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TUTTI SEPARATISTI NELLA PRIMAVERA DEL '45 ( Brancati Vitaliano , 1947 )
StampaQuotidiana ,
La moltitudine dei convertiti alla libertà , respinta dall ' antifascismo ufficiale , andò a ingrossare le file dei separatisti . Sul principio del '45 , questo movimento era il più vasto che contasse l ' Italia e , insieme , il più energico per il gran numero di persone risentite e irritate che vi partecipavano . I separatisti potevano allora dividersi nelle seguenti categorie : 1 ) I ricchi , che non amavano pagare le spese di una sconfitta per una guerra provocata secondo loro dalle industrie del nord , e volevano trovarsi , al momento della firma del trattato di pace , invece che in uno Stato italiano carico di colpe , di errori e di sventure , in uno Stato siciliano nuovo e innocente . 2 ) I lavoratori e i tecnici che avevano sempre sognato di diventare italo - americani , gli emigranti per istinto e per educazione , i quali scoprivano tutt ' a un tratto che questo sogno poteva avverarsi senza le noie di un trasloco . 3 ) La piccola borghesia spaventata dalla frase : " Il dopoguerra in Italia sarà orribile ! " Per costoro separarsi dall ' Italia era come separarsi dalla realtà . 4 ) I contadini piccoli proprietari che temevano il comunismo da quando avevano scoperto che il comunismo era il regime degli ammassi . 5 ) Gli stanchi del servizio militare per i quali l ' Italia antifascista era colpevole di continuare una guerra che l ' Italia fascista aveva chiuso saggiamente con una sconfitta . 6 ) Gl ' imperialisti irriducibili che preferivano uccidere l ' Italia piuttosto che vederla priva di sogni imperiali . 7 ) Un certo numero di sacerdoti che speravano di riacquistare i privilegi che gli erano stati tolti dal regno d ' Italia . 8 ) Una folla di scontenti minori , mossi da ragioni piccole e quasi inconfessabili : gl ' ignoranti che odiavano la grammatica e l ' obbligo di parlare in italiano , i bocciati alla licenza liceale , quelli che nel viaggio di nozze erano stati trattati male negli alberghi di Milano , i rimpatriati per accattonaggio , i letterati di cui la " critica di lassù " non si era mai occupata ecc. Il separatismo siciliano del '45 non aveva origini ignobili . Era nato sotto il fascismo come odio a Roma , la città in cui l ' oligarchia fascista , proveniente quasi tutta dal nord , aveva stabilito i suoi troni . Roma " imperiale " aveva ridotto gli agricoltori quasi alla povertà e mandato i loro soldi al di là del canale di Suez , vicino all ' equatore , arricchendo una contrada lontanissima di macchine , porti e strade , mentre i dintorni di Enna e Caltanissetta marcivano sotto il fango e la malaria . Roma imperiale offendeva poi di continuo , con le sue prepotenti bugie , il buon senso dei siciliani . Se questi diffidano per natura di qualunque potere costituito , pensate come dovevano diffidare di un potere assoluto e imperiale . Quando nell ' agosto del '43 si riunì in un paesino dell ' Etna il primo comitato di liberazione , i rappresentanti di tutti i partiti erano separatisti . Ma fu quello l ' ultimo giorno in cui separatismo e antifascismo coincisero perfettamente . Subito i comunisti capirono che separarsi dal continente significava perdere i contatti col grosso del loro esercito ; poi lo capirono i socialisti ; infine lo capirono i democratici del lavoro . Sul principio del '45 , il movimento separatista aveva perduto il suo carattere antifascista , ma conservava profondamente quello di un movimento di diffidenza verso il governo centrale , verso l ' ufficialità e , insieme , bisogna ammetterlo , verso la modernità . E dopo un disastro