StampaQuotidiana ,
Milano
.
L
'
apertura
a
sinistra
dei
radicali
ci
ricorda
che
agosto
è
,
per
dedizione
e
tradizione
,
il
mese
di
Marco
Pannella
,
il
periodo
in
cui
il
leader
riformatore
si
prende
la
rivincita
sui
giornali
,
colpevoli
durante
l
'
anno
di
non
occuparsi
mai
abbastanza
delle
sue
iniziative
e
della
sua
persona
in
particolare
.
Non
che
la
calura
estiva
faccia
diventare
i
direttori
dei
quotidiani
più
buoni
molto
più
semplicemente
mentre
gli
altri
politici
si
godono
le
meritate
vacanze
,
Pannella
,
da
geniale
comunicatore
qual
è
,
ne
approfitta
e
occupa
lo
spazio
per
lanciare
le
sue
campagne
autunnali
e
invernali
.
E
i
giornali
e
televisioni
,
spesso
controvoglia
,
sono
costretti
a
concedergli
titoli
e
pagine
.
Hanno
fatto
storia
,
per
esempio
,
le
battaglie
radicali
per
tenere
aperto
Montecitorio
durante
le
vacanze
estive
.
Dal
76
i
presidenti
della
Camera
(
Pietro
Ingrao
prima
,
Nilde
Jotti
,
Giorgio
Napolitano
e
Irene
Pivetti
poi
)
hanno
dovuto
capitolare
di
fronte
alle
proverbiali
insistenze
pannelliane.Tutto
questo
,
però
,
fino
all
'
anno
scorso
.
L
'
agosto
1996
infatti
segna
la
prima
sconfitta
'
estiva
'
del
capo
dei
Riformatori
da
almeno
vent
'
anni
.
La
stagione
era
già
cominciata
sotto
i
peggiori
auspici
con
la
chiusura
agostana
della
Camera
decisa
dal
presidente
Luciano
Violante
.
Dal
1976
è
la
prima
volta
che
succede
ha
tuonato
Pannella
e
guarda
caso
proprio
nella
legislatura
che
non
vede
presenti
i
radicali
.
Ma
l
'
annus
horribilis
pannelliano
è
stato
decretato
dai
propositi
secessionisti
di
Umberto
Bossi
,
dai
veti
di
Fausto
Bertinotti
e
dai
disegni
proto
politici
di
Antonio
Di
Pietro
.
I1
palcoscenico
mediatico
è
stato
tutto
per
loro
e
Marco
si
è
dovuto
accontentare
delle
briciole
:
solo
trafiletti
e
redazionali
per
la
sua
tradizionale
paginetta
dattiloscritta.Ha
provato
,
Pannella
,
a
entrare
nel
dibattito
in
corso
sulle
prime
pagine
,
ma
gli
è
andata
buca
:
prima
ha
offerto
a
Bossi
di
marciare
insieme
lungo
il
Po
,
poi
ha
ricordato
che
Antonio
Di
Pietro
ha
firmato
i
suoi
referendum
:
niente
.
Solo
il
Giornale
di
Vittorio
Feltri
ne
ha
dato
puntuale
notizia.Eppure
il
leader
radicale
si
è
dato
molto
da
fare
anche
quest
'
estate
.
In
previsione
della
campagna
referendaria
d
'
autunno
,
Pannella
ha
convinto
Marta
Marzotto
ad
organizzare
una
mega
raccolta
fondi
per
il
movimento
dei
club
che
porta
il
suo
nome
.
A
bordo
di
un
motoscafo
accompagnato
dal
Commissario
europeo
Emma
Bonino
e
con
la
Marzotto
nei
panni
del
navigatore
,
Pannella
ha
scandagliato
la
Costa
Smeralda
alla
ricerca
di
calette
segrete
sopra
le
quali
si
affacciano
le
ville
dei
vip
ai
quali
chiedere
un
contributo
milionario
.
I
risultati
non
sono
stati
confortanti
né
dal
punto
di
vista
economico
né
da
quello
mediatico
,
anche
perché
,
nel
frattempo
,
Pannella
ha
annunciato
a
Radio
Radicale
che
i
suoi
club
,
per
statuto
,
chiuderanno
a
fine
anno
.
Sottoscrizione
straordinaria
e
annunciata
chiusura
ordinaria
(
indipendente
dall
'
esito
della
prima
)
vanno
di
pari
passo
nei
disegni
pannelliani
di
breve
scadenza
.
Ma
è
sul
fronte
delle
iniziative
politiche
in
senso
stretto
che
Pannella
stenta
a
trovare
una
soluzione
che
lo
faccia
uscire
dalla
secca
in
cui
si
trova
.
I1
rapporto
con
il
Polo
,
dopo
la
denuncia
dell
'
accordo
elettorale
miliardario
non
rispettato
,
non
fila
certo
liscio
.
Da
qualche
settimana
i
militanti
organizzano
scioperi
della
fame
,
manifestazioni
,
cartellonate
e
iniziative
varie
per
indurre
i
leader
del
Polo
ad
incontrare
i
vertici
del
Club
Pannella
,
cioè
Pannella
medesimo
.
I1
centrodestra
però
non
risponde
.
Il
"
dialogo
,
conflittuale
con
il
Polo
"
,
non
solo
sta
fallendo
politicamente
ma
,
per
il
momento
,
al
movimento
pannelliano
non
ha
portato
neanche
la
necessaria
visibilità
.
Rimangono
in
campo
i
20
referendum
,
che
Pannella
difenderà
con
i
denti
:
iniziativa
che
fin
d
'
ora
costituisce
un
punto
cardinale
per
chiunque
vorrà
fare
politica
di
stampo
liberale
e
liberista
.
Ora
invece
il
leader
radicale
apre
a
sinistra
,
almeno
sui
temi
della
politica
internazionale
.
Contemporaneamente
,
si
badi
tentativo
di
dialogo
con
la
destra
.
Tanto
che
Radio
radicale
,
senza
alcun
imbarazzo
alterna
interviste
a
politici
di
sinistra
che
plaudono
alla
recente
iniziativa
,
a
tormentoni
sul
dialogo
con
il
Polo
.
L
'
escamotage
trovato
da
Pannella
è
quello
del
partito
radicale
transnazionale
,
soggetto
politico
diverso
dai
'
nazionali
'
Club
Pannella
.
È
Emma
Bonino
a
motivare
l
'
appello
alla
sinistra
:
'
Mettiamo
a
disposizione
il
patrimonio
ideale
e
i
temi
di
politica
estera
del
Pr
,
tra
cui
la
moratoria
sulla
pena
di
morte
e
il
Tribunale
per
i
crimini
umanitari
.
Ci
rivolgiamo
alla
sinistra
perché
è
al
governo
e
la
politica
estera
la
fanno
i
governi
'
.
Nessun
tentativo
di
inciucio
,
dunque
,
ma
la
consapevolezza
che
nelle
maggiori
democrazie
occidentali
la
politica
internazionale
non
è
materia
esclusiva
di
un
solo
degli
schieramenti
.
StampaQuotidiana ,
Giulia
Maria
Crespi
organizza
un
convegno
su
"
Il
bello
,
attualità
e
futuro
di
un
concetto
accantonato
"
,
e
su
come
fare
per
resuscitarne
in
Italia
il
culto
,
secondo
voi
,
chi
invita
?
Il
vicepresidente
del
Consiglio
e
ministro
per
i
beni
culturali
Walter
Veltroni
,
naturalmente
.
La
settimana
scorsa
finisce
così
,
per
Veltroni
,
in
bellezza
.
Nulla
lasciava
presagire
,
per
sé
,
per
il
governo
,
per
l
'
arte
e
per
la
Juventus
,
una
tempesta
di
metà
giugno
di
così
vaste
proporzioni
.
Eppure
quella
gitarella
del
14
maggio
a
bordo
del
Cacciamine
Termoli
,
al
largo
di
Civitavecchia
,
è
già
materia
per
esperti
di
uccelli
del
malaugurio
.
Il
ministro
era
andato
alla
ricerca
"
dell
'
arte
sommersa
"
perché
"
il
mare
è
una
grande
cassaforte
d
'
acqua
che
custodisce
i
tesori
del
tempo
"
.
Veltroni
,
guardando
il
mare
,
si
è
detto
entusiasta
della
collaborazione
con
il
ministero
della
Difesa
,
una
collaborazione
che
implica
accordi
per
la
vigilanza
,
la
prevenzione
e
la
repressione
dei
traffici
illeciti
delle
opere
d
'
arte
.
"
Mi
sembra
bello
che
si
utilizzino
le
caserme
per
i
musei
"
,
ha
detto
.
Al
settimanale
Il
Mondo
,
il
vice
premier
denuncia
una
manovra
oscura
:
"
Stanno
bloccando
in
Parlamento
la
legge
sul
dilettantismo
"
.
Si
riferiva
allo
sport
e
alla
presenza
dei
partiti
nel
Coni
:
"
Ma
stiamo
scherzando
?
-
ha
detto
-
tecnici
e
atleti
oggi
nelle
leghe
e
nelle
federazioni
non
hanno
nemmeno
diritto
di
voto
.
È
giunto
il
momento
che
lo
sport
venga
preso
in
mano
anche
da
chi
lo
pratica
,
da
chi
sa
di
che
cosa
si
sta
parlando
"
.
Subito
dopo
aggiunge
:
"
In
Italia
si
rischia
l
'
omologazione
dei
linguaggi
:
spesso
si
dà
la
notizia
di
politica
come
fosse
quella
di
sport
o
viceversa
"
.
Qualche
giorno
dopo
a
proposito
del
recupero
dell
'
area
di
Pompei
si
esprime
così
:
"
È
una
sfida
da
vincere
in
tutti
i
modi
"
.
"
Pompei
-
ha
promesso
Veltroni
)
-
comincia
a
rinascere
,
non
continua
a
morire
"
.
E
ha
aggiunto
:
"
È
un
'
opera
titanica
"
:
a
quel
punto
i
napoletani
,
che
a
queste
cose
fanno
attenzione
,
hanno
incrociato
le
dita
per
una
frase
facimente
associabile
con
le
catastrofi
evocate
dal
film
con
di
Leonardo
Di
Caprio
.
Su
Pompei
Veltroni
non
vuole
fare
"
demagogia
"
e
si
limita
quindi
a
un
"
si
cambia
musica
"
e
a
un
misterioso
"
si
cambia
banda
"
.
E
anche
un
richiamo
ai
giornalisti
:
"
Io
-
ricorda
-
sono
stato
direttore
dell
'
Unità
e
ho
letto
cose
terribili
(
sic
)
su
Pompei
"
,
ma
oggi
"
diffondere
l
'
idea
che
Pompei
è
passata
da
una
morte
annunciata
alla
rinascita
,
significa
fare
un
favore
alla
verità
"
.
