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> anno_i:[1940 TO 1970}
StampaQuotidiana ,
Roma , 17 ottobre - Avevamo sperato per qualche tempo - pazza speranza , ma viviamo in un ' epoca di sorprese e di meraviglie - che la televisione in Italia non si avverasse mai , e restasse limitata agli esperimenti e a qualche costosa emissione come quelle che si hanno finora nel settentrione della penisola . In generale gli italiani sono fin troppo solleciti a prendere dagli altri popoli le novità , e più zelanti di quelli nell ' adottarle . È noto per esempio che la moda parigina , destinata soprattutto alle primitive e pompose clienti dell ' America del Sud , e guardata con sospetto e spesso ignorata dalle eleganti parigine , è ciecamente accettata , non dico dalle italiane , ma dalle milanesi , che subito inalberano le novità più pacchiane e fiammanti ; e l ' anno che Parigi disse pennacchi , erano tutte cimieri e gale e lattughe e pennoncelli , più burbanzose di una gallina faraona ; e quest ' anno che Dior dice gonne corte , le hanno già scorciate di un palmo . Le luci al neon , o come si chiamano , che in America hanno un campo ben limitato , officine e uffici e drugstores e insegne della pubblicità , da noi non trovano barriere , imperversano dal caffè di provincia all ' albergo di lusso ; non importa che facciano spettrali i visi , diano aspetto di carogna alle carni , uccidano i vivi colori delle verdure delle frutta della pommarola ' n coppa ai vermicelli , non c ' è trattoria popolare o raffinata che non le abbia , abbiamo letto rabbrividendo che le mettono su anche nei musei vaticani . Della radio ci siamo fatti una tortura appena inventata , apparecchi aperti al massimo nell ' appartamento del vicino , nel caffè , nella trattoria ; in America una società di autobus fa un ' inchiesta fra i suoi clienti se gradiscano la radio nelle sue carrozze o no , da noi senza chiedere il parere di nessuno si fa andare la radio negli autobus di gran turismo , si fanno strillare altoparlanti sulle piazze , sulle spiagge , nelle stazioni ; son soldi buttati via prendere la vettura letto da noi , ad ogni stazione una voce rimbombante vi desta , vi perpetua l ' ossessione del viaggio con le calde note romanesche della stazione di Orte , e le acche aspirate di Arezzo e di Firenze , e il grasso erre petroniano di Bologna . E guardate come si diffonde la moda sgarbata e villana delle radio portatili ; l ' altra sera a Capri al caffè di piazza abbiam dovuto tutti sorbirci le insulse melodie che uscirono per ore da una di quelle scatolette , che avevano collocata sul tavolino una fanciulla vestita da odalisca e un giovanotto con un giubbone di cuoio decorato da lunghe frange sulla costata delle maniche e lungo l ' orlo , come usano , anzi come usavano , i cow boys del Texas . Frettolosi dunque e alacri sono gli italiani a prender su le invenzioni e i nuovi ritrovati ; ragione per cui , considerato che nei cinque anni da che la televisione trionfa negli altri Paesi da noi non si sono avuti che timidi esperimenti , c ' era la speranza , ripeto , che le difficoltà per introdurla da noi fossero gravissime , invincibili ; e si fosse magari scoperto che l ' atmosfera che ci avvolge , quella che ci dà così tersi cieli , così limpide luci all ' aurora e al tramonto , che imbeve di arcane dolcezze i nostri frutti e di solare vigore i vini , che la nostra cristallina atmosfera fosse inadatta alle onde televisive . E se questo non fosse , che almeno quelle difficoltà tecniche si opponessero a lungo , almeno per quei pochi lustri che restano alla fine della nostra vita ; après nous le déluge , o addirittura la fin del mondo che si annuncia per cento segni , scatenata da noi stessi , bambocci incoscienti che ci ostiniamo a giocare con i fiammiferi in un pagliaio e diamo via libera a neutroni e pulviscoli radioattivi senza conoscerne la natura , e potrebbero essere carichi dei più mortali veleni . E mortali o no , certi guasti pare abbiano già cominciato a farli ; sia perché alterano la composizione dell ' atmosfera saturandola troppo di elementi radioattivi , sia perché sottopongono i nostri sensi a bombardamenti di particelle che non gli si convengono , e che la Provvidenza aveva saggiamente imprigionato dentro l ' atomo , nella cassaforte del nucleo . Ma noi abbiamo infranto atomo nucleo e cassaforte ; ed ecco le stagioni alterare il loro corso , imperversare cicloni e tornados e terremoti e nubifragi con una violenza e una frequenza mai prima veduta ; basta un acquazzone di due o tre ore e i fiumi traboccano , le strade si spaccano , edifici che hanno sfidato i secoli si abbattono sotto il vento del temporale quasi trasportasse qualche ignota terribile forza . E forse quelle onde misteriose avvelenano anche il nostro spirito ; forse si deve agli scoppi di bombe atomiche nel Nevada , in Siberia , nel deserto australiano se troppe menti umane si sconvolgono , governanti impazzano , guidatori di treni e di aerei smarriscono d ' improvviso il dominio della macchina ; e cittadini integerrimi fino a ieri commettono delitti di atrocità mai pensata . La nostra speranza fu vana . Avremo la televisione in Italia , l ' abbiamo già , assai prima della fine del mondo ; anzi , se la fine del mondo avverrà a rate , e la nostra nazione sarà fra le ultime a scomparire , potremo goderci sullo schermo la visione del cataclisma in America o in Australia e rallegrarci per breve tempo di essere i fortunati e i sopravvissuti . Fra pochi mesi saranno già numerose sugli edifici quelle antenne fatte come un fusto di ombrello : ci saranno in tutti i bar quegli schermi con su la danza di spettrali figure , grige in una nebbia grigia ( per poco tempo , il David Sarnoff Research Center of the Radio Corporation of America ha già fatto esperimenti ben riusciti di televisione a colori ) . Per qualche tempo l ' alto costo degli apparecchi terrà immuni le famiglie borghesi e operaie da questo flagello ( ma vedrete come si agiteranno i giornali di sinistra perché anche al popolo sia concesso contagiarsi di questa tabe ) ; ma è inutile illudersi , gli apparecchi verranno a buon mercato , e con le vendite a rate accessibili a tutti . Se in questi anni l ' Italia è rimasta un po ' addietro , riprenderà il suo posto all ' avanguardia delle nazioni in marcia verso il progresso ; un progresso all ' ingiù , voglio dire , una società di analfabeti , di conformisti , di meccanizzati , in cui non ci sarà più posto per la varietà e l ' imprevisto della vita , per la libera scelta dell ' attività e dello svago . Che verso una società così si vada , è indubitato ; l ' umanità sarà sempre più schiava delle macchine , e dei pochi individui che abbiano la capacità o la potenza di manovrarle ; l ' intelligenza cederà il posto all ' istinto , i sensi si ottunderanno ; già oggi si vende in America una macchina chiamata Comfort Indicator ; cioè uno strumento che vi dice se siete comodi o no , perché il costruttore parte dal principio che la macchina può saperlo meglio di voi . L ' anno scorso , scrivendovi dall ' America , vi ho detto che mutamento la televisione ha portato o sta portando alla vita americana . Non soltanto la crisi del cinematografo , o una nuova violenta forma di propaganda politica , per cui ogni famiglia si tiene in casa sua per una mezz ' ora intiera , e più volte , il candidato dell ' uno e dell ' altro partito , lo sente e lo vede parlare come lo avesse dirimpetto , noverandogli i foruncoletti sulla pelle e le stille di sudore sulla fronte . Ma la televisione non ucciderà soltanto il cinematografo e il teatro , è sulla via di annullare quelli che sono stati finora i rapporti sociali e familiari , come già oggi la radio e il cinematografo hanno ucciso la conversazione . Proclamano i costruttori di apparecchi che la televisione ha ricostituito il focolare domestico , le famigliole non hanno più bisogno di uscire e disperdersi per questo o quello spettacolo perché hanno tutto in casa , si godono in pigiama e pantofole il cinema , l ' incontro di pugilato , la lezione politica , il pettegolezzo sociale , la dimostrazione dei pregi di questo o quell ' aggeggio domestico che prima andavano a farsi fare nel grande emporio ( ve l ' ho detto , gli americani hanno una mania per queste cose e gli piace l ' eloquenza della pubblicità ) , la biancheria intima della diva , la sfilata sulla quinta avenue . Ma verrà tempo in cui tutti vorranno stare a casa per vedere la sfilata e nessuno vorrà scomodarsi a sfilare ; occorrerà stabilire turni , dovrà intervenire la polizia per decidere chi debba dare spettacolo in piazza e chi possa comodamente assistervi . Ognuno di quei focolari domestici sarà chiuso e ostile agli estranei ; non si cercheranno più contatti con gli amici ai quali piacciono programmi diversi , si accetterà a malincuore un invito a casa d ' altri perché si sa che hanno altri gusti televisivi . Ci si duole in America che i bambini non vogliono più uscire per giocare all ' aperto ; passano il pomeriggio immobili davanti alla cassettina delle ombre e dei suoni , quasi ipnotizzati da visioni grossolane , da precetti ovvi , da verità pubblicitarie , da slogans politici , da battute umoristiche , da ritmi ossessionanti , senza scelta , senza discriminazione di genitori o di maestri . Perché questo è l ' aspetto più deprecabile della televisione ; subdolo strumento di dittatura nel campo dello spirito e della coscienza , tanto più inavvertita quanto più le immagini e i suoni la fanno seducente . Già oggi gli americani si imbevono giornalmente per ore e ore di spettacoli , di discorsi , di visioni , scelte dall ' arbitrio del ristretto ufficio di direzione di non so quante società di trasmissione , senza altra libertà che quella di passare da un programma all ' altro ; una lezione di anatomia , una gara di corsa , una lezione universitaria , la riunione di un consiglio di amministrazione , un concerto o le fruste arguzie di un comico , un comizio o un delitto , un parto cesareo o gli ultimi istanti di un noto personaggio . E poiché , come appare , più ancora di quanto la radio ed il cinema abbiano fatto finora , la televisione sta sostituendo ogni altra fonte di divertimento , di curiosità , di istruzione , o per lo meno sottrae gran tempo alle ore che possono essere destinate ad una qualsiasi attività intellettuale o artistica , è chiaro che quella oligarchia di direttori , coi loro gusti discutibili , le loro simpatie politiche , gli interessi a cui sono legati , finisce con l ' « imbottire i crani » , come si diceva una volta , e con molta maggiore efficacia di quando nacque quella frase , quando l ' « imbottitura » era fatta solo con discorsi in piazza , e senza altoparlanti . In America , almeno , le società trasmittenti sono molte , ed in concorrenza fra loro . Ma in Italia , secondo il nostro sistema - eravamo il popolo più individualista d ' Europa , oggi siamo più di ogni altro schiavi dei monopoli - avremo un solo ente trasmittente , í programmi saranno nell ' arbitrio di quel solo ente , eventuali visioni di società straniere dovranno passare al suo vaglio . Se la televisione prenderà in Italia la voga che ha preso in America , se davvero anche da noi diverrà l ' unica o quasi unica fonte di passatempo , di volgarizzazione , di diffusione di concetti politici , di gusti letterari ed artistici , di celebrazione di questo o quel principio o di questo o quell ' individuo , questa sola fonte sarà manipolata , dosata , conciata secondo la scelta , l ' estro , il capriccio , i preconcetti , le storture di poche persone . Paurosa eventualità , siano anche quelle poche persone le più intelligenti , le più eclettiche , le più liberali di tutta la nazione .
