StampaPeriodica ,
25
aprile
1945
.
Un
filare
di
pioppi
maestosi
su
un
alto
argine
,
delle
pecore
che
pascolano
,
il
sole
attraverso
i
pioppi
.
Un
giovane
cammina
cantando
,
è
una
bella
giornata
,
il
cuore
è
lieto
.
Un
uomo
si
alza
tra
i
cespugli
,
imbraccia
un
mitra
,
spara
;
il
giovane
cammina
un
poco
barcollando
,
cade
,
muore
.
Nello
stesso
tempo
un
gruppo
di
contadine
dà
la
caccia
attraverso
i
campi
a
un
uomo
e
una
donna
che
fuggono
,
li
raggiungono
,
li
ammazzano
a
colpi
di
forcone
.
Ancora
,
nello
stesso
tempo
,
un
ragazzo
si
impadronisce
di
un
fucile
,
entra
in
una
villa
,
prende
di
mira
un
uomo
di
mezza
età
che
se
ne
sta
a
tavola
,
facendo
colazione
.
Poi
sullo
schermo
appaiono
le
parole
"
Molti
anni
prima
"
.
Adesso
dunque
sapremo
il
motivo
di
questi
eventi
terribili
e
incomprensibili
;
lo
sapremo
,
come
avviene
nel
cinema
,
grazie
ad
un
lungo
,
lunghissimo
flash
-
back
,
ovvero
,
come
si
diceva
una
volta
,
un
passo
indietro
.
E
infatti
il
passo
indietro
lo
facciamo
addirittura
di
cinquant
'
anni
,
nell
'
atmosfera
patriarcale
e
sonnolenta
della
campagna
emiliana
,
all
'
inizio
del
secolo
.
Dunque
,
ben
presto
sapremo
il
motivo
di
quell
'
assassinio
,
di
quella
caccia
all
'
uomo
,
di
quel
fucile
puntato
.
Evidentemente
,
qualcuno
in
quell
'
alba
del
1900
ha
commesso
un
delitto
rimasto
impunito
per
ben
cinquant
'
anni
e
adesso
,
mezzo
secolo
dopo
,
è
chiamato
a
pagarne
il
fio.Ma
no
,
niente
di
tutto
questo
.
Il
proprietario
di
terre
Alfredo
Berlinghieri
sta
aspettando
la
nascita
di
un
nipote
,
erede
del
suo
ingente
patrimonio
terriero
e
la
stessa
attesa
si
verifica
nella
vita
di
Leo
,
vecchio
e
fedele
bracciante
.
Il
Berlin
-
ghieri
è
un
tipico
proprietario
di
terre
paternalista
e
quasi
feudale
.
Come
gli
nasce
il
nipote
,
va
a
cercare
nella
cantina
delle
bottiglie
di
spumante
,
le
mette
in
una
cesta
che
affida
alle
braccia
robuste
di
un
suo
buffone
privato
,
che
va
in
giro
vestito
da
Rigoletto
(
tutto
questo
avviene
il
giorno
della
morte
di
Verdi
,
uomo
-
simbolo
della
vecchia
e
,
almeno
a
giudicare
dal
Berlinghieri
,
retriva
Italia
del
Risorgimento
)
e
fa
una
di
quelle
cose
che
oggi
ci
farebbero
accapponare
la
pelle
dalla
vergogna
e
dal
disagio
,
ma
che
,
allora
,
prima
della
presa
di
coscienza
classista
,
a
quanto
pare
erano
frequenti
e
innocue
;
va
su
un
prato
dove
i
suoi
braccianti
stanno
falciando
l
'
erba
e
offre
a
ciascuno
di
loro
una
bottiglia
affinché
bevano
alla
salute
del
nipote
appena
nato
.
I
braccianti
accettano
,
più
o
meno
;
soltanto
il
vecchio
Leo
,
forse
perché
si
trova
nella
stessa
situazione
del
Berlinghieri
e
non
può
fare
a
meno
di
rendersi
conto
,
pur
nel
suo
lealismo
di
vecchio
schiavo
,
che
la
sorte
dei
due
bambini
sarà
molto
diversa
,
nicchia
e
alla
fine
rifiuta
il
vino
.