Intanto
il
15
giugno
si
deve
occupare
anche
di
politica
(
"
Non
esiste
alcuna
suggestione
di
fare
elezioni
anticipate
"
)
di
occupazione
(
"
Le
regioni
del
Mezzogiorno
si
avviano
sulla
strada
di
uno
sviluppo
autosufficiente
"
)
di
Rai
(
"
Così
non
va
"
)
.
Ma
pregusta
già
la
sfilata
sulla
Croisette
a
Cannes
e
la
finale
di
Coppa
dei
Campioni
ad
Amsterdam
.
Il
16
maggio
è
l
'
ora
delle
riforme
(
"
Ci
auguriamo
vadano
a
compimento
"
)
e
della
giustizia
(
"
Il
ministro
Flick
fa
il
ministro
della
giustizia
"
)
.
Il
week
-
end
l
'
ha
dedicato
alla
sua
passione
,
il
cinema
.
Le
polemiche
sulla
rivalità
tra
Nanni
Moretti
e
Roberto
Benigni
glielo
guastano
un
po
'
:
"
L
'
Ulivo
non
preferisce
l
'
uno
piuttosto
che
l
'
altro
-
fa
sapere
il
vice
premier
-
sarebbe
una
follia
"
.
E
si
augura
che
la
giuria
di
Cannes
assegni
la
Palma
d
'
Oro
ex
-
aequo
ai
due
comici
.
Poi
scappa
il
boss
Pasquale
Cuntrera
,
e
il
vice
presidente
del
governo
dichiara
:
"
È
inaccettabile
per
la
coscienza
civile
del
paese
che
un
boss
possa
fuggire
"
.
E
mentre
l
'
opposizione
chiede
la
testa
del
Guardasigilli
e
Flick
stesso
si
dimette
,
Veltroni
aggiunge
:
"
Esistono
buchi
nella
normativa
"
.
Con
la
valigia
pronta
per
Amsterdam
(
"
In
tribuna
ci
sono
tre
ministri
spagnoli
,
mi
pare
doverosa
una
presenza
italiana
"
)
Rivendica
anche
di
essere
una
sorta
di
menagramo
per
omissione
,
vocazione
confermata
dalla
partita
con
il
Real
.
La
sua
squadra
del
cuore
perde
se
lui
non
può
vederla
:
"
L
'
anno
scorso
io
non
c
'
ero
"
.
Poi
avviene
il
furto
delle
opere
d
'
arte
alla
Galleria
d
'
arte
moderna
di
Roma
.
Veltroni
sente
il
peso
delle
responsabilità
e
comunica
che
rinuncia
alla
partita
:
"
È
un
colpo
tremendo
-
dice
-
Ma
ho
impegni
di
governo
"
.
A
proposito
del
furto
,
si
lancia
in
un
'
ardita
analisi
criminologica
per
spiegare
perché
a
speso
70
miliardi
in
sistemi
di
sicurezza
per
le
opere
d
'
arte
senza
collegare
gli
allarmi
di
musei
e
gallerie
alle
questure
(
eppure
un
critico
di
livello
come
lui
dovrebbe
ricordarsi
almeno
del
film
Topkapi
)
.
"
Eravamo
preparati
ai
furti
,
ma
era
una
rapina
con
le
armi
"
.
Cuntrera
è
irreperibile
,
dei
quadri
non
c
'
è
più
traccia
e
la
Coppa
si
sta
volatilizzando
.
Ma
per
fortuna
per
salvarsi
l
'
anima
c
'
è
sempre
la
teoria
del
complotto
e
l
'
evocazione
dello
spirito
di
Licio
Gelli
(
teoria
ieri
sbeffeggiata
dal
procuratore
capo
di
Firenze
)
:
"
Sento
di
nuovo
l
'
odore
delle
bombe
del
'93
"
"
Se
qualcuno
pensa
che
con
la
sparizione
di
questi
quadri
si
cerchi
di
meno
Gelli
,
si
sbaglia
di
grosso
"
.
StampaQuotidiana ,
Francesco
Saverio
Borrelli
,
il
22
ottobre
1993
sul
Venerdì
di
Repubblica
,
di
sé
ha
detto
:
"
Sono
un
mediocre
pianista
,
un
pessimo
cavaliere
,
un
pessimo
alpinista
,
un
dilettante
di
professione
,
ma
mi
piacciono
tante
cose
che
non
faccio
in
tempo
ad
essere
professionista
in
tutto
"
.
Chi
è
dunque
,
veramente
,
il
capo
della
procura
di
Milano
?
Un
irreprensibile
e
incorruttibile
uomo
di
diritto
che
ha
condotto
da
par
suo
la
rivoluzione
italiana
o
un
novello
Torquemada
che
"
non
incarcera
la
gente
per
farla
parlare
,
ma
la
scarcera
dopo
che
ha
parlato
"
o
,
forse
,
un
piccolo
Vishinskij
che
si
domanda
"
se
in
fondo
sia
proprio
così
scandaloso
chiedersi
se
lo
choc
della
carcerazione
preventiva
non
abbia
prodotto
risultati
positivi
"
.
Borrelli
non
poteva
che
indossare
la
toga
.
Figlio
e
nipote
di
magistrati
ha
la
vocazione
per
le
aule
di
giustizia
fin
da
bambino
:
"
Avevo
tre
o
quattro
anni
,
quando
dicevo
:
'
Voglio
fare
il
magistrato
'
"
,
confidò
a
Enzo
Biagi
nel
maggio
del
1992
,
poco
dopo
l
'
affaire
Chiesa
.
Una
carriera
che
ha
radice
nell
'
ambiente
familiare
:
il
padre
,
Manlio
,
è
stato
il
primo
presidente
della
Corte
d
'
appello
di
Milano
e
buon
amico
di
quell
'
Oscar
Luigi
Scalfaro
cui
Francesco
Saverio
il
primo
maggio
di
tre
anni
fa
si
mise
a
disposizione
per
un
"
servizio
di
complemento
"
.
Borrelli
comincia
così
a
respirare
l
'
aria
di
Palazzo
di
giustizia
,
ma
come
in
questi
aspri
giorni
di
polemica
contro
la
classe
politica
,
era
solo
.
Almeno
così
,
lui
stesso
,
ha
detto
sempre
a
Biagi
:
"
Non
avevo
e
per
lungo
tempo
non
ho
avuto
amici
"
.
Oggi
,
così
come
all
'
inizio
della
carriera
,
è
tornato
ad
essere
solo
.
Ha
ricevuto
,
è
vero
,
la
solidarietà
della
sua
procura
,
ma
gli
osservatori
attenti
non
si
sono
lasciati
sfuggire
che
essa
è
stata
affidata
ad
Armando
Spataro
e
Ferdinando
Pomarici
e
non
per
esempio
a
Gherardo
Colombo
o
Gerardo
D
'
Ambrosio
.
Sembrano
finiti
i
tempi
d
'
oro
di
Mani
pulite
,
sotto
il
Palazzo
di
giustizia
di
Milano
non
si
convocano
più
cortei
al
grido
"
Borrelli
facci
sognare
"
,
e
chi
si
azzarda
a
organizzarne
ancora
qualcuno
non
raccoglie
che
poche
decine
di
manifestanti
.
Le
dichiarazioni
dello
scorso
week
end
rivolte
al
leader
dell
'
opposizione
parlamentare
Silvio
Berlusconi
(
"
Non
posso
più
polemizzare
con
un
imputato
"
)
,
hanno
lasciato
il
segno
anche
tra
i
suoi
colleghi
.
E
una
buona
dose
di
nervosismo
comincia
a
serpeggiare
.
Da
una
parte
c
'
è
il
sostituto
Edmondo
Bruti
Liberati
che
a
Repubblica
dice
:
"
Saverio
ne
ha
fatta
un
'
altra
delle
sue
.
Non
c
'
è
un
progetto
,
non
ci
sono
dietrologie
da
fare
.
Semplicemente
,
lui
è
un
timido
.
Se
viene
preso
all
'
improvviso
,
faccia
a
faccia
,
il
rapporto
con
i
media
non
lo
sa
gestire
.
È
da
un
pezzo
che
voglio
regalargli
un
libretto
americano
che
spiega
come
deve
comportarsi
un
magistrato
di
fronte
ai
microfoni
"
;
e
dall
'
altra
c
'
è
Nando
Dalla
Chiesa
che
,
pur
condividendo
i
timori
di
un
riequilibrio
dei
rapporti
magistratura
-
politica
a
favore
di
quest
'
ultima
,
sottolinea
che
lui
quella
frase
su
Berlusconi
non
l
'
avrebbe
pronunciata
.
Borrelli
,
poi
,
deve
incassare
gli
altolà
del
Pds
(
"
Non
può
comportarsi
come
un
macchinista
dei
Cobas
"
)
,
i
distinguo
di
Elena
Paciotti
,
presidente
dell
'
Anm
.
E
anche
il
preannuncio
dell
'
azione
disciplinare
da
parte
del
Guardasigilli
,
nonostante
Giovanni
Maria
Flick
sia
un
grande
amico
del
pm
milanese
con
il
quale
condivide
la
passione
per
la
cacciagione
e
la
polenta
consumate
insieme
nei
ristoranti
di
Courmayeur
.
L
'
unicità
delle
carriere
ha
permesso
a
Francesco
Saverio
Borrelli
di
svolgere
agli
inizi
della
sua
il
ruolo
di
giudice
:
prima
magistrato
civile
alla
sezione
fallimentare
e
in
Corte
d
'
appello
,
poi
penale
al
Tribunale
e
in
Corte
d
'
assise
.
In
seguito
è
passato
alla
pubblica
accusa
,
come
sostituto
procuratore
.
Tiziana
Maiolo
oggi
deputato
di
Forza
Italia
,
allora
era
cronista
giudiziario
a
Palazzo
di
giustizia
per
il
Manifesto
e
lo
ricorda
come
un
uomo
in
grigio
:
"
Era
assolutamente
incolore
,
con
nessuna
visibilità
,
molto
riservato
.
Una
persona
,
anche
cortese
,
che
nelle
sue
inchieste
teneva
un
profilo
basso
"
.
Insomma
un
Borrelli
diverso
da
quello
che
abbiamo
imparato
a
conoscere
in
questi
cinque
anni
.
Uomo
di
sinistra
,
ma
non
di
stretta
osservanza
Pci
,
Borrelli
fu
tra
i
fondatori
,
anche
se
non
di
primo
piano
,
di
Magistratura
democratica
,
la
corrente
togata
più
progressista
all
'
interno
del
Csm
.
