stucco
.
Hitchens
ha
tentato
di
uccidere
il
coraggioso
Cornetti
con
una
legnata
di
destro
che
non
avrebbe
mai
dovuto
vibrare
.
In
compenso
,
Rota
l
'
ha
messo
a
terra
in
area
,
quando
già
Bettini
l
'
aveva
liberato
deviando
a
lui
un
tocco
sublime
di
Suarez
.
Era
stata
quella
una
delle
più
splendide
fasi
di
gioco
.
L
'
arbitro
ha
lasciato
correre
.
Però
la
spietata
furia
di
Hitchens
non
ci
è
piaciuta
.
Sarebbe
bastato
un
tocco
leggero
...
Niente
:
ha
sparato
fortissimo
di
destro
,
e
Cornetti
-
suicida
-
s
'
è
gettato
a
pararlo
sul
nascere
:
che
sicuramente
andava
a
150
orari
.
L
'
ha
colto
sul
costato
sinistro
:
uno
schianto
.
E
Dio
sa
come
abbia
potuto
reggersi
per
altri
due
minuti
!
Alla
fine
,
comprensibili
peana
.
Trombe
sonorissime
.
Campane
trillanti
.
Perfino
il
gracchiare
concitato
di
un
radiomegafono
.
Tutto
bene
.
Herrera
ha
promesso
adeguamenti
tattici
per
ogni
partita
.
La
prima
l
'
ha
azzeccata
con
il
wM
difensivo
e
con
l
'
M
all
'
attacco
.
Domenica
prossima
,
a
Roma
,
sarà
bene
che
Zaglio
rimanga
libero
...
alle
spalle
di
Guarneri
e
di
Bolchi
,
e
che
Mereghetti
si
prenda
cura
dell
'
interno
che
toccherebbe
a
Suarez
.
Questi
,
ad
ogni
modo
,
sono
anticipi
eccessivi
.
Ogni
tattica
è
buona
quando
si
vince
:
specialmente
se
si
vince
anche
alla
fine
.
Il
solo
pericolo
è
questo
:
che
l
'
Inter
palleggi
troppo
sottomisura
,
sottoponendo
i
centrocampisti
a
recuperi
pericolosi
.
La
cronaca
secca
.
Grandi
parate
di
Cometti
su
Bettini
e
Mereghetti
.
Fra
le
due
,
stupefacenti
,
il
volo
di
Buffon
a
fermare
il
lungo
proietto
di
Maschio
dopo
un
assolo
.
Al
22'
:
lancio
di
Picchi
a
Corso
:
avanzata
:
Suarez
chiama
il
triangolo
:
tocco
in
avanti
per
Corso
:
Rota
tagliato
fuori
:
balzo
di
Corso
a
gamba
tesa
sulla
palla
:
diagonale
assassino
sulla
sinistra
di
Cometti
.
Al
28'
,
Roncoli
segue
Bettini
sulla
sinistra
(
Colombo
,
sfuocato
,
è
ora
su
Mereghetti
,
ala
d
'
appoggio
)
.
Fallo
vistoso
e
goffo
di
Roncoli
.
Dall
'
estrema
sinistra
lo
batte
Suarez
cercando
Hitchens
:
traiettoria
troppo
alta
:
arriva
a
Mereghetti
:
costui
,
dribblando
a
ritroso
,
libera
elegantemente
il
sinistro
per
un
traversoncino
stupendo
:
Hitchens
ingobbisce
e
zompa
ad
ariete
:
Cometti
afferra
nuvole
:
il
crapottone
giallo
di
Hitchens
non
è
polenta
:
pota
,
Comett
!
:
bisognava
arrivarci
prima
col
pugno
:
è
il
2-0
.
Al
31'
,
Suarez
gioca
Pizzi
con
un
'
apertura
profonda
:
Pizzi
non
intercetta
:
fulmineo
irrompe
Bettini
:
un
destro
da
svellere
i
pali
:
3-0
.
Al
43'
,
Mereghetti
cade
sul
tackle
avversario
e
sopravviene
Zaglio
:
cerca
Bettini
in
area
:
Bettini
di
piatto
mette
all
'
indietro
(
idea
deliziosa
)
per
l
'
accorrente
ciclonico
Hitchens
:
destro
basso
diagonale
mancino
(
per
Cometti
)
:
carambola
in
rete
dalla
base
del
palo
.
Non
lo
parerebbe
il
diavolo
.
Intervallo
.
Gino
Patroni
dice
che
il
Tunisi
ha
acquistato
Asdrubale
,
però
non
segna
di
testa
.
Ripresa
:
notata
un
'
elegante
finta
di
Zaglio
per
Guarneri
.
Accademia
.
Ma
Christensen
azzoppa
il
Maciste
e
poi
gli
tende
la
mano
.
Maciste
,
bonazzo
,
accetta
.
Si
ripete
poco
dopo
e
Maciste
rifiuta
.
Corretti
sì
,
ma
non
ipocriti
.
Gol
sbagliati
(
uno
anche
da
Maschio
,
dopo
arrembanti
dribbling
:
arriva
a
Buffon
che
non
ne
ha
più
in
pancia
e
allora
gli
nasce
un
tiruccio
rachitico
)
.
Al
22'
Suarez
colpisce
il
palo
(
alla
sinistra
di
Cometti
)
:
al
23'
lo
sfiora
soltanto
(
alla
sinistra
di
Cometti
)
e
segna
il
5-0
.
Al
28'
,
visto
Hitchens
sventare
in
area
un
'
incursione
di
Nova
(
a
cornate
)
.
Al
33'
Suarez
si
degna
di
servire
Corso
:
pallonetto
squisito
per
Bettini
:
al
volo
,
diagonale
in
rete
(
alla
sinistra
di
Cometti
)
.
Meritate
ovazioni
.
Poi
il
rigore
di
Rota
:
il
tentato
omicidio
di
Hitchens
,
furia
gialla
.
Maschio
procura
a
Magistrelli
il
pallone
per
il
gol
della
bandiera
.
Magistrelli
ne
cava
una
stecca
.
E
allora
fischia
anche
Di
Tonno
.
A
casa
.
StampaQuotidiana ,
Milano
,
12
novembre
1961
-
MILAN
;
JUVENTUS
:
5-1
.
NOTE
:
Circa
60.000
spettatori
.
Crampi
a
Rivera
dal
30'
al
35'
del
secondo
tempo
.
Due
squadre
amministrate
in
modo
piuttosto
strano
hanno
opposto
ieri
a
San
Siro
le
loro
glorie
antiche
e
i
loro
acciacchi
presenti
.
Pioveva
a
scrosci
e
tirava
un
gran
vento
dall
'
est
,
che
porta
sempre
la
pioggia
in
Val
Padana
.
Umori
tetri
in
Rocco
,
al
quale
era
stato
negato
Rosa
a
vantaggio
di
un
glorioso
rudere
già
mollato
dal
Brasile
e
poi
dal
Boca
.
Qualcuno
lasciava
intendere
che
,
se
il
Milan
avesse
perduto
,
Rocco
se
ne
sarebbe
andato
spontaneamente
,
offeso
com
'
era
per
non
essere
stato
interpellato
nell
'
ultimo
acquisto
,
e
nemmeno
nel
penultimo
,
se
è
vero
che
da
un
mesetto
Gipo
Viani
lo
andava
sfruculiando
perché
appoggiasse
l
'
assunzione
di
Ghiggia
...
Rocco
improvvisava
l
'
ennesimo
attacco
con
questo
solo
vantaggio
:
di
non
aver
più
Greaves
fra
i
piedi
.
E
rilanciava
Salvadore
con
l
'
amatissima
maglia
numero
5
.
Dal
canto
suo
,
Parola
lamentava
l
'
assenza
di
Sivori
e
di
Mora
,
le
contusioni
di
Charles
e
di
Rosa
.