come quello del '43 , quasi tutti in Sicilia erano o delusi o scontenti o perseguitati o timorosi o disgustati . Gli animi , divisi su tante questioni , erano d ' accordo nell ' odiare il re . Bastava nominarlo per vedere lo stesso pallore di rabbia sfavillare sulla faccia del fascista e su quella dell ' antifascista . I primi che osarono nominarlo furono in verità i comunisti in seguito alle dichiarazioni di Togliatti che non voleva perdere il suo tempo in una impresa sentimentale come quella di odiare il re . ( Fu questo il primo accento machiavellico nel linguaggio degli antifascisti che era stato fino a quel punto romantico e mazziniano . ) Insomma , il re entrò in Sicilia dalla sinistra ; poi , scacciato bruscamente da quella parte , rientrò trionfalmente dalla destra . Ma torniamo al separatismo . Già nel '44 esso aveva avuto i primi sfoghi violenti . V ' erano stati atti temerari da parte della folla , ma nessuno contro i ricchi e i possidenti . La folla chiedeva il pane e i sussidi , ma non ai ricchi : li chiedeva al governo di Bari , e perfino ai propri funzionari e burocrati , dei quali , una dopo l ' altra , distruggeva le sedi . Nei colpi di randello , con cui venivano spaccati i tavoli e le casse del Municipio , del Tribunale , e dell ' Agenzia delle imposte , sfogavano la loro collera le persone più diverse : i pensionati che non riuscivano più a vivere , i contadini costretti agli ammassi , i ricchi minacciati dalle tasse e dalle riforme , i fascisti convertiti alla libertà e umiliati dalle nuove leggi , gli ex militari sconfitti , gli autori di reati comuni dimessi dalle prigioni il giorno in cui tutti ne erano usciti come perseguitati politici e ora di nuovo ricercati dalla questura , gl ' individualisti che consideravano il continente la patria di fanatismi ripugnanti . Sui muri fecero capolino alcuni manifesti , promossi in gran parte dai comunisti , nei quali si chiedeva l ' energica repressione di questi moti " antidemocratici " e " plebei " . I comunisti erano pochi e riuscivano antipatici alla folla . La campagna li odiava perché li aveva visti far parte delle commissioni per l ' ammasso del grano ; la città li odiava perché li aveva visti insieme ai funzionari di pubblica sicurezza correre da un punto all ' altro per cercare di rimettere l ' ordine . Erano i soli , insieme ai monarchici , a ricordare violentemente l ' unità della patria , e insieme ai monarchici dividevano , nel '45 , l ' universale antipatia della Sicilia .
GLI ULTIMI SEPARATISTI ( Brancati Vitaliano , 1947 )
StampaQuotidiana ,
Dopo il '45 , il movimento separatista cominciò lentamente a scadere . Il più numeroso gruppo di affiliati , gli emigranti per istinto e per sangue , i lavoratori e i tecnici che , dopo aver cercato inutilmente di trasferirsi dalla Sicilia in America , avevano sperato che l ' America venisse in Sicilia , cominciarono a dubitare fortemente di questa loro speranza . I capi separatisti , preoccupati , si diedero a soffiare in tutti i modi su questa fiamma che si spegneva . Parlavano a bassa ' voce di colloqui con ministri e generali anglosassoni ; confidavano segretamente , sotto il suggello del giuramento , che Finocchiaro Aprile aveva telefonato a Washington ... Cento volte mi fu detto , da persone pallide , con la pupilla leggermente dilatata : " Compare , fra quindici giorni , sarà tutto fatto ! " Molti avevano visto Ford prendere le misure dell ' aeroporto di Catania perché " voleva costruire a sue spese una immensa pista di cemento armato " . I visionari , gli amanti d ' imprese balorde , coloro che tornano sempre dall ' aver parlato con un personaggio importante , i bugiardi in buona