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StampaQuotidiana ,
Milano . L ' apertura a sinistra dei radicali ci ricorda che agosto è , per dedizione e tradizione , il mese di Marco Pannella , il periodo in cui il leader riformatore si prende la rivincita sui giornali , colpevoli durante l ' anno di non occuparsi mai abbastanza delle sue iniziative e della sua persona in particolare . Non che la calura estiva faccia diventare i direttori dei quotidiani più buoni molto più semplicemente mentre gli altri politici si godono le meritate vacanze , Pannella , da geniale comunicatore qual è , ne approfitta e occupa lo spazio per lanciare le sue campagne autunnali e invernali . E i giornali e televisioni , spesso controvoglia , sono costretti a concedergli titoli e pagine . Hanno fatto storia , per esempio , le battaglie radicali per tenere aperto Montecitorio durante le vacanze estive . Dal 76 i presidenti della Camera ( Pietro Ingrao prima , Nilde Jotti , Giorgio Napolitano e Irene Pivetti poi ) hanno dovuto capitolare di fronte alle proverbiali insistenze pannelliane.Tutto questo , però , fino all ' anno scorso . L ' agosto 1996 infatti segna la prima sconfitta ' estiva ' del capo dei Riformatori da almeno vent ' anni . La stagione era già cominciata sotto i peggiori auspici con la chiusura agostana della Camera decisa dal presidente Luciano Violante . Dal 1976 è la prima volta che succede ha tuonato Pannella e guarda caso proprio nella legislatura che non vede presenti i radicali . Ma l ' annus horribilis pannelliano è stato decretato dai propositi secessionisti di Umberto Bossi , dai veti di Fausto Bertinotti e dai disegni proto politici di Antonio Di Pietro . I1 palcoscenico mediatico è stato tutto per loro e Marco si è dovuto accontentare delle briciole : solo trafiletti e redazionali per la sua tradizionale paginetta dattiloscritta.Ha provato , Pannella , a entrare nel dibattito in corso sulle prime pagine , ma gli è andata buca : prima ha offerto a Bossi di marciare insieme lungo il Po , poi ha ricordato che Antonio Di Pietro ha firmato i suoi referendum : niente . Solo il Giornale di Vittorio Feltri ne ha dato puntuale notizia.Eppure il leader radicale si è dato molto da fare anche quest ' estate . In previsione della campagna referendaria d ' autunno , Pannella ha convinto Marta Marzotto ad organizzare una mega raccolta fondi per il movimento dei club che porta il suo nome . A bordo di un motoscafo accompagnato dal Commissario europeo Emma Bonino e con la Marzotto nei panni del navigatore , Pannella ha scandagliato la Costa Smeralda alla ricerca di calette segrete sopra le quali si affacciano le ville dei vip ai quali chiedere un contributo milionario . I risultati non sono stati confortanti né dal punto di vista economico né da quello mediatico , anche perché , nel frattempo , Pannella ha annunciato a Radio Radicale che i suoi club , per statuto , chiuderanno a fine anno . Sottoscrizione straordinaria e annunciata chiusura ordinaria ( indipendente dall ' esito della prima ) vanno di pari passo nei disegni pannelliani di breve scadenza . Ma è sul fronte delle iniziative politiche in senso stretto che Pannella stenta a trovare una soluzione che lo faccia uscire dalla secca in cui si trova . I1 rapporto con il Polo , dopo la denuncia dell ' accordo elettorale miliardario non rispettato , non fila certo liscio . Da qualche settimana i militanti organizzano scioperi della fame , manifestazioni , cartellonate e iniziative varie per indurre i leader del Polo ad incontrare i vertici del Club Pannella , cioè Pannella medesimo . I1 centrodestra però non risponde . Il " dialogo , conflittuale con il Polo " , non solo sta fallendo politicamente ma , per il momento , al movimento pannelliano non ha portato neanche la necessaria visibilità . Rimangono in campo i 20 referendum , che Pannella difenderà con i denti : iniziativa che fin d ' ora costituisce un punto cardinale per chiunque vorrà fare politica di stampo liberale e liberista . Ora invece il leader radicale apre a sinistra , almeno sui temi della politica internazionale . Contemporaneamente , si badi tentativo di dialogo con la destra . Tanto che Radio radicale , senza alcun imbarazzo alterna interviste a politici di sinistra che plaudono alla recente iniziativa , a tormentoni sul dialogo con il Polo . L ' escamotage trovato da Pannella è quello del partito radicale transnazionale , soggetto politico diverso dai ' nazionali ' Club Pannella . È Emma Bonino a motivare l ' appello alla sinistra : ' Mettiamo a disposizione il patrimonio ideale e i temi di politica estera del Pr , tra cui la moratoria sulla pena di morte e il Tribunale per i crimini umanitari . Ci rivolgiamo alla sinistra perché è al governo e la politica estera la fanno i governi ' . Nessun tentativo di inciucio , dunque , ma la consapevolezza che nelle maggiori democrazie occidentali la politica internazionale non è materia esclusiva di un solo degli schieramenti .
StampaQuotidiana ,
Giulia Maria Crespi organizza un convegno su " Il bello , attualità e futuro di un concetto accantonato " , e su come fare per resuscitarne in Italia il culto , secondo voi , chi invita ? Il vicepresidente del Consiglio e ministro per i beni culturali Walter Veltroni , naturalmente . La settimana scorsa finisce così , per Veltroni , in bellezza . Nulla lasciava presagire , per sé , per il governo , per l ' arte e per la Juventus , una tempesta di metà giugno di così vaste proporzioni . Eppure quella gitarella del 14 maggio a bordo del Cacciamine Termoli , al largo di Civitavecchia , è già materia per esperti di uccelli del malaugurio . Il ministro era andato alla ricerca " dell ' arte sommersa " perché " il mare è una grande cassaforte d ' acqua che custodisce i tesori del tempo " . Veltroni , guardando il mare , si è detto entusiasta della collaborazione con il ministero della Difesa , una collaborazione che implica accordi per la vigilanza , la prevenzione e la repressione dei traffici illeciti delle opere d ' arte . " Mi sembra bello che si utilizzino le caserme per i musei " , ha detto . Al settimanale Il Mondo , il vice premier denuncia una manovra oscura : " Stanno bloccando in Parlamento la legge sul dilettantismo " . Si riferiva allo sport e alla presenza dei partiti nel Coni : " Ma stiamo scherzando ? - ha detto - tecnici e atleti oggi nelle leghe e nelle federazioni non hanno nemmeno diritto di voto . È giunto il momento che lo sport venga preso in mano anche da chi lo pratica , da chi sa di che cosa si sta parlando " . Subito dopo aggiunge : " In Italia si rischia l ' omologazione dei linguaggi : spesso si dà la notizia di politica come fosse quella di sport o viceversa " . Qualche giorno dopo a proposito del recupero dell ' area di Pompei si esprime così : " È una sfida da vincere in tutti i modi " . " Pompei - ha promesso Veltroni ) - comincia a rinascere , non continua a morire " . E ha aggiunto : " È un ' opera titanica " : a quel punto i napoletani , che a queste cose fanno attenzione , hanno incrociato le dita per una frase facimente associabile con le catastrofi evocate dal film con di Leonardo Di Caprio . Su Pompei