StampaQuotidiana ,
Caro
Scansini
,
non
credo
che
la
Rai
l
'
abbia
con
noi
.
Credo
soltanto
che
i
suoi
dirigenti
e
operatori
siano
paralizzati
dalla
paura
di
dimostrare
che
non
l
'
hanno
con
noi
.
I
partiti
ai
quali
devono
i
loro
posti
e
carriere
li
obbligano
a
darci
l
'
ostracismo
,
e
loro
ce
lo
danno
nell
'
unico
modo
in
cui
possono
darcelo
:
ignorandoci
.
Le
nostre
notizie
non
sono
considerate
notizie
,
anche
se
poi
si
rivelano
le
più
fondate
di
tutte
.
E
le
nostre
opinioni
vengono
sottaciute
sebbene
noi
siamo
,
per
unanime
riconoscimento
,
uno
dei
due
unici
giornali
(
l
'
altro
è
Repubblica
)
che
in
Italia
«
fanno
opinione
»
.
Purtroppo
,
è
un
'
opinione
che
non
coincide
con
quella
dei
partiti
che
si
lottizzano
la
Rai
trattandola
come
la
nostra
classe
politica
usa
trattare
tutte
le
cose
e
i
servizi
di
Stato
,
e
cioè
come
loro
patrimonio
privato
,
da
spartire
secondo
i
rapporti
di
forza
,
cioè
come
i
predoni
si
spartiscono
il
bottino
della
diligenza
assaltata
.
Naturalmente
noi
che
li
additiamo
alla
pubblica
opinione
come
autentiche
truffe
e
la
causa
di
tutte
le
malversazioni
,
siamo
esclusi
da
questi
giuochi
,
e
non
soltanto
da
quelli
della
Rai
-
Tv
.
Ci
sono
giornali
che
,
con
centinaia
di
miliardi
di
debito
,
continuano
a
trovar
credito
presso
le
banche
.
Perché
?
Perché
sono
nel
giuoco
.
Noi
che
ne
siamo
fuori
,
se
abbiamo
bisogno
di
dieci
milioni
,
dobbiamo
chiederli
ai
lettori
(
che
ce
li
danno
subito
)
;
dalle
banche
,
nemmeno
una
lira
,
perché
nel
giuoco
non
ci
siamo
.
E
'
la
nostra
debolezza
materiale
,
caro
Scansini
,
ma
è
anche
la
nostra
forza
morale
.
Ma
non
cerchi
di
persuaderne
sua
figlia
:
è
inutile
.
StampaQuotidiana ,
Caro
presidente
Forlani
,
non
sapendo
quale
sia
il
ministro
competente
in
materia
,
inoltro
a
lei
questa
lettera
,
che
mi
sembra
giusta
,
sensata
e
da
prendere
in
immediata
considerazione
.
A
dire
il
vero
,
io
credevo
che
la
misura
sollecitata
dal
nostro
anonimo
lettore
fosse
in
atto
da
sempre
,
sembrandomi
sottinteso
che
quanto
si
offre
,
in
caso
di
calamità
nazionali
,
ai
fratelli
sinistrati
,
sia
almeno
esentato
da
tasse
.
Invece
sembra
che
in
Italia
non
sia
così
.
E
allora
la
prego
di
provvedere
.
Anzi
,
contando
sulla
sua
intelligenza
,
mi
permetto
di
dirle
che
,
a
nome
della
pubblica
opinione
-
del
cui
totalitario
consenso
sono
arcisicuro
-
,
lo
esigo
.
Questa
misura
va
adottata
,
e
va
adottata
subito
.
Perché
colpire
,
e
quindi
scoraggiare
,
anche
i
gesti
di
altruismo
e
di
solidarietà
è
non
soltanto
iniquo
,
ma
immorale
e
indecente
.
La
prego
,
signor
Presidente
,
di
dare
o
di
far
dare
dal
ministro
competente
,
non
a
me
,
ma
alla
pubblica
opinione
,
una
risposta
in
proposito
.
StampaQuotidiana ,
In
realtà
,
i
cosiddetti
"
guai
giudiziari
"
di
Silvio
Berlusconi
non
appartengono
tutti
al
medesimo
ceppo
(
da
intendersi
come
blocco
...
)
.
Berlusconi
infatti
,
ha
molteplici
e
differenti
fronti
aperti
con
la
giustizia
-
più
qualcuno
appena
chiuso
con
pesanti
condanne
-
che
in
qualche
modo
rappresentano
,
dal
punto
di
vista
del
codice
penale
,
la
sua
intera
carriera
di
imprenditore
.
Andiamo
a
ritroso
.
RICICLAGGIO
SOLDI
DELLA
MAFIA
Attualmente
Silvio
Berlusconi
è
sotto
inchiesta
da
parte
della
Procura
della
Repubblica
di
Palermo
-
magistrato
delegato
alle
indagini
il
sostituto
procuratore
Domenico
Gozzo
-
per
l
'
ipotesi
di
reato
di
riciclaggio
di
capitali
provenienti
dalla
mafia
siciliana
,
la
meglio
nota
Cosa
Nostra
.
Questa
indagine
nasce
,
per
così
dire
,
come
"
costola
"
del
processo
in
corso
sempre
a
Palermo
contro
Marcello
Dell
'
Utri
,
a
sua
volta
accusato
di
connivenza
con
questa
organizzazione
criminale
(
vedi
articolo
in
pagina
).Stando
alle
scarne
informazioni
raccolte
in
ambienti
giudiziari
palermitani
,
a
dare
impulso
a
quest
'
azione
della
magistratura
contro
il
Cavaliere
è
stato
un
testimone
,
Filippo
Alberto
Rapisarda
,
potente
finanziere
siciliano
operante
a
Milano
dai
primi
anni
Settanta
.
Rapisarda
-
hanno
riferito
alcuni
giornali
fra
luglio
e
agosto
-
avrebbe
reso
a
più
riprese
testimonianze
il
cui
contenuto
sarebbe
di
estrema
gravità
.
Avrebbe
riferito
di
miliardi
ottenuti
da
Berlusconi
dalla
"
famiglia
"
(
in
senso
mafioso
)
dei
Salvo
,
boss
di
Salemi
.
Nino
e
Ignazio
Salvo
,
oggi
entrambi
deceduti
,
entrarono
nel
mirino
di
Giovanni
Falcone
già
a
metà
degli
anni
Ottanta
,
tanto
che
vennero
rinviati
a
giudizio
nel
primo
maxi
processo
alla
mafia
istruito
proprio
da
Falcone
.
Nino
non
fece
a
tempo
a
vedere
la
fine
del
dibattimento
,
morì
di
cancro
in
un
ospedale
di
Bellinzona
,
in
Svizzera
,
la
notte
del
18
gennaio
1986
.
Ignazio
verrà
ucciso
in
un
agguato
teso
da
Leoluca
Bagarella
e
altri
sicari
,
tra
i
quali
-
pensate
-
anche
Gaetano
Sangiorgi
,
marito
di
sua
nipote
,
Angela
Salvo
,
la
sera
del
17
settembre
1992.Ebbene
,
stando
alle
dichiarazioni
di
Rapisarda
,
sentito
-
ripeto
-
in
qualità
di
testimone
dalla
Procura
palermitana
,
il
Cavalier
Berlusconi
avrebbe
ottenuto
dai
cugini
Salvo
tramite
i
"
buoni
uffici
"
di
Marcello
Dell
'
Utri
un
ingentissimo
capitale.Il
"
prestito
"
,
sempre
che
si
possa
chiamare
così
,
sarebbe
stato
erogato
a
cavallo
tra
il
1977
e
il
1978
,
la
somma
era
di
5
miliardi
(
25
miliardi
e
353
milioni
di
oggi
-
fonte
Istat
)
.
Vero
,
falso
?
I
magistrati
,
coadiuvati
dalla
Direzione
Investigativa
Antimafia
e
da
esperti
della
Guardia
di
Finanza
,
stanno
verificando
.
Sempre
quest
'
estate
,
la
Procura
di
Palermo
ha
sequestrato
i
libri
societari
delle
22
Holding
(
Dalla
Holding
Italiana
Prima
alla
Ventiduesima
)
che
detengono
il
capitale
della
Fininvest
.
Anche
in
questo
caso
,
sono
in
corso
accertamenti
.
Soprattutto
,
si
cerca
di
capire
la
ragione
per
la
quale
Silvio
Berlusconi
per
una
larga
parte
degli
anni
Settanta
e
Ottanta
fece
amministrare
in
maniera
fiduciaria
forti
quote
di
queste
società
-
cassaforte
alla
finanziaria
Par.Ma.Fid
di
Milano
,
società
che
contemporaneamente
amministrava
parte
dei
beni
di
pericolosi
gangster
e
finanzieri
di
mafia
operanti
all
'
ombra
della
Madonnina
.
Come
vedete
,
al
di
là
delle
parole
di
molti
"
pentiti
"
,
non
ultimo
Francesco
Di
Carlo
,
che
ha
"
narrato
"
di
incontri
diretti
avvenuti
a
Milano
fra
Silvio
Berlusconi
,
Stefano
Bontate
e
Mimmo
Teresi
,
-
questi
ultimi
due
all
'
epoca
dei
fatti
(
metà
-
fine
anni
Settanta
)
ai
vertici
dell
'
organizzazione
mafiosa
-
c
'
è
ben
altro
su
cui
i
magistrati
vogliono
fare
chiarezza
.
E
per
la
verità
,
anche
noi
.
CORRUZIONE
DI
MAGISTRATI
ROMANI
Naturalmente
non
sono
solo
questi
-
come
si
diceva
-
i
"
guai
giudiziari
"
del
Cavaliere
di
Arcore
.
Ricordate
il
clamoroso
caso
Previti
,
Squillante
,
Pacifico
,
Acampora
?
