StampaQuotidiana ,
Milano
.
È
una
mattina
grigia
,
a
Milano
,
in
fondo
a
viale
Porpora
.
La
gente
esce
dai
portoni
,
qualcuno
la
notizia
l
'
ha
già
ascoltata
alla
radio
,
Renato
Vallanzasca
è
stato
preso
,
non
ha
sparato
,
s
'
è
arreso
.
Qui
,
dove
viale
Porpora
sbuca
in
piazza
Gobetti
,
Renato
ha
passato
tutta
l
'
infanzia
e
l
'
adolescenza
,
da
queste
parti
ha
abitato
con
la
madre
e
il
padre
fino
a
pochi
anni
fa
.
Nei
giardini
di
piazza
Gobetti
,
che
fra
poco
si
popoleranno
di
pensionati
,
Vallanzasca
ha
giocato
con
gli
altri
ragazzi
del
quartiere
.
È
probabile
che
tempo
fa
non
ci
fosse
lo
scivolo
di
metallo
e
i
tre
tubi
dipinti
di
rosso
dentro
i
quali
si
nascondono
i
bambini
,
un
triste
«
parco
giochi
»
da
periferia
.
«
Certo
che
lo
conosco
»
dice
una
panettiera
che
ha
il
negozio
sull
'
angolo
«
da
piccolo
veniva
insieme
al
fratello
a
comperare
le
brioches
prima
di
andare
a
scuola
.
Gentili
,
educati
,
stavano
sempre
assieme
.
Due
brioches
da
cento
lire
,
i
soldi
li
teneva
Renato
.
Poi
,
diventati
grandi
,
non
li
ho
più
visti
nel
mio
negozio
.
Ma
se
l
'
incontravo
,
Renato
o
Roberto
mi
salutavano
sempre
.
»
Al
162
di
viale
Porpora
un
citofono
con
una
lista
di
cognomi
,
Vallanzasca
è
il
terzo
.
La
madre
di
Renato
abita
al
primo
piano
,
due
stanze
e
un
locale
dove
fino
all
'
anno
scorso
lei
e
suo
marito
tenevano
gli
scatoloni
di
maglieria
per
il
negozietto
proprio
sotto
casa
.
Adesso
il
negozio
è
stato
rilevato
da
una
signora
che
continua
nello
stesso
commercio
.
«
Gente
perbene
,
io
ho
rilevato
soltanto
i
muri
,
da
tempo
in
questo
negozio
non
entrava
più
nessuno
per
via
di
tutto
il
chiasso
che
s
'
era
fatto
attorno
a
Renato
.
Di
lui
non
abbiamo
mai
parlato
,
la
donna
mi
diceva
ogni
tanto
che
era
costretta
a
vendere
per
le
grane
che
le
davano
i
figli
.
Prima
stava
dietro
il
banco
per
tutto
il
giorno
,
il
marito
scendeva
ogni
tanto
per
aiutarla
.
Qualche
volta
portava
in
negozio
un
bambino
piccolo
,
Massimiliano
,
il
figlio
di
Renato
.
Il
bambino
si
metteva
a
giocare
con
un
pezzo
di
spago
e
rimaneva
buono
buono
.
Poi
anche
il
bambino
e
la
donna
di
Renato
se
ne
sono
andati
.
Lei
era
una
bruna
,
molto
bella
.
Renato
,
mi
dicevano
,
era
innamoratissimo
,
geloso
.
»
Dunque
,
come
sempre
nelle
storie
di
malavita
,
ecco
l
'
uomo
con
due
facce
,
ai
vicini
non
il
minimo
fastidio
,
buongiorno
e
buonasera
,
premuroso
,
servizievole
,
e
poi
dall
'
altra
parte
il
killer
con
la
bomba
a
mano
in
tasca
,
donne
,
champagne
,
appartamenti
lussuosi
,
fotomodelle
,
bische
,
forse
anche
un
po
'
di
droga
.
Due
mondi
,
insomma
,
lontanissimi
uno
dall
'
altro
,
quasi
che
uno
dei
due
non
fosse
vero
,
fosse
una
finzione
quasi
cinematografica
.
Una
rampa
di
scale
,
al
pianerottolo
del
primo
piano
due
porte
verniciate
di
marrone
,
aria
da
casa
con
affitto
bloccato
,
gli
inquilini
quasi
tutti
anziani
.
Il
portiere
è
trincerato
nel
suo
bugigattolo
,
ringhia
che
non
vuol
parlare
con
nessuno
,
grida
:
«
Mi
avete
scocciato
,
non
rompetemi
le
tasche
»
.
Di
prima
mattina
è
arrivata
una
troupe
televisiva
con
le
lampade
.
La
gente
s
'
è
affacciata
ai
balconi
,
il
portinaio
ha
inveito
,
ha
mandato
via
tutti
in
malo
modo
.
Adesso
la
moglie
gli
sta
facendo
bollire
un
po
'
di
caffelatte
e
cerca
di
calmarlo
.
