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> anno_i:[1940 TO 1970}
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1 . - Nuova fase . Crisi di natura politica . Il prolungarsi della guerra sul territorio nazionale , ritardando oltre ogni previsione la ricongiunzione dell ' Italia centro - meridionale all ' Italia del Nord , ha portato la lotta di liberazione a un punto critico . La crisi di governo a Roma si accompagna a una crisi che non è soltanto di carattere funzionale , ma anche politica , del CLN nell ' Alta Italia . Come sarebbe vano diminuire nella sua gravità la secessione dei due partiti che , continuando a far parte del CLN , hanno rifiutato di dividere ulteriormente la responsabilità del potere , così sarebbe mancare di sincerità verso noi stessi il non riconoscere la portata profonda del disagio che da tempo si risente in seno al CLNAI , e che è venuto , portando ad un progressivo allentamento dell ' unità in questo organismo , e al declino della sua autorità e del suo prestigio . Non vale a spiegare una tale involuzione la difficoltà materiale in cui il CLN si trova ad esercitare i poteri di governo segreto nell ' Italia invasa , perché di fatto le sue funzioni non sono state mai funzioni di governo , né vale a spiegarla il cattivo funzionamento dei collegamenti o le deficienze di metodo e di organizzazione , poiché un organismo vitale supera facilmente per virtù propria queste manchevolezze . Né basta proporre il perfezionamento dei servizi , là dove si riscontra propriamente un caso di abulia . Quando si indica come ragione delle debolezze del CLN la mancanza di una base di massa , suggerendo un rimedio , come rimedio , un allargamento strutturale del CLN stesso , destinato ad assicurargli l ' appoggio di più larghi strati della popolazione , si rileva , a vero dire , un effetto piuttosto che la causa del fenomeno . Se le debolezze del CLN si appalesa precisamente nella incapacità di organizzare e di attivare le forze di massa , questo si deve per noi a un fatto determinante che è essenziale mettere in luce . Si deve al fatto che il CLN non si è trovato più in grado di imprimere una direttiva politica propria alla lotta di liberazione , a cominciare dal momento in cui , con la costituzione del governo democratico , la concentrazione dei partiti si sdoppiava cessando di avere come espressione esclusiva il CLN ; e , quel che è decisivo , che esso ha mancato di farlo da quando la divisione dei partiti circa le direttive di governo , è andata sempre più pronunciandosi sino a sboccare nella crisi . Mancando di un indirizzo proprio di azione , il CLN doveva da questo momento andare fatalmente incontro alla sua consunzione . Le cause della crisi sono dunque di natura politica , e non organizzativa , e non è con una riforma che tenda ad operare dall ' esterno un rafforzamento nella compagine del CLN che essa si può superare . L ' unità che è da confermare . Sorto per coordinare unitariamente la resistenza al nazifascismo , il CLN riuscì di fatto , bene o male , ad assolvere a questo compito nella prima fase della lotta . Si poteva ritenere allora che , con la cacciata dei tedeschi , esso si sarebbe trasformato in governo , garantendo alle masse i frutti dei sacrifici sostenuti . Il contributo politico dell ' azione del CLN , senza che avesse bisogno di essere altrimenti formulato , era precisamente in questo impegno , espresso del resto in tante dichiarazioni pubbliche , di assicurare al popolo la libera espressione della sua volontà perché in essa avesse il suo esito la lotta antifascista e fondamento la rinascita democratica . Sussiste ancora questo impegno ? Se sì , la conferma deve essere data in forme esplicite . Ed è a questo punto quanto mai necessario che si faccia , perché il CLN non può ignorare l ' evoluzione della politica nell ' Italia liberata dai nazi , e l ' opposizione che gli è mossa dalla reazione monarchica . La crisi politica è sintomo ed espressione di una crisi nazionale . Essa rivela di quali imponenti forze disponga la reazione per stroncare l ' anelito del popolo alla libertà , quali possibilità le si offrano nel sostegno prestato dalle sfere governative inglesi alla monarchia che , perduto ogni prestigio e legittimità , coalizza attorno a sé , agendo nelle forme più irresponsabili . Tutti gli interessi che han ragione di contrastare alla libertà e di opporsi alla volontà popolare . Dopo che le manovre monarchico - reazionarie hanno dato così clamoroso scacco al Comitato di Liberazione nella soluzione della crisi romana , che parola ha da dire il CLNAI dove la lotta impegna ancora duramente le forze dell ' antifascismo ? Di fronte alla volontà sabotatrice di una cricca che ha impedito l ' epurazione e cerca presidio nei residuati più reazionari del fascismo , i quali non si vogliono eliminare , ma anzi di nuovo occultamente vengono alimentati , che parola ha da dire il CLN nel nord d ' Italia , dove oggi deve affrontare la ripresa del fascismo repubblicano ? Bisogna uscire dal silenzio e dalle incertezze . Tali interrogativi vanno risolti se si vuole evitare la paralisi del CLN in un momento così difficile e delicato della vita nazionale . Dove nuovo vigore è da infondere nella lotta che si fa sempre più ardua , e l ' unità deve essere rinsaldata tra le forze dell ' antifascismo , si deve confermare senza attenuazioni che si combatte per la libertà del popolo . Si deve dire che l ' Italia è una e una la rivendicazione assegnata alla lotta di tutta la nazione . Si deve dire che la lotta di liberazione si dirige allo stesso modo contro il nazifascismo e contro tutti i tentativi reazionari di opporsi alla volontà popolare . Il CLNAI deve pronunciarsi chiaramente contro la reazione monarchica , perché il popolo non potrà mai ammettere che siano date soluzioni di tipo badogliano alla lotta di liberazione , che tante sofferenze costa e tanto sangue . La questione monarchica non è più quella di un istituto conservato sotto condizione fino alla convocazione della Costituente , dal momento che la monarchia oggi opera di nuovo ed intriga come fattore di reazione nella vita italiana . Mantenersi ancora agnostico . di fronte a tatti così manifesti , vorrebbe dire da parte del CLN sottrarsi alle responsabilità che porta , sarebbe confessare la propria impotenza . Necessità di fronteggiare la ripresa fascista . La gravità del problema che condiziona la rinascita democratica in Italia , che si misura a Roma dalla crisi di governo , si appalesa nel nord nel fenomeno della ripresa fascista . Se il fascismo repubblicano è avulso da questa parte del paese calcato dal tallone nazista , e privo di una forza viva , come lo è la monarchia nella parte d ' Italia presidiata dagli anglo - americani , esso , non meno di quella , riesce però a coalizzare attorno a sé tutte le inerzie e le resistenze passive che si oppongono alla conquista delle libertà popolari . Il fascismo repubblicano ha oggi buon gioco nello sfruttare la deliberata compressione delle forze antifasciste praticata dagli inglesi e la impotenza cui le mene monarchico - reazionarie riducono quel morticino di democrazia che la « liberazione » ha partorito a Roma . Il fascismo repubblicano è stato abbandonato come un relitto dagli interessi capitalistici che della dittatura furono patroni e tutori per venti anni . Presto esso si troverà sciolto dagli ultimi legami che ancora lo impacciano e liberato dal carico di ogni responsabilità . Solo l ' asservimento al nazismo che conserva ancora una compagine statale e tali vincoli con la plutocrazia , gli impediscono oggi il tentativo di riconquistare autorità e potere attraverso un sovvertimento sociale . Ma esso si prepara certamente a farlo , si prepara a nuovi camuffamenti per la grande avventura quando la forza militare tedesca sia stata spezzata e sia crollato lo stato nazista . Il fascismo potrà sfruttare gli impulsi più torbidi . del malcontento , della insofferenza e della ribellione che sono ingenerati da una catastrofe , la quale appare suggellata dalla viltà della monarchia e dal basso mercato che del paese si dispone a fare la coalizione monarchico - reazionaria . Il fascismo repubblicano , come mira oggi ad esasperare i sentimenti dell ' offesa dignità nazionale , per farsene un ' arma contro la monarchia , che ha sempre volta a volta tradito , così si dispone a concorrere con i partiti popolari , usando della più sfrenata demagogia , per ostacolare e sopraffare il governo di domani . Gli uomini del fascismo repubblicano puntano su questa carta per tirare la rivincita , o quanto meno per barattare la loro salvezza . Non c ' è da illudersi che essi non possono aver seguito in coscienze incortivite da un regime ventennale di corruzione e di violenza . Il nostro partito addita in tutto questo un agguato pericoloso alla libertà di domani , e chiama il CLN a parare per tempo alla minaccia . Il CLN potrà sostenere la prova nella nuova fase di lotta , che ha indizi indubbiamente difficili , e fronteggiare validamente la ripresa fascista , legando a sé indissolubilmente le masse popolari se saprà provare la sua intransigente opposizione alla monarchia che si fa centro della reazione capitalistica , e l ' assoluta sua indipendenza da ogni interesse e influenza straniere . Direttive popolari nella lotta di liberazione . Il Partito Socialista è pronto a impegnare su questa base politica tutte le sue forze per animare di nuovo slancio e potenziare l ' azione del CLN . Esso però non vede quale soluzione possa avere , fuori di questa via , la crisi che lo travaglia , e intende fissare chiaramente le responsabilità che i partiti si assumono di fronte alla indilazionabile questione che oggi si pone , di definire fuor di ogni equivoco le direttive popolari della lotta di liberazione . 