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> anno_i:[1970 TO 2000}
Vicini all'inferno ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Quando scoppiò la seconda guerra mondiale ( che non è mai finita ) pochi se l ' aspettavano . Credevano che si sarebbe fermata , prima , in Spagna oppure in Austria o in Cecoslovacchia . Poi credevano che la pugnalata di Mussolini alla Francia si sarebbe conclusa con tremila morti da gettare sul tavolo della pace . E gli americani tutto potevano immaginare meno che l ' attacco giapponese a Pearl Harbour . Non è per dire che siamo alla vigilia della terza guerra mondiale e non ce ne accorgiamo . I rapporti di forza mondiali e continentali sono cambiati e l ' eventualità di un conflitto generalizzato appartiene ancora al futuro . Ma siamo già entrati e viviamo , nel presente , dentro una guerra che coinvolge l ' Europa , il suo territorio e le sue popolazioni . Quindici giorni fa non Io sospettavamo , tra quindici giorni che cosa accadrà che non sospettiamo ? Non è un ' operazione punitiva o di dissuasione , è una guerra che vuole l ' avversario in ginocchio . Non è una guerra dichiarata da un organismo internazionale né dai parlamenti nazionali ma decisa da grandi potenze associate in un patto militare che scavalca i suoi compiti istituzionali . È una guerra diretta contro un paese sovrano , una nazione , a cui si nega sovranità perché ne fa cattivo uso . È una guerra che dichiara il fine umanitario di impedire il massacro in Kosovo ma non lo impedisce e somma massacro a massacro . Mi domando come i serbi giudichino questa guerra che devasta le loro città . Probabilmente hanno un ricordo del 1939 più preciso del nostro . Per chiamare alla mobilitazione e alla resistenza , la propaganda del regime di Milosevi ? diffonde filmati antinazisti e non fa appello solo al sentimento patriottico ma a questa memoria . Clinton e i suoi generali d ' acciaio paragonano a Hitler qualunque nemico , ma per i serbi Hitler pilota oggi i bombardieri tedeschi ed euroamericani che volano sulle loro teste . Lo pensano solo i serbi o tutto il mondo slavo ? Non si sa , a questo punto , quale sia il retroterra mentale degli strateghi americani . Se la Serbia non cadrà in ginocchio a implorare pietà , fino a quando e fino a dove porteranno l ' escalation ? È difficile che incassino una sconfitta militare e politica , c ' è una megalomania e un impulso di onnipotenza biblica nel loro modo di agire , soprattutto c ' è l ' interesse a menomare in culla l ' Unione Europea , dove non abita nessun De Gaulle . Sbarcheranno e sbarcheremo nei Balcani come in Normandia ? L ' Italia è in prima linea in questa avventura , non solo per ragioni geografiche ma perché ha una storia nei Balcani ( non una bella storia ) . Non è più « solo » una portaerei e qualche suo ministro si spinge a ipotizzare un coinvolgimento di truppe . Ma non è l ' Italia fascista , è l ' Italia repubblicana : ecco un ' evoluzione storica che non immaginavamo . No , la mozione della maggioranza di governo non tratterrà i Cruise per la coda : forse è peggio di niente , perché ci attribuisce un protagonismo che ha come presupposto il consenso incondizionato alla scelleratezza della guerra . Solo un ' insorgenza dell ' opinione pubblica può cambiare il corso delle cose e impedire che finisca in un inferno per tutti . È difficile , ma favorire questa presa di coscienza è l ' unica possibilità che abbiamo .
