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> anno_i:[1970 TO 2000}
Kika - Un corpo in prestito ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
Comico , sessuale , sarcastico , Kika , che per via di contese giudiziarie esce in Italia con un anno di ritardo sul resto d ' Europa , è quasi un ' antologia , un collage o un pastiche del cinema di Almodóvar , quasi una sintesi d ' addio a quel mondo e a quello stile bizzarro , spiritoso , erotico , anarchico e brillante che ha reso celebre e fatto amare nel mondo il regista spagnolo quarantaquattrenne . Appena un po ' stanco , a volte ripetitivo : ma è nel caso la ripetizione di personaggi e avventure così divertenti che ( capita anche con Woody Allen ) li si rincontra sempre con gran piacere . In due giornate travolgenti e assurde si condensano tanti tic di Almodóvar : storie melodrammatiche sincere e ironiche ; donne ardite , sensuali , nevrotiche e allegre ; cieli notturni d ' azzurro profondo con luminose lune da presepio ; passioni e sentimenti tanto abnormi quanto schietti ; colori primari e squillanti , soprattutto il rosso ; trasgressione , peripezie , carnalità , buffoneria . In più , c ' è in Kika l ' ossessione voyeuristica contemporanea della vita guardata anziché vissuta ; c ' è la vanificazione del desiderio e dell ' utopia ; c ' è l ' invadenza televisiva che riduce i destini umani a brandelli d ' informazione sensazionalista . A rappresentare la tv abietta è Victoria Abril , ex psicologa , autrice del teleprogramma « Il peggio della giornata » che mescola notizie raccapriccianti e interviste con vittime o carnefici quotidiani , battezzata Andrea la Sfregiata ( « Caracortada » ) , montata su un ' immensa motocicletta veloce , vestita da Jean - Paul Gaultier , con in testa un casco - telecamera che le permette di riprendere tutto ciò che vive e vede . La cultura tradizionale è invece impersonata da Donna Paquita , una vecchia signora ( è la mamma di Almodòvar ) che conduce stracca un telesalotto letterario , senza neppure fingersi interessata ai libri e ai loro autori , ostentando persino la propria ignoranza e la propria noia : e che ha quindi gran successo . Molto più simpatica , Kika è una truccatrice che attraversa lietamente indenne le più straordinarie avventure . Trucca un morto così bene da riportarlo in vita . Abita con un fotografo che non arriva all ' orgasmo senza le Polaroid scattate durante l ' amore , che la spia da lontano con il teleobiettivo , che porta uno zainetto leopardato e che la ama « al mio modo sporco e silenzioso » . È anche amante del patrigno dell ' amante , uno scrittore americano assassino . Ha una cameriera lesbica che pure la ama ma critica la sua eterosessualità : « Juanita , sei mai stata con un uomo ? » « No , solo con mio fratello , un subnormale , ipersessuato come tutti i subnormali » . Questo fratello , un galeotto ex pornodivo , fugge dalla prigione , piomba in casa , ruba , si getta su Kika e la violenta in uno stupro lunghissimo ( lei , annoiata , lo incita a sbrigarsi , a farla finita ) , frenetico e impossibile da interrompere : neanche la polizia , quando arriva , riesce a tirarlo via dal corpo della donna . Ma nulla doma la vitalità di Kika , sempre pronta a nuove peripezie e compagnie , a nuovi viaggi , a nuove scoperte : e speriamo che così sia anche per Almodóvar .
Può succedere anche a te ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
Favola melensa di soldi e d ' amore , commedia di buoni sentimenti , ennesimo tentativo ( come sempre fallito ) di imitare Frank Capra , il film mette in scena un uomo , una ragazza , una donna e una città . L ' uomo è Nicolas Cage , poliziotto di quartiere , gran brava persona piena di risorse e di buon senso , amichevole e soccorrevole verso gli altri soprattutto se sono ragazzi , bambini , vecchi , diseredati . La ragazza è Bridget Fonda , cameriera in un posto per mangiare a poco prezzo , caricata di debiti e perseguitata da un ex marito attore , generosa , simpatica e buona . La donna è Rosie Perez , moglie del poliziotto , una parrucchiera petulante , aggressiva , avida di danaro , arrampicatrice , egocentrica , bisbetica senza qualità . La città è New York , bella e incredibile come nei film di Woody Allen . Trama della favola ? Un giorno il poliziotto squattrinato , non potendo lasciare una mancia alla cameriera , promette di darle metà della vincita alla lotteria , se il biglietto che ha appena comperato per incarico della moglie risulterà vincente . Vince quattro milioni di dollari , e mantiene la promessa : provocando un evento telegiornalistico sensazionale e un felice mutamento nella vita della cameriera , innamorandosi di lei e scatenando il furore della moglie . Per colpa di quest ' ultima , che fa causa e vuole il divorzio , poliziotto e cameriera rimangono senza un soldo : sarà il grande cuore di New York a risarcirli permettendo loro anche di sposarsi in pallone , lassù nell ' alto dei cieli . Nicolas Cage ha un talento speciale per scegliere male i film da interpretare , Bridget Fonda è molto carina : ma , come spesso capita quando i protagonisti sono così buoni e perbene , il personaggio più divertente è la cattiva Rosie Perez , bravissima nel suo ritratto di donna stupida e volgare .
