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> anno_i:[1970 TO 2000}
Autogestione ( Jemolo Arturo Carlo , 1974 )
StampaQuotidiana ,
Pochi mesi fa seguii con affettuosa attenzione una vicenda di cronaca : la proprietaria di un piccolo laboratorio artigianale di confezione di vestaglie intendeva cessare ; e le quattordici o quindici operaie volevano continuare l ' impresa in autogestione . La cronaca ebbe subito dopo ad occuparsi di analoga questione , ma di ben altre dimensioni : di una fabbrica d ' orologi francese ; e poi venne la guerra arabo - israeliana , e la crisi del petrolio . Non si parlò più di quelle operaie , che non erano sorrette né da partiti né da sindacati ( al più si prometteva di cercare per loro un ' altra occupazione ) ; credo di essere stato il solo a fare voti perché riuscissero a far vivere l ' azienda . Perché quando si parla di socialismo dal volto umano , dell ' operaio che si senta parte viva , partecipe dell ' azienda , bisogna pur trovare strumenti perché le parole non restino soltanto tali . Rammento che nel periodo del roveto ardente , i primi mesi dopo la fine della guerra , si discusse anche di autogestione ; ed i pareri furono quasi tutti contrari : osservandosi che quando si tratti di grandi aziende , industriali o commerciali o bancarie , che debbono operare rischiose scelte quasi ogni giorno , guardare con attenzione ciò che segue oltre confine , occorrono dirigenti più che capaci ; e anche ad ammettere operai e impiegati così saggi da chiedere ai Politecnici od alle Università , fosse pure ai partiti , direttori tecnici ed amministrativi di vaglia , il rapporto tra il dipendente e questi dirigenti non divergerebbe sul piano psicologico da quello che è oggi con l ' amministratore delegato . Si osservava inoltre , allora , che si sarebbero avute comunità ricche e comunità povere , col succedersi dei figli ai padri , un risorgere delle antiche corporazioni . Argomenti ineccepibili ; e proprio non riesco a vedere né oggi né in un futuro prossimo l ' autogestione della grande azienda . Eppure ... un tempo c ' era l ' ufficiale che « veniva dalla gavetta » , era stato cioè soldato e sergente ; forse , non sempre , meno dotto di quello che proveniva dall ' accademia , ma sicuramente più esperto della psicologia del soldato , di ciò che questi apprezza e di ciò che gli è sgradevole , del miglior modo per trattare soldati e sottufficiali . Del pari penso che qualche anno passato in un ' azienda in autogestione darebbe all ' operaio ed impiegato che poi passasse in una grande azienda , una comprensione che solo in tal modo potrebbe acquisire ; gli farebbe comprendere il perché , talora la necessità , di certi comportamenti , di certi atti della direzione che diversamente gli appaiono inesplicabili ; gli darebbe anche la sensazione degli oneri , dei rischi che gravano sull ' azienda . Che i sindacati non siano favorevoli alle autogestioni , è ben comprensibile ; se le donnine che confezionavano le vestaglie avessero tenuto in vita la loro azienda , non avrebbero volentieri partecipato a scioperi né si sarebbero battute per la riduzione delle ore di lavoro . Per i partiti di massa la posizione è un po ' diversa ; l ' azienda in autogestione se è dominata dal partito può essere anche una base economica ; i legami tra l ' azienda e la maggioranza o minoranza consiliare che nella città o nella provincia ne sostenga gl ' interessi , possono divenire una forza elettorale . In un libro di qualche anno fa ( Gianluigi degli Esposti , Bologna PCI ) , l ' autore , non comunista , guardando a Bologna , che è il « salotto buono » , da mostrare ai visitatori , del comunismo italiano , parlava di cooperative , sempre di tipo artigianale , in fatto dominate dal partito , peraltro non chiuse a chi non sia iscritto , che non pretendono dai soci un credo politico , né il giorno delle elezioni ne controllano il voto ; si dava particolare risalto ad una CAMST , autogestione di una serie di trattorie , mense calde , il buffet della stazione , locali popolari e mense per ghiotti , che aveva ridotto l ' area delle trattorie di proprietà privata . L ' autogestione può sicuramente affermarsi in queste imprese di carattere pressoché artigianale : nel commercio , od in piccole industrie ( fabbriche di biciclette , le piccole fabbriche di occhiali nella provincia di Belluno , cose del genere ) . Rappresenterebbero un aspetto , uno solo e non dei più importanti , del volto umano del socialismo . Certo il socialismo , e soprattutto il comunismo , mirano ad altro : all ' azienda di Stato . Peraltro , a parte il lato economico , chiunque incontri dipendenti di un ' azienda statale o municipale sa che il loro stato d ' animo verso i dirigenti è lo stesso , se non più acre ( perché c ' è il fattore politico ) che verso il datore di lavoro privato ; a nessuno di loro viene di dire « la nostra azienda » . Ripeto che la cooperativa , l ' autogestione , ha un settore limitato , piccole aziende , senza grossi problemi tecnici o di concorrenza che vada oltre i confini della regione , da dover affrontare . E tuttavia penso che sarebbe benefico che ogni operaio , ogni impiegato , saggiasse quella strada . Credo che l ' impresa privata abbia creato quel che la pubblica non sarebbe mai riuscita a creare ; ma occorre pure tener conto di certi diffusi stati d ' animo , li avalli o meno la ragione , li confermi o meno l ' economia . Ci possono essere amministrazioni pubbliche con funzioni che oggi si ritiene impossibile affidare ad imprese private - le ferrovie e le poste - , od enti che sono in realtà amministrazioni statali con funzioni economiche che toccano bisogni primari dei cittadini ( ENEL od ENI ) . Ma c ' è poi un pulviscolo di aziende a partecipazione statale che mi sembrano le strutture più infelici . Talora l ' azienda pubblica - penso a certe aziende municipalizzate - ha ottimi , appassionati dirigenti ; sottoposti però ad organi deliberanti dove l ' interesse del partito è la forza che domina . Ma l ' azienda a partecipazione statale ( chi legge le annuali relazioni su ciascuna di esse della Corte dei conti ? ) ha per sé il peso della immortalità ; può perdere il suo capitale ogni due anni ; lo Stato lo ricostituirà ; i dirigenti che formano lo staff di queste imprese possono passare da un ramo all ' altro , i più diversi , non saranno mai messi a terra . Queste aziende possono essere un mezzo di distribuzione di potere tra i partiti al governo , una merce di scambio per formare ministeri ; ma quasi senza eccezione costituiscono una passività che fa carico a tutti i cittadini , ma di cui ben pochi conoscono l ' esistenza .