StampaQuotidiana ,
Nel
dicembre
del
1993
si
è
svolto
alla
Sorbona
,
sotto
l
'
egida
della
Academie
Universelle
des
Cultures
,
un
congresso
sul
concetto
di
intervento
internazionale
.
C
'
erano
non
solo
giuristi
,
politologi
,
militari
,
politici
,
ma
anche
filosofi
e
storici
come
Paul
Ricoeur
o
Jacques
Le
Goff
,
medici
senza
frontiere
come
Bernard
Koutchner
,
rappresentanti
di
minoranze
un
tempo
perseguitate
come
Elie
Wiesel
,
Ariel
Dorfmann
,
Toni
Morrison
,
vittime
della
repressione
di
vari
dittatori
,
come
Leszek
Kolakowski
o
Bronislaw
Geremek
o
Jorge
Semprun
,
insomma
molta
gente
a
cui
la
guerra
non
piace
,
non
è
mai
piaciuta
e
non
vorrebbero
vederne
più
.
Si
aveva
paura
a
usare
parole
come
"
intervento
"
,
che
sapeva
troppo
di
ingerenza
(
anche
Sagunto
è
stato
un
intervento
,
e
ha
permesso
ai
romani
di
fare
fuori
i
cartaginesi
)
,
e
si
preferiva
parlare
di
soccorso
e
di
"
azione
internazionale
"
.
Pura
ipocrisia
?
No
,
i
romani
che
intervengono
a
favore
di
Sagunto
sono
romani
,
e
basta
.
In
quel
convegno
invece
si
stava
parlando
di
comunità
internazionale
,
di
un
gruppo
di
paesi
che
ritengono
che
la
situazione
,
in
un
punto
qualsiasi
del
globo
,
abbia
raggiunto
l
'
intollerabile
,
e
decidono
di
intervenire
per
porre
fine
a
quello
che
la
coscienza
comune
definisce
un
delitto
.
Ma
quali
paesi
fanno
parte
della
comunità
internazionale
,
e
quali
sono
i
limiti
della
coscienza
comune
?
Si
può
certo
sostenere
che
per
ogni
civiltà
uccidere
sia
un
male
,
ma
solo
entro
certi
limiti
.
Noi
europei
e
cristiani
ammettiamo
per
esempio
l
'
omicidio
per
legittima
difesa
,
ma
gli
antichi
abitanti
del
Centro
e
Sud
America
ammettevano
il
sacrificio
umano
rituale
,
e
gli
attuali
abitanti
degli
Stati
Uniti
ammettono
la
pena
di
morte
.
Una
delle
conclusioni
di
quel
tormentatissimo
convegno
era
stata
che
,
come
avviene
in
chirurgia
,
intervenire
significa
agire
energicamente
per
interrompere
o
eliminare
un
male
.
La
chirurgia
vuole
il
bene
,
ma
i
suoi
metodi
sono
violenti
.
È
consentita
una
chirurgia
internazionale
?
Tutta
la
filosofia
politica
moderna
ci
dice
che
,
per
evitare
la
guerra
di
tutti
contro
tutti
,
lo
Stato
deve
esercitare
una
certa
violenza
sugli
individui
.
Ma
quegli
individui
hanno
sottoscritto
un
contratto
sociale
.
Che
cosa
avviene
tra
stati
che
non
hanno
sottoscritto
un
contratto
comune
?
Di
solito
una
comunità
,
che
si
ritiene
depositaria
di
valori
molto
diffusi
(
diciamo
i
paesi
democratici
)
stabilisce
i
limiti
di
ciò
che
essa
giudica
intollerabile
.
Non
è
tollerabile
condannare
a
morte
per
reati
d
'
opinione
.
Non
è
tollerabile
il
genocidio
.
Non
è
tollerabile
l
'
infibulazione
(
almeno
,
se
praticata
a
casa
nostra
)
.
Pertanto
si
decide
di
difendere
coloro
che
sono
danneggiati
ai
limiti
dell
'
intollerabile
.
Ma
sia
chiaro
che
quell
'
intollerabile
è
intollerabile
per
noi
,
non
per
"loro".Chi
siamo
noi
?
I
cristiani
?
Non
necessariamente
,
cristiani
rispettabilissimi
,
anche
se
non
cattolici
,
appoggiano
Milosevic
.
Il
bello
è
che
questo
"
noi
"
(
anche
se
è
definito
da
un
trattato
,
come
quello
nord
-
atlantico
)
è
un
Noi
impreciso
.
È
una
Comunità
che
si
riconosce
su
alcuni
valori
.