In veglia col tricolore sul luogo dove morirono ( Giovannini Giovanni , 1953 )
StampaQuotidiana ,
Trieste , 5 novembre - Il sangue è corso oggi a Trieste . Sotto il fuoco delle carabine della polizia civile , due triestini sono caduti : un ragazzo di 15 anni , Pietro Addobbati , figlio di un noto medico ; un uomo di 60 , Antonio Zavadil , cameriere . Decine sono i feriti e parecchi sembrano gravi ; centinaia i contusi . A tarda sera ancora continuano tafferugli , mentre echeggiano le grida dei dimostranti , le sirene della polizia e delle ambulanze , gli scrosci degli idranti . Già nel pomeriggio i negozi del centro erano stati chiusi mentre apparivano tricolori a mezz ' asta con un fiocco nero . Trieste è in lutto , Trieste è in fermento come non mai . Sembrava che le cose fossero andate lisce nelle due giornate tanto temute dalla polizia del 3 e del 4 novembre . C ' era stato , sì , due giorni fa l ' episodio del tricolore tolto a forza dalla facciata del Comune , e , ieri , i tafferugli provocati dal comportamento eccessivamente « energico » degli agenti ; ma , insomma , si era arrivati senza fatti gravi al 5 novembre . Anche lo sciopero studentesco di stamane sembrava destinato ad esaurirsi come tutti quelli precedenti . I ragazzi delle medie passavano a gruppi cantando e senza dar noia a nessuno , eccezion fatta per qualche fischio all ' indirizzo della polizia civile . Un contegno freddo degli agenti , abituati , del resto , a ben altri vituperi , avrebbe reso la giornata d ' oggi eguale a tante altre : gli ordini evidentemente erano stamane diversi , e diversi i nervi . In tenuta di guerra - elmetto , candelotti fumogeni , carabina - i poliziotti scorrazzavano con le jeeps coperte dalla rete metallica per ripararsi contro i sassi , con le motociclette , con gl ' idranti . Si fosse questo complesso formidabile di armati limitato a disperdere i gruppi di manifestanti , non avrebbe fatto che eseguire degli ordini . Ma impressionante era lo spirito che li animava , che li portava ad infierire contro chiunque all ' aspetto potesse sembrare uno studente . I manganelli si sono abbassati a tutto spiano finché da parte dei ragazzi non sono cominciate a volare le pietre : dove più c ' eran sassi , più la polizia si trovava di fronte a gente che l ' aspettava a piè fermo . Davanti alla chiesa di S . Antonio Nuovo , dove termina il grande canale che dal porto si addentra in città , tutta la piazza ha il selciato all ' aria per certi lavori del Comune . Questo , e il fatto che la polizia ha il suo quartier generale a cinquanta metri nella laterale via 30 Ottobre ( sulla sinistra di chi guarda il tempio ) spiegano perché tutti gli innumerevoli tafferugli abbiano avuto qui il loro epicentro . Verso le 11 un centinaio di studenti , davanti ad una carica a fondo degli agenti , dopo aver reagito a sassate ( veniva colpito a un braccio anche un colonnello americano ) si rifugiavano sul pronao della chiesa credendosi al sicuro . Senza un attimo di esitazione gli attaccanti , protetti dal getto degl ' idranti che allagavano l ' interno del tempio , irrompevano fino all ' altare maggiore picchiando implacabilmente tutti coloro che trovavano a portata di mano . Esterrefatto , un vecchio sacerdote che , caduto in ginocchio , implorava la fine di tanta furia , si sentiva urtare e urlare : « Zitto tu , politicante , non prete » . Quando la polizia si è allontanata trascinando con sé una trentina di ragazzi , c ' erano sul pavimento vaste chiazze di sangue . Appena informato dell ' accaduto , il vescovo monsignor Santin dichiarava sconsacrata la chiesa e indiceva la cerimonia di riconsacrazione per le quattro del pomeriggio . Intanto , col sopraggiungere del mezzogiorno , ogni manifestazione era cessata e la città stava riprendendo il suo volto normale . Il rito pomeridiano voleva essere una cancellazione di quanto di sacrilego era successo , un segno di pacificazione . Davanti a S . Antonio , oggi alle quattro , più che ragazzi c ' erano delle donne e persone anziane in attesa che le porte venissero aperte all ' officiante . Noi c ' eravamo per puro dovere di cronaca , non perché fosse successo niente : questo ci permette ora di fornire una relazione obiettiva di quanto è successo . Il parroco di S . Antonio , mons . Giovanni Grego , è apparso sul pronao , preceduto da chierici con la Croce astata e circondato da sacerdoti in stola bianca . La folla , cinquecento o seicento persone , aveva appena fatto il segno della Croce quando dalla via laterale di sinistra - via Dante - è avanzata una jeep , e dalla via laterale di destra - via 30 Ottobre , dove , come abbiam detto , ha sede il comando della polizia - un gruppetto di agenti . Un senso di irritazione è sorto spontaneo anche in chi triestino non è : « Perché costoro vengono dopo tutto quello che è successo stamane , a farsi vedere qui dove la gente è riunita per pregare ? » . Nei triestini ( notate , la cosa è importante , perché non è frequente , non solo nei giovani , ma in tutti gli uomini , donne e vecchi ) più che di irritazione il senso è stato di risentimento e di sdegno . All ' apparire della polizia si ebbero gli stessi effetti dello sfregamento di un fiammifero : per quanto in principio le persone ai margini dell ' assembramento consigliassero con buoni accenti di allontanarsi , tutti hanno avuto netta l ' impressione che il « via » a qualcosa di grave era stato dato e che niente avrebbe fermato il corso delle cose . Intendiamoci , tafferugli , zuffe , arresti , sì : ma non certo spargimento di sangue . C ' era quella Croce come garanzia , sull ' alto della scalinata ; c ' erano quei sacerdoti con le parole di pace e di fede . Han continuato i preti imperturbabili nelle loro lunghe preghiere . Ma la folla non li ascoltava più ; si alzava un fischio solo contro i perturbatori ; e già s ' abbassavano i primi pugni . Reagivano violentemente i poliziotti , ma davanti alla chiesa i ragazzi non davano indietro e ponevano mano alle pietre . Ed erano gli agenti ad indietreggiare , a ritirarsi in via 30 Ottobre . L ' episodio avrebbe potuto aver termine a questo punto : il breve corteggio di sacerdoti scendeva infatti la scalinata ed iniziava il rituale giro del tempio ; ma gli animi erano esasperati e i due gruppi erano lì , uno di fronte all ' altro , ad una cinquantina di metri : i poliziotti dalla via 30 Ottobre , i ragazzi allo sbocco della strada nella piazza . Nell ' effettuare la loro inoffensiva sassaiola , i « muli » Si guardavano di tanto in tanto ai fianchi e alle spalle , temendo di sentirsi arrivare addosso i getti d ' acqua degli idranti . Invece , di fronte , è arrivato del piombo e della morte . È stata una cosa così improvvisa ed assurda che , mentre balzavamo al riparo , dietro una colonna , ci sentivamo ridicoli . Avevano sparato a salve , si capisce . E quando abbiam guardato vicino a noi e abbiam visto a terra , immoto , il corpo di un ragazzo quindicenne con una chiazza rossa che si allargava sempre più nella polvere , siamo rimasti incerti , sbalorditi , atterriti . Non avevano sparato a salve - come in uso da parte di qualsiasi per quanto barbaro occupante - avevano sparato duecento colpi di carabina con del buon piombo : non in aria , ma tranquillamente , fermi davanti a sé . Tanto che l ' altro morto , l ' uomo di sessant ' anni , è stato abbattuto non in piazza , ma al di là , lontano , mentre attraversava per i fatti suoi la strada . E così , molti dei feriti da arma da fuoco . Avessero tirato a salve o per aria , tutti sarebbero scappati ; così , tutti sono rimasti . Il giovane Addobbati era caduto fulminato al cuore , su una bandiera : il tricolore intriso di sangue è stato issato su una trave . E di colpo centinaia di ragazzi hanno fatto letteralmente sparire il selciato : volavano le pietre in una ondata ininterrotta , come in una battaglia antica , mentre allo sbocco di via 30 Ottobre sorgeva una barricata . Sfondata una baracca di sterratori , pali aste vanghe e picconi passavano di mano in mano . Inutilmente anche con gli idranti la polizia è venuta a più riprese all ' assalto di fronte : ha dovuto , dopo un ' ora , decidersi ad infiltrarsi sui fianchi , minacciando nuove sparatorie . Anche gli ultimi dei più accaniti ragazzi hanno dovuto rifugiarsi nel tempio , mentre gli agenti accerchiavano in forze l ' edificio . Mons . Grego , che non aveva mai interrotto il rito della riconsacrazione , lo concludeva davanti ad una folla ansante , eccitata . La voce del sacerdote si è levata quieta contro « il sacrilegio commesso in mattinata da chi l ' ordine doveva proteggere » , e contro « lo spettacolo barbaro di persecuzioni verso chi nutre sentimenti che Dio non contrasta » , auspicando « la fine delle barbarie , per l ' amore di Nostro Signore » . Quando i primi hanno provato ad uscire dal tempio si sono trovati davanti i cordoni della polizia che arrestava tutti i giovani , lasciando passare solo le persone anziane e le donne . Né questo atteggiamento è parso sufficiente a quel reparto scelto della polizia , il Nucleo nobile , che aveva condotto la brillante azione bellica di poco prima : tanto che perfino tra agenti sono sorte contestazioni . Nella confusione generale è sopraggiunto il vescovo mons . Santin e tutti hanno approfittato del momento per allontanarsi . Impegnata in forze in chiesa , la polizia non aveva potuto occuparsi del resto della città : altri gruppi di giovani avevano dato l ' assalto a locali e edifici - il Regina , il NAAFI - occupati dagli inglesi . È stata vista bruciare anche qualche macchina e qualche motocicletta . Poi , verso le 19 , quasi duemila persone si sono trovate riunite sul Corso verso il Municipio , dove hanno issato il tricolore . Si era poi sparsa la voce che ci fosse un terzo morto ( e vi era stato effettivamente , ma per sincope , al rumore degli spari ; si tratta di tale Mario Lugnani , impiegato della Banca Commerciale ) e il furore era aumentato . Ma di pari passo