StampaQuotidiana ,
"
Caro
Fortebraccio
,
la
Tv
italiana
(
rete
2
)
ha
trasmesso
la
sera
dell'8
gennaio
scorso
,
in
diretta
da
Vienna
,
la
Carmen
di
Bizet
.
Nell
'
intervallo
il
regista
Franco
Zeffirelli
ha
rilasciato
una
dichiarazione
sulla
vitalità
dell
'
opera
lirica
ai
nostri
giorni
,
che
suonava
pressappoco
così
:
nell
'
Europa
occidentale
la
lirica
non
è
molto
seguita
,
mentre
nei
Paesi
socialisti
essa
è
tenuta
in
grande
considerazione
ed
ha
un
vasto
pubblico
di
affezionati
.
'
La
circostanza
forse
si
spiega
col
fatto
che
i
regimi
dell
'
Est
impediscono
ai
cittadini
di
parlare
ma
li
lasciano
cantare
'
.
Non
ti
sembra
che
Zeffirelli
,
elaborando
ed
esprimendo
un
pensiero
così
elevato
e
originale
,
abbia
manifestato
in
maniera
sublime
la
profondità
della
sua
cultura
e
una
sensibilità
originale
,
soprattutto
come
'
uomo
di
teatro
'
?
Tuo
Valentino
Bucci
-
Ancona
"
.
Caro
compagno
Bucci
,
la
domanda
che
io
mi
faccio
,
dopo
aver
letta
la
dichiarazione
del
signor
Zeffirelli
,
è
diversa
dalla
tua
,
e
riguarda
l
'
impudenza
,
addirittura
svergognata
,
di
questo
ganimede
baciapile
,
regista
da
cioccolatini
.
Nessuno
nega
e
può
negare
che
la
repressione
del
"
dissenso
dell
'
Est
"
sia
da
condannare
,
e
nessuno
può
,
né
deve
,
proibire
anche
a
uno
Zeffirelli
di
proclamarsene
avverso
.
Ma
è
chiaro
che
egli
parla
da
italiano
,
in
funzione
anticomunista
italiana
e
,
idealmente
,
si
pronuncia
da
Roma
,
dove
credo
che
viva
.
Orbene
:
proprio
a
Roma
sono
state
ben
sedici
,
finora
,
le
vittime
del
terrorismo
e
in
tutta
Italia
si
lamentano
morti
ammazzati
,
rapimenti
,
rapine
,
ferimenti
,
agguati
.
La
scuola
è
in
sfacelo
,
gli
ospedali
non
funzionano
,
i
disoccupati
raggiungono
í
due
milioni
e
a
Napoli
muoiono
decine
di
bambini
,
uccisi
,
prima
ancora
che
dalla
malattia
,
dalla
miseria
,
dalla
sporcizia
e
dall
'
abbandono
.
Si
sta
ancora
celebrando
il
processo
per
una
strage
terroristica
avvenuta
dieci
anni
fa
,
gli
imputati
fuggono
e
i
responsabili
veri
sono
sempre
da
trovare
,
mentre
sappiamo
tutti
benissimo
dove
bisognerebbe
andarli
a
prendere
.
Il
signor
Zeffirelli
è
uno
dei
maggiori
corifei
,
tra
i
meglio
pagati
naturalmente
(
perché
su
questo
punto
i
classici
del
"
dissenso
"
non
mollano
mai
)
,
di
quella
ganga
di
lor
signori
alla
quale
risale
,
diretta
o
indiretta
,
la
responsabilità
dello
sfascio
di
questo
Paese
,
che
ha
il
triste
primato
del
terrorismo
,
della
violenza
,
dello
sfruttamento
,
dell
'
iniquità
.
E
questo
miserevole
calligrafo
,
dall
'
abisso
che
egli
stesso
ha
aiutato
a
cavare
,
osa
alzare
la
voce
(
unicamente
per
colpire
noi
,
comunisti
italiani
)
contro
Paesi
dai
quali
,
del
resto
,
la
classe
alla
quale
lo
Zeffirelli
degnamente
appartiene
avrebbe
infinite
cose
da
imparare
:
ordine
,
giustizia
,
operosità
,
possibilità
,
aperte
a
tutti
,
di
elevazione
morale
e
sociale
.
Il
signor
Zeffirelli
è
uno
spudorato
,
caro
compagno
;
e
io
gli
auguro
,
per
il
suo
bene
,
che
sia
incapace
di
vergognarsi
quanto
meriterebbe
la
sua
bassezza
.
StampaQuotidiana ,
Ieri
,
sul
suo
"
Geniale
"
,
il
nostro
amico
-
avversario
senza
remissione
Indro
Montanelli
ha
,
come
si
usa
dire
a
Milano
,
"
dato
fuori
"
contro
i
comunisti
.
Gliene
ha
dato
occasione
la
manifestazione
svoltasi
nel
Duomo
ambrosiano
e
nella
piazza
antistante
per
le
esequie
del
giudice
Alessandrini
,
una
manifestazione
che
-
ha
scritto
a
guisa
di
premessa
l
'
incauto
Montanelli
-
"
ci
ha
commosso
per
la
sua
compostezza
e
solennità
.
La
folla
che
vi
era
convenuta
,
vi
era
convenuta
per
qualcosa
di
profondamente
sentito
;
la
sua
partecipazione
era
autentica
,
autentici
lo
sdegno
e
la
condanna
che
la
ispiravano
"
.
Ma
subito
dopo
,
con
una
svolta
tipica
dei
nevrotici
,
il
direttore
del
"
Geniale
"
si
fa
travolgere
da
un
furore
insolito
persino
in
lui
,
che
ai
furori
anticomunisti
si
abbandona
molto
spesso
,
perché
ha
notato
sul
sagrato
del
Duomo
"
un
maneggiare
di
bandiere
e
di
striscioni
rossi
"
,
ciò
che
gli
conferisce
la
certezza
(
rabbiosissima
)
che
noi
comunisti
abbiamo
voluto
far
passare
il
compianto
giudice
per
uno
dei
nostri
,
consumando
anche
in
questa
occasione
una
"
delle
usurpazioni
e
delle
confische
"
in
cui
siamo
maestri
.
