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> anno_i:[1940 TO 1970}
StampaQuotidiana ,
La pressione alleata sui due Iati di Firenze aveva reso insostenibile la posizione dei tedeschi che , alle 5 del mattino , si sono ritirati dalla parte settentrionale della città . Così tutta Firenze è stata liberata senza che gli Alleati fossero stati costretti a tirare anche un solo colpo nell ' interno di essa . L ' annuncio dato dai patrioti . La liberazione di Firenze è stata annunziata dai patrioti che hanno suonato a stormo le campane civiche . Può ora essere reso noto che già da parecchi giorni i patrioti occupavano segretamente la torre di Palazzo Vecchio e di là comunicavano di nascosto con le truppe alleate . Una cinquantina di patrioti travestiti da poliziotti , mantenevano attiva una linea telefonica attraverso la celebre Galleria che dagli Uffizi porta a Palazzo Pitti sull ' altra sponda dell ' Arno , cioè nella zona meridionale della città ove si trovavano gli anglo - americani . In alcuni tratti il cavo telefonico segreto , che informava gli alleati sull ' attività del nemico , passava sotto i piedi delle sentinelle tedesche . Le operazioni dei patrioti . Nei giorni precedenti la liberazione , patrioti armati di pezzi di artiglieria e bombe a mano avevano svolto intensa attività per eliminare i tedeschi dalla riva meridionale dell ' Arno . I patrioti inoltre avevano stabilito linee di protezione intorno ad alcuni celebri palazzi di Firenze nella riva settentrionale . Numerosi fascisti vi sono stati tenuti prigionieri . Era proseguito a sud di Firenze , da parte dei patrioti italiani , il rastrellamento dei tedeschi attardatisi nella ritirata . Un gruppo di 250 nostri patrioti , in collaborazione con truppe canadesi , ha catturato circa 150 fascisti che si erano appostati nel triangolo formato dalle due strade principali che conducono all ' Arno attraverso i quartieri meridionali di Firenze . I fascisti che disponevano di fucili e bombe a mano , sono stati disarmati e arrestati . Tre brigate « Garibaldi » , che operano al di la dell ' Arno tra Firenze e il mare , si sono recentemente distinte in importanti azioni . Un potente gruppo di patrioti , ha svolto intensa attività in Garfagnana . Un altro gruppo , ancora più numeroso , ha operato con successo nella zona immediatamente a nord della Garfagnana . La morte del Com . Potente . Nel corso di una azione svolta dai patrioti d ' intesa con truppe dell'8a Armata per rastrellare i franco - tiratori fascisti , è caduto eroicamente il generale Potente Comandante di una delle Brigate « Garibaldi » . È pure rimasto ferito un ufficiale britannico di collegamento con i patrioti . Fra la commozione generale , onori militari sono stati tributati sabato alla salma dell ' eroe fiorentino Potente . Potente era il nome di battaglia del tenente Aligi Barducci , morto alcuni giorni or sono in seguito a ferite riportate combattendo alla testa delle formazioni partigiane contro il nemico . Intorno alla salma hanno montato la guardia d ' onore pattuglie delle truppe alleate e di partigiani , nonostante che solo un piccolo numero di questi abbia potuto essere tolto dai combattimenti in corso . Il feretro era avvolto nel tricolore , in mezzo al quale , una riproduzione della testa di Garibaldi sostituiva lo stemma Sabaudo . Sul feretro era posta la celebre camicia rossa portata da Potente e che per desiderio espresso da lui ai suoi compagni d ' arme , avrebbe dovuto essere portata in Firenze liberata come simbolo della libertà riconquistata . Potente era un fiorentino che aveva raggiunto le armate alleate al nord di Arezzo con la sua brigata di partigiani , combattendo con loro e cooperando alla liberazione della sua città . Quando le truppe erano arrivate a sud Firenze egli aveva preso il comando della Divisione Partigiana « Arno » , e , alla vigilia della liberazione della città , egli è caduto combattendo da eroe .
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FELTRE , 18 . - Abbiamo avuto anche noi la nostra tappa di montagna : da Pordenone a Vittorio Veneto , a Belluno , a Feltre . L ' aria chiara e fresca accarezzava il Lago Morto e il lago di Santa Croce , i villeggianti seduti alle panchine dei piccoli alberghi ci salutavano con dignità . Fortini , col suo naso alla Coppi , si sentiva nelle vene il sangue del campione . « Comunque - egli diceva - tutti i traguardi della montagna sono rossi » . A Ponte nelle Alpi ha risposto , sorridendo come un vincitore , agli applausi che lo hanno accolto , e dal microfono ha mandato i soliti saluti alla moglie , assicurandola che stava bene e che era contento di aver vinto per lei e per i bambini . Gavroche , il nostro angelo , si era allontanato alla chetichella , aveva scritto col dito sulla polvere della macchina , questo biglietto : « Ho da fare , ci vedremo questa sera a Feltre , all ' ora del comizio » . Gigi , l ' operatore , non si dava pace : « Ma dove mai si sarà cacciato , e che aveva da fare ? Non sarà stato mica una guardia del Santo Uffizio a chiuderlo in sagrestia ? Bisogna andare a liberarlo » . C ' è voluto del bello e del buono per convincerlo che gli angeli passano dovunque , anche attraverso il buco di una serratura , e che il nostro Gavroche non correva alcun pericolo . A Belluno è accaduto per noi il miracolo dei gatti . Eravamo giunti alle prime case della città , quando ci siamo visti la strada sbarrata da una barriera di gatti che ci aspettavano a piè fermo e con le orecchie ritte . Erano di tutti i colori e di ogni età , gatti di razza e di pelo , gatti libertini dei tetti , bianchi , neri , gialli tigrati . Al vederci hanno cominciato a miagolare . Sono sceso di macchina e ne ho preso uno tra le braccia . Il più piccolo che mi era a portata di mano , e ho detto loro : « Credo che siate venuti a salutarmi , non è vero ? » . Tutti hanno assentito con la testa . Fortini muoveva le sue orecchie a sventola ed abbassava , per conferma , il capo anche lui . « Che ti piglia ? » , gli ho chiesto preoccupato , invitandolo a guardarsi allo specchietto del parabrezza . « Mamma mia » , ha gridato Fortini saltando , e si è portato la mano indietro per toccarsi la coda . Per fortuna non l ' aveva , ma i gatti si sono messi a ridere lo stesso . Ridevano veramente come noi e , voltandosi di schiena per lasciar libera la strada , ci hanno finalmente spiegato perché erano venuti . Tutti portavano alla coda un cartellino sul quale era scritto il mio nome . Dai portoni delle case vicine sono sbucati allora , a frotte , ragazzi e ragazze di tutte le età , circondando la nostra macchina e chiedendoci notizie di Picci e Pucci , Lino Picco , di Noè e della sua arca , della " Domenica dei piccoli " e di " Piccolo mondo nuovo " . Fortini si era commosso e , finalmente , aveva messo mano alle cartoline ed ai distintivi per contentare tutte quelle mani tese . « Significa che li paghiamo noi » , egli ha detto . « E ai gatti non diamo nulla , nemmeno un fiocco rosso ? » , ho aggiunto io . Fortini ha tirato fuori un rotolo di nastro che teneva nascosto e , aiutato dai ragazzi , prendendo in braccio i gatti ad uno ad uno , si è dato a infiocchettarli . Così siamo entrati a Belluno , in mezzo a una folla di piccoli lettori e di gatti con la coccarda . Di topi , nemmeno la traccia . « In tutto questo c ' è la mano di Gavroche » , ha sentenziato Gigi Regi . L ' on. Bettiol è salito con noi in macchina , alla volta di Feltre . « A Feltre verranno compagni di tutti i paesi vicini - ci ha annunciato - e da Belluno giungerà anche il coro . Parlerai nella città vecchia » . E , infatti , quale posto migliore per parlare , di quella antica piazza Maggiore ove si affacciano le terrazze a portico delle vecchie case e la torre quadrata del Castello , abitato oggi da famiglie povere . Lì ci siamo ritrovati al cader della notte , i compagni guadagnavano la salita della bella via Mezzaterra e , al traguardo , trovavano " l ' Unità " con le sue luci e con le sue musiche . Il primo a giungere della brigata è stato Guido Lise , di Zermen , che alla domenica diffonde cento copie del giornale percorrendo quaranta chilometri in bicicletta . Onore al merito . Se le medaglie non si stampano , i baci sì . E Lise ne ha avuto due , uno per guancia , da noi tre . Gavroche , perché non si faceva vivo ? Incominciavo ad essere preoccupato e dovevo pur aprire il comizio . All ' improvviso si è visto una gran luce nel cielo . Gavroche planava dolcemente e sulle spalle , tra le ali , portava un bambino biondo e ben pettinato . Me lo ha lasciato sulla balaustra della terrazza . Il bambino mostrava , spiccata in una mano , una busta gialla , e si presentava al microfono : « Sono il bambino Gianni Cozzarolo e abito a Bardies di Lentiai » . Ho aperto la busta : c ' erano mille lire e queste parole : « Caro compagno Gatto , permettimi che anch ' io , benché piccolo , partecipi con tutto il mio entusiasmo alla festa de " l ' Unità " . Permettimi che , come contributo , io ti offra per il giornale dei diseredati , per il giornale dei figli del bisogno e della lotta , tutti i miei risparmi . Sebbene piccolo , col ricordo delle persecuzioni fatte al mio babbo durante venticinque anni di fascismo , sento che la nostra battaglia sarà vinta . Viva " l ' Unità " ! » . Gavroche , il nostro angelo , si era sentito chiamare da lontano nel mattino ed era volato alla piccola casa dove Giovanni l ' attendeva con la busta gialla in mano . Nella piazza applaudivano tutti e qualche donna si asciugava gli occhi . Bettiol era felice nel veder tanta gente raccolta , compagni , amici , e uomini e donne che , forse per la prima volta , si affacciavano a vedere cosa era il Partito e ad ascoltare quali parole dicevano i comunisti . Il giovane responsabile della Sezione mi confessava : « Da domani lavoreremo meglio , col cuore più confortato dopo la vittoria di questa sera » .
