StampaQuotidiana ,
Che
gl
'
italiani
d
'
oggi
siano
più
istruiti
di
quelli
di
trenta
e
soprattutto
di
cinquant
'
anni
or
sono
,
mi
pare
fuor
di
dubbio
.
Allora
certe
nozioni
cosmiche
(
la
terra
che
rotea
intorno
al
sole
,
cosa
sia
la
luna
)
erano
ancora
sconosciute
o
confuse
nella
mente
dei
più
umili
,
mentre
sono
oggi
note
pure
agli
analfabeti
;
e
così
dicasi
per
quanto
è
oltre
frontiera
,
altri
continenti
,
altri
Stati
.
Merito
della
scuola
(
delle
elementari
,
specificherei
,
che
mi
sembra
siano
ancora
le
meglio
funzionanti
:
recenti
pagine
,
amene
ma
amare
,
di
Remo
Gianuzzi
,
Esami
di
Stato
,
confermano
la
mia
diffidenza
per
le
attuali
scuole
secondarie
)
;
ma
anche
della
televisione
,
delle
emigrazioni
ed
immigrazioni
.
Pur
ciò
ch
'
è
cattivo
ha
qualcosa
di
buono
:
compiangiamo
gli
emigrati
che
si
trovano
male
nel
Paese
in
cui
non
s
'
inseriscono
,
ma
il
loro
campo
visivo
si
allarga
;
e
pure
i
peggiori
rotocalchi
,
con
le
brutte
o
sciocche
vicende
che
narrano
,
danno
un
qualche
orientamento
di
luoghi
e
di
costumi
.
Va
da
sé
che
il
contenuto
della
istruzione
desiderabile
varia
nel
tempo
;
non
nego
la
qualifica
d
'
istruito
a
chi
pure
ignori
vicende
e
personaggi
ben
noti
quando
ero
ragazzo
(
ed
accetterei
mi
si
escludesse
dal
novero
degl
'
istruiti
per
la
mia
ignoranza
su
calciatori
,
cantautori
,
divi
e
dive
del
cinema
,
che
tanto
posto
hanno
nel
mondo
d
'
oggi
)
.
Più
istruiti
,
sì
;
ma
anche
per
chi
,
come
me
,
non
ha
il
disprezzo
per
il
nozionismo
(
senza
una
piattaforma
di
nozioni
si
ciancia
a
vuoto
)
istruito
non
equivale
a
colto
.
Siamo
più
colti
?
gl
'
incolti
sono
soltanto
quelli
che
rispondono
sempre
non
so
ai
questionari
Doxa
,
anche
alle
domande
che
i
radiocronisti
pongono
per
strada
?
Prescindo
dalla
cultura
specializzata
(
è
un
caso
a
sé
quello
dell
'
universitario
dottissimo
in
un
ramo
,
ed
incapsulatosi
in
quello
,
ignaro
di
letteratura
,
di
arte
,
di
scienza
)
;
quel
che
interessa
è
la
quantità
di
cultura
diffusa
che
permette
di
dire
che
un
popolo
è
colto
.
A
prima
vista
ci
viene
spontaneo
dire
che
siamo
più
colti
che
non
fossimo
cinquanta
o
trent
'
anni
fa
.
Almeno
in
politica
,
ma
anche
nel
considerare
i
possibili
modelli
sociali
,
pochi
sono
gli
agnostici
;
le
lettere
inviate
ai
giornali
anche
dai
più
umili
contengono
opinioni
:
chi
vuole
la
pena
di
morte
e
chi
l
'
aborre
;
chi
ritiene
i
colpevoli
siano
dei
malati
,
chi
vittime
della
società
consumistica
,
chi
della
indulgenza
di
genitori
e
maestri
,
chi
della
miseria
,
e
chi
invece
li
giudica
colpevoli
che
occorra
punire
.
Così
chi
pensa
il
primum
della
economia
sia
evitare
la
disoccupazione
,
e
chi
impedire
la
lira
perda
ogni
potere
di
acquisto
;
chi
crede
nella
necessità
di
una
moneta
stabile
che
incoraggi
il
risparmio
.
Ma
è
sufficiente
avere
opinioni
per
essere
fuori
del
mondo
degl
'
incolti
?
a
ben
guardare
,
opinioni
primordiali
,
sui
problemi
fondamentali
,
ne
avevano
pure
gli
analfabeti
di
oltre
cent
'
anni
or
sono
.
E
qualche
conservatore
,
se
ne
esistessero
ed
osassero
esprimersi
,
soggiungerebbe
:
più
sane
delle
attuali
.
A
mio
avviso
la
cultura
non
sta
né
nel
nozionismo
,
né
nell
'
avere
delle
opinioni
,
sia
pur
radicate
;
bensì
nel
ragionare
.
E
temo
molto
che
siamo
più
istruiti
,
cioè
con
più
nozioni
,
meno
agnostici
,
maggior
numero
di
opinioni
,
ma
più
che
colti
,
indottrinati
;
come
del
resto
la
maggioranza
è
sempre
stata
dovunque
:
risparmiando
la
fatica
del
pensare
,
accettando
le
opinioni
,
le
tavole
dei
valori
,
formate
da
altri
:
che
può
essere
volta
a
volta
il
direttore
di
coscienza
o
confessore
,
il
dittatore
,
il
giornale
di
partito
che
è
il
solo
che
si
legga
ed
in
cui
è
sempre
stabilito
chi
sia
il
buono
e
chi
il
cattivo
,
il
libro
che
diffonde
la
sana
dottrina
,
e
quello
che
è
l
'
occulto
strumento
ora
dei
padroni
ora
dei
sovvertitori
.
