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> anno_i:[1940 TO 1970}
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PADOVA - GENOA : 6-3 . « Zoghé come ve gh ' ha insegna ' vostra mare » sbottò Nereo Rocco , accorgendosi di ripetere consigli tattici ormai propinati da anni ai suoi leoni . In realtà , s ' era accorto di dimostrare eccessiva paura del Genoa ; tutti i padovani avevan paura del Genoa . La sconfitta di Roma li aveva alquanto sgonfiati . Ritenevano fosse finito un bel sogno . E Frossi gode ormai fama di mago . Frossi aveva giocato il Napoli , otto giorni prima ; è uno che pensa ( « Xe el me maestro » esagerò Nereo Rocco nell ' esaltarne il valore ed i meriti ) : era andato a riconoscere il terreno , in mattinata , e aveva constatato che dimoiava in superficie : i tacchetti trovavano duro sotto una patina molle di tre centimetri . Decise allora di assegnare a Monardi la guardia di Hamrin , di escludere senz ' altro Becattini e lanciare Bruno , il giovane centromediano delle riserve , che sarebbe andato su Brighenti ( anche Chiumento non avrebbe certo giocato avanti ) lasciando libero Carlini . All ' ultimo istante , Frossi escluse anche Barison , ed avendolo incontrato Rocco prima di appostarsi fra il pubblico : « Sono contentissimo » gli disse per consolarlo « che tu non abbia a giocare oggi : sta su allegro . Annibale preferisce Frignani perché è più veloce . Tu e Blason siete della stessa pasta e vi scornereste , con danno sicuramente tuo » . Rocco aveva capito tutto di Frossi , e questi di lui . Scesero dunque in campo , ed avevano entrambi un uomo libero dietro il centromediano effettivo : Moro da una parte , Bruno dall ' altra . E , com ' è vero Dio , non avevo mai visto il Genoa palleggiare con tanta fiducia . Elaborava le azioni fino alla bianca barriera patavina , davanti a Pin , poi immancabilmente rimbombava la respinta di Azzíni ( spesso così disinvolta da cadere nel gigionesco ) , o la zampata possente di Blason . Si snodava altresì la manovra difensiva di Moro e Pison verso Mari , il migliore in campo . E Mari serviva subito Rosa o portava avanti la palla in attesa di ispirazione migliore . Scattava allora Hamrin , indecifrabile in ogni mossa ... Era ovviamente impossibile il contropiede , su cui Frossi fondava le sue speranze . Il palleggio stretto dei genoani s ' immiseriva sui piedoni dei panzern di Rocco : perché una squadra giganteggiava in campo , sfiorando punte d ' altissimo gioco collettivo : il Padova . E la difesa genoana , benché protetta molto da Robotti e dai laterali , era inesorabilmente infilata da Hamrin all'8' : su respinta lunga di Azzini , comodo arresto di Rosa , allungo poi ad Hamrin che scatta e brucia Monardi , poi finta d ' anca e umilia Delfino , guizza ormai in area e squilibra Carlini , infine batte di destro basso e Franci , poareto , si butterebbe d ' istinto sulla destra : solo con il piede sinistro può toccare la palla , non fermarla . Il gol subito induce l ' animoso Genoa a tentare il forcing . Una perfetta punizione carica d ' effetto di Dal Monte , dal limite , umilia Pin che vola a bloccarla : la palla che gli rimbalza dal petto , e Frignani stordito che manca il tocco decisivo a rete . Riparte il Padova e la difesa del Genoa , in gravissimo orgasmo , addirittura segna per gli avversari . Brighenti traversa alto da destra , manca l ' inzuccata Rosa ( spintonatissimo ) : la palla finisce comoda sui piedi di Delfino , piazzato al vertice dell ' area di porta : « A me ! » urla Franci . Delfino si volta e in ottimo stile , di piatto , tocca verso rete : Carlini urta Franci : nessuno dei due può arrestare il tocco preciso e irridente di Delfino : 2-0 . E non è che il 10' . Ora il Genoa si smonta e incalza il Padova . Viene sotto anche Blason - solenne a volte come un monumento - a sfiorare l ' incrocio dei pali con un lungo tiro - cross . Il Padova manovra nella propria metà campo , attira gente , poi scatena le punte avanzate : che è il calcio tatticamente più logico del mondo . Al 24' , un gol strepitoso ( e anche fortunato , se vogliamo ) . Brighenti dà avanti a Hamrin scattato al centro : Hamrin parte in dribbling , terrorizzando tutti , poi tocca in bellezza a Brighenti , libero sulla destra : non ci sarebbe che da battere in rete . Brighenti mai si decide : infine , chiude gli occhi - suppongo - e molla la botta : senz ' altro un tiro sbagliato : ma Hamrin ha seguitato a correre e da due metri , di collo destro , spacca inesorabilmente a rete . Un gigante . Da parte genoana , il solo bravo Robotti ha l ' anima per tentare il tiro . Dal Monte sembra talora uno yeti ( l ' abominevole uomo delle nevi ) . Abbadie medita sull ' impossibile . Frignani frascheggia , come anche Leoni . E dietro , il caos . Nonché marcare Hamrin , Monardi non ha il coraggio di guardarlo . Carlini stesso , il duro , si smarrisce . Gli altri , sopraffatti a loro volta . Eppure a costruire è sempre il Genoa , come quei pugili che ciecamente impostano il forcing , e l ' avversario gli arriva ogni volta alla mascella con pugni d ' incontro , che valgono doppio . Al 38' , parte Mari e potrebbe concludere dal limite : non vuole , evidentemente , e allarga a sinistra : poi spara il cross nel ventre a Carlini , che gli si è fatto incontro : mentre si torce il genoano per la gran botta , Mari ripete il comodo cross e arriva uno spirito folletto a inzuccarlo : ancora Hamrin , veramente irresistibile : Franci è bruciato a mezzo l ' uscita . Che fanno quattro . E non basta . Mari coglie una respinta di Delfino e tenta il tiro , da una ventina di metri , al 42' : Franci lo parerebbe in ginocchio , ma ecco balzarvi sopra Hamrin in proterva spaccata : 5-0 . La gente , in tribuna , letteralmente delira : « Ben venga la Juve e sì la farem di smalto ! » . Stringe il cuore vedere il Genoa tanto intronato . Attacca ancora e non molla . Frignani e Leoni hanno mancato due palle gol nel primo tempo : adesso Frignani ne manca un ' altra , sparando debolmente su Pin un ' apertura di Dal Monte ( al 6' ) . Un istante prima , Bruno aveva abbattuto Brighenti in area e Boati aveva dato la punizione dal limite : era rigore netto . Il pubblico s ' è infuriato , come se il Padova perdesse : invece il Padova faceva dell ' accademia . Al 17' Robotti cerca decisamente il gol : spara da destra appena oltre il limite e batterebbe Pin , ma colpisce la traversa : per soprammercato , il rimbalzo torna gentilmente su Pin , ormai rassegnato a terra . Proprio nulla va bene al Genoa , benché raramente io l ' abbia visto giocare , a quel modo . Al 22' in vertiginoso dribbling parte Rosa - sinora un po ' fumistico - su astuto pallonetto di Brighenti : Carlini manca un tackle irrisorio : Rosa può concludere a rete , scartando anche Franci : 6-0 . « Xe come darghe ai fioi » ironizzano in tribuna . Palla al centro ed ennesimo attacco del Genoa . Sfuma l ' azione ma egualmente Azzini s ' oppone di spalle a Leoni : Boati fischia il rigore . Allora il pubblico dà fuori da matto , stordito com ' è in quella gioiosa sbornia di gol . Sul 6-0 , tanto strepita che Azzini si sente forse autorizzato a dirne quattro sul conto dell ' arbitro : lo calma dapprima Scagnellato , poi , come quegli insiste , il rinocerontico Blason gli ammolla una zuccata sul naso : e mentre Dal Monte batte il rigore e segna , Azzini deve trascinarsi fuori gatton gattoni e quasi KO : devono portarlo di peso negli spogliatoi . Il Genoa attacca sempre deciso , contro il Padova ormai ridotto in dieci e senza catenaccio : Brighenti può filarsela in contropiede : è il 26' : Delfino l ' abbranca ai fianchi ( in area naturalmente ) mentre stava concludendo a rete : è rigore , ma Boati vede l ' uomo lanciato e gli lascia il vantaggio : Franci para . Il Genoa conclude ora più che non abbia mai potuto quest ' anno : al 33' segna Abbadie al volo , da posizione centrale . Come riparte Hamrin per fare sette , Bruno lo spintona brutalmente via . Boati ha così l ' occasione di negare il terzo rigore al Padova e la gente gli ringhia insulti sanguinosi . Dal Monte infila cinque tiracci suoi in soli otto minuti : sul quinto , finalmente , gli riesce di battere Pin . Ed è tutto .
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Londra , 6 maggio 1959 - INGHILTERRA - ITALIA : 2-2 . NOTE : Circa 90.000 spettatori a Wembley , in una giornata di sole . Terreno molto erboso . Nella tribuna delle autorità l ' ambasciatore d ' Italia a Londra , conte Zoppi . Angoli 6-2 ( 2-2 ) per l ' Italia . Gli inglesi , questi simpaticoni , ci hanno gratificato della più totale indifferenza in attesa del settimo incontro fra bianchi ed azzurri . E il loro atteggiamento era tanto più comico in quanto , vista giocare la loro squadra nazionale , non è che se ne potessero dire incantati . Come sanno i nostri lettori , l ' impressione prodotta dalla squadra di Winterbottom nell ' ultima esibizione di Highbury era stata men che mediocre . Appresa la formazione azzurra , poco soddisfacente a nostro parere , non avevamo mutato il giudizio sugli inglesi , e anzi avevamo riferito per buona la segreta speranzella manifestata da Mocchetti in un onorevole pareggio . Gli inglesi , invece , seguitarono a snobbarci , gabellando l ' odierna prova per un « galoppo salutare » nella imminenza del volo in Sud America . E inoltre ci prodigarono un inno nazionale scaduto da tredici anni , quasi ignorassero che l ' Italia è retta a repubblica : dunque praticamente ignorando l ' Italia insieme con i loro giocatori ... Così stando le cose , il minimo era augurarsi che la boria e l ' albagia degli inglesi venissero smentite sul campo . E questo precisamente è avvenuto . L ' Italia ha dominato il primo quarto d ' ora , senza riuscire a trovare uno spiraglio valido ma impegnando Hopkinson assai più che non fosse impegnato il grande Buffon . Poi partirono gli inglesi e l ' imperfetta copertura attuata dai nostri terzini , incerti se seguire o meno le ali avversarie , molto arretrate , causò la prima stupenda rete di Charlton . La rete incassata al 26' spinse immediatamente gli italiani al contrattacco , e questo favorì gli inglesi , che avevano trovato schemi più validi per liberarsi a rete . Nella ripresa , giova precisarlo per onestà critica , gli inglesi perdettero Flowers , fastidiosissimo per Gratton , che moriva fra lui e Haynes ( come purtroppo era stato previsto ) , e gli italiani arrivarono di slancio al pareggio . Wembley non visse allora che degli incitamenti prodigati agli azzurri . Gli inglesi parvero smontati fino all ' abulia ( in tribuna ) , o all ' orgasmo ( sul campo ) . Zaglio , Buffon e Bernasconi compirono prodezze in difesa : Mariani e Brighenti ritrovarono la palla - gol per un successo certamente superiore alle loro speranze e la sciuparono . Gli inglesi tornarono all ' attacco e appunto per questo si aprivano meglio al contropiede . Non avevano avuto fortuna perdendo Flowers : non ne avevano avuta gli azzurri mancando di segnare nel primo tempo . Il pareggio dovrebbe accontentare tutti : fuor di ogni dubbio , mancava al nostro orgoglio così scioccamente offeso dagli ospiti . Sotto l ' aspetto tecnico , l ' incontro non è stato gran cosa : ha avuto spunti bellissimi e pause di gioco meno apprezzabili . Ancorché Castelletti fosse stroncato dall ' emozione , all ' inizio , fino a rischiare il deliquio , la difesa azzurra ha confermato di saper reggere a qualsiasi avversario , con Zaglio a far da regista come suole Liedholm nel Milan . Se Buffon e Bernasconi sono stati magnifici , Zaglío ha incantato tutti con finezze degne d ' un Djalma Santos in gran forma . Segato si è battuto al meglio . Farraginosa , talora convulsa la prestazione di Gratton - mal piazzato - che si è smarrito in vane e dissennate rincorse . Più astuto ( e fermo ) di lui , Galli ha reso il doppio in alcuni pochi ma felicissimi tocchi di rifinitura . Meraviglioso è stato l ' impegno di Mariani e Brighenti . I due gagliardi « provinciali » di Rocco , da lungo tempo in evidenza , hanno premiato chi , come noi , li aveva sempre stimati degni della maglia azzurra . Da Mariani , stupendo lottatore , avremmo altresì gradito qualche ritorno più arcigno su Flowers . Petris ha sempre fatto faville sospingendo la palla in corsa : è scaduto quando ha preteso di palleggiare alla stregua dei compagni : ha pure mancato due reti ma ha notevolmente contribuito a frastornare la difesa inglese . La quale difesa , disposta invariabilmente a WM , ha stroncato i mediani nel farsi soccorrere . Charlton ha fatto faville , ma alla lunga Zaglio l ' ha domato . Due interni meno modesti ( Galli per la scarsa mobilità , Gratton per la scarsa chiarezza ) avrebbero ancor più raffrenato i palleggi del trio centrale inglese , che Bernasconi fronteggiava da ultimo , costringendolo quasi sempre ad aprire all ' estrema . Così impostata , la squadra inglese non promette squisitezze in Sud America . Verosimilmente