StampaQuotidiana ,
Solo
l
'
imbecillità
umana
può
dare
il
senso
dell
'
infinito
.
Il
Saggio
Narravamo
,
or
è
un
anno
,
di
apparizioni
e
d
'
altri
eventi
celesti
di
cui
gli
Stati
Uniti
godono
il
privilegio
da
alcuni
anni
;
e
,
scettici
come
siamo
,
mettevamo
in
stretta
relazione
questi
fatti
del
cielo
americano
con
lo
sviluppo
preoccupante
della
pazzia
,
nel
paese
di
Eisenhower
,
desunto
dal
rapporto
presentato
nel
1952
dal
comitato
nazionale
per
la
sanità
mentale
in
America
alla
Commissione
delle
finanze
della
Camera
dei
rappresentanti
.
Ovvero
,
e
subordinatamente
,
derivavano
queste
apparizioni
da
disturbi
del
sistema
digestivo
,
i
quali
provocherebbero
macchie
dinanzi
agli
occhi
,
secondo
le
teorie
del
dottor
Edgar
Mauer
di
Los
Angeles
.
Da
un
anno
a
questa
parte
molti
avvenimenti
si
sono
accumulati
nel
cielo
sorprendente
e
meraviglioso
sotto
la
cui
cappa
vivono
i
concittadini
della
bionda
signora
Clara
Boothe
Luce
;
e
credo
sia
possibile
oggi
,
confermare
,
con
maggior
copia
di
dati
,
la
gravità
dei
casi
gastrici
o
mentali
che
affliggono
buona
parte
della
popolazione
statunitense
.
Ma
non
si
creda
che
i
dati
venuti
in
possesso
degli
osservatori
facenti
capo
al
Pentagono
,
siano
casi
di
nuove
apparizioni
.
No
.
Le
prime
apparizioni
in
massa
,
nel
cielo
americano
,
di
dischi
,
piatti
e
altre
cose
volanti
,
si
ebbero
al
momento
in
cui
il
celebre
Truman
iniziò
la
diplomazia
«
atomica
»
.
Bombe
atomiche
giù
e
dischi
e
altre
cose
volanti
su
,
e
le
cose
sarebbero
andate
a
meraviglia
.
Invece
,
le
cose
andarono
in
un
altro
modo
.
Così
che
nel
1950
,
all
'
epoca
della
gloriosa
aggressione
americana
contro
la
Corea
del
Nord
,
vi
fu
nel
cielo
statunitense
un
'
altra
calata
di
dischi
,
piatti
,
palloni
e
transatlantici
celesti
.
Una
robusta
guerra
in
Corea
,
qualche
migliaia
di
piatti
,
dischi
e
navi
volanti
in
cielo
,
e
le
cose
sarebbero
andate
a
meraviglia
.
Le
cose
,
invece
,
andarono
anche
stavolta
come
voi
sapete
.
Adesso
le
apparizioni
sono
meno
numerose
nel
cielo
americano
;
più
numerosi
sono
in
America
i
rapporti
,
i
libri
,
le
«
discussioni
»
sui
dischi
e
altre
cose
volanti
.
E
da
questo
materiale
vengono
fuori
notizie
raccapriccianti
.
Figuratevi
cosa
accadrebbe
se
il
Pentagono
permettesse
di
dire
tutto
quel
che
si
sa
sui
fenomeni
celesti
!
Esso
,
invece
,
ha
instaurato
una
rigorosa
censura
,
perché
il
popolo
americano
non
sia
preso
dal
panico
!
Bisogna
tenere
i
nervi
a
posto
!
Ciò
nonostante
i
libri
che
si
pubblicano
sulla
importante
questione
sono
impressionanti
e
impressionano
anche
noi
,
pur
così
scettici
come
siamo
.
Eh
,
sì
:
si
può
essere
scettici
quanto
si
vuole
,
ma
certi
fatti
ti
rendono
pensoso
!
Il
maggior
Donald
E
.
Keyhoe
,
uomo
di
casa
al
Pentagono
,
nel
suo
libro
famoso
I
dischi
volanti
esistono
,
afferma
di
sperare
che
le
sue
pagine
preparino
gli
americani
ad
affrontare
«
l
'
ultimo
atto
della
tragedia
»
.
Notate
la
calma
di
questo
ufficiale
dei
marines
,
sia
pure
di
riserva
.
C
'
era
in
corso
una
tragedia
,
una
tragedia
dei
'
dischi
,
assai
probabilmente
in
cinque
atti
,
come
si
conviene
,
e
noi
non
ne
sapevamo
nulla
?
E
ora
staremmo
all
'
ultimo
atto
!
In
che
consisterebbe
questa
«
tragedia
»
?
Amici
miei
,
tenete
su
il
morale
:
i
marziani
stanno
ormai
per
abbandonare
in
massa
il
loro
pianeta
divenuto
un
'
area
depressa
,
e
stanno
per
arrivare
sulla
terra
!
Altro
che
cavoli
!
A
quanto
sembra
,
qualche
marziano
è
già
arrivato
,
in
avanscoperta
.
È
tra
noi
.
Nell
'
anno
miracoloso
1950
,
che
doveva
segnare
l
'
inizio
della
gloriosa
aggressione
americana
alla
Corea
del
Nord
,
e
precisamente
nel
giugno
,
un
disco
volante
venne
colpito
dalla
contraerea
americana
(
solo
la
contraerea
americana
poteva
colpire
un
tal
disco
!
)
,
nella
località
Hamilton
,
in
California
.
Il
disco
scoppiò
(
e
cosa
doveva
fare
?
)
,
e
dal
disco
usci
un
piccolo
uomo
corazzato
.
Un
testimone
oculare
racconta
la
scena
.
Il
marziano
fu
colto
dalla
disperazione
,
si
rotolò
per
terra
,
strillò
,
pianse
,
fece
dei
capitomboli
.
La
piccola
avanguardia
marziana
,
piccolo
fétulo
,
strappava
le
viscere
,
a
vederlo
e
udirlo
.
Come
la
storia
sia
poi
andata
a
finire
non
si
sa
.
Queste
storie
di
dischi
ricordano
l
'
episodio
narrato
da
Franck
Scully
,
nel
suo
potente
libro
Cosa
nascondono
i
dischi
volanti
?
Questo
Scully
,
che
deve
essere
una
persona
assai
perspicace
,
stabilisce
una
stretta
parentela
tra
i
marziani
e
gli
angloamericani
.
Anzi
,
i
marziani
sarebbero
né
più
né
meno
che
angloamericani
emigrati
negli
spazi
stellari
,
in
un
tempo
che
non
sappiamo
;
ma
potrebbe
anche
darsi
che
gli
angloamericani
fossero
dei
marziani
spuntati
su
questa
terra
in
seguito
a
una
pioggia
di
semenza
celeste
,
dopo
il
diluvio
universale
.
Infatti
i
rottami
dei
tre
dischi
volanti
andati
a
sfracellarsi
presso
il
villaggio
di
Farmington
,
nel
Texas
,
sempre
nell
'
anno
coreano
,
avevano
una
particolarità
che
taglia
la
testa
al
toro
,
o
alla
vacca
:
tutte
le
misure
(
altezza
,
lunghezza
,
larghezza
)
rilevate
in
base
al
sistema
metrico
anglosassone
erano
multipli
di
nove
.
Lo
Scully
intuisce
da
questi
dati
la
relazione
stretta
,
la
parentela
fra
i
marziani
e
il
mondo
anglosassone
.
Infatti
nel
pianeta
Marte
si
adopera
il
sistema
di
misurazione
dei
piedi
e
dei
pollici
.
Chi
lo
avrebbe
potuto
pensare
!
Eppure
è
così
!
E
,
del
resto
,
i
marziani
hanno
una
naturale
predisposizione
per
la
lingua
inglese
.
Il
presidente
delle
radiotrasmissioni
di
una
zona
dello
Stato
del
Colorado
,
tale
Joseph
Roher
,
assicura
che
nel
1951
tre
dischi
volanti
furono
costretti
ad
atterrare
nello
Stato
del
Montana
.
Gli
occupanti
marziani
morirono
tutti
;
ma
uno
di
essi
sopravvisse
.
alto
novanta
centimetri
e
,
non
sappiamo
il
perché
,
fu
messo
in
una
incubatrice
per
assicurargli
la
vitalità
e
lo
sviluppo
.
Ora
questo
marzianello
studia
l
'
inglese
,
nello
Stato
del
Montana
;
ma
il
Pentagono
impedisce
di
diffondere
i
suoi
tratti
e
i
suoi
pensieri
,
per
impedire
che
il
panico
si
impossessi
della
popolazione
degli
Stati
Uniti
e
la
travolga
.
Questi
segreti
li
conoscono
solo
i
generali
del
Pentagono
e
pochi
altri
:
tutta
gente
che
non
ha
paura
!
In
questo
ambiente
scosso
da
pensieri
di
tragedia
cosmica
il
signor
Georgie
Adamski
,
americano
di
origine
polacca
e
astronomo
dilettante
,
ha
acceso
,
come
suol
dirsi
,
una
miccia
,
pubblicando
la
robusta
opera
:
I
dischi
volanti
atterrano
.
Non
ci
occupiamo
della
parte
storica
del
libro
,
dalla
quale
pur
si
apprende
che
fin
dal
1290
furono
avvistati
in
Inghilterra
dei
dischi
volanti
,
secondo
un
manoscritto
trovato
in
una
certa
abbazia
.
La
questione
seria
è
che
1'Adamski
ha
visto
nella
California
l
'
uomo
astrale
,
alle
12
e
mezzo
del
22
novembre
1952
.
Quest
'
uomo
era
...
una
donna
;
e
una
donna
mica
brutta
,
anzi
giovane
,
bella
,
bionda
,
eccetera
,
tutta
fatta
come
le
donne
di
San
Francisco
,
di
Mexico
e
di
Trastevere
.
I
due
si
dettero
la
mano
,
alla
maniera
mondana
,
si
fecero
delle
fotografie
,
si
fissarono
degli
appuntamenti
.
Per
di
più
l
'
Adamski
afferma
che
la
giovane
donna
bionda
in
pantaloni
a
scacchi
,
non
era
una
marziana
,
beni
una
venerea
,
e
non
vi
è
motivo
di
dubitarne
.
Ora
l
'
Adamski
è
stato
accusato
di
impostura
.
E
perché
non
sarebbero
impostori
anche
gli
altri
?
Il
tragico
vero
di
tutta
la
faccenda
è
la
diffusione
della
credulità
che
queste
sciocchezze
incontrano
in
vasti
strati
di
opinione
.
Ecco
,
forse
,
uno
dei
motivi
dello
sviluppo
della
criminalità
statunitense
.
A
esso
si
aggiunge
la
psicosi
atomica
.
Nel
settembre
scorso
,
una
mattina
,
mentre
molti
cittadini
erano
ancora
a
letto
,
le
sirene
annunciarono
a
New
York
,
col
loro
sinistro
ululo
,
un
attacco
aereo
atomico
.
Gli
altoparlanti
installati
nelle
strade
e
sulle
piazze
dissero
che
erano
state
sganciate
due
bombe
atomiche
.
La
circolazione
si
fermò
all
'
istante
.
Milioni
di
persone
,
in
preda
al
terrore
,
si
precipitarono
alla
ricerca
vana
di
un
rifugio
.
Un
bello
scherzo
,
in
verità
!
La
provvisorietà
estrema
della
vita
,
nell
'
imminenza
della
fine
del
mondo
,
per
un
motivo
o
per
l
'
altro
,
porta
alla
follia
,
al
crimine
,
al
delitto
.
Nei
primi
sei
mesi
del
1953
sono
stati
commessi
negli
Stati
Uniti
1.047.000
crimini
,
superandosi
del
2,5
per
cento
la
cifra
per
il
corrispondente
periodo
dell
'
anno
precedente
.
In
questi
sei
mesi
vi
è
stato
un
assassinio
,
o
aggressione
con
violenza
,
o
un
caso
di
violenza
carnale
,
o
un
tentato
omicidio
ogni
4
minuti
e
3
secondi
.
Ma
questi
non
sono
neppure
i
crimini
più
«
interessanti
»
.
Quello
che
caratterizza
l
'
America
astrale
,
stazione
dei
mondi
,
atomica
,
è
la
criminalità
organizzata
di
Stato
,
casi
bene
descritta
nel
suo
libro
Il
gangsterismo
in
America
dal
signor
Kefauver
.
Piace
,
per
il
raffronto
,
ricordare
le
parole
della
signora
Clara
Boothe
Luce
,
in
una
intervista
non
lontana
al
Corriere
della
sera
.
La
signora
loquace
,
più
loquace
del
papa
,
espresse
(
non
lo
ricordate
?
)
i
suoi
pensieri
sulle
«
povere
nazioni
»
al
di
là
della
«
cortina
di
ferro
»
.
«
Esse
sono
state
soggiogate
,
-
disse
la
soave
donna
,
-
derubate
di
una
gran
parte
di
quel
che
producono
,
decimate
nel
loro
potenziale
umano
e
,
soprattutto
,
private
dei
loro
diritti
umani
e
della
loro
dignità
umana
.
Ma
qui
in
Occidente
,
-
disse
ancora
la
degna
e
umana
donnetta
,
-
qui
in
Occidente
è
un
altro
mondo
!
»
E
la
signora
partì
per
la
Sicilia
,
non
già
a
odorare
i
fiori
delle
zagare
,
ma
per
aspirare
l
'
odor
del
petrolio
italiano
.
Non
vi
è
dubbio
che
questo
mondo
della
signora
Clara
è
un
altro
mondo
!
Chi
ne
dubita
?
Dov
'
è
,
nel
mondo
,
anche
solo
in
quello
che
chiamano
-
chissà
perché
-
occidentale
(
e
vi
comprendono
il
Giappone
e
l
'
Australia
)
,
dov
'
è
un
altro
paese
nel
quale
si
possano
dire
cretinerie
di
volume
e
in
quantità
pari
a
quelle
che
si
dicono
e
si
fanno
nel
paese
di
Mac
Carthy
?
Leggete
dunque
La
paura
della
libertà
di
F
.
Biddle
,
e
vi
troverete
di
fronte
ad
una
tal
mole
di
imbecillità
ammassata
,
da
darvi
il
senso
dell
'
infinito
.
Pur
tuttavia
,
queste
sono
cretinerie
pericolose
.
Giacché
se
la
signora
Clara
Boothe
Luce
può
scrivere
che
«
amare
è
come
sedere
sul
mozzo
della
ruota
del
tempo
»
(
ci
provi
,
cara
signora
,
si
segga
,
si
segga
,
e
si
faccia
fare
una
fotografia
!
)
,
questi
momenti
letterari
della
signora
non
hanno
conseguenze
,
se
sono
solamente
letterari
.
Ma
la
psicosi
bellica
toglie
la
libertà
agli
americani
e
mira
a
toglierla
a
tutti
i
popoli
.
E
tutto
questo
vasto
pubblicismo
di
avventure
interplanetarie
,
che
oggi
ha
persino
delle
riviste
e
dei
romanzi
,
mira
a
togliere
lo
spirito
critico
agli
uomini
e
farne
delle
povere
marionette
.
Dietro
a
questi
promontori
di
panico
e
di
viltà
civile
stanno
uomini
come
il
senatore
Waily
,
il
quale
insiste
sulla
necessità
(
?
)
di
una
guerra
preventiva
.
Stanno
i
membri
della
scellerata
associazione
Crociata
per
la
libertà
,
che
discutono
come
si
potrebbe
aggravare
la
situazione
internazionale
con
attentati
e
atti
di
sabotaggio
.
Sta
il
generale
Someiwell
(
consigliere
di
un
grande
trust
chimico
)
che
vuole
una
guerra
coi
gas
,
perché
più
economica
e
-
dice
lui
-
più
redditizia
.
Noi
siamo
certi
che
sorgeranno
nella
stessa
America
(
e
non
verranno
dalla
luna
)
gli
uomini
capaci
di
mettere
la
camicia
di
forza
ai
pazzi
,
ristabilire
l
'
ordine
nelle
idee
,
punire
i
furbi
e
sostituire
l
'
attuale
depravata
classe
dirigente
con
uomini
tratti
dal
grande
popolo
americano
.
StampaQuotidiana ,
Mac
Carthy
è
sulla
via
di
Bonn
.
Me
ne
dispiace
.
In
uno
scritterello
di
due
anni
fa
predissi
l
'
arresto
di
questo
vuoto
personaggio
chiassoso
,
spaccone
e
pericoloso
,
vero
specimen
della
attuale
classe
dirigente
americana
.
Purtroppo
,
però
,
sino
a
ora
l
'
arresto
del
Mac
Carthy
non
è
avvenuto
,
sebbene
se
ne
sia
parlato
,
nei
mesi
scorsi
,
negli
Stati
Uniti
,
come
di
cosa
probabile
e
prossima
.
