StampaQuotidiana ,
Roma
,
17
ottobre
-
Avevamo
sperato
per
qualche
tempo
-
pazza
speranza
,
ma
viviamo
in
un
'
epoca
di
sorprese
e
di
meraviglie
-
che
la
televisione
in
Italia
non
si
avverasse
mai
,
e
restasse
limitata
agli
esperimenti
e
a
qualche
costosa
emissione
come
quelle
che
si
hanno
finora
nel
settentrione
della
penisola
.
In
generale
gli
italiani
sono
fin
troppo
solleciti
a
prendere
dagli
altri
popoli
le
novità
,
e
più
zelanti
di
quelli
nell
'
adottarle
.
È
noto
per
esempio
che
la
moda
parigina
,
destinata
soprattutto
alle
primitive
e
pompose
clienti
dell
'
America
del
Sud
,
e
guardata
con
sospetto
e
spesso
ignorata
dalle
eleganti
parigine
,
è
ciecamente
accettata
,
non
dico
dalle
italiane
,
ma
dalle
milanesi
,
che
subito
inalberano
le
novità
più
pacchiane
e
fiammanti
;
e
l
'
anno
che
Parigi
disse
pennacchi
,
erano
tutte
cimieri
e
gale
e
lattughe
e
pennoncelli
,
più
burbanzose
di
una
gallina
faraona
;
e
quest
'
anno
che
Dior
dice
gonne
corte
,
le
hanno
già
scorciate
di
un
palmo
.
Le
luci
al
neon
,
o
come
si
chiamano
,
che
in
America
hanno
un
campo
ben
limitato
,
officine
e
uffici
e
drugstores
e
insegne
della
pubblicità
,
da
noi
non
trovano
barriere
,
imperversano
dal
caffè
di
provincia
all
'
albergo
di
lusso
;
non
importa
che
facciano
spettrali
i
visi
,
diano
aspetto
di
carogna
alle
carni
,
uccidano
i
vivi
colori
delle
verdure
delle
frutta
della
pommarola
'
n
coppa
ai
vermicelli
,
non
c
'
è
trattoria
popolare
o
raffinata
che
non
le
abbia
,
abbiamo
letto
rabbrividendo
che
le
mettono
su
anche
nei
musei
vaticani
.
Della
radio
ci
siamo
fatti
una
tortura
appena
inventata
,
apparecchi
aperti
al
massimo
nell
'
appartamento
del
vicino
,
nel
caffè
,
nella
trattoria
;
in
America
una
società
di
autobus
fa
un
'
inchiesta
fra
i
suoi
clienti
se
gradiscano
la
radio
nelle
sue
carrozze
o
no
,
da
noi
senza
chiedere
il
parere
di
nessuno
si
fa
andare
la
radio
negli
autobus
di
gran
turismo
,
si
fanno
strillare
altoparlanti
sulle
piazze
,
sulle
spiagge
,
nelle
stazioni
;
son
soldi
buttati
via
prendere
la
vettura
letto
da
noi
,
ad
ogni
stazione
una
voce
rimbombante
vi
desta
,
vi
perpetua
l
'
ossessione
del
viaggio
con
le
calde
note
romanesche
della
stazione
di
Orte
,
e
le
acche
aspirate
di
Arezzo
e
di
Firenze
,
e
il
grasso
erre
petroniano
di
Bologna
.
E
guardate
come
si
diffonde
la
moda
sgarbata
e
villana
delle
radio
portatili
;
l
'
altra
sera
a
Capri
al
caffè
di
piazza
abbiam
dovuto
tutti
sorbirci
le
insulse
melodie
che
uscirono
per
ore
da
una
di
quelle
scatolette
,
che
avevano
collocata
sul
tavolino
una
fanciulla
vestita
da
odalisca
e
un
giovanotto
con
un
giubbone
di
cuoio
decorato
da
lunghe
frange
sulla
costata
delle
maniche
e
lungo
l
'
orlo
,
come
usano
,
anzi
come
usavano
,
i
cow
boys
del
Texas
.
Frettolosi
dunque
e
alacri
sono
gli
italiani
a
prender
su
le
invenzioni
e
i
nuovi
ritrovati
;
ragione
per
cui
,
considerato
che
nei
cinque
anni
da
che
la
televisione
trionfa
negli
altri
Paesi
da
noi
non
si
sono
avuti
che
timidi
esperimenti
,
c
'
era
la
speranza
,
ripeto
,
che
le
difficoltà
per
introdurla
da
noi
fossero
gravissime
,
invincibili
;
e
si
fosse
magari
scoperto
che
l
'
atmosfera
che
ci
avvolge
,
quella
che
ci
dà
così
tersi
cieli
,
così
limpide
luci
all
'
aurora
e
al
tramonto
,
che
imbeve
di
arcane
dolcezze
i
nostri
frutti
e
di
solare
vigore
i
vini
,
che
la
nostra
cristallina
atmosfera
fosse
inadatta
alle
onde
televisive
.
E
se
questo
non
fosse
,
che
almeno
quelle
difficoltà
tecniche
si
opponessero
a
lungo
,
almeno
per
quei
pochi
lustri
che
restano
alla
fine
della
nostra
vita
;
après
nous
le
déluge
,
o
addirittura
la
fin
del
mondo
che
si
annuncia
per
cento
segni
,
scatenata
da
noi
stessi
,
bambocci
incoscienti
che
ci
ostiniamo
a
giocare
con
i
fiammiferi
in
un
pagliaio
e
diamo
via
libera
a
neutroni
e
pulviscoli
radioattivi
senza
conoscerne
la
natura
,
e
potrebbero
essere
carichi
dei
più
mortali
veleni
.
E
mortali
o
no
,
certi
guasti
pare
abbiano
già
cominciato
a
farli
;
sia
perché
alterano
la
composizione
dell
'
atmosfera
saturandola
troppo
di
elementi
radioattivi
,
sia
perché
sottopongono
i
nostri
sensi
a
bombardamenti
di
particelle
che
non
gli
si
convengono
,
e
che
la
Provvidenza
aveva
saggiamente
imprigionato
dentro
l
'
atomo
,
nella
cassaforte
del
nucleo
.
Ma
noi
abbiamo
infranto
atomo
nucleo
e
cassaforte
;
ed
ecco
le
stagioni
alterare
il
loro
corso
,
imperversare
cicloni
e
tornados
e
terremoti
e
nubifragi
con
una
violenza
e
una
frequenza
mai
prima
veduta
;
basta
un
acquazzone
di
due
o
tre
ore
e
i
fiumi
traboccano
,
le
strade
si
spaccano
,
edifici
che
hanno
sfidato
i
secoli
si
abbattono
sotto
il
vento
del
temporale
quasi
trasportasse
qualche
ignota
terribile
forza
.
E
forse
quelle
onde
misteriose
avvelenano
anche
il
nostro
spirito
;
forse
si
deve
agli
scoppi
di
bombe
atomiche
nel
Nevada
,
in
Siberia
,
nel
deserto
australiano
se
troppe
menti
umane
si
sconvolgono
,
governanti
impazzano
,
guidatori
di
treni
e
di
aerei
smarriscono
d
'
improvviso
il
dominio
della
macchina
;
e
cittadini
integerrimi
fino
a
ieri
commettono
delitti
di
atrocità
mai
pensata
.
La
nostra
speranza
fu
vana
.
Avremo
la
televisione
in
Italia
,
l
'
abbiamo
già
,
assai
prima
della
fine
del
mondo
;
anzi
,
se
la
fine
del
mondo
avverrà
a
rate
,
e
la
nostra
nazione
sarà
fra
le
ultime
a
scomparire
,
potremo
goderci
sullo
schermo
la
visione
del
cataclisma
in
America
o
in
Australia
e
rallegrarci
per
breve
tempo
di
essere
i
fortunati
e
i
sopravvissuti
.
Fra
pochi
mesi
saranno
già
numerose
sugli
edifici
quelle
antenne
fatte
come
un
fusto
di
ombrello
:
ci
saranno
in
tutti
i
bar
quegli
schermi
con
su
la
danza
di
spettrali
figure
,
grige
in
una
nebbia
grigia
(
per
poco
tempo
,
il
David
Sarnoff
Research
Center
of
the
Radio
Corporation
of
America
ha
già
fatto
esperimenti
ben
riusciti
di
televisione
a
colori
)
.
Per
qualche
tempo
l
'
alto
costo
degli
apparecchi
terrà
immuni
le
famiglie
borghesi
e
operaie
da
questo
flagello
(
ma
vedrete
come
si
agiteranno
i
giornali
di
sinistra
perché
anche
al
popolo
sia
concesso
contagiarsi
di
questa
tabe
)
;
ma
è
inutile
illudersi
,
gli
apparecchi
verranno
a
buon
mercato
,
e
con
le
vendite
a
rate
accessibili
a
tutti
.
Se
in
questi
anni
l
'
Italia
è
rimasta
un
po
'
addietro
,
riprenderà
il
suo
posto
all
'
avanguardia
delle
nazioni
in
marcia
verso
il
progresso
;
un
progresso
all
'
ingiù
,
voglio
dire
,
una
società
di
analfabeti
,
di
conformisti
,
di
meccanizzati
,
in
cui
non
ci
sarà
più
posto
per
la
varietà
e
l
'
imprevisto
della
vita
,
per
la
libera
scelta
dell
'
attività
e
dello
svago
.
Che
verso
una
società
così
si
vada
,
è
indubitato
;
l
'
umanità
sarà
sempre
più
schiava
delle
macchine
,
e
dei
pochi
individui
che
abbiano
la
capacità
o
la
potenza
di
manovrarle
;
l
'
intelligenza
cederà
il
posto
all
'
istinto
,
i
sensi
si
ottunderanno
;
già
oggi
si
vende
in
America
una
macchina
chiamata
Comfort
Indicator
;
cioè
uno
strumento
che
vi
dice
se
siete
comodi
o
no
,
perché
il
costruttore
parte
dal
principio
che
la
macchina
può
saperlo
meglio
di
voi
.
L
'
anno
scorso
,
scrivendovi
dall
'
America
,
vi
ho
detto
che
mutamento
la
televisione
ha
portato
o
sta
portando
alla
vita
americana
.
Non
soltanto
la
crisi
del
cinematografo
,
o
una
nuova
violenta
forma
di
propaganda
politica
,
per
cui
ogni
famiglia
si
tiene
in
casa
sua
per
una
mezz
'
ora
intiera
,
e
più
volte
,
il
candidato
dell
'
uno
e
dell
'
altro
partito
,
lo
sente
e
lo
vede
parlare
come
lo
avesse
dirimpetto
,
noverandogli
i
foruncoletti
sulla
pelle
e
le
stille
di
sudore
sulla
fronte
.
Ma
la
televisione
non
ucciderà
soltanto
il
cinematografo
e
il
teatro
,
è
sulla
via
di
annullare
quelli
che
sono
stati
finora
i
rapporti
sociali
e
familiari
,
come
già
oggi
la
radio
e
il
cinematografo
hanno
ucciso
la
conversazione
.
Proclamano
i
costruttori
di
apparecchi
che
la
televisione
ha
ricostituito
il
focolare
domestico
,
le
famigliole
non
hanno
più
bisogno
di
uscire
e
disperdersi
per
questo
o
quello
spettacolo
perché
hanno
tutto
in
casa
,
si
godono
in
pigiama
e
pantofole
il
cinema
,
l
'
incontro
di
pugilato
,
la
lezione
politica
,
il
pettegolezzo
sociale
,
la
dimostrazione
dei
pregi
di
questo
o
quell
'
aggeggio
domestico
che
prima
andavano
a
farsi
fare
nel
grande
emporio
(
ve
l
'
ho
detto
,
gli
americani
hanno
una
mania
per
queste
cose
e
gli
piace
l
'
eloquenza
della
pubblicità
)
,
la
biancheria
intima
della
diva
,
la
sfilata
sulla
quinta
avenue
.
Ma
verrà
tempo
in
cui
tutti
vorranno
stare
a
casa
per
vedere
la
sfilata
e
nessuno
vorrà
scomodarsi
a
sfilare
;
occorrerà
stabilire
turni
,
dovrà
intervenire
la
polizia
per
decidere
chi
debba
dare
spettacolo
in
piazza
e
chi
possa
comodamente
assistervi
.
Ognuno
di
quei
focolari
domestici
sarà
chiuso
e
ostile
agli
estranei
;
non
si
cercheranno
più
contatti
con
gli
amici
ai
quali
piacciono
programmi
diversi
,
si
accetterà
a
malincuore
un
invito
a
casa
d
'
altri
perché
si
sa
che
hanno
altri
gusti
televisivi
.
Ci
si
duole
in
America
che
i
bambini
non
vogliono
più
uscire
per
giocare
all
'
aperto
;
passano
il
pomeriggio
immobili
davanti
alla
cassettina
delle
ombre
e
dei
suoni
,
quasi
ipnotizzati
da
visioni
grossolane
,
da
precetti
ovvi
,
da
verità
pubblicitarie
,
da
slogans
politici
,
da
battute
umoristiche
,
da
ritmi
ossessionanti
,
senza
scelta
,
senza
discriminazione
di
genitori
o
di
maestri
.
Perché
questo
è
l
'
aspetto
più
deprecabile
della
televisione
;
subdolo
strumento
di
dittatura
nel
campo
dello
spirito
e
della
coscienza
,
tanto
più
inavvertita
quanto
più
le
immagini
e
i
suoni
la
fanno
seducente
.
Già
oggi
gli
americani
si
imbevono
giornalmente
per
ore
e
ore
di
spettacoli
,
di
discorsi
,
di
visioni
,
scelte
dall
'
arbitrio
del
ristretto
ufficio
di
direzione
di
non
so
quante
società
di
trasmissione
,
senza
altra
libertà
che
quella
di
passare
da
un
programma
all
'
altro
;
una
lezione
di
anatomia
,
una
gara
di
corsa
,
una
lezione
universitaria
,
la
riunione
di
un
consiglio
di
amministrazione
,
un
concerto
o
le
fruste
arguzie
di
un
comico
,
un
comizio
o
un
delitto
,
un
parto
cesareo
o
gli
ultimi
istanti
di
un
noto
personaggio
.