(
Usurpazione
e
confisca
della
Resistenza
,
della
democrazia
e
persino
dell
'
antistalinismo
.
Montanelli
non
aggiunge
,
giustamente
,
la
confisca
delle
sciocchezze
,
perché
quella
,
come
si
vede
,
l
'
abbiamo
lasciata
interamente
a
lui
)
.
Eppure
il
direttore
del
"
Geniale
"
,
come
abbiamo
riferito
sopra
,
avevo
cominciato
col
constatare
che
la
cerimonia
lo
aveva
addirittura
commosso
perla
sua
compostezza
e
per
la
sua
spontaneità
,
entrambe
autentiche
.
Che
cosa
significa
questo
?
Significa
che
ogni
e
qualsivoglia
tentativo
di
strumentalizzazione
,
da
parte
nostra
,
può
essere
escluso
che
i
comunisti
,
intervenendo
alla
manifestazione
con
bandiere
e
striscioni
,
hanno
voluto
,
per
così
dire
,
doppiamente
parteciparvi
:
e
come
singole
persone
e
come
membri
delle
loro
organizzazioni
,
rappresentate
appunto
dai
relativi
simboli
.
Chi
ha
impedito
agli
altri
,
non
comunisti
,
di
fare
altrettanto
dal
canto
loro
?
I
colpa
dei
comunisti
se
Montanelli
non
ha
notato
l
'
altro
ieri
in
piazza
del
Duomo
anche
bandiere
e
striscioni
bianchi
,
verdi
,
gialli
,
e
garofani
ed
edere
e
rose
?
Il
direttore
del
"
Geniale
"
conclude
la
sua
scenata
con
un
durissimo
:
"
basta
"
.
Ma
basta
che
cosa
,
bello
mio
?
Basta
ai
comunisti
che
si
presentano
con
le
loro
facce
,
le
loro
bandiere
e
la
loro
democrazia
di
gente
pulita
,
tutte
cose
che
non
gli
invidierete
mai
abbastanza
?
Caro
Montanelli
,
lei
non
è
soltanto
un
matto
,
com
'
è
chiaro
,
è
anche
un
tempista
,
perché
se
c
'
era
un
momento
per
dirci
"
basta
"
è
proprio
quello
che
lei
ha
scelto
.
Si
figuri
,
direttore
amatissimo
,
che
,
democraticamente
s
'
intende
,
abbiamo
cominciato
a
comparire
sempre
più
spesso
,
proprio
adesso
,
con
bandiere
grandi
come
piazza
della
Repubblica
e
con
striscioni
lunghi
come
corso
Cicchitto
,
già
Lenin
.
StampaQuotidiana ,
Secondo
noi
,
ha
avuto
ragione
«
Il
Popolo
»
ieri
,
che
si
è
preoccupato
,
a
proposito
delle
mille
voci
che
corrono
sulla
evasione
del
Celio
,
di
farne
anche
,
se
non
principalmente
,
una
questione
di
buona
creanza
.
«
Proprio
per
questo
»
ha
scritto
tra
l
'
altro
il
giornale
democristiano
in
un
suo
corsivo
editoriale
«
troviamo
non
solo
di
pessimo
gusto
,
ma
anche
moralmente
e
politicamente
immotivata
e
irresponsabile
la
campagna
scandalistica
che
da
alcune
parti
si
cerca
di
montare
sul
"caso"...»
Sì
,
veramente
,
non
siamo
gentili
.
Ci
sono
laggiù
,
che
ancora
non
riposano
,
335
patrioti
massacrati
alle
Fosse
Ardeatine
da
un
assassino
più
che
spietato
,
disumano
,
che
ora
è
fuggito
sotto
gli
occhi
complici
(
sì
,
complici
,
non
disattenti
o
inesperti
)
di
chi
doveva
sorvegliarlo
in
basso
e
in
alto
(
soprattutto
in
alto
)
,
e
noi
commettiamo
la
scortesia
-
come
ci
rimprovera
«
Il
Popolo
»
-
di
voler
conoscere
la
verità
tutta
quanta
sul
«
caso
»
,
come
lo
chiama
finemente
lui
;
e
siamo
così
volgari
da
raccogliere
anche
i
pettegolezzi
,
se
possono
servire
in
qualche
modo
a
illuminarci
contro
chi
vuole
deliberatamente
,
consapevolmente
,
tenerci
al
buio
.
Per
esempio
:
si
è
letto
ieri
che
non
tutti
i
pareri
concordano
sulla
diagnosi
disastrosa
pronunciata
a
suo
tempo
dai
medici
sulle
condizioni
del
prigioniero
.
Non
accusiamo
nessuno
,
non
siamo
in
grado
di
farlo
.
Ma
abbiamo
il
diritto
di
porre
una
domanda
:
ci
si
preoccupò
di
sapere
come
la
pensavano
anche
in
politica
questi
clinici
?
Viviamo
in
un
Paese
dove
migliaia
di
parroci
e
di
padroni
hanno
per
anni
schedato
(
e
forse
tuttora
schedano
)
operai
e
fedeli
,
prima
di
ammetterli
al
torchio
o
in
chiesa
.
E
non
parliamo
dei
cosiddetti
servizi
segreti
.
Si
è
pensato
di
assicurarsi
che
medici
,
assistenti
,
sorveglianti
di
Kappler
non
fossero
per
caso
,
bravura
a
parte
,
fascisti
?
Un
Terracini
,
un
Pertini
ci
avrebbero
sicuramente
pensato
.
Guardateli
in
faccia
,
si
vede
subito
.
Ma
guardate
in
faccia
Lattanzio
:
vi
pare
che
costui
abbia
una
faccia
da
antinazista
o
anche
soltanto
da
antifascista
?
Per
la
sua
età
,
direte
,
non
ha
potuto
esserlo
.
Ma
ai
vent
'
anni
del
fascismo
sono
seguiti
questi
trent
'
anni
,
in
cui
un
uomo
di
governo
avrebbe
avuto
il
dovere
di
diventarlo
.