Si
tratta
,
forse
,
di
un
semplice
ritardo
?
Intanto
Mac
Carthy
è
sulla
via
di
Bonn
.
Si
dice
che
vada
a
concludere
una
indagine
sulla
«
penetrazione
del
comunismo
»
nell
'
Alta
commissione
americana
in
Germania
,
a
Bonn
,
a
Berlino
-
Ovest
,
a
Francoforte
sul
Meno
,
a
Monaco
di
Baviera
.
La
indagine
maccarthiana
in
Germania
fu
iniziata
l
'
anno
scorso
,
nel
,
mese
di
aprile
,
dagli
agenti
del
senatore
del
Wisconsin
,
signori
Roy
Cohn
e
David
Shine
.
Come
si
ricorderà
,
l
'
inizio
di
questa
indagine
fini
in
un
modo
che
parve
comico
ai
tedeschi
:
infatti
,
un
carnet
di
appunti
scomparve
dalla
tasca
di
uno
dei
due
indagatori
,
e
il
Cohn
e
lo
Shine
si
accusarono
scambievolmente
di
aver
consegnato
il
carnet
ai
comunisti
.
Ma
questi
signori
sono
due
giovani
nazisti
americani
di
buona
lega
,
se
si
può
dir
così
,
e
persero
il
carnet
in
una
notte
di
sbornia
,
tra
bottiglie
di
whisky
e
garçons
de
joie
.
Pare
che
,
tirate
le
reti
della
indagine
,
molti
pesci
americani
siano
rimasti
nelle
maglie
,
e
il
famoso
Joe
,
che
non
è
stato
ancora
arrestato
,
vada
a
raccoglierli
per
offrirli
alla
sua
spregevole
ambizione
.
Il
Mac
Carthy
è
un
famoso
mangiatore
di
bistecche
.
Un
suo
biografo
racconta
che
egli
mangia
tre
bistecche
al
giorno
e
beve
grossi
bicchieri
di
whisky
.
Quando
al
ristorante
il
cameriere
gli
mostra
sul
piatto
le
bistecche
crude
perché
il
gentiluomo
scelga
quella
da
cuocere
,
il
nostro
Joe
indica
col
dito
la
prescelta
e
dice
:
«
Crematela
!
»
.
In
questo
suo
modo
di
alimentarsi
e
di
esprimersi
sprizza
,
com
'
è
evidente
,
la
sua
energia
di
occidentalista
senza
riserve
,
di
uomo
che
non
si
lascerà
mettere
nel
sacco
.
In
contrasto
con
questa
sua
predilezione
per
la
mensa
sanguinolenta
e
per
il
linguaggio
crudo
sta
,
però
,
la
sua
timidezza
militare
.
Pare
che
il
nostro
parti
volontario
,
sebbene
in
ritardo
,
per
la
guerra
.
(
Ma
non
lasciatevi
suggestionare
da
quelli
che
partono
volontari
!
Quanti
volontari
non
ho
io
conosciuti
,
durante
la
guerra
del
1915-18
,
che
si
fermarono
a
mezza
strada
,
ai
comandi
di
tappa
o
ai
comandi
di
grandi
unità
e
non
ci
fu
verso
di
smuoverli
,
neppure
dopo
il
terremoto
di
Caporetto
?
)
Volontario
nella
fanteria
da
sbarco
,
fu
promosso
ufficiale
incaricato
dell
'
ufficio
informazioni
di
una
squadra
da
bombardamento
(
quante
ne
vanno
a
trovare
!
)
,
incarico
tanto
più
interessante
in
quanto
esentava
Joe
dal
volo
.
Così
,
questo
ufficiale
dei
marines
fu
aggregato
all
'
aviazione
da
bombardamento
con
l
'
incarico
di
non
muoversi
da
terra
!
Un
suo
laudatore
,
Luigi
Barzini
junior
,
scrive
che
«
qualche
volta
(
c
'
è
chi
dice
una
volta
sola
)
volò
con
i
suoi
bombardieri
in
missione
.
Sedeva
in
coda
,
alla
mitragliatrice
.
Si
fece
fare
la
fotografia
a
quel
posto
e
ne
riempi
i
giornali
del
Wisconsin
.
I
compagni
raccontano
che
sparava
all
'
impazzata
,
a
tutte
le
palme
,
dicendo
che
su
ogni
palma
c
'
era
posto
per
un
giapponese
»
.
È
questa
la
fotografia
di
molti
volontari
di
nostra
conoscenza
,
vigliacchi
di
fronte
agli
avversari
armati
,
e
coraggiosi
davanti
agli
alberi
(
di
giorno
)
,
e
capaci
di
uccidere
gli
inermi
e
i
deboli
.
Di
questa
tendenza
al
tiro
all
'
impazzata
,
contro
le
palme
e
contro
le
figure
della
sua
fantasia
,
è
rimasto
a
Mac
Carthy
il
vezzo
:
egli
si
è
dato
,
come
si
sa
,
alla
fruttuosa
caccia
al
comunista
,
e
come
cacciatore
di
comunisti
si
reca
nella
Germania
Occidentale
dove
pare
che
i
comunisti
,
con
la
loro
nota
abilità
e
furberia
,
si
siano
impossessati
dell
'
Alta
commissione
americana
.
Noi
comunisti
,
coi
maccarthy
,
ci
giochiamo
ai
birilli
...
Il
naso
Mac
Carthy
segnerà
un
'
epoca
negli
Stati
Uniti
,
l
'
epoca
nella
quale
la
democrazia
americana
declinò
precipitando
,
infine
,
nell
'
infamia
e
nel
ridicolo
.
Il
fascismo
è
sempre
infame
e
ridicolo
.
Quando
il
fascismo
tende
a
prendere
il
sopravvento
nelle
nazioni
,
si
trovano
pronti
dei
falliti
,
degli
uomini
incatorzoliti
,
come
i
Farinacci
,
gli
Starace
,
i
Goering
,
i
Queipo
de
Llano
e
simili
che
si
aggregano
ai
caporioni
avventurieri
e
assumono
funzioni
di
primo
piano
.
Il
loro
successo
,
legato
a
quello
dei
loro
capi
,
è
in
rapporto
alla
violenta
vittoria
della
sragionevolezza
,
dell
'
ignoranza
attiva
e
orgogliosa
,
della
privata
e
pubblica
gagliofferia
.
Ecco
Joe
Mac
Carthy
,
ex
giudice
fallito
,
imbrogliatosi
in
un
affare
di
latterie
nel
1941
,
fabbricatore
di
divorzi
,
che
va
a
fare
un
salto
nelle
retrovie
,
nel
1942
,
con
un
certo
ritardo
,
come
volontario
dei
marines
,
addetto
alla
aviazione
da
terraferma
;
e
poi
torna
e
osi
dà
al
gioco
di
borsa
,
racimolando
in
un
anno
40.000
dollari
,
coi
quali
si
getta
nella
vita
politica
,
adoperando
mezzi
non
consentiti
dalle
stesse
leggi
americane
.
Una
bella
avventura
!
L
'
avventura
politica
(
e
finanziaria
)
del
nostro
è
assai
complessa
;
ma
non
è
questa
che
ora
ci
interessa
.
Di
essa
si
occuperanno
,
speriamo
fra
non
molto
,
i
giudici
di
qualche
tribunale
statunitense
.
È
interessante
e
sintomatico
,
per
noi
,
che
un
simile
tipo
sia
diventato
una
potenza
politica
e
giudiziaria
in
un
grande
paese
,
contribuendo
in
modo
rilevante
alla
rovina
politica
e
morale
di
questo
paese
.
Arrestato
e
condannato
per
malversazioni
e
peculato
il
presidente
della
tristemente
famosa
Commissione
senatoriale
per
le
attività
antiamericane
,
venne
nominato
al
suo
posto
Mac
Carthy
,
il
quale
si
è
fatto
avanti
comprendendo
assai
bene
che
un
posto
simile
poteva
dargli
fama
nella
attuale
congiuntura
americana
e
salvarlo
,
nello
stesso
tempo
,
da
certi
imbarazzi
speculativi
.
Non
si
può
dire
certo
che
il
noto
senatore
non
sia
stato
attivo
in
questi
anni
.
Egli
ne
ha
fatto
di
cotte
e
di
crude
,
e
si
è
persino
unito
in
matrimonio
con
la
sua
segretaria
-
avvenimento
questo
che
sarebbe
di
nessun
rilievo
(
tanto
più
perché
vano
)
se
il
sommo
pontefice
non
avesse
creduto
opportuno
di
onorarlo
della
sua
paterna
e
apostolica
benedizione
.
Mac
Carthy
ha
messo
sottosopra
gli
Stati
Uniti
in
tutti
gli
strati
della
società
,
ha
offeso
l
'
onore
dei
cittadini
e
delle
famiglie
,
ha
oltraggiato
tutto
quanto
costituiva
l
'
orgoglio
della
nazione
americana
,
e
ha
creato
il
maccarthysmo
,
che
è
la
dottrina
della
paura
applicata
allo
spionaggio
integrale
e
capillare
.
Si
tratta
di
un
fenomeno
di
estrema
gravità
per
il
popolo
statunitense
,
e
non
solo
per
esso
.
Osservate
,
ad
esempio
,
quanto
è
accaduto
nei
giorni
scorsi
nella
Malesia
,
ove
pare
che
una
giovine
cinese
abbia
visto
,
ai
limiti
della
giungla
,
tre
uomini
-
scimmia
,
tra
cui
una
donna
la
quale
indossava
una
sottanella
fatta
di
scorza
d
'
albero
(
o
vanità
delle
donne
-
scimmia
!
)
.
Gli
uomini
-
scimmia
avevano
i
baffi
lunghi
sino
alla
cintola
.
La
ragazza
che
ebbe
il
privilegio
dell
'
apparizione
sarebbe
stata
,
da
noi
,
salutata
come
una
miracolata
,
ovvero
accusata
di
possessione
demoniaca
.
In
Malesia
,
invece
,
ci
sono
i
partigiani
;
e
gli
inglesi
che
spadroneggiano
in
questo
paese
e
che
hanno
studiato
le
storie
maccarthyane
hanno
organizzato
una
spedizione
nell
'
interno
della
giungla
per
cercar
di
catturare
gli
eventuali
partigiani
travestiti
da
scimmie
a
scopo
di
mimetizzazione
,
sia
pure
con
baffi
da
combattimento
.
Vedete
un
po
'
!
Sì
,
il
nostro
Mac
Carthy
ha
gettato
l
'
infamia
e
il
ridicolo
sugli
Stati
Uniti
,
e
si
è
creato
dei
simpatizzanti
in
altri
paesi
.
Ma
chi
può
dire
davvero
che
egli
abbia
debellato
il
comunismo
e
i
comunisti
?
O
non
è
più
verosimile
l
'
affermazione
che
egli
abbia
lavorato
incoscientemente
a
sviluppare
la
curiosità
delle
persone
intelligenti
,
in
America
e
nell
'
Europa
occidentale
,
per
le
idee
comuniste
,
per
la
politica
dei
comunisti
,
al
cospetto
della
incapacità
e
della
decadenza
delle
vecchie
classi
e
della
vecchia
cultura
?
Dalla
mole
cospicua
delle
notizie
in
nostro
possesso
questa
seconda
ipotesi
apparirebbe
confermata
dai
fatti
.
Il
maccarthysmo
sta
scatenando
negli
Stati
Uniti
le
forze
che
lo
annienteranno
.
Certo
,
queste
forze
popolari
,
costituite
dalla
gente
del
lavoro
manuale
e
intellettuale
,
saranno
un
blocco
di
correnti
democratiche
varie
;
ma
i
comunisti
americani
vi
avranno
una
funzione
preminente
.
Il
piccolo
Partito
comunista
americano
,
diffamato
e
perseguitato
nei
suoi
eroici
militanti
,
diventerà
nella
vita
americana
una
forza
potente
,
sarà
la
bandiera
di
salvezza
del
popolo
degli
Stati
Uniti
d
'
America
.
In
questi
giorni
,
mentre
Mac
Carthy
viaggia
verso
la
Germania
occidentale
i
nazisti
tedeschi
gridano
che
hanno
ancora
il
compito
di
«
passare
su
tutta
l
'
Europa
una
scopa
di
ferro
»
,
«
perché
ciascuno
sappia
chi
noi
siamo
»
.
È
probabile
(
e
sarebbe
da
augurarselo
)
che
molti
americani
di
stanza
nella
Germania
Occidentale
siano
rimasti
fedeli
partigiani
della
democrazia
e
della
pace
e
non
accettino
il
compito
che
i
nazisti
tedeschi
proclamano
di
assegnarsi
per
incarico
degli
imperialisti
e
dei
maccarthysti
d
'
oltre
Atlantico
,
e
si
ribellino
all
'
idea
di
doversi
battere
domani
al
fianco
dei
nazisti
,
per
strangolare
la
libertà
dei
popoli
.
Sono
questi
,
dunque
,
che
vengono
definiti
comunisti
?
Se
è
così
,
i
comunisti
,
in
America
,
debbono
essersi
moltiplicati
per
mille
,
per
diecimila
,
per
centomila
-
come
si
sono
moltiplicati
nel
mondo
dominato
dall
'
imperialismo
e
dal
capitalismo
.
Se
è
casi
,
non
c
'
è
proprio
nulla
da
fare
,
signor
senatore
del
Wisconsin
;
e
tutte
le
vostre
perfidie
,
e
le
perfidie
del
governo
degli
Stati
Uniti
contro
i
cittadini
americani
,
non
serviranno
a
«
distruggere
il
comunismo
»
.
Si
avvicina
,
invece
,
l
'
ora
della
punizione
degli
affossatori
della
libertà
americana
;
e
non
saranno
il
Mac
Carthy
,
con
le
sue
stupide
malvagità
,
e
i
suoi
tristi
amici
,
a
cambiare
il
corso
della
storia
dell
'
America
,
dell
'
Europa
e
del
mondo
!
StampaQuotidiana ,
La
rocca
di
Gradara
è
bella
,
al
centro
e
al
vertice
del
vasto
castello
più
volte
cintato
,
che
se
ne
sta
su
uno
dei
dolci
colli
romagnoli
del
Pesarese
.
Restaurata
dai
suoi
proprietari
,
nell
'
ultimo
secolo
,
è
un
bel
monumento
medievale
,
che
merita
di
essere
meta
di
visitatori
.
Perciò
mi
compiacqui
della
folla
che
premeva
la
porta
serrata
,
in
un
pomeriggio
di
agosto
,
mentre
attendevo
il
mio
turno
per
salire
alla
rocca
.
Nell
'
attesa
,
compresi
che
quella
folla
estiva
era
presa
da
interessi
meno
ampi
dei
miei
,
assai
limitati
anzi
,
unilaterali
,
e
di
tipo
che
oserei
dire
istruttorio
.
Avrei
dovuto
immaginarlo
!
Agosto
è
pazzo
da
noi
ed
eccita
gli
estri
;
e
la
gente
in
attesa
oltre
il
secondo
cerchio
delle
mura
del
castello
,
era
ebbra
di
sole
,
accaldata
,
umidiccia
,
discinta
.
Aveva
altro
per
la
testa
,
che
la
storia
della
rocca
!
Cercava
nella
rocca
il
luogo
,
il
segno
del
«
fattaccio
»
,
e
la
guida
soddisfece
la
curiosità
febbricitante
del
pubblico
giovanile
e
di
quello
maturo
.
Io
sapevo
cosa
ci
avrebbe
detto
la
guida
,
all
'
ingrosso
,
sebbene
ignorassi
i
misteri
della
rocca
.
Non
avrei
però
mai
immaginato
cosa
cercasse
il
pubblico
giovanile
e
quello
maturetto
,
discinto
dalla
calura
sino
alle
esibizioni
più
audaci
.
Lo
seppi
mentre
salivamo
dal
luogo
dei
supplizi
alla
camera
che
sta
sopra
,
quando
delle
voci
sommesse
dietro
di
me
,
si
chiesero
bisbigliando
:
«
E
il
letto
?
Dov
'
è
il
letto
?
»
.
Il
letto
.
Nella
leggenda
di
Paolo
e
Francesca
il
letto
non
c
'
è
.
Nella
storia
verificata
dei
due
cognati
e
della
loro
sorte
,
un
letto
ci
deve
essere
.
Ma
di
esso
non
ci
ha
detto
Dante
,
né
ci
hanno
detto
i
successivi
poeti
minori
,
né
gli
affrescatori
e
gli
altri
dipintori
della
fatale
passione
;
e
la
leggenda
che
accogliamo
è
quella
che
Dante
ha
creato
e
ci
ha
trasmesso
.