Veltroni non vuole fare " demagogia " e si limita quindi a un " si cambia musica " e a un misterioso " si cambia banda " . E anche un richiamo ai giornalisti : " Io - ricorda - sono stato direttore dell ' Unità e ho letto cose terribili ( sic ) su Pompei " , ma oggi " diffondere l ' idea che Pompei è passata da una morte annunciata alla rinascita , significa fare un favore alla verità " . Intanto il 15 giugno si deve occupare anche di politica ( " Non esiste alcuna suggestione di fare elezioni anticipate " ) di occupazione ( " Le regioni del Mezzogiorno si avviano sulla strada di uno sviluppo autosufficiente " ) di Rai ( " Così non va " ) . Ma pregusta già la sfilata sulla Croisette a Cannes e la finale di Coppa dei Campioni ad Amsterdam . Il 16 maggio è l ' ora delle riforme ( " Ci auguriamo vadano a compimento " ) e della giustizia ( " Il ministro Flick fa il ministro della giustizia " ) . Il week - end l ' ha dedicato alla sua passione , il cinema . Le polemiche sulla rivalità tra Nanni Moretti e Roberto Benigni glielo guastano un po ' : " L ' Ulivo non preferisce l ' uno piuttosto che l ' altro - fa sapere il vice premier - sarebbe una follia " . E si augura che la giuria di Cannes assegni la Palma d ' Oro ex - aequo ai due comici . Poi scappa il boss Pasquale Cuntrera , e il vice presidente del governo dichiara : " È inaccettabile per la coscienza civile del paese che un boss possa fuggire " . E mentre l ' opposizione chiede la testa del Guardasigilli e Flick stesso si dimette , Veltroni aggiunge : " Esistono buchi nella normativa " . Con la valigia pronta per Amsterdam ( " In tribuna ci sono tre ministri spagnoli , mi pare doverosa una presenza italiana " ) Rivendica anche di essere una sorta di menagramo per omissione , vocazione confermata dalla partita con il Real . La sua squadra del cuore perde se lui non può vederla : " L ' anno scorso io non c ' ero " . Poi avviene il furto delle opere d ' arte alla Galleria d ' arte moderna di Roma . Veltroni sente il peso delle responsabilità e comunica che rinuncia alla partita : " È un colpo tremendo - dice - Ma ho impegni di governo " . A proposito del furto , si lancia in un ' ardita analisi criminologica per spiegare perché a speso 70 miliardi in sistemi di sicurezza per le opere d ' arte senza collegare gli allarmi di musei e gallerie alle questure ( eppure un critico di livello come lui dovrebbe ricordarsi almeno del film Topkapi ) . " Eravamo preparati ai furti , ma era una rapina con le armi " . Cuntrera è irreperibile , dei quadri non c ' è più traccia e la Coppa si sta volatilizzando . Ma per fortuna per salvarsi l ' anima c ' è sempre la teoria del complotto e l ' evocazione dello spirito di Licio Gelli ( teoria ieri sbeffeggiata dal procuratore capo di Firenze ) : " Sento di nuovo l ' odore delle bombe del '93 " " Se qualcuno pensa che con la sparizione di questi quadri si cerchi di meno Gelli , si sbaglia di grosso " .
StampaQuotidiana ,
Francesco Saverio Borrelli , il 22 ottobre 1993 sul Venerdì di Repubblica , di sé ha detto : " Sono un mediocre pianista , un pessimo cavaliere , un pessimo alpinista , un dilettante di professione , ma mi piacciono tante cose che non faccio in tempo ad essere professionista in tutto " . Chi è dunque , veramente , il capo della procura di Milano ? Un irreprensibile e incorruttibile uomo di diritto che ha condotto da par suo la rivoluzione italiana o un novello Torquemada che " non incarcera la gente per farla parlare , ma la scarcera dopo che ha parlato " o , forse , un piccolo Vishinskij che si domanda " se in fondo sia proprio così scandaloso chiedersi se lo choc della carcerazione preventiva non abbia prodotto risultati positivi " . Borrelli non poteva che indossare la toga . Figlio e nipote di magistrati ha la vocazione per le aule di giustizia fin da bambino : " Avevo tre o quattro anni , quando dicevo : ' Voglio fare il magistrato ' " , confidò a Enzo Biagi nel maggio del 1992 , poco dopo l ' affaire Chiesa . Una carriera che ha radice nell ' ambiente familiare : il padre , Manlio , è stato il primo presidente della Corte d ' appello di Milano e buon amico di quell ' Oscar Luigi Scalfaro cui Francesco Saverio il primo maggio di tre anni fa si mise a disposizione per un " servizio di complemento " . Borrelli comincia così a respirare l ' aria di Palazzo di giustizia , ma come in questi aspri giorni di polemica contro la classe politica , era solo . Almeno così , lui stesso , ha detto sempre a Biagi : " Non avevo e per lungo tempo non ho avuto amici " . Oggi , così come all ' inizio della carriera , è tornato ad essere solo . Ha ricevuto , è vero , la solidarietà della sua procura , ma gli osservatori attenti non si sono lasciati sfuggire che essa è stata affidata ad Armando Spataro e Ferdinando Pomarici e non per esempio a Gherardo Colombo o Gerardo D ' Ambrosio . Sembrano finiti i tempi d ' oro di Mani pulite , sotto il Palazzo di giustizia di Milano non si convocano più cortei al grido " Borrelli facci sognare " , e chi si azzarda a organizzarne ancora qualcuno non raccoglie che poche decine di manifestanti . Le dichiarazioni dello scorso week end rivolte al leader dell ' opposizione parlamentare Silvio Berlusconi ( " Non posso più polemizzare con un imputato " ) , hanno lasciato il segno anche tra i suoi colleghi . E una buona dose di nervosismo comincia a serpeggiare . Da una parte c ' è il sostituto Edmondo Bruti Liberati che a Repubblica dice : " Saverio ne ha fatta un ' altra delle sue . Non c ' è un progetto , non ci sono dietrologie da fare . Semplicemente , lui è un timido . Se viene preso all ' improvviso , faccia a faccia , il rapporto con i media non lo sa gestire . È da un pezzo che voglio regalargli un libretto americano che spiega come deve comportarsi un magistrato di fronte ai microfoni " ; e dall ' altra c ' è Nando Dalla Chiesa che , pur condividendo i timori di un riequilibrio dei rapporti magistratura - politica a favore di quest ' ultima , sottolinea che lui quella frase su Berlusconi non l ' avrebbe pronunciata . Borrelli , poi , deve incassare gli altolà del Pds ( " Non può comportarsi come un macchinista dei Cobas " ) , i distinguo di Elena Paciotti , presidente dell ' Anm . E anche il preannuncio dell ' azione disciplinare da parte del Guardasigilli , nonostante Giovanni Maria Flick sia un grande amico del pm milanese con il quale condivide la passione per la cacciagione e la polenta consumate insieme nei ristoranti di Courmayeur . L ' unicità delle carriere ha permesso a Francesco Saverio Borrelli di svolgere agli inizi della sua il ruolo di giudice : prima magistrato civile alla sezione fallimentare e in Corte d ' appello , poi penale al Tribunale e in Corte d ' assise . In seguito è passato alla pubblica accusa , come sostituto procuratore . Tiziana Maiolo oggi deputato di Forza Italia , allora era cronista giudiziario a Palazzo di giustizia per il Manifesto e lo ricorda come un uomo in grigio : " Era assolutamente incolore , con nessuna visibilità , molto riservato . Una persona , anche cortese , che nelle sue inchieste teneva un profilo basso " . Insomma un Borrelli diverso da quello che abbiamo