StampaQuotidiana ,
[
Piero
Ottone
,
Fanfani
,
Longanesi
,
pp.
194
,
lire
400;
Adele
Cambria
,
Maria
José
,
Longancsi
,
pp.
158
,
lire
400
]
.
Maria
José
e
Fanfani
,
rispettivamente
per
opera
di
Adele
Cambria
e
di
Piero
Ottone
,
forniscono
il
terzo
e
il
quarto
volume
della
collana
«
Gente
famosa
»
dell
'
editore
Longanesi
(
numero
uno
Sofia
Loren
,
numero
due
Umberto
)
.
L
'
accostamento
tra
«
l
'
unico
uomo
di
Casa
Savoia
»
e
il
nostro
attuale
ministro
degli
esteri
è
puramente
casuale
,
s
'
intende
.
Tra
l
'
altro
,
le
strade
dei
due
personaggi
non
si
sono
mai
incrociate
,
nemmeno
durante
il
fascismo
,
quando
Fanfani
era
un
professorino
in
bilico
tra
il
Vangelo
e
le
corporazioni
ed
elogiava
Mussolini
per
la
conquista
dell
'
Etiopia
e
Maria
José
,
principessa
di
Piemonte
,
pur
essendosi
«
lasciata
tentare
dalla
vanità
dell
'
Impero
»
,
come
tanti
altri
,
continuava
a
ricevere
Umberto
Zanotti
Bianco
e
a
proteggere
la
sua
Associazione
per
il
Mezzogiorno
.
Ambizioni
parallele
.
A
voler
giocare
con
i
paralleli
,
si
potrebbero
mettere
a
confronto
certe
ambizioni
e
il
loro
fallimento
:
di
Maria
José
,
la
velleità
di
diventare
un
polo
d
'
opposizione
al
regime
;
.
di
l
'
anfani
,
il
tentativo
di
presentarsi
come
unico
erede
di
De
Gasperi
;
aspetti
decisivi
della
storia
personale
dell
'
uno
e
dell
'
altra
.
Ma
chi
teorizzasse
su
elementi
tanto
labili
sarebbe
un
ben
debole
teorico
.
Proprio
come
Fanfani
quando
teorizza
sull
'
alternanza
al
potere
di
longilinei
e
di
brevilinei
.
Meglio
lasciar
parlare
i
fatti
,
ciò
che
i
due
autori
fanno
egregiamente
,
la
Cambria
forse
con
uno
zinzino
di
partecipazione
femminile
al
personaggio
e
con
un
'
assenza
di
malignità
in
lei
assolutamente
inattesa
ma
,
nel
caso
,
lodevole
;
Piero
Ottone
con
maggiore
distacco
e
spesso
con
una
calcolata
ironia
.
Il
ritratto
di
Maria
José
è
quello
di
una
principessa
assai
ricca
e
passabilmente
moderna
(
si
vantava
di
avere
un
padre
socialista
)
,
finita
,
grazie
o
per
colpa
di
un
matrimonio
quasi
fatale
,
combinato
un
po
'
da
tutti
quando
i
due
sposi
erano
ancora
bambini
,
nell
'
ambiente
gretto
e
quasi
dialettale
dei
Savoia
;
di
una
straniera
innamorata
dell
'
Italia
che
viene
a
contatto
cori
l
'
Italia
peggiore
,
quella
del
fascismo
,
in
cui
lo
spirito
è
sospetto
;
di
una
moglie
delusa
che
,
conquistata
con
l
'
esilio
«
la
libertà
di
essere
se
stessa
»
,
ha
saputo
contare
per
i
figli
più
del
padre
,
mero
manichino
di
convenzioni
.
Questi
quattro
figli
sono
famosi
per
incidenti
di
macchina
,
spogliarelli
e
amori
contrastati
:
ma
le
loro
abitudini
«
si
inseriscono
nella
norma
dell
'
ambiente
a
cui
oggi
appartengono
:
l
'
international
set
,
o
come
si
vuole
chiamarlo
»
.
(
Quando
il
libro
è
stato
scritto
,
il
giovane
Vittorio
Emanuele
non
aveva
ancora
compiuto
il
raid
su
Napoli
che
ha
fatto
drizzare
le
vertebre
ai
monarchici
italiani
e
ridere
il
resto
del
mondo
)
.
Il
libro
è
ricco
di
testimonianze
dirette
,
citazioni
del
diario
di
Maria
José
,
aneddoti
.
Come
un
leit
-
motiv
ricorre
insistente
,
ad
ogni
proposito
,
il
richiamo
della
distinzione
che
Maria
José
ha
sempre
tenuto
a
fare
tra
sé
e
i
Savoia
:
atteggiamento
che
finisce
per
parere
,
e
forse
è
,
semplicemente
snobistico
.
E
,
poi
,
come
se
Maria
José
non
volesse
ammettere
di
avere
perso
anche
personalmente
la
partita
.
Ma
non
è
lei
che
va
scrivendo
i
libri
sugli
antenati
di
Umberto
?
Ecco
,
forse
avrebbe
voluto
che
Umberto
avesse
la
stoffa
di
un
Emanuele
Filiberto
.
Il
suo
interesse
per
quelle
vecchie
storie
ha
della
fantasticheria
nostalgica
.
Una
vita
fallita
cerca
il
suo
compenso
il
più
lontano
possibile
dal
nostro
tempo
,
in
un
mondo
puro
e
ideale
,
o
in
un
sogno
da
giovinetta
che
non
vuol
rassegnarsi
al
tramonto
inglorioso
del
suo
principe
azzurro
.
Il
Fanfani
di
Piero
Ottone
è
un
ornino
attivissimo
,
di
scarsi
e
deboli
principi
(
a
parte
l
'
indiscussa
onestà
personale
)
e
di
grandi
ambizioni
,
una
su
tutte
:
quella
di
trattare
da
pari
a
pari
con
i
potenti
della
terra
.
Nel
suo
bagaglio
ha
un
po
'
di
dilettantismo
,
un
bel
po
'
di
tatticismo
,
il
gusto
del
potere
:
per
quel
che
riguarda
il
petrolio
,
l
'
energia
elettrica
e
la
politica
estera
,
più
avventurismo
che
buon
senso
.
Un
uomo
di
cui
il
paese
diffida
.
Un
leader
travolto
dalle
risse
interne
della
Democrazia
Cristiana
.
Dentro
questo
schema
piuttosto
facile
,
o
addirittura
banale
,
cronaca
,
storia
e
pettegolezzo
si
muovono
con
notevole
eleganza
.
Sono
colti
felicemente
i
saggi
linguistici
rivelatori
di
taluni
tipici
difetti
fanfaniani
,
per
esempio
l
'
ampollosità
:
«
Non
drizzeremo
mai
la
nostra
prora
verso
il
mare
di
Moscovia
,
né
verso
bracci
più
o
meno
noti
che
in
esso
possono
in
definitiva
sboccare
»
.
Fanfani
scrittore
fa
anche
di
peggio
:
per
dire
(
nella
«
Pieve
d
'
Italia
»
)
che
era
faticoso
camminare
in
discesa
,
scrive
che
«
le
proprie
gambe
...
in
verità
dovevano
impegnarsi
seriamente
,
più
che
nell
'
azione
di
moto
,
in
quella
di
freno
del
moto
»
.
Conclusioni
ragionevoli
Rendono
miglior
giustizia
a
Fanfani
le
ultime
pagine
del
libro
in
cui
,
abbandonata
ogni
pretesa
di
liquidare
il
personaggio
mostrando
solo
i
suoi
punti
deboli
o
i
suoi
errori
(
alcuni
dei
quali
,
inoltre
,
sono
errori
per
Ottone
e
per
una
certa
parte
politica
e
meriteranno
un
'
analisi
più
serena
)
,
gli
si
riconosce
il
merito
di
essere
stato
,
da
giovane
,
«
l
'
esponente
nella
democrazia
cristiana
di
una
sinistra
moderata
,
che
si
ispirava
in
parte
a
Keynes
,
in
parte
a
San
Francesco
»
;
di
non
aver
voluto
«
diventare
il
portavoce
degli
interessi
costituiti
»
;
di
aver
propugnato
in
anticipo
sugli
altri
la
politica
di
centro
-
sinistra
,
eccetera
.
«
Può
darsi
infine
-
scrive
l
'
Ottone
-
che
l
'
avvenire
ci
tenga
in
serbo
il
Fanfani
migliore
»
.
Insomma
,
un
libro
divertente
,
in
parte
ingiusto
e
in
parte
,
com
'
è
inevitabile
,
dominato
dalle
convinzioni
politiche
dello
scrittore
.
StampaQuotidiana ,
Napoli
,
luglio
.
-
Giorni
fa
sono
state
celebrate
le
nozze
di
Laura
Lauro
,
figlia
del
noto
armatore
,
col
dott.
Dufour
,
di
altrettanto
nota
famiglia
d
'
industriali
genovesi
.
La
cerimonia
si
è
svolta
con
grande
sfarzo
nella
basilica
di
San
Francesco
di
Paola
,
di
fronte
all
'
ex
Palazzo
Reale
,
e
si
è
conclusa
con
un
ricevimento
a
Villa
Lauro
,
cui
hanno
partecipato
trecento
persone
,
«
il
più
eletto
e
rappresentativo
nostro
mondo
»
,
dichiaravano
l
'
indomani
i
giornali
locali
.
Villa
Lauro
,
celebre
per
i
suoi
saloni
come
per
gli
arazzi
di
Beauvais
che
fanno
parte
della
raccolta
Lauro
,
si
trova
in
via
Crispi
,
una
delle
più
belle
e
nitide
strade
di
Napoli
,
intramezzata
da
numerosi
giardini
guardati
da
cani
lupo
potenti
,
che
spesso
,
la
notte
,
si
avventano
contro
i
cancelli
,
invasi
dal
timore
che
qualcuno
possa
attentare
ai
legittimi
beni
dei
proprietari
.
Ma
gli
stessi
cani
hanno
mugolato
l
'
altro
ieri
di
gioia
al
passaggio
degli
sposi
,
che
attraversavano
il
giardino
per
raggiungere
la
macchina
che
li
avrebbe
condotti
al
porto
,
e
hanno
trovato
che
,
sotto
il
dolce
e
sfolgorante
cielo
estivo
,
e
vestiti
così
squisitamente
,
gli
uomini
sono
veramente
un
'
altra
cosa
,
e
,
come
annunzia
la
stampa
napoletana
,
meritano
il
nome
di
«
eletti
»
.
Cara
stampa
napoletana
!
Questa
parola
è
la
sua
prediletta
,
e
non
osiamo
pensare
cosa
accadrebbe
dei
compilatori
delle
liete
cronache
locali
,
se
improvvisamente
dovessero
farne
a
meno
!
Comunque
,
eletti
sposi
ed
eletto
parentado
sono
stati
fotografati
perfettamente
,
e
al
mio
ritorno
a
Napoli
ho
potuto
ammirarli
sulla
terza
pagina
di
un
quotidiano
che
un
operaio
seduto
nella
direttissima
davanti
a
me
,
teneva
aperto
fra
due
mani
dalle
unghie
spezzate
:
«
Gli
sposi
partiranno
per
Capri
,
prima
tappa
della
loro
luna
di
miele
...
»
.
Questa
Capri
rimane
davvero
l
'
ultimo
grido
in
fatto
di
divertimenti
europei
,
se
si
pensa
che
ci
si
va
persino
da
Napoli
,
di
gente
come
i
Lauro
che
ci
sarà
stata
mille
volte
,
d
'
inverno
come
d
'
estate
.
Capivo
il
silenzio
profondo
e
pieno
di
chissà
che
lenti
pensieri
dell
'
operaio
.
Qui
,
a
Napoli
,
Capri
come
il
mare
e
le
altre
isole
,
sono
distribuite
solo
in
dose
minima
alla
popolazione
.
Un
impiegatuccio
del
Demanio
sarà
stato
a
Capri
,
per
esempio
,
tre
volte
nello
spazio
dei
suoi
quarant
'
anni
.
L
'
impiegata
del
4°
sportello
dell
'
Ufficio
Raccomandate
della
Posta
Centrale
,
una
volta
sola
,
da
bambina
,
e
ora
conta
56
anni
.
In
quanto
al
mare
,
un
vero
esercito
di
bambini
,
la
leva
napoletana
del
'40
,
ne
ha
solamente
sentito
parlare
.
Sono
i
bambini
della
vecchia
Napoli
,
quella
bassa
,
tra
il
Reclusorio
e
i
vicoli
di
Toledo
,
che
si
rinnovano
come
gli
scarafaggi
e
hanno
tutti
i
diritti
della
polvere
.
Di
solito
,
vanno
al
mare
quando
hanno
raggiunto
i
quindici
anni
;
scappano
con
un
compagno
,
prendono
una
barca
.
Qualche
volta
affogano
,
altre
si
ammalano
di
tifo
,
perché
non
si
convinceranno
mai
che
certe
zone
marine
ricevono
i
rifiuti
della
città
.
Quello
che
racconta
qualcuno
,
che
il
mare
non
bagna
Napoli
,
è
esatto
.
Queste
onde
famose
sono
inaccessibili
,
salvo
che
per
alcune
categorie
di
persone
;
per
le
altre
,
diletto
e
rischio
,
o
almeno
una
enorme
stanchezza
,
sono
indivisibili
.
Costa
,
costa
molto
fare
i
bagni
a
chi
vive
in
via
Tribunali
o
a
Forcella
,
e
non
dispone
che
di
duecento
lire
giornaliere
per
i
suoi
vizi
.
E
,
di
solito
,
non
ci
si
va
,
le
duecento
lire
vengono
impiegate
in
altro
uso
:
fiorilli
,
paste
cresciute
,
un
caffè
,
qualche
nazionale
...
da
consumare
in
piedi
nella
friggitoria
affocata
...
da
bere
appoggiandosi
al
banco
nella
rosticceria
ronzante
di
mosche
...
da
accendere
all
'
ombra
dei
cornicioni
e
dei
bucati
,
nelle
stradine
fitte
di
popolo
che
dorme
,
che
mangia
,
che
vende
,
che
sogna
...
Mille
apparecchi
radio
sono
in
agguato
dentro
ciascun
basso
di
una
via
,
altrettanti
grammofoni
lavorano
con
una
intensità
che
ha
del
febbrile
a
ribadire
nella
testa
della
povera
gente
il
concetto
:
«
Napule
e
niente
cchiù
»
oppure
:
«
chistu
mare
a
Margellina
»
...
Ho
domandato
al
facchino
che
mi
ha
preso
la
valigia
alla
stazioncina
di
Bagnoli
come
fosse
finita
la
storia
dell
'
Ilva
:
«
Finita
?
»
mi
ha
chiesto
a
sua
volta
.
«
È
finito
il
lavoro
,
questo
sì
»
.
«
E
i
forni
?
»
«
Per
ora
stanno
accesi
.
Gli
operai
rimasti
stanno
vicino
ai
forni
,
e
li
tengono
accesi
.
Questo
fanno
.
Gli
altri
,
a
casa
,
passano
il
tempo
a
ricordare
i
fatti
dell
'Ilva.»
È
un
pianto
,
per
Bagnoli
,
lo
so
,
lo
sapevo
prima
di
partire
,
ma
credevo
che
al
mio
ritorno
qualche
cosa
sarebbe
mutata
.
«
Niente
è
mutato
»
mi
dice
il
vecchio
posando
un
momento
la
valigia
per
asciugarsi
la
fronte
.
«
A
Napoli
non
muta
mai
niente
.
Volevano
diminuire
le
paghe
,
questo
io
penso
,
perciò
hanno
licenziato
.
Poco
alla
volta
intorno
all
'
Ilva
crescerà
l
'erba.»
Con
un
fazzoletto
rosso
e
blu
,
dove
sono
stampati
per
lo
meno
dieci
Vesuvi
color
viola
,
si
asciuga
la
fronte
.
«
Questa
è
Napoli
nostra
»
dice
.
«
Tutto
può
avvenire
.
La
gente
è
come
se
fosse
morta
.
È
tutta
schiacciata
.
Niente
le
può
fare
più
male
.
E
poi
ha
i
Santi
,
le
canzoni
...
»
Mentre
parlava
,
un
Santo
veniva
infatti
avanti
,
sulla
via
di
Bagnoli
,
preceduto
da
una
piccola
banda
e
seguito
da
una
frotta
di
ragazzi
.
Era
Antonio
di
Padova
,
in
cartone
,
con
un
'
aureola
lucente
intorno
alla
testa
e
un
manto
stranissimo
sulle
spalle
;
che
si
muoveva
lentamente
,
con
un
lieve
riflesso
azzurro
e
rosato
,
nel
vento
di
mare
.
Ci
fermammo
ed
aspettammo
che
passasse
:
quel
manto
era
composto
di
biglietti
da
cinquecento
e
da
mille
,
rattoppati
o
fiammanti
,
e
anche
da
carte
da
dieci
,
da
cinque
,
fra
cui
qualche
am
-
lira
.
Una
meraviglia
.
«
Il
mese
di
giugno
è
tutto
dedicato
a
sant
'
Antonio
»
mi
spiegò
il
facchino
seguitando
ad
asciugarsi
il
sudore
col
suo
fazzoletto
pieno
di
Vesuvi
.
«
Il
mese
di
maggio
fu
per
la
Madonna
.
In
luglio
avremo
sant
'
Anna
...
poi
san
Gennaro
.
Fanno
un
sacco
di
soldi
,
e
perdonano
tutti
i
peccati
.
»
Pensavo
alle
coltellate
di
cui
è
piena
la
cronaca
dei
quattro
o
cinque
quotidiani
cittadini
,
le
amanti
con
la
gola
tagliata
dalle
contadine
di
Agerola
o
Barra
;
quei
corpi
insanguinati
,
gli
urli
nei
vichi
,
i
«
Maronna
!
»
e
gli
«
Aiutatemi
!
»
,
e
la
gente
che
accorre
senza
intervenire
e
commenta
estasiata
;
poi
il
tassì
,
il
corpo
di
guardia
dei
Pellegrini
,
il
viso
annoiato
del
sanitario
di
turno
:
«
recisione
della
carotide
»
;
pensavo
al
disoccupato
per
vocazione
o
per
forza
,
che
continua
a
mettere
il
disco
Mappatella
,
lassù
al
terzo
piano
,
e
aggiunge
un
'
altra
voce
alla
enorme
confusione
della
città
.
Pensavo
alle
impiegate
della
Centrale
,
curve
,
tutte
pallide
e
spettinate
,
sui
fasci
di
bollette
,
sui
registri
,
sui
timbri
dietro
gli
sportelli
delle
Raccomandate
.
Pensavo
anche
a
Laura
Lauro
,
chissà
perché
,
e
a
queste
nostre
cronache
mondane
brulicanti
di
elette
signore
,
fitte
di
elenchi
interminabili
di
principi
,
di
diplomatici
e
di
industriali
che
scendono
al
Vesuvio
o
s
'
imbarcano
per
Capri
e
all
'
opinione
espressa
da
un
avvocato
romano
sul
pullman
azzurro
diretto
a
Roma
,
mentre
la
radio
trasmetteva
la
cronaca
letteraria
:
«
A
Napoli
,
col
turismo
,
voi
non
ci
sapete
fare
.
Uno
dei
provvedimenti
più
urgenti
consisterebbe
nell
'
istituire
subito
un
servizio
di
polizia
speciale
per
la
tutela
delle
vie
Caracciolo
e
Partenope
.
I
vostri
mendicanti
non
debbono
farsi
vedere
per
quelle
strade
,
se
volete
riavere
degli
stranieri
»
.
E
io
che
rispondevo
gentilmente
:
«
Ha
perfettamente
ragione
:
DDT
o
galera
»
.
La
sera
stessa
sono
andata
a
trovare
il
mio
amico
C
.
Era
seduto
al
solito
posto
sul
divano
rotto
nella
sua
casa
di
via
Mergellina
,
e
guardandosi
le
mani
simili
a
rametti
spogli
pensava
all
'
artrite
.
Speravo
che
avesse
dei
soldi
,
così
avremmo
bevuto
del
vino
,
ma
non
ne
aveva
.
«
Sono
appena
le
nove
e
mezza
»
mi
ha
detto
,
«
abbiamo
fiducia
,
aspettiamo
;
può
darsi
che
arrivino
gli
amici
.
»
Questi
amici
,
gruppo
di
appena
tre
o
quattro
persone
,
fra
cui
due
impiegati
,
un
operaio
e
un
maestro
elementare
,
di
solito
possiede
somme
superiori
alle
cinquanta
lire
,
ma
questa
volta
niente
.
Una
volta
entrati
,
hanno
chinato
il
viso
davanti
all
'
amara
delusione
espressa
da
tutto
il
magrissimo
volto
di
C
.
;
poi
,
in
silenzio
,
uno
per
uno
,
sono
usciti
nel
giardinetto
che
fronteggia
la
via
,
e
si
sono
seduti
sugli
scalini
.
Li
abbiamo
seguiti
,
il
buon
C
.
ed
io
,
e
anche
noi
ci
siamo
seduti
sugli
scalini
,
e
guardavamo
una
enorme
luna
rosea
,
sospesa
come
un
palloncino
di
gomma
sul
mare
nero
di
Mergellina
,
quando
a
un
tratto
,
sotto
quella
luna
,
chi
vediamo
?
Preceduto
dall
'
improvviso
scoppio
di
una
banda
,
ripassava
quel
sant
'
Antonio
,
o
un
suo
fratello
,
che
avevo
incontrato
la
mattina
a
Bagnoli
.
La
sua
testa
e
il
Bambino
che
reggeva
in
braccio
facevano
"
ma
sì
,
ma
sì
"
,
sotto
la
lampada
stranissima
della
luna
.
Il
mantello
di
biglietti
di
banca
da
cinquecento
e
mille
lire
si
muoveva
dolcissimamente
,
come
una
crosta
enorme
,
alle
spalle
della
statua
.
Avanti
veniva
la
banda
,
ululando
santi
inni
.
Poi
la
statua
.
Dietro
la
statua
un
po
'
di
preti
con
una
mantellina
nera
piena
di
stelline
di
carta
dorata
,
e
dei
giovanottini
in
tonaca
rossa
,
uno
con
un
asciugamano
al
collo
,
sostenendo
qualche
stendardo
e
badando
a
riappiccicare
,
di
tanto
in
tanto
,
i
biglietti
più
piccoli
che
sembravano
male
appuntati
.
Tutti
davanti
al
cancello
,
in
piedi
,
cercavamo
di
distrarre
C
.
,
il
cui
volto
si
era
fatto
improvvisamente
avido
,
ispirato
,
pieno
di
una
suggestione
terribile
,
fissando
il
meraviglioso
mantello
.
E
avevamo
ragione
di
temere
perché
nell
'
attimo
che
il
corteo
è
passato
davanti
al
giardinetto
,
un
braccio
lunghissimo
,
il
braccio
sospetto
di
artrite
del
nostro
amico
,
si
è
allungato
a
un
tratto
fra
le
sbarre
,
nel
gesto
di
chi
desidera
afferrare
.
Dieci
braccia
hanno
fatto
abbassare
quello
di
C
.
Erano
tutti
intorno
a
lui
,
gli
amici
teneri
,
preoccupati
,
con
una
punta
di
rimprovero
,
oltretutto
si
vergognavano
.
E
di
colpo
C
.
è
scoppiato
a
ridere
e
diceva
:
«
Ma
sì
,
ma
sì
»
anche
lui
,
«
facevo
solo
per
scherzare
,
s
'
intende
.
Non
avrei
toccato
neppure
una
lira
»
.
Ma
i
suoi
bellissimi
occhi
erano
diventati
ormai
irrimediabilmente
tristi
,
lucidi
,
come
per
febbre
;
e
per
tutto
il
resto
della
sera
è
rimasto
chiuso
in
un
infantile
crucciato
silenzio
.
Così
sono
passate
le
prime
ore
del
mio
soggiorno
napoletano
.
Più
tardi
,
mentre
la
luna
tramontava
,
sono
scoppiati
non
si
sa
da
che
parte
,
se
dal
Vomero
o
da
Posillipo
,
i
primi
colpi
e
le
luci
colorate
dei
fuochi
di
artificio
.
Sembrava
la
guerra
,
e
sembrava
anche
la
pace
,
íl
triste
sonno
in
cui
dorme
Napoli
.
ProsaGiuridica ,
IL
PRESIDENTE
DELLA
REPUBBLICA
Promulga
la
seguente
legge
approvata
dall
'
Assemblea
Costituente
:
Art
.
1
.
Per
l
'
elezione
della
Camera
dei
deputati
si
osservano
,
in
quanto
applicabili
,
le
disposizioni
del
decreto
legislativo
10
marzo
1946
,
n
.
74
,
con
le
modificazioni
di
cui
agli
articoli
seguenti
.
Art
.
2
.
Il
primo
ed
il
secondo
comma
dell
'
art.
3
sono
costituiti
dai
seguenti
:
"
Il
numero
dei
deputati
e
'
in
ragione
di
uno
ogni
80.000
abitanti
o
per
frazione
superiore
a
40.000
,
calcolati
in
ciascun
collegio
in
base
alla
popolazione
residente
al
31
dicembre
1946
,
secondo
i
dati
ufficiali
dell
'
Istituto
centrale
di
statistica
.
I
collegi
sono
costituiti
secondo
le
circoscrizioni
stabilite
nella
tabella
A
allegata
alla
presente
legge
"
.
Art
.
3
.
Gli
articoli
4
,
5
,
6
e
12
del
decreto
legislativo
10
marzo
1946
,
n
.
74
,
sono
abrogati
e
sostituiti
dalle
disposizioni
della
legge
i
ottobre
1947
,
n
.
1058
,
recante
norme
per
la
disciplina
dell
'
elettorato
attivo
e
per
la
tenuta
e
la
revisione
annuale
delle
liste
elettorali
della
legge
23
dicembre
1947
,
n
.
1453
,
contenente
norme
per
la
limitazione
temporanea
del
diritto
di
voto
ai
capi
responsabili
del
regime
fascista
.
Art
.
4
.
L
'
art.
7
e
'
sostituito
dal
seguente
:
Sono
eleggibili
a
deputati
gli
elettori
che
abbiano
compiuto
il
venticinquesimo
anno
di
eta
'
entro
il
giorni
delle
elezioni
.
Non
sono
eleggibili
per
cinque
anni
dall
'
entrata
in
vigore
della
,
Costituzione
,
oltre
coloro
che
sono
stati
esclusi
per
il
medesimo
periodo
dal
diritto
elettorale
attivo
:
1
)
gli
ex
membri
dei
direttori
federali
del
partito
nazionale
fascista
,
eccettuati
coloro
che
ne
abbiano
fatto
parte
di
diritto
o
che
abbiano
esercitato
funzioni
esclusivamente
amministrative
o
assistenziali
;
2
)
le
ex
fiduciarie
o
vicefiduciarie
delle
federazioni
dei
fasci
femminili
;
3
)
gli
ex
segretari
politici
dei
fasci
dei
comuni
con
popolazione
superiore
ai
10.000
abitanti
(
censimento
1936
)
e
le
ex
segretarie
dei
fasci
femminili
dei
medesimi
comuni
;
4
)
gli
ex
prefetti
o
questori
nominati
per
titoli
fascisti
;
5
)
gli
ex
moschettieri
del
duce
e
gli
ex
ufficiali
della
milizia
volontaria
sicurezza
nazionale
in
servizio
permanente
retribuito
,
eccettuati
gli
addetti
al
servizi
religiosi
,
militari
,
assistenziali
e
gli
appartenenti
alle
legioni
libiche
,
alle
milizie
ferroviaria
,
postelegrafonica
,
universitaria
alla
G.I.L.
,
alla
D
.
I
.
C
.
A
.
T
.
e
Da
.
cos
.
,
nonche
'
alle
milizie
forestale
,
stradale
e
portuale
;
6
)
chiunque
abbia
,
ricoperto
una
carica
politica
del
partito
fascista
repubblicano
;
7
)
gli
ex
ufficiali
che
abbiano
prestato
servizio
attivo
nelle
forze
armate
della
pseudo
Repubblica
sociale
,
gli
ex
componenti
delle
brigate
nere
,
delle
legioni
autonome
e
dei
reparti
speciali
di
polizia
politica
della
pseudo
Repubblica
sociale
;
8
)
i
presidi
delle
province
e
i
podesta
'
dei
comuni
con
popolazione
superiore
ai
10.000
abitanti
,
eccettuati
i
presidi
e
i
podesta
'
nominati
dopo
il
25
luglio
1943
dal
Governo
legittimo
italiano
;
9
)
gli
ufficiali
superiori
e
ufficiali
generali
delle
Forze
armate
dello
Stato
che
,
per
giudizio
di
epurazione
,
siano
stati
dispensati
dal
servizio
con
o
senza
perdita
del
diritto
a
pensione
e
gli
ufficiali
di
qualunque
grado
che
,
per
aver
cooperato
dall'8
settembre
1943
con
le
forze
armate
che
combattevano
contro
l
'
Italia
,
siano
stati
cancellati
dai
ruoli
con
perdita
del
grado
;
10
)
gli
Impiegati
di
pubbliche
Amministrazioni
di
grado
superiore
al
70
dell
'
ordinamento
gerarchico
dello
Stato
o
equiparati
che
,
per
giudizio
di
epurazione
,
siano
stati
dispensati
dal
servizio
con
o
senza
perdita
del
diritto
a
pensione
;
11
)
coloro
che
per
sentenza
penale
o
per
decisione
amministrativa
,
l
'
una
e
l
'
altra
,
parte
in
giudicato
,
siano
stati
riconosciuti
collaboratori
col
tedesco
invasore
;
12
)
gli
appartenenti
all
'
O
.
V
.
R
.
A
.
;
13
)
i
direttori
,
condirettori
,
vicedirettori
,
redattori
capi
di
giornali
e
riviste
politiche
fasciste
;
14
)
i
commissari
prefettizi
preposti
ai
Comuni
con
piu
'
di
10.000
abitanti
nell
'
ambito
del
cosiddetto
litorale
adriatico
e
della
ex
zona
delle
Prealpi
;
15
)
gli
autori
di
libri
e
testi
scolastici
di
propaganda
fascista
e
i
docenti
di
scuole
di
mistica
fascista
.
Sono
eccettuati
dalla
esclusione
dalla
eleggibilita
'
coloro
che
siano
stati
dichiarati
non
punibili
ai
sensi
nell
'
ultimo
comma
dell
'
art.
7
del
decreto
legislativo
27
luglio
1944
,
n
.
159
,
e
coloro
i
quali
prima
dell
'
entrata
in
vigore
della
presente
legge
abbiano
ottenuto
una
pronunzia
di
proscioglimento
da
parte
della
speciale
Commissione
per
le
sanzioni
elettorali
,
di
cui
al
decreto
legislativo
26
aprile
1945
,
n
.
149
.
Sono
,
altresi
'
,
eccettuati
dalla
esclusione
dalla
eleggibilita
'
per
le
cause
di
cui
ai
nn
.