Il
Berlinghieri
insiste
,
petulante
,
accorato
,
autoritario
;
alla
fine
Leo
si
rassegna
e
beve
.
Il
Berlinghieri
,
nella
sua
imbecillità
patriarcale
adesso
è
soddisfatto
;
i
miseri
braccianti
dai
volti
screpolati
dalla
fatica
,
puzzolenti
di
sudore
e
di
stalla
,
hanno
bevuto
alla
salute
del
piccolo
vampiro
borghese
che
,
come
già
il
nonno
e
il
padre
,
succhierà
il
loro
sangue
.
E
invece
non
si
rende
conto
che
,
in
quel
prato
,
quella
mattina
,
è
avvenuto
qualche
cosa
di
terribile
,
cioè
la
lotta
di
classe
è
,
ufficialmente
,
cominciata
.
Questa
lotta
di
classe
,
con
alterne
vicende
(
scioperi
,
agitazioni
,
moti
di
piazza
,
socialismo
,
guerra
partigiana
,
da
una
parte
;
patriarcalismo
,
liberalismo
,
fascismo
,
regime
democristiano
dall
'
altra
)
,
arriverà
,
senza
trovare
soluzioni
,
fino
ai
giorni
nostri
.
La
lotta
di
classe
costituisce
la
struttura
portante
di
questo
Novecento
di
Bernardo
Bertolucci
;
ma
non
bisogna
pensare
ad
un
film
collettivo
,
unanimista
.
Novecento
ha
per
protagonista
di
fondo
la
società
italiana
;
ma
questa
società
si
articola
,
appunto
in
base
al
tema
della
lotta
di
classe
,
in
una
folla
di
personaggi
principali
e
secondari
.
Anzi
il
film
racconta
,
o
meglio
vuole
farci
credere
che
racconta
,
la
storia
del
privato
rapporto
dei
due
che
sono
nati
il
giorno
della
morte
di
Verdi
,
il
padrone
Alfredo
e
il
contadino
Olmo
.
Essi
giocano
insieme
,
gareggiano
insieme
in
tante
prove
grandi
e
piccole
,
dalla
forza
del
braccio
alla
lunghezza
del
pene
,
vanno
insieme
alla
guerra
del
1914
(
o
meglio
ci
va
Olmo
,
Alfredo
si
fa
imboscare
)
,
vanno
a
letto
insieme
con
una
puttana
di
paese
,
incontrano
insieme
le
donne
della
loro
vita
(
Olmo
la
maestrina
socialista
Anita
,
Alfredo
la
ricca
,
raffinata
e
velleitaria
Ada
Fiastri
Paulhan
).Intanto
la
lotta
di
classe
continua
imperterrita
e
inevitabile
.
Per
esempio
,
i
padroni
,
di
fronte
alla
minaccia
socialista
,
si
uniscono
;
fanno
in
chiesa
una
sacrilega
colletta
per
finanziate
il
fascismo
;
una
squadraccia
dà
alle
fiamme
la
case
del
popolo
;
i
contadini
riescono
ancora
a
organizzare
un
solenne
funerale
alle
vittime
dei
fascisti
,
ma
sarà
l
'
ultima
protesta
prima
dell
'
affermarsi
della
dittatura
...
La
storia
,
tra
molti
caratteri
variabili
,
ne
ha
uno
costante
:
è
serena
.
Questa
serenità
per
niente
affatto
giustificata
dagli
avvenimenti
per
lo
più
orribili
che
la
storia
ci
racconta
,
deriva
dal
fatto
che
gli
storici
,
si
tratti
di
favoleggiatori
candidi
come
Erodoto
o
di
critici
eruditi
come
Rostowzeff
,
convengono
tutti
di
parlare
di
cose
di
cui
non
hanno
avuto
diretta
e
immediata
esperienza
.