Ebbene
,
a
Milano
i
magistrati
sospettano
fortemente
-
anzi
,
hanno
carte
bancarie
in
tal
senso
-
che
le
ingentissime
somme
"
girate
"
da
Cesare
Previti
ad
"
amici
"
magistrati
romani
(
leggermente
corrotti
...
)
in
realtà
provenissero
non
dai
"
risparmi
"
dell
'
avvocato
della
Fininvest
,
bensì
dalle
tasche
di
Berlusconi
tramite
la
vasta
ragnatela
societaria
estera
nelle
sue
mani
.
Anche
in
questo
caso
specifico
,
la
posta
è
altissima
.
Se
venisse
dimostrato
processualmente
il
ruolo
di
"
mandante
"
di
Berlusconi
nei
confronti
di
Previti
,
l
'
impero
finanziario
del
Cavaliere
crollerebbe
di
schianto
.
In
ballo
c
'
è
-
niente
di
meno
che
-
la
Mondadori
,
rimasta
per
un
lungo
periodo
al
centro
di
una
ferocissima
battaglia
legale
fra
De
Benedetti
e
il
Signore
della
Fininvest.Se
Previti
agì
per
corrompere
-
riuscendoci
-
i
magistrati
capitolini
che
alla
fine
in
effetti
diedero
"
ragione
"
al
Cavaliere
,
e
per
farlo
usò
proprio
i
soldi
del
Cavaliere
,
sarebbe
un
disastro
immane
per
Silvio
.
Dal
punto
di
vista
economico
,
si
innescherebbe
una
causa
per
danni
che
in
pratica
lo
porterebbe
diritto
alla
rovina
,
dal
punto
di
vista
dell
'
immagine
neanche
a
parlarne
,
sotto
il
profilo
strettamente
giudiziario
poi
,
nel
caso
venisse
condannato
,
il
reato
di
corruzione
di
magistrati
ha
una
rilevanza
assai
pesante
,
quanto
ad
anni
di
carcere
.
VIOLAZIONE
LEGGI
ANTITRUST
IN
SPAGNA
Se
questi
due
eventi
giudiziari
già
bastano
per
capire
quale
"
futuro
"
potrebbe
aspettare
Berlusconi
in
Italia
,
c
'
è
da
aggiungere
che
perfino
in
Spagna
i
giudici
vogliono
vederci
molto
chiaro
sulla
gestione
patrimoniale
della
televisione
impiantata
in
quella
nazione
dal
signor
Fininvest
.
L
'
ipotesi
al
vaglio
dei
giudici
spagnoli
circa
le
"
azioni
"
di
Berlusconi
è
di
aver
bellamente
violato
le
leggi
sia
sull
'
antitrust
,
sia
per
ciò
che
attiene
più
semplicemente
alla
tassazione
.
Tra
l
'
altro
,
Berlusconi
deve
prestare
la
massima
attenzione
a
quello
che
fa
,
rispetto
la
magistratura
iberica
.
Là
,
l
'
immunità
parlamentare
italiana
non
vale
,
sia
ben
chiaro
.
In
ogni
caso
,
questi
sono
solo
i
primi
nodi
che
stanno
venendo
al
pettine
.
CAPITOLO
BANCA
RASINI
Quando
qualcuno
si
prenderà
la
briga
di
"
aprire
"
il
capitolo
Banca
Rasini
,
magari
sequestrandone
l
'
archivio
tutt
'
oggi
esistente
,
magari
interrogando
alcuni
dei
suoi
ex
funzionari
tutt
'
oggi
in
pensione
(
non
al
cimitero
)
,
e
magari
anche
ponendo
qualche
domanda
a
qualcuno
degli
ex
correntisti
tutt
'
oggi
facilmente
rintracciabili
,
si
scriverebbero
pagine
davvero
inedite
della
storia
di
Silvio
Berlusconi
e
famiglia
.
Certi
comportamenti
,
certa
spregiudicatezza
,
certe
amicizie
non
si
inventano
dalla
sera
alla
mattina
.
Bisogna
avere
dei
maestri
,
e
il
giovane
Silvio
di
allora
ne
ebbe
più
d
'
uno
,
nella
banca
dove
lavorò
suo
padre
per
vent
'
anni
.
E
LUI
?
A
tutto
ciò
,
comunque
,
Berlusconi
risponde
in
maniera
scomposta
.
A
chi
gli
domanda
pubblicamente
spiegazioni
-
ad
esempio
il
sottoscritto
-
,
oppone
l
'
ira
dei
suoi
fedelissimi
e
l
'
azione
dei
suoi
legali
.
A
chi
testimonia
presso
i
magistrati
,
vedi
Rapisarda
,
querele
amplificate
da
potenti
campagne
televisive
e
della
carta
stampata
(
tutti
mezzi
da
lui
controllati
)
e
infine
direttamente
ai
giudici
impressionanti
pressioni
concentriche
a
cui
portano
man
forte
"
legioni
"
di
deputati
e
senatori
di
Forza
Italia
in
Parlamento
.
Di
fronte
a
questo
esercito
formidabile
,
che
dire
?
Golia
sembrava
invincibile
.
StampaQuotidiana ,
Basta
.
Basta
con
questa
indicibile
manfrina
messa
in
piedi
dai
mezzi
di
comunicazione
di
massa
sulle
vicende
giudiziarie
-
specialmente
quelle
palermitane
-
di
Silvio
Berlusconi
.
È
arrivata
l
'
ora
delle
certezze
definitive
.
Di
seguito
presento
al
signor
Berlusconi
una
serie
di
domande
invitandolo
pubblicamente
a
rispondere
nel
merito
con
cristallina
chiarezza
affinché
una
volta
per
tutte
sia
lui
in
prima
persona
a
dimostrare
-
se
ne
è
capace
-
che
con
Cosa
Nostra
non
ha
e
non
ha
mai
avuto
nulla
a
che
fare
.
A
scanso
di
equivoci
e
strumentalizzazioni
,
già
da
ora
-
signor
Berlusconi
-
le
annuncio
che
nessuna
delle
notizie
sul
suo
conto
che
leggerà
in
questo
articolo
è
frutto
di
"
pentimenti
"
,
e
nessuna
delle
domande
che
le
sto
per
porre
si
basa
o
prende
spunto
anche
fosse
in
modo
marginale
dalle
parole
dei
cosiddetti
"
pentiti
"
.
Tutto
al
contrario
,
esse
si
basano
su
personali
indagini
e
su
documenti
amministrativi
che
in
ogni
momento
-
se
lo
riterrà
-
potrò
inviarle
perché
si
sinceri
della
loro
autenticità
.
Detto
questo
,
prego
,
legga
,
e
mi
sappia
poi
dire.Partiamo
da
lontano
,
perché
lontano
inizia
la
sua
storia
imprenditoriale
,
signor
Berlusconi.Primo
quesito
:
lei
certamente
ricorda
che
il
26
settembre
1968
la
sua
società
-
l
'
Edilnord
Sas
-
acquistò
dal
conte
Bonzi
l
'
intera
area
dove
di
lì
a
breve
lei
costruirà
il
quartiere
di
Milano2
.
Lei
pagò
l
'
area
circa
4.250
lire
al
metro
quadrato
,
per
un
totale
di
oltre
3
miliardi
.
Questa
somma
,
nel
1968
quando
lei
aveva
appena
32
anni
e
nessun
patrimonio
familiare
alle
spalle
,
è
di
enorme
portata
.
Oggi
,
tabelle
Istat
alla
mano
,
equivarrebbe
a
38
miliardi
,
739
milioni
e
spiccioli
.
Dopo
l
'
acquisto
-
intendo
dire
nei
mesi
successivi
-
lei
aprì
un
gigantesco
cantiere
edilizio
,
il
cui
costo
arriverà
a
sfiorare
500
milioni
al
giorno
,
che
in
circa
4-5
anni
porterà
all
'
edificazione
di
Milano2
così
come
è
oggi
.
Ecco
la
prima
domanda
:
signor
Berlusconi
,
a
lei
,
quando
aveva
32
anni
,
gli
oltre
30
miliardi
per
comprare
l
'
area
,
chi
li
diede
?
Inoltre
:
che
garanzie
offrì
e
a
chi
per
ricevere
tale
ingentissimo
credito
?
In
ultimo
:
il
denaro
per
avviare
e
portare
a
conclusione
il
super
-
cantiere
,
chi
glielo
fornì
?
Vede
,
se
lei
non
chiarisce
questi
punti
,
si
è
autorizzati
a
credere
che
le
due
misteriose
finanziarie
svizzere
amministrate
dall
'
avvocato
di
Lugano
Renzo
Rezzonico
"
sue
finanziatrici
"
,
così
come
altre
finanziarie
elvetiche
che
entreranno
in
scena
al
suo
fianco
e
che
tra
poco
incontreremo
,
sono
paraventi
dietro
i
quali
si
sono
nascosti
soggetti
tutt
'
altro
che
raccomandabili
.
Sì
,
perché
-
mi
creda
signor
Berlusconi
-
nel
1998
,
oggi
,
se
lei
chiarisse
una
volta
per
tutte
,
con
nomi
e
cognomi
,
chi
le
prestò
tale
gigantesca
fortuna
facendo
con
questo
crollare
ogni
genere
di
sospetto
e
insinuazione
sul
suo
conto
,
nessuno
e
dico
nessuno
si
alzerebbe
per
criticarla
sostenendo
che
lei
operò
con
capitali
sfuggiti
,
per
esempio
,
al
fisco
italiano
e
riparati
in
Svizzera
,
poi
rientrati
in
Italia
grazie
alla
sua
attività
imprenditoriale
.
Sarei
il
primo
ad
applaudirla
,
signor
Berlusconi
,
se
la
realtà
fosse
questa
.
Se
invece
di
denaro
frutto
di
attività
illecite
,
si
trattò
di
risparmi
onestamente
guadagnati
e
quindi
sottratti
dai
rispettivi
proprietari
al
fisco
assassino
italiota
che
grazie
a
lei
ridiventarono
investimenti
,
lei
sarebbe
da
osannare
.