fede , quelli cioè che non sono tanto ingannatori del prossimo quanto ingannati dalla propria fantasia , occuparono per qualche tempo la scena . I siciliani , che diffidano per natura delle verità scientifiche o delle bugie ufficiali , sono portati a credere alle verità artistiche e alle bugie ufficiose . Le notizie dei separatisti allucinati erano l ' una e l ' altra cosa . A poco a poco questo credito , che i siciliani facevano ai loro concittadini meno normali , in nome della fantasia e della stranezza , divenne troppo grande . I siciliani si stancarono . Sulla faccia degli ufficiali anglosassoni non era scritto nulla che potesse incoraggiare la speranza di diventare connazionali . D ' altro canto , era meno facile vedere le facce di costoro che le suole delle scarpe piantate di pomeriggio sulle ringhiere dei balconi più bassi ai lati del corso e del viale XX Settembre . No , la Sicilia non sarebbe mai assunta come stella nel cielo della bandiera americana ! Tutti coloro che avevano puntato sul separatismo , per attuare il loro sogno di diventare americani rimanendo a casa , abbandonarono con amarezza il partito che li aveva ingannati . Subito dopo si staccarono i giovani delle classi di leva , che si erano ribellati in seguito ai nuovi richiami alle armi . Il governo democratico non faceva retate come il governo della repubblica sociale ; era un governo assai mite e umano ; non valeva la pena di ribellarsi con la violenza a un ordine di richiamo al quale si poteva rispondere no " . Rimanevano nelle file del separatismo gli agricoltori che non volevano pagare le spese della sconfitta per una guerra che essi addebitavano totalmente alle industrie del nord ; la moltitudine dei fascisti convertiti alla libertà e perseguitati dalle leggi sull ' epurazione ; i fascisti tenaci ; e una varietà infinita di scontenti e di protestanti che muovevano da ragioni talune buone altre pessime , ma tutte indistintamente poco meditate e tenute il più lontano possibile dallo spirito di esame . Oggi , il separatismo conta una nuova perdita di proseliti . I fascisti convertiti alla libertà e puniti con sanzioni più dure che non i fascisti cosiddetti " coerenti " , hanno trovato il loro posto nel partito dell ' Uomo qualunque ; i fascisti inviperiti lo hanno trovato , alcuni , e non credo stabilmente , in questo medesimo partito , altri nelle file dei " fusionisti " e altri in sètte misteriose che ogni giorno vanno comparendo alla luce . Chi rimane , dunque , nelle file del partito separatista ? In basso , tutti quegli scontenti e protestanti di cui la Sicilia è ricca : coloro che sono sempre contro il governo che fa pagare le tasse ( il governo concepito come un estraneo , anzi un forestiero , che si mangia i soldi dei cittadini e vomita chiacchiere sui giornali e nella radio ) ; coloro che sono contro le novità perché " cu cancia ' a vecchia c ' a nova , peju si trova " ; coloro che sono contro la civiltà industriale , rumorosa e sporca di bitume ; coloro che sono contro le verità acquisite da poco e difese con la polizia ; coloro che diffidano del linguaggio rivoluzionario , non perché siano avari o gretti , ma perché sono troppo umani e comprensivi per credere che la società attuale sia completamente brutta e troppo pessimisti per credere che la società di domani sarà bella . Questi rimarranno sempre separatisti , ma non daranno mai filo da torcere perché nativamente filosofi , dubbiosi e pigri . Non avremo mai rivolte da parte di costoro ; nelle epoche di servitù totalitarie , quando sarà ordinato di lavorare e tacere , nel silenzio assoluto di tutti gli altri , essi faranno sentire il loro amabile e umano brontolio .