Dunque
quando
si
decide
di
intervenire
in
base
ai
valori
di
una
Comunità
,
si
fa
una
scommessa
:
che
i
nostri
valori
,
e
il
nostro
senso
dei
limiti
tra
tollerabile
e
intollerabile
,
siano
giusti
.
Si
tratta
di
una
sorta
di
scommessa
storica
non
diversa
da
quella
che
legittima
le
rivoluzioni
,
o
i
tirannicidi
:
chi
mi
dice
che
io
abbia
diritto
di
esercitare
la
violenza
(
e
che
violenza
,
talora
)
per
ristabilire
quella
che
ritengo
una
giustizia
violata
?
Non
c
'
è
nulla
che
legittimi
una
rivoluzione
,
per
chi
l
'
avversa
:
semplicemente
chi
vi
si
impegna
crede
,
scommette
,
che
ciò
che
fa
sia
giusto
.
Non
diversamente
accade
per
la
decisione
di
un
intervento
internazionale
.
È
questa
situazione
quella
che
spiega
l
'
angoscia
che
afferra
tutti
in
questi
giorni
.
C
'
è
un
male
terribile
a
cui
opporsi
(
la
pulizia
etnica
)
:
è
l
'
intervento
bellico
lecito
o
no
?
Si
deve
fare
una
guerra
per
impedire
una
ingiustizia
?
Secondo
giustizia
sì
.
E
secondo
carità
?
Ancora
una
volta
si
ripropone
il
problema
della
scommessa
:
se
con
una
violenza
minima
avrò
impedito
una
ingiustizia
enorme
,
avrò
agito
secondo
carità
,
come
fa
il
poliziotto
che
spara
al
pazzo
assassino
per
salvare
la
vita
a
molti
innocenti
.
Ma
la
scommessa
è
duplice
.
Da
un
lato
si
scommette
che
noi
siamo
in
accordo
col
senso
comune
,
che
quello
che
vogliamo
reprimere
è
qualche
cosa
di
universalmente
intollerabile
(
e
peggio
per
chi
non
lo
capisce
e
ammette
ancora
)
.
Dall
'
altro
si
scommette
che
la
violenza
che
giustifichiamo
riuscirà
a
prevenire
violenze
maggiori
.
Sono
due
problemi
assolutamente
diversi
.
Ora
provo
a
dare
per
scontato
il
primo
,
che
scontato
non
è
,
ma
vorrei
ricordare
a
tutti
che
questo
non
è
un
trattato
di
etica
,
bensì
un
articolo
di
giornale
,
sordidamente
ricattato
da
esigenze
di
spazio
e
di
comprensibilità
.
In
altre
parole
,
il
primo
problema
è
così
grave
,
e
angoscioso
,
che
non
può
,
anzi
non
deve
essere
trattato
sulle
gazzette
.
Diciamo
allora
che
è
giusto
,
per
impedire
un
delitto
come
la
pulizia
etnica
(
foriero
di
altri
delitti
e
di
altre
atrocità
che
il
nostro
secolo
ha
conosciuto
)
,
ricorrere
alla
violenza
.
Ma
la
seconda
domanda
è
se
la
forma
di
violenza
che
esercitiamo
possa
davvero
prevenire
violenze
maggiori
.
Qui
non
siamo
più
di
fronte
a
un
problema
etico
bensì
a
un
problema
tecnico
,
il
quale
ha
tuttavia
un
risvolto
etico
:
se
l
'
ingiustizia
a
cui
mi
piego
non
prevenisse
l
'
ingiustizia
maggiore
,
sarebbe
stato
lecito
usarla
?
Questo
equivale
a
fare
un
discorso
sulla
utilità
della
guerra
,
nel
senso
di
guerra
guerreggiata
,
di
guerra
tradizionale
,
che
ha
per
fine
l
'
annientamento
finale
del
nemico
e
la
vittoria
del
vincitore
.
Il
discorso
sulla
inutilità
della
guerra
è
difficile
perché
pare
che
chi
lo
fa
parli
in
favore
dell
'
ingiustizia
che
la
guerra
cerca
di
sanare
.
Ma
questo
è
un
ricatto
psicologico
.
Se
qualcuno
per
esempio
dicesse
che
tutti
i
guai
della
Serbia
derivano
dalla
dittatura
di
Milosevic
,
e
che
se
i
servizi
segreti
occidentali
riuscissero
a
uccidere
Milosevic
tutto
si
risolverebbe
in
un
giorno
,
questo
qualcuno
criticherebbe
la
guerra
come
strumento
utile
per
risolvere
il
problema
del
Kosovo
,
ma
non
sarebbe
pro
-
Milosevic
.