2 . - Riforma organica del CLN . Il Partito Socialista , avendo indicato le risoluzioni di carattere politico che sono da prendere per valorizzare il CLN come forza generatrice della nuova democrazia , sottopone ai partiti le linee generali di un piano di riorganizzazione inteso ad assicurarne la maggiore efficienza . Il Partito si è ispirato alla preoccupazione di poter conseguire su di esso l ' accordo delle varie parti più facilmente di quel che non appaia possibile in base ad altri progetti già presentati . Criteri informatori . Una riforma funzionale che sia volta ad attribuire capacità effettive di intervento e di direzione al CLNAI e ai CLN regionali , deve corrispondere la duplice necessità di dare continuità organica ai lavori e di coordinare in forma efficace con l ' azione dei partiti quella importantissima che sono chiamate a svolgere le organizzazioni di massa . L ' esperienza prova che i Comitati come sono attualmente costituiti , raramente hanno possibilità di deliberare con prontezza e cognizione di causa sulle questioni che interessano lo svolgimento pratico della lotta , né si trovano sempre in grado di assicurare seguito alle deliberazioni per la mancanza di un contatto permanente con gli organi di base . Dovendo servirsi come tramite dell ' organizzazione di partito , viene a mancare al CLN ciò che è essenziale per farne qualcosa di più di un organo interpartito , l ' unità cioè la responsabilità diretta della sua azione . Per quanto sia essenziale , come è già stato rilevato , assicurare maggior efficienza ai servizi di segreteria , con questo non si verrebbe a migliorare di molto lo stato presente delle cose . Istituzioni di commissioni permanenti di lavoro . Entro i limiti e con la rigorosa osservanza delle norme cospirative pare necessario dare una più larga e più solida struttura al Comitato Centrale e a quelli regionali . Si propone così la costituzione di un certo numero di commissioni permanenti in seno al CLNAI e al CLN regionali , che siano incaricati di preparare i lavori del Comitato deliberativo o di realizzare il contatto permanente con le organizzazioni di base le quali non debbono considerarsi organi di esecuzioni soltanto , ma centri di iniziativa e di attività autonoma entro le direttive generali della lotta . Per le istituzioni di queste commissioni , i partiti componenti il CLN dovrebbero mettere a disposizione dello stesso complessivamente una decina almeno di elementi . Si enumerano a titolo indicativo : 1 ) commissione finanziaria ; 2 ) commissione militare per il collegamento con il C.M. ; 3 ) commissione di contatto con i CLN periferici ; 4 ) commissioni di contatto con le organizzazioni sindacali ; 5 ) commissione mista delle organizzazioni dei giovani e delle donne ; 6 ) commissione mista delle organizzazioni professionali e tecniche ; 7 ) commissione di assistenza ; 8 ) commissione di propaganda . Le commissioni anzidette provvederebbero ad informare dei propri lavori i delegati responsabili dei partiti , fornendo loro relazioni e informazioni a richiesta . Le sedute del comitato deliberativo osservando più rigorosamente le esigenze cospirative , dovrebbero essere ristrette ad un delegato per partito , escludendo tranne casi eccezionali l ' intervento di altri elementi . Il collegamento con la segreteria dovrebbe essere tenuto da un presidente di turno . Inquadramento delle organizzazioni di massa . Le commissioni miste sarebbero destinate a realizzare la saldatura delle organizzazioni di massa con i CLN . È questa una questione di importanza capitale e l ' esperienza dovrà suggerire la via da seguire . Appare tuttavia necessario a questo scopo che essi siano preliminarmente inquadrate con una chiara definizione delle funzioni e dei compiti che vengono loro riconosciuti , ed una delimitazione del loro campo d ' azione che oggi manca ancora ciò che causa deplorevoli confusioni . La immissione diretta di queste organizzazioni nei CLN regionali e provinciali , come è stato proposto , a parte la difficoltà di avere di esse una rappresentanza responsabile , non potrebbe che causare che disordine in seno ai CLN stessi ; i quali verrebbero a trovarsi composti in modo troppo eterogeno . E neppure si vede come , essendo questi organismi destinati a moltiplicarsi si possa far luogo a tutti o stabilire un criterio per escluderne alcuno . Il Comitato deliberativo deve essere l ' organo politico responsabile della direzione della lotta , e la sua composizione non può variare da quella attuale , almeno fino a che il CLN continuerà a raggruppare i diversi partiti che oggi lo costituiscono . D ' altro canto le organizzazioni di massa , di cui ogni giorno più si rivela l ' importanza come strumenti di influenza e di azione al di fuori dei partiti , debbono avere nell ' opera del CLN la parte che loro compete senza diminuzioni che ne menomano l ' autonomia . Si propone quindi che , in base ad una pratica delimitazione delle competenze , esse abbiano partecipazione diretta ai lavori del CLN attraverso la costituzione di commissioni miste formate aggregando i delegati delle organizzazioni stesse che potranno rappresentarvi gli interessi e le sensibilità particolari delle masse organizzate . Tali commissioni permetteranno nello stesso tempo al CLN di avere nozione continua dell ' attività svolta dagli organismi di massa , esercitando quel controllo sulle direttive politiche d ' azione e sui metodi organizzativi che il loro riconoscimento comporta . Ordinamento dei CLN locali , periferici e di categoria . La rete organizzativa diretta del CLNAI secondo l ' esperienza che si ha non può oggi praticamente estendersi di là dei CLN provinciali , per la cui costituzione e il cui funzionamento si incontrano già difficoltà non sempre sormontabili . Ma se non appare possibile se non in casi eccezionali attribuire funzioni responsabili di rappresentanza politica ad altri organi che non siano i Comitati regionali e provinciali la partecipazione popolare alla lotta si può promuovere ed avere solo con la estensione dei CLN a tutti gli strati della popolazione e ai centri di lavoro , suscitando in sempre maggior numero CLN locali periferici di categoria . Funzione naturale di questi organi è quella di portare tra la popolazione e le masse lavoratrici la parola del CLN di unificare le forze e di prendere tutte quelle iniziative che possono essere suggerite da situazioni ed esigenze particolari . L ' importanza di Comitati di base è . dunque capitale , perché è soltanto attraverso di essi che il CLN può svolgere un ' azione popolare ed attingere la forza e l ' autorità necessaria a condurre la lotta . La formazione degli organi di base non può evidentemente essere vincolata a norme fisse , né può valere per essi il criterio della composizione paritetica di partito . Tuttavia è necessario che un certo ordine sia praticamente stabilito e un certo controllo politico sia esercitato . Si propone così di riservare il voto deliberativo ai soli membri cui è conferito regolare rappresentanza da parte di partiti ammessi a comporre il rispettivo CLN provinciale , essendo inteso che per la costituzione dei Comitati di base non si richiede necessariamente la presenza di tutti i partiti e che nessun partito può esservi rappresentato da più di un delegato . I CLN di categoria dovrebbero invece metter capo alle rispettive organizzazioni regionali di categoria .
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A Adria troveremo il Polo , a Este " benestanti proprietari " , a Legnago Napoleone , a Schio il caro Fusinato con la sua bandierina bianca I miei amici di Mestre , i compagni di Porto Marghera , io son certo di trovarli al primo appuntamento . Mestre che sta quasi per lasciar la terra e dar via libera alla laguna è una bella città rumorosa e affrettata ; sembra che viva sempre tra un treno e l ' altro . 12 AGOSTO : " l ' Unità " parte da Mestre per il suo " Giro d ' Italia " , sulla mezzanotte , quando le famiglie parlano ancora nei piccoli giardini delle case e i marinai incominciano a cantare sul ponte della laguna . Compagni , avrete una sirena tutta per noi , un bel fischio lungo di locomotiva , una nuvola di fumo con cui vederci scomparire all ' orizzonte ? 13 AGOSTO : PORTOGRUARO . Le casette che si specchiano sul Lemene , quel bel palazzo di cotto ove il sindaco respira sempre aria di vecchia storia , i ponti , i mulini : in questa affettuosa cartolina illustrata la nostra macchina entrerà strombettando . Gli affezionati del sonno pomeridiano correranno ai balconi e alle finestre per vederci passare . " Ci sarà spettacolo questa sera - grideremo , - un gatto che parla , cinema all ' aperto e " l ' Unità " in mano a tutti » . 14 AGOSTO : MONFALCONE . So che gli operai di Monfalcone stanno già in piazza ad aspettarci : guai se sbaglieremo un minuto nel nostro orario . Questa volta le raccomandazioni di puntualità dovremo farle a noi stessi e alla macchina che è sempre una macchina , dopo tutto . ( Al compagno Carlo Pentich di Trieste posso dire che si faccia trovare anche lui in piazza a Monfalcone e che mi venga a cercare alla macchina ? È una comunicazione privata , credete voi ? Non è vero . Chissà che non si porti dietro mezza San Giacomo ) . 15 AGOSTO : CIVIDALE DEL FRIULI . Io che vivo in mezzo ai libri e alle tipografie , sporco d ' inchiostro e di polvere , so che quel tal Fiammingo verso la fine del Quattrocento se ne venne a Cividale a stampare il suo famoso trattato di cucina . È un sicuro auspicio per noi : buona stampa e buona cucina . 16 AGOSTO : PORDENONE . Il gioco è fatto per noi . Pordenone è o non è il maggior centro industriale del Friuli con i suoi 150 mila fusi , i suoi 1500 telai nelle filande , con le sue fabbriche di laterizi e cementi ? Tra noi napoletani e voi di Pordenone c ' è un vecchio conto da regolare a proposito di un re . Una volta voi facevate festa e a Napoli si moriva per il colera . Umberto I doveva venire da voi a divertirsi , invece decise di andare a Napoli a fare il suo dovere di piangere . " A Pordenone si fa festa , a Napoli si muore - egli disse . - Vado a Napoli » . Che coraggio , dire convenitene . 17 AGOSTO : FELTRE . A Feltre non fa freddo , nemmeno d ' inverno , anche se i denigratori continuano a affermare che sia la città più inclemente d ' Italia . A Feltre è nato e vive qualche mese all ' anno uno dei miei più cari compagni , il Silvio Guarnieri . Che fortuna sarebbe poterlo riabbracciare in mezzo a voi , amici di Feltre . 18 AGOSTO : CASTELFRANCO VENETO . Voi avete risolto la quadratura del circolo . Dicono tutte le guide che il vostro panorama è un " quadrato quasi perfetto » . Siete inoltre pratici di mercati di piazze , di allestimenti , di feste . Organizzare una bella serata per voi , risolutori di tanti problemi , sarà uno scherzo . 19 AGOSTO : ADRIA . Che bel nome siberiano e polare ha quel vostro Tartar - Canal Bianco ! Me lo porterei a Milano sotto le finestre di casa mia . I Greci , gli Etruschi , i Galli Boi , i Romani , tutti pretendono di essere stati vostri antenati . È un bel problema , senza dubbio . Ma noi avremo altri da parlarne insieme . Date voce al Polesine , mi raccomando . 20 AGOSTO : ESTE . Trovo scritto testualmente nella Treccani : « vi sono molti benestanti proprietari » . Invitateli , vi prego , ad ascoltare che non tutti stanno bene . 21 AGOSTO : LEGNAGO . Napoleone , lo so , ce l ' aveva con voi , a proposito del Quadrilatero . Se proprio vorrete , parleremo male di Napoleone . Ma perché non parlare male , una volta per sempre , delle " fortezze " ? Sarebbe l ' ora . Dalle fortezze appiedate alle fortezze volanti e alla bomba atomica il passo è stato così breve che quasi mi sembra di averlo fatto noi stessi , aiutandoci al braccio del nonno . Chiamate a raccolta tutti i contadini come se fosse giorno di mercato . 22 AGOSTO : SCHIO . Chissà come avrete caldo con tutte le vostre lane . Meno male che le montagne vi danno un po ' di fresco , anzi ce n ' è una che vi toglie addirittura il sole . Il sole ve lo porteremo noi , grande , raggiante . E date un buon posto in piazza , ci raccomandiamo , al caro Arnaldo Fusinato . " Poeta popolare " lo chiamano le storie letterarie . Non potrà dunque mancare a una nostra festa , sventolerà la sua piccola bandiera bianca per salutarci . 23 AGOSTO : RIVA DI TRENTO . Ulisse , durante un suo comizio , s ' ebbe un uditorio di bambini . Potessimo averlo anche noi . Reciteremmo le poesie nostre e di Lino Picco , proietteremmo una comica di Ridolini e chiederemmo loro : « Dove nasce il sole ? » . 24 AGOSTO : BOLZANO . Avremo una sola tristezza : che il nostro " Giro del Veneto " sia finito . Toccherà a voi compagni biondi e celesti dell ' Alto Adige di farcelo finir bene . Arrivederci a tutti , allora . Tra poche ore finiremo di viaggiare sulle mappe , sulle guide e sui libri . Arrivederci anche agli avversari e ai nemici che non vorranno essere tuttavia cattivi ospiti se il nostro amore per le città , per i paesi e per le contrade che attraverseremo si rivolge anche a loro .