Parli
,
signor
Berlusconi
,
faccia
i
nomi
e
il
castello
di
accuse
di
riciclaggio
cadrà
di
schianto
.
Secondo
quesito
:
il
22
maggio
1974
-
certamente
lo
ricorda
,
signor
Berlusconi
-
la
sua
società
"
Edilnord
Centri
Residenziali
Sas
"
compì
un
aumento
di
capitale
che
così
arrivò
a
600
milioni
(
4,8
miliardi
di
oggi
,
fonte
Istat
)
.
Il
22
luglio
1975
la
medesima
società
eseguì
un
altro
aumento
di
capitale
passando
dai
suddetti
600
milioni
a
2
miliardi
(
14
miliardi
di
oggi
,
fonte
Istat
)
.
Anche
in
questo
caso
,
vorrei
sapere
da
dove
e
da
chi
sono
arrivati
queste
forti
somme
di
denaro
in
contanti
.
Terzo
quesito
:
il
2
febbraio
1973
lei
fondò
un
'
altra
società
,
la
Italcantieri
Srl
.
Il
18
luglio
1975
questa
sua
piccola
impresa
diventò
una
Spa
con
un
aumento
di
capitale
a
500
milioni
.
In
seguito
,
quei
500
milioni
diventeranno
2
miliardi
e
lei
farà
in
modo
di
emettere
anche
un
prestito
obbligazionario
per
altri
2
miliardi
.
Signor
Berlusconi
,
anche
in
questo
caso
le
chiedo
:
il
denaro
in
contanti
per
queste
forti
operazioni
finanziarie
,
chi
glielo
diede
?
Fuori
i
nomi.Quarto
quesito
:
lei
non
può
essersi
scordato
che
il
15
settembre
1977
la
sua
società
Edilnord
cedette
alla
neo
-
costituita
"
Milano2
Spa
"
tutto
il
costruito
del
nuovo
quartiere
residenziale
nel
Comune
di
Segrate
battezzato
"
Milano2
"
più
alcune
aree
ancora
da
edificare
di
quell
'
immenso
terreno
che
lei
comperò
nel
'68
per
l
'
equivalente
di
più
di
32
miliardi
in
contanti
.
Tuttavia
quel
15
settembre
di
tanti
anni
fa
,
accadde
un
altro
fatto
:
lei
,
signor
Berlusconi
,
decise
il
contemporaneo
cambiamento
di
nome
della
società
acquirente
.
Infatti
l
'
impresa
Milano2
Spa
iniziò
a
chiamarsi
così
proprio
da
quella
data
.
Il
giorno
della
sua
fondazione
a
Roma
,
il
16
settembre
1974
,
la
futura
Milano2
Spa
-
come
lei
senza
dubbio
rammenta
-
viceversa
rispondeva
al
nome
di
Immobiliare
San
Martino
Spa
,
"
forte
"
di
un
capitale
di
lire
1
(
un
)
milione
,
il
cui
amministratore
era
Marcello
Dell
'
Utri
.
Lo
stesso
Dell
'
Utri
che
lei
,
signor
Berlusconi
,
sostiene
fosse
a
quell
'
epoca
un
«
mio
semplice
segretario
personale
»
.
Sempre
il
15
settembre
1977
,
quel
milione
venne
portato
a
500
e
la
sede
trasferita
da
Roma
a
Segrate
.
Il
19
luglio
1978
,
i
500
milioni
diventeranno
2
miliardi
di
capitale
sociale
.
Ecco
,
anche
in
questo
caso
,
vorrei
sapere
dove
ha
preso
e
chi
le
ha
fornito
tanto
denaro
contante
e
in
base
a
quali
garanzie.Quinto
quesito
:
signor
Berlusconi
,
il
cuore
del
suo
impero
,
la
notissima
Fininvest
,
certamente
ricorda
che
nacque
in
due
tappe
.
Partiamo
dalle
seconda
:
l'8
giugno
1978
lei
fondò
a
Roma
la
"
Finanziaria
d
'
Investimento
Srl
"
-
in
sigla
Fininvest
-
dotandola
di
un
capitale
di
20
milioni
e
di
un
amministratore
che
rispondeva
al
nome
di
Umberto
Previti
,
padre
del
noto
Cesare
di
questi
tempi
grami
(
per
lui
)
.
Il
30
giugno
1978
il
capitale
sociale
di
questa
sua
creatura
venne
portato
a
50
milioni
,
il
7
dicembre
1978
a
18
miliardi
,
che
al
valore
d
'
oggi
sarebbero
81
miliardi
,
167
milioni
e
400
mila
lire
.
In
6
mesi
,
quindi
,
lei
passò
dall
'
avere
avuto
in
tasca
20
milioni
per
fondare
la
Fininvest
Srl
a
Roma
,
a
18
miliardi
.
Fra
l
'
altro
,
come
lei
certamente
ricorda
,
la
società
in
questo
periodo
non
possedeva
alcun
dipendente
.
Nel
luglio
del
1979
la
Fininvest
Srl
,
con
tutti
quei
soldi
in
cassa
,
venne
trasferita
a
Milano
.
Poco
prima
,
il
26
gennaio
1979
era
stata
"
fusa
"
con
un
'
altra
sua
società
dall
'
identico
nome
,
signor
Berlusconi
:
la
Fininvest
Spa
di
Milano
.
Questa
società
fu
la
prima
delle
due
tappe
fondamentali
di
cui
dicevo
poc
'
anzi
alla
base
dell
'
edificazione
del
suo
impero
,
e
in
realtà
di
milanese
aveva
ben
poco
,
come
lei
ben
sa
.
Infatti
la
Fininvest
Spa
venne
anch
'
essa
fondata
a
Roma
il
21
marzo
del
1975
come
Srl
,
l'11
novembre
dello
stesso
anno
trasformata
in
Spa
con
2
miliardi
di
capitale
,
e
quindi
trasferita
nel
capoluogo
lombardo
.
Tutte
operazioni
,
queste
,
che
pensò
,
decise
e
attuò
proprio
lei
,
signor
Berlusconi.Dopo
la
fusione
,
ricorda
?
,
il
capitale
sociale
verrà
ulteriormente
aumentato
a
52
miliardi
(
al
valore
dell
'
epoca
,
equivalenti
a
più
di
166
miliardi
di
oggi
,
fonte
Istat
)
.
Bene
,
fermiamoci
qui
.
Signor
Berlusconi
,
i
17
miliardi
e
980
milioni
di
differenza
della
Fininvest
Srl
di
Roma
(
anno
1978
)
chi
glieli
fornì
?
Vorrei
conoscere
nomi
e
cognomi
di
questi
suoi
munifici
amici
e
anche
il
contenuto
delle
garanzie
che
lei
,
signor
Berlusconi
,
offrì
loro
.
Lo
stesso
dicasi
per
l
'
aumento
,
di
poco
successivo
,
a
52
miliardi
.
Naturalmente
le
chiedo
anche
notizie
sull
'
origine
dei
fondi
,
altri
2
miliardi
,
della
"
gemella
"
Fininvest
Spa
di
Milano
che
lei
fondò
nel
1975
,
anno
pessimo
per
ciò
che
attiene
al
credito
bancario
e
ancor
peggio
per
i
fondamentali
dell
'
economia
del
Paese
.
Sesto
quesito
:
lei
,
signor
Berlusconi
,
almeno
una
volta
in
passato
tentò
di
chiarire
il
motivo
dell
'
esistenza
delle
22
(
ma
c
'
è
chi
scrive
,
come
Giovanni
Ruggeri
,
autore
di
"
Berlusconi
,
gli
affari
del
Presidente
"
siano
molte
di
più
,
addirittura
38
)
"
Holding
Italiane
"
che
detengono
tuttora
il
capitale
della
Fininvest
,
esattamente
l
'
elenco
che
inizia
con
Holding
Italiana
Prima
e
termina
con
Holding
Italiana
Ventiduesima
.
Lei
sostenne
che
la
ragione
di
tale
castello
societario
sta
nell
'
aver
inventato
un
meccanismo
per
pagare
meno
tasse
allo
Stato
.
Così
pure
,
signor
Berlusconi
,
lei
ha
dichiarato
che
l
'
inventore
del
marchingegno
finanziario
,
che
ripeto
detiene
-
sono
sue
parole
-
l
'
intero
capitale
del
Gruppo
,
fu
Umberto
Previti
e
l
'
unico
scopo
per
il
quale
l
'
inventò
consisteva
-
e
consiste
tutt
'
oggi
-
nell
'
aver
abbattuto
di
una
considerevole
percentuale
le
tasse
,
ovvero
il
bottino
del
rapinoso
fisco
italiota
ai
suoi
danni
,
con
un
meccanismo
assolutamente
legale
.
Queste
,
mi
corregga
se
sbaglio
,
furono
le
ragioni
che
addusse
a
suo
tempo
,
signor
Berlusconi
,
per
spiegare
il
motivo
per
cui
il
capitale
della
Fininvest
è
suddiviso
così
.
È
una
motivazione
,
però
,
che
a
molti
appare
quanto
meno
curiosa
,
se
raffrontata
-
ad
esempio
-
con
l
'
assetto
patrimoniale
di
un
altro
big
dell
'
imprenditoria
nazionale
,
Giovanni
Agnelli
,
che
viceversa
ha
optato
da
molti
anni
per
una
trasparentissima
società
in
accomandita
per
detenere
e
definire
i
propri
beni
e
quote
del
Gruppo
Fiat
.
In
sostanza
lei
,
signor
Berlusconi
,
più
volte
ha
ribadito
che
"
dietro
"
le
22
Holding
c
'
è
soltanto
la
sua
persona
e
la
sua
famiglia
.
Non
avrò
mai
più
motivo
di
dubitare
di
questa
sua
affermazione
quando
lei
spiegherà
con
assoluta
chiarezza
le
ragioni
di
una
sua
scelta
a
dir
poco
stupefacente
.
