StampaQuotidiana ,
Molti
,
moltissimi
lettori
ci
hanno
fatto
la
stessa
richiesta
di
Corrado
Reboa
.
In
effetti
,
il
catastrofico
sisma
che
colpì
il
Meridione
,
danneggiò
anche
lo
stabilimento
tipografico
di
Pompei
dove
si
stampa
,
in
foto
-
trasmissione
,
il
Giornale
destinato
al
Centro
-
Sud
e
alle
Isole
.
Il
nostro
spazio
è
avarissimo
,
specie
in
queste
giornate
che
richiamano
la
nostra
particolare
attenzione
sull
'
angoscio
so
dramma
che
si
vive
nelle
zone
terremotate
.
Tuttavia
,
l
'
unico
modo
che
ho
di
soddisfare
le
richieste
dei
lettori
è
quello
di
ripetere
-
in
corpo
tipografico
più
piccolo
-
il
mio
articolo
del
24
novembre
.
Coloro
che
lo
hanno
già
letto
comprenderanno
e
mi
perdoneranno
questa
replica
,
peraltro
doverosa
.
Ecco
quello
che
scrissi
a
Mazzotta
e
a
Segni
,
sotto
il
titolo
:
«
Proposta
di
bucato
»
.
Non
abbiamo
nulla
da
obbiettare
alla
lettera
,
da
noi
ieri
pubblicata
,
degli
onorevoli
Mazzotta
e
Segni
.
La
sottoscriviamo
in
pieno
.
Vorremmo
soltanto
completarne
il
discorso
da
un
'
ottica
laica
e
non
di
partito
.
Premessa
.
Mazzotta
e
Segni
appartengono
,
anzi
sono
i
capifila
,
di
quel
gruppo
di
giovani
democristiani
che
alle
ultime
elezioni
noi
additammo
alle
«
preferenze
»
degli
elettori
.
Allora
si
chiamarono
«
i
cento
»
,
e
se
ne
parlò
con
dileggio
.
Si
disse
che
i
cento
non
erano
in
realtà
più
di
trenta
,
e
che
presto
anche
quei
trenta
si
sarebbero
dissolti
nelle
varie
«
correnti
»
al
servizio
dei
vari
capataz
.
Non
è
stato
così
.
Alcuni
,
è
vero
,
forse
parecchi
,
si
sono
persi
per
strada
.
Ma
ben
più
di
trenta
sono
quelli
che
,
rimasti
per
conto
loro
,
fanno
capo
non
a
una
«
corrente
»
,
ma
a
un
centro
di
studi
,
«
Proposta
»
.
Rappresentano
la
riserva
più
intatta
della
Dc
,
l
'
unica
su
cui
non
ci
sono
ombre
né
schizzi
di
fango
.
E
vi
sembra
poco
,
coi
tempi
che
corrono
?
Coloro
che
li
hanno
votati
non
hanno
di
che
pentirsene
.
E
nemmeno
noi
per
averli
indicati
.
E
ora
veniamo
al
contenuto
della
loro
lettera
sulla
crisi
che
ci
travaglia
.
Probabilmente
essi
hanno
ragione
quando
dicono
,
con
Forlani
,
che
in
tutti
questi
scandali
,
c
'
è
più
fumo
che
arrosto
,
e
che
non
ci
si
può
lasciare
travolgere
da
un
accesso
di
furore
,
forse
artatamente
provocato
da
gente
che
ha
interesse
a
un
generale
Kaput
.
Dopodiché
però
bisogna
spiegare
come
mai
la
pubblica
opinione
si
è
lasciata
incendiare
fino
a
questo
punto
,
che
è
un
gran
brutto
e
pericoloso
punto
.
Noi
arrossiamo
di
dover
riferire
certe
cose
.
Ma
se
per
strada
,
nei
caffè
,
nelle
case
si
sente
dire
(
e
noi
lo
abbiamo
sentito
)
:
«
Ma
allora
forse
hanno
ragione
i
terroristi
»
,
qualche
motivo
ci
dev
'
essere
.
