StampaQuotidiana ,
Bisogna
dunque
decidersi
ad
abbandonare
l
'
ottimismo
di
origine
liberale
e
illuministico
,
e
rinunciare
per
sempre
alla
speranza
che
l
'
esercizio
della
libertà
e
la
graduale
distribuzione
del
benessere
e
dell
'
istruzione
rendano
gli
uomini
migliori
e
più
adatti
alla
convivenza
civile
?
La
tentazione
è
forte
,
davanti
a
ciò
che
succede
intorno
a
noi
:
ma
è
necessario
resistere
,
se
non
vogliamo
venir
meno
alle
nostre
migliori
tradizioni
culturali
e
civili
e
ricadere
in
braccio
a
cupe
suggestioni
repressive
,
senza
prospettive
e
senza
avvenire
.
La
nostalgia
e
la
rivolta
contro
le
difficili
condizioni
di
vita
delle
società
industriali
tendono
a
rappresentare
sotto
una
luce
idilliaca
,
le
antiche
società
rurali
,
fondate
sull
'
autorità
e
sulla
tradizione
:
ma
non
possono
e
non
devono
farci
dimenticare
la
carica
di
brutalità
e
di
violenza
che
povertà
e
autoritarismo
alimentato
nel
loro
seno
,
e
che
il
progresso
civile
ha
contribuito
a
superare
e
a
dissolvere
.
Non
è
affatto
vero
che
industria
e
benessere
economico
siano
inevitabilmente
condannati
a
trascinare
con
sé
la
scia
ripugnante
della
criminalità
e
della
violenza
:
e
anzi
occorre
fermamente
reagire
ai
tentativi
di
accreditare
siffatte
credenze
,
in
cui
si
esprime
soltanto
il
conformismo
di
pseudo
-
scienziati
sociali
e
la
cattiva
coscienza
di
uomini
politici
alla
ricerca
di
alibi
immeritati
.
Davanti
allo
spettacolo
che
oggi
offrono
le
nostre
città
e
le
nostre
strade
sempre
più
spesso
insanguinate
è
piuttosto
da
ricordare
che
da
troppi
anni
la
violenza
è
tollerata
e
finanche
protetta
nella
lotta
politica
,
nelle
scuole
,
nelle
fabbriche
e
nelle
strade
.
Una
classe
dirigente
incapace
di
realizzare
una
politica
di
efficaci
riforme
ha
preferito
scaricare
sul
diretto
confronto
tra
le
classi
e
i
gruppi
sociali
la
risoluzione
dei
problemi
e
dei
contrasti
da
cui
è
travagliata
la
nostra
società
.
Ne
è
derivata
una
situazione
di
permanente
e
non
sempre
metaforica
conflittualità
che
ha
finito
per
esasperare
situazioni
e
rapporti
,
senza
dare
alcun
reale
contributo
alla
soluzione
dei
problemi
e
dunque
senza
alcun
vero
allentamento
delle
tensioni
.
E
tutto
ciò
a
costo
di
un
generale
indebolimento
delle
autorità
preposte
alla
tutela
dei
deboli
e
dei
non
organizzati
,
ormai
per
gran
parte
rassegnate
a
lasciare
che
la
sola
legge
ancora
valida
sia
quella
della
prepotenza
e
dell
'
intimidazione
.
Sulla
scia
aperta
dalla
violenza
politica
si
è
poi
instradata
quella
della
criminalità
comune
,
che
dalla
prima
ha
tratto
in
molti
casi
modelli
e
incoraggiamenti
.
Ma
questa
è
solo
una
parte
della
verità
.
In
questo
come
in
altri
settori
l
'
Italia
non
fa
che
vivere
in
modo
più
drammatico
,
grazie
alla
debolezza
delle
sue
istituzioni
,
problemi
che
sono
comuni
a
tutte
le
società
moderne
.
L
'
interpretazione
dei
rapporti
sociali
in
termini
esclusivamente
utilitaristici
e
materialistici
,
lo
scadimento
delle
antiche
idee
dell
'
uomo
,
un
tempo
concepito
a
immagine
e
somiglianza
di
Dio
e
oggi
diventato
,
in
tanta
parte
della
cultura
moderna
,
poco
più
che
un
fantoccio
intessuto
di
motivazioni
brutali
e
idee
degradanti
,
hanno
fatto
ben
poco
,
bisogna
confessarlo
,
per
accrescere
il
rispetto
dell
'
uomo
per
i
propri
simili
,
e
per
sviluppare
i
sentimenti
e
i
legami
di
solidarietà
;
e
lo
svuotamento
dei
valori
che
ne
deriva
ha
lasciato
ben
poco
per
cui
si
creda
di
poter
vivere
e
lottare
al
di
là
delle
immediate
e
basse
passioni
.
Su
questo
terreno
la
ricerca
del
denaro
,
la
suggestione
della
droga
,
persino
la
follia
del
delitto
gratuito
,
della
violenza
per
la
violenza
,
di
cui
si
sono
avuti
esempi
agghiaccianti
,
trovano
un
alimento
che
appare
inesauribile
.
Ma
tutto
ciò
non
ha
nulla
a
che
fare
con
le
strutture
che
sono
proprie
delle
società
industriale
.
In
realtà
,
per
molti
decenni
l
'
industria
e
il
progresso
civile
sono
cresciuti
parallelamente
in
gran
parte
del
mondo
occidentale
.
La
crisi
è
sopravvenuta
piuttosto
con
la
resa
graduale
del
mondo
di
princìpi
e
di
idee
da
cui
erano
nati
,
insieme
,
industrialismo
e
società
liberale
,
davanti
a
una
cultura
antiumanistica
che
nel
primo
ventennio
del
dopoguerra
si
atteggiò
,
nelle
università
e
nella
pubblicistica
,
nell
'
arte
,
nello
spettacolo
e
nel
costume
,
a
sola
voce
autorizzata
del
mondo
occidentale
.
Su
questo
terreno
la
cultura
e
la
società
moderna
sono
dunque
chiamate
a
una
severa
revisione
delle
troppo
facili
illusioni
a
cui
esse
si
sono
abbandonate
negli
ultimi
decenni
.
Problema
da
non
risolvere
certo
con
provvedimenti
a
effetto
immediato
:
ma
la
cui
esistenza
non
autorizza
chi
ha
la
responsabilità
di
provvedere
all
'
immediato
a
invocarne
la
complessità
e
sottrarsi
ai
compiti
,
educativi
e
politici
insieme
,
che
sono
di
sua
spettanza
.