Dapprima
pensai
che
la
ricerca
del
letto
(
erano
venuti
a
Gradara
per
questo
?
)
fosse
un
frutto
dell
'
estate
,
che
è
intensa
sull
'
Adriatico
.
Ma
no
:
la
guida
indicò
dinanzi
a
me
l
'
alcova
,
il
letto
;
e
la
guida
sapeva
ciò
che
i
visitatori
volevano
sapere
.
Ahimè
!
Ma
se
i
visitatori
della
rocca
di
Gradara
del
1952
,
infrangono
così
brutalmente
la
favola
,
allora
vediamo
come
andarono
veramente
le
cose
.
La
leggenda
dice
,
come
è
noto
,
che
il
signore
di
Ravenna
Guido
da
Polenta
,
per
suggellare
la
pace
con
i
Malatesta
,
signori
di
Rimini
,
con
i
quali
era
in
guerra
da
lungo
tempo
,
concedette
in
sposa
la
sua
bella
figlia
Francesca
a
Lancillotto
Malatesta
,
deforme
e
sciancato
e
perciò
soprannominato
Gianciotto
.
Ma
voi
converrete
che
non
può
esservi
,
né
vi
sarà
mai
giovine
e
bella
Francesca
o
Matilde
o
Filomena
disposta
ad
andare
a
nozze
allegramente
con
un
uomo
deforme
.
Infatti
,
nel
caso
di
Francesca
,
dice
la
leggenda
,
vi
fu
inganno
.
Ecco
l
'
inganno
.
Ambasciatore
malatestiano
presso
i
Polenta
fu
Paolo
il
bello
,
fratello
di
Lancillotto
,
che
le
dame
e
i
cavalieri
della
corte
di
Ravenna
presentarono
a
Francesca
come
promesso
sposo
.
Perché
fecero
questo
non
comprendo
.
I
cortigiani
sono
stati
sempre
dei
mascalzoni
.
Molto
piacque
a
Francesca
il
bel
figlio
del
signore
di
Rimini
,
e
si
può
immaginare
con
quanta
gioia
si
preparò
a
sposarlo
,
non
solo
dunque
per
la
pace
della
propria
famiglia
,
ma
anche
(
e
soprattutto
)
per
la
tranquillità
del
suo
cuore
.
Ma
quando
,
al
momento
delle
nozze
,
le
fu
presentato
il
vero
marito
,
lo
sciancato
,
lo
storpio
,
e
la
soverchieria
venne
rivelata
,
Francesca
rimase
di
sasso
.
Possiamo
immaginare
i
pianti
della
ragazza
,
il
suo
dolore
!
Non
c
'
era
,
però
,
nulla
da
fare
per
infrangere
la
severa
disciplina
della
corte
e
dei
tempi
.
Oggi
un
fatto
simile
non
accade
neppure
nelle
corti
,
che
pure
sono
sempre
luoghi
abietti
.
Non
parliamo
poi
fra
la
gente
del
popolo
!
Una
ragazza
alla
quale
scambiassero
dinanzi
all
'
altare
un
Paolo
con
un
Gianciotto
,
maledirebbe
i
defunti
di
tutti
i
responsabili
e
il
prete
,
i
testimoni
,
il
sagrestano
e
il
corteo
degli
amici
.
A
quei
tempi
perversi
,
Francesca
non
aveva
invece
da
fare
altro
che
obbedire
.
Francesca
divenne
,
così
,
la
moglie
di
Gianciotto
Malatesta
.
Voi
state
osservando
che
solo
dei
rimbambiti
potevano
veramente
pensare
che
tutto
sarebbe
andato
liscio
come
l
'
olio
,
in
questo
losco
affare
.
E
infatti
le
cose
volsero
alla
tragedia
.
Francesca
,
nelle
case
dei
Malatesta
vedeva
spesso
il
cognato
,
il
bel
giovane
Paolo
,
e
Paolo
vedeva
Francesca
,
e
tutti
e
due
si
vedevano
,
anche
perché
i
giovani
hanno
buona
vista
:
e
così
si
arrivò
a
quello
che
doveva
arrivare
e
che
Dante
ci
ha
raccontato
in
modo
sublime
.
Gianciotto
era
partito
per
affari
a
Pesaro
e
i
due
amanti
,
come
avviene
in
questi
casi
,
profittarono
della
sua
assenza
per
un
incontro
delizioso
.
Purtroppo
nelle
case
dei
Malatesta
c
'
era
qualcuno
che
spiava
Francesca
,
forse
per
gelosia
o
per
pura
cattiveria
,
ed
era
un
terzo
Malatesta
,
Malatestino
detto
dall
'
occhio
,
perché
orbo
.
Un
occhio
solo
,
però
,
basta
per
vedere
,
soprattutto
a
chi
fa
la
spia
;
e
noi
sappiamo
che
troppi
malatestini
,
dall
'
occhio
o
con
due
occhi
,
si
impicciano
dei
fatti
altrui
.
Malatestino
aveva
già
avvertito
il
fratello
della
tresca
e
non
è
escluso
che
la
partenza
di
Gianciotto
per
Pesaro
fosse
una
finta
.
Gianciotto
entrò
,
dunque
,
nella
stanza
dove
erano
i
due
amanti
,
li
sorprese
abbracciati
e
li
uccise
entrambi
a
pugnalate
.
Io
condivido
con
voi
l
'
opinione
dei
secoli
,
favorevole
alla
causa
di
Paolo
e
Francesca
,
che
è
la
causa
immortale
dell
'
amore
.
Nel
caso
di
Francesca
l
'
adulterio
è
stato
giustificato
nei
tempi
.
Esso
fu
necessario
e
morale
.
Cosi
narra
la
leggenda
.
Però
la
verità
storica
è
un
po
'
diversa
dalla
leggenda
.
Quando
Paolo
e
Francesca
,
infatti
,
furono
soppressi
violentemente
da
Gianciotto
non
erano
più
giovani
:
erano
tutti
e
due
da
molti
anni
sposati
e
avevano
dei
figli
.
Paolo
aveva
42
anni
,
non
era
un
giovinetto
.
Da
sedici
anni
era
sposo
di
Orabile
Beatrice
di
Ghiaggiolo
,
dalla
quale
aveva
avuto
due
figli
,
Uberto
e
Margherita
.
Francesca
aveva
30
anni
e
da
dieci
anni
era
moglie
del
brutto
Gianciotto
,
dal
quale
aveva
avuto
una
bella
bambina
di
nome
Concordia
.
Inoltre
Gianciotto
,
lo
sciancato
,
non
era
vecchio
,
ma
di
poco
più
anziano
del
fratello
Paolo
,
forse
di
due
o
tre
anni
e
possedeva
notevole
ingegno
.
Dopo
il
doppio
omicidio
,
Gianciotto
sposò
una
certa
Zambrasina
,
dalla
quale
ebbe
cinque
figli
.
Concordia
,
figlia
di
Francesca
,
nonostante
la
sua
bellezza
mori
nubile
,
e
conobbe
il
meraviglioso
e
appassionato
canto
V
dell
'
Inferno
dell
'
Alighieri
.
Così
stanno
le
cose
.
E
stando
così
le
cose
è
molto
verosimile
che
tra
i
protagonisti
dell
'
affare
vi
sia
pure
un
'
alcova
o
un
letto
.
A
me
piace
di
più
la
versione
leggendaria
,
ma
se
la
gente
del
mio
tempo
è
più
propensa
alla
esattezza
storica
allora
deve
accettarla
tutta
e
non
solo
in
qualche
dettaglio
.
Io
,
dunque
,
non
rimprovererò
la
guida
della
rocca
perché
ci
fece
vedere
«
il
letto
»
(
o
per
essere
più
esatti
l
'
alcova
)
,
sebbene
debbo
esprimere
una
mia
opinione
sulla
opportunità
del
luogo
ove
il
letto
è
stato
collocato
.
Né
rileverò
che
gli
incontri
tra
Paolo
e
Francesca
,
e
l
'
incontro
fatale
non
ebbero
luogo
verosimilmente
alla
rocca
di
Gradara
,
né
in
nessun
'
altra
di
quelle
rocche
di
Romagna
che
pretendono
avere
ospitato
i
celebri
adulteri
e
l
'
adulterio
favoloso
.
Paolo
e
Francesca
si
vedevano
agevolmente
a
Rimini
,
nelle
antiche
case
malatestiane
e
non
avevano
bisogno
di
allontanarsene
.
Prego
gli
amici
di
Gradara
di
non
dispiacersi
per
quanto
dico
,
tanto
più
che
tornerò
a
Gradara
e
dirò
ai
miei
amici
,
ai
miei
conoscenti
,
soprattutto
ai
giovani
,
di
recarsi
a
Gradara
,
sulle
tracce
dei
«
due
cognati
»
,
in
pellegrinaggio
devoto
.
V
'
è
da
aggiungere
che
tutto
induce
il
visitatore
della
rocca
ad
ammettere
che
qui
e
non
in
altro
luogo
;
qui
,
in
questa
fortezza
piena
di
antri
oscuri
e
umidi
,
di
trabocchetti
,
di
nascondigli
,
di
«
occhi
di
bue
»
,
di
sorprese
(
i
giovani
amanti
in
visita
stiano
attenti
,
perché
può
esserci
un
Malatestino
dall
'
occhio
a
spiarli
qui
,
senza
che
essi
se
ne
accorgano
)
;
in
questo
luogo
,
un
giorno
dell
'
anno
1284
o
del
1285
,
i
due
fatali
amanti
furono
sorpresi
e
soppressi
.
Ora
questa
fortezza
antica
non
fa
più
paura
.
Ci
hanno
detto
che
l
'
attuale
proprietaria
vi
pranza
,
talora
,
e
vi
offre
ricevimenti
:
è
una
rocca
addomesticata
,
dunque
;
ed
è
fortuna
per
essa
non
aver
subito
la
triste
rovina
del
tempo
.
Quest
'
aria
di
casa
abitata
toglie
alle
«
illustrazioni
»
della
guida
di
Gradara
,
il
carattere
impressionante
,
truculento
che
essa
ama
dare
.
E
poi
,
la
illustrazione
della
camera
dei
supplizi
mi
par
troppo
minuta
,
e
fatta
per
preparare
l
'
animo
del
visitatore
all
'
ambiente
.
I
dettagli
sull
'
uso
dei
diversi
strumenti
di
tortura
sono
senza
dubbio
esagerati
.
Ma
non
voglio
seguire
la
mia
guida
nel
suo
itinerario
.
Gli
dichiaro
,
però
,
che
ho
riso
molto
,
con
la
complicità
di
qualcuno
che
non
conosco
,
dinanzi
all
'
alcova
(
«
al
letto
»
)
di
Francesca
.
Vi
immaginate
voi
la
camera
da
letto
della
castellana
incastrata
tra
la
camera
della
giustizia
e
quella
del
comando
militare
!
E
dalla
camera
della
giustizia
si
scende
per
una
botola
alla
camera
dei
supplizi
;
sicché
quando
il
boia
stava
accecando
un
povero
cristo
,
le
urla
dello
sventurato
arrivavano
nella
camera
di
Francesca
!
Non
è
possibile
!
Ti
collocamento
gradariano
dell
'
alcova
di
Francesca
è
incompatibile
con
i
costumi
e
le
usanze
dei
signori
,
anche
dell
'
epoca
alla
quale
ci
riferiamo
.
Credo
che
persino
Caterina
Sforza
,
che
aveva
anima
e
capacità
di
un
condottiero
del
Quattro
o
del
Cinquecento
,
ed
era
crudele
,
anche
lei
avesse
i
suoi
appartamenti
privati
lontani
dalle
armi
,
dagli
armati
e
dalle
camere
di
tortura
.
Del
resto
la
guida
di
Gradara
,
che
è
una
guida
privata
,
non
ha
colpa
per
quello
che
dice
.
Più
colpevoli
sono
le
guide
dei
pubblici
musei
o
monumenti
.
Questi
hanno
alcune
nozioni
,
sulle
quali
ricamano
e
inventano
.
Andate
alla
Domus
Aurea
a
Roma
,
e
ne
sentirete
delle
belle
!
Io
mi
sono
divertito
un
mondo
alla
Casa
dei
Vetii
,
a
Pompei
,
a
cagione
di
certe
spiegazioni
datemi
da
una
guida
del
luogo
la
quale
meriterebbe
una
parte
in
una
compagnia
di
comici
,
per
il
suo
spirito
inesauribile
,
del
quale
essa
non
si
rende
conto
,
ciò
che
denota
una
comicità
intrinseca
,
strutturale
.
Non
posso
raccontarvi
nulla
della
mia
visita
pompeiana
perché
il
racconto
sarebbe
lungo
e
lubrico
;
e
sebbene
potrei
trovare
le
parole
adatte
per
ripetervi
ciò
che
udì
e
farvi
ridere
sgangheratamente
,
me
ne
risparmio
perché
uscirei
dal
tema
di
questa
noterella
.
Sarebbe
necessario
che
le
guide
dei
musei
e
dei
monumenti
fossero
più
colte
.
Si
porrebbe
,
in
tal
caso
,
il
problema
della
riorganizzazione
del
servizio
dei
monumenti
,
questo
è
certo
.
Ne
guadagnerebbero
,
però
,
la
cultura
nazionale
e
anche
il
decoro
del
nostro
paese
.
StampaQuotidiana ,
Ad
Erto
,
la
SADE
arrivò
nel
1956
.
Praticamente
poteva
agire
come
in
ogni
altro
luogo
,
poiché
aveva
in
tasca
la
concessione
di
sfruttamento
delle
acque
del
Vajont
.
Aveva
,
quindi
,
la
«
pubblica
utilità
»
che
la
proteggeva
,
che
le
copriva
ogni
malversazione
.
Era
un
formidabile
biglietto
da
visita
,
che
le
serviva
da
lasciapassare
.
Ma
con
i
contadini
di
Erto
le
cose
non
erano
tanto
facili
.
È
un
popolo
per
certi
versi
primitivo
,
con
punte
di
arguzia
e
di
sospetto
;
dal
grande
,
generoso
cuore
verso
gli
amici
,
ma
soprattutto
libero
da
ogni
costrizione
.
La
saggezza
gli
deriva
,
forse
,
da
una
lunga
tradizione
di
isolamento
come
comunità
,
che
conserva
gelosamente
usi
e
costumi
antichi
,
di
una
civiltà
primitiva
,
appunto
,
ma
basata
sulla
giustizia
senza
cavilli
e
sulla
verità
senza
veli
.
Guidava
,
allora
,
l
'
amministrazione
comunale
di
Erto
,
la
signora
Caterina
Filippin
,
che
i
suoi
compaesani
chiamavano
familiarmente
Cate
.
In
quel
periodo
essa
si
batté
coraggiosamente
alla
testa
del
suo
popolo
,
contro
gli
espropri
,
che
la
SADE
voleva
risarcire
a
dieci
lire
il
metro
quadro
.
Parlamentò
con
i
tecnici
arrivati
sul
posto
per
le
stime
;
inoltrò
ricorsi
e
controricorsi
.
Riuscì
,
anche
,
a
rialzare
le
quotazioni
che
,
tuttavia
,
rimanevano
ancora
troppo
basse
.
Non
era
solo
il
valore
reale
del
terreno
che
i
contadini
pretendevano
.
Su
quella
terra
avevano
giocato
,
erano
cresciuti
,
avevano
fatto
l
'
amore
,
erano
nati
i
loro
figli
.
Senza
quella
terra
avrebbero
dovuto
andarsene
dal
paese
anche
i
vecchi
e
le
donne
,
come
i
più
giovani
già
facevano
per
tradizione
secolare
,
per
miseria
secolare
.
E
dove
si
trapiantavano
con
l
'
elemosina
elargita
dalla
SADE
?
Questo
era
il
punto
.
Cedere
sì
,
ma
non
prostituirsi
.
Inoltre
,
la
SADE
pretendeva
d
'
espropriare
nuovi
terreni
,
avendo
deciso
di
rialzare
ancora
di
più
il
livello
d
'
invaso
.
La
concessione
parlava
,
è
vero
,
di
una
quota
massima
di
677
metri
,
ma
la
società
elettrica
,
dopo
aver
fatto
i
suoi
conti
,
intravide
la
possibilità
di
altri
grandi
guadagni
,
se
avesse
ottenuto
l
'
autorizzazione
a
sopraelevare
il
livello
delle
acque
di
altri
45
metri
e
mezzo
,
portandole
a
quota
722,50
.
Inoltrò
la
domanda
in
tale
senso
al
ministero
dei
Lavori
Pubblici
ed
ottenne
la
nuova
autorizzazione
,
malgrado
l
'
opposizione
del
Comune
e
dei
privati
cittadini
.
Con
i
proprietari
il
monopolio
non
intendeva
troppo
parlamentare
.