1
,
2
,
3
,
4
,
5
,
8
coloro
i
quali
,
avendo
ricoperto
le
cariche
e
gli
uffici
ivi
previsti
prima
del
3
gennaio
1925
,
abbiano
poi
fatto
parte
della
Consulta
Nazionale
o
dell
'
Assemblea
Costituente
"
.
Art
.
5
L
'
art.
9
e
'
sostituito
dal
seguente
:
"
Non
sono
eleggibili
:
a
)
i
deputati
regionali
o
consiglieri
regionali
;
b
)
i
presidenti
delle
deputazioni
provinciali
;
c
)
i
sindaci
dei
capoluoghi
di
provincia
;
d
)
il
capo
e
vice
-
capo
della
polizia
e
gli
ispettori
generali
di
pubblica
sicurezza
;
e
)
i
capi
di
Gabinetto
dei
Ministri
;
f
)
l
'
Alto
Commissario
per
la
Sardegna
,
il
Commissario
dello
Stato
nella
Regione
siciliana
,
i
prefetti
o
chi
ne
fa
le
veci
;
g
)
i
magistrati
,
salvo
che
non
si
trovino
in
aspettativa
all
'
atto
dell
'
accettazione
della
candidatura
;
h
)
i
vice
-
prefetti
e
i
funzionari
di
pubblica
sicurezza
;
i
)
gli
ufficiali
generali
e
gli
ammiragli
,
gli
ufficiali
superiori
delle
Forze
armate
dello
stato
,
nella
circoscrizione
del
loro
comando
territoriale
.
Le
cause
di
ineleggibilita
'
stabilite
in
questo
articolo
non
hanno
effetto
,
se
le
funzioni
esercitate
siano
cessate
almeno
novanta
giorni
prima
della
data
del
decreto
di
convocazione
dei
comizi
elettorali
.
Tale
termine
e
'
stabilito
,
per
la
prima
legislatura
,
al
giorno
precedente
l
'
accettazione
della
candidatura
"
.
Art
.
6
.
Nell
'
art.
10
sono
soppresse
le
parole
:
"
eccettuati
quelli
che
non
provengono
dal
ruoli
dell
'
Amministrazione
degli
affari
esteri
"
.
Art
.
7
.
L
'
art.
11
e
'
sostituito
dal
seguente
:
"
Non
sono
eleggibili
:
1
)
coloro
che
in
proprio
o
in
qualita
'
di
rappresentanti
legali
di
societa
'
o
di
imprese
private
risultino
vincolati
con
lo
Stato
per
contratti
di
opere
o
di
somministrazioni
,
oppure
per
concessioni
o
autorizzazione
amministrative
di
notevole
entita
'
economica
,
che
importino
l
'
obbligo
di
adempimenti
specifici
,
l
'
osservanza
di
norme
generali
o
particolari
protettive
del
pubblico
interesse
,
alle
quali
la
concessione
o
la
autorizzazione
e
'
sottoposta
;
2
)
i
rappresentanti
,
amministratori
e
dirigenti
di
societa
'
e
imprese
volte
al
profitto
di
privati
e
sussidiati
dallo
Stato
con
sovvenzioni
continuative
o
con
garanzia
di
assegnazioni
o
di
interessi
,
quando
questi
sussidi
non
siano
concessi
in
forza
di
una
legge
generale
dello
Stato
;
3
)
i
consulenti
legali
e
amministrativi
che
prestino
in
modo
permanente
l
'
opera
loro
alle
persone
,
societa
'
e
imprese
di
cui
ai
nn
.
1
e
2
,
vincolate
allo
Stato
nei
modi
di
cui
sopra
.
Dalla
ineleggibilita
'
sono
esclusi
i
dirigenti
di
cooperative
e
di
consorzi
di
cooperative
,
iscritti
regolarmente
nei
registri
di
prefettura
"
.
Art
.
8
.
Il
primo
comma
dell
'
art.
13
e
'
sostituito
dai
seguenti
:
"
I
comizi
elettorali
sono
convocati
con
decreto
del
Presidente
della
Repubblica
,
su
deliberazione
del
Consiglio
dei
Ministri
.
Lo
stesso
decreto
fissa
il
giorno
della
prima
riunione
della
Camera
nei
limiti
dell
'
art.
61
della
,
Costituzione
"
.
Art
.
9
.
Il
primo
comma
dell
'
art.
15
e
'
sostituito
dal
seguente
:
"
Le
liste
dei
candidati
per
il
collegio
unico
nazionale
devono
essere
presentate
da
non
meno
di
venti
delegati
effettivi
di
liste
aventi
lo
stesso
contrassegno
che
assistera
'
la
lista
per
il
collegio
unico
nazionale
"
.
Il
terzo
comma
e
'
sostituito
dal
seguente
:
"
Nessuno
puo
'
essere
candidato
nel
Collegio
unico
nazionale
se
non
e
'
candidato
in
un
collegio
circoscrizionale
"
.
Art
.
10
.
Al
primo
comma
dell
'
art.
24
,
le
parole
:
"
con
le
caratteristiche
essenziali
del
modello
descritto
nella
tabella
B
,
allegata
al
presente
decreto
"
,
sono
sostituite
dalle
seguenti
:
"
con
le
caratteristiche
essenziali
dei
modelli
descritti
nelle
tabelle
B
,
C
e
D
,
allegate
alla
presente
legge
"
.
Art
.
11
.
L
'
ultimo
comma
dell
'
art.
27
modificato
dall
'
art.
20
del
decreto
legislativo
23
aprile
1046
,
n
.
219
,
e
'
sostituito
dal
seguente
:
"
Al
presidente
dell
'
ufficio
elettorate
e
'
corrisposto
dal
Comune
,
nel
quale
l
'
ufficio
ha
sede
,
un
onorario
giornaliero
di
lire
2000
al
lordo
delle
ritenute
di
legge
,
oltre
il
trattamento
di
missione
,
se
dovuto
,
nella
misura
corrispondente
a
quella
che
spetta
ai
funzionari
di
grado
50
dei
ruoli
dell
'
Amministrazione
dello
Stato
.
Ai
funzionari
statali
di
grado
superiore
al
5°
spetta
,
se
dovuto
,
il
trattamento
di
missione
inerente
al
grado
rivestito
"
.
Art
.
12
.
Il
primo
e
l
'
ultimo
comma
dell
'
art.
28
sono
sostituiti
dai
seguenti
:
"
Fra
il
quindicesimo
e
l
'
ottavo
giorno
precedenti
le
elezioni
,
in
pubblica
adunanza
,
preannunziata
due
giorni
prima
con
manifesto
affisso
nell
'
albo
pretorio
del
Comune
,
la
Commissione
elettorale
comunale
,
sentiti
i
rappresentanti
di
lista
,
se
gia
'
designati
,
procede
della
nomina
degli
scrutatori
tra
gli
elettori
del
Comune
che
siano
idonei
alle
funzioni
di
scrutatori
,
esclusi
sempre
i
candidati
.
Qualora
la
nomina
non
sia
fatta
l
'
unanimita
'
,
ciascun
membro
della
Commissione
votera
'
per
due
nomi
e
si
proclameranno
eletti
coloro
che
avranno
ottenuto
un
maggior
numero
di
voti
.
A
parita
'
di
voti
sara
'
proclamato
eletto
l
'
anziano
di
eta
'
"
.
"
A
ciascuno
degli
scrutatori
il
Comune
,
nel
quale
ha
sede
l
'
ufficio
elettorale
,
deve
corrispondere
l
'
onorario
giornaliero
di
lire
1500
al
lordo
delle
ritenute
di
legge
,
oltre
al
trattamento
di
missione
,
se
dovuto
,
nella
misura
corrispondente
a
quella
che
spetta
ai
funzionari
il
grado
70
del
ruoli
dell
'
Amministrazione
dello
Stato
di
funzionari
statali
di
grado
superiore
al
70
spetta
,
se
dovuto
,
il
trattamento
di
missione
inerente
al
grado
rivestito
"
.
Art
.
13
.
Il
penultimo
comma
dell
'
art.
29
e
'
sostituito
dal
seguente
:
"
Al
segretario
e
'
corrisposto
dal
Comune
,
in
cui
ha
sede
l
'
ufficio
elettorale
,
l
'
onorari
-
giornaliero
di
lire
1800
,
al
lordo
delle
ritenute
di
legge
,
oltre
il
trattamento
di
missione
,
se
dovuto
,
nella
misura
corrispondente
a
quella
che
spetta
ai
funzionari
di
grado
70
dei
ruoli
dell
'
Amministrazione
dello
Stato
)
.
Art
.
14
.
L
'
art.
40
e
'
sostituito
dal
seguente
:
"
Il
presidente
,
gli
scrutatori
,
i
rappresentanti
delle
liste
dei
candidati
e
il
segretario
del
seggio
,
nonche
'
gli
ufficiali
e
gli
agenti
della
forza
pubblica
in
servizio
di
ordine
pubblico
votano
,
previa
esibizione
del
certificato
elettorale
,
nella
sezione
presso
la
quale
esercitano
il
loro
ufficio
,
anche
se
siano
iscritti
come
elettori
in
altre
sezioni
o
in
altro
Comune
i
candidati
possono
votare
in
una
qualsiasi
delle
sezioni
della
circoscrizione
dove
sono
proposti
,
presentando
il
certificato
elettorale
.
Gli
elettori
di
cui
al
comma
,
precedente
sono
iscritti
,
a
cura
del
presidente
,
in
calce
alla
lista
,
della
sezione
e
di
essi
e
'
presa
nota
nel
verbale
"
.
Art
.
15
.
La
prima
parte
del
terzo
comma
dell
'
art.
41
,
dalle
parole
:
"
Nei
comuni
"
alle
parole
:
"
edifici
militari
"
,
e
'
soppressa
.
Art
.
16
.
Il
secondo
e
il
terzo
comma
dell
'
art.
42
sono
sostituiti
dai
seguenti
:
"
I
ciechi
,
gli
amputati
delle
mani
,
gli
affetti
da
paralisi
o
da
,
altro
impedimento
di
analoga
gravita
esercitano
il
diritto
elettorale
con
l
'
aiuto
di
un
elettore
della
propria
famiglia
o
,
in
mancanza
,
di
un
altro
elettore
,
che
sia
stato
volontariamente
scelto
come
accompagnatore
,
purche
'
l
'
uno
o
l
'
altro
sia
iscritto
nel
Comune
.
Nessun
elettore
potra
'
esercitare
la
funzione
di
accompagnatore
per
piu
'
di
un
invalido
.
Sul
suo
certificato
elettorale
sara
'
fatta
apposita
annotazione
dal
presidente
del
seggio
,
nel
quale
ha
assoluto
tale
compito
.
I
presidenti
di
seggio
devono
richiedere
agli
accompagnatori
il
certificato
elettorale
,
per
constatare
se
hanno
gia
'
in
precedenza
esercitato
la
funzione
predetta
.
L
'
accompagnatore
consegna
il
certificato
dell
'
elettore
accompagnato
;
il
presidente
del
seggio
accerta
,
con
appositi
interpellazione
,
se
l
'
elettore
abbia
scelto
liberamente
il
suo
accompagnatore
e
ne
conosca
il
nome
e
cognome
e
registra
nel
verbale
,
a
parte
,
questo
modo
di
votazione
,
indicando
il
motivo
specifico
di
questa
assistenza
nella
votazione
,
il
nome
dell
'
autorita
'
sanitaria
che
abbia
eventualmente
accertato
l
'
impedimento
ed
il
nome
e
cognome
dell
'
accompagnatore
.
Il
certificato
medico
eventualmente
esibito
e
'
allegato
al
verbale
"
.
Art
.
17
.
Le
prima
parte
del
secondo
comma
dell
'
art.
44
e
'
sostituita
dalla
seguente
:
"
L
'
elettore
deve
recasi
ad
uno
degli
appositi
tavoli
e
,
senza
che
sia
avvicinato
da
alcuno
,
votare
tracciando
sulla
scheda
,
con
la
matita
un
segno
su
contrassegno
corrispondente
alla
lista
,
da
,
lui
prescelta
o
comunque
sul
rettangolo
che
lo
contiene
"
.
Art
.
18
.
La
seconda
,
parte
del
secondo
comma
dell
'
art.
45
e
'
sostituita
dalla
seguente
:
"
Il
numero
delle
preferenze
e
'
di
tre
,
se
i
deputati
da
eleggere
fino
a
15;
di
quattro
,
da
16
in
poi
"
Art
.
19
.
L
'
art.
48
e
'
sostituito
dal
seguente
:
"
La
votazione
deve
proseguire
fino
alle
ore
ventidue
.
Tuttavia
gli
elettori
che
siano
ancora
nei
locali
del
seggio
sono
ammessi
a
votare
"
.
Art
.
20
.
Al
sesto
comma
dell
'
art.
56
le
parole
:
"
e
in
cui
sono
elencati
separatamente
gli
elettori
che
hanno
votato
e
quelli
che
non
hanno
votato
"
sono
sostituite
dalle
seguenti
:
"
e
in
cui
sono
elencati
gli
elettori
che
non
hanno
votato
"
.
All
'
ottavo
comma
le
parole
:
"
l
'
estratto
viene
immediatamente
rimesso
al
sindaco
"
sono
sostituite
dalle
seguenti
:
a
l
'
estratto
e
'
trasmesso
,
non
oltre
il
sessantesimo
giorno
successivo
a
quello
della
votazione
,
al
sindaco
"
.
Art
.
21
.
Al
quarto
comma
dell
'
art.
57
,
alle
parole
:
"
piu
'
uno
"
e
"
piu
'
due
"
sono
sostituite
sempre
le
altre
:
"
piu
'
tre
"
.
Art
.
22
.
Al
primo
comma
dell
'
art.
62
,
prima
parte
,
dopo
le
parole
:
"
collegate
con
quelle
del
collegio
unico
nazionale
"
,
sono
aggiunte
le
altre
:
"
che
abbiano
raggiunto
nelle
circoscrizioni
almeno
un
quoziente
"
.
Art
.
23
.
All
'
art.
64
e
'
aggiunto
il
seguente
comma
:
"
Se
il
caso
di
sostituzione
si
verifichi
nella
lista
nazionale
e
il
candidato
subentrante
sia
gia
'
deputato
nella
lista
circoscrizionale
avente
lo
stesso
contrassegno
,
si
applichera
'
il
capoverso
dell
'
art.
63
"
.
Art
.
24
.
Dopo
l
'
art.
64
,
e
'
aggiunto
il
seguente
:
"
Art
.
64-bis
.
-
E
'
riservata
alla
Camera
del
deputati
la
facolta
'
di
ricevere
e
accettare
le
dimissioni
dei
propri
membri
"
.
Art
.
25
.
Dopo
l
'
art.
65
,
e
'
aggiunto
il
seguente
:
"
Art
.
65-bis
.
-
Gli
impiegati
dello
Stato
e
di
altre
Amministrazioni
,
nonche
'
i
dipendenti
degli
Enti
ed
Istituti
di
diritto
pubblico
pottoposti
alla
vigilanza
dello
Stato
,
che
siano
eletti
deputati
,
seno
,
ove
lo
richiedano
,
collocati
in
congedo
straordinario
per
tutta
la
durata
del
mandato
parlamentare
,
secondo
le
norme
in
vigore
.
I
magistrati
in
aspettativa
ai
sensi
della
lettera
g
)
dell
'
art.
9
conservano
il
trattamento
di
cui
godevano
"
.
Art
.
26
.
Dopo
l
'
art.
84
,
e
'
aggiunto
il
seguente
:
"
Art
.
84-bis
.
-
Le
norme
che
stabilissero
,
nella
legge
elettorale
per
il
senato
della
Repubblica
,
nuove
sanzioni
a
carico
di
coloro
che
si
astengono
dal
voto
,
saranno
applicabili
anche
per
le
elezioni
della
Camera
dei
deputati
"
.
Art
.
27
.
Alle
dizioni
:
"
Regno
,
Assemblea
Costituente
,
Costituente
,
Segreteria
provvisoria
dell
'
Assemblea
Costituente
"
,
usate
negli
articoli
del
decreto
legislativo
10
marzo
1946
,
n
.
74
,
sono
rispettivamente
sostituite
le
seguenti
:
"
Repubblica
,
Camera
dei
Deputati
,
Camera
,
Segreteria
della
Camera
dei
Deputati
"
.
Art
.
28
.
Il
Governo
della
Repubblica
e
'
autorizzate
a
coordinare
in
un
testo
unico
le
disposizioni
del
decreto
legislativo
10
marzo
1946
,
n
.
74
,
e
quelle
della
.
presente
legge
.
Art
.
29
.
La
presente
legge
entra
in
vigore
lo
stesso
giorno
della
sua
pubblicazione
nella
Gazzetta
Ufficiale
della
Repubblica
.
La
presente
legge
,
munita
del
sigillo
dello
Stato
,
sara
'
inserta
nella
Raccolta
ufficiale
delle
leggi
e
dei
decreti
della
Repubblica
italiana
.
E
'
fatto
obbligo
a
chiunque
spetti
di
osservarla
e
di
farla
osservare
come
legge
dello
Stato
.
Data
a
Roma
,
addi
'
20
gennaio
1948
DE
NICOLA
DE
GASPERI
-
SCELBA
Miscellanea ,
16
ottobre
1943
Fino
a
poche
settimane
prima
,
ogni
venerdì
sera
,
all
'
accendersi
della
prima
stella
,
si
spalancavano
tutte
grandi
le
grandi
porte
della
Sinagoga
,
quelle
verso
la
piazza
del
Tempio
.
Perché
le
grandi
porte
,
invece
delle
bussole
laterali
e
un
po
'
recondite
come
tutte
le
altre
sere
?
Perché
invece
degli
sparuti
candelabri
a
sette
bracci
,
quello
sfavillare
di
tutte
quante
le
luci
,
che
traeva
fiamme
dagli
ori
,
splendore
dagli
stucchi
-
-
gli
stemmi
di
Davide
,
i
nodi
di
Salomone
,
le
Trombe
del
Giubileo
-
-
e
sontuosi
bagliori
dal
broccato
della
cortina
appesa
davanti
all
'
Arca
Santa
,
all
'
Arca
del
Patto
col
Signore
?
Perché
ogni
venerdì
,
all
'
accendersi
della
prima
stella
,
si
celebrava
il
ritorno
del
Sabbato
.
Non
la
macilenta
salmodia
del
cantore
sperduto
sul
lontano
altare
;
ma
dall
'
alto
della
cantoria
,
nella
romba
osannante
dell
'
organo
,
il
coro
dei
fanciulli
gloriava
un
cantico
di
sacra
tenerezza
,
l
'
inno
dell
'
antico
cabbalista
,
«
Lehà
Dodì
Lichrà
Calà
»
:
Vieni
,
o
amico
,
vieni
incontro
al
Sabbato
...
Era
il
mistico
invito
ad
accogliere
il
Sabbato
che
giunge
,
che
giunge
come
una
sposa
.
Giungeva
invece
nell
'
ex
Ghetto
di
Roma
,
la
sera
di
quel
venerdì
15
ottobre
,
una
donna
vestita
di
nero
,
scarmigliata
,
sciatta
,
fradicia
di
pioggia
.
Non
può
esprimersi
,
l
'
agitazione
le
ingorga
le
parole
,
le
fa
una
bava
sulla
bocca
.
È
venuta
da
Trastevere
di
corsa
.
Poco
fa
,
da
una
signora
presso
la
quale
va
a
mezzo
servizio
,
ha
veduto
la
moglie
di
un
carabiniere
,
e
questa
le
ha
detto
che
il
marito
,
il
carabiniere
,
ha
veduto
un
tedesco
,
e
questo
tedesco
aveva
in
mano
una
lista
di
200
capi
famiglia
ebrei
,
da
portar
via
con
tutte
le
famiglie
.
Gli
ebrei
di
rione
Regola
hanno
conservato
l
'
abitudine
di
coricarsi
per
tempo
.
Poco
dopo
scesa
la
sera
,
sono
già
tutti
in
casa
.
Forse
la
memoria
di
un
antico
coprifuoco
è
rimasta
nel
loro
sangue
;
di
quando
,
al
cadere
delle
tenebre
,
i
cancelli
del
Ghetto
stridevano
con
una
inveterata
monotonia
che
forse
l
'
abitudine
aveva
resa
familiare
e
dolce
,
a
rammentare
che
la
notte
non
era
per
gli
ebrei
,
che
per
loro
la
notte
era
pericolo
di
essere
presi
,
multati
,
imprigionati
,
battuti
.
Così
questi
ebrei
,
accusati
di
tramare
nell
'
ombra
contro
l
'
ordine
e
la
sicurezza
del
mondo
,
sono
invece
da
tempo
delle
creature
diurne
.
Di
primo
mattino
,
non
appena
un
barlume
di
giorno
,
viscido
e
grigio
come
le
loro
case
,
comincia
a
far
leva
sui
cornicioni
,
come
un
apriscatole
,
per
incidersi
uno
spiraglio
sui
vicoli
sottostanti
,
già
li
trovi
tutti
per
via
,
questi
ebrei
,
e
berciano
,
e
si
chiamano
a
gran
voce
per
nome
,
e
combinano
,
e
litigano
,
e
discutono
,
e
intavolano
trattative
e
negozi
,
e
si
danno
un
gran
da
fare
,
quantunque
quei
loro
discorsi
e
mercati
non
abbiano
nulla
di
urgente
.
Ma
questi
ebrei
amano
la
vita
:
quella
vita
da
cui
la
notte
li
ha
esclusi
,
sentono
il
bisogno
che
irrompa
in
loro
.
Anche
quella
sera
le
famiglie
erano
già
tutte
raccolte
nelle
case
.
Qualche
madre
accendeva
la
lampada
sabbatica
-
-
non
quella
bella
,
ch
'
era
stata
nascosta
ai
primi
furti
tedeschi
-
-
mentre
i
vecchi
con
la
teffilà
sui
ginocchi
recitavano
le
benedizioni
,
e
passavano
dal
borbottio
della
preghiera
all
'
invettiva
iraconda
e
chioccia
contro
i
nipotini
disturbatori
.
Così
la
donna
scarmigliata
non
ebbe
difficoltà
a
radunare
un
gran
numero
di
ebrei
per
avvertirli
del
pericolo
.
Ma
nessuno
volle
crederci
,
tutti
ne
risero
.
Sebbene
abiti
in
Trastevere
,
la
Celeste
ha
parenti
nel
Ghetto
ed
è
ben
nota
all
'
intera
cheilà
.
Tutti
sanno
che
è
una
chiacchierona
,
un
'
esaltata
,
una
fanatica
:
basta
vedere
come
gesticola
quando
parla
,
con
gli
occhi
spiritati
sotto
quei
capelli
di
crine
vegetale
.
E
poi
si
sa
che
in
famiglia
sua
sono
tutti
un
po
'
tocchi
;
chi
non
conosce
il
suo
figlio
grande
,
quello
di
24
anni
,
magro
,
peloso
,
nero
e
strambo
,
con
una
aria
da
haham
mancato
,
e
si
dice
perfino
che
abbia
il
mal
caduco
?
Come
si
fa
a
dare
ascolto
alla
Celeste
?
«
Credetemi
!
scappate
,
vi
dico
!
»
supplicava
la
donna
.
«
Vi
giuro
che
è
la
verità
!
sulla
testa
dei
miei
figli
!
»
La
verità
?
Chi
sa
che
cosa
le
avranno
detto
,
chi
sa
che
cosa
avrà
capito
.
Quelle
risate
,
quell
'
incredulità
la
esasperano
.
Comincia
a
dare
in
escandescenze
e
in
male
parole
,
come
se
la
minaccia
,
invece
che
i
tedeschi
,
fosse
stata
lei
a
farla
,
e
ora
si
offenda
di
non
vederla
presa
sul
serio
.
Se
sapesse
cosa
inventare
,
aggraverebbe
la
dose
per
vendicarsi
,
per
riuscire
finalmente
a
far
paura
.
Grida
,
scongiura
,
si
fa
venire
le
lacrime
agli
occhi
,
mette
le
mani
sul
capo
dei
bambini
,
come
per
proteggerli
lei
.
«
Ve
ne
pentirete
!
Se
fossi
una
signora
mi
credereste
.
Ma
perché
non
ho
una
lira
,
perché
porto
questi
stracci
...
»
e
nel
mostrarli
rabbiosamente
,
li
straccia
ancora
di
più
.
Ormai
tredici
mesi
sono
passati
,
e
molti
dei
testimoni
di
quella
sera
sono
disposti
a
riconoscere
che
forse
,
se
la
Celeste
fosse
stata
una
signora
e
non
la
poveraccia
che
è
...
Però
quella
sera
risalirono
alle
loro
case
,
si
rimisero
a
sedere
intorno
alla
tavola
,
a
cenare
,
commentando
quella
storia
senza
sugo
.
Era
chiaro
che
cosa
fosse
passato
per
la
testa
della
pazza
:
una
ventina
di
giorni
prima
,
il
Maggiore
Kappler
aveva
minacciato
al
presidente
della
Comunità
,
comm
.
Foà
,
e
a
quello
dell
'
Unione
,
dott
.
Almansi
,
di
prelevare
200
ostaggi
ebrei
.
Le
cifre
corrispondevano
,
e
di
lì
l
'
equivoco
:
la
povera
gente
sa
sempre
le
cose
in
ritardo
e
di
traverso
,
ma
quel
poco
che
arrivano
a
sapere
credono
sempre
che
sia
oro
colato
.
Ormai
la
minaccia
dei
200
ostaggi
era
scongiurata
.
I
tedeschi
saranno
dei
rascianìm
,
ma
sono
gente
d
'
onore
.
Contrariamente
all
'
opinione
diffusa
,
gli
ebrei
non
sono
diffidenti
.
Per
meglio
dire
:
sono
diffidenti
,
allo
stesso
modo
che
sono
astuti
,
nelle
cose
piccole
,
ma
creduli
e
disastrosamente
ingenui
in
quelle
grandi
.
Verso
i
tedeschi
furono
,
e
si
mostrarono
,
ingenui
quasi
con
ostentazione
.
I
motivi
che
se
ne
possono
dare
sono
parecchi
.
Persuasi
da
secolari
esperienze
che
il
loro
destino
sia
di
essere
trattati
come
cani
,
gli
ebrei
hanno
un
disperato
bisogno
di
simpatia
umana
:
e
per
accattarla
,
la
offrono
.
Fidarsi
della
gente
,
abbandonarvisi
,
credere
alle
loro
promesse
,
è
appunto
una
prova
di
simpatia
.
Si
comportarono
così
anche
coi
tedeschi
?
Sì
,
purtroppo
.
Coi
tedeschi
poi
giocava
anche
il
classico
atteggiamento
degli
ebrei
di
fronte
all
'
Autorità
.
Fin
da
prima
della
caduta
di
Gerusalemme
,
l
'
Autorità
ha
esercitato
sugli
ebrei
un
potere
di
vita
e
di
morte
assoluto
,
arbitrario
,
imperscrutabile
.
Questo
ha
fatto
sì
che
nelle
loro
teste
e
nel
loro
stesso
inconscio
,
l
'
Autorità
si
configurasse
come
un
nume
onnipotente
,
esclusivo
e
geloso
.
Diffidarne
,
quando
essa
promette
,
sia
per
male
che
per
bene
,
è
cadere
in
un
peccato
,
che
presto
o
tardi
si
sconterà
,
se
anche
questo
peccato
non
si
manifesti
e
rimanga
soltanto
un
'
intenzione
o
una
mormorazione
.
E
finalmente
:
l
'
idea
madre
del
giudaismo
è
quella
di
giustizia
.
Portare
questa
idea
nella
civiltà
di
Occidente
è
stata
la
missione
degli
ebrei
.
Renan
se
ne
fa
addirittura
il
tema
fondamentale
per
interpretare
tutta
la
storia
d
'
Israele
,
fino
ai
grandi
annunzi
escatologici
,
fino
all
'
attesa
messianica
,
fino
alla
promessa
di
quel
Giorno
del
Signore
che
,
domani
o
chi
sa
quando
,
accenderà
la
sua
alba
sul
vertice
dei
millenni
per
ricondurre
appunto
il
regno
della
giustizia
su
questa
terra
.
Per
tutti
questi
motivi
gli
ebrei
di
Roma
si
fidarono
,
in
certo
qual
modo
,
dei
tedeschi
,
anche
-
-
e
,
diremmo
,
soprattutto
-
-
dopo
quanto
era
successo
il
26
settembre
.
Si
sentivano
come
vaccinati
contro
ogni
ulteriore
persecuzione
.
Sarebbe
stata
un
'
ingiustizia
,
e
per
temperamento
non
vi
potevano
credere
.
Mostrar
di
temere
sarebbe
stato
un
polemizzare
contro
i
tedeschi
,
manifestargli
dell
'
antipatia
.
E
infine
sarebbe
stato
un
peccare
contro
l
'
Autorità
.
Perciò
,
quella
sera
,
gli
ebrei
risero
al
messaggio
della
pazza
Celeste
.
(
Chiediamo
scusa
di
questa
digressione
,
ed
eventualmente
delle
altre
in
cui
incorreremo
;
ma
per
intendere
l
'
intera
atrocità
del
dramma
che
cercheremo
di
ricostruire
,
è
opportuno
conoscere
un
po
'
meglio
i
personaggi
.
)
Effettivamente
,
la
sera
del
26
settembre
1943
,
il
presidente
della
Comunità
Israelitica
di
Roma
e
quello
dell
'
Unione
delle
Comunità
Italiane
-
-
tramite
il
dott
.
Cappa
,
funzionario
della
Questura
-
-
erano
stati
convocati
per
le
ore
18
all
'
Ambasciata
Germanica
.
Li
ricevette
,
paurosamente
cortese
e
«
distinto
»
,
il
Maggiore
delle
SS
.
Herbert
Kappler
,
che
li
fece
accomodare
e
per
qualche
momento
parlò
del
più
e
del
meno
,
in
tono
di
ordinaria
conversazione
.
Poi
entrò
nel
merito
:
gli
ebrei
di
Roma
erano
doppiamente
colpevoli
,
come
italiani
(
ma
meno
di
due
mesi
dopo
,
un
decreto
germano
fascista
,
auspici
Rahn
,
Mussolini
e
Pavolini
,
doveva
disconoscere
agli
ebrei
d
'
Italia
la
cittadinanza
italiana
;
e
allora
Maggiore
Kappler
?
)
,
come
italiani
per
il
tradimento
contro
la
Germania
,
e
come
ebrei
perché
appartenenti
alla
razza
degli
eterni
nemici
della
Germania
.
Perciò
il
governo
del
Reich
imponeva
loro
una
taglia
di
50
chilogrammi
d
'
oro
,
da
versarsi
entro
le
ore
11
del
successivo
martedì
28
.
In
caso
di
inadempienza
,
razzia
e
deportazione
in
Germania
di
200
ebrei
.
Praticamente
:
poco
più
di
un
giorno
e
mezzo
per
trovare
50
chili
d
'
oro
.