imparato a conoscere in questi cinque anni . Uomo di sinistra , ma non di stretta osservanza Pci , Borrelli fu tra i fondatori , anche se non di primo piano , di Magistratura democratica , la corrente togata più progressista all ' interno del Csm . Anche lì , ricorda chi lo frequentava , stava ai margini e non faceva parte di nessuna delle due anime di Md , non si schierava né con i magistrati più fedeli alla linea del partito comunista né con i garantisti dell ' ala extraparlamentare . L ' essere di sinistra non gli impedì di riconoscere innocenti i carabinieri che travolsero e uccisero , a bordo di un blindato , Giovanni Zibecchi , il militante del Movimento studentesco , che a Milano , in corso Ventidue marzo , si apprestava ad assaltare la vicina sede del Movimento sociale . Chi ha seguito la sua carriera fin dall ' inizio sostiene che in quell ' episodio ci sia il vero Borrelli , la sua cultura giuridica e professionale : praticamente la stessa che ha ispirato gli anni di Mani pulite . La responsabilità dei militari dell ' Arma sembrava pressoché certa , ma la strategia di emergenza , sia politica sia giudiziaria , contro il terrorismo suggeriva una certa cautela . E Borrelli stava molto attento quando affrontava certi temi . Il suo approccio di tipo emergenziale negli anni dell ' antiterrorismo sembra quasi un ' anticipazione , mutatis mutandis , dello svolgimento delle inchieste contro la corruzione . La filosofia , per molti aspetti , è analoga : oggi come allora si deve combattere il fenomeno più che perseguire i singoli reati , e se talvolta si calpestano alcune garanzie non è importante : quello che conta è il risultato finale . L ' inchiesta Mani pulite , poi , agli occhi di Borrelli appare in linea con la " volonté générale " . Nelle interviste che quotidianamente per cinque anni ha rilasciato ai giornali , Borrelli cita sempre la consonanza sua e del suo ufficio con la società civile e l ' opinione pubblica . Il 16 maggio '93 a dice a Panorama di essere stato " un notaio o esecutore di qualcosa che stava succedendo fuori dal Palazzo di giustizia " . L ' inebriante aria dell ' Inchiesta Eppure prima di respirare l ' inebriante aria di consenso intorno a Mani pulite , Borrelli era il ritratto del pubblico ministero poco loquace e molto equilibrato . Del suo passato al tribunale fallimentare , un ambiente che secondo alcuni meriterebbe più attenzione , nessuno ricorda grandi battaglie moralizzatrici . L ' esatto opposto del pubblico accusatore alla Di Pietro " efficace , diretto , aggressivo e chiassoso " , come più tardi lo stesso Borrelli - annota Giancarlo Lehner in " Autobiografia non autorizzata di un inquisitore " - auspica sia il moderno pm . Secondo alcuni , Borrelli avrebbe lasciato Md per ragioni di opportunità . La sponda dei socialisti si sarebbe prestata meglio a un avanzamento di carriera . Alla fine degli anni Ottanta , da sostituto procuratore arriva ad assumere il ruolo di capo della procura di Milano . Ma dal 1988 al 1992 , priva di quel sostegno della gente che arriverà poi , la procura non porta avanti fino in fondo nessuna inchiesta importante contro la politica e l ' amministrazione pubblica . In un forum pubblicato dal Giornale di Indro Montanelli , Borrelli spiega che non c ' era il consenso necessario per aggredire la classe dirigente del paese . Così alcuni filoni , affittopoli e nettezza urbana , vengono abbandonati e non sono affrontati con quello stesso piglio inquisitorio di cui più tardi godrà l ' inchiesta Mani pulite . A un certo punto , su iniziativa di Ilda Boccassini , la procura si concentra sulla Duomo connection , un ' inchiesta tesa a dimostrare le mani della mafia su Palazzo Marino . Le indagini sfiorano Paolo Pillitteri , ma si risolvono nell ' accusa e nella condanna dell ' assessore Attilio Schemmari . Dopo il processo Boccassini sbatte la porta e lascia Milano per Palermo . Poi arriva la stagione delle Mani pulite che Borrelli si trova a gestire grazie all ' irruenza di un suo sostituto , Antonio Di Pietro . A poco a poco , capisce che il clima è cambiato e presta la sua fine mente politica al servizio dell ' inchiesta e ne diventa lo stratega . Borrelli è consapevole che per andare avanti , almeno in un primo momento , deve trovare una sponda su una parte del mondo politico . Pds e Msi lo appoggiano . E chi come Tiziana Parenti rischia di rompere questo legame indiretto finisce per lasciare il pool . Man mano che l ' inchiesta procede , lo scontro con i politici si fa sempre più duro . Quando il ministro della Giustizia Giovanni Conso , il 6 marzo 1993 , presenta la proposta di soluzione politica di Tangentopoli , parte il " non expedit " di Borrelli e il decreto viene affossato . Qui nasce il Borrelli interventista e da allora qualsiasi proposta nasca in Via Arenula , con Alfredo Biondi , Filippo Mancuso o Vincenzo Caianiello , è sempre scontro . Il 20 dicembre '93 , pochi mesi prima delle elezioni che avrebbero portato Berlusconi a Palazzo Chigi , Borrelli rilascia una dichiarazione che suona come un messaggio ai partiti che cominciano a prepararsi per la campagna elettorale : " Chi sa di avere scheletri nell ' armadio , vergogne del passato , apra l ' armadio e si tiri da parte . Tiratevi da parte prima che arriviamo noi , dico io . Quelli che si vogliono candidare , si guardino dentro . Se sono puliti , vadano avanti tranquilli " . Un mese prima delle elezioni viene arrestato il fratello del leader di uno dei due schieramenti , Paolo Berlusconi ; a pochi giorni dal voto partono gli ordini di custodia cautelare per sei manager Publitalia , tra cui Marcello Dell ' Utri . Ma l ' apice viene raggiunto quando Borrelli invia a Berlusconi un preavviso di garanzia a mezzo stampa . Il consenso popolare però non gli manca mai . Il suo vero cruccio è occupare la poltrona di presidente della Corte d ' appello quella che fu del padre , perché Borrelli a differenza di altri non è un magistrato che cerca potere fuori dall ' ordine giudiziario . Nel marzo del '94 sembra sul punto di lasciare la procura , ma quando capisce di non avere i titoli adeguati per l ' incarico , il 13 aprile , affida a Montanelli la promessa che la sua battaglia contro la corruzione continuerà " Resto in trincea , rinuncio alla Corte d ' appello " . Il vicepresidente del Csm , Giovanni Galloni , commenterà : " Macché rinuncia , a quel ruolo lui non può aspirare . Ce ne sono altri prima di lui e gliel ' ho anche spiegato " . I tempi eroici ora sono finiti e l ' appoggio dell ' opinione pubblica non è così acritico come un tempo . E , come se non bastasse , la politica tenta di rialzare la testa dopo anni di sottomissione . " Borrelli ormai è un estremista emarginato - dice Tiziana Maiolo - Elena Paciotti l ' ha spodestato nel ruolo politico di interlocutore della Bicamerale " . E Maiolo non è l ' unica a pensare che le ultime dichiarazioni segnino la fine del Borrelli politico . La Repubblica , solitamente bene informata sul pool , scrive : " Ci si domanda se dietro queste asprezze non ci sia una certa stanchezza , la sua sfiducia nelle prospettive , forse addirittura la ricerca di una uscita di scena in bellezza " .