E
infatti
la
credibilità
dello
storico
non
è
di
specie
sentimentale
come
quella
del
romanziere
ma
intellettuale
come
quella
del
critico.In
Novecento
la
serenità
che
è
propria
della
storia
non
c
'
è
perché
Bertolucci
vorrebbe
che
la
sua
scorribanda
in
mezzo
secolo
di
storia
italiana
apparisse
come
una
esperienza
non
già
contemplata
da
lontano
ma
vissuta
e
sofferta
da
vicino
e
per
giunta
vissuta
e
sofferta
come
storia
.
In
maniera
contradditoria
egli
vuole
che
i
personaggi
pur
mentre
vivono
la
loro
esistenza
privata
,
sappiano
di
soffrire
la
storia
in
ogni
loro
anche
minima
azione.Per
ottenere
questo
scopo
Bertolucci
ha
interiorizzato
il
passato
,
o
meglio
ha
sostituito
il
passato
con
la
vicenda
della
sua
vita
interiore
.
Questa
sostituzione
ha
portato
a
risultati
singolari
,
alcuni
convincenti
altri
meno
.
Tra
i
primi
,
bisogna
mettere
il
rapporto
con
la
natura
e
quello
con
il
popolo
.
Il
rapporto
con
la
natura
si
esprime
come
inesauribile
nostalgia
della
campagna
nativa
nei
bellissimi
paesaggi
,
in
molti
particolari
naturali
,
nei
tanti
volti
di
contadini
che
ci
vengono
additati
in
frequenti
primi
piani
.
Il
rapporto
con
il
popolo
si
esprime
,
invece
,
in
maniera
penosa
e
ossessiva
,
in
un
altrettanto
inesauribile
senso
di
colpa
al
quale
dobbiamo
,
oltre
a
molte
scene
crudeli
e
imbarazzanti
come
quella
dello
spumante
,
la
generale
visione
manichea
che
spartisce
il
film
in
due
mondi
:
da
una
parte
il
popolo
idealizzato
in
senso
positivo
,
dall
'
altra
la
borghesia
illuminata
da
una
luce
sinistra
e
disperata
.
Tutta
la
vicenda
,
insomma
,
è
guardata
dall
'
angolo
visuale
di
un
privilegio
sociale
pentito
,
insicuro
,
scosso
.
Più
complicate
si
fanno
le
cose
allorché
Bertolucci
sostituisce
il
passato
con
se
stesso
,
dissociandosi
nei
due
personaggi
di
Alfredo
il
padrone
e
Olmo
il
contadino
.
Il
narcisismo
inevitabile
in
una
simile
operazione
ingenera
un
senso
,
di
freddezza
emblematica
,
come
di
apologo
didascalico
.
L
'
amore
-
odio
di
Alfredo
e
Olmo
così
simbolico
,
non
si
accorda
con
il
contesto
realistico
nel
quale
è
inserito
.
Forse
soltanto
l
'
omosessualità
avrebbe
potuto
dare
un
carattere
di
realtà
al
rapporto
tra
i
due
uomini
.
Ma
allora
sarebbe
saltato
il
messaggio
del
film.Adesso
bisognerebbe
parlare
della
capacità
narrativa
e
,
diciamo
così
,
"
muscolare
"
di
Bernardo
Bertolucci
che
in
questo
film
viene
confermata
al
di
là
del
necessario
.
Ci
limitiamo
a
dire
che
Bertolucci
ha
cercato
disperatamente
di
esprimere
qualche
cosa
che
gli
stava
a
cuore
.
Di
qui
la
sincerità
di
Novecento
,
altro
tratto
curioso
in
un
film
a
sfondo
storico
.
Novecento
è
affollato
di
attori
straordinari
.