saranno sorbe : e tuttavia ci sarà sempre qualcuno , in Italia , che per mera ignoranza sarà indotto a tentarne l ' imitazione . E ora la cronaca . L ' arbitro Dusch è grasso e ... casalingo , come vedremo . E anche energico . Suonati gli inni ( mancava pure Giovinezza ) , Wright vince il campo e batte l ' Italia in favore di sole . Marcature come segue : Zaglio cerca Charlton che però svaria a destra per confonderlo . Segato su Broadbent , i terzini sulle ali ( ma poi terranno stolidamente la zona , pur avendo il libero ) . Gratton su Haynes , Galli presso Clayton , Petris all ' estrema su Howe , Mariani incerto fra Flowers e Shaw , Brighenti a ridosso del mastino Wright , che lo spintona spesso e volentieri . Libero è Flowers , e se ne accorgerà Buffon . Le ali inglesi tornano , le nostre quasi mai . Anche Haynes arretra fra i mediani . Si va . Tocchi di raccordo . Al 6' , fallo di Howe : batte Petris dal limite sinistro : testa di Wright : riprende Zaglio , elegantissimo e da venti metri scatena il destro : vola Hopkinson a deviare in angolo . Ritenta il tiro lungo Zaglio : fuori . Gioco discreto . Gli inglesi subiscono fino al 14' , allorché conclude basso Holden su apertura di Charlton . Para benissimo Buffon . Un istante dopo , Petris dà a Gratton , questi a Brighenti che scatta e serve a destra Mariani : guizzo e tiro ; Hopkinson sarebbe battuto : respinge Howe . Applausi . Finezze di Zaglio , che forse corre troppo ... Esce Buffon su Broadbent e sventa . Mariani cerca la testa di Galli al 18' . La trova : Galli previene Hopkinson , Shaw respinge la debole battuta ( che sarebbe uscita ) . Holden in fuori gioco ottiene un angolo : lo batte , libera Zaglio di testa , riprende fortissimo Flowers : vola Buffon a bloccare ( grandissimo ) . È il 21' . La sfuriata italiana è finita senza reti . Gli inglesi si riorganizzano . Al 22' , su punizione , Charlton tocca indietro a Flowers : altro proietto ; Buffon pare battuto : la diagonale esce a sinistra . Al 25' Buffon si supera : una girandola del trio centrale inglese libera Charlton , che spara fortissimo : Buffon ci arriva ad alzare con il pugno . Al 26' Brighenti sbaglia un tocco per Galli e serve Clayton : lancio a Broadbent : arriva fuori tempo in tackle Zaglio : Broadbent serve Charlton a sinistra : Bernasconi viene scartato : parte il tiro , basso , in diagonale : Buffon è spacciato ma senza colpa . Azzurri a capo basso . Brighenti pianta Wright e scatta a rete : poco oltre il limite , Wright lo spintona da tergo e sbilancia . L ' arbitro non vede . Lieve smarrimento degli italiani . È il 39' : Holden è venuto a sinistra e traversa lungo alto : pugni di Buffon , che cade : riprende Haynes e spara su Bernasconi : Buffon resta a terra , essendogli ruzzolato addosso Segato : il rimpallo serve stupendamente Bradley , che da sinistra segna a porta vuota . Marca male , ci diciamo . E invece , ecco partire Mariani ( su apertura di Brighenti ) : grintoso scatto e cross : vi arriva sopra solissimo Petris a gamba sinistra tesa : e mette fuori da tre metri . È il 43' . Galli tenta a sua volta : tiro fiacco , parato . E al 45' , l ' ultima jella : Galli apre a Petris : scatto gagliardissimo : tre avversari piantati : esce Hopkinson : Petris gli spara addosso . Da uccidere . Rilievo statistico del primo tempo . Conclusioni : azzurri 14 , inglesi 13 . Due angoli per parte . Ripresa . Gli inglesi palleggiano , i nostri guardano . Al 3' Brighenti salta in duello acrobatico con Flowers , che viene duramente inzuccato al naso . Tre minuti di sospensione . Flowers esce al 6'; arretra Haynes in mediana . Ancora qualche istante di lassismo in tutti . Poi esplodono gli italiani , inattesissimi , ormai : Gratton apre su Petris al 10' : Howe è fatto fuori : cross : al volo , in corsa , di sinistro , Brighenti spara a radere la traversa . Siamo tutti in piedi : allez ! E Segato vince un anticipo su Broadbent e dà a Gratton : questi tocca a Zaglio : ora il fuoriclasse ha ritrovato ... Charlton : lancia lungo e preciso a Brighenti : pronto scatto con Clayton a ridosso : cade l ' inglese , non Brighenti , che evita Shaw sparando di sinistro nell ' angolino . Stupendo gol : e meritato dall ' autore . Charlton si secca con i compagni al 14' e tenta da solo sbagliando il lungo tiro . Al 16' apre a Bradley : cross : Buffon non coglie la respinta : mucchio intorno a lui , tiri sbulinati con rimpalli di Haynes , Broadbent e Charlton : poi Bernasconi , magnifico , spara via : arresta Segato e appoggia a Galli : stupenda apertura profonda a Mariani : imperioso scatto e tiro in corsa , fra il palo e Hopkinson , folgorato . Due a due : coronarie in pericolo per tutti . Silenzio glaciale su Wembley . « Italia , Italia » invocano i « nostri » . Adesso Zaglio ( che sta su Broadbent ) offre numeri da sudamericano in vena . Lui non teme gli inglesi . Al 24' , l ' infarto possibile : Castelletti arriva di lungo a Brighenti : s ' incurva il leone e fa stramazzare Wright come una bestia stracca : accorrono i terzini : Brighenti apre a Mariani : perché non scende a rete , perché ? : si illude di sparare da 18 metri : e batterebbe tuttavia Hopkinson , ma sfiora soltanto la base del palo . Qualche fase di melina a torto conclusa con lanci ormai inutili ai nostri avanti , che hanno dato tutto . Rilievi statistici sul secondo tempo . Conclusioni : Italia 8 , Inghilterra 11; 4 angoli a 0 per l ' Italia . Gli inglesi schiumano rabbia . Ah , buon Dio , avrei dato una mano per un terzo gol ! Adesso , che inno suoniamo ?
ProsaGiuridica ,
Il Duce della Repubblica Sociale Italiana e Capo del Governo Visto il Decreto 18 aprile 1944-XXII , n . 171 , riguardante la istituzione dell ' Ispettorato Generale per la Razza ; Sentito il Consiglio dei Ministri ; D ' intesa con i Ministri dell ' Interno , delle Finanze , della Giustizia e della Cultura Popolare ; Decreta : Art . 1 . L ' Ispettorato Generale per la Razza ha il seguente ordinamento : 1 ) una Direzione Generale da cui dipendono l ' Ufficio degli Affari Generali e del personale , l ' Ufficio Legislativo , applicazione leggi razziali e statistica , l ' Ufficio studi , l ' Ufficio propaganda e stampa , l ' Ufficio ragioneria , l ' Ufficio cassa e l ' Ufficio economato ; 2 ) Gabinetto e Segreteria particolare . Art . 2 . Ai servizi dell ' Ispettorato si provvede con personale di ruolo nonché con personale distaccato e collocato fuori ruolo da altre Amministrazioni dello Stato nei limiti previsti per ciascun gruppo e grado dell ' unita tabella . All ' assunzione di personale è provveduto su proposta dell ' Ispettorato Generale per la Razza con decreto del Duce d ' intesa con il Ministro per le Finanze , mentre per il distacco o il collocamento fuori ruolo di personale di altre Amministrazioni sarà provveduto su proposta dell ' Ispettorato Generale per la Razza , con decreto del Duce d ' intesa con i Ministri Interessati . Art . 3 . Per le immissioni nel ruolo di gruppo A è richiesta la laurea conseguita in una Università o in un istituto superiore . Per le immissioni nel ruolo di Gruppo B è richiesto il diploma di scuola media superiore . Per le immissioni nel ruolo di gruppo C è richiesto il diploma di scuola media inferiore . Per i subalterni è richiesta la licenza elementare . Art . 4 . L ' Ispettore Generale per la Razza attua le proprie finalità alla periferia , a mezzo delle Prefetture . Art . 5 . Alle spese relative all ' impianto e al funzionamento dell ' Ispettorato Generale per la Razza si provvede con i fondi stanziati in apposito capitolo , compreso nel bilancio di previsione della spesa del Ministero delle Finanze , alla rubrica " Presidenza del Consiglio dei Ministri " . Il Ministro delle Finanze è autorizzato ad introdurre , con propri decreti , le variazioni di bilancio occorrenti per la attuazione del presente Decreto . Art . 6 . Il presente Decreto ha vigore dal giorno della istituzione dell ' Ispettorato Generale per la Razza , sarà pubblicato nella " Gazzetta ufficiale " e , munito del sigillo dello Stato , sarà inserto nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti . Quartier Generale , addì 28 febbraio 1945-XXIII . Mussolini Il Ministro per l ' Interno : Zerbino Il Ministro per le Finanze : Pellegrini Il Ministro per la Giustizia : Pisenti Il Ministro per la Cultura Popolare : Mezzasoma V . Il Guardasigilli : Pisenti Tabella 2 Funzionari di gruppo A e di grado non inferiore al V 3 Funzionari di gruppo A e di grado non superiore al VI 4 Funzionari di gruppo A e di grado VII 3 Funzionari di gruppo A e di grado VIII 3 Funzionari di gruppo A e di grado IX 3 Funzionari di gruppo A e di grado X e XI 12 Funzionari di gruppo B 15 impiegati di gruppo C 6 impiegati subalterni
LANA E SILENZIO ( Bianciardi Luciano , 1954 )
StampaPeriodica ,
Valdagno , aprile - Il palazzotto dei conti di Valdagno è una moderna costruzione massiccia di pietra biancastra , con due avancorpi che sporgono e fan pensare a torri d ' angolo rimaste incomplete , ed una decorazione di falsi merli . Grandi alberi verdi chiudono la corte silenziosa , dove si intravedono due grossi cani che si disputano un osso ed a tratti la divisa di tela coloniale di una guardia giurata . Gira tutto intorno un alto muro , rotto a tratti da cancelli chiusi . Il castello si leva sulla cima di una breve collinetta , che domina il grigio complesso degli stabilimenti , e la cittadina , distesa sulle rive dell ' Agno , un torrentaccio sassoso che percorre tutta la vallata , per gettarsi da sinistra nel Bacchiglione . Valdagno deve il suo nome alla posizione centrale in questa lunga vallata verde , chiusa in fondo alla mole grigia del Pasubio . Sulla destra c ' è il paese vecchio , sulla sinistra la cittadina nuova , tutta lucida , pulita ed anonima . Si chiama Valdagno Nuova : qui sorgono i grossi edifici che capitano le istituzioni sociali di Marzotto , le scuole , tutte intestate a V.E. Marzotto ( fa eccezione il Liceo Classico , che , grazie alle celebrazioni di un centenario , ha avuto in sorte il nome del Trissino ) , lo stadio dei fiori , la tenuta « Favorita » , la grande piazza chiusa in fondo dal cinema Rivoli , di cui scintilla al sole l ' immensa facciata di maiolica verde . Un vento freddo che vien giù dalle piccole Dolomiti infila le strade ed il lungofiume , deserti . I locali pubblici sono vuoti : il vasto salone del circolo ENAL è pieno di tavoli e di poltroncine nichelate , disposte in bell ' ordine geometrico , ma non c ' è nessuno a sedere . Due operai in un angolo , giocano silenziosamente a carte . Di sopra c ' è la palestra e la piscina coperta , da qualche tempo chiusa , e forse per sempre . Un giovane negoziante mi spiega che nessuno la frequenta mai , che con gli incassi non recuperavano nemmeno un decimo delle spese per riscaldare l ' acqua , e perciò han deciso di chiuderla . Anche lo spazio delle bocce è deserto . B mezzogiorno di domenica , ed a Valdagno nuova non si vede nessuno . Da qualsiasi parte il visitatore giunga a Valdagno , non mancherà di scontrarsi con l ' onda circolare del mito dei Marzotto : i loro stabilimenti , le loro previdenze sociali , l ' impresa agricola di Portogruaro , la squadra di calcio in serie D , le rendite immense . La scuderia di macchine da corsa , il premio letterario , gli alberghi Jolly , i saponi di bellezza , l ' alta dichiarazione di redditi , il figlio più giovane che danza con la Pampanini . L ' onda del mito qualche volta ci arriva anche riflessa , ed ecco infatti cosa scrive su di un numero di Le Monde ( 4 novembre '53 ) Marcel Chaminade : « Tutto è chiaro e pulito , immacolato , come un giocattolo nuovo appena tirato fuori dalla scatola . Un giocattolo nuovo , appunto , che non diverte nessuno . Questa cittadina lucida , anonima e triste ci sembra di conoscerla già , di averla letta da qualche parte : ecco , pare una cittadina sovietica , conce la descriverebbe un " liberale di sinistra " . La fortuna di Marzotto cominciò più di cento anni or sono , nel 1838 , quando il fondatore , nonno ed omonimo dell ' attuale conte di Valdagno , mise su una piccola fabbrica di 12 operai , con un capitale di 2.000 lire ; a quel tempo Valdagno era un paesino di 3.000 abitanti . Quarant ' anni dopo la popolazione era raddoppiata , e gli operai erano saliti a 400 . Tre anni più tardi , nel 1879 , un altro stabilimento fu aperto nella frazione di Maglio , ed al principio del secolo l ' industria di Marzotto aveva già una consistenza notevole , con 1.700 operai , che salivano a 3.000 nel 1920 ed a 6.000 nel 1931 , quando si aprirono altri stabilimenti a Manerbio , Brugherio , Mortara . Finalmente , all ' inizio della seconda guerra mondiale , si aprivano anche le fabbriche di Brebbio e di Pisa . Oggi , Valdagno , con le vicine frazioni , è una cittadina di quasi trentamila abitanti , che lavorano tutti , direttamente o no , per i Marzotto . Gli stabilimenti producono diciassette chilometri