StampaQuotidiana ,
Nei
giorni
intorno
allo
scorso
Natale
mi
telefonò
una
persona
.
Mi
disse
che
aveva
da
propormi
un
lavoro
.
Venne
.
Era
uno
che
non
avevo
mai
visto
prima
;
lo
trovai
molto
simpatico
.
Parlammo
a
lungo
e
di
varie
cose
.
Di
lui
non
so
e
non
potrei
dire
nulla
,
se
non
che
è
molto
simpatico
e
che
lavora
alla
televisione
.
Mi
chiese
se
volevo
fare
,
per
la
televisione
,
un
'
inchiesta
sulla
donna
in
Italia
.
Risposi
che
non
sapevo
fare
le
inchieste
e
che
non
mi
piaceva
per
niente
pensare
«
alla
donna
»
,
cioè
pensare
ai
problemi
delle
donne
isolati
da
quelli
degli
uomini
.
Gli
dissi
inoltre
che
non
mi
piaceva
viaggiare
.
Non
avrei
avuto
nessuna
voglia
di
viaggiare
per
l
'
Italia
con
dei
fotografi
.
Gli
dissi
che
l
'
unica
cosa
che
amavo
al
mondo
era
scrivere
,
sul
divano
di
casa
mia
,
tutto
quello
che
mi
passava
per
la
testa
.
Mi
disse
che
non
avrei
dovuto
viaggiare
perché
altri
avrebbero
viaggiato
per
me
.
Io
potevo
restare
a
casa
mia
.
Mi
disse
che
in
questo
lavoro
non
sarei
stata
sola
,
perché
un
sociologo
avrebbe
lavorato
con
me
.
L
'
idea
di
lavorare
con
un
sociologo
mi
spaventò
moltissimo
e
rifiutai
.
Non
saprei
parlare
con
un
sociologo
;
la
sociologia
è
troppo
lontana
da
me
.
Mi
disse
allora
il
nome
del
sociologo
a
cui
avevano
pensato
e
a
cui
si
proponevano
di
scrivere
per
sapere
se
acconsentiva
.
Era
Ardigò
.
Ardigò
io
lo
conosco
poco
;
lo
conosco
però
da
molti
anni
.
Ne
ho
stima
.
Mi
ispira
simpatia
.
Ho
in
comune
con
lui
la
memoria
d
'
un
amico
.
Questo
amico
è
Felice
Balbo
,
morto
nel
'64
.
Mi
venne
a
un
tratto
il
desiderio
di
vedere
Ardigò
che
non
vedo
mai
.
Felice
Balbo
aveva
molti
amici
,
persone
diverse
fra
loro
e
che
non
avevano
fra
loro
niente
in
comune
,
se
non
l
'
abitudine
di
discutere
con
lui
fino
a
tarda
notte
.
Si
discuteva
con
lui
di
solito
in
piedi
,
perché
lui
usava
stare
in
piedi
,
e
la
discussione
diventava
particolarmente
appassionata
sul
pianerottolo
al
momento
di
salutarsi
.
Pensai
che
Balbo
sarebbe
forse
stato
contento
se
io
e
Ardigò
,
due
suoi
amici
,
avessimo
lavorato
insieme
a
un
'
inchiesta
sulla
donna
in
Italia
.
Quella
persona
simpatica
,
nell
'
andarsene
,
mi
disse
che
m
'
avrebbe
fatto
sapere
se
Ardigò
accettava
.
Quando
se
ne
fu
andato
mi
accorsi
che
non
avevo
mai
saputo
,
fino
a
quel
momento
,
che
Ardigò
era
un
sociologo
.
In
verità
non
mi
ero
mai
chiesta
cosa
fosse
Ardigò
.
Per
me
era
un
amico
di
Balbo
e
basta
.
Non
tutti
i
suoi
amici
mi
piacevano
.
Ardigò
mi
piaceva
.
La
mia
simpatia
per
lui
si
basava
su
impressioni
fuggevoli
,
ma
precise
.
Enumerai
le
cose
che
sapevo
su
Ardigò
.
Era
simpatico
.
Viveva
a
Bologna
.
Aveva
una
sorella
bionda
che
avevo
conosciuto
in
montagna
.
Pensai
che
le
mie
nozioni
sulle
persone
erano
spesso
assai
rozze
,
limitate
e
confuse
.
E
pensai
che
da
questa
mia
limitazione
,
da
questa
mia
miseria
di
nozioni
,
mi
veniva
un
senso
di
malinconia
,
di
miseria
e
di
confusione
.
Mi
veniva
come
una
sensazione
di
muovermi
nel
vuoto
.