D
'
accordo
?
Perché
nessuno
adotta
questa
posizione
?
Per
due
ragioni
.
Una
,
che
i
servizi
segreti
di
tutto
il
mondo
sono
per
definizione
inefficienti
,
non
sono
stati
capaci
di
fare
ammazzare
né
Castro
né
Saddam
ed
è
vergognoso
che
si
consideri
ancora
giusto
sperperare
per
essi
pubblico
denaro
.
L
'
altro
è
che
non
è
affatto
vero
che
quello
che
fanno
i
serbi
sia
dovuto
alla
follia
di
un
dittatore
,
ma
dipende
da
odi
etnici
millenari
,
che
coinvolgono
e
loro
e
altre
etnie
balcaniche
,
il
che
rende
il
problema
ancora
più
drammatico
.
Torniamo
allora
al
discorso
sulla
utilità
della
guerra
.
Qual
è
stato
nel
corso
dei
secoli
il
fine
di
quella
che
chiameremo
paleo
-
guerra
?
Sconfiggere
l
'
avversario
in
modo
da
trarre
un
beneficio
dalla
sua
perdita
.
Questo
imponeva
tre
condizioni
:
che
al
nemico
dovessero
essere
tenute
segrete
le
nostre
forze
e
le
nostre
intenzioni
,
in
modo
da
poterlo
prendere
di
sorpresa
;
che
ci
fosse
una
forte
solidarietà
nel
fronte
interno
;
che
infine
tutte
le
forze
a
disposizione
fossero
utilizzate
per
distruggere
il
nemico
.
Per
questo
nella
paleo
-
guerra
(
compresa
la
guerra
fredda
)
si
stroncavano
coloro
che
dall
'
interno
del
fronte
amico
trasmettevano
informazioni
al
fronte
nemico
(
fucilazione
di
Mata
Hari
,
i
Rosenberg
sulla
sedia
elettrica
)
,
si
impediva
la
propaganda
del
fronte
avverso
(
si
metteva
in
prigione
chi
ascoltava
Radio
Londra
,
McCarthy
condannava
i
filocomunisti
di
Hollywood
)
,
e
si
punivano
coloro
che
,
dall
'
interno
del
fronte
nemico
,
lavoravano
contro
il
proprio
paese
(
impiccagione
di
John
Amery
,
segregazione
a
vita
di
Ezra
Pound
)
perché
non
si
doveva
fiaccare
lo
spirito
dei
cittadini
.
E
infine
si
insegnava
a
tutti
che
il
nemico
andava
ucciso
,
e
i
bollettini
di
guerra
esultavano
quando
le
forze
nemiche
venivano
sterminate
.
Queste
condizioni
sono
entrate
in
crisi
con
la
prima
neo
-
guerra
,
quella
del
Golfo
,
ma
si
attribuiva
ancora
la
smagliatura
alla
stupidità
dei
popoli
di
colore
,
che
ammettevano
i
giornalisti
americani
a
Bagdad
,
forse
per
vanità
,
o
per
corruzione
.
Ora
non
ci
sono
più
equivoci
,
l
'
Italia
invia
aerei
in
Serbia
ma
mantiene
relazioni
diplomatiche
con
la
Jugoslavia
,
le
televisioni
della
Nato
comunicano
ora
per
ora
ai
serbi
quali
aerei
Nato
stanno
lasciando
Aviano
,
agenti
serbi
sostengono
le
ragioni
del
governo
avversario
dagli
schermi
della
televisione
di
stato
,
giornalisti
italiani
trasmettono
da
Belgrado
con
l
'
appoggio
delle
autorità
locali
.
Ma
è
guerra
questa
,
col
nemico
in
casa
che
fa
propaganda
per
i
suoi
?
Nella
neo
-
guerra
ciascun
belligerante
ha
il
nemico
nelle
retrovie
e
,
dando
continuamente
la
parola
all
'
avversario
,
i
media
demoralizzano
i
cittadini
(
mentre
Clausewitz
ricordava
che
condizione
della
vittoria
è
la
coesione
morale
di
tutti
i
combattenti
)
.
D
'
altra
parte
,
quand
'
anche
i
media
fossero
imbavagliati
,
le
nuove
tecnologie
della
comunicazione
permettono
flussi
d
'
informazione
inarrestabili
-
e
non
so
quanto
Milosevic
possa
bloccare
non
dico
Internet
ma
le
trasmissioni
radio
da
paesi
nemici
.