Idee per un partito neoconservatore. ( Matteucci Nicola , 1997 )
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Devo confessare che gli attuali dibattiti sulla cultura di destra e sulla cultura di sinistra mi annoiano , meglio mi infastidiscono , perché li ritengo fuorvianti . Destra e Sinistra hanno un mero significato : essi descrivono la collocazione nell ' aula parlamentare di un senatore odi un deputato . La Destra e la Sinistra sono , così , mere astrazione ; in sé non esistono e tanto meno hanno una cultura , che è fatta di concetti pensati . L ' individualismo metodologico ci ha insegnato che reali sono soltanto i singoli individui in relazioni ( anche associative ) con gli altri . Se guardiamo all ' oggi , al nostro Parlamento , potremmo subito dire che il Polo per le libertà ( la Destra ) e l ' Ulivo ( la Sinistra ) non hanno una loro propria omogenea cultura . Facciamo due esempi . Innanzitutto la grave crisi dello Stato di diritto . Ebbene , il più forte difensore dello Stato di diritto è Emanuele Macaluso , un autorevole esponente della Sinistra , che segue i fatti di Palermo con una documentazione precisa e minuziosa , pari - se non superiore - a quella di Giuliano Ferrara su il Foglio . Ebbene loro , assieme a tanti altri di Destra e di Sinistra , combattono la stessa battaglia , che è una battaglia sui principi . L ' altro grave problema è quello economico . Quando l ' allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi presentò il suo programma ebbe la ( tardiva ) approvazione di Paolo Sylos Labini , che - come è noto - non ama certo il Cavaliere . Ma la maggior parte degli appartenenti alla corporazione scientifica degli economisti ragiona nella stessa maniera , ragionano cioè da economisti . Si è però visto che né l ' Ulivo , né il Polo si sono dimostrati compatti su queste posizioni , per il prevalere di persone senza cultura che difendono piccoli interessi o radicati umori . Quando parliamo di cultura è opportuno riferirsi alle idee pensate , ai concetti forti e non alla cultura imparaticcia tanto diffusa fra i politici e i mass media . Alle etichette fuorvianti di Destra e di Sinistra preferisco esaminare quali siano le idee all ' altezza dei nostri tempi . Sono le idee aperte ai problemi del futuro e che abbiano una capacità di incidere su un mondo in rapida trasformazione . Dobbiamo affrontare due grandi trasformazioni epocali : il crollo del totalitarismo comunista , che pure ha lasciato in Europa troppi residui della presunzione fatale socialista . Dall ' altro lato c ' è il processo di secolarizzazione della società , un fenomeno più antico , che il totalitarismo ha accelerato e ora ispira la società del benessere , perché essa ha altri fondamenti . Per guardare al futuro in modo costruttivo dobbiamo evitare tre errori . Primo : persa la fede in una ragione assoluta , che ci ha portato alla catastrofe , spesso si sceglie la scorciatoia dell ' irrazionalismo , e sono irrazionalistiche tutte le posizioni fideistiche . Esiste anche un razionalismo critico che ammette la confutazione , in base all ' esperienza , delle proprie congetture . Secondo : ma del razionalismo dogmatico ci è rimasta la mentalità antistorica . Si pensa di costruire il futuro dimenticando o facendo tabula rasa del passato , mentre ogni innovazione deve avere in esso le sue radici . È rimasta così una mentalità costruttivistica : pensiamo alle continue riforme dei nostri ordinamenti scolastici dalle elementari all ' università , dimenticando non solo i valori del passato , ma anche la cultura di chi dovrebbe attuarle . Si ama solo il " novitismo " . Terzo : con il Sessantotto si è imposta una nuova morale , quella della " gioia di vivere " . È una reincarnazione del decadentismo con il suo sensualismo . Esso mina sempre più istituzioni che sono alla base dello sviluppo dell ' umanità , come la famiglia , e concede a molti scienziati il sogno di poter liberare la razza umana dal peso paralizzante del bene e del male e dei concetti perversi di giusto e sbagliato . Concetti che sono a fondamento dell ' ordine politico . Taluno potrà bollare questa mia proposta come neoconservatrice , ma fuori di essa non c ' è che la noiosa ripetizione di vecchi discorsi o il ritornare nel sogno dell ' utopia .