Invece
eccolo
lì
,
Lattanzio
,
a
,
comportarsi
come
avete
visto
e
sentito
in
questi
giorni
.
E
un
uomo
di
pezza
.
E
non
usiamo
un
'
altra
parola
che
ci
starebbe
meglio
,
perché
«
Il
Popolo
»
ci
invita
al
buon
gusto
e
perché
noi
stessi
,
del
resto
,
teniamo
a
praticarlo
.
Ma
ci
soffriamo
molto
.
StampaQuotidiana ,
I
giornali
di
ieri
hanno
riferito
che
,
contrariamente
ai
timori
espressi
unanimemente
dagli
ambienti
laici
e
democratici
,
e
dalla
stampa
che
ne
è
portavoce
,
il
papa
è
intervenuto
al
Palasport
di
Roma
alla
festa
dei
Focolari
(
come
era
in
programma
)
e
vi
ha
parlato
da
quel
sacerdote
che
è
-
e
che
non
dovrebbe
mai
cessare
di
essere
-
pronunciandovi
un
discorso
«
tutto
religioso
»
,
come
lo
ha
definito
«
Il
Messaggero
»
.
Non
stiamo
a
chiederci
(
ciò
che
potrebbe
apparire
inutilmente
puntiglioso
)
se
questo
sia
avvenuto
in
seguito
alla
generale
sollevazione
provocata
dagli
ultimi
interventi
del
pontefice
a
Sotto
il
Monte
e
a
Bergamo
,
veri
e
propri
comizi
.
Limitiamoci
a
constatare
che
domenica
al
Palasport
il
papa
ha
fatto
il
papa
e
non
il
propagandista
elettorale
:
gliene
diamo
atto
volentieri
e
ci
auguriamo
-
e
gli
auguriamo
-
che
continui
così
.
Ma
non
c
'
è
soltanto
Giovanni
Paolo
II
.
Ci
sono
anche
tanti
altri
preti
di
vario
grado
che
si
occupano
dell
'
ormai
prossimo
referendum
sull
'
aborto
e
noi
ci
accontenteremo
-
per
oggi
-
di
citare
uno
dei
maggiori
tra
essi
e
forse
il
più
noto
:
quel
cardinale
Giuseppe
Siri
,
arcivescovo
di
Genova
,
che
ha
già
scritto
per
tutte
le
chiese
della
sua
Diocesi
un
appello
da
leggersi
domenica
10
(
a
una
settimana
dal
voto
)
,
al
confronto
col
quale
i
passati
e
tanto
deplorati
interventi
del
papa
sembrano
lievi
e
languide
allusioni
,
platonici
incitamenti
e
carezzevoli
accenni
,
tali
da
farci
ricordare
quei
trepidi
versi
di
Di
Giacomo
,
che
parevano
sparire
come
in
un
soffio
:
«
Nu
pianefforte
e
'
notte
sona
luntanamente
...
»
.
Qui
c
'
è
ben
altro
.
Qui
Siri
«
ordina
»
come
si
deve
votare
e
ne
indica
addirittura
il
modo
con
smaccata
anzi
sfrontata
violazione
della
legge
elettorale
.
C
'
è
qualcuno
che
ha
fatto
notare
all
'
arcivescovo
di
Genova
che
questo
è
un
vero
e
proprio
reato
e
che
gli
ha
ingiunto
di
ritirare
la
sua
lettera
?
Ma
in
fondo
il
cardinale
Siri
dà
un
colore
di
classe
(
noi
lo
sospettavamo
fondatamente
)
alla
campagna
del
Movimento
per
la
vita
che
pure
conta
anche
chi
vi
aderisce
con
sincerità
di
cuore
e
con
disinteresse
.
Ma
Siri
è
colui
che
una
volta
,
parlando
a
ricchi
signori
,
disse
:
«
Homo
sine
pecunia
,
imago
mortis
»
,
l
'
uomo
senza
soldi
è
l
'
immagine
della
morte
.
Questo
«
sì
»
alla
cancellazione
della
legge
194
piace
a
coloro
che
hanno
denari
,
che
possono
pagarsi
i
cucchiai
d
'
oro
.
Forse
il
cardinale
Siri
dice
tra
sé
:
«
Femina
(
o
mulier
)
cum
pecunia
,
imago
vitae
»
,
perché
gli
piace
un
mondo
nel
quale
i
ricchi
comandino
.
Anche
peccando
,
ma
Iddio
è
misericordioso
;
e
poi
ci
sono
dei
cardinali
per
i
quali
i
conti
correnti
valgono
anche
lassù
.
StampaQuotidiana ,
Noi
crediamo
nella
vita
ultraterrena
-
e
se
qualche
compagno
arriccia
il
naso
,
si
rilegga
,
per
favore
,
l
'
art.
2
del
nostro
statuto
-
e
crediamo
anche
che
,
giunti
che
saremo
lassù
,
il
Padreterno
ci
sottoporrà
a
un
processo
perché
gli
confermiamo
personalmente
come
ci
siamo
comportati
in
vita
.
Lo
speriamo
,
anzi
,
perché
abbiamo
nella
manica
una
carta
sicuramente
vincente
.
Gli
diremo
,
infatti
,
che
quando
eravamo
vivi
abbiamo
letto
tutti
gli
scritti
dell
'
ing.
Ronchey
,
anche
adesso
che
,
da
qualche
tempo
,
compaiono
su
"
la
Repubblica
"
senza
quella
sua
foto
che
bastava
da
sola
a
renderli
così
leggeri
e
lieti
.
Udita
questa
nostra
confessione
il
Signore
-
non
senza
commiserarci
-
sentenzierà
che
ci
spetta
il
paradiso
,
il
quale
deve
essere
noiosissimo
,
col
solo
vantaggio
-
se
c
'
è
una
giustizia
-
che
non
vi
incontreremo
mai
l
'
arcivescovo
Marcinkus
.
Iddio
che
è
(
non
ci
stancheremo
mai
di
dirlo
)
filocomunista
,
ha
sempre
mandato
all
'
inferno
i
banchieri
e
predilige
i
metalmeccanici
,
anche
se
costoro
non
lo
sanno
.