CONTRO IL GOVERNO SONO TUTTI D'ACCORDO ( Brancati Vitaliano , 1947 )
StampaQuotidiana ,
In cima al movimento separatista rimangono i ricchi agricoltori con lo stuolo dei loro figli e nipoti , per la massima parte studenti universitari . Questi capi hanno molti argomenti per spingere altra gente sulla strada che essi percorrono : le ferrovie in pessimo stato ; la mancanza di bacini e di strade nell ' interno dell ' isola ; gli ostacoli che il governo pone al sorgere delle industrie ecc. Taluni di questi argomenti sono ritorti dagli uomini di sinistra contro coloro stessi che li usano . I separatisti rispondono che non si può attribuire agli industriali del Nord tutta la colpa di aver fatto morire le industrie siciliane . " La colpa è del governo ! " concludono . " Ma da chi era rappresentato il governo se non dagli industriali del Nord e da voi , agrari del sud ? " ribatte l ' uomo di sinistra . " Più dagli industriali del Nord che da noi ! " rispondono gli agrari . " Noi eravamo troppo deboli per farci valere ! La colpa , ripetiamo , è del governo ! " E poiché i siciliani smettono di litigare e raggiungono l ' accordo quando si tratta di protestare contro il governo , la polemica segnerebbe un punto a favore dei separatisti se da qualche tempo questo governo non avesse cominciato a far qualche cosa in Sicilia . Si sono stanziati parecchi miliardi per la costruzione di bacini nell ' interno ; si annunziano provvedimenti efficaci per risanare le paludi ; la società elettrica , stretta dalle proteste , ha rimesso a nuovo i suoi logori macchinari e pubblica un vasto piano di miglioramenti ( Si tratta ora di continuare su questa strada e non deludere coloro che hanno concepito le prime speranze ) . Le elezioni amministrative hanno mostrato che il movimento separatista perde terreno a Palermo . A Catania invece ne ha guadagnato . Ma perché ? La ragione non è profonda . Alcuni giorni prima delle elezioni , l ' on. Nenni ha tenuto un discorso nel teatro di Catania . Bruscamente , da un palco di proscenio è saltato il separatista onorevole Gallo per chiedere il contraddittorio . Gallo dava a voce alta del tu a Nenni , e questo dispiacque ai socialisti che circondavano il loro presidente . Molti avvocati protestarono con energia contro il disturbatore e lo esortarono , col più largo dei loro gesti , a starsene per il momento da parte . Questi gesti furono interpretati come tanti ordini di cacciar fuori l ' insolente . Gallo fu respinto dietro le quinte del palcoscenico ove cadde nelle mani dei carabinieri . Qui , invece di dire : " Sono un deputato " , egli , fidando nella popolarità del suo nome e cedendo un poco alla vanità , disse : " Sono Gallo ! " Questo nome è odiato dai carabinieri che hanno perduto parecchi dei loro compagni nelle battaglie contro i separatisti comandati da Gallo . La reazione infatti fu immediata : Gallo uscì dal teatro con le costole rotte . Subito la notizia si sparse a Catania e richiamò molti cittadini sui marciapiedi per far ala al passaggio dell ' on. Nenni e fischiarlo . L ' on. Gallo è amato da tutti quei siciliani che ammirano gli atti di coraggio contro le forze armate del governo . Questo Gallo , tempo fa , comandava un battaglione separatista al quale si era unito un certo numero di briganti . Egli si attendò nell ' uliveto del suocero che è un ricco signore dell ' interno della Sicilia . Furono costruite casematte e scavate trincee . Due giorni dopo , poiché le ulive erano state già vendute dal suocero , il compratore , che aveva sborsato la caparra , si recò nell ' uliveto per iniziare le operazioni della raccolta . Ma venne respinto a fucilate e gli parve di sognare , anzi , come disse lui , di trovarsi " nel regno dei turchi " . Il suocero dell ' on. Gallo , avvertito dal compratore , corse subito nell ' uliveto per far onore alla sua parola . Si può immaginare quale sia stata la disperazione di questo brav ' uomo nel vedere i suoi poveri ulivi schiantati e piegati per proteggere con barricate e casematte i soldati della Sicilia indipendente ! Non solo era perduto il raccolto , ma anche le piante erano state uccise o gravemente ferite . Egli gridò , inveì , pianse , ma gli