StampaQuotidiana ,
Avremmo
preferito
una
maggiore
schiettezza
nel
discorso
dell
'
on.
Enrico
Berlinguer
sull
'
austerità
.
Le
prospettive
di
cui
egli
ha
parlato
solo
in
parte
,
e
in
parte
minore
,
nascono
infatti
da
straordinarie
circostanze
,
dipendenti
da
sviluppi
internazionali
o
dalla
interna
fragilità
del
sistema
economico
italiano
.
In
misura
assai
più
grande
la
paralisi
del
«
modello
di
sviluppo
»
finora
esistente
,
la
violenza
e
il
disordine
che
attanagliano
la
vita
del
nostro
paese
,
tutte
quelle
«
traversie
»
,
insomma
,
che
il
Pci
si
propone
di
trasformare
in
«
opportunità
»
,
sono
il
risultato
dell
'
aggressione
che
per
anni
i
comunisti
hanno
condotto
contro
le
istituzioni
politiche
e
sociali
della
democrazia
italiana
,
in
accordo
più
o
meno
dichiarato
con
l
'
estremismo
extraparlamentare
.
Non
si
vede
,
del
resto
,
perché
un
partito
che
si
propone
di
cambiare
la
società
debba
nascondere
la
parte
ch
'
esso
ha
avuto
nella
demolizione
del
vecchio
ordine
di
cose
:
ed
è
verosimile
che
in
sede
storica
i
comunisti
non
mancheranno
di
sottolineare
questo
loro
contributo
.
Ma
per
adesso
non
si
tratta
di
fare
storia
ma
di
sviluppare
un
'
azione
politica
in
corso
:
e
che
in
politica
la
«
simulazione
»
e
la
«
doppia
verità
»
siano
assai
redditizie
non
è
l
'
ultimo
insegnamento
che
i
comunisti
abbiano
tratto
dai
loro
sempre
più
stretti
commerci
con
certo
cattolicesimo
«
di
sinistra
»
.
Ma
ciò
che
conta
è
il
contenuto
specifico
della
proposta
berlingueriana
.
Non
è
impossibile
vedervi
,
e
vi
si
è
vista
,
una
larga
coincidenza
con
tesi
politiche
che
per
anni
sono
state
proprie
della
sinistra
democratica
.
Una
correzione
dello
sviluppo
nel
senso
della
destinazione
di
una
quota
sempre
più
ampia
delle
risorse
disponibili
agli
investimenti
sociali
,
volta
a
riequilibrare
l
'
eccessivo
incremento
dei
consumi
privati
,
è
stata
da
anni
riconosciuta
necessaria
ad
assicurare
alle
grandi
masse
degli
italiani
una
più
autentica
partecipazione
ai
vantaggi
del
progresso
economico
e
civile
del
paese
.
Che
ciò
debba
comportare
il
contenimento
dei
consumi
a
favore
degli
investimenti
,
e
che
in
taluni
casi
possa
essere
opportuna
l
'
adozione
dei
meccanismi
atti
a
soddisfare
con
forme
sociali
e
collettive
bisogni
la
cui
soddisfazione
su
scala
individuale
sarebbe
assai
meno
efficace
e
più
costosa
,
è
parimenti
indiscusso
.
Ma
nel
pensiero
democratico
queste
misure
hanno
solo
un
valore
strumentale
e
subordinato
al
fine
del
migliore
funzionamento
di
un
tipo
di
sviluppo
nel
quale
il
consumo
e
il
consumatore
individuale
rimangono
i
destinatari
principali
dei
beni
prodotti
e
delle
opportunità
offerte
dal
progresso
civile
.
Non
v
'
è
posto
,
in
una
concezione
democratica
del
rapporto
tra
consumi
individuali
e
consumi
pubblici
,
per
l
'
erezione
del
momento
sociale
e
collettivo
a
ideale
politico
e
morale
.
Che
è
proprio
ciò
che
invece
caratterizza
l
'
austerità
berlingueriana
,
di
cui
sarebbe
grave
errore
sottovalutare
le
implicazioni
a
lungo
termine
in
vista
di
parziali
coincidenze
con
gli
obiettivi
delle
forze
democratiche
nel
breve
e
nel
medio
termine
.
