StampaQuotidiana ,
Buscetta
parla
con
voce
ferma
,
pacata
.
Quale
che
sia
la
domanda
che
gli
si
rivolge
,
non
si
innervosisce
,
a
momenti
sembra
anzi
divertirsene
.
Come
quando
l
'
avvocato
di
Greco
gli
domanda
se
ricorda
di
essere
stato
arrestato
dalla
Guardia
di
finanza
,
il
tale
anno
,
il
tale
giorno
,
nelle
acque
di
Crotone
.
Che
cosa
vuol
dire
«
nelle
acque
»
?
domanda
Buscetta
:
a
mollo
,
sul
bagnasciuga
,
su
una
barca
?
E
poi
-
chiarito
il
senso
della
domanda
-
risponde
che
non
nelle
acque
di
Crotone
era
stato
quel
giorno
arrestato
,
ma
sulla
terraferma
di
Taranto
.
Si
sarà
benissimo
accorto
,
in
questi
giorni
,
di
aver
perduto
la
benevolenza
della
stampa
:
ma
non
sembra
darsene
pensiero
.
E
'
presumibile
che
sia
soltanto
impaziente
di
liberarsi
dell
'
incombenza
che
il
processo
di
Palermo
gli
assegna
e
di
tornarsene
negli
Stati
Uniti
dove
,
esaurito
il
suo
ruolo
di
testimone
d
'
accusa
,
spera
di
avere
-
con
altro
nome
e
altro
volto
-
una
sicura
cittadinanza
.
Benissimo
sa
pure
che
gli
basterebbe
fare
il
nome
di
un
uomo
politico
,
magari
di
un
solo
uomo
politico
,
e
preferibilmente
democristiano
,
per
riguadagnare
al
doppio
il
favore
della
stampa
.
Ma
non
lo
fa
.
Anzi
:
se
,
quando
il
giudice
gli
domanda
il
nome
dell
'
uomo
politico
che
lui
aveva
detto
di
avere
incontrato
nell
'
atrio
di
un
albergo
romano
insieme
a
Nino
Salvo
,
risponde
di
non
ricordare
,
alla
stessa
domanda
fatta
da
un
avvocato
di
parte
civile
risponde
di
non
ricordare
nemmeno
l
'
incontro
.
E
così
la
parte
civile
contribuisce
a
destituire
di
credibilità
la
testimonianza
di
Buscetta
,
che
è
l
'
operazione
cui
prevalentemente
si
dedicano
gli
avvocati
della
difesa
.
Dovrebbe
esser
chiaro
a
tutti
coloro
che
agiscono
in
questo
processo
che
tutto
quello
che
era
possibile
spremere
da
Buscetta
si
trova
negli
atti
istruttori
:
e
per
ragioni
comprensibilissime
,
considerando
la
situazione
ambientale
e
psicologica
di
un
imputato
o
testimonio
di
fronte
a
un
solo
giudice
;
del
tutto
diversa
da
quella
in
cui
viene
a
trovarsi
nel
processo
dibattimentale
.
E
non
parliamo
poi
di
quel
che
è
sempre
accaduto
nei
processi
dibattimentali
che
hanno
a
che
fare
con
la
mafia
,
in
cui
regolarmente
,
tipicamente
,
le
dichiarazioni
rese
in
istruttoria
subiscono
una
riduzione
o
negazione
.
Sperare
che
Buscetta
dica
qualcosa
di
più
è
alquanto
insensato
.
Se
mai
,
qualcosa
di
meno
:
come
di
fatto
accade
.
Invece
di
ironizzare
sul
«
cantare
»
di
Buscetta
e
sulle
sue
«
stecche
»
la
stampa
dovrebbe
fare
un
po
'
di
autocritica
sul
fatto
di
aver
creduto
e
di
aver
fatto
credere
che
Buscetta
fosse
l
'
angelo
sterminatore
incombente
sull
'
intera
mafia
siciliana
e
internazionale
.
Buscetta
è
semplicemente
un
uomo
che
ha
visto
intorno
a
sé
cadere
familiari
ed
amici
,
che
sente
in
pericolo
la
sua
vita
,
e
vuole
dalla
parte
della
legge
trovare
vendetta
e
riparo
.
Con
tutto
quel
che
la
stessa
stampa
gli
propina
sui
letali
pericoli
che
chi
parla
o
è
sul
punto
di
parlare
corre
in
Italia
,
e
persino
nelle
carceri
di
massima
sicurezza
,
è
umanamente
spiegabile
che
Buscetta
tenda
a
non
moltiplicare
il
numero
dei
suoi
nemici
,
e
specialmente
di
quei
nemici
che
ancora
«
possono
»
.
Che
poi
dai
suoi
ospiti
americani
abbia
avuto
ammonizione
a
non
far
nomi
di
politici
italiani
,
ipotesi
che
si
sente
aleggiare
tra
coloro
che
seguono
attivamente
questo
processo
,
è
anche
possibile
:
benché
viene
da
pensare
che
almeno
un
nome
,
uno
solo
,
in
questo
momento
avrebbe
fatto
gioco
a
certa
insofferenza
della
polizia
americana
nei
riguardi
dell
'
Italia
.
Peraltro
,
la
mentalità
di
Buscetta
è
perfettamente
mafiosa
:
la
sua
alleanza
con
la
legge
non
l
'
ha
per
nulla
scalfita
.
Dalla
parte
della
legge
continua
a
fare
quel
che
avrebbe
fatto
dentro
una
«
famiglia
»
ancora
capace
di
far
qualcosa
:
restituisce
i
colpi
ricevuti
,
si
vendica
.