La
vecchiaia
borghese
di
Burt
Lancaster
,
quella
popolana
di
Sterling
Hayden
,
la
dignità
dolente
di
Maria
Monti
,
la
naturalezza
simpatica
di
Gerard
Depardieu
,
il
dubbio
intellettuale
di
Robert
De
Niro
,
il
volontarismo
intrepido
di
Stefania
Sandrelli
,
il
filisteismo
trafelato
di
Romolo
Valli
,
la
perversità
provinciale
di
Laura
Betti
,
l
'
erotismo
recitato
di
Dominique
Sanda
,
il
sadismo
subalterno
di
Donald
Sutherland
compongono
,
pur
sullo
sfondo
collettivo
,
un
mosaico
di
situazioni
e
di
vicende
individuali
.
StampaPeriodica ,
Probabilmente
il
mito
di
Pavese
va
spiegato
con
l
'
incapacità
dello
scrittore
di
creare
il
mito
nei
suoi
libri
.
Non
vogliamo
dire
con
questo
che
Pavese
si
è
ucciso
perché
era
consapevole
di
non
essere
riuscito
a
dire
certe
cose
.
Pavese
aveva
della
propria
opera
e
di
se
stesso
un
'
opinione
altissima
,
come
si
può
vedere
nel
diario
.
Ma
,
strano
a
dirsi
,
è
proprio
questa
idea
esagerata
di
se
stesso
che
in
parte
ne
ha
provocato
la
morte
.
Dopo
aver
avuto
il
premio
Strega
ed
aver
scritto
La
luna
e
i
falò
Pavese
ha
deciso
ad
un
tratto
che
aveva
ottenuto
,
in
senso
sociale
e
creativo
,
il
massimo
successo
possibile
e
che
di
conseguenza
non
aveva
più
alcun
motivo
di
vivere
.
Ha
fatto
un
po
'
come
certe
coppie
di
amanti
che
si
ammazzano
perché
sono
convinti
che
il
loro
amore
è
così
perfetto
da
non
poter
essere
coronato
ormai
che
dalla
morte
.
La
verità
,
secondo
noi
,
è
invece
diversa
.
Pavese
non
è
riuscito
a
creare
il
mito
nella
pagina
;
e
il
suo
suicidio
va
interpretato
come
un
tentativo
di
crearlo
nella
vita
.
In
questo
modo
si
spiega
non
soltanto
il
suicidio
ma
anche
la
accurata
fabbricazione
e
preparazione
psicologica
e
culturale
dell
'
atto
disperato
.
E
infatti
l
'
operazione
tristissima
e
orgogliosissima
è
riuscita
.
Il
mito
di
Pavese
,
il
mito
dello
scrittore
che
si
è
ucciso
per
motivi
esistenziali
sopravvivrà
alla
sua
opera
.
Ma
i
motivi
erano
soltanto
apparentemente
esistenziali
.
In
realtà
erano
letterari
.
Niente
illumina
meglio
il
mito
di
Pavese
che
il
suo
rapporto
con
Melville
.
Melville
,
il
mito
l
'
aveva
saputo
creare
nella
pagina
ed
era
morto
nel
suo
letto
.
Il
mito
della
balena
bianca
,
come
tutti
i
miti
della
letteratura
,
nasce
da
una
grandiosa
riflessione
che
ha
le
sue
radici
nel
senso
comune
o
se
si
preferisce
nell
'
inconscio
collettivo
.
La
riflessione
riguarda
il
Bene
e
il
Male
,
l
'
Uomo
e
la
Natura
,
la
Ragione
e
l
'
Irrazionale
e
così
via
.
Ricco
di
senso
comune
,
in
comunicazione
diretta
con
l
'
inconscio
collettivo
,
Melville
,
come
tutti
i
grandi
poeti
,
crea
il
mito
senza
saperlo
e
senza
averne
l
'
intenzione
.
Ciò
che
preme
non
è
creare
il
mito
ma
dire
certe
cose
,
ossia
fornire
una
sua
interpretazione
di
una
visione
del
mondo
che
non
è
sua
,
avendola
ricevuta
in
eredità
dalla
società
di
cui
fa
parte
.
Oggi
si
direbbe
che
Melville
era
,
ingenuamente
e
inconsciamente
,
un
contenutista
.