di tessuti al giorno , impiegando oltre 7000 operai e 500 impiegati . Gli operai sono quasi tutti di recente origine contadina ; molti conservano una loro piccola proprietà al paese di provenienza , Cornedo , Castelgamberto , Trissino , Brogliano , Recoaro : quasi duemilacinquecento in tutto , che ogni giorno vengono al lavoro con il treno di Marzotto , o con gli autobus di Marzotto . Agli inizi del '52 la direzione mise in programma il licenziamento di 1500 operai : impianti più moderni consentivano la stessa produzione con 6.000 operai . I licenziamenti non si fecero , ma in cambio oggi metà del personale lavora ad orario ridotto , 4 o 6 ore : sono i reparti di filatura , cardatura , pettinatura , mentre i tessitori lavorano a pieno regime , anzi , hanno turni quotidiani di nove ore . Il lavoro dei tessitori è pagato in ragione di 46,70 lire per ora , oltre la contingenza , purché sia raggiunta la norma giornaliera di 30mila battiti : sopra la norma si retribuisce il cottimo , sotto la norma si applicano multe . In complesso , lavorando a ritmo di cottimo , l ' operaio qualificato Lorenzo Griffani mi dice che raggiungeva , con moglie ed un figlio a carico , le 45.000 lire mensili . Il giovane Carpanini , che fa i il magazziniere , e che è stato campione veneto dei pesi piuma , mi mostra il foglio paga : mamma e sorella a carico , il totale è di 35.929 lire . Si tratta insomma dei minimi contrattuali . Diversa è la situazione degli impiegati , che si staccano nettamente dagli operai per una sorta di partecipazione agli utili , per mezzo di un premio mensile di produzione . Un impiegato amministrativo , diti categoria , riceve ogni mese circa 60mila lire , oltre al premio che si aggira sulle 15mila . Man mano che si sale nella scala gerarchica dell ' apparato burocratico , che è massiccio , e forse sproporzionato ( 500 impiegati , oltre a 200 guardie giurate ) crescono anche gli stipendi , in misura geometrica , e di conseguenza cresce anche il tono della vita e del costume . Gli impiegati di grado più alto ed i dirigenti di azienda hanno le loro villette , dai nomi esotici ( « Candia » , « Capri » , « Marocco » ) possiedono una macchina , frequentano locali riservati , si cimentano , ogni domenica , nel tiro a volo , in cima al monte Miravalle . Agli operai sono riservate le istituzioni sociali e ricreative , il maggior vanto sociale dei Marzotto . Alcune sono a Valdagno , come la maternità , l ' asilo nido , l ' orfanotrofio , la poliambulanza , la casa di riposo , il ricreatorio femminile , il circolo operaio , la scuola di musica , solfeggio , canto e giardinaggio ; altre sono in montagna , come la colonia alpina « Dolomiti » , od al mare come il villaggio di Fesolo . Grande posto si è fatto alle istituzioni sportive : la palestra , la squadra ciclistica , quella di hockey a rotelle , quella di pallacanestro , il circolo alpinistico , i campi di tennis , la sezione di scherma , il gruppo pugilistico , le due piscine per il nuoto ed i tuffi , le bocce ed il ping - pong . In complesso circa 400 giovani sono interessati a questa attività sportiva . Stranamente limitata è invece la piccola e disorganica biblioteca del CRAL : 4.100 volumi , in gran parte di inferiore od infima narrativa : una recente deliberazione consiliare l ' ha tolta al circolo operaio , per costituire il primo nucleo della Biblioteca Comunale , che si chiamerà , naturalmente , «V.E . Marzotto » . Tutto il complesso di attività sociali e ricreative ha avuto , nel '49-'50 , un bilancio di circa 120 milioni , coperti per due terzi dai rimborsi degli operai , per un terzo dalla direzione . Ogni operaio ha diritto ad un appartamento di quattro o cinque stanze , per cui paga 60.000 lire annue : il licenziamento provoca automaticamente , a distanza di quattro mesi , la rescissione del contratto d ' affitto . Su che cosa si fonda , in definitiva , il mito dei Marzotto , perché tale , ormai , lo possiamo considerare ? Marzotto ha potuto creare la sua industria , con i suoi metodi , in questa lontana valle del vicentino , quasi ai confini con il Trentino ; i suoi esperimenti in altre parti d ' Italia , per esempio in Toscana , hanno dato , e non poteva essere diversamente , risultati negativi . Ha potuto far questo in una provincia italiana storicamente assuefatta alla scarsa autonomia , ed alla soggezione , fosse quella dei Longobardi , dei Da Romano , di Padova , di Venezia , degli Asburgo . L ' infanzia della Controriforma , ed in generale del clero cattolico , si è fatta e si fa sentire in maniera determinante . Le crociate antiblasfeme che ancor oggi si organizzano con successo nel vicentino , sarebbero incomprensibili in altre parti d ' Italia . I cartelli che propongono di sostituire la bestemmia con espressioni foneticamente simili , ma innocue ( Orcocane , Sallustio , Sacripante ) farebbero ridere altrove : qui le prendon sul serio , pro o contro , quasi tutti . E Marzotto non a caso ha affidato a preti e monache la direzione dei suoi istituti sociali . A Valdagno si contano otto parrocchie , ciascuna con almeno tre sacerdoti . l ; arcipretura è una carica assai ambita , anche perché due ex arcipreti sono diventati vescovi a Reggio Emilia ed a Pordenone . La popolazione , come si è detto , è tutta di formazione contadina : ancor oggi si dice , fra gli operai , « andare a far opera » per significare « recarsi in fabbrica » : un ' espressione tolta di peso dal gergo della campagna . « Servo » e « serva » per « operaio « è di uso comune ; e per nulla offensivo . Non c ' è un tono di rimpianto in questa frase , che leggiamo in una pubblicazione ufficiale commemorativa : « L ' arte della lana aveva ottenuto dalla chiesa che i preti raccomandassero dall ' altare il lavoro bel fatto - pena - in caso contrario - un ' ammonizione , una seconda ammonizione e poi addirittura la scomunica , oltre a una multa da portare in chiesa , specialmente se s ' era commesso il reato di annaspare la matassa con più di un filo » . La corporazione della lana appunto : si tende , licenziando un operaio , a sostituirgli un altro membro della sua stessa famiglia , meglio se dell ' altro sesso : la percentuale delle donne supera già largamente la metà , e tende a crescere . Le donne , oltre che economicamente più utili , sono anche più facili a governare ; gli uomini è meglio che restino legati alla terra , a coltivare il poderetto . In seno alla corporazione si tende a creare la casta chiusa : in questo senso vogliono avere le alte retribuzioni degli impiegati , ed i risultati finora raggiunti , cioè l ' isolamento rispetto agli operai , ne sono una conferma . Nell ' interno della categoria si mira a diffondere uno spirito particolare . La direzione ha redatto una sorta di vademecum dell ' impiegata modello , con una serie di consigli , seguiti da un quiz sul quale l ' impiegata può controllare il suo grado di perfezione , e cercare di elevarlo : « Se non ti senti di farlo non elogiare il tuo superiore , perché noi qui non ti si dice di essere ipocrita ; ma se ricorderai che gli elogi schietti fanno sempre piacere a tutti , non lascerai occasione favorevole per parlare bene di lui » . E più avanti : « Se devi rispondere al telefono ricordati che in quel momento tu sei la voce della ditta e quindi devi dare ad essa la massima musicalità » . La norma che riguarda il parlare al telefono è seguita da un ' altra , che raccomanda il silenzio : « Una buona norma per vivere tranquilla è tacere . Taci sui tuoi dispiaceri personali , sui pettegolezzi d ' ufficio e non di ufficio . TACI PRINCIPALMENTE sui segreti del tuo lavoro . Se vieni a conoscenza di qualche notizia o di qualche rapporto confidenziale non divulgarlo . Questa è una buona norma per far carriera e per farsi benvolere » . L ' opuscolo è dedicato « a tutte le impiegate d ' Italia » che desiderano « far carriera e guadagnare » . È l ' unica vera forma di cultura che Marzotto riesca ad elaborare . Del premio letterario che è una manifestazione grossolana , mastoide e culturalmente insignificante , anche se ben dotata di milioni , gli operai non hanno avuto tempo e modo di occuparsi . Ricordano appena che quella sera , sulla piazza principale , c ' erano molte macchine in più e che a notte alta arrivò Alida Valli . Mettere Marzotto sulla stessa linea di Olivetti o di Pellizzari sarebbe un grave errore d ' impostazione . Sugli operai si agisce fomentando un facile campanilismo . Le imprese sociali son quasi tutte ristrette alla valle dell ' Agro , e son tutte di chiaro intento propagandistico : la squadra di calcio che gioca in serie il è ciò che entusiasma i tifosi valdagnesi , e si realizzano infatti incassi da grande città . Quando c ' è la partita con la squadra di Vicenza , comperata di recente dalle lane Rossi , un ' industria concorrente , alla normale onda di tifo della provincia contro il capoluogo si accavallano motivi di rivalità industriale . La fortuna politica di uno dei Marzotto , recentemente eletto alla Camera , si fonda anche su questo : « Se Marzotto non vince , porta via gli stabilimenti » . La campagna fu condotta in maniera che è rimasta proverbiale , a base di fiaschi di vino , pacchetti di sigarette , e democratiche manate sulle spalle . Tutto il resto è magnificenza , che sta fra il fasto di una corte rinascimentale e gli hobbies di un industriale americaneggiante ; chi ritiene che , con la candidatura del figlio Vittorio , il vecchio conte abbia voluto crearsi una piattaforma per sostenere la sua politica industriale , probabilmente sbaglia . Marzotto , che riceve normalmente in casa sua onorevoli , ministri , alti prelati , e persino il presidente della Repubblica , ha ben altre maniglie a portata di mano . La realtà è che il conte ha aspirato invano , per anni , durante e dopo il fascismo , al laticlavio : non ottenendolo , la presenza alla Camera di uno dei figli lo compensa in qualche modo della sua assenza fra i padri coscritti . Anche le prodezze automobilistiche di Giannino , che han scandalizzato la ben pensante borghesia vicentina , a conti fatti sono una forma di magnificenza che si traduce in mito , ed in tanta efficace pubblicità . Un giovane intellettuale di Valdagno , che è consigliere comunale di parte socialdemocratica , mi dice che i bilanci del comune son sempre in sospeso perché non si sa quanto pagherà il maggior contribuente : il conte infatti non riceve , come tutti i cittadini , la normale cartella delle imposte , compilata dall ' ufficio . Lui stesso stabilisce quanto darà ; ed ogni anno aggiunge , munificamente , un regalo extra , per far la scuola nuova , od illuminare una strada . La lotta politica a Valdagno è scialba , ed in pratica i partiti politici , eccettuato quello comunista , che è un gruppo piuttosto piccolo , ma abbastanza attivo , non esistono . La Democrazia cristiana ha il suo punto di forza nell ' azione delle parrocchie : ottenne più di 10mila voti nel '45 , ma il 7 giugno se li vide dimezzare dalla concorrenza dei liberali , e cioè da Marzotto , la cui presenza nella campagna elettorale determinò anche lo sfasciamento dei socialdemocratici , che puntarono nelle amministrative del '51 e avevano avuto più di 3.000 suffragi , e si son ridotti a prenderne 162 . I 5.370 voti di Marzotto sono chiaramente voti padronali ; il Blocco Nazionale , infatti , non ottenne , il 18 aprile , più di 200 voti . I partiti di sinistra hanno ottenuto circa duemila voti , quattrocento in più rispetto al 18 aprile . Ed ecco la situazione sindacale . Nelle ultime elezioni , per la Commissione Interna , si sono avuti 5.605 votanti ( altissimo perciò il numero degli astenuti ) e 4.989 voti validi ( 260 schede nulle e 356 bianche ) . La CISL ha raccolto 2205 voti ; 1941 sono andati alla FIOT ( aderente alla CGIL ) : 343 ad una lista indipendente , chiaramente sostenuta dalla direzione ; per la prima volta , e solo nella sezione elettorale di Valdagno , ha fatto capolino la lista fascista della CISNAL , ottenendo 305 voti . I seggi in Commissione Interna sono così divisi : 10 alla CISL , 9 alla CGIL , 2 agli indipendenti ed 1 alla CISNAL . La lista indipendente , come era da prevedersi , ha avuto largo successo ( quasi la maggioranza ) fra gli impiegati . I poteri della Commissione Interna , come sta accadendo in quasi tutte le industrie italiane , si van restringendo : uno dei membri della vecchia CI , l ' operaio specializzato Lorenzo Griffani , è stato sospeso di recente per aver attaccato la direzione sudi un foglio di partito . Aspetta il licenziamento . Manca qualsiasi forma di direzione operaia nelle istituzioni sociali e ricreative ; al Circolo ENAL non elegge un comitato direttivo sin dal 1945 ed a conti fatti è questa la ragione per cui gli operai non si divertono con il giocattolo n uovo di papà Marzotto . A mano a mano che diventano maggiorenni , decidono di scegliere da sé i loro divertimenti e tutta la loro vita .