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CASTELFRANCO VENETO , 19 . - Per rendere vero un vecchio proverbio occorre , da oggi in poi , dare ai signori , questori e ai signori prefetti della Repubblica , gli attributi di Dio . Uomo , allora , propone e il signor questore o il signor prefetto dispone . Ne avevano fatti , di propositi e di preparativi , i bravi compagni di Castelfranco , ma il signore questore di Treviso , all ' ultimo momento , ha mandato tutti in aria : niente cinematografo in piazza , niente ballo all ' aperto : soltanto il comizio . Non è valso che molti compagni di Castelfranco abbiano perduto quella che doveva essere una loro giornata di festa , nelle anticamere della Questura e della Prefettura , non è valso che siano intervenuti , presso quelle autorità , i deputati nostri della provincia : il signor questore , che mi dicono piccolo di statura e corti di vista , è stato irremovibile ed ha , così , potuto aggiungere un ' altra credenziale alla sua carriera di fedele servitore della sacristia trevigiana e della Chiesa di Roma . Eppure , di fronte ai carabinieri che non erano del tutto convinti del suo ordine , non ha fatto una bella figura : e , al comizio , ha ricevuto il debito omaggio di riconoscenza di migliaia di lavoratori che avevano seguito , per tutto il giorno , le trattative del " gran rifiuto " . Ma per Castelfranco ci vuole altro che un qualunque Celestino per mandare a monte la festa . E la festa nei cuori è stata grande : e al comizio , nella grande piazza circondata dalle rosse mura e dai giardini in cui guarda Giorgione , la gioia dei compagni e dei cittadini , di ritrovarsi insieme a " l ' Unità " , si è riversata incontenibile . Sotto migliaia di applausi è stato sepolto il piccolo Verboten della polizia . Il deputato democristiano Sartor e anche il sindaco del doppio gioco avranno certamente visto coi propri occhi che i comunisti non si arrendono all ' idea che li si possa fermare con un ordine ingiusto ed arbitrario . Avranno visto quanta folla si è assiepata intorno al piccolo portone della sezione , per vedere in sala quel documentario di cui era stata proibita la visione in piazza . E come , mancando la luce per estremo tentativo di sabotaggio , i nostri compagni si siano arrampicati alle finestre e alle gronde delle case vicine per attaccare un nuovo cavo . Contro il cielo stellato , nella fresca notte , quei compagni che salivano affacciandosi e chiamandosi a voce erano il Partito che resiste e vince con la tenacia dei propositi , col trovare in sé una forza ed una iniziativa sempre maggiori di quelle di cui dispongono gli avversari . E i compagni di sotto , anche le donne con i bambini addormentati sulla spalla , aspettavano con pazienza , senza dar segno alcuno di disappunto e di stanchezza . La luce è stata salutata dagli applausi e , nelle saletta gremita sino all ' inverosimile , con gli spettatori aggrappati ovunque , l ' entusiasmo montava sempre più a misura che , sullo schermo , s ' affollava tutto il Partito e l ' Italia popolare passava nei nomi delle città e delle regioni , selva di uomini e di bandiere . I compagni di Castelfranco , che avevano preparato in piazza insegne luminose ed un bellissimo stand per la vendita della stampa , alla fine erano contenti : i più contenti di tutti erano il buon Luigi Bovolato , della cellula Fervet , che per tutto il giorno aveva venduto libri , distintivi e giornali , senza nemmeno muoversi per andare a mangiare , e i due fratelli Piazza , che prima si mordevano le mani nel veder andare a monte la festa che essi stavano curando da una settimana . Ma quanti , di cui non ho mai saputo il nome e di cui conservo preciso il ricordo , ci sono stati intorno ed hanno lavorato e trepidato per noi , pregandoci di credere che essi non avevano colpa se , all ' ultimo momento , il loro affetto ed i loro propositi di onorare " l ' Unità " ed il Partito erano stati così miseramente impediti da un ordine di polizia . Vi ho dovuto promettere di tornare l ' anno venturo , per farvi tranquilli e per vendicarsi di questo piccolo smacco , che è già stato cancellato . Come ve l ' ho promesso di cuore , e non soltanto a nome mio , ma del giornale . Ho visto come i più poveri tra voi cacciavano dalle tasche le poche lire delle sigarette per buttarle nella bandiera e quanti si avvicinavano al banco e soppesavano con la mano il libro o i libri che non potevano comprare , ho ascoltato i vostri discorsi semplici e precisi . Ecco : quello che provo io , a volte , è una incontenibile tenerezza , con cui vorrei saccheggiare la gioia stessa per lasciarvela negli occhi : i vostri occhi , migliaia e migliaia di occhi che mi guardano in tutte le città ove siamo stati insieme per una sera della nostra vita che non potremo dimenticare . E tu , vecchio custode della sezione di Castelfranco , roseo e bianco , tu che sei il più calmo , rassicura i compagni che riuscirete ad alzare , mattone su mattone , la vostra Casa del Popolo e che , l ' anno venturo , io la troverò bianca e linda , con la rossa bandiera sul tetto . Gavroche , che era rimasto per tutto il giorno a villeggiare su un albero , si è vendicato per tutti noi . Appena saputo che il divieto era irremovibile , è scomparso , ed invano Fortini si è messo sulla sua traccia . Era appena finito il comizio , che un grande rettangolo di luce bianca è apparso sugli alberi delle mura . I carabinieri si sono precipitati su quel fantasma , altri sulla macchina di proiezione per trovarla . La luce bianca era scomparsa d ' incanto , ma balenava più lontano su una casa , si spostava ancora , inquadrava gli stessi agenti . Chi era l ' invisibile operatore ? A poco a poco , in tutta la città , si sono visti apparire schermi bianchi , nella piazza , nelle vie adiacenti e nella più lontana periferia . Come rincorrerli tutti ? Il maresciallo agitava , in una mano , l ' ordine del questore . Voleva dire : « Vi arresto tutti » , ma non aveva più voce . Per tutta la notte è durata la corsa ai fantasmi . Pare che lo stesso signor questore sia intervenuto nella battuta . Gigi Regi si trovava nella saletta della sezione , dietro la sua piccola macchina gialla e nera . E allora ? Era soltanto Gavroche , che aveva sbottonato un bottone della sua camiciola al posto del cuore ed illuminava lui , invisibile ambasciatore della nostra vendetta , la città vegliata dagli angeli di Giorgione .
- ( - , 1944 )
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Patrioti , fate attenzione . Ascoltate sempre le istruzioni che vengono trasmesse col programma di « Italia combatte » dalle stazioni di Bari , Napoli , Palermo e Roma . Le istruzioni possono cambiare da una trasmissione all ' altra . Per i patrioti debbono valere sempre le ultimissime istruzioni . Istruzioni . Patrioti , le armate tedesche sono ora costrette a ripiegare sulle loro posizioni preparate sulla linea dei Goti . Esse aspettano l ' attacco alleato , ma non sanno , né quando , né dove esso sarà sferrato . Già da tempo e seguendo le nostre istruzioni avete compiuto operazioni offensive dirette contro le difese tedesche di questa linea . Le istruzioni vi spiegavano che genere di attività dovevate svolgere . Vi si chiedeva anche di raccogliere informazioni dettagliate sulle difese nemiche . Patrioti ! Il nostro dovere è di continuare ad attaccare il nemico . Svolgete azioni di disturbo per ostacolare il nemico mentre cerca di attestarsi su nuove posizioni . Quando verrà il momento preparerete i vostri piani per il grande assalto . Le armate alleate stanno compiendo i loro preparativi per il grande assalto che verrà sferrato con potentissime forze . Allora i nostri sforzi comuni ci porteranno al di là dell ' Appennino nella Valle Padana . Quelli di voi che sono stati incaricati dai loro capi di raccogliere informazioni riguardanti il nemico e le sue difese sulla linea dei Goti , debbono ora attraversare le linee per portarci le loro informazioni . Tutti gli altri patrioti rimangano ai loro posti . Consigli . Il sabotaggio è una guerriglia tecnica da mettere in opera con una strategia più in sordina , fatta di ostruzionismo e di interferenza nel patrimonio tecnico del nemico . Il sabotaggio può andare dalla forma pacifica di diminuire la produzione del paese oppresso lavorando « lentamente » , fino ad avariare il macchinario o dinamitare le officine . Le astuzie del sabotaggio sono innumerevoli , ma non devono essere poste in opera a capriccio , perché il loro fine e la loro concomitanza devono essere limitate alle possibilità pratiche della realizzazione . Gli operai specializzati spieghino ai loro compagni quali sono le parti « chiave » della macchina che si vuole sabotare alle volte è sufficiente rimuovere un punto minimo , ma vitale , perché non solo essa non funzioni più , ma sia anche difficile scoprire ov ' è il guasto . Le parti più nascoste come i fili per le accensioni delle candele , delle batterie o dei magneti , i filtri del carburatore , ecc . possono essere facilmente rimessi senza che il danno venga subito scoperto . Se è difficile avvicinarsi agli automezzi , bucate i serbatoi o i copertoni , sparando a distanza . In caso il nemico ricorra al terrorismo , usate lo stesso metodo e agite decisamente . Dirigete la vostra azione contro gli agenti e i rappresentanti di quell ' autorità o governo che fucila i vostri compagni , che fa saltare in aria le case private , deporta operai , uccide ostaggi . Opponete terrore a terrore , impedendo che molte persone si prestino a collaborare con i tedeschi per viltà . Riconoscimenti negli Stati Uniti . Il rappresentante democratico della Pensilvania al Congresso degli Stati Uniti , Herman Eberhartes , ha dichiarato : « L ' attività dei patrioti italiani accelera la vittoria delle Nazioni Unite . Le gesta dei patrioti italiani nelle retroguardie delle linee tedesche continuano a suscitare l ' ammirazione del popolo americano . L ' attività di sabotaggio , coordinata con le operazioni alleate , ha disorganizzato completamente il sistema dei trasporti nazisti » . In un discorso pronunciato in America , Pete Jarman , rappresentante dello Stato dell ' Alabama al Congresso degli Stati Uniti , ha dichiarato : « L ' attività dei patrioti italiani nell ' Italia settentrionale aumenta sistematicamente in estensione ed in potenza . I patrioti operano dietro le linee tedesche in reparti mobili e ben organizzati , costituiscono così una formidabile avanguardia che facilita l ' avanzata alleata nelle zone strategiche » . Il generale Harold Alexander ha riconosciuto il loro effettivo contributo alla liberazione di Livorno , rivelando che in questa città i patrioti avevano eliminato 500 nazi - fascisti prima ancora che gli alleati fossero giunti .