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1 - Dalla rivoluzione di palazzo del 25 luglio alla rivoluzione popolare . La rivoluzione di palazzo del 25 luglio segna l ' inizio di una nuova fase della lotta politica . Senza incontrare la minima resistenza , essa ha liquidato la dittatura mussoliniana , logorata dalla lunga ed eroica resistenza delle avanguardie antifasciste , e giunta con la più impopolare ed iniqua delle guerre , alla confutazione di sé medesima . Ma la rivoluzione di palazzo del 25 luglio non ha risolto nessuno dei problemi politici , economici e sociali posti dal clamoroso fallimento del fascismo . Non ha osato fare la pace pur senza poter fare la guerra ; non ha ristabilito neppure le elementari libertà di stampa , di associazione , di riunione . Essa è stata concepita ed attuata come un tentativo di salvare le istituzioni , i ceti capitalistici , gli uomini compromessi col fascismo , a cominciare dalla monarchia senza la cui complicità non sarebbe stata possibile la catastrofe della guerra , che procede logicamente dal colpo di stato del 28 ottobre 1922 . I problemi della pace e della libertà si impongono , dopo il 25 luglio , come problemi di volontà , di iniziativa , di forza , delle masse popolari . La nazione ricadrebbe nel letargo politico e nel cinismo immorale del ventennio fascista , se attendesse dall ' alto il suo riscatto invece di promuoverlo dal basso . Ciò significa che essa deve risolutamente marciare dalla rivoluzione di palazzo alla rivoluzione popolare . 2 . - Che cosa è il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria . Da cinquant ' anni a questa parte il Partito Socialista Italiano è alla avanguardia del progresso . Completando l ' opera del Risorgimento , il Partito Socialista Italiano ha fatto di plebi oppresse , sfruttate , affamate , un proletariato in grado di porre la propria candidatura al potere , nell ' interesse della collettività nazionale . Per calpestare la libertà , il fascismo ha dovuto passare sul corpo del Partito Socialista . Nel ventennio della dittatura mussoliniana , il Partito Socialista Italiano ha durato ed ha lottato , perpetuandosi nella resistenza e nella lotta cospirativa dei suoi militanti all ' interno , nelle lotte sostenute dai suoi esiliati all ' estero per sbarrare il passo all ' intiero fascismo , nel sacrificio dei suoi figli migliori , e rinnovandosi per l ' apporto di sempre nuove e fresche energie . Oggi , dalla fusione del vecchio Partito col Movimento di Unità Proletaria per la Repubblica Socialista , e coi Gruppi di giovani intellettuali , ai quali , nella buia notte della tirannide il Socialismo è apparso come la condizione e la garanzia della libertà , il Partito Socialista Italiano esce ringagliardito , espressione ad un tempo della continuità della tradizione del movimento operaio , e delle esigenze della situazione , che fa del Socialismo il problema di oggi , e non la vaga aspirazione di un lontano avvenire . 3 . - Che cosa vuole il Partito Socialista Italiano . Per vent ' anni la lotta socialista ha assunto il carattere di lotta essenzialmente antifascista ; ma le ragioni profonde della lotta socialista precedono l ' esistenza del fascismo e permangono dopo la sua eliminazione . Al popolo assetato di libertà , di eguaglianza , di giustizia , il Partito Socialista indica quale soluzione positiva e concreta la lotta per la Repubblica Socialista dei Lavoratori . Il PSI intende sviluppare con tutti i mezzi la lotta politica degli oppressi contro gli oppressori e la lotta di classe degli sfruttati contro gli sfruttatori , per condurre il proletariato alla conquista del potere . Lo stato borghese deve essere distrutto e con lo stato borghese devono scomparire le oligarchie finanziarie di cui esso è lo strumento di dominazione politica . Il nuovo assetto della società deve essere imperniato sulla socializzazione dei mezzi di produzione e di scambio . Il PSI propugna quindi la costituzione di grandi aziende autonome a carattere nazionale , regionale , o comunale , per la gestione dell ' economia socializzata , di enti cooperativi che coordino le piccole aziende agricole ed artigiane , di enti produttori che , attuando i piani nazionali , siano al tempo stesso centri di iniziativa e di selezione , capaci di assicurare un ricambio costante nell ' organismo statale . Impegnando la battaglia per la Repubblica Socialista dei Lavoratori , il PSI si fa l ' assertore più tenace e più coerente dei postulati di libertà e di democrazia , indissolubilmente connessi al postulato fondamentale dell ' eguaglianza sociale . 4 - A chi si rivolge il Partito . Il PSI offre agli operai italiani una organizzazione di battaglia che , con spirito aperto a tutte le esperienze , ne vuole sostenere e guidare gli sforzi all ' ascesa e al raggiungimento finale delle mete rivoluzionarie . Si presenta ai contadini italiani , ai braccianti , ai piccoli proprietari , agli affittuari e mezzadri , con un programma di radicali riforme economiche imperniate sui potenziamenti dell ' agricoltura , ed atte a mettere le piccole conduzioni associate in grado di disporre delle risorse necessarie al migliore sfruttamento della terra . Affaccia i ceti minori della borghesia produttrice ed impiegatizia ad una politica di ricostruzione nazionale , nel cui quadro le categorie rovinate dalla crisi e destinate ad inarrestabile declino , troveranno , con un degno livello di vita , nuovo modo di esplicare quello spirito di intraprendenza , che , in regime di capitalismo monopolista , sarebbe sempre più misconosciuto e soffocato . Ai giovani studiosi , ai professionisti e agli artisti che antepongono la libertà all ' interesse personale , il PSI offre campo libero d ' azione , una palestra aperta alla critica e ad ogni dibattito che sia animato da intenti costruttivi e dal disinteresse di chi cerca , prima che il proprio , l ' utile ed il vantaggio della comunità . Offre infine ai soldati ed ai combattenti , nella fraterna compressione del loro sacrificio , la pace e la ripresa d ' una civile vita di lavoro . 5 - I compiti immediati della nostra lotta . La via che conduce alla rivoluzione proletaria per la Repubblica Socialista , è quella dello sviluppo della lotta popolare per la pace e per la libertà . Il PSI naturale interprete di tutte le aspirazioni del popolo , è in questa fase della lotta , l ' alleato naturale dei partiti e delle organizzazioni , che unite ieri nella lotta contro la dittatura fascista , si battono oggi per il pieno ripristino della sovranità popolare . I problemi attuali della rivoluzione popolare italiana sono tre : 1 ) Armistizio immediato con l ' Inghilterra , con gli Stati Uniti , con l ' Unione Sovietica ; ritiro immediato delle truppe dai Balcani e dalla Francia ; denuncia del patto di alleanza con la Germania e con il Giappone ; apertura di negoziati di pace . 2 ) Liquidazione del fascismo , della monarchia , e dei gruppi capitalisti che all ' ombra del fascismo hanno messo la mano sui gangli essenziali della vita economica del paese , e per i quali lo stato è fonte di privilegi e di profitti ; rinvio a giudizio dei responsabili del mostruoso abuso di potere che va dal colpo di stato del 28 ottobre 1922 alla dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940 , dei gerarchi che hanno fatto pesare il terrore sulle provincie , e dei profittatori del regime che hanno dissanguato l ' Italia ; smobilitazione della milizia fascista e disarmo effettivi di tutti i fascisti . 3 ) Ripristino di tutte le libertà civili e politiche . La soluzione di questi problemi non può essere affidata a governi militari di funzionari o comunque di transazione . Le masse devono imporre l ' assunzione del potere da parte di un governo provvisorio di salute pubblica il quale sia emanazione dei partiti popolari e progressisti , tragga forza ed autorità dal suo intimo legale col popolo lavoratore , e poggi saldamente sulle organizzazioni popolari che vanno sorgendo e che il PSI si propone di sviluppare ( leghe del popolo , consigli di fabbrica , d ' azienda , di mestiere , di professione , sindacati , ecc . ) . In un tale governo e per un ' opera di salute pubblica inflessibilmente condotta , il concorso del PSI sarà pieno , completo e senza riserve . 