era aumentato il furore della polizia per replicare con cariche a piedi e in motocicletta . Citiamo un esempio solo : il medico della Croce Rossa , dottor Sergio Biagini , mentre provvedeva al trasporto di un dimostrante contuso in piazza unità , veniva selvaggiamente aggredito a colpi di calcio di fucile da un poliziotto e riportava a sua volta ferite guaribili in parecchi giorni . Gli agenti avevano così evidentemente perso la testa che ad un certo momento il comando militare ha deciso di far uscire reparti americani e soprattutto inglesi in assetto di guerra . Con calma anglosassone i soldati si sono limitati a presidiare i punti che venivano loro affidati , incuranti dei tafferugli che continuavano a svolgersi intorno ad essi . Alle 20 veniva diffuso dalla radio un comunicato del generale Winterton con la singolare - diciamo così - affermazione che , « davanti ad una serie di attacchi al comando di polizia , gli agenti avevano dovuto reagire con una salve e che nell ' incidente si erano lamentati due morti » . Secondo il comunicato del generale i feriti sarebbero 25 , di cui uno grave ; stando alle ultime notizie sono , invece , 40 , di cui 9 ( tutti di arma da fuoco ) gravi ; si è dovuto procedere a quattro interventi chirurgici d ' urgenza . Il comunicato ufficiale depreca poi l ' azione di elementi irresponsabili che hanno provocato « un certo numero di vittime » e dà pure assicurazione che saranno presi gli opportuni provvedimenti . Anche il consigliere politico italiano , prof. De Castro , ha trasmesso per radio un appello alla calma « per evitare incidenti che potrebbero influire sulla situazione internazionale » . Mentre trasmettiamo la situazione si è tutt ' altro che normalizzata : un po ' dappertutto gruppi di giovani e di poliziotti si fronteggiano sorvegliandosi a vicenda : a metà della centrale via Carducci si segnala un ammassamento di alcune centinaia di persone ; di tanto in tanto al passaggio degli agenti la sassaiola riprende . In Comune la Giunta si è riunita d ' urgenza ed ha steso la seguente dichiarazione : « Di fronte alla gravità dei fatti di oggi , si deplora la carenza di responsabilità , si protesta contro gli eccessi di una reazione sproporzionata alle spontanee manifestazioni di popolo , fino alla profanazione di un luogo sacro ; si chiede una immediata rigorosa inchiesta per l ' accertamento delle responsabilità dell ' uso delle armi , e la punizione dei responsabili . La Giunta ritiene inoltre opportuno che la polizia rimanga consegnata in caserma e che la tutela dell ' ordine pubblico sia temporaneamente affidata alle forze militari » . I funerali delle vittime avranno luogo ( la data non è sicura : ma sembra sabato ) a spese del Comune ; la seduta straordinaria del Consiglio sarà domani sera dedicata alla commemorazione ed alla protesta . I partiti triestini hanno chiesto che la polizia civile passi immediatamente alle dipendenze del direttore per gli Interni del governo militare alleato , prefetto Memmo . Intanto all ' Ospedale Maggiore si veglia per salvare i feriti più gravi : per uno , Paolo Ferrari , di 20 anni , le speranze sono tenuissime . Quando il dott. Francesco Addobbati ha sentito oggi nel pomeriggio che c ' era stata una sparatoria in città , si è precipitato all ' ospedale per offrire la sua opera ed ha trovato il sindaco e i medici attorno a un lettino dove era steso un ragazzo di quindici anni con una coccarda tricolore sul cuore squarciato : era suo figlio Pietro che così ha visto per l ' ultima volta . Sia la Camera del Lavoro ( CISL e UIL ) che i sindacati unici ( CGIL ) hanno proclamato lo sciopero generale per domani . Già stasera si è cominciato a fermare molte vetture tranviarie . A mezzanotte sono entrati in sciopero i ferrovieri . Hanno già aderito alla sospensione di domani gli insegnanti di tutte le categorie . Davanti a S . Antonio Nuovo nei punti dove Addobbati e Zavadil sono caduti , sono sorti stasera dei tumuli infiorati e coperti del tricolore , accanto ai quali i triestini veglieranno per tutta la notte .
L'esultanza nella città giuliana ( Rosso Francesco , 1954 )
StampaQuotidiana ,
Trieste , 5 ottobre - D ' improvviso , quasi magicamente , oggi Trieste si è tutta vestita di tricolore . Fu come se i triestini si fossero passata tacitamente la voce ; alle 11 di questa mattina , sotto un cielo livido , percorso da un freddo vento di tramontana , la città ha indossato il tricolore , senza attendere la conferma ufficiale che l ' accordo era stato raggiunto . Probabilmente , anche se l ' accordo non fosse stato firmato a Londra , per un qualsiasi ostacolo sorto all ' ultimo istante la città avrebbe ugualmente pavesato tutte le sue case con le migliaia e migliaia di bandiere cucite in tutta fretta in questi ultimi giorni , tanta era l ' ansia di sfogare alla fine il desiderio covato per quasi dieci anni . Dalle 11 di stamane , quando le pietre delle case sono miracolosamente fiorite di bandiere , Trieste è scesa nelle strade ad attendere una voce che confermasse le notizie ormai di dominio pubblico , ma ancor prive del crisma ufficiale . Passarono due ore , durante le quali i triestini continuarono a passeggiare lentamente lungo le strade che sfociano come tortuosi fiumi su piazza dell ' Unità . Alle 13 la grande piazza era già colma di folla fino a straripare sul lungomare . Dai palazzi privati , come dovunque , pendevano drappi tricolori . Soltanto la facciata del Municipio rimaneva sgombra , un ' isola nera in quel cantante garrir di bandiere . Alle 13 la radio diede l ' annuncio che l ' accordo era stato firmato , e scoppiò il primo applauso , subito spento dalla voce dell ' annunciatore , che pregava di rimanere in ascolto perché alle 14 il generale Winterton avrebbe rivolto un proclama ai triestini . Un po ' delusa , la folla abbandonò la piazza , ritornò a casa , ma per breve tempo . Benché nessuno avesse detto nulla , per una di quelle intuizioni che guidano sotterraneamente certe azioni umane , i triestini ritornarono in piazza dell ' Unità per le ore 14 , puntualissimi ; sapevano che l ' ora panica della loro città stava per scoccare . E scoccò , infatti , puntualmente alle 14 , quando una voce anonima , ampliata dai diffusori , gridò : « Issate le bandiere ! » . Per un momento la folla fu come inghiottita da un gorgo di silenzio . Si udiva il saettar veloce dei colombi nel cielo grigio , mentre sul pennone del Palazzo municipale , lentamente , per la prima volta dopo dieci anni , saliva la bandiera italiana . Da quel silenzio esplose l ' urlo della folla : « Italia ! Italia ! » , e la eco dilagò per strade , vie , corsi , ripetuta dalla moltitudine che non aveva trovato posto nella piazza . Dai diffusori uscivano le note dell ' Inno di Mameli , e la folla cantò in coro , un canto irrefrenabile , una gioia di espandersi alfine senza timore nel manifestare i propri sentimenti . Sul nereggiare vasto della piazza gremita il mare appariva come un nastro grigio su cui il molo Audace era , solo e deserto , come un grande ponte proteso ad attendere le truppe italiane che , come già il 3 novembre 1918 , quando si compì il secondo Risorgimento nostro , sarebbero ancora sbarcate . Sul mare , come in un fiabesco scenario , sfilavano bianche imbarcazioni con gli alti pennoni pavesati di tricolore . Alcuni mortaretti spararono salve di colpi . I canti , gli evviva , le grida di giubilo erano tutti diretti ai balconi del Municipio , benché si sapesse che il sindaco Bartoli , ancora degente all ' ospedale per un intervento chirurgico ad un occhio , non sarebbe comparso . D ' improvviso la folla fece dietrofront , si rivolse al mare . Sui due alti pennoni rossi , terminanti in due alabarde dorate , salirono lentamente due grandi bandiere : il tricolore ed il rosso drappo alabardato della città che si gonfiarono nel vento . Fu questo il momento culminante della giornata triestina . Diede l ' esempio il ministro Fracassi , che si voltò ad abbracciare colui che gli stava più accosto , e tutti i triestini lo imitarono : tutti si abbracciavano , si stringevano forte le spalle , si baciavano . E tutti piangevano , non soltanto le donne , ma anche i giovani , e vecchi signori , che avevano fino allora affettato una imperturbabile serenità pur nell ' esultanza , stringevano fra le braccia lo sconosciuto concittadino , piangevano silenziosamente . E su quel mare di folla commossa continuavano a piovere le note degli inni , alcuni gravi e solenni , altri scattanti e gioiosi . La commozione toccò il parossismo quando dai diffusori echeggiarono le note del Piave . Allora la folla non ebbe più ritegno nell ' esprimere la sua ardente gioia , ed il canto del fiume sacro alla Patria straripò , gonfio dei ricordi che destava in questa città due volte redenta . Nella pausa di silenzio che seguì , l ' assessore anziano Sciolis lesse il messaggio che il sindaco Bartoli aveva scritto per i suoi concittadini : « L ' Italia ritorna » incominciava il messaggio , e ripeteva , come un Leitmotiv , la frase che ogni volta destava gli irrefrenabili applausi della folla , « d ' Italia ritorna » . Chi è lontano non può rendersi conto esatto di ciò che significano queste parole per í triestini . Forse a torto può anche pensare che la rettorica patriottica non sia stata totalmente assente da questa manifestazione . Ma tutto ciò che hanno fatto oggi i triestini era così schietto , spontaneo , vero che tutto diventava accettabile . In mezzo a tanto tripudio non si è verificato alcun incidente . Gli agenti della polizia militare inglese in servizio di ordine , che giravano con le loro camionette per le vie pavesate di bandiere , sorridevano comprensivi se li investiva qualche selva di fischi che partivano da gruppi di studenti incolonnati . Alle 18.30 , dopo i rituali squilli dell ' « attenti » , in piazza dell ' Unità avvenne l ' ammainabandiera , e fu ancora una esplosione gioiosa dei triestini , certi che quelle bandiere sarebbero tornate l ' indomani