Aveva
le
carte
scritte
in
mano
e
,
a
tempo
debito
,
le
avrebbe
fatte
valere
.
Era
tanto
sicuro
di
ciò
che
tirava
le
cose
per
le
lunghe
,
apposta
,
per
logorare
la
resistenza
dei
singoli
.
Aveva
tempo
davanti
a
sé
.
Stava
costruendo
la
diga
,
per
intanto
.
I
contadini
avrebbero
creduto
quando
si
fossero
trovati
davanti
al
lavoro
compiuto
;
alla
grande
e
maestosa
diga
che
doveva
essere
l
'
orgoglio
di
tutti
e
alla
«
pubblica
utilità
»
che
ne
derivava
di
invasare
la
valle
.
Per
intanto
non
bisognava
urtarli
più
del
necessario
.
Per
mantenere
l
'
ordine
nel
paese
c
'
erano
i
carabinieri
.
Il
primo
gruppo
della
Benemerita
fu
installato
ad
Erto
qualche
anno
prima
che
arrivasse
sul
posto
la
SADE
.
Si
disse
che
ce
n
'
era
bisogno
,
a
causa
di
risse
e
di
adulteri
,
cui
troppo
spesso
gli
ertani
si
lasciavano
andare
.
Facevano
una
netta
distinzione
tra
quello
che
era
di
Dio
e
quello
che
era
di
Cesare
pur
essendo
,
sostanzialmente
,
religiosi
.
Anzi
,
la
vita
di
Gesù
aveva
tanta
attrattiva
su
di
loro
,
che
il
venerdì
santo
quelli
di
Erto
mettevano
in
scena
all
'
aperto
,
tra
le
vie
e
sulle
colline
del
paese
,
una
rappresentazione
della
passione
di
Cristo
,
forse
tra
le
più
belle
che
esistano
ancora
in
Italia
.
Era
,
per
la
verità
,
di
gusto
pagano
,
ma
ad
essa
si
preparavano
coscienziosamente
tutto
l
'
anno
,
parti
e
costumi
,
con
l
'
orgoglio
di
far
ben
figurare
il
paese
di
fronte
agli
spettatori
che
convenivano
ad
Erto
dalla
provincia
di
Belluno
e
di
Udine
e
da
altre
città
del
Veneto
.
Era
una
cosa
loro
,
non
volevano
preti
.
I
parroci
succedutisi
ad
Erto
avevano
cercato
molte
volte
di
far
smettere
la
tradizione
,
per
oltraggio
alla
religione
.
Non
vi
erano
riusciti
.
Un
brutto
giorno
la
sindachessa
cambiò
parere
.
Si
mise
a
spargere
la
voce
che
,
contro
la
SADE
,
nessuno
la
avrebbe
spuntata
.
Tanto
valeva
cedere
,
prima
che
succedesse
il
peggio
.
Qualcuno
s
'
impaurì
.
Se
lo
diceva
il
sindaco
che
era
sempre
stato
dalla
parte
dei
contadini
,
voleva
dire
che
ne
sapeva
qualcosa
.
Altri
non
rimasero
convinti
del
nuovo
atteggiamento
assunto
dalla
prima
cittadina
del
paese
.
La
SADE
,
comunque
,
aveva
raggiunto
il
suo
scopo
.
I
cittadini
di
Erto
si
trovavano
divisi
ed
era
il
momento
opportuno
per
approfondire
il
solco
della
discordia
,
per
tirarne
il
proprio
tornaconto
.
Il
monopolio
elettrico
si
mosse
sul
terreno
diplomatico
,
come
fosse
entro
un
ministero
.
Avvicinò
i
dubbiosi
e
giocò
,
con
loro
,
al
rialzo
dei
prezzi
.
Dalla
sua
aveva
già
la
sindachessa
,
che
aveva
dato
l
'
esempio
cedendo
le
terre
al
monopolio
.
In
capo
a
qualche
mese
la
SADE
aveva
portato
a
termine
il
disegno
che
si
era
prefissa
.
Si
era
acquistata
,
pagando
bene
,
la
complicità
e
l
'
omertà
di
alcuni
proprietari
che
,
ora
,
facevano
la
propaganda
per
la
società
.
La
SADE
raccolse
un
magro
frutto
da
questa
manovra
.
I
contadini
più
deboli
e
ormai
senza
una
guida
,
si
presentarono
spontaneamente
al
monopolio
,
che
pagò
la
loro
terra
a
18
lire
il
metro
quadro
.
Ma
la
maggioranza
si
unì
attorno
a
un
capo
,
il
signor
Pietro
Carrara
,
che
guidava
un
comitato
di
protesta
.
La
voce
di
questi
montanari
vessati
dalla
SADE
arrivò
fin
dentro
il
Senato
.
Il
senatore
Giacomo
Pellegrini
,
nel
riferire
il
suo
interessamento
al
comitato
di
Erto
,
espresse
il
convincimento
che
a
Roma
la
cosa
non
interessava
.
Tutto
andava
come
voleva
la
SADE
,
che
aveva
ancora
l
'
ultima
carta
nel
mazzo
da
giocare
.
E
la
buttò
sulla
tavola
vincendo
il
piatto
.
Fece
sapere
a
quanti
ancora
resistevano
che
dovevano
decidersi
.
O
accettare
con
le
buone
,
oppure
sarebbero
stati
espropriati
con
la
forza
e
i
denari
del
risarcimento
versati
in
banca
a
nome
del
titolare
catastale
del
fondo
.
Era
una
operazione
che
le
veniva
consentita
in
virtù
della
concessione
che
teneva
in
mano
per
«
pubblica
utilità
»
.
I
lavori
,
nella
valle
,
li
doveva
fare
e
lo
Stato
le
dava
questa
facoltà
.
Era
la
fine
per
i
montanari
di
Erto
.
Resistere
ancora
voleva
dire
non
vedere
forse
mai
quei
pochi
denari
.
I
terreni
,
in
moltissimi
casi
,
erano
ancora
intestati
al
primitivo
proprietario
,
morto
da
tanto
tempo
.
Gli
eredi
erano
molti
e
sparsi
un
po
'
ovunque
,
ad
Erto
e
in
altre
città
italiane
e
straniere
.
Per
entrarne
in
possesso
,
essi
avrebbero
dovuto
fare
lunghe
pratiche
burocratiche
e
procure
notarili
.
Spendere
molti
denari
.
Alcuni
cedettero
al
ricatto
.
Altri
resistettero
,
ma
si
trovano
ancora
oggi
con
i
soldi
vincolati
in
una
banca
.
La
SADE
aveva
ormai
mano
libera
per
costruire
l
'
impianto
.
Ai
contadini
espropriati
fu
offerto
un
posto
di
lavoro
sulla
grande
diga
e
molti
di
loro
morirono
nel
corso
della
sua
costruzione
.
È
bene
spiegare
in
che
modo
la
SADE
ottenne
la
concessione
per
lo
sfruttamento
delle
acque
del
Vajont
.
Alla
luce
della
terribile
tragedia
,
il
pensiero
di
come
essa
riuscì
ad
averla
in
mano
fa
semplicemente
rabbrividire
.
Il
decreto
porta
la
data
dell
'
ottobre
1943
.
L
'
Italia
era
precipitata
nel
caos
.
Non
esisteva
,
praticamente
,
un
governo
.
A
Roma
,
in
quei
giorni
gli
ebrei
venivano
rastrellati
dai
tedeschi
.
Nulla
più
era
efficiente
.
Le
donne
italiane
rivestivano
di
abiti
borghesi
i
soldati
fuggiaschi
per
sottrarli
alla
cattura
.
L
'
unica
cosa
valida
di
quei
momenti
erano
i
gruppi
antifascisti
che
si
andavano
organizzando
per
la
lotta
partigiana
.
Eppure
,
dentro
il
ministero
dei
Lavori
Pubblici
di
Roma
,
la
SADE
trovò
o
pagò
un
funzionario
disposto
a
mettere
un
timbro
e
una
firma
di
un
ministro
fasullo
sotto
la
concessione
.
Un
documento
che
nessun
governo
del
dopo
guerra
contestò
mai
al
monopolio
elettrico
.
Mentre
il
popolo
italiano
pensava
ad
organizzarsi
e
a
lottare
per
la
liberazione
del
paese
,
moriva
per
i
propri
ideali
di
democrazia
e
di
giustizia
sociale
,
la
SADE
maneggiava
nei
ministeri
,
imbrogliando
le
carte
,
per
non
perdere
quella
che
credeva
l
'
ultima
partita
.
Il
Vajont
aveva
avuto
un
assurdo
inizio
prima
di
avere
una
tragica
fine
.
La
costruzione
del
lago
artificiale
e
la
sopraelevazione
delle
acque
a
quota
722,50
creava
un
altro
grosso
problema
per
i
valligiani
di
Erto
.
Il
centro
veniva
diviso
da
alcune
sue
frazioni
,
situate
sul
versante
sinistro
della
valle
.
In
quella
zona
sorgevano
tre
centri
abitati
:
Pineda
,
Prada
e
Liron
.
Inoltre
molti
abitanti
di
Erto
possedevano
ancora
terreni
sul
lato
opposto
del
paese
e
case
,
dove
si
trasferivano
con
il
bestiame
dalla
primavera
all
'
autunno
.
I
contadini
raggiungevano
i
due
versanti
in
un
batter
d
'
occhio
,
attraverso
sentieri
che
percorrevano
veloci
quanto
gli
scoiattoli
.
Erano
abituati
da
sempre
a
quelle
primitive
vie
di
comunicazione
.
Perciò
avevano
costruito
i
villaggi
dall
'
altra
parte
del
paese
,
dove
c
'
era
l
'
unica
buona
terra
da
coltivare
.
Le
donne
s
'
erano
allenate
fin
da
piccole
a
portare
la
gerla
in
spalla
carica
di
fieno
,
letame
e
patate
.
I
bambini
percorrevano
gli
stessi
sentieri
per
recarsi
alla
scuola
del
paese
,
anche
con
la
neve
.
La
SADE
era
tenuta
,
secondo
quanto
era
scritto
nel
disciplinare
di
concessione
,
a
mettere
in
opera
tutte
le
misure
necessarie
per
garantire
il
normale
bisogno
delle
popolazioni
.
Ed
esse
volevano
una
passerella
che
attraversasse
la
valle
.
La
SADE
,
in
un
primo
tempo
,
accettò
di
costruirla
.
In
seguito
,
probabilmente
dopo
l
'
autorizzazione
a
sopraelevare
il
livello
dell
'
acqua
,
si
rifiutò
.
Disse
che
avrebbe
,
invece
,
costruito
una
strada
di
circonvallazione
,
bella
e
panoramica
.
Per
i
contadini
la
strada
significava
sette
chilometri
di
percorso
per
andare
e
tornare
dal
paese
.
A
piedi
,
poiché
,
a
quel
tempo
,
nessuno
possedeva
neppure
una
motocicletta
.
Significava
fatica
e
perdita
di
tempo
per
le
donne
che
dovevano
recarsi
al
paese
per
le
spese
,
per
i
bambini
che
dovevano
andare
a
scuola
.
Ed
era
un
grosso
inconveniente
in
caso
di
urgenti
necessità
,
quali
il
medico
o
qualche
ammalato
grave
da
trasportare
.
Per
di
più
,
la
strada
veniva
costruita
su
un
percorso
che
ad
ogni
primavera
con
il
disgelo
e
ad
ogni
autunno
con
le
piogge
,
franava
.
La
gente
si
oppose
.
Iniziò
la
seconda
ondata
di
proteste
anti
-
SADE
.
La
società
elettrica
corse
ai
ripari
.
Capì
che
con
i
contadini
di
Erto
bisognava
mettere
nero
su
bianco
per
convincerli
.
E
il
nero
che
stava
scritto
sulle
sue
carte
ufficiali
parlava
chiaro
in
favore
dei
contadini
.
Bisognava
,
allora
,
modificare
le
carte
.
La
sua
mano
era
abbastanza
lunga
per
arrivare
dappertutto
.
Un
giorno
si
presentò
ad
Erto
con
un
nuovo
disciplinare
di
concessione
,
con
il
quale
il
ministro
competente
la
esonerava
dal
costruire
il
ponte
perché
«
la
natura
del
terreno
non
reggeva
all
'
opera
»
.
Il
terreno
di
Erto
era
tutto
della
stessa
natura
.
Secondo
le
carte
dei
ministeri
e
della
SADE
il
ponte
non
si
poteva
costruire
perché
era
pericoloso
,
ma
la
diga
e
il
bacino
invece
,
si
potevano
fare
.
I
contadini
ricorsero
contro
il
nuovo
disciplinare
.
Nessuno
li
ascoltò
.
La
SADE
,
intanto
,
segnò
il
tracciato
della
strada
e
cominciò
a
costruirla
.
Man
mano
che
i
lavori
avanzavano
espropriava
i
contadini
,
senza
nemmeno
chiedere
il
loro
permesso
.
Passava
sui
loro
terreni
,
rovinandoli
;
davanti
alle
loro
case
;
sui
loro
cortili
.
«
Pubblica
utilità
»
-
diceva
.
Gli
ertani
,
umiliati
e
inferociti
,
protestarono
giustamente
,
verso
autorità
locali
,
provinciali
e
nazionali
,
il
loro
diritto
ad
essere
trattati
almeno
umanamente
.
Le
loro
proteste
suonarono
sempre
a
vuoto
.
Ci
fu
una
persona
,
per
la
verità
,
che
ritenne
giuste
le
proteste
dei
contadini
.
Fu
l
'
ingegner
Desidera
,
allora
ingegnere
capo
del
Genio
Civile
di
Belluno
.
Questi
,
di
sua
iniziativa
,
fece
fermare
i
lavori
della
strada
.
Il
giorno
dopo
questa
sua
presa
di
posizione
venne
trasferito
da
Belluno
.
Una
mattina
,
un
contadino
,
esasperato
,
affrontò
i
tecnici
della
SADE
brandendo
un
'
accetta
.
«
Se
fate
ancora
un
passo
sul
mio
vi
ammazzo
tutti
»
-
gridò
.
I
carabinieri
lo
andarono
a
prelevare
e
lo
denunciarono
per
minaccia
a
mano
armata
.
Cosa
dovevano
fare
gli
ertani
di
fronte
alla
prepotenza
legalizzata
,
di
fronte
a
una
società
privata
che
dettava
legge
,
di
fronte
a
uno
Stato
che
proteggeva
i
forti
contro
i
deboli
?
Pensarono
di
costituire
un
consorzio
di
capi
famiglia
,
che
avesse
veste
giuridica
per
affrontare
i
potenti
.
Indissero
una
pubblica
assemblea
,
che
si
tenne
una
domenica
mattina
,
con
il
vento
che
spazzava
via
l
'
ultima
neve
.
Invitarono
,
per
l
'
occasione
,
i
parlamentari
della
circoscrizione
,
di
ogni
partito
.
Tranne
l
'
on.
Giorgio
Bettiol
di
Belluno
,
nessuno
si
fece
vivo
.
La
riunione
ebbe
luogo
il
3
maggio
1959
nella
rustica
sala
da
ballo
dell
'
ENAL
,
alla
presenza
del
notaio
dott.
Adolfo
Soccal
di
Belluno
,
che
redasse
l
'
atto
costitutivo
e
legalizzò
le
firme
dei
136
capi
famiglia
,
che
sottoscrissero
il
documento
.
La
riunione
fu
molto
più
numerosa
.
Intere
famiglie
si
recarono
sul
luogo
dell
'
assemblea
,
anche
molte
donne
con
i
bambini
,
che
nel
corso
della
prima
messa
domenicale
avevano
sentito
le
parole
di
esortazione
del
parroco
don
Doro
,
affinché
tutti
aderissero
all
'
iniziativa
«
sacrosanta
»
.
Quella
mattina
successe
un
fatto
che
turbò
un
poco
i
presenti
.
Un
imponente
vecchio
,
Giovanni
Martinelli
,
era
giunto
da
oltre
la
valle
con
due
cartelli
.
«
Abbasso
la
SADE
»
e
«
Abbasso
il
governo
»
-
c
'
era
scritto
.
Aveva
ragione
da
vendere
,
visti
i
precedenti
.
I
carabinieri
si
indispettirono
e
gli
ordinarono
di
depositarli
in
un
angolo
.
Lui
si
rifiutò
fieramente
.
I
carabinieri
glieli
strapparono
con
la
forza
,
malgrado
che
egli
tentasse
di
trattenerli
.
«
Se
non
li
molla
la
denuncio
per
resistenza
a
pubblico
ufficiale
»
-
scandì
l
'
uomo
in
divisa
.
