StampaQuotidiana ,
Premetto
che
non
sono
fra
quelli
che
liquidano
il
fenomeno
radicale
come
qualunquismo
o
che
trovano
comodo
etichettare
Pannella
come
fascista
(
anzi
,
più
in
generale
proporrei
di
usare
quest
'
ultimo
termine
con
maggiore
discrezione
e
appropriatezza
:
se
ne
fanno
un
uso
e
un
abuso
,
che
rivelano
,
temo
,
la
carenza
di
analisi
più
approfondite
e
aggiornate
)
.
C
'
è
invece
,
una
complessità
e
contraddittorietà
del
fenomeno
con
le
quali
occorre
misurarsi
.
E
c
'
è
al
tempo
stesso
il
pericolo
che
un
aumento
della
forza
elettorale
di
questo
partito
,
ottenuto
sulla
base
degli
"
slogans
"
che
esso
utilizza
nel
corso
di
questa
campagna
,
ne
scateni
gli
aspetti
e
le
componenti
peggiori
.
C
'
è
,
ancora
,
il
pericolo
che
verso
la
suggestione
radicale
s
'
indirizzino
il
sentimento
di
protesta
e
le
frustrazioni
di
certi
settori
dei
giovani
,
i
quali
possono
nei
radicali
individuare
l
'
ennesima
proiezione
illusoria
di
certe
loro
aspettative
non
ingiustificate
di
"
rinnovamento
e
di
trasformazione
"
.
Perciò
,
prendendo
i
radicali
,
o
,
per
meglio
dire
,
il
loro
gruppo
dirigente
,
per
quello
che
sono
,
e
cioè
una
forza
che
interpreta
e
strumentalizza
stati
d
'
animo
e
reazioni
,
che
nascono
dalla
crisi
profonda
di
certi
settori
della
società
italiana
e
delle
istituzioni
,
mi
proverò
a
spiegare
ad
un
giovane
,
presumibilmente
progressista
e
democratico
,
le
ragioni
per
cui
"
non
"
deve
votare
radicale
.
Non
deve
votare
radicale
:
1
)
Perché
i
radicali
sono
antioperai
prima
che
anticomunisti
,
o
,
più
esattamente
,
anticomunisti
in
quanto
antioperai
.
Non
c
'
è
un
solo
punto
del
programma
radicale
che
riguardi
gli
interessi
,
i
bisogni
,
le
lotte
della
classe
operaia
.
Mi
si
potrà
rispondere
:
cosa
ce
ne
importa
a
noi
della
classe
operaia
?
non
basta
lottare
per
i
propri
più
immediati
e
avvertiti
interessi
?
Ma
è
appunto
questo
l
'
elemento
grave
che
il
radicalismo
introduce
nel
dibattito
politico
italiano
,
anche
rispetto
alla
lunga
conquista
di
posizioni
e
di
coscienze
seguita
al
'68-'69
:
il
convincimento
che
si
possano
soddisfare
interessi
e
bisogni
di
qualsiasi
settore
in
movimento
della
società
italiana
è
,
senza
fare
riferimento
alla
classe
operaia
.
Mettendo
fra
parentesi
la
classe
operaia
e
la
sua
strategia
di
trasformazione
,
il
radicalismo
spezza
il
campo
delle
forze
progressiste
,
fa
un
favore
alla
conservazione
.
2
)
Perché
il
gruppo
dirigente
radicale
è
,
intimamente
,
borghese
e
conservatore
.
Non
fermiamoci
alle
apparenze
:
alle
urla
,
agli
strilli
,
alle
proteste
da
gruppo
minoritario
perseguitato
ed
oppresso
.
Ciò
che
il
gruppo
dirigente
radicale
ha
in
mente
come
democrazia
organizzata
delle
grandi
masse
,
è
l
'
enorme
rilievo
che
,
attraverso
i
moderni
partiti
e
sindacati
,
hanno
assunto
i
soggetti
sociali
collettivi
della
trasformazione
.
Il
loro
sogno
è
quello
di
ricostruire
una
società
politica
in
cui
il
potere
dell
'
»
organizzazione
sia
fortemente
ridimensionato
e
il
"
leaderismo
"
e
il
"
carisma
"
di
alcuni
notabili
vengano
restituiti
al
valore
d
'
un
tempo
.
Lo
Stato
di
diritto
,
a
cui
i
radicali
pensano
,
assomiglia
molto
allo
Stato
liberal
-
borghese
post
-
unitario
:
Bertrando
Spaventa
conta
,
in
questa
visione
,
molto
ma
molto
più
di
Marx
.
Ma
questo
sarebbe
un
andare
avanti
o
un
tornare
indietro
?
Il
sistema
dei
partiti
ha
bisogno
di
essere
profondamente
rinnovato
,
lo
sappiamo
tutti
,
penso
che
i
giovani
siano
interessati
a
rinnovarlo
nel
senso
di
una
partecipazione
crescente
delle
masse
alla
democrazia
,
non
in
quello
esattamente
opposto
di
un
ripristino
delle
condizioni
che
reggevano
in
piedi
il
vecchio
notabilato
liberal
-
conservatore
(
che
,
non
a
caso
,
comprimeva
e
mortificava
proprio
la
presenza
delle
giovani
forze
politiche
e
culturali
nella
società
)
.
3
)
Perché
la
strategia
di
lotte
parziali
,
che
i
radicali
propongono
,
rinuncia
per
definizione
alla
visione
generale
,
complessiva
,
dello
scontro
di
classe
e
della
battaglia
politica
.
Questo
spiega
anche
perché
dentro
ci
si
può
ammucchiare
di
tutto
:
dai
sentimenti
di
frustrazione
di
una
piccola
borghesia
impiegatizia
e
localistica
al
ragionamento
opportunistico
dell
'
ex
rivoluzionario
deluso
.