a garrire libere nel cielo immenso . Questa sera non si sapeva ancora con esattezza dove passerà la nuova linea di demarcazione . Il ministro Fracassi durante una conferenza stampa per illustrare ai giornalisti il testo dell ' accordo ha confessato di non conoscere con precisione le rettifiche di confine , apportate all ' attuale linea fra le due zone ; non ha ancora ricevuto da Roma la carta geografica a cui il testo dell ' accordo fa continuo riferimento . È però certo , ormai , che Crevatini ed Albaro Vescovà saranno assegnati alla Jugoslavia . Le genti di queste piccole frazioni di Muggia stanno vivendo ore di ansia . « Che cosa dobbiamo fare ? » domandano a chi si ferma a parlare con loro . E per non essere presi alla sprovvista , temendo di dover sgombrare da un istante all ' altro , ammucchiano le masserizie , spogliano persino porte e finestre degli infissi . Il ministro Fracassi ha insistito perché si renda noto a questa gente che secondo l ' articolo 8 dell ' accordo , gli abitanti delle due Zone che vogliono spostarsi hanno tempo un anno intero per sistemare convenientemente le loro cose , senza compiere gesti affrettati che si risolverebbero in un grave danno . Le stesse cose ha ribadito il gen. Winterton in un proclama alla cittadinanza . Con pacatezza , badando al sodo della questione , il generale inglese ha preferito rassicurare alcune classi di cittadini che temevano di perdere il posto con il mutamento dell ' amministrazione . Dopo i luttuosi avvenimenti del 4 novembre scorso , si era diffusa la voce che molti degli attuali seimila agenti della polizia civile giuliana sarebbero stati licenziati con il passaggio dell ' amministrazione della « Zona A » all ' Italia ; il gen. Winterton li ha tranquillizzati : il Governo italiano ha garantito che tutti manterranno il loro impiego . Domani , nelle prime ore del pomeriggio , il comandante alleato riceverà nel castello di Duino il gen. De Renzi , designato dal Governo italiano per concordare il trapasso dei poteri . Le truppe americane - come è stato annunciato oggi - saranno evacuate dalla « Zona A » per ferrovia , con convogli motorizzati e a bordo di navi temporaneamente accantonate a Livorno . I primi movimenti hanno avuto inizio già oggi . Agli americani , nello spazio di un mese , faranno seguito gli inglesi . A notte la folla continuava a camminare per le strade , ad ingrossare i cortei , a sventolare bandiere , a cantare instancabilmente . Nelle ombre della sera , sotto un cielo fattosi chiaro come un cristallo , le luminarie tricolori avvampavano da balconi e finestre , illuminando i volti accesi delle ragazze che in colonna , a gruppi o isolate , cantavano : « O Italia , o Italia del mio cuore - tu ci vieni a liberar » . Anche il torrione di San Giusto è stato illuminato . La grande campana di Trieste non ha suonato per la giornata solenne , ma la torre anche se danneggiata dal tempo era accesa come un faro e illuminava col riverbero il molo Audace , a cui fra pochi giorni attraccheranno le navi che porteranno le truppe italiane .
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Roma , 3 febbraio - I deputati La Malfa , Li Causi e Mancini hanno presentato oggi alla Camera interrogazioni urgenti per conoscere il parere del Governo sul caso dell ' arresto , avvenuto in Sicilia , presso Partinico , dello scrittore cattolico Danilo Dolci , apostolo laico per la redenzione di una delle più misere popolazioni siciliane - quella di Trappeto - il quale i giorni scorsi aveva indetto uno sciopero della fame , cui si erano associati , per ventiquattr ' ore , duecento pescatori della zona . Abituati al digiuno per secolare maledizione della povertà che li mortifica , ed anzi quasi spiritualmente fortificati da una preparazione veramente congrua al loro stato , i duecento affamati si sono quindi accinti ad un lavoro volontario di pubblica utilità : la riparazione di una trazzera . Oltre a Danilo Dolci , sono stati difatti messi nel carcere palermitano dell ' Ucciardone alcuni braccianti , qualche sindacalista e uno studente universitario . Sul loro conto e sulla natura dei fatti , il Governo purtroppo non ha saputo dire nulla ai deputati che lo interrogavano . Il sottosegretario Pugliese ha risposto di non essere in possesso di notizie precise e ha formulato l ' opinione che i deputati interroganti avrebbero dovuto contentarsi di una risposta scritta che sarebbe loro stata inviata uno dei prossimi giorni . La Malfa , deputato repubblicano , ha replicato vivacemente : « L ' episodio di Partinico è davvero paradossale » egli ha detto . « Danilo Dolci è stato arrestato per conduzione abusiva di lavori su luogo pubblico , mentre a tutti sono note le condizioni delle trazzere siciliane che giustificano veramente qualunque intervento per migliorarle . » Il socialista Mancini e il comunista Li Causi si sono associati alle parole di La Malfa , e finalmente si è deciso che il Governo risponderà nel merito dei fatti di Partinico in occasione della prima seduta dopo la ripresa parlamentare , cioè il 14 febbraio alle ore 17 . Di qui al 14 febbraio Danilo Dolci starà intanto in prigione ? Se questa è la sua sorte , egli probabilmente non la considererebbe come la conseguenza peggiore determinata dalla situazione . Personalmente abituato a prigioni e a digiuni , vi è assuefatto e non li cura come eventi terribili , ma soltanto piuttosto come incidenti del suo mestiere di missionario laico , di apostolo volontario della redenzione di uno dei paesi più poveri d ' Italia . Missionario ed apostolo non sono termini consueti nel linguaggio della polizia , e Dolci infatti è stato indicato in un rapporto del commissariato di PS di Partinico con la qualifica più usuale di « noto agitatore » . Di origine trentina , architetto per gli studi compiuti con successo , Danilo Dolci è un uomo calmo , affatto maturo , fisicamente forte e moralmente armato . Di lui ha scritto Norberto Bobbio nella prefazione ad un libro che ha avuto molta meritata fortuna ( D . Dolci , Banditi a Partinico , Ed . Laterza 1955 ) che « a vederlo dà un ' impressione tranquillante di forza rattenuta e benefica , di interiore riposatezza , di calma sorvegliata e inattaccabile , senza increspature , di una mansuetudine più forte di ogni impeto » . Il ritratto è preciso : una decina di giorni fa , Dolci era a Roma e si aggirava nei ritrovi e nei salotti per procurarsi adesioni alla sua impresa che pacatamente andava spiegando con molta semplicità . Il cosiddetto « noto agitatore » aveva già compiuto un primo tirocinio a Nomadelfia con don Zeno Saltini . Poi , all ' inizio del 1952 , era andato da solo a Trappeto , uno del paesi più miserabili della Sicilia , centro del banditismo allora assurto ad evento nazionale . Vi era già stato da ragazzo con la famiglia essendo il padre ferroviere : « Danilo arrivau a lu Trappitu con trenta lire in tasca ' nu bellu jornu co lu trenu dell ' una » oggi raccontano di lui per le strade di Partinico . Tornava per dividere , consapevolmente , la miserabile vita della parte più miserabile di quella popolazione , e non già per tentare esperienze politico - sindacali , o tanto peggio letterarie . La via che aveva scelto era difatti di non accettare la distinzione fra il predicare e l ' agire ma di far risaltare la buona predica dalla buona azione e non lasciando ad altri la cura di provvedere : ma cominciando col pagare di persona . Pagò difatti - e quanto - insieme ai poveri ai quali si è associato . Il primo sciopero della fame lo compì per protesta avendo visto un bimbo che era morto di fame : perché in Italia , in qualche angolo , si può ancora morire di denutrizione . Il suo gesto servì perché arrivasse qualche provvidenza , insufficiente , come è ovvio , a risolvere la situazione ; ma da quel giorno , almeno , i bimbi di Trappeto non morirono più solamente per fame . Danilo intanto si è sposato con la vedova di un pescatore del luogo , adottandone i figli , ed ha vissuto in lotta contro la diffidenza delle autorità che lo considerano un agitatore , e contro l ' incomprensione di una certa parte della stessa popolazione . Sollevarla al livello della dignità umana è l ' impegno maggiore di Danilo Dolci , che nei salotti romani sere fa ne andava parlando con profonda convinzione : « Sarebbe veramente una jattura che l ' opera iniziata si dovesse arrestare . Abbiamo indotto i pescatori , i braccianti , i disoccupati a considerare in modo nuovo il loro destino ; a sentirsi uomini . Faremo un digiuno per dimostrare il carattere religioso della nostra azione , e poi ci metteremo a lavorare ma non come ribelli ; semplicemente come cittadini che invocano l ' applicazione dell ' art. 4 della Costituzione . A Trappeto , lo hanno tutti imparato a memoria . Abbiamo diffuso volantini e affisso manifesti con uno stampato : " La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e a promuovere le condizioni che rendano effettivo questo diritto " . Siamo ribelli forse ? Non siamo ribelli : anzi cerchiamo di sradicare le cause secolari del banditismo » . Queste le dichiarazioni del Dolci contro il quale la legge viene applicata in tutta la sua severità . Ma è da notare , come scrive stasera la non sospetta agenzia Italia , che fino ad ora l ' attività di Dolci era stata seguita con interesse , ufficialmente , e non sono mancati indizi espliciti di autorevoli adesioni . Recentemente la TV ha dedicato al Dolci una trasmissione nell ' ambito di una rubrica riservata ai giovani , ed in tale occasione gli fu possibile esprimere la sua valutazione sulla situazione di Partinico . « Evidentemente » scrive la agenzia « occorreva scegliere tra il considerare il Dolci un pericoloso sovvertitore e non offrirgli pertanto una autorevole tribuna come la TV , oppure ritenerlo soltanto come un animatore sociale , e allora sarebbe stato più opportuno operare in modo che non si determinassero le condizioni per provvedimenti addirittura limitativi della sua libertà » .