Di
questi
motivi
,
Segni
e
Mazzotta
ne
hanno
individuati
alcuni
,
sui
quali
consentiamo
in
pieno
.
1°
)
La
prevalenza
assunta
nei
partiti
dagli
apparati
che
,
chiusi
nel
loro
palazzo
o
palazzetto
,
perdono
ogni
contatto
non
solo
con
l
'
elettorato
,
ma
anche
coi
militanti
,
e
si
tramutano
in
mafie
.
2°
)
La
degenerazione
delle
«
correnti
»
in
meri
strumenti
di
potere
che
fatalmente
riducono
la
lotta
politica
a
una
lotta
di
cosche
.
3°
)
La
metastasi
della
politica
nel
campo
dell
'
economia
grazie
all
'
estendersi
dell
'
impresa
pubblica
.
Lottizzata
dai
partiti
,
questa
impresa
non
produce
né
può
produrre
altro
che
ladri
(
questo
non
lo
dicono
Segni
e
Mazzotta
,
ma
lo
dico
io
)
:
coloro
che
,
alla
testa
di
un
ente
di
Stato
,
non
lo
diventano
,
meriterebbero
una
decorazione
.
Secondo
noi
però
,
a
corrompere
il
sistema
,
c
'
è
anche
un
quarto
fattore
,
che
è
la
sua
ibernazione
.
E
mi
spiego
.
In
nessuna
democrazia
occidentale
nessun
partito
rimane
al
potere
più
di
due
,
cinque
,
al
massimo
dieci
anni
.
Poi
va
all
'
opposizione
,
e
lì
fa
il
bucato
:
si
rivedono
i
programmi
,
si
lavano
i
panni
,
si
cambiano
i
capi
,
e
anche
quelli
confermati
,
non
avendo
più
il
potere
in
mano
,
non
offrono
più
pretesti
a
farsi
«
chiacchierare
»
,
e
così
si
rinverginano
.
In
Italia
la
democrazia
cristiana
è
al
potere
ininterrottamente
da
trentadue
anni
.
E
tutti
sappiamo
di
essere
condannati
a
tenercela
,
almeno
fin
quando
il
partito
comunista
resta
qual
è
,
cioè
a
perdita
d
'
occhio
.
Non
c
'
è
partito
né
uomo
che
possano
resistere
a
una
simile
prova
.
Andreotti
disse
un
giorno
che
il
potere
logora
chi
non
ce
l
'
ha
.
Come
battuta
,
è
buona
.
Come
verità
,
un
po
'
meno
.
Ed
egli
stesso
del
resto
ne
incarna
la
smentita
.
Proprio
perché
è
l
'
uomo
di
potere
di
più
lungo
e
continuo
corso
,
Andreotti
si
trova
a
fare
,
di
tutti
gli
scandali
nazionali
,
il
Sospettato
n
°
1
,
e
la
gente
è
convinta
che
nel
suo
armadio
ci
sia
non
qualche
scheletro
,
ma
un
ossario
.
Probabilmente
è
tutto
falso
,
come
le
voci
su
Bisaglia
e
su
tanti
altri
il
cui
nome
è
stato
trascinato
nella
melma
.
Probabilmente
,
ripeto
,
ha
ragione
Forlani
quando
dice
che
in
questa
Danimarca
il
puzzo
di
marcio
soverchia
il
marcio
.
Ma
né
lui
né
Piccoli
s
'
illudano
di
potersela
cavare
con
le
solite
«
commissioni
d
'
inchiesta
»
.
Stavolta
ci
vuol
altro
.
Ci
vuole
il
ricambio
.
E
siccome
il
ricambio
la
Dc
non
può
farlo
con
un
'
altra
forza
politica
perché
non
ce
n
'
è
nessuna
in
grado
di
sostituirla
come
partito
di
governo
,
bisogna
che
lo
faccia
dentro
di
sé
,
nei
propri
quadri
,
che
le
dia
un
volto
nuovo
,
una
immagine
diversa
.