6 . - Per il partito unico del proletariato . Partito dell ' unità proletaria , il PSI intende realizzare nel suo seno l ' unione di tutti coloro che , pur provenendo da diverse scuole politiche , sono giunti alle medesime conclusioni pratiche , e riconoscono nella lotta di classe il mezzo per abbattere la borghesia capitalista , e nel Partito Socialista l ' organizzazione politica delle classi lavoratrici . Il PSI non si riorganizza con una preconcetta ostilità verso altri partiti proletari , e segnatamente verso il Partito Comunista Italiano , con il quale ha una fondamentale comunità di dottrina e di fine . Consapevole della forza irresistibile che la classe lavoratrice trarrà dalla sua unione , il PSI intende realizzare la fusione dei socialisti e dei comunisti in un unico partito , sulla base di una chiara coscienza delle finalità rivoluzionarie del movimento proletario . Per avviare l ' unità verso la sua realizzazione , e per coordinare le direttive e l ' attività dei due partiti proletari e marxisti nel campo politico ed in quello sindacale , il Partito Socialista Italiano ha concluso col Partito Comunista Italiano un patto di unità d ' azione . 7 . - Il Partito Socialista e la politica internazionale . La lotta del proletariato è internazionale non solo perché i proletari di tutto il mondo combattono contro lo stesso nemico di classe e per lo stesso fine , ma perché non è possibile distruggere l ' assetto capitalista della società borghese , se non se ne distrugge la struttura nazionalista , base di ogni imperialismo . Il PSI appunto in quanto esprime i reali interessi del popolo lavoratore d ' Italia ripudia ogni politica di così detto ripiegamento nazionale , di isolamento politico , di autarchia economica ; esso considera la solidarietà internazionale dei partiti proletari come elemento essenziale della sua azione , come lo strumento per promuovere e concretare una politica di pace che armonizzi gli interessi di tutti i popoli e avvii l ' Europa verso una libera federazione di stati . La fine della guerra attuale porrà sul tappeto in termini decisivi il problema del coordinamento unitario dei diversi paesi europei : e questa deve essere intesa come una esigenza della ricostruzione socialista , come lo sbocco naturale a cui conduce l ' evoluzione economica e politica dell ' Europa , che , liberata dai particolarismi capitalistici , dovrà raggiungere un ' organizzazione federativa , avviamento all ' Unione delle Repubbliche Socialiste . La carenza della Internazionale Operaia Socialista e lo scioglimento della Terza Internazionale pongono il problema della ricostituzione del movimento operaio internazionale . La nuova Internazionale dovrà realizzare sul piano della dottrina e dell ' azione la sintesi delle esperienze mondiali dei socialisti e dei comunisti , e unire i proletari di Europa e del mondo nella grande lotta finale per il socialismo . Il PSI invia al popolo lavoratore un messaggio di fede , di entusiasmo e di cosciente ottimismo . Dure lotte attendono ancora i lavoratori , ma da questa guerra la rivoluzione proletaria , il cui ciclo si è aperto 25 anni or sono in condizioni pressoché analoghe alle attuali , prenderà nuovo slancio e nuovo vigore . La meta è prossima . Uniti noi faremo l ' Italia libera e socialista in un ' Europa libera , socialista , pacificata .
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MESTRE , 13 . - Questa grande piazza di Mestre , da cui i compagni ci hanno dato il " via " ha tutto in sé : casette alla veneziana e palazzetti con le colonne , caffè e alberghi , banche e cinematografi , portici e altane . Vi s ' affacciano , a pochi passi , la nostra sezione e il commissariato di P.S. , e le gialle filovie incrociano al largo , senza disturbare per nulla le famiglie che , alla sera , si godono la passeggiata . Su tutto e su tutti si affaccia il cielo fresco , già autunnale : ieri era tutto stellato . Al Lido si era da poco inaugurato il Gran Festival Cinematografico e l ' on. Andreotti era ancora su quella plaga mondana col suo smoking bianco , quando è stato informato che un altro Festival popolare si celebrava nella città degli operai ancorata sulla terra ferma . Non è venuto a salutarci , lui , e a darci il " buon viaggio " ; ha raccomandato forse soltanto al questore che ci tenesse d ' occhio . « In piazza sono migliaia - gli hanno riferito - ma sullo schermo ce ne sono altre centinaia e centinaia di migliaia e sembra che stiano tutti insieme . Sono sempre gli stessi comunisti , comunisti sempre , e c ' è anche Togliatti che sta parlando » . Nella grande piazza di Mestre parlava infatti Togliatti , affacciato dallo schermo , in quella ariosa giornata di settembre che lo vide tornare al suo Partito . Non ci siamo sbagliati a partire da Mestre , dal cuore di questa grande città operaia . Sulla piazza , col calar della notte , si erano spente tutte le luci , anche le insegne pubblicitarie avevano finito di gridare i propri nomi : si distingueva , nel buio , la vasta platea di operai in manica di camicia , bianchi come se avessero addosso la luna . Abbiamo parlato in silenzio intenso e la nostra voce si specchiava nelle case aperte . Poi , quando la macchina di proiezione ha incominciato a girare , alle finestre ed ai balconi si sono affacciate tutte le famiglie e i bambini si sono arrampicati sui tavolini dei caffè ed in braccio alle mamme per veder meglio . Questo nostro era un altro cinema e non ci narrava la solita piccola storia d ' amore , ma l ' amore stesso di tutto un popolo , colto nelle sue immagini più incantate . L ' applauso che è rimasto nella piazza , quando il film si è chiuso sulla bandiera del nostro Partito , che continuava a sventolare dallo schermo , era con un fresco rumore di mare . L ' orologio illuminato della torre batteva già la mezzanotte . Sono tornate le luci e si è vista , allora , quant ' era la folla , quante erano le biciclette che si allontanavano nella grande notte del litorale , punteggiata di lumi e come ampliata nel chiarore dei cantieri . " l ' Unità " , ieri sera , era sulla bocca di tutti , come il nome di una persona : noi tre compagni della carovana eravamo , forse , " l ' Unità " in carne ed ossa . E tutti lavoravano e si affaccendavano per l ' ospite di eccezione , volevano che la sua voce si sentisse ovunque e ai quattro lati della piazza levavano le trombe degli altoparlanti : volevano che tutti la vedessero e l ' invitavano a salire su un tavolino panneggiato di tricolore : volevano che avesse la voce chiara e le offrivano un bicchiere di aranciata . A braccio del caro Sannicolò e della bella Laura , che a sera era ingarbugliata di sonno come una bambina , questa " Unità " ha fatto anche la civettona in piazza , facendo l ' occhio ai giovanotti . Mentre vi telefono , sta dormendo su un durissimo letto di libri che quell ' uomo senza cuore di Fortini le ha preparato alla meglio sull ' automobile . Tra qualche ora salperemo sulla strada di Trieste , verso Portogruaro . Innalzeremo sul tetto la bella nuvola che ci hanno regalato i bambini , faremo fiato alla sirena . Sul cielo , l ' angelo dei monelli sta già scrivendo col gesso le sue belle frasi di congedo . Ecco , scrive : « Arrivederci , cari maestrini : arrivederci tutti ; uomini belli e uomini brutti . E che nessuno si lagni , siamo tutti compagni » . Questo angelo lo abbiamo incontrato , per la prima volta , all ' alba alle porte di Milano . Da allora ci segue sempre dolcemente in volo . Qualche volta si ferma su una terrazza . La notte scompare . Io penso che vada a dormire su un campanile . Qualche miracolo è già avvenuto : le lapidi , i cippi e i monumenti per Garibaldi , dacché lui è con noi , sono bianchi come se li avessero lavati di fresco nella nottata . Fortini è preoccupato di dargli un nome . Ho detto : « Chiamiamolo Gavroche » . La proposta è stata accettata all ' unanimità in una riunione a porte chiuse , tenutasi dopo la mezzanotte . Quel benedetto angelo certamente ascoltava dietro la finestra : questa mattina rispondeva già a sentirsi chiamato per nome . Fortini ha detto : « Gli angeli non mangiano e Terenzi e Lodi saranno contenti » . Così sia .