Anche
lì
,
ricorda
chi
lo
frequentava
,
stava
ai
margini
e
non
faceva
parte
di
nessuna
delle
due
anime
di
Md
,
non
si
schierava
né
con
i
magistrati
più
fedeli
alla
linea
del
partito
comunista
né
con
i
garantisti
dell
'
ala
extraparlamentare
.
L
'
essere
di
sinistra
non
gli
impedì
di
riconoscere
innocenti
i
carabinieri
che
travolsero
e
uccisero
,
a
bordo
di
un
blindato
,
Giovanni
Zibecchi
,
il
militante
del
Movimento
studentesco
,
che
a
Milano
,
in
corso
Ventidue
marzo
,
si
apprestava
ad
assaltare
la
vicina
sede
del
Movimento
sociale
.
Chi
ha
seguito
la
sua
carriera
fin
dall
'
inizio
sostiene
che
in
quell
'
episodio
ci
sia
il
vero
Borrelli
,
la
sua
cultura
giuridica
e
professionale
:
praticamente
la
stessa
che
ha
ispirato
gli
anni
di
Mani
pulite
.
La
responsabilità
dei
militari
dell
'
Arma
sembrava
pressoché
certa
,
ma
la
strategia
di
emergenza
,
sia
politica
sia
giudiziaria
,
contro
il
terrorismo
suggeriva
una
certa
cautela
.
E
Borrelli
stava
molto
attento
quando
affrontava
certi
temi
.
Il
suo
approccio
di
tipo
emergenziale
negli
anni
dell
'
antiterrorismo
sembra
quasi
un
'
anticipazione
,
mutatis
mutandis
,
dello
svolgimento
delle
inchieste
contro
la
corruzione
.
La
filosofia
,
per
molti
aspetti
,
è
analoga
:
oggi
come
allora
si
deve
combattere
il
fenomeno
più
che
perseguire
i
singoli
reati
,
e
se
talvolta
si
calpestano
alcune
garanzie
non
è
importante
:
quello
che
conta
è
il
risultato
finale
.
L
'
inchiesta
Mani
pulite
,
poi
,
agli
occhi
di
Borrelli
appare
in
linea
con
la
"
volonté
générale
"
.
Nelle
interviste
che
quotidianamente
per
cinque
anni
ha
rilasciato
ai
giornali
,
Borrelli
cita
sempre
la
consonanza
sua
e
del
suo
ufficio
con
la
società
civile
e
l
'
opinione
pubblica
.
Il
16
maggio
'93
a
dice
a
Panorama
di
essere
stato
"
un
notaio
o
esecutore
di
qualcosa
che
stava
succedendo
fuori
dal
Palazzo
di
giustizia
"
.
L
'
inebriante
aria
dell
'
Inchiesta
Eppure
prima
di
respirare
l
'
inebriante
aria
di
consenso
intorno
a
Mani
pulite
,
Borrelli
era
il
ritratto
del
pubblico
ministero
poco
loquace
e
molto
equilibrato
.
Del
suo
passato
al
tribunale
fallimentare
,
un
ambiente
che
secondo
alcuni
meriterebbe
più
attenzione
,
nessuno
ricorda
grandi
battaglie
moralizzatrici
.
L
'
esatto
opposto
del
pubblico
accusatore
alla
Di
Pietro
"
efficace
,
diretto
,
aggressivo
e
chiassoso
"
,
come
più
tardi
lo
stesso
Borrelli
-
annota
Giancarlo
Lehner
in
"
Autobiografia
non
autorizzata
di
un
inquisitore
"
-
auspica
sia
il
moderno
pm
.
Secondo
alcuni
,
Borrelli
avrebbe
lasciato
Md
per
ragioni
di
opportunità
.
La
sponda
dei
socialisti
si
sarebbe
prestata
meglio
a
un
avanzamento
di
carriera
.
Alla
fine
degli
anni
Ottanta
,
da
sostituto
procuratore
arriva
ad
assumere
il
ruolo
di
capo
della
procura
di
Milano
.
Ma
dal
1988
al
1992
,
priva
di
quel
sostegno
della
gente
che
arriverà
poi
,
la
procura
non
porta
avanti
fino
in
fondo
nessuna
inchiesta
importante
contro
la
politica
e
l
'
amministrazione
pubblica
.
In
un
forum
pubblicato
dal
Giornale
di
Indro
Montanelli
,
Borrelli
spiega
che
non
c
'
era
il
consenso
necessario
per
aggredire
la
classe
dirigente
del
paese
.
Così
alcuni
filoni
,
affittopoli
e
nettezza
urbana
,
vengono
abbandonati
e
non
sono
affrontati
con
quello
stesso
piglio
inquisitorio
di
cui
più
tardi
godrà
l
'
inchiesta
Mani
pulite
.
A
un
certo
punto
,
su
iniziativa
di
Ilda
Boccassini
,
la
procura
si
concentra
sulla
Duomo
connection
,
un
'
inchiesta
tesa
a
dimostrare
le
mani
della
mafia
su
Palazzo
Marino
.
Le
indagini
sfiorano
Paolo
Pillitteri
,
ma
si
risolvono
nell
'
accusa
e
nella
condanna
dell
'
assessore
Attilio
Schemmari
.
Dopo
il
processo
Boccassini
sbatte
la
porta
e
lascia
Milano
per
Palermo
.
Poi
arriva
la
stagione
delle
Mani
pulite
che
Borrelli
si
trova
a
gestire
grazie
all
'
irruenza
di
un
suo
sostituto
,
Antonio
Di
Pietro
.
A
poco
a
poco
,
capisce
che
il
clima
è
cambiato
e
presta
la
sua
fine
mente
politica
al
servizio
dell
'
inchiesta
e
ne
diventa
lo
stratega
.
Borrelli
è
consapevole
che
per
andare
avanti
,
almeno
in
un
primo
momento
,
deve
trovare
una
sponda
su
una
parte
del
mondo
politico
.
Pds
e
Msi
lo
appoggiano
.
E
chi
come
Tiziana
Parenti
rischia
di
rompere
questo
legame
indiretto
finisce
per
lasciare
il
pool
.
Man
mano
che
l
'
inchiesta
procede
,
lo
scontro
con
i
politici
si
fa
sempre
più
duro
.
Quando
il
ministro
della
Giustizia
Giovanni
Conso
,
il
6
marzo
1993
,
presenta
la
proposta
di
soluzione
politica
di
Tangentopoli
,
parte
il
"
non
expedit
"
di
Borrelli
e
il
decreto
viene
affossato
.
Qui
nasce
il
Borrelli
interventista
e
da
allora
qualsiasi
proposta
nasca
in
Via
Arenula
,
con
Alfredo
Biondi
,
Filippo
Mancuso
o
Vincenzo
Caianiello
,
è
sempre
scontro
.
Il
20
dicembre
'93
,
pochi
mesi
prima
delle
elezioni
che
avrebbero
portato
Berlusconi
a
Palazzo
Chigi
,
Borrelli
rilascia
una
dichiarazione
che
suona
come
un
messaggio
ai
partiti
che
cominciano
a
prepararsi
per
la
campagna
elettorale
:
"
Chi
sa
di
avere
scheletri
nell
'
armadio
,
vergogne
del
passato
,
apra
l
'
armadio
e
si
tiri
da
parte
.
Tiratevi
da
parte
prima
che
arriviamo
noi
,
dico
io
.
Quelli
che
si
vogliono
candidare
,
si
guardino
dentro
.
Se
sono
puliti
,
vadano
avanti
tranquilli
"
.
Un
mese
prima
delle
elezioni
viene
arrestato
il
fratello
del
leader
di
uno
dei
due
schieramenti
,
Paolo
Berlusconi
;
a
pochi
giorni
dal
voto
partono
gli
ordini
di
custodia
cautelare
per
sei
manager
Publitalia
,
tra
cui
Marcello
Dell
'
Utri
.
Ma
l
'
apice
viene
raggiunto
quando
Borrelli
invia
a
Berlusconi
un
preavviso
di
garanzia
a
mezzo
stampa
.
Il
consenso
popolare
però
non
gli
manca
mai
.
Il
suo
vero
cruccio
è
occupare
la
poltrona
di
presidente
della
Corte
d
'
appello
quella
che
fu
del
padre
,
perché
Borrelli
a
differenza
di
altri
non
è
un
magistrato
che
cerca
potere
fuori
dall
'
ordine
giudiziario
.
Nel
marzo
del
'94
sembra
sul
punto
di
lasciare
la
procura
,
ma
quando
capisce
di
non
avere
i
titoli
adeguati
per
l
'
incarico
,
il
13
aprile
,
affida
a
Montanelli
la
promessa
che
la
sua
battaglia
contro
la
corruzione
continuerà
"
Resto
in
trincea
,
rinuncio
alla
Corte
d
'
appello
"
.
Il
vicepresidente
del
Csm
,
Giovanni
Galloni
,
commenterà
:
"
Macché
rinuncia
,
a
quel
ruolo
lui
non
può
aspirare
.
Ce
ne
sono
altri
prima
di
lui
e
gliel
'
ho
anche
spiegato
"
.
I
tempi
eroici
ora
sono
finiti
e
l
'
appoggio
dell
'
opinione
pubblica
non
è
così
acritico
come
un
tempo
.
E
,
come
se
non
bastasse
,
la
politica
tenta
di
rialzare
la
testa
dopo
anni
di
sottomissione
.
"
Borrelli
ormai
è
un
estremista
emarginato
-
dice
Tiziana
Maiolo
-
Elena
Paciotti
l
'
ha
spodestato
nel
ruolo
politico
di
interlocutore
della
Bicamerale
"
.
E
Maiolo
non
è
l
'
unica
a
pensare
che
le
ultime
dichiarazioni
segnino
la
fine
del
Borrelli
politico
.
La
Repubblica
,
solitamente
bene
informata
sul
pool
,
scrive
:
"
Ci
si
domanda
se
dietro
queste
asprezze
non
ci
sia
una
certa
stanchezza
,
la
sua
sfiducia
nelle
prospettive
,
forse
addirittura
la
ricerca
di
una
uscita
di
scena
in
bellezza
"
.
StampaQuotidiana ,
Facciamo
un
atto
di
fede
,
prendiamo
per
buone
le
statistiche
e
accettiamo
il
verdetto
:
gli
italiani
stanno
perdendo
a
poco
a
poco
un
'
altra
loro
virtù
tradizionale
.
Stiamo
perdendo
il
senso
del
risparmio
,
e
non
ci
stupisce
.
La
mutazione
da
formiche
in
cicale
è
in
corso
.
D
'
altronde
,
diciamo
la
verità
,
l
'
Italia
delle
formiche
non
è
mai
stata
l
'
Italia
di
tutti
gli
italiani
.