Tutte
le
cose
che
ho
detto
sembrano
contraddire
il
bell
'
articolo
di
Furio
Colombo
su
Repubblica
del
19
aprile
scorso
,
dove
si
sostiene
che
il
Villaggio
Globale
di
McLuhaniana
memoria
sarebbe
morto
il
13
aprile
1999
,
quando
in
un
mondo
di
media
,
cellulari
,
satelliti
,
spie
spaziali
e
così
via
,
si
dovette
dipendere
dal
telefonino
da
campo
di
un
funzionario
di
agenzia
internazionale
,
incapace
di
chiarire
se
davvero
fosse
avvenuta
una
infiltrazione
serba
in
territorio
albanese
.
"
Noi
non
sappiamo
nulla
dei
serbi
.
I
serbi
non
sanno
nulla
di
noi
.
Gli
albanesi
non
riescono
a
vedere
sopra
il
mare
di
teste
che
li
sta
invadendo
.
La
Macedonia
scambia
i
profughi
per
nemici
e
li
massacra
di
botte
"
.
Ma
allora
,
questa
è
una
guerra
dove
ciascuno
sa
tutto
degli
altri
o
dove
nessuno
sa
niente
?
Tutte
e
due
le
cose
.
Il
fronte
interno
è
trasparente
,
mentre
la
frontiera
è
opaca
.
Gli
agenti
di
Milosevic
parlano
nelle
trasmissioni
di
Gad
Lerner
,
mentre
sul
fronte
,
là
dove
i
generali
di
un
tempo
esploravano
col
binocolo
,
e
sapevano
benissimo
dove
si
appostava
il
nemico
,
oggi
non
si
sa
niente
.
Questo
accade
perché
,
se
il
fine
della
paleo
-
guerra
era
distruggere
quanti
più
nemici
fosse
possibile
,
pare
tipico
della
neo
-
guerra
cercare
di
ucciderne
il
meno
possibile
,
perché
a
ucciderne
troppi
si
incorrerebbe
nella
riprovazione
dei
media
.
Nella
neo
-
guerra
non
si
è
ansiosi
di
distruggere
il
nemico
,
perché
i
media
ci
rendono
vulnerabili
di
fronte
alla
sua
morte
-
non
più
evento
lontano
e
impreciso
,
ma
evidenza
visiva
insostenibile
.
Nella
neo
-
guerra
ogni
armata
si
muove
all
'
insegna
del
vittimismo
.
Milosevic
accusa
orribili
perdite
(
Mussolini
se
ne
sarebbe
vergognato
)
,
e
basta
che
un
aviatore
della
Nato
caschi
a
terra
che
tutti
si
commuovono
.
Insomma
,
nella
neo
-
guerra
perde
,
di
fronte
all
'
opinione
pubblica
,
chi
ha
ammazzato
troppo
.
E
dunque
è
giusto
che
alla
frontiera
nessuno
si
affronti
e
nessuno
sappia
niente
dell
'
altro
.
In
fondo
la
neo
-
guerra
è
all
'
insegna
della
"
bomba
intelligente
"
,
che
dovrebbe
distruggere
il
nemico
senza
ammazzarlo
,
e
si
capiscono
i
nostri
ministri
che
dicono
:
noi
,
scontri
col
nemico
?
ma
niente
affatto
!
Che
poi
un
sacco
di
gente
muoia
lo
stesso
è
tecnicamente
irrilevante
.
Anzi
,
il
difetto
della
neo
-
guerra
è
che
muore
della
gente
,
ma
non
si
vince
.
Ma
possibile
che
nessuno
sappia
condurre
una
neo
-
guerra
?
Nessuno
,
è
naturale
.
L
'
equilibrio
del
terrore
aveva
preparato
gli
strateghi
a
una
guerra
atomica
ma
non
a
una
terza
guerra
mondiale
,
dove
si
dovessero
spezzare
le
reni
alla
Serbia
.
É
come
se
i
migliori
laureati
del
Politecnico
fossero
stati
tenuti
per
cinquant
'
anni
a
fare
videogiochi
.
Vi
fidereste
a
lasciargli
fare
ora
un
ponte
?
Ma
infine
,
l
'
ultima
beffa
della
neo
-
guerra
non
è
che
non
ci
sia
nessuno
oggi
in
servizio
che
sia
vecchio
abbastanza
da
avere
imparato
a
fare
una
guerra
-
e
non
ci
potrebbe
essere
in
ogni
caso
,
perché
la
neo
-
guerra
è
un
gioco
dove
per
definizione
si
perde
sempre
,
anche
perché
la
tecnologia
che
viene
usata
è
più
complessa
del
cervello
di
coloro
che
la
manovrano
e
un
semplice
computer
,
benché
fondamentalmente
idiota
,
può
giocare
più
scherzi
di
quanti
ne
immagini
colui
che
lo
manovra
..