E
poiché
,
come
appare
,
più
ancora
di
quanto
la
radio
ed
il
cinema
abbiano
fatto
finora
,
la
televisione
sta
sostituendo
ogni
altra
fonte
di
divertimento
,
di
curiosità
,
di
istruzione
,
o
per
lo
meno
sottrae
gran
tempo
alle
ore
che
possono
essere
destinate
ad
una
qualsiasi
attività
intellettuale
o
artistica
,
è
chiaro
che
quella
oligarchia
di
direttori
,
coi
loro
gusti
discutibili
,
le
loro
simpatie
politiche
,
gli
interessi
a
cui
sono
legati
,
finisce
con
l
'
«
imbottire
i
crani
»
,
come
si
diceva
una
volta
,
e
con
molta
maggiore
efficacia
di
quando
nacque
quella
frase
,
quando
l
'
«
imbottitura
»
era
fatta
solo
con
discorsi
in
piazza
,
e
senza
altoparlanti
.
In
America
,
almeno
,
le
società
trasmittenti
sono
molte
,
ed
in
concorrenza
fra
loro
.
Ma
in
Italia
,
secondo
il
nostro
sistema
-
eravamo
il
popolo
più
individualista
d
'
Europa
,
oggi
siamo
più
di
ogni
altro
schiavi
dei
monopoli
-
avremo
un
solo
ente
trasmittente
,
í
programmi
saranno
nell
'
arbitrio
di
quel
solo
ente
,
eventuali
visioni
di
società
straniere
dovranno
passare
al
suo
vaglio
.
Se
la
televisione
prenderà
in
Italia
la
voga
che
ha
preso
in
America
,
se
davvero
anche
da
noi
diverrà
l
'
unica
o
quasi
unica
fonte
di
passatempo
,
di
volgarizzazione
,
di
diffusione
di
concetti
politici
,
di
gusti
letterari
ed
artistici
,
di
celebrazione
di
questo
o
quel
principio
o
di
questo
o
quell
'
individuo
,
questa
sola
fonte
sarà
manipolata
,
dosata
,
conciata
secondo
la
scelta
,
l
'
estro
,
il
capriccio
,
i
preconcetti
,
le
storture
di
poche
persone
.
Paurosa
eventualità
,
siano
anche
quelle
poche
persone
le
più
intelligenti
,
le
più
eclettiche
,
le
più
liberali
di
tutta
la
nazione
.
StampaQuotidiana ,
Trieste
,
5
novembre
-
Il
sangue
è
corso
oggi
a
Trieste
.
Sotto
il
fuoco
delle
carabine
della
polizia
civile
,
due
triestini
sono
caduti
:
un
ragazzo
di
15
anni
,
Pietro
Addobbati
,
figlio
di
un
noto
medico
;
un
uomo
di
60
,
Antonio
Zavadil
,
cameriere
.
Decine
sono
i
feriti
e
parecchi
sembrano
gravi
;
centinaia
i
contusi
.
A
tarda
sera
ancora
continuano
tafferugli
,
mentre
echeggiano
le
grida
dei
dimostranti
,
le
sirene
della
polizia
e
delle
ambulanze
,
gli
scrosci
degli
idranti
.
Già
nel
pomeriggio
i
negozi
del
centro
erano
stati
chiusi
mentre
apparivano
tricolori
a
mezz
'
asta
con
un
fiocco
nero
.
Trieste
è
in
lutto
,
Trieste
è
in
fermento
come
non
mai
.
Sembrava
che
le
cose
fossero
andate
lisce
nelle
due
giornate
tanto
temute
dalla
polizia
del
3
e
del
4
novembre
.
C
'
era
stato
,
sì
,
due
giorni
fa
l
'
episodio
del
tricolore
tolto
a
forza
dalla
facciata
del
Comune
,
e
,
ieri
,
i
tafferugli
provocati
dal
comportamento
eccessivamente
«
energico
»
degli
agenti
;
ma
,
insomma
,
si
era
arrivati
senza
fatti
gravi
al
5
novembre
.
Anche
lo
sciopero
studentesco
di
stamane
sembrava
destinato
ad
esaurirsi
come
tutti
quelli
precedenti
.
I
ragazzi
delle
medie
passavano
a
gruppi
cantando
e
senza
dar
noia
a
nessuno
,
eccezion
fatta
per
qualche
fischio
all
'
indirizzo
della
polizia
civile
.
Un
contegno
freddo
degli
agenti
,
abituati
,
del
resto
,
a
ben
altri
vituperi
,
avrebbe
reso
la
giornata
d
'
oggi
eguale
a
tante
altre
:
gli
ordini
evidentemente
erano
stamane
diversi
,
e
diversi
i
nervi
.
In
tenuta
di
guerra
-
elmetto
,
candelotti
fumogeni
,
carabina
-
i
poliziotti
scorrazzavano
con
le
jeeps
coperte
dalla
rete
metallica
per
ripararsi
contro
i
sassi
,
con
le
motociclette
,
con
gl
'
idranti
.
Si
fosse
questo
complesso
formidabile
di
armati
limitato
a
disperdere
i
gruppi
di
manifestanti
,
non
avrebbe
fatto
che
eseguire
degli
ordini
.
Ma
impressionante
era
lo
spirito
che
li
animava
,
che
li
portava
ad
infierire
contro
chiunque
all
'
aspetto
potesse
sembrare
uno
studente
.
I
manganelli
si
sono
abbassati
a
tutto
spiano
finché
da
parte
dei
ragazzi
non
sono
cominciate
a
volare
le
pietre
:
dove
più
c
'
eran
sassi
,
più
la
polizia
si
trovava
di
fronte
a
gente
che
l
'
aspettava
a
piè
fermo
.
Davanti
alla
chiesa
di
S
.
Antonio
Nuovo
,
dove
termina
il
grande
canale
che
dal
porto
si
addentra
in
città
,
tutta
la
piazza
ha
il
selciato
all
'
aria
per
certi
lavori
del
Comune
.
Questo
,
e
il
fatto
che
la
polizia
ha
il
suo
quartier
generale
a
cinquanta
metri
nella
laterale
via
30
Ottobre
(
sulla
sinistra
di
chi
guarda
il
tempio
)
spiegano
perché
tutti
gli
innumerevoli
tafferugli
abbiano
avuto
qui
il
loro
epicentro
.
Verso
le
11
un
centinaio
di
studenti
,
davanti
ad
una
carica
a
fondo
degli
agenti
,
dopo
aver
reagito
a
sassate
(
veniva
colpito
a
un
braccio
anche
un
colonnello
americano
)
si
rifugiavano
sul
pronao
della
chiesa
credendosi
al
sicuro
.
Senza
un
attimo
di
esitazione
gli
attaccanti
,
protetti
dal
getto
degl
'
idranti
che
allagavano
l
'
interno
del
tempio
,
irrompevano
fino
all
'
altare
maggiore
picchiando
implacabilmente
tutti
coloro
che
trovavano
a
portata
di
mano
.
Esterrefatto
,
un
vecchio
sacerdote
che
,
caduto
in
ginocchio
,
implorava
la
fine
di
tanta
furia
,
si
sentiva
urtare
e
urlare
:
«
Zitto
tu
,
politicante
,
non
prete
»
.
Quando
la
polizia
si
è
allontanata
trascinando
con
sé
una
trentina
di
ragazzi
,
c
'
erano
sul
pavimento
vaste
chiazze
di
sangue
.
Appena
informato
dell
'
accaduto
,
il
vescovo
monsignor
Santin
dichiarava
sconsacrata
la
chiesa
e
indiceva
la
cerimonia
di
riconsacrazione
per
le
quattro
del
pomeriggio
.
Intanto
,
col
sopraggiungere
del
mezzogiorno
,
ogni
manifestazione
era
cessata
e
la
città
stava
riprendendo
il
suo
volto
normale
.
Il
rito
pomeridiano
voleva
essere
una
cancellazione
di
quanto
di
sacrilego
era
successo
,
un
segno
di
pacificazione
.
Davanti
a
S
.
Antonio
,
oggi
alle
quattro
,
più
che
ragazzi
c
'
erano
delle
donne
e
persone
anziane
in
attesa
che
le
porte
venissero
aperte
all
'
officiante
.
Noi
c
'
eravamo
per
puro
dovere
di
cronaca
,
non
perché
fosse
successo
niente
:
questo
ci
permette
ora
di
fornire
una
relazione
obiettiva
di
quanto
è
successo
.
Il
parroco
di
S
.
Antonio
,
mons
.
Giovanni
Grego
,
è
apparso
sul
pronao
,
preceduto
da
chierici
con
la
Croce
astata
e
circondato
da
sacerdoti
in
stola
bianca
.
La
folla
,
cinquecento
o
seicento
persone
,
aveva
appena
fatto
il
segno
della
Croce
quando
dalla
via
laterale
di
sinistra
-
via
Dante
-
è
avanzata
una
jeep
,
e
dalla
via
laterale
di
destra
-
via
30
Ottobre
,
dove
,
come
abbiam
detto
,
ha
sede
il
comando
della
polizia
-
un
gruppetto
di
agenti
.
Un
senso
di
irritazione
è
sorto
spontaneo
anche
in
chi
triestino
non
è
:
«
Perché
costoro
vengono
dopo
tutto
quello
che
è
successo
stamane
,
a
farsi
vedere
qui
dove
la
gente
è
riunita
per
pregare
?
»
.
Nei
triestini
(
notate
,
la
cosa
è
importante
,
perché
non
è
frequente
,
non
solo
nei
giovani
,
ma
in
tutti
gli
uomini
,
donne
e
vecchi
)
più
che
di
irritazione
il
senso
è
stato
di
risentimento
e
di
sdegno
.
All
'
apparire
della
polizia
si
ebbero
gli
stessi
effetti
dello
sfregamento
di
un
fiammifero
:
per
quanto
in
principio
le
persone
ai
margini
dell
'
assembramento
consigliassero
con
buoni
accenti
di
allontanarsi
,
tutti
hanno
avuto
netta
l
'
impressione
che
il
«
via
»
a
qualcosa
di
grave
era
stato
dato
e
che
niente
avrebbe
fermato
il
corso
delle
cose
.
Intendiamoci
,
tafferugli
,
zuffe
,
arresti
,
sì
:
ma
non
certo
spargimento
di
sangue
.
C
'
era
quella
Croce
come
garanzia
,
sull
'
alto
della
scalinata
;
c
'
erano
quei
sacerdoti
con
le
parole
di
pace
e
di
fede
.
Han
continuato
i
preti
imperturbabili
nelle
loro
lunghe
preghiere
.
Ma
la
folla
non
li
ascoltava
più
;
si
alzava
un
fischio
solo
contro
i
perturbatori
;
e
già
s
'
abbassavano
i
primi
pugni
.
Reagivano
violentemente
i
poliziotti
,
ma
davanti
alla
chiesa
i
ragazzi
non
davano
indietro
e
ponevano
mano
alle
pietre
.
Ed
erano
gli
agenti
ad
indietreggiare
,
a
ritirarsi
in
via
30
Ottobre
.
L
'
episodio
avrebbe
potuto
aver
termine
a
questo
punto
:
il
breve
corteggio
di
sacerdoti
scendeva
infatti
la
scalinata
ed
iniziava
il
rituale
giro
del
tempio
;
ma
gli
animi
erano
esasperati
e
i
due
gruppi
erano
lì
,
uno
di
fronte
all
'
altro
,
ad
una
cinquantina
di
metri
:
i
poliziotti
dalla
via
30
Ottobre
,
i
ragazzi
allo
sbocco
della
strada
nella
piazza
.
Nell
'
effettuare
la
loro
inoffensiva
sassaiola
,
i
«
muli
»
Si
guardavano
di
tanto
in
tanto
ai
fianchi
e
alle
spalle
,
temendo
di
sentirsi
arrivare
addosso
i
getti
d
'
acqua
degli
idranti
.
Invece
,
di
fronte
,
è
arrivato
del
piombo
e
della
morte
.
È
stata
una
cosa
così
improvvisa
ed
assurda
che
,
mentre
balzavamo
al
riparo
,
dietro
una
colonna
,
ci
sentivamo
ridicoli
.
Avevano
sparato
a
salve
,
si
capisce
.
E
quando
abbiam
guardato
vicino
a
noi
e
abbiam
visto
a
terra
,
immoto
,
il
corpo
di
un
ragazzo
quindicenne
con
una
chiazza
rossa
che
si
allargava
sempre
più
nella
polvere
,
siamo
rimasti
incerti
,
sbalorditi
,
atterriti
.
Non
avevano
sparato
a
salve
-
come
in
uso
da
parte
di
qualsiasi
per
quanto
barbaro
occupante
-
avevano
sparato
duecento
colpi
di
carabina
con
del
buon
piombo
:
non
in
aria
,
ma
tranquillamente
,
fermi
davanti
a
sé
.
Tanto
che
l
'
altro
morto
,
l
'
uomo
di
sessant
'
anni
,
è
stato
abbattuto
non
in
piazza
,
ma
al
di
là
,
lontano
,
mentre
attraversava
per
i
fatti
suoi
la
strada
.
E
così
,
molti
dei
feriti
da
arma
da
fuoco
.
Avessero
tirato
a
salve
o
per
aria
,
tutti
sarebbero
scappati
;
così
,
tutti
sono
rimasti
.
Il
giovane
Addobbati
era
caduto
fulminato
al
cuore
,
su
una
bandiera
:
il
tricolore
intriso
di
sangue
è
stato
issato
su
una
trave
.
E
di
colpo
centinaia
di
ragazzi
hanno
fatto
letteralmente
sparire
il
selciato
:
volavano
le
pietre
in
una
ondata
ininterrotta
,
come
in
una
battaglia
antica
,
mentre
allo
sbocco
di
via
30
Ottobre
sorgeva
una
barricata
.
Sfondata
una
baracca
di
sterratori
,
pali
aste
vanghe
e
picconi
passavano
di
mano
in
mano
.
Inutilmente
anche
con
gli
idranti
la
polizia
è
venuta
a
più
riprese
all
'
assalto
di
fronte
:
ha
dovuto
,
dopo
un
'
ora
,
decidersi
ad
infiltrarsi
sui
fianchi
,
minacciando
nuove
sparatorie
.
Anche
gli
ultimi
dei
più
accaniti
ragazzi
hanno
dovuto
rifugiarsi
nel
tempio
,
mentre
gli
agenti
accerchiavano
in
forze
l
'
edificio
.
Mons
.
Grego
,
che
non
aveva
mai
interrotto
il
rito
della
riconsacrazione
,
lo
concludeva
davanti
ad
una
folla
ansante
,
eccitata
.
La
voce
del
sacerdote
si
è
levata
quieta
contro
«
il
sacrilegio
commesso
in
mattinata
da
chi
l
'
ordine
doveva
proteggere
»
,
e
contro
«
lo
spettacolo
barbaro
di
persecuzioni
verso
chi
nutre
sentimenti
che
Dio
non
contrasta
»
,
auspicando
«
la
fine
delle
barbarie
,
per
l
'
amore
di
Nostro
Signore
»
.