Era
,
e
in
parte
è
ancora
,
l
'
Italia
di
un
certo
ceto
agricolo
,
di
una
certa
borghesia
,
per
cui
il
risparmio
,
più
che
un
atto
economico
,
era
un
atto
morale
.
Risparmiare
significava
avere
fiducia
nelle
proprie
forze
e
sui
propri
sacrifici
per
elevarsi
socialmente
.
Non
elevarsi
in
una
generazione
per
improvvisa
fortuna
,
bensì
a
piccoli
passi
,
risparmiando
un
sudatissimo
soldo
dopo
l
'
altro
,
e
quindi
cercando
di
mettere
al
sicuro
il
gruzzolo
,
senza
esporlo
a
speculazioni
o
altre
avventure
.
Formiche
erano
gli
italiani
del
lavoro
duro
,
della
parsimonia
,
della
pazienza
.
Cicale
erano
gli
italiani
"
mandolinisti
"
,
spensierati
,
irresponsabili
i
quali
al
futuro
non
pensavano
affatto
,
tanto
"
qualche
santo
provvederà
"
.
E
il
"
santo
"
era
quasi
sempre
un
'
autorità
pubblica
piccola
o
grande
,
dal
parroco
,
che
faceva
le
"
raccomandazioni
"
,
al
boss
politico
locale
,
che
le
accettava
e
trovava
un
"
posto
"
.
Talvolta
,
s
'
intende
,
il
santo
era
laico
,
magari
ateo
:
un
sindacalista
,
un
capo
cellula
,
un
lontano
parente
che
si
ipotizzava
iscritto
alla
massoneria
,
un
capo
bastone
.
In
Italia
il
sacro
e
il
profano
si
sono
sempre
mescolati
che
è
una
bellezza
.
Dunque
,
nella
lotta
darwiniana
,
le
formiche
non
avevano
poi
grandi
probabilità
di
vincere
.
E
infatti
stanno
perdendo
.
La
virtù
del
risparmio
segue
le
sorti
della
borghesia
che
la
esprimeva
.
Siamo
appena
nell
'
anno
II
(
o
III
?
)
dell
'
Era
Prodiana
,
ma
sono
decenni
che
le
ideologie
antiborghesi
corrodono
il
senso
del
risparmio
e
si
accaniscono
contro
le
formiche
.
Queste
sono
state
calpestate
dal
fisco
e
dall
'
inflazione
,
irrise
dal
welfare
state
,
avvelenate
dai
cattivi
esempi
di
una
pubblica
amministrazione
che
amministrava
da
grande
"
mandolinista
"
,
offese
dagli
sfacciati
e
fulminei
arricchimenti
di
gente
da
nulla
eppure
furba
fino
alla
turpitudine
.
Il
risparmiatore
è
anche
un
"
capitalista
"
,
piccolo
o
grande
.
E
il
capitalista
,
che
per
Marx
era
un
inevitabile
sfruttatore
,
per
i
nipotini
di
Marx
è
una
figura
superata
se
non
uccide
formiche
.
Pure
lui
deve
dare
la
caccia
alle
formiche
,
imenotteri
un
po
'
ottusi
che
non
sanno
stare
al
gioco
delle
"
parti
sociali
"
,
non
capiscono
la
politica
interna
,
e
meno
ancora
quella
internazionale
.
L
'
inizio
della
costruzione
dell
'
Unione
europea
,
fra
i
clamori
della
propaganda
,
ha
fatto
sognare
i
nostri
risparmiatori
.
Poter
contare
su
una
moneta
solida
,
l
'
euro
;
vedere
una
Borsa
italiana
rivitalizzata
;
muovere
i
capitali
attraverso
le
frontiere
;
servirsi
di
novità
come
i
fondi
di
investimento
e
fors
'
anche
i
fondi
di
pensione
;
osservare
le
amate
-
odiate
banche
in
concorrenza
fra
loro
:
cose
del
genere
ci
hanno
fatto
sognare
.
Ma
l
'
euro
,
per
ora
,
c
'
è
e
non
c
'
è
,
la
Borsa
va
su
e
giù
come
è
sempre
andata
,
l
'
occhio
del
fisco
passa
le
frontiere
più
svelto
dei
nostri
soldi
,
i
fondi
di
gestione
potrebbero
gestire
più
per
loro
che
per
noi
,
le
banche
abbassano
gli
interessi
che
vanno
ai
risparmiatori
più
di
quelli
che
si
fanno
pagare
dai
debitori
.
Non
sappiamo
ciò
che
ci
aspetta
al
risveglio
,
quando
l
'
Italia
sarà
"
europea
"
nella
moneta
,
ma
non
nel
fisco
,
non
nell
'
efficienza
dei
servizi
pubblici
in
pro
dei
cittadini
,
non
nel
costume
sociale
che
si
va
affermando
.
L
'
Italia
è
in
Europa
il
Paese
più
depresso
demograficamente
.
Non
facciamo
più
figli
,
pertanto
viene
a
mancare
l
'
incentivo
a
risparmiare
per
i
figli
.
La
famiglia
,
la
famiglia
borghese
soprattutto
,
si
sgretola
.
Non
ci
sono
più
coniugi
consorti
,
non
ci
sono
più
mariti
e
mogli
,
ma
solo
compagni
e
compagne
temporanei
.
Il
divorzio
è
spiccio
,
ma
non
abbastanza
:
meglio
convivere
,
celibe
lui
,
nubile
lei
,
anzi
entrambi
single
.
In
mancanza
di
un
progetto
familiare
a
lungo
termine
,
che
copra
più
generazioni
,
il
risparmio
nel
senso
classico
della
parola
perde
di
senso
.
I
socialcomunisti
ripetono
da
lungo
tempo
di
non
credere
nella
famiglia
.
Ma
i
cattolici
no
,
dicono
di
crederci
.
Il
"
compromesso
storico
"
,
su
questo
punto
,
è
misterioso
,
equivoco
.
Il
risparmio
è
un
indicatore
della
vitalità
della
famiglia
come
istituzione
sociale
.
Cala
la
propensione
al
risparmio
,
cala
il
tono
familiare
.
La
propensione
al
risparmio
è
l
'
indice
che
misura
il
fenomeno
.
E
al
riguardo
c
'
è
poco
da
ridere
,
signor
primo
ministro
Prodi
,
nostro
Mosè
,
nostra
guida
verso
la
terra
promessa
dell
'
euro
.
Certe
virtù
,
una
volta
perdute
,
non
si
comprano
nemmeno
con
l
'
euro
.
StampaQuotidiana ,
E
se
il
Polo
,
da
adesso
in
avanti
,
la
smettesse
di
polemizzare
contro
il
"
pericolo
rosso
"
,
i
cosacchi
comunisti
,
postcomunisti
,
cossuttiani
e
cossighisti
sul
sagrato
di
san
Pietro
e
dicesse
,
più
pacatamente
,
più
semplicemente
,
che
il
D
'
Alema
uno
è
un
governo
reazionario
e
conservatore
,
che
mira
a
restaurare
il
vecchio
sistema
partitocratico
e
consociativo
,
dove
le
differenze
si
annullano
,
ciò
che
conta
è
durare
,
le
alleanze
sono
interscambiabili
perché
tenute
insieme
dal
mastice
della
convenienza
,
dall
'
attaccatutto
di
Palazzo
?
Non
sarebbe
meglio
se
l
'
opposizione
lasciasse
da
parte
Sturzo
(
parce
sepulto
)
,
il
centrismo
di
De
Gasperi
,
il
rifarsi
ai
valori
cristiani
e
moderati
e
dicesse
agli
italiani
:
volete
ancora
la
prima
Repubblica
,
il
trionfo
dei
capicorrente
e
delle
segreterie
,
il
Parlamento
ridotto
a
compravendita
di
deputati
,
l
'
esecutivo
trasformato
in
lista
della
spesa
di
dicasteri
da
assegnare
,
un
tanto
al
chilo
per
non
scontentare
chi
lo
tiene
in
piedi
?
Volete
un
Paese
dove
le
elezioni
sono
viste
come
un
pericolo
,
l
'
alternanza
una
iattura
,
le
crisi
di
governo
una
questione
da
risolversi
in
famiglia
(
"
cosa
nostra
"
,
per
capirci
)
,
perché
tutto
si
aggiusta
,
basta
una
new
-
entry
,
l
'
acquisto
di
uno
"
straniero
"
stufo
di
stare
in
panchina
in
qualche
altra
strada
?
Volete
uno
Stato
dove
nulla
continui
a
funzionare
(
servizi
,
sanità
,
burocrazia
)
e
dove
ogni
cosa
sia
soggetta
a
lottizzazione
,
a
scambio
di
favori
,
terreno
di
caccia
dei
partiti
al
potere
?
Volete
continuare
a
votare
per
dei
referendum
che
saranno
poi
sempre
disattesi
,
a
volere
un
sistema
maggioritario
e
a
ritrovarsi
un
proporzionale
travestito
,
a
chiedere
chiarezza
nei
programmi
e
nelle
alleanze
e
a
ottenere
in
cambio
confusioni
e
ribaltoni
?
Ecco
,
se
volete
tutto
questo
,
il
gattopardismo
applicato
alla
politica
,
la
finzione
del
cambiamento
perché
tutto
resti
come
prima
,
il
mantenere
ciò
che
malgoverno
e
corruzione
hanno
generato
,
allora
applaudite
pure
l
'
esperimento
di
D
'
Alema
e
,
quando
Oscar
vorrà
,
premiatelo
con
il
voto
(
per
quello
che
serve
...
)
.
Ma
se
invece
siete
convinti
che
occorra
una
rivoluzione
democratica
che
riscriva
i
valori
fondanti
della
Costituzione
,
che
assicuri
un
esecutivo
sottratto
ai
circoli
di
partito
,
che
garantisca
i
patti
fatti
con
gli
elettori
,
che
porti
a
compimento
quel
processo
di
modernizzazione
istituzionale
richiesto
e
disatteso
,
che
ponga
mano
alla
ristrutturazione
dell
'
apparato
sociale
,
tagliando
assistenzialismo
e
sprechi
,
che
riveda
una
politica
fiscale
occhiuta
e
rapinatrice
,
allora
sappiate
che
è
ciò
che
noi
vogliamo
e
quando
e
se
ci
permetteranno
di
confrontarci
politicamente
con
voi
,
questo
vi
promettiamo
.
Un
compito
difficilissimo
,
che
comporta
sacrifici
,
ma
l
'
unico
per
dare
all
'
Italia
una
dignità
e
una
normalità
.
Perché
,
oggi
come
oggi
,
non
siamo
un
Paese
degno
e
siamo
un
Paese
anormale
.
Se
l
'
opposizione
,
da
adesso
in
avanti
,
parlasse
così
,
la
posta
in
gioco
e
i
giocatori
intorno
al
tavolo
sarebbero
più
chiari
.