Sotto l'Ulivo crescono le cicale ( Ricossa Sergio , 1998 )
StampaQuotidiana ,
Facciamo un atto di fede , prendiamo per buone le statistiche e accettiamo il verdetto : gli italiani stanno perdendo a poco a poco un ' altra loro virtù tradizionale . Stiamo perdendo il senso del risparmio , e non ci stupisce . La mutazione da formiche in cicale è in corso . D ' altronde , diciamo la verità , l ' Italia delle formiche non è mai stata l ' Italia di tutti gli italiani . Era , e in parte è ancora , l ' Italia di un certo ceto agricolo , di una certa borghesia , per cui il risparmio , più che un atto economico , era un atto morale . Risparmiare significava avere fiducia nelle proprie forze e sui propri sacrifici per elevarsi socialmente . Non elevarsi in una generazione per improvvisa fortuna , bensì a piccoli passi , risparmiando un sudatissimo soldo dopo l ' altro , e quindi cercando di mettere al sicuro il gruzzolo , senza esporlo a speculazioni o altre avventure . Formiche erano gli italiani del lavoro duro , della parsimonia , della pazienza . Cicale erano gli italiani " mandolinisti " , spensierati , irresponsabili i quali al futuro non pensavano affatto , tanto " qualche santo provvederà " . E il " santo " era quasi sempre un ' autorità pubblica piccola o grande , dal parroco , che faceva le " raccomandazioni " , al boss politico locale , che le accettava e trovava un " posto " . Talvolta , s ' intende , il santo era laico , magari ateo : un sindacalista , un capo cellula , un lontano parente che si ipotizzava iscritto alla massoneria , un capo bastone . In Italia il sacro e il profano si sono sempre mescolati che è una bellezza . Dunque , nella lotta darwiniana , le formiche non avevano poi grandi probabilità di vincere . E infatti stanno perdendo . La virtù del risparmio segue le sorti della borghesia che la esprimeva . Siamo appena nell ' anno II ( o III ? ) dell ' Era Prodiana , ma sono decenni che le ideologie antiborghesi corrodono il senso del risparmio e si accaniscono contro le formiche . Queste sono state calpestate dal fisco e dall ' inflazione , irrise dal welfare state , avvelenate dai cattivi esempi di una pubblica amministrazione che amministrava da grande " mandolinista " , offese dagli sfacciati e fulminei arricchimenti di gente da nulla eppure furba fino alla turpitudine . Il risparmiatore è anche un " capitalista " , piccolo o grande . E il capitalista , che per Marx era un inevitabile sfruttatore , per i nipotini di Marx è una figura superata se non uccide formiche . Pure lui deve dare la caccia alle formiche , imenotteri un po ' ottusi che non sanno stare al gioco delle " parti sociali " , non capiscono la politica interna , e meno ancora quella internazionale . L ' inizio della costruzione dell ' Unione europea , fra i clamori della propaganda , ha fatto sognare i nostri risparmiatori . Poter contare su una moneta solida , l ' euro ; vedere una Borsa italiana rivitalizzata ; muovere i capitali attraverso le frontiere ; servirsi di novità come i fondi di investimento e fors ' anche i fondi di pensione ; osservare le amate - odiate banche in concorrenza fra loro : cose del genere ci hanno fatto sognare . Ma l ' euro , per ora , c ' è e non c ' è , la Borsa va su e giù come è sempre andata , l ' occhio del fisco passa le frontiere più svelto dei nostri soldi , i fondi di gestione potrebbero gestire più per loro che per noi , le banche abbassano gli interessi che vanno ai risparmiatori più di quelli che si fanno pagare dai debitori . Non sappiamo ciò che ci aspetta al risveglio , quando l ' Italia sarà " europea " nella moneta , ma non nel fisco , non nell ' efficienza dei servizi pubblici in pro dei cittadini , non nel costume sociale che si va affermando . L ' Italia è in Europa il Paese più depresso demograficamente . Non facciamo più figli , pertanto viene a mancare l ' incentivo a risparmiare per i figli . La famiglia , la famiglia borghese soprattutto , si sgretola . Non ci sono più coniugi consorti , non ci sono più mariti e mogli , ma solo compagni e compagne temporanei . Il divorzio è spiccio , ma non abbastanza : meglio convivere , celibe lui , nubile lei , anzi entrambi single . In mancanza di un progetto familiare a lungo termine , che copra più generazioni , il risparmio nel senso classico della parola perde di senso . I socialcomunisti ripetono da lungo tempo di non credere nella famiglia . Ma i cattolici no , dicono di crederci . Il " compromesso storico " , su questo punto , è misterioso , equivoco . Il risparmio è un indicatore della vitalità della famiglia come istituzione sociale . Cala la propensione al risparmio , cala il tono familiare . La propensione al risparmio è l ' indice che misura il fenomeno . E al riguardo c ' è poco da ridere , signor primo ministro Prodi , nostro Mosè , nostra guida verso la terra promessa dell ' euro . Certe virtù , una volta perdute , non si comprano nemmeno con l ' euro .
StampaQuotidiana ,
E se il Polo , da adesso in avanti , la smettesse di polemizzare contro il " pericolo rosso " , i cosacchi comunisti , postcomunisti , cossuttiani e cossighisti sul sagrato di san Pietro e dicesse , più pacatamente , più semplicemente , che il D ' Alema uno è un governo reazionario e conservatore , che mira a restaurare il vecchio sistema partitocratico e consociativo , dove le differenze si annullano , ciò che conta è durare , le alleanze sono interscambiabili perché tenute insieme dal mastice della convenienza , dall ' attaccatutto di Palazzo ? Non sarebbe meglio se l ' opposizione lasciasse da parte Sturzo ( parce sepulto ) , il centrismo di De Gasperi , il rifarsi ai valori cristiani e moderati e dicesse agli italiani : volete ancora la prima Repubblica , il trionfo dei capicorrente e delle segreterie , il Parlamento ridotto a compravendita di deputati , l ' esecutivo trasformato in lista della spesa di dicasteri da assegnare , un tanto al chilo per non scontentare chi lo tiene in piedi ? Volete un Paese dove le elezioni sono viste come un pericolo , l ' alternanza una iattura , le crisi di governo una questione da risolversi in famiglia ( " cosa nostra " , per capirci ) , perché tutto si aggiusta , basta una new - entry , l ' acquisto di uno " straniero " stufo di stare in panchina in qualche altra strada ? Volete uno Stato dove nulla continui a funzionare ( servizi , sanità , burocrazia ) e dove ogni cosa sia soggetta a lottizzazione , a scambio di favori , terreno di caccia dei partiti al potere ? Volete continuare a votare per dei referendum che saranno poi sempre disattesi , a volere un sistema maggioritario e a ritrovarsi un proporzionale travestito , a chiedere chiarezza nei programmi e nelle alleanze e a ottenere in cambio confusioni e ribaltoni ? Ecco , se volete tutto questo , il gattopardismo applicato alla politica , la finzione del cambiamento perché tutto resti come prima , il mantenere ciò che malgoverno e corruzione hanno generato , allora applaudite pure l ' esperimento di D ' Alema e , quando Oscar vorrà , premiatelo con il voto ( per quello che serve ... ) . Ma se invece siete convinti che occorra una rivoluzione democratica che riscriva i valori fondanti della Costituzione , che assicuri un esecutivo sottratto ai circoli di partito , che garantisca i patti fatti con gli elettori , che porti a compimento quel processo di modernizzazione istituzionale richiesto e disatteso , che ponga mano alla ristrutturazione dell ' apparato sociale , tagliando assistenzialismo e sprechi , che riveda una politica fiscale occhiuta e rapinatrice , allora sappiate che è ciò che noi vogliamo e quando e se ci permetteranno di confrontarci politicamente con voi , questo vi promettiamo . Un compito difficilissimo , che comporta sacrifici , ma l ' unico per dare all ' Italia una dignità e una normalità . Perché , oggi come oggi , non siamo un Paese degno e siamo un Paese anormale . Se l ' opposizione , da adesso in avanti , parlasse così , la posta in gioco e i giocatori intorno al tavolo sarebbero più chiari . Non c ' è una Destra che si contrappone a una Sinistra , con quanto di logoro , di consunto , di mistificatorio , di equivoco due termini si portano dietro . Rimanervi legati significa altresì accettare la guerra delle parole imposte dagli altri , ritrovarsi schierati sul versante della conservazione in un Paese dove non c ' è nulla da conservare , a cantare le virtù del moderatismo ( ma che gusto c ' è , poi , a essere moderati ? Nella vita , sul lavoro , negli affetti , nelle passioni pubbliche e private ? ) , quando invece si tratta di essere smodati , vogliosi di fare , ansiosi di riuscire . No , la battaglia è fra rivoluzionari e reazionari , fra chi vuole cambiare tutto e chi invece intende restaurare ciò che sta andando in pezzi . È quanto gli italiani avevano capito nel '94 , un ' istanza di nuovo persasi per strada . Se si riprovasse , senza perdersi in cossigate , mastellate e buttiglionate che lasciano il tempo che trovano , a percorrere quel cammino ? Sorge il sole canta il gallo / O Berlusconi , rimonta a cavallo ...