Pensai
che
ero
l
'
ultima
persona
al
mondo
che
poteva
fare
un
'
inchiesta
in
compagnia
d
'
un
sociologo
.
Muovendomi
io
così
spesso
nel
vuoto
e
nella
nebbia
,
non
potevo
scambiar
parola
né
con
dei
politici
né
con
dei
sociologi
,
persone
che
certo
avevano
sulla
realtà
uno
sguardo
sempre
lucido
,
esatto
,
completo
e
puntuale
.
Pensai
che
Ardigò
mi
avrebbe
subito
disprezzato
.
Oppure
poteva
succedere
anche
di
peggio
,
che
cioè
lui
cadesse
in
un
equivoco
e
mi
supponesse
dotata
di
qualità
di
cultura
e
di
penetrazione
sociale
che
io
in
verità
non
possiedo
affatto
.
Pensai
che
è
molto
difficile
essere
capiti
.
Essere
capiti
vuol
dire
essere
presi
e
accettati
per
quello
che
siamo
.
Il
pericolo
più
triste
che
noi
corriamo
con
le
persone
,
non
è
tanto
che
non
vedano
o
non
amino
le
nostre
qualità
,
ma
che
invece
suppongano
che
le
nostre
qualità
reali
abbiano
proliferato
in
noi
numerose
altre
qualità
che
sono
in
noi
assolutamente
inesistenti
.
E
pensai
che
la
cosa
più
bella
che
aveva
Felice
Balbo
,
nel
suo
stare
con
le
persone
,
era
non
travisarle
mai
e
non
guarnirle
di
doni
che
esse
non
possedevano
,
ma
cercare
invece
nel
prossimo
che
aveva
davanti
a
sé
il
suo
nucleo
più
vitale
e
profondo
,
scegliere
e
liberare
il
meglio
che
l
'
altro
aveva
dentro
di
sé
e
quello
solo
,
senza
mai
un
'
ombra
di
sorpresa
,
di
disprezzo
o
di
scherno
,
dinanzi
alle
limitazioni
e
alle
povertà
dell
'
altro
.
Egli
infatti
viveva
con
il
suo
prossimo
nell
'
unico
luogo
dove
l
'
intelligenza
del
suo
prossimo
poteva
seguirlo
senza
limitazioni
.
Non
usava
mai
cercare
nel
prossimo
la
propria
immagine
,
essendo
,
quando
stava
con
gli
altri
,
totalmente
immemore
di
sé
.
Era
la
persona
meno
narcisista
che
ho
mai
conosciuto
.
Indifferente
a
se
stesso
,
non
si
sceglieva
mai
degli
amici
perché
gli
rassomigliavano
,
o
perché
erano
il
suo
contrario
,
o
perché
potevano
arricchirlo
di
nozioni
o
penetrazioni
che
lui
non
aveva
.
Semplicemente
stava
con
persone
con
cui
gli
era
possibile
una
qualche
sorta
di
colloquio
.
Quando
stava
con
una
persona
,
non
era
mai
in
posizione
di
superiorità
,
né
in
posizione
di
inferiorità
,
era
con
l
'
altro
sempre
un
eguale
.
Conservai
davanti
a
me
nel
futuro
,
d
'
altronde
assai
vaga
,
la
prospettiva
di
quell
'
inchiesta
,
prospettiva
in
cui
mi
rallegrava
,
e
insieme
mi
preoccupava
,
il
nome
di
Ardigò
,
e
in
cui
mi
rallegrava
il
ricordo
della
persona
molto
simpatica
che
era
venuta
a
casa
mia
quel
giorno
.
Passò
del
tempo
e
non
seppi
più
nulla
di
quel
lavoro
.
Pensai
che
era
sfumato
come
sfumano
tante
proposte
.
Però
l
'
altro
giorno
è
uscita
sull
'
«
Unità
»
una
fotocopia
d
'
un
foglio
dattiloscritto
della
televisione
,
con
una
serie
di
proposte
fra
cui
quella
dell
'
inchiesta
sulla
donna
.
C
'
era
il
mio
nome
e
il
nome
di
Ardigò
.
Accanto
,
era
scritta
a
penna
un
'
osservazione
che
esprimeva
perplessità
.
Era
scritto
a
penna
:
«
Due
comunisti
»
.
La
cosa
mi
precipitò
in
uno
stupore
profondo
.
Ero
anche
molto
contenta
.
Perché
fossi
così
contenta
,
non
lo
so
.
Dal
commento
dell
'
«
Unità
»
appresi
che
Ardigò
è
consigliere
nazionale
della
Dc
.
A
dire
il
vero
non
sapevo
di
lui
neanche
questo
.