Campi da golf ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Vorrei sapere se il pilota americano del Cermis , il boy di cui abbiamo dimenticato il nome e la faccia , sta in queste ore bombardando o mitragliando a bassa quota Belgrado . Sarebbe giusto , è un esperto nei voli radenti , lo abbiamo addestrato nelle nostre basi , e ora la nostra dignità nazionale offesa dalla sua assoluzione verrebbe ripagata se quel veterano guidasse questa guerra umanitaria a fianco del generale Clark e del ministro Scognamiglio . Il quale ultimo ha un pregio , quello di aver detto apertamente una verità che D ' Alema ancora tace goffamente ma che era chiara fin dall ' inizio : che anche noi pagheremo presto un prezzo di sangue , come ogni paese europeo , un prezzo incalcolabile se la guerra sfocerà in un ' invasione del Kosovo e quindi della Serbia e dei Balcani , da parte della Nato . Nessuno pensi che , trattandosi di una follia , non si verificherà . Bili Jefferson Clinton , che si fa fotografare in queste ore mentre gioca a golf per rimettersi da altre fatiche , si è assegnato una missione da demiurgo e , se la follia non è una categoria della politica , la volontà di potenza lo è . L ' idea guida è una sola , è il primato militare e produttivo americano a cui tutto dev ' essere subordinato . Non Milosevi ? , che è solo un nazionalista ( folle ? ) , non la Russia che muove le navi ma è al guinzaglio del Fondo monetario internazionale , bensì l ' Europa vecchia e neonata e il suo euro da soffocare in culla : questa è la strategia americana . Se la guerra sfocerà nell ' invasione e nell ' occupazione permanente del Kosovo , un vulcano in perenne eruzione oltre l ' Adriatico , questa non sarà un ' escalation improvvisata ma pianificata fin dall ' inizio . Sarà presentata come « inevitabile » , come clamorosa rappresaglia all ' inaudito sequestro di tre marines americani in Macedonia ? Ma sarà invece il frutto di un freddo calcolo . Non so se i governanti europei siano stati infinocchiati o fossero informati fin dall ' inizio di questa opzione finale e abbiano mentito ai loro popoli . E non so quale tra queste due sia l ' ipotesi peggiore . Che differenza farebbe se avessimo l ' on. Berlusconi a capo del governo ? Forse i toni delle televisioni sarebbero ancora più bellicosi e anche lo spirito umanitario sarebbe più enfatico ( ricordate l ' uomo di Arcore in pianto tra gli emigranti albanesi sul molo di Brindisi ) . Ma non farebbe gran differenza , il Polo ha già al governo i ministri della Difesa e degli Esteri . Una differenza ci sarebbe in senso opposto : nel senso che l ' opinione di sinistra ritroverebbe se stessa e la sua unità nella lotta per la pace e la protesta riempirebbe le piazze . Di fronte a questo paradosso e a questo orrore che cresce su se stesso è difficile sottrarsi a un senso di stordimento e di impotenza . Perfino la voce del Papa , così ascoltata nella sua veemenza profetica contro l ' impero del male , è flebile e ignorata adesso che implora la pace nel giorno di Pasqua . Ma è una ragione di più perché ciascuno faccia sentire la propria voce come può sperando che diventi un coro .
Governiamo ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
La sinistra italiana va al governo . C ' è già stata , nei due annidi fondazione della Repubblica , e poi ci ha girato intorno con Nenni , con Moro , con i recenti governi tecnici . Ma è tutta un ' altra cosa . Ora ci va per investitura diretta del popolo , con una coalizione tecnicamente maggioritaria di cui è parte dominante . Dunque finalmente governerà , com ' è da tempo sua aspirazione , e dovrà dimostrare in tempi rapidi di saperlo fare bene , meglio e diversamente da tutti i governi del passato remoto e recente . Il che è difficile , perché difficili e numerosi sono i problemi da affrontare . Ma non poi tanto , perché il consenso ottenuto è sufficiente ed esigente e perché siamo stati governati così male che fare meglio e dare un segnale di novità , non miracoloso ma chiaro e distinto , non è un ' impresa titanica . Penso che si debba deporre ogni diffidenza , non certo lo spirito critico che è un ' altra cosa , e che senza scetticismi o euforie fuori luogo si debba concedere il massimo credito a questa esperienza . Non mi è piaciuta la strada seguita