Alle
difficoltà
che
i
due
rappresentanti
ebrei
cercarono
di
opporgli
,
il
Maggiore
ribatté
che
,
a
titolo
di
agevolazione
,
avrebbe
fornito
lui
gli
automezzi
e
gli
uomini
per
la
ricerca
dell
'
oro
.
I
due
Herren
non
accettavano
?
Sta
bene
,
come
non
detto
.
Ma
,
in
via
sempre
di
largheggiare
,
prorogava
di
un
'
ora
il
termine
di
consegna
.
Gli
fu
domandato
quale
fosse
la
valutazione
dell
'
oro
in
lire
.
Il
Kappler
capì
subito
l
'
antifona
:
di
lire
italiane
-
-
rispose
-
-
il
Grande
Reich
non
ne
aveva
bisogno
e
comunque
-
-
sorrise
quando
gliene
occorressero
,
poteva
sempre
stamparle
.
Poi
credette
opportuno
di
completare
la
propria
presentazione
,
illustrando
che
con
lui
non
era
il
caso
di
recalcitrare
,
se
no
si
sarebbe
incaricato
personalmente
della
razzia
e
a
lui
,
in
parecchie
altre
circostanze
similari
,
questo
genere
di
operazioni
era
sempre
riuscito
benissimo
.
Col
che
gli
argomenti
parvero
esauriti
,
e
la
seduta
fu
tolta
.
La
Questura
italiana
,
subito
informata
dell
'
imposizione
,
non
rispose
.
Si
riscrisse
,
si
andò
,
si
telefonò
:
il
silenzio
,
per
una
crudele
allusione
,
era
più
che
mai
d
'
oro
.
Allora
nella
serata
stessa
e
nella
successiva
mattina
si
radunarono
i
maggiorenti
della
Comunità
insieme
con
le
persone
ritenute
più
esperte
di
affari
e
facoltose
.
Ci
si
desolò
,
si
discusse
,
si
dichiarò
che
la
cosa
non
era
fattibile
.
Ma
i
più
energici
prevalsero
,
sicché
per
tempo
fu
dato
inizio
alla
raccolta
dell
'
oro
.
La
voce
era
già
corsa
tra
gli
ebrei
;
tuttavia
sulle
prime
le
offerte
giungevano
lentamente
,
con
una
specie
di
perplessità
.
Fu
in
quelle
ore
che
il
Vaticano
fece
ufficiosamente
sapere
che
teneva
a
disposizione
degli
ebrei
15
chilogrammi
d
'
oro
per
sopperire
agli
eventuali
ammanchi
.
Frattanto
però
le
cose
avevano
cominciato
a
mettersi
meglio
.
Ormai
tutta
Roma
aveva
saputo
del
sopruso
tedesco
,
e
se
ne
era
commossa
.
Guardinghi
,
come
temendo
un
rifiuto
,
come
intimiditi
di
venire
a
offrir
dell
'
oro
ai
ricchi
ebrei
,
alcuni
«
ariani
»
si
presentarono
.
Entravano
impacciati
in
quel
locale
adiacente
alla
Sinagoga
,
non
sapendo
se
dovessero
togliersi
il
cappello
o
tenere
il
capo
coperto
,
come
notoriamente
vuole
l
'
uso
rituale
degli
ebrei
.
Quasi
umilmente
domandavano
se
potevano
anche
loro
...
se
sarebbe
stato
gradito
...
Purtroppo
non
lasciarono
i
nomi
,
che
si
vorrebbero
ricordare
per
i
momenti
di
sfiducia
nei
propri
simili
.
Torna
a
mente
,
e
par
bella
,
una
parola
ripetuta
anche
da
George
Eliot
:
«
il
latte
dell
'
umana
bontà
»
.
Il
centro
di
raccolta
era
stato
stabilito
in
un
ufficio
della
Comunità
.
La
Questura
,
che
da
quest
'
orecchio
tornava
finalmente
a
sentirci
,
aveva
disposto
un
servizio
d
'
ordine
e
di
vigilanza
.
L
'
affluenza
,
infatti
,
era
cominciata
a
diventare
notevole
.
Al
tavolo
sedeva
una
persona
di
fiducia
della
Comunità
;
accanto
a
lui
un
orafo
saggiava
le
offerte
e
un
altro
le
pesava
.
Subito
era
stato
fatto
circolare
l
'
avviso
che
non
erano
ammessi
i
contributi
in
denaro
.
Questo
avrebbe
impigrito
l
'
afflusso
del
metallo
:
gli
oggetti
d
'
oro
rappresentano
spesso
dei
cari
ricordi
,
che
tendono
a
diventare
più
ricordi
e
più
cari
nel
momento
di
separarsene
;
inoltre
l
'
oro
,
in
tempi
di
guerra
e
di
calamità
,
suole
considerarsi
la
migliore
e
più
portatile
risorsa
per
i
frangenti
estremi
.
Denaro
invece
ne
sarebbe
venuto
parecchio
,
e
rapidamente
;
ma
avrebbe
creato
il
problema
,
nonché
il
rischio
,
di
trovare
tutto
quell
'
oro
sul
mercato
clandestino
.
Peraltro
il
metallo
già
cominciava
a
far
mucchio
,
molte
persone
si
erano
presentate
a
offrire
dell
'
oro
in
vendita
,
quindi
si
cominciò
ad
accettare
anche
il
contante
e
a
fare
degli
acquisti
,
sulla
base
di
prezzi
assai
oscillanti
.
Di
grande
aiuto
in
questa
incetta
fu
la
giornalaia
di
Ponte
Garibaldi
.
Il
martedì
mattina
,
prima
delle
11
,
il
quantitativo
era
stato
raggiunto
,
con
anzi
un
residuo
di
oltre
due
milioni
liquidi
,
che
furono
accantonati
nella
cassaforte
della
Comunità
.
La
sala
di
raccolta
venne
chiusa
a
chiave
:
davanti
la
porta
,
con
gli
agenti
di
P.S.
,
si
sedettero
gli
orafi
e
alcuni
rappresentanti
della
Comunità
.
Qualche
tedesco
melomane
colturale
e
spiritoso
avrebbe
forse
scherzato
su
questi
Fafner
a
guardia
del
tesoro
.
Invece
quella
brava
gente
,
siccome
le
mogli
avevano
portato
loro
da
mangiare
,
lungi
dal
vomitare
fiamme
,
si
misero
a
far
colazione
in
pace
.
Avevano
la
coscienza
a
posto
.
C
'
erano
stati
i
momenti
di
angoscia
,
le
consultazioni
febbrili
dell
'
orologio
;
ma
tutto
sommato
si
era
fatto
un
buon
lavoro
.
Fu
telefonato
all
'
Ambasciata
Germanica
,
per
ottenere
una
dilazione
di
qualche
ora
.
Era
una
cautela
ad
evitare
che
,
visto
il
pronto
successo
,
si
aumentassero
le
pretese
.
Santa
ingenuità
degli
astuti
:
come
se
i
tedeschi
non
avessero
avuto
spie
.
Comunque
,
si
ottenne
che
la
scadenza
fosse
protratta
fino
alle
18
:
ora
in
cui
tre
automobili
,
dal
Lungotevere
Sanzio
,
si
avviarono
con
l
'
oro
,
i
due
presidenti
,
i
due
orafi
e
una
scorta
di
agenti
,
sempre
guidati
dal
dott
.
Cappa
,
alla
volta
di
Villa
Wolkonski
.
Non
che
abbassarsi
alla
formalità
di
ricevere
,
di
«
incassare
»
quell
'
oro
,
il
Kappler
non
degnò
neppure
mostrarsi
.
Fece
dire
in
anticamera
,
da
una
segretaria
,
che
la
taglia
doveva
essere
versata
in
via
Tasso
.
Forse
è
questa
la
prima
apparizione
di
via
Tasso
nella
cronaca
gialla
e
nera
dell
'
occupazione
tedesca
.
Il
convoglio
riparte
da
Villa
Wolkonski
,
svolta
l
'
angolo
,
giunge
alla
via
malfamata
.
In
via
Tasso
gli
ebrei
si
trovarono
di
fronte
a
un
certo
Capitano
Schultz
,
certo
più
crudele
che
lo
Schultz
della
nostra
vecchia
grammatica
latina
.
Costui
era
assistito
da
un
orafo
e
da
un
pesatore
tedeschi
.
L
'
oro
era
stato
sistemato
in
dieci
di
quei
raccoglitori
di
cartone
,
a
foggia
di
grosse
scatole
,
che
negli
uffici
si
adoperano
per
conservare
la
corrispondenza
.
Dieci
erano
,
ripetiamo
,
e
ciascuno
conteneva
cinque
chilogrammi
di
metallo
.
Pesare
e
controllare
doveva
essere
la
cosa
più
spedita
del
mondo
.
Ma
le
20
erano
trascorse
da
un
pezzo
,
e
né
i
presidenti
né
gli
orafi
avevano
ancora
fatto
ritorno
alle
loro
abitazioni
.
Il
tic
tac
degli
orologi
,
nel
silenzio
di
quelle
case
,
era
come
il
tarlo
dell
'
angoscia
,
scandiva
per
i
familiari
il
passo
delle
congetture
di
minuto
in
minuto
più
moleste
.
Un
trillo
assurdo
del
telefono
:
ma
non
erano
loro
,
erano
gli
amici
,
quelli
che
più
si
erano
adoperati
per
la
ricerca
dell
'
oro
,
e
adesso
si
ritiravano
dall
'
apparecchio
con
parole
che
volevano
essere
di
fiducia
,
e
invece
erano
già
di
compianto
.
Finalmente
i
quattro
uomini
rientrarono
.
Era
in
loro
quel
misto
di
sollievo
e
di
collasso
,
che
subentra
in
tutta
la
persona
al
termine
di
una
grandissima
fatica
.
Il
senso
,
un
po
'
,
di
chi
torna
dall
'
avere
accompagnato
al
cimitero
una
persona
cara
,
per
un
cammino
lungo
e
una
giornata
inclemente
,
quando
si
è
già
estenuati
da
notti
di
veglia
e
di
affanno
.
Ristorarsi
,
buttarsi
in
letto
,
tentare
di
non
pensarci
più
.
Che
cosa
era
successo
?
Loro
stessi
non
riuscivano
a
spiegarselo
bene
.
Fatto
un
primo
controllo
,
i
germanici
,
su
un
tono
che
non
ammetteva
repliche
,
avevano
eccepito
che
le
scatole
erano
soltanto
nove
.
Come
non
immaginarselo
che
gli
ebrei
avrebbero
tentato
di
frodare
il
Reich
?
Per
ritemprare
la
spada
di
Brenno
,
il
ferro
non
manca
mai
.
Discussioni
lunghe
,
cavillose
,
drammatiche
:
il
Capitano
Schultz
ricusava
ogni
riscontro
.
Sin
che
poi
,
alla
fine
,
rifatti
quasi
di
prepotenza
i
conti
e
le
pesate
,
le
scatole
erano
risultate
innegabilmente
dieci
,
il
quantitativo
ineccepibile
,
anzi
eccedeva
di
parecchi
grammi
.
Senonché
il
Capitano
Schultz
si
era
rifiutato
di
rilasciarne
ricevuta
.
Perché
?
Si
pensò
che
i
tedeschi
non
volessero
lasciare
documenti
del
sopruso
.
Ma
i
tedeschi
hanno
lasciato
e
lasciano
ben
altri
documenti
:
nelle
fosse
,
nei
carnai
,
nelle
opere
fatte
saltare
con
le
mine
,
nei
saccheggi
;
a
ogni
loro
passo
ne
hanno
lasciati
e
ne
lasciano
,
e
tali
che
rimangono
incisi
,
e
per
decenni
rimarranno
,
sulla
crosta
dell
'
Europa
.
O
forse
nessuno
osava
mettere
personalmente
la
firma
sotto
un
simile
documento
?
Gli
accordi
di
Mosca
sulle
responsabilità
e
la
punizione
dei
delitti
di
guerra
non
dovevano
essere
stipulati
che
parecchie
settimane
appresso
:
ma
nella
coscienza
dei
criminali
c
'
è
sempre
il
senso
di
una
fatalità
del
castigo
.
Più
verosimilmente
la
spiegazione
del
rifiuto
va
cercata
nei
fatti
che
seguirono
,
ammesso
che
per
i
tedeschi
,
inventori
della
teoria
della
«
carta
straccia
»
,
possa
una
qualunque
ricevuta
o
scrittura
costituire
vincolo
o
impegno
.
Sapeva
già
il
Capitano
Schultz
quello
che
si
preparava
per
l
'
indomani
?
Indubbiamente
lo
sapeva
il
Maggiore
Kappler
delle
SS
.
,
perché
furono
reparti
delle
SS
.
quelli
che
la
mattina
dopo
,
29
settembre
,
si
presentarono
alla
Comunità
e
asportarono
archivi
,
documenti
,
registri
,
tutto
quanto
trovarono
,
compresi
naturalmente
i
2
milioni
liquidi
avanzati
dalla
raccolta
dell
'
oro
.
A
parte
questo
,
la
visita
non
fu
molto
fruttuosa
:
gli
arredi
del
Tempio
e
gli
oggetti
di
pregio
erano
già
stati
messi
in
salvo
.
Che
fu
,
crediamo
,
una
delle
pochissime
precauzioni
prese
dagli
ebrei
.
Una
strana
figura
,
sulla
quale
si
vorrebbero
avere
più
ampi
ragguagli
,
appare
l'11
ottobre
nei
locali
della
Comunità
.
Accompagnato
anche
lui
da
una
scorta
di
SS
.
,
al
vederlo
si
direbbe
un
ufficiale
tedesco
come
tutti
gli
altri
,
con
quel
più
di
arroganza
che
gli
dà
l
'
appartenere
a
una
«
specialità
»
privilegiata
e
tristemente
famosa
.
Tutto
divisa
,
anche
lui
,
dalla
testa
ai
piedi
:
quella
divisa
attillata
,
di
un
'
eleganza
schizzinosa
,
astratta
e
implacabile
,
che
inguaina
la
persona
,
il
fisico
ma
anche
e
soprattutto
il
morale
,
con
un
ermetismo
da
chiusura
lampo
.
È
la
parola
verboten
tradotta
in
uniforme
:
proibito
l
'
accesso
all
'
individuale
passato
che
vive
in
lui
,
che
è
la
sua
storia
e
la
sua
più
vera
«
specialità
»
di
creatura
di
questo
mondo
;
proibito
vedere
altro
che
questo
suo
«
presente
»
rigoroso
,
automatico
,
intransigentemente
reciso
.
Mentre
i
suoi
uomini
cominciano
a
buttare
all
'
aria
la
biblioteca
del
Collegio
Rabbinico
e
quella
della
Comunità
,
l
'
ufficiale
con
mani
caute
e
meticolose
,
da
ricamatrice
di
fino
,
palpa
,
sfiora
,
carezza
papiri
e
incunaboli
,
sfoglia
manoscritti
e
rare
edizioni
,
scartabella
codici
membranacei
e
palinsesti
.
La
varia
attenzione
del
tocco
,
la
diversa
cautela
del
gesto
sono
subito
proporzionate
al
pregio
del
volume
.
Quelle
opere
,
per
la
maggior
parte
,
sono
scritte
in
remoti
alfabeti
.
Ma
ad
apertura
di
pagina
,
l
'
occhio
dell
'
ufficiale
si
fissa
e
si
illumina
,
come
succede
a
certi
lettori
particolarmente
assistiti
,
che
subito
sanno
trovare
il
punto
sperato
,
lo
squarcio
rivelatore
.
Tra
quelle
mani
signorili
,
come
sottoposti
a
una
tortura
acuta
e
incruenta
,
di
un
sottilissimo
sadismo
,
i
libri
hanno
parlato
.
Più
tardi
si
seppe
che
l
'
ufficiale
delle
SS
.
era
un
egregio
cultore
di
paleografia
e
filologia
semitica
.
La
biblioteca
del
Collegio
Rabbinico
di
Roma
,
e
più
ancora
quella
della
Comunità
,
contenevano
insigni
raccolte
ed
esemplari
di
eccezione
,
alcuni
dei
quali
unici
.
Una
completa
esplorazione
e
un
catalogo
non
erano
ancora
stati
fatti
:
forse
avrebbero
rivelato
altri
tesori
.
Per
quel
che
ci
consta
,
vi
erano
custoditi
documenti
copiosissimi
e
cronache
,
manoscritte
e
a
stampa
,
della
diaspora
nel
bacino
mediterraneo
,
oltre
tutte
le
fonti
autentiche
di
tutta
la
storia
,
dalle
origini
,
degli
ebrei
di
Roma
,
i
più
vicini
e
diretti
discendenti
dell
'
antico
giudaismo
.
Profili
ancora
ignoti
,
da
intentate
prospettive
,
della
Roma
dei
Cesari
,
degli
Imperatori
e
dei
Papi
si
nascondevano
sotto
quelle
scritture
.
E
generazioni
che
parevano
passate
su
questa
terra
veramente
come
la
schiatta
delle
foglie
,
attendevano
dal
fondo
di
quelle
carte
che
qualcuno
le
facesse
parlare
.
Un
colpo
secco
della
chiusura
lampo
,
e
la
divisa
ha
rinserrato
il
semitologo
,
che
è
ridivenuto
un
ufficiale
delle
SS
.
Ordina
:
se
qualcuno
tocca
,
o
nasconde
,
o
asporta
uno
solo
di
questi
libri
,
sarà
passato
per
le
armi
,
secondo
la
legge
di
guerra
tedesca
.
Se
ne
va
.
I
suoi
tacchi
scandiscono
gli
scalini
.
Poco
dopo
,
sulla
linea
tranviaria
della
Circolare
Nera
,
giungono
tre
carrozzoni
merci
.
Le
SS
.
vi
caricano
le
due
biblioteche
.
I
carrozzoni
ripartono
.
Libri
,
manoscritti
,
codici
e
pergamene
hanno
preso
la
strada
di
Monaco
di
Baviera
.
Chi
sa
se
saranno
gli
stessi
carrozzoni
a
cui
toccherà
,
tra
breve
,
di
portare
in
Germania
altro
,
e
ben
altrimenti
vivo
,
carico
.
Il
tempo
per
l
'
andata
e
ritorno
c
'
è
stato
:
cinque
giorni
.
E
ancora
,
per
l
'
ultima
volta
,
come
se
ancora
questo
interrogativo
potesse
dare
l
'
allarme
a
chi
tocca
,
ci
domandiamo
:
ma
se
le
angherie
duravano
così
,
perché
non
pensare
a
salvarsi
?
Ebbene
,
il
furto
dei
libri
non
era
un
'
angheria
per
la
gente
del
Ghetto
,
che
di
libri
non
si
intendeva
.
E
viceversa
erano
proprio
loro
,
quelli
di
«
piazza
Giudìa
»
,
che
più
avrebbero
dovuto
avvertire
la
minaccia
,
perché
loro
erano
destinati
a
fornire
il
più
vasto
bottino
di
vittime
.
Ma
avrebbero
poi
dato
retta
a
quell
'
allarme
?
Erano
pigri
,
attaccati
ai
loro
luoghi
.
L
'
ebreo
errante
ormai
si
sente
stanco
,
ha
troppo
camminato
,
non
ce
la
fa
più
.
La
fatica
di
tanti
esilii
e
fughe
e
deportazioni
,
di
quelle
tante
strade
percorse
dagli
avi
per
secoli
e
secoli
,
ha
finito
con
l
'
intossicare
i
muscoli
dei
figli
;
le
loro
gambe
si
rifiutano
di
trascinare
ancora
i
piedi
piatti
.
E
poi
c
'
era
,
c
'
è
stata
certamente
,
una
quinta
colonna
,
che
lavorava
a
«
spargere
fiducia
»
.
Per
esempio
,
il
9
ottobre
parecchi
ebrei
erano
stati
arrestati
.
Molti
si
sgomentarono
,
poteva
essere
l
'
inizio
di
una
persecuzione
contro
le
persone
.
Subito
,
di
rimando
,
fu
fatta
circolare
la
notizia
rassicurante
(
ed
elementi
responsabili
della
Comunità
,
senza
dubbio
a
fin
di
bene
,
contribuirono
a
diffonderla
)
:
quegli
arresti
costituivano
casi
eccezionali
e
qualificati
,
si
trattava
di
persone
già
tutte
segnalate
per
attività
antifascista
.
L
'
attività
era
stata
colpita
in
loro
,
non
la
razza
.
I
tedeschi
continuavano
a
mostrarsi
discreti
,
quasi
umani
.
Con
la
loro
forza
così
schiacciante
,
con
la
loro
autorità
così
assoluta
,
avrebbero
potuto
fare
assai
di
peggio
.
E
viceversa
...
No
,
non
c
'
erano
speciali
motivi
di
diffidare
,
di
prendere
le
cose
al
tragico
.
E
gli
ebrei
dormivano
nei
loro
letti
verso
la
mezzanotte
del
venerdì
15
ottobre
,
allorché
dalle
strade
cominciarono
a
udirsi
schioppettate
e
detonazioni
.
Dal
25
luglio
,
quando
Badoglio
aveva
messo
il
coprifuoco
,
e
più
ancora
dall'8
settembre
,
quasi
ogni
notte
si
sentivano
spari
per
le
vie
e
si
diceva
ch
'
erano
contro
la
gente
che
circolava
oltre
l
'
ora
senza
permesso
.
Ma
quegli
spari
abituali
rimanevano
isolati
,
come
i
rintocchi
dell
'
ora
,
e
di
rado
giungevano
così
vicini
,
e
mai
così
insistenti
.
Questi
invece
si
intensificano
,
si
stringono
,
si
sovrappongono
,
diventano
una
vera
sparatoria
.
E
fossero
solo
spari
,
ma
qualche
cosa
di
più
sinistro
vi
si
mescola
:
colpi
che
partono
secchi
,
per
propagarsi
poi
quasi
ondulati
e
fare
dentro
il
buio
un
cratere
cupo
e
svasato
.
Barúch
dajàn
emèd
,
sembra
di
stare
in
mezzo
a
una
battaglia
.
Qualcuno
si
alza
a
sedere
sul
letto
.
Ma
dell
'
avviso
portato
sul
far
della
sera
dalla
pazza
di
Trastevere
,
nessuno
si
ricorda
più
.
I
coraggiosi
si
avvicinano
alle
finestre
.
Pallottole
e
schegge
sibilano
e
guaiscono
a
pochi
centimetri
dalle
persiane
,
si
piantano
nei
vecchi
intonachi
delle
facciate
.
Attraverso
le
persiane
chiuse
,
si
vedono
nella
via
,
sotto
la
pioggia
fine
e
viscida
,
tra
i
bagliori
della
fucileria
e
gli
sprazzi
dei
petardi
,
drappelli
di
soldati
che
sparano
in
aria
e
lanciano
bombe
a
mano
verso
i
marciapiedi
.
Dagli
elmetti
,
si
direbbe
che
sono
tedeschi
;
ma
l
'
occhiata
è
stata
rapida
,
non
è
prudente
rimanere
presso
la
finestra
.
Ora
i
jorbetìm
si
sono
messi
anche
a
urlare
e
schiamazzare
:
voci
e
grida
squarciate
,
colleriche
,
sarcastiche
,
incomprensibili
.
Che
vogliono
?
con
chi
ce
l
'
hanno
?
dove
vanno
?
Nelle
case
ormai
tutti
sono
in
piedi
.
I
vicini
si
riuniscono
per
farsi
coraggio
,
e
viceversa
non
riescono
che
a
farsi
paura
a
vicenda
.
I
bambini
strillano
.
Che
si
può
dire
ai
bambini
per
azzittarli
,
quando
non
si
sa
che
dire
a
se
stessi
?
Stai
buono
,
ora
vanno
a
Monte
Savello
,
vanno
a
Piazza
Cairoli
,
tra
poco
tutto
finisce
,
vedrai
.
Ma
non
finisce
affatto
.
Quelli
,
pare
che
si
allontanino
,
e
poi
rieccoli
,
e
intanto
la
sparatoria
non
è
mai
cessata
.
Facessero
qualche
cosa
,
sfondassero
una
porta
,
una
saracinesca
,
una
bottega
,
almeno
si
capirebbe
il
perché
.
Ma
no
,
sparano
,
urlano
,
nient
'
altro
.
È
come
il
mal
di
denti
,
che
non
si
sa
quanto
può
durare
,
quanto
può
peggiorare
.
Questo
non
capire
è
il
peggiore
degli
incubi
.
Una
donna
che
si
è
sgravata
da
poche
ore
non
resiste
più
all
'
ossessione
,
si
butta
giù
dal
letto
,
afferra
il
neonato
,
corre
nel
tinello
di
una
vicina
,
ma
lì
si
sviene
.
Le
donne
la
soccorrono
:
il
cognac
,
la
borsa
calda
,
questa
almeno
è
la
vita
di
tutti
i
giorni
,
sono
i
mali
di
cui
si
sa
il
rimedio
.
Ma
quelli
giù
sparano
sempre
e
urlano
da
due
ore
,
da
tre
ore
,
da
più
di
tre
ore
.
Ogni
anno
,
alla
mensa
pasquale
-
-
chi
ha
fame
venga
e
mangi
-
-
si
ripone
una
mezza
azzima
.
Una
credenza
tramandata
da
chi
sa
che
antico
tempo
,
forse
da
quando
gli
ebrei
facevano
ancora
gli
agricoltori
,
vuole
che
un
boccone
di
quell
'
azzima
,
buttato
dalla
finestra
,
acqueti
gli
uragani
,
le
tempeste
,
le
grandinate
,
che
distruggono
il
pane
,
spogliano
le
viti
e
gli
ulivi
,
portano
la
carestia
e
forse
la
morte
.
Chi
sa
se
quella
notte
qualcuno
pensò
di
estrarre
dal
cassetto
l
'
azzima
avanzata
dalla
Pasqua
precedente
-
-
da
quando
,
per
l
'
ultima
volta
,
si
era
commemorata
l
'
uscita
dall
'
Egitto
,
la
liberazione
dai
Faraoni
-
-
e
di
lanciarla
contro
quel
finimondo
.
Il
grano
era
mietuto
,
le
viti
vendemmiate
;
ma
un
altro
raccolto
era
da
salvare
,
quella
progenitura
di
Israele
,
che
ai
Patriarchi
era
stata
promessa
numerosa
come
la
rena
del
mare
.
Ma
se
da
una
finestra
fosse
caduta
l
'
azzima
innocente
,
i
tedeschi
avrebbero
mirato
coi
moschetti
e
i
mitragliatori
,
avrebbero
scagliato
le
bombe
a
mano
contro
quella
finestra
.
Loro
soli
sapevano
la
ragione
di
quell
'
inferno
.
E
forse
la
vera
ragione
era
proprio
che
non
ce
ne
fosse
nessuna
:
l
'
inferno
gratuito
,
perché
riuscisse
più
misterioso
,
e
perciò
più
intimidatorio
.
La
gente
lì
per
lì
suppose
che
volesse
essere
un
dispetto
,
una
beffa
contro
gli
ebrei
.
Più
tardi
,
con
la
logica
e
il
senno
del
poi
,
si
pensò
che
i
tedeschi
si
proponessero
di
spaventare
la
gente
di
Ghetto
e
-
-
caso
mai
qualcosa
fosse
trapelato
dei
progetti
per
l
'
indomani
-
-
costringerla
a
tapparsi
in
casa
,
per
prenderla
tutta
.
Verso
le
quattro
del
mattino
,
la
sparatoria
si
placò
.
Faceva
freddo
,
l
'
umidità
della
notte
piovosa
attraversava
i
muri
.
Nella
levataccia
,
tutti
erano
rimasti
in
camicia
e
ciabatte
,
con
appena
qualche
scialletto
o
pastrano
sulle
spalle
.
I
letti
abbandonati
avevano
forse
custodito
un
po
'
di
tepore
.
Stanchi
,
con
quel
senso
di
cavo
e
di
disseccato
che
lascia
dentro
le
orbite
una
grossa
emozione
,
con
le
ossa
peste
,
battendo
i
denti
,
ciascuno
tornò
alla
sua
casa
,
nel
proprio
letto
.
Tra
due
ore
sarebbe
stato
giorno
,
qualche
cosa
si
sarebbe
finalmente
saputa
.
E
poi
,
a
ripensarci
,
non
era
capitato
niente
.
Pare
che
il
primo
allarme
l
'
abbia
dato
una
donna
di
nome
Letizia
,
che
il
vicinato
chiama
Letizia
l
'
Occhialona
:
una
grossa
ragazza
attempata
,
tutta
tumida
di
tratti
e
di
forme
,
con
gli
occhi
fissi
e
i
labbroni
all
'
infuori
,
che
le
immobilizzano
sulla
faccia
un
sorriso
inerte
e
senza
comunicativa
.
Dal
quale
esce
una
voce
assente
,
contrariata
,
estranea
a
ciò
che
dice
.
Verso
le
5
,
costei
fu
udita
gridare
:
«
Oh
Dio
,
i
mamonni
!
»
«
Mamonni
»
in
gergo
giudìo
romanesco
significa
gli
sbirri
,
le
guardie
,
la
forza
pubblica
.
Erano
infatti
i
tedeschi
che
,
col
loro
passo
pesante
e
cadenzato
(
conosciamo
persone
per
cui
questo
passo
è
rimasto
il
simbolo
,
lo
spaventoso
equivalente
auditivo
del
terrore
tedesco
)
,
cominciavano
a
bloccare
strade
e
case
del
Ghetto
.
Il
proprietario
di
un
piccolo
caffè
del
Portico
di
Ottavia
-
-
un
«
ariano
»
che
,
dalla
posizione
privilegiata
del
suo
locale
,
ha
potuto
assistere
a
tutto
lo
svolgersi
delle
operazioni
-
-
era
giunto
poco
prima
da
Testaccio
,
dove
abita
.
Transitando
per
Monte
Savello
e
per
il
Portico
,
non
aveva
notato
nulla
di
anormale
.
(
Ci
sarebbe
stato
il
tempo
per
salvarsi
,
dopo
la
sparatoria
?
o
il
quartiere
era
già
circondato
?
)
Dice
che
i
passi
cadenzati
,
lui
cominciò
a
sentirli
verso
le
5
e
mezzo
(
sulle
ore
non
è
stato
possibile
mettere
d
'
accordo
i
testimoni
;
quel
tempo
di
sciagura
deve
essere
stato
terribilmente
elastico
,
soggetto
a
valutazioni
soltanto
psicologiche
)
.
Non
aveva
ancora
aperto
la
bottega
,
stava
mettendo
sotto
pressione
la
macchina
dell
'
espresso
:
socchiuse
un
battente
,
e
vide
.
Vide
lungo
i
marciapiedi
due
file
di
tedeschi
:
a
occhio
e
croce
,
forse
un
centinaio
.
Nel
mezzo
della
via
stavano
gli
ufficiali
,
che
disposero
sentinelle
armate
a
tutti
i
canti
di
strada
.
I
radi
passanti
si
fermavano
a
guardare
.
I
tedeschi
non
si
interessavano
di
loro
.
Solo
più
tardi
cominciarono
ad
acciuffare
chi
portasse
involti
o
valigie
,
indizi
di
tentata
fuga
.