StampaQuotidiana ,
Castelgandolfo , 8 ottobre , notte - Un secondo collasso , arrivato dopo quarantotto ore precise da quello che due giorni fa aveva messo in trepida angoscia il mondo cristiano , ha capovolto repentinamente una situazione che pareva avviata alle più fondate speranze , ed il successivo manifestarsi di complicazioni di carattere bronco - polmonare ha chiuso , nelle prime ore del pomeriggio , ogni strada a un possibile ricupero della crisi di carattere circolatorio che ha colpito Pio XII . Uscendo a mezzogiorno dal palazzo di Castelgandolfo , la signora Rossignani , sorella del Pontefice , che aveva appena sostato al letto dell ' infermo , aveva confermato le notizie di un lieve miglioramento che i medici avevano appena riscontrato . La signora si trattenne a colazione in casa di amici e lì la raggiunse alle 15 una successiva comunicazione la quale confermava le notizie già date , aggiungendo che il lieve aumento della temperatura verificatosi in seguito era interpretato come un segno che l ' organismo reagiva sempre più efficacemente al male . Alle 16 la signora Rossignani , che si disponeva a rientrare a Roma , credette bene di mettersi in comunicazione telefonica con gli altri congiunti che stavano presso l ' infermo , e subito dopo fu vista rientrare precipitosamente al palazzo dal quale non è più uscita , come non ne è uscito oggi nessuno dei quattro medici che hanno prestato le loro cure a Pio XII e che ora attendono rassegnati il compiersi dell ' evento nella camera d ' angolo al terzo piano , nella quale non si ode che il respiro affannato del morente . In quella stessa camera , seduto sul letto nell ' atteggiamento sereno di un convalescente , il Papa aveva conversato ieri sera , con la solita vivacità di tratto , con alcuni degli intimi , ed aveva ribadito la sua speranza di poter tornare quanto prima al suo solito lavoro . E poche ore prima , mentre il sole non era ancora calato all ' orizzonte , aveva pregato i suoi assistenti di concedergli un intermezzo musicale , ed aveva ascoltato con il trasporto dell ' appassionato la prima sinfonia di Beethoven incisa su dischi , ed aveva seguito l ' onda dei suoni facendo con la destra il segno di chi batte il tempo . A detta dei più , la giornata di ieri non poteva concludersi meglio per l ' augusto degente . Superato nel modo più brillante l ' incubo delle conseguenze che poteva tirarsi dietro 1'ictus cerebrale di lunedì mattina , nessuno faceva più caso al disturbo del singhiozzo , che pure si era manifestato a tratti anche nel pomeriggio di ieri . I medici però non riuscivano a nascondere del tutto un ' ombra di riserbo , pareva che avessero la mente fissa ad una circostanza inattesa ; c ' era nei loro discorsi , pur improntati ad aperto ottimismo , un sottinteso inquietante che non aveva niente a che fare con il pericolo che nessuno si nascondeva di una seconda crisi di carattere circolatorio . Non tutti avevano interpretato allo stesso modo il lungo sonno meridiano di Pio XII , e tanto meno l ' abbondante sudore che l ' aveva accompagnato . Ma il dato più serio che nascondeva il loro riserbo era un altro . I rilievi fatti subito dopo il risveglio avevano segnalato una aritmia cardiaca inattesa , dato che il Papa aveva sempre disposto di un cuore in condizioni eccellenti . « Un cuore da giovanotto » come aveva detto qualche anno fa Gasbarrini visitando per la prima volta il Pontefice . Era stato inoltre riscontrato un vistoso , repentino mutamento della pressione del paziente , il che poteva significare proprio una predisposizione dell ' organismo a nuovi assalti del male che ne aveva messo improvvisamente a repentaglio la vita . E nessuno si nascondeva che un secondo collasso non avrebbe potuto avere che conseguenze fatali . È proprio questa eventualità che si è verificata stamane , allo scadere esatto delle quarantotto ore dal primo insulto . Il Papa aveva passato una notte buona , dormendo anche per lunghi tratti , vegliato dalla stanza accanto , che rimaneva con la porta aperta , dall ' archiatra Galeazzi Lisi , dal dott. Corelli , e a turno da una delle tre suore addette all ' appartamento privato . E stamane egli aveva visto le prime luci del nuovo giorno in ottime condizioni di spirito , ed i medici non avevano riscontrato niente che potesse contraddire alle loro speranze nella prima visita che gli avevano praticata . È stato più tardi , esattamente alle 8.30 , quando il paziente si levò a sedere sul letto per prestarsi ad un intervento di importanza molto secondaria , che sopraggiunse repentino il secondo collasso . Accasciatosi supino sul letto senza conoscenza , Pio XII non ha più ripreso i sensi da quel momento , nonostante che i sanitari presenti gli abbiano prestato immediatamente tutte le cure del caso . La prostrazione delle forze , conseguenza della prima crisi , ha impedito che i farmaci , ai quali l ' organismo aveva tanto efficacemente reagito lunedì mattina , potessero avere questa volta l ' esito desiderato . Da quel momento in poi la vicenda che si è svolta nella stanza d ' angolo del vecchio palazzo di Castelgandolfo è stata quella di una lotta disperata contro il male , confortata solo da qualche temporaneo barlume di speranza , e quindi dell ' impietrito dolore di familiari , prelati e medici davanti all ' uomo vestito di bianco anche sul letto di morte , sia pure in modo diverso dal solito , e per il quale non c ' è più speranza . Il letto sul quale giace il Papa è ancora quello di ottone che fece collocare in questa camera il suo predecessore . È disposto in modo da avere a destra le due finestre che guardano dalla parte di Roma e di fronte quella che prospetta invece verso il mare . Dietro la spalliera del letto è applicata al muro una specie di arazzo . E sopra è appeso il quadro di una Madonna cinquecentesca di buona scuola . Figurano ai lati due cassettoni , che non hanno nessun pregio particolare , e nell ' ambiente , molto luminoso ma non vasto , si trova sempre un radiogrammofono . Pio XII non è in corna ; ancora a mezzanotte il suo respiro era regolare anche se ansimante , e , non aveva niente a che fare con il rantolo dei morenti . È per questo che solo la ultima comunicazione parla di agonia . L ' infermo ha gli occhi chiusi , ed i più sono convinti ch ' egli non sia in condizioni da rendersi conto di quanto avviene attorno a lui , ma nessuno può dire con certezza che egli abbia perduta del tutto la conoscenza . È stato sempre così dopo ch ' è sopravvenuto l ' ultimo collasso . Padre Leiber , che è uno dei due segretari addetti alla biblioteca personale , e che in questi ultimi tempi ha assolto anche i compiti di confessore del Papa essendo malato il confessore titolare padre Bea , celebrava stamane la Messa nella cappella che sta accanto alla camera da letto quando sopravvenne la seconda crisi . In precedenza Pio XII aveva detto al suo fedele collaboratore che , non potendo celebrare lui la Messa , era almeno confortato dall ' idea di poter ricevere la Comunione , come aveva fatto nei giorniprecedenti . Ma quando padre Leiber fu in grado di poter soddisfare quel desiderio , non c ' era più la possibilità fisica che l ' infermo potesse ricevere le sacre specie ed il gesuita , con le lacrime agli occhi , si limitò ad impartire al Pontefice la benedizione . Pochissime sono state le persone ammesse nella stanza del malato in questi tre drammatici giorni . Hanno fatto sempre eccezione i prelati di palazzo , mons . Canori di Vignale e mons . Nasalli Rocca , i familiari del Pontefice , tra i quali i nipoti Pacelli sono stati i più assidui , e naturalmente le suore , che fanno di continuo la spola fra la camera dell ' infermo e i locali del piano sottostante dove sono allogati i servizi . Affrante da un ' assistenza che dura ininterrottamente da diversi giorni , le suore piangono quando recano alle labbra del morente il Crocefisso o ne umettano le labbra riarse ; anche qualcuno dei familiari piange , i più pregano , una radio lontana del palazzo reca nella stanza del morente un ' eco delle musiche sacre che la stazione vaticana da stamane intercala ininterrottamente ai bollettini dei medici trasmessi in tutte le lingue . Anche i cardinali presentatisi lunedì alle prime notizie del collasso avevano dovuto sostare nella sala del Concistoro , ch ' è l ' ultima grande aula dell ' appartamento nobile di Castelgandolfo , ed a mettere le loro firme sul registro esposto . Solo il cardinale decano , Tisserant , aveva potuto affacciarsi lunedì per un breve momento nella stanza e l ' aveva fatto levando la destra nell ' atto della benedizione . Oggi nel pomeriggio , quando fu chiaro che il Papa si andava spegnendo e che la sua sorte era segnata senza possibilità di umano rimedio , la severa consegna è stata un poco attenuata e nella stanza sono state ammesse altre persone , fra le quali i cardinali Tisserant , il quale si è poi trattenuto a Castelgandolfo fino a tarda ora , Aloisi - Masella , Fumasoni - Biondi e Valeri . A quell ' ora due Guardie nobili , con la spada sguainata , si collocarono di fazione in un locale attiguo alla camera del morente . In precedenza , vedendo entrare i militi alla spicciolata ed in abito civile dal portone del palazzo , chi è pratico del costume vaticano aveva già capito tutto , anche se per caso non fosse stato al corrente di nulla . Vuole infatti la tradizione che , quando il Papa si trova agli estremi , la Guardia nobile vegli il morente e ne custodisca poi senza interruzione la spoglia fino al momento della tumulazione . Pio XII è il primo nella serie dei Papi a chiudere la sua vita a Castelgandolfo , e la chiude sotto la particolare protezione della Vergine , dopo che il caso ha voluto che a questo intento sia stata dedicata domenica l ' ultima funzione religiosa di carattere pubblico alla quale egli ha preso parte . È stata questa la cosiddetta Supplica alla Vergine di Pompei , che è stata trasmessa anche per radio , ed è stata trasmessa per radio proprio dal palazzo di Castelgandolfo . È avvenuto così che Pio XII , particolarmente devoto alla Vergine , si sia trovato a invocare dalla Regina del cielo la buona morte proprio alla vigilia del suo trapasso terreno , che questo fosse l ' ultimo atto della sua spirituale paternità del mondo cristiano , e che a quell ' atto si trovassero a partecipare indirettamente , sia pure senza saperlo , milioni di fedeli . Poiché la sorte ha voluto che Pio XII chiudesse la sua vita a Castelgandolfo , è già stabilito che la piccola località dei Castelli romani abbia una parte notevole e del tutto insolita nel cerimoniale che accompagna il decesso di un Pontefice . Non solo il riconoscimento ufficiale della morte verrà fatto sul posto , ma nel palazzo della villa papale si farà anche la prima esposizione della salma , che avveniva di regola nella Cappella Sistina . Rivestito degli abiti corali , cioè con rocchetto , mozzetta e stola , il corpo del Pontefice sarà collocato su un catafalco nel salone degli Svizzeri e là avverranno le visite di rito anche dei membri della Corte , del corpo diplomatico e della prelatura romana . La traslazione a Roma avrà carattere privato , ma il piccolo corteo del quale faranno parte tutti i cardinali non si dirigerà a San Pietro ma a San Giovanni al Laterano , alla basilica cioè che è la cattedrale del Vescovo di Roma , ed anche questo fatto rappresenterà una innovazione piuttosto vistosa rispetto al passato . Dalla basilica lateranense muoverà poi , a piedi , con la partecipazione di tutte le autorità e di tutto il clero romano , il solenne funerale che , attraversando Roma , come ai tempi in cui i Papi morivano al Quirinale , scorterà la salma a San Pietro , dove avrà luogo l ' esposizione solenne come vuole la tradizione . Però anche in questo caso , la tradizione non sarà rispettata che in parte , in quanto l ' esposizione della salma non avverrà nella cappella del Sacramento ma nella « confessione » , cioè al centro della crociera .