Ogni
tanto
però
-
raramente
,
si
capisce
-
la
nostra
pazienza
viene
premiata
e
ciò
accade
quando
l
'
ing.
Ronchey
(
il
quale
,
solitamente
,
scrive
lo
stesso
articolo
,
sicuro
com
'
è
che
nessuno
ha
mai
letto
i
precedenti
)
viene
folgorato
da
una
idea
come
è
accaduto
nel
suo
scritto
,
su
"
la
Repubblica
"
di
ieri
,
dove
a
un
certo
punto
(
verso
la
fine
:
le
cose
bisogna
meritarsele
)
dice
che
Spadolini
è
un
"
esausto
mediatore
"
.
Ecco
una
buona
definizione
e
probabilmente
il
presidente
del
Consiglio
è
effettivamente
un
"
esausto
mediatore
"
,
ma
riuscite
a
immaginare
uno
Spadolini
attorniato
da
ministri
che
andassero
d
'
accordo
e
che
non
avessero
più
bisogno
di
mediatori
o
,
se
preferite
,
di
pacieri
?
Come
arriverebbe
a
sera
,
quel
poveretto
?
La
nostra
(
personale
,
s
'
intende
)
convinzione
è
che
il
sen.
Spadolini
quando
compie
una
mediazione
è
sorretto
da
questa
sola
speranza
:
che
si
tratti
di
una
mediazione
effimera
,
in
modo
che
il
giorno
dopo
o
magari
addirittura
qualche
ora
dopo
sia
chiamato
a
comporre
un
nuovo
dissidio
,
così
ha
da
lavorare
,
l
'
odio
essendo
,
come
dice
il
proverbio
,
il
padre
del
pentapartito
.
Ora
aspettiamo
il
nuovo
articolo
dell
'
Ingegnere
su
"
la
Repubblica
"
.
Ne
scrive
uno
la
settimana
e
sono
sempre
così
spontanei
,
così
sorgivi
,
così
di
getto
che
sembrano
partoriti
tutti
col
taglio
cesareo
.
Ma
se
,
come
ci
permettiamo
di
suggerirgli
,
manda
quello
di
un
anno
fa
,
che
non
ricordiamo
più
se
fosse
dedicato
alla
vita
degli
insetti
o
alla
situazione
dei
partiti
,
nessuno
se
ne
accorgerà
.
Per
la
foto
non
si
preoccupi
,
Ingegnere
.
Ne
abbiamo
già
una
appesa
al
muro
tra
quelle
di
Marilyn
Monroe
e
di
Cary
Grant
.
StampaQuotidiana ,
Mercoledì
abbiamo
scritto
il
nostro
solito
corsivo
comparso
ieri
dedicato
al
segretario
del
PSDI
,
on.
Pietro
Longo
,
rientrato
dalla
Cina
,
dopo
aver
visto
che
"
L
'
Umanità
"
,
organo
del
partito
socialdemocratico
,
non
recava
l
'
intervista
a
Longo
,
promessaci
da
un
anonimo
collega
che
,
curioso
di
"
conoscere
i
particolari
dell
'
interessantissimo
viaggio
"
,
non
se
la
sentiva
di
"
disturbare
"
il
suo
supremo
dirigente
e
si
proponeva
di
interrogarlo
più
tardi
.
Ma
neanche
ieri
l
'
intervista
è
apparsa
e
poiché
nel
PSDI
c
'
è
una
"
talpa
"
,
noi
ora
siamo
in
grado
di
affermare
che
Longo
in
Cina
non
c
'
è
mai
stato
e
che
lunedì
,
passando
per
Fiumicino
,
arrivava
da
Grottaferrata
.
Temperamento
intrepido
,
viaggiatore
instancabile
,
non
è
la
prima
volta
che
Pietro
Longo
si
allontanava
per
luoghi
lontani
:
al
suo
partito
ricordano
ancora
quella
volta
,
molti
anni
fa
,
che
andò
fino
a
Genzano
,
dove
del
resto
nessuno
lo
vide
.
Rientrato
col
favore
della
notte
,
si
rimise
subito
al
"
suo
tavolo
di
lavoro
"
,
presso
la
sede
del
PSDI
,
rimanendovi
per
ben
due
giorni
intento
a
sbrigare
pratiche
urgenti
,
tanto
è
vero
che
dall
'
anticamera
giungeva
il
suono
sibilante
di
un
ininterrotto
russare
.
Segno
inconfondibile
,
per
i
suoi
intimi
,
che
il
segretario
pensa
,
il
letargo
essendo
del
tutto
simile
,
nei
socialdemocratici
,
alla
attività
.
L
'
altro
ieri
,
infatti
,
"
L
'
Umanità
"
recava
in
prima
pagina
,
con
grande
rilievo
,
questa
notizia
:
"
Cooperatori
del
PSDI
-
domani
da
Longo
"
,
lasciando
intendere
che
tutti
insieme
avrebbero
fatto
una
bella
dormita
e
ieri
,
sempre
il
medesimo
quotidiano
e
sempre
inquadrato
,
in
prima
pagina
,
portava
questo
titolo
:
"
Problemi
della
Sardegna
-
all
'
attenzione
di
Longo
"
,
il
che
ci
conferma
che
la
cosa
è
come
immaginavamo
rilevante
e
memorabile
,
essendo
difficilissimo
ottenere
che
il
massimo
esponente
socialdemocratico
(
escluso
il
sen.
Saragat
che
fa
la
regina
madre
)
abbandoni
anche
per
brevi
istanti
i
suoi
studi
prediletti
,
consistenti
nella
lettura
delle
annate
della
"
Settimana
enigmistica
"
.
Speriamo
che
abbiate
notato
che
l
'
organo
del
PSDI
,
conscio
dell
'
importanza
storica
dell
'
evento
,
ha
pubblicato
la
foto
dello
"
scambio
di
vedute
"
tra
Longo
e
Puletti
,
da
non
confondersi
col
loro
primo
incontro
,
che
avvenne
parecchi
anni
or
sono
a
Frascati
.