rispose il garrito delle bandiere piantate su qualche ulivo superstite e il silenzio del genero gravido di destino . A Catania , ove tornò invecchiato di vent ' anni , il suocero gridava : " Mi ammazzò ! Mi buttò in mezzo alla strada ! " Alcuni giorni dopo , l ' uliveto venne assalito dalle forze regolari . Gallo si difese come un lupo . Sul cadere della sera lo abbandonarono gli studenti universitari ; nel corso della notte lo abbandonarono perfino i banditi ; ed egli rimase solo , più coraggioso dei giovani idealisti e più coraggioso dei vecchi briganti . La sua fama era ormai assicurata . Quando egli fu arrestato e chiuso in carcere , i siciliani lo elessero deputato e lo liberarono . La fortuna del separatismo ha voluto che la lotta per le elezioni amministrative si conducesse a Catania nel nome di un Gallo " ferito dai socialisti " . In verità si disse di più ; che egli stava per morire . Si diramavano ogni momento bollettini sul suo stato di salute . Uno diceva : " Il cuore di Gallo , grande come il cuore della Sicilia , cesserà di battere ? " I colpi di questo cuore , che rallentavano sempre di più , raddoppiarono , triplicarono i voti . I separatisti ottennero a Catania un notevole successo ( L ' onorevole Gallo gode oggi un ' ottima salute . )
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FRONTE ITALIANO , 27 . La 5 . Armata ha avanzato decisamente su tutto il fronte . Radiscanina , 22 km . a sud di Venafro , è stata conquistata . Altri due villaggi In questa zona sono stati occupati . I soldati del Gen . Clark si sono impadroniti inoltre di Francolise , importante nodo stradale che dista solo 6 km . dalle cime collinose presso Sessa Aurunca . Così le posizioni tedesche intorno alla giogaia del Marsico sono ora minacciate da oriente . Sul litorale Adriatico le truppe del Gen . Montgomery si avvicinano sempre più a Vasto . Nel settore centrale Boiano e Spineta sono state occupate dalle truppe della 8 . Armata , che da Vinchiaturo proseguono nella loro avanzata verso Isernia . L ' altura di Spineta veniva conquistata alla baionetta dai britannici . Dalla diminuita resistenza tedesca si argomenta che il Gen . Kesserling intenda stabilirsi in difensiva su una linea che attestandosi al M . Marsico ( 800 m . ) poco più a nord di Mondragone sul Tirreno e snodandosi sulle creste appenniniche , fa perno su Venafro e , seguendo all ' incirca l ' andamento del Trigno , termina presso Vasto sull ' Adriatico . L ' Aerodromo di Tarquinia a nord ovest di Roma è stato bombardato lunedì da aerei alleati . Numerose strade e ferrovie tedesche sono state martellate continuamente .
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ANKARA , 27 . Secondo notizie giunte da Bucarest bombardieri Alleati hanno fatto incursioni su due città dell ' Ungheria durante la notte tra lunedì e martedì . Le città bombardate sono Gjor al nord ovest del Paese e Nagikanisha al sud ovest . A Budapest l ' allarme è durato 45 minuti . I giornali di Ankara riferendo queste notizie comunicano che il fatto ha destato vive preoccupazioni negli ambienti della Capitale Ungherese .
- ( - , 1943 )
StampaQuotidiana ,
Dalla trincea in cui ci eravamo asserragliati a custodia della bandiera giammai ammainata , balziamo incontro all ' avvenire con la stessa fede che il ventennio di ignominia non è riuscito che a purificare , se ciò era possibile ... Balziamo all ' ordine perentorio : Avanti ! , e il mondo dei lavoratori , ritrovata finalmente la sua via , divenuto valanga prepotente , travolgerà tutto quanto si opporrà alla sua marcia trionfale verso il raggiungimento di un ordine nuovo che esso si attende dalla sua resistenza nel triste ventennio di espiazione , dalla guerra rivoluzionaria , dalla sua forza incommensurabile . Avanti ! è l ' ordine del giornale del Partito Socialista Italiano , che oggi il socialismo campano ha fatto suo , incidendolo sulla testata del suo giornale , con l ' augurio che possa subito ritornare sull ' organo nazionale del partito . Oggi è l ' Italia Meridionale che , riacquistata la libertà , spiegata al vento la libera bandiera del socialismo , grida ai lavoratori " Avanti ! verso il vostro immancabile avvenire " .