Nella
intervista
che
ci
ha
dato
ieri
,
Piccoli
sostiene
che
a
questo
la
Dc
ha
già
provveduto
.
Francamente
,
non
ce
ne
siamo
accorti
.
E
questo
è
grave
perché
la
«
questione
morale
»
-
ci
creda
l
'
on.
Piccoli
-
non
è
soltanto
,
ma
è
anche
,
e
forse
principalmente
una
questione
di
cosmesi
.
Ci
sono
delle
facce
nella
Dc
che
dopo
decenni
di
primi
piani
,
uno
non
può
guardarle
senza
pensare
con
nostalgia
ai
carabinieri
.
E
'
ingiusto
,
lo
so
.
Ma
è
umano
,
e
bisogna
accettarlo
.
StampaQuotidiana ,
Caro
Giardini
,
il
motivo
per
cui
non
pubblichiamo
più
notizie
dall
'
Afghanistan
è
molto
semplice
:
che
di
notizie
non
ce
ne
sono
.
Occupato
il
Paese
,
i
russi
lo
hanno
completamente
isolato
dal
resto
del
mondo
,
non
vi
lasciano
entrare
i
giornalisti
,
non
ne
lasciano
uscire
nessuno
.
E
che
notizie
possiamo
dare
,
in
queste
condizioni
?
L
'
Afghanistan
è
ormai
come
la
Cambogia
.
Anche
lì
sappiamo
che
si
sta
perpetrando
uno
spaventoso
genocidio
.
Ma
non
abbiamo
elementi
per
descriverlo
.
Ogni
tanto
qualcuno
scappa
e
racconta
.
Noi
registriamo
,
e
poi
torna
il
silenzio
.
E
'
verissimo
che
questo
silenzio
giova
ai
comunisti
di
tutto
il
mondo
,
e
particolarmente
ai
nostri
.
Ma
è
proprio
su
questo
che
giuoca
la
loro
propaganda
.
Essi
sanno
che
quando
i
carri
armati
sovietici
schiacciano
un
Paese
,
il
mondo
strilla
;
ma
che
poi
,
chiuso
il
rubinetto
delle
notizie
,
gli
strilli
cessano
,
per
mancanza
di
alimento
.
Infatti
,
cosa
potremmo
dire
dell
'
Afghanistan
?
Che
è
stato
occupato
con
la
violenza
,
lo
sappiamo
.
Che
vi
hanno
istaurato
un
regime
poliziesco
e
persecutorio
,
lo
sappiamo
.
Non
possiamo
ripeterlo
ogni
giorno
.
Il
confronto
con
gli
americani
nel
Vietnam
non
regge
:
gli
americani
lasciavano
alla
stampa
piena
libertà
d
'
inchiesta
,
d
'
indagine
,
d
'
informazione
e
di
commento
,
fino
ad
allevarsi
in
corpo
e
a
fornire
tutte
le
facilitazioni
anche
ai
loro
peggiori
denigratori
.
Bisogna
dire
che
ne
sono
stati
molto
mal
ripagati
.
Ma
da
chi
?
Dai
cialtroni
.
Le
persone
oneste
e
di
buon
senso
devono
riconoscere
che
proprio
in
questo
rispetto
della
libertà
di
critica
sta
la
superiorità
degli
americani
sui
russi
e
loro
affini
.
Ma
per
tornare
alla
sua
critica
:
le
sembra
proprio
,
caro
Giardini
,
che
questo
giornale
la
meriti
?
StampaQuotidiana ,
Caro
Scansini
,
non
credo
che
la
Rai
l
'
abbia
con
noi
.
Credo
soltanto
che
i
suoi
dirigenti
e
operatori
siano
paralizzati
dalla
paura
di
dimostrare
che
non
l
'
hanno
con
noi
.
I
partiti
ai
quali
devono
i
loro
posti
e
carriere
li
obbligano
a
darci
l
'
ostracismo
,
e
loro
ce
lo
danno
nell
'
unico
modo
in
cui
possono
darcelo
:
ignorandoci
.