Quelli
della
televisione
,
spingendo
la
porta
,
hanno
fatto
cadere
un
vaso
di
gerani
,
di
quelli
pallidi
,
abituati
alla
penombra
delle
portinerie
.
Sull
'
uscio
di
casa
Vallanzasca
non
c
'
è
targhetta
,
l
'
hanno
probabilmente
tolta
per
tentare
di
conservare
un
'
ultima
parvenza
di
anonimato
.
Dall
'
interno
non
proviene
alcun
rumore
,
il
piccolo
appartamento
sembra
disabitato
.
I
Vallanzasca
non
hanno
mai
avuto
telefono
.
Dalla
porta
accanto
viene
il
ronzio
di
un
aspirapolvere
.
La
signora
Esterina
Rossi
,
settant
'
anni
,
si
affaccia
dopo
due
colpi
di
campanello
.
«
No
,
non
so
se
sono
in
casa
,
credo
di
no
.
Qualche
volta
mi
invitano
a
prendere
il
caffè
,
sono
persone
a
modo
,
ogni
tanto
sono
venuti
anche
da
me
a
vedere
la
televisione
,
tanto
per
non
star
soli
.
Sì
,
la
televisione
ce
l
'
hanno
anche
loro
,
ci
mancherebbe
altro
.
Renato
e
il
fratello
?
Li
ho
sempre
visti
da
quando
erano
bambini
,
io
abito
qui
da
quasi
quarant
'
anni
.
Lui
è
un
bel
figliolo
,
sorridente
,
di
quelli
che
prendono
la
vita
come
viene
.
Roberto
è
diverso
,
negli
ultimi
tempi
si
era
immusonito
.
Qualche
volta
suono
per
avere
un
uovo
,
un
po
'
di
olio
,
o
la
signora
Maria
li
domanda
a
me
.
Eh
,
certo
,
adesso
qui
attorno
tutti
hanno
paura
di
dire
che
conoscevano
Vallanzasca
,
non
vogliono
finire
sui
giornali
.
Ma
mi
sont
vegia
,
cosa
volete
che
ne
sappia
di
bande
,
di
rapine
?
Lui
mi
è
sempre
sembrato
un
bravo
ragazzo
almeno
fino
a
quando
ha
abitato
con
la
madre
e
il
padre
.
Poi
s
'
è
messo
in
un
brutto
giro
.
La
signora
Maria
piangeva
quando
andavo
da
lei
a
prendere
il
caffè
,
ma
non
mi
ha
mai
raccontato
niente
.
Diceva
:
"
I
figli
ci
fanno
dannare
"
.
Renato
,
un
bel
fioeu
,
ghe
piasevan
i
tosann
.
Naturale
.
Ma
le
ragazze
vogliono
qualcuno
con
la
grana
in
tasca
,
cose
risapute
.
»
Sul
pianerottolo
fa
freddo
,
il
pavimento
si
sta
coprendo
di
mozziconi
di
sigarette
che
domani
faranno
imbestialire
il
portinaio
.
Possibile
che
non
ci
sia
nessuno
in
casa
Vallanzasca
?
Non
si
ode
il
minimo
fruscio
.
Si
scende
al
bar
con
bigliardo
per
sapere
qualcosa
.
Nessuno
ha
visto
i
genitori
di
Renato
,
ormai
tutti
sanno
la
notizia
della
sua
cattura
.
C
'
è
un
tavolo
di
vecchi
giocatori
di
scopone
,
come
in
un
quadro
di
Ottone
Rosai
.
I
giocatori
rispondono
con
qualche
borbottio
,
non
vogliono
essere
disturbati
.
Il
giornalaio
di
piazza
Gobetti
si
affaccia
dietro
una
catasta
di
riviste
.
Maria
Vallanzasca
non
s
'
è
vista
.
Scende
ogni
mattina
a
prendere
il
giornale
per
saper
qualcosa
del
figlio
.
Oggi
non
s
'
è
fatta
viva
.
E
non
s
'
è
fatta
viva
dal
lattaio
,
dal
panettiere
.
Il
marito
,
Osvaldo
Pistoia
,
non
ha
comperato
neppure
le
Nazionali
.
Davanti
all
'
edicola
scaricano
i
pacchi
dei
quotidiani
del
pomeriggio
con
titoli
enormi
.
I
pensionati
,
che
cercano
un
po
'
di
sole
sulle
panchine
della
piazza
,
si
avvicinano
per
sbirciare
.
«
Non
poteva
che
finir
così
»
dice
qualcuno
.
La
signora
Esterina
ha
ripreso
a
far
funzionare
l
'
aspirapolvere
.
Allora
si
sposta
la
piastrina
di
metallo
che
protegge
lo
spioncino
dell
'
uscio
dei
Vallanzasca
e
dentro
si
vede
,
sfumata
,
una
donnetta
grigia
,
quasi
un
'
ombra
indistinta
.