per arrivare al traguardo , ma ora mi sembra secondario . Non salgo sul carro del vincitore perché non mi appartiene , ma consiglio di farlo . Ho scritto cinquanta giorni fa di una probabile vittoria di Pirro , cioè costosa ed effimera , ma è un dubbio da accantonare e semmai una ragione di più per consolidarne il risultato . L ' analisi del voto è molto ardua , molte sono le cose che si prestano a diverse interpretazioni o addirittura non si capiscono . Fatto sta che , sebbene una maggioranza della società sia ancora orientata variamente a destra , ha prevalso politicamente una concezione della democrazia e dello stato sociale che è patrimonio della sinistra . È che conta più di un programma . Senonché non si tratta più , adesso , di predicare attorno ai valori della partecipazione e della solidarietà ma di renderli operanti , anzi governanti . Fino a farli diventare , con pragmatismo ma con determinazione e anche con fantasia , un messaggio di civiltà . Una sinistra non può andare al governo ( e neppure un centro - sinistra ) senza ambizioni pari alle attese che suscita . Cittadinanza , lavoro , istruzione , ambiente , fisco , non sono un elenco di comparti con portafogli ministeriali annessi , ma un tutto . Non credo che porre questo tutto al centro di un ' azione innovativa di governo comporti il ribaltamento delle compatibilità di sistema , può bastare molto meno . Comporta una « riforma intellettuale e morale » , semmai , che non ha prezzo . In fondo , il generale De Gaulle è passato alla storia anche perché fece reimbiancare Parigi . Da noi mi accontenterei di riverniciare scuole e ospedali . E se al posto della leva militare si istituisse un servizio civile altrettanto perentorio , sarebbe una rivoluzione . Nessuno torna indietro . Se lo faremo , dando prova di mediocrità , lo pagheremo a carissimo prezzo non tra cinque anni ma molto prima .
Il processo ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Non riusciremo a processare con dignità , e a condannare con severità e clemenza , questo vecchio criminale nazista di nome Priebke ? Non pagheremo questo debito morale che abbiamo con i 335 italiani , ebrei e non ebrei , massacrati alle Ardeatine ? E che abbiamo , più in generale , con i caduti della Liberazione e con la storia di questo paese ? Così pare , se è vero che questo processo si svolge in un ' aula indecorosa anche per una pretura di paese , con un imputato non intenerito dall ' età , glaciale e altezzoso a cospetto dei familiari delle sue vittime , ospiti accalcati e ingombranti . Ma di che pasta sono , le istituzioni militari e giudiziarie di questo paese ? Se Priebke è un dignitoso soldato , accompagnatelo in un sopralluogo alle Ardeatine per vedere come saluta quelle tombe . Già il più famoso giornalista italiano , che ha fatto inconsapevolmente il suo dovere nella guerra chimica in Abissinia , ha scritto che Priebke è solo un nazista consapevole che ha doverosamente ubbidito agli ordini . E ieri un giornale milanese ha di nuovo indicato come colpevoli della strage i partigiani di via Rasella , con l ' accusa supplementare dell ' uccisione di un ragazzo . Perché lo chiamiamo revisionismo storico ? Chi pensa e scrive queste cose è in perfetta continuità col passato . Pensa e scrive che la guerra nazista e l ' occupazione tedesca a Roma , come in Europa , erano normali , che l ' anomalia stava in chi resisteva . Pensa e scrive che la criminalità ( achtung , banditen ) stava negli improvvisati attentati partigiani , la legalità nella rappresaglia dei buoni soldati del Reich . Personalmente sono convinto che la guerra , ogni guerra , è di per sé un crimine contro l ' umanità , o meglio un crimine dell ' umanità contro se stessa . Ma questo non mi fa dimenticare che c ' era un abisso fra l ' animo di chi combatteva quella guerra per la propria e altrui libertà e l ' animo di chi la combatteva per la supremazia e il dominio , tra quei giovani che andavano allo sbaraglio e le funeste divise del Reich . Il clima torbido che si vuoi creare attorno a un processo che dovrebbe essere semplice ed esemplare mi conferma purtroppo in un ' altra convinzione che ogni tanto incautamene esprimo , su quanto siano profonde e non recise nella storia italiana le radici del fascismo . Del fascismo in senso puro .