Le
nostre
notizie
non
sono
considerate
notizie
,
anche
se
poi
si
rivelano
le
più
fondate
di
tutte
.
E
le
nostre
opinioni
vengono
sottaciute
sebbene
noi
siamo
,
per
unanime
riconoscimento
,
uno
dei
due
unici
giornali
(
l
'
altro
è
Repubblica
)
che
in
Italia
«
fanno
opinione
»
.
Purtroppo
,
è
un
'
opinione
che
non
coincide
con
quella
dei
partiti
che
si
lottizzano
la
Rai
trattandola
come
la
nostra
classe
politica
usa
trattare
tutte
le
cose
e
i
servizi
di
Stato
,
e
cioè
come
loro
patrimonio
privato
,
da
spartire
secondo
i
rapporti
di
forza
,
cioè
come
i
predoni
si
spartiscono
il
bottino
della
diligenza
assaltata
.
Naturalmente
noi
che
li
additiamo
alla
pubblica
opinione
come
autentiche
truffe
e
la
causa
di
tutte
le
malversazioni
,
siamo
esclusi
da
questi
giuochi
,
e
non
soltanto
da
quelli
della
Rai
-
Tv
.
Ci
sono
giornali
che
,
con
centinaia
di
miliardi
di
debito
,
continuano
a
trovar
credito
presso
le
banche
.
Perché
?
Perché
sono
nel
giuoco
.
Noi
che
ne
siamo
fuori
,
se
abbiamo
bisogno
di
dieci
milioni
,
dobbiamo
chiederli
ai
lettori
(
che
ce
li
danno
subito
)
;
dalle
banche
,
nemmeno
una
lira
,
perché
nel
giuoco
non
ci
siamo
.
E
'
la
nostra
debolezza
materiale
,
caro
Scansini
,
ma
è
anche
la
nostra
forza
morale
.
Ma
non
cerchi
di
persuaderne
sua
figlia
:
è
inutile
.
StampaQuotidiana ,
Caro
presidente
Forlani
,
non
sapendo
quale
sia
il
ministro
competente
in
materia
,
inoltro
a
lei
questa
lettera
,
che
mi
sembra
giusta
,
sensata
e
da
prendere
in
immediata
considerazione
.
A
dire
il
vero
,
io
credevo
che
la
misura
sollecitata
dal
nostro
anonimo
lettore
fosse
in
atto
da
sempre
,
sembrandomi
sottinteso
che
quanto
si
offre
,
in
caso
di
calamità
nazionali
,
ai
fratelli
sinistrati
,
sia
almeno
esentato
da
tasse
.
Invece
sembra
che
in
Italia
non
sia
così
.
E
allora
la
prego
di
provvedere
.
Anzi
,
contando
sulla
sua
intelligenza
,
mi
permetto
di
dirle
che
,
a
nome
della
pubblica
opinione
-
del
cui
totalitario
consenso
sono
arcisicuro
-
,
lo
esigo
.
Questa
misura
va
adottata
,
e
va
adottata
subito
.
Perché
colpire
,
e
quindi
scoraggiare
,
anche
i
gesti
di
altruismo
e
di
solidarietà
è
non
soltanto
iniquo
,
ma
immorale
e
indecente
.
La
prego
,
signor
Presidente
,
di
dare
o
di
far
dare
dal
ministro
competente
,
non
a
me
,
ma
alla
pubblica
opinione
,
una
risposta
in
proposito
.
StampaQuotidiana ,
Caro
Ventura
,
anch
'
io
mi
sono
sempre
chiesto
come
fanno
tanti
nostri
uomini
politici
ad
andare
a
messa
ogni
mattina
per
poi
passare
il
resto
della
giornata
a
imbrogliarsi
e
tradirsi
l
'
uno
con
l
'
altro
,
se
non
a
fare
di
peggio
.
Che
cosa
gli
diranno
,
a
Dio
,
quando
in
ginocchio
,
mani
giunte
e
testa
bassa
,
si
raccolgono
nel
colloquio
con
Lui
,
quale
dovrebb
'
essere
la
preghiera
?