C
'
era
lì
Ruggero
Puletti
al
caffè
e
si
gingillava
con
un
cucchiaino
,
ciò
che
mise
in
sospetto
il
segretario
del
PSDI
sulla
natura
spontaneamente
socialdemocratica
dello
sconosciuto
.
Ma
per
essere
più
sicuro
Pietro
Longo
gli
chiese
:
"
Lei
che
cosa
fa
?
"
"
Niente
"
,
rispose
l
'
altro
senza
esitare
.
Allora
fu
chiaro
che
un
vice
segretario
così
i
socialdemocratici
non
lo
avrebbero
trovato
mai
più
.
StampaQuotidiana ,
La
signora
Ada
Manzi
ci
scrive
una
lettera
da
Milano
e
non
aggiunge
né
il
suo
indirizzo
né
altre
indicazioni
che
ci
permettano
di
individuarla
con
precisione
.
Ma
non
importa
,
ciò
che
conta
essendo
il
contenuto
della
sua
missiva
con
la
quale
ci
rimprovera
in
termini
sostanzialmente
cortesi
ma
vivaci
di
dire
"
sempre
male
"
dei
diplomatici
italiani
,
come
se
l
'
essere
"
in
carriera
"
(
la
signora
Manzi
deve
sapere
bene
che
così
si
esprimono
i
francesi
,
i
quali
chiamano
,
se
non
sbagliamo
,
la
professione
diplomatica
per
antonomasia
"
la
carrière
"
)
non
fosse
una
"
ambita
distinzione
"
che
merita
"
un
particolare
rispetto
"
.
E
la
lettera
termina
curiosamente
così
:
"
Credo
che
per
una
ragazza
della
buona
borghesia
sarebbe
un
piacere
e
un
onore
sposare
un
promettente
diplomatico
"
.
Gentile
signora
,
ci
consenta
di
dividere
questa
nostra
risposta
in
due
parti
:
una
seria
e
una
scherzosa
.
Cominciamo
dalla
seria
.
Ciò
che
vale
e
quale
autonomia
abbia
la
diplomazia
italiana
attuale
(
ci
riferiamo
,
naturalmente
,
ai
suoi
supremi
responsabili
)
lo
si
vede
ogni
giorno
e
ogni
giorno
,
si
può
dire
,
lo
ha
segnalato
il
PCI
e
,
su
questo
giornale
,
il
nostro
condirettore
Ledda
,
con
gran
copia
di
argomenti
e
con
singolare
bravura
.
Non
avremmo
dunque
bisogno
di
aggiungere
da
parte
nostra
una
sola
parola
,
se
non
fosse
per
notare
che
il
nostro
ministro
degli
Esteri
lo
abbiamo
e
solo
visto
sorridere
.
Ma
quando
fa
il
cattivo
quello
lì
?
E
quando
è
che
gli
viene
in
mente
che
sarebbe
pur
bello
prendere
una
posizione
coraggiosa
,
per
primo
,
invece
di
dire
"
sì
"
o
"
no
"
(
sempre
sorridendo
)
solo
quando
gli
altri
lo
hanno
già
detto
da
giorni
o
addirittura
da
settimane
?
Ma
si
limiti
soltanto
a
considerare
la
questione
del
gasdotto
siberiano
,
la
cui
installazione
,
a
detta
di
tutti
,
è
nell
'
interesse
del
nostro
Paese
.
Ebbene
,
sono
già
quattro
volte
(
se
non
sbagliamo
,
per
difetto
,
i
conti
)
che
ci
prendiamo
una
"
pausa
di
riflessione
"
.
Abbiamo
un
governo
di
pensatori
o
di
politici
?
E
lei
se
lo
figura
Kant
che
si
prendeva
le
"
pause
di
riflessione
"
?
E
durante
le
"
pause
"
che
faceva
,
ronfava
?
E
ora
ci
lasci
dire
,
cara
gentile
Signora
,
che
ci
ha
fatto
ridere
la
storia
della
ragazza
della
"
buona
borghesia
"
per
la
quale
sarebbe
un
"
onore
"
sposare
un
diplomatico
.
Sa
perché
abbiamo
riso
?
Perché
proprio
recentemente
un
amico
ci
raccontava
che
i
genitori
,
alti
borghesi
,
di
una
giovane
ragazza
hanno
(
vittoriosamente
)
osteggiato
il
matrimonio
della
figlia
con
un
giovane
diplomatico
,
sostenendo
che
si
sposta
troppo
spesso
e
che
bisogna
ogni
volta
tirarsi
dietro
l
'
argenteria
.
Ecco
come
può
naufragare
un
grande
amore
tra
i
"
buoni
borghesi
"
.
Dica
lei
:
non
è
meglio
stare
con
i
metalmeccanici
?
StampaQuotidiana ,
Se
i
nostri
lettori
ci
consentono
una
annotazione
strettamente
personale
,
diremo
che
la
rinuncia
di
Raffaele
Mattioli
alla
presidenza
della
Banca
Commerciale
ci
ha
fatto
piacere
,
perché
la
sua
presenza
-
e
quale
presenza
-
nel
mondo
della
finanza
e
degli
affari
ci
ha
sempre
procurato
perplessità
e
imbarazzi
non
lievi
.
Ogni
volta
che
affrontavamo
lor
signori
(
e
ci
è
accaduto
spessissimo
)
,
giudicandoli
rozzi
e
rapaci
,
insensibili
e
gretti
,
un
nome
si
affacciava
a
disturbare
,
per
così
dire
,
la
facile
globalità
della
nostra
diagnosi
:
«
E
Mattioli
?
»
.
Potevamo
non
tener
conto
di
quest
'
uomo
e
confonderlo
grossolanamente
nel
mucchio
?
Adesso
lor
signori
hanno
perduto
il
loro
alibi
più
scintillante
,
la
loro
irripetibile
eccezione
.
Basta
che
poniate
mente
a
quello
che
molti
giornali
hanno
chiamato
domenica
il
«
cambio
della
guardia
»
alla
COMIT
.