DISCREZIONE ( Spadolini Giovanni , 1971 )
StampaQuotidiana ,
Il programma « costituzionale » del presidente Leone era facilmente prevedibile , si identificava con la natura stessa dell ' uomo . Nel messaggio di investitura rivolto ai due rami del Parlamento , è emersa con assoluta chiarezza la concezione del presidente della Repubblica , dei suoi poteri e dei suoi limiti , coincidente con un ' intera tradizione giuridica : l ' altissimo magistrato cui non spetta « formulare programmi o indicare soluzioni » , ma solo vigilare sull ' osservanza della Costituzione e garantirne i rigidi adempimenti . È la linea che si ricollega direttamente al primo capo provvisorio dello Stato , a Enrico De Nicola , verso il quale Leone conserva una devota e memore fedeltà : l ' unico presidente che sia stato non a caso da lui ricordato , nell ' intero testo dell ' allocuzione , insieme col suo diretto predecessore , Giuseppe Saragat . Leone esprime una società di « notabili » : fermissima nell ' ossequio ai valori della democrazia parlamentare , e del pluralismo democratico , ma altrettanto ferma nel rispetto della collocazione e dell ' autonomia individuale dell ' uomo politico . Egli non è figlio - rara avis - della partitocrazia , è uno dei rari democristiani che abbia sempre rifiutato la gara spietata delle correnti , che non si sia mai riconosciuto in questo o in quel gruppo di potere . Il suo cursus honorum è da solo rivelatore : professore universitario e avvocato , altrettanto autorevole nella cattedra che prestigioso nel foro , giunge alla politica senza mai rinunciare né alla cultura né all ' avvocatura , non accetta di identificarsi in nessun momento nel « professionismo politico » - quello che ha maggiormente contribuito ad abbassare il livello della nostra classe dirigente . Tali scaturigini ideali si ritrovano nel messaggio alla nazione : non retorico , talvolta perfino disadorno , ma frutto di una precisa visione giuridica , che non ammette confusioni di competenze fra governo e Parlamento , che richiama ogni organo dello Stato « alla sfera delle proprie attribuzioni » pur nel quadro della collaborazione organica . Il tutto : senza ottimismi e senza assurde indulgenze al clima di una società politica prefascista , che non esiste più . Non per nulla Leone ha fatto un riferimento esplicito alle « disfunzioni delle istituzioni » ; non per nulla ha insistito sul drammatico intreccio dei rapporti fra Stato e regioni ed ha calcato la mano sull ' « accentuarsi a volte nominalistico dei contrasti fra le forze politiche » , l ' esperienza di ogni giorno . E senza tuttavia assumere pose o atteggiamenti da « salvatore della patria » ! Lo stesso tocco di discrezione e di moderazione il neo - presidente ha osservato sul tema , delicatissimo , dei rapporti fra Chiesa e Stato . Il negoziatore paziente e instancabile del compromesso sul divorzio ha adombrato un indiretto « no » alla ripresa di qualsiasi guerra religiosa sul tema del referendum quando ha auspicato , con una lontana vibrazione degasperiana , la necessità « di mantenere un clima che renda impossibile ogni anacronistico steccato » . Che non faccia risorgere cioè gli steccati fra guelfismo e ghibellinismo , quegli steccati che l ' esperienza centrista era riuscita ad abbattere o almeno a limitare , pure in condizioni tanto più difficili delle attuali , con Papa Pacelli ... Ci sia consentita , in proposito , un ' osservazione marginale ma pure significativa . È dispiaciuto che un ' assemblea parlamentare , dai cui settori di centro si è levato un applauso al Papa per la generosa e indiscutibile opera della Santa Sede in favore della pace , non abbia abbozzato , da nessun settore dello schieramento politico , un solo segno di plauso all ' opera svolta dal presidente uscente della Repubblica in difesa della libertà : un ' opera svolta - come Leone ha ricordato nobilmente - con « senso religioso » della democrazia . La correttezza costituzionale non si identifica , e non si deve identificare , con un « rassegnato fatalismo » . È il pericolo dei presidenti tipo quarta Repubblica francese , dal quale Leone saprà sicuramente affrancarsi . E la prova è nel costante , insistito richiamo del nuovo capo dello Stato alla necessità di respingere , nella lotta sociale , il metodo della violenza e dell ' intolleranza , nell ' invocazione aperta e spiegata alla tutela della legalità repubblicana e democratica , tanto più sacra quanto più affonda le sue radici nella genesi stessa della Repubblica , attraverso la lotta per la libertà , attraverso l ' esperienza della Resistenza e della ricostruzione post - bellica , l ' una inseparabile dall ' altra . Leone ha giustamente insistito sulla necessità di una maggiore saldatura fra coscienza sociale e istituzioni : compito primario ed essenziale dei partiti politici , oltre che delle grandi