StampaQuotidiana ,
Il crollo improvviso del fascismo , avvenuto il 25 luglio 1943 , per la confessata sua impotenza a dominare la situazione , diffuse in Italia l ' illusione che tutti i mali del paese dovessero subito svanire e la vita italiana fosse per ritornare indietro di venti anni . In realtà il fascismo aveva compenetrato di sé tutte le istituzioni e la sua politica aveva scavato il baratro all ' Italia . Epperò il suicidio notturno del gran consiglio doveva esser considerato indizio di un male più grave . Gli avvenimenti difatti hanno dimostrato fino a qua - e stadio la cancrena del fascismo avesse infettato l ' Italia e le sue istituzioni . L ' aver reputato tali istituzioni stabili e sicure e perciò utili ad un rapido rinnovamento fu un errore fatale . Cosicché il popolo italiano che , pur subendo il fascismo e la guerra , aveva passivamente resistito alla stessa in attesa della occasione favorevole per liberarsi del fascismo e del nazismo , al momento opportuno , per la illusoria fiducia negli istituti , venne a trovarsi inerme e disorganizzato contro la sadica rabbia dell ' invasore . Onde il suo contributo alla liberazione del proprio paese che poteva inizialmente essere formidabile , giovare alle forze anglo americane e salvare la Campania e l ' Italia centrale e settentrionale dalla devastazione tedesca finì per essere pressoché nullo . Triste ed ineluttabile eredità del fascismo che ci lascia spogli di tutto con un disordine che è il funesto epilogo del secondo atto del dramma che viviamo . Come uscirne ? Allo stesso modo della euforia ingannatrice del 25 luglio si diffonde ora una profonda inquietudine accompagnata da un disorientamento , altrettanto ingannevole e pericoloso . Il pericolo per l ' Italia indubbiamente è immenso ; ma esso è comune a tutti i popoli e sovrasta , dal 1935 , principalmente su tutta l ' Europa : la dominazione dell ' imperialcapitalismo nazista . Contro del quale però combattono tenacemente , valorosamente e vittoriosamente il popolo inglese , quello americano e quello russo e contro questo pericolo , per la sua salvezza , nella misura dei propri mezzi residui ma con tutta la sua tradizionale indomabile energia , dovrà combattere anche il popolo italiano . Da tutti è sentita questa esigenza della nostra effettiva partecipazione alla guerra , per dovere verso gli italiani di oltre il Garigliano , per l ' onore del popolo , per la vittoria contro il nemico capitale d ' Italia e di Europa . Tuttavia lo spettacolo della crisi italiana aggravata dai tre anni di guerra fascista e dall ' azione tedesca lascia nel dubbio gli animi sospesi degli italiani . Questo è esiziale : il disinganno e il disinteresse che suscita possono diventare motivo di consolidazione del nazismo . Il popolo italiano deve invece prendere coscienza della crisi sociale che attraversiamo , rendersi conto che essa contiene in se le condizioni per la ricostruzione socialista dell ' Italia . In verità , quale che sia la fonte immediata dei mezzi per ricostruire il distrutto e rifare l ' Italia , è indubbio che il peso sarà sopportato dalle classi lavoratrici . Esse pagheranno la ricostruzione . È ovvio allora che questa non può avvenire per la resurrezione dell ' economia borghese e del diritto di privata proprietà sui mezzi di produzione che saranno ricostruiti dal sacrificio del proletariato . D ' altra parte , ai mezzi per la immane opera , è altrettanto ovvio non potersi provvedere con le risorse della ordinaria pressione fiscale , per quanto forte . È pertanto la situazione attuale che obbiettivamente determina la necessità del ricorso a risorse fiscali straordinarie : la generalizzazione dei monopoli di stato e l ' avocazione integrale del profitto mediante la socializzazione . Non v ' è altro mezzo ; l ' Italia potrà risorgere soltanto mediante la socializzazione . Ecco ; siamo giunti al punto , già previsto dalla dottrina socialista , in cui giustizia sociale e legge economica coincidono . Se è così , il popolo italiano ha come orientarsi e dominare ogni inquietudine : da questa crisi deve sortire fatalmente ed inesorabilmente l ' ordine socialista . Per esso sacrificarsi , per esso organizzarsi , per esso combattere .