Giovanni
Martinelli
aveva
fatto
la
guerra
del
'15-'18;
aveva
aiutato
i
partigiani
nell
'
ultima
guerra
;
aveva
avuto
la
casa
bruciata
dai
tedeschi
e
,
dal
governo
non
aveva
ricevuto
una
lira
per
i
danni
subiti
.
Era
uno
dei
più
energici
nelle
proteste
;
uno
dei
più
sicuri
che
la
montagna
dovesse
franare
e
provocare
una
tragedia
.
Quella
terribile
notte
del
Vajont
,
l
'
acqua
gli
avrebbe
portato
via
un
figlio
di
23
anni
.
L
'
assemblea
si
svolse
con
ordine
,
ma
in
un
clima
di
ribellione
che
ognuno
covava
dentro
il
petto
da
tempo
.
Una
vecchia
disse
:
«
Se
i
ladri
vengono
a
rubare
in
casa
mio
,
io
ho
ben
il
diritto
di
prendere
il
fucile
e
difendermi
»
.
A
presidente
del
consorzio
fu
eletta
la
signora
Lina
Carrara
,
moglie
di
quel
Pietro
Carrara
,
che
fu
uno
dei
primi
animatori
delle
proteste
anti
-
SADE
.
Egli
,
dopo
l
'
esproprio
dei
terreni
,
era
stato
costretto
ad
accettare
lavoro
dalla
società
elettrica
.
Morì
in
un
infortunio
occorsogli
durante
la
costruzione
della
diga
.
Sua
moglie
,
insegnante
elementare
a
Pordenone
,
accettò
subito
l
'
incarico
degli
ertani
,
in
nome
di
una
solidarietà
umana
che
non
si
sentiva
di
tradire
,
verso
i
compaesani
di
suo
marito
,
che
avevano
offerto
il
proprio
sangue
numerosi
all
'
epoca
dell
'
infortunio
,
nel
generoso
tentativo
di
salvarlo
.
Molti
ertani
parlarono
quel
giorno
.
Degli
espropri
,
della
strada
e
del
costruendo
bacino
.
Qualche
mese
prima
,
nel
vicino
lago
artificiale
di
Forno
di
Zoldo
,
era
franato
un
pezzo
di
montagna
.
Anche
ad
Erto
il
terreno
era
di
natura
franosa
,
in
pendenza
dal
40
al
70%
.
Il
paese
era
addirittura
costruito
su
terra
di
riporto
alluvionale
.
I
contadini
portavano
l
'
esempio
di
Forno
di
Zoldo
e
di
Vallesella
di
Cadore
.
In
ambedue
i
casi
l
'
acqua
dei
laghi
artificiali
,
col
suo
continuo
movimento
ondoso
,
aveva
«
mangiato
»
il
terreno
di
natura
franosa
e
provocato
disastri
.
A
Vallesella
tutte
le
case
si
erano
spaccate
.
Gli
ertani
manifestarono
la
loro
apprensione
e
si
proposero
di
condurre
avanti
una
lotta
organizzata
«
per
la
difesa
e
la
rinascita
della
valle
ertana
»
.
Questa
fu
,
appunto
,
la
denominazione
data
al
consorzio
.
Una
giornalista
dell
'
Unità
,
presente
all
'
assemblea
,
riferì
sul
suo
giornale
la
cronaca
dell
'
avvenimento
,
registrando
le
impressioni
della
popolazione
di
Erto
in
merito
all
'
invaso
.
Fu
denunciata
all
'
autorità
giudiziaria
,
dal
brigadiere
dei
carabinieri
Battistini
,
per
«
notizie
false
e
tendenziose
atte
a
turbare
l
'
ordine
pubblico
»
.
La
denuncia
aveva
il
chiaro
scopo
di
intimorire
gli
ertani
;
di
stroncare
la
loro
resistenza
.
Ottenne
il
risultato
opposto
,
poiché
molti
contadini
si
offersero
di
andare
a
testimoniare
al
processo
.
Tra
la
denuncia
e
la
celebrazione
del
processo
passò
un
anno
.
Nel
frattempo
,
precisamente
il
6
novembre
1960
,
dal
monte
Toc
franarono
alcune
centinaia
di
metri
cubi
di
materiale
.
Un
appezzamento
di
bosco
,
della
lunghezza
di
duecento
metri
,
sprofondò
nel
lago
.
L
'
ondata
che
si
sollevò
fu
abbastanza
grande
,
ma
non
fece
vittime
,
essendo
il
livello
dell
'
acqua
alquanto
basso
.
Il
franamento
spazzò
via
numerose
case
che
erano
state
espropriate
per
l
'
invaso
e
provocò
larghe
fenditure
in
tutta
la
zona
del
Toc
.
Chi
non
aveva
ancora
creduto
al
pericolo
si
rese
conto
che
il
paese
era
destinato
alla
rovina
.
Il
30
novembre
1960
si
celebrò
il
processo
a
carico
dell
'
Unità
.
I
giudici
di
Milano
ascoltarono
con
interesse
la
deposizione
della
giornalista
e
quella
dei
montanari
di
Erto
.
Esaminarono
attentamente
le
fotografie
che
riproducevano
la
zona
.
Si
informarono
minuziosamente
della
situazione
di
Erto
e
Casso
,
facendo
un
po
'
di
confusione
nel
pronunciare
i
due
strambi
nomi
.
Gli
ertani
si
appellarono
ai
giudici
con
foga
contadina
,
affinché
la
loro
sentenza
fosse
un
allarme
che
destasse
l
'
attenzione
delle
autorità
sulla
sorte
della
zona
.
I
giudici
,
alfine
si
ritirarono
.
Rimasero
pochissimo
in
camera
di
consiglio
.
Quando
ritornarono
in
aula
lessero
una
sentenza
di
piena
assoluzione
,
ritenendo
che
,
nell
'
articolo
incriminato
«
nulla
vi
era
di
falso
,
di
esagerato
o
di
tendenzioso
»
.
Ma
neppure
l
'
autorevole
sentenza
di
un
tribunale
indusse
la
pubblica
autorità
ad
intervenire
indifesa
delle
popolazioni
minacciate
.
Il
consorzio
di
Erto
intensificò
la
lotta
,
interessando
della
sicurezza
delle
popolazioni
prefetti
,
uffici
del
Genio
Civile
,
la
SADE
,
la
Provincia
,
il
Parlamento
.
Il
consiglio
provinciale
votò
all
'
unanimità
un
ordine
del
giorno
in
data
13
febbraio
1961
sulla
situazione
di
pericolo
del
Vajont
,
che
fu
personalmente
recato
a
Roma
da
una
delegazione
dello
stesso
consiglio
,
guidata
dal
presidente
dott.
Alessandro
da
Borso
.
Di
ritorno
da
Roma
,
nel
riferire
al
consiglio
sull
'
esito
della
missione
,
egli
espresse
il
suo
sconforto
dichiarando
:
«
la
SADE
è
uno
Stato
nello
Stato
»
.
La
solita
giornalista
dell
'
Unità
scrisse
un
altro
articolo
,
in
data
21
febbraio
1961
,
denunciando
un
pericolo
che
avrebbe
potuto
divenire
tragedia
.
In
esso
,
tra
l
'
altro
,
diceva
:
«
Una
enorme
massa
di
50
milioni
di
metri
cubi
di
materiale
,
tutta
una
montagna
sul
versante
sinistro
del
lago
artificiale
,
sta
franando
.
Non
si
può
sapere
se
il
cedimento
sarà
lento
o
se
avverrà
con
terribile
schianto
.
In
questo
ultimo
caso
non
si
possono
prevedere
le
conseguenze
.
Può
darsi
che
la
famosa
diga
tecnicamente
tanto
decantata
,
e
a
ragione
,
resista
.
Se
si
verificasse
il
contrario
e
quando
il
lago
fosse
pieno
,
sarebbe
un
immane
disastro
per
lo
stesso
paese
di
Longarone
adagiato
in
fondovalle
»
.
Qualcuno
si
domanderà
:
ma
la
SADE
sapeva
,
era
al
corrente
della
situazione
di
pericolo
nel
Vajont
?
La
risposta
è
:
si
,
la
SADE
sapeva
perfettamente
,
ma
aveva
tutto
l
'
interesse
a
non
renderlo
pubblico
,
in
vista
della
nazionalizzazione
.
L
'
impianto
doveva
passare
allo
Stato
in
piena
efficienza
,
affinché
venisse
ripagato
per
intero
,
dopo
che
era
già
stato
sovvenzionato
nel
corso
della
sua
costruzione
con
altissime
percentuali
sulla
spesa
totale
,
dal
60
all'80%
.
Tuttavia
,
in
segreto
,
la
SADE
fece
i
suoi
esperimenti
.
Incaricò
l
'
Istituto
di
idraulica
dell
'
Università
di
Padova
,
di
cui
era
ed
è
titolare
il
prof.
Ghetti
,
di
effettuare
una
prova
su
modello
per
misurare
,
su
scala
ridotta
,
gli
effetti
della
caduta
del
Toc
e
della
tracimazione
delle
acque
del
lago
oltre
la
diga
.
L
'
esperimento
venne
fatto
a
Nove
di
Fadalto
.
Diede
risultati
sconcertanti
,
che
furono
tenuti
segreti
.
In
base
alla
prova
effettuata
,
l
'
acqua
sarebbe
tracimata
in
misura
di
2-3
milioni
di
metri
cubi
e
il
Toc
avrebbe
franato
di
50
milioni
di
metri
cubi
di
materiale
.
La
notte
del
9
ottobre
franò
per
200
milioni
di
metri
cubi
di
materiale
e
tracimò
60
milioni
di
metri
cubi
d
'
acqua
.
L
'
esperimento
,
condotto
con
dovizia
di
mezzi
e
da
tecnici
altamente
qualificati
,
si
dimostrò
errato
.
Ma
anche
se
l
'
acqua
del
Vajont
fosse
precipitata
nella
misura
calcolata
sull
'
abitato
posto
sotto
la
diga
,
dove
si
trovava
anche
la
cartiera
di
Verona
sarebbero
morte
due
o
trecento
persone
,
nella
migliore
delle
ipotesi
.
Per
la
SADE
il
problema
era
quello
di
poter
continuare
ad
utilizzare
il
bacino
,
di
non
interrompere
la
produzione
,
quando
la
montagna
sarebbe
caduta
.
L
'
invaso
del
Vajont
era
il
più
importante
invaso
dei
collegati
Boite
-
Maè
-
Piave
-
Vajont
.
Era
un
grosso
bacino
di
riserva
le
cui
acque
,
venivano
avviate
ad
alimentare
la
grossa
centrale
di
Soverzene
in
tempo
di
«
magra
»
del
Piave
.
Era
,
perciò
,
il
più
importante
.
Interrompere
l
'
attività
del
bacino
,
sia
pure
a
causa
di
una
grossa
,
minacciosa
frana
in
movimento
,
voleva
dire
perdere
miliardi
di
guadagno
.
Ormai
il
bacino
era
fatto
e
bisognava
utilizzarlo
al
massimo
.
Si
doveva
andare
avanti
fin
che
si
poteva
.
E
prevedere
il
modo
di
utilizzare
le
acque
anche
dopo
.
Per
la
SADE
il
rischio
valeva
la
candela
.
Il
monopolio
elettrico
chiamò
dall
'
estero
varie
commissioni
di
esperti
per
studiare
il
problema
.
Essi
consigliarono
di
costruire
un
tunnel
di
scarico
sotterraneo
,
con
sbocchi
a
monte
e
a
valle
della
diga
,
nel
caso
che
la
montagna
,
cadendo
,
formasse
due
laghi
.
Erano
già
in
grado
di
prevedere
con
esattezza
come
la
caduta
del
Toc
sarebbe
avvenuta
.
La
SADE
li
ascoltò
e
costruì
l
'
opera
.
Nella
primavera
del
1963
,
poco
prima
del
decreto
di
nazionalizzazione
,
il
lago
venne
riempito
per
la
prima
volta
fino
a
quota
702
metri
.
Per
«
precauzione
»
ci
si
tenne
al
di
sotto
di
20
metri
dal
massimo
livello
consentito
.
Bisogna
dire
che
la
commissione
di
collaudo
nominata
dal
Consiglio
superiore
dei
Lavori
Pubblici
non
collaudò
mai
l
'
impianto
del
Vajont
.
Tra
gli
stessi
componenti
esistevano
opinioni
opposte
sulla
validità
dell
'
opera
fin
dall
'
autunno
1960
,
all
'
epoca
della
caduta
della
prima
frana
.
Proprio
per
l
'
esistenza
di
queste
opinioni
diverse
la
commissione
divenne
un
organismo
permanente
,
con
facoltà
di
collaudo
in
corso
d
'
opera
.
Ciò
voleva
dire
provare
,
tentare
e
vedere
.
Fino
alla
primavera
del
1963
si
erano
fatti
soltanto
tentativi
e
prove
.
Il
bacino
veniva
«
invasato
»
di
pochi
metri
alla
volta
e
poi
svuotato
per
misurare
la
stabilità
del
terreno
.
Nell
'
estate
del
1963
esso
appariva
colmo
d
'
acqua
.
Ma
anche
in
questa
occasione
il
collaudo
non
ebbe
luogo
.
Il
geologo
prof.
Penta
dissentì
dagli
altri
colleghi
della
commissione
,
manifestando
seri
dubbi
sulla
stabilità
futura
della
zona
.
Il
ministro
dei
Lavori
Pubblici
al
quale
furono
presentate
le
due
ipotesi
contrarie
formulate
dai
membri
della
commissione
,
accolse
la
più
ottimista
.
E
diede
parere
favorevole
al
pieno
invaso
del
bacino
senza
che
questo
fosse
stato
mai
collaudato
dai
tecnici
.
Dopo
qualche
mese
,
la
spalla
sinistra
della
diga
presentò
qualche
difficoltà
.
Forse
la
pressione
dell
'
acqua
era
troppo
forte
.
Si
corse
ai
ripari
,
immettendo
continuamente
«
iniezioni
»
di
cemento
nei
punti
ritenuti
più
vulnerabili
.
L
'
operazione
non
risultò
di
grande
sollievo
.
Bisognava
ridurre
il
livello
del
lago
,
per
salvare
la
diga
.
Riducendo
l
'
acqua
era
probabile
che
cadesse
il
Toc
.
La
SADE
si
trovò
di
fronte
a
un
grosso
problema
tecnico
.
Venne
presa
la
decisione
di
abbassare
le
acque
a
ritmo
lentissimo
,
tenendo
contemporaneamente
d
'
occhio
la
montagna
.
I
tecnici
incominciarono
a
svuotare
il
lago
mentre
la
frana
avanzava
,
ormai
,
di
40
centimetri
il
giorno
.
Pensavano
di
poter
terminare
lo
svaso
entro
la
fine
di
novembre
.
Un
mese
prima
della
catastrofe
,
il
vice
-
sindaco
di
Erto
,
Martinelli
,
scrisse
una
allarmante
lettera
all
'
ENEL
-
SADE
,
alla
Prefettura
e
al
Genio
Civile
di
Udine
,
esperimento
seri
dubbi
sulla
stabilità
delle
sponde
del
lago
e
chiedendo
«
di
provvedere
a
togliere
dal
Comune
di
Erto
e
Casso
le
cause
dello
stato
di
pericolo
pubblico
prima
che
succedano
,
come
in
altri
paesi
,
danni
riparabili
e
non
riparabili
;
quindi
mettere
la
popolazione
di
Erto
in
uno
stato
di
tranquillità
e
di
sicurezza
e
solo
dopo
rimettere
in
attività
il
bacino
di
Erto
»
.
L
'
ENEL
-
SADE
rispondeva
dichiarando
«
piuttosto
azzardate
»
le
previsioni
del
Comune
,
e
asserendo
che
l
'
abitato
non
correva
assolutamente
alcun
pericolo
.
Una
settimana
prima
della
tragedia
i
tecnici
in
servizio
sulla
diga
manifestano
apertamente
,
ai
dirigenti
,
la
loro
preoccupazione
.
Sordi
boati
e
scosse
del
terreno
sono
all
'
ordine
del
giorno
.
I
tecnici
parlano
del
pericolo
anche
con
gli
amici
,
tramite
il
filo
del
telefono
:
«
Qui
da
un
momento
all
'
altro
si
va
tutti
in
barca
»
;
«
Sto
mangiando
e
la
scodella
balla
»
.
Tre
giorni
prima
del
disastro
l
'
ing.
Caruso
dell
'
ENEL
,
viene
delegato
a
seguire
in
permanenza
l
'
andamento
della
frana
.
Il
geometra
Ritmajer
che
era
stato
trasferito
a
Venezia
viene
bloccato
sulla
diga
.
Gli
operai
addetti
ai
servizi
non
vogliono
più
andare
a
lavorare
.