Ed
è
appunto
perciò
credibile
in
quel
che
rivela
.
Nella
misura
,
insomma
,
per
cui
è
incredibile
non
sappia
certe
altre
cose
è
credibile
conosca
bene
e
colpisca
giusto
nelle
cose
che
afferma
.
Giustamente
si
dice
«
dissociato
»
e
non
«
pentito
»
.
Non
è
pentito
di
aver
fatto
parte
della
mafia
,
ne
coltiva
anzi
l
'
ideologia
,
la
nobiltà
:
della
mafia
,
s
'
intende
,
di
una
volta
.
Che
cosa
poi
fosse
la
mafia
di
una
volta
,
non
si
capisce
bene
.
Non
ammazzava
giudici
e
carabinieri
,
non
produceva
e
commerciava
droga
:
va
bene
.
Ma
omicidi
,
taglieggiamenti
,
usurpazioni
e
soprusi
indubbiamente
ne
faceva
.
E
c
'
è
una
impagabile
battuta
di
Buscetta
,
in
risposta
all
'
avvocato
che
gli
domanda
di
Sindona
e
di
quel
che
era
venuto
a
fare
in
Sicilia
.
Vale
la
pena
trascrivere
l
'
intera
sequenza
:
Avvocato
Maffei
:
«
Si
ricorda
per
quali
canali
avvenne
l
'
incontro
tra
Sindona
e
i
suoi
amici
Bontade
e
Inzerillo
?
»
.
Buscetta
:
«
Non
ne
parlammo
mai
...
Bontade
mi
disse
che
Sindona
era
solo
un
pazzo
...
Non
c
'
era
niente
da
parlare
»
.
Avvocato
Maffei
:
«
Ma
Sindona
parlò
di
una
rivoluzione
.
Bontade
non
era
preoccupato
di
essere
custode
di
simili
segreti
?
»
.
Buscetta
(
ridendo
)
:
«
I
segreti
di
Sindona
!
Erano
una
piuma
,
in
confronto
ai
segreti
che
aveva
Bontade
»
.
Una
piuma
,
i
segreti
di
Sindona
.
Si
può
immaginare
dì
qual
piombo
fossero
i
segreti
della
vecchia
,
buona
,
nobile
mafia
,
che
Bontade
custodiva
.
StampaQuotidiana ,
Il
comunicato
del
cosiddetto
Coordinamento
antimafia
è
la
dimostrazione
esatta
che
sulla
lotta
alla
mafia
va
fondandosi
o
si
è
addirittura
fondato
un
potere
che
non
consente
dubbio
,
dissenso
,
critica
.
Proprio
come
se
fossimo
all
'
anno
1927
.
Nel
mio
articolo
di
sabato
10
gennaio
,
c
'
era
in
effetti
soltanto
un
richiamo
alle
regole
,
alle
leggi
dello
stato
,
alla
Costituzione
della
repubblica
:
e
questo
cosiddetto
Coordinamento
-
frangia
fanatica
e
stupida
di
quel
costituendo
o
costituito
potere
-
risponde
con
una
violenza
che
rende
più
che
attendibili
le
mie
preoccupazioni
,
la
mia
denuncia
.
Ne
sono
soddisfatto
:
si
sono
consegnati
all
'
opinione
di
chi
sa
avere
un
'
opinione
,
nella
loro
vera
immagine
.
Ed
è
chiaro
che
non
da
loro
né
da
chi
sta
dietro
a
loro
-
e
ne
è
riconoscibile
(
si
dice
per
dire
)
lo
stile
-
verrà
una
radicale
lotta
alla
mafia
.
Loro
sono
affezionati
alla
"
tensione
"
,
e
si
preoccupano
che
non
cada
.
Ma
le
"
tensioni
"
sono
appunto
destinate
a
cadere
:
e
specialmente
quando
obbediscono
a
giochi
di
fazione
e
mirano
al
conseguimento
di
un
potere
.
In
quanto
al
dottor
Borsellino
,
non
ho
messo
in
discussione
la
sua
competenza
,
che
magari
può
essere
oggetto
di
discussione
per
i
suoi
colleghi
;
sono
le
modalità
della
suanomina
che
mi
sono
apparse
e
mi
appaiono
preoccupanti
.
Ed
è
proprio
nella
sentenza
di
un
processo
che
mi
pare
sia
stato
appunto
istruito
dal
dottor
Borsellino
,
sentenza
pronunciata
dalla
corte
d
'
assise
di
Palermo
,
seconda
sezione
,
íl
10
novembre
dell
'
anno
scorso
,
che
trovo
la
migliore
ragione
,
perché
non
ci
si
acquieti
agli
intendimenti
del
cosiddetto
Coordinamento
.
Una
sentenza
che
ha
mandato
assolti
gli
imputati
e
in
cui
ad
un
certo
punto
si
legge
:
"
Non
può
essere
consentito
al
giudice
lo
stravolgimento
delle
regole
probatorie
da
applicare
solo
ai
processi
di
mafia
;
necessita
sempre
un
serio
e
rigoroso
controllo
di
tutti
gli
elementi
del
reato
:
le
prove
devono
assumere
carattere
di
certezza
e
gli
indizi
devono
essere
concordanti
ed
univoci
;
non
c
'
è
ingresso
nel
processo
penale
ai
semplici
sospetti
e
alle
generiche
opinioni
.
La
lotta
concreta
al
crimine
potrà
essere
fatta
solo
con
la
seria
utilizzazione
degli
strumenti
normativi
"
.
Parole
che
credo
nessuna
persona
onesta
e
intelligente
rifiuterebbe
di
sottoscrivere
.