DOMANI È UN ALTRO GIORNO ( Palazzeschi Aldo , 1951 )
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« Se questo film riuscirà a salvare una sola vita umana , lo scopo del suo autore sarà raggiunto » . Con queste parole Léonide Moguy chiude il suo film su quello che è il problema più triste della vita sociale : il suicidio . Noi diremo di più , se anche questo film non riuscisse a salvare una sola vita umana quest ' opera sarebbe degna di encomio ugualmente . Non è certo in queste cronache che possiamo abbordare un tema di tanta delicatezza e complessità . Le difficoltà e avversità a un certo punto paralizzano nell ' individuo la forza di resistenza , di reagire , fanno tacere in lui la voce del più sicuro amico : la speranza . Ragione per cui , pensa Moguy , se questa forza si estingue nell ' interno dobbiamo tentare tutti i mezzi per infonderla dall ' esterno . E la più bella frase la dice il giornalista Sorrentino per incuorare la fanciulla smarrita : « ricordati che i buoni sono più numerosi dei cattivi » . Secondo Moguy causa preponderante sarebbe la solitudine che spinge una persona alla disperazione e all ' errore ; i casi trattati rivestono tutti questo carattere : la giovane sposa infedele che ha perduto il marito e l ' amante , la fanciulla rimasta sola e caduta in mano di un turpe sfruttatore , la vedova cui viene ucciso l ' ultimo compagno : il cane , la ragazza di famiglia ricca e trascurata dalla madre donna del gran mondo e che , avida di tenerezza , cade col primo ragazzaccio che le fa intravedere l ' amore . Esempi di esseri particolarmente deboli , ragione per cui ci sarebbe piaciuto in mezzo un caso maschile , uno che tutte le apparenze ci facevano ritenere forte e che per tale atto ci ha dimostrato la sua estrema debolezza . Fatti presi dalla realtà quotidiana , e anche questo conta poco , un fatto avvenuto realmente può diventare convenzionale nell ' arte , e uno insensato apparire della più scottante realtà . Realtà non accettata con freddezza e tanto meno con compiacimento da un uomo che ha ancora piena fiducia nei propri simili e in una vita migliore . Il pericolo di questo genere è la retorica , e che il film degeneri in una lagna , pericolo che Moguy è riuscito a schivare . Vediamo con soddisfazione che ha saputo circondarsi di ottimi collaboratori per la stesura italiana , quali Domenico Meccoli e Giorgio Prosperi ' . Bravi gli attori : Lamberti Sorrentino e Aldo Silvani nelle loro vesti paterne e Arnoldo Foà in quella del lenone . Fra le donne incontriamo due aurore e un tramonto : Anna Maria Pierangeli e Anna Maria Ferrero , e Rina de Liguoro che lasciammo bella e bruna Messalina e che oggi ritroviamo , ahinoi ! , vedova inconsolabile , coi capelli bianchi .
StampaPeriodica ,
Sempre novità , alla TV , sempre idee fresche rampollano , zampillano , sgorgano , sprizzano , pullulano , esplodono , da quei cervelli vulcanici di questo ente perpetuamente spregiatore d ' ogni via già da esso battuta , sempre insoddisfatto del già fatto e avido di battere sentieri nuovi e inusitati , per quello spirto guerrier ch ' entro gli rugge . Ecco che adesso , quand ' uno meno se l ' aspettava , to ' , chi si rivede ? Perry Mason ! Anche Perry Mason ! Il Perry numero due della nostra TV . Non bastava il Perry numero uno , il Perry per eccellenza , o Perry Como che dir si voglia . Si vede che , nell ' ansia di battere vie nuove e inusitate , la nostra TV è rimasta proprio a secco se ormai richiama in servizio tutti i Perry vecchi del mestiere . Una paurosa ondata di Perry , muovendo dalle lontane Americhe , si abbatte sui nostri teleschermi , un ' area depressa di Perry incombe sul basso Tirreno , si profila una minacciosa inflazione di Perry , la nostra TV è un tripudio , un ' orgia di Perry . E , data la statura fisica , oltre che morale , di questi colossi della televisione nordamericana , direi che la nostra TV è scesa ai Perry corti . Quanto al Perry II , si tratta , come tutti sanno , d ' una serie d ' importanti film altamente istruttivi , appartenenti al genere giallo , o poliziesco . Il protagonista non è propriamente un poliziotto . È un avvocato . Ma uno strano tipo di avvocato . Non è precisato se sia civilista o penalista . Si direbbe penalista , date le sue predilezioni per le indagini criminali e la sua tendenza ad occuparsi di faccende in cui ci siano cadaveri , colpi di pistola , pugnalate , veleni fulminanti . Ma potrebbe essere anche civilista , perché tali indagini egli conduce esclusivamente in veste di curatore degli interessi di qualcuno , di solito la vittima , o futura vittima . Certo è che non deve aver mai visto un ' aula di tribunale . Non avrebbe nemmeno il tempo materiale di vederla . Va dappertutto , meno che in tribunale . Inoltre , cosa insolita per un avvocato , non difende mai i malviventi . Al contrario , ha giurato odio contro essi , s ' è votato al loro sterminio . E lo fa non soltanto disinteressatamente , ma direi addirittura contro i propri interessi , in quanto spesso deve mandare a monte grossi affari e proficue occupazioni per dedicarsi alla persecuzione dei delinquenti . In verità , non lo fa mai con troppo entusiasmo . E questo è un altro aspetto caratteristico della sua complessa personalità . Lo fa sempre di contraggenio . Per solito vi è trascinato , diciamo così , per i capelli , dalla sua segretaria Stella , o Bella , o Della ; non ho afferrato bene il nome . Costei conosce il debole del suo principale . Sa che , quando arriva la telefonata di qualcuno che ha bisogno di lui , Perry dirà subito che non può , che non vuole occuparsi del nuovo caso . Anche perché i casi , sempre ingarbugliati , gli capitano invariabilmente mentre egli , avendo deciso di andare a prendersi qualche giorno di meritato riposo sulle spiagge della Florida , o a Parigi , sta infilandosi il cappotto per correre a pigliar l ' aereo . Naturalmente , comincia perciò col dire : " Non se ne parla nemmeno . " Anche perché , malgrado gli capiti sempre questo contrattempo , egli si ostina a comperare i biglietti dell ' aereo prima d ' essersi accertato che non ci siano delitti in vista . E invariabilmente i biglietti vanno perduti , perché Della , o Bella , o Stella , lo lascia dire ; poi a poco a poco lo convince a rinunziare al viaggio e ad assumere il nuovo incarico . Allora , molto contrariato , il bravo Perry si ritoglie il cappotto , s ' attacca al telefono e da questo momento il giallo comincia . Ci sono poliziotti che deducono , altri che procedono per via d ' intuizioni , altri che si buttano a indovinare . Perry Mason non appartiene a nessuna di queste scuole . Egli , come già avemmo occasione di rilevare , riesce a scoprire il delitto e gli autori di esso con un metodo tutto suo , consistente nel lasciarsi illuminare dallo Spirito Santo . Difatti , non risulta chiaro in virtù di quali elementi egli arrivi alla soluzione dell ' enigma . Si abbandona a un certo numero di azioni apparentemente inconsulte ( e tali sono , non avendo di solito alcun legame con l ' affare di cui si sta occupando ) ; a un certo punto , là ! , non si sa come né perché , scopre tutto . Il più straordinario è , poi , che spesso scopre il delitto prima che esso avvenga . Perché la sua clientela è prevalentemente composta di vecchie signore fatte segno a ricatti , di vecchi signori minacciati di morte , o di vecchi avanzi di galera che in tempi lontani si macchiarono di qualche misfatto ai danni di un mascalzone più mascalzone di loro , che ora rispunta all ' orizzonte , deciso a far pagare il fio al furfante per bene . In tutti questi casi Perry Como ... pardon , Perry Mason ( con tutti questi Perry si finisce col perder la testa ) interviene e riesce ad assicurare alla giustizia il colpevole , o il futuro colpevole ... se il delitto non è stato ancora compiuto . Come si vede , abbiamo in Perry un prezioso ausiliario della polizia . Malgrado questo , inesplicabilmente egli si ostina ad agire tenendo la polizia all ' oscuro della propria azione , e spesso mettendosi addirittura in conflitto con essa . E , cosa anche più sorprendente , la polizia è seccatissima di questo provvidenziale aiuto , non fa che metter bastoni fra le ruote di Perry e sovente lo minaccia perfino di arresto . Ho detto " la polizia " , ma il termine non è del tutto esatto . Meglio si sarebbe detto " il tenente Tragg " . Perché , a giudicare da questi film , nel paese dove agisce il Mason , e che pure è una grande e popolosa città degli Stati Uniti ( forse addirittura New York , o Chicago ) , anzi nell ' intiero Stato , e forse nell ' intiera nazione , non esiste che un solo poliziotto , il citato tenente Tragg della Squadra omicidi . Di qualunque specie di delitti o di futuri delitti Perry si occupi , assassinio o rapina , furto con scasso o ricatto , diffamazione o truffa ; a qualunque ora del giorno o della notte , in qualsiasi stagione , direi perfino in qualunque località della Repubblica stellata , Perry Mason si trova sempre sulla strada , ad occuparsi del medesimo affare , il succitato tenente Tragg . Il quale , tra parentesi , è un disgraziato che non ne azzecca una . Si ostina a seguire piste sbagliate , formula ipotesi cretine , piglia granchi su granchi . Dev ' essere anche un po ' rimbambito a causa dell ' età . Difatti , nonostante il grado di tenente , è un vecchiotto con un aspetto di contadino , più che d ' uno di quegli scientifici deduttori che caratterizzano la polizia americana nei drammi gialli ; sempre con un vecchio lobbia sulla nuca , non capisce niente , non indovina niente , arriva sempre in ritardo e tutta la sua azione si limita , in sostanza , alla formulazione di oscure minacce nei riguardi di Perry , con frasi come : " Badate , Perry , voi state tirando un po ' troppo la corda ... State giocando un gioco pericoloso ... Vi incriminerò . Vi deferirò alla Corte marziale ... " E , benché abbia continue prove che Perry è un suo prezioso alleato , l ' imbecille sospetta sempre che il provvidenziale avvocato sia invece in combutta coi malviventi ai quali sta dando la caccia . Avvenuta la felice conclusione di ognuno di questi drammi , i protagonisti dimostrano una gran fretta di farla finita , col darsi la reciproca buonanotte mediante la formula abbreviata : " Notte , Mason " , " Notte , Della " .