Bisogna
intervenire
contro
il
delitto
del
nazionalismo
serbo
,
ma
forse
la
guerra
è
un
'
arma
spuntata
.
Forse
l
'
unica
speranza
è
nell
'
avidità
umana
.
Se
la
vecchia
guerra
ingrassava
i
mercanti
di
cannoni
,
e
questo
guadagno
faceva
passare
in
secondo
piano
l
'
arresto
provvisorio
di
alcuni
scambi
commerciali
,
la
neo
-
guerra
,
se
pure
permette
di
smerciare
un
surplus
di
armamenti
prima
che
diventino
obsoleti
,
mette
in
crisi
i
trasporti
aerei
,
il
turismo
,
gli
stessi
media
(
che
perdono
pubblicità
commerciale
)
e
in
genere
tutta
l
'
industria
del
superfluo
.
Se
l
'
industria
degli
armamenti
ha
bisogno
di
tensione
,
quella
del
superfluo
ha
bisogno
di
pace
.
Prima
o
poi
qualcuno
più
potente
di
Clinton
e
di
Milosevic
dirà
basta
,
e
tutti
e
due
ci
staranno
a
perdere
un
poco
di
faccia
,
pur
di
salvare
il
resto
.
È
triste
,
ma
almeno
è
vero
.
StampaQuotidiana ,
L
'
attesa
spasmodica
di
un
nuovo
comunicato
delle
BR
e
le
concitate
discussioni
su
come
ci
si
sarebbe
comportati
in
quel
caso
hanno
portato
la
stampa
a
reagire
in
modo
contraddittorio
.
C
'
è
stato
chi
non
ha
riportato
il
comunicato
,
ma
non
ha
potuto
evitare
di
pubblicizzarlo
con
titoli
a
piena
pagina
;
chi
l
'
ha
riportato
,
ma
in
caratteri
così
piccoli
da
privilegiare
solo
i
lettori
con
dieci
decimi
di
vista
(
discriminazione
inaccettabile
)
.
Quanto
al
contenuto
anche
qui
la
reazione
è
stata
imbarazzata
,
perché
tutti
si
attendevano
inconsciamente
un
testo
disseminato
di
«
ach
so
!
»
o
di
parole
con
cinque
consonanti
di
seguito
,
così
da
tradire
subito
la
mano
del
terrorista
tedesco
o
dell
'
agente
cecoslovacco
,
e
invece
ci
si
è
trovati
di
fronte
a
una
lunga
argomentazione
politica
.
Che
di
argomentazione
si
trattasse
non
è
sfuggito
a
nessuno
e
ai
più
acuti
è
apparso
anche
che
era
una
argomentazione
diretta
non
al
«
nemico
»
,
ma
agli
amici
potenziali
,
per
dimostrare
che
le
BR
non
sono
un
manipolo
di
disperati
che
menano
colpi
a
vuoto
,
ma
vanno
viste
come
l
'
avanguardia
di
un
movimento
che
si
giustifica
proprio
sullo
sfondo
della
situazione
internazionale
.
Se
così
stanno
le
cose
,
non
si
reagisce
affermando
soltanto
che
il
comunicato
è
farneticante
,
delirante
,
fumoso
,
folle
.
Esso
va
analizzato
con
calma
e
attenzione
;
solo
così
si
potrà
chiarire
dove
il
comunicato
,
che
parte
da
premesse
abbastanza
lucide
,
manifesta
la
fatale
debolezza
teorica
e
pratica
delle
BR
.
Dobbiamo
avere
il
coraggio
di
dire
che
questo
«
delirante
»
messaggio
contiene
una
premessa
molto
accettabile
e
traduce
,
sia
pure
in
modo
un
po
'
abborracciato
,
una
tesi
che
tutta
la
cultura
europea
e
americana
,
dagli
studenti
del
'68
ai
teorici
della
«
Monthly
Review
»
,
sino
ai
partiti
di
sinistra
ripetono
da
tempo
.
E
dunque
se
«
paranoia
»
c
'
è
,
non
è
nelle
premesse
ma
,
come
vedremo
,
nelle
conclusioni
pratiche
che
se
ne
traggono
.
Non
mi
pare
il
caso
di
sorridere
sul
delirio
del
cosiddetto
SIM
ovvero
Stato
Imperialistico
delle
Multinazionali
.