Quando
i
primi
hanno
provato
ad
uscire
dal
tempio
si
sono
trovati
davanti
i
cordoni
della
polizia
che
arrestava
tutti
i
giovani
,
lasciando
passare
solo
le
persone
anziane
e
le
donne
.
Né
questo
atteggiamento
è
parso
sufficiente
a
quel
reparto
scelto
della
polizia
,
il
Nucleo
nobile
,
che
aveva
condotto
la
brillante
azione
bellica
di
poco
prima
:
tanto
che
perfino
tra
agenti
sono
sorte
contestazioni
.
Nella
confusione
generale
è
sopraggiunto
il
vescovo
mons
.
Santin
e
tutti
hanno
approfittato
del
momento
per
allontanarsi
.
Impegnata
in
forze
in
chiesa
,
la
polizia
non
aveva
potuto
occuparsi
del
resto
della
città
:
altri
gruppi
di
giovani
avevano
dato
l
'
assalto
a
locali
e
edifici
-
il
Regina
,
il
NAAFI
-
occupati
dagli
inglesi
.
È
stata
vista
bruciare
anche
qualche
macchina
e
qualche
motocicletta
.
Poi
,
verso
le
19
,
quasi
duemila
persone
si
sono
trovate
riunite
sul
Corso
verso
il
Municipio
,
dove
hanno
issato
il
tricolore
.
Si
era
poi
sparsa
la
voce
che
ci
fosse
un
terzo
morto
(
e
vi
era
stato
effettivamente
,
ma
per
sincope
,
al
rumore
degli
spari
;
si
tratta
di
tale
Mario
Lugnani
,
impiegato
della
Banca
Commerciale
)
e
il
furore
era
aumentato
.
Ma
di
pari
passo
era
aumentato
il
furore
della
polizia
per
replicare
con
cariche
a
piedi
e
in
motocicletta
.
Citiamo
un
esempio
solo
:
il
medico
della
Croce
Rossa
,
dottor
Sergio
Biagini
,
mentre
provvedeva
al
trasporto
di
un
dimostrante
contuso
in
piazza
unità
,
veniva
selvaggiamente
aggredito
a
colpi
di
calcio
di
fucile
da
un
poliziotto
e
riportava
a
sua
volta
ferite
guaribili
in
parecchi
giorni
.
Gli
agenti
avevano
così
evidentemente
perso
la
testa
che
ad
un
certo
momento
il
comando
militare
ha
deciso
di
far
uscire
reparti
americani
e
soprattutto
inglesi
in
assetto
di
guerra
.
Con
calma
anglosassone
i
soldati
si
sono
limitati
a
presidiare
i
punti
che
venivano
loro
affidati
,
incuranti
dei
tafferugli
che
continuavano
a
svolgersi
intorno
ad
essi
.
Alle
20
veniva
diffuso
dalla
radio
un
comunicato
del
generale
Winterton
con
la
singolare
-
diciamo
così
-
affermazione
che
,
«
davanti
ad
una
serie
di
attacchi
al
comando
di
polizia
,
gli
agenti
avevano
dovuto
reagire
con
una
salve
e
che
nell
'
incidente
si
erano
lamentati
due
morti
»
.
Secondo
il
comunicato
del
generale
i
feriti
sarebbero
25
,
di
cui
uno
grave
;
stando
alle
ultime
notizie
sono
,
invece
,
40
,
di
cui
9
(
tutti
di
arma
da
fuoco
)
gravi
;
si
è
dovuto
procedere
a
quattro
interventi
chirurgici
d
'
urgenza
.
Il
comunicato
ufficiale
depreca
poi
l
'
azione
di
elementi
irresponsabili
che
hanno
provocato
«
un
certo
numero
di
vittime
»
e
dà
pure
assicurazione
che
saranno
presi
gli
opportuni
provvedimenti
.
Anche
il
consigliere
politico
italiano
,
prof.
De
Castro
,
ha
trasmesso
per
radio
un
appello
alla
calma
«
per
evitare
incidenti
che
potrebbero
influire
sulla
situazione
internazionale
»
.
Mentre
trasmettiamo
la
situazione
si
è
tutt
'
altro
che
normalizzata
:
un
po
'
dappertutto
gruppi
di
giovani
e
di
poliziotti
si
fronteggiano
sorvegliandosi
a
vicenda
:
a
metà
della
centrale
via
Carducci
si
segnala
un
ammassamento
di
alcune
centinaia
di
persone
;
di
tanto
in
tanto
al
passaggio
degli
agenti
la
sassaiola
riprende
.
In
Comune
la
Giunta
si
è
riunita
d
'
urgenza
ed
ha
steso
la
seguente
dichiarazione
:
«
Di
fronte
alla
gravità
dei
fatti
di
oggi
,
si
deplora
la
carenza
di
responsabilità
,
si
protesta
contro
gli
eccessi
di
una
reazione
sproporzionata
alle
spontanee
manifestazioni
di
popolo
,
fino
alla
profanazione
di
un
luogo
sacro
;
si
chiede
una
immediata
rigorosa
inchiesta
per
l
'
accertamento
delle
responsabilità
dell
'
uso
delle
armi
,
e
la
punizione
dei
responsabili
.
La
Giunta
ritiene
inoltre
opportuno
che
la
polizia
rimanga
consegnata
in
caserma
e
che
la
tutela
dell
'
ordine
pubblico
sia
temporaneamente
affidata
alle
forze
militari
»
.
I
funerali
delle
vittime
avranno
luogo
(
la
data
non
è
sicura
:
ma
sembra
sabato
)
a
spese
del
Comune
;
la
seduta
straordinaria
del
Consiglio
sarà
domani
sera
dedicata
alla
commemorazione
ed
alla
protesta
.
I
partiti
triestini
hanno
chiesto
che
la
polizia
civile
passi
immediatamente
alle
dipendenze
del
direttore
per
gli
Interni
del
governo
militare
alleato
,
prefetto
Memmo
.
Intanto
all
'
Ospedale
Maggiore
si
veglia
per
salvare
i
feriti
più
gravi
:
per
uno
,
Paolo
Ferrari
,
di
20
anni
,
le
speranze
sono
tenuissime
.
Quando
il
dott.
Francesco
Addobbati
ha
sentito
oggi
nel
pomeriggio
che
c
'
era
stata
una
sparatoria
in
città
,
si
è
precipitato
all
'
ospedale
per
offrire
la
sua
opera
ed
ha
trovato
il
sindaco
e
i
medici
attorno
a
un
lettino
dove
era
steso
un
ragazzo
di
quindici
anni
con
una
coccarda
tricolore
sul
cuore
squarciato
:
era
suo
figlio
Pietro
che
così
ha
visto
per
l
'
ultima
volta
.
Sia
la
Camera
del
Lavoro
(
CISL
e
UIL
)
che
i
sindacati
unici
(
CGIL
)
hanno
proclamato
lo
sciopero
generale
per
domani
.
Già
stasera
si
è
cominciato
a
fermare
molte
vetture
tranviarie
.
A
mezzanotte
sono
entrati
in
sciopero
i
ferrovieri
.
Hanno
già
aderito
alla
sospensione
di
domani
gli
insegnanti
di
tutte
le
categorie
.
Davanti
a
S
.
Antonio
Nuovo
nei
punti
dove
Addobbati
e
Zavadil
sono
caduti
,
sono
sorti
stasera
dei
tumuli
infiorati
e
coperti
del
tricolore
,
accanto
ai
quali
i
triestini
veglieranno
per
tutta
la
notte
.
StampaQuotidiana ,
Trieste
,
5
ottobre
-
D
'
improvviso
,
quasi
magicamente
,
oggi
Trieste
si
è
tutta
vestita
di
tricolore
.
Fu
come
se
i
triestini
si
fossero
passata
tacitamente
la
voce
;
alle
11
di
questa
mattina
,
sotto
un
cielo
livido
,
percorso
da
un
freddo
vento
di
tramontana
,
la
città
ha
indossato
il
tricolore
,
senza
attendere
la
conferma
ufficiale
che
l
'
accordo
era
stato
raggiunto
.
Probabilmente
,
anche
se
l
'
accordo
non
fosse
stato
firmato
a
Londra
,
per
un
qualsiasi
ostacolo
sorto
all
'
ultimo
istante
la
città
avrebbe
ugualmente
pavesato
tutte
le
sue
case
con
le
migliaia
e
migliaia
di
bandiere
cucite
in
tutta
fretta
in
questi
ultimi
giorni
,
tanta
era
l
'
ansia
di
sfogare
alla
fine
il
desiderio
covato
per
quasi
dieci
anni
.
Dalle
11
di
stamane
,
quando
le
pietre
delle
case
sono
miracolosamente
fiorite
di
bandiere
,
Trieste
è
scesa
nelle
strade
ad
attendere
una
voce
che
confermasse
le
notizie
ormai
di
dominio
pubblico
,
ma
ancor
prive
del
crisma
ufficiale
.
Passarono
due
ore
,
durante
le
quali
i
triestini
continuarono
a
passeggiare
lentamente
lungo
le
strade
che
sfociano
come
tortuosi
fiumi
su
piazza
dell
'
Unità
.
Alle
13
la
grande
piazza
era
già
colma
di
folla
fino
a
straripare
sul
lungomare
.
Dai
palazzi
privati
,
come
dovunque
,
pendevano
drappi
tricolori
.
Soltanto
la
facciata
del
Municipio
rimaneva
sgombra
,
un
'
isola
nera
in
quel
cantante
garrir
di
bandiere
.
Alle
13
la
radio
diede
l
'
annuncio
che
l
'
accordo
era
stato
firmato
,
e
scoppiò
il
primo
applauso
,
subito
spento
dalla
voce
dell
'
annunciatore
,
che
pregava
di
rimanere
in
ascolto
perché
alle
14
il
generale
Winterton
avrebbe
rivolto
un
proclama
ai
triestini
.
Un
po
'
delusa
,
la
folla
abbandonò
la
piazza
,
ritornò
a
casa
,
ma
per
breve
tempo
.
Benché
nessuno
avesse
detto
nulla
,
per
una
di
quelle
intuizioni
che
guidano
sotterraneamente
certe
azioni
umane
,
i
triestini
ritornarono
in
piazza
dell
'
Unità
per
le
ore
14
,
puntualissimi
;
sapevano
che
l
'
ora
panica
della
loro
città
stava
per
scoccare
.
E
scoccò
,
infatti
,
puntualmente
alle
14
,
quando
una
voce
anonima
,
ampliata
dai
diffusori
,
gridò
:
«
Issate
le
bandiere
!
»
.
Per
un
momento
la
folla
fu
come
inghiottita
da
un
gorgo
di
silenzio
.
Si
udiva
il
saettar
veloce
dei
colombi
nel
cielo
grigio
,
mentre
sul
pennone
del
Palazzo
municipale
,
lentamente
,
per
la
prima
volta
dopo
dieci
anni
,
saliva
la
bandiera
italiana
.
Da
quel
silenzio
esplose
l
'
urlo
della
folla
:
«
Italia
!
Italia
!
»
,
e
la
eco
dilagò
per
strade
,
vie
,
corsi
,
ripetuta
dalla
moltitudine
che
non
aveva
trovato
posto
nella
piazza
.
Dai
diffusori
uscivano
le
note
dell
'
Inno
di
Mameli
,
e
la
folla
cantò
in
coro
,
un
canto
irrefrenabile
,
una
gioia
di
espandersi
alfine
senza
timore
nel
manifestare
i
propri
sentimenti
.
Sul
nereggiare
vasto
della
piazza
gremita
il
mare
appariva
come
un
nastro
grigio
su
cui
il
molo
Audace
era
,
solo
e
deserto
,
come
un
grande
ponte
proteso
ad
attendere
le
truppe
italiane
che
,
come
già
il
3
novembre
1918
,
quando
si
compì
il
secondo
Risorgimento
nostro
,
sarebbero
ancora
sbarcate
.
Sul
mare
,
come
in
un
fiabesco
scenario
,
sfilavano
bianche
imbarcazioni
con
gli
alti
pennoni
pavesati
di
tricolore
.
Alcuni
mortaretti
spararono
salve
di
colpi
.
I
canti
,
gli
evviva
,
le
grida
di
giubilo
erano
tutti
diretti
ai
balconi
del
Municipio
,
benché
si
sapesse
che
il
sindaco
Bartoli
,
ancora
degente
all
'
ospedale
per
un
intervento
chirurgico
ad
un
occhio
,
non
sarebbe
comparso
.
D
'
improvviso
la
folla
fece
dietrofront
,
si
rivolse
al
mare
.
Sui
due
alti
pennoni
rossi
,
terminanti
in
due
alabarde
dorate
,
salirono
lentamente
due
grandi
bandiere
:
il
tricolore
ed
il
rosso
drappo
alabardato
della
città
che
si
gonfiarono
nel
vento
.
Fu
questo
il
momento
culminante
della
giornata
triestina
.
Diede
l
'
esempio
il
ministro
Fracassi
,
che
si
voltò
ad
abbracciare
colui
che
gli
stava
più
accosto
,
e
tutti
i
triestini
lo
imitarono
:
tutti
si
abbracciavano
,
si
stringevano
forte
le
spalle
,
si
baciavano
.
E
tutti
piangevano
,
non
soltanto
le
donne
,
ma
anche
i
giovani
,
e
vecchi
signori
,
che
avevano
fino
allora
affettato
una
imperturbabile
serenità
pur
nell
'
esultanza
,
stringevano
fra
le
braccia
lo
sconosciuto
concittadino
,
piangevano
silenziosamente
.
E
su
quel
mare
di
folla
commossa
continuavano
a
piovere
le
note
degli
inni
,
alcuni
gravi
e
solenni
,
altri
scattanti
e
gioiosi
.
La
commozione
toccò
il
parossismo
quando
dai
diffusori
echeggiarono
le
note
del
Piave
.
Allora
la
folla
non
ebbe
più
ritegno
nell
'
esprimere
la
sua
ardente
gioia
,
ed
il
canto
del
fiume
sacro
alla
Patria
straripò
,
gonfio
dei
ricordi
che
destava
in
questa
città
due
volte
redenta
.