StampaQuotidiana ,
Ogni tanto si fanno scoperte straordinarie . " Una delle novità italiane di fine secolo è che la sinistra ha il cuore freddo " , ha spiegato l ' altro giorno Ezio Mauro su Repubblica . Perciò perde . Sarà , in compenso , nell ' ultimo trentennio almeno , ha avuto il culo al caldo , e questo dovrebbe funzionare , se non altro , da termostato . È curioso . Sembra che da noi la storia piaccia solo se diventa cronaca . Da quando il Pci , divenuto Pds e poi ancora Ds , è forza di governo , si è deciso che quello è stato l ' anno zero a partire dal quale la sinistra ha potuto contare in Italia . Prima era opposizione , e di questo retaggio del passato , stando sempre a Mauro , soffrirebbe ancora : " Meglio sognare , o comunque imprecare , che governare . È troppo grigio , roba per Jospin e Schröder , non per il technicolor italiano " . Ora , è probabile che dal '63 sino all ' altro ieri Mauro sia vissuto all ' estero o sia rimasto nell ' incubatrice , ma è da quella data che il centrosinistra ha preso a governare l ' Italia e via via ha edificato ( si fa per dire ... ) un Paese a sua immagine e somiglianza . Erano destra i socialisti di Nenni o di De Martino , di Giolitti o di Mancini , di Brodolini o di Craxi , i socialdemocratici da Saragat a Ferri , i repubblicani di quell ' Ugo La Malfa che arrivò a teorizzare " l ' ineluttabilità " del compromesso storico ( " Ugo La Malfa è morto e al suo posto c ' è un pazzo che si crede Ugo La Malfa " , chiosò Montanelli dopo questa uscita ) ? Era di destra l ' appoggio comunista ai governi di solidarietà nazionale , erano di destra quelli a guida socialista degli anni '80 , era di destra la sinistra dc ? E visto che si fa un gran parlare , anche Mauro lo f , di " spazi e nuovi valori capaci di supportare la socialdemocrazia di governo " , non sarà forse il caso di ricordare che la socialdemocrazia al governo ce l ' abbiamo già avuta , anche se allora non andava di moda , non era elegante , era , diciamo , merce di scarto , quasi di contrabbando ? Ma , dicono quelli che la sanno lunga , e Mauro , essendo il direttore di Repubblica e il successore di Scalfari naturalmente la sa lunghissima , noi per sinistra intendiamo l ' area comunista , o ex comunista , o pidiessina , o diessina che di si voglia ( quanti cambiamenti di nome per nascondere l ' insostenibile leggerezza del non essere ) . Mica verrete a dirci che è stata un ' area di governo , di potere ? Anche qui , uno non sa più se ridere o mettersi a piangere . Ma come , un partito che faceva e disfaceva giunte , che eleggeva sindaci , che governava regioni , che deteneva il controllo sindacale , condizionava gli esecutivi , non contava nulla , non governava , si trincerava nella " presunta purezza dell ' opposizione " di fronte ai " compromessi della maggioranza " ? Ma come , i comunisti d ' antan ci hanno fatto una testa così sul ruolo e sul peso che avevano nel Paese , sulla " serietà " di un grande partito democratico di massa , " di lotta e di governo " ( ricordate ? ) , che aveva guidato tutte le battaglie per il rinnovamento civile dell ' Italia , senza il cui appoggio non si poteva far nulla , e adesso vogliono farci credere che no , non valeva niente , non ha mai contato niente , era inutile , fuori gioco ... In compenso , aveva il " cuore caldo " , lottava per l ' idea . È curioso come per giustificare il fallimento di un ' idea e di una pratica ci si rifaccia sempre a un fatto ultimo che azzera tutti i precedenti e fa sì che si debba ricominciare da capo . La sinistra oltre ad avere il " cuore freddo " è " stanca " perché dopo " la lunga marcia di 50 anni verso il potere " ( ma dai , ma lascia perdere , ma non insistere ... ) è arrivata al traguardo . " Ha compiuto la sua storia portando alla guida del governo il leader del suo maggior partito , fino a ieri escluso " . Non ha più stimoli , insomma . Per la verità , ancorché governava Prodi si disse lo stesso : c ' era Veltroni come vicepremier , fior di ministri postcomunisti e in più l ' invenzione dell ' Ulivo : era il massimo ( non nel senso di D ' Alema ) , si era inventato un nuovo corso , l ' Ulivo stesso era il superamento e l ' inveramento di quella sinistra " esclusa " . Adesso ci vengono a dire che scherzavano , che è tutto da rifare . Come ai tempi di Bartali ... Invece di discettare di " cuori freddi " , la sinistra nel suo complesso dovrebbe cominciare a riflettere sulla sua incapacità a porsi come soggetto nuovo , di cambiamento di fronte all ' elettorato . Se facesse un salutare esame di coscienza capirebbe come questa ansia di potere per il potere , che la porta ai peggiori contorsionismi e alle più incredibili alleanze , non fa altro che logorarla e smontarla di significato . Se volesse veramente rafforzare i fili che la legano a una parte della società italiana dovrebbe cominciare a interrogarsi sul significato della parola Sinistra , sul senso che essa ha , sulla storia che essa ha rappresentato . Invece di correre dietro le tombe dei " compagni di strada " cattolici , o dietro al voto delle suore e agli apprezzamenti per il Papa , dovrebbe cercare di capire che cosa dal punto di vista sociale dei ceti meno abbienti , dei problemi che l ' immigrazione porta con sé , del mercato del lavoro che cambia si chiede a una forza che dovrebbe modificare l ' Italia . Se no , più che un " cuore freddo " si dovrà dire che ha un " cuore matto " . E il rischio , e glielo diciamo da avversari leali , è l ' infarto politico .