organizzazioni del lavoro . Speriamo che le forze politiche italiane non dimentichino l ' esortazione che giunge dal Quirinale nelle prossime , difficili trattative che saranno volte alla ricostituzione dell ' intesa di centro - sinistra . Le dimissioni formali del governo Colombo sono state , e correttamente , ritirate ; il ministero in carica è stato invitato a continuare la sua opera , finché non giungerà un ' indicazione diversa dai partiti . Ma nessuno potrebbe illudersi . La situazione politica è in movimento . La tregua ottenuta non andrà oltre il 18 gennaio , data di riapertura del Parlamento . Già in quell ' occasione , si porrà la prima e fondamentale esigenza di chiarificazione avanzata dal partito repubblicano e ribadita ieri senza eufemismi nella relazione di La Malfa : nessuna conferma dell ' appoggio , anche solo esterno , del Pri alla coalizione se non saranno elaborate nuove piattaforme politiche e programmatiche corrispondenti alla condizione reale del paese sul piano economico , finanziario e sociale . Si aprirà un tiro alla fune : i socialisti che vorranno spingere più a sinistra , i socialdemocratici che vorranno accentuare la loro funzione riformista ma moderatrice . E i problemi , quelli veri , che torneranno tutti all ' interno della democrazia cristiana : più aperti , più laceranti che mai . La battaglia per il Quirinale non è riuscita ad assicurare nessuno degli « organigrammi » di potere che erano stati abbozzati da varie parti , per icavalli di razza e non solo per quelli : ha vinto un uomo al disopra delle parti , e ha vinto proprio per essere al disopra delle parti . La lotta , appena contenuta nei sedici giorni del round , rischierà di riesplodere : con una carica accentuata di rancori e di risentimenti . Una sola cosa è certa : tutta la buona volontà , e tutto il buon senso , del presidente Leone saranno messi alla prova .
I ragazzi di Salò ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Mi domando come mai i ragazzi e le ragazze di Salò siano venuti in mente a Luciano Violante nell ' anno 1996 , nel giorno della sua elezione alla presidenza della Camera . Non trovo risposta . Non mi pare che ci sia un ' emergenza , che viviamo tempi di antifascismo attivo e persecutorio da scoraggiare . Oggi è riconosciuta a Priebke più dignità che alle sue vittime . E se qualcuno deve difendersi dall ' insulto di giornali e volantini , si tratta di qualche vecchio partigiano . Non direi neppure che i fascisti o postfascisti abbiano bisogno di risarcimenti supplementari . Sono non solo del tutto riabilitati e innocenti ma gratificati da un vasto consenso , e per poco non sono al governo dell ' Italia . Un clima persecutorio contro i vinti non c ' è mai stato neanche in passato . Ci fu un ' amnistia e nessuna epurazione né in basso né in alto . L ' unico processato e fucilato dopo la guerra fu mi pare Pietro Koch , giovane capo della banda omonima , un patriota che ho conosciuto . Fin dall ' inizio il Msi , erede della Rsi , fu legittimato come forza politica ausiliaria e utilizzato in alleanze elettorali e parlamentari . Parallelamente , la Resistenza nella sua componente comunista fu denigrata dai governi democristiani e dai corpi dello Stato con molto zelo , in coerenza con la guerra fredda . Più in generale , la storia è stata riscritta in questi anni non solo in Italia ma in Europa e le parti sono state ribaltate . Non parificate o conciliate , ma ribaltate . È senso comune che l ' olocausto sia un ' esagerazione e che la gioventù hitleriana , come i militi della Rsi , avesse alti ideali . Un caduto o un decorato della Resistenza sono invece controversi o retorici , garibaldini ritardati . Erano miei compagni di scuola , i ragazzi e le ragazze di Salò . Non erano misteriosi , erano figli del fascismo e hanno continuato a fare ciò che gli era stato insegnato . Oppure erano coscritti , dopo l'8 settembre non c ' erano le truppe americane ma le accoglienti divisioni tedesche . Di fronte al Senato ho rivisto per caso alzando gli occhi la lapide che ricorda Persichetti , un ragazzo di Porta S . Paolo . Questo sì che è un mistero , come gli sarà venuto in mente di andare a morire da solo contro un intero esercito ? Tutto per lui era perduto in quei giorni , come avrà fatto a ritrovare l ' identità ? Tra i miei compagni di scuola c ' era anche un certo Serra , che come gappista partecipò indirettamente a via Rasella , poi fu arrestato , poi si arruolò nell ' esercito volontario e fu ucciso da un obice sulla linea gotica . Era un vincitore nato , poco interessante . Non sentivo il bisogno , lo confesso , di una menzione speciale dei ragazzi e delle ragazze di Salò . Non sentivo il bisogno neppure di un ' ovazione fascista . Ma forse è questa l ' arte di governo . Forse serve a formare un fronte unico contro chi attenta al cuore dello Stato .