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ADRIA , 30 . - Il Polesine è una vecchia terra di dolore : sembra che il cielo non sia mai abbastanza trasparente per ascoltare i gridi e le parole . E questa città arsa e trasandata , posta all ' incontro dei canali con le sue caratteristiche vie alla veneziana , con i suoi ponticelli e le grandi piazze ove si allineano case così piccole che l ' orizzonte ne resta scoperto in tutta la sua ampiezza , sembra che annunci già da una porta lo squallido colore di Chioggia e di Pellestrina , dall ' altra la miseria e la solitudine di Lagosanto e di Comacchio . Qui , dove tanti fiumi passano per andare a morire nel mare , la gente non ha acqua da bere ed è costretta a percorrere chilometri e chilometri per non soffrire la sete : qui la tubercolosi e la miseria assediano , in una sola stanza , le famiglie dei poveri braccianti disoccupati . Il primo messaggio che ho avuto entrando in Adria , è stato quello del dott. Domenico Rosiello , medico chirurgo di Papozze . Me lo ha portato una ragazza . Dice il messaggio : « Dopo la fine dell ' ultima guerra mondiale , nel Comune di Papozze si è avuta una recrudescenza dei casi di tubercolosi polmonare e tra la popolazione esistono molte persone , soprattutto bambini , macilenti e denutriti per insufficienza di alimentazione . Quest ' ultima è legata , indubbiamente , alla disoccupazione , che impedisce a molte famiglie di provvedersi di un cibo sano e sostanzioso » . Triste messaggio , che mi invitava ad ascoltare i compagni responsabili di tutte le Sezioni di Adria e dei Comuni vicini : al primo pomeriggio , in un ' aula delle scuole comunali , ci siamo ritrovati ed il nostro lungo colloquio ha avuto , spesso , accenti drammatici . « Nelle nostre condizioni , leggere diventa difficile - ha detto il compagno di Donada , un paesetto del basso Polesine , distante 15 chilometri da Adria verso il mare . Su undicimila abitanti , abbiamo ottocento disoccupati permanenti , la percentuale dei tubercolotici è altissima ed un medico condotto solo non basta . Quasi tutte le case sono formate da una sola cameretta appena appoggiata sulla terra . Una piccola bufera può portarle via , come capitò l ' anno scorso . In ognuna di queste camere vivono famiglie di nove e dieci persone » . « A Corbola - ha riferito un altro compagno - su seimila abitanti c ' è lavoro solo per venti famiglie » . La ragazza di Papozze ha detto , a questo punto : « Al mio paese , le mamme vendono un uovo e , col denaro ricavato , comprano un ' anguria , con la quale mangia tutta la famiglia » . Questa immagine reale ed incisiva , raffigurante quasi la donna che cede il piccolo uovo per poter avere fra le braccia un ' anguria , che per lo meno è divisibile , vale più di un discorso . È forse per ricordare con pari realtà la triste e indicibile situazione di Papozze , i compagni avevano offerto a " l ' Unità " un quadro in cui era tutto espresso attraverso le immagini dipinte : si vedono le donne che attingono acqua nel Po , che scorre sotto l ' abitato , si vede la grande canonica che domina lo sparuto gregge delle case , dalle cui finestre guardano i malati , si vedono gli ottomila pioppi che i reduci disoccupati piantarono nelle terre demaniali , per cui furono minacciati di arresto o addirittura arrestati . Manca solo la faccia del brigadiere , che mi dicono cammini in paese col berretto calato sugli occhi , dopo essersi guadagnato i galloni di maresciallo per aver tenuto in galera , per nove mesi , il responsabile della Sezione . A Gorino Veneto , che è una frazione di Ariano Polesine , i 240 ettari di terreno del Comune e le case dei braccianti sono tutti di proprietà della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde . Manca completamente l ' acqua che , attinta a 30 chilometri di distanza nel centro di Ariano , viene distribuita nella quantità di un secchio per persona . Soltanto ora hanno portato la luce elettrica . Non ci sono strade e la Cassa di Risparmio è padrona anche del cimitero . Ad Adria , la disoccupazione cronica esaspera gli operai : la città viene colpita per il suo spirito di lotta . Il Governo ha stanziato ultimamente , 96 milioni per un lavoro di dragaggio , ma soltanto dodici operai sono stati ingaggiati a servizio di una vecchia scavafondo , mentre ne potrebbero essere assunti più di sessanta . Gli agrari non rispettano l ' imponibile di mano d ' opera . Gli ospedali sono pieni di tubercolosi e i malati sono costretti a rimanere a casa . Di queste e di altre tristezze si è parlato nella riunione che s ' è svolta nell ' aula della grande scuola . Soltanto lo spirito di lotta dei compagni animava la monotona realtà di quel dolore che è nelle carni dei polesani . A chi , se non al loro giornale , essi dovevano confidare il racconto della propria vita ? E una ragazza ( che fu arrestata durante il grande sciopero dei braccianti e tenuta in galera per tredici giorni soltanto perché era andata a convincere i crumiri ) era incoraggiata dai compagni a farsi vedere , a mostrarsi a " l ' Unità " . Si è alzata , finalmente , Lina Zanella e ha detto con voce fermissima : « In tutto il comune di Ariano siamo 1900 comunisti , più la Sezione giovanile . Dopo lo sciopero , siamo diventate tutte più combattive » . Con questo animo siamo andati al comizio . Piazza Cavour , affacciata sul canale con una grandissima stella rossa fra gli alberi , era già gremita di operai , di donne , di popolo . Altra gente era scaglionata sui ponti , lungo le due sponde o affacciata alle case . Dalla terrazza del grande teatro , la nostra voce , già provata da tanti comizi , ritrovava a poco a poco forza e passione nel ricordo di tutti i dolori e di tutti i sacrifici vissuti ogni giorno dai poveri braccianti del Polesine . Al di là delle case , io mi vedevo parlare all ' orizzonte di questa terra sconsolata , che viaggia verso il mare col passo delle sue miserie e con i suoi comunisti che non si arrendono . Quando si sono spente le luci e si è incominciato a proiettare il film , persino gli agenti della Celere si sono dimenticati tra la folla . Un pubblico enorme era dietro il piccolo schermo : dietro la nostra macchina , i bambini si arrampicavano per veder meglio . E Gavroche , dall ' altro lato , aveva preso tra le mani un grandissimo ritratto di Togliatti dipinto da un compagno e donato a " l ' Unità " . Lo aveva ornato con un nastro di pergamena sul quale , a mo ' delle vecchie pitture , era scritto : « In hoc signa vinces » . In questo segno vincerai .
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La lettera aperta del Partito d ' Azione agli altri partiti del CLNAI ha provocato una presa di posizione di questi circa i compiti e le funzioni , attuali e futuri , del massimo organismo politico della resistenza : che cosifatta presa di posizione non consenta di constatare un solido accordo fra i partiti , capace di costituire un terreno comune per la riforma in profondità della struttura politica e amministrativa dell ' organismo statale , sviluppando e coronando la comune lotta di resistenza al nazifascismo , è cosa che non ci scoraggia , né diminuisce la nostra ragionata fiducia nella intrinseca capacità rivoluzionaria e costruttiva degli organismi del potere popolare spontaneamente formatisi dallo sfacelo del vecchio stato . Lo vogliano o no i partiti verso i quali siamo ben lontani dal nutrire quella ostile prevenzione che con troppo comodo argomentare ci vorrebbe attribuire la DC i Comitati di liberazione periferici , i Comitati di agitazione nelle fabbriche , i « fronti » giovanile , di difesa della donna , degli intellettuali , dei contadini , il Corpo Volontari della libertà , i GAP e i SAP , sono sorti , hanno saputo assumere con energia e spesso con eroismo il compito di guidare tutta la popolazione nella lotta di liberazione , e , con ciò stesso , il titolo legittimo , altrettanto e più che quello stesso dei partiti , a costituire le cellule organiche del rinnovamento nazionale : essi non scompariranno al primo raggio di sole e neppure al primo soffio d ' uragano , poiché organismi vivi e vitali non dileguano nell ' ombra prima di avere esaurito tutta la propria capacità realizzatrice e la loro storica ragion d ' essere . Potremmo aggiungere che essi facilmente sopravviveranno allo stesso CLN centrale , ove quest ' ultimo ritenga esaurito il suo compito come vorrebbero il Partito Liberale e la Democrazia Cristiana con la liberazione del territorio e la remissione dei poteri al governo nazionale . C ' è di fatti una politica del Comitato di Liberazione e una politica dei comitati di liberazione : e mentre la vita del Comitato centrale finché persista nella sua attuale struttura di organo di collegamento fra i partiti che lo costituiscono , la stessa cosa non si può dire dei comitati periferici , comunali , aziendali professionali e così via , la cui spontaneità e aderenza intima alle esigenze della volontà popolare li rende assai più indipendenti dal controllo dei partiti politici ; come tali , essi continueranno la loro funzione insostituibile di organi del potere liberale : i fatti proveranno se la rinuncia eventuale del CLNAI a coordinare , raccogliere e potenziale le esperienze di questi organismi periferici sarà stata una buona o una cattiva politica , se avrà contribuito ad arricchire , o se non piuttosto a depauperare , la vita politica nazionale , il cui contenuto più vivo ed energico non può che venire dalla periferia , vale a dire dall ' iniziativa popolare . Il problema politico centrale difatti si riassume in questo semplice dilemma : ritorno allo stato prefascista del 1922 o rinnovamento organico della struttura dello stato ; in altri termini legalitarismo costituzionalistico o democrazia progressiva . Se si vuole il ritorno allo stato prefascista , sia pure con le migliori intenzioni di adoperarne gli istituti per proporre riforme anche cospicue , il CLN altro non può essere che un espediente , importante quanto si vuole ma transitorio , necessitato dalla fase cospirativa della lotta di liberazione e destinato a finire insieme ad essa ; se si vuole al contrario la democrazia progressiva , o la rivoluzione democratica come piace anche chiamarla , il CLN è assai di più ; un organo che sopravvive alla fase clandestina e cospirativa della lotta e la prosegue e continua fino alla riforma strutturale dello stato divenuto stato popolare che è poi il solo tipo possibile e conforme ai tempi attuali di stato liberale . La dichiarazione del Partito Liberale in risposta alla lettera del nostro partito ( e alla lettera del Partito Comunista e alla dichiarazione del Partito Socialista ) ha almeno questo di buono : di aver espresso senza equivoci né reticenze la volontà di un ritorno allo stato prefascista : per il Partito Liberale esiste un solo problema , quello del ripristino della costituzione e della regola del gioco fra i partiti , condizioni che ritiene del tutto sufficienti a permettere lo sviluppo delle eventuali riforme . Sul carattere poi e sulla portata di tali riforme esso si guarda bene dal prendere posizione , giustificando questo suo agnosticismo con ... il rispetto alla volontà popolare che non dev ' essere né anticipata né coartata ; come se il dovere e il compito di un partito politico democratico fosse semplicemente quello di essere il silenzioso notaio del suffragio universale . Quando il P.L. afferma , per esempio , che in materia istituzionale esso « ha assunto da tempo una posizione chiarissima : esso cioè si riserva di assumere un atteggiamento preciso per la monarchia o la repubblica allorquando il congresso del PLI avrà deliberato il proprio atteggiamento » risulta chiara solo una cosa , che la sua posizione su tale problema non è chiarissima , ma equivoca e reticente : infatti il confessare di non avere ancora un ' opinione su uno dei massimi problemi della vita nazionale equivale a dire che il problema non esiste nemmeno , rafforzando così la tesi monarchica la quale nulla di meglio potrebbe desiderare se non che non si mettesse nemmeno in discussione la sua legittimità . Allorché si vorrebbe farsi credere tanto rispettosi della volontà della maggioranza da rinunciare ad avere un ' opinione , vien fatto di pensare a quella dichiarazione citata con tanto contenuto sdegno dal Roepke ( il cui nome i « liberali » spendono tanto più volentieri quanto meno spesso dimostrano di seguirne il pensiero ) di un capo di partito democratico nella Germania del 1918 , il quale , richiesto sul programma del suo partito , diede la « impagabile » risposta che le basi della democrazia non consentono di far decidere il programma se non alla volontà del popolo ! Ritorno dunque allo stato costituzionale del 1922; ma lo stato costituzione del prefascismo ha cessato di esistere non solo di diritto ma di fatto . Il fascismo non fu già un incidente sgradevole che ha interrotto la continuità costituzionale dello stato , ma fu invece in larga misura il prodotto di tale stato della degenerazione dello stato liberale e democratico di nome , ma autoritario centralizzatore prefettizio burocratico e classista di fatto . Quello stato non fu assalito da una forza ad esso estranea ( il fascismo ) ma ha espresso esso stesso il fascismo come prodotto ultimo della sua degenerazione . Il settembre 1943 non ha segnato solo la decomposizione dello stato fascista , ma anche dello stato prefascista . Ritornare a questo significa ritornare anche allo stato fascista , di un fascismo riveduto e corretto , ma pur sempre fascismo . È impossibile risuscitare un morto ; occorre invece ricostruire lo stato dalle fondamenta , dal momento che tutti i suoi organi ( monarchia esercito magistratura polizia burocrazia diplomazia ) sono inesistenti o marci fino alla midolla e rifiutati perfino dallo stomaco del popolo italiano . Ecco tutta la funzione dei CLN che sono gli artefici della nuova esperienza istituzionale , i creatori del nuovo tessuto organico della società nazionale , la matrice della nuova classe politica . Volerne limitare le funzioni a quelle di organi clandestini della resistenza per tornare poi al parlamentarismo , vuol dire lasciare il certo per l ' incerto . È un errore del partito liberale e della democrazia cristiana ( la quale ultima condivide sostanzialmente la posizione del primo pur aderendo energicamente alla nostra tesi regionalistica ) il presumere che la politica dei CLN tenda a sostituirsi alla volontà popolare da esprimersi nei comizi elettorali . Anche per noi , come per tutti i partiti aderenti al CLN saranno i parlamenti liberamente eletti gli organi sovrani della volontà popolare ; ma parlamenti ed assemblee sono organi d ' una società adulta ed ordinata : la nostra invece , sgretolata dal fascismo deve riorganizzarsi avviando la volontà popolare , attraverso la partecipazione diretta e capillare alla vita politica amministrativa economica , alla risoluzione dei problemi sui quali i parlamenti decideranno . I CLN per la loro aderenza alla vita popolare sono gli organi della sobrietà , mentre i parlamentari ora sarebbero gli organi dell ' intemperanza e più facile preda di ritorni dittatoriali . Costruire sul pieno e sul concreto , anziché sul vuoto e sull ' astratto : ecco il senso della politica dei comitati nella quale il nostro partito si è impegnato . Il partito liberale si pone oggi in una posizione schiettamente formale di ristabilimento delle garanzie costituzionali e delle libere istituzioni : ma questo non è appannaggio di alcun partito , ed è comune a tutti i partiti che si pongono sul terreno della libertà e della democrazia ; diremo perciò col nostro compagno Calogero che è questa una posizione di prepartito piuttosto che di partito . Posizione morale e psicologica , non politica . Fare politica significa operare sulla realtà ; e l ' evidente realtà di oggi è una rivoluzione non solo italiana ma mondiale in corso di sviluppo ; che sia così non è colpa dei partiti rivoluzionari , ma delle cose stesse . Se l ' apparato istituzionale è infranto , bisogna , si voglia o no , approntarne uno nuovo ; del passato potrà utilizzarsi il vivo e vitale , non si potrà ad esso tornare come passato . A questo rinnovamento rispondono i CLN che esprimono la nuova classe politica . C ' è insomma un liberalismo facile ed un altro difficile . Il PL sembra adagiarsi volentieri nel primo ; il partito d ' azione sa da gran tempo qual ' è il liberalismo che risponde alle sue idealità e da gran tempo ha scelto la via più difficile ed impegnativa .
