StampaQuotidiana ,
La
frode
del
4
per
mille
è
stata
bloccata
:
ma
,
frattanto
,
ha
riportato
l
'
attenzione
del
pubblico
sul
problema
del
finanziamento
ai
partiti
.
I
contribuenti
non
sembrano
entusiasti
di
devolvere
una
parte
di
quanto
versato
in
imposte
a
questo
scopo
(
gestito
con
criteri
automatici
)
,
anche
se
non
ci
rimettono
nulla
.
Ancor
meno
entusiasti
forse
sarebbero
,
se
si
rendessero
conto
che
c
'
è
un
'
altra
via
,
più
subdola
,
attraverso
cui
finanziano
i
partiti
:
la
retribuzione
ai
parlamentari
di
ogni
ordine
e
grado
.
Di
fatto
,
consiglieri
regionali
,
deputati
e
senatori
,
parlamentari
europei
sono
pagati
dall
'
erario
,
ma
svolgono
per
i
partiti
compiti
che
costerebbero
moltissimo
se
dovessero
essere
retribuiti
a
professionisti
ad
hoc
.
Un
po
'
di
lavoro
dei
membri
dei
corpi
elettivi
è
svolto
nelle
commissioni
(
a
parte
chi
lavora
a
tempo
pieno
per
il
governo
o
la
giunta
)
;
ma
l
'
attività
più
intensa
è
svolta
a
favore
del
partito
,
e
vale
assai
più
della
modesta
percentuale
sugli
emolumenti
,
che
l
'
eletto
versa
in
denaro
.
Difficilmente
uno
impegna
una
sua
specifica
competenza
nell
'
elaborare
le
leggi
:
quasi
sempre
si
limita
a
votarle
,
seguendo
le
indicazioni
del
capogruppo
.
Quando
non
lo
fa
,
è
perché
c
'
è
stato
un
equivoco
:
o
,
peggio
,
perché
è
indisciplinato
e
segue
le
indicazioni
di
qualcun
altro
.
Sotto
questo
riguardo
,
la
pratica
dei
"
pianisti
"
si
potrebbe
generalizzare
:
ad
ogni
elezione
basterebbe
assegnare
a
ciascun
partito
un
peso
proporzionale
ai
voti
ricevuti
,
e
poi
far
premere
il
tasto
da
un
solo
incaricato
.
L
'
eloquenza
parlamentare
ne
soffrirebbe
,
ma
si
otterrebbe
un
'
economia
e
si
avrebbe
,
fra
l
'
altro
,
il
vantaggio
di
evitare
ribaltoni
.
I
partiti
,
tuttavia
,
ci
perderebbero
:
verrebbe
loro
mancare
la
collaborazione
di
persone
preziose
per
l
'
elaborazione
della
linea
politica
.
Infatti
,
mentre
le
aule
sono
spesso
deserte
o
quasi
,
i
parlamentari
si
lamentano
di
condurre
una
vita
faticosa
,
impegnati
dal
mattino
alla
sera
in
riunioni
interminabili
,
al
cui
risultato
non
hanno
interesse
.
Peggio
:
se
lo
hanno
,
non
riescono
a
farlo
prevalere
.
Per
questo
la
maggioranza
di
loro
-
di
cui
il
pubblico
non
conosce
neppure
il
nome
-
viene
qualificata
con
la
qualifica
di
"
peones
"
.
Ma
lo
Stato
spende
per
loro
e
per
chi
li
aiuta
somme
ingenti
,
e
dà
l
'
impressione
che
siano
dei
privilegiati
sociali
.
Con
ciò
non
voglio
esprimere
alcun
giudizio
morale
o
tecnico
negativo
:
dico
soltanto
che
buona
parte
di
ciò
che
lo
Stato
o
le
regioni
spendono
per
i
parlamentari
va
considerata
come
una
forma
di
finanziamento
ai
partiti
.
Del
resto
,
in
certo
senso
dovuta
,
se
la
politica
si
elabora
in
sede
di
partito
e
non
di
assemblea
.
I
propositi
di
ridurre
il
numero
di
parlamentari
sono
accolti
,
perciò
,
con
sfavore
,
non
solo
da
chi
ambisce
a
quelle
funzioni
,
ma
soprattutto
da
chi
ha
la
responsabilità
di
un
partito
e
si
domanda
(
con
angoscia
crescente
dopo
tangentopoli
)
con
quali
mezzi
e
con
quali
aiuti
vi
farà
fronte
.
L
'
obiettivo
dei
partiti
tocca
il
tema
cruciale
del
loro
rapporto
con
la
democrazia
,
la
cui
degenerazione
è
espressa
con
una
crasi
linguisticamente
scorretta
,
ma
appunto
perciò
appropriata
:
partitocrazia
.
Se
la
politica
è
elaborata
all
'
interno
dei
partiti
,
anziché
nelle
sue
sedi
istituzionali
,
è
naturale
che
i
partiti
la
trattino
come
cosa
loro
e
pretendano
di
esserne
pagati
.
Però
,
visto
che
la
Costituzione
tratta
i
partiti
come
enti
privati
,
meglio
sarebbe
se
li
gestissero
i
privati
con
fondi
privati
,
e
con
quella
"
trasparenza
"
che
è
bene
tener
ferma
,
ma
su
cui
è
il
caso
di
non
far
troppo
conto
,
viste
le
stravaganze
cui
dà
luogo
(
pur
in
società
così
diverse
tra
loro
come
l
'
americana
e
la
russa
)
quando
la
si
pretende
perfetta
.
Basta
che
non
si
esageri
:
ossia
che
gli
eletti
non
credano
che
i
loro
doveri
pubblici
siano
sostituibili
del
tutto
con
compiti
privati
.
Ora
,
tra
sei
mesi
,
i
partiti
avranno
una
ghiotta
occasione
per
concorrere
a
questa
forma
di
finanziamento
:
le
elezioni
europee
.
Strasburgo
è
meno
assorbente
di
Roma
,
e
non
ha
la
facoltà
neppur
formale
di
prendere
decisioni
operative
.
Perciò
è
giusto
che
i
parlamentari
europei
lavorino
più
degli
altri
per
il
partito
,
senza
il
quale
,
tra
l
'
altro
,
avrebbero
molta
più
difficoltà
a
farsi
eleggere
.
Ma
appunto
perciò
è
convenienza
dei
partiti
scegliere
candidati
affidabili
e
forniti
di
prestigio
.
Evitando
,
inoltre
,
di
accollare
più
mansioni
parlamentari
a
uno
stesso
soggetto
:
sia
perché
il
titolare
di
più
mandati
contemporanei
non
avrebbe
modo
di
dedicarsi
al
partito
senza
trascurare
del
tutto
i
suoi
doveri
pubblici
,
sia
perché
,
in
quel
caso
,
in
luogo
di
due
parlamentari
da
utilizzare
il
partito
ne
avrebbe
uno
solo
.