Ciononostante
,
aveva
dichiarato
alla
vigilia
che
avrebbe
fatto
il
WM
e
,
cosa
per
non
dir
altro
assai
strana
,
l
'
ha
fatto
davvero
,
lasciando
orfano
Bercellino
solo
soletto
su
Altafini
.
Vero
che
Leoncini
manteneva
la
zona
,
abbandonata
da
Dino
arretrante
su
Rosa
,
ma
stare
in
zona
senz
'
avversari
non
significa
proteggere
il
centromediano
,
significa
esser
male
guidati
dalla
panchina
.
Infilato
due
volte
in
7'
,
e
risparmiato
tre
altre
volte
in
18'
(
da
Altafini
)
,
Parola
ha
deciso
di
riconoscere
il
proprio
errore
al
28';
ha
mandato
Bercellino
sul
pari
-
classe
Barison
ed
ha
spostato
Garzena
in
centro
.
Né
questo
basta
.
Nella
ripresa
,
quando
la
Juventus
ha
iniziato
il
forcing
,
su
Altafini
è
stato
lasciato
Leoncini
e
Garzena
è
rimasto
libero
.
Che
aspettate
a
far
un
tecnico
del
vostro
figliolo
meno
bravo
in
latino
o
in
matematica
?
Io
comunque
non
sono
della
parrocchia
juventina
e
segnalo
queste
stranezze
per
dovere
critico
,
non
solo
,
ma
anche
per
limitare
i
peana
al
Milan
.
Che
cosa
vale
,
in
effetti
,
questa
squadra
pur
mo
'
nata
dai
maneggi
di
mercato
e
dalle
convinzioni
tattiche
di
Rocco
?
Le
mancano
due
ali
serie
e
un
regista
capace
anche
di
correre
.
In
tutto
il
resto
,
quando
non
gigioneggia
,
soddisfa
quasi
appieno
.
Dino
Sani
sa
giocare
a
calcio
.
Non
è
uomo
di
marcatura
,
bensì
di
posizione
:
e
aver
posizione
da
centrocampisti
significa
esser
grandi
.
Tocca
molto
bene
;
lancia
benissimo
.
Ha
esordito
sotto
l
'
acquivento
,
al
freddo
,
dunque
in
ambiente
per
lui
ostile
.
Il
suo
esordio
va
considerato
positivo
.
Deve
soltanto
fissare
qualche
schema
con
Altafini
e
Barison
.
Nella
ripresa
ha
avuto
buon
senso
...
nel
contenersi
.
Il
maggior
dinamismo
di
Rosa
lo
umiliava
.
Lui
andava
al
passo
.
Ma
i
palloni
rimediati
spigolando
li
ha
quasi
tutti
sistemati
bene
.
Ghiggia
è
il
vecchio
castrone
che
sappiamo
.
Quando
si
sarà
rassegnato
all
'
essenziale
,
senza
intraprendere
goffi
dribbling
fondati
sullo
scatto
(
che
non
ha
più
)
,
il
Milan
avrà
in
lui
un
ottimo
rifinitore
.
È
intelligente
,
il
marrano
,
sa
quel
che
ci
vuole
.
In
linea
con
Rivera
e
avanti
a
Dino
Sani
,
può
costituire
un
magnifico
reparto
di
lancio
e
di
appoggio
per
Barison
e
Altafini
,
a
patto
che
questi
due
crapottoni
di
gran
possa
si
muovano
per
tempo
a
dettare
il
passaggio
.
In
contropiede
sono
temibili
sempre
e
sparano
a
rete
come
pochi
,
sanno
giocare
alto
...
Altafini
ha
esploso
quattro
tiri
-
gol
.
Avrebbe
dovuto
segnare
sei
o
sette
volte
.
Come
dire
di
un
goleador
così
felice
e
fortunato
che
ha
soddisfatto
a
metà
?
In
effetti
,
non
è
stato
un
fenomeno
.
Ma
ha
segnato
quattro
gol
,
buon
Dio
.
Giocasse
sempre
così
male
,
e
nel
Milan
e
in
maglia
azzurra
!
Importante
è
però
che
abbia
capito
di
dover
tirare
sempre
,
vicino
o
lontano
che
sia
.
Lo
stesso
Barison
,
cercato
in
profondità
,
ha
soddisfatto
.
Dimenticato
,
è
riapparso
per
sbagliare
un
gol
e
farne
fare
un
altro
:
che
più
?
Se
il
Milan
potesse
contare
su
un
Dino
più
sicuro
di
costruire
per
qualcuno
e
sul
portentoso
Rivera
che
abbiamo
veduto
oggi
,
nessuno
potrebbe
escludere
un
suo
ritorno
alla
ribalta
dei
protagonisti
.
Rivera
ha
compiuto
in
scioltezza
le
prodezze
che
Rosa
ha
compiuto
ringhiando
.
Questa
è
la
differenza
fra
i
due
,
che
sono
stati
i
migliori
in
campo
.
Altafini
stava
spesso
a
guardare
Rivera
con
l
'
aria
allocchita
:
fosse
scattato
a
tempo
,
quale
altro
diluvio
!
Il
terreno
era
tale
che
non
bisognava
illudersi
di
compiere
squisitezze
sul
tocco
o
sul
dribbling
.
Il
solo
che
l
'
ha
capito
bene
è
stato
l
'
ottimo
David
,
e
ha
fatto
male
Ghiggia
a
non
servirlo
quando
scattava
sull
'
ala
(
se
ne
ricordi
)
.
La
difesa
del
Milan
ha
preteso
troppo
dalla
propria
abilità
di
palleggio
.
Spesso
la
palla
restava
in
area
e
gli
spaventi
sono
stati
molti
.
Lo
stesso
Trap
ha
mancato
respinte
che
s
'
imponevano
e
Radice
ancor
più
di
lui
.
Buono
è
stato
il
ritorno
di
Salvadore
.
Onesta
la
prestazione
di
Maldini
sull
'
ala
.
Liberalato
ha
gigioneggiato
(
da
allocco
)
come
i
compagni
sulle
rimesse
:
fra
i
pali
,
un
signor
portiere
.
Che
il
terreno
fosse
nemico
delle
difese
dimostrano
queste
cifre
:
il
Milan
ha
concluso
20
volte
(
con
3
angoli
)
nel
primo
tempo
e
13
(
con
due
angoli
)
nel
secondo
.
La
Juventus
10
volte
nel
primo
e
18
nel
secondo
.
Il
Milan
ha
marcato
Charles
con
Trap
e
Nicolè
(
centravanti
autentico
)
con
Radice
.
Sani
avrebbe
dovuto
marcare
Rosa
.
Delle
marcature
juventine
si
è
detto
.
Aggiungo
che
Rivera
veniva
marcato
da
Emoli
,
non
meno
smarrito
dei
compagni
,
ma
corretto
.
Già
al
2'
,
passa
il
Milan
.
Leoncini
perde
la
palla
su
Ghiggia
:
due
dribbling
:
Altafini
non
si
muove
:
mentre
inveisco
a
lui
,
Ghiggia
lo
serve
:
e
Altafini
prima
ancora
che
gli
arrivi
addosso
Bercellino
esplode
il
destro
basso
da
15
metri
:
gol
.
A15'
,
Rosa
si
libera
indietro
su
Bercellino
:
controllo
errato
:
palla
ad
Altafini
che
,
libero
,
tenta
la
finezza
di
piatto
destro
e
sorvola
la
traversa
.
Bercellino
lo
serve
meglio
al
7'
:
sentite
:
Salvadore
a
Dino
,
ad
Altafini
a
Rivera
che
sbaglia
il
passaggio
e
dà
sul
piede
di
Bercellino
:
nuovo
controllo
errato
:
Altafini
è
di
nuovo
solo
e
non
sbaglia
.