Nella
pausa
di
silenzio
che
seguì
,
l
'
assessore
anziano
Sciolis
lesse
il
messaggio
che
il
sindaco
Bartoli
aveva
scritto
per
i
suoi
concittadini
:
«
L
'
Italia
ritorna
»
incominciava
il
messaggio
,
e
ripeteva
,
come
un
Leitmotiv
,
la
frase
che
ogni
volta
destava
gli
irrefrenabili
applausi
della
folla
,
«
d
'
Italia
ritorna
»
.
Chi
è
lontano
non
può
rendersi
conto
esatto
di
ciò
che
significano
queste
parole
per
í
triestini
.
Forse
a
torto
può
anche
pensare
che
la
rettorica
patriottica
non
sia
stata
totalmente
assente
da
questa
manifestazione
.
Ma
tutto
ciò
che
hanno
fatto
oggi
i
triestini
era
così
schietto
,
spontaneo
,
vero
che
tutto
diventava
accettabile
.
In
mezzo
a
tanto
tripudio
non
si
è
verificato
alcun
incidente
.
Gli
agenti
della
polizia
militare
inglese
in
servizio
di
ordine
,
che
giravano
con
le
loro
camionette
per
le
vie
pavesate
di
bandiere
,
sorridevano
comprensivi
se
li
investiva
qualche
selva
di
fischi
che
partivano
da
gruppi
di
studenti
incolonnati
.
Alle
18.30
,
dopo
i
rituali
squilli
dell
'
«
attenti
»
,
in
piazza
dell
'
Unità
avvenne
l
'
ammainabandiera
,
e
fu
ancora
una
esplosione
gioiosa
dei
triestini
,
certi
che
quelle
bandiere
sarebbero
tornate
l
'
indomani
a
garrire
libere
nel
cielo
immenso
.
Questa
sera
non
si
sapeva
ancora
con
esattezza
dove
passerà
la
nuova
linea
di
demarcazione
.
Il
ministro
Fracassi
durante
una
conferenza
stampa
per
illustrare
ai
giornalisti
il
testo
dell
'
accordo
ha
confessato
di
non
conoscere
con
precisione
le
rettifiche
di
confine
,
apportate
all
'
attuale
linea
fra
le
due
zone
;
non
ha
ancora
ricevuto
da
Roma
la
carta
geografica
a
cui
il
testo
dell
'
accordo
fa
continuo
riferimento
.
È
però
certo
,
ormai
,
che
Crevatini
ed
Albaro
Vescovà
saranno
assegnati
alla
Jugoslavia
.
Le
genti
di
queste
piccole
frazioni
di
Muggia
stanno
vivendo
ore
di
ansia
.
«
Che
cosa
dobbiamo
fare
?
»
domandano
a
chi
si
ferma
a
parlare
con
loro
.
E
per
non
essere
presi
alla
sprovvista
,
temendo
di
dover
sgombrare
da
un
istante
all
'
altro
,
ammucchiano
le
masserizie
,
spogliano
persino
porte
e
finestre
degli
infissi
.
Il
ministro
Fracassi
ha
insistito
perché
si
renda
noto
a
questa
gente
che
secondo
l
'
articolo
8
dell
'
accordo
,
gli
abitanti
delle
due
Zone
che
vogliono
spostarsi
hanno
tempo
un
anno
intero
per
sistemare
convenientemente
le
loro
cose
,
senza
compiere
gesti
affrettati
che
si
risolverebbero
in
un
grave
danno
.
Le
stesse
cose
ha
ribadito
il
gen.
Winterton
in
un
proclama
alla
cittadinanza
.
Con
pacatezza
,
badando
al
sodo
della
questione
,
il
generale
inglese
ha
preferito
rassicurare
alcune
classi
di
cittadini
che
temevano
di
perdere
il
posto
con
il
mutamento
dell
'
amministrazione
.
Dopo
i
luttuosi
avvenimenti
del
4
novembre
scorso
,
si
era
diffusa
la
voce
che
molti
degli
attuali
seimila
agenti
della
polizia
civile
giuliana
sarebbero
stati
licenziati
con
il
passaggio
dell
'
amministrazione
della
«
Zona
A
»
all
'
Italia
;
il
gen.
Winterton
li
ha
tranquillizzati
:
il
Governo
italiano
ha
garantito
che
tutti
manterranno
il
loro
impiego
.
Domani
,
nelle
prime
ore
del
pomeriggio
,
il
comandante
alleato
riceverà
nel
castello
di
Duino
il
gen.
De
Renzi
,
designato
dal
Governo
italiano
per
concordare
il
trapasso
dei
poteri
.
Le
truppe
americane
-
come
è
stato
annunciato
oggi
-
saranno
evacuate
dalla
«
Zona
A
»
per
ferrovia
,
con
convogli
motorizzati
e
a
bordo
di
navi
temporaneamente
accantonate
a
Livorno
.
I
primi
movimenti
hanno
avuto
inizio
già
oggi
.
Agli
americani
,
nello
spazio
di
un
mese
,
faranno
seguito
gli
inglesi
.
A
notte
la
folla
continuava
a
camminare
per
le
strade
,
ad
ingrossare
i
cortei
,
a
sventolare
bandiere
,
a
cantare
instancabilmente
.
Nelle
ombre
della
sera
,
sotto
un
cielo
fattosi
chiaro
come
un
cristallo
,
le
luminarie
tricolori
avvampavano
da
balconi
e
finestre
,
illuminando
i
volti
accesi
delle
ragazze
che
in
colonna
,
a
gruppi
o
isolate
,
cantavano
:
«
O
Italia
,
o
Italia
del
mio
cuore
-
tu
ci
vieni
a
liberar
»
.
Anche
il
torrione
di
San
Giusto
è
stato
illuminato
.
La
grande
campana
di
Trieste
non
ha
suonato
per
la
giornata
solenne
,
ma
la
torre
anche
se
danneggiata
dal
tempo
era
accesa
come
un
faro
e
illuminava
col
riverbero
il
molo
Audace
,
a
cui
fra
pochi
giorni
attraccheranno
le
navi
che
porteranno
le
truppe
italiane
.
StampaQuotidiana ,
Roma
,
3
febbraio
-
I
deputati
La
Malfa
,
Li
Causi
e
Mancini
hanno
presentato
oggi
alla
Camera
interrogazioni
urgenti
per
conoscere
il
parere
del
Governo
sul
caso
dell
'
arresto
,
avvenuto
in
Sicilia
,
presso
Partinico
,
dello
scrittore
cattolico
Danilo
Dolci
,
apostolo
laico
per
la
redenzione
di
una
delle
più
misere
popolazioni
siciliane
-
quella
di
Trappeto
-
il
quale
i
giorni
scorsi
aveva
indetto
uno
sciopero
della
fame
,
cui
si
erano
associati
,
per
ventiquattr
'
ore
,
duecento
pescatori
della
zona
.
Abituati
al
digiuno
per
secolare
maledizione
della
povertà
che
li
mortifica
,
ed
anzi
quasi
spiritualmente
fortificati
da
una
preparazione
veramente
congrua
al
loro
stato
,
i
duecento
affamati
si
sono
quindi
accinti
ad
un
lavoro
volontario
di
pubblica
utilità
:
la
riparazione
di
una
trazzera
.
Oltre
a
Danilo
Dolci
,
sono
stati
difatti
messi
nel
carcere
palermitano
dell
'
Ucciardone
alcuni
braccianti
,
qualche
sindacalista
e
uno
studente
universitario
.
Sul
loro
conto
e
sulla
natura
dei
fatti
,
il
Governo
purtroppo
non
ha
saputo
dire
nulla
ai
deputati
che
lo
interrogavano
.
Il
sottosegretario
Pugliese
ha
risposto
di
non
essere
in
possesso
di
notizie
precise
e
ha
formulato
l
'
opinione
che
i
deputati
interroganti
avrebbero
dovuto
contentarsi
di
una
risposta
scritta
che
sarebbe
loro
stata
inviata
uno
dei
prossimi
giorni
.
La
Malfa
,
deputato
repubblicano
,
ha
replicato
vivacemente
:
«
L
'
episodio
di
Partinico
è
davvero
paradossale
»
egli
ha
detto
.
«
Danilo
Dolci
è
stato
arrestato
per
conduzione
abusiva
di
lavori
su
luogo
pubblico
,
mentre
a
tutti
sono
note
le
condizioni
delle
trazzere
siciliane
che
giustificano
veramente
qualunque
intervento
per
migliorarle
.
»
Il
socialista
Mancini
e
il
comunista
Li
Causi
si
sono
associati
alle
parole
di
La
Malfa
,
e
finalmente
si
è
deciso
che
il
Governo
risponderà
nel
merito
dei
fatti
di
Partinico
in
occasione
della
prima
seduta
dopo
la
ripresa
parlamentare
,
cioè
il
14
febbraio
alle
ore
17
.
Di
qui
al
14
febbraio
Danilo
Dolci
starà
intanto
in
prigione
?
Se
questa
è
la
sua
sorte
,
egli
probabilmente
non
la
considererebbe
come
la
conseguenza
peggiore
determinata
dalla
situazione
.
Personalmente
abituato
a
prigioni
e
a
digiuni
,
vi
è
assuefatto
e
non
li
cura
come
eventi
terribili
,
ma
soltanto
piuttosto
come
incidenti
del
suo
mestiere
di
missionario
laico
,
di
apostolo
volontario
della
redenzione
di
uno
dei
paesi
più
poveri
d
'
Italia
.
Missionario
ed
apostolo
non
sono
termini
consueti
nel
linguaggio
della
polizia
,
e
Dolci
infatti
è
stato
indicato
in
un
rapporto
del
commissariato
di
PS
di
Partinico
con
la
qualifica
più
usuale
di
«
noto
agitatore
»
.
Di
origine
trentina
,
architetto
per
gli
studi
compiuti
con
successo
,
Danilo
Dolci
è
un
uomo
calmo
,
affatto
maturo
,
fisicamente
forte
e
moralmente
armato
.
Di
lui
ha
scritto
Norberto
Bobbio
nella
prefazione
ad
un
libro
che
ha
avuto
molta
meritata
fortuna
(
D
.
Dolci
,
Banditi
a
Partinico
,
Ed
.
Laterza
1955
)
che
«
a
vederlo
dà
un
'
impressione
tranquillante
di
forza
rattenuta
e
benefica
,
di
interiore
riposatezza
,
di
calma
sorvegliata
e
inattaccabile
,
senza
increspature
,
di
una
mansuetudine
più
forte
di
ogni
impeto
»
.
Il
ritratto
è
preciso
:
una
decina
di
giorni
fa
,
Dolci
era
a
Roma
e
si
aggirava
nei
ritrovi
e
nei
salotti
per
procurarsi
adesioni
alla
sua
impresa
che
pacatamente
andava
spiegando
con
molta
semplicità
.
Il
cosiddetto
«
noto
agitatore
»
aveva
già
compiuto
un
primo
tirocinio
a
Nomadelfia
con
don
Zeno
Saltini
.
Poi
,
all
'
inizio
del
1952
,
era
andato
da
solo
a
Trappeto
,
uno
del
paesi
più
miserabili
della
Sicilia
,
centro
del
banditismo
allora
assurto
ad
evento
nazionale
.
Vi
era
già
stato
da
ragazzo
con
la
famiglia
essendo
il
padre
ferroviere
:
«
Danilo
arrivau
a
lu
Trappitu
con
trenta
lire
in
tasca
'
nu
bellu
jornu
co
lu
trenu
dell
'
una
»
oggi
raccontano
di
lui
per
le
strade
di
Partinico
.
Tornava
per
dividere
,
consapevolmente
,
la
miserabile
vita
della
parte
più
miserabile
di
quella
popolazione
,
e
non
già
per
tentare
esperienze
politico
-
sindacali
,
o
tanto
peggio
letterarie
.
La
via
che
aveva
scelto
era
difatti
di
non
accettare
la
distinzione
fra
il
predicare
e
l
'
agire
ma
di
far
risaltare
la
buona
predica
dalla
buona
azione
e
non
lasciando
ad
altri
la
cura
di
provvedere
:
ma
cominciando
col
pagare
di
persona
.
Pagò
difatti
-
e
quanto
-
insieme
ai
poveri
ai
quali
si
è
associato
.
Il
primo
sciopero
della
fame
lo
compì
per
protesta
avendo
visto
un
bimbo
che
era
morto
di
fame
:
perché
in
Italia
,
in
qualche
angolo
,
si
può
ancora
morire
di
denutrizione
.
Il
suo
gesto
servì
perché
arrivasse
qualche
provvidenza
,
insufficiente
,
come
è
ovvio
,
a
risolvere
la
situazione
;
ma
da
quel
giorno
,
almeno
,
i
bimbi
di
Trappeto
non
morirono
più
solamente
per
fame
.
Danilo
intanto
si
è
sposato
con
la
vedova
di
un
pescatore
del
luogo
,
adottandone
i
figli
,
ed
ha
vissuto
in
lotta
contro
la
diffidenza
delle
autorità
che
lo
considerano
un
agitatore
,
e
contro
l
'
incomprensione
di
una
certa
parte
della
stessa
popolazione
.
Sollevarla
al
livello
della
dignità
umana
è
l
'
impegno
maggiore
di
Danilo
Dolci
,
che
nei
salotti
romani
sere
fa
ne
andava
parlando
con
profonda
convinzione
:
«
Sarebbe
veramente
una
jattura
che
l
'
opera
iniziata
si
dovesse
arrestare
.
Abbiamo
indotto
i
pescatori
,
i
braccianti
,
i
disoccupati
a
considerare
in
modo
nuovo
il
loro
destino
;
a
sentirsi
uomini
.
Faremo
un
digiuno
per
dimostrare
il
carattere
religioso
della
nostra
azione
,
e
poi
ci
metteremo
a
lavorare
ma
non
come
ribelli
;
semplicemente
come
cittadini
che
invocano
l
'
applicazione
dell
'
art.
4
della
Costituzione
.
A
Trappeto
,
lo
hanno
tutti
imparato
a
memoria
.
Abbiamo
diffuso
volantini
e
affisso
manifesti
con
uno
stampato
:
"
La
Repubblica
riconosce
a
tutti
i
cittadini
il
diritto
al
lavoro
e
a
promuovere
le
condizioni
che
rendano
effettivo
questo
diritto
"
.
Siamo
ribelli
forse
?
Non
siamo
ribelli
:
anzi
cerchiamo
di
sradicare
le
cause
secolari
del
banditismo
»
.
Queste
le
dichiarazioni
del
Dolci
contro
il
quale
la
legge
viene
applicata
in
tutta
la
sua
severità
.