NOTIZIARIO ( - , 1944 )
StampaQuotidiana ,
Sadismo nazifascista . A Milano , in via Paolo Uccello , funziona da qualche tempo un istituto scientifico di tortura alle dipendenze del potere dominante . La sbirraglia al soldo del nazifascismo ha fatto tutto il possibile per celarne la località e l ' esistenza : perciò spesso ancora si bendano gli occhi agli arrestati e si trasportano in vetture chiuse od a tendine abbassate . Nel sinistro edificio funziona tutto uno strumentario speciale allo scopo di accentuare e portare allo spasimo ogni genere di sofferenza fisica : dai grandi fari abbacinanti per interminabili sedute , all ' alternarsi di docce gelide con altre bollenti . Il fuoco partecipa colle correnti elettriche all ' azione tormentatrice , mentre le percosse d ' ogni genere che arrivano a spezzare le ossa ed a rompere le articolazioni continuano a costituire il corredo normale dei carnefici . Così estorcono alcune monche informazioni . Le gesta infami non sfuggono alla nostra sorveglianza . Anche questi responsabili sono ormai individuati . Il mio sarto . Ha trovato la bazza ! E chi può ancora avvicinarlo ? Pensate che abita di fronte , o quasi , a certe villette che ospitano ufficiali e graduati tedeschi . Una clientela d ' oro . Nessuno gli ha ordinato meno di un abito borghese . Tutti gli hanno portato la stoffa e tutti pagano alla consegna senza discutere il prezzo . Una sola esigenza : consegna pronta . Coi dovuti aggiornamenti il mio sarto pensa ad un vecchio proverbio e dice con grazia : « clientela che ... parte , affare d ' oro » . Mandello Lario . Alla stazione di Rongio , sono stati catturati dai tedeschi due attivi guerrigliatori , i fratelli Giovanni e Giuseppe Poletti . Messi al muro , i due giovani furono invitati a dare indicazioni sulle località dove si trovavano gli altri loro compagni , nonché a fornire altre informazioni sotto la minaccia dell ' immediata fucilazione . Giovanni Poletti , per tutta risposta e col sorriso sulle labbra , esortò questi assassini nazisti , se volevano fucilarlo , si sbrigassero , essendo inutile che essi ripetessero il tentativo di farlo parlare . Giuseppe Poletti nel frattempo spiccò un salto e disparve fra i cespugli . I nazisti allora scaricarono le armi sul fratello e cercarono poi d ' inseguire Giuseppe sparando all ' impazzata . Purtroppo il giorno dopo questi veniva trovato morto per dissanguamento , perché , colpito al torace , non aveva potuto raggiungere i compagni . Zona d ' impiego . A Milano , una notte verso la fine d ' agosto tre scherani della brigata nera A . Resega bussano alla tabaccheria di via G . Colombo intimando di aprire . Ne segue una perquisizione minuziosa che si riassume nel prelievo di un portafoglio contenente 40 mila lire e coll ' imposizione del silenzio . La proprietaria , una vedova , convinta che si tratti di falsi agenti , fa la denuncia alla questura e di qui le indagini portano la pratica alla GNR presso il Gruppo Tonoli ove la derubata può decisamente riconoscere uno dei tre che confessa e pone sulle tracce dei complici . Allora si decide che i colpevoli vengono fucilati davanti alla tabaccheria teatro della loro ribalderia . La macabra prospettiva atterrisce talmente la povera vedova da indurla a pregare perché l ' esecuzione venga evitata . Ossola . Ormai tutta la valle è controllata dai patrioti . A Domodossola tutte le forze nazifasciste si sono arrese : dalla guarnigione tedesca composta di circa 500 uomini , alle formazioni della Muti , della « X Mas » e della GNR , queste ultime distribuite in tre diversi edifici della città . Le comunicazioni ferroviarie sono sospese fra Pallanza , Fondotoce e Domodossola , mentre quasi tutta la riva novarese del Verbano è nelle mani dei patrioti o sotto il tiro delle loro armi . Gruppi di patrioti e guerrigliatori nella Valsassina . Mandiamo un saluto ai silenziosi , ma attivi compagni di lotta della Valsassina . Per ragioni di prudenza ben note a questi compagni e dovute a qualche sporadico ed increscioso episodio al quale essi posero subito energico rimedio , non possiamo illustrare le azioni meritevoli di ogni encomio che essi da parecchi mesi vanno compiendo contro i . traditori fascisti e le stesse forze armate tedesche costrette a desistere da ogni proposito di rimanere agganciati a questi prodi . Alta Valle Trompia . Nello scorso mese di agosto imponenti forze nazifasciste esercitarono una forte pressione in questa valle per aver ragione di quei fieri patrioti . Il 15 agosto sopraggiunsero dei carri armati che erano stati lasciati in appostamento sulla strada Gardone - Bovio . Poiché erano stati feriti alcuni nazifascisti ed , ucciso un tedesco , i barbari non sapendo come sfogare l ' ira per la loro impotenza di fronte alla supremazia tattica dei nostri compagni che non concedevano tregua , appiccarono il fuoco alla Cooperativa di Bovio e , catturati 15 innocenti cittadini che si erano accinti al lavoro di spegnimento dell ' incendio , li trucidarono . Non contenti di ciò il giorno successivo tornarono in luogo , appiccarono il fuoco ad una seconda cooperativa di generi alimentari e si diedero a molte altre rappresaglie verso coloro che avevano preso pietosa cura per la composizione delle salme delle 16 vittime della ferocia nazifascista ; salme che queste iene maltrattarono buttandole per la strada . Per altri tre giorni i fascisti , aiutati da oltre 500 tedeschi , si diedero alle più volgari grassazioni asportando oggetti di valore anche dalle più umili case . Lasciarono la vallata dopo di avere catturato una decina di ragazzi che si trovavano qua e là a guardia di mandrie .
Nehru, l'intellettuale ( Moravia Alberto , 1961 )
StampaQuotidiana ,
Nuova Delhi , marzo - Nuova Delhi fondata dagli inglesi per diventare la capitale dell ' impero indiano e inaugurata nel 1929 , vent ' anni prima della liquidazione di quello stesso impero , ricorda le capitali politiche e amministrative che la civiltà anglosassone ha disseminato per il mondo , per esempio Washington , dall ' altra le città despotiche che le effimere monarchie hanno sparso per l ' India , per esempio la città morta di Fatepuhr Sikri , alle porte di Agra . Ci sono a Nuova Delhi al tempo stesso la grandiosità insipida dell ' imperialismo mercantile britannico e la solennità infiocchettata e marziale del despotismo indiano . Il viceré , che nell ' Inghilterra democratica era un cittadino come tutti gli altri , qui diventava un autocrate razzista , capo di una casta di pelle bianca che , in questo Paese di caste , si era autonominata casta superiore a tutte le altre , compresa quella dei bramini . Dilaniato dalla sua duplice natura europea e incapace di mettere d ' accordo la cultura inglese di tradizione tollerante con la pratica del potere assoluto , il colonialismo si rifugiava in un formalismo burocratico e militare a base di complicate etichette , uniformi prestigiose , parate pittoresche , elefanti bardati , e vittorie a sei invalli , umiliante così per gli inglesi più intelligenti come per i pensierosi indiani educati nei sobri climi di Oxford c di Cambridge . Si credeva che gli indiani fossero degli « orientali » e si voleva abbagliarli con un fasto « orientale » ; inutile dire che si trattava di un Oriente vittoriano , come se lo immaginava la piccola borghesia delle città industriali dell ' Inghilterra . Nuova Delhi porta l ' impronta di questa concezione colonialista : i suoi stradoni malinconici e diritti , in fondo ai quali c ' è spesso uno smilzo arco di trionfo o la statua piccolissima di un conquistatore inglese sopra un enorme piedistallo , sembrano fatti apposta per le lente sfilate dei reggimenti speciali reclutati tra i clan della Scozia e le tribù della frontiera afghana , combinazioni ben dosate di gonnelline nordiche e di turbanti orientali , di cupi tamburi e di queruli gemiti di cornamuse . D ' altra parte i suoi ministeri neoclassici , costruiti con la stessa pietra rossa del forte musulmano della vecchia Delhi , testimoniano , con le loro scalee e í loro colonnati corinzi , la volontà dei professori di disegno di mettersi ad un livello imperiale ; mentre il vero sentimento della casta dominatrice si rivela piuttosto nei comodi e piacevoli bungalow del quartiere residenziale , radamente sparsi lungo viali puliti e deserti , in fondo a folti giardini . La fortuna politica ha voluto che Jawaharlal Nehru , il primo Capo di governo della Repubblica indiana , stabilisse la sua residenza in questa città artificiale e imperiale creata dai suoi nemici di ieri . Il trionfo di Nehru dovrebbe essere un motivo di soddisfazione per gli intellettuali di tutto il mondo perché è la prima volta nella storia contemporanea ( o la seconda , se si risale a Lenin ) che un intellettuale autentico e senza contaminazioni demagogiche e irrazionali , dopo una lunga lotta condotta principalmente con il mezzo proprio all ' intellettuale , cioè con la persuasione , governa un grande Paese . E qui non si dice che Nehru è un intellettuale perché ha scritto alcuni ottimi libri ( anche Stalin , Hitler e Mussolini scrivevano , male , ma scrivevano ) , si dice che è un intellettuale per la maniera di intendere la vita che traspare in questi libri . Per esempio è caratteristica della sua capacità di understatement ( parola malamente traducibile con il brutto : minimizzare ) questa frase , nella sua autobiografia , a proposito della popolarità grandiosa che lo circonda . Scrive Nehru : « La questione che i miei amici mi ponevano restava insoluta : non ero io orgoglioso di questa adorazione delle masse ? La risposta era che io odiavo quest ' adorazione e desideravo sfuggirla ma nello stesso tempo mi ero abituato ad essa e quando non c ' era , quasi ne avvertivo la mancanza » . In queste parole che cercano di dare le due facce di un problema senza risolverlo né rifiutarne l ' ambiguità , sta tutto Nehru , l ' intellettuale , liberale e introspettivo Nehru . Molti in India e fuori dell ' India , considerano questa sua amletica e aristocratica obbiettività come una debolezza , specie se paragonata con il massiccio e popolaresco