StampaQuotidiana ,
LEGNAGO , 22 . - Gavroche ne ha fatto una delle sue . Sabato , a Este , è entrato di soppiatto in tutte le case ed ha lasciato in alcune un volantino verde , su cui era scritto : « È arrivato il poeta pellegrino » , in altre un volantino rosso in cui era stampato a grandi lettere : « Arriva Mao » . L ' arciprete in canonica si è attaccato subito al telefono per parlare col collega di Montagnana , ormai celebre nel padovano più del papa per aver annunciato ai suoi fedeli che , domenica prossima 28 agosto , farà un falò in piazza di tutta la stampa anticattolica . Gavroche , che era invisibile nella sacrestia , ha stenografato il colloquio segreto che si è svolto tra i due prelati . - Qui , a Este , è arrivato il poeta pellegrino . Ma che scherzi sono questi ? Di " pellegrina " non c ' era soltanto la Madonna che portiamo a girare durante la notte per le vie ? Lei , che legge i giornali , è informata per caso che Mao sia giunto già in Italia ? - Come , un poeta pellegrino ? È un titolo abusivo . Ne parli subito col maresciallo . E la popolazione che fa ? Ma chi è questo Mao , benedetto figliolo , l ' ha visto in faccia ? - Sento che in piazza stanno applaudendo . Sono tutti usciti di casa per andargli incontro . È un poeta vero , in carne ed ossa , per quanto riesco a vedere . È pellegrino sul serio , è tutto impolverato ... - Di pellegrina non c ' è che la nostra Madonna . Un uomo in carne ed ossa che parli , non potrà essere altro che il diavolo , un comunista . Si affacci al balcone e gli ricordi che è uno scomunicato . Lo dico sempre io , bisognerà pur arrivare un giorno a bruciarli tutti in piazza ... - Lo chiamano Mao , è la stessa persona , vivaddio . - La guardi bene , è un cinese ? - Non mi sembra . - Che lingua parla ? - Non sento , ma lo capiscono tutti . - Lo scomunichi allora in latino , ma subito : non c ' è tempo da perdere . Proprio in quel momento entravo in canonica umilmente e dicevo all ' arciprete : « Provi ad ascoltare questi versi : - Non più peccati o vergine - Non più l ' orrendo vizio - il tuo candore fulgido - divenga l ' ideale - a cui si ispira il giovane - mentre passion l ' assale . Le sembra conveniente parlare così alla Vergine ? » - Ma chi è lei ? - Sono Mao , il poeta pellegrino . È rimasto senza parola . Quel benedetto angelo di Gavroche , sempre invisibile , mi aveva attaccato sul capo una grande aureola e tutta la sacrestia ne era illuminata come se fossimo insieme su una nuvola del paradiso . All ' annuncio di questo piccolo miracolo al lampo di magnesio , l ' arciprete di Montagnana si era messo a letto , minacciando i fedeli di chiudere tutte le porte delle vecchie mura che cingono il paese , pur di non far passare la nostra macchina . Ma a Este , sull ' altissimo pennone della piazza , il gran pavese di bandierine multicolori sventolava all ' orizzonte e , come un faro , indicava la via ai compagni dei paesi vicini . Non c ' era nulla da fare . Il Fortini , complice di Gavroche nell ' avermi dato quel nome di " pellegrino " , si portava già col nostro omnibus sulla piazza della vicina città , dove si annunciano prossime le tenebre del Medioevo . « Compagni , noi portiamo il sole - cantava Fortini , mentre l ' angelo gli suggeriva le parole all ' orecchio - e il sole illumina le tenebre » . Era diventato un evangelista , pronto a farsi bruciare , insieme con i suoi libri sul rogo dell ' arciprete di Montagnana , che per prudenza se ne stava in casa con tutte le imposte chiuse . " l ' Unità " aveva tanti compagni intorno , giunti dai paesi lontani . E il vecchio e caro Martina le aveva portato in dono , a nome di tutti gli amici di Padova , una targa lucida , come d ' oro . Legnago è così vicina a Este , che congedandosi a mezzanotte , molti compagni ci dissero di voler passare insieme con noi anche la domenica nella bella cittadina dell ' Adige . Partendo da Montagnana in prima mattina , abbiamo fatto a passo d ' uomo una lunga passeggiata insieme , incontro ai compagni che ci aspettavano con le bandiere a San Vito di Nogera . Da tanti giorni gli amici di Legnago ci facevano giungere i propri telegrammi e i propri messaggi sul giornale : erano stati i primi a rispondere al nostro appello , contenti che il calendario li avesse favoriti . Hanno avuto , finalmente , una giornata di festa e nella loro città , dove l ' estate si era un ' altra volta distesa lungo i grandi viali , la carovana è passata fendendo spesso la folla domenicale e innalzando alto il nome del giornale e del Partito . Nella grande sala della Casa del Popolo , dove per tutto il pomeriggio insieme col compagno Lucarelli , segretario della Federazione di Verona , avevo tenuto una riunione con tutti i responsabili di Sezione del Basso Veronese , sino a tarda notte si è ballato freneticamente . Palloncini di tutti i colori pendevano dal soffitto , bambini con tutte le facce ballavano con le mamme e soldati di ogni Arma davano il braccio alle ragazze , mentre dai finestroni aperti entrava la musica delle giostre vicine e splendevano le grandi lampade ad acetilene dei cocomerai . Io mi ricordavo del Sud e il compagno Crocco , tenendo per mano le sue due gemelle , mi confidava di essere nato anche lui su un golfo che , a quell ' ora , aveva acceso tutti i suoi lumi . Ma non avevamo nostalgia . « Il nostro Partito - lui diceva - veramente sta facendo l ' unità d ' Italia . Era tempo » .