Alla Juventus l'undicesimo scudetto ( Brera Gianni , 1960 )
StampaQuotidiana ,
Torino , 15 maggio 1960 JUVENTUS - MILAN : 3-1 . NOTE : Pomeriggio afoso per via di una incombente cappa di nubi . Terreno ottimamente tenuto . Spettatori 60.000 circa . Nessun incidente . Angoli : Juventus 4 , Milan 3 ( 1-2 ) . Al 90' , Ornar Sivori andò a tre quarti di campo in area juventina , prese la palla e incominciò a dribblare torno torno . Era un dribbling gratuito e insensato , di pura esibizione . Il pubblico si spellò le mani . Poi l ' arbitro Rigato ( in discreta forma ) fischiò la fine e i giocatori del Milan e della Juventus si strinsero la mano , perfino Grillo e Boniperti , che se ne erano dette per i porcelli . Una cancellata venne aperta dalla parte dei popolari . Il pubblico si mise a correre verso i giocatori juventini che lentamente si avviavano al sottopassaggio . Sivori venne agguantato e issato sulle spalle dei più prestanti , che gli decretarono il trionfo . Anche a Boniperti toccò questo onore , ma non a Charles , per una pura questione di chilogrammetri . Alcuni pazzarielli , brandendo bandiere , presero a correre lungo la corda della pista d ' atletica , alla maniera degli americani del sud : il pubblico tornò a spellarsi le mani . I fotografi scalarono le porte e sedettero sulla traversa per riprendere dall ' alto le scene di entusiasmo popolare . La frigida Juventus viveva senza grande partecipazione , anzi , quasi snobbando , la sua apoteosi . Le radioline avevano annunciato che la Fiorentina era stata sconfitta a Marassi dalla Samp . Il campionato era virtualmente finito : evviva ora e sempre la grande Juvèntus ( con la « è » accentata grave ) . La partita dell ' apoteosi fu uno strazio che tutti compresero , anche il pubblico di più facile contentatura . L ' afa conciliava il sonno . La nausea da pallone rendeva nervosi quasi tutti . Fatte poche eccezioni ( Alfieri , Maldini , Liedholm , Charles , Schiaffino , Cervato ) nessuno aveva voglia di correre . Il Milan assunse il forcing e pareva un paralitico in foia . La difesa reggeva ottimamente ai grandi della Juventus ( eccezion fatta per lo sfocato Fontana ) . Occhetta teneva benino Sivori . Liedholm pendolava maestoso sull ' arco dei centottanta gradi . Schiaffino bastava per Boniperti , ancor più sciroccato di lui . Parato il colpo , la difesa milanista si disimpegnava come suole , cioè armoniosamente bene . I guai incominciavano quando la palla giungeva a una delle quattro punte avanzate . Grillo riceveva da fermo , aspettava Emoli e ingaggiava il dribbling : o lo falliva , e allora si metteva le mani sui fianchi , scuotendo il capo , o lo vinceva , e allora aspettava Cervato o chi per lui : poi cercava un compagno , che riceveva pure da fermo e ricominciava la manfrina . Insomma , una lagna da correre in campo con la frusta . Altafini si sbizzarrì una sola volta a staffilare sulla traversa , poi stette a vedere o , che è peggio , si defilò addirittura perché a nessuno saltasse in mente di servirlo e farlo correre . Bean toccò due o tre palle battendo punizioni ( tutte alte ) . Danova fece fumo piroettando sotto i bulloni arcigni di Sarti o di Garzena . Sbagliò una palla - gol sul due a uno . Non vidi altro , fatto da lui . Il povero Schiaffino , andando le due squadre a segatura , era effettivamente in paradiso . Riceveva da fermo , smistava , corricchiava ad aspettare il rilancio ( oh , illuso ! ) , leticava con Boniperti che , decisamente incarognito , gli tirava sgambetti odiosissimi . Ma tutto era moscio e dimesso , talché avresti creduto che le due squadre fossero d ' accordo di non umiliarsi . In tutto il primo tempo , dodici volte concluse la Juventus e sette il Milan , pur avendo tenuto assai più a lungo la palla . Vavassori non dovette parare un sol tiro ( perché Altafini incocciò la traversa dal limite ) . Il bravo Alfieri , invece , se la vide più brutta , ma non di tanto . Respinse un tiro troppo centrato di Nicolè all'8' , non parò un tiro cross di Sivori al 10' , ma lo vide respingere da Maldini sulla linea . Un ' altra palla - gol incornata da Sivori ebbe la fortuna di trovarsi , papale papale , fra le mani . Alla ripresa , Nicolè si liberò una seconda volta , e molto bene , a rete , e Alfieri seppe ancora sventare ( al 3' ) . Schiaffino riprese al volo un comodo pallonetto e consentì a Vavassori di accontentare la platea in un plastico tuffo . Al 10' , Liedholm venne punito per un dubbio fallo su Boniperti e batté la punizione Garzena per Colombo : questi fece triangolo su Charles e toccò di piatto verso rete : due o tre milanisti aggrappolati cercarono di incornare per la respinta : la palla rotolò beffarda su di loro e cadde presso la zampa di Sivori , che toccò sveltamente per l ' uno a zero . Il sospetto di un accordo a non procedere venne rincrudito dall ' immediato pareggio . Sívori stava ancora sotto le tribune a ricevere l ' ovazione , come fanno i toreri dopo aver concesso due banderillas straordinarie : Altafini toccò a Grillo che scattò in avanti : Grillo scartò il solito Emoli e cercò il centravanti ormai lanciato : balzò Cervato sul primo tocco di dribbling ma fece rimpallo : in quella , usciva di porta anche Vavassori : Mazzola si trovò fra i piedi il più comodo dei palloni : non poté esimersi dal toccare in rete . Era trascorso quasi un minuto , fra abbracci , ovazioni e tocco di avvio . Poi , fu di nuovo gnàgnera oscena . Al 21' batté una punizione Sivori per Charles e la vinse di testa Cecco Zagatti : sulla respinta , arrivò allupato Garzena e incocciò un destraccio da svellere le braccia a qualsiasi portiere : la palla schizzò dallo spigolo inferiore della traversa e tornò largamente alle spalle di Garzena ! Si sderenava intanto Charles a caricare , simile a un ariete : Maldini lo fermava di agilità . Liedholm eseguiva dignitosi passaggi in avanti ma l ' attacco del Milan era da fustigare . Mazzola rifiutava ostentatamente la palla . Grillo si metteva le mani sui fianchi dopo il solito dribbling perduto . Le ali , un pianto . Né bastava Schiaffino , gamba saggia . Così ebbe ancora Sivori la palla buona sottomisura e la rovesciò in rete di prepotenza . L ' azione era stata animosamente condotta da Charles a destra : sul suo cross , aveva trepestato Stacchini al centro senza cavarne più di un rachitico spioventino verso porta : ma su quello saltò il demoniaco Sivori e fu il due a uno ( al 30' ) . Qui , il Milan ebbe un breve sussulto , come un somaro stracco e legnato . Una punizione di Grillo venne incornata da Cervato quando già Vavassori stava fuori dai pali : sul rimpallo arrivò il melenso Danova e sorvolò la traversa ( 35' ) . Al 36' , un traversone di Emoli venne svirgolato da Maldini verso sinistra , fu Stacchini a trattenere la palla , che sarebbe andata in angolo ; Stacchini si mise a fare il gigione non riuscendo a spiazzare Fontana per il cross : così saltellava fintando da destra a sinistra : poi finalmente vide Boniperti sul limite e la gente si accorse allora che Stacchini tutto sarà fuorché un micco : la sua palla trovò infatti Boniperti , che la aggiustò con la sinistra e , dirigendosi verso destra , la incocciò di collo , sorprendendo Alfieri alla sua sinistra . Vi fu ancora una stramazzata di Charles lanciato oltre il proprio limite dinamico e magari anche cianchettato da Maldini in furibondo gomito a gomito . Rigato non volle vedere falli di sorta e lasciò che lo strazio finisse . « Juve ! Juve ! » invocavano sgolandosi i sessantamila . E incominciò il rodeo delle bandiere .
Questa Inter incanta ( Brera Gianni , 1961 )
StampaQuotidiana ,
Milano , 27 agosto 1961 - INTER - ATALANTA : 6-0 . NOTE : Pomeriggio soleggiato e afoso . Circa 55.000 spettatori . Campo buono . Nessun incidente , se si esclude un tentato omicidio ( reversibile in tentato suicidio ) di Hitchens ai danni di Cometti nel finale . Angoli : Inter 10 , Atalanta 3 ( 7-2 ) . L ' Inter ha esordito in campionato sacrificando la mite Atalanta alle sue ambizioni mattatorie . Ha vinto per 6-0; avrebbe potuto vincere per almeno il doppio . Non ha maramaldeggiato e ha fatto benissimo . Ancor meglio avrebbe fatto se avesse dato maggiore essenzialità alle puntate dell ' attacco palleggiando un poco più a centro campo e rischiando un poco meno sottomisura . Ha concluso la bellezza di 27 volte nel primo tempo ( con 7 angoli ) e di 21 volte nel secondo ( con 3 angoli ) . Il grande protagonista della giornata è stato Luisito Suarez . Ispirato da lui , il tandem centrale di attacco ha fatto cose a dir poco strabilianti . Mai neppure pensato che Bettini possedesse tanta potenza di tiro e - soprattutto - così spiccato senso della rifinitura a pro dei compagni ! È proprio vero , allora , che la provincia finisce per soffocare anche i più bravi ? Quanto a Hitchens , difetti ne ha millanta : ma possiede la dote fondamentale del centravanti : segna fior di gol : è grande in acrobazia ( vulgo a incornare ) e potentissimo nel battere di destro . Suarez ha subìto per un quarto d ' ora le puntigliose attenzioni di Maschio , che ha offerto uno squisito recital della sua arte all ' attonito pubblico milanese . Maschio è figlio di un pavese delle colline ( Montesegale ) e di una milanese della Bassa ( Castano Primo ) . Vedendolo agitarsi con la bacchetta del maestro abbiamo pensato a Toscanini proditoriamente indotto a dirigere la banda d ' Affori . Chiaro che , dopo qualche sciabolata a chieder note armoniose , sarebbe zompato urlando dal podio ... Maschio si è semplicemente ritirato in un angolino della ribalta e ha fornito i suoi numeri di controllo , dribbling , tocco e tiro . Buffon gli ha parato a stento - però da campione - una legnatona lunga e beffarda . Era il 10' : nessun atalantino era mai riuscito a concludere un ' azione . Nessun atalantino , dopo quella prodezza , ha mai più infastidito Buffon . Maschio ha trotterellato altero e distante nella sua zona di interno - regista . Suarez ha torneato come e quando ha voluto in lungo e in largo . Ha fatto segnare ed è perfino venuto a noia per segnare a sua volta . Ha concluso sette volte nel primo tempo e ben undici nel secondo . Ha colpito un palo e segnato il suo bravo gol : ma avrebbe voluto insistere e forse ha fatto male . Non è un goleador : è un grande interno - regista che farebbe assai bene a non sprecarsi in bullerie . Il campionato è lungo ( ahi quanto ! ) e l ' Inter lo può vincere se proprio lui , Suarez , non si spreca . È bellissimo poter criticare una squadra che segna mezza dozzina di gol facendo accademia l ' intero secondo tempo . È una soddisfazione rara . Vorremmo proprio ci toccasse ogni anno . E forse è già questo l ' anno buono ... Sissignore , Helenio Herrera . Pensi a una scappellata d ' un Suo avo : le penne di struzzo ( o di gallastrone ? ) ripuliscono il terreno davanti ai Suoi piedi augusti . Per venti minuti ho avuto una gran paura di dover ghignare sulla riesumazione del WM . All ' Atalanta venivano offerti spazi grandiosi . Ma l ' offerta era piena di risaputo sarcasmo . Quelle tre punte della banda d ' Affori non mettevano insieme un arpeggio neppure per sbaglio . Guarneri toreava il bufalino Nova con la disinvolta leggiadria di un Ordoñez o di un Dominguin . Picchi , senza strafare , controllava pulitamente Magistrelli . Masiero ha incornato a sua volta da toro per i primi istanti . Poi addirittura ha fatto pases da vero artista della plaza . Ha toccato con misura ; è andato perfino a battere in gol . Intorno a Maschio , sbacchettante olimpico nella sua metà campo , Herrera ha messo Luisito Suarez e Pallino Zaglio . Costui , propriamente , teneva la propria zona di mediano in linea con Bolchi ( il quale controllava Christensen , rozzo ma non inutile acquisto danese ) . Era libero come un uccello : e poiché il suo debole è il tackle , non certo il tocco o l ' invenzione costruttiva , la mole di gioco interista sopraffaceva nettamente la difesa atalantina . Hitchens e Bettini si alternavano in temi arrembanti . Corso e Mereghetti caracollavano in appoggio . Il portentoso Cornetti , ciabattino di Romano , ha strappato lunghi e convinti applausi finché gli interisti non lo hanno cercato sul lato mancino . Da quella parte , lesina spuntata , Cornetti non fa che buchi oltre la misura . Ha provveduto Corso , con un gran balzo felino , a tagliare la prima palla in diagonale ( 22' : su tocco delizioso di Suarez alle spalle di Rota ) . Cometti era squilibrato a destra . Poi ha volato Hitchens a incornare un magnifico traversoncino di Mereghetti . Poi è esploso Bettini : e ancora Hitchens . Dopo mezz ' ora , la partita era chiusa . Pubblico lusingato , non certo in delirio . Capivan tutti che l ' Atalanta era candida e povera , che proprio non teneva , e che per giunta Maschio faceva un recital unicamente pro domo sua . Fra certi musici , Toscanini non vale : meglio uno che ci dia dentro alla brava come gli altri , che se qualche nota stona , tanto peggio per chi l ' ascolta . L ' Atalanta è squadra simpaticissima : le mancano , purtroppo , le tre punte avanzate . Il resto è da buona , onesta figura in campionato . Che abbia resistito 22' a questa Inter è già grandioso . E che non abbia segnato con Maschio è miracolo vero ( di Buffon ) . Alla ripresa , calcio se n ' è visto ancora , ma di pura accademia . Gli atalantini non hanno più lottato . A turno gli interisti cercavano Cometti . E sulla sua sinistra passavano . Si fa presto a dire , 48 conclusioni in una partita , più dieci angoli , per una sola squadra ! Herrera ha richiamato Mereghetti a tenere il centro campo , Luisito Suarez ha galleggiato davanti a lui : ogni palla se la chiamava con un bercio imperioso : acà ( o come si dice ) . Molte occasioni hanno sciupato tutti ( massime Corso ) . Bettini ha compiuto un dribbling aereo da lasciarci di stucco . Hitchens ha tentato di uccidere il coraggioso Cornetti con una legnata di destro che non avrebbe mai dovuto vibrare . In compenso , Rota l ' ha messo a terra in area , quando già Bettini l ' aveva liberato deviando a lui un tocco sublime di Suarez . Era stata quella una delle più splendide fasi di gioco . L ' arbitro ha lasciato correre . Però la spietata furia di Hitchens non ci è piaciuta . Sarebbe bastato un tocco leggero ... Niente : ha sparato fortissimo di destro , e Cornetti - suicida - s ' è gettato a pararlo sul nascere : che sicuramente andava a 150 orari . L ' ha colto sul costato sinistro : uno schianto . E Dio sa come abbia potuto reggersi per altri due minuti ! Alla fine , comprensibili peana . Trombe sonorissime . Campane trillanti . Perfino il gracchiare concitato di un radiomegafono . Tutto bene . Herrera ha promesso adeguamenti tattici per ogni partita . La prima l ' ha azzeccata con il wM difensivo e con l ' M all ' attacco . Domenica prossima , a Roma , sarà bene che Zaglio rimanga libero ... alle spalle di Guarneri e di Bolchi , e che Mereghetti si prenda cura dell ' interno che toccherebbe a Suarez . Questi , ad ogni modo , sono anticipi eccessivi . Ogni tattica è buona quando si vince : specialmente se si vince anche alla fine . Il solo pericolo è questo : che l ' Inter palleggi troppo sottomisura , sottoponendo i centrocampisti a recuperi pericolosi . La cronaca secca . Grandi parate di Cometti su Bettini e Mereghetti . Fra le due , stupefacenti , il volo di Buffon a fermare il lungo proietto di Maschio dopo un assolo . Al 22' : lancio di Picchi a Corso : avanzata : Suarez chiama il triangolo : tocco in avanti per Corso : Rota tagliato fuori : balzo di Corso a gamba tesa sulla palla : diagonale assassino sulla sinistra di Cometti . Al 28' , Roncoli segue Bettini sulla sinistra ( Colombo , sfuocato , è ora su Mereghetti , ala d ' appoggio ) . Fallo vistoso e goffo di Roncoli . Dall ' estrema sinistra lo batte Suarez cercando Hitchens : traiettoria troppo alta : arriva a Mereghetti : costui , dribblando a ritroso , libera elegantemente il sinistro per un traversoncino stupendo : Hitchens ingobbisce e zompa ad ariete : Cometti afferra nuvole : il crapottone giallo di Hitchens non è polenta : pota , Comett ! : bisognava arrivarci prima col pugno : è il 2-0 . Al 31' , Suarez gioca Pizzi con un ' apertura profonda : Pizzi non intercetta : fulmineo irrompe Bettini : un destro da svellere i pali : 3-0 . Al 43' , Mereghetti cade sul tackle avversario e sopravviene Zaglio : cerca Bettini in area : Bettini di piatto mette all ' indietro ( idea deliziosa ) per l ' accorrente ciclonico Hitchens : destro basso diagonale mancino ( per Cometti ) : carambola in rete dalla base del palo . Non lo parerebbe il diavolo . Intervallo . Gino Patroni dice che il Tunisi ha acquistato Asdrubale , però non segna di testa . Ripresa : notata un ' elegante finta di Zaglio per Guarneri . Accademia . Ma Christensen azzoppa il Maciste e poi gli tende la mano . Maciste , bonazzo , accetta . Si ripete poco dopo e Maciste rifiuta . Corretti sì , ma non ipocriti . Gol sbagliati ( uno anche da Maschio , dopo arrembanti dribbling : arriva a Buffon che non ne ha più in pancia e allora gli nasce un tiruccio rachitico ) . Al 22' Suarez colpisce il palo ( alla sinistra di Cometti ) : al 23' lo sfiora soltanto ( alla sinistra di Cometti ) e segna il 5-0 . Al 28' , visto Hitchens sventare in area un ' incursione di Nova ( a cornate ) . Al 33' Suarez si degna di servire Corso : pallonetto squisito per Bettini : al volo , diagonale in rete ( alla sinistra di Cometti ) . Meritate ovazioni . Poi il rigore di Rota : il tentato omicidio di Hitchens , furia gialla . Maschio procura a Magistrelli il pallone per il gol della bandiera . Magistrelli ne cava una stecca . E allora fischia anche Di Tonno . A casa .