dogmatismo del suo vicino cinese Mao Tze - dun . Dicono che Nehru è portato al compromesso , che non sa opporre un rifiuto a situazioni e persone che in cuor suo disapprova , che non ha l ' energia autoritaria indispensabile in un Paese come l ' India che in tutta la sua lunga storia non ha conosciuto che il potere despotico . Ma non bisogna dimenticare che la maniera di pensare di Nehru è nella tradizione indiana , da quella antichissima del Buddha a quella recente di Gandhi ; e che il popolo indiano si è riconosciuto in questa dubbiosa saggezza di Nehru molto più che nel settarismo violento di un Chandra Bose ; così che Nehru , subito dopo Gandhi , è l ' uomo più amato del subcontinente . Per capire la qualità del trionfo di Nehru non sarà forse inutile rifarsi all ' Italia del Risorgimento . Lo stesso Nehru , nei suoi libri autobiografici , ha fatto spesso il paragone tra l ' India e l ' Italia . Ancora ragazzo , ad Harrow , in Inghilterra , dove studiava , gli fu regalata la vita di Garibaldi del Trevelyan , la cui lettura l ' infiammò subito con la speranza di essere capace , un giorno , di fare per l ' India ciò che Garibaldi aveva fatto per l ' Italia . Altrove il paragone tra India e Italia è così formulato : « Ambedue sono Nazioni antiche , con lunghe tradizioni di cultura dietro di loro ... ambedue erano divise politicamente , ma l ' idea dell ' Italia , come l ' idea dell ' India , non morì mai e c ' era in ambedue un forte principio unitario ... Metternich chiamò l ' Italia " una espressione geografica " ; molti imitatori di Metternich hanno usato questa frase per l ' India ; cosa strana , c ' è persino una somiglianza nella situazione geografica dei due Paesi . Ancor più interessante è il paragone tra l ' Inghilterra e l 'Austria...» . Insomma , semplificando parecchio , si potrebbe dire che oggi , dieci anni dopo la proclamazione dell ' Indipendenza , l ' India si trovi un po ' nelle condizioni dell ' Italia dieci anni dopo l ' Unità . Come in Italia in quel tempo erano ancora vivi e operanti gli uomini del Risorgimento , così in India sono al governo gli uomini che hanno lottato per mezzo secolo contro la dominazione coloniale . Il nazionalismo risorgimentale italiano era liberale ; parimenti liberale è il nazionalismo indiano . Infine , come l ' Italia dopo l ' Unità , l ' India , dopo l ' epica della lotta anticoloniale , si trova oggi di fronte alla prova mortificante di gravi difficoltà economiche e sociali . Ma il paragone deve fermarsi qui . In fondo esso conferma un fatto ormai ben noto : il propagarsi dell ' ondata nazionalista dal 1789 ad oggi , dalla Francia fino all ' Asia . Per il resto la situazione indiana è diversa da quella italiana , non fosse altro per la differenza dei tempi e dei luoghi in cui si sono svolti i due risorgimenti : nell ' Europa liberale dell ' Ottocento , quello italiano ; nell ' Asia socialista del Novecento , quello indiano . E infatti Nehru , pur essendo il capo di un enorme partito in cui c ' è di tutto , è in fondo un socialista fabiano , alla maniera di Bernard Shaw . È proprio al nazionalismo in tutto il mondo di servirsi di tutte quelle parti della tradizione che possono essergli di qualche utilità . Il nazionalismo socialisteggiante di Nehru non fa eccezione a questa regola . Nel pensiero di Nehru il socialismo indiano dovrebbe addirittura ricollegarsi alla saggezza arcaica dei leggendari Indo - ariani , ossia del Brahmanesimo . Sempre nella sua autobiografia egli scrive : « La vecchia cultura indiana riuscì sempre a sopravvivere attraverso le più fiere tempeste , benché poi non salvasse che la forma e perdesse il suo reale contenuto . Oggi essa lotta silenziosamente e disperatamente contro un nuovo e potentissimo avversario : la civiltà dell ' Occidente capitalista . Essa soccomberà perché l ' Occidente porta la scienza e la scienza porta il cibo per i milioni di affamati dell ' India . Ma l ' Occidente capitalista offre anche l ' antidoto ai mali del capitalismo : i princìpi del socialismo , della cooperazione , del servizio alla comunità e al bene comune . Tutto questo non è poi tanto diverso dall ' antico ideale brahmano ma comporta la brahmanizzazione ( non nel senso religioso , s ' intende ) di tutte le classi e di tutti i gruppi ... » . Sono andato a trovare Nehru , insieme con l ' ambasciatore d ' Italia Giusti del Giardino , due volte nello stesso giorno . La prima volta fu al Ministero degli Esteri . Il Primo ministro stava seduto dietro una grande tavola a ferro di cavallo , quasi vuota di carte . Era vestito nel modo ben noto , come lo si vede nelle innumerevoli fotografie che adornano tanti edifici pubblici e privati dell ' India : tunica bianca , accollata , lunga fino alle ginocchia , pantaloni cosiddetti johdpur , anch ' essi bianchi , attillati dalle ginocchia fino alle caviglie . All ' occhiello era infilato il bocciolo di rosa rossa che Nehru è solito portare spesso alle naricimentre parla . Nehru che è di origine bramina , ossia della casta tradizionalmente versata nella lettura e interpretazione dei testi della religione brahmana , ha il volto dell ' intellettuale europeo di formazione scientifica ed universitaria . La fronte è alta , serena , armoniosa ; gli occhi , molto scuri , hanno uno sguardo inquieto , acuto , ambiguo ; la bocca ha un ' espressione al tempo stesso benevola , annoiata e dura . Da tutto il volto spira un ' aria di fascino indefinibile che il sorriso , molto bello , conferma . Nehru ci ricevette a tutta prima con affabilità ufficiale : pronunziò qualche frase di circostanza , sfogliò un po ' nervosamente il catalogo della mostra indiana di Roma che aveva sulla tavola . Quindi , improvvisamente e inaspettatamente , parve interessarsi alla conversazione . Ma non aveva tempo , doveva ricevere alcuni giornalisti europei . Si alzò e , assestandosi in capo il piccolo berretto bianco , ci invitò ad andare a trovarlo alla sua residenza quella sera stessa . Ci andammo , dunque , nel pomeriggio . Una governante in sari rosso scuro ci guidò su per lo scalone moderno della vasta dimora ex viceregale ad una grande sala arredata di mobili e oggetti cinesi . Un divano e due poltrone di fronte ad un tavolino basso parevano alludere alla possibilità di una conversazione meno formale di quella del Ministero degli Esteri . E , infatti , di lì a poco , Nehru entrò e con il suo curioso passo breve e frettoloso andò a sedersi su quel divano , avendo alla sua destra me e alla sua sinistra l ' ambasciatore d ' Italia . Non voglio qui riportare la conversazione che durò un ' ora esatta , controllabile su una piccola sveglia posata sul tavolino accanto al bricco e alle tazze del caffè : non era stata preparata , non voleva essere un ' intervista ; più delle cose che si dissero , contò , almeno per me , il rapporto diretto con la persona del Primo ministro . Sembrerà strano ma mi sentivo molto più impacciato di fronte a Nehru così naturale , così affabile , così intellettuale di quanto sarei stato di fronte ad un dittatore formalista e autoritario , avvezzo a dire e a sentirsi dire sempre le stesse cose . Il dittatore , infatti , non mi avrebbe richiesto che un contegno convenzionale , quasi rituale , e una quantità limitata di frasi fatte e di luoghi comuni . Nehru , invece , sentivo che esigeva da me uno sforzo continuo di riflessione , di scelta , di comprensione e , insomma , di invenzione . Era sì , un intellettuale ; e ciò mi ispirava gratitudine e fiducia ; ma era nello stesso tempo un uomo di Stato ; cioè un intellettuale dotato di immenso potere , avvezzo a non essere contraddetto , pieno di mille preoccupazioni non tutte disinteressate , con poco tempo e , forse , poca voglia di perderne . D ' altra parte mi incuriosiva molto di vedere se trasparissero nella persona di Nehru i tre caratteri che gli attribuiscono : una certa vanità di uomo che sa di essere attraente e pieno di fascino ; la facilità all ' impazienza e alla collera del demiurgo liberale che vorrebbe che tutto fosse fatto senza coercizione ma al tempo stesso secondo i suoi disegni ; l ' inclinazione alla noia dell ' uomo pubblico che è spesso costretto , per dovere d ' ufficio , ad ascoltare cose e persone molto noiose . Della vanità non notai che la grande eleganza nel vestire e quel frequente gesto grazioso ed orientale di portare il bocciolo di rosa al naso ; l ' impazienza e la collera non apparvero benché il volto di Nehru , lievemente ipocondriaco , faccia supporre che egli possa soggiacervi ; ma la noia , che pur essa non comparve mai , era nella mia mente in forma di una apprensione continua di non sapere scegliere gli argomenti e le parole che potessero interessare il mio interlocutore . In realtà , come pensavo , il vero senso della personalità di Nehru non poteva essere nelle cose che mi andava dicendo bensì nella sua presenza e nel magnetismo particolare di questa presenza . Ancora una volta , così , constatavo la decadenza della parola nei confronti di altri e più irrazionali mezzi di comunicazione e di rapporto . Comunque , pur nella tensione che mi ispiravano queste riflessioni , sfilarono nella conversazione tutti gli argomenti indiani : la soprapopolazione , il problema dei rifugiati , i rapporti con la Cina , la povertà e arretratezza delle masse , il progresso scientifico e così via . Nehru , che in varie riprese scontò sotto gli inglesi nove anni di carcere , ci parlò pure dell ' attenzione contemplativa cui è costretto l ' uomo in prigione , e parve allora animarsi un poco ma con modestia e distacco . Egli rispondeva con una precisione che , però , nascondeva un fondo di evasività , giustificato d ' altronde ; e interrogava a sua volta con una curiosità e una freschezza di interessi lusinghiere . Alla fine notai che gli occhi del Primo ministro , di solito attenti e inquieti , si erano fissati nel vuoto , come su qualche cosa che fosse solo lui a vedere . Questa distrazione mi sembrò eloquente e mi affrettai a chiedergli di firmare una copia della sua autobiografia , il che egli fece con la massima buona grazia . La visita era finita .