Noi
seguiteremo
a
parlare
del
Ghetto
,
perché
fu
l
'
epicentro
della
razzia
.
Ma
in
altri
punti
della
città
il
lavoro
si
era
iniziato
parecchie
ore
prima
.
Risulta
,
per
esempio
,
che
un
avvocato
,
Sternberg
Monteldi
,
da
Trieste
,
era
stato
preso
fin
dalle
23
della
sera
precedente
all
'
Albergo
Vittoria
,
dove
abitava
con
la
moglie
.
Qui
cominciano
gli
interrogativi
sui
criteri
e
sul
modo
come
la
razzia
venne
regolata
.
L
'
avvocato
e
la
signora
erano
muniti
di
passaporto
svizzero
,
quindi
non
figuravano
sui
registri
della
popolazione
romana
;
non
avevano
fatto
denunce
razziali
,
quindi
non
risultavano
ebrei
.
Come
giunsero
i
loro
nomi
alle
SS
.
?
Quanto
alla
procedura
,
si
sa
che
in
questo
caso
il
fermo
venne
intimato
in
maniera
durissima
:
i
coniugi
furono
costretti
a
vestirsi
alla
presenza
dei
militi
che
tenevano
le
armi
puntate
su
di
loro
.
Questo
inizio
anticipato
avrebbe
potuto
gravemente
pregiudicare
i
piani
tedeschi
.
Sarebbe
bastato
che
la
notizia
se
ne
propalasse
,
come
avvenne
la
mattina
successiva
,
che
subito
,
non
appena
cominciata
l
'
azione
in
grande
,
corse
tutta
la
città
,
permettendo
ad
amici
e
perfino
a
commissari
di
P.S.
di
avvertire
parecchi
interessati
,
quelli
almeno
a
cui
si
poteva
telefonare
.
Giunto
la
sera
prima
,
un
simile
allarme
avrebbe
svuotato
una
buona
metà
delle
case
ebraiche
.
Invece
l
'
arresto
degli
Sternberg
,
quantunque
effettuato
in
un
albergo
,
rimase
segreto
,
le
chiacchiere
dei
camerieri
e
del
portiere
di
notte
non
bastarono
a
farlo
trapelare
,
nemmeno
gli
uffici
di
Polizia
,
a
quanto
si
dice
,
ne
ebbero
sentore
;
sicché
la
mattina
dopo
i
tedeschi
poterono
operare
ordinatamente
,
secondo
i
piani
prestabiliti
e
col
più
ampio
successo
.
Entriamo
ora
in
una
casa
di
via
S
.
Ambrogio
,
nel
Ghetto
.
Potremo
seguire
la
razzia
in
tutte
le
sue
fasi
.
Verso
le
5
(
ora
psicologica
,
ripetiamo
)
,
la
signora
Laurina
S
.
viene
chiamata
dalla
strada
.
È
una
nipote
che
le
grida
:
«
Zia
,
zia
,
scendi
!
I
tedeschi
portano
via
tutti
!
»
Questa
ragazza
,
qualche
momento
prima
,
uscendo
di
casa
in
via
della
Reginella
,
aveva
veduto
portar
via
una
intera
famiglia
con
sei
bambini
,
la
maggiore
dei
quali
di
dieci
anni
.
La
signora
S
.
si
affaccia
alla
finestra
.
Vede
ai
lati
del
portoncino
due
tedeschi
,
armati
di
moschetto
(
o
di
mitra
,
non
sa
specificare
)
.
Qui
si
domanderà
come
abbia
potuto
la
nipote
gridare
così
dalla
via
,
e
parole
tanto
esplicite
,
alla
presenza
di
due
tedeschi
(
la
via
è
angosciosamente
stretta
,
un
budello
)
.
Ripetiamo
che
i
tedeschi
,
in
massima
,
non
rastrellarono
la
gente
per
via
:
fuor
di
casa
furono
presi
soltanto
quelli
che
,
infelici
,
vollero
farsi
prendere
.
Né
bisogna
credere
che
la
tragedia
si
sia
svolta
in
un
'
atmosfera
di
muta
e
trasecolata
solennità
:
le
persone
seguitavano
a
parlare
tra
di
loro
,
a
gridarsi
degli
avvisi
,
delle
raccomandazioni
,
come
nella
vita
di
tutti
i
giorni
.
La
fatalità
svolgeva
il
suo
lavoro
sostanzioso
,
senza
preoccuparsi
del
cerimoniale
,
senza
badare
alle
inezie
di
forma
.
Il
dramma
entrava
nella
vita
,
vi
si
mescolava
con
una
spaventosa
naturalezza
,
che
lì
per
lì
non
lasciava
campo
nemmeno
allo
stupore
.
Dapprima
la
signora
S
.
suppose
,
come
tutti
,
che
i
tedeschi
fossero
venuti
a
portar
via
gli
uomini
per
il
«
servizio
del
lavoro
»
.
Questa
idea
,
sparsa
probabilmente
ad
arte
,
fu
la
rovina
di
molte
famiglie
,
che
non
pensarono
a
mettere
in
salvo
vecchi
donne
e
bambini
.
Comunque
,
fidando
nella
presunta
immunità
delle
donne
,
la
S
.
si
rifà
cuore
,
si
veste
alla
meglio
,
prende
carte
annonarie
e
borsa
della
spesa
,
poi
scende
per
cercare
di
capire
di
che
si
tratti
.
Qualche
giorno
prima
è
caduta
,
trascina
una
gamba
ingessata
.
Giunta
per
via
,
si
avvicina
ai
tedeschi
di
sentinella
,
offre
loro
da
fumare
,
quelli
accettano
.
Dei
due
,
l
'
uno
poteva
avere
un
venticinque
anni
,
l
'
altro
ne
dimostrava
una
quarantina
.
Come
in
tutte
le
Mie
Prigioni
c
'
è
sempre
un
carceriere
buono
,
così
in
questa
razzia
ci
saranno
le
SS
.
di
gran
cuore
:
questi
due
,
per
esempio
.
La
leggenda
formatasi
poi
nel
Ghetto
ha
deciso
che
fossero
due
austriaci
.
«
Portare
via
tutti
ebrei
...
»
risponde
il
più
anziano
alla
donna
.
Costei
si
batte
la
palma
sull
'
ingessatura
:
«
Ma
io
gamba
rotta
...
Andare
via
con
la
mia
famiglia
...
ospedale
...
»
«
Ja
,
ja
»
annuisce
l
'
«
austriaco
»
,
e
con
la
mano
le
fa
cenno
di
svignarsela
.
Mentre
aspetta
la
famiglia
,
la
S
.
pensa
di
mettere
a
frutto
la
sua
amicizia
con
i
due
soldati
per
veder
di
salvare
qualche
vicino
.
Chiama
anche
lei
dalla
strada
:
«
Sterina
!
Sterina
!
»
«
Che
c
'
è
?
»
fa
quella
dalla
finestra
.
«
Scappa
,
che
prendono
tutti
!
»
«
Un
momento
,
vesto
pupetto
,
e
vengo
.
»
Purtroppo
vestire
pupetto
le
fu
fatale
:
la
signora
Sterina
fu
presa
con
pupetto
e
con
tutti
i
suoi
.
Dalla
via
del
Portico
di
Ottavia
giungono
lamenti
mischiati
con
grida
.
La
signora
S
.
si
affaccia
all
'
angolo
della
via
S
.
Ambrogio
col
Portico
.
Com
'
è
vero
che
prendono
tutti
,
ma
proprio
tutti
,
peggio
di
quanto
si
potesse
immaginare
.
Nel
mezzo
della
via
passano
,
in
fila
indiana
un
po
'
sconnessa
,
le
famiglie
rastrellate
:
una
SS
.
in
testa
e
una
in
coda
sorvegliano
i
piccoli
manipoli
,
li
tengono
suppergiù
incolonnati
,
li
spingono
avanti
coi
calci
dei
mitragliatori
,
quantunque
nessuno
opponga
altra
resistenza
che
il
pianto
,
i
gemiti
,
le
richieste
di
pietà
,
le
smarrite
interrogazioni
.
Già
sui
visi
e
negli
atteggiamenti
di
questi
ebrei
,
più
forte
ancora
che
la
sofferenza
,
si
è
impressa
la
rassegnazione
.
Pare
che
quell
'
atroce
,
repentina
sorpresa
già
non
li
stupisca
più
.
Qualche
cosa
in
loro
si
ricorda
di
avi
mai
conosciuti
,
che
erano
andati
con
lo
stesso
passo
,
cacciati
da
aguzzini
come
questi
,
verso
le
deportazioni
,
la
schiavitù
,
i
supplizi
,
i
roghi
.
Le
madri
,
o
talvolta
i
padri
,
portano
in
braccio
i
piccini
,
conducono
per
mano
i
più
grandicelli
.
I
ragazzi
cercano
negli
occhi
dei
genitori
una
rassicurazione
,
un
conforto
che
questi
non
possono
più
dare
:
ed
è
anche
più
tremendo
che
dover
dire
:
«
non
ce
n
'
è
»
ai
figli
che
chiedono
pane
.
D
'
altronde
è
questione
di
tempo
:
se
non
li
uccidono
prima
,
verrà
l
'
ora
anche
per
questo
.
Taluno
bacia
le
proprie
creature
:
un
bacio
che
cerca
di
nascondersi
ai
tedeschi
,
un
ultimo
bacio
tra
quelle
vie
,
quelle
case
,
quei
luoghi
che
li
hanno
veduti
nascere
,
sorridere
per
la
prima
volta
alla
vita
.
E
certi
padri
tengono
la
mano
sul
capo
dei
figlioli
,
col
medesimo
gesto
con
cui
nei
giorni
solenni
hanno
impartito
la
Birchàd
Choanìm
:
«
Ti
benedica
il
Signore
e
ti
protegga
...
»
-
-
quella
che
invoca
,
per
i
figli
di
Israele
,
e
promette
la
pace
.
Nella
fila
la
signora
S
.
vide
anche
zia
Chele
,
una
vecchia
di
ottant
'
anni
mezza
andata
di
mente
:
si
trascinava
tra
gli
altri
,
come
un
po
'
saltellando
,
senza
capire
che
cosa
le
facessero
fare
,
e
rispondeva
con
saluti
e
sorrisi
ebeti
e
perfino
un
po
'
fatui
agli
sguardi
della
gente
;
ma
poi
trasaliva
d
'
improvviso
e
si
spaventava
,
biascicando
frammenti
di
preghiere
,
quando
i
tedeschi
si
rimettevano
a
urlare
.
Urlavano
senza
un
motivo
,
probabilmente
solo
per
tenere
desto
il
terrore
e
vivo
il
senso
della
loro
autorità
,
affinché
non
nascessero
intoppi
e
le
cose
fossero
sbrigate
alla
svelta
.
Passa
un
'
altra
vecchia
di
ottantacinque
anni
,
sorda
e
malata
.
Passa
un
paralitico
,
portato
a
braccia
sulla
sua
sedia
.
Una
donna
con
un
lattante
in
collo
si
slaccia
la
camicetta
,
estrae
la
mammella
e
la
spreme
per
mostrare
al
soldato
che
non
ha
più
latte
per
la
creatura
:
ma
quello
le
punta
il
mitragliatore
contro
il
fianco
perché
cammini
.
Un
'
altra
afferra
la
mano
di
un
tedesco
e
gliela
bacia
piangendo
,
per
impietosirlo
,
per
chiedergli
chi
sa
quale
grazia
da
nulla
,
forse
solo
perché
gli
è
riconoscente
,
dal
profondo
dell
'
umiliazione
,
che
non
l
'
abbia
maltrattata
di
più
.
Una
percossa
le
risponde
,
e
un
urlo
.
Ai
lati
della
via
,
immobili
,
allibiti
,
impotenti
a
prestare
soccorso
,
i
passanti
stanno
a
guardare
;
ma
poi
i
tedeschi
non
ne
vogliono
più
sapere
di
questi
spettatori
e
minacciosamente
intimano
di
riprendere
la
circolazione
.
Un
giovanotto
si
stacca
dalla
fila
:
ha
ottenuto
di
andare
a
prendere
un
caffè
,
sotto
la
sorveglianza
di
una
SS
.
,
che
però
non
accetterà
di
«
tenergli
compagnia
»
.
Deglutisce
rumorosamente
,
la
tazzina
gli
trema
nelle
mani
,
e
anche
le
gambe
gli
ballano
sotto
.
Gira
gli
occhi
smarriti
verso
i
tavolini
,
dove
si
è
seduto
a
giocare
a
carte
nelle
sere
che
avevano
ancora
un
indomani
.
Con
una
specie
di
sorriso
timido
e
stanco
,
domanda
al
caffettiere
:
«
Che
faranno
di
noi
?
»
Queste
povere
parole
sono
tra
le
poche
lasciateci
da
coloro
nell
'
andarsene
.
Ci
fanno
sentire
la
voce
di
un
essere
tornato
per
un
momento
nella
nostra
vita
,
tra
noi
,
quando
a
lui
vivo
la
nostra
vita
ormai
non
apparteneva
più
,
e
già
era
entrato
in
quella
nuova
esistenza
oscura
e
terribile
.
E
ci
dicono
pure
che
cosa
sia
passato
per
la
testa
di
quegli
sciagurati
nei
primi
momenti
:
una
sfiduciata
speranza
di
non
aver
capito
bene
.
Le
file
vengono
spinte
verso
la
goffa
palazzina
delle
Antichità
e
Belle
Arti
,
che
sorge
al
gomito
del
Portico
di
Ottavia
di
fronte
alla
via
Catalana
,
tra
la
Chiesa
di
Sant
'
Angelo
e
il
Teatro
di
Marcello
.
Ai
piedi
della
palazzina
si
stende
una
breve
area
di
scavi
,
ingombra
di
ruderi
,
qualche
metro
più
bassa
che
la
strada
.
Entro
questa
fossa
venivano
raccolti
gli
ebrei
,
e
messi
in
riga
ad
aspettare
il
ritorno
dei
tre
o
quattro
camion
,
che
facevano
la
spola
tra
il
Ghetto
e
il
luogo
dove
era
stabilita
la
prima
tappa
.
Quegli
autocarri
erano
coperti
da
tendoni
impermeabili
(
continuava
a
piovigginare
)
scuri
o
,
secondo
altri
,
tinti
addirittura
in
nero
;
come
pure
di
nero
,
dicono
quegli
stessi
,
sarebbero
stati
tinti
anche
i
camion
.
È
più
probabile
che
quel
nero
ce
l
'
abbiano
veduto
gli
occhi
del
dolore
e
dello
sgomento
:
in
realtà
doveva
trattarsi
di
quel
cupo
,
e
già
abbastanza
lugubre
,
color
di
melma
e
piombo
,
che
è
la
vernice
,
per
cosa
dire
,
di
uniforme
degli
automezzi
di
guerra
tedeschi
.
I
nazisti
amano
la
regìa
,
le
teatralità
,
la
solennità
nibelungica
atra
e
terrificante
;
ma
qui
la
regia
era
già
nelle
cose
stesse
:
superflua
d
'
altronde
,
perché
tutto
si
svolgeva
con
estrema
facilità
,
senza
che
occorresse
di
propiziarne
la
riuscita
con
una
particolare
messinscena
o
ricerca
di
effetti
.
Dei
camion
veniva
abbassata
la
sponda
destra
,
e
si
cominciava
a
fare
il
carico
.
I
malati
,
gli
impediti
,
i
restii
erano
stimolati
con
insulti
,
urlacci
e
spintoni
,
percossi
coi
calci
dei
fucili
.
Il
paralitico
con
la
sua
sedia
venne
letteralmente
scaraventato
sul
camion
,
come
un
mobile
fuori
uso
su
un
furgone
da
trasloco
.
Quanto
ai
bambini
,
strappati
alle
braccia
delle
madri
,
subivano
il
trattamento
dei
pacchi
,
quando
negli
uffici
postali
si
prepara
il
furgoncino
.
E
i
camion
ripartivano
,
né
si
sapeva
per
dove
;
ma
quel
loro
periodico
tornare
,
sempre
gli
stessi
,
faceva
supporre
che
non
si
trattasse
di
luogo
troppo
lontano
.
E
questo
nei
«
razziati
»
poté
forse
accendere
una
specie
di
speranza
.
Non
ci
mandano
via
da
Roma
,
ci
terranno
qui
a
lavorare
.
Continuiamo
a
seguire
la
signora
S
.
Il
suo
racconto
,
senza
dubbio
ripetuto
molte
volte
nel
corso
di
questi
mesi
,
sarà
un
po
'
ricostituito
,
con
un
ordine
nell
'
incastro
dei
fatti
e
nella
sequenza
dei
tempi
,
che
forse
la
vita
non
ebbe
;
ma
le
persone
da
lei
citate
-
-
quelle
che
si
sono
potute
interrogare
-
-
confermano
la
veridicità
degli
episodi
e
l
'
esattezza
dei
particolari
.
Giunta
con
la
famiglia
a
Largo
Argentina
-
-
varcato
ormai
il
Mar
Rosso
-
-
la
S
.
viene
a
sapere
di
un
parente
che
per
paura
di
quelle
sentinelle
alla
porta
,
è
rimasto
per
le
scale
.
(
Un
caso
purtroppo
frequente
;
per
quella
paura
,
molti
non
si
vollero
muovere
di
casa
e
vi
si
fecero
prendere
.
)
Malgrado
le
proteste
dei
suoi
,
la
S
.
decide
di
tornare
indietro
a
soccorrere
il
parente
,
se
ancora
farà
in
tempo
.
Che
può
parere
una
bravata
in
sovrappiù
,
il
troppo
che
stroppia
;
ma
c
'
è
della
gente
,
a
cui
le
congiunture
estreme
danno
una
sovrabbondanza
vitale
,
che
li
fa
credere
in
una
specie
di
invulnerabilità
.
È
il
caso
di
quegli
infermieri
che
circolano
tra
le
epidemie
con
uno
scanzonato
e
quasi
irritante
disprezzo
per
la
profilassi
,
e
sono
poi
proprio
quelli
che
se
la
scapolano
,
come
se
davvero
il
contagio
su
di
loro
non
avesse
presa
.
I
due
«
austriaci
»
sono
sempre
alla
porta
.
Un
'
occhiata
basta
alla
S
.
per
sincerarsi
che
il
tacito
patto
di
protezione
vige
sempre
ancora
.
Dal
vano
delle
scale
chiama
il
parente
.
«
Resciúd
,
Enrico
!
Ma
in
questo
momento
sette
tedeschi
sopraggiungono
:
hanno
sentito
quel
richiamo
e
,
per
quanto
non
lo
capiscano
,
a
buon
conto
il
loro
capo
appioppa
alla
S
.
uno
schiaffone
;
che
la
manda
lunga
e
distesa
attraverso
l
'
andito
.
Poi
con
incomprensibili
parole
tedesche
e
fin
troppo
chiare
minacce
col
calcio
del
mitragliatore
,
la
costringe
a
rialzarsi
da
sola
.
Due
uomini
si
mettono
davanti
a
lei
,
tre
alle
sue
spalle
,
e
le
tocca
di
salire
.
Sul
pianerottolo
,
le
porte
dei
tre
appartamenti
sono
chiuse
,
sbarrate
(
una
è
quella
dell
'
appartamento
di
S
.
,
ormai
deserto
)
.
Il
tragico
,
l
'
intensità
,
la
complicazione
dei
movimenti
che
stanno
per
avvenire
su
questo
pianerottolo
,
potrebbero
far
pensare
a
uno
spazio
adeguato
,
si
starebbe
per
dire
eschileo
:
il
che
non
risponderebbe
al
vero
.
Si
tratta
di
un
ripiano
di
pochi
palmi
,
nemmeno
due
metri
quadri
,
che
interrompe
una
scala
avvolgentesi
a
spirale
,
con
i
gradini
di
pietra
sporchi
e
ingrommati
di
decrepita
spazzatura
,
tra
due
muri
soffocanti
.
Un
abituro
-
-
se
non
sapessimo
che
era
destinato
al
dolore
,
e
quanto
dolore
lo
visitò
-
-
dove
l
'
angustia
e
la
miseria
hanno
una
desolazione
ostile
,
quasi
sinistra
.
Tutti
gli
odori
della
vita
hanno
impregnato
i
muri
,
il
legno
,
il
ferro
,
tutto
,
perfino
si
direbbe
i
vetri
delle
finestrelle
.
Tali
,
o
consimili
,
erano
le
case
dove
,
per
la
maggior
parte
,
si
acquartieravano
i
più
temibili
nemici
del
Grande
Reich
.
I
tedeschi
consultarono
un
elenco
dattilografato
.
Disgraziatamente
,
due
delle
porte
si
erano
concessa
l
'
assurda
civetteria
di
una
targa
sul
battente
.
E
i
nomi
rispondevano
a
quelli
dell
'
elenco
.
I
tedeschi
bussarono
;
poi
,
non
avendo
ricevuto
risposta
,
sfondarono
le
porte
.
Dietro
le
quali
,
impietriti
come
se
posassero
per
il
più
spaventosamente
surreale
dei
gruppi
di
famiglia
,
stavano
in
esterrefatta
attesa
gli
abitatori
,
con
gli
occhi
da
ipnotizzati
e
il
cuore
fermo
in
gola
.
L
'
allarme
era
stato
dato
da
forse
un
'
ora
:
ma
nella
concitazione
di
consultarsi
,
di
fuggire
,
di
salvare
un
po
'
di
roba
,
nella
ridda
delle
decisioni
impotenti
e
contraddittorie
,
quasi
nessuno
aveva
trovato
il
tempo
di
vestirsi
.
I
più
erano
ancora
in
camicia
,
con
un
vecchio
pastrano
o
una
frusta
gabardine
infilati
alla
meglio
.
Il
caposquadra
si
avanza
verso
di
loro
.
Ha
in
mano
una
specie
di
cartolina
scritta
a
macchina
,
di
cui
legge
il
testo
in
tedesco
.
Quelli
non
capiscono
altro
che
il
tono
perentorio
di
minaccia
.
Si
sciolgono
i
pianti
delle
donne
e
dei
bambini
.
La
S
.
ha
avuto
il
tempo
di
sbirciare
che
,
sull
'
elenco
dei
nomi
,
il
suo
non
c
'
è
.
Questo
le
dà
coraggio
:
come
a
vendicarsi
dello
schiaffo
,
strappa
di
mano
al
tedesco
la
cartolina
.
Il
testo
è
bilingue
.
È
lei
che
lo
legge
ad
alta
voce
ai
vicini
:
«
I
.
Insieme
con
la
vostra
famiglia
e
con
gli
altri
ebrei
appartenenti
alla
vostra
casa
sarete
trasferiti
.
2
.
Bisogna
portare
con
sé
:
a
)
viveri
per
almeno
8
giorni
;
b
)
tessere
annonarie
;
c
)
carta
d
'
identità
;
d
)
bicchieri
.
3
.
Si
può
portare
via
:
a
)
valigetta
con
effetti
e
biancheria
personali
,
coperte
,
ecc
.
;
b
)
denari
e
gioielli
.
4
.
Chiudere
a
chiave
l
'
appartamento
risp
.
la
casa
.
Prendere
con
sé
la
chiave
.
5
.
Ammalati
-
-
anche
casi
gravissimi
-
-
non
possono
per
nessun
motivo
rimanere
indietro
.
Infermeria
si
trova
nel
campo
.
6
.
Venti
minuti
dopo
presentazione
di
questo
biglietto
,
la
famiglia
deve
essere
pronta
per
la
partenza
.
»
Venti
minuti
:
neppure
il
tempo
per
lamentarsi
.
Meno
di
quanto
occorra
per
fare
fagotto
.
I
bicchieri
belli
è
meglio
lasciarli
a
casa
.
E
le
valigette
,
dove
trovarne
una
per
ciascuno
?
I
bambini
ne
vogliono
una
tutta
per
loro
.
Non
seccate
!
Bisogna
che
i
tedeschi
non
vedano
dove
stavano
nascosti
i
manhòd
.
Gioielli
non
ce
n
'
è
più
,
tutti
da
un
nharèl
.
Le
parole
necessarie
bisogna
dirsele
in
ebraico
,
come
si
sa
e
si
può
-
-
in
quel
gergo
che
pare
un
furbesco
e
ha
sempre
fatto
sospettare
che
gli
ebrei
complottino
come
si
fa
a
parlare
con
quei
due
soldati
entrati
in
casa
a
sorvegliare
i
preparativi
?
I
bambini
si
aggrappano
alle
gonne
,
non
lasciano
bene
avere
.
Qualcuno
si
busca
un
ceffone
.
Gli
ebrei
,
nei
rapporti
coi
figli
,
sono
pronti
di
mano
.
I
soldati
rimasti
sul
pianerottolo
si
avvicinano
alla
S
.
e
le
domandano
se
sia
parente
con
quelle
famiglie
.
No
,
non
è
parente
.
Se
sia
Juda
.
Non
è
Juda
.
Ne
dia
le
prove
:
la
signora
estrae
la
chiave
,
apre
il
proprio
appartamento
per
dimostrare
che
quella
è
casa
sua
,
che
lei
non
abita
con
gli
altri
,
che
non
ha
niente
di
comune
con
loro
.
La
cacciano
dentro
casa
,
intimandole
di
chiudere
la
porta
.
I
venti
minuti
concessi
ai
vicini
stanno
quasi
per
spirare
.
Alle
sollecitazioni
dei
tedeschi
,
ricominciano
le
grida
,
le
invocazioni
:
nella
confusione
dei
preparativi
,
si
era
quasi
dimenticato
che
erano
i
preparativi
per
essere
portati
via
.
La
S
.
non
regge
più
,
esce
sul
pianerottolo
.
I
tedeschi
fanno
per
ributtarla
dentro
;
ma
lei
torna
a
mostrare
la
gamba
ingessata
,
deve
andare
all
'
ospedale
.
Qualcuno
le
accenna
che
è
libera
,
che
fili
alla
lesta
.
In
questo
momento
,
vedendola
avviarsi
per
le
scale
,
quattro
bambini
scappano
dagli
altri
due
appartamenti
,
le
si
attaccano
alle
braccia
,
alle
vesti
:
«
Aiutaci
,
Laurina
!
Laurina
,
salvaci
!
»
Una
di
quei
quattro
è
la
bambina
Ester
P
.
,
che
aveva
allora
12
anni
.
Racconta
che
quella
notte
era
venuta
a
dormire
da
zia
,
perché
all
'
indomani
mattina
presto
doveva
andare
«
a
fare
la
fila
dell
'
erba
»
,
e
di
uscire
sola
al
buio
lei
aveva
paura
.
Appena
con
zia
furono
fuori
di
casa
,
videro
tutti
gli
angoli
di
strada
piantonati
dai
tedeschi
.
Rientrarono
subito
:
zia
pensava
(
anche
lei
)
che
i
tedeschi
fossero
venuti
per
prendere
gli
uomini
,
perciò
voleva
dare
i
soldi
al
marito
,
che
scappasse
.
Avessero
tirato
di
lungo
per
la
loro
strada
,
almeno
loro
due
si
sarebbero
salvate
:
invece
rimasero
incastrate
,
perché
di
lì
a
poco
erano
sopraggiunti
i
sette
tedeschi
.
Quando
capì
di
essere
presa
,
la
bambina
ebbe
soprattutto
paura
che
suo
padre
,
non
vedendola
tornare
,
si
arrabbiasse
.
Anche
zia
,
correndo
tra
armadio
e
cassettone
per
far
fagotto
,
le
diceva
:
«
Scappa
,
torna
a
casa
,
se
no
poi
papà
mi
strilla
!
»
Questa
idea
della
strillata
e
soprattutto
quel
«
poi
»
dicono
molte
cose
.
Loro
continuavano
a
pensare
a
un
dopo
nella
vita
di
prima
,
con
le
abitudini
di
prima
.
(
Eppure
il
biglietto
parlava
chiaro
.
)
Senza
dubbio
ci
fu
gente
più
consapevole
,
che
subito
si
rese
conto
di
quello
che
stava
capitando
.
Ma
a
quelli
di
«
piazza
Giudìa
»
,
a
una
gran
parte
almeno
,
successe
come
quando
portano
un
parente
dal
medico
,
che
fa
loro
una
diagnosi
senza
speranza
.
Per
parecchio
tempo
ripetono
il
nome
di
quella
malattia
,
ci
fanno
i
commenti
,
quasi
ci
prendono
confidenza
,
come
fosse
il
nome
di
una
delle
tante
malattie
che
già
conoscono
,
che
sono
già
state
in
casa
.
Solo
più
tardi
capiscono
che
cosa
ci
sia
dentro
quel
nome
.
La
S
.
strinse
a
sé
i
bambini
,
disse
che
erano
suoi
.
I
tedeschi
lasciarono
correre
.
Appena
in
istrada
,
i
piccoli
se
la
squagliano
.
La
signora
S
,
fa
pochi
passi
,
e
poi
sviene
.
La
soccorrono
alcuni
«
ariani
»
,
che
la
portano
al
caffè
di
Ponte
Garibaldi
.
Può
fare
specie
che
questa
donna
,
cacciatasi
così
temerariamente
nel
cuore
della
razzia
,
senza
quasi
tralasciare
occasione
di
compromettersi
,
non
sia
stata
riconosciuta
come
ebrea
,
e
portata
via
anche
lei
.
Come
pure
farà
specie
che
i
tedeschi
siano
stati
così
corrivi
nel
concederle
quei
quattro
bambini
.
S
'
è
già
detto
che
si
regolavano
soprattutto
in
base
ai
loro
elenchi
.
E
qualcuno
sarà
tentato
di
soggiungere
che
,
al
solito
,
i
tedeschi
mancano
di
intelligenza
e
di
immaginazione
:
eseguono
gli
ordini
,
senza
metterci
niente
del
loro
.
A
cui
peraltro
si
risponderebbe
che
invece
la
crudeltà
è
sempre
a
suo
modo
sagace
o
quanto
meno
sospettosa
e
all
'
erta
.
Tutto
sommato
,
rimane
l
'
impressione
che
le
SS
.
,
in
un
genere
di
operazioni
a
cui
avevano
ormai
fatto
il
callo
,
abbiano
agito
quella
mattina
con
una
sorta
di
rigore
professionale
,
di
coscienza
del
mestiere
,
piuttosto
che
stimolati
da
un
preciso
accanimento
.
La
brutalità
che
mostrarono
faceva
parte
,
si
direbbe
,
della
tecnica
e
non
divenne
,
salvo
eccezioni
,
sadismo
individuale
.
Azionato
dalla
forza
motrice
,
travolto
esso
stesso
dall
'
ingranaggio
della
macchina
,
il
volano
spiega
tutta
la
sua
forza
nello
sfracellare
il
malcapitato
che
vi
si
impiglia
;
ma
non
si
sposterà
di
un
millimetro
per
trovarsi
la
vittima
.
Così
per
quella
mattina
la
razzia
non
si
mutò
,
generalmente
parlando
,
in
una
caccia
all
'
ebreo
.