Giubiliamo ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Sul primo governo di centro - sinistra della storia repubblicana , quello Moro - Nenni , sventolò la bandiera della nazionalizzazione dell ' energia elettrica , costosissima e infruttuosa . Sul nuovissimo governo di centro - sinistra dell ' Ulivo proponiamo che sventoli la bandiera di una nazionalizzazione inedita , gratuita e altamente produttiva , la nazionalizzazione del Giubileo . Un Giubileo non apostolico - romano ma apostolico - peninsulare , o semplicemente apostolico , senza con ciò far torto né al sindaco Rutelli né al nome di battesimo del presidente del Consiglio . Indirizziamo e incanaliamo equamente i 40 milioni di pellegrini , desiderosi di santificare il z000 , verso le molte città sante d ' Italia , ciascuna delle quali può vantare un insigne patrono e basiliche e romitaggi famosi . Grande giovamento ne trarrebbero : a ) la fede ; b ) le opere pubbliche , con o senza carabinieri ; c ) lo spirito ad un tempo nazionale e federale della penisola . Preghiera , devozione , penitenza , indulgenza , oboli , pervaderebbero ogni borgo dalle Alpi al mare , dal Nord - Est al profondo Sud , fino alla cattedrale di Noto che risorgerebbe ad opera dei giubilanti . Che la sede di Pietro e anche quella di Di Pietro siano in Roma non è un impedimento , anzi : il Pontefice ama seguire il gregge nelle migrazioni , l ' eccesso di romanità non giova all ' unità delle Chiese cristiane , e il ministro e i suoi carabinieri eserciterebbero a tutto campo la delega per le aree urbane di cui sono titolari . La malapianta della simonia e del mercimonio , che né la Riforma luterana né il Concilio di Trento , né i canoni 1441 , 1465 e 2371 del Codice di diritto canonico hanno mai del tutto estirpato , attecchirebbe meno facilmente se decentrata e sottratta al monopolio dei palazzinari e campioni olimpici metropolitani . Dilatando e nazionalizzando l ' evento , il rapporto virtuoso tra investimenti e rendimento verrebbe incrementato , i pellegrini e penitenti raddoppierebbero fino a Zoo milioni , si potrebbe cominciare subito e andare oltre il 2000 . Come ha detto autorevolmente il cardinale Ratzinger , non bisogna formalizzarsi sulla data . E neppure sui luoghi , dunque . In un Giubileo diluito , perpetuato , nazionalizzato e federalizzato , non solo S . Pietro ma anche S . Francesco d ' Assisi e S . Antonio da Padova e S . Gennaro ospiterebbero degnamente i fedeli . E molti sindaci e vescovi affiancherebbero volentieri il sovraffaticato Rutelli . E il presidente del Consiglio vedrebbe valorizzato il suo ruolo primario . E a Roma sarebbero ecologicamente risparmiate 40 milioni di pizze a taglio e lattine di birra giornaliere per credenti e miscredenti giapponesi . È vero , tutto oggi è privatizzato ad eccezione di gratta e vinci . Facciamo del Giubileo una più alta ed ecumenica eccezione . Se l ' on. Pannella fosse sopravvissuto alle elezioni , potrebbe indire un referendum .