Elogio funebre della democrazia. ( Veneziani Marcello , 1998 )
StampaQuotidiana ,
Che cosa resta della democrazia a due passi dal Duemila ? Credo ben poco , a giudicare dal caso francese . Dunque , facciamo due conti . Alle ultime , parziali elezioni in Francia l ' esito è stato il seguente : su cinque francesi due non sono andati a votare , due hanno votato per le forze del centrodestra , uno ha votato a sinistra . Ma alla fine ha vinto la sinistra per la quale ha votato solo un francese su cinque . Nessuno ha niente da dire ? Nessuno . Anzi , quasi tutti titolano complimentosi nei confronti di Jospin , cerimoniosi nei confronti della normalizzazione politica del Paese . Eppure così la democrazia non può andare avanti . Così rischia di spegnersi . É in atto , non solo in Francia , una graduale espropriazione della sovranità popolare . Avevamo messo in conto l ' eventualità di vedere espropriate quote sensibili di sovranità nazionale ; ma adesso mi pare di poter dire che si sta paurosamente restringendo la democrazia . Che cosa accade ? Dunque accadono due cose . La prima è che cresce paurosamente la disaffezione , il disinteresse per la politica ; ma anche la sensazione di non poter mutare gli assetti , di non poter cambiare . Perché ? Ma perché la gente è meno scema di quel che pensano i loro rappresentanti . Si avverte precisa la sensazione che i processi decisionali siano trasferiti altrove , nelle mani dei tecnocrati , delle oligarchie finanziarie , dei grandi fabbricanti d ' opinione . Oggi più di ieri e meno di domani . Si avverte la sensazione dell ' intercambiabilità dei politici . Si avverte la sensazione dell ' intercambiabilità dei programmi politici . Si avverte la sensazione di versare la propria preferenza in un imbuto che poi la trasforma , attraverso alchimie di sistemi elettorali , poteri di veto e di coalizione , in un altro verdetto . Ho sentito giorni fa , in un convegno , illuminati campioni della sinistra arrogarsi il diritto di frenare i verdetti della volontà popolare : se prestiamo ascolto alla maggioranza - dicevano - bocciano Maastricht , vince il nazionalismo , vince la pena di morte , frenano l ' immigrazione . Dunque , teniamoli sotto tutela . E qui si entra nella seconda e più scabrosa ragione della volontà popolare . Dunque , è consentito alla sinistra allearsi con chiunque . Liberali e cattolici , protestanti ed ebrei , industriali e sindacati , potenti e perfino massoni . Ed è soprattutto permesso alla sinistra moderata allearsi con la sinistra radicale , che non esita a definirsi ancora comunista . Al centro o alla destra questo non è consentito . Sono precluse le porte di un ' alleanza a tutto campo , non è possibile godere dell ' appoggio di una classe imprenditoriale senza scatenare la piazza ; non è possibile unirsi alla destra radicale e nazionalista . Non dico nazista . Non dico nemmeno fascista . Ma anche solo nazionalista , tradizionalista o radicale . Prendete il caso francese , ma il discorso è esportabile , anche altrove ( l ' Austria , per restare ai confini ) . Una democrazia compiuta dovrebbe porsi un problema : come costituzionalizzare la destra e la sinistra radicale , come farle entrare nel gioco . Oppure , come escluderle dal gioco . E invece no : in Francia , e non solo in Francia , ai comunisti è consentito persino andare al governo ; con Le Pen non è consentito neanche un patto tecnico di desistenza . Chirac e Giscard sarebbero massacrati dai poteri che contano e dalle fabbriche del consenso . Questa anomalia sta uccidendo la democrazia , sta impedendo l ' alternanza , sta bloccando in una forma di centrosinistra globale l ' assetto di potere . Che tende a divenire assetto di regime e riflettersi nell ' assetto culturale egemone . Ancora una volta l ' alibi sono i fantasmi del passato . Su Le Pen pesa il passato nazista che obbiettivamente nulla ha a che vedere con il Front national . Sul Pc francese non pesa il passato comunista che è invece rivendicato apertamente dal medesimo partito . La stessa operazione agisce in Italia con l ' interdizione del piccolo ma decisivo partitino di Rauti , con le barriere verso intese destrorse con la Lega e perfino - a corrente alternata - con An ; in semilibertà vigilata . Al centrodestra non è possibile sommarsi , vige la logica inesorabile dell ' aut aut . Al centrosinistra invece no , vige la logica dell ' et et . Perciò io dico : attenzione , sta morendo la democrazia , tra astensionismo e veti ideologici di ritorno , sistemi bloccati e alternanze impossibili . Con tutte le giustificate diffidenze maturate da una nobile letteratura elitaria e antidemagogica , tocca oggi al centrodestra rappresentare le ragioni della sovranità popolare .
La pena di morte ( Jemolo Arturo Carlo , 1972 )
StampaQuotidiana ,
Credo che per i più l ' abolizione della pena di morte negli Stati Uniti rappresenti una conquista , una vittoria dei lati migliori dell ' uomo . Resto perplesso . Leggo con lo stesso fremito per la millesima volta la scena in cui Otello guarda la fiamma della candela e dice che potrà spegnere e riaccendere quella luce , ma più non potrà ridestare la vita umana che estingua ; avverto ciò che ha di sacro ogni vita . Ho istintivo orrore per l ' aborto , per questo spegnere una vita in embrione . Comprendo anche il soldato che nell ' attacco corpo a corpo preferisce farsi uccidere che compiere il gesto omicida . Non ci sono però limiti a questo istinto , il più alto dell ' uomo , l ' orrore del dare la morte ? Ho sempre avuto vicino a me persone carissime , che asserivano la non resistenza ; vincesse Hitler , ma non la guerra . E qui la ragione cominciava a recalcitrare . Meglio essere uccisi e non invocare la legittima difesa , che uccidere ; perché l ' atto di uccidere ferisce irreparabilmente l ' uomo normale , immette in lui un veleno non più eliminabile . Ma quando la violenza dell ' altro si esaurisce colpendoci : l ' ipotesi romanzesca di quegli che ha giusto sdegno per una ferita al suo onore e crede lavarla sul colpevole , mentre l ' aggredito è innocente ; che però conosce la ragione dell ' attacco , sa che quegli che lo ferisce si riterrà soddisfatto e non nuocerà più ad altri , e , non avendo modo di dimostrare nella violenza dell ' urto la sua innocenza , preferisce perire che ricorrere alla difesa armata . Ma quando la violenza non si arresta a noi , prosegue e si espande ? L ' Europa che alzasse le mani dinanzi ad Hitler non importava solo lo sterminio di ebrei , zingari , altre minoranze etniche ; implicava i nostri figli , i nostri nipoti educati al culto del nazismo . L ' assalitore di banche pronto ad uccidere , dinanzi a cui si alzano le mani , assalirà altre banche ed una volta o l ' altra ucciderà . Ci sono popoli e civiltà che hanno preso ad aborrire la oppressione , la violenza , Stati che hanno abbandonato le loro colonie ; e ce ne sono altri , come il Portogallo , che le difendono accanitamente , senza alcun malessere morale . E sarebbe difficile convincersi che in Africa si sarebbero avute altrettante guerre tribali , altrettante distruzioni di popoli minori , se fosse rimasto il dominio dei bianchi . Sarebbe troppo facile la vita dell ' uomo morale , se i problemi fossero tutti risolubili in termini di certezza ; se fosse sempre dato discernere il bene dal male . Si possono invidiare i credenti di quelle religioni dalle leggi semplici ed inflessibili , che , una volta osservate tali leggi , si sentono liberi da ogni responsabilità , e pur di fronte a paurosi risultati delle loro azioni od omissioni , non sono turbati , poiché si attua la volontà di Dio . Ma non siamo dei loro . Sta poi che l ' annuncio di quell ' abolizione della pena di morte è avvenuto mentre si scaricavano tonnellate di esplosivo sul Vietnam , e guerriglie fermentavano in più luoghi , nell ' Ulster ogni giorno c ' era qualche vittima della secolare avversione tra cattolici e protestanti . Mentre ogni ricorrenza festiva lascia qualche centinaio di vittime stradali , ogni stagione qualche decina per infortuni di caccia , per disgrazie nella pesca subacquea ; e parrebbe assurdo vietare gli sport pericolosi , limitare la velocità delle macchine ; altresì mentre si apprende ogni giorno di suicidi di giovanissimi per futili motivi , e si ha l ' impressione che i giovani amino sempre meno la vita . E confesso che se non solo comprendo , ma sento l ' attrazione , per quegli che dice « no ad uccidere , per nessuna ragione , per nessun sommo bene di domani , per evitare qualsiasi male ; uccidere mai » , non riesco a comprendere chi rifiuta la pena di morte per il delitto più atroce , ma accetta che si uccida perché su un Paese sventoli una bandiera piuttosto che un ' altra , ed altresì perché non si