Per
esempio
,
le
famose
distribuzioni
settimanali
delle
sigarette
furono
per
una
volta
tanto
una
provvidenza
:
molti
uomini
si
salvarono
perché
si
trovavano
a
fare
la
fila
dal
tabaccaio
,
e
nessun
tedesco
si
preoccupò
di
andarveli
a
cercare
.
Parecchi
di
quelli
,
il
destino
li
teneva
in
serbo
per
le
Fosse
Ardeatine
.
(
E
molti
anche
furono
razziati
o
arrestati
in
seguito
,
massime
dopo
il
febbraio
1944
,
dagli
stessi
tedeschi
o
più
ancora
dai
fascisti
:
la
maggior
parte
andò
a
finire
in
campi
di
concentramento
dell
'
Italia
settentrionale
-
-
Modena
e
Verona
-
-
finché
poi
nell
'
aprile
furono
deportati
in
Germania
.
)
In
sostanza
,
le
SS
.
agirono
soprattutto
come
se
il
loro
incarico
fosse
di
fornire
ai
mandanti
un
certo
-
-
e
senza
dubbio
assai
cospicuo
-
-
numero
di
ebrei
.
E
,
visto
che
stavano
facilmente
raggiungendolo
,
non
si
siano
dati
la
briga
di
andare
per
il
sottile
,
di
fare
dello
zelo
supplementare
.
Ma
ci
sono
gli
esempi
in
contrario
,
che
mostrano
come
la
presunta
regola
subisse
tali
e
tante
eccezioni
,
che
finiva
col
diventare
un
inganno
per
chi
se
ne
fosse
fidato
,
un
peggiore
trabocchetto
per
chi
vi
avesse
fatto
assegnamento
.
Torto
nostro
a
voler
cercare
una
regola
nel
più
spaventoso
degli
arbitrii
.
Una
certa
N
.
si
era
rifugiata
nel
caffè
.
D
'
improvviso
sente
giungere
dalla
strada
voci
più
alte
e
concitate
.
Era
un
giovanotto
-
-
qualificatosi
poi
come
«
giornalista
italiano
»
-
-
che
stava
discutendo
in
tedesco
con
una
SS
.
per
cercar
di
strappare
,
dalla
fila
già
avviata
verso
i
camion
,
una
donna
incinta
.
La
N
.
riconosce
in
essa
la
propria
sorella
,
di
cui
ignorava
la
sorte
.
Non
può
nascondere
un
gesto
di
sbigottito
dolore
.
Un
tedesco
se
ne
avvede
,
arguisce
la
parentela
,
si
precipita
sulla
N
.
,
la
porta
via
con
la
figlioletta
che
le
stava
accanto
.
Un
'
altra
donna
si
credeva
ormai
in
salvo
:
le
avevano
portato
via
il
marito
,
male
nascostosi
nel
cassone
dell
'
acqua
;
lei
con
i
quattro
bambini
,
di
cui
due
ammalati
di
difterite
con
febbre
altissima
,
stava
fuggendo
ed
era
già
arrivata
a
Ponte
Garibaldi
.
Vede
passare
un
camion
carico
di
parenti
,
caccia
un
urlo
.
I
tedeschi
le
volano
addosso
,
la
agguantano
,
lei
e
i
figli
.
Un
«
ariano
»
interviene
e
riesce
a
salvare
una
delle
bambine
,
protestando
che
è
sua
.
Ma
quella
si
mette
a
piangere
che
vuole
stare
con
mamma
,
e
viene
rastrellata
anche
lei
.
Abbiamo
più
volte
parlato
dei
famosi
elenchi
.
Anche
questi
erano
quanto
di
più
arbitrario
si
possa
immaginare
,
con
inclusioni
e
omissioni
egualmente
inspiegabili
.
Come
siano
stati
compilati
,
e
su
quali
indicazioni
,
nessuno
è
ancora
riuscito
a
sapere
.
È
da
escludere
intanto
che
i
nominativi
siano
stati
prelevati
dalle
carte
rubate
nell
'
archivio
della
Comunità
:
quelli
erano
ruoli
di
contribuenti
,
mentre
sugli
elenchi
tedeschi
figuravano
in
prevalenza
famiglie
che
non
avevano
mai
pagato
contributi
.
Altri
dice
che
ai
gruppi
rionali
fascisti
esistevano
liste
complete
dei
«
cittadini
di
razza
ebraica
»
abitanti
nella
giurisdizione
del
gruppo
;
ma
quegli
enti
avevano
subito
gli
assalti
degli
antifascisti
in
seguito
al
25
luglio
;
inoltre
le
lacune
e
le
aggiunte
delle
liste
tedesche
fanno
dubitare
che
quella
possa
essere
stata
la
fonte
.
Idem
per
i
Commissariati
di
P.S.
,
muniti
anch
'
essi
di
repertori
del
genere
,
dei
quali
in
tempo
fascista
si
erano
valsi
per
le
piccole
angherie
agli
ebrei
(
chiamate
ad
audiendum
verbum
,
sequestro
degli
apparecchi
radio
,
visite
per
controllare
se
si
tenessero
domestici
di
razza
ariana
,
ecc
.
)
.
O
forse
i
tedeschi
saranno
ricorsi
alla
Direzione
della
Demografia
e
Razza
presso
il
Ministero
dell
'
Interno
?
Ma
allora
si
domanda
:
perché
dopo
il
25
luglio
,
finita
la
campagna
razziale
,
non
si
pensò
di
eliminare
quei
registri
e
schede
,
divenuti
superflui
?
e
se
non
dopo
il
25
luglio
,
perché
non
almeno
dopo
l'8
settembre
,
come
in
altri
ministeri
si
fece
per
altri
documenti
?
La
negligenza
del
luglio
diventa
nel
settembre
criminosa
responsabilità
.
Nei
giorni
precedenti
la
razzia
,
i
tedeschi
avevano
a
lungo
frequentato
gli
uffici
dell
'
Annona
,
rovistando
schedari
e
facendo
rilievi
,
col
pretesto
dell
'
imminente
distribuzione
delle
nuove
tessere
alimentari
.
Sarebbero
venuti
di
lì
gli
elenchi
?
Ma
sulle
carte
annonarie
nessuno
ha
mai
visto
annotazioni
razziali
,
e
i
tedeschi
avrebbero
quindi
dovuto
fare
lunghi
e
scomodi
raffronti
coi
loro
prontuari
di
cognomi
ebraici
.
Chi
scrive
questo
resoconto
passò
la
mattinata
del
16
ottobre
in
casa
di
una
vicina
.
Costei
si
lasciò
sfuggire
che
la
razzia
era
preveduta
:
infatti
un
suo
conoscente
,
impiegato
all
'
Anagrafe
,
le
aveva
confidato
giorni
prima
che
si
erano
dovuti
ammazzare
di
lavoro
per
certi
elenchi
di
ebrei
,
che
bisognava
approntare
per
i
tedeschi
.
Di
ritorno
a
Roma
nel
luglio
successivo
,
cercammo
di
ripigliare
il
discorso
,
ma
non
ci
fu
verso
:
la
vicina
cadeva
dalle
nuvole
,
non
si
ricordava
,
di
avere
mai
saputa
,
e
tanto
meno
detta
,
una
simile
notizia
.
Il
tempo
che
si
era
mantenuto
per
tutta
la
mattina
fradicio
e
basso
,
verso
le
11
ebbe
una
breve
remissione
.
Un
poco
di
sole
brillò
sulle
selci
del
Portico
di
Ottavia
,
dove
da
ore
si
trascinavano
quei
poveri
piedi
,
quei
piedi
piatti
così
derisi
,
già
stanchi
,
già
dolenti
prima
di
iniziare
il
viaggio
.
Nei
Sabbati
ormai
lontani
,
quel
raggio
di
sole
attraversava
le
vetrate
della
Sinagoga
,
andava
ad
accendere
le
canne
dell
'
organo
,
che
gli
rispondeva
nel
registro
più
d
'
oro
.
E
lo
riversava
,
quel
raggio
,
sui
fedeli
in
concenti
di
giubilazione
,
in
uno
sfolgorare
di
santa
allegrezza
.
I
fanciulli
cantavano
:
Santo
,
Santo
,
Santo
,
il
Dio
degli
Eserciti
,
della
Sua
gloria
tutta
la
terra
è
colma
.
Ora
,
dal
fondo
della
fossa
in
cui
stanno
aspettando
di
essere
deportati
,
quei
fanciulli
non
levano
altro
che
pianto
,
un
pianto
che
non
fa
coro
,
che
non
si
innalza
al
cielo
come
il
fumo
dei
sacrifizi
;
che
il
cielo
tornato
basso
sembra
respingere
,
far
ricadere
sulle
loro
spalle
.
Quanti
anni
ancora
dovranno
passare
,
prima
che
quel
pianto
diventi
il
cantico
dei
fanciulli
nella
fornace
?
Prima
che
il
Dio
degli
Eserciti
li
ascolti
,
nuovamente
rapiti
nel
celebrare
la
Sua
gloria
?
La
razzia
si
protrasse
fino
verso
le
13
.
Quando
fu
la
fine
,
per
le
vie
del
Ghetto
non
si
vedeva
più
anima
,
vi
regnava
la
desolazione
della
Gerusalemme
di
Geremia
:
quomodo
sedet
sola
civitas
...
Tutta
Roma
era
rimasta
allibita
.
Negli
altri
quartieri
,
il
rastrellamento
si
era
svolto
con
la
stessa
procedura
che
nel
Ghetto
,
ma
naturalmente
più
alla
spicciolata
.
La
città
era
stata
divisa
in
parecchi
settori
:
per
ciascuno
era
adibito
un
camion
,
che
andava
a
fermarsi
via
via
presso
i
portoni
segnati
sull
'
elenco
.
Di
primo
mattino
,
quando
li
trovavano
ancora
chiusi
,
le
SS
.
se
li
facevano
aprire
da
poliziotti
italiani
.
Di
solito
un
graduato
rimaneva
di
guardia
al
camion
,
mentre
due
militi
salivano
nelle
case
.
Se
l
'
appartamento
era
di
aspetto
borghese
o
agiato
,
per
prima
cosa
quei
militi
si
facevano
indicare
il
telefono
e
ne
strappavano
i
fili
.
Si
racconta
che
in
Prati
un
operaio
,
avendo
notato
una
momentanea
distrazione
del
graduato
di
guardia
,
saltò
su
un
camion
e
a
tutta
velocità
lo
portò
via
con
tutto
il
carico
,
che
insperatamente
si
trovò
liberato
.
(
Però
di
questi
miracolati
non
ci
è
riuscito
personalmente
di
vederne
nessuno
.
)
Le
SS
.
che
compirono
questa
razzia
appartenevano
a
un
reparto
specializzato
,
giunto
dal
Nord
la
sera
prima
,
all
'
insaputa
di
tutte
le
altre
truppe
tedesche
di
stanza
a
Roma
.
Non
erano
pratici
della
città
,
e
non
ebbero
tempo
di
compiere
sopraluoghi
nei
punti
in
cui
dovevano
operare
,
tanto
è
vero
che
uno
dei
reparti
comandati
al
Ghetto
si
fermò
sulla
via
del
Mare
ad
aspettare
dei
passanti
,
rari
in
quell
'
ora
mattutina
,
che
gli
indicassero
dov
'
era
via
della
Raganella
.
(
Intendevano
:
della
Reginella
.
)
A
taluni
di
quei
giovanotti
non
sembrò
vero
di
poter
disporre
di
un
automezzo
,
sia
pure
carico
di
ebrei
razziati
,
per
fare
un
po
'
di
giro
turistico
della
città
.
Sicché
,
prima
di
raggiungere
il
luogo
di
concentramento
,
i
disgraziati
che
stavano
nell
'
interno
dovettero
subire
le
più
capricciose
peregrinazioni
,
sempre
più
incerti
sul
loro
destino
e
,
ad
ogni
nuova
svolta
,
ad
ogni
nuova
via
che
infilassero
,
assaliti
da
diverse
e
tutte
inquietanti
congetture
.
Naturalmente
,
la
meta
più
ambita
di
quei
turisti
era
Piazza
S
.
Pietro
,
dove
parecchi
dei
camion
stazionarono
a
lungo
.
Mentre
i
tedeschi
secernevano
i
wunderbar
da
costellarne
il
racconto
che
si
riservavano
di
fare
,
in
patria
,
a
qualche
Lilì
Marlén
,
dal
di
dentro
dei
veicoli
si
alzavano
grida
e
invocazioni
al
Papa
,
che
intercedesse
,
che
venisse
in
aiuto
.
Poi
i
camion
ripartivano
,
e
anche
quell
'
ultima
speranza
era
svanita
.
Gli
ebrei
furono
ammassati
nel
Collegio
Militare
.
I
camion
entravano
,
andavano
a
fermarsi
davanti
al
porticato
di
fondo
.
Le
operazioni
di
scarico
si
svolgevano
con
la
stessa
ruvidezza
e
sommarietà
con
cui
erano
avvenute
quelle
di
carico
.
I
nuovi
arrivati
erano
fatti
schierare
per
tre
,
a
qualche
distanza
da
gruppi
consimili
,
che
già
stazionavano
sotto
la
sorveglianza
di
numerose
sentinelle
tedesche
armate
fino
ai
denti
.
Tra
un
gruppo
e
l
'
altro
,
con
burbanzoso
cipiglio
di
ispettori
e
aria
soddisfatta
da
giorno
di
sagra
,
furono
veduti
circolare
alcuni
fascisti
repubblicani
.
A
partire
da
una
certa
ora
,
vennero
formate
delle
squadre
che
,
separati
gli
uomini
dalle
donne
,
furono
convogliate
nelle
aule
del
Collegio
.
Regnava
in
queste
una
oscurità
da
limbo
,
perché
le
imposte
erano
state
ermeticamente
chiuse
.
Fin
dal
cortile
-
-
dove
per
tutto
il
giorno
durò
la
massima
confusione
-
-
si
udivano
le
grida
di
affanno
e
le
lugubri
vociferazioni
di
pena
che
si
mescolavano
in
quelle
aule
.
Ogni
tanto
un
ordine
minaccioso
,
urlato
in
italiano
,
ristabiliva
un
momentaneo
e
quasi
più
angoscioso
silenzio
.
Poche
ore
erano
bastate
perché
,
nei
locali
stipatissimi
,
cominciasse
a
stagnare
quella
vita
infetta
,
che
è
come
il
miasma
di
tutte
le
carceri
e
luoghi
di
deportazione
.
Sentinelle
e
sorveglianti
impedivano
quasi
sempre
di
raggiungere
le
latrine
.
Il
proposito
di
umiliare
,
di
deprimere
,
di
ridurre
quella
gente
a
stracci
umani
,
senza
più
una
volontà
,
quasi
senza
più
rispetto
di
se
stessi
,
fu
subito
evidente
.
Forse
i
tedeschi
non
si
aspettavano
un
tosi
completo
successo
.
L
'
abbondanza
del
materiale
rastrellato
superò
le
previsioni
,
almeno
a
giudicare
dal
luogo
prescelto
per
ammassarlo
,
che
ben
presto
si
rivelò
insufficiente
.
E
bisognò
lasciare
sotto
il
porticato
gran
numero
di
persone
,
che
le
aule
non
potevano
più
contenere
.
Gli
uomini
più
ben
portanti
,
quelli
da
cui
c
'
era
da
temere
qualche
«
alzata
»
,
furono
messi
col
capo
volto
verso
il
muro
,
che
è
l
'
ormai
classica
posizione
,
umiliante
e
intimidatrice
,
inventata
dai
nazi
fin
dalle
prime
persecuzioni
contro
gli
ebrei
.
Se
qualche
bambino
si
provava
a
giocare
,
le
sentinelle
intimavano
alla
madre
di
farlo
smettere
,
con
la
solita
minaccia
di
fucilazione
.
Fu
stesa
qualche
branda
di
paglia
,
e
dato
l
'
ordine
di
sdraiarvisi
.
Nella
notte
due
donne
furono
prese
dalle
doglie
.
I
medici
italiani
diagnosticarono
in
entrambi
i
casi
dei
parti
difficili
,
che
richiedevano
l
'
intervento
.
La
clinica
,
per
quelle
donne
,
sarebbe
stata
la
via
della
libertà
.
Ma
i
tedeschi
non
consentirono
il
trasporto
,
e
i
due
neonati
aprirono
gli
occhi
sulle
tenebre
di
quel
malaugurato
cortile
.
Quali
nomi
saranno
stati
dati
a
questi
due
primogeniti
di
una
nuova
schiavitú
di
Babilonia
?
(
Gheresciòm
aveva
chiamato
Mosè
il
figlio
della
servitú
,
«
pellegrino
in
terra
straniera
»
,
natogli
da
Sipporà
,
ma
i
due
nati
di
quella
notte
senza
Mosè
erano
pellegrini
verso
le
camere
dei
gas
.
)
Si
ottenne
invece
di
operare
in
ospedale
un
ragazzo
che
presentava
un
ascesso
suppurato
.
Ma
i
tedeschi
rimasero
presenti
all
'
atto
chirurgico
e
,
subito
che
fu
terminato
,
si
ripresero
il
ragazzo
.
Così
trascorsero
la
notte
del
sabato
,
la
giornata
della
domenica
,
la
notte
della
domenica
.
In
città
e
nel
Ghetto
si
era
intanto
saputo
dove
gli
sciagurati
erano
stati
condotti
.
I
parenti
,
spacciandosi
per
amici
«
ariani
»
,
giunsero
alle
porte
del
Collegio
,
consegnarono
viveri
e
biglietti
per
i
reclusi
,
ma
non
seppero
mai
se
quei
conforti
fossero
arrivati
a
destinazione
.
Verso
l
'
alba
del
lunedì
,
i
razziati
furono
messi
su
autofurgoni
e
condotti
alla
stazione
di
Roma
Tiburtino
,
dove
li
stivarono
su
carri
bestiame
,
che
per
tutta
la
mattina
rimasero
su
un
binario
morto
.
Una
ventina
di
tedeschi
armati
impedivano
a
chiunque
di
avvicinarsi
al
convoglio
.
Alle
ore
13,30
il
treno
fu
dato
in
consegna
.
al
macchinista
Quirino
Zazza
.
Costui
apprese
quasi
subito
che
nei
carri
bestiame
«
erano
racchiusi
»
-
-
così
si
esprime
una
sua
relazione
-
-
«
numerosi
borghesi
promiscui
per
sesso
e
per
età
,
che
poi
gli
risultarono
appartenere
a
razza
ebraica
»
.
Il
treno
si
mosse
alle
14
.
Una
giovane
che
veniva
da
Milano
per
raggiungere
i
suoi
parenti
a
Roma
,
racconta
che
a
Fara
Sabina
(
ma
più
probabilmente
a
Orte
)
incrociò
il
«
treno
piombato
»
,
da
cui
uscivano
voci
di
purgatorio
.
Di
là
dalla
grata
di
uno
dei
carri
,
le
parve
di
riconoscere
il
viso
di
una
bambina
sua
parente
.
Tentò
di
chiamarla
,
ma
un
altro
viso
si
avvicinò
alla
grata
,
e
le
accennò
di
tacere
.
Questo
invito
al
silenzio
,
a
non
tentare
più
di
rimetterli
nel
consorzio
umano
,
è
l
'
ultima
parola
,
l
'
ultimo
segno
di
vita
che
ci
sia
giunto
da
loro
.
Nei
pressi
di
Orte
,
il
treno
trovò
un
semaforo
chiuso
e
dovette
fermarsi
per
una
diecina
di
minuti
.
«
A
richiesta
dei
viaggiatori
invagonati
»
-
-
è
ancora
il
macchinista
che
parla
-
-
alcuni
carri
furono
sbloccati
perché
«
chi
ne
avesse
bisogno
fosse
andato
per
le
funzioni
corporali
»
.
Si
verificarono
alcuni
tentativi
di
fuga
,
subito
repressi
con
una
nutrita
sparatoria
.
A
Chiusi
,
altra
breve
fermata
,
per
scaricare
il
cadavere
di
una
vecchia
,
deceduta
durante
il
viaggio
.
A
Firenze
il
signor
Zazza
smonta
,
senza
essere
riuscito
a
parlare
con
nessuno
di
coloro
a
cui
aveva
fatto
percorrere
la
prima
tappa
verso
la
deportazione
.
Cambiato
il
personale
di
servizio
,
il
treno
proseguì
per
Bologna
.
Né
il
Vaticano
,
né
la
Croce
Rossa
,
né
la
Svizzera
,
né
altri
Stati
neutrali
sono
riusciti
ad
avere
notizie
dei
deportati
.
Si
calcola
che
solo
quelli
del
16
ottobre
ammontino
a
più
di
mille
,
ma
certamente
la
cifra
è
inferiore
al
vero
,
perché
molte
famiglie
furono
portate
via
al
completo
,
senza
che
lasciassero
traccia
di
sé
,
né
parenti
o
amici
che
ne
potessero
segnalare
la
scomparsa
.
novembre
,
1944
Miscellanea ,
1
.
-
-
LA
CORVETTA
«
CLAYMORE
»
Roma
,
24
marzo
1944
.
Si
sta
manipolando
la
cosiddetta
«
prima
lista
»
per
le
Fosse
Ardeatine
.
I
tedeschi
,
per
conto
loro
,
hanno
già
prelevato
dieci
ostaggi
.
«
Dissi
a
Carretta
di
cancellare
dieci
nomi
.
In
fondo
c
'
erano
i
nomi
di
otto
ebrei
.
Abbiamo
pensato
che
fossero
stati
aggiunti
all
'
ultima
ora
per
completare
il
numero
di
50
.
Così
Carretta
li
ha
cancellati
insieme
con
altri
due
nomi
scelti
a
caso
»
.
In
questi
termini
,
secondo
i
resoconti
dei
giornali
,
si
sarebbe
espresso
,
davanti
all
'
Alta
Corte
di
Giustizia
per
la
punizione
di
reati
fascisti
,
il
signor
Raffaele
Alianello
,
commissario
di
Pubblica
Sicurezza
,
appositamente
«
distaccato
»
da
un
campo
di
concentramento
,
perché
venisse
a
deporre
come
teste
al
processo
Caruso
.
È
noto
che
il
cervello
degli
sbirri
obbedisce
a
meccanismi
molto
elementari
.
Nell
'
esercizio
delle
proprie
funzioni
,
e
soprattutto
agli
occhi
delle
vittime
,
lo
sbirro
può
anche
apparire
diabolicamente
ingegnoso
,
penetrativo
,
psicologo
.
Che
guizzi
di
spiritata
fantasia
,
quali
sataniche
escogitazioni
,
che
prontezza
e
perspicacia
di
lettore
d
'
anime
,
di
radiologo
delle
coscienze
,
che
bravura
di
commediante
consumato
nel
passare
dal
patetico
al
sardonico
,
dalla
bonarietà
accorata
e
paterna
alla
glaciale
ferocia
.
Senonché
questa
specie
di
nefasta
intelligenza
non
gli
appartiene
in
proprio
,
anzi
gli
proviene
da
una
doppia
delega
.
Una
delega
,
per
così
dire
,
dal
basso
:
nel
senso
che
la
vittima
,
ridotta
allo
stato
di
passività
,
proietta
sull
'
aguzzino
la
propria
intelligenza
imbavagliata
,
e
a
lui
la
attribuisce
;
è
la
psicosi
della
vittima
,
che
prende
corpo
nella
figura
dello
sbirro
e
le
regala
tutte
le
proprie
fantasie
morbose
,
le
figurazioni
dei
propri
incubi
,
le
sottigliezze
delle
proprie
apprensioni
.
E
una
delega
dall
'
alto
:
nel
senso
che
quell
'
intelligenza
,
da
cui
lo
sbirro
si
sente
soggettivamente
animato
,
non
è
che
una
investitura
scesagli
per
li
rami
da
un
qualsiasi
irraggiungibile
«
Lui
»
.
Di
Lui
si
osa
appena
accennare
con
un
gesto
sornione
del
pollice
,
che
indica
dietro
le
spalle
verso
l
'
alto
;
si
osa
appena
sussurrarne
il
nome
.
Lo
sbirro
crede
e
si
appoggia
ai
propri
capi
,
i
quali
alla
loro
volta
credono
e
si
appoggiano
ai
propri
capi
,
e
così
di
seguito
fino
al
Capo
.
E
questo
Re
della
Camera
Oscura
,
questo
Dottor
Mabuse
,
facendo
perdere
lungo
la
trafila
l
'
esatta
nozione
di
sé
,
si
lascia
supporre
pressoché
onnipotente
,
impunibile
quant
'
è
impunito
,
e
capace
di
procurare
l
'
impunità
.
«
Questa
è
l
'
arte
di
non
farsi
conoscere
»
riflette
il
tiranno
Oloferne
,
nella
Giuditta
di
Hebbel
«
di
restare
sempre
un
mistero
»
.
Ed
è
la
grande
regola
per
fondare
le
tirannidi
e
il
terrore
.
La
cosa
si
è
vista
bene
in
Germania
,
quando
i
nazisti
si
impossessarono
del
paese
.
I
gregari
ripetevano
la
loro
energia
e
ogni
altra
risorsa
dai
gerarchi
,
i
quali
la
ripetevano
da
Hitler
,
il
quale
parlava
di
un
arcano
cassetto
,
dove
teneva
chiuso
un
piano
economico
sociale
per
la
rigenerazione
del
Reich
.
Rauschning
ci
ha
rivelato
che
quel
cassetto
era
vuoto
.
Alla
base
di
ogni
tirannide
,
o
terrore
,
c
'
è
quel
cassetto
vuoto
.
L
'
apparente
intelligenza
e
capacità
degli
esecutori
-
-
perspicacia
di
poliziotti
o
audacia
di
militi
-
-
dipendono
dalla
fede
in
quel
cassetto
.
Aperto
il
cassetto
e
trovatolo
vuoto
,
anche
Alianello
è
ricaduto
nella
originaria
semplicità
.
E
probabilmente
avrà
ragionato
:
«
Non
solo
i
signori
dell
'
Alta
Corte
e
i
pochi
invitati
seguono
il
processo
del
mio
ex
capo
Caruso
,
ma
l
'
opinione
pubblica
di
tutta
Italia
e
,
in
certo
senso
,
di
tutto
il
mondo
.
Quanti
occhi
abbiamo
addosso
.
E
il
guaio
è
che
in
questi
giorni
gli
affari
vanno
male
:
oggi
è
il
campo
di
concentramento
,
e
domani
chi
sa
.
Forza
,
cerchiamo
di
renderci
benevoli
tutti
questi
occhi
,
di
impressionarli
favorevolmente
.
Un
'
occasione
come
questa
è
difficile
che
si
ripeta
:
qui
però
bisogna
far
centro
al
pruno
colpo
,
non
c
'
è
tempo
da
perdere
.
Occorre
dar
subito
,
dare
abilmente
,
tra
le
righe
,
la
prova
provata
,
palmare
che
,
mentre
i
cattivi
collaboravano
coi
«
nazifascisti
»
,
noi
eravamo
invece
tra
i
buoni
.
Ma
il
problema
,
in
fondo
,
è
semplice
.
Quello
che
ieri
era
nero
oggi
è
diventato
bianco
,
e
viceversa
.
Qual
era
,
sul
cartellino
segnaletico
del
fascismo
,
il
connotato
più
caratteristico
?
Quali
le
impronte
digitali
del
fascismo
?
Diamine
,
la
persecuzione
degli
ebrei
.
Quale
,
di
conseguenza
,
il
più
incontrovertibile
connotato
dell
'
antifascismo
?
-
-
La
protezione
degli
ebrei
.
I
fascisti
,
quando
comandavano
loro
,
deploravano
:
peggio
,
punivano
il
pietismo
verso
gli
ebrei
.
Mostriamo
di
essere
stati
pietisti
,
di
avere
avuto
questo
coraggio
,
e
risulteremo
senz
'
altro
iscritti
,
iscritti
d
'
ufficio
,
senz
'
ombra
di
contestazione
,
nei
ranghi
dell
'
antifascismo
.
Dai
,
giovinotto
,
attaccati
agli
ebrei
,
tutto
fa
brodo
,
anche
la
carne
sbattezzata
.
Fai
vedere
di
aver
derivato
a
favore
degli
ebrei
il
cavo
preferenziale
della
benevolenza
»
.
Concluso
così
il
suo
silenzioso
ragionamento
,
il
teste
parla
.
E
,
giurato
di
dire
la
verità
,
tutta
la
verità
,
nient
'
altro
che
la
verità
,
pronuncia
queste
parole
,
che
giustamente
confida
siano
per
diventare
memorabili
:
«
Dalla
prima
lista
delle
Fosse
Ardeatine
ho
subito
,
per
prima
cosa
,
cassato
i
nomi
di
otto
ebrei
»
.
Dentro
di
sé
;
Alianello
si
frega
le
mani
:
ha
messo
,
non
già
al
muro
,
ma
spalle
al
muro
,
Alta
Corte
,
invitati
,
opinione
pubblica
d
'
Italia
e
del
mondo
intero
.
Il
nembo
di
sospetti
e
di
prevenzioni
che
lo
fasciava
,
va
ora
svaporando
,
si
va
ora
tingendo
di
un
dolce
colore
di
nube
rosata
:
una
di
quelle
nuvole
che
somigliano
a
cigni
,
o
cherubini
in
volo
.
Salvare
delle
vite
umane
,
e
delle
vite
innocenti
,
è
tale
atto
che
nessun
errore
o
debolezza
successiva
possono
infirmarne
la
bontà
.
Ma
certo
la
deposizione
del
teste
Alianello
nel
processo
del
20
settembre
rifluisce
sul
gesto
del
commissario
Alianello
durante
la
giornata
del
24
marzo
,
egli
si
sovrappone
in
maniera
,
quanto
meno
,
ambigua
.
Guardiamola
sovrapposizione
da
una
prospettiva
di
ebrei
.
Il
sentimento
che
essa
suscita
è
mescolato
e
complesso
.
Gli
ebrei
hanno
l
'
impressione
di
trovarsi
a
bordo
della
«
Claymore
»
,
la
corvetta
di
cui
Victor
Hugo
parla
nel
romanzo
del
Novantatre
.
Un
marinaio
per
negligenza
l
'
ha
messa
a
repentaglio
di
naufragio
.
Con
sovrumano
valore
e
disprezzo
della
propria
vita
,
il
marinaio
si
riscatta
,
salvala
nave
.
Il
marchese
di
Lantenac
lo
decora
al
valore
,
e
poi
immediatamente
lo
fa
giustiziare
.
Ce
ne
fossero
stati
,
ce
ne
fossero
ancora
tanti
,
degli
Alianelli
.
Fossero
stati
ancora
più
numerosi
qui
a
Roma
,
dove
si
può
dire
che
.
non
c
'
è
casa
,
non
c
'
è
famiglia
ebraica
nella
quale
,
tornando
dopo
questi
mesi
,
non
si
abbia
paura
di
chiedere
notizie
dei
congiunti
più
stretti
.