Questa
:
c
'
è
un
indirizzo
-
a
Milano
-
che
lei
,
signor
Berlusconi
conosce
molto
bene
.
Si
tratta
di
via
Sant
'
Orsola
3
,
pieno
centro
cittadino
.
A
questo
indirizzo
nel
1978
nacque
una
società
fiduciaria
-
ovvero
dedita
alla
gestione
di
patrimoni
altrui
-
denominata
Par.Ma.Fid
.
A
fondarla
furono
due
commercialisti
,
Roberto
Massimo
Filippa
e
Michela
Patrizia
Natalini
.
Detto
questo
,
certo
rammenta
,
signor
Berlusconi
,
che
importanti
quote
di
diverse
delle
suddette
22
Holding
verranno
da
lei
intestate
proprio
alla
Par
.
Ma.Fid
.
Esattamente
il
10
%
della
Holding
Italiana
Seconda
,
Terza
,
Quarta
,
Quinta
,
Ventunesima
e
Ventiduesima
,
più
il
49%
della
Holding
Italiana
Prima
,
la
quale
-
in
un
perfetto
gioco
di
scatole
cinesi
-
a
sua
volta
detiene
il
100%
del
capitale
della
Holding
Italiana
Sesta
e
Settima
e
il
51%
della
Holding
Italiana
Ventiduesima
.
Vede
,
signor
Berlusconi
,
dovrebbe
chiarirmi
per
conto
di
chi
la
Par.Ma.Fid
.
gestirà
questa
grande
fetta
del
Gruppo
Fininvest
e
perché
lei
decise
di
affidare
proprio
a
questa
società
tale
immensa
fortuna
.
Infatti
lei
-
che
è
un
attento
lettore
di
giornali
e
ha
a
sua
disposizione
un
ferratissimo
nonché
informatissimo
staff
di
legali
civilisti
e
penalisti
-
non
può
non
sapere
che
la
Par.Ma.Fid
.
è
la
medesima
società
fiduciaria
che
ha
gestito
-
esattamente
nello
stesso
periodo
-
tutti
i
beni
di
Antonio
Virgilio
,
finanziere
di
Cosa
Nostra
e
grande
riciclatore
di
capitali
per
conto
dei
clan
di
Giuseppe
e
Alfredo
Bono
,
Salvatore
Enea
,
Gaetano
Fidanzati
,
Gaetano
Carollo
,
Carmelo
Gaeta
e
altri
boss
-
di
area
corleonese
e
non
-
operanti
a
Milano
nel
traffico
di
stupefacenti
a
livello
mondiale
e
nei
sequestri
di
persona
.
Quindi
,
signor
Berlusconi
,
a
chi
finivano
gli
utili
della
Fininvest
relativi
alle
quote
delle
Holding
in
mano
alla
Par.Ma.Fid
.
?
Per
conto
di
chi
la
Par.Ma.Fid
.
incassava
i
dividendi
e
gestiva
le
quote
in
suo
possesso
?
Chi
erano
-
mi
passi
il
termine
-
i
suoi
"
soci
"
,
signor
Berlusconi
,
nascosti
dietro
lo
schermo
anonimo
della
fiduciaria
di
via
Sant
'
Orsola
civico
3
?
Capisce
che
in
assenza
di
una
sua
precisa
quanto
chiarificatrice
risposta
che
faccia
apparire
il
volto
-
o
i
volti
-
di
coloro
che
per
anni
incasseranno
fior
di
quattrini
grazie
alla
Par.Ma.Fid
.
,
ovvero
alle
quote
della
Fininvest
detenute
dalla
Par.Ma.Fid
.
non
si
sa
per
conto
di
chi
,
sono
autorizzato
a
pensare
che
costoro
non
fossero
estranei
all
'
altro
"
giro
"
di
clienti
contemporaneamente
gestiti
da
questa
fiduciaria
,
clienti
i
cui
nomi
rimandano
direttamente
ai
vertici
di
Cosa
Nostra.Settimo
quesito
:
è
universalmente
noto
che
lei
,
signor
Berlusconi
,
come
imprenditore
è
"
nato
col
mattone
"
per
poi
approdare
alla
televisione
.
Proprio
sull
'
edificazione
del
network
tivù
è
incentrato
questo
punto
.
Lei
,
signor
Berlusconi
,
certamente
ricorda
che
sul
finire
del
1979
diede
incarico
ad
Adriano
Galliani
di
girare
l
'
Italia
ad
acquistare
frequenze
tivù
.
Lo
scopo
-
del
tutto
evidente
-
fu
quello
di
costituire
una
rete
di
emittenti
sotto
il
suo
controllo
,
signor
Berlusconi
,
in
modo
da
poter
trasmettere
programmi
,
ma
soprattutto
pubblicità
,
che
così
sarebbe
stata
"
nazionale
"
e
non
più
locale
.
La
differenza
dal
punto
di
vista
dei
fatturati
pubblicitari
,
ovviamente
,
era
enorme
.
Fu
un
piano
perfetto
.
Se
non
che
,
Adriano
Galliani
invece
di
buttarsi
a
capofitto
nell
'
acquisto
di
emittenti
al
Nord
,
iniziò
dal
Sud
e
precisamente
dalla
Sicilia
,
dove
entrò
in
società
con
i
fratelli
Inzaranto
di
Misilmeri
(
frazione
di
Palermo
)
nella
loro
Retesicilia
Srl
,
che
dal
13
novembre
1980
vedrà
nel
proprio
consiglio
di
amministrazione
Galliani
in
persona
a
fianco
di
Antonio
Inzaranto
.
Ora
lei
,
signor
Berlusconi
,
da
imprenditore
avveduto
qual
è
,
non
può
non
avere
preso
informazioni
all
'
epoca
sui
suoi
nuovi
soci
palermitani
,
personaggi
molto
noti
da
quelle
parti
per
ben
altre
questioni
,
oltre
la
tivù
.
Infatti
Giuseppe
Inzaranto
,
fratello
di
Antonio
nonché
suo
partner
,
è
marito
della
nipote
prediletta
di
Tommaso
Buscetta
.
No
,
sia
chiaro
,
non
mi
riferisco
al
"
pentito
Buscetta
"
del
1984
,
ma
al
super
boss
che
nel
'79
è
ancora
braccio
destro
di
Pippo
Calò
e
amico
intimo
di
Stefano
Bontate
,
il
capo
dei
capi
della
mafia
siciliana
.
Quindi
,
signor
Berlusconi
,
perché
entrò
in
affari
-
tramite
Adriano
Galliani
-
con
gente
di
questa
risma
?
C
'
è
da
notare
,
oltre
tutto
,
che
i
fratelli
Inzaranto
sono
di
Misilmeri
.
Le
dice
niente
,
signor
Berlusconi
,
questo
nome
?
Guardi
che
glielo
sto
chiedendo
con
grande
serietà
.
Infatti
proprio
di
Misilmeri
sono
originari
i
soci
siciliani
della
nobile
famiglia
Rasini
che
assieme
alla
famiglia
Azzaretto
-
nativa
di
Misilmeri
,
appunto
-
fondò
nel
1955
la
banca
di
Piazza
Mercanti
,
la
Banca
Rasini
.
Giuseppe
Azzaretto
e
suo
figlio
,
Dario
Azzaretto
,
sono
persone
delle
quali
lei
,
signor
Berlusconi
,
con
ogni
probabilità
sentiva
parlare
addirittura
in
casa
da
suo
padre
.
Gli
Azzaretto
erano
-
con
i
Rasini
-
i
diretti
superiori
di
suo
padre
Luigi
,
signor
Berlusconi
.
Gli
Azzaretto
di
Misilmeri
davano
ordini
a
suo
padre
,
signor
Berlusconi
,
che
per
molti
anni
fu
loro
procuratore
,
il
primo
procuratore
della
Banca
Rasini
.
Certo
non
le
vengo
a
chiedere
con
quali
capitali
-
e
di
chi
-
Giuseppe
Azzaretto
riuscì
ad
affiancarsi
nel
1955
ai
potenti
Rasini
di
Milano
,
tenuto
conto
che
Misilmeri
è
tutt
'
oggi
una
tragica
periferia
della
peggiore
Palermo
,
però
che
a
lei
Misilmeri
possa
risultare
del
tutto
sconosciuta
,
mi
appare
inverosimile
.
Ora
le
ripeto
la
domanda
:
si
informò
sulla
"
serietà
"
e
la
"
moralità
"
dei
nuovi
soci
-
il
clan
Inzaranto
-
quando
tra
il
1979
e
l'80
diverranno
parte
fondamentale
della
sua
rete
tivù
nazionale
?
Ottavo
quesito
:
certo
a
lei
,
signor
Berlusconi
,
il
nome
della
società
Immobiliare
Romana
Paltano
non
può
risultare
sconosciuto
.
È
impossibile
non
ricordi
che
nel
1974
la
suddetta
,
12
milioni
di
capitale
,
finì
sotto
il
suo
controllo
amministrata
da
Marcello
Dell
'
Utri
,
perché
proprio
sui
terreni
di
questa
società
lei
darà
corso
all
'
iniziativa
edilizia
denominata
Milano3
.
Così
pure
ricorderà
che
nel
1976
l
'
esiguo
capitale
di
12
milioni
aumenterà
a
500
,
e
che
il
12
maggio
del
1977
salirà
ulteriormente
a
1
(
un
)
miliardo
,
e
che
cambierà
anche
la
sua
denominazione
in
Cantieri
Riuniti
Milanesi
Spa
.
Come
al
solito
,
vengo
subito
al
dunque
:
anche
in
questo
ennesimo
caso
,
chi
le
fornì
,
signor
Berlusconi
,
questi
forti
capitali
per
aumentare
la
portata
finanziaria
di
quella
che
era
una
modestissima
impresa
del
valore
di
soli
12
milioni
quando
la
acquistò
?
Nono
quesito
:
lei
,
signor
Berlusconi
,
certamente
rammenta
che
il
4
maggio
1977
a
Roma
fondò
l
'
Immobiliare
Idra
col
capitale
di
1
(
un
)
milione
.