Questioni di oggi ( De Martino Francesco , 1962 )
StampaPeriodica ,
1 . L ' unità del movimento operaio La lotta politica in Italia continua a svolgersi in termini confusi , per il prevalere di momenti ideologici su quelli pratici , o almeno per l ' ammantarsi di questi entro i veli nebulosi di quelli . Dico nebulosi , perché il più delle volte non si tratta di fermi principi teorici , ma di pure formule costruite per servire agli scopi reali dei partiti . Nonostante l ' esperienza poco felice degli ultimi quindici anni , il movimento operaio ed in ispecie il partito comunista , non risparmia a se stesso il bizantinismo delle formule , anziché compiere un vigoroso riconoscimento della realtà politica e tentare di trarre da essa in modo chiaroveggente la direttiva di azione . L ' eredità del passato è ancora dentro di noi , dogmatismo e conformismo non sono scomparsi e la grande lezione della storia sembra essere passata come acque cheta su di una pietra levigata . Colpisce a questo riguardo una frase pronunciata dal compagno Togliatti a Torino , commemorando la Rivoluzione di Ottobre , a proposito degli errori dello stalinismo : « noi abbiamo corretto quegli errori » . Il noi è espressivo ; non farò a Togliatti l ' ingiuria di credere che egli abbia voluto riferirsi all ' opera critica dei comunisti italiani o a lui stesso . Il noi si può riferire solo ai comunisti sovietici , anzi a Krusciov ed alla nuova direzione uscita dal XX e dal XXII . Esso implica che i partiti comunisti , o molti di essi registrano ed accolgono , in genere senza alcuno o con poco impegno critico , quanto avviene nel partito sovietico , considerato pur sempre , se non guida , certo modello ed esempio . Ma questa gerarchia , subordinazione o peggio era l ' essenza dello stalinismo per quanto riguarda i rapporti con gli stati e i partiti stranieri , anche se sarebbe ingiusto e storicamente falso negare la profonda differenza tra il regime ferreo e crudele del tempo di Stalin e quello attuale . La nostra rivolta , che ha condotto all ' autonomia del partito socialista , e quella di molti militanti anche comunisti , contro questa subordinazione significa una vittoria della ragione dell ' uomo contro il dogma dell ' infallibilità del regime e del partito . Ma il comunismo ufficiale rifiuta di riconoscere il carattere positivo di questa rivendicazione di libertà , la considera revisionismo od opportunismo , creando con questo la prima e più importante causa di impossibilità di un ' alleanza organica o generale . La stessa concezione dell ' unità di classe da parte dei comunisti pone in essere una seconda causa di divisione . Essa infatti consiste non già soltanto nell ' unità dei lavoratori nelle loro lotte sociali contro la borghesia , ma nella vera e propria unità politica e tale unità politica non scaturisce dal superamento delle divergenze , dalla elaborazione di una nuova linea , come risultato di un profondo travaglio dialettico , ma dall ' accettazione più o meno integrale della politica dei comunisti da parte di tutto il movimento operaio e quindi dalla pretesa implicita od esplicita che il partito socialista faccia propria tale politica , considerandola come la più propria espressione della classe operaia . Questa concezione rimane dunque pur sempre quella dell ' egemonia del partito , ma in tal caso non si comprende perché l ' egemonia debba essere dei comunisti e non debba essere dei socialisti , i quali potrebbero contestare con pari legittimità ai comunisti di essere contrari all ' unità di classe perché rifiutano la politica socialista o rifiutano di considerarla come quella generale di tutto il movimento operaio . Credo che questa concezione dell ' unità di classe debba considerarsi non solo dal lato politico , ma da quello storico - teorico superata . Essa è stata fortemente intaccata dall ' esperienza staliniana , che era poi appunto quella dell ' unità a qualsiasi costo . Un regime ed un partito , che non riconoscano la legittimità di posizioni differenziate , divergenti e perfino contrapposte , non solo negano la realtà , che è multiforme e complessa , ma rendono impossibile la dialettica della democrazia , conducono all ' annullamento dei partiti ed alla loro soppressione e per conseguenza fatale alla soppressione delle correnti all ' interno del partito che sopravvive , e quindi alla concezione del partito monolitico e dello stato , che non consente libertà ed effettiva partecipazione collettiva al governo di un popolo . Non solo quindi non giudichiamo contraria all ' unità di classe l ' esistenza di più partiti o di più correnti all ' interno di un solo partito , ma utile e benefica , con il solo limite , ovviamente , che uno di questi partiti o correnti non si identifichi mai con una posizione della classe contrapposta . Queste considerazioni potranno sembrare ardite soltanto a chi non è in grado di trarre dall ' esperienza della storia di questo mezzo secolo il necessario insegnamento , né di intravedere i nuovi sviluppi . E ormai chiaro che una crisi , anzi una divisione profonda sta investendo il movimento comunista internazionale . Le divergenze ideologiche o politiche non sussistono più solo tra iugoslavi e sovietici ed anzi da questo lato esse si sono attenuate , ma tra sovietici e cino - albanesi , per non parlare che di quel che si vede apertamente , mentre ciascuno sa che in tutti i partiti comunisti esistono oggi in realtà in misura più o meno ampia analoghe divergenze e dissensi . Ora noi non ci auguriamo affatto che il dissidio Mosca - Pechino scoppi in forma violenta , anche per le conseguenze nefaste di politica internazionale che potrebbero derivare da ciò , ma non possiamo tacere sull ' assurda pretesa dei comunisti relativa all ' unità del movimento operaio , quando nel loro stesso movimento l ' unità politica è così seriamente minacciata . La sola unità compatibile con una concezione democratica del socialismo presuppone il riconoscimento non solo della possibilità , ma dell ' utilità delle divergenze , le quali devono essere assunte come punto di partenza per una stimolante ricerca di un avanzamento generale del potere dei lavoratori . E molto più unitaria una politica , anche se condotta da un solo partito , la quale consegua tale risultato , anziché una politica , la quale sotto specie unitaria non lo consegua affatto o provochi addirittura un arretramento di tale potere . La reale sostanza unitaria di una politica non può dunque prescindere da questo dato di giudizio , né essere minimamente subordinata al fatto che esista o meno un accordo dei partiti . 2 . Centro - sinistra Alla luce di tali considerazioni occorre giudicare la politica socialista rispetto al centro - sinistra . Si tratta di una difficile politica , la quale ha per scopo di promuovere il rinnovamento in tutti i campi mediante un incontro fra socialisti , cattolici e partiti democratici laici . Le difficoltà di questa politica nascono dal fatto che questi partiti , ed in ispecie i cattolici ed i socialisti , muovono da punti di partenza diversi ed opposti e mirano a fini diversi ed opposti per quanto riguarda l ' ordinamento della società e dello stato . Non sarebbe necessario dirlo , se talvolta nella quotidiana polemica o nell ' ansia di procedere oltre non si dimenticasse , che non esistono né oggi , né esisteranno domani le condizioni per un ' alleanza organica , cioè per un ' alleanza generale tra questi partiti . Essi si ispirano ad una diversa filosofia , hanno posizioni diverse sui problemi religiosi , mirano a fini lontani diversi , l ' uno , il partito socialista , all ' abbattimento della società divisa in classi ed alla edificazione del socialismo , l ' altro , la democrazia cristiana nella sua parte progressista , ad una società nella quale , attenuati gli egoismi delle classi , la proprietà individuale venga meglio ripartita . Queste diversità profonde , che però non impediscono la ricerca di un accordo su programmi definiti , si manifestano anche quando si passa ai fini prossimi del centro sinistra . Prevale nell ' impostazione che viene data da parte dei partiti del centro sinistra , ed in ispecie del maggiore di essi , l ' accentuazione dell ' anticomunismo , come fine di tale politica , e per conseguenza la tendenza di considerare i rapporti con il partito socialista sotto la luce esclusiva del maggior o minor grado di rottura con il partito comunista . Questo induce ad addentrarsi nel vero e proprio labirinto delle garanzie da chiedere ai socialisti , come se in questo campo vi fossero altre garanzie che quelle nascenti dagli sviluppi di una politica e garanzie necessarie per tutti i contraenti ! Da parte nostra , invece , non è il movente dell ' anticomunismo che guida la nostra azione , ma quello di ricercare , sul presupposto dell ' autonomia piena del PSI , una intesa per rendere possibili il consolidamento della democrazia repubblicana , alcune sostanziali riforme economico - sociali , l ' innalzamento culturale e civile del paese , un avanzamento generale del potere economico e politico dei lavoratori . Stando così le cose sarebbe un errore presentare la politica del centro sinistra come continuità del passato , cioè come lo sviluppo attuale del centrismo ; sarebbe altrettanto un errore da parte nostra presentarla come una vittoria del socialismo . Il modo giusto di presentare tale politica da parte di tutti è quello di definirla un compromesso utile in una determinata fase della storia , nel corso della quale è possibile prescindere dalle divergenze finali di fondo , ed attenuare quelle politiche contingenti . In ogni compromesso ciascuna delle parti rinuncia a far valere tutte le proprie esigenze , nella convinzione che questa rinuncia è utile e necessaria per il vantaggio comune e quello generale del popolo . La natura stessa del compromesso è tale che su ciascuna questione , anche su quelle concordate , nascono o rinascono divergenze di valutazione , di opportunità , di misura e così via . Ma se permane la volontà politica per sviluppare un ' azione di governo , destinata ad incidere profondamente sulla vita del paese e sulla stessa natura dei rapporti fra lo stato e le classi lavoratrici , allora anche queste divergenze possono essere superate . Detto questo , aggiungiamo ai fini delle considerazioni generali dalle quali siamo partiti , che l ' esperienza condotta finora non si può giudicare in modo negativo , né tanto meno come rivolta a danneggiare o pregiudicare il potere delle classi lavoratrici , sol perché essa minaccia di limitare l ' influenza politica del partito comunista . In primo luogo nel corso di questo ultimo anno vi sono state grandiose agitazioni sindacali dei lavoratori , che hanno avuto il carattere più unitario che sia mai esistito , dalla rottura dell ' unità sindacale in poi . Questo è il risultato della crescente coscienza delle masse , che occorre battersi uniti per vincere la resistenza ostinata dei datori di lavoro , ma è anche il risultato della presenza attiva di un partito socialista autonomo , che rassicura le altre correnti sindacali sul carattere democratico della lotta sindacale . Incontestabile è che il clima politico suscitato dal centro sinistra rincuora le masse e favorisce oggettivamente la loro lotta . Basterebbe questo per esprimere un giudizio positivo . Si aggiunga che nello spazio di pochi mesi di governo si è attuata la più importante riforma democratica dalla Costituzione in poi , cioè la nazionalizzazione dell ' energia elettrica , si sta per istituire la scuola media unica obbligatoria , anche se con qualche compromesso secondario sul latino , si sono approvate varie leggi sociali attese da anni . Siamo ora entrati in tira fase conclusiva e , come era da attendersi , le difficoltà sono cresciute . Rispetto a tali difficoltà il partito socialista sta operando con fermezza e responsabilità , allo scopo di superare gli ostacoli , ottenere la conferma degli impegni assunti , giungere all ' approvazione delle leggi sull ' agricoltura e sulle regioni nel poco tempo che rimane alla presente legislatura . Nessuno può dunque seriamente accusare il partito socialista di aver abbandonato le sue originarie esigenze programmatiche , poste come condizione dell ' appoggio al governo di centro sinistra . E nessuno potrà sostenere onestamente che questo programma di governo non solo non costituisca in modo oggettivo un avanzamento del potere delle classi lavoratrici , ma addirittura sia il contrario di questo , cioè sia il loro indebolimento per colpa del partito socialista . I comunisti e quanti , in modo demagogico o perfino provocatorio , formulano questa critica dovrebbero dimostrare in primo luogo che questi provvedimenti non valgono nulla e sono in realtà diretti contro i lavoratori , dimostrazione impossibile , che coprirebbe di ridicolo chiunque si accingesse a tarla . Essi dovrebbero poi dimostrare che esisteva alla politica del centro sinistra un ' alternativa vera , cioè realizzabile , e non già una semplice alternativa di opposizione agitatoria , senza probabilità di successo . Domandiamo ai critici comunisti e non comunisti quale sarebbe la condizione del paese , se il partito socialista non avesse appoggiato il governo del centro sinistra . Oggi non avremmo avuto i provvedimenti dei quali abbiamo parlato e non saremmo in condizione di chiedere l ' attuazione di quelli che rimangono , senza parlare del clima generale , che avrebbe potuto anche essere quello del clerico - fascismo ; avremmo conservato ai grandi monopoli elettrici e complessivamente alle forze della conservazione italiana intatto il proprio potere . A quei comunisti , per fortuna pochi , e con molte contraddizioni , che ci accusano di avere subordinato il partito socialista al capitalismo ed ai monopoli , rispondiamo che l ' unica grande riforma antimonopolistica è stata quella voluta e resa possibile dai socialisti . Se davvero si attuerà la minaccia di portare questa denuncia davanti alle masse , allora saremo noi a denunciare il settarismo e la faziosità politica di chi , agendo come agisce , e mirando ad impedire al partito socialista di svolgere la sua politica , diviene in modo oggettivo il migliore alleato della destra economica , vero e proprio puntello della conservazione italiana . Naturalmente ciò non significa che la politica di centro sinistra sia il meglio desiderabile ; essa è semplicemente il meglio possibile , anche se persistono forti elementi di freno e di equivoco . L ' idea della continuità , cara più del giusto ai dirigenti democristiani , indebolisce davanti al paese il carattere nuovo di una politica , che pure tutti individuano come tale , non fosse altro che per il fatto che essa è condotta con l ' appoggio dei socialisti . Un ' impostazione meno moderata , meno timorosa di scoprirsi verso destra , meno preoccupata di perdere il carattere tradizionale di difesa conservatrice della società , sarebbe certo più positiva e porrebbe in risalto più nettamente i lati positivi della svolta . L ' insistenza con la quale si esalta il motivo anticomunista e si afferma di tendere all ' isolamento dei comunisti , è fonte per noi di preoccupazioni . Non contestiamo alla DC il diritto di sviluppare la sua polemica ideologica contro i comunisti , sul piano della lotta delle idee e su quello propriamente politico , e non su quello dell ' impiego discriminatorio del potere verso i singoli . Ma riteniamo che il problema della democrazia italiana non si risolva con l ' isolamento dei comunisti . Esso si risolverà il giorno in cui vi sarà da parte di tutti adesione sincera alla democrazia ed ai suoi metodi , almeno come noi li concepiamo nella nostra esperienza storico - culturale . Questo problema può essere di scarso valore politico in un paese dove i comunisti sono piccoli gruppi trascurabili , ma è della massima importanza laddove essi sono un grande partito con molti milioni di seguaci , radicato nella realtà del paese in modo tale , che nessun terremoto ideologico esterno , come la demolizione di Stalin o la insurrezione ungherese , ne ha potuto scuotere sostanzialmente la forza . Nel grande contrasto che si profila nel movimento comunista internazionale i partiti democratici ed in ispecie il partito socialista non possono considerare di secondaria importanza , anche per le conseguenze di politica estera , il fatto che prevalgano le tendenze moderate e rinnovatrici o quelle estremiste e massimaliste . Per evitare l ' errore di favorire in modo indiretto queste ultime , essi devono valutare giustamente l ' entità del problema e darsi una adeguata politica . 