compia un ' assimilazione , non si spenga una lingua . Senonché su ogni altra considerazione domina in me un dubbio : è una pietà la soppressione della pena di morte ? Pietà per chi ? Per il condannato , o per il giudice che pronunciò la sentenza e potrebbe avere una notte d ' incubo la vigilia dell ' esecuzione , mentre ove abbia condannato all ' ergastolo od alla reclusione e lo assalissero dubbi od angosce potrà illudersi pensando che ci si abitua pure al carcere , e c ' è la possibilità dei condoni , delle revisioni , delle evasioni ? Chi non voglia illudere se stesso sa che non ci sono carceri che migliorino l ' uomo , ma dovunque carceri che pervertono ; e si potranno erigere degli edifici con docce , riscaldamento , aria condizionata , da destinare a penitenziari , ma si rarefarà sempre più quel materiale umano , che costantemente scarseggiò , di assistenti ai carcerati che considerassero la loro una missione , e nel detenuto il fratello uomo da sorreggere e riscattare . Questo significava l ' opera di misericordia del « visitare i carcerati » , che gli odierni regolamenti hanno reso irreale . E diradano fino a scomparire quelli che vogliono dedicare la loro vita ad amare e redimere singoli infelici , colpevoli , vecchi , malati , infermi di mente ; tanti giurano di amare l ' umanità , e non potersi dedicare ai singoli ( che è ben più oneroso ) . Non si dà più la scelta che tra la detenzione e la pena di morte ; e temo molto che una detenzione che duri oltre il decennio sia più crudele della pena capitale : così se per il detenuto la prigione sia quel ch ' è la gabbia per certi animali cui non riescono mai a rassegnarsi ( evito di passare sotto il Campidoglio per non vedere quella lupa che passeggia incessantemente su e giù per i tre metri della sua gabbia e che desidererei qualche pietoso uccidesse , se non sapessi che poi l ' imbecillità umana la vorrebbe sostituita ) ; come se invece si adatti , subisca la degradazione umana del trovare accettabile il carcere ed i suoi contatti , non desiderare più la libertà . Nella vita romanzata di Federico Confalonieri della Huch , l ' arcivescovo Gaysruck a Teresa che gli chiede di adoperarsi per la grazia al marito risponde dapprima : « Credete che vi sarà grato se lo seppellirete vivo in carcere , invece che morto in una tomba come si deve ? » . Per questo rimango perplesso di fronte alla soppressione della pena di morte in un Paese da cui vengono le cronache della più efferata delinquenza , e che pure desiderando la pace s ' impegna a fondo nella guerra .
Pene di morte e pene di vita ( Jemolo Arturo Carlo , 1972 )
StampaQuotidiana ,
L ' avere espresso il dubbio che la pena di morte sia meno crudele di una lunghissima detenzione ha indignato , come mi attendevo , una serie di brave persone , che per questa semplice perplessità hanno visto in me un De Maistre in sedicesimo , l ' apologeta del boia , anzi della mannaia . Non sto a ripetere cose già dette , né a ricordare il giapponese , unico salvatosi degli autori delle uccisioni all ' aeroporto di Tel Aviv , che lotta perché gli sia applicata la pena di morte e non una lunghissima prigionia . Ma vorrei piuttosto prendere occasione per invitare tutti - me per primo , che non valgo nulla più dell ' italiano medio - alla sincerità con noi stessi . Ripugnanza per la pena di morte ; constatazione che il carcere , com ' è oggi , abbrutisce ; d ' accordo . Che fare ? Nuovi carceri con giardini , bagni , possibilità di lavoro e di studio per chi lo desideri . Sì . Possiamo fare qualcosa ? Vogliamo offrire tutti una giornata di stipendio per la formazione di un fondo ad hoc ? Vogliamo provocare offerte di aree , di opera di progettisti , di mano d ' opera gratuita ? ( Si sono costruite le cattedrali , in epoca recente le Case del fascio e poi le Case del popolo , in questo modo ) . Bene ; oltre alla giornata di pensione offro la mia opera di bravo dattilografo per copiatura di progetti . Gli edifici sono il meno ; gli uomini contano . E il personale carcerario , dal direttore all ' ultimo agente di custodia , può offrire dei missionari . Quella posizione , come le altre nella polizia , nei carabinieri , consentono di fare molto bene ( anche del male , d ' accordo ; e , come dovunque , ci sono i buoni ed i cattivi ; ma certo anche i buoni e gli ottimi ; durante il periodo fascista e l ' occupazione tedesca ci accorgemmo che c ' era molta umanità in certi ambienti della polizia ) . Ora quanti sono tra quelli che più parlano contro la crudeltà delle carceri che vedrebbero volentieri un loro figlio divenire direttore di carcere o agente di custodia , o maresciallo dei carabinieri o commissario di PS ? I buoni di queste categorie , quelli che sentono che la loro è una missione , per quanto so , non vengono mai da questi imprecatori ; piuttosto da chi ritiene che in ogni posizione si possa fare del bene e ci si debba sforzare di farne quanto possibile . Voltiamo pagina . Ho sempre detto della mia invincibile ripugnanza all ' aborto , all ' uccisione di una vita in embrione . Non posso però non riflettere che stiamo tutti negando il diritto alla vita alle generazioni future . La scienza ci ammonisce da un pezzo , ci dice che i palliativi che si adottano contro l ' inquinamento dell ' aria , dei mari , della terra non bastano . Noi rispondiamo : « Dobbiamo vivere : e vivere come siamo vissuti fin qui , senza tornare indietro nel tenore di vita ; per questo occorrono le raffinerie , le fabbriche di acido solforico , e via dicendo » ; a saltiamo col pensiero il corollario : peggio per le generazioni avvenire se per loro non ci sarà più la possibilità di vivere , se non potranno nascere . Penso agl ' infermi di mente ( quanto numerosi infermieri , e solerti , coscienziosi , occorrerebbero , per una assistenza fattiva , impedire ai malati di nuocersi e di nuocere senza legarli ai letti ; e questi infermieri non si trovano ) ; penso ai focomelici , agli spastici . Quanto pochi , sempre meno , quelli che vi si dedicano con lo spirito di dedizione totale , insostituibile , accettando la rinuncia alla gioia che quella dedizione importa : rinuncia per chi non abbia in sé la santità , senta l ' attrazione per i piaceri , anche i più puliti , escursioni , passeggiate , viaggi , che il mondo offre . I santi laici che non pensano a rivoluzioni , ma ogni giorno compiono inosservati la loro opera di bene , sono sempre stati pochi , ma mi sembra tendano a diminuire . Penso soprattutto ai vecchi . Il mio povero figlio medico spedaliero s ' indispettiva alle clamorose manifestazioni di strazio dei figli dinanzi alla salma del padre o della madre , ricordando che quei poveri vecchi per mesi avevano sostato nel loro letto di corsia , senza che mai , mai , un figlio , un parente fosse venuto a visitarli . I vecchi sono noiosi , tediosi , a volte assisterli implica vincere forti ripugnanze . Un amico che si occupava di queste opere mi diceva del direttore d ' un cronicario disperato perché i suoi vecchi purtroppo lordano la biancheria ; e prima di mettere questa nella lavatrice , occorre togliere con stecche o con mani guantate le deiezioni che bloccherebbero la macchina ; e man mano che scompaiono le anziane assistenti che provvedevano , nessuna giovane vuole più sostituirle . Cosa si fa per i vecchi ? Penso che i più riescano ad eliminare dalla mente questi ed altri pensieri , queste ed altre immagini ; non pensiamo alle sofferenze degli altri , e godiamoci la vita . Anzi reagiamo quando c ' è qualcuno che ci disturba toccando il problema , ed osa dire che nelle carceri d ' oggi la lunga detenzione è più crudele della morte . Non mi considero migliore degli altri e non ho il diritto di fare la morale a nessuno ; ma meditiamo tutti . Condivido la ripugnanza alla pena di morte , all ' aborto , alla eutanasia . Ma non perdo il tempo a discutere con chi afferma che tutte le colpe essendo della società non ci debbono essere carceri ed occorre lasciare tutti in libertà , compresi i seviziatori di bambini e quanti hanno il coltello facile . E mentirei se dicessi di rispettare quelli che non dànno mai un ' elemosina , non compiono mai un sacrificio economico per un ' opera di bene , non si sono mai dedicati a sollevare uno dei tanti pericolanti che avranno pure incontrato nella loro vita , uno dei tanti che attraversavano un momento decisivo , e che la mano offerta poteva salvare ; non hanno mai dato lezioni ad un ragazzo che aveva bisogno di ripetizioni e non poteva pagarsele , mai si sono mossi a fare letture ad un cieco , a dare a un vecchio degente il conforto di sfogarsi ascoltando pazientemente le sue monotone querimonie ; ma poi imprecano contro lo Stato inefficiente , contro « la società » , colpevole di tutto .
