StampaQuotidiana ,
Forse
è
perfino
un
sollievo
,
una
volta
arrivati
qui
,
nella
saletta
bianca
delle
guardie
carcerarie
,
superata
la
trafila
dei
controlli
e
i
metal
detector
e
le
pesanti
porte
d
'
acciaio
foderate
di
vetro
antiproiettile
,
una
volta
passato
il
visibilissimo
confine
tra
"
fuori
"
e
"
dentro
"
,
sentirli
parlare
dei
detenuti
e
del
carcere
,
delle
sue
follie
e
umiliazioni
,
della
lotta
dei
detenuti
e
dello
sciopero
della
fame
che
si
estende
,
da
Roma
-
Rebibbia
a
Pisa
oggi
,
e
domani
forse
dovunque
.
Adriano
Sofri
,
ironico
e
diretto
,
e
Giorgio
Pietrostefani
che
borbotta
e
ride
,
e
Ovidio
Bompressi
affilato
e
il
collo
magro
che
balla
dentro
il
colletto
abbottonato
di
una
camicia
bianca
;
non
parlano
di
sé
,
anzi
sì
,
parlano
di
tre
detenuti
e
di
altri
cinquantamila
,
come
persone
che
non
riescono
più
a
sopportare
la
stupidità
feroce
della
vita
carceraria
,
dove
"
il
tempo
si
sbriciola
-
dice
Adriano
Sofri
-
e
non
è
affatto
vero
che
qui
per
lo
meno
hai
tempo
per
leggere
e
scrivere
,
ci
sono
le
mille
incombenze
inutili
,
i
'
rapporti
'
,
ovvero
quando
ti
rimproverano
per
cose
futili
,
e
gli
altri
che
ti
vengono
a
parlare
,
non
hai
idea
di
quanti
mi
scrivano
dalle
carceri
,
e
hai
soprattutto
il
tempo
di
osservare
le
miserie
,
la
povertà
della
maggior
parte
dei
detenuti
,
la
mancanza
di
tutto
"
.
E
'
per
questo
,
contro
questo
,
che
per
il
momento
digiunano
.
Hanno
cominciato
domenica
scorsa
,
prendono
solo
caffè
,
tè
,
e
acqua
,
moltissima
acqua
:
"
così
puoi
resistere
a
lungo
"
,
dice
Adriano
,
poi
si
volta
verso
Ovidio
,
mentre
Tano
D
'
Amico
fa
loro
la
foto
che
serve
,
tutti
e
tre
insieme
,
la
foto
che
manca
,
e
scherzano
su
quanto
sei
alto
tu
e
quanto
basso
io
,
e
dice
al
suo
compagno
,
come
meravigliato
:
"
Ma
lo
sai
che
sono
già
dimagrito
tre
chili
?
Almeno
,
è
quel
che
dice
la
bilancia
"
.
Qui
,
nel
carcere
,
sei
"
una
persona
espulsa
per
giusta
causa
dalla
società
-
spiega
meticoloso
Ovidio
Bompressi
-
o
almeno
così
pensa
l
'
opinione
,
e
sei
perciò
una
parte
distaccata
e
disseccata
"
.
Lento
,
lo
ripete
,
come
una
formula
cui
ha
pensato
a
lungo
:
"
Una
parte
distaccata
e
disseccata
"
.
"
E
'
la
massima
degradazione
dell
'
individuo
"
,
aggiunge
.
Adriano
dice
:
"
Siamo
stati
quasi
felici
-
si
capisce
che
c
'
è
un
po
'
d
'
ironia
-
quando
abbiamo
saputo
dello
sciopero
della
fame
a
Rebibbia
.
Ecco
che
partecipiamo
di
qualcosa
più
vasta
di
noi
,
e
abbiamo
iniziato
uno
sciopero
della
fame
che
probabilmente
avremmo
fatto
comunque
.
Ma
ora
siamo
vincolati
a
questo
movimento
,
di
cui
,
sia
chiaro
,
non
vogliamo
diventare
esponenti
;
siamo
tre
detenuti
tra
altri
,
che
si
ribellano
a
una
vergogna
,
il
carcere
,
che
mortifica
la
dignità
umana
"
.
Poveri
,
malati
,
soli
.
Ma
la
separazione
,
tra
qui
e
l
'
altrove
,
è
tale
,
che
parole
come
queste
possono
suonare
retoriche
.
Come
dice
Ovidio
,
se
sei
dentro
è
per
qualche
ragione
,
così
pensa
la
gente
.
E
i
poveri
,
i
malati
,
i
soli
che
sono
in
cella
sono
perciò
più
poveri
,
più
malati
e
più
soli
.
Bisogna
farsi
raccontare
i
particolari
,
per
capire
.
E
i
tre
te
li
raccontano
pazientemente
.
Il
carcere
passa
una
tazza
di
"
caffè
"
la
mattina
,
un
primo
caldo
e
un
pezzetto
di
formaggio
a
mezzogiorno
,
un
secondo
caldo
la
sera
;
un
rotolo
di
carta
igienica
,
una
saponetta
e
alcuni
sacchetti
per
i
rifiuti
ogni
mese
.