Ma
può
piacere
ai
giovani
tutto
questo
?
Fra
una
battaglia
parziale
e
l
'
altra
ci
stanno
spazi
larghi
come
una
casa
:
dentro
questi
spazi
il
potere
della
vecchia
classe
dominante
ci
si
adagia
comodamente
.
Ai
democristiani
questa
strategia
gli
fa
il
solletico
:
tant
'
è
vero
che
preferirebbero
di
gran
lunga
un
successo
radicale
ad
una
rinnovata
affermazione
comunista
.
4
)
Perché
il
radicalismo
è
una
mentalità
che
nella
storia
italiana
,
anche
nella
storia
della
cultura
italiana
,
ha
sempre
rappresentato
un
approccio
superficiale
ai
problemi
,
uno
schematizzare
,
un
semplificare
,
ecc.
Avete
mai
sentito
,
onestamente
,
un
dirigente
radicale
fare
un
"
ragionamento
"
,
tentare
un
'
"
analisi
"
?
Al
posto
degli
strumenti
analitici
c
'
è
,
nei
casi
migliori
,
un
uso
brillante
della
dialettica
e
una
capacità
notevole
di
resa
emotiva
;
nei
casi
peggiori
,
la
violenza
verbale
,
la
volontà
di
ridurre
il
confronto
politico
ad
un
gioco
di
ragioni
polemiche
sostenute
unicamente
dalle
reciproche
volontà
distruttive
.
Questo
è
potuto
sembrare
qualche
volta
affascinante
.
Ma
pensateci
bene
:
a
quale
tipo
di
discorso
politico
il
radicalismo
ci
induce
?
A
un
tipo
di
discorso
politico
fondato
esclusivamente
sulla
contrapposizione
schematica
e
spesso
puramente
verbale
.
Anche
questo
è
un
passo
avanti
o
un
passo
indietro
?
Se
siamo
d
'
accordo
che
il
ragionamento
(
e
il
linguaggio
)
politico
italiano
soffre
di
formalismo
e
di
vuotaggini
,
il
discorso
radicale
non
fa
che
confermare
e
approfondire
questo
carattere
:
con
un
po
'
più
di
verve
ma
anche
con
maggiore
protervia
.
5
)
Perché
nel
radicalismo
c
'
è
una
malcelata
e
profonda
volontà
di
sopraffazione
.
Si
lamentano
di
essere
costretti
a
parlare
troppo
poco
,
ma
in
realtà
urlano
più
di
tutti
.
Hanno
disprezzo
per
i
loro
interlocutori
.
Fanno
scuola
d
'
intolleranza
.
Attirano
elettori
dalla
destra
facendo
sfoggio
di
battute
anticomuniste
e
antistituzionali
.
Guardate
Marco
Pannella
quando
parla
in
TV
:
è
dai
primi
anni
'50
che
ce
l
'
ha
con
i
partiti
di
sinistra
e
in
particolare
con
i
comunisti
,
e
lo
dimostra
con
tutta
la
rabbia
che
esprime
.
Cova
un
sogno
di
rivincita
:
e
i
sogni
di
rivincita
non
badano
troppo
al
sottile
,
tutti
i
mezzi
sono
buoni
.
Ma
cos
'
ha
a
che
fare
questa
rivincita
personale
o
di
gruppo
con
le
speranze
di
trasformazione
e
di
rinnovamento
proprie
della
gioventù
italiana
?
Per
concludere
:
lo
spazio
radicale
è
uno
spazio
politico
e
sociale
,
che
il
movimento
operaio
ha
in
Italia
solidamente
occupato
fin
dagli
ultimi
anni
del
secolo
scorso
.
E
'
lo
spazio
dei
diritti
civili
e
delle
lotte
per
l
'
allargamento
delle
libertà
,
della
critica
alle
tentazioni
autoritarie
dello
Stato
e
della
rivendicazione
di
migliori
»
condizioni
di
esistenza
per
l
'
individuo
e
per
il
cittadino
.
Non
a
caso
l
'
unico
episodio
rilevante
di
un
'
alleanza
tra
movimento
operaio
e
partito
radicale
è
legato
alla
lotta
contro
l
'
"
infame
"
governo
Crispi
e
contro
la
svolta
reazionaria
del
'98
.
Da
allora
,
la
battaglia
radicale
è
stata
ricompresa
nella
più
complessiva
strategia
liberatoria
del
movimento
operaio
italiano
.
Se
uno
spazio
radicale
si
è
riaperto
,
vuol
dire
che
sul
terreno
dei
diritti
civili
e
delle
insufficienze
del
nostro
sistema
politico
e
della
nostra
democrazia
,
il
movimento
operaio
italiano
non
ha
fatto
tutto
quello
che
avrebbe
dovuto
.
Questo
i
giovani
possono
e
debbono
richiedere
:
che
il
terreno
dello
sviluppo
della
democrazia
e
della
libertà
sia
individuali
che
collettive
venga
praticato
fino
in
fondo
dal
movimento
operaio
,
dai
comunisti
,
nell
'
arco
complessivo
di
una
strategia
riformatrice
,
che
veda
crescere
,
e
non
diminuire
,
l
'
unità
delle
loro
forze
sociali
e
politiche
progressiste
.
Ma
appunto
perciò
non
si
può
dar
credito
al
gruppo
dirigente
radicale
,
che
usa
queste
tematiche
per
una
battaglia
di
divisione
e
di
anticomunismo
stantio
:
bisogna
,
anche
col
voto
,
dimostrare
che
la
strumentalizzazione
non
è
passata
.