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> anno_i:[1970 TO 2000}
Le radici della violenza ( Romeo Rosario , 1974 )
StampaQuotidiana ,
Bisogna dunque decidersi ad abbandonare l ' ottimismo di origine liberale e illuministico , e rinunciare per sempre alla speranza che l ' esercizio della libertà e la graduale distribuzione del benessere e dell ' istruzione rendano gli uomini migliori e più adatti alla convivenza civile ? La tentazione è forte , davanti a ciò che succede intorno a noi : ma è necessario resistere , se non vogliamo venir meno alle nostre migliori tradizioni culturali e civili e ricadere in braccio a cupe suggestioni repressive , senza prospettive e senza avvenire . La nostalgia e la rivolta contro le difficili condizioni di vita delle società industriali tendono a rappresentare sotto una luce idilliaca , le antiche società rurali , fondate sull ' autorità e sulla tradizione : ma non possono e non devono farci dimenticare la carica di brutalità e di violenza che povertà e autoritarismo alimentato nel loro seno , e che il progresso civile ha contribuito a superare e a dissolvere . Non è affatto vero che industria e benessere economico siano inevitabilmente condannati a trascinare con sé la scia ripugnante della criminalità e della violenza : e anzi occorre fermamente reagire ai tentativi di accreditare siffatte credenze , in cui si esprime soltanto il conformismo di pseudo - scienziati sociali e la cattiva coscienza di uomini politici alla ricerca di alibi immeritati . Davanti allo spettacolo che oggi offrono le nostre città e le nostre strade sempre più spesso insanguinate è piuttosto da ricordare che da troppi anni la violenza è tollerata e finanche protetta nella lotta politica , nelle scuole , nelle fabbriche e nelle strade . Una classe dirigente incapace di realizzare una politica di efficaci riforme ha preferito scaricare sul diretto confronto tra le classi e i gruppi sociali la risoluzione dei problemi e dei contrasti da cui è travagliata la nostra società . Ne è derivata una situazione di permanente e non sempre metaforica conflittualità che ha finito per esasperare situazioni e rapporti , senza dare alcun reale contributo alla soluzione dei problemi e dunque senza alcun vero allentamento delle tensioni . E tutto ciò a costo di un generale indebolimento delle autorità preposte alla tutela dei deboli e dei non organizzati , ormai per gran parte rassegnate a lasciare che la sola legge ancora valida sia quella della prepotenza e dell ' intimidazione . Sulla scia aperta dalla violenza politica si è poi instradata quella della criminalità comune , che dalla prima ha tratto in molti casi modelli e incoraggiamenti . Ma questa è solo una parte della verità . In questo come in altri settori l ' Italia non fa che vivere in modo più drammatico , grazie alla debolezza delle sue istituzioni , problemi che sono comuni a tutte le società moderne . L ' interpretazione dei rapporti sociali in termini esclusivamente utilitaristici e materialistici , lo scadimento delle antiche idee dell ' uomo , un tempo concepito a immagine e somiglianza di Dio e oggi diventato , in tanta parte della cultura moderna , poco più che un fantoccio intessuto di motivazioni brutali e idee degradanti , hanno fatto ben poco , bisogna confessarlo , per accrescere il rispetto dell ' uomo per i propri simili , e per sviluppare i sentimenti e i legami di solidarietà ; e lo svuotamento dei valori che ne deriva ha lasciato ben poco per cui si creda di poter vivere e lottare al di là delle immediate e basse passioni . Su questo terreno la ricerca del denaro , la suggestione della droga , persino la follia del delitto gratuito , della violenza per la violenza , di cui si sono avuti esempi agghiaccianti , trovano un alimento che appare inesauribile . Ma tutto ciò non ha nulla a che fare con le strutture che sono proprie delle società industriale . In realtà , per molti decenni l ' industria e il progresso civile sono cresciuti parallelamente in gran parte del mondo occidentale . La crisi è sopravvenuta piuttosto con la resa graduale del mondo di princìpi e di idee da cui erano nati , insieme , industrialismo e società liberale , davanti a una cultura antiumanistica che nel primo ventennio del dopoguerra si atteggiò , nelle università e nella pubblicistica , nell ' arte , nello spettacolo e nel costume , a sola voce autorizzata del mondo occidentale . Su questo terreno la cultura e la società moderna sono dunque chiamate a una severa revisione delle troppo facili illusioni a cui esse si sono abbandonate negli ultimi decenni . Problema da non risolvere certo con provvedimenti a effetto immediato : ma la cui esistenza non autorizza chi ha la responsabilità di provvedere all ' immediato a invocarne la complessità e sottrarsi ai compiti , educativi e politici insieme , che sono di sua spettanza .