Saper
criticamente
cos
'
è
un
mito
e
decidere
,
per
così
dire
,
a
freddo
,
cioè
in
base
a
una
riflessione
culturale
,
di
fabbricarne
uno
,
è
invece
il
contrario
del
contenutismo
ingenuo
ed
inconscio
.
È
decadentismo
formalistico
.
A
suo
tempo
ho
scritto
un
articolo
:
«
Pavese
decadente
»
,
che
non
è
piaciuto
agli
ammiratori
di
Pavese
;
ma
oggi
l
'
idea
del
decadentismo
di
Pavese
è
ormai
accettata
.
Cos
'
è
uno
scrittore
decadente
?
È
un
letterato
colto
e
raffinato
ma
egotista
,
sfornito
di
senso
comune
e
senza
rapporti
con
l
'
inconscio
collettivo
.
Questo
letterato
ammira
i
grandi
poeti
creatori
di
miti
e
si
domanda
,
con
ingenuità
:
«
Perché
loro
sì
e
io
no
?
Oltre
tutto
io
sono
in
una
posizione
di
vantaggio
.
Io
so
cos
'
è
il
mito
,
loro
non
lo
sapevano
»
.
Già
,
ma
sapere
,
in
questo
caso
,
vuol
dire
non
potere
.
Tuttavia
il
decadente
ha
pur
sempre
una
maniera
di
creare
il
mito
:
fuori
della
pagina
,
nella
vita
.
Il
caso
di
D
'
Annunzio
è
esemplare
.
Nella
pagina
di
D
'
Annunzio
il
mito
non
c
'
è
.
D
'
Annunzio
,
allora
,
lo
crea
nella
vita
con
le
donne
,
il
lusso
,
le
imprese
militari
,
le
piume
ecc.
Abbiamo
già
detto
che
Pavese
si
è
ucciso
«
anche
»
perché
era
convinto
di
essere
ormai
uno
scrittore
del
tutto
riuscito
e
concluso
.
In
altri
termini
,
Pavese
si
sarebbe
ucciso
per
ingenuità
,
quella
ingenuità
che
è
indispensabile
per
creare
il
mito
.
L
'
ingenuità
di
Pavese
avrebbe
consistito
nel
darsi
la
morte
«
per
la
disperazione
del
successo
»
.
A
riprova
si
confronti
il
suicidio
di
Hemingway
con
quello
di
Pavese
.
Il
suicidio
di
Hemingway
desta
un
'
immensa
pietà
;
ma
non
si
concreta
in
un
mito
perché
l
'
opera
di
Hemingway
è
tanto
più
importante
della
sua
vita
e
della
sua
morte
.
Non
si
parla
oggi
di
Hemingway
come
di
uno
scrittore
che
si
è
ucciso
;
ma
come
di
uno
scrittore
che
ha
scritto
certi
libri
e
poi
,
purtroppo
,
si
è
ucciso
.
Il
mito
di
Pavese
è
invece
quello
dello
scrittore
che
si
uccide
.
Questo
mito
,
in
certo
modo
,
nasconde
l
'
opera
di
Pavese
,
confondendo
le
idee
della
critica
e
dei
lettori
.
Per
coloro
che
non
hanno
bisogno
di
opere
ma
di
miti
,
Pavese
è
un
autore
ideale
.
Così
alla
fine
bisogna
pur
dire
che
il
capolavoro
di
Pavese
è
la
sua
morte
,
cioè
un
evento
che
pur
verificandosi
fuori
della
letteratura
,
«
continua
»
la
letteratura
.
Anche
qui
il
decadentismo
si
conferma
un
'
ultima
volta
,
tragicamente
.
StampaPeriodica ,
Chi
era
,
che
cercava
Pasolini
?
In
principio
c
'
è
stata
,
perché
non
ammetterlo
?
,
l
'
omosessualità
,
intesa
però
nella
stessa
maniera
dell
'
eterosessualità
:
come
rapporto
con
il
reale
,
come
filo
di
Arianna
nel
labirinto
della
vita
.