Il Milan si impone alla Juve ( Brera Gianni , 1961 )
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Milano , 12 novembre 1961 - MILAN ; JUVENTUS : 5-1 . NOTE : Circa 60.000 spettatori . Crampi a Rivera dal 30' al 35' del secondo tempo . Due squadre amministrate in modo piuttosto strano hanno opposto ieri a San Siro le loro glorie antiche e i loro acciacchi presenti . Pioveva a scrosci e tirava un gran vento dall ' est , che porta sempre la pioggia in Val Padana . Umori tetri in Rocco , al quale era stato negato Rosa a vantaggio di un glorioso rudere già mollato dal Brasile e poi dal Boca . Qualcuno lasciava intendere che , se il Milan avesse perduto , Rocco se ne sarebbe andato spontaneamente , offeso com ' era per non essere stato interpellato nell ' ultimo acquisto , e nemmeno nel penultimo , se è vero che da un mesetto Gipo Viani lo andava sfruculiando perché appoggiasse l ' assunzione di Ghiggia ... Rocco improvvisava l ' ennesimo attacco con questo solo vantaggio : di non aver più Greaves fra i piedi . E rilanciava Salvadore con l ' amatissima maglia numero 5 . Dal canto suo , Parola lamentava l ' assenza di Sivori e di Mora , le contusioni di Charles e di Rosa . Ciononostante , aveva dichiarato alla vigilia che avrebbe fatto il WM e , cosa per non dir altro assai strana , l ' ha fatto davvero , lasciando orfano Bercellino solo soletto su Altafini . Vero che Leoncini manteneva la zona , abbandonata da Dino arretrante su Rosa , ma stare in zona senz ' avversari non significa proteggere il centromediano , significa esser male guidati dalla panchina . Infilato due volte in 7' , e risparmiato tre altre volte in 18' ( da Altafini ) , Parola ha deciso di riconoscere il proprio errore al 28'; ha mandato Bercellino sul pari - classe Barison ed ha spostato Garzena in centro . Né questo basta . Nella ripresa , quando la Juventus ha iniziato il forcing , su Altafini è stato lasciato Leoncini e Garzena è rimasto libero . Che aspettate a far un tecnico del vostro figliolo meno bravo in latino o in matematica ? Io comunque non sono della parrocchia juventina e segnalo queste stranezze per dovere critico , non solo , ma anche per limitare i peana al Milan . Che cosa vale , in effetti , questa squadra pur mo ' nata dai maneggi di mercato e dalle convinzioni tattiche di Rocco ? Le mancano due ali serie e un regista capace anche di correre . In tutto il resto , quando non gigioneggia , soddisfa quasi appieno . Dino Sani sa giocare a calcio . Non è uomo di marcatura , bensì di posizione : e aver posizione da centrocampisti significa esser grandi . Tocca molto bene ; lancia benissimo . Ha esordito sotto l ' acquivento , al freddo , dunque in ambiente per lui ostile . Il suo esordio va considerato positivo . Deve soltanto fissare qualche schema con Altafini e Barison . Nella ripresa ha avuto buon senso ... nel contenersi . Il maggior dinamismo di Rosa lo umiliava . Lui andava al passo . Ma i palloni rimediati spigolando li ha quasi tutti sistemati bene . Ghiggia è il vecchio castrone che sappiamo . Quando si sarà rassegnato all ' essenziale , senza intraprendere goffi dribbling fondati sullo scatto ( che non ha più ) , il Milan avrà in lui un ottimo rifinitore . È intelligente , il marrano , sa quel che ci vuole . In linea con Rivera e avanti a Dino Sani , può costituire un magnifico reparto di lancio e di appoggio per Barison e Altafini , a patto che questi due crapottoni di gran possa si muovano per tempo a dettare il passaggio . In contropiede sono temibili sempre e sparano a rete come pochi , sanno giocare alto ... Altafini ha esploso quattro tiri - gol . Avrebbe dovuto segnare sei o sette volte . Come dire di un goleador così felice e fortunato che ha soddisfatto a metà ? In effetti , non è stato un fenomeno . Ma ha segnato quattro gol , buon Dio . Giocasse sempre così male , e nel Milan e in maglia azzurra ! Importante è però che abbia capito di dover tirare sempre , vicino o lontano che sia . Lo stesso Barison , cercato in profondità , ha soddisfatto . Dimenticato , è riapparso per sbagliare un gol e farne fare un altro : che più ? Se il Milan potesse contare su un Dino più sicuro di costruire per qualcuno e sul portentoso Rivera che abbiamo veduto oggi , nessuno potrebbe escludere un suo ritorno alla ribalta dei protagonisti . Rivera ha compiuto in scioltezza le prodezze che Rosa ha compiuto ringhiando . Questa è la differenza fra i due , che sono stati i migliori in campo . Altafini stava spesso a guardare Rivera con l ' aria allocchita : fosse scattato a tempo , quale altro diluvio ! Il terreno era tale che non bisognava illudersi di compiere squisitezze sul tocco o sul dribbling . Il solo che l ' ha capito bene è stato l ' ottimo David , e ha fatto male Ghiggia a non servirlo quando scattava sull ' ala ( se ne ricordi ) . La difesa del Milan ha preteso troppo dalla propria abilità di palleggio . Spesso la palla restava in area e gli spaventi sono stati molti . Lo stesso Trap ha mancato respinte che s ' imponevano e Radice ancor più di lui . Buono è stato il ritorno di Salvadore . Onesta la prestazione di Maldini sull ' ala . Liberalato ha gigioneggiato ( da allocco ) come i compagni sulle rimesse : fra i pali , un signor portiere . Che il terreno fosse nemico delle difese dimostrano queste cifre : il Milan ha concluso 20 volte ( con 3 angoli ) nel primo tempo e 13 ( con due angoli ) nel secondo . La Juventus 10 volte nel primo e 18 nel secondo . Il Milan ha marcato Charles con Trap e Nicolè ( centravanti autentico ) con Radice . Sani avrebbe dovuto marcare Rosa . Delle marcature juventine si è detto . Aggiungo che Rivera veniva marcato da Emoli , non meno smarrito dei compagni , ma corretto . Già al 2' , passa il Milan . Leoncini perde la palla su Ghiggia : due dribbling : Altafini non si muove : mentre inveisco a lui , Ghiggia lo serve : e Altafini prima ancora che gli arrivi addosso Bercellino esplode il destro basso da 15 metri : gol . A15' , Rosa si libera indietro su Bercellino : controllo errato : palla ad Altafini che , libero , tenta la finezza di piatto destro e sorvola la traversa . Bercellino lo serve meglio al 7' : sentite : Salvadore a Dino , ad Altafini a Rivera che sbaglia il passaggio e dà sul piede di Bercellino : nuovo controllo errato : Altafini è di nuovo solo e non sbaglia . Comunque colpita , questa palla diventa un proietto imprendibile per i portieri . Al 12' , Barison pianta Garzena lanciando se stesso : crossa basso , forte , bene : arriva Altafini e da tre metri manca la deviazione . Sciagurato ! Al 18' , Rivera imita al tiro il Trap : Anzolin non arresta : Altafini manca il rimpallo . Scalogna e mancanza di agilità . Piove . Ma il gioco è onesto . Applausi per Dino che , in dribbling , si libera di tutti per toccare a Liberalato . Forcing della Juve . Al 28' , Altafini crossa per Barison al centro : clamoroso buco . Povrazz . Al 37' , fallo di Ghiggia su Leoncini al limite sinistro : batte Rosa di collo destro e splendidamente segna uccellando Liberalato . Sul 2-1 , tutto ritorna in gioco . La Juventus si ammucchia davanti a Liberalato . Altafini libera Barison che , tardo , telefona il tiro ad Anzolin ( 45' ) . Legnata di Ghiggia fuori di un ' unghia al fischio del 45' . Ripresa . Catenaccio juventino ( sic ! ) : e forcing . S ' impapera per la presunzione di far palleggio la difesa milanista al 6' : Rossano da destra crossa e Charles incorna fuori a sinistra la palla - gol . Non è tutto . Al 7' Emoli scende e crossa alto dall ' estrema : Liberalato smanaccia alla men peggio verso Rossano e cade : lo juventino batte verso la porta e Liberalato , a terra , può bloccare . In un minuto , mancato due volte il pareggio . Grigia per il Milan ; Dino assiste alle rabbiose folate dí Rosa . Questo annoto e , ironia , proprio al 17' Sarti commette mani su un lancio di David . Apre la punizione lo stesso David a Ghiggia che , evitato l ' arbitro , traversa basso . Area deserta : il traversone arriva a tre metri dal palo di destra : qui piomba Rivera e spacca in rete . Pesci , dalle parti di Anzolin . Ora è fatta . Al 23' , Salvadore caracolla fuori area in dribbling e dà a Dino , e questi lancia stupendamente Altafini : esce a vuoto Anzolin ma Altafini non vuol battere troppo da destra e allora si accentra in dribbling e Anzolin , già steso , gli ghermisce la palla . Al 31' , Altafini viene liberato da Rivera ma ... preferisce appoggiare a Barison : legnatona : palla - gol alle stelle . Al 32' , un gaudioso miracolo . Il Trap dribbla e dà a Barison in centro : costui vince un dribbling di finta ( sissignori ) e libera Altafini sulla sinistra : proietto basso , Anzolin beffato . E non passa un minuto che David fionda avanti a fil di pozzanghera : Garzena sballa l ' entrata su Altafini , e anche Anzolin sballa l ' uscita : Altafini , birbone , accompagna la palla in rete . Cinque . « Che , sei ammattito ? » domanda Sivori ad Altafini . Forse .