Sul
fondo
c
'
è
un
televisore
con
sopra
un
vaso
di
fiori
finti
.
Maria
Vallanzasca
si
muove
senza
rumore
,
non
ha
neppure
avuto
l
'
animo
di
uscire
per
comperare
i
giornali
.
C
'
è
come
un
'
atmosfera
di
assedio
,
timore
della
curiosità
della
gente
,
paura
delle
domande
,
da
anni
ormai
questa
povera
donna
vive
in
un
incubo
,
l
'
hanno
messa
in
prigione
dopo
che
s
'
è
incontrata
con
il
figlio
a
Cagliari
,
le
hanno
perquisito
la
casa
infinite
volte
,
c
'
era
sempre
qualche
agente
in
borghese
sotto
il
portone
,
qualche
finto
hippy
nel
bar
che
fingeva
di
giocare
al
flipper
.
Anche
qui
,
come
in
molte
storie
di
malavita
ci
sono
due
case
,
il
rifugio
lussuoso
di
Renato
,
divani
moderni
di
nappa
,
tappeti
,
il
giradischi
,
il
mobile
bar
con
i
liquori
,
e
,
dall
'
altra
,
il
piccolo
,
povero
appartamentino
dei
genitori
,
con
il
ballatoio
che
dà
sul
cortile
,
la
corda
con
i
panni
tesi
ad
asciugare
,
qualche
piantina
striminzita
:
anche
qui
due
mondi
terribilmente
diversi
tra
loro
.
Maria
Vallanzasca
non
vuoi
aprire
.
Le
infiliamo
i
giornali
sotto
il
battente
,
ma
ci
vuoi
del
tempo
prima
che
si
decida
a
raccoglierli
.
Si
sente
soltanto
un
passo
furtivo
,
un
piccolissimo
rumore
come
di
un
topo
che
esca
dalla
tana
.
Le
abbiamo
passato
soltanto
il
primo
foglio
,
gli
altri
hanno
titoli
troppo
sanguinosi
.
Si
sente
solo
il
fruscio
della
carta
.
L
'
ombra
ripassa
davanti
allo
spicchio
di
luce
dello
spioncino
.
Fra
poco
sullo
schermo
della
televisione
apparirà
Renato
Vallanzasca
in
pigiama
e
stampelle
.
Renato
è
strafottente
,
sicuro
di
sé
,
non
assomiglia
affatto
alle
fotografie
segnaletiche
,
nessuno
,
incontrandolo
per
strada
,
avrebbe
potuto
riconoscerlo
.
Ma
in
casa
Vallanzasca
non
si
accende
neppure
il
televisore
,
il
silenzio
è
sempre
totale
,
rotto
di
tanto
in
tanto
da
uno
scalpiccio
guardingo
.
Il
mestiere
impone
di
insistere
,
si
pigia
di
nuovo
il
campanello
.
Allora
,
attraverso
una
fessura
della
porta
,
esce
un
biglietto
piegato
in
quattro
.
C
'
è
scritto
:
«
Andate
via
»
.
Poi
dopo
qualche
minuto
la
voce
del
marito
:
«
Andate
via
,
lasciateci
soli
,
abbiamo
già
tanti
dispiaceri
...
»
.
Anche
la
signora
Esterina
si
affaccia
con
la
scopa
in
mano
e
fa
:
«
Povera
gente
,
non
insistete
.
Sono
mesi
che
fanno
questa
vita
»
.
Nel
«
parco
giochi
»
di
piazza
Gobetti
corrono
i
bambini
,
per
i
pensionati
è
venuta
l
'
ora
del
bianco
,
le
madri
escono
per
prendere
i
figli
a
scuola
.
Il
portinaio
del
162
ha
tirato
le
tendine
a
fiori
e
adesso
sta
mangiando
i
suoi
spaghetti
.
In
casa
Vallanzasca
non
si
mangia
.
Non
si
sente
neppur
correre
l
'
acqua
,
il
silenzio
è
sempre
profondissimo
,
come
se
il
piccolo
appartamento
di
tre
stanze
fosse
abitato
da
fantasmi
.
Un
'
altra
storia
di
malavita
finisce
così
con
tutti
i
suoi
ingredienti
da
film
di
violenza
,
le
raffiche
di
mitra
,
gli
agenti
assassinati
,
i
due
miliardi
bruciati
in
una
vasca
da
bagno
,
le
fughe
,
i
morti
,
i
poliziotti
con
il
giubbetto
antiproiettile
.
Sono
tutte
cose
che
in
via
Porpora
,
angolo
piazza
Gobetti
,
sembravano
impossibili
.
Eppure
sono
successe
.
I
giocatori
di
scopone
se
ne
sono
andati
,
al
vincitore
della
partita
interminabile
è
stato
offerto
un
grappino
.
Alle
sei
di
sera
arriveranno
i
patiti
del
bigliardo
.
La
storia
di
Vallanzasca
finisce
anche
qui
,
in
una
periferia
parsimoniosa
,
affaccendata
.