Non
c
'
è
una
Destra
che
si
contrappone
a
una
Sinistra
,
con
quanto
di
logoro
,
di
consunto
,
di
mistificatorio
,
di
equivoco
due
termini
si
portano
dietro
.
Rimanervi
legati
significa
altresì
accettare
la
guerra
delle
parole
imposte
dagli
altri
,
ritrovarsi
schierati
sul
versante
della
conservazione
in
un
Paese
dove
non
c
'
è
nulla
da
conservare
,
a
cantare
le
virtù
del
moderatismo
(
ma
che
gusto
c
'
è
,
poi
,
a
essere
moderati
?
Nella
vita
,
sul
lavoro
,
negli
affetti
,
nelle
passioni
pubbliche
e
private
?
)
,
quando
invece
si
tratta
di
essere
smodati
,
vogliosi
di
fare
,
ansiosi
di
riuscire
.
No
,
la
battaglia
è
fra
rivoluzionari
e
reazionari
,
fra
chi
vuole
cambiare
tutto
e
chi
invece
intende
restaurare
ciò
che
sta
andando
in
pezzi
.
È
quanto
gli
italiani
avevano
capito
nel
'94
,
un
'
istanza
di
nuovo
persasi
per
strada
.
Se
si
riprovasse
,
senza
perdersi
in
cossigate
,
mastellate
e
buttiglionate
che
lasciano
il
tempo
che
trovano
,
a
percorrere
quel
cammino
?
Sorge
il
sole
canta
il
gallo
/
O
Berlusconi
,
rimonta
a
cavallo
...
StampaQuotidiana ,
Ogni
tanto
si
fanno
scoperte
straordinarie
.
"
Una
delle
novità
italiane
di
fine
secolo
è
che
la
sinistra
ha
il
cuore
freddo
"
,
ha
spiegato
l
'
altro
giorno
Ezio
Mauro
su
Repubblica
.
Perciò
perde
.
Sarà
,
in
compenso
,
nell
'
ultimo
trentennio
almeno
,
ha
avuto
il
culo
al
caldo
,
e
questo
dovrebbe
funzionare
,
se
non
altro
,
da
termostato
.
È
curioso
.
Sembra
che
da
noi
la
storia
piaccia
solo
se
diventa
cronaca
.
Da
quando
il
Pci
,
divenuto
Pds
e
poi
ancora
Ds
,
è
forza
di
governo
,
si
è
deciso
che
quello
è
stato
l
'
anno
zero
a
partire
dal
quale
la
sinistra
ha
potuto
contare
in
Italia
.
Prima
era
opposizione
,
e
di
questo
retaggio
del
passato
,
stando
sempre
a
Mauro
,
soffrirebbe
ancora
:
"
Meglio
sognare
,
o
comunque
imprecare
,
che
governare
.
È
troppo
grigio
,
roba
per
Jospin
e
Schröder
,
non
per
il
technicolor
italiano
"
.
Ora
,
è
probabile
che
dal
'63
sino
all
'
altro
ieri
Mauro
sia
vissuto
all
'
estero
o
sia
rimasto
nell
'
incubatrice
,
ma
è
da
quella
data
che
il
centrosinistra
ha
preso
a
governare
l
'
Italia
e
via
via
ha
edificato
(
si
fa
per
dire
...
)
un
Paese
a
sua
immagine
e
somiglianza
.
Erano
destra
i
socialisti
di
Nenni
o
di
De
Martino
,
di
Giolitti
o
di
Mancini
,
di
Brodolini
o
di
Craxi
,
i
socialdemocratici
da
Saragat
a
Ferri
,
i
repubblicani
di
quell
'
Ugo
La
Malfa
che
arrivò
a
teorizzare
"
l
'
ineluttabilità
"
del
compromesso
storico
(
"
Ugo
La
Malfa
è
morto
e
al
suo
posto
c
'
è
un
pazzo
che
si
crede
Ugo
La
Malfa
"
,
chiosò
Montanelli
dopo
questa
uscita
)
?
Era
di
destra
l
'
appoggio
comunista
ai
governi
di
solidarietà
nazionale
,
erano
di
destra
quelli
a
guida
socialista
degli
anni
'80
,
era
di
destra
la
sinistra
dc
?
E
visto
che
si
fa
un
gran
parlare
,
anche
Mauro
lo
f
,
di
"
spazi
e
nuovi
valori
capaci
di
supportare
la
socialdemocrazia
di
governo
"
,
non
sarà
forse
il
caso
di
ricordare
che
la
socialdemocrazia
al
governo
ce
l
'
abbiamo
già
avuta
,
anche
se
allora
non
andava
di
moda
,
non
era
elegante
,
era
,
diciamo
,
merce
di
scarto
,
quasi
di
contrabbando
?
Ma
,
dicono
quelli
che
la
sanno
lunga
,
e
Mauro
,
essendo
il
direttore
di
Repubblica
e
il
successore
di
Scalfari
naturalmente
la
sa
lunghissima
,
noi
per
sinistra
intendiamo
l
'
area
comunista
,
o
ex
comunista
,
o
pidiessina
,
o
diessina
che
di
si
voglia
(
quanti
cambiamenti
di
nome
per
nascondere
l
'
insostenibile
leggerezza
del
non
essere
)
.
Mica
verrete
a
dirci
che
è
stata
un
'
area
di
governo
,
di
potere
?
Anche
qui
,
uno
non
sa
più
se
ridere
o
mettersi
a
piangere
.
Ma
come
,
un
partito
che
faceva
e
disfaceva
giunte
,
che
eleggeva
sindaci
,
che
governava
regioni
,
che
deteneva
il
controllo
sindacale
,
condizionava
gli
esecutivi
,
non
contava
nulla
,
non
governava
,
si
trincerava
nella
"
presunta
purezza
dell
'
opposizione
"
di
fronte
ai
"
compromessi
della
maggioranza
"
?
Ma
come
,
i
comunisti
d
'
antan
ci
hanno
fatto
una
testa
così
sul
ruolo
e
sul
peso
che
avevano
nel
Paese
,
sulla
"
serietà
"
di
un
grande
partito
democratico
di
massa
,
"
di
lotta
e
di
governo
"
(
ricordate
?
)
,
che
aveva
guidato
tutte
le
battaglie
per
il
rinnovamento
civile
dell
'
Italia
,
senza
il
cui
appoggio
non
si
poteva
far
nulla
,
e
adesso
vogliono
farci
credere
che
no
,
non
valeva
niente
,
non
ha
mai
contato
niente
,
era
inutile
,
fuori
gioco
...
In
compenso
,
aveva
il
"
cuore
caldo
"
,
lottava
per
l
'
idea
.
È
curioso
come
per
giustificare
il
fallimento
di
un
'
idea
e
di
una
pratica
ci
si
rifaccia
sempre
a
un
fatto
ultimo
che
azzera
tutti
i
precedenti
e
fa
sì
che
si
debba
ricominciare
da
capo
.
La
sinistra
oltre
ad
avere
il
"
cuore
freddo
"
è
"
stanca
"
perché
dopo
"
la
lunga
marcia
di
50
anni
verso
il
potere
"
(
ma
dai
,
ma
lascia
perdere
,
ma
non
insistere
...
)
è
arrivata
al
traguardo
.
"
Ha
compiuto
la
sua
storia
portando
alla
guida
del
governo
il
leader
del
suo
maggior
partito
,
fino
a
ieri
escluso
"
.
Non
ha
più
stimoli
,
insomma
.
Per
la
verità
,
ancorché
governava
Prodi
si
disse
lo
stesso
:
c
'
era
Veltroni
come
vicepremier
,
fior
di
ministri
postcomunisti
e
in
più
l
'
invenzione
dell
'
Ulivo
:
era
il
massimo
(
non
nel
senso
di
D
'
Alema
)
,
si
era
inventato
un
nuovo
corso
,
l
'
Ulivo
stesso
era
il
superamento
e
l
'
inveramento
di
quella
sinistra
"
esclusa
"
.
Adesso
ci
vengono
a
dire
che
scherzavano
,
che
è
tutto
da
rifare
.
Come
ai
tempi
di
Bartali
...
Invece
di
discettare
di
"
cuori
freddi
"
,
la
sinistra
nel
suo
complesso
dovrebbe
cominciare
a
riflettere
sulla
sua
incapacità
a
porsi
come
soggetto
nuovo
,
di
cambiamento
di
fronte
all
'
elettorato
.
Se
facesse
un
salutare
esame
di
coscienza
capirebbe
come
questa
ansia
di
potere
per
il
potere
,
che
la
porta
ai
peggiori
contorsionismi
e
alle
più
incredibili
alleanze
,
non
fa
altro
che
logorarla
e
smontarla
di
significato
.
Se
volesse
veramente
rafforzare
i
fili
che
la
legano
a
una
parte
della
società
italiana
dovrebbe
cominciare
a
interrogarsi
sul
significato
della
parola
Sinistra
,
sul
senso
che
essa
ha
,
sulla
storia
che
essa
ha
rappresentato
.
Invece
di
correre
dietro
le
tombe
dei
"
compagni
di
strada
"
cattolici
,
o
dietro
al
voto
delle
suore
e
agli
apprezzamenti
per
il
Papa
,
dovrebbe
cercare
di
capire
che
cosa
dal
punto
di
vista
sociale
dei
ceti
meno
abbienti
,
dei
problemi
che
l
'
immigrazione
porta
con
sé
,
del
mercato
del
lavoro
che
cambia
si
chiede
a
una
forza
che
dovrebbe
modificare
l
'
Italia
.
Se
no
,
più
che
un
"
cuore
freddo
"
si
dovrà
dire
che
ha
un
"
cuore
matto
"
.
E
il
rischio
,
e
glielo
diciamo
da
avversari
leali
,
è
l
'
infarto
politico
.
StampaQuotidiana ,
Che
cosa
resta
della
democrazia
a
due
passi
dal
Duemila
?
Credo
ben
poco
,
a
giudicare
dal
caso
francese
.
Dunque
,
facciamo
due
conti
.
Alle
ultime
,
parziali
elezioni
in
Francia
l
'
esito
è
stato
il
seguente
:
su
cinque
francesi
due
non
sono
andati
a
votare
,
due
hanno
votato
per
le
forze
del
centrodestra
,
uno
ha
votato
a
sinistra
.
Ma
alla
fine
ha
vinto
la
sinistra
per
la
quale
ha
votato
solo
un
francese
su
cinque
.
Nessuno
ha
niente
da
dire
?
Nessuno
.
Anzi
,
quasi
tutti
titolano
complimentosi
nei
confronti
di
Jospin
,
cerimoniosi
nei
confronti
della
normalizzazione
politica
del
Paese
.