Magari
il
modo
in
cui
è
rappresentato
è
un
po
'
folkloristico
,
ma
nessuno
si
nasconde
che
la
politica
internazionale
planetaria
non
è
più
determinata
dai
singoli
governi
ma
appunto
da
una
rete
d
'
interessi
produttivi
(
e
chiamiamola
pure
la
rete
delle
Multinazionali
)
la
quale
decide
delle
politiche
locali
,
delle
guerre
e
delle
paci
e
-
essa
-
stabilisce
í
rapporti
tra
mondo
capitalistico
,
Cina
,
Russia
e
Terzo
Mondo
.
Caso
mai
è
interessante
che
le
BR
abbiano
abbandonato
la
loro
mitologia
alla
Walt
Disney
,
per
cui
da
una
parte
c
'
era
un
capitalista
cattivo
individuale
chiamato
Paperon
de
'
Paperoni
e
dall
'
altra
la
Banda
Bassotti
,
canagliesca
e
truffaldina
è
vero
,
ma
con
una
sua
carica
estrosa
di
simpatia
perché
svaligiava
a
suono
di
espropri
proletari
il
capitalista
avaraccio
ed
egoista
.
Il
gioco
della
Banda
Bassotti
l
'
avevano
giocato
i
tupamaros
uruguayani
,
convinti
che
i
Paperoni
del
Brasile
e
dell
'
Argentina
si
sarebbero
seccati
e
avrebbero
trasformato
l
'
Uruguay
in
un
secondo
Viet
Nam
,
mentre
i
cittadini
,
condotti
a
simpatizzare
coi
Bassotti
,
si
sarebbero
trasformati
in
tanti
vietcong
.
Il
gioco
non
è
riuscito
perché
il
Brasile
non
si
è
mosso
e
le
Multinazionali
,
che
avevano
da
produrre
e
da
vendere
nel
Cono
Sur
,
hanno
lasciato
tornare
Perón
in
Argentina
,
hanno
diviso
le
forze
rivoluzionarie
o
guerrigliere
,
hanno
permesso
che
Perón
e
i
suoi
discendenti
sprofondassero
nella
merda
fino
al
collo
,
e
a
quel
punto
i
montoneros
più
svelti
se
ne
sono
fuggiti
in
Spagna
e
i
più
idealisti
ci
hanno
rimesso
la
pelle
.
È
proprio
perché
esiste
il
potere
delle
Multinazionali
(
ci
siamo
dimenticati
del
Cile
?
)
che
l
'
idea
di
rivoluzione
alla
Che
Guevara
è
diventata
impossibile
.
Si
fa
la
rivoluzione
in
Russia
mentre
tutti
gli
Stati
europei
sono
impegnati
in
una
guerra
mondiale
;
si
organizza
la
lunga
marcia
in
Cina
quando
tutto
il
resto
del
mondo
ha
altro
a
cui
pensare
...
Ma
quando
si
vive
in
un
universo
in
cui
un
sistema
d
'
interessi
produttivi
si
avvale
dell
'
equilibrio
atomico
per
imporre
una
pace
che
fa
comodo
a
tutti
e
manda
per
il
cielo
satelliti
che
si
sorvegliano
a
vicenda
,
a
questo
punto
la
rivoluzione
nazionale
non
la
si
fa
più
,
perché
tutto
è
deciso
altrove
.
Il
compromesso
storico
da
una
parte
e
il
terrorismo
dall
'
altra
rappresentano
due
risposte
(
ovviamente
antitetiche
)
a
questa
situazione
.
L
'
idea
confusa
che
muove
il
terrorismo
è
un
principio
molto
moderno
e
molto
capitalistico
(
rispetto
a
cui
il
marxismo
classico
si
è
trovato
impreparato
)
di
Teoria
dei
Sistemi
.
I
grandi
sistemi
non
hanno
testa
,
non
hanno
protagonisti
e
non
vivono
neppure
sull
'
egoismo
individuale
.
Quindi
non
si
colpiscono
uccidendone
il
Re
,
ma
rendendoli
instabili
attraverso
gesti
di
disturbo
che
si
avvalgono
proprio
della
loro
logica
:
se
esiste
una
fabbrica
interamente
automatizzata
,
essa
non
sarà
disturbata
dalla
morte
del
padrone
ma
solo
da
una
serie
d
'
informazioni
aberranti
inserite
qua
e
là
,
che
rendano
difficile
il
lavoro
dei
computers
che
la
reggono
.
Il
terrorismo
moderno
finge
(
o
crede
)
di
avere
meditato
Marx
,
ma
in
effetti
,
anche
per
vie
indirette
,
ha
meditato
Norbert
Wiener
da
un
lato
e
la
letteratura
di
fantascienza
dall
'
altro
.
Il
problema
è
che
non
l
'
ha
meditata
abbastanza
-
né
ha
studiato
a
sufficienza
cibernetica
.
