StampaQuotidiana ,
Londra
,
21
.
Il
cadavere
di
Roberto
Calvi
è
da
tre
giorni
là
dentro
,
nella
«
city
mortuary
»
di
Moor
Lane
Street
,
sotto
lo
squallido
edificio
a
tre
piani
,
tutto
cemento
grezzo
della
Milton
Court
,
una
lugubre
serranda
nera
abbassata
che
viene
sollevata
soltanto
per
far
passare
le
auto
con
le
bare
,
un
guardiano
dai
capelli
rossi
che
protegge
la
privacy
dell
'
obitorio
e
tiene
lontano
i
curiosi
.
Sul
corpo
del
finanziere
milanese
non
ci
sono
tracce
né
di
ferite
,
né
di
lesioni
o
di
violenza
.
Al
secondo
piano
di
questa
corte
,
l
'
ufficio
del
coroner
Paul
,
il
magistrato
che
deve
stabilire
se
il
finanziere
italiano
si
è
ucciso
,
impiccandosi
sotto
un
ponte
sul
Tamigi
,
o
se
è
stato
«
suicidato
»
,
è
sbarrato
.
Inutile
suonare
.
Ma
in
Moor
Lane
finora
non
si
è
fatto
vivo
nessuno
:
non
la
moglie
di
Calvi
,
signora
Clara
,
che
da
qualche
tempo
se
ne
stava
a
Washington
,
dove
probabilmente
avrebbe
dovuto
raggiungerla
il
marito
,
non
il
figlio
Carlo
,
che
pure
Londra
la
conosce
bene
per
averci
trascorso
qualche
mese
quando
frequentava
uno
stage
dell
'
Hambros
Bank
,
non
la
figlia
Anna
che
l
'
anno
scorso
i
vicini
di
casa
a
Milano
in
via
Frua
,
vedevano
spesso
piangere
straziata
dalle
vicende
giudiziarie
e
dagli
scandali
del
padre
.
Persino
gli
avvocati
di
famiglia
ritardano
il
viaggio
e
con
loro
il
perito
di
parte
civile
prof.
Giusti
.
L
'
appuntamento
con
le
autorità
inglesi
è
rinviato
a
domani
,
infatti
per
il
primo
pomeriggio
è
previsto
l
'
arrivo
dei
legali
e
dei
familiari
.
I
conoscenti
della
City
si
sono
volatilizzati
:
«
Calvi
?
Quasi
uno
sconosciuto
»
,
eppure
era
socio
del
riservato
St
.
James
Club
.
«
Il
signor
Calvi
?
È
parecchio
che
non
lo
vediamo
»
.
La
polizia
brancola
nel
buio
,
è
costretta
a
lanciare
appelli
per
scovare
possibili
testimoni
,
il
«
Times
»
insiste
sul
mistero
.
Lo
stesso
Hugh
Moore
,
comandante
della
stazione
di
polizia
della
City
,
oggi
si
è
limitato
a
dire
che
«
non
ci
sono
ancora
prove
dalle
quali
risulti
che
la
morte
è
stata
provocata
da
cause
diverse
dal
suicidio
.
Il
caso
è
ancora
oggetto
di
indagini
e
così
pure
le
circostanze
:
restiamo
aperti
ad
ogni
ipotesi
fino
a
quando
il
nostro
lavoro
non
sarà
completato
»
.
La
stazione
di
Polizia
è
a
Snow
Hill
,
dietro
il
mercato
all
'
ingrosso
delle
carni
da
macello
e
poco
lontano
c
'
è
1'Old
Bailey
,
il
tribunale
più
famoso
di
tutta
l
'
Inghilterra
.
Il
ponte
del
mistero
dista
cinque
minuti
a
piedi
:
Black
Friars
Bridge
,
il
ponte
dei
domenicani
.
Dipinto
di
celeste
,
con
la
statua
della
regina
Vittoria
,
protetto
dal
motto
«
Domine
dirige
nos
»
un
ponte
della
rivoluzione
industriale
che
collega
il
South
Wark
alla
City
,
alla
Cattedrale
di
San
Paolo
.
Ecco
la
prima
arcata
,
sulla
sinistra
,
guardando
la
forte
corrente
limacciosa
che
trascina
alla
foce
detriti
,
rifiuti
.
C
'
è
una
stradina
per
i
pedoni
,
un
lungo
Tamigi
che
costeggia
l
'
argine
,
protetto
da
un
robusto
parapetto
,
qui
le
maree
sono
di
sei
metri
.
I
lampioni
,
il
fracasso
assordante
della
strada
che
costeggia
il
fiume
,
la
sera
la
luce
fioca
dei
lampioni
moderni
e
brutti
...
Come
si
può
pensare
di
impiccarsi
proprio
qui
sotto
?
L
'
arcata
è
irraggiungibile
,
anche
se
invitante
,
con
tutte
le
nervature
d
'
acciaio
.
Tuttavia
,
sotto
questa
struttura
,
il
parapetto
ospita
una
scaletta
di
metallo
larga
non
più
di
una
trentina
di
centimetri
.