3 . Politica internazionale Nella politica internazionale le considerazioni , che abbiamo svolto finora , acquistano il maggior rilievo . Sorprende che La Pravda in modo così superficiale e seguendo le esasperazioni polemiche dei comunisti o provocazioni vere e proprie diffuse entro il nostro partito , abbia scritto che esso o la sua maggioranza , - di « destra » naturalmente secondo l ' uso terminologico proprio dei periodi di inasprimento polemico , - siano passati all ' atlantismo . Si è preso come pretesto la crisi cubana . In questa crisi il partito socialista ha mirato a distinguere il problema dell ' indipendenza di Cuba e del suo diritto a sviluppare la rivoluzione sociale come meglio aggrada al suo popolo , anche se non si può essere soddisfatti della decisione di rinviare o sopprimere una consultazione popolare , da quello dello scontro tra i blocchi . Per quanto riguarda il primo aspetto del problema , il partito socialista ha manifestato la sua solidarietà con il popolo cubano , ha espresso la sua riprovazione del blocco americano come atto unilaterale e destinato ad aggravare la tensione , non ha mancato di ricordare le responsabilità della politica statunitense . Ma il partito socialista , essendo neutralista e contrario ai blocchi , non poteva ignorare che l ' installazione di basi missilistiche in prossimità delle coste americane , diveniva un momento dello scontro tra i blocchi , qualunque fosse il motivo che determinò il governo sovietico a tale decisione . Per questo esso fin dall ' inizio domandò che il governo italiano appoggiasse un « onesto compromesso » all ' ONU . Ed un onesto compromesso in altro non poteva consistere che nella garanzia dell ' indipendenza cubana e nella eliminazione delle basi missilistiche . I comunisti e con essi rilevanti settori del nostro partito videro soltanto il primo dato del problema , non il secondo , perché essi si considerano parte di un blocco , o per dir meglio interamente solidali con un blocco . Essi quindi prima negarono l ' esistenza delle basi missilistiche , del che non potevano saper nulla per conoscenza diretta , considerarono il blocco americano come l ' inizio dell ' aggressione imperialistica contro Cuba e quindi impostarono la loro campagna in questo senso , non senza i consueti attacchi ai socialisti . Sarebbe molto ardito sostenere , dopo le sagge ed altamente responsabili decisioni di Krusciov ed il ritiro delle basi , che i comunisti avessero avuto ragione e noi torto . Ma forse è ancora più ardito sperare che qualcuno riconosca questa nuova lezione e divenga più cauto , anche se continuerà a parlare in nome dell ' unità . Ma il problema è più ampio ; riguarda la valutazione della politica neutralista e l ' atteggiamento che verso di essa hanno i comunisti . Mentre risulta un chiaro contrasto di posizioni tra Krusciov , che esalta Nheru come campione della pace ed i comunisti cinesi che aggrediscono l ' India , questa grande nazione ex coloniale , paci . lista e neutralista , per una questione di frontiera , regolabile in via pacifica , non risulta più altrettanto chiara la logica che spinge i comunisti italiani , e sulla loro scorta anche La Pravda a formulare aspre critiche contro il Partito Socialista , colpevole soltanto di rifiutare la contrapposizione dei blocchi ed ispirarsi ad una politica neutralista . In questa politica è invece necessario persistere perché essa corrisponde agli interessi del movimento operaio , alle necessità della pace mondiale ed alle tradizioni del nostro partito . Certo esiste il problema della conciliabilità di una politica neutralista con quella del governo di centro sinistra oggi e più ancora domani . Su questo problema soffiano tutti , perché in esso i comunisti vogliono trovare la scintilla , che fa divampare il rogo destinato a bruciare le eresie degli autonomisti , e più proficuamente la destra per rovesciare e distruggere il centro sinistra . Ma con buona pace di tutti noi crediamo che siano possibili ragionevoli soluzioni . Il neutralismo del PSI , che non implica la denuncia attuale delle alleanze e della NATO , è compatibile , come si è più volte detto ed anche recentemente dimostrato , con una interpretazione distensiva e non oltranzista degli obblighi nascenti dall ' alleanza . Esso ha possibilità reali di influire in questo positivo senso , il che del resto è risultato chiaro anche nelle recenti posizioni del governo italiano . A parte il fatto che questo è stato sottoposto agli aspri attacchi della destra , che lo accusa appunto di neutralismo , bisogna ricordare che la solidarietà dell ' Italia all ' America venne data per il ricorso all ' ONU e non per il blocco , che venne auspicato un negoziato tra sovietici ed americani , che si diedero istruzioni ai rappresentanti italiani all ' ONU di appoggiare la ricerca di un compromesso , che infine furono esercitate pressioni diplomatiche in questo senso , mentre appariva chiaro che l ' Italia si allineava sulle posizioni più moderate , come quella inglese . Certo non è molto , ma è pure qualcosa e comunque è qualcosa di concreto sul piano della politica di stato . Rimane da dimostrare che maggiori risultati nella difesa della pace si conseguirebbero con l ' antica politica , le manifestazioni dei partigiani della pace , le proteste unitarie e così via , altro che sul terreno della propaganda . E questo è tutto il senso della nostra adesione al centro sinistra , cioè realizzare quel che è possibile e non rinunciare a quel che è possibile sotto il pretesto di volere oggi cose che si sanno impossibili , e che quindi rimangono parole , o peggio , allineamento del movimento operaio con la politica dei blocchi .
StampaPeriodica ,
Voi dite che questa grande invenzione che è la TV ancora sta aspettando che qualcuno inventi l ' opera televisiva , l ' opera adatta , cioè , al mezzo televisivo e soltanto a questo , e non presa in prestito , che so , dal teatro o dal cinema ? Briganti ! Dimenticate l ' originale televisivo " . Qualche maligno potrebbe credere che con questa denominazione si voglia alludere a un qualsiasi lavoro , di qualsiasi genere , scritto , o composto , per la TV . No , perché con tal criterio la denominazione potrebbe adottarsi di diritto anche per un servizio di viaggio , per un ' inchiesta , un balletto , o qualsiasi cosa , insomma , sol che risponda al requisito puramente accessorio , esteriore e accidentale di essere stato scritto o composto o comunque fatto per essere incluso nei programmi TV . Invece , come avrete notato , la denominazione è strettamente riservata a un solo tipo di componimento . Bisogna dedurne che con essa i programmisti TV intendano designare un nuovo genere letterario . Non film , non commedia o dramma , altrimenti si chiamerebbe film , o commedia , o dramma . Ma " originale televisivo " . L ' originale televisivo " è il nuovo genere letterario nato dalla TV . E , vista la novità del mezzo , bisogna dire : la grande novità del secolo , in fatto di spettacolo . La grande invenzione . Il nuovo linguaggio ultramoderno . Come esistono il dramma per il teatro , il film per il cinema , il melodramma per l ' apparato operistico , così esiste l ' originale televisivo " per la TV : un tipo di lavoro che si differenzia dagli altri destinati ad altri mezzi d ' espressione e adatto soltanto al mezzo televisivo . L ' ultima parola , in fatto di novità . L ' ultimo grido del secolo . Qualcosa da stare , sul terreno artistico , al livello dei veicoli spaziali , dei razzi interplanetari sul terreno dei mezzi di trasporto . Perché quale mezzo di espressione potrebbe permetterci di vedere quel che sta avvenendo in questo preciso momento qui , là , a cento , a mille chilometri di distanza un luogo dall ' altro , contemporaneamente , nello stesso momento in cui avviene nei vari luoghi ? Dunque , novità senza precedenti , novità strabilianti , e ben a ragione i programmisti della TV hanno voluto designarla con uno speciale appellativo , riservando a essa quello ambizioso di " originale televisivo " . Difatti , che cos ' è in pratica un " originale televisivo " ? Una cosa originalissima , nuova di zecca , che non s ' era mai vista . Figuratevi un po ' : è nientemeno una serie di scene recitate da attori e da attrici , che dicono delle battute , e attraverso le quali si svolge e , possibilmente , si conclude una vicenda . Tutte cose che non s ' erano mai viste né a teatro né al cinema . Cose che si possono fare soltanto mercé la televisione e perciò formanti quello che si chiama l ' originale televisivo " . Se non fosse stata inventata la televisione , non avremmo mai avuto idea , pensate , di queste cose . Da secoli l ' uomo aveva da dire qualcosa che gli urgeva dentro , ma non riusciva a esprimerlo coi mezzi esistenti . Si scervellava , si sforzava . Niente . Mancava il mezzo ad hoc . Finalmente , s ' inventa la televisione e , là ! , ecco la nuova opera d ' arte . Ora ci sarebbe da domandarsi che differenza c ' è , secondo i programmisti della TV , fra un comune filmetto o una comunissima commediola tradizionale , e quello che pomposamente essi annunziano e definiscono come " originale televisivo " . O che differenza c ' è fra questo e un comunissimo raccontino sceneggiato . Forse , l ' unica differenza è che un " originale televisivo " è una specie di filmetto un po ' più pecione dei comuni filmetti , e che perciò non osa attribuirsi la qualifica di filmetto ; o è una commediolina un po ' più scema delle usuali commedioline del suo genere e che perciò non ardisce definirsi commediolina : o è un raccontino sceneggiato un po ' più scemeggiato d ' altri manufatti del genere , e che perciò pudicamente cela il vero essere suo . Quindi , in tutti questi casi : " originale televisivo " . Ma lasciamo a quei programmisti i misteri della loro estetica televisiva , limitandoci a esclamare : povera TV , in che mani sei capitata . E passiamo a esaminare brevemente l ' ultimo " originale televisivo " programmato : Il destino numero uno , due , tre di Paolo Emilio D ' Emilio . È un forte lavoro di pensiero , imperniato sui refusi , o svarioni tipografici , detti anche " perle giapponesi " ; questi errori di stampa per cui , a esempio , la casa del cavalier X viene allietata dalla nascita di un vispo e baffuto bimbo , o il commendator Y decede per improvviso malumore . Tizio mangia il cane quotidiano , Caio s ' invaghisce d ' una signorina elefante e il torpedone coi giganti passa festosamente sul conte , eccetera eccetera . Molti profondi lavori sono stati scritti su questi importanti temi , ma di solito la questione veniva trattata da capi scarichi con una deplorevole leggerezza , non consona all ' austerità dell ' assunto . Giustamente perciò l ' autore del lavoro in esame prende la cosa sul dovuto tragico : il giovine correttore di bozze d ' un giornale , non riuscendo a corrispondere telefonicamente con la sua bella , ne ha le facoltà visive talmente menomate che lascia passare tre svarioni . Così capita che l ' indomani : a ) la giovane Roberta legge sul giornale che , invece d ' un qualsiasi a lei ignoto Alberto Maria Rossi s ' è sposato con altra ragazza l ' a lei noto , anzi notissimo , Alberto Maria Bossi , il quale altri non è che il suo fidanzato ; secondo giornale , " l ' amato e amante giovane , che sposo andar dovea " , con lei , è invece andato sposo con l ' altra ed è partito in viaggio di nozze ; b ) in casa della giovane Lorenza , sempre a causa dell ' infernale correttore , si sparge la notizia che , invece di un certo a essi ignoto Gianfranco Carabelli , è stato arrestato per furto l ' a essi noto Gianfranco Sarabelli , aspirante alla di lei mano ; c ) l ' impiegato Rossinis crede di aver vinto venti milioni al lotto , mercé un errato quarantasette che il diabolico correttore ha lasciato passare invece di un trentasette . I tre refusi non avrebbero gravi conseguenze se , purtroppo , non capitassero proprio in un paese dove il telefono serve soltanto a ottenebrare le facoltà visive dei correttori di bozze , ma non viene minimamente usato per accertarsi se un fidanzato , che magari s ' è visto poche ore prima , è realmente partito in viaggio di nozze con un ' altra , o se veramente è stato arrestato per furto in una gioielleria . Pertanto Roberta si disamora ; i parenti di Lorenza , appena letta la notizia dell ' arresto , lungi dal formare un numero telefonico , non foss ' altro che per domandare come si sono svolti i fatti , decidono di partire tutti , seduta stante , per un lontano paese , di abbandonare focolare , amici , patria , dicendo : " Quando torneremo , tutti avranno dimenticato questa brutta faccenda " ( per fortuna , pare non ci fosse immediatamente un treno pronto , sicché poi l ' equivoco ha modo di chiarirsi ) ; e l ' impiegato Rossinis calca il cestino della carta straccia in testa al capufficio . È anche un paese dove a nessuno passa nemmeno lontanamente per la testa che possano darsi casi di omonimia . Ed è infine un paese nel quale i giornali li leggono soltanto le fidanzate e i loro amici e parenti , ma non i fidanzati . Se lì , infatti , anche questi avessero la lodevole o , secondo i casi , pericolosa abitudine di dare un ' occhiata alla cronaca cittadina , essi potrebbero immediatamente tranquillizzare le rispettive fidanzate circa altri eventuali matrimoni o furti con scasso , attribuiti loro dai giornali . Fortunatamente , poi , tutto s ' accomoda , perché l ' originale televisivo finisce e si passa ad altra trasmissione . Bravi tutti gli attori e il regista Vaccari .