Ma
non
mi
chieda
risposta
a
questi
interrogativi
perché
nemmeno
io
riesco
a
darmela
.
E
questo
è
proprio
uno
dei
tanti
motivi
che
mi
spingono
a
preferire
,
almeno
sul
piano
morale
,
i
laici
,
i
quali
non
sempre
-
e
non
tutti
-
sono
più
corretti
,
onesti
e
leali
dei
democristiani
,
ma
almeno
evitano
di
mescolare
nelle
loro
furfanterie
il
buon
Dio
.
E
'
ciò
che
Disraeli
diceva
di
Gladstone
:
«
Che
bari
al
giuoco
,
è
naturale
:
lo
faccio
anch
'
io
.
A
infastidirmi
è
la
sua
pretesa
che
sia
il
Signore
a
infilargli
la
carta
nel
polsino
»
.
Ecco
,
io
sono
della
stessa
opinione
,
e
mi
par
di
capire
che
lo
sia
anche
lei
.
Anche
ai
cattolici
osservanti
e
militanti
è
consentito
,
si
capisce
,
far
politica
.
Ma
,
per
amor
del
cielo
,
non
la
confondano
con
la
religione
invocando
«
i
valori
cristiani
»
mentre
si
mettono
l
'
un
l
'
altro
l
'
arsenico
nella
minestra
.
Questo
si
può
farlo
in
nome
di
Marx
,
e
magari
anche
di
Cavour
.
In
nome
di
Dio
,
dovrebb
'
essere
proibito
.
StampaQuotidiana ,
Caro
Agosteo
,
dissenta
pure
dalla
mia
risposta
,
ma
mi
sembra
che
lei
dica
le
stesse
cose
che
io
ho
detto
a
Cristina
:
«
Va
'
a
votare
per
difendere
il
tuo
diritto
al
voto
»
.
E
quanto
,
del
resto
,
noi
stessi
facciamo
da
trent
'
anni
,
ma
non
facciamo
che
questo
,
e
non
mi
pare
che
i
giovani
abbiano
di
che
complimentarcene
.
Lei
dice
ch
'
essi
dovrebbero
esserci
grati
del
fatto
che
il
voto
glielo
abbiamo
dato
.
Be
'
,
che
glielo
abbiamo
dato
proprio
noi
,
è
storicamente
discutibile
.
Noi
(
non
lei
ed
io
,
si
capisce
,
che
a
quei
tempi
avevamo
il
gonnellino
,
e
forse
lei
nemmeno
quello
)
al
voto
rinunziammo
senza
proteste
nel
'22
,
e
a
restituircelo
ventitré
anni
dopo
furono
coloro
che
ci
batterono
in
guerra
.
Lo
accettammo
,
è
vero
,
con
entusiasmo
.
E
io
(
e
anche
lei
,
credo
)
non
saprei
vivere
senza
di
esso
.
Però
che
i
giovani
possano
dirsi
soddisfatti
del
modo
in
cui
lo
abbiamo
per
trent
'
anni
esercitato
,
solo
facendo
il
catenaccio
per
difendere
lo
zero
a
zero
come
le
cattive
squadre
di
calcio
,
non
mi
sembra
proprio
.
Anche
di
questo
né
lei
né
io
,
personalmente
presi
,
abbiamo
colpa
.
Ma
forse
io
,
per
il
mestiere
che
faccio
,
sono
meno
innocente
di
lei
,
e
mi
chiedo
se
ho
veramente
fatto
tutto
ciò
che
potevo
e
dovevo
.
Lo
faccio
ora
,
che
avrei
qualche
giustificazione
anagrafica
per
non
farlo
.
Lo
faccio
per
espiazione
.
Ma
l
'
espiazione
comporta
proprio
quell
'
umiltà
che
lei
mi
rimprovera
di
aver
usato
con
Cristina
.