Magistrati e polizia ( Jemolo Arturo Carlo , 1974 )
StampaQuotidiana ,
In « Per difendersi dal delitto » del 2 gennaio Conso scorge una garanzia in una polizia giudiziaria posta alla esclusiva dipendenza della magistratura , senza interferenze da parte dell ' esecutivo , eccezione fatta per quelle concernenti l ' organizzazione e il funzionamento , da demandare però al solo ministro della Giustizia . Che l ' autorità giudiziaria disponga direttamente di tale polizia , è scritto all ' art. 109 della Costituzione , e la norma è fuori discussione . Ma la pubblica sicurezza solo in piccola parte è impegnata nella repressione dei reati ; un Commissariato di quartiere è molto preso da pratiche varie : licenze di porto d ' arme , permessi di caccia , passaporti , le varie licenze per cui la legge prevede l ' autorizzazione od il parere della pubblica sicurezza : compiti di conciliazione : liti familiari , l ' affittacamere che vuol mettere fuori l ' inquilino , o la domestica ad ore che viene a deplorare di non essere pagata ; e poi le denunce che non hanno seguito , ragazze scappate di casa , ma che l ' indomani ricompaiono , furti di biciclette , di automobili , e via dicendo . Attraverso quest ' attività il Commissariato acquista un panorama del quartiere , che gli permette d ' intravedere molte cose : le camere affittate ad ore per coppie clandestine , lo sfruttamento di prostitute , i ragazzi sospetti fornitori di droga , la gente che vive lussuosamente ma non paga chi la serve , e via dicendo ; e credo che quando è commesso un delitto , la polizia giudiziaria non possa fare a meno di cominciare a chiedere al Commissariato di quartiere . Separare le due polizie ? Nessuno vi pensa : già si deplora il dualismo carabinieri e pubblica sicurezza . Porre tutta la polizia alle dipendenze del ministero della Giustizia ? Se questo fosse ancora l ' organismo burocratico ch ' era al principio del secolo , non vi vedrei difficoltà ( per quanto sia arduo separare del tutto polizia e funzione politica , che non può non fare capo alla Presidenza del Consiglio ed al ministero dell ' Interno , che sarebbe bene avessero sempre un unico titolare ) ; ma oggi il ministero è costituito per intero da magistrati e cancellieri , che di solito vi arrivano dopo vari anni di servizio presso uffici giudiziari . E mi chiedo sempre se abbia ancora una ragion d ' essere quel ministero , una volta affidate al Consiglio superiore della magistratura promozioni e destinazioni dei giudici . Un ministero per le carceri , i concorsi a notaio , mansioni di alta sorveglianza sullo stato civile , su alcuni ordini professionali , per sottoporre al Capo dello Stato i decreti di grazia e di riconoscimento , dopo sciolto il matrimonio , di figli adulterini ( ma questa figura dell ' adulterino confido scompaia presto ) ? Un ministero in cui il ministro non può rispondere che dell ' operato del personale delle carceri , perché in fatto non ha altri dipendenti . Comunque non so quanto il magistrato sia atto a dirigere la polizia giudiziaria . Il magistrato per un arcaismo della legislazione è legato al cancelliere : non può procedere a nulla senza il cancelliere ed i provvedimenti li adotta per scritto , nella sua sede : ciò che significa legato ad un orario di ufficio , ché i palazzi di giustizia ad una certa ora chiudono le porte . Il ritmo del magistrato è necessariamente non rapido , anche se nel caso l ' uomo sia solerte ; guai se esso s ' imprimesse anche alla polizia . E poi , diciamo la verità : la diffidenza per la polizia e la fiducia nel magistrato sono legate a un abito mentale che siamo in molti a non condividere ( perciò ho gradito le parole del messaggio di Leone che ricordavano le benemerenze delle forze di polizia , che spesso lasciano vittime sul terreno ) ; non ha consistenza la visione del magistrato impassibile , mai annebbiato da preconcetti , e quella del poliziotto che ha la voluttà di colpire , di vedere in ogni persona che interroga un colpevole . Uomini troppo sicuri di sé , del loro intuito , della prima impressione , ed uomini esitanti e dubbiosi ; uomini non disposti a riconoscere di avere preso una via errata ed uomini troppo presto propensi ad abbandonare una traccia , uomini inclini alla pietà ed uomini duri : si trovano in tutti i ranghi . Ed altresì uomini che guardano con nostalgia al passato ed uomini che lo aborrono ; nessuno oggi si sentirebbe di affermare che la magistratura non sia più di un tempo accessibile alle correnti politiche . Polizia a disposizione dei giudici , sì ; ma che serbi una sua libertà di azione , non sia troppo burocratizzata , possa assumere iniziative , se la si vuole arma contro il delitto . Conso parla della presenza del difensore ad ogni interrogatorio , ormai consacrata . So che non si torna indietro ; ma non ne sono entusiasta , specie rispetto al primo incontro tra giudice ( o polizia ) ed indiziato . Enrico Ferri insegnava in argomento ai suoi allievi che vi sono regioni d ' Italia in cui si parla con la bocca ed altre in cui si parla con le mani . È proprio certo che l ' avvocato difenda soltanto l ' interrogato dalle insidie del giudice , e non lo avverta , anche nel modo più corretto , con una obiezione mossa al giudice circa la domanda posta , sul come deve rispondere ? C ' è un romanzo di Arpino , Un delitto d ' onore , che è la storia di una vicenda realmente avvenuta : e chi difendeva l ' imputato era un parlamentare illustre , ch ' ebbe anche cariche di governo , ed uomo integerrimo , la cui memoria è da tutti giustamente onorata ; eppure rimando a quel romanzo a mostrare come , anche nelle sfere più alte , il penalista non possa che suggerire all ' imputato , pur se sicuro autore del delitto ( in quel caso , orrendo ) , la via della sua salvezza .