StampaQuotidiana ,
A distanza di due anni dal suo primo appello al Paese , il P . d ' A . si rivolge di nuovo agli italiani . Ai compiti e alle responsabilità che la nuova situazione che oggi si presenta impongono a tutti i partiti politici , il P . d ' A . arriva ricco dell ' esperienza acquisita nel vivo della partecipazione data , sempre nelle prime file di combattimento , alla guerra ventennale contro il fascismo internazionale . Il P . d ' A . non è difatti una formazione politica improvvisata , priva di ispirazione etica e di tradizioni ideali : al contrario esso risponde ad una logica necessità ed è il risultato di una elaborazione dottrinaria basata su una critica approfondita delle condizioni politiche , economiche e morali di una società degenerante che ha prodotto , nella sua decomposizione , i frutti mostruosi del fascismo e del nazismo . Nel P . d ' A . sono difatti confluiti movimenti politici rivoluzionari meglio caratterizzati del ventennio fra le due guerre mondiali , movimenti di cui il partito raccoglie il vigoroso patrimonio ideale e accomuna i superstiti : dal movimento « Giustizia e Libertà » a quello repubblicano , dal Partito Sardo d ' Azione al movimento di « Rivoluzione Liberale » , dai gruppi liberalsocialisti al movimento democratico - amendoliano fino ad elementi e gruppi formatisi nei partiti comunista e socialista e che ne hanno superato l ' angustia classista e i pregiudizi ideologici . Attraverso questi movimenti di cui costituisce la logica continuazione storica , il P . d 'A., sebbene sia e voglia essere una formazione nuova e libera dagli schemi dottrinari invecchiati ed esangui dei partiti politici tradizionali alla cui inadeguatezza si deve la vittoria del fascismo , si presenta con una maturità esemplare formatasi nel fuoco della partecipazione operante e spesso sanguinosa alle esperienze rivoluzionarie del ventennio : dalla partecipazione alla lunga lotta cospirativa contro il fascismo , nella quale centinaia dei suoi uomini caddero e soffrirono negli ergastoli , nei confini , nelle camere di tortura , alla guerra civile spagnola nella quale il primo intervento armato di volontari italiani al fianco dei rivoluzionari spagnoli fu voluto e organizzato da « Giustizia e Libertà » vincendo la frigida e settaria mentalità neutralista del riformismo democratico socialista ; dalla lotta combattuta nell ' emigrazione per l ' intervento internazionale contro il fascismo del quale vide acutamente il carattere mondiale e lo sbocco nella guerra ( e in questa lotta Carlo Rosselli fondatore di « Giustizia e Libertà » riconosciuto come il nemico capitale cadde pugnalato dai sicari fascisti ) all ' intervento in massa con tutte le sue energie nella guerra partigiana ed operaia contro il nazismo , intervento nel corso del quale il P . d ' A . ha dato contributo di uomini e di sangue non secondo a quello di nessun altro movimento o partito . Cosifatta consapevolezza dei termini reali della lotta politica ha portato come conseguenza che nel periodo decisivo trascorso dal 25 luglio ad oggi il P . d ' A . è stato , fra i partiti di sinistra , quello che ha potuto con maggior discernimento comprendere la portata , con maggiore acume individuare e circoscrivere gli obbiettivi della situazione rivoluzionaria in cui veniva a sboccare l ' esaurimento ideale , politico e militare del totalitarismo nazifascista e il fallimento dell ' impalcatura nazionalistica e parassitaria imposta fatalmente all ' Europa e al mondo dal prevalere degli interessi di ceti e caste privilegiati ; onde le posizioni che il Partito ha tenuto ferme e difese in questo periodo si rivelano sempre di più come le più giuste : il giudizio politico espresso immediatamente dopo il 25 luglio sul carattere monarchico - fascista - reazionario del colpo di stato e sulla conseguente necessità dell ' intervento popolare che lo trasformasse in movimento rivoluzionario ( anche se l ' impreparazione all ' evento di tutti i partiti appena usciti dall ' illegalità non consenti la tempestiva mobilitazione delle masse che strappasse l ' iniziativa alla corona e all ' esercito ) ; la lotta contro la collaborazione politica al Governo di Badoglio mal truccata dalla finzione della ricostituzione dei sindacati ; l ' impostazione della lotta contro l ' istituto monarchico , centro degli interessi nazionalistici e reazionari e per la costituzione di un governo antifascista indipendente dalla corona ; la creazione del Comitato di Liberazione Nazionale ; la lotta condotta in seno a questo , al fianco del Partito Comunista , contro l ' opportunismo attendista e la passività e per l ' attivismo nella lotta antinazista e antifascista ; il potenziamento della guerra partigiana , cui il Partito diede altresì l ' apporto militare delle « Brigate Giustizia e Libertà » e dell ' agitazione operaia e impiegatizia nelle fabbriche ; infine l ' iniziativa della creazione dei Comitati di Liberazione Nazionale periferici come organi del potere popolare . Alcune di queste impostazioni politiche si sono svolte nella rinnovata illegalità susseguita alla occupazione nazista e non sempre perciò hanno potuto affiorare e sviluppare la loro virtù chiarificatrice e orientatrice dell ' opinione popolare : non è per questo meno vero che se l ' istituto monarchico ha potuto essere esautorato e respinto , se il CLN ha potuto mantenere il suo carattere sfuggendo alle ricorrenti insidie conservatrici e plutocratiche ed evitando lo scivolamento in un mero nazionalismo antitedesco e conservare intatta la sua funzione di organo democratico di tutte le forze attive nella lotta anti - nazista , se infine le formazioni partigiane hanno potuto sottrarsi all ' inerte apoliticismo e ai tentativi di preparare attraverso i quadri del CLN una guardia bianca antiproletaria , ciò si deve in gran parte all ' azione risoluta e vigile svolta dal P . d ' A . Il P . d 'A., forte di queste fondamentali esperienze , anche se coi quadri crudelmente decimati dalle esecuzioni e dalle deportazioni , è perciò oggi in grado di dar conto di sé , del suo passato e del suo presente e di mostrare a tutti gli Italiani ansiosi di onestamente orientarsi nella nuova fase politica un volto inconfondibile , quello di un partito rivoluzionario , il « Partito della Rivoluzione Democratica » . Il partito d ' azione è il partito della rivoluzione democratica . Partito rivoluzionario perché ritiene che il nazi - fascismo non sia stata una occasionale e circoscritta escrescenza purulenta di alcune società di ritardato sviluppo capitalistico ( come fantasticarono alcuni dottrinari marxisti ) bensì un fenomeno internazionale che ha solide radici in tutte le società moderne , anche in quelle a regime democratico , insinuandosi perfino coi tentacoli del totalitarismo nei paesi stessi dove si è affermata una rivoluzione socialista : radici ravvisate nella degenerazione dell ' economia di mercato in economia protezionistica dominata da oligarchie parassitarie richiedenti il potere politico per consolidare , difendere e perpetuare i privilegi economici ; nella degenerazione delle istituzioni democratiche e liberali nelle quali la prevalenza dell ' elemento non elettivo ( burocrazia ed esercito ) ha ridotto la democrazia a mera parvenza ; nella degenerazione infine dell ' ideale nazionale nella pratica di un gretto e mortale nazionalismo in permanente stato di guerra guerreggiata e preparata contro altri nazionalismi e avvalentesi di questa situazione per duplicare mediante invalicabili frontiere economiche le frontiere politiche , costringere le economie nazionali nella camicia di forza dell ' autarchismo , deviare il prodotto del lavoro e del risparmio dal naturale obbiettivo dell ' incremento del benessere collettivo alla dilapidazione negli armamenti e all ' arricchimento dei ceti protetti . Una società a tal punto degenerante e autodistruttiva non può essere risanata mediante riforme nell ' ambito delle istituzioni esistenti : il risanamento esige una serie di riforme di struttura che equivalgono a una vera e propria rivoluzione istituzionale . Partito della rivoluzione democratica perché l ' efficacia rinnovatrice e costruttiva delle riforme di struttura è condizionata dalla creazione di organi efficienti del potere popolare , capaci di articolare il nuovo sistema politico ed economico , di immettere nel suo funzionamento le ricche energie dei ceti depressi e specialmente di quelli agricoli oggi assenti dalla vita pubblica , passivi ed inerti ; di addivenire cioè alla formazione di una nuova classe politica capace di garantire lo sviluppo democratico e socialista delle istituzioni sostituendo una classe dirigente autocondannatasi per incapacità e fiacchezza morale . Contro il totalitarismo . Di fronte al totalitarismo il P . d ' A . riafferma lo schietto liberalismo della propria dottrina e tradizione . Il metodo rivoluzionario che il Partito persegue non è quello del colpo di stato in cui un partito s ' impadronisca del potere centrale e da questo faccia discendere autoritariamente e paternalisticamente le riforme e la nuova organizzazione economico - politica assicurandone il funzionamento mediante la burocrazia , la polizia e l ' esercito , relegando nell ' illegalità le correnti e i partiti non conformisti ; bensì quello dell ' iniziativa popolare che non riconosce al governo alcuna autorità sacrale ma lo considera come una forza politica accanto ad altre , privo del diritto di assegnare compiti e direttive ai molteplici e differenziati organismi politici del Paese , mero organo della volontà popolare alla quale spetta la responsabilità dell ' iniziativa e il diritto al controllo democratico . Nessun partito ha perciò diritto di proclamarsi rappresentante esclusivo degli interessi popolari , interessi che sono differenziati e come tali possono e devono trovare espressione articolata non in un solo ma in molteplici partiti il cui civile e libero contrasto , portato su di un piano sempre più alto , costituisca garanzia contro l ' ipocrita inerzia del conformismo e salda barriera nello stesso tempo contro il degenerare della lotta politica in forme deteriori e cieche di violenza o di basso intrigo entro l ' apparente uniformità del partito al potere , e la sua degradazione in congiure di palazzo con la sostituzione dei tribunali statali al voto popolare . E nemmeno alcun partito politico può autoinvestirsi del diritto di rappresentare determinate classi e ceti , interessi partitici e ideali di questi , per esempio delle classi lavoratrici , non costituendo un blocco uniforme e indifferenziato ma potendo e dovendo articolarsi ed