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Mosca , 23 febbraio - Oggi sono sceso nel Mausoleo ed ho visto Stalin , l ' uomo di cui si parla . Il viso è fortemente illuminato da un fascio di luce rossastra e calda , splendono argentei i famosi baffi , i capelli appaiono ancora folti , con molti fili neri misti a fili grigi . Spicca il naso aquilino , leggermente annerito intorno alle narici . L ' uomo che cessò di vivere il 5 marzo 1953 , quasi tre anni fa , non sembra morto . L ' impressione è strana ; Stalin , adagiato com ' è dentro una scatola di cristallo , sembra piuttosto immerso nel sonno , un sonno profondo e monumentale . Il realismo di questa spoglia è possente . Il pubblico , sfiorando la scatola di cristallo , può veramente scrutare ogni particolare del celebre volto . Si notano perfettamente le pieghe del collo , le rughe della fronte , le linee dell ' espressione , i forellini e le asperità della pelle , le increspature delle labbra , le grinze delle palpebre chiuse . Non è l ' aspetto di un uomo morto ; e passata la prima impressione , non è nemmeno quello di un uomo dormiente . Ci troviamo di fronte a un fenomeno nuovo ; ad un uomo , per dire così , né vivo né morto . Ogni giorno circa settemila persone visitano il Mausoleo . È un edificio di marmo rosso cupo , costruito in margine alla Piazza Rossa , a poche decine di metri dalle mura rosse del Cremlino . La fila dei visitatori si prolunga per alcuni chilometri , e chi è in testa non può mai vederne la coda . Si tratta di un esercito di borghesi , o meglio , di gente vestita in borghese . Si mescolano i tipi più diversi , vecchi contadini con gli abiti imbottiti di ovatta e i valenchi di feltro ai piedi , donne infagottate , il capo coperto da scialli neri , giovanotti con cappotti di pelle . Si notano anche molti bambini , tenuti in braccio e avvolti dentro coperte imbottite . La colonna cammina lentamente , a piccoli passi . Si tratta d ' una andatura che verrà mantenuta durante tutta la visita . Non ci si può , infatti , soffermare davanti ai sarcofaghi di Lenin e Stalin , che appaiono affiancati nella grande sala sotterranea del Mausoleo . I curiosi , tentati di indugiare , vengono severamente invitati a filare avanti dai militi che si susseguono a pochi passi di distanza , lungo tutto il percorso . Si entra nella tomba attraverso una porta di bronzo . Agli stipiti stanno due soldati di guardia , con il fucile a pied ' arm , la cui baionetta è splendente . Queste sentinelle appaiono immobili , quasi fossero di marmo . A volte il gelo incrosta i loro visi , e imbianca le ciglia . Varcando la porta di ingresso , si passa davanti al loro naso , e se si cerca di guardarli , i loro occhi appaiono come invetrati , perduti lontano . Si scende una scala di marmo nero , e ci accoglie un ' aria tepida , che ha un percettibile odore di disinfettante . Di quando in quando vediamo i soldati di guardia e colpisce la loro posizione statuaria e assente . Finita la scala si volta a destra , si oltrepassa una porta di bronzo , si entra nella sala dove giacciono le spoglie di Lenin e di Stalin . È una sala nera . Un debole chiarore scende dal soffitto , i visitatori diventano ombre tra ombre . Si scorgono decine di soldati , immobili e rigidi ; i loro volti , sfiorati dalla debole luce , appaiono di un pallore cereo , hanno il colore delle piante cresciute nel buio . D ' un tratto il volto di Lenin , illuminato da una luce violenta e rossastra . Anche il fondatore del Partito comunista sovietico giace dentro una scatola di cristallo . Appare dalla cintola in su , lo nasconde fino al ventre un panno di raso nero , su cui spiccano le mani . L ' aspetto di Lenin , al contrario di quello di Stalin , è , per dir così , più sfumato . I suoi resti hanno qualcosa di cereo , di indistinto che veramente non ritengono più nulla di carnale . Si capisce subito che il tempo ha lavorato , ha compiuto trasformazioni sottili ; ed ha infuso nei resti umani quel tanto di astratto e simbolico che appartiene ai monumenti . Davanti a Lenin non si prova quel senso di vago sgomento che coglie alla vista di Stalin , così terreno , così fisico . Molti giornali di Occidente hanno raccontato che i sovietici , durante la guerra scorsa , trasportarono Lenin in un sotterraneo della metropolitana , per metterlo al riparo dai pericoli delle bombe . Le spoglie , sembra , soffersero qualche danno e fu necessario poi un delicato lavoro di restauro . È certo che , al paragone di Lenin , Stalin risulta molto più reale . Le mani del Voschz , del « capo » , che per oltre vent ' anni strinsero fermamente un potere assoluto , conservano una incredibile freschezza , potrebbero essere le mani di un uomo addormentato . Mentre Lenin indossa una giacca scura , di foggia militaresca , e priva di qualsiasi ornamento , Stalin veste la divisa grigioverde di generalissimo , con una grande stella d ' oro su ciascuna spallina , due stelle rosse appuntate al petto , che lo decorano due volte « eroe dell ' Unione Sovietica » . Nel Mausoleo si respira una strana aria di venerazione . I visitatori guardano le due scatole di cristallo con occhi affascinati . Il silenzio è profondo , si sente soltanto un lieve fruscio di piedi e un lontano ronzare di apparecchi elettrici . Il pensiero spontaneamente corre ad altre scene . Si ricorda il fervore religioso che i fedeli della Chiesa ortodossa svelano davanti alle immagini sacre . Qualcosa del rapimento che per secoli accompagnò l ' adorazione delle icone russe , sembra giungere fin qui , con aspetti naturalmente diversi . Chi osserva i volti dei sovietici trascorrenti davanti alle salme di Lenin e Stalin , può immaginare meglio l ' impressione che devono aver suscitato le parole contro il « culto dell ' individuo » , pronunciate nei giorni scorsi nella sala grande del Cremlino . Il genio infallibile e quasi sovrumano , esposto come Lenin alla venerazione del popolo , appare avvolto in una luce di tramonto . Un tempo i visitatori del Mausoleo trascorrevano davanti a Stalin senza sentire alcun dubbio . Quali pensieri volgono ora nella mente di questi uomini , che vedo sfilare con occhi assorti ed estatici ?