Escono
con
Mattioli
la
cultura
e
l
'
ironia
,
entrano
con
Stammati
la
burocrazia
e
l
'
ossequio
.
Alle
lettere
subentrano
le
circolari
.
Lor
signori
perdono
un
discendente
di
Voltaire
e
acquistano
un
parente
di
Oronzo
E
.
Marginati
.
Mandando
al
posto
del
presidente
che
esce
questo
suo
successore
insignificante
e
smorto
come
la
pagina
di
un
registro
,
la
DC
,
e
per
essa
il
ministro
Colombo
,
compie
un
altro
passo
verso
quell
'
arretramento
a
destra
che
è
,
prima
ancora
che
una
operazione
politica
,
una
scelta
culturale
.
Il
ministro
del
Tesoro
si
è
finalmente
liberato
di
un
uomo
come
Mattioli
,
che
mentalmente
,
quando
lo
guardava
,
gli
faceva
spallucce
,
e
ha
mandato
al
suo
posto
un
funzionario
per
il
quale
,
se
esistesse
lui
solo
,
la
parola
«
fantasia
»
potrebbe
scomparire
dai
dizionari
,
e
nel
cui
orizzonte
poetico
i
soli
uccellini
che
volano
sono
quelli
che
per
innumerevoli
anni
ha
segnato
veloce
con
la
matita
accanto
alle
cifre
che
«
spuntava
»
con
meticolosa
inutilità
.
Abbiamo
letto
domenica
molte
prose
apologetiche
dedicate
a
Raffaele
Mattioli
,
ma
nessuna
gli
ha
riconosciuto
un
merito
che
ci
sembra
specialmente
invidiabile
:
egli
è
il
solo
italiano
vivente
che
l
'
on.
La
Malfa
,
sgridatore
interplanetario
,
non
abbia
mai
osato
sgridare
.
Eppure
Mattioli
,
per
lunghi
anni
,
si
è
scaldato
La
Malfa
in
seno
,
ma
non
appena
si
è
accorto
che
era
giunto
a
cottura
,
lo
ha
mandato
a
sfogarsi
tra
noi
.
Ecco
un
capolavoro
ironico
di
Raffaele
Mattioli
.
Gli
auguriamo
di
seguitare
a
goderselo
per
moltissimi
anni
.
StampaQuotidiana ,
Consentiteci
di
iniziare
questa
nota
con
un
avvertimento
personale
:
a
poche
ore
,
si
può
dire
,
dalla
caduta
del
senatore
Fanfani
noi
ci
sentiamo
sfiniti
come
una
puerpera
.
Che
doglie
,
che
fatica
.
Ma
adesso
che
il
segretario
della
DC
se
ne
è
andato
,
ci
permetta
di
dirgli
,
senza
il
benché
minimo
malanimo
(
glielo
assicuriamo
sinceramente
)
che
il
suo
insuccesso
dipende
principalmente
dalla
sua
ostinazione
nel
voler
fare
un
mestiere
al
quale
è
negato
:
quello
della
politica
.
Il
senatore
Fanfani
,
perché
non
riconoscerlo
?
,
di
politica
non
se
ne
intende
proprio
.
Non
sente
il
tempo
,
non
fiuta
l
'
aria
,
non
vede
le
ombre
,
non
avverte
i
cigolii
,
e
,
ciò
che
è
ancor
più
grave
in
queste
condizioni
,
si
alza
presto
.
Stesse
a
letto
a
lungo
,
potrebbe
sempre
dire
:
«
Sapete
,
dormivo
...
»
.
Invece
era
già
in
piedi
prima
dell
'
alba
e
non
s
'
è
accorto
di
nulla
.
È
proprio
che
gli
manca
la
vocazione
.
Questa
prima
parte
del
Consiglio
democristiano
,
che
è
in
più
volumi
come
i
romanzi
di
Dumas
,
ci
ha
offerto
due
occasioni
:
la
prima
,
di
constatare
che
con
tutto
ciò
che
se
ne
è
detto
,
Fanfani
non
è
il
peggiore
tra
i
suoi
.
Per
quanto
sembri
incredibile
,
nella
dirigenza
DC
c
'
è
di
peggio
.
La
seconda
,
di
consolarci
pensando
che
il
senatore
Fanfani
ha
sempre
la
risorsa
della
pittura
,
alla
quale
la
politica
indebitamente
lo
sottraeva
.
Egli
è
uno
dei
rarissimi
democristiani
,
se
non
l
'
unico
,
per
il
quale
,
dopo
la
caduta
,
non
si
pone
la
domanda
che
è
diventata
ormai
un
motto
del
partito
di
maggioranza
:
«
E
adesso
dove
lo
mettiamo
?
»
.
Pensate
che
persino
l
'
on.
Emilio
Colombo
,
caduto
da
presidente
del
Consiglio
,
pur
di
farlo
qualche
cosa
lo
hanno
rifatto
ministro
del
Tesoro
,
una
cosa
che
lo
riguarda
come
alla
Fracci
il
sollevamento
pesi
.
Il
senatore
,
dunque
,
se
vuol
darci
retta
,
si
rimetta
a
fare
il
pittore
,
ma
scelga
la
pittura
figurativa
.
Ci
piacerebbe
che
il
suo
geniale
pennello
ci
donasse
Il
Butini
desnudo
,
o
una
Natura
morta
con
Pasquarelli
o
un
Cresci
e
il
lecca
-
lecca
,
ma
intanto
che
il
senatore
dipinge
nella
pace
di
Camaldoli
dove
si
è
più
vicini
a
Dio
(
anche
quella
di
Dio
è
una
posizione
non
priva
di
inconvenienti
)
,
noi
vorremmo
ripetere
qui
,
per
le
maggiori
compagnie
di
assicurazione
,
la
proposta
che
abbiamo
già
formulato
per
un
giornale
milanese
:
la
creazione
di
una
«
Polizza
Fanfani
»
,
contro
i
rischi
del
ritorno
del
senatore
.