Pensiamo
un
momento
solo
alla
fondamentale
importanza
che
ha
sempre
avuto
nella
cultura
occidentale
l
'
amore
;
come
dall
'
amore
siano
venute
le
grandi
costruzioni
dello
spirito
,
i
grandi
sistemi
conoscitivi
;
e
vedremo
che
l
'
omosessualità
ha
avuto
nella
vita
di
Pasolini
lo
stesso
ruolo
che
ha
avuto
l
'
eterosessualità
in
quella
di
tante
vite
non
meno
intense
e
creative
della
sua
.
Accanto
all
'
amore
,
in
principio
,
c
'
era
anche
la
povertà
.
Pasolini
era
emigrato
a
Roma
dal
Nord
,
si
guadagnava
la
vita
insegnando
nelle
scuole
medie
della
periferia
.
È
in
quel
tempo
che
si
situa
la
sua
grande
scoperta
:
quella
del
sottoproletariato
,
come
società
rivoluzionaria
,
analoga
alle
società
protocristiane
,
ossia
portatrice
di
un
inconscio
messaggio
di
ascetica
umiltà
da
contrapporre
alla
società
borghese
edonista
e
superba
.
Questa
scoperta
corregge
il
comunismo
,
fino
allora
probabilmente
ortodosso
di
Pasolini
;
gli
dà
il
suo
carattere
definitivo
.
Non
sarà
,
dunque
,
il
suo
,
un
comunismo
di
rivolta
,
e
neppure
illuministico
;
e
ancor
meno
scientifico
;
né
insomma
veramente
marxista
.
Sarà
un
comunismo
populista
,
"
romantico
"
,
cioè
animato
da
una
pietà
patria
arcaica
,
non
comunismo
quasi
mistico
,
radicato
nella
tradizione
e
proiettato
nell
'
utopia
.
È
superfluo
dire
che
un
comunismo
simile
era
fondamentalmente
sentimentale
(
do
qui
alla
parola
"
sentimentale
"
un
senso
esistenziale
,
creaturale
e
irrazionale
)
.
Perché
sentimentale
?
Per
scelta
,
in
fondo
,
culturale
e
critica
;
in
quanto
ogni
posizione
sentimentale
consente
contraddizioni
che
l
'
uso
della
ragione
esclude
.
Ora
Pasolini
aveva
scoperto
molto
presto
che
la
ragione
non
serve
ma
va
servita
.
E
che
soltanto
le
contraddizioni
permettono
l
'
affermazione
della
personalità
.
Ragionare
è
anonimo
;
contraddirsi
,
personale
.
Le
cose
stavano
a
questo
punto
quando
Pasolini
scrisse
Le
ceneri
di
Gramsci
,
La
religione
del
nostro
tempo
,
Ragazzi
di
vita
,
Una
vita
violenta
e
esordì
nel
cinema
con
Accattone
.
In
quel
periodo
,
che
si
può
comprendere
tra
gli
anni
Cinquanta
e
gli
anni
Sessanta
,
Pasolini
riuscì
a
fare
per
la
prima
volta
nella
storia
della
letteratura
italiana
qualche
cosa
di
assolutamente
nuovo
:
una
poesia
civile
di
sinistra
.
La
poesia
civile
era
sempre
stata
a
destra
in
Italia
,
almeno
dall
'
inizio
dell
'
Ottocento
a
oggi
,
cioè
da
Foscolo
,
passando
per
Carducci
su
su
fino
a
D
'
Annunzio
.
I
poeti
italiani
del
secolo
scorso
avevano
sempre
inteso
la
poesia
civile
in
senso
repressivo
,
trionfalistico
ed
eloquente
.
Pasolini
riuscì
a
compiere
un
'
operazione
nuova
e
oltremodo
difficile
:
il
connubio
della
moderna
poesia
decadente
con
l
'
utopia
socialista
.
Forse
una
simile
operazione
era
riuscita
in
passato
soltanto
a
Rimbaud
,
poeta
della
rivoluzione
e
tuttavia
,
in
eguale
misura
,
poeta
del
decadentismo
.