Già
troppe
volte
ci
siamo
visti
opporre
dei
visi
chiusi
,
severi
,
che
si
vietano
qualunque
espressione
come
superflua
,
come
sproporzionata
agli
avvertimenti
:
-
-
Presi
,
deportati
quella
mattina
del
16
ottobre
.
Non
se
ne
è
saputo
più
niente
.
-
-
Dove
ancora
,
in
quel
non
aver
più
saputo
,
c
'
è
un
tentativo
di
eufemismo
pietoso
,
uno
sfiduciato
barlume
di
speranza
,
che
cerca
di
smentire
il
presagio
,
il
timore
,
forse
la
certezza
,
più
funesti
.
Ce
ne
fossero
stati
degli
Alianelli
a
Varsavia
e
a
Lublino
,
sulle
banchine
donde
partirono
,
e
partono
,
i
vagoni
piombati
,
furgoni
senza
più
carico
umano
,
ma
solo
carne
da
strazio
e
gemiti
e
pianto
;
nelle
città
,
dove
in
qualche
via
signorile
e
un
poco
fuori
mano
,
edifici
stupidi
,
sordi
,
apparentemente
senza
destinazione
,
ville
dalle
persiane
chiuse
,
nascondono
nei
sotterranei
le
camere
della
tortura
.
Ce
ne
fossero
stati
,
ce
ne
fossero
ancora
,
dove
ancora
il
nazismo
fa
strage
.
Benedetti
gli
Alianelli
,
e
sciagurato
chi
si
attentasse
di
togliere
anche
una
virgola
alla
gratitudine
che
si
meritano
.
Il
mescolato
sentimento
degli
ebrei
,
di
fronte
alle
autodifese
degli
Alianelli
,
non
vuole
nemmeno
essere
ridotto
alla
normale
reazione
di
chi
,
senza
saperlo
e
senza
mai
esservisi
prestato
,
si
vede
ridotto
a
una
delle
due
carte
,
e
sia
pure
a
quella
favorevole
-
-
alla
matta
-
-
del
«
doppio
gioco
»
.
Che
è
poi
una
maniera
di
essere
,
e
di
sentirsi
,
giocati
...
Questo
doppio
gioco
,
applauditissimo
in
prima
istanza
e
,
come
si
dice
,
a
botta
calda
,
viene
di
giorno
in
giorno
più
adeguatamente
squalificato
.
Tra
l
'
altro
ha
il
difetto
di
volere
surrettiziamente
reintegrare
con
tutti
gli
onori
,
anzi
agghindato
di
un
'
aureola
di
merito
civico
,
il
metodo
dell
'
ambiguità
canagliesca
,
del
contegno
bifido
e
furbastro
,
del
fine
giustifica
i
mezzi
.
Proprio
quando
,
col
Machiavelli
di
Mussolini
,
pare
a
tutti
che
basti
.
Il
mondo
ha
finalmente
il
diritto
di
sentirsi
pulito
,
mentre
gli
eroi
del
doppio
gioco
si
adoperano
a
fargli
ritrovare
,
alle
sue
stesse
basi
,
nel
suo
stesso
atto
di
rinascita
,
un
certo
tipo
di
manovra
che
non
poteva
essere
inventata
se
non
nel
carosello
dei
corruttori
corrotti
,
dove
la
parola
d
'
ordine
,
l
'
emblema
era
(
chiediamo
scusa
)
il
«
far
fesso
»
.
Ma
tutto
questo
riguarda
ancora
il
costume
in
generale
,
rientra
nel
comune
senso
di
civismo
.
Abbiamo
detto
di
voler
guardare
da
una
specifica
prospettiva
ebraica
.
E
scartiamo
anche
l
'
altra
ipotesi
:
che
soltanto
a
un
soprassalto
del
millenario
,
proverbiale
,
durocervicato
e
protervo
orgoglio
semitico
si
possa
ascrivere
il
malessere
di
dovere
qualche
cosa
a
un
Alianello
,
di
essere
trascinati
a
figurare
alla
sbarra
con
lui
,
testi
a
discolpa
del
teste
.
Da
alcuni
secoli
gli
ebrei
sono
perseguitati
da
un
terribile
tipo
:
tanto
più
pericoloso
perché
suscitato
da
un
poeta
eccelso
,
che
gli
ha
infuso
il
proprio
dono
di
eternità
.
E
in
lui
ha
condensato
antiche
e
nuove
accuse
della
diffidenza
antisemita
:
da
quella
dell
'
omicidio
rituale
,
se
così
può
dirsi
,
a
quella
dell
'
esosità
usuraia
e
inesorabile
.
Si
tratta
del
personaggio
di
Shylock
.
(
Il
Mercante
di
Venezia
venne
ripreso
,
neghi
ultimi
anni
del
fascismo
,
da
un
astuto
capocomico
,
oggi
collaborazionista
,
per
onorare
con
illustri
lusinghe
la
campagna
razziale
)
.
Facilmente
si
dimentica
che
Shylock
agisce
sotto
l
'
assillo
dell
'
amore
paterno
tradito
,
dell
'
onore
e
dell
'
istinto
familiare
conculcati
.
Shylock
appare
invece
come
nient
'
altro
che
l
'
ebreo
,
il
mercante
ebreo
,
che
non
sente
ragioni
;
che
pretende
,
esige
,
si
fa
pagare
la
libbra
di
carne
viva
prelevata
sul
corpo
del
debitore
insolvente
.
Offesi
da
questa
secolare
denunzia
,
che
tutte
le
ribalte
del
mondo
hanno
instancabilmente
riproposta
al
giusto
sdegno
delle
platee
,
che
gli
scaffali
delle
biblioteche
di
tutto
il
mondo
quotidianamente
ridiffondono
,
quale
sentimento
possono
provare
gli
ebrei
,
quando
gli
tocca
di
accorgersi
che
Shylock
non
è
solo
un
'
ingiuria
,
ma
una
soperchieria
:
che
troppe
volte
accade
proprio
a
loro
di
essere
le
vittime
di
sempre
nuove
incarnazioni
e
imprevedute
varietà
di
Shylock
?
E
ora
;
mentre
nei
paesi
liberati
risorride
per
essi
la
luce
,
ora
che
ogni
mattina
,
al
risvegliarsi
,
si
domandano
se
l
'
aria
che
respirano
è
proprio
davvero
l
'
aria
di
questo
mondo
,
ecco
che
un
nuovo
Shylock
viene
avanti
e
,
forte
del
proprio
credito
,
chiede
non
già
un
pezzo
di
carne
viva
ma
una
passiva
complicità
nel
dimostrare
la
purezza
,
di
lui
Shylock
,
e
l
'
intemerata
sua
fede
antifascista
.
Avessero
la
fantasia
di
scherzare
,
gli
ebrei
si
domanderebbero
:
-
-
Chi
è
,
nel
senso
ingiurioso
della
parola
,
nel
senso
dell
'
esosità
,
chi
è
il
vero
ebreo
?
È
probabile
che
il
caso
Alianello
conti
solo
per
quello
che
vale
.
Però
è
un
sintomo
.
E
alla
sensibilità
non
ancora
rimarginata
degli
ebrei
dice
che
la
campagna
razziale
non
è
finita
.
La
persecuzione
continua
.
Sappiamo
la
risposta
:
questa
è
ipersensibilità
morbosa
,
da
curarsi
;
è
pignoleria
talmudistica
,
è
gusto
corrosivo
del
paradosso
,
vecchie
malattie
giudaiche
.
Se
fosse
sensibilità
morbosa
,
cioè
segno
di
mentalità
poco
socievole
,
ne
chiederemmo
scusa
.
Se
possa
apparire
pignoleria
talmudistica
,
rispondiamo
che
il
pretesto
Alianello
non
è
accattato
né
sofisticato
per
fatua
libidine
di
casuisti
:
sarà
un
pretesto
,
ma
per
dire
le
nostre
ragioni
,
per
parlare
a
suocera
e
a
nuora
,
a
quelli
che
i
fascisti
chiamavano
«
ariani
»
,
e
a
noi
stessi
ancora
.
Che
poi
sia
paradosso
,
neghiamo
,
e
cercheremo
di
dimostrarlo
.
2
.
-
-
Il
Ghetto
e
l
'
Arca
di
Noè
Il
caso
che
si
presentava
al
commissario
Alianello
e
al
suo
collega
era
il
seguente
:
una
lista
di
60
nomi
,
di
cui
10
in
soprannumero
.
Dunque
,
10
persone
da
salvare
:
da
salvare
,
se
così
può
dirsi
,
legalmente
,
a
rigore
di
Diktat
,
senza
lode
speciale
,
ma
anche
senz
'
alea
.
Quei
60
erano
tutti
egualmente
innocenti
.
In
simili
casi
si
tira
a
sorte
:
è
la
regola
di
prammatica
,
subito
dopo
quella
del
«
prima
le
donne
e
i
bambini
»
,
in
tutti
gli
incendi
,
naufragi
,
alluvioni
e
altre
emergenze
del
genere
.
Anche
l
'
Alianello
un
giorno
è
stato
bambino
:
a
noi
adesso
pare
impossibile
,
ma
deve
avere
anche
lui
ruzzato
,
giocato
sui
prati
dell
'
infanzia
.
E
avrà
cantato
anche
lui
,
come
tutti
,
la
vecchia
filastrocca
del
piccolo
naviglio
che
non
potea
,
non
potea
più
navigar
.
E
sul
piccolo
naviglio
allor
si
gioca
alla
più
corta
paglia
,
per
scegliere
chi
sopravviverà
.
Non
se
ne
è
ricordato
nel
pomeriggio
del
24
marzo
?
Certo
che
se
ne
è
ricordato
:
tanto
è
vero
che
lui
e
il
collega
,
cancellati
preventivamente
gli
otto
ebrei
,
scelsero
«
a
caso
»
(
parole
testuali
del
teste
)
gli
altri
due
nomi
.
Perché
gli
ebrei
ebbero
il
privilegio
,
la
precedenza
?
Perché
;
su
dieci
posti
,
se
ne
portarono
via
otto
?
L
'
ingiustizia
era
uguale
per
tutti
.
Non
si
dica
che
sugli
altri
pendevano
accuse
precise
:
che
la
loro
sorte
,
anche
senza
quella
rappresaglia
,
era
già
decisa
,
scontata
.
Primo
:
se
due
nomi
furono
scelti
a
caso
,
anche
gli
altri
otto
potevano
essere
scelti
a
caso
.
Secondo
:
sugli
ebrei
gravava
l
'
accusa
razziale
,
con
cui
sotto
i
nazi
c
'
era
poco
da
scherzare
.
Ma
all
'
Alianello
gli
ebrei
dovevano
apparire
come
degli
innocenti
più
innocenti
,
delle
ingiuste
vittime
più
ingiustamente
vittime
.
Non
invano
,
da
anni
,
la
propaganda
fascista
li
additava
alla
esecrazione
e
all
'
eccidio
;
non
invano
,
da
anni
,
la
propaganda
degli
uomini
liberi
rispondeva
che
la
campagna
razziale
era
l
'
obbrobrio
numero
uno
,
la
tipica
iniquità
delle
dittature
reazionarie
:
che
quello
subito
dagli
ebrei
era
il
primo
torto
da
risarcire
,
che
la
riparazione
verso
gli
ebrei
doveva
essere
quasi
il
primo
simbolo
della
riscossa
,
delle
libertà
restituite
ai
popoli
.
La
gente
del
tipo
Alianello
-
-
piccola
borghesia
suscettibile
,
credula
,
presuntuosa
,
impressionabile
,
eccitabile
,
laureata
in
legge
,
abbastanza
evoluta
per
potersi
credere
delle
idee
,
non
abbastanza
per
averne
-
-
quella
gente
è
la
più
plastica
argilla
per
la
propaganda
.
Sono
gli
ardenti
neofiti
di
ogni
verbo
pubblicitario
,
i
catecumeni
dello
slogan
.
Nel
salvare
preferenzialmente
gli
ebrei
,
in
vista
dei
propri
meriti
futuri
,
l
'
Alianello
subì
una
parola
d
'
ordine
pubblicitaria
:
come
chi
compra
il
dentifricio
più
lanciato
,
ripromettendosene
per
l
'
indomani
i
denti
più
bianchi
.
Obbedì
a
uno
slogan
.
Avesse
detto
almeno
:
gettate
le
sorti
,
uscirono
otto
ebrei
.
Ma
no
:
sottolineò
il
partito
preso
.
Ancora
un
partito
preso
.
Una
«
campagna
»
di
riparazione
,
che
rovescia
una
«
campagna
»
di
distruzione
:
una
campagna
sempre
.
Sotto
i
nazi
,
gli
ebrei
si
sono
sentiti
,
e
si
sentono
,
il
soggetto
o
il
predicato
,
il
nominativo
o
l
'
accusativo
,
o
il
dativo
di
uno
slogan
di
morte
:
«
scacciamo
gli
ebrei
,
sterminiamo
gli
ebrei
»
.
Tra
gli
uomini
che
si
avviano
a
ridiventare
liberi
,
si
sentono
daccapo
,
con
un
parallelismo
impressionante
,
gli
accusativi
o
i
dativi
di
uno
slogan
benefico
:
«
salviamo
gli
ebrei
,
ricompensiamo
gli
ebrei
»
.
Dativi
o
accusativi
:
cioè
,
come
insegna
l
'
analisi
logica
,
dei
«
casi
»
.
Ciò
che
li
preoccupa
,
che
li
mette
a
disagio
è
appunto
di
rimanere
un
caso
:
l
'
eterno
,
irrimediabile
caso
ebraico
.
Lo
slogan
li
rinchiude
come
un
Ghetto
.
Anche
se
,
per
avventura
,
somigli
all
'
Arca
di
Noè
.
Dentro
la
quale
sono
buttati
,
stipati
alla
rinfusa
;
senza
riguardo
ai
loro
torti
o
,
meriti
,
ai
vizi
umani
o
al
valore
;
senza
che
si
tenga
conto
,
per
loro
,
della
nozione
-
-
non
diremo
neppure
dell
'
individuo
-
-
ma
dell
'
uomo
.
Perseguitati
,
proscritti
,
ammazzati
,
non
già
per
le
loro
idee
o
il
loro
comportamento
,
ma
come
facenti
parte
di
un
'
entità
collettiva
,
come
«razza».,
anche
i
loro
benefattori
,
quando
è
l
'
ora
di
salvarli
,
non
li
allineano
fra
gli
altri
uomini
,
a
parità
di
cimenti
o
di
fortune
;
anzi
,
li
salvano
in
blocco
,
rappresentanti
quasi
anonimi
,
e
non
meglio
qualificati
,
di
una
«
razza
»
:
particelle
segnacaso
.
Hitler
,
Mussolini
e
Alianello
.
Il
cuore
,
come
si
sa
,
ha
le
sue
ragioni
,
che
prescindono
dalla
.
ragione
,
e
perfino
dal
gusto
di
avere
ragione
.
Gli
innamorati
delusi
reclamano
,
se
non
l
'
amore
,
quanto
meno
l
'
odio
.
Essere
segno
di
affetti
precisi
,
motivati
è
la
sola
maniera
,
per
il
cuore
,
di
sentirsi
vivo
:
è
,
per
così
dire
,
la
sua
dignità
.
Odiava
Mussolini
gli
ebrei
?
Sappiamo
soltanto
che
nel
1938
li
diede
in
cambio
di
una
più
stretta
alleanza
con
Hitler
,
li
barattò
come
numerario
,
li
sillabò
a
mandibola
protratta
,
come
soleva
per
l
'
argomento
forte
delle
sue
concioni
.
Faceva
,
in
quel
momento
,
della
demagogia
internazionale
.
Ama
Alianello
gli
ebrei
?
Sappiamo
che
,
al
processo
Caruso
,
li
barattò
contro
la
pulizia
e
illibatezza
della
propria
fedina
politica
:
argomento
di
demagogia
antifascista
.
Come
con
Mussolini
non
si
sentirono
oggetto
di
un
vero
odio
sincero
passionale
fisico
così
col
soccorrevole
commissario
gli
ebrei
non
hanno
beneficiato
di
un
vero
amore
solidale
,
caritativo
e
,
per
dire
la
parola
,
cristiano
.
Oh
insomma
:
che
cosa
vogliono
questi
ebrei
?
dell
'
odio
?
smaniano
per
una
persecuzione
autenticata
di
detestazione
?
si
permettono
,
con
i
tempi
che
corrono
,
il
lusso
di
simili
masochismi
?
Non
hanno
che
da
rivolgersi
ai
tedeschi
!
Ma
anche
qui
:
a
parte
gli
isterismi
di
Hitler
,
a
parte
i
vecchi
e
nuovi
cavilli
del
tradizionale
antisemitismo
germanico
,
risultò
subito
-
-
e
lo
spiegò
Trozkij
fin
dal
1933
-
-
che
Hitler
,
dovendo
defraudare
il
proletariato
tedesco
della
lotta
di
,
classe
,
in
cambio
gli
largì
la
campagna
razziale
.
Gli
ebrei
furono
il
primo
«
surrogato
»
nel
Reich
dei
surrogati
.
Furono
un
argomento
di
demagogia
sociale
.
Pare
che
,
tra
i
mestieri
umilianti
,
quello
dell
'
uomo
-
sandwich
sia
uno
dei
più
umilianti
.
I
disgraziati
vanno
in
giro
,
ostentando
su
cartelli
retorici
,
pupazzettati
,
stentorei
e
spesso
buffoneschi
la
pubblicità
di
prodotti
che
non
li
riguardano
e
che
il
più
delle
volte
essi
non
conoscono
.
Gli
ebrei
,
costretti
nei
paesi
di
più
severa
persecuzione
a
circolare
tenendo
in
mostra
bracciali
o
stelle
gialle
o
altrettanti
gingilli
di
riconoscimento
,
hanno
forse
provato
una
sensazione
da
uomini
sandwiches
:
e
infatti
anche
loro
stavano
servendo
la
pubblicità
di
un
ritrovato
demagogico
,
a
cui
erano
estranei
.
Con
la
differenza
che
l
'
uomo
sandwich
si
guadagna
la
vita
,
e
gli
ebrei
si
guadagnano
la
morte
.
Si
sa
che
cosa
sono
i
portatori
di
malattie
.
Un
giorno
il
pediatra
vi
capita
in
casa
,
prende
un
«
tampone
»
nella
gola
dei
vostri
bambini
,
e
dopo
24
o
48
ore
vi
telefona
che
all
'
analisi
si
è
constatato
il
bacillo
della
difterite
.
Grazie
al
cielo
,
i
bambini
stanno
benissimo
:
nell
'
esuberanza
della
salute
,
si
esaltano
all
'
idea
delle
placche
in
gola
,
della
febbre
a
quaranta
,
dell
'
iniezione
di
siero
.
La
difterite
gioca
,
invisibile
,
ai
«
quattro
cantoni
»
nella
camera
dei
giochi
.
Ma
intanto
i
bambini
sono
dichiarati
«
portatori
»
e
costretti
alla
quarantena
.
E
vi
assediano
di
domande
:
non
capiscono
che
cosa
sia
l
'
essere
ammalati
,
quando
si
è
sani
.
Anche
gli
ebrei
vennero
,
più
o
meno
d
'
improvviso
,
dichiarati
«
portatori
»
:
e
invano
cercarono
il
germe
ch
'
erano
accusati
di
tenere
addosso
,
invano
si
guardarono
d
'
attorno
per
vedere
se
avessero
contagiato
qualcuno
.
Gli
«
altri
»
,
intorno
a
loro
,
splendevano
di
salute
.
Gli
«
altri
»
si
sentivano
così
forti
che
avevano
perfino
voglia
di
menare
le
mani
,
di
spendersi
negli
sports
più
esuberanti
:
e
infatti
,
di
lì
a
poco
,
cominciarono
la
guerra
.
Dal
momento
che
alla
persecuzione
non
c
'
era
mezzo
di
sfuggire
,
gli
ebrei
tentarono
quanto
meno
di
trovarne
i
motivi
,
di
dare
ragione
ai
loro
persecutori
;
che
sarebbe
stato
un
modo
di
alleviarsi
la
pena
,
riconoscendone
almeno
la
logica
.
Con
tutta
la
buona
volontà
,
non
vi
riuscirono
.
Qual
era
il
vizio
,
quale
il
peccato
,
che
così
inesorabilmente
faceva
di
loro
un
pericolo
pubblico
?
Le
persecuzioni
del
passato
si
spiegano
ancora
,
quasi
come
guerre
locali
:
a
quei
tempi
gli
ebrei
costituivano
,
volenti
o
nolenti
,
una
cellula
,
un
nucleo
chiuso
,
uno
specifico
conglomerato
sociale
,
che
riusciva
facile
di
contrapporre
agli
altri
-
-
come
la
tribù
di
zingari
accampati
all
'
orlo
della
città
,
provocanti
per
la
loro
stranezza
e
diversità
di
costume
,
offensivi
per
quella
stessa
singolarità
e
isolamento
,
a
cui
li
si
era
costretti
-
-
e
dichiarargli
guerra
con
gli
editti
o
coi
bastoni
.
Ma
stavolta
?
Bisognò
cominciare
col
rifabbricare
,
in
astratto
e
con
procedimenti
da
laboratorio
,
il
gruppo
«
ebrei
»
;
poi
farvi
confluire
gli
individui
,
strappandoli
alla
loro
individualità
,
al
mondo
in
cui
vivevano
,
alle
loro
abitudini
e
lavori
e
commerci
e
scambi
pratici
e
spirituali
,
svellendone
le
radici
,
a
costo
di
qualunque
lacerazione
,
non
solo
degli
estirpati
,
ma
di
tutto
il
suolo
in
cui
allignavano
.
L
'
astrattezza
di
una
simile
operazione
si
vede
anche
dal
lavoro
che
fu
necessario
per
compierla
:
arido
lavoro
di
statistica
e
di
anagrafe
,
censimenti
,
moduli
,
dichiarazioni
,
registri
,
stampati
,
caselle
,
colonnine
e
finche
.
Ripetiamo
:
non
si
isolava
un
gruppo
umano
;
si
confezionava
uno
dei
termini
grammaticali
per
una
frase
propagandistica
a
grande
effetto
.
Parentesi
.
Che
cosa
sia
l
'
ebraismo
negli
ebrei
,
è
questione
da
non
venirne
così
facilmente
a
capo
.
In
ogni
caso
,
si
tratta
d
'
una
faccenda
di
stretta
intimità
.
Non
si
nega
che
ci
siano
modi
interiori
,
originali
,
profondi
di
sentirsi
ebrei
;
ma
son
cose
di
privato
sentimento
,
tutte
confinate
nella
zona
dei
pudori
,
non
mai
estrovertite
nell
'
azione
:
e
non
toccano
quindi
il
contegno
sociale
dell
'
uomo
,
né
lo
differenziano
da
quello
dei
suoi
simili
-
-
e
tanto
meno
glielo
contrappongono
.
(
Chi
volesse
fare
il
sottile
direbbe
,
se
mai
,
che
la
sola
differenza
è
nello
sforzo
di
non
differenziarsi
,
che
talvolta
può
anche
essere
ingrato
;
ma
comunque
è
offensivo
più
per
chi
sia
costretto
a
farlo
,
che
per
chi
l
'
abbia
in
qualche
modo
provocato
,
e
in
nessun
caso
è
tale
da
turbare
l
'
ordine
del
mondo
o
da
minare
le
basi
della
società
)
.
Sentirsi
ebrei
sarà
un
sentir
rinascere
dal
fondo
-
-
nelle
ore
di
più
geloso
raccoglimento
,
ore
quasi
inconfessabili
tanto
sono
intime
-
-
vecchie
cantilene
sinagogali
,
udite
ai
tempi
dell
'
infanzia
nella
pigra
monotonia
di
grevi
crepuscoli
,
in
una
luce
di
ceri
stanchi
che
tremava
sulla
berretta
del
cantore
,
solo
,
in
piedi
,
laggiù
sul
tabernacolo
deserto
:
e
su
quelle
cantilene
l
'
anima
si
inflette
in
errabonde
ricerche
del
tempo
perduto
:
desolati
a
tu
per
tu
con
squallori
senza
tempo
,
bruciori
di
lacrime
mal
rasciugate
,
tremolar
di
sorrisi
senza
scampo
,
un
abbracciarsi
con
le
ombre
dei
limbi
,
struggenti
agnizioni
di
avi
mai
conosciuti
,
e
un
segreto
di
inenarrabili
malinconie
,
e
il
crollare
indefesso
contro
invisibili
muri
del
pianto
.
Ah
,
il
pensiero
non
va
più
sull
'
ali
dorate
,
più
non
si
posa
sui
clivi
e
sui
colli
.
Lungo
i
fiumi
di
Babilonia
,
sul
cammino
dei
salici
,
l
'
eterno
errante
troverà
forse
una
sua
via
,
e
un
antico
passo
e
un
gesto
ancestrale
,
per
calarsi
nella
regione
delle
Madri
,
per
andare
a
interrogare
la
«
bocca
d
'
ombra
»
.
E
in
ciò
si
veda
pure
un
'
equazione
personale
tra
l
'
uomo
e
la
Natura
,
tra
l
'
uomo
e
Dio
:
non
mai
un
'
equazione
personale
tra
l
'
uomo
e
la
società
,
tra
l
'
uomo
e
la
storia
contemporanea
.
E
d
'
altronde
non
erano
queste
le
cose
che
potessero
venire
ascritte
a
colpa
degli
ebrei
.
E
gli
ebrei
continuavano
a
domandarsi
quella
colpa
quale
fosse
,
e
dove
.
Un
aperto
e
umanissimo
scrittore
ha
bollato
la
mostruosità
delle
leggi
razziali
,
osservando
che
esse
colpivano
«
non
le
azioni
responsabili
delle
creature
umane
,
ma
il
delitto
di
essere
nati
»
.
E
chi
veramente
con
la
morte
espiò
quel
delitto
,
non
è
tornato
a
dirci
se
,
nell
'
ora
del
supplizio
,
ne
capì
finalmente
la
colpa
.
Certo
i
persecutori
hanno
saputo
immaginare
le
camere
dei
gas
e
tutte
le
più
efferate
maniere
di
uccisione
:
quelle
che
fanno
morire
con
la
faccia
stravolta
,
col
labbro
contratto
nell
'
urlo
e
nella
maledizione
,
che
tolgono
al
trapasso
i
suoi
sovrannaturali
compensi
e
promesse
,
di
pace
almeno
e
di
silenzio
,
le
rasserenanti
visioni
di
limbi
o
di
elisi
,
l
'
erba
sotto
i
piedi
e
l
'
azzurro
sul
capo
.
Tra
gli
orridi
sudori
e
i
geli
di
agonie
terrificanti
,
quegli
sciagurati
avranno
forse
violato
,
con
un
raccapriccio
più
atroce
della
stessa
asfissia
,
i
talami
remoti
in
cui
si
erano
congiunti
gli
amori
dei
loro
parenti
:
infausti
connubi
,
che
nel
grembo
delle
madri
dovevano
deporre
il
seme
di
mostri
maledetti
,
ora
contorcentisi
nella
soffocazione
di
quelle
camere
della
morte
.
E
il
lezzo
dei
gas
avrà
imputridito
le
primavere
nuziali
,
in
cui
i
padri
e
le
madri
si
erano
scambiati
il
primo
sguardo
d
'
amore
.
Forse
allora
,
in
quei
deliri
,
il
delitto
di
essere
nati
si
precisò
in
un
'
accusa
contro
chi
li
aveva
messi
al
mondo
:
come
dicono
avvenga
,
durante
le
crisi
,
ai
figli
dei
sifilitici
e
dei
tabetici
,
concepiti
in
un
'
ora
di
sozza
e
infetta
libidine
.
Per
un
attimo
poté
sedimentarsi
il
senso
di
una
colpa
,
risalire
le
generazioni
.
Ma
era
una
bestemmia
,
strappata
dalle
torture
.
E
l
'
avere
strappato
quella
bestemmia
è
,
per
i
nazi
,
un
bel
capolavoro
.
Pace
ai
nostri
morti
.
Ma
i
vivi
,
che
non
capirono
e
non
capiscono
il
perché
della
persecuzione
,
è
giusto
che
si
allarmino
oggi
di
un
'
indulgenza
altrettanto
regalata
.
Questo
di
chiudere
tutti
e
due
gli
occhi
,
di
creare
eccezioni
a
vantaggio
degli
ebrei
,
non
è
un
modo
di
riparare
dei
torti
.
Riparazione
sarebbe
rimettere
gli
ebrei
in
mezzo
alla
vita
degli
altri
,
nel
circolo
delle
sorti
umane
,
e
non
già
appartarli
,
sia
pure
per
morivi
benigni
.
Questa
è
una
antipersecuzione
:
dunque
,
fatta
della
medesima
sostanza
psicologica
e
morale
che
materiava
la
persecuzione
.
Se
prima
negli
ebrei
si
puniva
l
'
ebreo
,
oggi
al
vedere
la
situazione
,
non
già
corretta
,
ma
semplicemente
capovolta
con
sì
perfetta
simmetria
di
antitesi
,
può
nascere
il
dubbio
che
negli
ebrei
si
perdoni
l
'
ebreo
.
È
il
perdono
richiama
l
'
idea
di
una
colpa
,
di
un
trascorso
.
Eccoli
di
nuovo
,
questi
ebrei
,
messi
nel
rischio
di
dover
partire
alla
torturante
,
insolubile
,
offensiva
ricerca
di
un
perché
.
E
poi
,
di
fronte
ai
ricorsi
storici
,
che
purtroppo
essi
sanno
a
memoria
,
è
lecita
la
domanda
:
-
-
perdono
o
amnistia
?
e
fino
a
quando
durerà
?
-
-
Spieghiamoci
con
un
esempio
.
3
.
-
-
GLI
ARATORI
DEL
VULCANO
Tornavamo
da
Napoli
,
sul
fastigio
di
un
camion
di
noci
,
sotto
la
pioggia
battente
.
Uno
strano
tipo
era
salito
con
noi
:
barba
di
tre
giorni
,
aspetto
da
fuggiasco
o
da
evaso
,
ma
gli
abiti
stracchi
tradivano
ancora
il
taglio
borghese
,
e
borghesi
erano
la
faccia
,
l
'
espressione
,
la
sagoma
,
tutto
quanto
.
Fino
a
qualche
anno
fa
,
tutti
in
casa
dovevano
averlo
chiamato
il
«
signorino
»
.
L
'
ex
signorino
gettò
sulle
altre
valigie
una
borsa
da
avvocato
,
da
cui
sporgeva
un
,
lungo
rotolo
.
-
-
Uova
di
tonno
-
-
annunciò
,
e
non
cessava
di
raccomandarsi
-
-
per
carità
,
queste
non
le
debbo
perdere
,
se
no
sono
rovinato
-
-
.
Un
borsanera
alle
prime
armi
,
pensammo
:
forse
un
professionista
,
che
l
'
iniquità
dei
tempi
costringe
a
questo
mestiere
così
incongruo
con
le
arti
del
Trivio
e
del
Quadrivio
.