Comunque
colpita
,
questa
palla
diventa
un
proietto
imprendibile
per
i
portieri
.
Al
12'
,
Barison
pianta
Garzena
lanciando
se
stesso
:
crossa
basso
,
forte
,
bene
:
arriva
Altafini
e
da
tre
metri
manca
la
deviazione
.
Sciagurato
!
Al
18'
,
Rivera
imita
al
tiro
il
Trap
:
Anzolin
non
arresta
:
Altafini
manca
il
rimpallo
.
Scalogna
e
mancanza
di
agilità
.
Piove
.
Ma
il
gioco
è
onesto
.
Applausi
per
Dino
che
,
in
dribbling
,
si
libera
di
tutti
per
toccare
a
Liberalato
.
Forcing
della
Juve
.
Al
28'
,
Altafini
crossa
per
Barison
al
centro
:
clamoroso
buco
.
Povrazz
.
Al
37'
,
fallo
di
Ghiggia
su
Leoncini
al
limite
sinistro
:
batte
Rosa
di
collo
destro
e
splendidamente
segna
uccellando
Liberalato
.
Sul
2-1
,
tutto
ritorna
in
gioco
.
La
Juventus
si
ammucchia
davanti
a
Liberalato
.
Altafini
libera
Barison
che
,
tardo
,
telefona
il
tiro
ad
Anzolin
(
45'
)
.
Legnata
di
Ghiggia
fuori
di
un
'
unghia
al
fischio
del
45'
.
Ripresa
.
Catenaccio
juventino
(
sic
!
)
:
e
forcing
.
S
'
impapera
per
la
presunzione
di
far
palleggio
la
difesa
milanista
al
6'
:
Rossano
da
destra
crossa
e
Charles
incorna
fuori
a
sinistra
la
palla
-
gol
.
Non
è
tutto
.
Al
7'
Emoli
scende
e
crossa
alto
dall
'
estrema
:
Liberalato
smanaccia
alla
men
peggio
verso
Rossano
e
cade
:
lo
juventino
batte
verso
la
porta
e
Liberalato
,
a
terra
,
può
bloccare
.
In
un
minuto
,
mancato
due
volte
il
pareggio
.
Grigia
per
il
Milan
;
Dino
assiste
alle
rabbiose
folate
dí
Rosa
.
Questo
annoto
e
,
ironia
,
proprio
al
17'
Sarti
commette
mani
su
un
lancio
di
David
.
Apre
la
punizione
lo
stesso
David
a
Ghiggia
che
,
evitato
l
'
arbitro
,
traversa
basso
.
Area
deserta
:
il
traversone
arriva
a
tre
metri
dal
palo
di
destra
:
qui
piomba
Rivera
e
spacca
in
rete
.
Pesci
,
dalle
parti
di
Anzolin
.
Ora
è
fatta
.
Al
23'
,
Salvadore
caracolla
fuori
area
in
dribbling
e
dà
a
Dino
,
e
questi
lancia
stupendamente
Altafini
:
esce
a
vuoto
Anzolin
ma
Altafini
non
vuol
battere
troppo
da
destra
e
allora
si
accentra
in
dribbling
e
Anzolin
,
già
steso
,
gli
ghermisce
la
palla
.
Al
31'
,
Altafini
viene
liberato
da
Rivera
ma
...
preferisce
appoggiare
a
Barison
:
legnatona
:
palla
-
gol
alle
stelle
.
Al
32'
,
un
gaudioso
miracolo
.
Il
Trap
dribbla
e
dà
a
Barison
in
centro
:
costui
vince
un
dribbling
di
finta
(
sissignori
)
e
libera
Altafini
sulla
sinistra
:
proietto
basso
,
Anzolin
beffato
.
E
non
passa
un
minuto
che
David
fionda
avanti
a
fil
di
pozzanghera
:
Garzena
sballa
l
'
entrata
su
Altafini
,
e
anche
Anzolin
sballa
l
'
uscita
:
Altafini
,
birbone
,
accompagna
la
palla
in
rete
.
Cinque
.
«
Che
,
sei
ammattito
?
»
domanda
Sivori
ad
Altafini
.
Forse
.
StampaQuotidiana ,
Santiago
,
2
giugno
1962
-
CILE
-
ITALIA
:
2-0
.
Uomini
siate
e
non
pecore
matte
!
È
questo
il
solo
commento
valido
dopo
la
ripugnante
degradazione
dello
sport
cui
ho
assistito
in
questa
luminosa
giornata
dell
'
autunno
cileno
.
Era
un
viaggio
nato
disgraziato
sotto
moltissimi
aspetti
,
e
lo
sentivo
.
Oggi
ogni
nodo
è
venuto
al
pettine
,
tristemente
,
e
lo
sdegno
mi
impedisce
ogni
considerazione
a
favore
degli
azzurri
,
colpevoli
essi
stessi
come
i
cileni
,
più
modesti
,
e
moralmente
drogati
come
già
avevo
detto
.
Gli
errori
erano
cominciati
in
Italia
dalla
scelta
dei
tecnici
e
dalla
irresolutezza
di
Spadacini
,
che
pure
aveva
sottomano
in
casa
un
Viani
e
un
Rocco
,
e
che
mancò
l
'
ottima
occasione
di
togliersi
fuori
all
'
epoca
del
suo
lutto
.
Si
lasciò
poi
l
'
Italia
anche
discretamente
preparati
,
però
qualche
uomo
buono
è
rimasto
a
casa
e
qualche
brocco
è
stato
portato
qui
.
All
'
esordio
con
la
Germania
si
ebbe
la
sfortuna
di
trovare
un
arbitro
scozzese
che
sopportò
le
brutalità
apparentemente
oneste
dei
tedeschi
e
che
riprese
le
ritorsioni
vistose
degli
italiani
,
maleducati
e
poco
furbi
.
La
tremenda
battaglia
ci
esaltò
per
il
coraggio
agonistico
dei
nostri
,
ma
anche
preparò
l
'
ambiente
per
le
reazioni
dei
cileni
,
già
montati
da
una
campagna
di
stampa
a
causa
di
articoli
sciagurati
contro
il
Cile
.
Le
disgrazie
continuarono
quando
scioccamente
si
volle
andar
contro
il
destino
rifiutando
l
'
arbitro
spagnolo
Gardeazabal
e
pretendendo
l
'
inglese
Aston
.
Bene
:
costui
aveva
danneggiato
il
Cile
in
una
precedente
occasione
,
e
già
si
era
ingraziato
il
pubblico
sopportando
i
pestaggi
contro
gli
svizzeri
.
Si
ripeteva
il
pericolo
che
consentisse
le
entrate
fallose
di
gioco
,
ma
non
le
volontarie
ritorsioni
.
E
così
è
stato
.
I
tecnici
italiani
avevano
giustamente
valutato
come
modesta
l
'
avversaria
,
ma
hanno
sbagliato
la
formazione
immettendo
un
David
imbrocchito
paurosamente
da
mesi
,
e
un
Mora
per
giunta
capitano
(
sarebbe
come
nominare
me
presidente
della
Lega
Anti
-Fumo...)
.
L
'
incontro
si
annunciava
tuttavia
difficile
soltanto
per
la
situazione
psicologica
e
l
'
arbitraggio
.
Gli
italiani
,
disposti
bene
,
erano
partiti
all
'
attacco
,
sicuri
,
tuttavia
si
era
subito
rivelata
l
'
insufficienza
di
David
nel
tenere
Leonel
Sánchez
:
ogni
entrata
un
fallo
.
Il
primo
decisivo
incidente
avviene
al
4'
per
un
'
entrata
di
Tumburus
su
Landa
.