Ma
è
da
notare
,
come
scrive
stasera
la
non
sospetta
agenzia
Italia
,
che
fino
ad
ora
l
'
attività
di
Dolci
era
stata
seguita
con
interesse
,
ufficialmente
,
e
non
sono
mancati
indizi
espliciti
di
autorevoli
adesioni
.
Recentemente
la
TV
ha
dedicato
al
Dolci
una
trasmissione
nell
'
ambito
di
una
rubrica
riservata
ai
giovani
,
ed
in
tale
occasione
gli
fu
possibile
esprimere
la
sua
valutazione
sulla
situazione
di
Partinico
.
«
Evidentemente
»
scrive
la
agenzia
«
occorreva
scegliere
tra
il
considerare
il
Dolci
un
pericoloso
sovvertitore
e
non
offrirgli
pertanto
una
autorevole
tribuna
come
la
TV
,
oppure
ritenerlo
soltanto
come
un
animatore
sociale
,
e
allora
sarebbe
stato
più
opportuno
operare
in
modo
che
non
si
determinassero
le
condizioni
per
provvedimenti
addirittura
limitativi
della
sua
libertà
»
.
StampaPeriodica ,
«
Se
questo
film
riuscirà
a
salvare
una
sola
vita
umana
,
lo
scopo
del
suo
autore
sarà
raggiunto
»
.
Con
queste
parole
Léonide
Moguy
chiude
il
suo
film
su
quello
che
è
il
problema
più
triste
della
vita
sociale
:
il
suicidio
.
Noi
diremo
di
più
,
se
anche
questo
film
non
riuscisse
a
salvare
una
sola
vita
umana
quest
'
opera
sarebbe
degna
di
encomio
ugualmente
.
Non
è
certo
in
queste
cronache
che
possiamo
abbordare
un
tema
di
tanta
delicatezza
e
complessità
.
Le
difficoltà
e
avversità
a
un
certo
punto
paralizzano
nell
'
individuo
la
forza
di
resistenza
,
di
reagire
,
fanno
tacere
in
lui
la
voce
del
più
sicuro
amico
:
la
speranza
.
Ragione
per
cui
,
pensa
Moguy
,
se
questa
forza
si
estingue
nell
'
interno
dobbiamo
tentare
tutti
i
mezzi
per
infonderla
dall
'
esterno
.
E
la
più
bella
frase
la
dice
il
giornalista
Sorrentino
per
incuorare
la
fanciulla
smarrita
:
«
ricordati
che
i
buoni
sono
più
numerosi
dei
cattivi
»
.
Secondo
Moguy
causa
preponderante
sarebbe
la
solitudine
che
spinge
una
persona
alla
disperazione
e
all
'
errore
;
i
casi
trattati
rivestono
tutti
questo
carattere
:
la
giovane
sposa
infedele
che
ha
perduto
il
marito
e
l
'
amante
,
la
fanciulla
rimasta
sola
e
caduta
in
mano
di
un
turpe
sfruttatore
,
la
vedova
cui
viene
ucciso
l
'
ultimo
compagno
:
il
cane
,
la
ragazza
di
famiglia
ricca
e
trascurata
dalla
madre
donna
del
gran
mondo
e
che
,
avida
di
tenerezza
,
cade
col
primo
ragazzaccio
che
le
fa
intravedere
l
'
amore
.
Esempi
di
esseri
particolarmente
deboli
,
ragione
per
cui
ci
sarebbe
piaciuto
in
mezzo
un
caso
maschile
,
uno
che
tutte
le
apparenze
ci
facevano
ritenere
forte
e
che
per
tale
atto
ci
ha
dimostrato
la
sua
estrema
debolezza
.
Fatti
presi
dalla
realtà
quotidiana
,
e
anche
questo
conta
poco
,
un
fatto
avvenuto
realmente
può
diventare
convenzionale
nell
'
arte
,
e
uno
insensato
apparire
della
più
scottante
realtà
.
Realtà
non
accettata
con
freddezza
e
tanto
meno
con
compiacimento
da
un
uomo
che
ha
ancora
piena
fiducia
nei
propri
simili
e
in
una
vita
migliore
.
Il
pericolo
di
questo
genere
è
la
retorica
,
e
che
il
film
degeneri
in
una
lagna
,
pericolo
che
Moguy
è
riuscito
a
schivare
.
Vediamo
con
soddisfazione
che
ha
saputo
circondarsi
di
ottimi
collaboratori
per
la
stesura
italiana
,
quali
Domenico
Meccoli
e
Giorgio
Prosperi
'
.
Bravi
gli
attori
:
Lamberti
Sorrentino
e
Aldo
Silvani
nelle
loro
vesti
paterne
e
Arnoldo
Foà
in
quella
del
lenone
.
Fra
le
donne
incontriamo
due
aurore
e
un
tramonto
:
Anna
Maria
Pierangeli
e
Anna
Maria
Ferrero
,
e
Rina
de
Liguoro
che
lasciammo
bella
e
bruna
Messalina
e
che
oggi
ritroviamo
,
ahinoi
!
,
vedova
inconsolabile
,
coi
capelli
bianchi
.
StampaPeriodica ,
Sempre
novità
,
alla
TV
,
sempre
idee
fresche
rampollano
,
zampillano
,
sgorgano
,
sprizzano
,
pullulano
,
esplodono
,
da
quei
cervelli
vulcanici
di
questo
ente
perpetuamente
spregiatore
d
'
ogni
via
già
da
esso
battuta
,
sempre
insoddisfatto
del
già
fatto
e
avido
di
battere
sentieri
nuovi
e
inusitati
,
per
quello
spirto
guerrier
ch
'
entro
gli
rugge
.
Ecco
che
adesso
,
quand
'
uno
meno
se
l
'
aspettava
,
to
'
,
chi
si
rivede
?
Perry
Mason
!
Anche
Perry
Mason
!
Il
Perry
numero
due
della
nostra
TV
.
Non
bastava
il
Perry
numero
uno
,
il
Perry
per
eccellenza
,
o
Perry
Como
che
dir
si
voglia
.
Si
vede
che
,
nell
'
ansia
di
battere
vie
nuove
e
inusitate
,
la
nostra
TV
è
rimasta
proprio
a
secco
se
ormai
richiama
in
servizio
tutti
i
Perry
vecchi
del
mestiere
.
Una
paurosa
ondata
di
Perry
,
muovendo
dalle
lontane
Americhe
,
si
abbatte
sui
nostri
teleschermi
,
un
'
area
depressa
di
Perry
incombe
sul
basso
Tirreno
,
si
profila
una
minacciosa
inflazione
di
Perry
,
la
nostra
TV
è
un
tripudio
,
un
'
orgia
di
Perry
.
E
,
data
la
statura
fisica
,
oltre
che
morale
,
di
questi
colossi
della
televisione
nordamericana
,
direi
che
la
nostra
TV
è
scesa
ai
Perry
corti
.
Quanto
al
Perry
II
,
si
tratta
,
come
tutti
sanno
,
d
'
una
serie
d
'
importanti
film
altamente
istruttivi
,
appartenenti
al
genere
giallo
,
o
poliziesco
.
Il
protagonista
non
è
propriamente
un
poliziotto
.
È
un
avvocato
.
Ma
uno
strano
tipo
di
avvocato
.
Non
è
precisato
se
sia
civilista
o
penalista
.
Si
direbbe
penalista
,
date
le
sue
predilezioni
per
le
indagini
criminali
e
la
sua
tendenza
ad
occuparsi
di
faccende
in
cui
ci
siano
cadaveri
,
colpi
di
pistola
,
pugnalate
,
veleni
fulminanti
.
Ma
potrebbe
essere
anche
civilista
,
perché
tali
indagini
egli
conduce
esclusivamente
in
veste
di
curatore
degli
interessi
di
qualcuno
,
di
solito
la
vittima
,
o
futura
vittima
.
Certo
è
che
non
deve
aver
mai
visto
un
'
aula
di
tribunale
.
Non
avrebbe
nemmeno
il
tempo
materiale
di
vederla
.
Va
dappertutto
,
meno
che
in
tribunale
.
Inoltre
,
cosa
insolita
per
un
avvocato
,
non
difende
mai
i
malviventi
.
Al
contrario
,
ha
giurato
odio
contro
essi
,
s
'
è
votato
al
loro
sterminio
.
E
lo
fa
non
soltanto
disinteressatamente
,
ma
direi
addirittura
contro
i
propri
interessi
,
in
quanto
spesso
deve
mandare
a
monte
grossi
affari
e
proficue
occupazioni
per
dedicarsi
alla
persecuzione
dei
delinquenti
.
In
verità
,
non
lo
fa
mai
con
troppo
entusiasmo
.
E
questo
è
un
altro
aspetto
caratteristico
della
sua
complessa
personalità
.
Lo
fa
sempre
di
contraggenio
.
Per
solito
vi
è
trascinato
,
diciamo
così
,
per
i
capelli
,
dalla
sua
segretaria
Stella
,
o
Bella
,
o
Della
;
non
ho
afferrato
bene
il
nome
.
Costei
conosce
il
debole
del
suo
principale
.
Sa
che
,
quando
arriva
la
telefonata
di
qualcuno
che
ha
bisogno
di
lui
,
Perry
dirà
subito
che
non
può
,
che
non
vuole
occuparsi
del
nuovo
caso
.
Anche
perché
i
casi
,
sempre
ingarbugliati
,
gli
capitano
invariabilmente
mentre
egli
,
avendo
deciso
di
andare
a
prendersi
qualche
giorno
di
meritato
riposo
sulle
spiagge
della
Florida
,
o
a
Parigi
,
sta
infilandosi
il
cappotto
per
correre
a
pigliar
l
'
aereo
.
Naturalmente
,
comincia
perciò
col
dire
:
"
Non
se
ne
parla
nemmeno
.
"
Anche
perché
,
malgrado
gli
capiti
sempre
questo
contrattempo
,
egli
si
ostina
a
comperare
i
biglietti
dell
'
aereo
prima
d
'
essersi
accertato
che
non
ci
siano
delitti
in
vista
.
E
invariabilmente
i
biglietti
vanno
perduti
,
perché
Della
,
o
Bella
,
o
Stella
,
lo
lascia
dire
;
poi
a
poco
a
poco
lo
convince
a
rinunziare
al
viaggio
e
ad
assumere
il
nuovo
incarico
.
Allora
,
molto
contrariato
,
il
bravo
Perry
si
ritoglie
il
cappotto
,
s
'
attacca
al
telefono
e
da
questo
momento
il
giallo
comincia
.
Ci
sono
poliziotti
che
deducono
,
altri
che
procedono
per
via
d
'
intuizioni
,
altri
che
si
buttano
a
indovinare
.
Perry
Mason
non
appartiene
a
nessuna
di
queste
scuole
.
Egli
,
come
già
avemmo
occasione
di
rilevare
,
riesce
a
scoprire
il
delitto
e
gli
autori
di
esso
con
un
metodo
tutto
suo
,
consistente
nel
lasciarsi
illuminare
dallo
Spirito
Santo
.
Difatti
,
non
risulta
chiaro
in
virtù
di
quali
elementi
egli
arrivi
alla
soluzione
dell
'
enigma
.
Si
abbandona
a
un
certo
numero
di
azioni
apparentemente
inconsulte
(
e
tali
sono
,
non
avendo
di
solito
alcun
legame
con
l
'
affare
di
cui
si
sta
occupando
)
;
a
un
certo
punto
,
là
!
,
non
si
sa
come
né
perché
,
scopre
tutto
.
Il
più
straordinario
è
,
poi
,
che
spesso
scopre
il
delitto
prima
che
esso
avvenga
.
Perché
la
sua
clientela
è
prevalentemente
composta
di
vecchie
signore
fatte
segno
a
ricatti
,
di
vecchi
signori
minacciati
di
morte
,
o
di
vecchi
avanzi
di
galera
che
in
tempi
lontani
si
macchiarono
di
qualche
misfatto
ai
danni
di
un
mascalzone
più
mascalzone
di
loro
,
che
ora
rispunta
all
'
orizzonte
,
deciso
a
far
pagare
il
fio
al
furfante
per
bene
.
In
tutti
questi
casi
Perry
Como
...
pardon
,
Perry
Mason
(
con
tutti
questi
Perry
si
finisce
col
perder
la
testa
)
interviene
e
riesce
ad
assicurare
alla
giustizia
il
colpevole
,
o
il
futuro
colpevole
...
se
il
delitto
non
è
stato
ancora
compiuto
.
Come
si
vede
,
abbiamo
in
Perry
un
prezioso
ausiliario
della
polizia
.
Malgrado
questo
,
inesplicabilmente
egli
si
ostina
ad
agire
tenendo
la
polizia
all
'
oscuro
della
propria
azione
,
e
spesso
mettendosi
addirittura
in
conflitto
con
essa
.
E
,
cosa
anche
più
sorprendente
,
la
polizia
è
seccatissima
di
questo
provvidenziale
aiuto
,
non
fa
che
metter
bastoni
fra
le
ruote
di
Perry
e
sovente
lo
minaccia
perfino
di
arresto
.
Ho
detto
"
la
polizia
"
,
ma
il
termine
non
è
del
tutto
esatto
.
Meglio
si
sarebbe
detto
"
il
tenente
Tragg
"
.
Perché
,
a
giudicare
da
questi
film
,
nel
paese
dove
agisce
il
Mason
,
e
che
pure
è
una
grande
e
popolosa
città
degli
Stati
Uniti
(
forse
addirittura
New
York
,
o
Chicago
)
,
anzi
nell
'
intiero
Stato
,
e
forse
nell
'
intiera
nazione
,
non
esiste
che
un
solo
poliziotto
,
il
citato
tenente
Tragg
della
Squadra
omicidi
.
Di
qualunque
specie
di
delitti
o
di
futuri
delitti
Perry
si
occupi
,
assassinio
o
rapina
,
furto
con
scasso
o
ricatto
,
diffamazione
o
truffa
;
a
qualunque
ora
del
giorno
o
della
notte
,
in
qualsiasi
stagione
,
direi
perfino
in
qualunque
località
della
Repubblica
stellata
,
Perry
Mason
si
trova
sempre
sulla
strada
,
ad
occuparsi
del
medesimo
affare
,
il
succitato
tenente
Tragg
.
Il
quale
,
tra
parentesi
,
è
un
disgraziato
che
non
ne
azzecca
una
.
Si
ostina
a
seguire
piste
sbagliate
,
formula
ipotesi
cretine
,
piglia
granchi
su
granchi
.
Dev
'
essere
anche
un
po
'
rimbambito
a
causa
dell
'
età
.
