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> anno_i:[1970 TO 2000}
StampaQuotidiana ,
Per Adriano Sofri , Ovidio Bompressi e Giorgio Pietrostefani , presso il carcere di Pisa . Ci arrivano dal carcere di Pisa notizie che consideriamo cattive . Violiamo malvolentieri , ma con decisione , una consegna di riservatezza di cui comprendiamo le ragioni , ma che ci sembra del tutto ingiustificata dal punto di vista di chi sta , come noi , fuori dal mondo parallelo del carcere ma dentro la vicenda di almeno tre dei suoi abitatori : voi tre . È vero che vi siete battuti come leoni in ogni sede di giustizia , fino al rigetto della richiesta di revisione del vostro processo , per affermare la vostra non colpevolezza nell ' omicidio di Luigi Calabresi . È vero che le vostre vite sono state travolte da un cataclisma e che , accanto alla solidarietà di un bel pezzo di questo paese ( trasversalmente alle generazioni , alle esperienze e alle idee politiche ) , vi si è presentato di faccia e di profilo il deforme e grottesco cinismo di certe tradizioni italiane : pregiudizio sinistro , ferocia vendicativa , odio , trasandatezza morale , incapacità di capire , pigrizia nel leggere le carte , solerzia nello scriverne di sempre nuove e perfino surreali . È vero che dieci anni passati come voi li avete passati stroncherebbero tre cavalli da tiro , e a nessun uomo è richiesta una simile capacità di trazione e di carico . È vero che anche un solo giorno di carcere è una dannazione per chiunque , ma un agguato formidabile per chi non sia colpevole del reato per cui lo sconta : e i giorni , per voi , cominciano a essere troppi , e la prospettiva nera . È vero che siete uomini liberi e orgogliosi , che vi siete legati con la forza delle parole alla promessa di uscire comunque dalla casa circondariale di Pisa , o a testa alta o con i piedi in avanti , e che avete il diritto di scegliere il momento della vostra morte . È vero che nessuno può togliervi la libertà di essere , di volta in volta , deboli o forti , e di attribuire significati diversi da quelli che gli attribuiamo noi , che stiamo fuori , ai vostri atti di detenuti , di persone a cui sono state comminate sette sentenze deboli e male argomentate , ma è stato negato un processo giusto . È vero che qualunque nostro giudizio su di voi , su quello che fate , su quello che decidete , è superbo , perché avete il diritto di essere lasciati in pace quando scegliete i mezzi che giudicate acconci per condurre la vostra personale guerra contro la calunnia e il sequestro giudiziario di cui siete oggetto . È vero tutto questo . Ma resta il fatto che la notizia secondo cui avete cominciato nel silenzio e nel segreto una sottile opera di distruzione dei vostri corpi , imbastendo una complicata tattica di estrema combattività e di estrema resa , è una cattiva notizia , una pessima notizia . La vostra salute non è più soltanto vostra ormai da dieci anni . Noi vogliamo sapere , che ne abbiamo o no il potere morale , quello che vi succede . Vogliamo preservare la natura pubblica e civile della vostra vicenda . Siamo una seconda banda di sequestratori , accanto ai giudici trasandati e prevenuti che vi hanno incastrato e vi hanno indotto a impedirvi la libertà di movimento ; e disponiamo come fosse un ostaggio di una parte della vostra storia . Perché siamo convinti , moralmente e dunque ciecamente convinti , del fatto che siete tre detenuti condannati ingiustamente alla sepoltura da vivi per un reato che non avete commesso . E per questo solo motivo siamo padroni anche noi della vostra capacità di lasciare il carcere a testa alta . Noi non vogliamo vivere il resto delle nostre vite a testa bassa , dopo avere seppellito la vostra fierezza e libertà . Smettetela . Riproviamoci . Sofri , Bompressi e Pietrostefani cominciano a distruggersi . Fermiamoli