StampaQuotidiana ,
Non
sarà
indolore
accogliere
l
'
istanza
di
revisione
della
condanna
di
Sofri
,
Bompressi
e
Pietrostefani
presentata
dall
'
avvocato
Gamberini
alla
Corte
d
'
appello
di
Milano
.
Ma
sarebbe
ancor
meno
indolore
respingerla
.
Essa
compie
quel
salto
nella
lettura
del
rinvio
a
giudizio
che
andava
fatto
già
al
processo
di
prima
istanza
,
quando
i
carabinieri
ammisero
che
,
prima
di
presentare
il
Marino
alla
magistratura
milanese
,
lo
avevano
intrattenuto
nottetempo
per
oltre
due
settimane
.
Con
il
colonnello
Bonaventura
,
esperto
di
antiterrorismo
,
veniva
giù
da
Milano
a
Sarzana
apposta
.
I
conciliaboli
,
mai
verbalizzati
,
sarebbero
rimasti
segreti
se
un
modesto
prete
non
avesse
innocentemente
detto
in
aula
di
quel
via
vai
notturno
.
Poiché
la
tesi
accusatoria
si
fonda
soltanto
sulla
crediblità
di
Marino
,
l
'
Arma
teneva
a
non
far
sapere
che
tanto
spontaneo
e
improvviso
il
racconto
dell
'
uomo
non
era
:
si
sarebbe
potuto
pensare
che
era
stato
filtrato
,
se
non
addirittura
suggerito
.
Di
questa
menzogna
nessuno
chiese
davvero
conto
ai
carabinieri
.
E
qui
sta
la
seconda
enormità
.
Perché
i
casi
sono
due
:
o
la
procura
di
Milano
,
nelle
persone
del
dottor
Pomarici
e
poi
del
dottor
Lombardi
,
è
sotto
l
'
inganno
dei
carabinieri
quando
ne
avalla
la
versione
nel
rinvio
a
giudizio
,
oppure
sa
che
essa
è
falsa
ma
è
d
'
accordo
con
loro
nel
sottrarre
una
prova
fondamentale
sulla
credibilità
di
Marino
.
Nel
1988
o
l
'
Arma
o
la
procura
hanno
mentito
.
E
non
si
sono
mai
corretti
.
I
carabinieri
guidano
Marino
nel
bizzarro
riconoscimento
dell
'
appartamento
dove
avrebbe
preparato
l
'
attentato
,
o
lo
inducono
nei
loro
stessi
errori
sull
'
identikit
dell
'
omicida
.
Il
colonnello
Bonaventura
dichiara
che
per
lui
"
andava
da
sé
"
che
Lotta
Continua
avesse
ucciso
Calabresi
.
Da
bravo
sceriffo
,
li
deve
incastrare
con
le
buone
o
le
cattive
e
quando
le
cattive
vengono
alla
luce
neppur
sente
il
bisogno
di
difendersi
.
Né
si
correggono
i
giudici
,
soltanto
un
'
analoga
convinzione
e
idea
di
"
efficacia
"
spiega
come
tutte
le
corti
,
eccezion
fatta
per
la
Cassazione
nel
1992
,
abbiano
fatto
agevolmente
a
meno
di
riscontri
effettivi
,
abbiano
screditato
le
testimonianze
contro
l
'
accusa
e
largheggiato
con
le
altre
,
spingendosi
fino
a
stravolgere
le
dichiarazioni
,
o
far
dichiarare
un
defunto
,
per
non
parlare
della
calma
con
la
quale
accettano
la
distruzione
delle
prove
prima
del
processo
,
e
non
chiedono
esami
e
perizie
che
,
come
l
'
istanza
dimostra
,
si
potevano
ben
fare
.
L
'
istanza
di
revisione
chiama
finalmente
con
il
suo
nome
quel
che
somiglia
,
più
che
a
una
serie
di
sbagli
,
a
una
montatura
che
una
volta
partita
cresce
su
stessa
,
coinvolgendo
un
tribunale
dopo
l
'
altro
.
È
il
riordino
e
la
minuziosa
verifica
di
tutti
i
materiali
che
getta
una
luce
impressionante
anche
su
quel
che
sapevamo
.
Il
ricorso
porta
inoltre
elementi
nuovi
.
Non
molti
.
Uno
,
enorme
,
la
dichiarazione
di
una
persona
presente
all
'
attentato
che
inutilmente
dice
di
aver
riconosciuto
l
'
assassino
al
dottor
Allegra
della
questura
di
Milano
-
quello
dell
'
interrogatorio
a
Pinelli
-
e
dal
suo
ostinato
fingere
di
non
sentire
deriva
un
grande
spavento
,
durato
troppo
a
lungo
.
Altri
minori
,
ma
non
meno
ripugnanti
,
come
il
documento
d
'
un
tale
dei
Ros
di
Trapani
che
si
dice
convinto
,
in
comune
con
la
procura
di
Milano
,
che
Rostagno
sia
stato
fatto
ammazzare
da
Sofri
o
i
suoi
amici
,
sempre
per
celare
l
'
assassinio
di
Calabresi
.
Brutta
faccenda
,
fra
apparati
che
non
osano
smentirsi
.
In
che
paese
viviamo
?
si
chiede
Salvatore
Mannuzzu
a
proposito
del
testimone
azzittito
e
delle
prove
sparite
o
sostituite
.
Sì
,
in
che
paese
viviamo
?
Quale
idea
di
sé
e
dei
propri
diritti
e
doveri
regge
l
'
Arma
dei
carabinieri
e
le
corti
giudicanti
?
L
'
istanza
di
revisione
va
raccolta
,
non
solo
per
restituire
libertà
ai
tre
condannati
,
ma
per
restituire
a
noi
qualche
fiducia
nelle
istituzioni
della
giustizia
.