Difatti
,
nonostante
il
grado
di
tenente
,
è
un
vecchiotto
con
un
aspetto
di
contadino
,
più
che
d
'
uno
di
quegli
scientifici
deduttori
che
caratterizzano
la
polizia
americana
nei
drammi
gialli
;
sempre
con
un
vecchio
lobbia
sulla
nuca
,
non
capisce
niente
,
non
indovina
niente
,
arriva
sempre
in
ritardo
e
tutta
la
sua
azione
si
limita
,
in
sostanza
,
alla
formulazione
di
oscure
minacce
nei
riguardi
di
Perry
,
con
frasi
come
:
"
Badate
,
Perry
,
voi
state
tirando
un
po
'
troppo
la
corda
...
State
giocando
un
gioco
pericoloso
...
Vi
incriminerò
.
Vi
deferirò
alla
Corte
marziale
...
"
E
,
benché
abbia
continue
prove
che
Perry
è
un
suo
prezioso
alleato
,
l
'
imbecille
sospetta
sempre
che
il
provvidenziale
avvocato
sia
invece
in
combutta
coi
malviventi
ai
quali
sta
dando
la
caccia
.
Avvenuta
la
felice
conclusione
di
ognuno
di
questi
drammi
,
i
protagonisti
dimostrano
una
gran
fretta
di
farla
finita
,
col
darsi
la
reciproca
buonanotte
mediante
la
formula
abbreviata
:
"
Notte
,
Mason
"
,
"
Notte
,
Della
"
.
StampaQuotidiana ,
Mosca
,
23
febbraio
-
Oggi
sono
sceso
nel
Mausoleo
ed
ho
visto
Stalin
,
l
'
uomo
di
cui
si
parla
.
Il
viso
è
fortemente
illuminato
da
un
fascio
di
luce
rossastra
e
calda
,
splendono
argentei
i
famosi
baffi
,
i
capelli
appaiono
ancora
folti
,
con
molti
fili
neri
misti
a
fili
grigi
.
Spicca
il
naso
aquilino
,
leggermente
annerito
intorno
alle
narici
.
L
'
uomo
che
cessò
di
vivere
il
5
marzo
1953
,
quasi
tre
anni
fa
,
non
sembra
morto
.
L
'
impressione
è
strana
;
Stalin
,
adagiato
com
'
è
dentro
una
scatola
di
cristallo
,
sembra
piuttosto
immerso
nel
sonno
,
un
sonno
profondo
e
monumentale
.
Il
realismo
di
questa
spoglia
è
possente
.
Il
pubblico
,
sfiorando
la
scatola
di
cristallo
,
può
veramente
scrutare
ogni
particolare
del
celebre
volto
.
Si
notano
perfettamente
le
pieghe
del
collo
,
le
rughe
della
fronte
,
le
linee
dell
'
espressione
,
i
forellini
e
le
asperità
della
pelle
,
le
increspature
delle
labbra
,
le
grinze
delle
palpebre
chiuse
.
Non
è
l
'
aspetto
di
un
uomo
morto
;
e
passata
la
prima
impressione
,
non
è
nemmeno
quello
di
un
uomo
dormiente
.
Ci
troviamo
di
fronte
a
un
fenomeno
nuovo
;
ad
un
uomo
,
per
dire
così
,
né
vivo
né
morto
.
Ogni
giorno
circa
settemila
persone
visitano
il
Mausoleo
.
È
un
edificio
di
marmo
rosso
cupo
,
costruito
in
margine
alla
Piazza
Rossa
,
a
poche
decine
di
metri
dalle
mura
rosse
del
Cremlino
.
La
fila
dei
visitatori
si
prolunga
per
alcuni
chilometri
,
e
chi
è
in
testa
non
può
mai
vederne
la
coda
.
Si
tratta
di
un
esercito
di
borghesi
,
o
meglio
,
di
gente
vestita
in
borghese
.
Si
mescolano
i
tipi
più
diversi
,
vecchi
contadini
con
gli
abiti
imbottiti
di
ovatta
e
i
valenchi
di
feltro
ai
piedi
,
donne
infagottate
,
il
capo
coperto
da
scialli
neri
,
giovanotti
con
cappotti
di
pelle
.
Si
notano
anche
molti
bambini
,
tenuti
in
braccio
e
avvolti
dentro
coperte
imbottite
.
La
colonna
cammina
lentamente
,
a
piccoli
passi
.
Si
tratta
d
'
una
andatura
che
verrà
mantenuta
durante
tutta
la
visita
.
Non
ci
si
può
,
infatti
,
soffermare
davanti
ai
sarcofaghi
di
Lenin
e
Stalin
,
che
appaiono
affiancati
nella
grande
sala
sotterranea
del
Mausoleo
.
I
curiosi
,
tentati
di
indugiare
,
vengono
severamente
invitati
a
filare
avanti
dai
militi
che
si
susseguono
a
pochi
passi
di
distanza
,
lungo
tutto
il
percorso
.
Si
entra
nella
tomba
attraverso
una
porta
di
bronzo
.
Agli
stipiti
stanno
due
soldati
di
guardia
,
con
il
fucile
a
pied
'
arm
,
la
cui
baionetta
è
splendente
.
Queste
sentinelle
appaiono
immobili
,
quasi
fossero
di
marmo
.
A
volte
il
gelo
incrosta
i
loro
visi
,
e
imbianca
le
ciglia
.
Varcando
la
porta
di
ingresso
,
si
passa
davanti
al
loro
naso
,
e
se
si
cerca
di
guardarli
,
i
loro
occhi
appaiono
come
invetrati
,
perduti
lontano
.
Si
scende
una
scala
di
marmo
nero
,
e
ci
accoglie
un
'
aria
tepida
,
che
ha
un
percettibile
odore
di
disinfettante
.
Di
quando
in
quando
vediamo
i
soldati
di
guardia
e
colpisce
la
loro
posizione
statuaria
e
assente
.
Finita
la
scala
si
volta
a
destra
,
si
oltrepassa
una
porta
di
bronzo
,
si
entra
nella
sala
dove
giacciono
le
spoglie
di
Lenin
e
di
Stalin
.
È
una
sala
nera
.
Un
debole
chiarore
scende
dal
soffitto
,
i
visitatori
diventano
ombre
tra
ombre
.
Si
scorgono
decine
di
soldati
,
immobili
e
rigidi
;
i
loro
volti
,
sfiorati
dalla
debole
luce
,
appaiono
di
un
pallore
cereo
,
hanno
il
colore
delle
piante
cresciute
nel
buio
.
D
'
un
tratto
il
volto
di
Lenin
,
illuminato
da
una
luce
violenta
e
rossastra
.
Anche
il
fondatore
del
Partito
comunista
sovietico
giace
dentro
una
scatola
di
cristallo
.
Appare
dalla
cintola
in
su
,
lo
nasconde
fino
al
ventre
un
panno
di
raso
nero
,
su
cui
spiccano
le
mani
.
L
'
aspetto
di
Lenin
,
al
contrario
di
quello
di
Stalin
,
è
,
per
dir
così
,
più
sfumato
.
I
suoi
resti
hanno
qualcosa
di
cereo
,
di
indistinto
che
veramente
non
ritengono
più
nulla
di
carnale
.
Si
capisce
subito
che
il
tempo
ha
lavorato
,
ha
compiuto
trasformazioni
sottili
;
ed
ha
infuso
nei
resti
umani
quel
tanto
di
astratto
e
simbolico
che
appartiene
ai
monumenti
.
Davanti
a
Lenin
non
si
prova
quel
senso
di
vago
sgomento
che
coglie
alla
vista
di
Stalin
,
così
terreno
,
così
fisico
.
Molti
giornali
di
Occidente
hanno
raccontato
che
i
sovietici
,
durante
la
guerra
scorsa
,
trasportarono
Lenin
in
un
sotterraneo
della
metropolitana
,
per
metterlo
al
riparo
dai
pericoli
delle
bombe
.
Le
spoglie
,
sembra
,
soffersero
qualche
danno
e
fu
necessario
poi
un
delicato
lavoro
di
restauro
.
È
certo
che
,
al
paragone
di
Lenin
,
Stalin
risulta
molto
più
reale
.
Le
mani
del
Voschz
,
del
«
capo
»
,
che
per
oltre
vent
'
anni
strinsero
fermamente
un
potere
assoluto
,
conservano
una
incredibile
freschezza
,
potrebbero
essere
le
mani
di
un
uomo
addormentato
.
Mentre
Lenin
indossa
una
giacca
scura
,
di
foggia
militaresca
,
e
priva
di
qualsiasi
ornamento
,
Stalin
veste
la
divisa
grigioverde
di
generalissimo
,
con
una
grande
stella
d
'
oro
su
ciascuna
spallina
,
due
stelle
rosse
appuntate
al
petto
,
che
lo
decorano
due
volte
«
eroe
dell
'
Unione
Sovietica
»
.
Nel
Mausoleo
si
respira
una
strana
aria
di
venerazione
.
I
visitatori
guardano
le
due
scatole
di
cristallo
con
occhi
affascinati
.
Il
silenzio
è
profondo
,
si
sente
soltanto
un
lieve
fruscio
di
piedi
e
un
lontano
ronzare
di
apparecchi
elettrici
.
Il
pensiero
spontaneamente
corre
ad
altre
scene
.
Si
ricorda
il
fervore
religioso
che
i
fedeli
della
Chiesa
ortodossa
svelano
davanti
alle
immagini
sacre
.
Qualcosa
del
rapimento
che
per
secoli
accompagnò
l
'
adorazione
delle
icone
russe
,
sembra
giungere
fin
qui
,
con
aspetti
naturalmente
diversi
.
Chi
osserva
i
volti
dei
sovietici
trascorrenti
davanti
alle
salme
di
Lenin
e
Stalin
,
può
immaginare
meglio
l
'
impressione
che
devono
aver
suscitato
le
parole
contro
il
«
culto
dell
'
individuo
»
,
pronunciate
nei
giorni
scorsi
nella
sala
grande
del
Cremlino
.
Il
genio
infallibile
e
quasi
sovrumano
,
esposto
come
Lenin
alla
venerazione
del
popolo
,
appare
avvolto
in
una
luce
di
tramonto
.
Un
tempo
i
visitatori
del
Mausoleo
trascorrevano
davanti
a
Stalin
senza
sentire
alcun
dubbio
.
Quali
pensieri
volgono
ora
nella
mente
di
questi
uomini
,
che
vedo
sfilare
con
occhi
assorti
ed
estatici
?
StampaQuotidiana ,
Tel
Aviv
,
8
novembre
-
I
carri
armati
i
semoventi
gli
affusti
dei
cannoni
gli
autocarri
,
insomma
tutti
i
mezzi
meccanici
degli
egiziani
,
sono
dipinti
di
giallo
,
quelli
israeliani
di
un
colore
bruno
verdastro
.
«
Il
nostro
problema
»
mi
ha
detto
sorridendo
un
alto
ufficiale
israeliano
«
è
ora
se
dipingere
in
bruno
tutto
il
materiale
catturato
o
se
faremo
più
presto
a
dipingere
in
giallo
anche
quello
nostro
.
»
Certamente
il
bottino
fatto
nel
Sinai
di
armi
e
di
munizioni
e
carri
di
recentissima
costruzione
,
russi
inglesi
cechi
,
supera
le
previsioni
anche
di
coloro
che
da
un
anno
osservavano
con
apprensione
il
grande
affluire
in
Egitto
di
materiale
bellico
.
Diversa
è
l
'
interpretazione
che
si
può
dare
a
tanta
abbondanza
di
mezzi
e
di
armi
nella
deserta
regione
del
Sinai
popolata
soltanto
da
sparsi
presidi
militari
,
se
sia
indice
veramente
di
intenzioni
aggressive
,
come
affermano
gli
israeliani
e
come
appare
anche
da
certe
parole
minacciose
di
Nasser
(
«
alla
prima
occasione
spazzeremo
via
Israele
dalla
faccia
della
terra
»
)
,
o
corrisponda
all
'
opportunità
di
preparare
materiale
bellico
ad
oriente
del
Canale
in
previsione
d
'
un
attacco
ad
esso
.
Gli
israeliani
hanno
certamente
condotto
una
rapida
campagna
con
buoni
piani
e
intelligente
azione
di
truppe
,
e
í
soldati
si
sono
dimostrati
bravi
a
servirsi
dei
nuovissimi
mezzi
di
guerra
che
innovano
radicalmente
la
tradizione
tattica
della
fanteria
,
ma
d
'
altro
canto
sono
stati
favoriti
dalla
rapida
stanchezza
di
combattere
degli
egiziani
,
colti
evidentemente
di
sorpresa
le
prime
ore
,
e
dopo
nemmeno
due
giorni
di
combattimento
trovatisi
privi
di
ogni
soccorso
aereo
.
Da
quest
'
affermazione
a
dire
che
non
si
sono
battuti
per
nulla
ci
corre
:
ad
El
Gafgafa
sulla
via
di
Ismailia
hanno
resistito
abilmente
,
e
hanno
respinto
tutti
gli
attacchi
frontali
e
c
'
è
voluto
un
aggiramento
per
farli
cadere
,
a
Abu
Ageila
hanno
combattuto
per
tre
giorni
.
L
'
energia
della
loro
resistenza
iniziale
è
dimostrata
dalle
perdite
subite
dagli
israeliani
,
centocinquanta
morti
(
non
è
stato
comunicato
il
numero
dei
feriti
)
:
sembra
una
cifra
da
poco
,
ma
se
si
fa
il
rapporto
fra
la
popolazione
di
Israele
-
un
milione
settecentomila
ebrei
,
la
minoranza
araba
è
esente
dal
reclutamento
-
e
quella
per
esempio
dell
'
Italia
,
sarebbe
come
se
noi
avessimo
perduto
nel
corso
di
una
sola
settimana
e
per
soli
quattro
giorni
di
battaglia
quattromila
uomini
,
perdite
considerevoli
in
così
breve
tempo
.
Ben
Gurion
ieri
alla
Camera
ha
detto
che
il
comando
militare
si
era
prefisso
di
ridurre
le
perdite
al
minimo
e
che
c
'
è
riuscito
:
contenti
loro
contenti
tutti
.
Ha
aggiunto
che
gli
egiziani
sono
stati
battuti
nonostante
l
'
eccellenza
delle
loro
armi
perché
ad
essi
è
mancato
lo
spirito
che
ha
animato
i
soldati
di
Israele
;
e
qui
ha
citato
il
profeta
Isaia
che
parla
degli
egiziani
smarriti
come
uomini
ebrei
per
volontà
dell
'
Onnipotente
che
ha
steso
la
mano
su
di
loro
,
e
fatti
simili
a
donne
incapaci
di
ogni
lavoro
.