Mi
pareva
che
le
fosse
dovuta
,
visto
ch
'
essa
aveva
rinunziato
a
rimproverarmi
ciò
che
io
stesso
mi
rimprovero
.
StampaQuotidiana ,
Caro
Rossetti
,
tutte
le
sue
argomentazioni
sono
giuste
.
Di
sbagliato
c
'
è
,
mi
scusi
,
soltanto
il
tono
.
Perché
si
arrabbia
,
e
mi
esorta
ad
arrabbiarmi
?
Che
la
RaiTv
sia
un
organo
di
regime
,
equamente
lottizzato
fra
i
padroni
del
medesimo
,
ormai
lo
sanno
anche
i
sassi
.
E
perché
dovrebbe
invitare
a
dir
la
sua
un
giornale
come
il
nostro
che
dal
regime
è
fuori
,
e
anzi
in
posizione
di
irriducibile
antitesi
?
Io
,
personalmente
debbo
riconoscere
che
non
sono
stato
affatto
escluso
.
Mi
sono
autoescluso
rifiutando
l
'
invito
perché
dalle
cose
di
regime
preferisco
tenermi
lontano
.
Ma
ne
aspetto
sempre
il
peggio
.
E
infatti
non
mi
ha
sorpreso
nemmeno
il
fatto
che
perfino
la
rassegna
-
stampa
del
Gr2
-
quello
diretto
dal
mio
amico
Gustavo
Selva
-
di
martedì
mattina
,
che
ha
citato
i
commenti
di
tutti
i
quotidiani
dalle
Alpi
al
Lilibeo
,
ne
ha
dimenticato
uno
solo
:
quello
del
nostro
giornale
che
pure
è
stato
,
per
unanime
riconoscimento
,
quello
che
più
ha
inciso
,
prevedendoli
,
prevenendoli
e
auspicandoli
,
sui
risultati
:
merito
dei
nostri
lettori
,
intendiamoci
,
ma
un
pochino
anche
nostro
.
Proprio
per
questo
,
credo
,
ci
hanno
ignorato
.
E
stia
pur
tranquillo
che
continueranno
a
farlo
.
Per
il
semplice
motivo
che
i
padroni
vogliono
così
.
Come
hanno
detto
Longo
e
Pannella
,
entrambi
con
piena
ragione
.
E
d
'
altra
parte
,
se
si
comportasse
diversamente
,
che
regime
sarebbe
?
Si
metta
dunque
,
caro
Rossetti
,
l
'
anima
in
pace
,
come
ce
l
'
ho
io
che
,
avendo
sempre
accusato
la
radiotelevisione
di
essere
un
organo
di
regime
,
non
posso
poi
indignarmi
per
il
fatto
che
agisce
come
tale
.
Non
può
fare
altrimenti
.
Si
ricorda
i
rabbuffi
che
le
rivolse
Repubblica
-
altro
tipico
organo
di
regime
-
quando
Maurizio
Costanzo
m
'
invitò
a
«
Bontà
loro
»
?
Sembrava
che
la
mia
comparsa
avesse
disonorato
la
trasmissione
.
E
non
meglio
andò
a
Arrigo
Petacco
quando
m
'
intervistò
per
tre
minuti
su
un
mio
libro
di
storia
.
Pensi
che
scandalo
.
Ma
i
regimi
,
caro
Rossetti
,
son
fatti
così
.
A
prova
di
vergogna
.
StampaQuotidiana ,
Caro
Turrini
,
io
conosco
poco
Jiri
Pelikan
.
Ebbe
con
noi
qualche
rapporto
,
poi
dileguò
forse
temendo
che
la
collaborazione
al
nostro
giornale
lo
qualificasse
come
«
reazionario
»
.
Conosco
però
la
sua
vicenda
di
socialista
cecoslovacco
prima
perseguitato
dai
nazisti
che
gli
uccisero
la
madre
,
eppoi
dalla
polizia
di
Husak
dopo
la
«
primavera
»
di
Praga
.