Con
ciò
non
pretendiamo
di
essere
fuori
da
ogni
pericolo
,
dal
momento
che
pare
venuto
il
momento
dei
dorotei
,
e
tutti
sanno
che
ce
n
'
è
qualcuno
tra
loro
sospettato
,
fortunatamente
soltanto
sospettato
,
di
avere
l
'
hobby
della
fiamma
ossidrica
.
StampaQuotidiana ,
Gentile
Fortebraccio
(
mi
accorgo
che
la
definizione
«
gentile
»
forse
le
è
poco
confacente
,
e
allora
coraggio
:
Simpatico
Fortebraccio
)
,
seguo
saltuariamente
i
suoi
corsivi
(
?
)
...
corrosivi
e
pur
non
condividendo
le
sue
posizioni
ideologiche
mi
ci
diverto
perché
lei
è
spiritoso
e
spesso
coglie
nel
segno
.
Ultimamente
mi
è
capitato
di
passare
alcuni
giorni
a
Civitavecchia
dove
sono
stata
trascinata
a
una
conferenza
al
Circolo
della
Scuola
di
Guerra
.
Oratore
,
una
delle
sue
preferite
...
vittime
:
Indro
Montanelli
,
il
quale
-
mi
perdoni
-
gode
della
mia
simpatia
non
meno
di
lei
,
se
pure
per
altri
motivi
.
Durante
il
dibattito
che
ha
seguito
la
conferenza
animatissima
sul
tema
:
«
La
stampa
italiana
»
,
gli
è
stato
chiesto
un
parere
su
Fortebraccio
che
non
gli
lesina
attacchi
quasi
quotidiani
.
Ha
risposto
:
«
Preferisco
tacere
.
Fortebraccio
era
un
mio
caro
amico
trent
'
anni
fa
.
Io
non
riesco
a
dimenticarlo
.
Lui
sì
»
.
Bene
,
simpatico
Fortebraccio
,
non
le
sembra
che
il
suo
amico
-
nemico
abbia
segnato
almeno
in
questa
circostanza
un
punto
a
proprio
favore
?
Sua
XY
-
Milano
.
Gentile
Signora
(
credo
che
a
lei
si
addica
proprio
l
'
aggettivo
«
gentile
»
e
glielo
dedico
volentieri
.
Aggiungo
,
visto
che
ho
aperto
questa
parentesi
,
che
ho
tolto
dalla
sua
lettera
due
o
tre
riferimenti
che
potevano
farla
riconoscere
,
per
il
caso
che
lei
tenga
all
'
anonimato
.
Ho
poi
saltato
le
ultime
righe
che
possono
non
interessare
i
lettori
:
mi
limiterò
a
dire
che
ricambio
la
sua
cortesia
e
che
spero
si
avveri
il
suo
proposito
)
.
E
ora
veniamo
a
Indro
Montanelli
.
Io
,
che
lo
conosco
bene
,
lo
so
capace
di
gesti
,
come
questo
,
generosi
e
subitanei
.
Ne
ha
compiuto
un
altro
nei
miei
confronti
,
molti
anni
fa
,
a
riparazione
di
una
sua
indiscrezione
che
avrebbe
potuto
nuocermi
.
È
questa
una
delle
ragioni
(
non
la
sola
né
la
più
grave
)
per
cui
lo
detesto
di
più
.
(
Non
ho
detto
lo
odio
e
perché
non
lo
odio
e
perché
,
del
resto
,
io
non
odio
nessuno
.
)
Lo
detesto
perché
è
un
epilettico
della
morale
.
Gli
vengono
degli
attacchi
di
perbenismo
e
vi
soccombe
,
ma
non
ha
una
passione
salda
,
ferma
,
sicura
e
costante
,
alla
quale
,
come
mi
sforzo
di
fare
io
,
a
un
certo
punto
decida
di
sacrificare
tutto
il
resto
,
comprese
le
simpatie
e
le
amicizie
.
È
di
una
fragilità
psichica
morbosa
,
se
fosse
un
umore
ne
sarebbe
sempre
sudaticcio
.
Ed
è
da
questa
fragilità
che
gli
viene
una
attitudine
non
rara
in
certi
cinici
sfiniti
:
quella
di
subire
le
influenze
più
degradanti
e
di
restare
loro
fedeli
con
ostinato
accanimento
,
reso
sempre
più
rabbioso
,
quanto
più
gli
appare
evidente
che
sono
abiette
e
quanto
più
s
'
accresce
la
disistima
che
nutrono
verso
chi
li
ha
contagiati
.
Veda
,
cara
Signora
,
l
'
anticomunismo
di
Montanelli
,
e
noti
come
esso
si
appiglia
di
preferenza
ai
fatti
minuti
,
agli
episodi
marginali
,
rifuggendo
quasi
sempre
dal
peso
delle
questioni
ideologiche
,
sulle
quali
ogni
opinione
è
ammissibile
,
anche
se
non
condivisa
.
E
sì
che
il
nostro
uomo
è
dotato
di
ingegno
e
di
bravura
indiscutibili
.
Come
accade
dunque
che
Montanelli
senta
sempre
il
bisogno
di
presentare
i
comunisti
piuttosto
come
spregevoli
che
come
erranti
e
preferisca
suscitare
nei
loro
confronti
di
preferenza
il
disprezzo
invece
che
il
dissenso
?
Accade
per
effetto
delle
persone
che
si
ritrova
intorno
e
che
lo
influenzano
:
le
persone
più
ottuse
che
si
possano
immaginare
,
intese
unicamente
alla
difesa
cieca
del
loro
benessere
e
alla
conservazione
dei
loro
privilegi
.
Io
sono
persuaso
che
Indro
Montanelli
,
personalmente
,
non
è
venale
e
non
è
«
affittabile
»
.
Ma
lo
impressiona
il
lusso
,
lo
convince
la
continuità
,
lo
abbagliano
i
luccichii
.
Circondato
da
gente
per
la
quale
nutre
un
profondo
risentimento
intellettuale
e
morale
,
se
ne
fa
portavoce
con
una
specie
di
voluttà
distruggitrice
,
pago
di
sentirsi
loro
indispensabile
e
legato
a
loro
da
una
sola
gratitudine
:
quella
che
gli
viene
dall
'
occasione
che
essi
gli
offrono
di
vendicarsi
.