Ma
Rimbaud
era
stato
assistito
da
tutta
una
tradizione
giacobina
e
illuministica
.
La
poesia
civile
di
Pasolini
nasce
invece
miracolosamente
in
una
letteratura
da
tempo
ancorata
su
posizioni
conservatrici
,
in
una
società
provinciale
e
retriva
.
Questa
poesia
civile
raffinata
manieristica
ed
estetizzante
che
fa
ricordare
Rimbaud
e
si
ispirava
a
Machado
e
ai
simbolisti
russi
,
era
tuttavia
legata
all
'
utopia
di
una
rivoluzione
sociale
e
spirituale
che
sarebbe
venuta
dal
basso
,
dal
sottoproletariato
,
quasi
come
una
ripetizione
di
quella
rivoluzione
che
si
era
verificata
duemila
anni
or
sono
con
le
folle
degli
schiavi
e
dei
reietti
che
avevano
abbracciato
il
cristianesimo
.
Pasolini
supponeva
che
le
disperate
e
umili
borgate
avrebbero
coesistito
a
lungo
,
vergini
e
intatte
con
i
cosiddetti
quartieri
alti
,
fino
a
quando
non
fosse
giunto
il
momento
maturo
per
la
distruzione
di
questi
e
la
palingenesi
generale
:
pensiero
,
in
fondo
,
non
tanto
lontano
dalla
profezia
di
Marx
secondo
il
quale
alla
fine
non
ci
sarebbero
stati
che
un
pugno
di
espropriatori
e
una
moltitudine
di
espropriati
che
li
avrebbero
travolti
.
Sarebbe
ingiusto
dire
che
Pasolini
aveva
bisogno
,
per
la
sua
letteratura
,
che
la
cosa
pubblica
restasse
in
questa
condizione
;
più
corretto
è
affermare
che
la
sua
visione
del
mondo
poggiava
sull
'
esistenza
di
un
sottoproletariato
urbano
rimasto
fedele
,
appunto
,
per
umiltà
profonda
e
inconsapevole
,
al
retaggio
di
un
'
antica
cultura
contadina
.
Ma
a
questo
punto
è
sopravvenuto
quello
che
,
in
maniera
curiosamente
derisoria
,
gli
italiani
chiamano
il
"
boom
"
,
cioè
si
è
verificata
ad
un
tratto
l
'
esplosione
del
consumismo
.
E
cos
'
è
successo
col
"
boom
"
in
Italia
,
e
per
contraccolpo
nella
ideologia
di
Pasolini
?
È
successo
che
gli
umili
,
i
sottoproletari
di
Accattone
e
di
Una
vita
violenta
,
quegli
umili
che
nella
Passione
secondo
Matteo
Pasolini
aveva
accostato
ai
cristiani
delle
origini
,
invece
di
creare
i
presupposti
di
una
rivoluzione
apportatrice
di
totale
palingenesi
,
cessavano
di
essere
umili
nel
duplice
senso
di
psicologicamente
modesti
e
di
socialmente
inferiori
per
diventare
un
'
altra
cosa
.
Essi
continuavano
naturalmente
ad
essere
miserabili
,
ma
sostituivano
la
scala
di
valori
contadina
con
quella
consumistica
.
Cioè
,
diventavano
,
a
livello
ideologico
,
dei
borghesi
.
Questa
scoperta
della
borghesizzazione
dei
sottoproletari
è
stata
per
Pasolini
un
vero
e
proprio
trauma
politico
,
culturale
e
ideologico
.
Se
i
sottoproletari
delle
borgate
,
i
ragazzi
che
attraverso
il
loro
amore
disinteressato
gli
avevano
dato
la
chiave
per
comprendere
il
mondo
moderno
,
diventavano
ideologicamente
dei
borghesi
prim
'
ancora
di
esserlo
davvero
materialmente
,
allora
tutto
crollava
,
a
cominciare
dal
suo
comunismo
populista
e
cristiano
.