I
giocatori
si
assembrano
,
e
si
vede
David
alzare
le
mani
su
Leonel
Sánchez
,
e
Rojas
picchiarlo
,
poi
David
rispondere
,
sicché
Rojas
si
butta
a
terra
fingendosi
morto
e
eccitando
un
parapiglia
.
L
'
arbitro
già
qui
avrebbe
dovuto
espellere
David
e
Rojas
.
Riprende
il
gioco
al
7'
,
e
Landa
insegue
Ferrini
,
calciandolo
al
fianco
:
Ferriní
,
sciocco
,
sicuramente
drogato
oltre
il
lecito
,
esplode
un
calcione
volante
,
che
non
coglie
Landa
ma
è
visto
dall
'
arbitro
.
Aston
decide
l
'
espulsione
del
solo
Ferrini
,
e
sorge
un
nuovo
parapiglia
,
in
cui
si
vede
Maschio
steso
knock
-
out
da
un
pugno
di
Leonel
Sánchez
che
gli
ha
fracassato
il
setto
nasale
.
Invano
gli
azzurri
invocano
l
'
intervento
dell
'
arbitro
:
se
fosse
stato
spagnolo
,
bene
o
male
li
avrebbe
capiti
...
Maschio
deve
rimettersi
in
piedi
,
mentre
Ferrini
esce
piangendo
:
insisto
,
in
anormali
condizioni
psichiche
.
Anzi
,
psicoaminiche
.
Riprende
il
gioco
dopo
un
bel
pezzo
.
Maschio
deve
arretrare
a
marcar
Toro
,
e
incomincia
le
vendette
:
soprattutto
,
stordito
,
entra
vistosamente
greve
.
Il
Cile
attacca
,
e
ovviamente
dei
nostri
restano
in
attacco
solo
Altafini
e
Menichelli
.
David
seguita
ad
intervenire
da
broccone
su
Sánchez
,
ma
la
squadra
tiene
bene
,
la
difesa
si
batte
,
e
i
cileni
sono
incapaci
di
liberare
una
sola
volta
un
uomo
verso
il
gol
.
Al
contrario
,
gli
italiani
sfiorano
la
rete
al
34'
:
Menichelli
lancia
Mora
sulla
sinistra
:
ottimo
cross
,
e
Altafini
sbuca
libero
sulla
destra
,
incornando
da
sei
-
sette
metri
ma
buttando
fuori
sulla
sinistra
di
Escuti
.
Sciupata
questa
palla
-
gol
per
noi
!
Il
gioco
è
miserrimo
per
la
modestia
dei
cileni
,
che
ruminano
noiose
meline
senza
sbocchi
.
In
tutto
il
primo
tempo
il
Cile
ha
fornito
sei
conclusioni
(
tutte
fuori
,
tranne
due
punizioni
comode
per
Mattrel
)
.
Al
41'
l
'
episodio
decisivo
:
David
e
Leonel
Sánchez
si
disputano
la
palla
sulla
bandierina
,
e
David
da
tergo
tenta
il
tackle
,
scalciando
in
verità
sul
tendine
d
'
Achille
di
Leonel
Sánchez
,
il
quale
infuriato
si
volta
e
piazza
un
gran
pugno
al
volto
di
David
.
Questi
si
butta
a
terra
fingendo
il
KO
,
e
ora
come
minimo
Aston
dovrebbe
espellere
il
cileno
.
Niente
.
Entra
ancora
in
campo
la
polizia
e
divide
i
giocatori
.
Al
45'
(
secondo
l
'
orologio
,
ma
ormai
tra
una
cosa
e
l
'
altra
si
è
persa
una
decina
abbondante
di
minuti
)
David
a
centro
campo
urta
con
un
piede
alzato
da
omicida
la
testa
del
solito
Leonel
,
e
il
pubblico
s
'
inferocisce
:
allora
Aston
spedisce
via
anche
David
.
A
questo
punto
bisognerebbe
ritirare
la
squadra
,
accentuando
l
'
insolente
idiozia
dell
'
arbitro
.
Invece
si
rigioca
in
un
clima
vergognoso
:
gli
italiani
si
sentono
defraudati
e
picchiano
,
gli
altri
rispondono
.
I
cileni
,
modestissimi
,
avanzano
con
la
palla
finché
è
chiuso
ogni
sbocco
.
L
'
arbitro
fischia
la
fine
del
tempo
al
52'
,
recuperando
solo
sette
minuti
di
tredici
che
non
si
era
giocato
.
Uscendo
,
Salvadore
,
accenna
a
rifilare
una
testata
al
segnalinee
messicano
,
colpevole
di
non
aver
segnalato
all
'
arbitro
il
pugno
di
Sánchez
a
David
.
Al
rientro
,
gli
italiani
si
illudono
di
poter
condurre
fino
al
90'
il
risultato
bianco
,
e
il
solo
Altafini
resta
a
centro
campo
fra
Contreras
e
Raul
Sánchez
.
In
difesa
tutti
gli
altri
,
con
Menichelli
terzino
sinistro
e
Robotti
a
destra
,
con
Salvadore
libero
e
Janich
su
Landa
.
I
cileni
melinano
sicuri
,
ma
trovano
i
varchi
sbarrati
.
I
nostri
continuano
ad
entrar
duri
,
e
già
al
l
'
Mora
(
oh
degno
capitano
)
dà
un
pugno
nella
schiena
a
Contreras
.
Vorrei
sprofondare
,
andarmene
,
e
non
illudermi
-
come
invece
faccio
-
che
gli
azzurri
possano
condurre
in
porto
il
pareggio
:
fatalmente
moriranno
,
battendosi
contro
due
avversari
di
troppo
.
Cadono
infatti
al
29'
,
per
una
punizione
determinata
dal
solito
fallo
di
Maschio
su
Toro
.
Questi
batte
una
lunga
punizione
su
Mattrel
,
che
ora
ha
il
sole
cadente
negli
occhi
:
il
portiere
bravamente
respinge
di
pugno
,
ma
purtroppo
riprende
Ramírez
,
libero
,
e
con
un
bel
colpo
di
testa
infila
da
una
decina
di
metri
l
'
angolino
sinistro
,
con
Mattrel
ancora
fuori
.
Adesso
gli
italiani
si
avventano
in
patetico
WM
,
alla
ricerca
del
pareggio
.
Purtroppo
Mora
è
sfessato
e
brocco
,
Altafini
stanco
per
le
inutili
corse
contro
avversari
schierati
a
ricevere
le
respinte
lunghe
della
nostra
difesa
.
Soltanto
gente
di
classe
e
in
forma
avrebbe
potuto
«
alleggerire
»
palleggiando
:
ma
Maschio
era
intronato
dal
pugno
,
Mora
mediocre
,
Menichelli
stanco
,
Ferrini
espulso
.
Fatalmente
dovevano
passare
ancora
gli
animosi
,
arcigni
cileni
,
protetti
da
arbitro
e
pubblico
.
Gli
azzurri
non
andarono
oltre
una
conclusione
al
34'
,
ma
Mora
pretese
di
sparare
a
rete
da
trenta
metri
,
e
buttò
ignobilmente
fuori
.
Mattrel
compì
grandi
,
avventurose
parate
su
Fouilleux
,
Sánchez
,
Toro
,
ma
al
40'
costui
in
discesa
leonina
esplose
da
venti
metri
un
destro
basso
che
sorprese
tutti
.
E
poi
ancora
pestaggi
.
Pecore
matte
!
Ora
sappiamo
,
dopo
la
brillante
campagna
antidoping
,
perché
i
nostri
giocatori
siano
tanto
isterici
.
L
'
incompetenza
tecnica
,
la
mancanza
di
coraggio
e
di
esperienza
dei
dirigenti
federali
hanno
condotto
a
tutto
ciò
.