Non
vorrei
si
confondesse
l
'
uomo
dai
fermissimi
convincimenti
con
l
'
uomo
che
non
accetta
la
discussione
.
L
'
uomo
dai
più
fermi
convincimenti
non
paventa
di
ascoltare
le
ragioni
altrui
,
di
opporre
le
proprie
;
senza
cambiar
bandiera
,
riconoscerà
che
qualche
punto
secondario
del
suo
sistema
va
rimeditato
,
che
qualche
suo
argomento
è
debole
,
che
occorre
invocarne
altri
a
sostegno
della
idea
politica
o
della
confessione
che
professa
.
L
'
uomo
colto
è
a
desiderare
nel
suo
ragionare
sia
sempre
leale
,
ma
possiede
pure
l
'
arte
del
sofisma
.
E
soprattutto
è
l
'
uomo
che
armonizza
i
suoi
giudizi
,
che
naturalmente
hanno
oggetti
diversi
,
toccano
vari
aspetti
della
vita
.
Li
armonizza
guardando
alla
realtà
.
L
'
indottrinato
parte
da
assiomi
che
di
solito
non
rispondono
affatto
alla
realtà
;
o
vede
l
'
uomo
naturalmente
buono
o
asserisce
apoditticamente
che
ogni
uomo
ha
per
sua
natura
di
sbranare
i
fratelli
.
L
'
uomo
colto
,
invece
,
non
è
un
poeta
od
un
fabbricante
di
utopie
(
si
può
essere
ottimi
poeti
,
costruttori
di
utopie
piacevoli
a
leggersi
,
ma
sapendole
appunto
irrealizzabili
,
e
scriverle
con
lo
spirito
di
chi
scrive
belle
favole
,
conscio
che
gli
animali
non
parlano
e
non
danno
saggi
consigli
)
.
L
'
uomo
colto
,
se
si
fabbrica
un
sistema
od
aderisce
a
quello
da
altri
proposto
,
si
chiede
se
sia
realizzabile
;
non
dimentica
i
dati
economici
,
le
risorse
di
ogni
paese
,
l
'
elementare
verità
che
nessuno
Stato
è
disposto
a
far
vivere
più
poveramente
i
propri
cittadini
per
alzare
il
benessere
in
altri
Stati
,
che
gli
uomini
non
sono
tutti
virtuosi
,
che
l
'
egoismo
abbonda
,
che
gli
entusiasmi
svaniscono
.
Se
parla
di
scuola
,
ricorda
il
livello
mentale
diverso
degli
allievi
,
che
è
un
dato
di
natura
,
non
s
'
illude
si
diano
maestri
capaci
di
far
divenire
tutti
intelligenti
,
ne
auspica
soltanto
tali
da
interessare
la
quasi
totalità
degli
allievi
(
quasi
;
gli
apatici
sono
una
realtà
ineliminabile
)
,
di
ottenere
da
ciascuno
il
massimo
che
può
dare
.
Se
parla
di
giustizia
sociale
,
non
dimentica
che
ogni
uomo
ha
un
suo
giudizio
in
cui
entra
l
'
interesse
,
e
che
non
si
realizzerà
mai
un
regime
in
cui
tutti
siano
convinti
di
avere
i
riconoscimenti
,
morali
e
materiali
,
cui
credono
di
aver
diritto
.
L
'
uomo
colto
è
quello
che
guarda
alla
realtà
e
pensa
in
ogni
ambito
,
a
cominciare
dalla
costruzione
di
una
sua
famiglia
,
al
realizzabile
;
e
si
distingue
appunto
dall
'
utopista
(
che
può
anche
essere
un
genio
,
ma
,
se
non
sa
che
la
sua
è
utopia
,
non
qualificherei
uomo
colto
)
per
ciò
che
accetta
il
meno
peggio
;
difende
un
regime
,
un
tipo
di
scuola
,
se
ritiene
che
nelle
condizioni
del
momento
ogni
altro
sarebbe
peggiore
.
Ora
temo
proprio
che
,
se
si
intende
in
questo
modo
la
cultura
,
non
siamo
cresciuti
.
Ricordo
l
'
argomentare
anche
di
analfabeti
in
anni
molto
lontani
,
ed
a
volte
mi
pare
superiore
a
quello
di
giovani
«
indottrinati
»
,
con
un
bel
sistema
di
valori
fisso
nella
mente
,
ma
che
non
saprebbero
difendere
in
una
discussione
se
non
ripetendo
all
'
infinito
gli
assiomi
,
indimostrabili
,
da
cui
hanno
preso
le
mosse
.
Scuola
della
discussione
,
su
una
piattaforma
di
nozioni
indispensabili
;
certamente
è
l
'
ideale
;
ma
che
discussioni
siano
,
e
non
indottrinamento
,
accettazione
passiva
d
'
idee
altrui
;
e
che
siano
idee
concrete
,
base
all
'
edificare
,
e
quindi
sempre
con
l
'
occhio
volto
alla
realtà
,
e
non
enunciati
astratti
.
Santi
i
concetti
di
buono
,
di
giusto
,
ma
uomo
colto
è
quello
che
scorge
anche
le
vie
per
realizzarli
quanto
si
può
;
e
le
esperienze
del
passato
gl
'
insegnano
qualcosa
.