CORSIVO ( IL POLITICANTE , 1943 )
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Della incapacità della borghesia a governare e a governarsi , della conseguente necessità che il potere passi nelle mani delle nuove forze vive del lavoro , prova ultima è quella della crisi in cui si dibatte il governo Badoglio . Tutti di accordo che si debba formare un governo di partiti , tutti di accordo che in esso debbono essere rappresentate tutte le correnti democratiche , tutti di accordo - i partiti - che bisogna collaborare , e il governo non si fa , i partiti restano a protestare ... E allora tutti siamo di accordo , benissimo ! Ma il governo non si fa ! Vi è una regia testardaggine : sia rimossa . Ma non avevamo pensato che non ci sono gli uomini ! Vivaddio siamo quasi dodici milioni di Italiani liberati , e non ci sono uomini ... È necessario che gli nomini abbiano il crisma delle gloria , o l ' aureola di trionfi politici . Allora bisognerà rinunziare a formare un governo di partiti , o bisognerà fare un governo di fascisti , i quali sono tutti onusti di gloria , o un governo di parrucconi ... poiché gli antifascisti non hanno che le ferite non ancora rimarginate del confino , del carcere , delle misure di polizia , un oscuro ventennio trascorso ai margini della vita ... Che si debba ritornare ai tempi in cui per risolvere una crisi non ci era che Giolitti e qualche suo compare ? L ' Italia vuole respirare e vivere : solo le forze nuove , espressione del popolo che lavora , potranno far piazza pulita di tutte le beghe , di tutti i prestigi , le prevenzioni che hanno condotto al 1922 . E allora avanti !
StampaQuotidiana ,
Il ristagno della situazione nell ' Italia Meridionale , durato dai bei mesi trascorsi finora , in confronto della sempre più estesa e risoluta azione degli italiani ancora soggetti alla dominazione nazifascista , suscita rammarico per questa inerzia non degna del sacrificio dei nostri fratelli oppressi e tanto meno dei doveri dell ' ora . Intanto però si sviluppa finalmente e prende corpo l ' idea che gli italiani di qui debbono compiere ogni sforzo per la liberazione di tutta l ' Italia , di tutta l ' Europa , dal nazifascismo . Tale necessità deve essere considerata come esigenza di vita , in quanto da questa azione soltanto potrà scaturire il vero risorgimento italiano e la sua legittimazione di fronte alla storia ed agli altri popoli . Unicamente per questa via , potrà sopravvivere la genuina unità nazionale , quando fosse cementata da una fattiva solidarietà nel rischio e nel sacrificio . Noi socialisti abbiamo costantemente enunciato e ribadito questi principi e siamo lieti oggi di constatare che si avviano a diventare prassi politica generale , mentre , come un favorevole auspicio , i soldati italiani , dopo il sacrificio di Mignano , hanno ripreso a combattere , con risolutezza e vigoria , contro i tedeschi vittoriosamente . È ovvio che non basta il riconoscimento di un giusto principio : occorre adeguare l ' azione pratica alle necessità che le direttive ideali impongono . E nella ricerca di quello che si deve fare e del come deve esser fatto , se vogliamo essere coerenti e solidali con i partigiani ed i lavoratori combattenti di oltre il Garigliano , dobbiamo tenere in conto , principalmente , i sentimenti , gli orientamenti , la tattica di quei combattenti , di quei partigiani , e dei partiti e del Comitato Centrale di Liberazione che la loro azione organizza , suscita e dirige . Se la nostra condotta non avesse