I
sottoproletari
del
Quarticciolo
erano
,
oppure
aspiravano
,
il
che
faceva
lo
stesso
,
ad
essere
dei
borghesi
;
allora
erano
o
aspiravano
a
diventare
borghesi
anche
i
sovietici
che
pure
avevano
fatto
la
rivoluzione
nel
1917
,
anche
i
cinesi
che
avevano
lottato
per
più
di
un
secolo
contro
l
'
imperialismo
,
anche
i
popoli
del
Terzo
mondo
che
una
volta
si
erano
configurati
come
la
grande
riserva
rivoluzionaria
del
mondo
.
Non
è
esagerato
dire
che
il
comunismo
irrazionale
di
Pasolini
non
si
è
più
risollevato
dopo
questa
scoperta
.
Pasolini
è
rimasto
,
questo
sì
,
fedele
all
'
utopia
,
ma
intendendola
come
qualche
cosa
che
non
aveva
più
alcun
riscontro
nella
realtà
e
che
di
conseguenza
era
una
specie
di
sogno
da
vagheggiare
e
da
contemplare
ma
non
più
da
realizzare
e
tanto
meno
da
difendere
e
imporre
come
progetto
alternativo
e
inevitabile
.
Da
quel
momento
Pasolini
non
avrebbe
più
parlato
a
nome
dei
sottoproletari
contro
i
borghesi
,
ma
a
nome
di
se
stesso
contro
l
'
imborghesimento
generale
.
Lui
solo
contro
tutti
.
Di
qui
l
'
inclinazione
a
privilegiare
la
vita
pubblica
,
purtroppo
borghese
,
rispetto
alla
vita
interiore
,
legata
all
'
esperienza
dell
'
umiltà
.
Nonché
una
certa
ricerca
dello
scandalo
non
già
a
livello
del
costume
ma
a
quello
della
ragione
.
Pasolini
non
voleva
scandalizzare
la
borghesia
,
troppo
consumistica
ormai
per
non
consumare
anche
lo
scandalo
.
Lo
scandalo
era
diretto
contro
gli
intellettuali
,
che
,
loro
sì
,
non
potevano
fare
a
meno
di
credere
ancora
nella
ragione
.
Di
qui
pure
un
continuo
intervento
nella
discussione
pubblica
,
basato
su
una
sottile
e
brillante
ammissione
,
difesa
e
affermazione
delle
proprie
contraddizioni
.
Ancora
una
volta
Pasolini
si
teneva
alla
propria
esistenzialità
,
alla
propria
creaturalità
.
Solo
che
un
tempo
l
'
aveva
fatto
per
sostenere
l
'
utopia
del
sottoproletariato
salvatore
del
mondo
;
e
oggi
lo
faceva
per
criticare
la
società
consumista
e
l
'
edonismo
di
massa
.
Aveva
scoperto
che
il
consumismo
era
penetrato
ormai
ben
dentro
l
'
amata
civiltà
contadina
.
Ciononostante
,
questa
scoperta
non
l
'
aveva
allontanato
dai
luoghi
e
dai
personaggi
che
un
tempo
,
grazie
ad
una
straordinaria
esplosione
poetica
,
l
'
avevano
così
potentemente
aiutato
a
crearsi
la
propria
visione
del
mondo
.
Affermava
in
pubblico
che
la
gioventù
era
immersa
in
un
ambiente
criminaloide
di
massa
;
ma
in
privato
,
a
quanto
pare
,
si
illudeva
pur
sempre
che
ci
potessero
essere
delle
eccezioni
a
questa
regola
.
La
sua
fine
è
stata
al
tempo
stesso
simile
alla
sua
opera
e
dissimile
da
lui
.
Simile
perché
egli
ne
aveva
già
descritto
,
nei
suoi
romanzi
e
nei
suoi
film
,
le
modalità
squallide
e
atroci
,
dissimile
perché
egli
non
era
uno
dei
suoi
personaggi
bensì
una
figura
centrale
della
nostra
cultura
,
un
poeta
che
aveva
segnato
un
'
epoca
,
un
regista
geniale
,
un
saggista
inesauribile
.