esprimersi liberamente a mezzo della molteplicità degli organismi politici a rappresentare gli interessi economici di classe , che sono i soli compatti e indifferenziati , sano chiamati i sindacati e non i partiti , organi della volontà politica che comprende ma insieme sorpassa gli interessi economici . Il P . d ' A . è per questo il solo partito rivoluzionario che non teorizzi la conquista del potere centrale come mezzo per la realizzazione del suo programma rinnovatore e concentri invece lo sforzo rivoluzionario nella creazione dei nuovi organi democratici del potere popolare . Il Partito perciò rivendica solennemente per se e per tutti gli altri partiti che si pongono di fatto sul terreno della libertà , facciano o no parte del CLN il diritto alla opposizione legale : il P . d ' A . che oggi partecipa alla responsabilità di governo riafferma il pieno diritto di combattere domani questo o qualunque altro governo senza che per questo alcuna limitazione intervenga alla sua opera entro i limiti della legge comune ; eguale diritto reclama per gli altri partiti nella sua forza e consapevolezza lungi dal vedere una diminuzione della propria riconosce il necessario limite e l ' utile termine di contrasto per un effettivo funzionamento delle libere istituzioni che la rivoluzione democratica darà al Paese . Perché la rivoluzione vinca . Alla realtà della situazione rivoluzionaria il P . d ' A . richiama oggi tutti gli italiani operosi e politicamente attivi per additare loro le mete essenziali , circoscrivere gli obiettivi , evitare gli sforzi dispersivi . La rivoluzione fu sconfitta nel 1919 perché una inveterata pratica riformista ammantata di rivoluzionarismo verbale non seppe puntare al cuore delle istituzioni , disperse la immensa spinta rivoluzionaria delle masse in un riformismo miope , impedì la realizzazione di alcune fondamentali e già fin da allora mature riforme di struttura nella fiacca indifferenza del « tutto o nulla » , pavida di compromettere la dubbia purezza di posizioni teoriche superate ed esangue , isolando il proletariato , spingendo i ceti medi fra le braccia della reazione , spianando così la via al fascismo . La rivoluzione sconfitta nel 1919 deve vincere oggi perché da questa vittoria dipende la preservazione del sacro patrimonio di civiltà ereditato dal passato , ogni possibilità di sviluppo progressivo e ordinato nell ' avvenire , la pace di domani : questo compito che la vecchia classe dirigente ha abbandonato e tradito passa oggi nella coscienza e nelle salde mani delle classi lavoratrici affermanti non ristretti interessi di classe ma interessi universali . Perché la rivoluzione vinca è indispensabile non rinnovare gli errori del passato , abbandonare il neutralismo pratico nei confronti delle istituzioni politiche , saldare indissolubilmente , più e meglio che provvisoriamente alleare , la classe operaia con quelle agricole e coi ceti medi lavoratori : ma sopra ogni altra cosa è necessario non disperdere la rinnovata spinta rivoluzionaria né in riforme di dettaglio né in programmi massimalistici per concentrarla invece sugli obiettivi essenziali che sano quelli istituzionali : 1 ) debellare le oligarchie economiche e finanziarie ; 2 ) creare gli organi del potere popolare ; 3 ) puntare sulla creazione dell ' Unità Federale Europea , raccogliendo perciò tutte le forze progressive dell ' Europa . Contro il privilegio economico . Per debellare le oligarchie economiche e finanziarie la nazionalizzazione della grande industria e della grande proprietà terriera , la decurtazione delle eccedenze patrimoniali ; l ' istituzione del controllo democratico dei lavoratori sulla gestione di tutte le aziende mediante i consigli di fabbrica . Quando alla fase rivoluzionaria succederà quella delle riforme graduali e progressive si dibatteranno i limiti della nazionalizzazione , i problemi di gestione e di pianificazione procedendo anche per tentativi con saggio empirismo ; allora soltanto ciò sarà possibile e utile anche perché si conosceranno le nuove fondamenta sulle quali il Paese potrà riedificare la sua distrutta economia . Il P . d ' A . ha fatto conoscere fino ad oggi attraverso le sue pubblicazioni le sue idee e i suoi propositi sulla riorganizzazione sociale di domani fondata sulla democrazia economica e la cooperazione . Oggi in fase rivoluzionaria importa solamente frantumare le basi della potenza oligarchica ed impedire per sempre che essa continui a distendere sul Paese l ' ombra mostruosa del privilegio e renda impossibile con la furberia o la violenza il funzionamento del nuovo stato democratico . L ' autogoverno del popolo contro il centralismo statale . Gli organi del potere popolare da estendere e consolidare sono in parte quelli stessi che l ' iniziativa popolare ha creato nella fase clandestina durante la guerra di liberazione : i Comitati di Liberazione estesi in tutti i campi e in tutti i settori , nelle fabbriche , negli uffici , nelle campagne , nelle pubbliche amministrazioni , nei quartieri di città , nei villaggi sussisteranno e dovranno esercitare i poteri di iniziativa , di controllo , ove occorra di gestione , organizzare la continuità del lavoro , l ' assistenza , l ' autoprotezione armata , provvedere alla defascistizzazione , imprimere alla vita periferica il ritmo che la situazione richiede e in pari tempo divenire i portavoce autorizzati della volontà delle masse presso gli organismi centrali ; le formazioni partigiane e le squadre armate di città devono assumere i poteri di sicurezza e di difesa e costituire il nucleo del nuovo esercito popolare svincolato dalla sua pertinace costituzione di classe e di casta ; i volontari della libertà dovranno essere immessi nel nuovo esercito senza limitazioni di partito e coi gradi e le funzioni esercitati nel corso della guerra di liberazione ; i consigli di fabbrica saranno gli organi operanti della democrazia economica ; l ' autogoverno regionale e comunale , realizzazione di fondamentale importanza rivoluzionaria , abbatterà l ' onnipotenza burocratica fondata sul centralismo dello stato di polizia fonte e strumento insieme del ricorrente dispotismo ; la Costituente , eliminando definitivamente l ' istituto monarchico prima che esso possa riprendersi e tornare ad essere il nucleo degli interessi reazionari e oligarchici darà al Paese la Costituzione repubblicana decentrata e autonomistica , garanzia dei liberi ordinamenti del nuovo stato popolare . La Federazione europea contro il nazionalismo . Il P . d ' A . esorta però gli italiani a non nutrire illusioni sulla possibilità di risolvere i problemi politici e sociali in modo duraturo sul piano strettamente nazionale : oggi i problemi , tutti i problemi , vanno impostati sul piano almeno europeo . Né la libertà , né il socialismo , né la democrazia possono essere duraturi in un ' Europa persistente nell ' attuale forma arretrata e regressiva di suddivisioni nazionali , politiche e economiche . Una ricaduta nelle contese confinarie , nel colonialismo nella guerra doganale , nel protezionismo distruttore e nel soffocante autarchismo sarebbe l ' inevitabile conseguenza ; gli armamenti continuerebbero ad ingoiare il più ed il meglio del lavoro impedendo ogni miglioramento non effimero nel livello di vita della popolazione lavoratrice e la minaccia permanente di guerra offrirebbe ancora una volta l ' arma migliore alle dittature e ai despotismi : lo sbocco in una nuova guerra di distruzione sarebbe la sanguinosa prospettiva anche della nuova generazione . L ' era dei nazionalismi distruttori deve finire per l ' Europa . Per questo il P . d ' A . pone al centro di una rivoluzione costruttiva l ' unità europea nella democrazia e nella libertà . Tale non può essere se non l ' unità federale fondata sulla limitazione drastica delle sovranità nazionali , e l ' abolizione delle frontiere economiche , il disarmo generale degli eserciti nazionali e la costituzione di un unico esercito federale : con un potere federale sopranazionale , alla cui elezione concorrano tutti i cittadini europei direttamente e non attraverso la mediazione degli stati federati . È questa e solo questa un ' Europa nella quale possono vivere e operare la libertà la democrazia e il socialismo . L ' Italia deve essere all ' avanguardia di questa che è la più umana e civile delle rivoluzioni ; le classi lavoratrici italiane devono definitivamente abbandonare la residua grettezza della mentalità nazionalistica e imperialistica , pensare in termini europei , dare l ' esempio alle classi lavoratrici degli altri paesi e trascinarle in un ' azione comune perché questa esigenza divenga universale e travolga le resistenze che le si oppongono ; la prevedibile affermazione di partiti progressisti nella maggior parte dell ' Europa dovrà avere questo comune contenuto europeo . Il nazi - fascismo può essere vinto sul terreno nazionale soltanto nei suoi occasionali ed estrinseci : nella sua struttura permanente può esserlo solo sul terreno europeo . Così gli obbiettivi rivoluzionari che il P . d ' A . indica sul piano economico sul piano politico e su quello internazionale , si integrano mutualmente : i nemici della democrazia economica sono quelli stessi della democrazia politica e del federalismo europeo : l ' oligarchia parassitaria , il protezionismo centralistico , il nazionalismo . Nella lotta contro queste forze regressive il P . d ' A . ha acquisito la consapevolezza del suo compito storico di partito della rivoluzione democratica : l ' ora di questa rivoluzione costruttiva è suonata . Il P . d ' A . chiama tutti i lavoratori a superare l ' angusta mentalità settaria ad esercitare il loro dovere civile di iniziativa e di controllo operante perché la situazione rivoluzionaria non venga sciupata , dispersa o compromessa perché le forze della reazione che sono ancora ben vive ricevano un colpo mortale . Il P . d ' A . non aspira ad un proselitismo irregimentato di una massa che rinunci al suo diritto sovrano e deleghi permanentemente i suoi poteri : la rivoluzione democratica consiste prima di tutto nell ' intervento diretto delle masse popolari nella vita pubblica capaci di sottrarsi se necessario alla mediazione dei partiti e di non subire passivamente ma indicare ai partiti le soluzioni rivoluzionarie . È questa la via maestra per l ' instaurazione dello stato popolare nella giustizia e nella libertà . Viva la repubblica democratica . Viva i comitati di liberazione nazionale organi del potere popolare . Viva l ' esercito partigiano nucleo del nuovo esercito popolare . Viva i consigli di fabbrica . Viva gli stati uniti d ' Europa .