Dire
chi
sia
stato
bravo
mi
sembra
grottesco
.
Il
migliore
senza
dubbio
Mattrel
,
poi
i
due
bolognesi
e
Salvadore
.
Gli
altri
o
nulli
o
impotenti
.
Un
disastro
.
Torneremo
fra
le
solite
pernacchie
.
E
Spadacini
tornerà
ai
suoi
interessi
,
e
Mazza
ai
suoi
interruttori
elettrici
e
ai
suoi
affarucci
da
provincia
calcistica
.
E
Ferrari
riavrà
la
Nazionale
,
perché
tanto
è
stipendiato
,
e
poi
è
abituato
alle
brutte
figure
.
Pasquale
resterà
alle
sue
presidenze
,
Rizzoli
otterrà
il
mutuo
per
il
villaggio
del
Milan
,
e
Moratti
imporrà
il
ritorno
di
Herrera
.
Il
nostro
calcio
superficiale
ha
quel
che
si
merita
.
Soltanto
,
mi
piacerebbe
sapere
domani
la
dose
delle
amine
psicotoniche
.
StampaQuotidiana ,
Il
mattino
del
25
domenica
Mussolini
si
recò
,
come
faceva
da
quasi
21
anni
,
all
'
ufficio
,
dove
giunse
verso
le
nove
.
Nelle
prime
ore
del
mattino
erano
state
poste
in
circolazione
voci
fantastiche
sulla
seduta
del
Gran
Consiglio
,
ma
l
'
aspetto
della
città
inondata
dal
grande
sole
estivo
sembrava
abbastanza
tranquillo
.
Lo
Scorza
non
si
fece
vivo
,
ma
telefonò
per
dire
che
«
la
notte
aveva
portato
consiglio
e
che
v
'
erano
delle
resipiscenze
in
giro
»
.
«
Troppo
tardi
!
»
rispose
Mussolini
.
Infatti
,
di
lì
a
poco
,
giunse
la
famosa
lettera
di
Cianetti
,
nella
quale
egli
si
pentiva
amaramente
di
aver
votato
l
'
ordine
del
giorno
Grandi
del
quale
non
aveva
rilevato
la
gravità
,
si
dimetteva
da
Ministro
delle
Corporazioni
e
chiedeva
di
essere
immediatamente
richiamato
nella
sua
qualità
di
capitano
di
artiglieria
alpina
.
È
questa
lettera
alla
quale
Mussolini
non
diede
alcuna
risposta
che
salvò
più
tardi
la
vita
al
suo
autore
.
Grandi
sin
dalle
prime
ore
del
mattino
si
era
reso
irreperibile
e
fu
cercato
invano
.
Anche
la
M.V.S.N.
faceva
sapere
dal
Comando
che
non
c
'
erano
novità
.
Il
generale
Galbiati
fu
invitato
a
Palazzo
Venezia
,
per
le
ore
13
.
Verso
le
11
,
il
sottosegretario
all
'
Interno
Albini
portò
al
Duce
il
solito
mattinale
,
contenente
le
notizie
delle
ultime
ventiquatt
'
ore
.
Di
notevole
e
penoso
c
'
era
il
primo
grave
bombardamento
di
Bologna
.
Sbrigato
il
rapporto
,
Mussolini
domandò
ad
Albini
:
«
Perché
avete
votato
ieri
sera
l
'
ordine
del
giorno
Grandi
?
Voi
siete
ospite
,
non
membro
del
Gran
Consiglio
»
.
Il
piccolo
Albini
parve
imbarazzato
dalla
domanda
,
arrossì
e
si
profuse
in
enfatiche
dichiarazioni
di
questo
genere
:
«
Posso
avere
commesso
un
errore
,
ma
nessuno
può
mettere
nel
minimo
dubbio
la
mia
assoluta
devozione
a
voi
,
devozione
che
non
è
di
oggi
,
ma
di
sempre
»
.
E
si
allontanò
con
la
sua
livida
faccia
di
autentico
traditore
,
che
implorerà
invano
un
posto
da
Badoglio
facendo
lunghe
anticamere
e
offrendosi
per
ogni
basso
servigio
.
Poco
dopo
,
Mussolini
incaricò
il
suo
segretario
particolare
di
telefonare
al
generale
Puntoni
per
sapere
a
quale
ora
del
pomeriggio
il
re
sarebbe
stato
disposto
a
ricevere
il
Capo
del
Governo
,
aggiungendo
che
si
sarebbe
recato
all
'
incontro
in
abito
civile
.
Il
generale
Puntoni
rispose
che
il
re
avrebbe
ricevuto
Mussolini
a
Villa
Ada
alle
ore
17
.
Il
Segretario
del
Partito
si
fece
nuovamente
vivo
con
questa
comunicazione
:
«
Ecco
la
lettera
che
proporrei
di
inviare
ai
componenti
del
Gran
Consiglio
:
Il
Duce
mi
incarica
di
comunicarti
che
,
avendo
convocato
il
Gran
Consiglio
secondo
quanto
dispone
la
legge
9
dicembre
1928
per
consultarlo
sull
'
attuale
situazione
politica
,
ha
preso
atto
dei
vari
ordini
del
giorno
presentati
e
delle
tue
dichiarazioni
»
.
Sembra
,
da
questa
comunicazione
,
che
non
fu
praticamente
trasmessa
e
sarebbe
stato
inutile
farlo
,
che
lo
Scorza
prevedesse
uno
sviluppo
normale
della
situazione
stessa
.
Verso
le
13
,
accompagnato
dal
sottosegretario
Bastianini
,
giunse
a
Palazzo
Venezia
l
'
ambasciatore
del
Giappone
,
Hidaka
,
al
quale
Mussolini
fece
una
relazione
sul
convegno
di
Feltre
.
Il
colloquio
durò
circa
un
'
ora
.
Alle
14
il
Duce
,
accompagnato
dal
generale
Galbiati
,
si
recò
a
visitare
il
quartiere
Tiburtino
,
che
era
stato
particolarmente
devastato
dall
'
incursione
terroristica
del
19
luglio
.
Il
Duce
venne
circondato
dalla
folla
dei
sinistrati
e
acclamato
.
Alle
15
rientrò
a
Villa
Torlonia
.
Alle
16,50
giunse
a
Villa
Torlonia
il
segretario
particolare
e
Mussolini
si
recò
con
lui
a
Villa
Ada
.
Il
Duce
era
assolutamente
tranquillo
.
Egli
portò
con
sé
un
libro
contenente
la
legge
del
Gran
Consiglio
,
la
lettera
del
Cianetti
e
altre
carte
,
dalle
quali
risultava
che
l
'
ordine
del
giorno
del
Gran
Consiglio
non
impegnava
nessuno
,
data
la
funzione
consultiva
dell
'
organo
stesso
.
Mussolini
pensava
che
il
re
gli
avrebbe
ritirato
la
delega
del
10
giugno
1940
,
riguardante
il
comando
delle
Forze
armate
,
delega
che
il
Duce
aveva
già
da
tempo
in
animo
di
restituire
.
Mussolini
entrò
quindi
a
Villa
Ada
con
l
'
animo
assolutamente
sgombro
da
ogni
prevenzione
,
in
uno
stato
che
visto
a
distanza
potrebbe
chiamarsi
di
vera
e
propria
ingenuità
.
Alle
17
in
punto
l
'
auto
entrò
dai
cancelli
spalancati
della
Salaria
.
C
'
era
in
giro
e
nell
'
interno
un
rinforzo
di
carabinieri
,
ma
la
cosa
non
parve
eccezionale
.
Il
re
,
vestito
da
Maresciallo
,
era
sulla
porta
della
villa
.
Nell
'
interno
del
vestibolo
stazionavano
due
ufficiali
.