Ed
è
tutto
.
Chi
non
ha
i
soldi
per
il
"
sopravvitto
"
e
per
comprarsi
dentifricio
e
detersivi
per
la
cella
,
scarpe
e
maglioni
,
le
sigarette
,
insomma
per
tutto
il
resto
,
cioè
quasi
tutto
,
ne
resta
privo
.
E
se
i
detenuti
sono
,
come
a
Pisa
e
dappertutto
,
per
il
40
per
cento
immigrati
,
nella
grande
maggioranza
poveracci
o
tossicodipendenti
,
insomma
senza
un
soldo
,
la
conseguenza
sarà
,
come
racconta
Ovidio
,
una
grandinata
di
microconflitti
tra
detenuti
poveri
,
e
tra
i
poveri
e
quelli
che
hanno
qualcosa
.
"
Dice
:
gli
immigrati
non
portano
le
scarpe
.
Per
forza
-
è
Adriano
che
parla
-
non
le
hanno
,
semplicemente
non
le
hanno
"
.
E
la
seconda
conseguenza
sarà
che
"
questo
è
un
posto
di
ospedalizzati
coatti
,
qui
siamo
tutti
malati
,
più
o
meno
,
uno
su
tre
ha
l
'
epatite
C
e
per
fortuna
che
in
questo
carcere
-
dice
ancora
Adriano
-
ancora
somministrano
l
'
interferone
,
l
'
unica
terapia
conosciuta
per
quel
tipo
di
malattia
"
.
In
poche
e
terribili
parole
,
la
situazione
è
questa
:
negli
ultimi
anni
la
"
popolazione
carceraria
"
,
cioè
questo
lazzaretto
di
abbandonati
,
ha
tracimato
oltre
ogni
argine
,
"
perché
soprattutto
con
la
custodia
cautelare
-
dice
Pietro
-
si
mette
dentro
gente
per
reati
di
ogni
tipo
e
là
-
gira
la
testa
in
una
qualche
direzione
-
al
giudiziario
,
si
tagliano
tutti
i
giorni
,
mentre
qui
al
penale
,
dove
sono
quelli
condannati
in
via
definitiva
,
è
un
po
'
più
tranquillo
"
.
"
Si
tagliano
"
significa
autolesionismo
:
per
essere
notati
,
ascoltati
,
per
non
"
essere
partiti
"
,
come
si
dice
in
gergo
,
un
terribile
transitivo
che
sta
per
essere
trasferiti
,
nelle
celle
di
punizione
o
in
un
altro
carcere
,
ad
ogni
piccola
"
mancanza
"
.
E
mentre
le
carceri
scoppiano
,
cioè
,
come
dice
pacato
e
preciso
Ovidio
,
"
funzionano
da
discarica
sociale
,
in
cui
finisce
tutto
quel
che
la
disoccupazione
,
la
povertà
,
la
crisi
dello
stato
sociale
provoca
,
in
Italia
e
in
tutto
l
'
Occidente
"
,
il
governo
,
appunto
,
taglia
i
bilanci
.
"
Meno
30
per
cento
l
'
anno
scorso
,
meno
15
quest
'
anno
-
enumera
Adriano
-
quasi
la
metà
in
meno
in
due
anni
.
E
il
primo
settore
ad
essere
tagliato
è
la
sanità
,
ecco
perché
a
Rebibbia
digiunano
i
malati
di
Aids
,
tanto
sono
lì
non
perché
li
curino
,
ma
per
impedirgli
di
morire
fuori
dal
carcere
.
E
infatti
il
personale
sanitario
è
in
agitazione
"
.
E
gli
educatori
,
tre
per
295
detenuti
a
Pisa
;
e
gli
agenti
di
custodia
,
che
,
"
poveracci
-
dice
Pietro
-
hanno
alloggi
quasi
peggio
delle
nostre
celle
"
,
e
comunque
sono
sempre
pochi
,
pochi
.
Dopo
tangentopoli
.
Allora
,
che
si
può
fare
?
Secondo
Adriano
,
"
solo
un
brusco
calo
del
numero
dei
detenuti
,
dieci
o
quindicimila
in
meno
d
'
un
colpo
,
può
far
ripartire
il
sistema
carcerario
in
una
direzione
diversa
.
Ma
non
mi
pare
che
questo
sarebbe
l
'
effetto
della
legge
Simeone
di
cui
si
parla
in
questi
giorni
.
E
d
'
altra
parte
,
dopo
tangentopoli
è
una
bestemmia
anche
solo
parlare
di
amnistia
,
per
la
quale
oggi
ci
vogliono
almeno
i
due
terzi
dei
voti
del
parlamento
,
come
nemmeno
per
una
riforma
costituzionale
.
Come
se
in
galera
ci
fossero
loro
,
i
grandi
corrotti
,
e
non
questi
poveretti
,
a
cui
è
stata
tolta
anche
questa
concessione
,
questa
grazia
periodica
.