Mi
sono
chiesta
allora
cosa
sapevo
con
precisione
su
di
me
.
Per
quanto
riguarda
la
politica
,
devo
dire
che
non
so
su
di
me
niente
di
preciso
.
L
'
unica
cosa
che
so
con
assoluta
certezza
,
è
che
di
politica
io
non
ne
capisco
niente
.
Nella
mia
vita
,
sono
stata
iscritta
a
partiti
per
due
volte
.
Una
volta
era
il
partito
d
'
azione
.
Un
'
altra
volta
era
il
partito
comunista
.
L
'
una
e
l
'
altra
volta
,
era
un
errore
.
Siccome
non
capisco
niente
di
politica
,
era
stupido
che
fingessi
di
capirne
qualcosa
,
che
andassi
alle
riunioni
,
che
avessi
in
mano
la
tessera
d
'
un
partito
.
E
'
bene
che
,
finché
vivo
,
io
non
appartenga
mai
a
nessun
partito
.
Se
mi
chiedessero
come
vorrei
che
fosse
governato
un
paese
,
in
coscienza
non
saprei
rispondere
.
I
miei
pensieri
politici
sono
quanto
mai
rozzi
,
imbrogliati
,
elementari
,
confusi
.
Per
questo
fatto
,
mi
sento
spesso
disprezzata
da
persone
che
amo
.
Esse
pensano
che
la
mia
povertà
di
pensiero
,
nei
confronti
della
politica
,
è
frivolezza
,
mancanza
di
serietà
,
assenteismo
colpevole
.
Lo
pensano
in
silenzio
.
Ma
il
peso
del
loro
disprezzo
è
per
me
oppressivo
.
Se
cercassi
di
giustificarmi
in
presenza
di
quel
severo
silenzio
,
non
troverei
che
parole
di
una
grottesca
goffaggine
e
futilità
.
Eppure
son
sicura
che
ci
deve
essere
un
posto
al
mondo
anche
per
quelli
che
,
come
me
,
non
capiscono
la
politica
,
che
se
parlassero
di
politica
direbbero
solo
banalità
e
imbecillità
,
perciò
la
cosa
migliore
che
possono
fare
è
non
esprimere
quasi
mai
nessuna
opinione
.
Quasi
mai
.
A
volte
,
dire
di
sì
o
di
no
è
indispensabile
.
Vorrei
però
limitarmi
a
dire
o
di
sì
o
di
no
,
E
poiché
ho
parlato
di
Felice
Balbo
,
dirò
che
gli
sono
grata
per
non
avermi
mai
disprezzato
,
per
non
essersi
mai
stupito
né
sdegnato
della
mia
ignoranza
politica
,
gli
sono
immensamente
grata
per
avermi
sempre
accettato
per
quello
che
ero
e
capito
.
Lo
seguii
prima
nel
partito
comunista
,
poi
fuori
,
feci
tutto
quello
che
lui
faceva
pensando
che
lui
capiva
la
politica
e
io
no
.
Pure
non
ebbi
mai
,
con
lui
,
la
sensazione
di
sottostare
a
una
sua
superiorità
,
di
subire
una
personalità
più
forte
.
Fra
noi
era
inteso
che
lui
capiva
e
sapeva
un
gran
numero
di
cose
,
io
no
.
Ma
non
aveva
importanza
,
eravamo
eguali
.
Nei
ricordi
degli
anni
che
ho
passato
nel
partito
comunista
,
nei
ricordi
di
riunioni
e
comizi
,
la
sua
figura
è
sempre
presente
.
Forse
per
questo
,
se
mi
dicono
comunista
,
sono
contenta
.
Perché
mi
ricordo
degli
anni
che
io
e
Balbo
eravamo
là
.
Per
quanto
riguarda
i
due
partiti
a
cui
ho
appartenuto
,
uno
dei
quali
da
tempo
ha
cessato
di
esistere
,
mi
sembra
di
avere
conservato
con
essi
dei
legami
viscerali
,
oscuri
e
sotterranei
,
che
non
saprei
chiarire
con
parole
,
che
non
trovano
alcun
fondamento
nella
ragione
,
che
non
hanno
nessun
rapporto
con
le
scelte
della
ragione
ma
sgorgano
dal
profondo
come
gli
affetti
.
Vorrei
ancora
dire
che
se
un
giorno
ci
fosse
una
rivoluzione
e
io
dovessi
fare
una
scelta
politica
,
preferirei
molto
essere
ammazzata
piuttosto
che
ammazzare
qualcuno
.
E
questo
è
uno
dei
pochissimi
pensieri
politici
che
la
mia
mente
possa
mai
formulare
.