Entrati
nel
salotto
,
il
re
,
in
uno
stato
di
anormale
agitazione
,
coi
tratti
del
viso
sconvolti
,
con
parole
mozze
,
disse
quanto
segue
:
«
Caro
Duce
,
le
cose
non
vanno
più
.
L
'
Italia
è
in
"
tocchi
"
.
L
'
Esercito
è
moralmente
a
terra
.
I
soldati
non
vogliono
più
battersi
.
Gli
alpini
cantano
una
canzone
nella
quale
dicono
che
non
vogliono
più
fare
la
guerra
per
conto
di
Mussolini
»
(
il
re
ripeté
in
dialetto
piemontese
i
versi
della
canzone
)
.
«
Il
voto
del
Gran
Consiglio
è
tremendo
.
Diciannove
voti
per
l
'
ordine
del
giorno
Grandi
:
fra
di
essi
quattro
Collari
dell
'
Annunziata
.
Voi
non
vi
illudete
certamente
sullo
stato
d
'
animo
degli
Italiani
nei
vostri
riguardi
.
In
questo
momento
voi
siete
l
'
uomo
più
odiato
d
'
Italia
.
Voi
non
potete
contare
più
su
di
un
solo
amico
.
Uno
solo
vi
è
rimasto
,
io
.
Per
questo
vi
dico
che
non
dovete
avere
preoccupazioni
per
la
vostra
incolumità
personale
che
farò
proteggere
.
Ho
pensato
che
l
'
uomo
della
situazione
è
,
in
questo
momento
,
il
Maresciallo
Badoglio
.
Egli
comincerà
col
formare
un
Ministero
di
funzionari
,
per
l
'
amministrazione
e
per
continuare
la
guerra
.
Fra
sei
mesi
vedremo
.
Tutta
Roma
è
già
a
conoscenza
dell
'
ordine
del
giorno
del
Gran
Consiglio
e
tutti
attendono
un
cambiamento
»
.
Mussolini
rispose
:
«
Voi
prendete
una
decisione
di
una
gravità
estrema
.
La
crisi
in
questo
momento
significa
far
credete
al
popolo
che
la
pace
è
in
vista
,
dal
momento
che
viene
allontanato
l
'
uomo
che
ha
dichiarato
la
guerra
.
Il
colpo
al
morale
dell
'
Esercito
sarà
serio
.
Se
i
soldati
alpini
o
no
non
vogliono
più
fare
la
guerra
per
Mussolini
non
ha
importanza
,
purché
siano
disposti
a
farla
per
voi
.
La
crisi
sarà
considerata
un
trionfo
del
binomio
Churchill
-
Stalin
,
soprattutto
di
quest
'
ultimo
che
vede
il
ritiro
di
un
antagonista
da
venti
anni
in
lotta
contro
di
lui
.
Mi
rendo
conto
dell
'
odio
del
popolo
.
Non
ho
avuto
difficoltà
a
riconoscerlo
stanotte
in
pieno
Gran
Consiglio
.
Non
si
governa
così
a
lungo
e
non
si
impongono
tanti
sacrifici
senza
che
ciò
provochi
risentimenti
più
o
meno
fugaci
e
duraturi
.
Ad
ogni
modo
io
auguro
buona
fortuna
all
'
uomo
che
prenderà
in
mano
la
situazione
»
.
Erano
esattamente
le
17
e
20
quando
il
re
accompagnò
Mussolini
sulla
soglia
della
casa
.
Era
livido
e
sembrava
ancora
più
piccolo
,
quasi
rattrapito
.
Strinse
la
mano
a
Mussolini
e
rientrò
.
Mussolini
scese
la
breve
scalinata
e
avanzò
verso
la
sua
automobile
.
A
un
tratto
un
capitano
dei
carabinieri
lo
fermò
e
gli
disse
testualmente
:
«
S
.
M
.
mi
incarica
di
proteggere
la
vostra
persona
»
.
Mussolini
fece
ancora
atto
di
dirigersi
verso
la
sua
macchina
,
ma
il
capitano
,
indicando
un
'
auto
-
ambulanza
che
stazionava
vicino
,
gli
disse
:
«
No
.
Bisogna
salire
qui
»
.
Mussolini
montò
sull
'
auto
-
ambulanza
e
con
lui
il
segretario
De
Cesare
.
Insieme
col
capitano
salirono
un
tenente
,
tre
carabinieri
e
due
agenti
in
borghese
che
si
misero
sullo
sportello
d
'
ingresso
,
armati
con
fucili
-
mitragliatori
.
Chiuso
lo
sportello
,
l
'
auto
-
ambulanza
partì
a
grande
velocità
.
Mussolini
pensava
sempre
che
tutto
ciò
accadesse
per
proteggere
,
come
aveva
detto
il
re
,
la
sua
"
incolumità
personale
"
.
Dopo
una
mezz
'
ora
di
corsa
,
l
'
auto
-
ambulanza
si
fermò
a
una
caserma
di
carabinieri
.
La
palazzina
aveva
le
finestre
chiuse
,
ma
Mussolini
poté
vedere
che
era
circondata
da
sentinelle
con
baionetta
inastata
,
mentre
un
ufficiale
sedette
in
permanenza
nella
stanza
attigua
.
Qui
Mussolini
restò
circa
un
'
ora
e
quindi
,
sempre
nell
'
auto
-
ambulanza
,
fu
portato
nella
caserma
allievi
-
carabinieri
.
Erano
le
19
.
Il
vice
-
comandante
della
Scuola
parve
emozionato
quando
lo
vide
arrivare
ed
ebbe
parole
generiche
di
simpatia
.
In
seguito
fu
accompagnato
nella
stanza
adibita
ad
ufficio
del
comandante
la
Scuola
,
colonnello
Tabellini
,
mentre
nella
stanzetta
vicina
si
mise
di
guardia
un
ufficiale
.
Nelle
ore
della
sera
alcuni
ufficiali
dei
carabinieri
si
recarono
a
trovare
Mussolini
.
Fra
gli
altri
il
Chirico
,
Bonitatibus
,
Santillo
,
coi
quali
si
parlò
di
cose
generiche
.
Fu
detto
che
si
trattava
sempre
di
proteggerlo
e
che
era
stato
affidato
precisamente
all
'
Arma
questo
delicatissimo
mandato
.
Mussolini
non
toccò
cibo
.
Chiesto
di
uscire
,
egli
fu
accompagnato
da
un
ufficiale
lungo
il
corridoio
.
Mussolini
notò
allora
che
ben
tre
carabinieri
montavano
di
sentinella
alla
porta
dell
'
ufficio
situato
al
secondo
piano
.
Fu
allora
che
meditando
nella
stanza
si
affacciò
per
la
prima
volta
alla
mente
di
Mussolini
il
dubbio
:
protezione
o
cattura
?
Che
si
complottasse
in
taluni
ambienti
contro
la
vita
del
Duce
era
noto
anche
alla
Polizia
.
La
quale
però
specialmente
sotto
la
gestione
veramente
infelice
di
Chierici
affermava
trattarsi
di
tendenze
velleitarie
,
di
pratico
non
essendovi
niente
.
Tutto
si
riduceva
a
espressioni
di
un
comprensibile
malcontento
.
Vale
la
pena
di
aprire
una
parentesi
per
fissare
che
la
nomina
del
Chierici
a
capo
della
Polizia
fu
particolarmente
patrocinata
dall
'
Albini
.
Ma
Mussolini
si
chiedeva
:
quale
minaccia
alla
mia
vita
può
sussistere
in
una
caserma
,
dove
stanno
ben
duemila
allievi
-
carabinieri
?
Come
potrebbero
i
congiurati
raggiungermi
?
Come
potrebbe
il
"
furore
popolare
"
fare
altrettanto
?