Il
vice
-
sindaco
di
Longarone
,
Terenzio
Arduini
,
telefona
al
Genio
Civile
di
Belluno
per
essere
rassicurato
sulle
voci
di
grave
pericolo
che
circola
nella
zona
.
Viene
rassicurato
.
Nel
pomeriggio
del
9
,
fino
alle
ultime
ore
prima
della
tremenda
valanga
d
'
acqua
,
partono
per
Venezia
,
sede
dell
'
ENEL
-
SADE
,
drammatiche
telefonate
dai
geometri
sulla
diga
,
annunciando
l
'
imminente
pericolo
.
«
Mi
lasci
vedova
»
grida
la
moglie
del
geometra
Giannelli
,
inutilmente
tentando
di
convincere
il
marito
a
non
tornare
al
suo
posto
di
lavoro
.
Alle
ore
21
si
risponde
al
geometra
Ritmajer
,
che
tempesta
di
telefonate
la
direzione
di
Venezia
,
di
«
dormire
con
un
occhio
aperto
»
ma
di
stare
calmo
,
che
a
Venezia
non
si
prevede
tanto
pericolo
.
Sempre
alle
21
si
mandano
due
carabinieri
a
Longarone
nei
villaggi
sotto
la
diga
per
avvertire
la
popolazione
di
non
allarmarsi
«
se
dalla
diga
uscirà
un
po
'
d
'
acqua
»
.
Alla
stessa
ora
l
'
ing.
Caruso
chiede
ai
carabinieri
di
far
bloccare
il
traffico
sulla
statale
d
'
Alemagna
,
senza
preoccuparsi
che
la
strada
passa
proprio
in
mezzo
al
centro
abitato
di
Longarone
.
Nessuno
pensa
di
far
evacuare
i
paesi
.
Probabilmente
si
fidava
fin
troppo
della
prova
sul
modello
effettuata
dia
grandi
professori
,
equivalente
al
gioco
dei
bambini
che
buttano
sassi
in
un
catino
d
'
acqua
.
Alle
10,45
il
Toc
frana
nel
lago
,
sollevando
una
paurosa
ondata
d
'
acqua
.
Questa
si
alza
terribile
un
centinaio
di
metri
sopra
la
diga
,
tracima
dalla
stessa
e
piomba
di
schianto
sull
'
abitato
di
Longarone
,
spazzandolo
via
dalla
faccia
della
terra
.
A
monte
della
diga
,
un
'
altra
ondata
impazzisce
violenta
da
un
alto
all
'
altro
della
valle
,
risucchiando
dentro
il
lago
interi
villaggi
.
Oltre
2.500
vittime
in
tre
minuti
d
'
apocalisse
.
L
'
assassinio
è
compiuto
.
StampaQuotidiana ,
Belluno
,
4
maggio
-
A
Erto
,
in
Valcellina
,
130
capi
famiglia
uomini
e
donne
,
si
sono
consorziati
per
creare
un
organismo
che
abbia
veste
giuridica
nel
difendere
i
diritti
e
gli
interessi
dei
singoli
e
della
collettività
del
paese
di
fronte
alle
prepotenze
e
ai
soprusi
che
la
SADE
va
da
anni
compiendo
nella
zona
.
Il
nuovo
organismo
è
stato
denominato
«
Consorzio
per
la
rinascita
e
la
salvaguardia
della
valle
ertana
»
.
A
tale
scopo
si
è
svolta
ad
Erto
una
manifestazione
popolare
sotto
gli
auspici
del
comitato
provinciale
di
rinascita
della
montagna
presieduta
dal
compagno
on.
Bettiol
e
dal
compagno
Celso
,
segretario
della
Federazione
bellunese
del
PSI
.
Durante
la
manifestazione
sono
state
raccolte
anche
le
firme
in
calce
alla
proposta
di
legge
di
iniziativa
popolare
per
la
montagna
sulla
quale
sono
stati
espressi
unanimi
consensi
.
Sono
intervenute
le
famiglie
direttamente
interessate
alla
difesa
dei
loro
beni
minacciati
od
espropriati
dalla
SADE
e
moltissimi
altri
montanari
che
nell
'
egoismo
della
società
elettrica
e
nell
'
inerzia
del
governo
intravvedono
un
pericolo
grave
per
la
stessa
esistenza
del
paese
a
ridosso
del
quale
si
sta
costruendo
un
bacino
artificiale
di
150
milioni
di
metri
cubi
d
'
acqua
,
che
un
domani
eroderanno
il
terreno
di
natura
franosa
,
potrebbero
far
sprofondare
le
case
nel
lago
.
Per
di
più
il
lago
dividerebbe
irrimediabilmente
il
villaggio
dalle
sue
terre
più
fertili
isolando
oltre
valle
decine
di
case
.
E
la
SADE
non
vuol
provvedere
alla
costruzione
del
ponte
che
manterrebbe
congiunto
il
centro
del
paese
alle
sue
frazioni
.
Inoltre
un
fatto
grave
e
contrario
a
tutte
le
leggi
,
che
ha
avuto
inizio
da
qualche
mese
e
che
tuttora
,
perdura
,
ha
portato
all
'
esasperazione
gli
abitanti
della
valle
.
Essi
si
vedono
continuamente
invadere
ed
espropriare
i
propri
campi
dalle
società
che
hanno
in
appalto
la
costruzione
della
strada
di
circonvallazione
per
conto
della
SADE
.
Nessun
decreto
di
espropriazione
o
trattative
per
la
cessione
dei
beni
sono
intervenuti
fra
la
SADE
e
i
proprietari
.
La
società
elettrica
infrange
tutte
le
leggi
dello
Stato
e
i
contadini
hanno
sempre
dovuto
sottostare
finora
ai
soprusi
della
SADE
.
Qualche
giorno
fa
si
è
perfino
fatto
sgomberare
con
la
forza
dalla
propria
casa
una
famiglia
con
sei
figli
perché
si
dovevano
far
brillare
le
mine
per
aprire
un
passaggio
alla
strada
.
La
famiglia
ha
dovuto
trovare
provvisoriamente
ricovero
in
una
fredda
stalla
(
la
neve
è
a
poche
centinaia
di
metri
dal
paese
)
dove
si
trova
alloggiata
tuttora
.
La
gente
non
ne
può
più
di
tante
ingiustizie
e
qualche
volta
tenta
di
difendere
da
sé
i
propri
diritti
.
Una
vecchia
che
gira
la
pianura
veneta
con
la
gerla
a
vendere
cucchiai
di
legno
e
che
è
stata
espropriata
di
piccoli
pezzi
di
campo
da
tutte
e
due
le
parti
del
torrente
ci
ha
detto
:
«
Se
un
ladro
viene
a
portare
via
la
mia
roba
,
a
sparare
le
mine
sotto
la
mia
casa
,
allora
io
posso
ben
prendere
il
fucile
e
difendermi
»
.
Un
abitante
della
frazione
Pineda
venuto
alla
manifestazione
con
un
cartello
di
protesta
contro
la
SADE
ha
detto
:
«
Ho
avuto
la
casa
bruciata
dai
tedeschi
e
lo
Stato
non
mi
ha
ancora
dato
niente
per
i
danni
di
guerra
.
I
miei
figli
hanno
dovuto
andare
a
lavorare
all
'
estero
.
Ora
mi
toglieranno
di
prepotenza
anche
il
campo
.
Io
non
sono
italiano
per
il
governo
.
Sono
solo
me
stesso
e
da
solo
ora
mi
difenderò
»
.
Sono
discorsi
questi
della
popolazione
di
Erto
che
forse
non
sono
perfettamente
in
linea
con
le
leggi
,
ma
contengono
una
saggezza
montanara
perfettamente
a
posto
con
la
logica
e
il
buon
senso
.
Infatti
se
il
governo
per
primo
non
è
in
grado
di
fare
rispettare
le
leggi
,
perché
mai
dovrebbero
rispettarle
i
cittadini
sottoposti
alle
angherie
della
SADE
e
alla
debolezza
del
governo
stesso
?
Non
c
'
è
nessuno
a
Erto
-
tranne
il
sindaco
che
per
essere
una
donna
ha
dimostrato
assai
poca
sensibilità
venendo
meno
alla
fiducia
che
in
lei
avevano
riposto
i
suoi
concittadini
-
che
non
sia
solidale
con
la
popolazione
.
Anche
il
parroco
don
Luigi
Doro
è
dalla
parte
dei
suoi
parrocchiani
.
Ieri
a
tutte
e
due
le
messe
domenicali
ha
esortato
dal
pulpito
la
popolazione
a
recarsi
a
firmare
per
la
costruzione
del
consorzio
.
Una
signora
del
luogo
ora
domiciliata
a
Pordenone
,
è
venuta
apposta
a
Erto
per
essere
presente
e
partecipare
alla
costituzione
del
Consorzio
che
segna
l
'
inizio
di
nuove
battaglie
per
imporre
allo
Stato
l
'
applicazione
delle
leggi
e
alla
SADE
il
rispetto
dei
patti
contratti
con
la
popolazione
.
«
Legalità
»
e
«
giustizia
»
sono
la
parole
che
pronunciano
con
fermezza
i
montanari
della
Valcellina
.
Ed
è
nel
rispetto
della
legalità
e
della
giustizia
,
purché
tale
rispetto
sia
reciproco
,
che
essi
imposteranno
tutte
le
loro
future
azioni
per
la
difesa
della
loro
terra
.
StampaQuotidiana ,
Belluno
,
7
novembre
-
Il
lago
artificiale
di
Erto
,
nel
cui
bacino
le
acque
sono
state
immesse
da
appena
un
mese
,
ha
già
cominciato
a
provocare
disastri
.
Un
'
enorme
frana
è
precipitata
in
questi
giorni
entro
il
lago
,
staccandosi
dai
terreni
sulla
sponda
sinistra
in
località
Toc
,
poco
più
su
della
grande
diga
del
Vajont
.
Un
appezzamento
di
bosco
e
prato
della
lunghezza
di
circa
300
metri
ha
ceduto
all
'
erosione
delle
acque
ed
è
piombato
entro
il
lago
.
Non
si
conosce
con
esattezza
la
quantità
del
materiale
franato
;
certo
si
tratta
di
diverse
centinaia
di
metri
cubi
.
Si
sa
soltanto
con
precisione
che
esso
ha
fatto
alzare
il
livello
dell
'
acqua
di
un
metro
e
10
centimetri
.
I
valligiani
di
Erto
hanno
fatto
ieri
un
altro
calcolo
:
hanno
preso
come
riferimento
l
'
altezza
del
vecchio
ponte
sul
Colomber
che
è
alto
138
metri
.
Il
materiale
franato
ha
quasi
raggiunto
la
spalletta
del
ponte
,
una
trentina
di
metri
sotto
.
Il
conto
è
per
ciò
fatto
.
Per
puro
caso
il
disastro
non
ha
registrato
qualche
tragedia
.
All
'
ora
in
cui
si
è
verificato
il
crollo
,
circa
verso
le
13
,
ragazzi
e
valligiani
sono
soliti
aggirarsi
con
rudimentali
zattere
nel
punto
del
lago
dove
la
frana
è
precipitata
per
trarre
in
salvo
dalle
case
,
per
metà
sommerse
,
travi
e
materiale
vario
.
Quel
giorno
non
c
'
era
nessuno
.
La
frana
ha
fatto
sollevare
un
'
immensa
colonna
di
acqua
che
ha
spezzato
come
fuscelli
i
muri
delle
case
ancora
in
piedi
.
Ora
non
si
vedono
più
e
sembra
che
non
siano
mai
esistite
.
Gli
abitanti
del
Toc
,
colti
alla
sprovvista
,
sono
stati
presi
dal
panico
tanto
più
che
alcune
case
sono
proprio
vicine
al
luogo
franato
.
Pure
alla
sprovvista
sono
stati
presi
i
tecnici
e
i
dirigenti
della
S.A.D.E.
che
,
accorsi
sul
luogo
,
hanno
fatto
evacuare
le
famiglie
,
che
sono
fuggite
trascinandosi
dietro
i
pochi
capi
di
bestiame
.
Quasi
tutte
le
case
della
zona
presentano
numerose
fenditure
.
Ovunque
si
temono
altri
cedimenti
.
Le
spie
di
vetro
fatte
apporre
sui
muri
si
sono
spezzate
rivelando
l
'
insidia
che
sovrasta
la
zona
.
A
ridosso
del
lago
,
per
una
lunghezza
di
600
metri
,
i
reticolati
della
S.A.D.E.
sbarrano
la
strada
e
numerosi
cartelli
avvisano
della
presenza
di
un
grave
pericolo
.
Oggi
due
lussuosissime
macchine
sono
giunte
sul
posto
,
quelli
che
la
popolazione
chiama
«
i
pezzi
grossi
»
della
S.A.D.E.
Apparivano
preoccupati
;
hanno
controllato
,
osservato
;
se
ne
sono
andati
all
'
avvicinarsi
dei
valligiani
.
«
Non
vogliono
rispondere
alle
loro
domande
.
S
'
interessano
solo
del
loro
lago
,
di
noi
non
importa
loro
proprio
niente
»
.
Questi
sono
stati
gli
amari
,
ma
quanto
veritieri
,
commenti
degli
abitanti
della
zona
.
Si
era
dunque
nel
giusto
quando
,
raccogliendo
le
preoccupazioni
della
popolazione
,
e
memori
delle
precedenti
esperienze
di
Vallesella
e
Forno
di
Zoldo
,
si
denunciava
l
'
esistenza
di
un
sicuro
pericolo
costituito
dalla
formazione
del
lago
.
E
il
pericolo
diventa
sempre
più
incombente
.
Sul
luogo
della
frana
il
terreno
continua
a
cedere
,
si
sente
un
impressionante
rumore
di
terra
e
sassi
che
continuano
a
precipitare
.
E
le
larghe
fenditure
sul
terreno
,
che
abbracciano
una
superficie
di
interi
chilometri
non
possono
certo
rendere
tranquilli
.
StampaQuotidiana ,
Belluno
,
20
febbraio
-
Una
delegazione
guidata
dal
dott.
Da
Borso
,
presidente
dell
'
Ente
provinciale
conferirà
a
Roma
con
i
ministri
dei
Lavori
pubblici
e
delle
Finanze
ai
quali
verranno
sottoposte
le
richieste
che
il
Consiglio
provinciale
ha
unanimemente
formulato
sui
problemi
idroelettrici
,
alcuni
dei
quali
sono
arrivati
a
una
tale
acutizzazione
che
comportano
per
il
governo
una
chiara
e
decisa
scelta
finale
.
Se
finora
le
autorità
governative
hanno
potuto
impunemente
svolgere
una
politica
di
promesse
per
i
montanari
e
di
concessioni
per
la
società
elettrica
ora
,
per
quanto
riguarda
la
provincia
di
Belluno
,
siamo
allo
scontro
finale
:
ora
il
governo
non
dovrà
soltanto
dire
ma
fare
adoperare
le
leggi
come
devono
essere
adoperate
,
poiché
anche
i
suoi
migliori
sostenitori
periferici
-
amministratori
,
deputati
,
parroci
-
hanno
rinunciato
a
continuare
a
difendere
apertamente
il
suo
operato
,
perché
è
a
tutti
fin
troppo
chiaro
che
esso
giova
soltanto
al
potente
monopolio
.
La
discussione
avvenuta
in
Consiglio
provinciale
sulla
mozione
del
compagno
on.
Bettiol
ha
dimostrato
l
'
agitazione
,
l
'
imbarazzo
dei
d.c.
locali
e
il
loro
tentativo
,
seppur
strumentale
,
dettato
dall
'
esigenza
di
differenziare
almeno
a
parole
il
loro
operato
da
quello
del
governo
per
esigenze
propagandistiche
di
partito
e
personali
,
di
risalire
una
china
che
erano
andati
scendendo
pian
piano
,
rendendoli
complici
della
volontà
del
governo
in
fatti
incresciosi
e
talvolta
dolorosi
,
di
fronte
ai
quali
ci
si
limitava
a
deplorare
,
ma
non
si
era
in
grado
d
'
imporsi
,
di
protestare
,
di
ottenere
il
proprio
diritto
.
A
scuotere
le
coscienze
ci
sono
voluti
fatti
e
avvenimenti
che
i
d.c.
non
potevano
prevedere
.
C
'
è
voluta
la
ribellione
dei
cittadini
di
Domegge
,
che
si
son
sentiti
indegnamente
beffati
dopo
anni
di
fiduciosa
attesa
per
la
loro
frazione
di
Vallesella
,
rovinata
dal
bacino
SADE
.