So
che
Pelikan
,
al
culmine
di
una
rapida
e
brillante
carriera
che
lo
aveva
portato
a
posti
di
primissimo
piano
(
direttore
generale
della
Tv
cecoslovacca
,
deputato
e
presidente
della
Commissione
affari
esteri
in
Parlamento
ecc
.
)
,
buttò
tutto
alle
ortiche
per
non
subire
il
sopruso
dei
carri
armati
sovietici
,
e
preferì
venirsene
esule
in
Italia
,
di
cui
ora
ha
preso
la
cittadinanza
.
Più
che
un
uomo
,
egli
è
dunque
un
simbolo
del
socialismo
democratico
e
libertario
.
Quindi
trovo
giusto
che
il
Psi
lo
abbia
assunto
come
tale
,
presentandolo
come
suo
candidato
alle
elezioni
europee
,
e
mi
auguro
che
gli
elettori
italiani
avallino
plebiscitariamente
questa
scelta
piena
di
significato
politico
.
L
'
affermazione
di
Pelikan
sarebbe
quella
di
tutta
la
dissidenza
dei
Paesi
dell
'
Est
,
con
la
quale
anche
i
non
socialisti
hanno
il
dovere
di
solidarizzare
.
Mi
permetta
però
di
ricordarle
che
in
Italia
vive
,
completamente
nell
'
ombra
e
mai
ricordato
da
nessun
partito
politico
,
anche
un
altro
cecoslovacco
di
rilievo
non
certo
inferiore
-
era
vice
-
ministro
,
mi
pare
,
della
stampa
e
propaganda
:
posto
di
delicatissima
importanza
,
in
quel
regime
-
a
quello
di
Pelikan
:
Vàclav
Pélisek
,
che
stenta
oscuramente
la
vita
come
impiegato
in
una
azienda
di
Verona
.
È
un
uomo
,
è
vero
,
che
non
ha
mai
fatto
nulla
per
attirare
l
'
attenzione
su
di
sé
.
Ma
non
è
una
buona
ragione
per
negargliela
:
anche
lui
incarna
la
dissidenza
,
e
anche
lui
l
'
ha
duramente
pagata
.
Questo
,
intendiamoci
,
non
lo
dico
in
contrapposizione
a
Pelikan
,
cui
spero
che
gli
elettori
italiani
diano
un
massiccio
segno
di
solidarietà
.
Lo
dico
per
uno
scrupolo
di
giustizia
verso
Pélisek
,
a
cui
mi
pare
che
non
sé
ne
renda
abbastanza
.
StampaQuotidiana ,
Caro
ragioniere
,
ciò
che
sta
succedendo
ha
dell
'
incredibile
.
Migliaia
di
lettori
ci
scrivono
,
ci
telegrafano
,
ci
telefonano
per
congratularsi
con
noi
dei
risultati
elettorali
,
di
cui
forse
ci
attribuiscono
un
merito
esagerato
.
Repubblicani
,
socialdemocratici
,
e
perfino
socialisti
,
per
i
quali
riconosciamo
di
aver
fatto
ben
poco
,
ci
ringraziano
per
la
parte
che
ci
riconoscono
di
aver
avuto
nel
successo
dei
partiti
laici
.
La
Dc
,
di
cui
avevamo
invocato
(
e
abbiamo
ottenuto
)
«
una
leggera
flessione
»
,
non
poteva
ovviamente
ringraziarci
;
però
ha
taciuto
,
e
Zaccagnini
ha
parlato
di
noi
,
da
avversario
,
ma
con
rispetto
.
Gli
unici
che
ci
perseguitano
con
lettere
di
protesta
,
e
qualche
volta
d
'
insulti
,
sono
i
liberali
,
sebbene
abbiamo
dato
loro
tre
parlamentari
del
peso
di
Bettiza
,
Zappulli
e
Sterpa
(
voglio
vedere
le
loro
facce
,
caro
ragioniere
,
quando
leggeranno
l
'
accusa
che
lei
mi
muove
di
non
averli
aiutati
)
.