Eppure
così
la
democrazia
non
può
andare
avanti
.
Così
rischia
di
spegnersi
.
É
in
atto
,
non
solo
in
Francia
,
una
graduale
espropriazione
della
sovranità
popolare
.
Avevamo
messo
in
conto
l
'
eventualità
di
vedere
espropriate
quote
sensibili
di
sovranità
nazionale
;
ma
adesso
mi
pare
di
poter
dire
che
si
sta
paurosamente
restringendo
la
democrazia
.
Che
cosa
accade
?
Dunque
accadono
due
cose
.
La
prima
è
che
cresce
paurosamente
la
disaffezione
,
il
disinteresse
per
la
politica
;
ma
anche
la
sensazione
di
non
poter
mutare
gli
assetti
,
di
non
poter
cambiare
.
Perché
?
Ma
perché
la
gente
è
meno
scema
di
quel
che
pensano
i
loro
rappresentanti
.
Si
avverte
precisa
la
sensazione
che
i
processi
decisionali
siano
trasferiti
altrove
,
nelle
mani
dei
tecnocrati
,
delle
oligarchie
finanziarie
,
dei
grandi
fabbricanti
d
'
opinione
.
Oggi
più
di
ieri
e
meno
di
domani
.
Si
avverte
la
sensazione
dell
'
intercambiabilità
dei
politici
.
Si
avverte
la
sensazione
dell
'
intercambiabilità
dei
programmi
politici
.
Si
avverte
la
sensazione
di
versare
la
propria
preferenza
in
un
imbuto
che
poi
la
trasforma
,
attraverso
alchimie
di
sistemi
elettorali
,
poteri
di
veto
e
di
coalizione
,
in
un
altro
verdetto
.
Ho
sentito
giorni
fa
,
in
un
convegno
,
illuminati
campioni
della
sinistra
arrogarsi
il
diritto
di
frenare
i
verdetti
della
volontà
popolare
:
se
prestiamo
ascolto
alla
maggioranza
-
dicevano
-
bocciano
Maastricht
,
vince
il
nazionalismo
,
vince
la
pena
di
morte
,
frenano
l
'
immigrazione
.
Dunque
,
teniamoli
sotto
tutela
.
E
qui
si
entra
nella
seconda
e
più
scabrosa
ragione
della
volontà
popolare
.
Dunque
,
è
consentito
alla
sinistra
allearsi
con
chiunque
.
Liberali
e
cattolici
,
protestanti
ed
ebrei
,
industriali
e
sindacati
,
potenti
e
perfino
massoni
.
Ed
è
soprattutto
permesso
alla
sinistra
moderata
allearsi
con
la
sinistra
radicale
,
che
non
esita
a
definirsi
ancora
comunista
.
Al
centro
o
alla
destra
questo
non
è
consentito
.
Sono
precluse
le
porte
di
un
'
alleanza
a
tutto
campo
,
non
è
possibile
godere
dell
'
appoggio
di
una
classe
imprenditoriale
senza
scatenare
la
piazza
;
non
è
possibile
unirsi
alla
destra
radicale
e
nazionalista
.
Non
dico
nazista
.
Non
dico
nemmeno
fascista
.
Ma
anche
solo
nazionalista
,
tradizionalista
o
radicale
.
Prendete
il
caso
francese
,
ma
il
discorso
è
esportabile
,
anche
altrove
(
l
'
Austria
,
per
restare
ai
confini
)
.
Una
democrazia
compiuta
dovrebbe
porsi
un
problema
:
come
costituzionalizzare
la
destra
e
la
sinistra
radicale
,
come
farle
entrare
nel
gioco
.
Oppure
,
come
escluderle
dal
gioco
.
E
invece
no
:
in
Francia
,
e
non
solo
in
Francia
,
ai
comunisti
è
consentito
persino
andare
al
governo
;
con
Le
Pen
non
è
consentito
neanche
un
patto
tecnico
di
desistenza
.
Chirac
e
Giscard
sarebbero
massacrati
dai
poteri
che
contano
e
dalle
fabbriche
del
consenso
.
Questa
anomalia
sta
uccidendo
la
democrazia
,
sta
impedendo
l
'
alternanza
,
sta
bloccando
in
una
forma
di
centrosinistra
globale
l
'
assetto
di
potere
.
Che
tende
a
divenire
assetto
di
regime
e
riflettersi
nell
'
assetto
culturale
egemone
.
Ancora
una
volta
l
'
alibi
sono
i
fantasmi
del
passato
.
Su
Le
Pen
pesa
il
passato
nazista
che
obbiettivamente
nulla
ha
a
che
vedere
con
il
Front
national
.
Sul
Pc
francese
non
pesa
il
passato
comunista
che
è
invece
rivendicato
apertamente
dal
medesimo
partito
.
La
stessa
operazione
agisce
in
Italia
con
l
'
interdizione
del
piccolo
ma
decisivo
partitino
di
Rauti
,
con
le
barriere
verso
intese
destrorse
con
la
Lega
e
perfino
-
a
corrente
alternata
-
con
An
;
in
semilibertà
vigilata
.
Al
centrodestra
non
è
possibile
sommarsi
,
vige
la
logica
inesorabile
dell
'
aut
aut
.
Al
centrosinistra
invece
no
,
vige
la
logica
dell
'
et
et
.
Perciò
io
dico
:
attenzione
,
sta
morendo
la
democrazia
,
tra
astensionismo
e
veti
ideologici
di
ritorno
,
sistemi
bloccati
e
alternanze
impossibili
.
Con
tutte
le
giustificate
diffidenze
maturate
da
una
nobile
letteratura
elitaria
e
antidemagogica
,
tocca
oggi
al
centrodestra
rappresentare
le
ragioni
della
sovranità
popolare
.
StampaQuotidiana ,
Credo
che
per
i
più
l
'
abolizione
della
pena
di
morte
negli
Stati
Uniti
rappresenti
una
conquista
,
una
vittoria
dei
lati
migliori
dell
'
uomo
.
Resto
perplesso
.
Leggo
con
lo
stesso
fremito
per
la
millesima
volta
la
scena
in
cui
Otello
guarda
la
fiamma
della
candela
e
dice
che
potrà
spegnere
e
riaccendere
quella
luce
,
ma
più
non
potrà
ridestare
la
vita
umana
che
estingua
;
avverto
ciò
che
ha
di
sacro
ogni
vita
.
Ho
istintivo
orrore
per
l
'
aborto
,
per
questo
spegnere
una
vita
in
embrione
.
Comprendo
anche
il
soldato
che
nell
'
attacco
corpo
a
corpo
preferisce
farsi
uccidere
che
compiere
il
gesto
omicida
.
Non
ci
sono
però
limiti
a
questo
istinto
,
il
più
alto
dell
'
uomo
,
l
'
orrore
del
dare
la
morte
?
Ho
sempre
avuto
vicino
a
me
persone
carissime
,
che
asserivano
la
non
resistenza
;
vincesse
Hitler
,
ma
non
la
guerra
.
E
qui
la
ragione
cominciava
a
recalcitrare
.
Meglio
essere
uccisi
e
non
invocare
la
legittima
difesa
,
che
uccidere
;
perché
l
'
atto
di
uccidere
ferisce
irreparabilmente
l
'
uomo
normale
,
immette
in
lui
un
veleno
non
più
eliminabile
.
Ma
quando
la
violenza
dell
'
altro
si
esaurisce
colpendoci
:
l
'
ipotesi
romanzesca
di
quegli
che
ha
giusto
sdegno
per
una
ferita
al
suo
onore
e
crede
lavarla
sul
colpevole
,
mentre
l
'
aggredito
è
innocente
;
che
però
conosce
la
ragione
dell
'
attacco
,
sa
che
quegli
che
lo
ferisce
si
riterrà
soddisfatto
e
non
nuocerà
più
ad
altri
,
e
,
non
avendo
modo
di
dimostrare
nella
violenza
dell
'
urto
la
sua
innocenza
,
preferisce
perire
che
ricorrere
alla
difesa
armata
.
Ma
quando
la
violenza
non
si
arresta
a
noi
,
prosegue
e
si
espande
?
L
'
Europa
che
alzasse
le
mani
dinanzi
ad
Hitler
non
importava
solo
lo
sterminio
di
ebrei
,
zingari
,
altre
minoranze
etniche
;
implicava
i
nostri
figli
,
i
nostri
nipoti
educati
al
culto
del
nazismo
.
L
'
assalitore
di
banche
pronto
ad
uccidere
,
dinanzi
a
cui
si
alzano
le
mani
,
assalirà
altre
banche
ed
una
volta
o
l
'
altra
ucciderà
.
Ci
sono
popoli
e
civiltà
che
hanno
preso
ad
aborrire
la
oppressione
,
la
violenza
,
Stati
che
hanno
abbandonato
le
loro
colonie
;
e
ce
ne
sono
altri
,
come
il
Portogallo
,
che
le
difendono
accanitamente
,
senza
alcun
malessere
morale
.
E
sarebbe
difficile
convincersi
che
in
Africa
si
sarebbero
avute
altrettante
guerre
tribali
,
altrettante
distruzioni
di
popoli
minori
,
se
fosse
rimasto
il
dominio
dei
bianchi
.
Sarebbe
troppo
facile
la
vita
dell
'
uomo
morale
,
se
i
problemi
fossero
tutti
risolubili
in
termini
di
certezza
;
se
fosse
sempre
dato
discernere
il
bene
dal
male
.
Si
possono
invidiare
i
credenti
di
quelle
religioni
dalle
leggi
semplici
ed
inflessibili
,
che
,
una
volta
osservate
tali
leggi
,
si
sentono
liberi
da
ogni
responsabilità
,
e
pur
di
fronte
a
paurosi
risultati
delle
loro
azioni
od
omissioni
,
non
sono
turbati
,
poiché
si
attua
la
volontà
di
Dio
.
Ma
non
siamo
dei
loro
.
Sta
poi
che
l
'
annuncio
di
quell
'
abolizione
della
pena
di
morte
è
avvenuto
mentre
si
scaricavano
tonnellate
di
esplosivo
sul
Vietnam
,
e
guerriglie
fermentavano
in
più
luoghi
,
nell
'
Ulster
ogni
giorno
c
'
era
qualche
vittima
della
secolare
avversione
tra
cattolici
e
protestanti
.
Mentre
ogni
ricorrenza
festiva
lascia
qualche
centinaio
di
vittime
stradali
,
ogni
stagione
qualche
decina
per
infortuni
di
caccia
,
per
disgrazie
nella
pesca
subacquea
;
e
parrebbe
assurdo
vietare
gli
sport
pericolosi
,
limitare
la
velocità
delle
macchine
;
altresì
mentre
si
apprende
ogni
giorno
di
suicidi
di
giovanissimi
per
futili
motivi
,
e
si
ha
l
'
impressione
che
i
giovani
amino
sempre
meno
la
vita
.
