StampaPeriodica ,
Il
voto
di
protesta
s
'
insinua
dappertutto
,
dissolve
schieramenti
tradizionali
,
amplifica
le
voci
più
diverse
.
E
mai
come
questa
volta
i
primi
commenti
hanno
sottolineato
questo
carattere
del
voto
.
Protestano
gli
operai
di
Marghera
e
i
piemontesi
delle
valli
,
cacciatori
di
Reggio
Calabria
e
giovani
al
primo
voto
,
ecologisti
e
adoratori
di
Cicciolina
.
Ma
è
tutta
vera
protesta
?
Quale
denominatore
comune
si
può
offrire
a
interessi
e
a
gruppi
tanto
diversi
?
Ci
si
può
fermare
al
confronto
tra
le
varie
liste
o
si
deve
guardare
al
modo
nel
quale
sono
state
indirizzate
le
preferenze
?
Una
novità
comunque
c
'
è
.
Quello
che
nelle
ultime
occasioni
era
stato
il
comportamento
di
protesta
per
eccellenza
,
l
'
astensionismo
elettorale
e
il
voto
bianco
o
nullo
,
non
riceve
più
il
favore
dei
cittadini
.
Cresce
il
numero
già
altissimo
dei
votanti
,
le
schede
bianche
e
nulle
sembrano
in
diminuzione
.
Questo
vuol
dire
che
l
'
offerta
elettorale
,
rappresentata
dalle
liste
in
competizione
,
è
apparsa
questa
volta
più
allettante
che
in
passato
,
capace
di
interpretare
meglio
le
spinte
dell
'
elettorato
.
Ma
che
tipo
di
spinte
?
Attenzione
,
dice
più
d
'
uno
:
sono
spinte
localistiche
,
corporative
,
razziste
addirittura
.
Nel
programma
delle
liste
locali
piemontesi
non
c
'
erano
forse
le
proposte
di
non
pagare
la
quota
delle
imposte
che
va
a
favore
del
Mezzogiorno
e
il
rifiuto
di
avere
insegnanti
o
impiegati
meridionali
?
Voti
del
genere
esprimono
certamente
una
protesta
,
che
si
dirige
verso
l
'
intero
sistema
dei
partiti
ed
esaspera
interessi
particolaristici
.
E
sulla
stessa
linea
si
trovano
quelli
che
,
a
Reggio
Calabria
,
formano
e
votano
una
lista
per
dare
la
caccia
al
falco
pecchiaiolo
.
Questa
protesta
,
però
,
non
ha
nulla
a
che
vedere
con
il
voto
dato
alle
liste
verdi
.
Qui
si
ritrova
il
rifiuto
di
un
ambiente
pesantemente
degradato
.
Ma
la
motivazione
fondamentale
è
l
'
affermazione
positiva
di
nuovi
valori
,
in
grado
di
fornire
alla
politica
la
capacità
di
interpretare
meglio
le
esigenze
del
mondo
di
oggi
e
di
domani
.
E
il
voto
ai
radicali
e
al
loro
ultimo
emblema
elettorale
,
Cicciolina
?
Qui
di
protesta
non
c
'
è
nulla
.
C
'
è
un
puro
sberleffo
alle
istituzioni
,
che
in
altri
casi
si
è
espresso
scrivendo
sulla
scheda
frasi
variamente
oltraggiose
.
Su
questa
base
mi
sembra
che
sia
stata
costruita
una
operazione
consapevole
e
mirata
di
discredito
del
Parlamento
.
Già
durante
la
campagna
elettorale
si
è
irriso
a
una
possibile
maggioranza
di
alternativa
"
da
Natta
a
Cicciolina
"
.
Domani
sarà
facile
ridicolizzare
la
richiesta
di
portare
il
governo
in
Parlamento
per
discutere
qualche
serio
problema
.
Immagino
già
la
battuta
:
"
Vogliamo
discutere
di
queste
cose
con
Cicciolina
?
"
.
Un
'
altra
pietruzza
sarà
così
stata
portata
alla
costruzione
di
chi
vuol
liberarsi
dell
'
ingombro
del
Parlamento
per
adottare
modi
di
governo
sempre
più
sbrigativi
e
autoritari
.
Una
prima
analisi
del
voto
ci
dice
pure
che
,
per
esempio
,
i
verdi
hanno
trovato
consensi
nei
quartieri
operai
dove
è
stata
secca
la
perdita
comunista
.
Una
protesta
contro
il
degrado
ambientale
di
zone
come
Marghera
?
Certamente
.
Ma
anche
un
modo
di
sottolineare
il
distacco
da
un
partito
non
più
ritenuto
il
difensore
di
fasce
sociali
deboli
.
Ecco
,
allora
,
un
paradosso
di
queste
elezioni
.
Il
sistema
politico
si
articola
,
dà
ingresso
in
Parlamento
a
interessi
nuovi
,
ma
non
riesce
a
offrire
rappresentanza
adeguata
a
interessi
"
vecchi
"
,
se
così
si
possono
definire
quelli
di
una
parte
della
tradizionale
classe
operaia
.
Il
voto
per
il
Pci
si
segnala
anche
per
il
largo
consenso
ricevuto
dagli
indipendenti
.
Questo
vuol
dire
adesione
alla
scelta
di
apertura
alla
società
fatta
dal
Pci
.
Ma
non
c
'
è
pure
protesta
contro
uomini
e
apparati
di
partito
,
giudicati
dallo
stesso
elettorato
comunista
non
adeguati
a
quel
rinnovamento
che
le
candidature
indipendenti
vorrebbero
simboleggiare
?
Come
rispondere
al
diffuso
malessere
espresso
da
questi
diversi
voti
?
Con
una
legge
elettorale
che
impedisca
ai
gruppi
minori
di
entrare
in
Parlamento
?
Attenzione
,
però
.
Se
il
sistema
politico
è
malato
,
la
cura
non
può
consistere
soltanto
nel
rompere
il
termometro
.