Il
governo
e
le
autorità
provinciali
dovevano
appoggiare
e
incoraggiare
l
'
azione
intrapresa
da
quei
cittadini
per
la
difesa
del
loro
paese
;
invece
si
lasciava
alla
SADE
ogni
possibilità
di
sottrarsi
sempre
ai
propri
obblighi
di
legge
,
anche
quando
la
stessa
ha
allungato
una
settantina
di
milioni
per
riparare
le
case
danneggiate
,
a
titolo
però
di
elargizione
e
non
di
preciso
indennizzo
di
responsabilità
.
Un
atto
inutile
,
perché
le
case
continuano
a
dissestarsi
,
ma
che
l
'
avarissima
SADE
,
come
dice
una
relazione
del
Comune
di
Domegge
,
«
ha
praticato
come
un
'
iniezione
di
morfina
al
malato
dolorante
,
solo
per
addormentarne
il
dolore
,
ma
non
è
servita
per
addormentare
la
coscienza
della
popolazione
»
mentre
,
continua
sempre
la
relazione
«
in
altra
sede
si
,
la
iniezione
è
servita
e
qualcuno
si
è
addormentato
»
.
È
questa
,
una
precisa
accusa
al
potere
costituito
.
L
'
amarezza
e
la
sfiducia
dei
cittadini
di
Domegge
si
è
clamorosamente
manifestata
con
l
'
astensione
totale
dal
voto
per
le
elezioni
amministrative
dello
scorso
novembre
,
che
ha
assunto
un
preciso
atto
di
protesta
.
Il
rigetto
da
parte
della
GPA
della
delibera
con
la
quale
il
Comune
di
Domegge
aveva
deciso
d
'
istruire
una
pratica
giudiziaria
contro
la
SADE
,
era
stata
la
goccia
che
aveva
fatto
traboccare
il
vaso
.
Ed
anche
i
d.c.
hanno
dovuto
aprire
gli
occhi
sulla
realtà
.
Un
'
altra
realtà
che
deve
essere
affrontata
con
urgenza
è
quella
che
si
sta
verificando
ad
Erto
per
l
'
invaso
del
Vajont
.
Il
P.C.I.
ne
ha
parlato
a
iosa
e
sembrava
che
le
sue
parole
fossero
lanciate
al
vento
.
Ora
si
sta
determinando
l
'
irreparabile
quello
che
noi
avevamo
sempre
temuto
e
denunciato
.
Una
enorme
massa
di
50
milioni
di
metri
cubi
di
materiale
,
tutta
una
montagna
sul
versante
sinistro
del
lago
artificiale
,
sta
franando
.
Non
si
può
sapere
se
il
cedimento
sarà
lento
o
se
avverrà
con
un
terribile
schianto
.
In
quest
'
ultimo
caso
non
si
possono
prevedere
le
conseguenze
.
Può
darsi
che
la
famosa
diga
tecnicamente
tanto
decantata
e
a
ragione
,
resista
(
se
si
verificasse
il
contrario
e
quando
il
lago
fosse
pieno
sarebbe
un
'
immane
disastro
per
lo
stesso
paese
di
Longarone
adagiato
in
fondovalle
)
,
ma
sorgeranno
lo
stesso
altri
problemi
di
natura
difficile
e
preoccupante
.
I
più
illustri
tecnici
fatti
convocare
per
l
'
occasione
da
varie
parti
del
mondo
,
hanno
suggerito
alla
SADE
di
costruire
una
galleria
per
far
defluire
l
'
acqua
da
un
lago
all
'
altro
quando
la
montagna
cadendo
,
avrà
di
fatto
formato
due
invasi
.
Non
si
sa
cosa
succederà
dell
'
agglomerato
del
paese
quando
il
lago
superiore
sarà
pieno
,
poiché
è
notorio
che
esso
è
interamente
poggiato
su
terreno
di
frana
.
La
SADE
dice
che
sotto
questo
terreno
esiste
uno
strato
di
roccia
.
Ma
come
ci
si
può
fidare
di
un
giudizio
che
il
monopolio
ha
fallito
in
pieno
già
diverse
volte
anche
in
provincia
,
come
a
Forno
di
Zoldo
e
nella
stessa
zona
di
Erto
?
Il
compagno
Bettiol
ha
chiesto
ed
ottenuto
che
l
'
Ente
Provincia
si
associ
al
Comune
per
far
fare
altre
perizie
sul
sottosuolo
di
Erto
,
per
dare
tranquillità
a
quei
cittadini
che
si
trovano
in
uno
stato
di
perenne
agitazione
anche
perché
sulla
sinistra
,
come
tante
volte
denunciato
anche
dal
nostro
giornale
,
continuano
a
cadere
frane
sulla
nuova
strada
di
circonvallazione
e
una
ventina
di
famiglie
sono
anche
attualmente
prive
di
ogni
via
di
collegamento
con
il
paese
,
perché
un
pezzo
di
strada
è
stata
travolta
e
distrutta
dagli
ultimi
franamenti
.
Questa
è
la
realtà
umana
della
popolazione
.
Poi
c
'
è
la
realtà
dei
cavilli
giuridici
e
delle
sentenze
.
Come
è
noto
il
Tribunale
superiore
delle
acque
pubbliche
ha
emesso
ultimamente
una
sentenza
che
priva
il
bacino
imbrifero
del
Piave
di
180
milioni
all
'
anno
e
di
un
miliardo
e
mezzo
di
arretrati
,
perché
concede
alla
SADE
di
sottrarsi
all
'
obbligo
di
corrispondere
i
sovraccanoni
sugli
impianti
di
Fadalto
.
Qui
i
d.c.
vorrebbero
giuocare
sull
'
equilibrio
,
attribuendo
tutta
la
colpa
alla
magistratura
.
E
ai
profani
di
queste
cose
forse
parrebbe
tale
se
non
esistessero
precedenti
costituiti
da
precise
richieste
,
dibattiti
,
azioni
di
enti
locali
e
iniziative
anche
legislative
,
svolti
in
passato
presso
il
governo
e
il
ministro
competente
,
richiedenti
l
'
estensione
del
pagamento
del
sovraccanone
a
tutti
gli
impianti
esistenti
.
È
il
governo
,
perciò
il
responsabile
dell
'
attuale
sentenza
,
come
è
responsabile
di
aver
concesso
i
rimanenti
125
moduli
d
'
acqua
,
che
ancora
esistevano
nell
'
ormai
striminzito
Piave
contro
il
parere
degli
enti
locali
,
ed
averli
concessi
per
60
anni
alla
SADE
,
che
li
utilizza
negli
impianti
di
Fadalto
,
proprio
quando
stanno
per
scadere
le
precedenti
concessioni
per
quegli
impianti
,
prorogando
di
fatto
tutte
le
concessioni
di
quella
zona
fino
al
2019
.
Ma
l
'
assurdo
ancora
più
grave
è
che
autorizza
la
società
elettrica
a
compiere
un
vero
furto
legalizzato
,
poiché
le
si
concede
la
facoltà
d
'
iniziare
a
pagare
i
sovraccanoni
per
i
125
moduli
dell
'
ultima
concessione
al
termine
dei
lavori
,
che
di
fatto
non
esistono
se
non
per
un
semplice
canale
,
poiché
gli
impianti
sono
già
al
completo
.
Cosicché
la
SADE
già
sfrutta
quest
'
acqua
fin
dal
1954
(
e
illegalmente
anche
prima
come
è
stato
documentato
)
senza
dover
ancora
pagare
una
lira
.
È
un
mostruoso
assurdo
che
non
trova
precedenti
e
di
cui
è
interamente
responsabile
il
governo
.
StampaQuotidiana ,
Ponte
delle
Alpi
,
9
notte
-
Sono
a
Ponte
delle
Alpi
:
la
strada
è
bloccata
da
agenti
della
polizia
,
carabinieri
,
soldati
.
Non
si
passa
.
Solo
le
autoambulanze
,
i
mezzi
della
polizia
e
dell
'
esercito
possono
passare
il
posto
di
blocco
,
avanzare
verso
Longarone
,
il
paese
di
duemila
abitanti
sommerso
nella
notte
dalla
valanga
d
'
acqua
che
l
'
ha
investito
dopo
che
la
diga
sul
Vajont
ha
ceduto
.
Le
notizie
giungono
incerte
,
frammentarie
,
confuse
,
rimbalzano
nella
notte
da
un
crocchio
all
'
altro
:
si
parla
di
decine
di
morti
,
qualcuno
dice
centinaia
.
Una
ventata
di
terrore
è
passata
,
insieme
al
torrente
impietoso
,
sprigionatosi
dalla
diga
«
saltata
»
.
Venendo
verso
Ponte
delle
Alpi
ho
visto
,
alla
periferia
di
Belluno
e
in
altri
paesi
,
donne
coi
bambini
in
braccio
fuggire
nella
notte
,
lontano
dal
Piave
le
cui
acque
,
per
un
raggio
di
molti
chilometri
,
si
sono
spaventosamente
ingrossate
.
Anche
qui
,
a
Ponte
delle
Alpi
,
molta
gente
ha
abbandonato
la
casa
,
è
fuggita
perché
le
acque
del
Piave
hanno
raggiunto
un
'
altezza
che
mette
paura
.
Mentre
tento
ancora
,
inutilmente
,
di
forzare
il
posto
di
blocco
giungono
altre
forze
di
polizia
e
reparti
dell
'
esercito
,
vigili
del
fuoco
da
tutte
le
province
venete
.
Solo
questo
incessante
e
frenetico
affluire
delle
squadre
di
soccorso
dà
per
ora
un
'
idea
della
gravità
del
disastro
che
ha
colpito
Longarone
,
il
paese
che
si
trova
ai
piedi
della
grande
diga
crollata
,
e
la
vallata
del
Piave
.
Qualcuno
dice
che
il
crollo
è
stato
parziale
e
che
i
danni
forse
sono
più
limitati
di
quello
che
pareva
in
un
primo
momento
.
Ma
sono
voci
,
soltanto
voci
.
Quello
che
tutti
dicono
è
che
a
Longarone
i
morti
e
i
feriti
sono
molti
.
Duemila
persone
sorprese
nel
sonno
dalla
disastrosa
inondazione
;
Solo
qualcuno
ha
udito
il
rombo
minaccioso
delle
acque
che
stavano
scatenandosi
nella
loro
corsa
di
morte
.
La
grande
maggioranza
è
stata
sorpresa
a
casa
,
nel
letto
.
Decine
di
abitazioni
sono
state
spazzate
via
dalla
furia
delle
acque
.
Impossibile
telefonare
a
Longarone
:
le
comunicazioni
sono
interrotte
.
Questa
impossibilità
di
comunicare
rende
più
drammatica
l
'
ansia
che
pervade
quanti
si
assiepano
,
in
attesa
di
notizie
,
attorno
al
posto
di
blocco
di
Ponte
delle
Alpi
e
a
quelli
istituiti
in
altre
località
della
zona
.
Un
testimonio
oculare
ha
portato
a
Longarone
le
seguenti
drammatiche
notizie
:
il
paese
è
stato
spazzato
via
per
tre
quarti
della
sua
estensione
.
L
'
aspetto
è
agghiacciante
,
non
si
ode
un
gemito
,
sembra
un
immenso
cimitero
.
Molte
decine
di
persone
,
intere
famiglie
,
mancano
all
'
appello
.
Le
frazioni
attorno
a
Longarone
sono
pure
state
investite
dall
'
enorme
massa
di
acqua
:
Pirago
sarebbe
completamente
distrutta
,
Villanova
e
Faè
semidistrutte
,
Codissago
molto
danneggiata
.
La
massa
d
'
acqua
che
si
è
riversata
nella
valle
seminando
distruzione
e
morte
sarebbe
di
60
milioni
di
metri
cubi
.
Sulle
cause
del
disastro
non
si
hanno
particolari
.
Par
che
una
enorme
frana
si
sia
staccata
dalla
montagna
precipitando
nel
bacino
della
diga
e
sollevando
un
'
ondata
d
'
acqua
di
grandiose
proporzioni
.
Non
è
accertato
se
l
'
ondata
ha
tracimato
dal
bordo
della
diga
riversandosi
nella
vallata
o
se
la
pressione
dell
'
acqua
mossa
dalla
frana
ha
fatto
crollare
la
diga
stessa
.
Numerosi
feriti
sono
stati
trasportati
negli
ospedali
di
Auronzo
,
Pieve
di
Cadore
,
Cortina
e
Belluno
.
C
'
è
bisogno
di
sangue
:
un
pressante
appello
è
stato
lanciato
ai
donatori
.
Con
le
prime
luci
dell
'
alba
elicotteri
ed
aerei
sorvoleranno
la
zona
colpita
e
solo
allora
si
avranno
le
esatte
dimensioni
del
disastro
.
StampaQuotidiana ,
Belluno
,
10
-
È
stato
un
genocidio
.
Lo
gridano
i
pochi
sopravvissuti
,
resi
folli
dal
terrore
della
valanga
d
'
acqua
e
dalla
disperazione
di
trovarsi
soli
e
impotenti
a
superare
una
realtà
tragica
,
fatta
oramai
di
nulla
,
o
meglio
fatta
di
sassi
e
melma
amalgamati
dal
sangue
dei
loro
cari
.
Una
realtà
che
ha
sconvolto
all
'
improvviso
la
fisionomia
di
intieri
paesi
,
ma
che
era
purtroppo
prevedibile
da
anni
,
da
quando
ancora
all
'
inizio
dei
lavori
del
grande
invaso
idroelettrico
del
Vajont
i
tecnici
sapevano
di
costruire
su
terreno
argilloso
e
franabile
,
che
perciò
potevano
portare
alla
catastrofe
.
Genocidio
quindi
,
da
gridare
ad
alta
voce
a
tutti
,
affinché
il
grido
scuota
le
coscienze
del
popolo
e
il
popolo
,
la
cui
pelle
non
conta
mai
niente
di
fronte
ai
dividenti
dei
padroni
del
vapore
,
spazzi
via
alfine
con
un
'
ondata
di
collera
e
di
sdegno
chi
gioca
impunemente
,
a
sangue
freddo
,
con
la
vita
di
migliaia
di
creature
umane
,
allo
scopo
di
accrescere
i
propri
profitti
e
il
proprio
potere
.
Che
qualcuno
,
se
ne
ha
il
coraggio
,
mi
smentisca
in
questo
momento
.
Io
assumo
la
responsabilità
di
quanto
dico
;
i
colpevoli
si
assumano
la
responsabilità
di
quanto
hanno
fatto
.
E
la
giustizia
giudichi
.
Affermo
che
si
sono
responsabilità
morali
e
materiali
.
Ho
seguito
la
vicenda
dell
'
invaso
del
Vajont
con
passione
non
solo
da
giornalista
,
ma
di
figlia
di
questo
popolo
contadino
e
montanaro
che
si
ribella
alla
retorica
delle
«
virtù
tradizionali
»
che
mal
nasconde
il
cinismo
dello
sfruttamento
più
spietato
.
Con
questo
cuore
ho
seguito
tutte
le
vicissitudini
,
le
resistenze
,
le
paure
dei
montanari
di
Erto
contro
la
«
Sade
»
,
non
per
impedirle
di
costruire
il
grande
bacino
idroelettrico
del
Vajont
,
ma
per
impedire
di
compiere
un
delitto
.
L
'
intuito
e
l
'
esperienza
di
quei
montanari
,
confortati
peraltro
da
pareri
di
grandi
geologi
,
indicavano
la
Valle
del
Vajont
non
adatta
a
reggere
la
pressione
di
160
milioni
di
metri
-
cubi
d
'
acqua
.
La
realtà
ha
dimostrato
la
ragione
dei
montanari
,
non
quella
dei
tecnici
della
«
Sade
»
.
La
società
elettrica
sapeva
che
le
pareti
dell
'
invaso
erano
formate
dal
terreno
di
una
enorme
frana
caduta
centinaia
di
anni
fa
,
sulla
quale
è
sorto
in
seguito
il
paese
di
Erto
.
Sapeva
che
il
Monte
Toc
era
esso
stesso
parte
di
quella
frana
e
che
era
prevedibile
che
l
'
acqua
immessa
nel
bacino
dovesse
erodere
piano
piano
il
sottosuolo
e
provocare
disastri
.
Quattro
anni
fa
,
quando
è
stata
esperimentata
la
resistenza
del
bacino
,
grosse
fenditure
avevano
segnato
le
case
di
S
.
Martino
e
delle
altre
frazioni
di
Erto
alle
pendici
del
Toc
.
Esse
piano
piano
si
estesero
a
ridosso
del
monte
,
facendo
nascere
la
paura
tra
gli
abitanti
di
Erto
.
Costoro
si
appellarono
inutilmente
ad
ogni
autorità
possibile
dando
veste
giuridica
ad
un
largo
comitato
unitario
che
lottò
per
anni
nel
tentativo
di
opporsi
alla
costruzione
dell
'
invaso
,
sorretto
anche
dall
'
autorevole
parere
tecnico
del
geologo
prof.