Tre
gradini
dalla
parte
dei
pedoni
,
una
ventina
sul
fiume
.
Una
scaletta
simile
a
quella
che
í
piroscafi
hanno
sulle
ciminiere
.
Il
mattino
di
venerdì
18
giugno
,
piovigginava
,
alle
7.50
un
passante
-
così
affermano
gli
investigatori
londinesi
-
chiama
il
999
.
«
Pronto
polizia
?
C
'
è
un
morto
nel
Tamigi
!
È
un
impiccato
,
correte
!
»
Quel
passante
si
era
sporto
casualmente
dal
parapetto
proprio
all
'
altezza
di
quella
scaletta
,
incuriosito
da
alcuni
pali
arrugginiti
,
vecchi
tubi
Innocenti
piantati
nel
fiume
alla
distanza
di
un
metro
dalla
riva
,
un
'
impalcatura
abbandonata
da
chissà
quanto
tempo
.
A
metà
,
vede
spuntare
dall
'
acqua
la
testa
e
parte
del
busto
di
un
uomo
,
il
volto
tumefatto
,
cianotico
.
Ha
una
giacca
chiara
,
grigia
.
La
camicia
bianca
con
righine
blu
è
aperta
sul
collo
.
Al
posto
della
cravatta
,
una
cordicella
rossa
,
sembra
di
canapa
,
spessa
un
dito
.
La
City
Police
,
per
tirar
su
il
cadavere
,
fatica
non
poco
:
perché
l
'
impalcatura
metallica
non
ha
tavole
.
Perché
la
scaletta
è
adatta
agli
acrobati
.
E
poi
,
ci
vuole
un
coltellaccio
per
tranciare
la
corda
.
Il
morto
,
sulla
sessantina
,
è
piccolo
,
dal
cranio
forte
.
È
vestito
molto
elegantemente
,
«
un
abito
da
almeno
500
sterline
»
osservano
con
britannico
stile
i
poliziotti
,
ha
mocassini
neri
e
calze
in
tinta
,
la
camicia
porta
le
iniziali
,
«R.C.»,
gli
frugano
in
tasca
.
Uno
strano
suicidio
:
perché
nelle
tasche
dell
'
uomo
ci
trovano
foglietti
di
carta
per
gli
appunti
,
ma
nessuna
lettera
di
addio
alla
vita
,
pezzi
di
calcestruzzo
grandi
come
mattoni
,
pesanti
quasi
dieci
chili
,
e
poi
un
mare
di
quattrini
:
54
mila
lire
,
10
mila
franchi
svizzeri
,
20
scellini
austriaci
,
10.700
dollari
e
soltanto
47
sterline
.
Tradotto
in
lire
,
quasi
23
milioni
.
Coi
soldi
anche
una
penna
stilografica
.
Gli
agenti
ora
vogliono
scoprire
chi
è
questo
milionario
che
hanno
trovato
strangolato
,
appeso
all
'
impalcatura
sul
fiume
,
sotto
il
Black
Friars
Bridge
:
è
un
italiano
,
il
passaporto
è
verde
,
porta
il
numero
G
116847
,
è
intestato
a
un
certo
Gian
Roberto
Calvini
,
nato
il
13
aprile
1920
.
Rilasciato
a
Roma
il
12
marzo
1981
,
con
un
visto
per
il
Brasile
di
poco
successivo
.
Scatta
il
meccanismo
di
controllo
internazionale
:
i
telex
di
Londra
avvisano
l
'
Interpol
e
questa
la
polizia
italiana
.
Ci
vuol
poco
per
verificare
che
il
passaporto
è
stato
contraffatto
abilmente
e
che
con
quel
numero
è
stato
rilasciato
a
Napoli
.
Mette
in
sospetto
quel
nome
,
Calvini
,
da
Londra
fanno
sapere
che
le
ultime
sillabe
sembrano
aggiunte
,
Gian
Roberto
Calvini
si
trasformerebbe
allora
in
Gian
Roberto
Calvi
,
il
banchiere
scomparso
a
Roma
la
sera
di
giovedì
10
giugno
dalla
sua
abitazione
romana
di
piazza
Capranica
,
scappato
si
diceva
in
America
,
chi
nelle
Bahamas
,
chi
in
Austria
.
La
data
di
nascita
corrisponde
,
è
la
stessa
del
finanziere
.
Da
Roma
partono
immediatamente
con
un
volo
speciale
il
giudice
Domenico
Sica
accompagnato
da
quattro
agenti
dell
'
Interpol
e
da
un
funzionario
del
ministero
degli
Interni
.
Tre
ore
dopo
,
grazie
alla
tattiloscopia
,
il
confronto
cioè
delle
impronte
digitali
,
l
'
uomo
del
Tamigi
ha
una
precisa
identità
:
è
proprio
lui
,
il
banchiere
milanese
Roberto
Calvi
.