Verso
le
23
Mussolini
spense
il
lume
,
mentre
rimase
acceso
quello
della
stanza
attigua
dove
vegliava
in
permanenza
un
ufficiale
che
non
rispondeva
mai
allo
squillo
del
telefono
.
Alle
ore
una
del
giorno
26
,
il
tenente
colonnello
Chirico
entrò
nella
stanza
del
Duce
e
gli
disse
:
«
È
giunto
in
questo
momento
il
generale
Ferone
che
reca
un
messaggio
del
Maresciallo
Badoglio
per
voi
»
.
Mussolini
si
alzò
ed
entrò
nella
stanza
attigua
.
Egli
aveva
in
Albania
conosciuto
il
generale
Ferone
,
il
quale
aveva
una
strana
aria
di
soddisfazione
.
La
lettera
del
Maresciallo
Badoglio
,
contenuta
in
una
busta
verde
intestata
"
Ministero
della
Guerra
"
,
aveva
questo
indirizzo
,
di
pugno
del
Maresciallo
:
Al
Cavaliere
Sig
.
Benito
Mussolini
»
diceva
:
«
Eccellenza
il
Cavaliere
Benito
Mussolini
.
-
Il
sottoscritto
Capo
del
Governo
tiene
a
far
sapere
a
V
.
E
.
che
quanto
è
stato
eseguito
nei
Vostri
riguardi
è
unicamente
dovuto
al
Vostro
personale
interesse
,
essendo
giunte
da
più
parti
precise
segnalazioni
di
un
serio
complotto
contro
la
Vostra
Persona
.
Spiacente
di
questo
,
tiene
a
farVi
sapere
che
è
pronto
a
dare
ordini
per
il
Vostro
sicuro
accompagnamento
,
con
i
dovuti
riguardi
,
nella
località
che
vorrete
indicare
.
-
Il
Capo
del
Governo
:
Maresciallo
Badoglio
»
.
Questa
lettera
,
di
una
perfidia
unica
nella
storia
,
aveva
lo
scopo
di
convincere
Mussolini
che
la
parola
del
re
circa
l
'
incolumità
personale
sarebbe
stata
rispettata
e
che
la
crisi
non
sarebbe
uscita
dall
'
orbita
del
Regime
,
cioè
del
Fascismo
,
perché
Badoglio
aveva
dato
troppe
volte
esplicita
solenne
adesione
al
Partito
,
nel
quale
era
regolarmente
iscritto
insieme
con
tutti
i
membri
della
famiglia
,
moglie
compresa
;
aveva
ricoperto
troppe
alte
cariche
nel
Regime
;
aveva
assolto
mandati
politico
-
militari
troppo
importanti
;
aveva
accettato
troppi
onori
e
quattrini
,
che
tutto
era
possibile
pensare
meno
l
'
ipotesi
del
tradimento
preparato
e
macchinato
da
mesi
e
forse
dall
'
epoca
del
suo
allontanamento
dalla
carica
di
capo
di
S
.
M
.
generale
.
Aveva
anche
accettato
di
servire
il
Regime
nel
Consiglio
Nazionale
delle
Ricerche
dove
,
di
effettivo
,
non
aveva
fatto
un
bel
nulla
salvo
una
apparizione
mattutina
per
leggere
i
giornali
.
Dal
momento
in
cui
entrò
nella
caserma
degli
allievi
-
carabinieri
,
Mussolini
non
ebbe
più
notizie
del
mondo
.
Gli
fu
detto
soltanto
che
il
re
aveva
fatto
un
proclama
,
che
un
altro
ne
aveva
fatto
Badoglio
con
la
dichiarazione
sulla
continuazione
della
guerra
,
che
la
città
era
calma
e
che
il
popolo
riteneva
oramai
vicina
la
pace
.
Dopo
avere
letto
la
missiva
di
Badoglio
,
Mussolini
dettò
al
generale
Ferone
,
che
li
scrisse
di
sua
mano
sopra
un
foglio
di
carta
,
i
seguenti
punti
:
«
26
luglio
1943
-
ore
una
.
«
1°
-
Desidero
ringraziare
il
Maresciallo
d
'
Italia
Badoglio
per
le
attenzioni
che
ha
voluto
riservare
alla
mia
persona
.
«
2°
-
Unica
residenza
di
cui
posso
disporre
è
la
Rocca
delle
Caminate
dove
sono
disposto
a
trasferirmi
in
qualsiasi
momento
.
«
3°
-
Desidero
assicurare
il
Maresciallo
Badoglio
,
anche
in
ricordo
del
lavoro
in
comune
svolto
in
altri
tempi
,
che
da
parte
mia
non
solo
non
gli
verranno
create
difficoltà
di
sorta
,
ma
sarà
data
ogni
possibile
collaborazione
.
«
4°
-
Sono
contento
della
decisione
presa
di
continuare
la
guerra
cogli
alleati
,
così
come
l
'
onore
e
gli
interessi
della
Patria
in
questo
momento
esigono
,
e
faccio
voti
che
il
successo
coroni
il
grave
compito
al
quale
il
Maresciallo
Badoglio
si
accinge
per
ordine
e
in
nome
di
S
.
M
.
il
re
,
del
quale
durante
21
anni
sono
stato
leale
servitore
e
tale
rimango
.
Viva
l
'
Italia
!
»
.
Questa
è
la
sola
e
indiretta
missiva
mandata
al
Badoglio
.
Mussolini
non
ha
mai
mandato
parola
alcuna
o
cenno
al
re
.
Con
questa
risposta
,
che
Badoglio
non
osò
mai
rendere
di
pubblica
ragione
limitandosi
a
farne
dare
nei
suoi
ambienti
una
mutilata
versione
orale
,
Mussolini
mostrava
di
credere
in
buona
fede
che
Badoglio
,
pur
modificando
il
Governo
,
non
avrebbe
cambiato
la
politica
generale
dominata
dalla
guerra
.
Partito
il
generale
Ferone
,
Mussolini
si
ritirò
e
vegliò
sino
alle
prime
ore
del
mattino
.
Durante
tutta
la
giornata
del
lunedì
continuò
quella
che
potrebbe
chiamarsi
la
commedia
della
"
residenza
privata
"
.
Più
volte
durante
la
giornata
vennero
a
dire
che
la
residenza
della
Rocca
era
ottima
dal
punto
di
vista
della
"
incolumità
personale
"
di
Mussolini
;
che
il
generale
dei
carabinieri
di
Bologna
vi
aveva
già
fatto
un
sopraluogo
e
confermava
che
come
"
sicurezza
"
la
Rocca
si
prestava
benissimo
e
che
si
attendeva
una
parola
definitiva
per
stabilire
le
modalità
della
partenza
,
magari
in
volo
.
Così
trascorse
tutta
la
giornata
,
senza
altre
notizie
.
Si
disse
soltanto
che
a
Villa
Torlonia
tutto
era
calmo
,
ed
era
falso
.
Alla
sera
,
il
maggiore
Bonitatibus
preparò
,
sempre
nella
stanza
del
colonnello
Tabellini
,
il
letto
da
campo
.
Anche
per
tutta
la
mattinata
di
martedì
27
continuò
la
commedia
della
"
imminente
partenza
"
che
non
avveniva
mai
.
C
'
era
però
,
in
giro
,
un
'
accentuata
vigilanza
.
Alle
19
entrarono
nel
cortile
della
caserma
in
fondo
alla
quale
sul
muro
si
leggevano
a
grandi
lettere
i
famosi
verbi
"
credere
,
obbedire
,
combattere
"
un
plotone
di
carabinieri
e
uno
di
metropolitani
che
si
piazzarono
vicino
a
un
gruppo
di
autocarri
.
Verso
le
20
giunsero
alcune
vetture
automobili
con
un
gruppo
di
ufficiali
.