PATRIOTI E POPOLO ( - , 1944 )
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Se i patrioti , inferiori di numero e già di mezzi , in condizioni sfavorevoli di vita , riescono a fronteggiare gli attacchi delle truppe nazifasciste , è in buona parte per l ' assiduo aiuto che ricevono dal popolo , una solidarietà in atto che , sorta contemporaneamente all ’ inizio della lotta per la resistenza , si è via via intensificata . Non c ' è stato bisogno di accordi governativi ; meno che mai di propaganda . L ' attiva collaborazione è nata da comunità di sentimenti e interessi . Ogni famiglia finisce con l ' avere uno o più membri costretti a nascondersi per evitare la deportazione in Germania , il servizio militare con i tedeschi o addirittura la condanna a morte . Si stabilisce perciò , tra famiglia e famiglia , una fitta trama di rapporti segreti che trovano il loro nodo nel comune proposito di mantenersi a contatto con i patrioti , di soccorrerli , informarli . I contadini portano i viveri , i pastori cedono il bestiame , i possidenti aprono locali fuori mano , depositi abbandonati , baite solitarie per nascondere i fuggiaschi . Migliaia di patrioti possono restare in città dormendo ogni notte in una casa diversa , come attraverso un intricato labirinto di rifugi e di protezioni . Madri , sorelle , vecchi , ragazzi , vigilano intorno ad essi in un continuo turno di sentinelle . Ogni movimento del nemico è subito segnalato , passando la voce di zona in zona , di quartiere in quartiere . Ecco perché le operazioni di rastrellamento , anche se intraprese con grande impiego di forze , danno quasi sempre scarsi risultati . In molte provincie non si sa dove cessino la bande e cominci il popolo . Nelle immediate retrovie del fronte , specie in Abruzzo , gli uomini validi sono tutti alla macchia . I villaggi , depredati dai tedeschi , rimangono quasi privi di abitanti maschili . Quel che durante il Risorgimento fu un fenomeno isolato e saltuario , negli scambi tra carboneria e popolo , oggi è consuetudine e costume di vita . Da questa diffusa solidarietà nella lotta sotterranea contro la tirannia nazista e il servilismo fascista , sorge il nuovo popolo italiano . Non è come nel Risorgimento , solo una minoranza principalmente borghese , che si sacrifica per la libertà collettiva . Solidarietà nazionale In occasione del 1° Maggio la Confederazione Generale del Lavoro , la Confederazione Italiana dei Lavoratori e tutti i 6 partiti del Comitato di Liberazione , hanno lanciato di comune accordo l ' iniziativa di una sottoscrizione nei territori liberati per venire in aiuto dei patrioti che si battono oltre il Garigliano contro l ' invasore . E ' stato perciò costituito un Comitato di Solidarietà Nazionale , che raccoglierà ed assegnerà i fondi .
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CIVIDALE DEL FRIULI , 16 . - Quello che abbiamo visto per tre giorni , da Portogruaro a Monfalcone , a Ronchi dei Legionari , a Turriaco , a Starenzano , a Cividale del Friuli , difficilmente potremo raccontare per filo e per segno come una storia che si svolga da una tappa all ' altra del nostro viaggio , dall ' uno all ' altro traguardo . La poesia ha rotto spesso gli argini del tempo , così come l ' affetto ha spesso rivoluzionato il calendario . Ci siamo fermati tante volte più del previsto , tante volte più del previsto abbiamo parlato nelle piazze dei paesi che ci ospitavano al passaggio : possiamo veramente dire di aver frugato il Veneto in queste ultime province di confine , quasi per ogni dove , per stradette secondarie e per viottoli , tagliando fiumi e torrenti , affacciandosi ad osterie cariche di allegria nel Ferragosto e fermandoci a scampare alla pioggia sotto i portoni . Dappertutto ci siamo trovati come a casa nostra , tra gruppi di amici e di compagni che cantavano , mai soli , forse nemmeno durante il sonno , se sotto le finestre ancora passavano le voci delle brigate di ragazzi e di ragazze che tornavano ai propri paesi . Siamo stanchi , noi della carovana , stanchi e felici . Il Veneto si sta svegliando alle nostre trombe e i contadini si affacciano ai campi a salutarci , gli operai si fanno alle porte durante le giornate di riposo e ci salutano sino all ' orizzonte con la mano . " l ' Unità " si è fatta più rossa per l ' emozione e Gavroche , il nostro angelo , è volato in mezzo agli aquiloni dei bambini , risollevato dal fresco degli acquazzoni e dalla luce degli arcobaleni . " l ' Unità " non è uscita per due giorni e noi abbiamo le nostre cronache zeppe di appunti , di nomi , di immagini colte sul vivo delle feste . Il nostro angelo ci ha consigliato di ascoltarlo e vuol dettarci lui la corrispondenza . Abituato a guardare dall ' alto , egli forse più di noi può spalancare sotto i nostri occhi il panorama delle tre indimenticabili giornate . Gli lasciamo la parola . PORTOGRUARO . - Vi giungeste sull ' imbrunire e trovaste i compagni raccolti nella stanza della Camera del Lavoro . Era una bella sera fresca e rosea , il Lemene scorreva dolcemente tra le case ed il cielo nel quale mi ero fermato era slargato dalle campane della grande chiesa . Sulla piazza ove guarda il municipio dugentesco , fermaste l ' automobile e i compagni in bicicletta vi furono presto intorno , guardando alle vetrine dei libri , comperando distintivi da Fortini , intrattenendosi intorno all ' operatore che stava innalzando lo schermo . Quando si fece notte , Gatto incominciò a parlare e la piazza , che gli specchiava netta la voce , si riempiva a poco a poco non soltanto di compagni , ma di cittadini che erano usciti per la passeggiata . I bambini avevano già accaparrato i posti di prima fila , le donne si erano sedute ai caffè per godersi meglio lo spettacolo . Sembrava che la stessa città , cinta di acque e di silenzio , si raccogliesse intorno a voi sotto il cielo stellato . Quando incominciò la proiezione , la piazza era piena e fresca di voci . Sullo schermo passavano fiumi di popolo , in quella memorabile giornata di settembre . Poi sembrò che Togliatti , con quella sua voce accorata , veramente parlasse affacciato ad una finestra e che la dolce notte veneta gli portasse gli applausi di tutte le contrade d ' Italia . Era bello , veramente bello . Io che sono un angelo e me ne intendo , dissi : « Questa è veramente la pace : nella piazza e sullo schermo stavate bene insieme , eravate gli stessi uomini , gli stessi italiani » . Ragazzi e biciclette MONFALCONE . - I compagni di Monfalcone che erano venuti fino a Pieris a farvi scorta voi non li avete visti . Io sì , dall ' alto . E spingendo l ' occhio all ' orizzonte vedevo pure i ragazzi di Trieste che pedalavano verso la città dei cantieri col fazzoletto rosso al collo . Quando giungeste alla sezione di Monfalcone quei brutti ceffi che avevano minacciato di aspettarvi al varco non seppero fare altro che lanciarvi qualche insulto . Sono pochi miserabili che ogni giorno vanno perdendo terreno , i mandanti pare che li tengano al verde e la professione di patriottardi e di anticomunisti non rende più . A loro confronto quale nobiltà era sulla faccia dei compagni che vi aspettavano alla Sezione , quale luce sulla faccia di Conar ! Che piacere che egli si chiami Angelo come me . E Tura , Pentich , la Franca e quel napoletano che parlava triestino da tanti anni che vive laggiù , tutti venuti da Trieste insieme con i ragazzi garibaldini vi erano intorno , vi stringevano le mani come se tutti vi conoscessero da tanti anni e aveste da confondere insieme pensieri e ricordi . A Ronchi c ' era la festa dei partigiani e nei paesi vicini vi aspettavano . Quel vecchio teatrino di Turriaco , stipato di folla fino alle porte , vi accolse come in trionfo . Per due ore e più io rimasi a aspettare e sentivo applausi vicino e lontano , canti vicini e lontani . Attraverso un buco del soffitto vidi il compagno di Pieris e la ragazza della Sezione di Turriaco che offrivano panieri di pesche grandi e rotonde . La sera paesana Com ' era contento e rosso di emozione il compagno Ulian , segretario della Sezione e con lui Millo , il sindaco comunista di Pieris . Poi vi colse la pioggia ma nei paesi dove passavate da Pieris a Belliano , da San Canziano e San Pietro dell ' Isonzo , erano compagni a aspettarvi e a applaudirvi , famiglie che si affacciavano alle finestre . " l ' Unità " passava come in una luminaria paesana nella sera che si accendeva di lampi tra le nebbie . A Starenzano , nella grande sala di spettacolo che i lavoratori hanno costruito con le proprie mani e col proprio danaro , tanti compagni erano venuti a piedi e in bicicletta anche dai paesi vicini . E la giornata approdava nella notte e voi eravate ancora a parlare a Ronchi , finché quel compagno lungo e forte che abita in una casetta da bambole non portò Gatto a dormire nel letto di suo figlio rimboccandogli quasi le coltri al mento come un papà . I compagni di Gradisca ve l ' avevano detto la sera prima che volevano una fermata obbligatoria nella loro piazza . E voi , tagliato l ' Isonzo , giraste in tempo per vederveli venire incontro . Lo so . Bastano poche parole e un saluto per farvi ritrovare insieme . Gatto prese appuntamento per l ' anno prossimo ; dovevano scappare . Così foste a Gagliano , nella prima frazione di Cividale e smontaste a tagliare la cabana , la colossale torta innalzata a cupola nel nome de " l ' Unità " , e a bere quel vino che ha il colore dell ' uva e la leggera brezza dei sogni . Nella stanza che aveva la freschezza e la pulizia delle case di campagna , quanti amici e giovani e vecchi ebbero attorno e la torta era così grande che si faceva saggiare da tutti e il riso e l ' allegria scivolarono nei bicchieri insieme col vino . Era il vostro Ferragosto . A Cividale ci fu l ' ingresso da trionfatore inneggiando al giornale e gridando saluti . Io dall ' alto scoprivo una città bellissima e antica , aperta sul Natisone verde e profonda tra le rocce . Questa storia antica , ma quanta storia nuova il popolo sta tracciando in quella terra . La giornata di Cividale non la dimenticherete mai . Non dimenticherete nei volti dei compagni e delle compagne la loro gioia , la loro ospitalità , il piacere di che avevano di farvi contenti e di rendere onore al Partito e a " l ' Unità " . In questa città bisogna che voi torniate . Vi hanno detto che hanno bisogno di voi per aprirvi il cuore . Il comizio che avete tenuto in quella bella piazza dedicata a Paolo Diacono è stato il più bello che io abbia visto in questa piazza . Anche il cielo si era fatto stellato e il coro di Moimacco , diretto dal maestro Riepi , portava nella piazza l ' amore e la nostalgia di tutto il Friuli , l ' odore della primavera e il sole della campagna . Così vuole il nostro Angelo , e noi ritorneremo nella vostra città compagni di Cividale , ritorneremo in tutti i paesi del Veneto che abbiamo attraversato come in un sogno . Arrivederci a tutti e un nuovo abbraccio .