questa ispirazione , sarebbe vana , non varrebbe cioè a salvare il bene indispensabile , senza del quale la ricostruzione d ' Italia è impossibile : la solidarietà nazionale . E ciò , a maggior ragione , vale per noi socialisti perché in prima fila del fronte di liberazione , il nerbo maggiore è costituito dai nostri compagni . E nemmeno questo basta . Dobbiamo stabilire , ed è nel nostro potere poiché attiene alle nostre capacità ed al nostro senso di responsabilità , le condizioni necessarie perché l ' azione del popolo meridionale possa riuscire effettivamente utile , proficua e duratura . Queste condizioni non s ' improvvisano ; debbono risultare da ponderato esame e matura riflessione . Per fare un esercito occorrono armi , indumenti , viveri ; per condurre una guerra occorre compattezza , slancio popolare , larghezza di mezzi finanziari , e stabilità monetaria , economia efficiente in ogni campo , dalla produzione agricola e industriale , ai trasporti , alla distribuzione , al consumo , assistenza civile , esauriente mobilitazione generale di tutte le risorse del paese , di tutte le energie popolari . Il compito che grava su di noi italiani del meridione , nella situazione attuale a tutti nota , è perciò di una gravità eccezionale : contemporaneamente riorganizzarci e fare la guerra . La realizzazione di quanto occorre allo sforzo da compiere è soltanto parzialmente in nostro potere . Dipenderà dalla nostra saggezza politica saperci porre , anche sotto questo aspetto , nel quadro della solidarietà internazionale , sulla strada che ci conduca alla salvezza del popolo italiano .
StampaQuotidiana ,
La nuova situazione politica italiana che si è venuta delineando in questi ultimi giorni , ha portato alla importante deliberazione della Giunta Esecutiva dei Comitati di Liberazione che pubblichiamo più sotto . Prima della riunione del 6 aprile , in cui la Giunta Esecutiva ha preso la detta deliberazione , la Direzione deI nostro Partito , sollecitata dagli sviluppi della situazione , aveva adottata una dichiarazione che il compagno Longobardi ha presentato alla giunta e con la quale facendo noto che ogni decisione spetta al Consiglio Nazionale deI Partito , si è voluto intanto portare a conoscenza degli altri partiti e del popolo , le condizioni di indole più vasta e complessa che debbono necessariamente motivare e giustificare la formazione di un nuovo governo democratico . La Direzione ha affermato che l ' avvenimento interno , perché abbia effetto , si debba inserire in concreto nella situazione europea e mondiale . Sia per le condizioni reali del paese , sia per la situazione , diciamo così , internazionale in cui l ' Italia si trova , sia per il fatto che il nuovo governo deve costituirsi avendo come primo e predominante compito , la partecipazione alla guerra contro la Germania con tutte le sue forze e le sue risorse , non è possibile in questo momento fare astrazione da quella situazione internazionale a cui la Direzione del nostro Partito si è richiamata . Fare la guerra come noi , e come tutti gli altri Italiani vogliono , non è , insomma , una questione di politica interna , ma sopratutto di politica estera . Ecco perché la Direzione del Partito Socialista ha voluto enunciare le condizioni che riteneva dover connettere alla costituzione deI nuovo governo . E ciò nel superiore interesse del paese intero , del proletariato italiano . Queste condizioni sono chiaramente espresse nella dichiarazione che pubblichiamo in rilievo a parte .