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Santiago , 2 giugno 1962 - CILE - ITALIA : 2-0 . Uomini siate e non pecore matte ! È questo il solo commento valido dopo la ripugnante degradazione dello sport cui ho assistito in questa luminosa giornata dell ' autunno cileno . Era un viaggio nato disgraziato sotto moltissimi aspetti , e lo sentivo . Oggi ogni nodo è venuto al pettine , tristemente , e lo sdegno mi impedisce ogni considerazione a favore degli azzurri , colpevoli essi stessi come i cileni , più modesti , e moralmente drogati come già avevo detto . Gli errori erano cominciati in Italia dalla scelta dei tecnici e dalla irresolutezza di Spadacini , che pure aveva sottomano in casa un Viani e un Rocco , e che mancò l ' ottima occasione di togliersi fuori all ' epoca del suo lutto . Si lasciò poi l ' Italia anche discretamente preparati , però qualche uomo buono è rimasto a casa e qualche brocco è stato portato qui . All ' esordio con la Germania si ebbe la sfortuna di trovare un arbitro scozzese che sopportò le brutalità apparentemente oneste dei tedeschi e che riprese le ritorsioni vistose degli italiani , maleducati e poco furbi . La tremenda battaglia ci esaltò per il coraggio agonistico dei nostri , ma anche preparò l ' ambiente per le reazioni dei cileni , già montati da una campagna di stampa a causa di articoli sciagurati contro il Cile . Le disgrazie continuarono quando scioccamente si volle andar contro il destino rifiutando l ' arbitro spagnolo Gardeazabal e pretendendo l ' inglese Aston . Bene : costui aveva danneggiato il Cile in una precedente occasione , e già si era ingraziato il pubblico sopportando i pestaggi contro gli svizzeri . Si ripeteva il pericolo che consentisse le entrate fallose di gioco , ma non le volontarie ritorsioni . E così è stato . I tecnici italiani avevano giustamente valutato come modesta l ' avversaria , ma hanno sbagliato la formazione immettendo un David imbrocchito paurosamente da mesi , e un Mora per giunta capitano ( sarebbe come nominare me presidente della Lega Anti -Fumo...) . L ' incontro si annunciava tuttavia difficile soltanto per la situazione psicologica e l ' arbitraggio . Gli italiani , disposti bene , erano partiti all ' attacco , sicuri , tuttavia si era subito rivelata l ' insufficienza di David nel tenere Leonel Sánchez : ogni entrata un fallo . Il primo decisivo incidente avviene al 4' per un ' entrata di Tumburus su Landa . I giocatori si assembrano , e si vede David alzare le mani su Leonel Sánchez , e Rojas picchiarlo , poi David rispondere , sicché Rojas si butta a terra fingendosi morto e eccitando un parapiglia . L ' arbitro già qui avrebbe dovuto espellere David e Rojas . Riprende il gioco al 7' , e Landa insegue Ferrini , calciandolo al fianco : Ferriní , sciocco , sicuramente drogato oltre il lecito , esplode un calcione volante , che non coglie Landa ma è visto dall ' arbitro . Aston decide l ' espulsione del solo Ferrini , e sorge un nuovo parapiglia , in cui si vede Maschio steso knock - out da un pugno di Leonel Sánchez che gli ha fracassato il setto nasale . Invano gli azzurri invocano l ' intervento dell ' arbitro : se fosse stato spagnolo , bene o male li avrebbe capiti ... Maschio deve rimettersi in piedi , mentre Ferrini esce piangendo : insisto , in anormali condizioni psichiche . Anzi , psicoaminiche . Riprende il gioco dopo un bel pezzo . Maschio deve arretrare a marcar Toro , e incomincia le vendette : soprattutto , stordito , entra vistosamente greve . Il Cile attacca , e ovviamente dei nostri restano in attacco solo Altafini e Menichelli . David seguita ad intervenire da broccone su Sánchez , ma la squadra tiene bene , la difesa si batte , e i cileni sono incapaci di liberare una sola volta un uomo verso il gol . Al contrario , gli italiani sfiorano la rete al 34' : Menichelli lancia Mora sulla sinistra : ottimo cross , e Altafini sbuca libero sulla destra , incornando da sei - sette metri ma buttando fuori sulla sinistra di Escuti . Sciupata questa palla - gol per noi ! Il gioco è miserrimo per la modestia dei cileni , che ruminano noiose meline senza sbocchi . In tutto il primo tempo il Cile ha fornito sei conclusioni ( tutte fuori , tranne due punizioni comode per Mattrel ) . Al 41' l ' episodio decisivo : David e Leonel Sánchez si disputano la palla sulla bandierina , e David da tergo tenta il tackle , scalciando in verità sul tendine d ' Achille di Leonel Sánchez , il quale infuriato si volta e piazza un gran pugno al volto di David . Questi si butta a terra fingendo il KO , e ora come minimo Aston dovrebbe espellere il cileno . Niente . Entra ancora in campo la polizia e divide i giocatori . Al 45' ( secondo l ' orologio , ma ormai tra una cosa e l ' altra si è persa una decina abbondante di minuti ) David a centro campo urta con un piede alzato da omicida la testa del solito Leonel , e il pubblico s ' inferocisce : allora Aston spedisce via anche David . A questo punto bisognerebbe ritirare la squadra , accentuando l ' insolente idiozia dell ' arbitro . Invece si rigioca in un clima vergognoso : gli italiani si sentono defraudati e picchiano , gli altri rispondono . I cileni , modestissimi , avanzano con la palla finché è chiuso ogni sbocco . L ' arbitro fischia la fine del tempo al 52' , recuperando solo sette minuti di tredici che non si era giocato . Uscendo , Salvadore , accenna a rifilare una testata al segnalinee messicano , colpevole di non aver segnalato all ' arbitro il pugno di Sánchez a David . Al rientro , gli italiani si illudono di poter condurre fino al 90' il risultato bianco , e il solo Altafini resta a centro campo fra Contreras e Raul Sánchez . In difesa tutti gli altri , con Menichelli terzino sinistro e Robotti a destra , con Salvadore libero e Janich su Landa . I cileni melinano sicuri , ma trovano i varchi sbarrati . I nostri continuano ad entrar duri , e già al l ' Mora ( oh degno capitano ) dà un pugno nella schiena a Contreras . Vorrei sprofondare , andarmene , e non illudermi - come invece faccio - che gli azzurri possano condurre in porto il pareggio : fatalmente moriranno , battendosi contro due avversari di troppo . Cadono infatti al 29' , per una punizione determinata dal solito fallo di Maschio su Toro . Questi batte una lunga punizione su Mattrel , che ora ha il sole cadente negli occhi : il portiere bravamente respinge di pugno , ma purtroppo riprende Ramírez , libero , e con un bel colpo di testa infila da una decina di metri l ' angolino sinistro , con Mattrel ancora fuori . Adesso gli italiani si avventano in patetico WM , alla ricerca del pareggio . Purtroppo Mora è sfessato e brocco , Altafini stanco per le inutili corse contro avversari schierati a ricevere le respinte lunghe della nostra difesa . Soltanto gente di classe e in forma avrebbe potuto « alleggerire » palleggiando : ma Maschio era intronato dal pugno , Mora mediocre , Menichelli stanco , Ferrini espulso . Fatalmente dovevano passare ancora gli animosi , arcigni cileni , protetti da arbitro e pubblico . Gli azzurri non andarono oltre una conclusione al 34' , ma Mora pretese di sparare a rete da trenta metri , e buttò ignobilmente fuori . Mattrel compì grandi , avventurose parate su Fouilleux , Sánchez , Toro , ma al 40' costui in discesa leonina esplose da venti metri un destro basso che sorprese tutti . E poi ancora pestaggi . Pecore matte ! Ora sappiamo , dopo la brillante campagna antidoping , perché i nostri giocatori siano tanto isterici . L ' incompetenza tecnica , la mancanza di coraggio e di esperienza dei dirigenti federali hanno condotto a tutto ciò . Dire chi sia stato bravo mi sembra grottesco . Il migliore senza dubbio Mattrel , poi i due bolognesi e Salvadore . Gli altri o nulli o impotenti . Un disastro . Torneremo fra le solite pernacchie . E Spadacini tornerà ai suoi interessi , e Mazza ai suoi interruttori elettrici e ai suoi affarucci da provincia calcistica . E Ferrari riavrà la Nazionale , perché tanto è stipendiato , e poi è abituato alle brutte figure . Pasquale resterà alle sue presidenze , Rizzoli otterrà il mutuo per il villaggio del Milan , e Moratti imporrà il ritorno di Herrera . Il nostro calcio superficiale ha quel che si merita . Soltanto , mi piacerebbe sapere domani la dose delle amine psicotoniche .
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Il mattino del 25 domenica Mussolini si recò , come faceva da quasi 21 anni , all ' ufficio , dove giunse verso le nove . Nelle prime ore del mattino erano state poste in circolazione voci fantastiche sulla seduta del Gran Consiglio , ma l ' aspetto della città inondata dal grande sole estivo sembrava abbastanza tranquillo . Lo Scorza non si fece vivo , ma telefonò per dire che « la notte aveva portato consiglio e che v ' erano delle resipiscenze in giro » . « Troppo tardi ! » rispose Mussolini . Infatti , di lì a poco , giunse la famosa lettera di Cianetti , nella quale egli si pentiva amaramente di aver votato l ' ordine del giorno Grandi del quale non aveva rilevato la gravità , si dimetteva da Ministro delle Corporazioni e chiedeva di essere immediatamente richiamato nella sua qualità di capitano di artiglieria alpina . È questa lettera alla quale Mussolini non diede alcuna risposta che salvò più tardi la vita al suo autore . Grandi sin dalle prime ore del mattino si era reso irreperibile e fu cercato invano . Anche la M.V.S.N. faceva sapere dal Comando che non c ' erano novità . Il generale Galbiati fu invitato a Palazzo Venezia , per le ore 13 . Verso le 11 , il sottosegretario all ' Interno Albini portò al Duce il solito mattinale , contenente le notizie delle ultime ventiquatt ' ore . Di notevole e penoso c ' era il primo grave bombardamento di Bologna . Sbrigato il rapporto , Mussolini domandò ad Albini : « Perché avete votato ieri sera l ' ordine del giorno Grandi ? Voi siete ospite , non membro del Gran Consiglio » . Il piccolo Albini parve imbarazzato dalla domanda , arrossì e si profuse in enfatiche dichiarazioni di questo genere : « Posso avere commesso un errore , ma nessuno può mettere nel minimo dubbio la mia assoluta devozione a voi , devozione che non è di oggi , ma di sempre » . E si allontanò con la sua livida faccia di autentico traditore , che implorerà invano un posto da Badoglio facendo lunghe anticamere e offrendosi per ogni basso servigio . Poco dopo , Mussolini incaricò il suo segretario particolare di telefonare al generale Puntoni per sapere a quale ora del pomeriggio il re sarebbe stato disposto a ricevere il Capo del Governo , aggiungendo che si sarebbe recato all ' incontro in abito civile . Il generale Puntoni rispose che il re avrebbe ricevuto Mussolini a Villa Ada alle ore 17 . Il Segretario del Partito si fece nuovamente vivo con questa comunicazione : « Ecco la lettera che proporrei di inviare ai componenti del Gran Consiglio : Il Duce mi incarica di comunicarti che , avendo convocato il Gran Consiglio secondo quanto dispone la legge 9 dicembre 1928 per consultarlo sull ' attuale situazione politica , ha preso atto dei vari ordini del giorno presentati e delle tue dichiarazioni » . Sembra , da questa comunicazione , che non fu praticamente trasmessa e sarebbe stato inutile farlo , che lo Scorza prevedesse uno sviluppo normale della situazione stessa . Verso le 13 , accompagnato dal sottosegretario Bastianini , giunse a Palazzo Venezia l ' ambasciatore del Giappone , Hidaka , al quale Mussolini fece una relazione sul convegno di Feltre . Il colloquio durò circa un ' ora . Alle 14 il Duce , accompagnato dal generale Galbiati , si recò a visitare il quartiere Tiburtino , che era stato particolarmente devastato dall ' incursione terroristica del 19 luglio . Il Duce venne circondato dalla folla dei sinistrati e acclamato . Alle 15 rientrò a Villa Torlonia . Alle 16,50 giunse a Villa Torlonia il segretario particolare e Mussolini si recò con lui a Villa Ada . Il Duce era assolutamente tranquillo . Egli portò con sé un libro contenente la legge del Gran Consiglio , la lettera del Cianetti e altre carte , dalle quali risultava che l ' ordine del giorno del Gran Consiglio non impegnava nessuno , data la funzione consultiva dell ' organo stesso . Mussolini pensava che il re gli avrebbe ritirato la delega del 10 giugno 1940 , riguardante il comando delle Forze armate , delega che il Duce aveva già da tempo in animo di restituire . Mussolini entrò quindi a Villa Ada con l ' animo assolutamente sgombro da ogni prevenzione , in uno stato che visto a distanza potrebbe chiamarsi di vera e propria ingenuità . Alle 17 in punto l ' auto entrò dai cancelli spalancati della Salaria . C ' era in giro e nell ' interno un rinforzo di carabinieri , ma la cosa non parve eccezionale . Il re , vestito da Maresciallo , era sulla porta della villa . Nell ' interno del vestibolo stazionavano due ufficiali . Entrati nel salotto , il re , in uno stato di anormale agitazione , coi tratti del viso sconvolti , con parole mozze , disse quanto segue : « Caro Duce , le cose non vanno più . L ' Italia è in " tocchi " . L ' Esercito è moralmente a terra . I soldati non vogliono più battersi . Gli alpini cantano una canzone nella quale dicono che non vogliono più fare la guerra per conto di Mussolini » ( il re ripeté in dialetto piemontese i versi della canzone ) . « Il voto del Gran Consiglio è tremendo . Diciannove voti per l ' ordine del giorno Grandi : fra di essi quattro Collari dell ' Annunziata . Voi non vi illudete certamente sullo stato d ' animo degli Italiani nei vostri riguardi . In questo momento voi siete l ' uomo più odiato d ' Italia . Voi non potete contare più su di un solo amico . Uno solo vi è rimasto , io . Per questo vi dico che non dovete avere preoccupazioni per la vostra incolumità personale che farò proteggere . Ho pensato che l ' uomo della situazione è , in questo momento , il Maresciallo Badoglio . Egli comincerà col formare un Ministero di funzionari , per l ' amministrazione e per continuare la guerra . Fra sei mesi vedremo . Tutta Roma è già a conoscenza dell ' ordine del giorno del Gran Consiglio e tutti attendono un cambiamento » . Mussolini rispose : « Voi prendete una decisione di una gravità estrema . La crisi in questo momento significa far credete al popolo che la pace è in vista , dal momento