Perché
Ben
Gurion
cita
a
ogni
piè
sospinto
i
testi
sacri
;
e
come
per
rivendicare
i
diritti
alla
navigazione
libera
nel
Mar
Rosso
risale
a
Salomone
e
ai
re
di
Giudea
fondatori
del
porto
di
Elath
,
così
fa
appello
alla
Bibbia
per
esaltare
il
valore
storico
e
nazionale
che
ha
il
monte
Sinai
nella
storia
di
Israele
come
quello
da
cui
Mosè
annunciò
al
suo
popolo
che
Iddio
lo
aveva
scelto
per
suo
popolo
eletto
e
gli
dette
i
libri
della
Legge
.
E
per
confermare
il
suo
dire
,
che
le
isolette
all
'
imboccatura
del
golfo
di
Akaba
fino
a
14
secoli
fa
erano
un
regno
ebraico
indipendente
,
ha
citato
il
passo
di
uno
storico
greco
nel
testo
originale
(
Ben
Gurion
fino
a
qualche
anno
fa
non
sapeva
il
greco
e
se
ne
rammaricava
,
e
si
mise
a
studiarlo
d
'
impegno
sino
a
che
poté
leggere
nell
'
originale
i
filosofi
greci
:
ora
mi
dicono
che
sta
studiando
nello
stesso
modo
l
'
italiano
per
poter
leggersi
Benedetto
Croce
e
Machiavelli
)
.
Ed
esprimendo
il
desiderio
che
il
dittatore
egiziano
si
acquieti
alla
sconfitta
ha
detto
che
spera
che
questi
non
obbligherà
gli
ebrei
a
violare
l
'
imposizione
fatta
loro
3300
anni
fa
-
quando
lasciarono
l
'
Egitto
-
di
non
ritornarvi
mai
più
.
Sarà
difficile
per
gli
uomini
politici
che
dovranno
trattare
di
pace
e
di
confini
argomentare
con
quest
'
uomo
per
cui
realtà
e
utopia
,
presente
e
avvenire
sono
una
sola
cosa
e
cita
i
testi
biblici
e
avvenimenti
di
tremila
anni
fa
come
fossero
documenti
e
trattati
di
cui
esista
copia
fotostatica
e
fa
appello
a
diritti
che
nascono
dalle
promesse
dei
profeti
.
Ma
certo
il
suo
atteggiamento
ispirato
e
grandioso
corrisponde
allo
stato
d
'
animo
del
Paese
.
Soprattutto
hanno
trovato
vasto
consenso
quei
passi
del
suo
discorso
nei
quali
ha
accusato
gli
Stati
Uniti
,
la
Russia
e
la
Gran
Bretagna
di
aver
lasciato
passare
senza
proteste
l
'
esclusione
delle
navi
di
Israele
dal
Canale
di
Suez
ordinata
dal
dittatore
egiziano
e
ha
rimproverato
alla
Gran
Bretagna
di
aver
colta
l
'
opportunità
della
battaglia
di
Israele
nel
Sinai
per
risolvere
a
proprio
vantaggio
la
questione
di
Suez
.
Queste
sue
parole
hanno
incoraggiato
la
stampa
ad
accusare
la
Gran
Bretagna
di
«
disonesta
politica
»
e
definire
«
ipocrita
e
ridicola
»
l
'
affermazione
del
governo
inglese
che
la
sua
azione
è
stata
ispirata
al
desiderio
di
separare
i
due
combattenti
e
agevolare
la
conclusione
della
pace
fra
essi
.
Ben
Gurion
ha
anche
ammonito
il
suo
popolo
che
ogni
pericolo
non
è
passato
e
deve
tenersi
pronto
per
ogni
evenienza
:
quasi
a
immediato
commento
di
queste
parole
sono
giunte
oggi
notizie
da
Bagdad
,
via
Londra
,
che
sono
accolte
con
un
certo
disagio
.
Dicono
le
notizie
che
la
Russia
avrebbe
chiesto
il
passaggio
per
le
sue
truppe
alla
Turchia
e
alla
Persia
:
la
Turchia
avrebbe
risposto
di
no
,
mentre
nulla
si
sa
qui
della
Persia
attraverso
la
quale
í
russi
potrebbero
passare
per
l
'
Irak
in
Siria
ove
,
secondo
altre
informazioni
,
esistono
disposizioni
favorevoli
per
la
Russia
e
prontezza
a
bene
accogliere
le
sue
truppe
.
Sono
finora
congetture
e
previsioni
più
apocalittiche
che
verisimili
:
ma
certo
viviamo
in
un
'
epoca
nella
quale
appaiono
più
probabili
le
cose
assurde
che
quelle
dettate
dalla
logica
e
dal
buon
senso
:
come
ne
abbiamo
già
avuto
esempio
in
queste
settimane
.
StampaQuotidiana ,
Esce
postumo
il
romanzo
di
uno
sconosciuto
,
Il
gattopardo
di
Giuseppe
Tomasi
di
Lampedusa
(
edizione
Feltrinelli
)
:
un
libro
per
molti
versi
più
che
notevole
,
un
libro
d
'
eccezione
nel
miglior
senso
della
parola
,
tale
da
costituire
non
soltanto
un
caso
ma
da
autorizzare
il
senso
di
una
rivelazione
,
soprattutto
se
si
tengono
presenti
le
condizioni
della
nostra
narrativa
.
Giuseppe
Tomasi
,
duca
di
Palma
e
principe
di
Lampedusa
-
questo
è
il
nome
intero
di
tutti
i
titoli
-
,
morto
a
Roma
l
'
anno
scorso
,
era
nato
a
Palermo
nel
1896
.
Grazie
alle
notizie
che
ci
fornisce
il
suo
profeta
,
Giorgio
Bassani
,
sappiamo
anche
che
il
Tomasi
a
vent
'
anni
dovette
interrompere
gli
studi
per
correre
al
fronte
e
da
allora
direttamente
(
egli
rimase
in
carriera
fino
al
1925
)
o
indirettamente
(
occupandosi
di
studi
militari
,
specialmente
di
Clausewitz
)
il
suo
mestiere
fu
quello
dell
'
ufficiale
.
Durante
il
fascismo
preferì
fare
dei
lunghi
viaggi
e
soggiorni
all
'
estero
,
inutile
aggiungere
che
nella
triste
guerra
del
'40
tornò
al
suo
posto
e
ancora
una
volta
indossò
la
divisa
.
Notizie
esteriori
che
riflettono
la
parte
morta
della
sua
carriera
,
il
lettore
potrà
invece
avere
l
'
immagine
sicura
del
Tomasi
non
perdendo
di
vista
il
protagonista
del
romanzo
,
il
principe
Fabrizio
Salina
.
Nello
stemma
gentilizio
-
il
gattopardo
-
non
è
difficile
scovare
il
ritratto
appena
velato
,
appena
romanzato
del
Tomasi
:
così
come
non
è
difficile
trovare
nell
'
impronta
del
felino
il
segno
dell
'
unghia
dello
scrittore
.
Sembra
-
lo
ha
confidato
la
vedova
che
il
Tomasi
abbia
per
molti
anni
vagheggiato
di
scrivere
un
romanzo
storico
sullo
sbarco
garibaldino
a
Marsala
,
centrato
su
un
suo
antenato
astronomo
.
E
non
c
'
è
dubbio
che
da
questa
lunga
incubazione
su
una
fragile
trama
e
più
attraverso
la
meditazione
sull
'
essenza
della
vita
il
Tomasi
sia
approdato
di
sorpresa
a
un
romanzo
scritto
di
getto
:
non
si
trattava
di
un
caso
ma
di
una
conclusione
,
di
un
frutto
maturato
naturalmente
e
lentamente
.
Il
romanzo
è
opera
singolare
per
il
rapporto
vitale
che
lo
anima
:
Il
gattopardo
obbedisce
alle
regole
classiche
del
genere
e
in
questo
senso
è
un
buon
esercizio
,
dove
invece
ci
colpisce
è
nella
parte
di
testamento
,
di
meditazione
oggettivata
.
Mentre
lo
scrittore
segue
i
fatti
,
trova
modo
di
inserire
senza
stridori
e
quasi
senza
umori
polemici
la
verità
strappata
al
lungo
colloquio
con
le
cose
.
Vediamone
un
momento
la
struttura
:
il
protagonista
Fabrizio
Salina
,
il
nipote
(
figlio
di
una
sorella
del
principe
)
Tancredi
Falconeri
e
dietro
di
loro
la
grossa
nobiltà
palermitana
sorpresa
dallo
sbarco
dei
garibaldini
,
pardon
dei
«
piemontesi
»
e
ancor
prima
dai
sentori
di
libertà
,
cioè
il
quadro
di
una
classe
con
tutto
il
carico
di
tradizioni
,
abusi
e
privilegi
e
di
fronte
la
classe
nuova
che
sorge
dalla
rovina
dell
'
altra
,
impersonata
da
don
Calogero
Sedara
,
padre
di
Angelica
.
Questi
quattro
personaggi
rappresentano
il
giuoco
di
passaggio
e
di
sostituzione
,
l
'
avvicendamento
delle
classi
al
potere
.
Il
romanzo
non
subisce
la
facile
polemica
delle
opposizioni
,
il
Tomasi
crede
alla
storia
che
si
fa
per
passi
,
soprattutto
per
accomodamenti
e
quindi
è
naturale
che
la
trama
sopporti
questa
concezione
:
Tancredi
sposerà
Angelica
,
diventerà
deputato
al
parlamento
italiano
,
otterrà
incarichi
diplomatici
.
Tutto
si
svolge
nel
giro
di
vent
'
anni
o
poco
più
,
conosciamo
il
principe
nel
1860
,
di
cinquant
'
anni
,
ancora
vigoroso
e
bello
come
un
dio
greco
e
lo
lasciamo
morente
sulla
terrazza
di
un
albergo
a
Palermo
nel
1883
:
il
libro
ha
un
'
appendice
(
inutile
come
altre
parti
del
romanzo
)
che
probabilmente
,
nell
'
intenzione
dell
'
autore
,
doveva
rendere
più
sensibile
l
'
usura
del
tempo
,
presentandoci
la
fine
dei
sogni
dei
personaggi
,
la
decadenza
della
famiglia
Salina
,
la
rovina
dei
sentimenti
(
per
esempio
,
la
condotta
di
Angelica
era
prevista
ma
il
Tomasi
ha
sentito
il
bisogno
di
sottolinearla
)
.
Una
trama
delle
più
semplici
ma
sufficiente
a
tradurre
l
'
idea
prima
del
Tomasi
,
per
cui
i
fatti
vanno
interpretati
e
corretti
,
non
potendo
modificarli
o
,
peggio
ancora
,
vincerli
.
Questa
lotta
segreta
che
accompagna
la
storia
privilegiata
di
Salina
costituisce
la
vera
musica
del
libro
.
Il
protagonista
fa
pensare
al
don
Cesare
della
Loi
del
Vailland
ma
quanto
quel
personaggio
sposava
e
subiva
l
'
ideologia
dello
scrittore
francese
,
altrettanto
questo
del
Tomasi
dimostra
di
possedere
un
'
autonomia
e
quella
libertà
che
nasce
dall
'
accordo
perfetto
fra
educazione
superiore
,
intelligenza
e
senso
del
limite
.
Il
principe
è
uno
scienziato
,
è
in
corrispondenza
con
Arago
,
è
premiato
in
Sorbona
:
cita
Baudelaire
letto
fra
le
pagine
a
Parigi
e
autori
letti
con
più
agio
nelle
sue
ville
,
vive
con
un
padre
spirituale
a
fianco
,
il
gesuita
Pirrone
,
è
un
buon
padre
di
famiglia
ma
cede
ancora
alle
tentazioni
della
carne
e
conosce
il
pericolo
delle
dilettazioni
insistite
.
Tutto
quello
che
ha
avuto
per
nascita
,
per
studio
,
per
osservazione
velata
della
realtà
lo
ha
portato
alla
fine
a
una
specie
di
filosofia
o
meglio
a
poter
interpretare
la
vita
nel
miglior
modo
possibile
,
senza
troppi
dolori
,
con
paziente
ironia
.
Fra
romanziere
e
personaggio
c
'
è
un
'
assoluta
identità
di
vedute
per
cui
il
lettore
trasferisce
liberamente
argomentazioni
e
giudizi
da
una
bocca
all
'
altra
,
finendo
per
stabilire
un
'
unica
visione
del
mondo
.
Si
misuri
quello
che
i
due
principi
dicono
della
Sicilia
e
dei
siciliani
,
non
si
tratta
di
impressioni
,
di
umori
,
sono
cose
sperimentate
e
sofferte
.
Esatta
l
'
individuazione
della
meccanica
del
machiavellismo
astratto
dei
siciliani
,
giusta
la
mozione
di
impenetrabilità
agli
affanni
altrui
e
della
pretesa
fierezza
che
è
soltanto
cecità
.
I
siciliani
giudicano
peccato
il
«
fare
»
,
non
hanno
desiderio
(
altro
che
volontà
)
di
migliorare
perché
si
credono
degli
dèi
,
uomini
diversi
e
superiori
.
Il
romanzo
corre
su
questo
filo
segreto
,
su
questa
obbedienza
rispettata
da
tutte
le
classi
di
quel
mondo
:
il
sogno
è
«
che
tutto
rimanga
com
'
è
»
,
che
non
sia
rotto
lo
stato
di
dormiveglia
,
di
sonno
.
Qui
il
Tomasi
non
teme
di
fare
un
salto
,
passando
dal
'60
all'80
,
poi
al
1910
e
quindi
al
fascismo
e
infine
alla
Sicilia
d
'
oggi
,
pur
così
attiva
,
americanizzata
,
la
Sicilia
del
petrolio
.
Il
colore
di
fondo
non
cambierà
mai
,
cambierà
solo
il
colore
delle
camicie
(
dal
rosso
garibaldino
al
nero
dei
fascisti
,
al
bianco
d
'
oggi
)
.
Chi
accusare
?
I
siciliani
perché
vogliono
passare
la
vita
in
dormiveglia
,
i
settentrionali
perché
li
hanno
ingannati
e
traditi
(
si
veda
la
pagina
altissima
sul
primo
plebiscito
)
?
Risponde
Tomasi
:
no
,
si
può
,
si
deve
accusare
soltanto
l
'
eternità
.