L
'
austerità
proposta
dal
Pci
vuol
essere
infatti
la
realizzazione
di
un
modello
di
vita
ispirato
a
una
scala
di
valori
profondamente
diversa
e
al
limite
opposta
a
quella
che
presiede
a
ogni
società
libera
e
democratica
.
Tra
questi
valori
il
momento
collettivo
occupa
un
posto
assai
più
alto
del
momento
individuale
,
e
finisce
di
fatto
per
coincidere
col
momento
etico
in
quanto
superamento
dell
'
individualismo
,
sempre
qualificato
come
«
eccessivo
»
ed
«
esasperato
»
:
che
è
poi
la
motivazione
con
la
quale
si
vorrebbero
giustificare
l
'
indigenza
e
la
mancanza
di
prospettive
personali
e
individuali
che
caratterizzano
i
felici
paesi
del
socialismo
e
della
democrazia
popolare
.
E
possibile
che
nell
'
accezione
berlingueriana
questi
valori
si
colorino
anche
di
un
'
esaltazione
dell
'
istanza
pauperistica
di
cui
è
facile
individuare
l
'
origine
,
ancora
una
volta
,
nelle
frequentazioni
cattoliche
del
leader
comunista
:
e
certo
,
l
'
insistenza
sul
tema
del
sacrificio
quale
connotazione
etica
della
nuova
società
,
in
contrapposizione
all
'
egoismo
e
al
materialismo
che
caratterizzerebbero
la
nostra
realtà
capitalistica
e
borghese
,
conferisce
al
programma
di
austerità
ambizioni
di
riforma
di
grande
respiro
,
sociale
e
morale
:
alle
quali
è
doveroso
dare
risposta
sullo
stesso
terreno
.
Occorre
dunque
ricordare
che
per
la
cultura
liberale
e
democratica
-
quella
autentica
,
rimasta
fedele
ai
princìpi
da
cui
è
nata
la
libertà
moderna
-
l
'
individuo
non
è
un
disvalore
ma
il
fine
stesso
alla
cui
esaltazione
e
al
cui
sviluppo
sono
ordinate
tutte
le
attività
economiche
e
culturali
della
società
.
Che
l
'
uomo
abbia
diritto
a
un
proprio
individuale
destino
e
a
riempire
la
propria
vita
dei
contenuti
che
liberamente
vorrà
scegliere
e
riuscirà
a
conseguire
è
il
principio
sul
quale
si
regge
l
'
insieme
di
garanzie
che
il
mondo
libero
ha
eretto
a
difesa
della
persona
umana
.
In
questo
senso
,
l
'
abbondanza
dei
beni
di
consumo
e
la
possibilità
della
loro
appropriazione
individuale
nella
misura
più
larga
possibile
offrono
una
sempre
più
vasta
e
più
varia
gamma
di
alternative
tra
le
quali
si
opera
la
libera
scelta
di
ognuno
:
e
quanto
più
ampia
sarà
questa
possibilità
di
scelta
tanto
più
concreta
e
più
ricca
di
contenuti
sarà
la
libertà
di
ciascuno
.
Gli
italiani
della
generazione
presente
hanno
sperimentato
ciò
che
questo
può
significare
per
la
vita
dei
singoli
e
delle
collettività
nel
suo
insieme
:
con
la
possibilità
,
incomparabilmente
maggiore
che
in
passato
,
che
dopo
il
«
miracolo
economico
»
si
è
offerta
a
ciascuno
di
accedere
a
nuove
forme
di
svago
e
di
cultura
,
dai
viaggi
alle
letture
agli
spettacoli
e
non
meno
alla
possibilità
di
impiegare
le
proprie
energie
'
ad
attività
di
lavoro
che
,
nonostante
tutti
i
discorsi
sull
'
alienazione
,
sono
assai
più
diversificate
e
significative
di
quelle
consentite
nella
vecchia
società
rurale
e
pauperistica
.