Perché
Indro
Montanelli
,
che
nella
sua
professione
è
sicuramente
un
vittorioso
,
nella
sua
vita
è
un
vinto
.
A
un
certo
momento
nessuno
ha
più
avuto
bisogno
di
lui
.
In
fondo
io
,
che
lo
attacco
così
spesso
,
sono
quello
che
gli
vuole
più
bene
.
Ma
i
comunisti
,
tutti
gli
altri
comunisti
,
tranne
me
che
gli
resto
affezionato
,
non
se
ne
curano
.
Al
«
Corriere
»
i
giovani
lo
hanno
schiacciato
.
In
politica
gli
sono
rimasti
De
Carolis
e
Vittorino
Colombo
:
frittura
.
Ha
con
sé
la
conservazione
,
dalla
quale
deve
farsi
capire
.
Ma
lei
,
Signora
,
la
conosce
la
conservazione
milanese
e
ha
una
idea
di
ciò
che
voglia
dire
renderlesi
intelligibili
?
Significa
avere
a
che
fare
con
un
mondo
popolato
di
cretine
e
cretini
supremi
ai
quali
bisogna
parlare
semplice
ed
elementare
come
a
dei
deficienti
.
Nessun
ragionamento
li
colpisce
ma
solo
delle
immagini
.
Essi
preferirebbero
,
se
fosse
il
caso
,
delle
cartoline
o
degli
ideogrammi
.
Così
bisogna
dire
loro
che
i
comunisti
sono
brutti
,
cattivi
,
malfidi
,
traditori
,
feroci
,
e
che
odiano
la
libertà
.
Ma
non
la
libertà
quella
vera
,
quella
per
la
quale
si
sono
battuti
i
partigiani
e
al
cui
ripristino
lo
stesso
Montanelli
ha
dato
mano
,
quando
non
era
ancora
sfatto
,
ma
la
libertà
di
fare
un
bridge
,
di
andare
a
Saint
Moritz
,
di
portare
con
sé
i
soldi
che
gli
pare
.
La
libertà
di
seguitare
a
essere
ricchi
e
di
continuare
a
godere
.
La
vecchia
e
squisita
signora
Conti
,
quando
io
ero
ancora
democristiano
,
mi
domandò
una
volta
dolcemente
:
«
Ma
perché
non
fate
una
legge
che
sopprima
le
Camere
del
Lavoro
?
»
.
E
una
sua
amica
,
ancora
più
squisita
di
lei
,
disse
:
«
Ah
sì
.
Che
barba
»
.
Questa
è
la
gente
che
Montanelli
seguita
a
vedere
,
avendo
,
dentro
di
sé
,
capito
tutto
.
Perché
questo
,
cara
Signora
,
è
il
punto
:
che
Indro
Montanelli
ha
capito
tutto
e
vive
in
uno
stato
di
dispettosa
e
furiosa
malafede
.
Egli
sa
benissimo
che
quanto
vi
è
di
pulito
in
Italia
va
ricercato
tra
coloro
che
ancora
non
contano
,
o
non
contano
abbastanza
:
lavoratori
,
impiegati
,
insegnanti
,
gente
dei
ceti
minori
,
ma
fa
un
giornale
in
cui
lor
signori
si
ritrovano
come
nei
loro
vestiti
tagliati
su
misura
.
Quando
era
al
«
Corriere
»
,
al
«
suo
"
Corriere
"
»
,
Montanelli
,
sentendosi
bene
installato
nella
cittadella
della
conservazione
,
si
permetteva
dei
lussi
che
ora
scrupolosamente
si
vieta
:
scriveva
persino
male
dei
ricchi
,
dei
padroni
,
dei
potenti
(
a
sfuriate
,
naturalmente
,
e
mai
conseguentemente
)
,
ma
i
bersagliati
occasionali
lo
amavano
ugualmente
perché
i
signori
sentono
gli
amici
a
naso
,
come
i
cani
quando
annusano
i
pantaloni
dei
nuovi
venuti
,
e
non
hanno
mai
smesso
,
neppure
per
un
istante
,
di
considerare
Montanelli
legato
alla
loro
causa
infame
.
Lui
lo
sa
e
ne
è
infelice
(
io
ne
sono
convinto
)
,
ma
è
uno
di
quelli
che
più
si
convincono
dell
'
errore
in
cui
versano
,
più
vi
si
immergono
.
Questo
famoso
«
bastian
contrario
»
è
in
realtà
il
più
inguaribile
conformista
che
io
conosca
:
egli
sa
benissimo
che
i
comunisti
sono
i
soli
che
saprebbero
lavorare
sul
serio
e
pulitamente
all
'
edificazione
di
un
mondo
nuovo
,
non
privo
di
pecche
,
naturalmente
,
ma
nuovo
,
e
questo
lo
fa
inorridire
e
gli
fa
paura
,
perché
Montanelli
,
magro
com
'
è
,
in
realtà
è
una
pianta
grassa
:
fiorisce
nell
'
aria
viziata
.
Concludo
,
gentile
Signora
.
Io
attacco
ogni
volta
che
mi
capita
Indro
Montanelli
con
una
asprezza
che
credo
di
poter
definire
insolita
,
perché
sono
convinto
che
egli
sappia
meglio
di
tutti
noi
come
con
e
dietro
le
sinistre
(
comunisti
in
testa
)
ci
sia
la
gente
migliore
,
più
chiara
,
più
seria
,
più
onesta
,
più
degna
d
'
Italia
,
ed
egli
non
vuole
perdonarglielo
.
Nevrastenia
e
malanimo
gli
impediscono
di
riconoscere
una
verità
,
da
cui
si
sente
ferito
come
da
un
ininterrotto
rimprovero
.
Lo
aggredisco
per
la
sua
consapevolezza
,
insomma
;
e
sospetto
che
vi
sia
,
sotto
il
mio
accanimento
,
più
amicizia
da
parte
mia
verso
di
lui
,
di
quanta
egli
non
ne
conservi
verso
di
me
.