Questa
società
,
che
oggi
possiede
beni
immobili
pregiatissimi
in
Sardegna
,
l
'
anno
successivo
-
era
il
1978
-
aumentò
il
proprio
capitale
a
900
milioni
.
Signor
Berlusconi
,
da
dove
arrivarono
gli
899
milioni
(
4
miliardi
e
45
milioni
d
'
oggi
,
fonte
Istat
)
che
fecero
la
differenza
?
Decimo
quesito
:
signor
Berlusconi
,
in
più
occasioni
lei
ha
usato
per
mettere
in
porto
affari
di
vario
genere
-
l
'
acquisto
dell
'
attaccante
Lentini
dal
Torino
Calcio
,
ad
esempio
-
la
finanziaria
di
Chiasso
denominata
Fimo
.
Anche
in
questo
caso
,
come
nel
precedente
riferito
alla
Par.Ma
.
Fid
.
,
lei
ha
scelto
una
società
fiduciaria
-
questa
volta
domiciliata
in
Svizzera
-
al
cui
riguardo
le
cronache
giudiziarie
si
erano
largamente
espresse
.
Tenuto
conto
della
potenza
dello
staff
informativo
che
la
circonda
,
signor
Berlusconi
,
mi
appare
del
tutto
inverosimile
che
lei
non
abbia
saputo
,
circa
la
Fimo
di
Chiasso
,
che
è
stata
per
lungo
tempo
il
canale
privilegiato
di
riciclaggio
usato
da
Giuseppe
Lottusi
,
arrestato
il
15
novembre
del
1991
mentre
"
esportava
"
forti
capitali
della
temibile
cosca
palermitana
dei
Madonia
.
Così
pure
non
le
sarà
sfuggito
che
Lottusi
venne
condannato
a
20
anni
di
reclusione
per
quei
reati
.
Tuttora
è
in
carcere
a
scontare
la
pena
.
Ebbene
,
signor
Berlusconi
,
se
quel
gangster
finì
in
galera
il
15
novembre
del
'91
,
nella
primavera
del
1992
-
cioè
pochi
mesi
dopo
quel
fatto
che
campeggiò
con
dovizia
di
particolari
,
anche
circa
la
Fimo
,
sulle
prime
pagine
di
tutti
i
giornali
-
il
suo
Milan
"
pagò
"
una
forte
somma
"
in
nero
"
-
estero
su
estero
-
per
la
cessione
di
Gianluigi
Lentini
,
e
usò
per
la
transazione
proprio
la
screditatissima
Fimo
,
fiduciaria
di
narcotrafficanti
internazionali
.
Perché
,
signor
Berlusconi
?
Ecco
,
queste
sono
le
domande
.
Risponda
,
signor
Berlusconi
.
Presto
.
Come
ha
visto
,
di
"
pentiti
"
veri
o
presunti
non
c
'
è
traccia
negli
11
quesiti
.
Semmai
c
'
è
il
profumo
di
centinaia
di
miliardi
che
tra
il
1968
e
il
1979
finirono
nelle
sue
mani
,
signor
Berlusconi
.
E
tuttora
non
si
sa
da
dove
arrivarono
.
Poiché
c
'
è
chi
l
'
accusa
che
quell
'
oceano
di
quattrini
provenne
dalle
casse
di
Cosa
Nostra
e
sta
indagando
proprio
su
questo
,
prego
,
schianti
ogni
possibile
infamia
dicendo
semplicemente
la
verità
.
Punto
per
punto
,
nome
per
nome
.
È
un
'
occasione
d
'
oro
per
farla
finita
una
volta
per
tutte
.
Sappia
che
d
'
ora
in
poi
il
silenzio
non
le
è
più
consentito
né
come
imprenditore
,
né
come
politico
,
né
come
uomo
.
StampaQuotidiana ,
Nei
movimenti
femminili
,
ciò
che
mi
sembra
sommamente
sbagliato
è
lo
spirito
di
competizione
con
il
sesso
opposto
,
e
lo
spirito
d
'
orgoglio
.
Le
parole
«
donna
è
bello
»
non
hanno
nessun
senso
.
In
verità
essere
una
donna
non
è
né
bello
né
brutto
,
oppure
è
tutt
'
e
due
,
lo
stesso
come
essere
un
uomo
.
Ne
sbagliato
scoprire
delle
ragioni
d
'
orgoglio
,
o
delle
ragioni
d
'
avvilimento
,
nella
propria
nascita
o
origine
,
o
nella
propria
condizione
umana
.
Riguardo
all
'
essere
ebrei
,
è
sbagliato
esserne
avviliti
,
sbagliato
gloriarsene
.
Riguardo
all
'
essere
omosessuali
,
è
sbagliato
esserne
umiliati
,
sbagliato
esserne
orgogliosi
.
L
'
atteggiamento
giusto
è
sentire
,
nei
confronti
della
propria
condizione
umana
,
una
totale
indifferenza
.
Una
fra
le
cose
che
oggi
avvelenano
il
mondo
,
è
la
retorica
costruita
sopra
delle
semplici
condizioni
umane
.
Si
suole
dire
che
l
'
orgoglio
ideologico
,
nei
movimenti
femminili
per
esempio
,
è
generato
da
secoli
di
umiliazioni
e
persecuzioni
,
ed
è
perciò
giustificabile
e
comprensibile
.
Questo
significa
che
bisogna
accordare
loro
indulgenza
,
se
assumono
atteggiamenti
sbagliati
,
se
commettono
errori
.
Ma
l
'
indulgenza
va
accordata
agli
errori
delle
persone
singole
,
non
agli
errori
delle
idee
.
Alle
idee
si
chiede
che
siano
vere
e
giuste
,
subito
e
in
assoluto
.
Non
credo
che
gli
esseri
umani
abbiano
,
in
quanto
esseri
umani
,
nessuna
giusta
ragione
d
'
orgoglio
.
Non
credo
che
sia
una
giusta
ragione
d
'
orgoglio
né
essere
una
donna
,
né
essere
un
uomo
,
né
essere
un
omosessuale
.
Non
credo
che
sia
una
ragione
d
'
orgoglio
né
l
'
essere
madre
,
né
l
'
essere
padre
,
né
il
non
esserlo
.
Meno
ancora
credo
che
una
di
queste
condizioni
umane
sia
una
ragione
d
'
umiliazione
.
Allo
stesso
modo
,
non
credo
che
sia
una
ragione
d
'
orgoglio
appartenere
alla
schiera
dei
giovani
,
né
credo
che
appartenere
alla
schiera
dei
vecchi
sia
umiliante
.
Simili
condizioni
umane
,
in
se
stesse
,
non
sono
evidentemente
né
un
merito
,
né
una
colpa
.
Portarle
come
dei
meriti
,
o
delle
colpe
,
è
un
'
attitudine
di
assoluta
stolidità
e
irrealtà
.
Tutto
questo
appare
ovvio
,
ma
è
accaduto
che
nel
mondo
presente
,
si
siano
riempite
le
strade
di
fiumane
d
'
orgoglio
e
d
'
umiliazione
e
che
tali
fiumane
siano
di
qualità
sessuale
,
o
razziale
,
o
generazionale
.
I
meriti
e
le
colpe
sono
cosa
strettamente
individuale
,
inscindibile
dalla
coscienza
di
ogni
essere
singolo
.
Ciascuno
di
noi
conosce
le
proprie
colpe
e
i
propria
meriti
,
e
se
ne
gloria
o
se
ne
avvilisce
dentro
di
sé
.
Riguardo
all
'
orgoglio
,
esso
è
legittimo
in
una
persona
,
per
un
'
azione
singola
che
questa
stessa
persona
ha
compiuto
.
E
però
legittimo
e
tollerabile
se
non
dura
più
d
'
un
istante
.
Quando
lo
sentiamo
protrarsi
nel
tempo
,
ne
sentiamo
la
stolidità
e
l
'
irrealtà
.
Quando
diventa
un
'
attitudine
dello
spirito
,
non
è
più
tollerabile
.
Non
lo
tollerano
gli
altri
in
noi
,
e
non
lo
tolleriamo
noi
in
noi
stessi
,
se
guardiamo
in
noi
stessi
con
un
giusto
sguardo
.
L
'
orgoglio
riveste
la
nostra
stessa
immagine
,
dentro
di
noi
,
di
uniformi
e
di
insegne
,
che
la
separano
dalle
comunità
.
Riguardo
all
'
avvilimento
,
è
anch
'
esso
legittimo
soltanto
se
episodico
e
momentaneo
.
Ma
quando
diventa
un
'
attitudine
dello
spirito
,
a
sua
volta
veste
allora
la
nostra
stessa
immagine
di
un
'
uniforme
,
la
copre
di
grigi
grembiali
e
la
induce
a
scivolare
via
a
testa
bassa
.
Si
tratta
un
'
attitudine
dello
spirito
forse
meno
intollerabile
dell
'
orgoglio
,
perché
più
disarmata
e
più
mite
,
e
perché
i
negletti
grembiali
sono
ben
meglio
delle
insegne
dei
capitani
.
è
però
un
'
attitudine
dello
spirito
sbagliata
e
viziata
non
meno
dell
'
orgoglio
,
quando
ricopre
e
schiaccia
l
'
intiera
nostra
esistenza
,
nel
passato
,
nel
presente
e
nel
futuro
.
Anche
il
grigiore
dell
'
avvilimento
è
un
modo
di
pensare
la
nostra
immagine
separata
dalle
comunità
.
Ora
noi
possiamo
sentirci
,
in
mezzo
alle
comunità
,
soli
e
diversi
,
ma
il
desiderio
di
rassomigliare
ai
nostri
simili
e
il
desiderio
di
condividere
il
più
possibile
il
destino
comune
è
qualcosa
che
dobbiamo
custodire
nel
corso
della
nostra
esistenza
e
che
se
si
spegne
è
male
.