Prova
ne
sia
che
in
tutta
la
loro
propaganda
precedente
le
BR
parlavano
ancora
di
«
colpire
il
cuore
dello
Stato
»
,
coltivando
da
un
lato
la
nozione
ancora
ottocentesca
di
Stato
e
dall
'
altro
l
'
idea
che
l
'
avversario
avesse
un
cuore
o
una
testa
,
così
come
nelle
battaglie
di
un
tempo
,
se
si
riusciva
a
colpire
il
Re
,
che
cavalcava
davanti
alle
truppe
,
l
'
esercito
nemico
era
demoralizzato
e
distrutto
.
Nell
'
ultimo
volantino
le
BR
abbandonano
l
'
idea
di
cuore
,
di
Stato
,
di
capitalista
cattivo
,
di
ministro
«
boia
»
.
Adesso
l
'
avversario
è
il
sistema
delle
Multinazionali
,
di
cui
Moro
è
un
commesso
,
al
massimo
un
depositario
di
informazioni
.
Qual
è
allora
l
'
errore
di
ragionamento
(
teorico
e
pratico
)
che
a
questo
punto
commettono
le
BR
,
specie
quando
si
appellano
,
contro
la
multinazionale
del
capitale
,
alla
multinazionale
del
terrorismo
?
Prima
ingenuità
.
Una
volta
colta
l
'
idea
dei
grandi
sistemi
,
li
si
mitologizza
di
nuovo
ritenendo
che
essi
abbiano
«
piani
segreti
»
di
cui
Moro
sarebbe
uno
dei
depositari
.
In
realtà
i
grandi
sistemi
non
hanno
nulla
di
segreto
e
si
sa
benissimo
come
funzionano
.
Se
l
'
equilibrio
multinazionale
sconsiglia
la
formazione
di
un
governo
di
sinistra
in
Italia
,
è
puerile
pensare
che
si
invii
a
Moro
una
velina
in
cui
gli
si
insegna
come
sconfiggere
la
classe
operaia
.
Basta
(
si
fa
per
dire
)
provocare
qualcosa
in
Sudafrica
,
sconvolgere
il
mercato
dei
diamanti
a
Amsterdam
,
influenzare
il
corso
del
dollaro
,
ed
ecco
che
la
lira
entra
in
crisi
.
Seconda
ingenuità
.
Il
terrorismo
non
è
il
nemico
dei
grandi
sistemi
,
ne
è
al
contrario
la
contropartita
naturale
,
accettata
,
prevista
.
Il
sistema
delle
Multinazionali
non
può
vivere
in
una
economia
di
guerra
mondiale
(
e
atomica
per
giunta
)
,
ma
sa
che
non
può
nemmeno
ridurre
le
spinte
naturali
dell
'
aggressività
biologica
o
l
'
insofferenza
di
popoli
o
di
gruppi
.
Per
questo
accetta
piccole
guerre
locali
,
che
verranno
di
volta
in
volta
disciplinate
e
ridotte
da
oculati
interventi
internazionali
,
e
dall
'
altro
lato
accetta
appunto
il
terrorismo
.
Una
fabbrica
qua
,
una
fabbrica
là
,
sconvolte
da
qualche
sabotaggio
,
ma
il
sistema
può
andare
avanti
.
Un
aereo
dirottato
ogni
tanto
,
ci
perdono
per
una
settimana
le
compagnie
aeree
,
ma
in
compenso
ci
guadagnano
le
catene
giornalistiche
e
televisive
.
Inoltre
il
terrorismo
serve
a
dare
una
ragion
d
'
essere
alle
polizie
e
agli
eserciti
,
che
a
lasciarli
inoperosi
chiedono
poi
di
realizzarsi
in
qualche
conflitto
più
allargato
.
Infine
il
terrorismo
serve
a
favorire
interventi
disciplinanti
là
dove
un
eccesso
di
democrazia
rende
la
situazione
poco
governabile
.
Il
capitalista
«
nazionale
»
alla
Paperon
de
'
Paperoni
teme
la
rivolta
,
il
furto
e
la
rivoluzione
che
gli
sottraggono
i
mezzi
di
produzione
.
Il
capitalismo
moderno
,
che
investe
in
paesi
diversi
,
ha
sempre
uno
spazio
di
manovra
abbastanza
ampio
per
poter
sopportare
l
'
attacco
terroristico
in
un
punto
,
due
punti
,
tre
punti
isolati
.
Poiché
è
senza
testa
e
senza
cuore
,
il
sistema
manifesta
un
'
incredibile
capacità
di
rimarginazione
e
di
riequilibrio
.