Storie d'Italia ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Suggerisco al presidente Scalfaro , e anche al presidente Violante , una visita a Cefalonia , poco distante da Brindisi . Ci sono nell ' isoletta greca un modesto monumento e una lapide all ' interno di una cava ardeatina che ricordano i diecimila soldati , sottufficiali , ufficiali di ogni grado della divisione Acqui , per metà uccisi in combattimento e per metà fucilati dai tedeschi e sepolti in mucchio , nel settembre del 1943 . Era un pezzo dell ' esercito italiano , ragazzi di Calabria , Sardegna , Friuli e chissà dove , prima mandati allo sbaraglio da Mussolini e poi abbandonati a se stessi dal Re e dai capi militari , dopo l ' armistizio e la fuga a Brindisi . Ma sì , rimpatriamo le salme dei Savoia , trasferendole nel cimitero e nell ' ossario italiano di Cefalonia . Questo sì sarebbe un rito , per quanto macabro , di pacificazione e umiltà nazionale . E richiamiamo dall ' esilio i viventi di sangue reale , con fissa dimora a Brindisi : quella è la loro capitale elettiva , non Roma disertata e abbandonata nelle mani di Priebke e dei ragazzi di Salò . Sono passati cinquantatré anni , ma è come se queste cose fossero accadute ieri , per chi c ' era . Certo non si studiano e non si studieranno mai nelle nostre scuole pubbliche e private , neanche se ministro dell ' istruzione fosse Federico Engels , e i più giovani non ne sanno nulla . Ma è tristissimo che ne giunga per di più alle loro orecchie un ' eco distorta e bugiarda . Poco male , se Scalfaro e Violante parlassero a titolo personale , il male è che rivestono le loro parole di un ' autorità che in questa materia non gli compete affatto . In quei giorni non andò perduta genericamente l ' identità nazionale , come pensa il prof. Galli della Loggia , ma si celebrò specificamente il fallimento delle classi dirigenti di questo paese . Se qualcuno vuol celare o sminuire quel fallimento e ristabilire una continuità statale col passato monarco - fascista , stia attento : non colmerà un fossato incolmabile ma seminerà veleno negli animi . Ci possono essere eccezioni morali più profonde di quelle territoriali . È amaro sentirsi obbligati a prendere la penna per ripetere verità elementari . Almeno questo genere di testimonianze potrebbe esserci risparmiato .
Prima della partita ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Auguro al governo dell ' Ulivo di vincere la partita Italia - Germania , intendo la partita di Manchester non quella di Maastricht . Non è che i nostri governanti scenderanno direttamente in campo , come contro i cantanti , ma è noto che tra politica e sport c ' è un nesso fortissimo ( come insegnano l ' Avvocato , il Cavaliere , il Ciclista e anche le Olimpiadi di Berlino del 1936 ) . Ha già fatto due o tre passi falsi , il governo dell ' Ulivo , che Dio perdoni Rosi Bindi ( la quale fortunatamente non gioca a pallone ) . E i siciliani gli hanno fatto sgarbo . Perciò ha bisogno di ritrovare la pubblica benevolenza e non c ' è nulla di meglio di una vittoria sportiva . Per una volta ( solo una , rassicuro Revelli ) farò il tifo per Ravanelli , nonostante il nome . Di solito me ne infischio , sono rimasto ai tempi nazional - popolari di Combi , Rosetta e Caligaris , in fatto di calcio sono xenofobo e con queste squadre cosmopolite non so mai in quale parte del campo giocano gli italiani . Eppoi non sopporto i loro svarioni , se penso che con la paga di uno solo « il manifesto » non avrebbe problemi . Ma tiferò per un ' altra ragione , che sono arretrato non solo nel calcio ma anche nella politica e ho una vecchia ruggine contro la grande Germania . Non so che farci , se sento parlare tedesco alle mie spalle ho un sobbalzo e adocchio il primo portone dove imbucarmi . Se scendessi in campo , sparerei cannonate immaginando che il portiere sia il nipote di Goering . Gli esperti mi ricordano che in una partita storica contro la Germania ( non parlo del 25 aprile a Genova ) il goal decisivo fu di Rivera , oggi diniano . Quando scrissi che non avrei votato Dini neanche sotto tortura avevo dimenticato questo particolare meritorio . Mi autocritico , esorto Sacchi a mettere direttamente l ' ex rospo saltatore a centrocampo : in fondo è un campionato europeo e un ministro degli Esteri farebbe la sua figura . Avevo un amico la cui massima aspirazione era fare la regina d ' Inghilterra . La mia sarebbe fare l ' Arrigo Sacchi . È un mestiere più divertente del mio , ne dipendono molte più cose compresi i destini nazionali almeno per due ore . Né potrei farlo peggio del mio , visto come va il giornale . Soprattutto , lui può decidere quel che vuole . Mi adopererei soprattutto a un fine : evitare gli sbalzi d ' umore che contraddistinguono i nostri giocatori e in genere il carattere degli italiani . Più professionalità e meno passionalità . Per favore , cerchiamo di non crollare al primo goal incassato . Vale anche per via Tomacelli . Auguriamoci piena vittoria . L ' Avvocato ha detto , dal ponte della sua barca da venti miliardi , che un governo di sinistra può fare « certe riforme » meglio di un governo di destra . Quali riforme ? Nautiche ? Calcistiche ? Pensionistico - salariali ? Auguriamoci piena sconfitta , in questo caso .
