StampaQuotidiana ,
Che
perfetta
sintonia
,
quale
identico
istinto
,
quanta
reciproca
simpatia
fra
Montanelli
,
Pannella
e
De
Carolis
!
La
stessa
vena
trascorre
nelle
frasi
che
il
primo
ha
scritto
ieri
e
nelle
battute
che
i
due
dioscuri
radicali
(
ambedue
tali
per
definizione
del
"
Giornale
nuovo
"
)
hanno
affastellato
l
'
altra
sera
a
Roma
.
E
non
è
la
vena
dell
'
anticomunismo
che
pure
,
ribollente
e
inquieta
,
li
accomuna
;
è
una
vena
più
profonda
e
limacciosa
,
che
si
snoda
lungo
tutto
il
percorso
dell
'
Italia
contemporanea
,
di
volta
in
volta
emerge
in
superficie
o
si
occulta
in
percorsi
sotterranei
.
È
la
vena
astiosa
e
arrogante
,
allusiva
e
incolta
,
insinuante
e
ricattatoria
che
raccoglie
la
schiuma
degli
umori
,
delle
paure
,
delle
presunzioni
,
delle
aggressività
di
quanti
,
in
questa
società
,
anche
quando
non
detengono
il
potere
,
godono
di
privilegi
.
Martedì
,
pomeriggio
e
sera
,
Milano
è
stata
sconvolta
da
uno
stillicidio
di
vandalismi
,
di
violenze
,
di
scontri
con
la
polizia
ad
opera
di
un
paio
di
migliaia
di
giovani
messi
in
campo
da
"
Circoli
giovanili
proletari
"
.
Fra
le
molte
cose
oscure
e
confuse
che
hanno
ispirato
questa
azione
e
altre
analoghe
dei
cosiddetti
"
autoriduttori
"
,
del
tutto
chiaro
è
proprio
il
loro
atteggiamento
verso
il
privilegio
;
la
loro
ribellione
è
sì
contro
il
privilegio
,
ma
in
quanto
li
esclude
.
È
qui
la
caratterizzazione
piccolo
borghese
e
irrazionale
della
loro
ideologia
;
è
questa
la
diversità
,
enorme
e
decisiva
,
dalle
proteste
del
'68
che
,
per
quanto
talvolta
infantili
,
si
ispiravano
sempre
a
ideali
di
razionalità
sociale
,
di
eguaglianza
collettiva
,
mai
di
appropriazione
individuale
.
Non
è
stata
neppure
,
come
scrive
il
"
Corriere
"
una
jacquerie
;
perché
le
jacqueries
,
disperate
e
inefficaci
,
esposte
sempre
alla
più
sanguinosa
rivincita
repressiva
,
sono
state
fiammate
e
rivolte
di
contadini
,
di
dannati
della
terra
contro
un
privilegio
che
si
voleva
incendiare
e
annientare
.
Come
poteva
Montanelli
soffermarsi
su
questo
e
indignarsi
per
questo
,
visto
che
la
sua
ideologia
ha
lo
stesso
impasto
di
quella
degli
autoriduttori
?
Certo
,
una
differenza
c
'
è
,
e
grande
:
Montanelli
è
ben
dentro
il
recinto
del
privilegio
,
mentre
gli
agitatori
di
martedì
sono
ancora
fuori
.
E
poi
Montanelli
è
più
esperto
,
più
scaltro
:
sa
che
il
privilegio
,
per
perpetuarsi
e
proteggersi
,
deve
servire
il
potere
e
servirsi
del
potere
,
deve
dimostrare
al
potere
che
gli
è
utile
.
Ed
ecco
,
ieri
,
il
compito
puntualmente
svolto
:
quella
dell
'
altra
sera
a
Milano
è
da
lui
trasformata
in
una
minacciosa
esplosione
della
violenza
delle
masse
,
con
il
PCI
pronto
ad
approfittarne
.
Anticomunismo
,
si
può
dire
,
certo
:
ma
c
'
è
qualcosa
di
ancestrale
,
che
viene
prima
ancora
dell
'
anticomunismo
,
ed
è
l
'
odio
per
le
masse
,
escluse
dal
potere
e
nemiche
dei
privilegi
,
che
si
muovono
e
avanzano
con
fatica
e
con
tenacia
passo
dopo
passo
spinte
non
da
ingordigia
di
appropriazione
ma
dalla
volontà
di
giustizia
,
di
pulizia
,
di
eguaglianza
,
di
libertà
,
di
onestà
,
di
sincerità
,
dalla
decisione
di
modellare
tutta
la
società
in
questi
valori
.
Montanelli
per
difendere
i
privilegi
posseduti
e
l
'
autoriduttore
per
aspirare
ai
privilegi
idolatrati
devono
schierarsi
contro
queste
masse
,
devono
considerarle
il
peggior
nemico
:
e
così
fanno
.