Dovunque
venga
colpito
,
sarà
sempre
alla
sua
periferia
.
Se
poi
il
presidente
degli
industriali
tedeschi
ci
rimette
la
pelle
,
sono
incidenti
statisticamente
accettabili
,
come
la
mortalità
sulle
autostrade
.
Per
il
resto
(
e
lo
si
era
descritto
da
tempo
)
si
procede
a
una
medievalizzazione
del
territorio
,
con
castelli
fortificati
e
grandi
apparati
residenziali
con
guardie
private
e
cellule
fotoelettriche
.
L
'
unico
incidente
serio
sarebbe
un
'
insorgenza
terroristica
diffusa
su
tutto
il
territorio
mondiale
,
un
terrorismo
di
massa
(
come
le
BR
paiono
invocare
)
:
ma
il
sistema
delle
multinazionali
«
sa
»
(
per
quanto
un
sistema
possa
«
sapere
»
)
che
questa
ipotesi
è
da
escludersi
.
Il
sistema
delle
multinazionali
non
manda
i
bambini
in
miniera
:
il
terrorista
è
colui
che
non
ha
più
nulla
da
perdere
se
non
le
proprie
catene
,
ma
il
sistema
gestisce
le
cose
in
modo
che
,
salvo
gli
emarginati
inevitabili
,
tutti
gli
altri
abbiano
qualcosa
da
perdere
in
una
situazione
di
terrorismo
generalizzato
.
Sa
che
quando
il
terrorismo
,
al
di
là
di
qualche
azione
pittoresca
,
comincerà
a
rendere
troppo
inquieta
la
giornata
quotidiana
delle
masse
,
le
masse
faranno
barriera
contro
il
terrorismo
.
Che
cos
'
è
che
il
sistema
delle
multinazionali
vede
invece
di
malocchio
,
come
si
è
dimostrato
negli
ultimi
tempi
?
Che
di
colpo
,
ad
esempio
,
in
Spagna
,
in
Italia
e
in
Francia
,
vadano
al
potere
partiti
che
hanno
dietro
di
sé
le
organizzazioni
operaie
.
Per
«
corrompibili
»
che
siano
questi
partiti
,
il
giorno
che
le
organizzazioni
di
massa
metteranno
il
naso
nella
gestione
internazionale
del
capitale
,
potrebbero
sorgerne
dei
disturbi
.
Non
è
che
le
multinazionali
morirebbero
se
Marchais
andasse
al
posto
di
Giscard
,
ma
tutto
diventerebbe
più
difficile
.
È
pretestuosa
la
preoccupazione
per
cui
i
comunisti
al
potere
conoscerebbero
i
segreti
della
NATO
(
segreti
di
Pulcinella
)
:
la
vera
preoccupazione
del
sistema
delle
Multinazionali
(
e
lo
dico
con
molta
freddezza
,
non
simpatizzando
col
compromesso
storico
così
come
ci
viene
oggi
proposto
)
è
che
il
controllo
dei
partiti
popolari
disturbi
una
gestione
del
potere
che
non
può
permettersi
i
tempi
morti
delle
verifiche
alla
base
.
Il
terrorismo
invece
preoccupa
molto
meno
,
perché
delle
multinazionali
è
conseguenza
biologica
,
così
come
un
giorno
di
febbre
è
il
prezzo
ragionevole
per
un
vaccino
efficiente
.
Se
le
BR
hanno
ragione
nella
loro
analisi
di
un
governo
mondiale
delle
multinazionali
,
allora
devono
riconoscere
che
esse
,
le
BR
,
ne
sono
la
controparte
naturale
e
prevista
.
Esse
devono
riconoscere
che
stanno
recitando
un
copione
già
scritto
dai
loro
presunti
nemici
.
Invece
,
dopo
di
aver
scoperto
,
sia
pure
rozzamente
,
un
importante
principio
di
logica
dei
sistemi
,
le
BR
rispondono
con
un
romanzo
d
'
appendice
ottocentesco
fatto
di
vendicatori
e
giustizieri
bravi
e
efficienti
come
il
conte
di
Montecristo
.
Ci
sarebbe
da
ridere
,
se
questo
romanzo
non
fosse
scritto
col
sangue
.
La
lotta
è
tra
grandi
forze
,
non
tra
demoni
ed
eroi
.
Sfortunato
allora
quel
popolo
che
si
trova
tra
i
piedi
gli
«
eroi
»
,
specie
se
costoro
pensano
ancora
in
termini
religiosi
e
coinvolgono
il
popolo
nella
loro
sanguinosa
scalata
ad
un
paradiso
disabitato
.