E
confesso
che
se
non
solo
comprendo
,
ma
sento
l
'
attrazione
,
per
quegli
che
dice
«
no
ad
uccidere
,
per
nessuna
ragione
,
per
nessun
sommo
bene
di
domani
,
per
evitare
qualsiasi
male
;
uccidere
mai
»
,
non
riesco
a
comprendere
chi
rifiuta
la
pena
di
morte
per
il
delitto
più
atroce
,
ma
accetta
che
si
uccida
perché
su
un
Paese
sventoli
una
bandiera
piuttosto
che
un
'
altra
,
ed
altresì
perché
non
si
compia
un
'
assimilazione
,
non
si
spenga
una
lingua
.
Senonché
su
ogni
altra
considerazione
domina
in
me
un
dubbio
:
è
una
pietà
la
soppressione
della
pena
di
morte
?
Pietà
per
chi
?
Per
il
condannato
,
o
per
il
giudice
che
pronunciò
la
sentenza
e
potrebbe
avere
una
notte
d
'
incubo
la
vigilia
dell
'
esecuzione
,
mentre
ove
abbia
condannato
all
'
ergastolo
od
alla
reclusione
e
lo
assalissero
dubbi
od
angosce
potrà
illudersi
pensando
che
ci
si
abitua
pure
al
carcere
,
e
c
'
è
la
possibilità
dei
condoni
,
delle
revisioni
,
delle
evasioni
?
Chi
non
voglia
illudere
se
stesso
sa
che
non
ci
sono
carceri
che
migliorino
l
'
uomo
,
ma
dovunque
carceri
che
pervertono
;
e
si
potranno
erigere
degli
edifici
con
docce
,
riscaldamento
,
aria
condizionata
,
da
destinare
a
penitenziari
,
ma
si
rarefarà
sempre
più
quel
materiale
umano
,
che
costantemente
scarseggiò
,
di
assistenti
ai
carcerati
che
considerassero
la
loro
una
missione
,
e
nel
detenuto
il
fratello
uomo
da
sorreggere
e
riscattare
.
Questo
significava
l
'
opera
di
misericordia
del
«
visitare
i
carcerati
»
,
che
gli
odierni
regolamenti
hanno
reso
irreale
.
E
diradano
fino
a
scomparire
quelli
che
vogliono
dedicare
la
loro
vita
ad
amare
e
redimere
singoli
infelici
,
colpevoli
,
vecchi
,
malati
,
infermi
di
mente
;
tanti
giurano
di
amare
l
'
umanità
,
e
non
potersi
dedicare
ai
singoli
(
che
è
ben
più
oneroso
)
.
Non
si
dà
più
la
scelta
che
tra
la
detenzione
e
la
pena
di
morte
;
e
temo
molto
che
una
detenzione
che
duri
oltre
il
decennio
sia
più
crudele
della
pena
capitale
:
così
se
per
il
detenuto
la
prigione
sia
quel
ch
'
è
la
gabbia
per
certi
animali
cui
non
riescono
mai
a
rassegnarsi
(
evito
di
passare
sotto
il
Campidoglio
per
non
vedere
quella
lupa
che
passeggia
incessantemente
su
e
giù
per
i
tre
metri
della
sua
gabbia
e
che
desidererei
qualche
pietoso
uccidesse
,
se
non
sapessi
che
poi
l
'
imbecillità
umana
la
vorrebbe
sostituita
)
;
come
se
invece
si
adatti
,
subisca
la
degradazione
umana
del
trovare
accettabile
il
carcere
ed
i
suoi
contatti
,
non
desiderare
più
la
libertà
.
Nella
vita
romanzata
di
Federico
Confalonieri
della
Huch
,
l
'
arcivescovo
Gaysruck
a
Teresa
che
gli
chiede
di
adoperarsi
per
la
grazia
al
marito
risponde
dapprima
:
«
Credete
che
vi
sarà
grato
se
lo
seppellirete
vivo
in
carcere
,
invece
che
morto
in
una
tomba
come
si
deve
?
»
.
Per
questo
rimango
perplesso
di
fronte
alla
soppressione
della
pena
di
morte
in
un
Paese
da
cui
vengono
le
cronache
della
più
efferata
delinquenza
,
e
che
pure
desiderando
la
pace
s
'
impegna
a
fondo
nella
guerra
.
StampaQuotidiana ,
L
'
avere
espresso
il
dubbio
che
la
pena
di
morte
sia
meno
crudele
di
una
lunghissima
detenzione
ha
indignato
,
come
mi
attendevo
,
una
serie
di
brave
persone
,
che
per
questa
semplice
perplessità
hanno
visto
in
me
un
De
Maistre
in
sedicesimo
,
l
'
apologeta
del
boia
,
anzi
della
mannaia
.
Non
sto
a
ripetere
cose
già
dette
,
né
a
ricordare
il
giapponese
,
unico
salvatosi
degli
autori
delle
uccisioni
all
'
aeroporto
di
Tel
Aviv
,
che
lotta
perché
gli
sia
applicata
la
pena
di
morte
e
non
una
lunghissima
prigionia
.
Ma
vorrei
piuttosto
prendere
occasione
per
invitare
tutti
-
me
per
primo
,
che
non
valgo
nulla
più
dell
'
italiano
medio
-
alla
sincerità
con
noi
stessi
.
Ripugnanza
per
la
pena
di
morte
;
constatazione
che
il
carcere
,
com
'
è
oggi
,
abbrutisce
;
d
'
accordo
.
Che
fare
?
Nuovi
carceri
con
giardini
,
bagni
,
possibilità
di
lavoro
e
di
studio
per
chi
lo
desideri
.
Sì
.
Possiamo
fare
qualcosa
?
Vogliamo
offrire
tutti
una
giornata
di
stipendio
per
la
formazione
di
un
fondo
ad
hoc
?
Vogliamo
provocare
offerte
di
aree
,
di
opera
di
progettisti
,
di
mano
d
'
opera
gratuita
?
(
Si
sono
costruite
le
cattedrali
,
in
epoca
recente
le
Case
del
fascio
e
poi
le
Case
del
popolo
,
in
questo
modo
)
.
Bene
;
oltre
alla
giornata
di
pensione
offro
la
mia
opera
di
bravo
dattilografo
per
copiatura
di
progetti
.
Gli
edifici
sono
il
meno
;
gli
uomini
contano
.
E
il
personale
carcerario
,
dal
direttore
all
'
ultimo
agente
di
custodia
,
può
offrire
dei
missionari
.
Quella
posizione
,
come
le
altre
nella
polizia
,
nei
carabinieri
,
consentono
di
fare
molto
bene
(
anche
del
male
,
d
'
accordo
;
e
,
come
dovunque
,
ci
sono
i
buoni
ed
i
cattivi
;
ma
certo
anche
i
buoni
e
gli
ottimi
;
durante
il
periodo
fascista
e
l
'
occupazione
tedesca
ci
accorgemmo
che
c
'
era
molta
umanità
in
certi
ambienti
della
polizia
)
.
Ora
quanti
sono
tra
quelli
che
più
parlano
contro
la
crudeltà
delle
carceri
che
vedrebbero
volentieri
un
loro
figlio
divenire
direttore
di
carcere
o
agente
di
custodia
,
o
maresciallo
dei
carabinieri
o
commissario
di
PS
?
I
buoni
di
queste
categorie
,
quelli
che
sentono
che
la
loro
è
una
missione
,
per
quanto
so
,
non
vengono
mai
da
questi
imprecatori
;
piuttosto
da
chi
ritiene
che
in
ogni
posizione
si
possa
fare
del
bene
e
ci
si
debba
sforzare
di
farne
quanto
possibile
.
Voltiamo
pagina
.
Ho
sempre
detto
della
mia
invincibile
ripugnanza
all
'
aborto
,
all
'
uccisione
di
una
vita
in
embrione
.
Non
posso
però
non
riflettere
che
stiamo
tutti
negando
il
diritto
alla
vita
alle
generazioni
future
.
La
scienza
ci
ammonisce
da
un
pezzo
,
ci
dice
che
i
palliativi
che
si
adottano
contro
l
'
inquinamento
dell
'
aria
,
dei
mari
,
della
terra
non
bastano
.
Noi
rispondiamo
:
«
Dobbiamo
vivere
:
e
vivere
come
siamo
vissuti
fin
qui
,
senza
tornare
indietro
nel
tenore
di
vita
;
per
questo
occorrono
le
raffinerie
,
le
fabbriche
di
acido
solforico
,
e
via
dicendo
»
;
a
saltiamo
col
pensiero
il
corollario
:
peggio
per
le
generazioni
avvenire
se
per
loro
non
ci
sarà
più
la
possibilità
di
vivere
,
se
non
potranno
nascere
.
Penso
agl
'
infermi
di
mente
(
quanto
numerosi
infermieri
,
e
solerti
,
coscienziosi
,
occorrerebbero
,
per
una
assistenza
fattiva
,
impedire
ai
malati
di
nuocersi
e
di
nuocere
senza
legarli
ai
letti
;
e
questi
infermieri
non
si
trovano
)
;
penso
ai
focomelici
,
agli
spastici
.
Quanto
pochi
,
sempre
meno
,
quelli
che
vi
si
dedicano
con
lo
spirito
di
dedizione
totale
,
insostituibile
,
accettando
la
rinuncia
alla
gioia
che
quella
dedizione
importa
:
rinuncia
per
chi
non
abbia
in
sé
la
santità
,
senta
l
'
attrazione
per
i
piaceri
,
anche
i
più
puliti
,
escursioni
,
passeggiate
,
viaggi
,
che
il
mondo
offre
.
I
santi
laici
che
non
pensano
a
rivoluzioni
,
ma
ogni
giorno
compiono
inosservati
la
loro
opera
di
bene
,
sono
sempre
stati
pochi
,
ma
mi
sembra
tendano
a
diminuire
.
Penso
soprattutto
ai
vecchi
.
Il
mio
povero
figlio
medico
spedaliero
s
'
indispettiva
alle
clamorose
manifestazioni
di
strazio
dei
figli
dinanzi
alla
salma
del
padre
o
della
madre
,
ricordando
che
quei
poveri
vecchi
per
mesi
avevano
sostato
nel
loro
letto
di
corsia
,
senza
che
mai
,
mai
,
un
figlio
,
un
parente
fosse
venuto
a
visitarli
.
I
vecchi
sono
noiosi
,
tediosi
,
a
volte
assisterli
implica
vincere
forti
ripugnanze
.