che viene allontanato l ' uomo che ha dichiarato la guerra . Il colpo al morale dell ' Esercito sarà serio . Se i soldati alpini o no non vogliono più fare la guerra per Mussolini non ha importanza , purché siano disposti a farla per voi . La crisi sarà considerata un trionfo del binomio Churchill - Stalin , soprattutto di quest ' ultimo che vede il ritiro di un antagonista da venti anni in lotta contro di lui . Mi rendo conto dell ' odio del popolo . Non ho avuto difficoltà a riconoscerlo stanotte in pieno Gran Consiglio . Non si governa così a lungo e non si impongono tanti sacrifici senza che ciò provochi risentimenti più o meno fugaci e duraturi . Ad ogni modo io auguro buona fortuna all ' uomo che prenderà in mano la situazione » . Erano esattamente le 17 e 20 quando il re accompagnò Mussolini sulla soglia della casa . Era livido e sembrava ancora più piccolo , quasi rattrapito . Strinse la mano a Mussolini e rientrò . Mussolini scese la breve scalinata e avanzò verso la sua automobile . A un tratto un capitano dei carabinieri lo fermò e gli disse testualmente : « S . M . mi incarica di proteggere la vostra persona » . Mussolini fece ancora atto di dirigersi verso la sua macchina , ma il capitano , indicando un ' auto - ambulanza che stazionava vicino , gli disse : « No . Bisogna salire qui » . Mussolini montò sull ' auto - ambulanza e con lui il segretario De Cesare . Insieme col capitano salirono un tenente , tre carabinieri e due agenti in borghese che si misero sullo sportello d ' ingresso , armati con fucili - mitragliatori . Chiuso lo sportello , l ' auto - ambulanza partì a grande velocità . Mussolini pensava sempre che tutto ciò accadesse per proteggere , come aveva detto il re , la sua " incolumità personale " . Dopo una mezz ' ora di corsa , l ' auto - ambulanza si fermò a una caserma di carabinieri . La palazzina aveva le finestre chiuse , ma Mussolini poté vedere che era circondata da sentinelle con baionetta inastata , mentre un ufficiale sedette in permanenza nella stanza attigua . Qui Mussolini restò circa un ' ora e quindi , sempre nell ' auto - ambulanza , fu portato nella caserma allievi - carabinieri . Erano le 19 . Il vice - comandante della Scuola parve emozionato quando lo vide arrivare ed ebbe parole generiche di simpatia . In seguito fu accompagnato nella stanza adibita ad ufficio del comandante la Scuola , colonnello Tabellini , mentre nella stanzetta vicina si mise di guardia un ufficiale . Nelle ore della sera alcuni ufficiali dei carabinieri si recarono a trovare Mussolini . Fra gli altri il Chirico , Bonitatibus , Santillo , coi quali si parlò di cose generiche . Fu detto che si trattava sempre di proteggerlo e che era stato affidato precisamente all ' Arma questo delicatissimo mandato . Mussolini non toccò cibo . Chiesto di uscire , egli fu accompagnato da un ufficiale lungo il corridoio . Mussolini notò allora che ben tre carabinieri montavano di sentinella alla porta dell ' ufficio situato al secondo piano . Fu allora che meditando nella stanza si affacciò per la prima volta alla mente di Mussolini il dubbio : protezione o cattura ? Che si complottasse in taluni ambienti contro la vita del Duce era noto anche alla Polizia . La quale però specialmente sotto la gestione veramente infelice di Chierici affermava trattarsi di tendenze velleitarie , di pratico non essendovi niente . Tutto si riduceva a espressioni di un comprensibile malcontento . Vale la pena di aprire una parentesi per fissare che la nomina del Chierici a capo della Polizia fu particolarmente patrocinata dall ' Albini . Ma Mussolini si chiedeva : quale minaccia alla mia vita può sussistere in una caserma , dove stanno ben duemila allievi - carabinieri ? Come potrebbero i congiurati raggiungermi ? Come potrebbe il " furore popolare " fare altrettanto ? Verso le 23 Mussolini spense il lume , mentre rimase acceso quello della stanza attigua dove vegliava in permanenza un ufficiale che non rispondeva mai allo squillo del telefono . Alle ore una del giorno 26 , il tenente colonnello Chirico entrò nella stanza del Duce e gli disse : « È giunto in questo momento il generale Ferone che reca un messaggio del Maresciallo Badoglio per voi » . Mussolini si alzò ed entrò nella stanza attigua . Egli aveva in Albania conosciuto il generale Ferone , il quale aveva una strana aria di soddisfazione . La lettera del Maresciallo Badoglio , contenuta in una busta verde intestata " Ministero della Guerra " , aveva questo indirizzo , di pugno del Maresciallo : Al Cavaliere Sig . Benito Mussolini » diceva : « Eccellenza il Cavaliere Benito Mussolini . - Il sottoscritto Capo del Governo tiene a far sapere a V . E . che quanto è stato eseguito nei Vostri riguardi è unicamente dovuto al Vostro personale interesse , essendo giunte da più parti precise segnalazioni di un serio complotto contro la Vostra Persona . Spiacente di questo , tiene a farVi sapere che è pronto a dare ordini per il Vostro sicuro accompagnamento , con i dovuti riguardi , nella località che vorrete indicare . - Il Capo del Governo : Maresciallo Badoglio » . Questa lettera , di una perfidia unica nella storia , aveva lo scopo di convincere Mussolini che la parola del re circa l ' incolumità personale sarebbe stata rispettata e che la crisi non sarebbe uscita dall ' orbita del Regime , cioè del Fascismo , perché Badoglio aveva dato troppe volte esplicita solenne adesione al Partito , nel quale era regolarmente iscritto insieme con tutti i membri della famiglia , moglie compresa ; aveva ricoperto troppe alte cariche nel Regime ; aveva assolto mandati politico - militari troppo importanti ; aveva accettato troppi onori e quattrini , che tutto era possibile pensare meno l ' ipotesi del tradimento preparato e macchinato da mesi e forse dall ' epoca del suo allontanamento dalla carica di capo di S . M . generale . Aveva anche accettato di servire il Regime nel Consiglio Nazionale delle Ricerche dove , di effettivo , non aveva fatto un bel nulla salvo una apparizione mattutina per leggere i giornali . Dal momento in cui entrò nella caserma degli allievi - carabinieri , Mussolini non ebbe più notizie del mondo . Gli fu detto soltanto che il re aveva fatto un proclama , che un altro ne aveva fatto Badoglio con la dichiarazione sulla continuazione della guerra , che la città era calma e che il popolo riteneva oramai vicina la pace . Dopo avere letto la missiva di Badoglio , Mussolini dettò al generale Ferone , che li scrisse di sua mano sopra un foglio di carta , i seguenti punti : « 26 luglio 1943 - ore una . « 1° - Desidero ringraziare il Maresciallo d ' Italia Badoglio per le attenzioni che ha voluto riservare alla mia persona . « 2° - Unica residenza di cui posso disporre è la Rocca delle Caminate dove sono disposto a trasferirmi in qualsiasi momento . « 3° - Desidero assicurare il Maresciallo Badoglio , anche in ricordo del lavoro in comune svolto in altri tempi , che da parte mia non solo non gli verranno create difficoltà di sorta , ma sarà data ogni possibile collaborazione . « 4° - Sono contento della decisione presa di continuare la guerra cogli alleati , così come l ' onore e gli interessi della Patria in questo momento esigono , e faccio voti che il successo coroni il grave compito al quale il Maresciallo Badoglio si accinge per ordine e in nome di S . M . il re , del quale durante 21 anni sono stato leale servitore e tale rimango . Viva l ' Italia ! » . Questa è la sola e indiretta missiva mandata al Badoglio . Mussolini non ha mai mandato parola alcuna o cenno al re . Con questa risposta , che Badoglio non osò mai rendere di pubblica ragione limitandosi a farne dare nei suoi ambienti una mutilata versione orale , Mussolini mostrava di credere in buona fede che Badoglio , pur modificando il Governo , non avrebbe cambiato la politica generale dominata dalla guerra . Partito il generale Ferone , Mussolini si ritirò e vegliò sino alle prime ore del mattino . Durante tutta la giornata del lunedì continuò quella che potrebbe chiamarsi la commedia della " residenza privata " . Più volte durante la giornata vennero a dire che la residenza della Rocca era ottima dal punto di vista della " incolumità personale " di Mussolini ; che il generale dei carabinieri di Bologna vi aveva già fatto un sopraluogo e confermava che come " sicurezza " la Rocca si prestava benissimo e che si attendeva una parola definitiva per stabilire le modalità della partenza , magari in volo . Così trascorse tutta la giornata , senza altre notizie . Si disse soltanto che a Villa Torlonia tutto era calmo , ed era falso . Alla sera , il maggiore Bonitatibus preparò , sempre nella stanza del colonnello Tabellini , il letto da campo . Anche per tutta la mattinata di martedì 27 continuò la commedia della " imminente partenza " che non avveniva mai . C ' era però , in giro , un ' accentuata vigilanza . Alle 19 entrarono nel cortile della caserma in fondo alla quale sul muro si leggevano a grandi lettere i famosi verbi " credere , obbedire , combattere " un plotone di carabinieri e uno di metropolitani che si piazzarono vicino a un gruppo di autocarri . Verso le 20 giunsero alcune vetture automobili con un gruppo di ufficiali . A un certo punto un ufficiale , portatosi nel mezzo del cortile , gridò agli allievi i quali affollavano le ringhiere attratti dall ' arrivo insolito di tante macchine : « Tutti nelle camerate ! Chiudere le finestre ! » . La sera era già calata , quando un ufficiale entrò nella stanza e disse a Mussolini : È venuto l ' ordine di partire ! Mussolini discese accompagnato da un gruppo di ufficiali dai quali , giunto al pianterreno , si accomiatò , e mentre stava per salire nella macchina un generale si presentò con queste parole : Generale di brigata Pòlito , capo della Polizia militare del Comando Supremo ! Mussolini non domandò nulla , convinto che la meta del viaggio notturno fosse la Rocca delle Caminate . Le tendine erano abbassate , ma non i vetri ; da uno spiraglio , Mussolini si avvide che la macchina passava davanti all ' ospedale di Santo Spirito . Non si andava dunque verso la Flaminia , ma verso l ' Appia . Agli innumerevoli posti di blocco i carabinieri , avvertiti dalle staffette , si limitavano a far rallentare un poco la corsa della macchina . Giunto all ' imbocco della grande strada per Albano , Mussolini domandò : Dove andiamo ? Verso il sud . Non alla Rocca ? È venuto un altro ordine . Ma voi chi siete ? Io ho conosciuto in altri tempi un ispettore di P . S . che si chiamava Pòlito . Sono io . - Come siete diventato generale ? Per equiparazione di grado . L ' ispettore di P . S . Pòlito era ben noto a Mussolini . Egli aveva effettuato , durante gli anni del Regime , alcune brillanti operazioni come la cattura di Cesare Rossi a Campione e la liquidazione della banda Pintor in Sardegna . Il Pòlito durante il viaggio narrò molti interessanti e anche inediti particolari sulle due operazioni . Dopo Cisterna la macchina rallentò la sua corsa . I discorsi cessarono . Il Pòlito , che aveva continuamente fumato , abbassò il vetro e chiamò il colonnello dei carabinieri Pelaghi per sapere dove erano . Vicino a Gaeta , rispose . È Gaeta la mia nuova residenza ? chiese Mussolini . Forse dove fu relegato Mazzini ? Troppo onore . Non è ancora stabilito ! ribatté Pòlito . Giunti a Gaeta deserta un uomo si fece incontro agitando una lampadina . La vettura si fermò e un ufficiale di Marina disse : Al molo Ciano ! Ivi attendeva l ' ammiraglio Maugeri che accompagnò Mussolini alla corvetta Persefone . Di lì a poco levò le ancore . Già albeggiava . Mussolini scese nella cabina insieme con gli ufficiali che lo scortavano . In vista dell ' isola di Ventotene , a giorno fatto , la corvetta si fermò , l ' ispettore Pòlito scese per vedere se l ' isola fosse conveniente per ospitare Mussolini . Di lì a poco tornò e lo escluse . Nell ' isola c ' era un presidio germanico . La corvetta proseguì allora per l ' isola di Ponza , dove , entrata nella rada , gettò le ancore alle ore 13 del giorno 28 luglio . Pòlito venne verso Mussolini e indicandogli una casa verdastra , semi - nascosta da grandi pescherecci in disarmo , disse : « Quello è il vostro domicilio temporaneo ! » . Intanto non si sa per quale fenomeno tutte le finestre e i balconi si erano gremiti di uomini e donne armati di binoccoli che seguivano la barca che si dirigeva verso terra . In un baleno tutta l ' isola conobbe l ' arrivo . Verso sera , alcune persone del luogo vennero a salutare Mussolini . I pescatori di Terracina gli mandarono un dono . In genere non c ' era nell ' atteggiamento degli isolani niente che ricordasse il " furore popolare " , ma poi con l ' arrivo di altri agenti la vigilanza fu rinforzata ed ogni contatto col mondo esterno precluso . A Ponza , Mussolini si rese conto della miserabile congiura che lo avevano eliminato e si persuase che tutto ciò avrebbe condotto alla capitolazione e alla sua consegna al nemico . Le giornate di Ponza erano lunghe . Nuovi ufficiali vennero : il tenente colonnello Meoli e il sottotenente Elio di Lorenzo , nonché il maresciallo Antichi . Il presidio , data anche la presenza di confinati italiani e di internati balcanici , fu rinforzato . Fu concesso a Mussolini di prendere due bagni in posizione approntata e ben vigilata . Niente giornali . Un solo telegramma di Gòring , eloquente . Mussolini trascorse le giornate di Ponza in perfetta solitudine , traducendo in tedesco le Odi barbare di Carducci e leggendo la Vita di Gesù di Giuseppe Ricciotti , che poi lasciò in dono al parroco dell ' isola . Ponza non può essere certamente paragonata a Ischia e meno ancora a Capri . Tuttavia ha una sua rusticana bellezza e , anche dal punto di vista della prigionia , una storia . Uno che se ne intende fece sapere a Mussolini che sin dall ' antichità vi erano stati relegati illustri personaggi come Agrippina , la madre di Nerone , Giulia , la figlia di Augusto , e , per compenso , una santa come Flavia Domitilla e anche , nel 538 , un papa , San Silvestro Martire . Poi , saltando a piè pari alcuni secoli , i moderni come Torrigiani , Gran Maestro della Massoneria , il generale Bencivenga , l ' ing . Bordiga e finalmente ultimo della serie e modernissimo il Ras Imerù con un immancabile Degiac abissino !