È
lo
stesso
fastidio
,
lo
stesso
odio
che
trasuda
dal
duetto
Pannella
De
Carolis
.
Qui
il
privilegio
da
difendere
è
quello
del
"
personaggio
"
,
un
privilegio
che
si
manifesta
anche
nel
gesto
,
nella
esibizione
,
nel
gusto
del
paradosso
,
nella
ammirazione
di
sé
;
fra
Pannella
e
De
Carolis
non
c
'
è
accordo
,
c
'
è
qualcosa
di
più
,
c
'
è
intesa
.
"
Noi
ci
intendiamo
"
.
Si
sono
reciprocamente
riconosciuti
.
Sono
,
Pannella
e
De
Carolis
,
la
vera
incarnazione
politica
e
culturale
di
quella
profezia
pseudoperaia
rappresentata
dallo
slogan
"
vogliamo
tutto
"
lanciato
qualche
anno
fa
da
Balestrini
.
Ogni
idea
e
ogni
valore
vanno
bene
se
goduti
e
consumati
individualmente
;
ogni
idea
e
ogni
valore
divengono
perversi
quando
se
ne
impadroniscono
le
masse
,
e
tanto
più
quando
li
usano
per
organizzarsi
,
per
costruire
un
moto
di
emancipazione
,
per
estendere
e
approfondire
la
propria
coscienza
.
Non
sorprende
affatto
,
perciò
,
che
Pannella
vagheggi
i
tempi
di
Scelba
né
che
un
corifeo
del
seguito
di
Montanelli
,
riferendo
compiaciuto
le
parole
del
deputato
radicale
,
si
confessi
a
lui
affine
.
Siamo
di
fronte
alle
manifestazioni
di
un
male
antico
che
in
Italia
ha
segnato
profondamente
anche
la
storia
delle
idee
e
degli
intellettuali
,
non
solo
sul
versante
conservatore
;
il
distacco
,
la
sfiducia
e
la
contrapposizione
verso
le
masse
,
che
si
vogliono
tenere
in
una
condizione
di
passività
,
perché
siano
oggetto
e
non
soggetto
della
politica
e
della
cultura
,
considerate
al
più
quando
lo
sono
campo
di
esercitazione
e
di
affermazione
per
il
singolo
che
le
interpreta
,
le
guida
o
le
agita
.
È
un
male
che
ci
sembra
nient
'
altro
che
il
riflesso
,
sullo
schermo
delle
ideologie
e
dei
comportamenti
,
della
avida
e
gretta
difesa
di
tutti
i
privilegi
materiali
,
protetti
con
tanta
maggiore
protervia
quanto
più
si
sa
che
sono
arbitrari
e
ingiustificati
.
L
'
anticomunismo
certo
,
c
'
entra
,
ma
non
è
il
punto
di
partenza
,
è
la
inevitabile
conseguenza
di
ciò
.
E
'
un
anticomunismo
non
vecchio
,
non
tradizionale
;
è
anzi
nuovo
,
e
tanto
più
aspro
e
agitato
perché
ha
a
che
fare
con
il
Partito
comunista
italiano
così
come
è
oggi
,
per
quello
che
rappresenta
,
per
quello
che
è
,
per
quello
che
dice
,
per
quello
che
fa
;
soprattutto
per
gli
aspetti
che
più
esprimono
la
originalità
e
la
novità
del
PCI
.
Perché
non
siete
ci
rimproverano
Montanelli
e
Pannella
come
noi
vi
immaginiamo
,
vi
vogliamo
,
vi
descriviamo
?
Perché
non
esprimete
,
voi
che
siete
partito
di
massa
e
di
masse
per
eccellenza
,
l
'
immagine
che
noi
diamo
di
orde
minacciose
e
distruttive
,
ignare
e
cieche
?
Il
fastidio
e
l
'
odio
di
costoro
per
il
PCI
si
alimentano
per
il
nostro
testardo
impegno
di
organizzare
la
democrazia
con
le
masse
e
le
masse
con
la
democrazia
;
per
l
'
importanza
che
attribuiamo
alla
fatica
dell
'
apprendere
e
del
lavorare
;
per
la
nostra
affermazione
dei
diritti
di
libertà
degli
individui
e
delle
garanzie
che
li
devono
proteggere
;
perché
sosteniamo
e
dimostriamo
che
essi
devono
e
possono
congiungersi
fino
a
rafforzarsi
reciprocamente
con
i
diritti
collettivi
e
i
bisogni
sociali
.
Provoca
ira
in
costoro
questo
nostro
volere
e
sapere
essere
trasformatori
e
costruttori
,
insieme
.
Gli
ingordi
di
privilegi
,
gli
autoriduttori
di
ogni
risma
,
i
chierici
esibizionisti
che
"
vogliono
tutto
"
non
ci
sopportano
perché
siamo
di
un
'
altra
stoffa
.