«
Un
suicidio
»
pensano
i
poliziotti
inglesi
,
non
l
'
aveva
già
tentato
undici
mesi
prima
in
prigione
,
a
Lodi
?
Non
aveva
dichiarato
lui
stesso
,
nella
sua
ultima
intervista
,
che
quella
notte
tra
1'8
ed
il
9
luglio
1981
aveva
cercato
d
'
uccidersi
«
per
una
specie
di
lucida
disperazione
»
?
Allora
,
sosteneva
Calvi
,
i
motivi
c
'
erano
:
«
Perché
non
vi
era
traccia
di
giustizia
in
tutto
quel
che
si
stava
facendo
contro
di
me
»
.
Anche
oggi
,
sostengono
i
policemen
,
Calvi
era
incappato
in
una
giornata
nera
:
un
crack
,
un
giovedì
17
giugno
così
disgraziato
da
potergli
aver
distrutto
l
'
equilibrio
psichico
.
Alle
ore
17
l
'
esclusione
dalla
presidenza
del
Banco
Ambrosiano
;
due
ore
dopo
il
volo
dal
quarto
piano
della
sua
segretaria
Graziella
Teresa
Corrocher
.
Al
mattino
,
l
'
epurazione
dal
consiglio
di
amministrazione
della
Banca
del
Gottardo
.
In
più
,
la
sindrome
del
fuggiasco
,
del
fallito
,
il
«
buco
»
di
quasi
2000
miliardi
...
Per
la
City
Police
tutto
quadra
.
O
,
almeno
,
si
fa
credere
che
sia
così
.
Perché
?
I
dubbi
ci
sono
,
eccome
.
Da
quanti
giorni
Calvi
si
era
rifugiato
a
Londra
?
Chi
aveva
offerto
appoggio
e
rifugio
?
«
Io
non
sono
piduista
»
dichiarava
orgoglioso
,
«
io
appartengo
alla
massoneria
seria
,
quella
del
Duca
di
Kent
.
»
Solidarietà
massonica
?
Perché
allora
nessuno
parla
?
La
polizia
non
è
riuscita
a
trovare
ancora
gli
effetti
di
Calvi
,
i
bagagli
che
si
presume
si
fosse
portato
via
dall
'
Italia
,
non
è
riuscita
a
sapere
dove
abbia
trascorso
questi
ultimi
giorni
di
vita
.
Qualcuno
pensa
:
cercava
aiuto
,
ma
quale
tipo
di
aiuto
?
I
banchieri
della
City
sono
scettici
,
«
se
aveva
bisogno
di
aiuto
e
di
quattrini
,
non
sarebbe
stato
impossibile
trovarli
...
»
.
Davvero
,
strano
suicidio
quello
di
un
uomo
che
decide
di
uccidersi
,
presumibilmente
a
tarda
notte
(
l
'
ora
del
decesso
non
ci
è
stata
ancora
comunicata
,
ndr
)
con
in
tasca
un
mucchio
di
denaro
,
e
magari
perché
«
travolto
»
dal
rimorso
:
ma
tutti
sanno
che
Calvi
era
un
uomo
gelido
,
un
uomo
,
come
disse
il
suo
avvocato
Valerio
Mazzola
,
dai
due
cervelli
,
e
poi
,
anche
ammesso
che
qualcuno
lo
avesse
informato
da
Milano
della
morte
della
sua
segretaria
,
tutti
sanno
che
lui
della
Corrocher
non
parlava
granché
bene
:
«
è
in
menopausa
...
»
diceva
.
E
poi
,
l
'
operazione
suicidio
,
quell
'
issarsi
sulla
scaletta
,
preparare
il
cappio
,
portarsi
con
un
balzo
sulla
impalcatura
un
metro
più
in
là
sul
Tamigi
,
lasciarsi
cadere
,
e
tutto
questo
a
sessantadue
anni
,
con
un
fisico
appesantito
dal
lavoro
d
'
ufficio
ma
anche
da
dieci
chili
di
calcestruzzo
.
Più
semplice
che
qualcuno
,
con
una
barca
dal
fiume
,
l
'
abbia
portato
li
-
cloroformizzato
-
e
lasciato
in
balia
della
marea
?
La
marea
qui
è
mostruosa
,
un
metro
ogni
ora
,
basta
lasciare
un
corpo
inanimato
legato
al
collo
e
tenuto
fermo
a
un
paletto
e
il
peso
del
corpo
completa
l
'
opera
,
strangolando
la
persona
via
via
che
la
bassa
marea
si
fa
più
forte
.
L
'
acqua
stessa
,
così
pare
,
fa
sparire
le
tracce
del
cloroformio
.
Delitto
perfetto
,
ma
perché
allora
tutta
questa
messinscena
?
La
chiave
di
tutto
sta
nel
ricostruire
gli
ultimi
giorni
di
vita
del
finanziere
,
i
suoi
incontri
,
í
suoi
progetti
.
A
chi
poteva
far
paura
un
Calvi
in
libertà
e
magari
desideroso
di
vendere
cara
la
sua
caduta
dal
trono
di
via
Clerici
?