Solo
Zanone
e
Malagodi
ci
hanno
espresso
la
loro
gratitudine
.
Gli
altri
,
eccoli
qui
,
a
bersagliarci
di
cicchetti
caporaleschi
,
e
qualcuno
addirittura
di
perentori
inviti
,
dall
'
alto
in
basso
,
a
cambiare
registro
altrimenti
...
Altrimenti
che
,
signori
liberali
?
Alzi
la
mano
quello
tra
voi
che
può
vantare
un
credito
nei
nostri
confronti
.
L
'
ho
già
detto
e
lo
ripeto
:
noi
non
siamo
il
foglio
d
'
ordini
di
nessun
partito
,
nemmeno
di
quello
liberale
.
E
chi
vuol
ridurci
a
tanto
,
farà
meglio
a
cambiar
giornale
:
noi
non
rimpiangeremo
di
perdere
dei
lettori
che
con
la
loro
intolleranza
contraddicono
in
pieno
,
e
disonorano
,
la
qualifica
di
liberali
.
Ha
capito
,
ragionier
Bonacina
?
StampaQuotidiana ,
Caro
Pastore
,
se
mi
parli
a
titolo
personale
,
va
bene
.
Ma
se
mi
parli
come
redattore
di
Tg2
,
non
so
chi
ti
dia
il
coraggio
di
appellarti
all
'
onestà
e
alla
pulizia
,
perché
se
c
'
è
un
telegiornale
di
regime
,
e
quindi
disonesto
e
fazioso
come
lo
sono
tutti
gli
organi
di
regime
,
è
proprio
il
vostro
,
e
per
verdetto
di
voce
pubblica
.
Per
dimostrare
che
il
Giornale
è
presente
nelle
vostre
trasmissioni
,
tu
citi
Bartoli
.
Ma
Bartoli
non
viene
mai
presentato
come
voce
del
Giornale
,
ed
è
giusto
così
perché
Bartoli
,
prezioso
e
autorevolissimo
collaboratore
,
non
fa
parte
dello
staff
del
Giornale
:
se
ne
facesse
parte
data
la
sua
statura
,
non
potrebbe
occuparvi
altro
posto
che
quello
di
direttore
.
La
prova
del
vostro
settarismo
la
si
ebbe
alla
chiusura
delle
elezioni
nazionali
quando
,
girovagando
con
le
vostre
macchine
da
presa
di
tipografia
in
tipografia
,
faceste
il
ventaglio
di
tutti
i
giornali
,
dimenticando
il
solo
che
aveva
azzeccato
in
pieno
i
risultati
e
dato
ad
essi
il
maggior
contributo
:
il
nostro
.
E
un
'
altra
prova
la
si
era
avuta
poco
prima
quando
,
in
un
dossier
sulle
nuove
tecnologie
per
la
stampa
,
mostraste
quelle
delle
testate
che
le
hanno
adottate
soltanto
a
mezzo
,
dimenticando
-
al
solito
-
la
nostra
,
che
è
stata
la
prima
a
adottarle
interamente
,
ed
è
considerata
la
più
moderna
e
avanzata
.
E
questo
in
una
trasmissione
che
voi
,
con
grande
sussiego
,
gabellate
come
un
modello
di
rigore
scientifico
.
Te
lo
dico
senza
rabbia
perché
a
questo
tentativo
d
'
ignorarci
e
di
ghettizzarci
,
da
parte
delle
forze
politiche
di
cui
voi
non
siete
che
i
trombettieri
,
siamo
abituati
fin
da
quando
nascemmo
.
Non
ci
siete
riusciti
.
E
ora
facciamo
i
conti
.
Sappiamo
benissimo
che
avete
in
mano
uno
strumento
infinitamente
più
potente
del
nostro
.
Ma
sappiamo
altrettanto
bene
ch
'
è
uno
strumento
discreditato
dagli
abusi
che
ne
avete
fatto
e
che
continuate
a
farne
.
Non
vi
temiamo
.
I
nostri
lettori
credono
a
noi
,
non
a
voi
.