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Tel Aviv , 8 novembre - I carri armati i semoventi gli affusti dei cannoni gli autocarri , insomma tutti i mezzi meccanici degli egiziani , sono dipinti di giallo , quelli israeliani di un colore bruno verdastro . « Il nostro problema » mi ha detto sorridendo un alto ufficiale israeliano « è ora se dipingere in bruno tutto il materiale catturato o se faremo più presto a dipingere in giallo anche quello nostro . » Certamente il bottino fatto nel Sinai di armi e di munizioni e carri di recentissima costruzione , russi inglesi cechi , supera le previsioni anche di coloro che da un anno osservavano con apprensione il grande affluire in Egitto di materiale bellico . Diversa è l ' interpretazione che si può dare a tanta abbondanza di mezzi e di armi nella deserta regione del Sinai popolata soltanto da sparsi presidi militari , se sia indice veramente di intenzioni aggressive , come affermano gli israeliani e come appare anche da certe parole minacciose di Nasser ( « alla prima occasione spazzeremo via Israele dalla faccia della terra » ) , o corrisponda all ' opportunità di preparare materiale bellico ad oriente del Canale in previsione d ' un attacco ad esso . Gli israeliani hanno certamente condotto una rapida campagna con buoni piani e intelligente azione di truppe , e í soldati si sono dimostrati bravi a servirsi dei nuovissimi mezzi di guerra che innovano radicalmente la tradizione tattica della fanteria , ma d ' altro canto sono stati favoriti dalla rapida stanchezza di combattere degli egiziani , colti evidentemente di sorpresa le prime ore , e dopo nemmeno due giorni di combattimento trovatisi privi di ogni soccorso aereo . Da quest ' affermazione a dire che non si sono battuti per nulla ci corre : ad El Gafgafa sulla via di Ismailia hanno resistito abilmente , e hanno respinto tutti gli attacchi frontali e c ' è voluto un aggiramento per farli cadere , a Abu Ageila hanno combattuto per tre giorni . L ' energia della loro resistenza iniziale è dimostrata dalle perdite subite dagli israeliani , centocinquanta morti ( non è stato comunicato il numero dei feriti ) : sembra una cifra da poco , ma se si fa il rapporto fra la popolazione di Israele - un milione settecentomila ebrei , la minoranza araba è esente dal reclutamento - e quella per esempio dell ' Italia , sarebbe come se noi avessimo perduto nel corso di una sola settimana e per soli quattro giorni di battaglia quattromila uomini , perdite considerevoli in così breve tempo . Ben Gurion ieri alla Camera ha detto che il comando militare si era prefisso di ridurre le perdite al minimo e che c ' è riuscito : contenti loro contenti tutti . Ha aggiunto che gli egiziani sono stati battuti nonostante l ' eccellenza delle loro armi perché ad essi è mancato lo spirito che ha animato i soldati di Israele ; e qui ha citato il profeta Isaia che parla degli egiziani smarriti come uomini ebrei per volontà dell ' Onnipotente che ha steso la mano su di loro , e fatti simili a donne incapaci di ogni lavoro . Perché Ben Gurion cita a ogni piè sospinto i testi sacri ; e come per rivendicare i diritti alla navigazione libera nel Mar Rosso risale a Salomone e ai re di Giudea fondatori del porto di Elath , così fa appello alla Bibbia per esaltare il valore storico e nazionale che ha il monte Sinai nella storia di Israele come quello da cui Mosè annunciò al suo popolo che Iddio lo aveva scelto per suo popolo eletto e gli dette i libri della Legge . E per confermare il suo dire , che le isolette all ' imboccatura del golfo di Akaba fino a 14 secoli fa erano un regno ebraico indipendente , ha citato il passo di uno storico greco nel testo originale ( Ben Gurion fino a qualche anno fa non sapeva il greco e se ne rammaricava , e si mise a studiarlo d ' impegno sino a che poté leggere nell ' originale i filosofi greci : ora mi dicono che sta studiando nello stesso modo l ' italiano per poter leggersi Benedetto Croce e Machiavelli ) . Ed esprimendo il desiderio che il dittatore egiziano si acquieti alla sconfitta ha detto che spera che questi non obbligherà gli ebrei a violare l ' imposizione fatta loro 3300 anni fa - quando lasciarono l ' Egitto - di non ritornarvi mai più . Sarà difficile per gli uomini politici che dovranno trattare di pace e di confini argomentare con quest ' uomo per cui realtà e utopia , presente e avvenire sono una sola cosa e cita i testi biblici e avvenimenti di tremila anni fa come fossero documenti e trattati di cui esista copia fotostatica e fa appello a diritti che nascono dalle promesse dei profeti . Ma certo il suo atteggiamento ispirato e grandioso corrisponde allo stato d ' animo del Paese . Soprattutto hanno trovato vasto consenso quei passi del suo discorso nei quali ha accusato gli Stati Uniti , la Russia e la Gran Bretagna di aver lasciato passare senza proteste l ' esclusione delle navi di Israele dal Canale di Suez ordinata dal dittatore egiziano e ha rimproverato alla Gran Bretagna di aver colta l ' opportunità della battaglia di Israele nel Sinai per risolvere a proprio vantaggio la questione di Suez . Queste sue parole hanno incoraggiato la stampa ad accusare la Gran Bretagna di « disonesta politica » e definire « ipocrita e ridicola » l ' affermazione del governo inglese che la sua azione è stata ispirata al desiderio di separare i due combattenti e agevolare la conclusione della pace fra essi . Ben Gurion ha anche ammonito il suo popolo che ogni pericolo non è passato e deve tenersi pronto per ogni evenienza : quasi a immediato commento di queste parole sono giunte oggi notizie da Bagdad , via Londra , che sono accolte con un certo disagio . Dicono le notizie che la Russia avrebbe chiesto il passaggio per le sue truppe alla Turchia e alla Persia : la Turchia avrebbe risposto di no , mentre nulla si sa qui della Persia attraverso la quale í russi potrebbero passare per l ' Irak in Siria ove , secondo altre informazioni , esistono disposizioni favorevoli per la Russia e prontezza a bene accogliere le sue truppe . Sono finora congetture e previsioni più apocalittiche che verisimili : ma certo viviamo in un ' epoca nella quale appaiono più probabili le cose assurde che quelle dettate dalla logica e dal buon senso : come ne abbiamo già avuto esempio in queste settimane .
La zampata del Gattopardo ( Bo Carlo Bo , 1958 )
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Esce postumo il romanzo di uno sconosciuto , Il gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa ( edizione Feltrinelli ) : un libro per molti versi più che notevole , un libro d ' eccezione nel miglior senso della parola , tale da costituire non soltanto un caso ma da autorizzare il senso di una rivelazione , soprattutto se si tengono presenti le condizioni della nostra narrativa . Giuseppe Tomasi , duca di Palma e principe di Lampedusa - questo è il nome intero di tutti i titoli - , morto a Roma l ' anno scorso , era nato a Palermo nel 1896 . Grazie alle notizie che ci fornisce il suo profeta , Giorgio Bassani , sappiamo anche che il Tomasi a vent ' anni dovette interrompere gli studi per correre al fronte e da allora direttamente ( egli rimase in carriera fino al 1925 ) o indirettamente ( occupandosi di studi militari , specialmente di Clausewitz ) il suo mestiere fu quello dell ' ufficiale . Durante il fascismo preferì fare dei lunghi viaggi e soggiorni all ' estero , inutile aggiungere che nella triste guerra del '40 tornò al suo posto e ancora una volta indossò la divisa . Notizie esteriori che riflettono la parte morta della sua carriera , il lettore potrà invece avere l ' immagine sicura del Tomasi non perdendo di vista il protagonista del romanzo , il principe Fabrizio Salina . Nello stemma gentilizio - il gattopardo - non è difficile scovare il ritratto appena velato , appena romanzato del Tomasi : così come non è difficile trovare nell ' impronta del felino il segno dell ' unghia dello scrittore . Sembra - lo ha confidato la vedova che il Tomasi abbia per molti anni vagheggiato di scrivere un romanzo storico sullo sbarco garibaldino a Marsala , centrato su un suo antenato astronomo . E non c ' è dubbio che da questa lunga incubazione su una fragile trama e più attraverso la meditazione sull ' essenza della vita il Tomasi sia approdato di sorpresa a un romanzo scritto di getto : non si trattava di un caso ma di una conclusione , di un frutto maturato naturalmente e lentamente . Il romanzo è opera singolare per il rapporto vitale che lo anima : Il gattopardo obbedisce alle regole classiche del genere e in questo senso è un buon esercizio , dove invece ci colpisce è nella parte di testamento , di meditazione oggettivata . Mentre lo scrittore segue i fatti , trova modo di inserire senza stridori e quasi senza umori polemici la verità strappata al lungo colloquio con le cose . Vediamone un momento la struttura : il protagonista Fabrizio Salina , il nipote ( figlio di una sorella del principe ) Tancredi Falconeri e dietro di loro la grossa nobiltà palermitana sorpresa dallo sbarco dei garibaldini , pardon dei « piemontesi » e ancor prima dai sentori di libertà , cioè il quadro di una classe con tutto il carico di tradizioni , abusi e privilegi e di fronte la classe nuova che sorge dalla rovina dell ' altra , impersonata da don Calogero Sedara , padre di Angelica . Questi quattro personaggi rappresentano il giuoco di passaggio e di sostituzione , l ' avvicendamento delle classi al potere . Il romanzo non subisce la facile polemica delle opposizioni , il Tomasi crede alla storia che si fa per passi , soprattutto per accomodamenti e quindi è naturale che la trama sopporti questa concezione : Tancredi sposerà Angelica , diventerà deputato al parlamento italiano , otterrà incarichi diplomatici . Tutto si svolge nel giro di vent ' anni o poco più , conosciamo il principe nel 1860 , di cinquant ' anni , ancora vigoroso e bello come un dio greco e lo lasciamo morente sulla terrazza di un albergo a Palermo nel 1883 : il libro ha un ' appendice ( inutile come altre parti del romanzo ) che probabilmente , nell ' intenzione dell ' autore , doveva rendere più sensibile l ' usura del tempo , presentandoci la fine dei sogni dei personaggi , la decadenza della famiglia Salina , la rovina dei sentimenti ( per esempio , la condotta di Angelica era prevista ma il Tomasi ha sentito il bisogno di sottolinearla ) . Una trama delle più semplici ma sufficiente a tradurre l ' idea prima del Tomasi , per cui i fatti vanno interpretati e corretti , non potendo modificarli o , peggio ancora , vincerli . Questa lotta segreta che accompagna la storia privilegiata di Salina costituisce la vera musica del libro . Il protagonista fa pensare al don Cesare della Loi del Vailland ma quanto quel personaggio sposava e subiva l ' ideologia dello scrittore francese , altrettanto questo del Tomasi dimostra di possedere un ' autonomia e quella libertà che nasce dall ' accordo perfetto fra educazione superiore , intelligenza e senso del limite . Il principe è uno scienziato , è in corrispondenza con Arago , è premiato in Sorbona : cita Baudelaire letto fra le pagine a Parigi e autori letti con più agio nelle sue ville , vive con un padre spirituale a fianco , il gesuita Pirrone , è un buon padre di famiglia ma cede ancora alle tentazioni della carne e conosce il pericolo delle dilettazioni insistite . Tutto quello che ha avuto per nascita , per studio , per osservazione velata della realtà lo ha portato alla fine a una specie di filosofia o meglio a poter interpretare la vita nel miglior modo possibile , senza troppi dolori , con paziente ironia . Fra romanziere e personaggio c ' è un ' assoluta identità di vedute per cui il lettore trasferisce liberamente argomentazioni e giudizi da una bocca all ' altra , finendo per stabilire un ' unica visione del mondo . Si misuri quello che i due principi dicono della Sicilia e dei siciliani , non si tratta di impressioni , di umori , sono cose sperimentate e sofferte . Esatta l ' individuazione della meccanica del machiavellismo astratto dei siciliani , giusta la mozione di impenetrabilità agli affanni altrui e della pretesa fierezza che è soltanto cecità . I siciliani giudicano peccato il « fare » , non hanno desiderio ( altro che volontà ) di migliorare perché si credono degli dèi , uomini diversi e superiori . Il romanzo corre su questo filo segreto , su questa obbedienza rispettata da tutte le classi di quel mondo : il sogno è « che tutto rimanga com ' è » , che non sia rotto lo stato di dormiveglia , di sonno . Qui il Tomasi non teme di fare un salto , passando dal '60 all'80 , poi al 1910 e quindi al fascismo e infine alla Sicilia d ' oggi , pur così attiva , americanizzata , la Sicilia del petrolio . Il colore di fondo non cambierà mai , cambierà solo il colore delle camicie ( dal rosso garibaldino al nero dei fascisti , al bianco d ' oggi ) . Chi accusare ? I siciliani perché vogliono passare la vita in dormiveglia , i settentrionali perché li hanno ingannati e traditi ( si veda la pagina altissima sul primo plebiscito ) ? Risponde Tomasi : no , si può , si deve accusare soltanto l ' eternità . Strana bestemmia sapientemente avvolta nelle carte dei compromessi millenari , degli accomodamenti , che scoppia in un mondo ancora composto nel rispetto della Chiesa e nella fede testimoniata da padre Pirrone . È un mondo senza speranze che crolla lentamente , mai per vie dirette ( non ci saranno rivoluzioni ) ma attraverso complicatissime operazioni di usura , di stanchezza . È chiaro che questa parte di sconforto , di amarezza , questa sensazione di « più » ce l ' ha aggiunta il Tomasi : il nostro tempo ha potuto aggiungere qualcosa alla pena equilibrata di Salina . E gli uomini ? Quale giudizio dare ? Condannarli , assolverli ? Risponde qui il primo principe : no , non si possono condannare , a volte si può averne disgusto ma subito dopo si è presi da compassione . Tutto l ' episodio del ballo ( dove il richiamo a Proust non è eccessivo ) è pervaso da questo senso di umanità , di misura , dalla capacità di vedere negli altri noi stessi , dall ' ultima coscienza che non lascia nessuno di noi vincitore sull ' altro ma tutti ugualmente schierati nell ' esercito degli sconfitti , nell ' esercito degli uomini . Di dove derivava Salina questa rara scienza ? Da un ' operazione che dovrebbe essere praticata da ogni vero uomo e che il nipote Tancredi chiamava fra l ' ironico e il pittoresco « corteggiare la morte » . Quando il principe morente fa il bilancio dei suoi settantatré anni , ne salva tre nel porto dell ' amore , della famiglia e delle meditazioni , ma tutto il resto ? « E i dolori , la noia , quanti erano stati ? Inutile sforzarsi a contare : tutto il resto : settant ' anni » . Come tutte le opere di peso , anche il romanzo dell ' isolato Tomasi deriva il suo pregio da questo costante e profondo rapporto con la morte e proprio per questa ragione tocca un altro piano . Non è soltanto una prova letteraria curiosa , più o meno riuscita ( il libro ha certo i suoi difetti , non tutto è necessario e spesso ha cadute di tono , di gusto ) , il romanzo vale come testimonianza di vita ben spesa , se si spende bene il tempo a cercare di capire le cose nella luce della poesia e in quella della morte . Gli stessi riferimenti letterari che si possono fare ( De Roberto , l ' ultimo Brancati , Proust , Montale ecc . ) non servono , caso mai aiutano a limitare la portata del romanziere . Il Tomasi si è servito del romanzo per confessare la sua esperienza umana , solo questo ma questo poco o tanto ( ognuno sceglie secondo i suoi gusti ) l ' ha fatto con tanta sicurezza da lasciarci sorpresi e arricchiti . Di quanti romanzi si può dire altrettanto ?