Affettuosamente
,
a
tutti
i
compagni
,
domandava
nome
,
stato
di
famiglia
,
indirizzo
,
se
i
figli
fossero
maschi
o
femmine
:
quasi
a
propiziarsi
la
loro
amicizia
,
a
farsi
proteggere
,
lui
così
spaesato
e
inesperto
,
da
quell
'
abbozzo
di
amicizia
.
Ingenuo
,
patetico
,
quasi
.
Più
tardi
,
a
un
posto
di
blocco
,
venimmo
a
sapere
che
l
'
ingenuo
era
un
giovane
funzionario
della
Questura
;
di
ritorno
da
una
breve
licenza
nella
nativa
Palermo
.
Improvvisa
metamorfosi
di
tutto
il
tipo
.
È
inutile
,
il
«
così
è
se
vi
pare
»
rimarle
sempre
una
grande
trovata
psicologica
e
la
Sicilia
non
cessa
di
dare
ragione
al
suo
Pirandello
.
Dunque
,
tutto
il
capzioso
gioco
di
indagini
,
di
domande
,
di
investigazioni
,
da
parte
di
quel
personaggio
così
in
cerca
d
'
autore
,
non
era
che
un
allenamento
agli
interrogatori
futuri
,
volontaria
propedeutica
all
'
arte
di
tirare
i
vermi
dal
naso
del
prossimo
,
esercizi
sulle
cinque
note
per
quando
,
seduto
dietro
il
monumentale
clavicembalo
della
sua
scrivania
di
Questore
,
gli
toccherà
di
eseguire
le
più
virtuosistiche
introduzioni
,
i
più
lisztiani
accompagnamenti
per
«
far
cantare
»
il
pollo
.
In
particolare
,
poi
,
quasi
che
le
nostre
facce
fossero
altrettanti
specchi
,
l
'
uomo
vi
studiava
gli
effetti
di
certe
espressioni
mimiche
,
di
un
certo
tipo
di
guardatura
in
tralice
,
come
da
oltre
le
lenti
di
inesistenti
occhiali
:
uno
sguardo
connivente
e
furbesco
,
mite
a
un
tempo
e
accusatore
,
uno
sguardo
che
pareva
dire
:
«
Sbottonati
,
a
che
pro
nasconderci
l
'
un
l
'
altro
?
»
.
Quando
il
nostro
turno
giunse
,
e
noi
senza
ambagi
gli
declinammo
il
nostro
nome
,
quel
giovane
e
passionato
domenicano
della
inquisizione
poliziesca
,
quel
futuro
ripopolatone
delle
carceri
d
'
Italia
,
ebbe
un
balzo
trionfale
,
come
quando
,
nei
luminosi
giorni
della
sua
carriera
,
la
sventata
risposta
di
un
malcapitato
gli
permetterà
di
saldare
fulmineamente
una
faticosa
catena
di
induzioni
,
di
conchiudere
in
un
attimo
;
con
un
colpo
di
scena
,
una
serie
di
indagini
che
si
annunziava
lunga
e
penosa
;
di
scoprire
nel
testimonio
un
reo
,
di
stringere
a
un
tratto
l
'
inerte
congerie
delle
prove
in
un
'
accusa
lampante
.
Proruppe
:
«
Debenedetti
?
ebreo
?
!
»
E
immediatamente
quello
sguardo
professionale
,
da
dietro
occhiali
inesistenti
,
varcando
di
sotto
in
su
l
'
arco
ciliare
,
ci
dardeggiò
di
sghembo
,
e
condensava
un
tumultuoso
accavallarsi
di
sottintesi
,
di
illazioni
,
di
involontarie
e
quasi
ripugnate
complicità
,
di
scontrose
indulgenze
:
«
Ah
,
per
questa
volta
ce
l
'
hai
fatta
-
-
esclamò
quello
sguardo
-
-
ma
ringrazia
l
'
amnistia
.
Vattene
,
vecchia
volpe
,
e
bada
di
non
ricaderci
,
l
'
aria
del
vigilato
speciale
non
te
la
toglie
nemmeno
Domineddio
»
.
Ci
parrebbe
di
essere
cattivi
,
se
aggiungessimo
che
in
quell
'
occhiata
trascorse
anche
una
sfumatura
,
un
pizzico
,
un
nonnulla
di
rimpianto
:
«
Però
se
niente
niente
ti
avessimo
,
colto
,
così
in
flagrante
,
quale
mese
fa
!
»
.
Non
è
moralmente
vero
,
non
è
plausibile
che
,
la
revoca
diventi
ipso
facto
una
revoca
dell
'
abitudine
di
eseguirlo
.
Il
nuovo
ordine
ha
bisogno
di
maturare
per
farsi
ordine
nuovo
.
E
nessuno
pretende
che
il
mondo
,
questo
mondo
che
è
stato
creato
in
sette
giorni
,
si
modifichi
in
un
'
ora
:
se
no
,
come
credere
che
un
'
altra
ora
non
gli
basterebbe
,
quando
che
sia
,
per
recidivare
nel
peggio
e
tornare
al
proprio
vomito
?
L
'
esclamazione
,
l
'
occhiata
del
nostro
questurino
denunziavano
lo
sforzo
di
adattamento
a
un
'
ottica
diversa
;
la
necessaria
,
ancorché
rapida
,
manovra
per
invertire
la
corrente
.
Il
nostro
sospetto
è
che
la
nuova
ottica
possa
venire
adottata
come
un
comando
«
dall
'
alto
»
,
una
specie
di
Decreto
promulgato
dalla
Gazzetta
Ufficiale
,
e
dunque
di
sua
natura
soggetto
anch
'
esso
a
revoca
,
dettato
da
necessità
del
momento
,
visto
che
...
in
considerazione
di
...
Il
sospetto
è
che
il
nostro
questurino
si
uniformasse
ai
criteri
di
oggi
con
la
mentalità
di
ieri
,
tenesse
d
'
occhio
quella
onnipotente
,
inesorabile
e
oscura
Divinità
,
in
nome
della
quale
si
esaltavano
ieri
o
siluravano
funzionari
,
giornalisti
,
alte
e
basse
cariche
:
la
cosiddetta
«
sensibilità
politica
»
.
Ordine
di
servizio
:
mostrare
simpatia
agli
ebrei
.
Ma
chi
,
come
gli
ebrei
,
ha
sete
di
libertà
,
una
di
quelle
seti
che
tappezzo
il
palato
:
chi
ha
capito
come
la
libertà
sia
letteralmente
una
questione
di
vita
o
di
morte
,
è
pronto
a
riconoscere
che
,
tra
tutte
le
libertà
che
compongono
la
Libertà
,
è
compresa
anche
la
libertà
di
essere
antisemiti
.
Un
antisemitismo
di
uomini
liberi
,
un
antisemitismo
(
se
non
c
'
è
contraddizione
)
liberale
,
contro
cui
sia
dato
di
opporre
validi
argomenti
e
pertinenti
confutazioni
,
apparirebbe
perfino
tonico
,
ravvivante
,
rigeneratore
agli
ebrei
che
escono
ora
dall
'
anchilosi
mobilità
e
del
silenzio
.
Discutere
finalmente
all
'
aperto
,
misurarsi
,
farsi
le
proprie
ragioni
,
uomini
tra
gli
uomini
,
uomini
di
fronte
agli
uomini
non
parrebbe
nemmeno
vero
a
loro
,
che
fino
a
ieri
erano
costretti
a
nascondersi
,
a
ringhiottirsi
reazioni
e
risposte
,
a
cambiarsi
i
connotati
;
diffidati
persino
di
pronunziare
il
proprio
nome
,
cioè
in
parole
povere
di
dirsi
figli
del
proprio
padre
.
Recensendo
il
libro
di
Wendell
L
.
Willkie
:
One
World
,
Benedetto
Croce
ha
trovato
l
'
occasione
di
ribadire
«
un
bisogno
fondamentale
dell
'
uomo
,
che
è
di
soffrire
e
di
lavorare
»
.
Qui
,
da
questa
parte
della
guerra
,
gli
ebrei
si
vedono
riconosciuto
,
dopo
anni
,
il
loro
bisogno
di
lavorare
.
Rinasce
in
essi
,
complementare
,
il
bisogno
soffrire
.
Forse
che
non
hanno
sofferto
abbastanza
?
Sicuro
che
hanno
sofferto
,
il
mondo
sa
quanto
,
e
di
là
,
dal
fronte
della
libertà
ancora
soffrono
,
e
in
tal
misura
,
che
questa
nostra
pretesa
di
soffrire
può
sembrare
bestemmia
,
cattiva
sfida
,
provocazione
del
destino
.
Ma
la
pretesa
,
a
guardarci
meglio
,
è
unicamente
di
non
accampare
,
ne
vedersi
riconosciute
,
speciali
pretese
.
Il
diritto
di
non
avere
speciali
diritti
.
Speciali
,
cioè
razziali
.
E
quello
che
gli
ebrei
già
liberi
hanno
patito
,
e
quello
che
i
perseguitati
patiscono
ancora
,
desiderano
sia
versato
,
messo
in
comune
,
mescolato
al
lungo
,
collettivo
,
unanime
tributo
di
lacrime
e
di
supplizi
,
che
gli
uomini
degni
di
questo
nome
hanno
offerto
,
e
offrono
tuttavia
,
per
assicurare
al
mondo
la
più
lunga
serie
di
secoli
civili
.
Se
una
rivendicazione
gli
ebrei
hanno
da
fare
,
è
questa
sola
:
che
i
loro
morti
di
violenza
e
di
fame
,
i
piccini
che
non
hanno
resistito
al
primo
sorso
di
latte
finalmente
somministrato
,
dopo
mesi
di
inanizione
,
nei
paesi
di
asilo
,
le
donne
rese
a
calci
e
mitragliate
,
i
poppanti
lanciati
in
aria
e
impallinati
come
uccelletti
siano
messi
in
fila
con
tutti
gli
altri
morti
,
con
tutte
le
altre
vittime
di
questa
guerra
.
Soldati
anche
loro
con
gli
altri
soldati
.
Per
uniforme
avevano
il
loro
vestito
di
tutti
i
giorni
,
ma
sbranato
dai
tormenti
,
vano
sui
corpi
scheletriti
.
E
alcuni
,
anche
,
avevano
armi
:
i
bambini
,
che
si
stringevano
sul
petto
le
bambole
di
pezza
e
gli
schioppi
di
latta
,
ritenuti
indegni
di
divertire
i
figlioli
dei
tedeschi
.
Così
hanno
marciato
verso
i
loro
fronti
,
che
erano
i
luoghi
di
pena
e
di
tortura
.
Hanno
fatto
anch
'
essi
i
loro
sbarchi
,
ma
sulle
rive
dell
'
aldilà
.
Caduti
bocconi
,
i
loro
volti
-
-
quelle
facce
che
i
redattori
delle
varie
«
difese
della
razza
»
fotografavano
per
inchiodarle
sulle
copertine
di
immonde
gazzette
-
-
non
hanno
mirato
,
con
gli
occhi
che
nessuna
mano
ha
chiusi
,
il
cielo
alto
e
lontano
.
Questi
soldati
chiedono
soltanto
che
i
loro
carnai
siano
ricordati
tra
i
campi
di
battaglia
di
questa
guerra
.
Chiedono
che
,
se
si
farà
l
'
appello
dei
morti
,
i
loro
nomi
siano
letti
tra
quelli
degli
altri
soldati
,
caduti
per
questa
guerra
.
Senza
un
più
di
gloria
che
,
facendo
un
torto
ai
commilitoni
,
offenderebbe
quella
giustizia
per
cui
sono
morti
,
la
fraternità
della
morte
,
e
parrebbe
un
torto
fatto
a
loro
.
Senza
un
supplemento
di
pietà
-
-
pietà
per
i
poveri
ebrei
-
-
che
umilierebbe
il
loro
sacrificio
.
E
se
un
giorno
,
a
questi
caduti
,
si
vorrà
dare
una
ricompensa
al
valore
,
non
certo
noi
,
gli
ebrei
sopravvissuti
,
la
rifiuteremo
;
ma
non
si
conino
apposite
medaglie
,
non
si
stampino
speciali
diplomi
:
siano
le
medaglie
e
i
diplomi
degli
altri
soldati
.
«
Soldato
Coen
...
Soldato
Levi
...
Soldato
Abramovic
...
Soldato
Chaim
Blumenthal
,
di
anni
cinque
,
caduto
a
Leopoli
,
in
mezzo
alla
sua
famiglia
,
mentre
,
con
le
mani
legate
dietro
la
schiena
,
ancora
difendeva
,
ancora
testimoniava
la
causa
della
libertà
»
.
Queste
motivazioni
noi
,
indegnamente
sopravvissuti
,
le
ascolteremo
sull
'
attenti
,
cercheremo
di
non
tremare
quando
stringeremo
la
mano
che
ci
verrà
tesa
,
la
nostra
voce
si
sforzerà
di
essere
ferma
,
quando
risponderemo
:
«
Grazie
,
signor
Generale
»
.
Poi
rientreremo
nelle
mute
,
interminabili
file
che
schiereranno
i
parenti
degli
altri
caduti
,
le
gramaglie
di
tutto
il
mondo
,
in
quella
solenne
,
religiosa
parata
dell
'
umanità
.
Quel
bisogno
di
soffrire
,
di
cui
parla
il
Croce
,
non
è
se
non
il
bisogno
di
sentirsi
vivi
nella
vita
di
tutti
,
partecipi
della
immancabile
lotta
e
contrasto
,
che
il
lavoro
e
i
compiti
quotidiani
costano
in
questo
mondo
.
Il
quale
,
se
diventasse
un
mondo
di
idillio
,
nel
momento
stesso
diventerebbe
un
mondo
di
morti
che
camminano
,
quand
'
anche
fallacemente
lo
smaltassero
e
imbellettassero
i
colori
della
vita
.
Perciò
gli
ebrei
chiedono
questo
onore
di
soffrire
:
cioè
chiedono
di
non
essere
defraudati
,
neppure
a
titolo
di
risarcimento
o
di
riparazione
dei
danni
,
di
questa
loro
parte
dell
'
umano
retaggio
.
Per
secoli
e
secoli
hanno
custodito
,
ripetuto
,
salmodiato
,
nella
penombra
delle
sinagoghe
,
nelle
veglie
e
nei
digiuni
,
nelle
penitenze
e
nei
sabati
,
nei
ghetti
e
per
le
vie
della
diaspora
,
il
messaggio
dell
'
Antico
Testamento
.
Come
avrebbero
dimenticato
che
l
'
idea
del
pane
,
cioè
quella
delle
sorgenti
stesse
e
del
perpetuarsi
della
vita
,
è
indissolubilmente
legata
all
'
idea
della
pena
,
del
sudore
della
fronte
?
Essi
non
vogliono
il
paradiso
terrestre
per
infrazione
ai
regolamenti
.
Senza
dire
che
,
ai
privilegi
e
benefizi
,
è
troppo
facile
adattarsi
.
Le
agevolezze
di
vita
rendono
superficiali
,
assecondano
le
riparatrici
e
già
troppo
spontanee
labilità
della
memoria
.
I
dolori
di
ieri
si
dimenticano
,
anche
e
proprio
quando
furono
più
luttuosi
e
cocenti
,
e
si
dimentica
quanto
cordoglio
e
quante
angosce
sia
costato
questo
bene
,
che
oggi
pare
largito
appunto
per
aiutarci
a
dimenticare
.
Ci
si
abitua
a
essere
amati
,
a
vivere
con
facilità
;
e
l
'
abitudine
rischia
di
diventare
presto
un
bisogno
,
e
il
bisogno
acquisito
rischia
di
creare
la
presunzione
di
un
diritto
.
Può
,
questa
nostra
,
parere
una
riottosa
,
bizzosa
,
vittimistica
,
incontentabile
paura
di
essere
amati
.
Ed
è
soltanto
paura
di
essere
gratuitamente
amati
,
ingiustamente
amati
,
cioè
male
amati
:
non
più
costretti
a
far
nulla
per
meritarci
questo
amore
.
Ma
domani
,
inevitabilmente
,
dovremo
ricominciare
a
meritarcelo
:
e
allora
?
non
saremo
stati
viziati
?
Non
già
che
gli
ebrei
si
siano
,
in
questi
ultimi
tempi
,
sentiti
vittime
di
troppo
corrive
largizioni
di
vantaggi
,
fantocci
di
un
tiro
a
segno
della
benevolenza
.
Ma
noi
ragioniamo
su
un
sintomo
,
su
una
possibilità
,
della
quale
abbiamo
raccolto
,
o
subodorato
,
qualche
indizio
:
ed
è
questo
,
anche
,
che
scagiona
il
nostro
discorso
da
ogni
taccia
di
ingratitudine
.
Il
quale
discorso
,
l
'
abbiamo
detto
,
vuole
parlare
a
nuora
perché
suocera
intenda
.
Che
disagio
,
per
esempio
,
abbiamo
provato
quando
qualcuno
,
ridendo
ma
senza
cattive
intenzioni
,
e
solo
per
il
gusto
di
un
documento
psicologico
,
ci
ha
riferito
la
storiella
di
quei
tali
che
,
sbucati
dai
loro
nascondigli
all
'
arrivo
degli
eserciti
liberatori
,
hanno
subito
,
ai
primi
saluti
,
declinato
la
propria
qualità
di
ebrei
,
come
un
titolo
a
particolari
riconoscimenti
,
facilitazioni
,
indennizzi
.
E
magari
era
la
stessa
gente
che
,
sotto
il
diluvio
,
si
era
inventata
i
più
incongrui
ombrelli
e
più
diligentemente
si
era
industriata
per
cancellare
ogni
sospetto
di
«
appartenenza
alla
razza
»
.
Una
sera
,
nei
tempi
più
neri
del
diluvio
,
Bernardo
Berenson
si
poneva
l
'
eterno
problema
:
perché
gli
ebrei
rimangono
ebrei
,
malgrado
il
ciclico
ritorno
delle
persecuzioni
?
E
si
rispondeva
con
un
suo
ricordo
siciliano
.
Trovandosi
in
altri
tempi
a
visitare
le
pendici
dell
'
Etna
ne
ammirava
la
feracità
da
Terra
Promessa
.
Qualcuno
però
gli
disse
che
periodicamente
la
lava
scende
a
incenerire
quei
campi
.
«
E
perché
allora
li
coltivate
?
»
domandò
ai
contadini
.
«
Perché
quando
i
tempi
tornano
buoni
,
voscenza
,
così
buoni
sono
,
che
ci
ripagano
di
qualunque
malanno
»
.
Questo
,
commentava
l
'
eminente
scrittore
,
spiega
per
analogia
la
tenacia
degli
ebrei
nel
sopravvivere
.
In
quella
sera
di
afflizione
,
l
'
aneddoto
raggiungeva
lo
scopo
desiderato
:
che
era
anche
di
confortarci
,
di
farci
credere
nel
ritorno
di
tempi
migliori
,
di
rinnestarci
nella
vita
,
assimilandoci
se
non
altro
a
quegli
aratori
del
vulcano
.
Ma
Berenson
non
si
dorrà
se
ora
,
al
ritrarsi
della
lava
,
la
sua
storia
ci
piace
un
po
'
meno
.
Vorremmo
dire
che
gli
ebrei
,
non
è
che
si
inarchino
sotto
le
sciagure
degli
anni
delle
vacche
magre
,
per
aspettare
che
rivenga
il
settennio
delle
vacche
grasse
.
Sono
uomini
,
certo
,
e
amano
anche
loro
la
sicurezza
,
il
benessere
,
magari
la
felicità
.
Le
vacche
magre
non
piacciono
neanche
a
loro
.
Ma
non
è
vero
,
non
deve
essere
vero
che
poi
,
in
compenso
,
pretendano
le
vacche
troppo
grasse
.
Se
non
altro
,
per
dignità
,
per
un
equo
senso
della
vita
,
per
un
loro
umano
amor
fati
,
amore
del
rischio
e
del
destino
.
Né
troppo
magre
,
né
troppo
grasse
.
Una
cosa
giusta
.
Settembre
,
1944
.
StampaQuotidiana ,
Un
telegramma
da
Londra
annuncia
la
creazione
di
commissioni
miste
polono
-
cecoslovacche
,
allo
scopo
di
gettale
le
basi
di
una
confederazione
futura
fra
i
due
Stati
dell
Europa
Orientale
.
Questa
notizia
,
del
progetto
di
fusione
federale
tra
i
due
Stati
nati
a
Versailles
e
in
continua
lite
fra
loro
durante
gli
ultimi
venti
anni
scorsi
,
getta
una
luce
nuova
sul
problema
dell
'
Europa
di
domani
.
Ostacoli
insormontabili
,
inimicizie
tradizionali
,
costituzione
politica
e
sociale
diversa
,
tutto
sparisce
oggi
dinanzi
alla
necessità
di
unione
di
tutti
i
popoli
d
Europa
dopo
questa
guerra
.
Questa
guerra
.
infatti
,
sembra
l
'
ultimo
episodio
di
quel
processo
di
formazione
delle
nazionalità
e
di
fusione
in
una
unità
superiore
,
iniziatosi
il
secolo
scorso
.
Si
è
potuto
constatare
che
il
semplice
riconoscimento
ad
ogni
nazione
del
diritto
di
costituirsi
ad
unità
statale
non
è
stato
sufficiente
per
fare
scomparite
le
cause
di
conflitto
fra
le
nazioni
europee
.
Si
è
visto
,
infatti
,
che
il
riconoscere
ad
una
nazione
il
diritto
di
possedere
un
determinato
territorio
e
di
formare
insieme
con
questo
uno
Stato
,
ha
forse
soddisfatto
gli
uni
ma
ne
ha
scontentati
tanti
altri
.
La
formazione
e
la
disgregazione
delle
nazioni
europee
,
negli
ultimi
dieci
secoli
,
cioè
dopo
che
è
avvenuta
la
fusione
tra
l
'
elemento
indigeno
europeo
e
l
'
elemento
germanico
o
slavo
invadente
,
hanno
mescolato
a
tal
punto
nazionalità
,
razze
,
religioni
e
culture
che
non
si
può
più
oggi
ricorrere
all
'
esclusivo
concetto
di
nazione
per
gettare
le
fondamenta
di
un
normale
e
pacifico
ordine
internazionale
europeo
.
I1
numero
delle
nazioni
d
Europa
è
infatti
grandissimo
e
non
è
sempre
facile
,
anzi
,
-
lo
hanno
potuto
constatare
i
tecnici
che
si
sono
riuniti
a
Versailles
nel
1919
-
il
concedere
ad
una
nazione
il
territorio
nazionale
a
cui
essa
legittimamente
può
aspirare
.
Salvo
per
quelle
nazioni
che
hanno
conquistato
la
propria
indipendenza
e
si
sono
erette
a
unità
statali
da
almeno
cinque
secoli
,
tutte
le
altre
nazioni
si
sono
disperse
attraverso
il
territorio
europeo
e
non
è
oggi
possibile
dare
a
ciascuna
di
loro
una
parte
di
questo
territorio
.
Il
concetto
di
nazionalità
essendo
insufficiente
,
sarà
così
necessario
ricorrere
a
concetti
più
vasti
e
profondi
,
che
permettono
,
su
una
base
più
umana
,
su
una
base
più
politica
e
sociale
di
fondare
la
più
concreta
unità
europea
.
Se
,
tuttavia
,
non
è
oggi
possibile
dividere
l
'
Europa
in
tanti
territori
nazionali
che
soddisfino
ciascuno
Stato
nazionale
,
non
bisogna
tuttavia
disconoscere
diversità
profonde
,
che
talvolta
oppongono
e
dividono
le
nazioni
europee
:
non
bisogna
.
cioè
,
mischiare
in
una
astratta
unità
destinata
a
sgretolarsi
,
popoli
così
diversi
come
quelli
dell
'
Europa
centrale
e
orientale
e
dell
'
Europa
atlantica
.
Gli
accordi
fra
la
Polonia
e
la
Cecoslovacchia
si
situano
appunto
su
questo
piano
di
unificazione
concreta
dell
'
Europa
:
come
non
è
possibile
dividere
la
storia
in
periodi
cronologici
fissi
,
così
è
ancora
meno
possibile
dividere
l
'
Europa
in
territori
internamente
chiusi
alla
penetrazione
degli
altri
popoli
.
La
progettata
fusione
polono
-
cecoslovacca
tende
appunto
,
per
due
popoli
così
simili
per
lingua
,
cultura
,
tradizioni
di
lotta
per
l
'
indipendenza
,
come
quello
polacco
e
quello
ceco
,
a
cementare
quell
'
inizio
di
unità
federale
europea
,
in
quella
parte
dell
'
Europa
orientale
.
Il
principio
federalistico
presenta
appunto
questo
vantaggio
:
di
unire
popoli
diversi
,
senza
distruggere
la
loro
originalità
.
L
'
unità
tra
questi
popoli
.
come
tra
tutti
gli
altri
popoli
europei
non
può
venire
attuata
,
infatti
,
con
la
creazione
di
organismi
tendenti
astrattamente
a
riunirli
tutti
.
Essa
viene
invece
ottimamente
preparata
grazie
alla
creazione
di
unità
internazionali
limitate
,
tra
popoli
più
vicini
,
tra
loro
,
e
aventi
interessi
più
urgenti
da
regolare
insieme
.
Una
unità
federale
tra
la
Polonia
e
la
Cecoslovacchia
può
costituire
un
nucleo
attorno
al
quale
vengano
ad
aggregarsi
anche
gli
Stati
del
sud
:
un
nucleo
,
cioè
,
che
impedisca
,
in
avvenire
,
quelle
lotte
fratricide
,
che
hanno
già
visto
ergersi
,
nella
scorsa
guerra
,
l
'
uno
contro
l
'
altro
,
due
popoli
fratelli
come
quello
bulgaro
e
quello
serbo
.
Importante
sul
piano
locale
,
questa
fusione
è
anche
importante
sul
piano
europeo
:
è
,
infatti
,
una
presa
di
posizione
di
principio
,
che
può
essere
di
esempio
ad
altri
popoli
europei
,
che
oggi
sono
avversari
.
Perfino
gli
Stati
Uniti
,
che
poi
costituiscono
oggi
,
in
realtà
,
se
non
in
apparenza
,
una
unità
statale
perfettamente
omogenea
,
hanno
dovuto
combattere
la
sanguinosissima
guerra
di
Secessione
,
prima
di
unirsi
definitivamente
.
Anche
l
'
Europa
combatte
oggi
la
sua
Guerra
di
Secessione
.
Anche
l
'
Europa
conosce
due
campi
avversi
come
gli
Stati
Uniti
nel
1864
:
coloro
i
quali
vogliono
sopprimere
la
schiavitù
e
quelli
che
invece
la
vogliono
creare
.
Non
bisogna
credere
che
i
Governi
i
quali
oggi
pretendono
di
fondare
un
nuovo
ordine
europeo
,
su
una
base
gerarchica
di
tipo
feudale
,
siano
appoggiati
dalle
masse
popolari
.
Nessuno
ignora
,
infatti
,
che
una
gerarchia
di
popoli
avrebbe
come
conseguenza
,
sul
piano
interno
,
perfino
dei
popoli
dominatori
,
una
gerarchia
di
classi
e
di
individui
.
Questa
è
la
realtà
profonda
e
concreta
del
problema
politico
europeo
.
Questo
problema
non
è
semplicemente
un
problema
di
ordine
internazionale
;
abbiamo
veduto
che
le
nazioni
oggi
tendono
a
fondersi
sempre
di
più
in
una
unità
superiore
;
abbiamo
veduto
che
diventa
indispensabile
all
'
Europa
,
per
conoscere
un
periodo
di
lavoro
e
di
pace
,
superare
quelle
barriere
che
dividono
le
sue
moltiplici
nazionalità
.
L
'
unità
,
perciò
avrà
come
conseguenza
di
porre
il
problema
politico
sulla
sua
vera
base
,
di
politica
interna
e
sociale
.
Oggi
,
tutte
le
oppressioni
interne
di
popolo
si
giustificano
con
i
vari
nazionalismi
;
quelli
che
hanno
interesse
a
mantenere
queste
barriere
nazionali
sona
i
reazionari
di
tutti
i
paesi
.
Non
possiamo
non
rallegrarci
profondamente
,
dunque
,
della
formazione
di
unità
che
facciano
scomparire
definitivamente
le
barriere
meschine
e
grette
tra
popolo
e
popolo
,
che
derivavano
da
misere
aspirazioni
territoriali
.
La
scomparsa
di
queste
frontiere
e
la
formazione
di
unità
federali
superiori
pungono
il
problema
politico
sotto
una
luce
nuda
e
cruda
:
la
luce
,
non
di
vaghe
e
sentimentali
aspirazioni
imperialistiche
,
ma
della
dominazione
-
che
si
chiami
gerarchica
o
in
altro
modo
-
di
tutto
il
popolo
da
parte
di
una
classe
ristrettissima
di
dirigenti
.
Questo
è
il
problema
europeo
come
è
problema
nostro
.
Perciò
,
se
vogliamo
anche
noi
risolvere
tutti
i
problemi
interni
che
ci
assillano
.
dobbiamo
porci
su
un
piano
più
umano
,
e
cioè
,
su
un
piano
europeo
.
Dobbiamo
,
in
questo
modo
,
dimenticare
inimicizie
create
,
giorno
per
giorno
,
dai
nostri
dirigenti
,
allo
scopo
di
giustificare
le
loro
misure
oppressive
e
ingiuste
di
politica
interna
,
per
capire
che
queste
inimicizie
riposano
su
fondamenta
inesistenti
;
per
capire
che
noi
non
abbiamo
né
ragione
né
interesse
a
collaborare
a
una
guerra
,
in
cui
l
'
unico
,
reale
,
scopo
bellico
,
è
quello
di
sgretolare
l
'
Europa
in
una
infinitesimale
molteplicità
di
piccole
o
piccolissime
unità
nazionali
.
Sottrarci
a
quest
'
opera
,
voluta
e
impostaci
dai
nostri
dirigenti
attuali
,
costituisce
,
per
noi
,
un
dovere
di
uomini
,
di
Europei
e
di
Italiani
.
TACERE! ( VITTORELLI PAOLO , 1941 )
StampaQuotidiana ,
Una
nota
del
Segretario
del
Partito
sottolinea
aspramente
"
la
necessità
di
osservare
un
rigoroso
riserbo
sugli
argomenti
che
interessano
direttamente
o
indirettamente
la
difesa
del
paese
,
anche
nei
suoi
aspetti
produttivi
ed
economici
"
,
la
quale
,
dice
la
nota
,
"
diviene
in
un
tempo
di
guerra
un
dovere
assoluto
che
si
riassume
in
una
categorica
consegna
:
TACERE
"
.
Questa
nota
si
rivolge
soprattutto
contro
"
i
discorsi
in
apparenza
futili
"
,
"
le
affermazioni
insignificanti
"
,
"
le
notizie
banali
;
essa
condanna
quelli
che
la
nota
qualifica
"
i
chiacchieroni
incorreggibili
"
,
"
i
fantastici
raccoglitori
e
amplificatori
di
voci
,
e
finalmente
"
la
non
mai
abbastanza
deprecata
categoria
dei
ben
informati
"
.