StampaQuotidiana ,
Italiani ! Patrioti ! Lo sforzo bellico del nemico può essere ostacolato da atti di sabotaggio che non richiedono equipaggiamento speciale , o materiali difficili a procurarsi , o cognizioni tecniche particolari . Non c ' è bisogno di arrischiare troppo in sabotaggi in grande stile , che richiedono lunga preparazione e complessa organizzazione . C ' è bisogno di aumentare al massimo il numero dei sabotaggi , estendendoli a ogni campo dell ' attività italiana tedeschizzata , e in ogni regione dell ' Italia occupata . È nel numero , nella frequenza , nell ' insistenza degli atti di sabotaggio , che il nemico sarà imprigionato come una rete , perderà sicurezza e calma , sarà costretto a disperdere forze , smarrirà ogni garanzia di precisione e di puntualità nell ' esecuzione degli ordini emanati . Italiani , ricordate sempre che qualsiasi ritardo , anche piccolo , causato alla produzione e alle comunicazioni al servizio dell ' oppressore nazifascista , è prezioso per affrettare la liberazione della Patria . Il fuoco è uno dei mezzi migliori per sabotare lo sforzo bellico del nemico invasore . Il fuoco può provocare distruzioni più estese e durature di quelle provocate dall ' esplosivo . L ' incendio è uno dei più semplici , dei più sicuri , dei più efficaci atti di sabotaggio . Un accendisigari , o una scatola di fiammiferi , e un po ' di materiale infiammabile da nascondersi anche in tasca : non vi occorre altro . Guardatevi attorno , patrioti italiani . In edifici senza numero , nelle città , nei villaggi , nelle fattorie isolate perfino , i tedeschi accumulano materiale bellico d ' ogni genere , dalle munizioni agli oggetti di vestiario , dalle armi ai viveri . Materiale prezioso per il nemico , che incontra sempre maggiori difficoltà a fabbricarne e a procurarsene . Potete agire contro qualunque di quegli edifici , case di abitazione e uffici , capannoni e magazzini , officine , depositi di carburanti e lubrificanti , autorimesse , depositi tranviari e ferroviari , cantieri di legnami e di costruzione in genere . Potete agire contro navi e imbarcazioni , contro automezzi , contro materiali ammucchiati negli scali portuali e ferroviari . Come materiale infiammabile non avete bisogno che di qualche pezzetto di legno secco , o di un po ' di carta , o di qualche straccio imbevuto di petrolio , trementina , benzina o ingrassato con catrame , pece , cera , e così via . Cercate di accendere il materiale infiammabile in modo che sia sottoposto a corrente d ' aria ; svilupperete meglio l ' incendio . Approfittate , allo stesso scopo , delle giornate ventose . Perfezionate il sistema col creare un piccolo incendio diversivo , o un allarme per incendio , in altro posto , in maniera da trarre in inganno il nemico e aumentare , le vostre probabilità di sicurezza . Ostacolate inoltre l ' opera delle squadre addette allo spegnimento . Tagliate in tempo i fili telefonici : staccate i segnali d ' allarme automatico ; rimuovete gli estintori , danneggiate gli idranti ; tagliate i tubi delle pompe antincendio ; bloccate le valvole degli spruzzatori automatici . Patrioti italiani ! Ricordate che le fiamme dei vostri incendi servono a distruggere la tenebra nazifascista !
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PORDENONE , 17 . - A Cividale i soliti topi della chiavica fascista avevano messo in giro lo slogan : « Gatto parlerà a quattro gatti » . Invece i gatti erano tanti da riempire una piazza . Quando siamo ripartiti dalla cara città friulana , Gavroche , il nostro angelo , ha tenuto un comizio per suo conto . Non parlava in latino , non parlava in italiano , aveva la bocca sigillata , ma con le mani prendeva a volo le nuvole che passavano sul campanile , le sfioccava una a una , modellando consonanti e vocali , e stampava nel cielo azzurro parole e parole , frasi , un discorso insomma . I cividalesi , col capo levato in aria , leggevano il celeste messaggio . Gavroche aveva scritto : « Questa notte ho parlato con i monelli e con i bambini di Cividale , hanno rotto tutti i loro salvadanai e mi hanno riempito il grembiule di foglietti da cinque e da dieci lire . Attento , Fortini , io li lascio cadere , prendili al volo » . Alla visita di quella pioggia d ' oro , Fortini non sapeva più che fare , si è tolto il berretto bianco , ha allungato le braccia , chiamava in aiuto Gigi Regi , l ' operatore , perché stesse attento a non perdere nemmeno una di quelle farfalle preziose . Finito il racconto ci siamo rimessi in macchina alla volta di Udine e di Pordenone . Dopo Udine , la marcia di avvicinamento a Pordenone è stata un corteo a passo d ' uomo . I giovani compagni di San Vito al Tagliamento , al Ponte della Delizia , ci hanno posto l ' " alt " . Erano in tanti , con le bandiere , e sei di essi portavano una grande lettera rossa stampata sul petto , sicché a vederli sfilare allineati tutti , potevano compilare il nome de " l ' Unità " . Li comandava Galante , il segretario della Sezione , che ci sorrideva sotto i baffi . Abbiamo innalzato le trombe degli altoparlanti e dato fiato agli inni . Camminavamo a dieci , a quindici chilometri all ' ora . Grandi case quadrate ai bordi della campagna , silenzio , sole e bambini : entravamo a Madonna di rosa che le famiglie abbandonavano per venirci a salutare . Gavroche accarezzava l ' intonaco delle case e si portava le mani alle guance per darsi un po ' di colore . Spuntava il campanile lontano di San Vito , uno dei tanti campanili quadrati che svettano all ' orizzonte ed annunciano paesi che sono ancor lontani sulle grandi diritture della campagna . A San Vito il nostro comizio volante era già stato annunciato su tutti i muri , e i compagni , non sapendo più cosa fare per me , mi avevano concesso , motu proprio , il titolo di onorevole e senatore . Pasolini , il caro poeta di Casarsa , era ad aspettarmi , da tanti anni che non ci vedevamo , e toccò a lui presentarmi . Forse avrei preferito leggere io una delle sue belle poesie friulane in quella grande piazza e sentirmi rispondere il cuore e la povera felicità dei contadini e degli operai che c ' erano intorno . Alla una , con la stessa staffetta , siamo ripartiti : l ' estate , dopo gli acquazzoni , è tornata al suo colmo e noi svegliavamo , nel nome de " l ' Unità " , paesi assediati dal sole e dalle cicale . Ecco San Giovanni di Cesarz , ecco Casarsa . Al ponte sul Meduna , la staffetta che proveniva da Pordenone si è incontrata con la nostra . Il corteo si è ingrossato con gli operai che uscivano dalle fabbriche , pedalando sulla grande via napoleonica . Sotto gli alberi , marciavamo ormai al passo di uomo e le automobili , passandoci accanto , rallentavano la andatura . Così , lungo chilometri e chilometri di canti , sino a Pordenone , ed a quella enorme colonna bianca che ne annuncia la piazza all ' orizzonte . Entravamo nel più grande centro industriale del Friuli ed io pensavo alle donne dei cotonifici di torre , che nel 1924 e nel '28 ancora resistevano ai fascisti , pensavo a Partor , il " generale rosso " , come lo chiamavano nonostante non avesse più di 22 anni , che nel sobborgo di Pordenone comandava le barricate nel 1921 . I fascisti non riuscirono mai a rompere quella barriera , dove ogni donna combatteva come un uomo . Torre si arrese soltanto dopo trattative ai soldati dell ' esercito . Partor doveva morire anni dopo in Belgio , ma Masulli e Gottardo erano con la Resistenza , vivono e combattono ancora nella loro città , insieme coi compagni più giovani ai quali ormai io già stringevo la mano come destato dai miei pensieri . « Dove ti ho visto ? » , chiedevo ad uno di loro , e subito la memoria mi riportava al 14 luglio dell ' anno scorso , a quel triste e grande giorno che da Pordenone passammo di corsa , lanciando un pacco di giornali nel nostro fulmineo viaggio da Trieste a Venezia . Tanti partigiani abbiamo incontrato nella piazza , garibaldini della gloriosa Divisione che fece suo il nome di Ippolito Nievo , garibaldini della Modotti . Li abbiamo salutati tutti , stringendo la mano a Sergio , al loro commissario che era comunista sin da ragazzo , sì da avere oggi tanta storia sua e del Partito sulle spalle . A Cordenonsci aspettava Ario con la moglie e con un bambinello biondo seduto sul manubrio della bicicletta . I compagni erano intorno al segretario della Sezione , e uno si diceva contento di chiamarsi Alfonso come me e il pesatore pubblico senza il braccio destro , era quasi lieto di potermi stringere la mano più e più volte con la sua sinistra . « È la mano del cuore e del Partito » , mi confidava . Nella periferia industriale di Pordenone abbiamo girato a lungo , chiamando uomini , donne e bambini alla festa della sera . Fortini si sbizzarriva a inventare i richiami più affettuosi e romaneschi : Gavroche , il nostro angelo , si fermava sempre indietro a giocare con i bambini . Insegnava loro un giuoco che ha inventato lui per non vederli più intenti alla guerra . E la compagna Evelina , che ama Pascoli e i bambini della sua scuola , era contenta . Il comizio nella grande piazza è stato un trionfo per " l ' Unità " . I compagni non prevedevano nemmeno tanto successo , il più grande , insieme con quello di Cividale , che sia stato sino ad oggi decretato al nostro viaggio . Poi , dopo il cinema , si è ballato sino a tardi e Bandiera Rossa era la musica preferita per i partigiani , che calzavano ancora le scarpe della montagna .