Di
diversità
e
solitudine
,
e
di
desiderio
di
essere
come
tutti
,
è
fatta
la
nostra
infelicità
e
tuttavia
sentiamo
che
tale
infelicità
forma
la
sostanza
migliore
della
nostra
persona
ed
è
qualcosa
che
non
dovremmo
perdere
mai
.
Ragioni
di
scoprirci
diversi
in
mezzo
alle
comunità
,
noi
ne
abbiamo
infinite
,
e
ciascuno
trova
prontamente
le
proprie
,
o
le
ha
trovate
e
coltivate
fin
dalla
più
lontana
infanzia
.
Tutti
o
quasi
tutti
siamo
o
donne
,
o
ebrei
,
o
omosessuali
,
oppure
siamo
diversi
semplicemente
per
inclinazione
alla
diversità
,
per
malinconia
,
per
timidezza
,
per
nevrosi
,
per
silenzio
.
Siamo
tutti
«
diversi
»
.
L
'
essenziale
è
portare
giustamente
la
propria
diversità
,
l
'
essenziale
è
non
farne
né
un
'
insegna
né
un
'
uniforme
,
e
mescolarla
silenziosamente
nelle
infinite
diversità
degli
altri
,
in
quelle
che
noi
riteniamo
le
comunità
dei
non
diversi
e
normali
.
Comunque
,
l
'
orgoglio
e
l
'
avvilimento
sono
i
nostri
stati
d
'
animo
abituali
,
e
noi
usiamo
passare
dall
'
uno
all
'
altro
come
dalla
notte
al
mattino
.
Finché
sono
i
nostri
sentimenti
individuali
,
e
finché
sono
volubili
e
momentanei
,
non
sono
di
qualità
scadente
.
Diventano
però
di
qualità
deteriore
e
scadente
se
diventano
il
fondamento
di
un
'
idea
.
A
muovere
le
idee
e
a
portarle
avanti
dovrebbero
essere
dei
sentimenti
di
qualità
superiore
e
nobile
,
e
fatti
per
essere
innalzati
su
un
piano
universale
.
Sono
di
questa
qualità
e
natura
l
'
impegno
civile
,
la
solidarietà
umana
,
il
senso
della
giustizia
,
il
coraggio
.
La
parola
«
valori
»
è
una
parola
che
oggi
adoperiamo
e
leggiamo
con
diffidenza
,
perché
è
stata
adoperata
troppo
e
male
,
si
è
scolorita
e
sembra
non
significare
più
nulla
.
Tuttavia
è
forse
proprio
questa
parola
che
è
necessario
adoperare
per
mettere
in
chiaro
ciò
che
può
essere
innalzato
su
un
piano
universale
.
L
'
orgoglio
non
è
un
valore
e
non
ha
qualità
universale
.
L
'
orgoglio
ideologico
,
noi
lo
detestiamo
e
ci
fa
orrore
,
quando
prende
forma
di
orgoglio
di
patria
.
Lo
riconosciamo
allora
in
tutta
la
sua
turpitudine
.
Nesso
è
orribile
perché
irreale
.
E
orribile
anche
e
soprattutto
perché
è
una
sorgente
di
odio
,
perché
cerca
intorno
a
sé
delle
armi
per
uccidere
i
propri
nemici
,
quelli
che
pensa
come
propri
nemici
,
e
separa
un
paese
dalla
folla
dei
paesi
,
lo
separa
colmandolo
di
ideologiche
vanità
e
irrealtà
.
L
'
orgoglio
di
sesso
nei
movimenti
femminili
è
però
assai
simile
all
'
orgoglio
di
patria
,
poiché
ne
assume
le
fattezze
,
ne
assume
gli
aspetti
aggressivi
e
faziosi
,
la
grottesca
e
irreale
combattività
.
Essere
donne
,
essere
ebrei
,
essere
o
diventare
omosessuali
,
è
come
essere
nati
in
un
paese
o
in
un
altro
.
La
persona
adulta
è
tenuta
a
trarre
,
dalle
origini
che
le
ha
assegnato
il
caso
,
i
massimi
beni
possibili
,
e
la
massima
quantità
possibile
di
conoscenza
della
propria
terra
.
Ma
alle
umiliazioni
e
oppressioni
e
persecuzioni
che
la
società
ha
inflitto
o
infligge
alle
donne
,
o
agli
omosessuali
,
o
agli
ebrei
,
donne
e
omosessuali
e
ebrei
sono
tenuti
a
rispondere
come
se
umiliazioni
e
oppressioni
e
persecuzioni
non
offendessero
soltanto
loro
ma
l
'
intiera
collettività
degli
uomini
.
Nessi
sono
tenuti
a
rispondere
non
con
le
miserabili
combattività
dell
'
orgoglio
ingiuriato
ma
con
l
'
indifferenza
ai
propri
fatti
personali
e
territoriali
che
contraddistingue
la
vera
e
adulta
libertà
.
Ne
invalso
oggi
il
costume
di
radunare
alcuni
gruppi
umani
in
sorte
di
eserciti
,
che
si
propongono
di
imitare
i
partiti
politici
,
o
anzi
dichiarano
di
muoversi
al
seguito
di
insegne
o
bandiere
.
Ma
i
partiti
politici
nascono
da
scelte
politiche
,
ideologiche
,
morali
.
I
migliori
fra
i
partiti
politici
sono
fondati
su
idee
vere
,
su
un
vero
e
reale
e
possibile
disegno
del
mondo
,
e
le
loro
idee
,
partendo
da
valori
universali
,
sono
nel
loro
contenuto
migliore
libere
da
ogni
specie
di
orgoglio
ideologico
,
quindi
chiare
e
secche
.
Le
separazioni
che
si
creano
fra
la
gente
,
per
motivi
politici
,
hanno
un
senso
.
Le
separazioni
che
si
creano
fra
la
gente
,
quando
non
perseguono
un
chiaro
disegno
del
mondo
,
non
hanno
nessun
senso
.
Le
separazioni
che
si
delineano
fra
i
gruppi
umani
,
le
alleanze
fra
donne
,
o
fra
omosessuali
,
o
fra
ebrei
,
non
hanno
nessun
senso
perché
non
ubbidiscono
a
una
scelta
politica
,
ma
si
basano
su
un
lontano
fatto
d
'
origine
,
legato
all
'
ora
della
nascita
,
o
magari
,
come
è
forse
nel
caso
degli
omosessuali
,
legato
a
una
lontana
decisione
infantile
.
Identificare
le
condizioni
umane
con
i
partiti
politici
è
perciò
irreale
.
Non
esiste
,
fra
le
condizioni
umane
e
i
partiti
politici
,
nessuna
specie
di
affinità
.
Una
condizione
umana
non
è
frutto
di
scelta
,
ma
discende
dal
destino
e
dal
caso
.
I
movimenti
femminili
non
saranno
mai
un
partito
politico
,
perché
mentre
è
ben
possibile
immaginare
un
mondo
governato
dalle
forze
d
'
una
determinata
e
nuova
classe
sociale
,
immaginare
un
mondo
composto
esclusivamente
di
donne
e
dominato
da
loro
è
impossibile
,
irreale
e
mortale
.
StampaQuotidiana ,
A
una
settimana
dal
voto
,
una
riflessione
più
pacata
può
integrare
,
e
in
parte
correggere
,
le
riflessioni
immediate
.
La
prima
considerazione
è
che
se
l
'
insuccesso
della
sinistra
è
fuori
discussione
,
la
vittoria
della
destra
è
meno
evidente
di
quanto
i
commenti
dei
primi
giorni
abbiano
lasciato
intendere
.
Non
si
può
dire
che
gli
italiani
abbiano
scelto
Berlusconi
:
su
48
milioni
di
elettori
solo
8
hanno
votato
per
Forza
Italia
.
Dopo
il
confronto
televisivo
con
Occhetto
,
il
Cavaliere
,
in
una
festa
con
i
suoi
sostenitori
,
deplorando
di
non
poter
utilizzare
appieno
il
suo
apparato
propagandistico
aveva
detto
di
temere
che
un
consenso
giunto
al
40
per
cento
potesse
scendere
al
20
.
Aggiungeva
,
però
,
che
gli
ultimi
sondaggi
(
da
non
rendere
pubblici
)
gli
assicuravano
ancora
un
terzo
dei
suffragi
.
Era
il
23
marzo
.
Cinque
giorni
dopo
,
Forza
Italia
si
assestava
proprio
al
21
per
cento
,
solo
mezzo
punto
in
più
dello
sconfitto
PDS
.
Sconfitta
,
in
termini
di
voti
,
era
anche
la
Lega
,
che
col
suo
8,4
per
cento
scendeva
al
di
sotto
del
livello
del
1992
,
dopo
che
nel
1993
il
suo
consenso
poteva
valutarsi
al
20
per
cento
.
Il
risultato
migliore
del
Polo
della
libertà
e
del
Buon
governo
era
quello
di
Alleanza
Nazionale
,
il
cui
13,6
per
cento
è
determinante
nel
collocare
il
Polo
al
di
sopra
del
40
per
cento
.
Senza
la
Fiamma
lo
schieramento
,
col
29,4
per
cento
,
sarebbe
di
un
solo
punto
al
di
sopra
dei
progressisti
,
che
,
senza
Rifondazione
,
inutilizzabile
come
forza
di
governo
,
si
collocano
al
28,4
.
Queste
cifre
ridimensionano
il
quadro
di
una
destra
trionfante
e
di
una
sinistra
a
pezzi
.
È
un
'
immagine
rafforzata
dal
grande
divario
di
seggi
alla
Camera
,
conseguenza
sia
della
legge
elettorale
che
di
una
sua
utilizzazione
da
parte
di
un
elettorato
che
ha
preferito
la
polarizzazione
alla
frammentazione
:
da
qui
la
frana
degli
alleati
non
comunisti
del
PDS
e
le
proporzioni
della
sconfitta
progressista
nel
lombardo
-
veneto
.