Contro
questi
atti
,
conto
queste
persone
,
il
Segretario
del
Partito
lancia
ora
alla
riscossa
gli
squadristi
affinché
essi
intervengano
dappertutto
ed
impartiscano
,
conclude
la
nota
,
"
salutari
lezioni
"
.
La
campagna
fascista
contro
le
unanimi
proteste
del
popolo
continua
così
a
svolgersi
con
ritmo
accelerato
;
sembrava
che
dopo
diciotto
anni
di
rigidissima
disciplina
del
silenzio
,
non
fosse
più
necessario
di
ripetere
la
consegna
salutare
per
qualsiasi
cittadino
che
non
vuole
avete
noie
con
la
Questura
di
osservare
il
più
perfetto
silenzio
intorno
agli
avvenimenti
politici
del
giorno
.
Questo
salutare
atteggiamento
di
prudenza
,
che
per
troppo
tempo
da
noi
si
è
osservato
,
sembra
essere
oggi
superato
dagli
avvenimenti
.
I
quali
diventano
così
gravi
per
il
nostro
paese
,
che
nessuno
può
più
tacere
,
anche
se
ciò
gli
deve
costare
una
lezione
da
parte
degli
squadristi
,
anche
se
ciò
significherà
per
lui
il
ritiro
della
tessera
e
quindi
l
'
impossibilità
di
lavorare
o
addirittura
il
confino
o
il
Tribunale
speciale
.
La
serie
degli
spauracchi
con
cui
il
Governo
ci
ha
fatto
sempre
tacere
diventa
ora
insufficiente
di
fronte
all
'
incalzare
della
situazione
interna
e
militare
dell
'
Italia
.
Questi
spauracchi
,
i
quali
hanno
avuto
sfortunatamente
una
reale
e
tristissima
esistenza
,
non
spaventano
più
nessuno
.
Essi
potevano
forse
servire
in
tempo
di
pace
quando
gli
interessi
lesi
dalla
popolazione
si
limitavano
a
volta
a
volta
a
singoli
individui
o
a
singole
classi
sociali
o
politiche
.
Essi
sono
diventati
nettamente
insufficienti
di
fronte
agli
interessi
solidali
di
tutti
i
cittadini
e
di
tulle
le
classi
della
nazione
,
colpiti
in
pieno
dalla
guerra
attuale
.
Quelli
che
si
lagnano
oggi
della
politica
del
nostro
Governo
non
sono
singoli
borbottatori
cospargitori
di
voci
;
non
sono
chiacchieroni
incorreggibili
o
persone
bene
informate
.
Sono
tutti
quanti
.
Sono
quelli
che
nei
caffè
,
quando
ascoltavano
il
bollettino
delle
forze
armate
,
nei
primi
giorni
dei
nostri
rovesci
in
Albania
,
borbottavano
commentando
sarcasticamente
o
in
modo
critico
l
'
annuncio
delle
prime
ritirate
delle
nostre
truppe
.
E
i
frequentatori
dei
caffè
non
si
limitano
a
pochi
individui
.
Essi
sono
i
borghesi
che
vanno
a
prendere
l
'
aperitivo
all
'
ora
del
comunicato
prima
di
tornare
a
casa
;
sono
gli
operai
,
che
nell
'
ora
del
riposo
vanno
a
fare
quella
chiacchierata
che
nelle
officine
è
proibita
,
insieme
con
gli
amici
;
sono
i
contadini
che
la
sera
,
tornando
a
casa
si
soffermano
nei
caffè
del
villaggio
prima
di
andare
a
raggiungere
la
loro
famigliola
.
Chiacchierare
,
raccontare
barzellette
,
commentare
pacificamente
gli
ultimi
avvenimenti
del
giorno
,
accettare
di
buona
fede
lutto
quello
che
dice
il
Governo
-
perché
il
nostro
popolo
è
di
natura
docile
e
crede
a
quello
che
i
dirigenti
gli
vogliono
far
credere
-
;
lupe
queste
sono
necessità
imprescindibili
per
tutte
le
categorie
degli
italiani
.
"
Tutte
queste
sono
necessità
dettate
dal
bisogno
che
risente
ciascuno
di
noi
in
Italia
,
non
potendo
partecipare
più
direttamente
alla
vita
pubblica
,
di
sfogarsi
almeno
con
gli
amici
nelle
ore
di
riposo
.
Questo
legittimo
sfogo
,
che
oggi
supera
i
limiti
della
semplice
chiacchiera
per
raggiungere
quelli
della
coscienza
di
una
nuova
necessità
di
azione
più
diretta
,
più
immediata
,
magari
rivoluzionaria
,
diventa
un
reale
pericolo
per
la
pacifica
e
incontestata
continuazione
del
regime
.
Quando
il
Segretario
del
Partito
vuole
costringere
gli
Italiani
a
tacere
,
quando
l
'
osservare
il
più
perfetto
silenzio
diventa
una
consegna
politica
che
si
vuole
fare
rispettare
con
l
'
intervento
delle
squadre
di
azione
,
ciò
significa
che
il
popolo
italiano
ha
qualcosa
da
dire
.
E
quello
che
deve
dire
non
è
gradito
ai
nostri
dirigenti
.
Se
infatti
i
nostri
dirigenti
fossero
al
coperto
,
se
essi
non
avessero
da
temere
nessuna
reazione
delle
masse
popolari
,
se
non
giungessero
perfino
a
temere
per
la
salvezza
della
propria
pelle
,
non
si
troverebbero
oggi
nella
vile
e
abbietta
necessità
di
mandare
gli
squadristi
per
le
piazze
pubbliche
a
fare
lacere
gli
Italiani
.
I
nostri
dirigenti
protetti
dalle
loro
squadre
d
'
azione
sono
diventati
una
razza
separata
in
seno
alla
nazione
italiana
.
Essi
non
sono
più
italiani
,
non
hanno
più
nessun
interesse
comune
con
noi
.
Liberarsi
dalla
loro
ridicola
e
oppressiva
dominazione
,
diventa
un
compito
di
cui
ogni
italiano
è
sempre
più
chiaramente
cosciente
.
Non
è
più
risentito
come
un
doloroso
dovere
ma
come
un
compito
gradito
a
ciascun
italiano
,
perché
egli
è
cosciente
che
,
non
appena
adempiuto
questo
compito
,
potrà
di
nuovo
parlare
liberamente
e
rendere
a
se
stesso
e
alla
nazione
intera
quella
vita
libera
,
quel
diritto
di
parlare
e
quella
originalità
politica
e
sociale
senza
i
quali
la
fibra
nazionale
morrebbe
ineluttabilmente
.
StampaQuotidiana ,
Dopo
lunghe
settimane
di
strenua
resistenza
,
Cheren
è
caduta
in
mano
al
nemico
.
Le
nostre
truppe
,
ha
detto
il
corrispondente
militare
di
Reuter
,
hanno
combattuto
a
Cheren
come
non
avevano
mai
combattuto
finora
nella
nostra
storia
nazionale
.
Questo
omaggio
reso
alle
truppe
italiane
da
una
autorevole
voce
inglese
mostra
chiaramente
il
significato
di
questa
lotta
.
Lotta
che
può
,
finché
rimane
sul
piano
umano
,
presentare
episodi
gloriosi
,
ma
che
,
trasportata
sul
piano
politico
,
diventa
un
inutile
spargimento
di
sangue
.
*
*
*
In
questo
punto
della
nostra
seconda
guerra
d
Etiopia
,
conviene
domandarsi
:
era
dunque
savio
cominciare
la
prima
,
valeva
dunque
la
pena
attirarsi
l
'
inimicizia
di
52
nazioni
che
votarono
contro
di
noi
le
sanzioni
economiche
per
dovere
poi
,
poco
più
di
un
lustro
dopo
,
per
necessità
non
inerenti
a
una
politica
propriamente
nazionale
,
perdere
quello
che
si
era
così
faticosamente
guadagnato
?
Prescindendo
da
considerazioni
intrinseche
alla
prima
guerra
d
'
Etiopia
,
conviene
attualmente
porre
il
seguente
quesito
:
pur
supponendo
che
la
prima
guerra
d
'
Etiopia
fosse
giustificata
,
non
era
logico
avere
una
politica
estera
capace
di
farci
conservare
questa
conquista
e
ricavarne
i
frutti
?
Invece
di
avere
una
politica
estera
pacifica
alle
frontiere
del
nostro
impero
coloniale
.
senza
nessuna
necessità
propriamente
.
nazionale
,
per
rispettare
,
cioè
,
un
'
alleanza
odiosa
a
tutto
il
popolo
italiano
,
siamo
entrati
in
guerra
.
proprio
contro
quell
'
impero
.
che
stringeva
il
nostro
in
una
morsa
.
Dal
punto
di
vista
strategico
africano
,
avremmo
potuto
dichiarare
la
guerra
al
Perù
,
alla
Cina
o
a
qualsiasi
altro
Stato
senza
nessun
pregiudizio
:
ma
vi
era
un
solo
dato
che
,
prescindendo
da
ragioni
sentimentali
e
di
amicizia
tradizionale
,
avevamo
non
solo
il
dovere
ma
anche
il
preciso
interesse
di
non
attaccare
:
questo
Stato
è
l
'
Impero
britannico
.
Eccone
,
ora
,
il
risultato
:
come
diceva
il
commentatore
fascista
di
Radio
Roaa
,
alcuni
mesi
fa
,
il
nostro
impero
africano
viene
ora
sbocconcellato
a
poco
a
poco
dall
'
Inghilterra
.
*
*
*
Questo
fatto
richiama
alla
nostra
attenzione
un
problema
che
si
è
troppo
voluto
considerare
da
noi
come
un
fatto
compiuto
:
la
prima
guerra
d
'
Etiopia
.
La
facilità
con
cui
,
nonostante
la
formale
opposizione
della
Società
delle
Nazioni
,
abbiamo
conquistato
l
'
Impero
d
'
Etiopia
,
ci
ha
fatto
spesso
dimenticare
il
giudizio
degli
altri
intorno
a
questa
conquista
.
Il
Governo
fascista
ha
sempre
affermato
che
questa
conquista
veniva
impresa
per
permetterci
di
avere
finalmente
un
posto
al
sole
:
poi
,
quando
questo
posto
al
sole
l
'
abbiamo
avuto
,
quando
,
cioè
le
condizioni
per
inviare
una
massa
di
centinaia
di
migliaia
di
coloni
sono
state
attuate
,
allora
il
Governo
si
è
ricordato
che
sotto
il
sole
cocente
d
'
Etiopia
faceva
troppo
caldo
.
E
invece
di
quel
mezzo
milione
di
coloni
all
'
anno
,
che
avremmo
potuto
mandare
in
Etiopia
,
allo
scopo
di
colmare
,
in
questo
modo
,
l
'
incremento
naturale
della
nostra
popolazione
,
sono
partite
quelle
poche
centinaia
di
rurali
disoccupati
a
cui
si
è
mostrato
che
non
vi
era
scelta
che
quella
di
andare
a
lavorare
in
Etiopia
o
di
morire
sui
campi
di
battaglia
di
Spagna
.
Oggi
,
la
conquista
compiuta
,
appare
chiaramente
che
i
vantaggi
promessici
con
la
conquista
dell
'
impero
erano
illusori
.
Oggi
,
quella
conquista
,
che
la
politica
estera
del
nostro
Governo
non
ci
ha
permesso
di
difendere
contro
la
Nemesi
storica
del
ritorno
del
Negus
in
Etiopia
,
con
le
sue
truppe
e
i
suoi
ras
,
ci
fa
capire
che
l
'
Etiopia
è
stato
un
peso
effettivo
nella
politica
italiana
.
Ci
accorgiamo
,
cioè
,
che
,
dal
momento
in
cui
si
è
iniziata
la
guerra
d
'
Etiopia
,
siamo
stati
costretti
ad
intervenire
tutte
le
guerre
che
si
facevano
nel
mondo
:
ci
accorgiamo
ancora
che
abbiamo
dovuto
sempre
per
quell
'
atto
fatale
e
per
l
'
inimicizia
da
esso
suscitata
contro
di
noi
fra
tutti
i
popoli
del
mondo
,
allearci
con
i
Governi
più
retrogradi
e
più
oppressivi
del
mondo
.
Ci
accorgiamo
,
infine
,
che
da
quando
è
cominciata
la
guerra
d
'
Etiopia
,
da
quando
,
cioè
.
abbiamo
tolto
l
'
indipendenza
al
popolo
abissino
,
il
popolo
italiano
ha
sofferto
di
una
crisi
economica
e
sociale
sempre
più
acuta
.
Dalla
guerra
d
'
Etiopia
in
poi
,
nessuna
classe
sociale
è
stata
più
risparmiata
.
Contro
tutte
le
classi
della
nazione
italiana
si
è
elevata
,
in
questi
anni
dolorosi
della
nostra
storia
,
una
famelica
plutogerarchia
le
cui
ambizioni
e
la
cui
sete
di
potere
politico
cd
economico
non
è
stata
frenata
da
nessun
sacrificio
da
imporsi
al
resto
della
Nazione
.
Dal
punto
di
vista
interno
,
perciò
.
che
è
quello
che
massimamente
ci
preoccupa
,
dalla
guerra
d
'
Etiopia
in
poi
,
tutto
è
andato
a
catafascio
.
*
*
*
Ecco
quello
che
ci
ricorda
la
caduta
di
Cheren
.
Questa
caduta
ha
,
dunque
,
un
valore
non
solo
militare
ma
soprattutto
politico
e
sentimentale
.
Cheren
ci
ricorda
l
'
inutilità
della
prima
guerra
d
'
Etiopia
.
Cheren
ci
ricorda
i
sacrifici
causati
da
questa
gialla
e
le
penose
e
tragiche
conseguenze
da
essa
arrecate
alla
nostra
situazione
politica
,
interna
ed
internazionale
.
Cheren
ci
ricorda
che
la
conquista
dell
'
Etiopia
era
un
sacrificio
troppo
grande
da
imporsi
al
popolo
italiano
,
che
non
giustificava
la
soppressione
dell
'
indipendenza
,
neanche
di
un
paese
barbaro
africano
.
Quando
venne
proclamato
l
'
Impero
,
Carlo
Rosselli
scrisse
che
quello
era
il
momento
per
gli
Italiani
di
proclamarsi
:
contro
l
'
Impero
per
la
Nazione
.
Quella
voce
,
in
quel
momento
.
rimase
senza
eco
.
Oggi
,
nel
momento
in
cui
l
'
Impero
va
in
rovina
,
non
ci
lasciamo
abbattere
da
questo
tragico
fato
.
Ricordiamoci
che
la
Nazione
sempre
esiste
e
che
nulla
è
perduto
per
l
'
Italia
finché
abbiamo
fole
nelle
virtù
del
nostro
popolo
.
StampaQuotidiana ,
Il
colpo
di
stato
militare
operatosi
in
Iugoslavia
ha
sostanzialmente
modificato
la
posizione
del
problema
politico
e
militare
nel
settore
balcanico
.
*
*
*
Politicamente
,
anzitutto
,
la
reazione
del
popolo
iugoslavo
all
'
adesione
del
suo
Governo
al
patto
tripartito
è
stata
immediata
e
diretta
;
il
popolo
iugoslavo
,
senza
sottoporsi
a
considerazioni
di
opportunità
politica
,
senza
riflettere
a
possibili
effetti
militari
della
sua
reazione
,
ha
manifestato
subito
,
intuitivamente
,
la
sua
opinione
e
ha
fatto
tutto
quello
che
era
stato
in
suo
potere
per
attuarla
negli
istituti
politici
.
L
atto
del
popolo
iugoslavo
è
quindi
estremamente
significativo
dal
punto
di
vista
politico
perché
mostra
che
quei
sentimenti
,
affermati
,
ormai
,
da
lunghissimi
anni
,
da
questo
medesimo
popolo
,
non
erano
semplici
illusioni
,
nella
mente
degli
uomini
di
Stato
democratici
,
ma
realtà
concrete
,
che
oggi
si
affermano
nella
pratica
.
La
Iugoslavia
è
uno
Stato
di
sedici
milioni
di
cittadini
.
È
,
cioè
,
uno
Stato
,
la
cui
massa
popolare
,
unita
alle
nasse
della
Turchia
e
della
(
h
-
cela
,
forma
un
compatto
blocco
di
quaranta
milioni
di
uomini
.
L
altra
importante
.
conseguenza
politica
del
colpo
di
stato
iugoslavo
è
quel
ritorno
a
concezioni
di
solidarietà
balcanica
da
cui
sembrava
,
con
l
'
adesione
al
patto
tripartito
,
che
la
Iugoslavia
si
fosse
definitivamente
allontanata
.
Per
quanto
meno
visibile
,
per
quanto
producente
effetti
meno
immediati
,
questa
seconda
conseguenza
può
divenire
di
gran
lunga
più
importante
di
tutte
le
altre
:
può
,
cioè
,
permettere
ai
Balcani
di
ritrovare
la
coscienza
unitaria
,
da
cui
le
mene
naziste
di
questi
ultimi
anni
li
avevano
allontanati
.
La
Iugoslavia
,
insieme
con
la
Turchia
,
è
infatti
una
delle
principali
potenze
balcanico
-
danubiane
.
Il
fiero
rifiuto
del
popolo
iugoslavo
di
sottoporsi
al
dominio
hitleriano
può
essere
uno
sprone
ad
altri
popoli
che
,
certamente
,
come
quello
iugoslavo
.
sono
ostili
alla
sottomissione
allo
straniero
.
Militarmente
,
poi
,
per
quanto
non
sia
possibile
fondare
eccessive
speranze
su
una
resistenza
militare
ad
oltranza
contro
la
penetrazione
germanica
,
dell
'
esercito
iugoslavo
,
conviene
tuttavia
,
tenere
sempre
presente
la
fiera
reazione
che
il
popolo
iugoslavo
ha
saputo
opporre
ad
Hitler
.
Durante
la
guerra
di
Spagna
,
i
repubblicani
spagnuoli
,
privi
di
armi
;
privi
di
vettovagliamento
,
privi
di
qualsiasi
aiuto
concreto
dall
'
estero
,
hanno
combattuto
da
leoni
durante
tre
anni
contro
le
potenze
totalitarie
,
solo
perché
,
in
quella
lotta
,
tutto
il
popolo
spagnuolo
era
schierato
da
una
parte
per
lottare
contro
l
'
oppressione
straniera
e
l
'
ingiustizia
interna
.
Le
reazioni
popolari
sono
capaci
di
generare
i
più
grandi
eserciti
del
mondo
.
Quando
una
causa
è
giusta
gli
uomini
combattono
da
leoni
.
Così
,
per
quanto
scarseggino
attualmente
gli
elementi
di
giudizio
intorno
ad
una
resistenza
militare
dell
'
esercito
iugoslavo
contro
un
'
eventuale
invasione
nazista
,
rimane
pertanto
un
elemento
concreto
eli
valutazione
da
cui
non
si
può
prescindere
:
questo
elemento
è
costituito
dall
'
indomito
coraggio
del
popolo
iugoslavo
.
*
*
*
Comunque
venga
giudicata
la
situazione
nei
suoi
aspetti
positivi
non
va
dimenticato
,
nel
giudicare
gli
effetti
del
colpo
di
Stato
iugoslavo
,
che
sull
'
adesione
della
Iugoslavia
al
patto
tripartito
la
Germania
hitleriana
fondava
le
più
grandi
speranze
.
Quali
erano
le
mire
di
Hitler
quando
la
sua
diplomazia
tanto
si
affannò
per
ottenere
l
'
adesione
iugoslava
?
Queste
mire
potevano
essere
di
due
categorie
:
anzitutto
,
permettere
alle
truppe
tedesche
di
attraversare
il
territorio
iugoslavo
allo
scopo
di
attaccare
la
Grecia
alla
spalle
,
per
l
'
unica
sua
frontiera
non
montuosa
;
oppure
,
e
ciò
è
più
probabile
,
proteggere
semplicemente
il
passaggio
delle
truppe
tedesche
attraverso
l
'
Ungheria
e
la
Bulgaria
contro
un
attacco
laterale
proveniente
da
una
Iugoslavia
ostile
.
Sembra
improbabile
che
Hitler
abbia
deciso
di
attaccare
la
Grecia
alle
spalle
e
di
ottenere
perciò
la
complicità
iugoslava
.
Infatti
,
finora
,
la
Germania
non
ha
nemmeno
rotto
le
relazioni
diplomatiche
con
la
Grecia
,
e
poi
,
Hitler
non
ha
veramente
nessun
interesse
a
conquistare
la
Grecia
,
se
non
quello
di
potere
,
attraverso
la
strada
di
Salonicco
,
giungere
più
facilmente
ai
Dardanelli
.
La
Grecia
,
in
sé
per
sé
,
non
presenta
per
Hitler
nessun
interesse
,
poiché
non
conduce
a
nessuna
via
terrestre
eli
comunicazione
con
il
Vicino
Oriente
.
È
dunque
una
semplice
illusione
mantenuta
dalla
propaganda
fascista
,
quella
che
consiste
nel
credere
che
Hitler
ci
voglia
aiutare
a
conquistare
la
Grecia
.
Egli
non
sprecherà
nemmeno
un
nomo
per
far
vincere
,
ad
altri
,
guerre
che
non
presentino
per
lui
un
interesse
politico
o
militare
immediato
.
È
molto
più
probabile
.
invece
,
che
Hitler
,
il
quale
ha
aspettato
fino
ad
oggi
per
chiedere
alla
Iugoslavia
la
sua
adesione
al
patto
tripartito
,
abbia
voluto
con
questa
adesione
ottenere
una
garanzia
di
non
essere
attaccato
alle
spalle
da
truppe
.
provenienti
dal
territorio
iugoslavo
.
Infatti
l
'
unica
preoccupazione
di
Hitler
nella
sua
guerra
balcanica
,
oltre
quella
di
rifornirsi
in
derrate
agricole
,
è
quella
di
giungere
ai
Dardanelli
.
Tutta
la
sua
diplomazia
ha
teso
finora
a
quello
.
Il
suo
migliore
agente
diplomatico
,
von
Papen
,
che
aveva
reso
così
utili
servizi
alla
Germania
guglielmina
durante
la
guerra
scorsa
,
come
capo
del
servizio
di
sabotaggio
negli
Stati
Uniti
,
è
oggi
Ambasciatore
di
Germania
ad
Ankara
.
Quale
sarebbe
il
valore
di
una
conquista
hitleriana
dei
Dardanelli
?
Esso
sarebbe
duplice
.
Sullo
scacchiere
militare
,
i
Dardanelli
aprono
la
via
a
tutto
il
Vicino
Oriente
.
Sul
piano
politico
,
invece
,
i
Dardanelli
rimangono
oggi
l
unica
porta
che
la
Russia
sovietica
abbia
per
passare
da
Oriente
ad
Occidente
.
La
Russia
,
infatti
,
incontra
oggi
,
su
tutte
le
sue
frontiere
occidentali
,
l
ombra
hitleriana
:
basta
guardare
una
carta
d
'
Europa
in
cui
vengano
segnati
i
territori
dominati
o
controllati
da
Hitler
,
per
vedere
che
,
dall
'
estremo
nord
norvegese
.
,
Hitler
taglia
la
strada
dell
'
Occidente
alla
Russia
fino
ai
Dardanelli
l
'
unico
paese
,
l
'
unico
territorio
per
cui
la
Russia
possa
ancora
passare
per
rimanere
in
contatto
con
l
'
Occidente
è
la
Turchia
.
Il
giorno
in
cui
Hitler
avesse
occupato
i
Dardanelli
,
la
Russia
sovietica
non
avrebbe
più
nessuna
via
d
'
accesso
all
'
Occidente
europeo
.
Essa
sarebbe
costretta
,
per
ragioni
geografiche
imprescindibili
,
a
diventare
realmente
e
materialmente
una
potenza
asiatica
.
Il
colpo
di
stato
iugoslavo
allontana
forse
per
sempre
tutte
queste
possibilità
.
Per
capirne
l
'
importanza
era
dunque
necessario
esaminare
i
calcoli
che
Hitler
aveva
probabilmente
fondato
su
una
adesione
della
Iugoslavia
al
patto
tripartito
.
Oggi
che
la
Iugoslavia
non
permette
più
ad
Hitler
di
fare
quello
che
vuole
sul
proprio
territorio
,
tutti
questi
piani
sono
svaniti
.
Inoltre
,
l
'
avversario
è
ormai
in
guardia
tanto
sul
terreno
politico
quanto
su
quello
militare
.
StampaQuotidiana ,
La
mattina
del
30
marzo
,
unità
della
Marina
Britannica
da
guerra
sono
state
attaccate
da
un
cacciatorpediniere
francese
,
dalle
batterie
costiere
dell
'
Africa
del
Nord
e
da
due
bombardieri
francesi
.
Tale
attacco
è
avvenuto
quando
,
sull
'
ingiunzione
delle
unità
britanniche
,
ad
un
convoglio
mercantile
francese
,
di
fermarsi
per
subire
la
visita
regolamentare
,
il
caccia
francese
che
scortava
queste
navi
mercantili
,
invece
di
obbedire
a
questo
ordine
,
aprì
il
fuoco
.
Questo
incidente
,
e
soprattutto
l
'
intervento
nella
zuffa
di
alcuni
bombardieri
francesi
,
fa
rinascere
tristi
ricordi
e
ci
costringe
ad
amare
considerazioni
.
Durante
la
battaglia
di
Francia
non
apparve
mai
nessun
comunicato
dell
'
Aeronautica
francese
intorno
ad
una
partecipazione
importante
di
velivoli
francesi
da
combattimento
nella
lotta
Regolarmente
,
invece
.
la
R.A.F.
diramava
bollettini
intorno
alle
operazioni
a
cui
avevano
partecipato
velivoli
britannici
.
Oggi
,
l
'
aviazione
francese
,
a
guerra
ultimata
,
ha
ritrovato
abbastanza
fiato
per
bombardare
unità
della
flotta
della
Nazione
ex
alleata
.
Questo
conflitto
non
è
semplicemente
di
natura
militare
,
non
deriva
soltanto
dall
'
imposizione
all
'
attuale
governo
francese
di
imperative
norme
di
condotta
da
parte
del
Governo
del
Reich
.
Questo
atteggiamento
risale
a
cause
molto
remote
,
cause
che
hanno
turbato
e
viziato
tutta
la
vita
politica
francese
.
*
*
*
Gli
uomini
che
governano
oggi
la
Plancia
,
quelli
che
hanno
preferito
un
armistizio
umiliante
ad
una
lotta
ad
oltranza
,
sono
vecchie
figure
del
parlamentarismo
francese
tradizionale
.
Sono
quelli
che
,
negli
ultimi
anni
del
secolo
scorso
,
giustificavano
per
passione
nazionale
-
perlomeno
pretendevano
che
tale
fosse
-
il
falso
giudiziario
commesso
dagli
uffici
del
Ministero
della
Guerra
nell
'
affare
Dreyfus
.
Sono
gli
stessi
che
,
nel
1919
,
a
Versailles
,
imposero
ai
rappresentanti
degli
altri
Stati
alleati
,
le
condizioni
umilianti
di
pace
per
la
Germania
di
Weimar
.
Sono
gli
stessi
che
,
durante
vent
'
anni
,
ispiratisi
ad
un
falso
orgoglio
nazionale
e
ad
interessi
di
classe
,
hanno
diretto
la
politica
estera
francese
in
un
senso
antieuropeo
.
Sono
gli
stessi
che
hanno
sempre
ostacolato
l
'
opera
della
Società
delle
Nazioni
,
che
hanno
ostacolato
l
'
amicizia
con
gli
altri
popoli
europei
,
sono
gli
stessi
che
hanno
sempre
criticato
la
politica
pacifista
di
Briand
e
le
alleanze
con
i
vari
popoli
dell
'
Furopa
centrale
ed
orientale
.
Sono
gli
stessi
,
infine
,
che
hanno
sempre
appoggiato
tutti
i
tentativi
di
disgregazione
dell
'
Europa
effettuati
dal
nazismo
a
scapito
di
tutte
le
nazioni
europee
,
ivi
compresa
anche
la
Francia
.
Sono
questi
stessi
dirigenti
che
hanno
oggi
sottoscritto
volontariamente
alle
condizioni
di
armistizio
e
al
regime
di
controllo
politico
che
Hitler
ha
dettato
loro
allo
scopo
di
disgregare
il
loro
paese
.
L
'
accettazione
della
divisione
della
Francia
in
due
zone
,
l
'
accettazione
di
discutere
il
problema
della
consegna
dei
rifugiati
politici
che
avevano
chiesto
e
ottenuto
dalla
Francia
ospitale
che
precedette
questa
,
il
diritto
d
'
asilo
,
sono
atti
degradanti
per
gli
attuali
dirigenti
della
Francia
.
Questi
dirigenti
-
conviene
ripeterlo
incessantemente
-
i
quali
oggi
vendono
il
loro
paese
allo
straniero
,
che
oggi
violano
le
norme
più
sacrosante
dell
'
umanità
,
che
oggi
non
temono
di
voltare
contro
quelli
che
avevano
avuto
fiducia
in
loro
e
li
avevano
aiutati
a
difendere
il
loro
territorio
i
propri
cannoni
diventati
improvvisamente
feroci
,
non
sono
altro
che
i
rappresentanti
più
puri
della
destra
nazionalista
.
Una
volta
per
sempre
,
l
'
atteggiamento
degli
attuali
dirigenti
francesi
,
che
può
andare
avvicinato
a
quello
di
tanti
altri
,
serva
d
'
esempio
a
tutti
quanti
.
Anche
da
noi
,
venti
anni
fa
,
si
è
prodotta
una
reazione
nazionalista
.
Anche
da
noi
si
è
voluto
far
credere
che
l
'
atteggiamento
della
maggioranza
del
popolo
italiano
,
dopo
la
guerra
scorsa
,
era
un
atteggiamento
antinazionale
.
Eppure
,
i
nazionalisti
da
noi
,
oggi
uniti
al
partito
fascista
,
i
quali
avevano
sempre
segnalato
il
pericolo
germanico
come
la
piovra
che
avvinceva
l
'
Italia
,
non
hanno
esitato
oggi
a
consegnare
gli
uomini
,
le
risorse
e
i
punti
strategici
del
territorio
nazionale
.
al
nemico
ereditario
.
Questa
,
del
nazionalismo
italiano
,
non
è
una
contraddizione
politica
;
è
la
dimostrazione
più
evidente
che
il
nazionalismo
nostro
,
come
quello
staniero
,
è
semplicemente
una
maschera
di
interessi
di
casta
,
incorporati
oggi
con
quelli
della
nostra
plutogerarchia
,
opposti
a
quelli
di
tutto
il
popolo
italiano
.
Smascherando
il
nostro
nazionalismo
,
come
tutti
i
nazionalismi
stranieri
,
noi
contribuiamo
a
smascherare
i
nemici
delle
masse
popolari
italiane
e
quelli
delle
masse
popolari
di
tutta
l
'
Europa
.