Strana
bestemmia
sapientemente
avvolta
nelle
carte
dei
compromessi
millenari
,
degli
accomodamenti
,
che
scoppia
in
un
mondo
ancora
composto
nel
rispetto
della
Chiesa
e
nella
fede
testimoniata
da
padre
Pirrone
.
È
un
mondo
senza
speranze
che
crolla
lentamente
,
mai
per
vie
dirette
(
non
ci
saranno
rivoluzioni
)
ma
attraverso
complicatissime
operazioni
di
usura
,
di
stanchezza
.
È
chiaro
che
questa
parte
di
sconforto
,
di
amarezza
,
questa
sensazione
di
«
più
»
ce
l
'
ha
aggiunta
il
Tomasi
:
il
nostro
tempo
ha
potuto
aggiungere
qualcosa
alla
pena
equilibrata
di
Salina
.
E
gli
uomini
?
Quale
giudizio
dare
?
Condannarli
,
assolverli
?
Risponde
qui
il
primo
principe
:
no
,
non
si
possono
condannare
,
a
volte
si
può
averne
disgusto
ma
subito
dopo
si
è
presi
da
compassione
.
Tutto
l
'
episodio
del
ballo
(
dove
il
richiamo
a
Proust
non
è
eccessivo
)
è
pervaso
da
questo
senso
di
umanità
,
di
misura
,
dalla
capacità
di
vedere
negli
altri
noi
stessi
,
dall
'
ultima
coscienza
che
non
lascia
nessuno
di
noi
vincitore
sull
'
altro
ma
tutti
ugualmente
schierati
nell
'
esercito
degli
sconfitti
,
nell
'
esercito
degli
uomini
.
Di
dove
derivava
Salina
questa
rara
scienza
?
Da
un
'
operazione
che
dovrebbe
essere
praticata
da
ogni
vero
uomo
e
che
il
nipote
Tancredi
chiamava
fra
l
'
ironico
e
il
pittoresco
«
corteggiare
la
morte
»
.
Quando
il
principe
morente
fa
il
bilancio
dei
suoi
settantatré
anni
,
ne
salva
tre
nel
porto
dell
'
amore
,
della
famiglia
e
delle
meditazioni
,
ma
tutto
il
resto
?
«
E
i
dolori
,
la
noia
,
quanti
erano
stati
?
Inutile
sforzarsi
a
contare
:
tutto
il
resto
:
settant
'
anni
»
.
Come
tutte
le
opere
di
peso
,
anche
il
romanzo
dell
'
isolato
Tomasi
deriva
il
suo
pregio
da
questo
costante
e
profondo
rapporto
con
la
morte
e
proprio
per
questa
ragione
tocca
un
altro
piano
.
Non
è
soltanto
una
prova
letteraria
curiosa
,
più
o
meno
riuscita
(
il
libro
ha
certo
i
suoi
difetti
,
non
tutto
è
necessario
e
spesso
ha
cadute
di
tono
,
di
gusto
)
,
il
romanzo
vale
come
testimonianza
di
vita
ben
spesa
,
se
si
spende
bene
il
tempo
a
cercare
di
capire
le
cose
nella
luce
della
poesia
e
in
quella
della
morte
.
Gli
stessi
riferimenti
letterari
che
si
possono
fare
(
De
Roberto
,
l
'
ultimo
Brancati
,
Proust
,
Montale
ecc
.
)
non
servono
,
caso
mai
aiutano
a
limitare
la
portata
del
romanziere
.
Il
Tomasi
si
è
servito
del
romanzo
per
confessare
la
sua
esperienza
umana
,
solo
questo
ma
questo
poco
o
tanto
(
ognuno
sceglie
secondo
i
suoi
gusti
)
l
'
ha
fatto
con
tanta
sicurezza
da
lasciarci
sorpresi
e
arricchiti
.
Di
quanti
romanzi
si
può
dire
altrettanto
?
StampaQuotidiana ,
Monte
Conero
,
15
febbraio
-
Il
Sole
si
affaccia
rosso
,
congestionato
,
ad
uno
strappo
nella
fascia
bassa
di
nubi
che
copre
l
'
orizzonte
marino
;
scompare
,
ricompare
,
si
tira
su
per
il
cielo
limpido
,
inutilmente
le
nubi
gettano
fuori
tentacoli
per
riprenderlo
.
Brilla
,
già
accecante
,
come
tutti
i
giorni
sereni
,
non
sa
che
darà
spettacolo
di
se
stesso
.
(
Meno
ancora
lo
sa
la
Luna
,
invisibile
dietro
le
quinte
dell
'atmosfera.)
Sono
sul
Monte
Conero
,
presso
Ancona
;
nella
macchia
rada
della
Badia
di
San
Pietro
del
mille
,
cinta
di
mura
.
Il
che
ha
reso
facile
ai
carabinieri
e
alla
polizia
di
vietarne
l
'
accesso
al
pubblico
accorso
con
centinaia
di
macchine
;
perché
su
una
radura
all
'
estremità
orientale
del
dosso
boscoso
,
dove
il
monte
cade
a
picco
sul
mare
per
cinquecento
metri
,
si
sono
collocati
con
i
loro
strumenti
gli
astronomi
,
venuti
da
Milano
,
da
Trieste
,
dalla
Germania
,
dalla
Norvegia
.
Come
succede
sempre
da
noi
quando
ci
sono
sbarramenti
di
polizia
,
molti
son
riusciti
a
varcarli
;
si
spargono
sul
pendio
,
fra
i
corbezzoli
,
i
quercioli
,
i
caprifoglio
,
i
ginepri
,
cercano
le
aperture
fra
le
piante
.
C
'
è
anche
una
cinquantina
di
turisti
svizzeri
che
parlano
-
i
coppo
-
francese
e
tedesco
.
Ognuno
ha
una
macchina
fotografica
o
un
binocolo
,
schermi
affumicati
,
un
disco
sulla
giubba
con
su
il
nome
della
patria
,
la
faccia
estatica
(
lei
nordici
che
han
lasciato
il
buio
e
il
freddo
a
casa
loro
e
si
trovano
trasportati
di
colpo
in
una
tiepida
intempestiva
primavera
.
La
veduta
è
vastissima
.
Sotto
,
a
sud
,
la
spiaggia
di
Numana
,
il
paese
di
Sirolo
la
domina
da
un
bastione
di
rocce
.
Verso
sud
ed
ovest
,
un
incalzarsi
di
valli
e
di
creste
.
Bianche
città
sparse
su
cime
arrotondate
,
Osimo
,
Castelfidardo
,
Loreto
,
Recanati
.
Dietro
,
un
paravento
di
monti
carichi
di
neve
.
Il
Sole
è
già
alto
nel
cielo
,
caldo
in
viso
,
dardeggia
lucidissimi
raggi
.
Ci
fidiamo
,
naturalmente
,
dei
calcoli
dei
dotti
;
ma
quando
,
un
quarto
d
'
ora
dopo
il
tempo
annunciato
per
l
'
inizio
dell
'
eclisse
,
si
vede
traverso
il
vetro
annerito
che
davvero
il
Sole
è
già
un
po
'
intaccato
in
alto
a
destra
,
ci
si
tranquillizza
.
Avessero
sbagliato
di
qualche
minuto
...
Due
svizzeri
,
una
coppia
matura
,
vestita
come
per
gli
sport
invernali
,
è
in
visibilio
.
«
Vedi
»
dice
alla
moglie
il
marito
che
ha
un
grosso
cronometro
al
polso
e
lo
consulta
continuamente
,
«
vedi
,
non
c
'
è
più
da
meravigliarsi
che
ci
sia
un
'
astronave
in
rotta
per
Venere
.
Là
e
qui
,
è
tutta
una
faccenda
di
essere
auf
die
Minute
,
di
aver
calcolato
esattamente
.
»
La
Luna
avanza
sul
disco
solare
,
ma
non
si
vede
,
è
cielo
ai
nostri
occhi
,
se
guardiamo
senza
lo
schermo
offuscato
,
ciò
che
l
'
invade
e
lo
riduce
a
poco
a
poco
,
prima
una
pizza
a
cui
abbiano
dato
un
buon
morso
,
poi
una
pizza
ridotta
a
metà
,
poi
ad
una
grossa
fetta
.
Ci
si
accorge
che
se
il
Sole
fosse
un
globo
ridotto
alla
metà
,
ad
un
terzo
di
quanto
non
sia
,
il
giorno
sulla
Terra
non
sarebbe
gran
che
diverso
.
La
fetta
perde
ancora
spessore
,
ma
la
mattina
ci
pare
sempre
luminosa
come
più
di
mezz
'
ora
fa
.
Nette
le
ombre
,
chiare
le
case
e
lampeggianti
i
vetri
del
paese
là
sotto
;
la
spiaggia
è
color
di
miele
,
brillante
il
bianco
delle
nevi
sulle
grandi
montagne
d
'
Abruzzo
,
candida
la
nebbia
nel
cavo
delle
valli
strette
.
Ancora
una
decina
di
minuti
.
Ci
si
accorge
che
l
'
aria
si
è
fatta
dorata
,
che
i
contorni
si
attenuano
,
che
le
corone
degli
alberi
sono
più
oscure
,
che
si
stende
sul
mare
sotto
il
Sole
una
scia
scintillante
che
fa
opaca
l
'
acqua
intorno
.
I
borghi
sui
colli
sono
meno
nitidi
.
La
gente
sul
dosso
del
monte
non
si
distrae
più
come
prima
,
non
passeggia
più
;
ciascuno
ha
scelto
il
suo
posto
per
lo
spettacolo
,
e
non
intende
lasciarlo
,
come
se
fosse
particolarmente
favorito
.
Tosca
,
cagna
da
caccia
di
un
signore
in
giubba
di
fustagno
,
ha
smesso
di
balzare
da
un
gruppo
all
'
altro
,
è
venuta
ad
accucciarsi
accanto
al
padrone
.
Ormai
il
Sole
è
una
falce
sottile
,
come
quella
della
Luna
al
primo
giorno
.
Ed
ecco
lo
spettacolo
precipita
,
drammatico
,
inesorabile
.
Invade
un
senso
di
sgomento
.
La
coscienza
di
forze
arcane
,
di
leggi
implacabili
,
che
nella
profondità
dello
spazio
hanno
creato
questi
ricorrenti
incontri
di
astri
,
a
scadenza
fissa
,
con
matematica
certezza
,
da
un
tempo
infinito
nel
passato
,
per
una
infinità
di
tempo
avvenire
.
Va
bene
,
sappiamo
calcolare
questi
moti
al
minuto
secondo
,
dominiamo
la
materia
e
le
onde
cosmiche
,
lanciamo
oggetti
costruiti
con
le
nostre
mani
verso
remoti
pianeti
;
e
tuttavia
mi
sento
effimero
,
nullo
,
festuca
inutilmente
pensante
,
come
gli
antichi
che
non
sapevano
di
orbite
e
di
eclittica
.
Un
buio
di
crepuscolo
si
allarga
rapidissimo
sui
monti
,
sulle
case
,
non
si
scorgono
più
i
borghi
sulle
cime
tonde
.
È
giorno
ancora
,
ma
un
giorno
livido
,
verdastro
,
come
le
tristi
terre
boreali
sotto
il
Sole
di
mezzanotte
.
Si
spegne
con
un
lampo
vivido
l
'
ultimo
brandello
della
faccia
del
Sole
,
a
sinistra
;
ed
è
come
sia
stato
girato
un
interruttore
,
di
colpo
è
notte
,
il
cielo
è
un
indaco
cupo
,
vi
si
accendono
astri
,
Giove
e
Saturno
a
destra
,
più
in
alto
le
stelle
di
Pegaso
e
dell
'
Acquario
.
E
di
un
indaco
cupo
sono
le
montagne
,
straordinariamente
riavvicinate
;
il
paese
là
sotto
è
una
visione
incerta
,
come
immerso
in
un
plenilunio
procelloso
.
Si
leva
un
vento
improvviso
,
freddo
,
che
curva
la
cima
dei
corbezzoli
e
dei
quercioli
.
La
cagna
Tosca
si
alza
sulle
zampe
posteriori
,
le
appoggia
sulle
gambe
del
padrone
,
ne
cerca
la
protezione
.
Dov
'
era
il
Sole
c
'
è
la
bocca
tonda
di
un
abisso
,
di
un
nero
atro
.
A
contrasto
,
la
corona
intorno
è
leggera
,
tenue
,
un
alone
fermo
e
delicato
.
Non
da
essa
viene
il
barlume
che
ci
fa
ancora
distinguere
le
persone
e
le
linee
del
paesaggio
;
ma
da
un
assurdo
biancore
d
'
alba
che
si
è
disteso
dietro
le
montagne
ad
ovest
e
le
fa
parere
più
oscure
.
Si
vorrebbe
dalla
gente
un
silenzio
atterrito
,
adorante
,
in
accordo
con
il
silenzio
della
natura
.
Ma
la
gente
sa
troppo
,
ha
letto
i
giornali
,
ascoltata
la
radio
.
Qualcuno
se
l
'
è
portata
fin
quassù
,
la
radio
,
ne
escono
parole
stonate
.
Solo
una
signorina
svizzera
,
brutta
,
triste
,
sospira
a
lungo
lang
und
bang
come
das
Fräulein
della
poesia
di
Heine
che
si
immalinconiva
guardando
il
tramonto
.
Mi
vien
voglia
di
dirle
,
parafrasando
il
poeta
,
stia
allegra
,
signorina
,
è
una
vecchia
storia
;
il
Sole
si
è
spento
di
qua
e
subito
si
riaccenderà
di
là
.
Ma
i
due
minuti
paiono
lunghissimi
.
Si
mutassero
le
leggi
d
'
abisso
,
e
la
Luna
,
finalmente
visibile
,
scudo
nero
,
non
si
spiccicasse
più
dal
disco
solare
,
come
la
metteremmo
uomini
presuntuosi
?
Ma
già
da
sud
avanza
la
ritornante
luce
sulla
Terra
,
i
monti
nevosi
riprendono
biancore
,
ma
inciso
da
dure
ombre
.
Ed
ecco
scatta
di
nuovo
l
'
interruttore
,
balena
un
abbagliantissimo
pezzetto
di
Sole
a
destra
,
basta
quel
frammento
a
spegnere
le
stelle
,
a
rifare
azzurro
il
cielo
;
e
non
è
più
verde
e
lugubre
il
dosso
boscoso
,
sotto
la
falce
esile
ha
già
una
gioiosa
chiarezza
d
'
alba
.
Tosca
schizza
via
con
un
abbaiamento
allegro
e
caracolla
a
salti
per
il
pendio
.