Proprio
perché
è
stato
il
lombardo
-
veneto
,
con
la
Lega
,
a
battere
i
partiti
della
Prima
Repubblica
,
si
può
capire
la
difficoltà
di
Bossi
.
Non
è
detto
che
il
suo
problema
sia
quello
di
venir
meno
all
'
impegno
di
non
fare
«
mai
»
un
governo
con
i
«
fascisti
»
,
con
la
«
destra
forcaiola
»
.
Se
si
trattasse
solo
di
modificare
una
posizione
non
sarebbe
la
prima
volta
nella
vita
politica
.
Ma
il
fatto
è
che
omologandosi
a
una
destra
egemonizzata
da
Forza
Italia
,
la
Lega
potrebbe
ridursi
a
un
soggetto
marginale
nel
giro
di
un
anno
,
già
alle
elezioni
regionali
del
1995
.
La
distribuzione
del
43
per
cento
dei
voti
che
la
Lega
aveva
raccolto
a
Milano
nello
scorso
giugno
(
oggi
15
alla
Lega
,
28
a
Berlusconi
)
è
per
Bossi
un
campanello
d
'
allarme
che
potrebbe
trasformarsi
in
un
rintocco
funebre
.
Egli
ha
oggi
il
gruppo
parlamentare
più
numeroso
,
al
quale
spetterebbe
il
primo
incarico
per
la
formazione
del
governo
in
assenza
di
una
maggioranza
precostituita
.
Ma
è
un
vantaggio
temporaneo
,
in
una
situazione
precaria
.
Se
la
Lega
non
trasforma
il
federalismo
da
slogan
in
progetto
preciso
,
il
suo
destino
potrebbe
essere
segnato
.
Quella
di
Bossi
non
è
una
pretattica
,
come
afferma
Fini
,
ma
esigenza
di
sopravvivenza
.
Ed
è
questa
situazione
che
offre
al
PDS
una
occasione
che
potrebbe
cogliere
,
se
il
suo
gruppo
dirigente
passasse
la
mano
,
invece
di
rimanere
paralizzato
nella
rassegnazione
.
Occhetto
e
D
'
Alema
possono
uscire
onorevolmente
di
scena
e
contribuire
al
ruolo
che
il
partito
può
svolgere
con
la
loro
esperienza
di
parlamentari
.
Questo
ruolo
non
si
capisce
perché
debba
essere
quello
di
assistere
inerti
,
all
'
opposizione
,
a
un
governo
egemonizzato
da
Forza
Italia
.
Questo
governo
potrebbe
essere
in
grado
di
promuovere
quell
'
ampio
consenso
che
Berlusconi
sperava
e
che
non
ha
ottenuto
,
tanto
che
al
Senato
manca
la
maggioranza
.
Essa
sarebbe
comunque
risicata
(
e
probabilmente
inadeguata
ai
compiti
che
l
'
attendono
)
,
anche
col
voto
dei
senatori
a
vita
della
vecchia
DC
.
Un
PDS
rinnovato
al
vertice
potrebbe
proporsi
per
il
sostegno
esterno
a
una
coalizione
con
forte
maggioranza
nei
due
rami
del
Parlamento
,
in
grado
di
procedere
rapidamente
al
necessario
riassetto
istituzionale
,
con
quella
larga
autonomia
di
macroregioni
che
non
si
vede
come
Alleanza
Nazionale
potrebbe
accettare
.
Senza
una
mossa
d
'
anticipo
,
l
'
attendere
che
siano
Segni
,
Pannella
e
Formigoni
ad
ampliare
l
'
orizzonte
della
destra
non
aprirebbe
la
via
a
una
opposizione
in
grado
di
essere
alternativa
ma
a
una
egemonia
moderata
proiettata
verso
il
Duemila
.
Un
PDS
protagonista
costituente
della
Seconda
Repubblica
potrebbe
invece
superare
la
frustrazione
del
28
marzo
,
che
in
caso
contrario
potrebbe
protrarsi
indefinitamente
.
StampaQuotidiana ,
Non
un
incontro
di
persone
colte
e
competenti
,
ma
evento
per
contribuire
a
formare
una
mentalità
e
un
comportamento
popolare
.
È
questo
secondo
monsignor
Clemente
Riva
,
Vescovo
Ausiliare
di
Roma
e
Presidente
e
della
Commissione
Ecumenica
Diocesana
,
il
significato
della
«
Giornata
per
l
'
approfondimento
e
o
sviluppo
del
dialogo
religioso
ebraico
-
cristiano
»
,
che
per
la
prima
volta
è
stata
celebrata
mercoledì
17
gennaio
.
Al
giornata
rappresenta
così
un
momento
alto
e
ricco
di
promesse
per
il
cammino
di
riconcliazione
e
di
amicizia
che
cattolici
ed
ebrei
hanno
intrapreso
da
ormai
molti
anni
,
segnando
nel
contempo
la
strada
percorsa
sinora
dalla
Chiesa
Cattolica
con
una
pietra
miliare
di
grande
significato
religioso
e
umano
.
La
Conferenza
Episcopale
Italiana
ha
istituito
questa
nuova
iniziativa
che
si
pone
come
strumento
per
la
conoscenza
e
la
comprensione
della
religione
ebraica
.
Questo
,
come
ha
più
volte
sottolineato
Monsignor
Riva
,
consentirà
ai
cattolici
di
sapere
di
più
non
solo
su
un
'
altra
religione
,
ma
anche
e
soprattutto
sulla
propria
.
Il
Vescovo
Ausiliario
di
Roma
ha
ribadito
con
vigore
la
continuità
che
contraddistingue
inequivocabilmente
ebraismo
e
cristianesimo
ricordando
come
la
conoscenza
di
ciò
che
è
differente
,
ma
non
opposto
,
contribuisca
a
far
meglio
comprendere
se
stessi
.
Per
meglio
far
intendere
il
significato
delle
sue
affermazioni
,
Monsignor
Riva
ha
analizzato
i
contenuti
delle
due
religioni
identificando
tre
elementi
nei
quali
entrambi
si
fondano
:
il
monoteismo
,
la
legge
di
Mosè
e
l
'
amore
.
La
fraternità
che
lega
i
fratelli
maggiori
ebrei
ai
più
giovani
fratelli
cristiani
è
radicata
nella
paternità
dell
'
unico
signore
.
La
lezione
offerta
da
Monsignor
Riva
è
stata
centrata
soprattutto
sulla
presentazione
dei
documenti
con
i
quali
la
Chiesa
Cattolica
ha
nei
tempi
recenti
intrapreso
il
cammino
ancora
in
atto
di
riconciliazione
con
gli
ebrei
.
Il
Vescovo
ha
ricordato
il
punto
di
partenza
,
la
Dichiarazione
conciliare
Nostra
aetate
,
poi
gli
Orientamenti
e
suggerimenti
per
l
'
applicazione
della
Nostra
aetate
,
del
1974
,
ed
,
infine
,
il
documento
Ebrei
ed
ebraismo
nella
predicazione
e
nella
catechesi
della
Chiesa
Cattolica
.
Questi
documenti
trovarono
una
loro
efficace
sintesi
nel
discorso
che
Giovanni
Paolo
Il
pronunciò
nel
tempio
maggiore
della
comunità
israelitica
romana
durante
la
memorabile
visita
del
13
aprile
1986
.
Monsignor
Riva
ha
richiamato
l
'
impegno
e
la
volontà
dei
cattolici
a
superare
e
vincere
l
'
antisemitismo
che
purtroppo
non
è
ancora
morto
invitando
tutti
ad
essere
fiduciosi
sull
'
esito
del
dialogo
intrapreso
,
malgrado
gli
incidenti
di
percorso
.
«
Ma
il
cammino
andrà
avanti
nonostante
noi
-
ha
affermato
-
perché
è
nelle
mani
del
Signore
»
.
La
prima
parte
dell
'
incontro
è
stata
animata
dalla
Prof
.
Maria
Vingiani
,
Presidente
Nazionale
del
Segretariato
Attività
Ecumeniche
,
e
dal
Prof
.
Elio
Toaff
,
Rabbino
capo
di
Roma
.
La
Prof
.
Vingiani
ha
collocatole
l
'
iniziativa
di
questa
«
Giornata
»
nel
percorso
compiuto
dalla
Chiesa
a
partire
dal
1960
,
quando
,
il
13
giugno
,
lo
storico
ebreo
Jules
Isaac
ebbe
in
Vaticano
un
memorabile
colloquio
con
Giovanni
XXIII
.
Lo
studioso
affidò
al
Papa
un
suo
studio
sull
'
antisemitismo
.
Il
Papa
,
profondamente
colpito
,
«
passò
»
il
dossier
al
Cardinale
Bea
.
Da
questo
avvenimento
prese
avvio
il
cammino
che
ora
si
arricchisce
di
una
nuova
iniziativa
con
la
quale
si
vuol
far
sì
che
la
riconciliazione
sia
non
un
qualcosa
da
celebrare
e
basta
ma
qualcosa
da
calare
nella
vita
di
tutti
i
giorni
,
affinché
diventi
una
vera
e
diffusa
mentalità
.
Da
parte
sua
,
il
Prof
.
Toaff
ha
«
presentato
»
agli
intervenuti
la
religione
ebraica
.
Questa
si
caratterizza
per
essere
religione
di
azione
,
non
religione
del
dogma
,
L
'
azione
è
la
vera
dimostrazione
della
fede
e
la
fede
senza
l
'
azione
è
morta
.
La
religione
ebraica
,
fondata
da
Abramo
,
perfezionata
da
Mosé
con
la
sua
legge
è
immutata
da
millenni
.
In
essa
e
per
essa
sono
vissuti
in
Israele
o
ovunque
dispersi
nel
mondo
uomini
e
comunità
che
si
sono
sempre
riconosciuti
come
figli
dell
'
unico
Dio
e
appartenenti
alla
sua
stirpe
sacerdotale
.