In
tal
senso
va
denunciato
l
'
equivoco
contenuto
nelle
affermazioni
dei
Berlinguer
,
Lama
o
Barca
sull
'
austerità
come
momento
caratterizzante
di
tutte
le
fasi
creative
della
storia
.
Perché
certo
anche
nell
'
economia
di
mercato
vi
è
un
momento
di
«
astinenza
capitalistica
»
di
smithiana
memoria
,
nella
misura
in
cui
la
limitazione
del
consumo
è
ineliminabile
da
ogni
processo
di
accumulazione
.
Ma
nella
società
libera
,
che
i
marxisti
chiamano
borghese
,
l
'
astinenza
e
l
'
austerità
sono
preliminari
al
conseguimento
di
quella
abbondanza
di
beni
al
servizio
dei
bisogni
individuali
che
resta
la
finalità
ultima
di
tutto
il
processo
produttivo
.
Non
l
'
austerità
ma
l
'
edonismo
»
è
l
'
asse
su
cui
ruotano
i
sistemi
capitalistici
:
quelli
attuali
non
meno
di
quelli
delle
origini
,
ai
quali
si
deve
l
'
abbattimento
del
modo
di
produzione
preindustriale
.
Edonismo
da
intendere
nel
senso
,
che
i
vecchi
trattatisti
ritenevano
appena
necessario
chiarire
,
che
i
«
piaceri
»
da
soddisfare
possono
essere
i
più
diversi
,
dai
minori
e
triviali
ai
più
alti
.
Vi
sono
state
e
vi
sono
,
in
questi
sistemi
,
distorsioni
che
è
doveroso
correggere
con
misure
atte
ad
assicurare
la
necessaria
priorità
ai
bisogni
riconosciuti
prioritari
,
e
ad
affinare
e
qualificare
sempre
meglio
i
bisogni
di
cui
la
domanda
presente
sul
mercato
chiede
la
soddisfazione
.
Ma
nelle
società
libere
questo
compito
è
affidato
alle
capacità
di
progresso
interne
alla
società
stessa
,
attraverso
la
crescita
della
cultura
e
della
coscienza
civile
quali
forze
chiamate
a
orientarla
e
a
dirigerla
verso
nuove
e
più
alte
finalità
.
Vi
sono
anche
altri
modi
per
affrontare
questi
problemi
:
quelli
,
per
esempio
,
che
affidano
ai
poteri
pubblici
e
alle
istanze
collettive
le
scelte
che
le
società
libere
riservano
invece
agli
individui
.
Allora
,
sarà
il
consumatore
collettivo
,
espresso
dalle
istituzioni
sociali
,
a
indicare
quali
beni
,
quali
servizi
o
quale
tipo
di
svaghi
siano
da
preferire
agli
altri
,
magari
designati
dalle
preferenze
individuali
.
Sono
modi
nei
quali
si
realizza
il
ricorrente
bisogno
di
dare
un
ordine
(
che
spesso
è
solo
la
proiezione
dei
propri
criteri
e
valori
)
all
'
apparente
disordine
e
al
caos
delle
molteplici
scelte
degli
individui
.
Tra
i
due
modi
siamo
tutti
chiamati
a
fare
,
in
qualche
modo
,
la
nostra
scelta
.
Ma
chi
sceglie
lo
faccia
avendo
ben
chiaro
che
l
'
alternativa
è
tra
la
società
libera
dell
'
Occidente
e
lo
squallido
universo
senza
speranza
che
abbiamo
imparato
a
conoscere
nei
paesi
dell
'
orbe
sovietico
:
che
restano
,
nonostante
tutte
le
acrobazie
dialettiche
,
il
solo
e
unico
modello
al
quale
siano
capaci
di
guardare
i
nostri
«
eurocomunisti
»
.
In
nome
di
scelte
collettive
e
di
«
austerità
»
destinate
a
realizzare
un
mondo
migliore
si
sono
a
lungo
considerati
gli
individui
alla
stregua
di
pietre
sulle
quali
passa
il
cammino
della
storia
.
Al
di
là
delle
intenzioni
personali
(
che
sono
anche
in
questo
caso
irrilevanti
)
l
'
austerità
berlingueriana
è
figlia
della
stessa
matrice
.