A
un
certo
punto
un
ufficiale
,
portatosi
nel
mezzo
del
cortile
,
gridò
agli
allievi
i
quali
affollavano
le
ringhiere
attratti
dall
'
arrivo
insolito
di
tante
macchine
:
«
Tutti
nelle
camerate
!
Chiudere
le
finestre
!
»
.
La
sera
era
già
calata
,
quando
un
ufficiale
entrò
nella
stanza
e
disse
a
Mussolini
:
È
venuto
l
'
ordine
di
partire
!
Mussolini
discese
accompagnato
da
un
gruppo
di
ufficiali
dai
quali
,
giunto
al
pianterreno
,
si
accomiatò
,
e
mentre
stava
per
salire
nella
macchina
un
generale
si
presentò
con
queste
parole
:
Generale
di
brigata
Pòlito
,
capo
della
Polizia
militare
del
Comando
Supremo
!
Mussolini
non
domandò
nulla
,
convinto
che
la
meta
del
viaggio
notturno
fosse
la
Rocca
delle
Caminate
.
Le
tendine
erano
abbassate
,
ma
non
i
vetri
;
da
uno
spiraglio
,
Mussolini
si
avvide
che
la
macchina
passava
davanti
all
'
ospedale
di
Santo
Spirito
.
Non
si
andava
dunque
verso
la
Flaminia
,
ma
verso
l
'
Appia
.
Agli
innumerevoli
posti
di
blocco
i
carabinieri
,
avvertiti
dalle
staffette
,
si
limitavano
a
far
rallentare
un
poco
la
corsa
della
macchina
.
Giunto
all
'
imbocco
della
grande
strada
per
Albano
,
Mussolini
domandò
:
Dove
andiamo
?
Verso
il
sud
.
Non
alla
Rocca
?
È
venuto
un
altro
ordine
.
Ma
voi
chi
siete
?
Io
ho
conosciuto
in
altri
tempi
un
ispettore
di
P
.
S
.
che
si
chiamava
Pòlito
.
Sono
io
.
-
Come
siete
diventato
generale
?
Per
equiparazione
di
grado
.
L
'
ispettore
di
P
.
S
.
Pòlito
era
ben
noto
a
Mussolini
.
Egli
aveva
effettuato
,
durante
gli
anni
del
Regime
,
alcune
brillanti
operazioni
come
la
cattura
di
Cesare
Rossi
a
Campione
e
la
liquidazione
della
banda
Pintor
in
Sardegna
.
Il
Pòlito
durante
il
viaggio
narrò
molti
interessanti
e
anche
inediti
particolari
sulle
due
operazioni
.
Dopo
Cisterna
la
macchina
rallentò
la
sua
corsa
.
I
discorsi
cessarono
.
Il
Pòlito
,
che
aveva
continuamente
fumato
,
abbassò
il
vetro
e
chiamò
il
colonnello
dei
carabinieri
Pelaghi
per
sapere
dove
erano
.
Vicino
a
Gaeta
,
rispose
.
È
Gaeta
la
mia
nuova
residenza
?
chiese
Mussolini
.
Forse
dove
fu
relegato
Mazzini
?
Troppo
onore
.
Non
è
ancora
stabilito
!
ribatté
Pòlito
.
Giunti
a
Gaeta
deserta
un
uomo
si
fece
incontro
agitando
una
lampadina
.
La
vettura
si
fermò
e
un
ufficiale
di
Marina
disse
:
Al
molo
Ciano
!
Ivi
attendeva
l
'
ammiraglio
Maugeri
che
accompagnò
Mussolini
alla
corvetta
Persefone
.
Di
lì
a
poco
levò
le
ancore
.
Già
albeggiava
.
Mussolini
scese
nella
cabina
insieme
con
gli
ufficiali
che
lo
scortavano
.
In
vista
dell
'
isola
di
Ventotene
,
a
giorno
fatto
,
la
corvetta
si
fermò
,
l
'
ispettore
Pòlito
scese
per
vedere
se
l
'
isola
fosse
conveniente
per
ospitare
Mussolini
.
Di
lì
a
poco
tornò
e
lo
escluse
.
Nell
'
isola
c
'
era
un
presidio
germanico
.
La
corvetta
proseguì
allora
per
l
'
isola
di
Ponza
,
dove
,
entrata
nella
rada
,
gettò
le
ancore
alle
ore
13
del
giorno
28
luglio
.
Pòlito
venne
verso
Mussolini
e
indicandogli
una
casa
verdastra
,
semi
-
nascosta
da
grandi
pescherecci
in
disarmo
,
disse
:
«
Quello
è
il
vostro
domicilio
temporaneo
!
»
.
Intanto
non
si
sa
per
quale
fenomeno
tutte
le
finestre
e
i
balconi
si
erano
gremiti
di
uomini
e
donne
armati
di
binoccoli
che
seguivano
la
barca
che
si
dirigeva
verso
terra
.
In
un
baleno
tutta
l
'
isola
conobbe
l
'
arrivo
.
Verso
sera
,
alcune
persone
del
luogo
vennero
a
salutare
Mussolini
.
I
pescatori
di
Terracina
gli
mandarono
un
dono
.
In
genere
non
c
'
era
nell
'
atteggiamento
degli
isolani
niente
che
ricordasse
il
"
furore
popolare
"
,
ma
poi
con
l
'
arrivo
di
altri
agenti
la
vigilanza
fu
rinforzata
ed
ogni
contatto
col
mondo
esterno
precluso
.
A
Ponza
,
Mussolini
si
rese
conto
della
miserabile
congiura
che
lo
avevano
eliminato
e
si
persuase
che
tutto
ciò
avrebbe
condotto
alla
capitolazione
e
alla
sua
consegna
al
nemico
.
Le
giornate
di
Ponza
erano
lunghe
.
Nuovi
ufficiali
vennero
:
il
tenente
colonnello
Meoli
e
il
sottotenente
Elio
di
Lorenzo
,
nonché
il
maresciallo
Antichi
.
Il
presidio
,
data
anche
la
presenza
di
confinati
italiani
e
di
internati
balcanici
,
fu
rinforzato
.
Fu
concesso
a
Mussolini
di
prendere
due
bagni
in
posizione
approntata
e
ben
vigilata
.
Niente
giornali
.
Un
solo
telegramma
di
Gòring
,
eloquente
.
Mussolini
trascorse
le
giornate
di
Ponza
in
perfetta
solitudine
,
traducendo
in
tedesco
le
Odi
barbare
di
Carducci
e
leggendo
la
Vita
di
Gesù
di
Giuseppe
Ricciotti
,
che
poi
lasciò
in
dono
al
parroco
dell
'
isola
.
Ponza
non
può
essere
certamente
paragonata
a
Ischia
e
meno
ancora
a
Capri
.
Tuttavia
ha
una
sua
rusticana
bellezza
e
,
anche
dal
punto
di
vista
della
prigionia
,
una
storia
.
Uno
che
se
ne
intende
fece
sapere
a
Mussolini
che
sin
dall
'
antichità
vi
erano
stati
relegati
illustri
personaggi
come
Agrippina
,
la
madre
di
Nerone
,
Giulia
,
la
figlia
di
Augusto
,
e
,
per
compenso
,
una
santa
come
Flavia
Domitilla
e
anche
,
nel
538
,
un
papa
,
San
Silvestro
Martire
.
Poi
,
saltando
a
piè
pari
alcuni
secoli
,
i
moderni
come
Torrigiani
,
Gran
Maestro
della
Massoneria
,
il
generale
Bencivenga
,
l
'
ing
.
Bordiga
e
finalmente
ultimo
della
serie
e
modernissimo
il
Ras
Imerù
con
un
immancabile
Degiac
abissino
!