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Monte Conero , 15 febbraio - Il Sole si affaccia rosso , congestionato , ad uno strappo nella fascia bassa di nubi che copre l ' orizzonte marino ; scompare , ricompare , si tira su per il cielo limpido , inutilmente le nubi gettano fuori tentacoli per riprenderlo . Brilla , già accecante , come tutti i giorni sereni , non sa che darà spettacolo di se stesso . ( Meno ancora lo sa la Luna , invisibile dietro le quinte dell 'atmosfera.) Sono sul Monte Conero , presso Ancona ; nella macchia rada della Badia di San Pietro del mille , cinta di mura . Il che ha reso facile ai carabinieri e alla polizia di vietarne l ' accesso al pubblico accorso con centinaia di macchine ; perché su una radura all ' estremità orientale del dosso boscoso , dove il monte cade a picco sul mare per cinquecento metri , si sono collocati con i loro strumenti gli astronomi , venuti da Milano , da Trieste , dalla Germania , dalla Norvegia . Come succede sempre da noi quando ci sono sbarramenti di polizia , molti son riusciti a varcarli ; si spargono sul pendio , fra i corbezzoli , i quercioli , i caprifoglio , i ginepri , cercano le aperture fra le piante . C ' è anche una cinquantina di turisti svizzeri che parlano - i coppo - francese e tedesco . Ognuno ha una macchina fotografica o un binocolo , schermi affumicati , un disco sulla giubba con su il nome della patria , la faccia estatica ( lei nordici che han lasciato il buio e il freddo a casa loro e si trovano trasportati di colpo in una tiepida intempestiva primavera . La veduta è vastissima . Sotto , a sud , la spiaggia di Numana , il paese di Sirolo la domina da un bastione di rocce . Verso sud ed ovest , un incalzarsi di valli e di creste . Bianche città sparse su cime arrotondate , Osimo , Castelfidardo , Loreto , Recanati . Dietro , un paravento di monti carichi di neve . Il Sole è già alto nel cielo , caldo in viso , dardeggia lucidissimi raggi . Ci fidiamo , naturalmente , dei calcoli dei dotti ; ma quando , un quarto d ' ora dopo il tempo annunciato per l ' inizio dell ' eclisse , si vede traverso il vetro annerito che davvero il Sole è già un po ' intaccato in alto a destra , ci si tranquillizza . Avessero sbagliato di qualche minuto ... Due svizzeri , una coppia matura , vestita come per gli sport invernali , è in visibilio . « Vedi » dice alla moglie il marito che ha un grosso cronometro al polso e lo consulta continuamente , « vedi , non c ' è più da meravigliarsi che ci sia un ' astronave in rotta per Venere . Là e qui , è tutta una faccenda di essere auf die Minute , di aver calcolato esattamente . » La Luna avanza sul disco solare , ma non si vede , è cielo ai nostri occhi , se guardiamo senza lo schermo offuscato , ciò che l ' invade e lo riduce a poco a poco , prima una pizza a cui abbiano dato un buon morso , poi una pizza ridotta a metà , poi ad una grossa fetta . Ci si accorge che se il Sole fosse un globo ridotto alla metà , ad un terzo di quanto non sia , il giorno sulla Terra non sarebbe gran che diverso . La fetta perde ancora spessore , ma la mattina ci pare sempre luminosa come più di mezz ' ora fa . Nette le ombre , chiare le case e lampeggianti i vetri del paese là sotto ; la spiaggia è color di miele , brillante il bianco delle nevi sulle grandi montagne d ' Abruzzo , candida la nebbia nel cavo delle valli strette . Ancora una decina di minuti . Ci si accorge che l ' aria si è fatta dorata , che i contorni si attenuano , che le corone degli alberi sono più oscure , che si stende sul mare sotto il Sole una scia scintillante che fa opaca l ' acqua intorno . I borghi sui colli sono meno nitidi . La gente sul dosso del monte non si distrae più come prima , non passeggia più ; ciascuno ha scelto il suo posto per lo spettacolo , e non intende lasciarlo , come se fosse particolarmente favorito . Tosca , cagna da caccia di un signore in giubba di fustagno , ha smesso di balzare da un gruppo all ' altro , è venuta ad accucciarsi accanto al padrone . Ormai il Sole è una falce sottile , come quella della Luna al primo giorno . Ed ecco lo spettacolo precipita , drammatico , inesorabile . Invade un senso di sgomento . La coscienza di forze arcane , di leggi implacabili , che nella profondità dello spazio hanno creato questi ricorrenti incontri di astri , a scadenza fissa , con matematica certezza , da un tempo infinito nel passato , per una infinità di tempo avvenire . Va bene , sappiamo calcolare questi moti al minuto secondo , dominiamo la materia e le onde cosmiche , lanciamo oggetti costruiti con le nostre mani verso remoti pianeti ; e tuttavia mi sento effimero , nullo , festuca inutilmente pensante , come gli antichi che non sapevano di orbite e di eclittica . Un buio di crepuscolo si allarga rapidissimo sui monti , sulle case , non si scorgono più i borghi sulle cime tonde . È giorno ancora , ma un giorno livido , verdastro , come le tristi terre boreali sotto il Sole di mezzanotte . Si spegne con un lampo vivido l ' ultimo brandello della faccia del Sole , a sinistra ; ed è come sia stato girato un interruttore , di colpo è notte , il cielo è un indaco cupo , vi si accendono astri , Giove e Saturno a destra , più in alto le stelle di Pegaso e dell ' Acquario . E di un indaco cupo sono le montagne , straordinariamente riavvicinate ; il paese là sotto è una visione incerta , come immerso in un plenilunio procelloso . Si leva un vento improvviso , freddo , che curva la cima dei corbezzoli e dei quercioli . La cagna Tosca si alza sulle zampe posteriori , le appoggia sulle gambe del padrone , ne cerca la protezione . Dov ' era il Sole c ' è la bocca tonda di un abisso , di un nero atro . A contrasto , la corona intorno è leggera , tenue , un alone fermo e delicato . Non da essa viene il barlume che ci fa ancora distinguere le persone e le linee del paesaggio ; ma da un assurdo biancore d ' alba che si è disteso dietro le montagne ad ovest e le fa parere più oscure . Si vorrebbe dalla gente un silenzio atterrito , adorante , in accordo con il silenzio della natura . Ma la gente sa troppo , ha letto i giornali , ascoltata la radio . Qualcuno se l ' è portata fin quassù , la radio , ne escono parole stonate . Solo una signorina svizzera , brutta , triste , sospira a lungo lang und bang come das Fräulein della poesia di Heine che si immalinconiva guardando il tramonto . Mi vien voglia di dirle , parafrasando il poeta , stia allegra , signorina , è una vecchia storia ; il Sole si è spento di qua e subito si riaccenderà di là . Ma i due minuti paiono lunghissimi . Si mutassero le leggi d ' abisso , e la Luna , finalmente visibile , scudo nero , non si spiccicasse più dal disco solare , come la metteremmo uomini presuntuosi ? Ma già da sud avanza la ritornante luce sulla Terra , i monti nevosi riprendono biancore , ma inciso da dure ombre . Ed ecco scatta di nuovo l ' interruttore , balena un abbagliantissimo pezzetto di Sole a destra , basta quel frammento a spegnere le stelle , a rifare azzurro il cielo ; e non è più verde e lugubre il dosso boscoso , sotto la falce esile ha già una gioiosa chiarezza d ' alba . Tosca schizza via con un abbaiamento allegro e caracolla a salti per il pendio .