StampaQuotidiana ,
Per
Adriano
Sofri
,
Ovidio
Bompressi
e
Giorgio
Pietrostefani
,
presso
il
carcere
di
Pisa
.
Ci
arrivano
dal
carcere
di
Pisa
notizie
che
consideriamo
cattive
.
Violiamo
malvolentieri
,
ma
con
decisione
,
una
consegna
di
riservatezza
di
cui
comprendiamo
le
ragioni
,
ma
che
ci
sembra
del
tutto
ingiustificata
dal
punto
di
vista
di
chi
sta
,
come
noi
,
fuori
dal
mondo
parallelo
del
carcere
ma
dentro
la
vicenda
di
almeno
tre
dei
suoi
abitatori
:
voi
tre
.
È
vero
che
vi
siete
battuti
come
leoni
in
ogni
sede
di
giustizia
,
fino
al
rigetto
della
richiesta
di
revisione
del
vostro
processo
,
per
affermare
la
vostra
non
colpevolezza
nell
'
omicidio
di
Luigi
Calabresi
.
È
vero
che
le
vostre
vite
sono
state
travolte
da
un
cataclisma
e
che
,
accanto
alla
solidarietà
di
un
bel
pezzo
di
questo
paese
(
trasversalmente
alle
generazioni
,
alle
esperienze
e
alle
idee
politiche
)
,
vi
si
è
presentato
di
faccia
e
di
profilo
il
deforme
e
grottesco
cinismo
di
certe
tradizioni
italiane
:
pregiudizio
sinistro
,
ferocia
vendicativa
,
odio
,
trasandatezza
morale
,
incapacità
di
capire
,
pigrizia
nel
leggere
le
carte
,
solerzia
nello
scriverne
di
sempre
nuove
e
perfino
surreali
.
È
vero
che
dieci
anni
passati
come
voi
li
avete
passati
stroncherebbero
tre
cavalli
da
tiro
,
e
a
nessun
uomo
è
richiesta
una
simile
capacità
di
trazione
e
di
carico
.
È
vero
che
anche
un
solo
giorno
di
carcere
è
una
dannazione
per
chiunque
,
ma
un
agguato
formidabile
per
chi
non
sia
colpevole
del
reato
per
cui
lo
sconta
:
e
i
giorni
,
per
voi
,
cominciano
a
essere
troppi
,
e
la
prospettiva
nera
.
È
vero
che
siete
uomini
liberi
e
orgogliosi
,
che
vi
siete
legati
con
la
forza
delle
parole
alla
promessa
di
uscire
comunque
dalla
casa
circondariale
di
Pisa
,
o
a
testa
alta
o
con
i
piedi
in
avanti
,
e
che
avete
il
diritto
di
scegliere
il
momento
della
vostra
morte
.
È
vero
che
nessuno
può
togliervi
la
libertà
di
essere
,
di
volta
in
volta
,
deboli
o
forti
,
e
di
attribuire
significati
diversi
da
quelli
che
gli
attribuiamo
noi
,
che
stiamo
fuori
,
ai
vostri
atti
di
detenuti
,
di
persone
a
cui
sono
state
comminate
sette
sentenze
deboli
e
male
argomentate
,
ma
è
stato
negato
un
processo
giusto
.
È
vero
che
qualunque
nostro
giudizio
su
di
voi
,
su
quello
che
fate
,
su
quello
che
decidete
,
è
superbo
,
perché
avete
il
diritto
di
essere
lasciati
in
pace
quando
scegliete
i
mezzi
che
giudicate
acconci
per
condurre
la
vostra
personale
guerra
contro
la
calunnia
e
il
sequestro
giudiziario
di
cui
siete
oggetto
.
È
vero
tutto
questo
.
Ma
resta
il
fatto
che
la
notizia
secondo
cui
avete
cominciato
nel
silenzio
e
nel
segreto
una
sottile
opera
di
distruzione
dei
vostri
corpi
,
imbastendo
una
complicata
tattica
di
estrema
combattività
e
di
estrema
resa
,
è
una
cattiva
notizia
,
una
pessima
notizia
.
La
vostra
salute
non
è
più
soltanto
vostra
ormai
da
dieci
anni
.
Noi
vogliamo
sapere
,
che
ne
abbiamo
o
no
il
potere
morale
,
quello
che
vi
succede
.
Vogliamo
preservare
la
natura
pubblica
e
civile
della
vostra
vicenda
.
Siamo
una
seconda
banda
di
sequestratori
,
accanto
ai
giudici
trasandati
e
prevenuti
che
vi
hanno
incastrato
e
vi
hanno
indotto
a
impedirvi
la
libertà
di
movimento
;
e
disponiamo
come
fosse
un
ostaggio
di
una
parte
della
vostra
storia
.
Perché
siamo
convinti
,
moralmente
e
dunque
ciecamente
convinti
,
del
fatto
che
siete
tre
detenuti
condannati
ingiustamente
alla
sepoltura
da
vivi
per
un
reato
che
non
avete
commesso
.
E
per
questo
solo
motivo
siamo
padroni
anche
noi
della
vostra
capacità
di
lasciare
il
carcere
a
testa
alta
.
Noi
non
vogliamo
vivere
il
resto
delle
nostre
vite
a
testa
bassa
,
dopo
avere
seppellito
la
vostra
fierezza
e
libertà
.
Smettetela
.
Riproviamoci
.
Sofri
,
Bompressi
e
Pietrostefani
cominciano
a
distruggersi
.
Fermiamoli