Gortani
,
contrario
in
pieno
alla
perizia
del
geologo
della
«
Sade
»
,
prof.
Dal
Piaz
.
Il
prof.
Gortani
riteneva
,
infatti
,
pazzesco
costruire
il
bacino
su
un
terreno
tanto
inadatto
come
quello
di
Erto
.
Il
comitato
inoltrò
ricorsi
.
Organizzò
petizioni
e
pubbliche
proteste
.
Interessò
autorità
governative
e
amministratori
locali
.
Presso
qualcuna
di
queste
autorità
la
voce
del
comitato
venne
accolta
.
Il
Consiglio
provinciale
,
in
data
15
febbraio
1961
,
votava
all
'
unanimità
un
ordine
del
giorno
per
chiedere
la
revoca
di
ogni
concessione
alla
«
Sade
»
per
inadempienze
di
legge
.
In
esso
si
faceva
preciso
riferimento
alla
situazione
del
Vajont
chiedendo
l
'
approntamento
tempestivo
di
tutte
le
misure
di
sicurezza
per
garantire
la
incolumità
di
quelle
popolazioni
.
Fu
una
presa
di
posizione
che
restò
senza
risposta
.
Cosa
sarebbe
successo
se
il
monte
fosse
franato
nel
lago
al
massimo
della
sua
capienza
?
Io
mi
feci
portavoce
di
quei
montanari
e
scrissi
per
«
l
'
Unità
»
un
articolo
,
indicando
quello
che
sarebbe
potuto
accadere
e
che
oggi
è
accaduto
così
come
esattamente
lo
avevo
descritto
.
La
pubblica
autorità
mi
accusò
di
propagare
notizie
false
e
tendenziose
atte
a
turbare
l
'
ordine
pubblico
.
L
'
autorità
giudiziaria
mi
incriminò
di
reato
,
senza
peraltro
recarsi
sul
posto
per
accertare
la
verità
.
Venni
processato
a
Milano
assieme
al
direttore
responsabile
dell
'
«
Unità
»
.
A
Milano
si
offersero
generosamente
di
venire
a
testimoniare
tanti
abitanti
di
Erto
che
mi
ebbero
vicina
nelle
loro
proteste
,
nelle
loro
pubbliche
manifestazioni
,
nel
sostenere
la
lotta
;
cosa
che
non
fecero
tanti
parlamentari
governativi
e
non
governativi
di
allora
,
malgrado
fossero
stati
ufficialmente
invitati
ad
intervenire
dalla
popolazione
.
Io
e
il
compagno
onorevole
Bettiol
,
che
rappresentavamo
il
Partito
comunista
,
fummo
solo
e
sempre
gli
unici
a
sostenere
attivamente
le
ragioni
dei
montanari
di
Erto
.
Essi
mi
difesero
energicamente
davanti
ai
giudici
del
Tribunale
di
Milano
e
dimostrarono
,
con
prove
e
testimonianze
,
non
solo
che
io
avevo
scritto
la
verità
,
ma
che
tutto
il
paese
si
trovava
in
pericolo
e
che
,
assieme
ad
Erto
,
anche
i
paesi
del
Longaronese
correvano
rischi
.
I
giudici
mi
assolsero
,
ma
le
autorità
che
dovevano
tener
conto
dei
fatti
e
impedire
un
possibile
massacro
,
diedero
invece
via
libera
alla
«
Sade
»
per
i
suoi
esperimenti
criminosi
.
Fatti
,
oltretutto
,
con
i
miliardi
del
popolo
italiano
,
i
tanti
miliardi
che
il
governo
diede
alla
«
Sade
»
a
fondo
perduto
per
la
costruzione
del
lago
artificiale
e
che
,
magari
,
ora
stanno
al
sicuro
oltre
frontiera
.
Miliardi
rubati
al
popolo
,
col
consenso
delle
autorità
di
governo
.
Quelle
stessa
autorità
che
gestendo
oggi
gli
impianti
idroelettrici
,
e
sapendo
che
da
circa
un
mese
la
situazione
del
Vajont
peggiorava
,
non
hanno
provveduto
a
scongiurare
la
immane
sciagura
che
si
è
abbattuta
stanotte
sul
Bellunese
,
creando
un
cimitero
su
una
vasta
zona
popolata
.
Sto
scrivendo
queste
righe
col
cuore
stretto
dai
rimorsi
per
non
aver
fatto
di
più
per
indurre
il
popolo
di
queste
terre
a
ribellarsi
alla
minaccia
mortale
che
ora
è
diventata
una
tragica
realtà
.
Oggi
tuttavia
non
si
può
soltanto
piangere
.
È
tempo
di
imparare
qualcosa
.
StampaQuotidiana ,
Non
mi
ricordo
esattamente
quando
ho
cominciato
ad
occuparmi
del
Vajont
.
Probabilmente
sette
anni
fa
,
quando
sono
cominciati
gli
espropri
da
parte
della
SADE
.
Era
il
mio
lavoro
normale
di
tutti
i
giorni
.
I
proprietari
-
tutti
piccoli
coltivatori
che
dal
loro
pezzetto
di
terra
ricavavano
un
aiuto
in
natura
che
serviva
ad
integrare
il
loro
magro
bilancio
-
si
rifiutavano
di
cedere
al
monopolio
,
a
un
prezzo
irrisorio
,
la
loro
terra
.
Era
terra
ricavata
molte
volte
dai
pendii
e
bonificata
con
il
lavoro
di
generazioni
.
Rappresentava
un
valore
materiale
e
affettivo
insieme
.
Ogni
lotta
dei
montanari
contro
il
monopolio
elettrico
cominciava
da
qui
.
Non
era
lotta
contro
il
progresso
,
ma
contro
chi
in
nome
del
progresso
si
riempiva
il
portafoglio
a
spese
altrui
.
Occuparmi
del
Vajont
non
era
stato
perciò
che
continuare
quello
che
facevo
da
quando
,
lasciata
la
mia
Brigata
partigiana
,
cominciai
a
lavorare
per
il
Partito
.
Dopo
la
Liberazione
la
SADE
costruì
in
provincia
di
Belluno
diversi
bacini
idroelettrici
:
a
Pieve
di
Cadore
,
ad
Arsiè
,
a
Forno
di
Zoldo
e
nella
Valle
del
Mis
.
Per
ogni
impianto
mi
era
capitato
di
scrivere
qualcosa
contro
la
SADE
.
I
soprusi
,
le
prepotenze
della
società
elettrica
erano
,
come
si
dice
,
il
pane
quotidiano
di
ogni
giornalista
che
avesse
voluto
parlare
di
ciò
che
stava
a
cuore
dei
montanari
di
queste
vallate
.
Non
rivelavo
segreti
,
non
svelavo
fatti
misteriosi
per
il
gusto
di
dare
addosso
ai
capitalisti
,
riferivo
quel
che
vedevo
,
quel
che
sentivo
accadere
intorno
a
me
.
Chiunque
facesse
questo
mestiere
avrebbe
potuto
scrivere
le
stesse
cose
.
Anche
altri
ci
hanno
provato
ma
senza
riuscire
mai
a
leggere
sul
loro
giornale
quello
che
avevano
scritto
.
E
qualcuno
ha
passato
dei
guai
per
essersi
occupato
della
SADE
senza
ascoltare
i
consigli
della
società
.
Il
coraggio
e
l
'
onestà
di
un
giornalista
non
bastano
per
poter
scrivere
la
verità
su
un
giornale
.
Ricordo
un
episodio
accaduto
a
Vallesella
di
Cadore
.
Due
anni
fa
la
popolazione
di
questo
paese
si
rifiutò
in
massa
di
recarsi
a
votare
in
segno
di
protesta
contro
il
governo
che
non
aveva
fatto
rispettare
alla
SADE
i
propri
impegni
,
per
le
case
rovinate
nelle
acque
del
lago
.
Il
sindaco
convocò
allora
una
conferenza
stampa
per
chiedere
a
tutti
i
corrispondenti
locali
dei
giornali
italiani
di
scrivere
le
ragioni
di
questa
singolare
protesta
.
Ma
alla
conferenza
stampa
ci
andammo
solo
in
due
,
io
e
il
corrispondente
del
Giorno
.
Gli
altri
preferirono
ignorare
la
cosa
.
I
primi
pezzi
su
Erto
e
sul
Vajont
li
ho
scritti
per
raccontare
come
venivano
portati
avanti
gli
espropri
.
La
SADE
ricattava
i
contadini
:
o
accettare
le
cifre
stabilite
dal
monopolio
oppure
subire
gli
espropri
di
autorità
:
il
denaro
intanto
veniva
versato
in
banca
all
'
intestatario
catastale
del
terreno
che
magari
era
morto
o
espatriato
.
Chi
in
effetti
lavorava
il
pezzo
di
terra
espropriato
rischiava
di
non
aver
mai
in
mano
quei
soldi
o
di
ottenerli
dopo
pratiche
che
sarebbero
durate
degli
anni
e
a
prezzo
di
spese
non
indifferenti
.
In
queste
condizioni
i
contadini
,
uno
dopo
l
'
altro
,
hanno
ceduto
.
In
seguito
sorse
un
altro
problema
.
Alcune
frazioni
di
Erto
venivano
tagliate
fuori
dal
centro
con
l
'
invaso
.
Esse
erano
collegate
al
capoluogo
da
sentieri
che
attraversavano
la
valle
.
I
contadini
li
percorrevano
come
scoiattoli
.
Molti
ertani
possedevano
i
terreni
sull
'
opposto
versante
.
Come
si
sarebbero
trovati
dopo
la
realizzazione
del
lago
?
Chiesero
una
passerella
che
collegasse
i
due
versanti
.
In
un
primo
tempo
la
SADE
disse
che
l
'
avrebbe
costruita
.
Poi
,
attraverso
le
leve
di
potere
che
possedeva
,
si
fece
dare
un
'
altra
concessione
dal
ministero
che
la
esonerava
dal
costruire
la
passerella
.
Al
suo
posto
avrebbe
fatto
una
strada
di
circonvallazione
.
Per
gli
ertani
significava
un
lungo
e
accidentato
percorso
,
soprattutto
d
'
inverno
:
per
i
bambini
delle
frazioni
che
dovevano
recarsi
a
scuola
al
capoluogo
;
per
le
vecchie
,
che
all
'
alba
andavano
a
messa
;
per
i
contadini
che
dovevano
percorrere
oltre
tre
chilometri
per
lavorare
i
loro
terreni
.
E
poi
c
'
era
il
pericolo
di
frane
in
una
zona
dove
queste
cadevano
in
continuazione
nei
mesi
del
disgelo
;
più
di
6
chilometri
tra
andata
e
ritorno
per
le
provviste
,
per
il
medico
e
per
tutti
i
casi
di
emergenza
che
si
potevano
verificare
.
L
'
amministrazione
comunale
di
Erto
inoltrò
un
pro
-
memoria
all
'
ufficio
del
Genio
Civile
di
Belluno
perché
il
ministero
dei
Lavori
Pubblici
fosse
informato
.
Non
ottenne
nulla
e
la
SADE
cominciò
a
costruire
la
strada
.
Non
si
preoccupò
neppure
di
avvisare
i
proprietari
dei
terreni
.
Andava
avanti
coi
bulldozer
.
I
valligiani
erano
esasperati
.
Un
mattino
gli
operai
dell
'
impresa
vennero
affrontati
da
un
contadino
che
brandiva
un
'
accetta
.
«
Se
fate
ancora
un
passo
avanti
la
uso
»
,
disse
.
Chi
l
'
aveva
ridotto
alla
disperazione
?
Anche
per
questo
episodio
scrissi
una
corrispondenza
.
Raccontai
i
fatti
.
La
polemica
era
nelle
cose
.
La
strada
,
comunque
,
si
fece
.
Nel
frattempo
nel
bacino
di
Forno
di
Zoldo
franò
un
grosso
lembo
di
montagna
.
La
popolazione
di
Erto
si
allarmò
.
Se
a
Forno
aveva
fatto
precipitare
la
montagna
cosa
sarebbe
accaduto
del
loro
paese
che
poggiava
tutto
su
terra
argillosa
?
Queste
cose
i
contadini
le
sapevano
da
sempre
,
ma
vollero
interrogare
i
famosi
geologi
.
E
il
parere
dei
tecnici
e
degli
scienziati
confermò
le
loro
paure
:
era
pura
follia
costruire
un
bacino
sul
luogo
.
Le
perizie
geologiche
diedero
esca
a
nuove
polemiche
e
le
proteste
si
fecero
più
vivaci
.
Si
arrivò
a
costituire
un
«
Consorzio
per
la
difesa
della
valle
ertana
»
al
quale
aderirono
136
capi
famiglia
.
In
quella
occasione
scrissi
l
'
articolo
per
il
quale
mi
processarono
.
Raccontai
quanto
avevano
detto
i
montanari
all
'
assemblea
costitutiva
del
Consorzio
.
Avevo
commesso
il
«
reato
»
di
registrare
i
fatti
e
un
vice
brigadiere
dei
carabinieri
mi
accusò
di
aver
diffuso
«
notizie
false
e
tendenziose
atte
a
turbare
l
'
ordine
pubblico
»
.
Fossi
veramente
riuscita
a
turbarlo
l
'
ordine
della
SADE
,
oggi
non
saremmo
qui
a
piangere
i
nostri
morti
e
a
maledire
i
responsabili
!
Qualcuno
molto
più
in
alto
di
un
funzionario
di
polizia
sperava
di
tappare
la
bocca
,
di
intimorire
e
mettere
a
tacere
i
valligiani
.
Tra
la
denuncia
e
il
processo
scrissi
altri
pezzi
.
E
furono
probabilmente
quelli
che
contribuirono
a
farmi
assolvere
.
Nel
frattempo
,
infatti
,
sul
monte
Toc
si
erano
prodotte
fenditure
e
successivamente
una
frana
era
precipitata
giù
dalla
montagna
.
Parlai
del
pericolo
di
nuovi
smottamenti
e
crolli
,
parlai
di
una
massa
di
50
milioni
di
metri
cubi
che
minacciava
di
piombare
a
valle
.
E
sbagliai
solo
per
difetto
.
Venne
il
giorno
del
processo
.
I
montanari
di
Erto
si
presentarono
davanti
ai
giudici
di
Milano
in
qualità
di
testi
.
«
Qui
ci
sono
le
prove
.
Se
non
ci
credete
venite
voi
stessi
a
vedere
.
Signori
giudici
,
fate
qualcosa
perché
non
succeda
di
peggio
»
.
Della
SADE
al
processo
non
si
fece
vivo
nessuno
.
Neppure
il
brigadiere
che
stese
la
denuncia
si
presentò
.
Il
Tribunale
fece
il
possibile
.
Sentenziò
che
i
fatti
denunciati
erano
veri
,
che
il
pericolo
c
'
era
.
Ma
chi
considerava
un
articolo
sull
'
Unità
più
pericoloso
di
una
frana
grossa
come
una
montagna
restò
inerte
.
Chi
doveva
trarre
le
conseguenze
dalla
sentenza
non
mosse
un
dito
,
anzi
autorizzò
la
SADE
a
costruire
al
diga
mortale
.
Ora
che
l
'
irreparabile
è
accaduto
,
c
'
è
ancora
chi
ha
il
coraggio
di
affermare
che
a
Roma
nessuno
sapeva
.
Come
se
la
Camera
,
il
Senato
,
dove
le
mie
,
le
nostre
denuncie
sono
state
portate
dinanzi
ai
ministri
responsabili
non
stessero
a
Roma
,
ma
nella
capitale
del
Tanganika
.
C
'
è
poi
l
'
ipotesi
che
invoca
il
silenzio
di
fronte
ai
lutti
e
alle
devastazioni
,
che
incolpa
di
tutto
le
forze
della
natura
.
E
c
'
è
chi
ci
considera
soltanto
dei
giornalisti
più
bravi
e
più
coraggiosi
degli
altri
ed
è
disposto
a
riconoscere
che
,
sì
,
qualche
straccio
di
tecnico
può
essere
buttato
all
'
aria
purché
non
si
tocchi
il
sistema
,
purché
non
si
arrivi
alla
radice
.
Non
sono
né
più
brava
né
più
coraggiosa
di
tanti
miei
colleghi
.
Non
volevo
certo
diventare
famosa
per
un
fatto
così
tragico
quando
scrivevo
contro
la
SADE
.
Volevo
semplicemente
impedire
che
questo
disastro
colpisse
i
montanari
della
terra
dove
sono
nata
,
dove
ho
fatto
la
guerra
partigiana
,
dove
ho
vissuto
tutta
la
mia
vita
.
E
ora
non
riesco
neanche
a
esprimere
la
mia
collera
,
il
mio
furore
per
non
esserci
riuscita
.