StampaQuotidiana ,
Non
so
se
gli
assassini
delle
Brigate
rosse
considerino
loro
compagno
Marco
Pannella
.
Probabilmente
no
,
lo
disprezzano
come
disprezzano
tutti
i
"
riformisti
"
,
tutti
i
"
borghesi
"
,
lo
utilizzano
cinicamente
come
un
"
utile
idiota
"
.
Invece
,
Marco
Pannella
,
si
sta
comportando
nei
fatti
come
un
fedele
compagno
degli
assassini
.
Nelle
tragiche
quarantotto
ore
dell
'
ultimatum
brigatista
,
il
concetto
centrale
delle
interminabili
concioni
non
-
stop
del
leader
radicale
alla
sua
radio
è
stato
quello
che
il
giudice
D
'
Urso
è
condannato
a
morte
non
dalle
Br
ma
dai
giornali
e
dai
giornalisti
che
si
rifiutano
di
pubblicare
i
comunicati
dei
"
proletari
"
prigionieri
delle
carceri
di
Trani
e
di
Palmi
.
Ora
,
questo
è
esattamente
ciò
che
i
boia
delle
Br
vogliono
.
Sono
essi
che
,
nel
loro
ordinamento
"
giuridico
"
praticano
il
processo
senza
accuse
,
senza
prove
,
senza
difensori
,
senza
appelli
,
sono
essi
,
che
hanno
reintrodotto
quella
pena
di
morte
,
che
la
Repubblica
italiana
si
gloria
di
aver
eliminato
con
il
fascismo
;
su
di
loro
,
e
soltanto
su
di
loro
,
ricade
la
responsabilità
delle
esecuzioni
capitali
da
loro
,
e
soltanto
da
loro
decretate
.
Ebbene
,
questa
elementare
verità
di
fatto
deve
essere
rovesciata
propagandisticamente
:
non
i
"
tribunali
dell
'
arbitrio
e
i
loro
boia
"
,
ma
coloro
che
non
ne
riconoscono
l
'
autorità
avrebbero
sulla
coscienza
le
condanne
e
le
esecuzioni
delle
Br
.
Di
questo
rovesciamento
propagandistico
si
incarica
il
compagno
-
loro
,
non
nostro
-
Marco
Pannella
,
colla
sua
rozza
sofistica
,
il
suo
gusto
per
la
volgarità
violenta
,
i
suoi
patologici
complessi
di
superiorità
.
"
Alla
gogna
Eugenio
Scalari
"
,
blatera
il
compagno
dei
terroristi
,
"
è
Scalfari
,
sono
i
giornalisti
gli
assassini
!
"
E
così
,
i
veri
,
gli
unici
e
soli
assassini
restano
coperti
e
in
definitiva
giustificati
.
Tutto
viene
stravolto
.
Sarebbe
umanitario
non
chi
si
rivolge
alle
Br
perché
comunque
,
non
uccidano
,
come
fece
Paolo
VI
nel
suo
scritto
umanamente
più
alto
e
bello
,
quello
rivolto
agli
"
uomini
delle
Brigate
rosse
"
,
ma
chi
scarica
la
responsabilità
di
un
assassinio
su
chi
non
cede
alle
richieste
degli
assassini
,
ben
sapendo
che
se
lo
facesse
,
la
strage
continuerebbe
,
e
anzi
l
'
ondata
di
morte
verrebbe
esaltata
.
Io
sono
tra
coloro
che
ritengono
del
tutto
vano
un
appello
umanitario
agli
"
uomini
delle
Brigate
"
rosse
,
che
attraverso
un
processo
di
disfacimento
vero
e
proprio
del
pensiero
e
della
personalità
,
sono
ormai
al
di
fuori
della
logica
e
dai
sentimenti
umani
.
Ma
comprendo
benissimo
che
altri
credano
invece
giusto
fare
alle
Br
un
appello
umanitario
.
Il
fatto
è
però
che
un
appello
,
per
chiamarsi
umanitario
,
non
può
che
cominciare
colle
parole
:
Comunque
non
uccidete
!
Nel
caso
particolare
del
giudice
D
'
Urso
,
un
sincero
umanitario
,
poteva
anche
(
io
non
sono
d
'
accordo
,
ma
poteva
)
proseguire
facendo
presente
che
molte
delle
richieste
delle
Br
erano
state
soddisfatte
.
Una
posizione
sbagliata
,
ma
non
spregevole
.
Non
spregevole
come
tutte
le
parole
e
i
gesti
di
Marco
Pannella
e
dei
suoi
più
fedeli
-
non
dico
,
non
voglio
dire
dei
radicali
in
genere
-
nella
vicenda
D
'
Urso
.
A
costoro
non
è
bastato
aver
reso
possibile
la
diffusione
dei
comunicati
dei
Collettivi
di
lotta
di
Palmi
e
di
Trani
,
che
tutta
Italia
conosce
nei
loro
concetti
essenziali
,
che
sono
pubblici
ormai
anche
se
non
da
tutti
pubblicati
.
Potevano
fermarsi
qui
e
ricordarsi
che
mentre
i
giornalisti
da
loro
messi
sotto
accusa
non
hanno
ammazzato
nessuno
,
questi
comunicati
esaltano
come
"
tempestiva
e
precisa
rappresaglia
"
un
'
altra
atroce
condanna
a
morte
,
quella
del
generale
Enrico
Galvaligi
:
e
preannunciano
nuove
ribellioni
dentro
le
carceri
,
nuovo
terrore
fuori
.
Lo
dicono
loro
,
che
comunque
andranno
avanti
sulla
loro
via
di
morte
!
Mancava
loro
un
compagno
.
Lo
hanno
trovato
.
È
giusto
che
Marco
Pannella
sia
protetto
dalla
immunità
parlamentare
,
non
invoco
davvero
processi
penali
e
condanne
contro
di
lui
.
Possiamo
però
e
dobbiamo
colpirlo
con
una
condanna
non
cruenta
ma
non
perciò
meno
dura
:
la
condanna
morale
alla
esclusione
dal
dialogo
con
chi
ha
davvero
sensi
di
umanità
.