Palloni ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
L ' Ulivo ha perso il campionato europeo , nonostante la generosa prestazione di Mussi , capogruppo del Pds , la presenza in tribuna di Gianni Agnelli , e l ' espulsione del povero Strunz . Non rientreremo di conseguenza nello Sme ? Non è detto , in fondo contro gli überalles abbiamo pur sempre pareggiato . Il nostro tifo è andato sprecato , o perché portiamo sfortuna o perché ha ragione Revelli : non è il caso di tifare . Nelle tribune non c ' erano bombe ma neanche grandi applausi . D ' altronde , contrariamente alle nostre sollecitazioni , non c ' era neanche Ravanelli . Si è scaldato in panchina fino allo stremo ma non è entrato in campo , è chiaro che Arrigo Sacchi non legge « il manifesto » . Meritavamo la vittoria , non immaginavo che i tedeschi fossero dei palleggiatori all ' indietro , niente a che vedere con i panzer di cinquant ' anni fa . Ma chi dice di meritare la vittoria senza ottenerla suscita scherno . Come se noi dicessimo che meritiamo centomila lettori , cosa peraltro verissima . « Una maledizione ci insegue » , ha detto a un certo punto il telecronista , che ama l ' iperbole ed è l ' unico che giochi con vera passione . Ma un rigore sprecato non è una maledizione , è una cosa da ritiro in convento . Può capitare , a me capita di scrivere pezzi come questo , ma perché un pianista che sbaglia una nota su tremila di uno studio di Chopin viene bocciato e un calciatore che sbaglia un tiro da undici metri non fa una piega ? Credevo di distrarmi , ma questo calcio postmoderno ha un ' impressionante somiglianza con la politica corrente . Noiosetto . Enfatico . Inconcludente . C ' è chi perde ma nessuno vince . A parte la testa di un certo Bobic , che spuntava dappertutto come Scalfaro e Di Pietro , e un paio di portieri che sanno dove va la palla , nell ' arena si somigliano tutti e sono tutti interscambiabili . Meno Ravanelli naturalmente , che si distingueva perché non c ' era . Grande agonismo , dice il telecronista dopo un minuto di gioco e otto calci al pallone . Anticipo netto , quasi potesse darsi un anticipo ritardato . Bell ' aggancio di palla , come se lo stop non si imparasse da piccoli nei ricreatori parrocchiali . Durissimo attacco di D ' Alema a Veltroni . Di Pietro minaccia le dimissioni . Scontro Ciampi - Bankitalia . Sarà la TV , che riduce tutto in Coca - Cola . Vorrei che gli esperti mi spiegassero una cosa . Perché mai , al trentesimo del secondo tempo , una squadra che sta per essere eliminata e non ha più nulla da perdere salvo l ' onore non si butta allo sbaraglio , compreso il portiere a centrocampo ? Non passerebbe alla storia un portiere che segna il goal della vittoria ? Dite quel che volete , io sono per la formazione uno due tre cinque . Combi , Rosetta , Caligaris , Piziolo avanti , Bertolini ecc. Chi ha ben detto che la miglior difesa è l ' attacco ? Enrico Toti ? Umberto Bossi ? Caro Valentino , io seguirei questa linea , nella nostra assemblea di sabato .