StampaQuotidiana ,
Caro
Modula
,
io
la
capisco
;
è
lei
che
non
capisce
me
.
Vediamo
di
spiegarci
.
Non
ho
nulla
contro
i
giovani
del
'68
.
Mescolati
con
parecchia
marmaglia
(
ce
n
'
è
sempre
in
questi
fenomeni
)
vogliosa
solo
di
saccheggio
,
c
'
erano
certamente
dei
ragazzi
che
volevano
qualcosa
di
serio
e
la
cui
protesta
era
mossa
da
seri
motivi
.
Lei
evidentemente
era
di
questi
,
e
merita
tutto
il
mio
rispetto
.
Una
delle
ragioni
per
cui
odiai
e
disprezzai
gl
'
ispiratori
e
strateghi
di
quella
battaglia
era
proprio
questo
:
che
mandavano
allo
sbaraglio
e
bruciavano
una
generazione
che
meritava
di
meglio
.
Lei
ha
ragione
quando
dice
che
furono
i
miei
coetanei
,
non
i
suoi
,
a
compiere
questo
misfatto
.
Ed
è
appunto
con
loro
che
ce
l
'
ho
:
coi
chierici
traditori
di
una
intellighenzia
progressista
che
a
vostre
spese
cercava
nella
demagogia
una
rivalsa
ai
propri
fallimenti
,
e
col
loro
contorno
mondano
di
figli
e
figlie
di
papà
che
facevano
nei
salotti
milanesi
gli
snob
della
barricata
.
Mi
domando
che
cosa
aspettate
a
farli
a
pezzi
(
moralmente
,
s
'
intende
)
questi
cialtroncelli
che
si
sono
serviti
di
voi
per
appagare
i
propri
pruriti
e
mettersi
al
sicuro
dalla
vostra
rivolta
di
cui
proprio
loro
-
che
rappresentano
la
fascia
più
turpe
della
società
borghese
-
avrebbero
dovuto
essere
il
bersaglio
.
Con
voi
,
il
discorso
è
un
altro
.
E
sia
chiaro
che
non
lo
faccio
da
maestro
a
scolaro
per
il
semplice
motivo
che
io
ho
fatto
i
vostri
stessi
errori
.
In
un
contesto
,
si
capisce
,
del
tutto
diverso
,
sul
quale
la
prego
di
non
ironizzare
perché
non
è
degno
di
lei
:
se
lei
si
fosse
trovato
a
nascere
nell
'
anno
in
cui
nacqui
io
,
avrebbe
sulla
fronte
lo
stesso
tatuaggio
.
Voi
e
noi
abbiamo
voluto
,
in
tempi
e
temperie
completamente
differenti
,
la
stessa
cosa
.
Voi
volevate
(
e
immagino
che
vogliate
ancora
)
una
«
società
»
seria
;
noi
volevamo
(
e
vorremmo
ancora
)
una
«
Italia
»
seria
.
Non
fa
molta
differenza
.
La
differenza
sta
solo
nell
'
anagrafe
.
E
qui
lei
deve
consentirmi
di
guardare
le
cose
con
un
occhio
diverso
dal
suo
.
Quando
voi
scendeste
in
piazza
,
noi
già
sapevamo
dove
sareste
finiti
perché
c
'
eravamo
già
finiti
noi
.
Ve
lo
dicemmo
,
e
voi
c
'
insultaste
:
se
vi
fossimo
caduti
in
mano
,
ci
avreste
sbranato
.
Nulla
di
male
:
in
battaglia
,
si
sa
,
ci
si
sbrana
.
Ma
oggi
,
a
cose
fatte
,
o
per
meglio
dire
abortite
,
non
potete
rimproverarci
di
aver
visto
le
cose
con
un
occhio
diverso
dal
vostro
.
Capisco
che
il
fatto
di
doverci
dare
ragione
v
'
infastidisca
.
Lo
capisco
perché
anche
questa
è
un
'
esperienza
che
ho
fatto
io
stesso
.
Gliela
racconto
subito
.
Appartenevo
a
una
famiglia
di
antifascisti
.
E
forse
fu
anche
questo
che
aizzò
i
miei
entusiasmi
di
adolescente
per
Mussolini
.
Quando
una
decina
di
anni
dopo
mi
accorsi
come
li
avevo
male
investiti
,
il
ritorno
a
casa
fu
una
tortura
.
E
anch
'
io
dissi
ciò
che
lei
ora
dice
a
me
:
«
E
grazie
a
questo
errore
che
io
sono
ora
più
maturo
di
voi
»
.
Il
che
era
anche
vero
,
come
lo
è
quando
lo
dice
lei
.
Come
vede
caro
Modula
,
da
parte
nostra
,
o
almeno
da
parte
mia
,
non
c
'
è
nessun
atteggiamento
pedagogico
o
punitivo
.
C
'
è
solo
un
po
'
di
pena
,
anzi
molta
,
per
la
bruciatura
che
avete
subito
.
E
vorrei
anche
prevenire
un
altro
equivoco
.
Nemmeno
io
sono
per
il
travoltismo
e
le
altre
scempiaggini
con
cui
si
manifesta
la
rivolta
del
«
privato
»
.
Ciò
che
m
'
interessa
è
il
ripristino
di
certi
valori
morali
che
mi
sembrano
insostituibili
.
Quanto
alla
società
borghese
che
dovrebbe
incarnarli
,
e
di
cui
forse
lei
mi
considera
il
cocciuto
(
e
ottuso
)
campione
,
be
'
,
cambiamo
discorso
,
oppure
,
caro
Modula
,
venga
a
farlo
in
confidenza
con
me
:
vedrà
che
siamo
d
'
accordo
su
molte
cose
.