I
commenti
e
le
interpretazioni
al
nucleo
immutabile
della
religione
-
la
misnah
e
il
Talmud
-
non
costituiscono
modificazioni
della
religione
ma
testimoniano
della
volontà
del
popolo
ebreo
di
vivere
sempre
nel
proprio
tempo
.
La
celebrazione
romana
dello
«
Giornata
»
si
è
conclusa
con
un
breve
dibattito
al
quale
hanno
partecipato
sacerdoti
e
laici
.
Ne
è
emersa
con
chiarezza
la
necessità
che
la
«
Giornata
dell
'
Ebraismo
»
sia
sempre
più
«
pedagogia
»
e
«
catechesi
»
.
È
infatti
evidente
che
molto
deve
ancora
essere
fatto
prime
che
la
riconciliazione
,
da
tutti
i
relatori
ardentemente
auspicata
,
diventi
da
ideale
un
po
'
astratto
una
realtà
vissuta
da
cattolici
ed
ebrei
nella
loro
vita
quotidiana
.
Un
aspetto
dalla
celebrazione
va
notato
.
Il
luogo
dell
'
incontro
,
la
«
Sala
Baldmi
»
,
in
piazza
di
Campitelli
,
fu
il
lungo
di
ricovero
,
cinquanta
anni
or
sono
,
degli
ebrei
della
comunità
romana
che
cosa
sfuggivano
alle
retate
naziste
e
ricorda
quel
Monsignor
Baldini
che
in
quell
'
epoca
fu
parroco
di
S
.
Maria
in
Campitelli
e
che
fu
poi
Vescovo
di
Chiusi
-
Pienza
.
Alla
celebrazione
ha
partecipato
un
pubblico
numeroso
,
superiore
ad
ogni
previsione
.
Tra
i
presenti
erano
l
'
Ambasciatore
d
'
Italia
presso
la
Santa
Sede
Scammacca
del
Murgo
,
ed
esponenti
del
laicato
cattolico
e
della
comunità
ebraica
.
L
'
assemblea
si
è
sciolta
dopo
la
meditazione
su
un
brano
tratto
dal
libro
del
Profeta
Michea
(
4
,
1-5
)
,
e
la
recita
del
salmo
l30
:
«
Dal
profondo
a
te
grido
,
o
Signore
»
.
StampaQuotidiana ,
Caro
Ventura
,
anch
'
io
mi
sono
sempre
chiesto
come
fanno
tanti
nostri
uomini
politici
ad
andare
a
messa
ogni
mattina
per
poi
passare
il
resto
della
giornata
a
imbrogliarsi
e
tradirsi
l
'
uno
con
l
'
altro
,
se
non
a
fare
di
peggio
.
Che
cosa
gli
diranno
,
a
Dio
,
quando
in
ginocchio
,
mani
giunte
e
testa
bassa
,
si
raccolgono
nel
colloquio
con
Lui
,
quale
dovrebb
'
essere
la
preghiera
?
Ma
non
mi
chieda
risposta
a
questi
interrogativi
perché
nemmeno
io
riesco
a
darmela
.
E
questo
è
proprio
uno
dei
tanti
motivi
che
mi
spingono
a
preferire
,
almeno
sul
piano
morale
,
i
laici
,
i
quali
non
sempre
-
e
non
tutti
-
sono
più
corretti
,
onesti
e
leali
dei
democristiani
,
ma
almeno
evitano
di
mescolare
nelle
loro
furfanterie
il
buon
Dio
.
E
'
ciò
che
Disraeli
diceva
di
Gladstone
:
«
Che
bari
al
giuoco
,
è
naturale
:
lo
faccio
anch
'
io
.
A
infastidirmi
è
la
sua
pretesa
che
sia
il
Signore
a
infilargli
la
carta
nel
polsino
»
.
Ecco
,
io
sono
della
stessa
opinione
,
e
mi
par
di
capire
che
lo
sia
anche
lei
.
Anche
ai
cattolici
osservanti
e
militanti
è
consentito
,
si
capisce
,
far
politica
.
Ma
,
per
amor
del
cielo
,
non
la
confondano
con
la
religione
invocando
«
i
valori
cristiani
»
mentre
si
mettono
l
'
un
l
'
altro
l
'
arsenico
nella
minestra
.
Questo
si
può
farlo
in
nome
di
Marx
,
e
magari
anche
di
Cavour
.
In
nome
di
Dio
,
dovrebb
'
essere
proibito
.
StampaQuotidiana ,
Caro
Agosteo
,
dissenta
pure
dalla
mia
risposta
,
ma
mi
sembra
che
lei
dica
le
stesse
cose
che
io
ho
detto
a
Cristina
:
«
Va
'
a
votare
per
difendere
il
tuo
diritto
al
voto
»
.
E
quanto
,
del
resto
,
noi
stessi
facciamo
da
trent
'
anni
,
ma
non
facciamo
che
questo
,
e
non
mi
pare
che
i
giovani
abbiano
di
che
complimentarcene
.
Lei
dice
ch
'
essi
dovrebbero
esserci
grati
del
fatto
che
il
voto
glielo
abbiamo
dato
.
Be
'
,
che
glielo
abbiamo
dato
proprio
noi
,
è
storicamente
discutibile
.
Noi
(
non
lei
ed
io
,
si
capisce
,
che
a
quei
tempi
avevamo
il
gonnellino
,
e
forse
lei
nemmeno
quello
)
al
voto
rinunziammo
senza
proteste
nel
'22
,
e
a
restituircelo
ventitré
anni
dopo
furono
coloro
che
ci
batterono
in
guerra
.
Lo
accettammo
,
è
vero
,
con
entusiasmo
.
E
io
(
e
anche
lei
,
credo
)
non
saprei
vivere
senza
di
esso
.
Però
che
i
giovani
possano
dirsi
soddisfatti
del
modo
in
cui
lo
abbiamo
per
trent
'
anni
esercitato
,
solo
facendo
il
catenaccio
per
difendere
lo
zero
a
zero
come
le
cattive
squadre
di
calcio
,
non
mi
sembra
proprio
.
Anche
di
questo
né
lei
né
io
,
personalmente
presi
,
abbiamo
colpa
.
Ma
forse
io
,
per
il
mestiere
che
faccio
,
sono
meno
innocente
di
lei
,
e
mi
chiedo
se
ho
veramente
fatto
tutto
ciò
che
potevo
e
dovevo
.
Lo
faccio
ora
,
che
avrei
qualche
giustificazione
anagrafica
per
non
farlo
.
Lo
faccio
per
espiazione
.
Ma
l
'
espiazione
comporta
proprio
quell
'
umiltà
che
lei
mi
rimprovera
di
aver
usato
con
Cristina
.
Mi
pareva
che
le
fosse
dovuta
,
visto
ch
'
essa
aveva
rinunziato
a
rimproverarmi
ciò
che
io
stesso
mi
rimprovero
.
StampaQuotidiana ,
Caro
Rossetti
,
tutte
le
sue
argomentazioni
sono
giuste
.
Di
sbagliato
c
'
è
,
mi
scusi
,
soltanto
il
tono
.
Perché
si
arrabbia
,
e
mi
esorta
ad
arrabbiarmi
?
Che
la
RaiTv
sia
un
organo
di
regime
,
equamente
lottizzato
fra
i
padroni
del
medesimo
,
ormai
lo
sanno
anche
i
sassi
.
E
perché
dovrebbe
invitare
a
dir
la
sua
un
giornale
come
il
nostro
che
dal
regime
è
fuori
,
e
anzi
in
posizione
di
irriducibile
antitesi
?
Io
,
personalmente
debbo
riconoscere
che
non
sono
stato
affatto
escluso
.
Mi
sono
autoescluso
rifiutando
l
'
invito
perché
dalle
cose
di
regime
preferisco
tenermi
lontano
.
Ma
ne
aspetto
sempre
il
peggio
.
E
infatti
non
mi
ha
sorpreso
nemmeno
il
fatto
che
perfino
la
rassegna
-
stampa
del
Gr2
-
quello
diretto
dal
mio
amico
Gustavo
Selva
-
di
martedì
mattina
,
che
ha
citato
i
commenti
di
tutti
i
quotidiani
dalle
Alpi
al
Lilibeo
,
ne
ha
dimenticato
uno
solo
:
quello
del
nostro
giornale
che
pure
è
stato
,
per
unanime
riconoscimento
,
quello
che
più
ha
inciso
,
prevedendoli
,
prevenendoli
e
auspicandoli
,
sui
risultati
:
merito
dei
nostri
lettori
,
intendiamoci
,
ma
un
pochino
anche
nostro
.
Proprio
per
questo
,
credo
,
ci
hanno
ignorato
.
E
stia
pur
tranquillo
che
continueranno
a
farlo
.
Per
il
semplice
motivo
che
i
padroni
vogliono
così
.
Come
hanno
detto
Longo
e
Pannella
,
entrambi
con
piena
ragione
.
E
d
'
altra
parte
,
se
si
comportasse
diversamente
,
che
regime
sarebbe
?
Si
metta
dunque
,
caro
Rossetti
,
l
'
anima
in
pace
,
come
ce
l
'
ho
io
che
,
avendo
sempre
accusato
la
radiotelevisione
di
essere
un
organo
di
regime
,
non
posso
poi
indignarmi
per
il
fatto
che
agisce
come
tale
.
Non
può
fare
altrimenti
.
Si
ricorda
i
rabbuffi
che
le
rivolse
Repubblica
-
altro
tipico
organo
di
regime
-
quando
Maurizio
Costanzo
m
'
invitò
a
«
Bontà
loro
»
?
Sembrava
che
la
mia
comparsa
avesse
disonorato
la
trasmissione
.
E
non
meglio
andò
a
Arrigo
Petacco
quando
m
'
intervistò
per
tre
minuti
su
un
mio
libro
di
storia
.
Pensi
che
scandalo
.
Ma
i
regimi
,
caro
Rossetti
,
son
fatti
così
.
A
prova
di
vergogna
.