Un
amico
che
si
occupava
di
queste
opere
mi
diceva
del
direttore
d
'
un
cronicario
disperato
perché
i
suoi
vecchi
purtroppo
lordano
la
biancheria
;
e
prima
di
mettere
questa
nella
lavatrice
,
occorre
togliere
con
stecche
o
con
mani
guantate
le
deiezioni
che
bloccherebbero
la
macchina
;
e
man
mano
che
scompaiono
le
anziane
assistenti
che
provvedevano
,
nessuna
giovane
vuole
più
sostituirle
.
Cosa
si
fa
per
i
vecchi
?
Penso
che
i
più
riescano
ad
eliminare
dalla
mente
questi
ed
altri
pensieri
,
queste
ed
altre
immagini
;
non
pensiamo
alle
sofferenze
degli
altri
,
e
godiamoci
la
vita
.
Anzi
reagiamo
quando
c
'
è
qualcuno
che
ci
disturba
toccando
il
problema
,
ed
osa
dire
che
nelle
carceri
d
'
oggi
la
lunga
detenzione
è
più
crudele
della
morte
.
Non
mi
considero
migliore
degli
altri
e
non
ho
il
diritto
di
fare
la
morale
a
nessuno
;
ma
meditiamo
tutti
.
Condivido
la
ripugnanza
alla
pena
di
morte
,
all
'
aborto
,
alla
eutanasia
.
Ma
non
perdo
il
tempo
a
discutere
con
chi
afferma
che
tutte
le
colpe
essendo
della
società
non
ci
debbono
essere
carceri
ed
occorre
lasciare
tutti
in
libertà
,
compresi
i
seviziatori
di
bambini
e
quanti
hanno
il
coltello
facile
.
E
mentirei
se
dicessi
di
rispettare
quelli
che
non
dànno
mai
un
'
elemosina
,
non
compiono
mai
un
sacrificio
economico
per
un
'
opera
di
bene
,
non
si
sono
mai
dedicati
a
sollevare
uno
dei
tanti
pericolanti
che
avranno
pure
incontrato
nella
loro
vita
,
uno
dei
tanti
che
attraversavano
un
momento
decisivo
,
e
che
la
mano
offerta
poteva
salvare
;
non
hanno
mai
dato
lezioni
ad
un
ragazzo
che
aveva
bisogno
di
ripetizioni
e
non
poteva
pagarsele
,
mai
si
sono
mossi
a
fare
letture
ad
un
cieco
,
a
dare
a
un
vecchio
degente
il
conforto
di
sfogarsi
ascoltando
pazientemente
le
sue
monotone
querimonie
;
ma
poi
imprecano
contro
lo
Stato
inefficiente
,
contro
«
la
società
»
,
colpevole
di
tutto
.
StampaQuotidiana ,
In
«
Per
difendersi
dal
delitto
»
del
2
gennaio
Conso
scorge
una
garanzia
in
una
polizia
giudiziaria
posta
alla
esclusiva
dipendenza
della
magistratura
,
senza
interferenze
da
parte
dell
'
esecutivo
,
eccezione
fatta
per
quelle
concernenti
l
'
organizzazione
e
il
funzionamento
,
da
demandare
però
al
solo
ministro
della
Giustizia
.
Che
l
'
autorità
giudiziaria
disponga
direttamente
di
tale
polizia
,
è
scritto
all
'
art.
109
della
Costituzione
,
e
la
norma
è
fuori
discussione
.
Ma
la
pubblica
sicurezza
solo
in
piccola
parte
è
impegnata
nella
repressione
dei
reati
;
un
Commissariato
di
quartiere
è
molto
preso
da
pratiche
varie
:
licenze
di
porto
d
'
arme
,
permessi
di
caccia
,
passaporti
,
le
varie
licenze
per
cui
la
legge
prevede
l
'
autorizzazione
od
il
parere
della
pubblica
sicurezza
:
compiti
di
conciliazione
:
liti
familiari
,
l
'
affittacamere
che
vuol
mettere
fuori
l
'
inquilino
,
o
la
domestica
ad
ore
che
viene
a
deplorare
di
non
essere
pagata
;
e
poi
le
denunce
che
non
hanno
seguito
,
ragazze
scappate
di
casa
,
ma
che
l
'
indomani
ricompaiono
,
furti
di
biciclette
,
di
automobili
,
e
via
dicendo
.
Attraverso
quest
'
attività
il
Commissariato
acquista
un
panorama
del
quartiere
,
che
gli
permette
d
'
intravedere
molte
cose
:
le
camere
affittate
ad
ore
per
coppie
clandestine
,
lo
sfruttamento
di
prostitute
,
i
ragazzi
sospetti
fornitori
di
droga
,
la
gente
che
vive
lussuosamente
ma
non
paga
chi
la
serve
,
e
via
dicendo
;
e
credo
che
quando
è
commesso
un
delitto
,
la
polizia
giudiziaria
non
possa
fare
a
meno
di
cominciare
a
chiedere
al
Commissariato
di
quartiere
.
Separare
le
due
polizie
?
Nessuno
vi
pensa
:
già
si
deplora
il
dualismo
carabinieri
e
pubblica
sicurezza
.
Porre
tutta
la
polizia
alle
dipendenze
del
ministero
della
Giustizia
?
Se
questo
fosse
ancora
l
'
organismo
burocratico
ch
'
era
al
principio
del
secolo
,
non
vi
vedrei
difficoltà
(
per
quanto
sia
arduo
separare
del
tutto
polizia
e
funzione
politica
,
che
non
può
non
fare
capo
alla
Presidenza
del
Consiglio
ed
al
ministero
dell
'
Interno
,
che
sarebbe
bene
avessero
sempre
un
unico
titolare
)
;
ma
oggi
il
ministero
è
costituito
per
intero
da
magistrati
e
cancellieri
,
che
di
solito
vi
arrivano
dopo
vari
anni
di
servizio
presso
uffici
giudiziari
.
E
mi
chiedo
sempre
se
abbia
ancora
una
ragion
d
'
essere
quel
ministero
,
una
volta
affidate
al
Consiglio
superiore
della
magistratura
promozioni
e
destinazioni
dei
giudici
.
Un
ministero
per
le
carceri
,
i
concorsi
a
notaio
,
mansioni
di
alta
sorveglianza
sullo
stato
civile
,
su
alcuni
ordini
professionali
,
per
sottoporre
al
Capo
dello
Stato
i
decreti
di
grazia
e
di
riconoscimento
,
dopo
sciolto
il
matrimonio
,
di
figli
adulterini
(
ma
questa
figura
dell
'
adulterino
confido
scompaia
presto
)
?
Un
ministero
in
cui
il
ministro
non
può
rispondere
che
dell
'
operato
del
personale
delle
carceri
,
perché
in
fatto
non
ha
altri
dipendenti
.
Comunque
non
so
quanto
il
magistrato
sia
atto
a
dirigere
la
polizia
giudiziaria
.
Il
magistrato
per
un
arcaismo
della
legislazione
è
legato
al
cancelliere
:
non
può
procedere
a
nulla
senza
il
cancelliere
ed
i
provvedimenti
li
adotta
per
scritto
,
nella
sua
sede
:
ciò
che
significa
legato
ad
un
orario
di
ufficio
,
ché
i
palazzi
di
giustizia
ad
una
certa
ora
chiudono
le
porte
.
Il
ritmo
del
magistrato
è
necessariamente
non
rapido
,
anche
se
nel
caso
l
'
uomo
sia
solerte
;
guai
se
esso
s
'
imprimesse
anche
alla
polizia
.
E
poi
,
diciamo
la
verità
:
la
diffidenza
per
la
polizia
e
la
fiducia
nel
magistrato
sono
legate
a
un
abito
mentale
che
siamo
in
molti
a
non
condividere
(
perciò
ho
gradito
le
parole
del
messaggio
di
Leone
che
ricordavano
le
benemerenze
delle
forze
di
polizia
,
che
spesso
lasciano
vittime
sul
terreno
)
;
non
ha
consistenza
la
visione
del
magistrato
impassibile
,
mai
annebbiato
da
preconcetti
,
e
quella
del
poliziotto
che
ha
la
voluttà
di
colpire
,
di
vedere
in
ogni
persona
che
interroga
un
colpevole
.
Uomini
troppo
sicuri
di
sé
,
del
loro
intuito
,
della
prima
impressione
,
ed
uomini
esitanti
e
dubbiosi
;
uomini
non
disposti
a
riconoscere
di
avere
preso
una
via
errata
ed
uomini
troppo
presto
propensi
ad
abbandonare
una
traccia
,
uomini
inclini
alla
pietà
ed
uomini
duri
:
si
trovano
in
tutti
i
ranghi
.
Ed
altresì
uomini
che
guardano
con
nostalgia
al
passato
ed
uomini
che
lo
aborrono
;
nessuno
oggi
si
sentirebbe
di
affermare
che
la
magistratura
non
sia
più
di
un
tempo
accessibile
alle
correnti
politiche
.
Polizia
a
disposizione
dei
giudici
,
sì
;
ma
che
serbi
una
sua
libertà
di
azione
,
non
sia
troppo
burocratizzata
,
possa
assumere
iniziative
,
se
la
si
vuole
arma
contro
il
delitto
.
Conso
parla
della
presenza
del
difensore
ad
ogni
interrogatorio
,
ormai
consacrata
.
So
che
non
si
torna
indietro
;
ma
non
ne
sono
entusiasta
,
specie
rispetto
al
primo
incontro
tra
giudice
(
o
polizia
)
ed
indiziato
.
Enrico
Ferri
insegnava
in
argomento
ai
suoi
allievi
che
vi
sono
regioni
d
'
Italia
in
cui
si
parla
con
la
bocca
ed
altre
in
cui
si
parla
con
le
mani
.
È
proprio
certo
che
l
'
avvocato
difenda
soltanto
l
'
interrogato
dalle
insidie
del
giudice
,
e
non
lo
avverta
,
anche
nel
modo
più
corretto
,
con
una
obiezione
mossa
al
giudice
circa
la
domanda
posta
,
sul
come
deve
rispondere
?
C
'
è
un
romanzo
di
Arpino
,
Un
delitto
d
'
onore
,
che
è
la
storia
di
una
vicenda
realmente
avvenuta
:
e
chi
difendeva
l
'
imputato
era
un
parlamentare
illustre
,
ch
'
ebbe
anche
cariche
di
governo
,
ed
uomo
integerrimo
,
la
cui
memoria
è
da
tutti
giustamente
onorata
;
eppure
rimando
a
quel
romanzo
a
mostrare
come
,
anche
nelle
sfere
più
alte
,
il
penalista
non
possa
che
suggerire
all
'
imputato
,
pur
se
sicuro
autore
del
delitto
(
in
quel
caso
,
orrendo
)
,
la
via
della
sua
salvezza
.