D
'
Ambrosio
(
magistrato
milanese
,
ndr
.
)
ha
avuto
una
buona
battuta
:
ha
detto
che
se
si
fa
l
'
amnistia
verrebbero
da
tutta
Europa
,
qui
in
Italia
.
E
be
'
,
a
parte
che
le
pene
,
da
noi
,
sono
molto
più
alte
che
nel
resto
d
'
Europa
,
e
per
esempio
in
Francia
un
reato
come
quello
che
ci
ha
condotti
qui
è
prescritto
dopo
15
anni
,
e
noi
siamo
dentro
dopo
25
,
a
parte
questo
,
che
io
sappia
,
sono
accorsi
da
tutta
Europa
solo
Giorgio
Pietrostefani
e
Toni
Negri
"
.
Ovidio
aggiunge
che
sì
,
i
progetti
di
legge
servirebbero
,
come
servirebbero
regolamenti
meno
assurdi
di
quelli
che
proibiscono
i
libri
rilegati
e
le
giacche
(
mi
guarda
e
dice
:
"
Lo
sai
che
avevo
una
giacca
come
la
tua
?
Che
nostalgia
"
)
e
i
cappotti
,
e
se
li
concedono
è
a
seconda
della
personalità
e
del
tipo
di
reato
,
col
risultato
,
dice
Adriano
,
"
che
magari
me
ne
andrò
in
giro
con
un
bel
cappotto
di
castorino
,
in
mezzo
a
gente
che
trema
per
il
freddo
"
,
ecco
,
se
il
governo
facesse
il
molto
che
può
fare
e
il
parlamento
si
sbrigasse
,
certo
sarebbe
un
bene
.
Ma
il
problema
della
separazione
,
dell
'
essere
"
distaccati
e
disseccati
"
,
lo
si
può
medicare
solo
se
le
associazioni
,
il
volontariato
,
cioè
il
modo
che
la
società
inventa
per
difendersi
,
si
allarga
anche
al
carcere
.
E
racconta
:
"
Attraverso
il
vescovo
di
Massa
e
persone
legate
alla
Caritas
abbiamo
creato
,
caso
unico
in
Italia
,
un
fondo
cassa
per
i
detenuti
poveri
,
e
a
ciascuno
diamo
da
trenta
a
cinquantamila
lire
al
giorno
;
si
è
sparsa
la
voce
e
molti
hanno
mandato
soldi
,
oggi
abbiamo
quattro
milioni
,
ma
non
bastano
"
.
(
Questo
,
di
conseguenza
,
è
un
appello
:
chi
vuole
mandare
soldi
,
li
può
indirizzare
a
Athe
Gracci
,
via
tosco
-
romagnola
77
,
Pontedera
;
per
informazioni
invece
si
può
telefonare
al
cercere
di
Pisa
e
chiedere
della
dottoressa
Truscello
)
.
Il
colloquio
è
già
molto
lungo
,
Tano
chiede
di
mettersi
qui
e
là
per
fare
le
foto
,
Pietro
comincia
a
elencare
aneddoti
sugli
anni
settanta
milanesi
in
cui
lui
compare
sempre
nella
parte
del
cattivo
,
e
ci
ride
sopra
.
Pende
una
domanda
:
e
voi
?
Proprio
voi
tre
?
"
Se
avessi
un
'
idea
di
quel
che
faremo
quando
il
digiuno
di
protesta
nelle
carceri
si
fermerà
,
te
lo
direi
,
onestamente
te
lo
direi
"
,
risponde
Adriano
.
Quel
che
è
sicuro
è
che
tra
la
metà
e
la
fine
di
novembre
sarà
depositata
la
richiesta
di
revisione
del
processo
,
"
e
lì
vogliamo
arrivarci
in
piedi
"
,
aggiunge
.
Ma
nove
mesi
sono
passati
,
da
quando
si
sono
consegnati
,
e
loro
sono
grati
per
tutto
quello
che
si
è
fatto
,
le
160
mila
firme
,
l
'
assemblea
di
oggi
a
Roma
,
"
ma
uscire
di
qui
-
dice
Ovidio
-
uscire
in
ogni
modo
,
è
un
obbligo
verso
noi
stessi
,
ed
è
un
gesto
di
rispetto
verso
il
diritto
come
dovrebbe
essere
"
.
"
E
'
chiaro
-
conclude
Adriano
-
che
andremo
fino
in
fondo
in
tempi
molto
brevi
"
.
Cade
un
silenzio
,
anche
le
Laika
di
Tano
tacciono
.
Adriano
chiede
dello
stato
di
salute
del
manifesto
,
ha
sul
tavolo
la
copia
con
la
lettera
aperta
di
Rossana
Rossanda
al
presidente
della
repubblica
.
Non
buono
,
rispondo
,
stato
di
salute
non
buono
.
Si
apre
la
porta
,
i
tre
si
alzano
,
ci
salutiamo
.
Quando
è
sulla
soglia
,
Adriano
si
gira
e
mi
dice
:
"
Resistete
"
.