StampaQuotidiana ,
Puntualizzare i rapporti che si danno in Italia tra politica e cultura può servire a chiarire uno spaccato della vita del nostro Paese per tanti aspetti così anomalo rispetto alle altre nazioni . Sono rapporti assai complessi per la varietà e la diversità delle situazioni , per cui bisogna stare attenti a non fare di tutta l ' erba un fascio . Accenneremo brevemente a due episodi scandalosi , per cui si può veramente parlare di una cultura di regime . Il ministro della Pubblica istruzione , onorevole Berlinguer , vuole che nell ' ultimo anno l ' insegnamento della storia si concentri sul Novecento e poi pensa di affidare la compilazione dei nuovi testi agli Istituti storici della Resistenza . Ora il presidente nazionale di questi Istituti , Gaetano Arfè , storico di vaglia e già deputato socialista , si è dimesso dalla sua carica per protesta contro la faziosità di questi Istituti , che vogliono fare soltanto una storiografia di partito e imporci cosi una mistica antifascista . Di Totò che visse due volte , il famoso e scandaloso film patrocinato da Walter Veltroni , si è già parlato molto e , nonostante tutto , avrà un finanziamento dallo Stato . Veltroni appoggia solo amici e clienti e ci fa rimpiangere il ministro del passato regime Giuseppe Bottai . Almeno era un uomo di cultura . Insomma la sinistra al potere pratica ancora la politica che fu del fascismo : è il governo che decide sulla cultura . Ma veniamo a cose più serie . Per governare una società industriale avanzata ci vogliono anche conoscenze professionali e scientifiche . Non voglio rispolverare il mito della tecnocrazia , ma senza economisti e politologi che - da indipendenti - dibattano sulle riviste e sui giornali i problemi sul tappeto le buone soluzioni non si trovano : conoscere per deliberare era il motto di Luigi Einaudi . In Italia abbiamo due ottime corporazioni accademiche di economisti e di politologi orgogliose della propria professionalità e della propria indipendenza . La cosa strana è che nelle loro corporazioni non ci sono gravi spaccature politiche e sulla soluzione di molti problemi sono sostanzialmente d ' accordo . La cosa grave è che la classe politica non utilizza queste competenze scientifiche e , quando fa conto di farlo , tutto poi s ' arena nei cassetti . La fine della commissione presieduta da Paolo Onofri ( persona di grande rigore scientifico e morale ) è sintomatica . Per il nostro ceto al governo tutti i problemi sono essenzialmente politici , non ha assolutamente una mentalità pragmatica , con cui valutare e verificare le conseguenze di certe scelte , con cui tenere presenti i possibili effetti , perversi di certe azioni . É sostanzialmente provinciale : guarda solo all ' elettorato e non fuori d ' Italia . Ora si comincia a parlare bene della rivoluzione liberale di Margaret Thatcher e di Ronald Reagan , sino a ieri demonizzati . Hanno ottenuto ottimi risultati , ma ci si guarda bene dall ' imitarli . Il limite della nostra cultura e anche del mondo occidentale è quello di non essere riuscito a esprimere idee forti all ' altezza dei tempi . Rispetto al passato noi viviamo in un ' età di intense , profonde e rapidissime trasformazioni . Si parla - giustamente - di una globalizzazione dell ' economia , che non cancella però le etnie ( pensiamo all ' India e ai Balcani ) in difesa della loro cultura , mentre il monod islamico vuole lo sviluppo , ma in una chiave culturale diversa da quella occidentale . La rivoluzione elettronica ci ha ormai portati a viaggiare in Internet , che mette in comunicazione persone che non si conoscono ; e i fanatici parlano ormai della morte del libro . Le intense migrazioni portano alla formazione di società plurietniche , con culture assai diverse e lontane . Nessuno sa dove stiamo andando , mentre il futuro ci piomba addosso . La sola persona che ottiene il massimo di ascolto e guarda preoccupata al futuro è il Papa . Ma egli si appella ai valori della tradizione , lentamente elaborati nel passato . Mentre il filosofo liberale Friedrich von Hayek ha sempre sostenuto questa posizione che ancora l ' uomo ha delle certezze , gli intellettuali non solo italiani hanno scelto la strada della dissacrazione , una dissacrazione che crea solo il vuoto . In questo vuoto fioriscono spontaneamente movimenti effimeri , come quello della New Age . Sono profezie oscure come tutte le profezie : in alcune si parla di un ' imminente fine del mondo , basandosi sulla tradizione astrologica , in altre di una nuova era di felicità e di pace per un rinnovamento interno dell ' uomo . Esse sono il segno delle nostre inquietudini .
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Mobilitazione . Freddamente , con lucidità e responsabilità , il popolo produttivo deve cominciare a organizzarsi per abbattere Prodi e il regime comunista nel più breve tempo possibile . Non è possibile aspettare le prossime elezioni e utilizzare il metodo democratico formale per sostituire l ' attuale malgoverno . Non c ' è più tempo . Il tempo è denaro e il denaro è il tempo . Procrastinando il risanamento all ' infinito si riduce a zero la ricchezza nazionale . Più tempo passa in queste condizioni , meno denaro ci sarà per finanziare il futuro di tutti noi . Ci rubano i soldi , ci rubano il tempo . Le alternative per il popolo produttivo sono due : o farsi tagliare la testa dai comunisti o mettere loro in fuga . In nessun Paese avanzato un commentatore scriverebbe queste parole . Mai invocherebbe la mobilitazione popolare aperta per abbattere un governo . Ma la realtà dice che questa è l ' unica soluzione . Lo scenario mostra che , l ' Italia è ormai in " count down " : meno 24 mesi . E dopo ? La deindustrializzazione sarà irreversibile . Ancora due anni di alta tassazione come adesso significa che le industrie se ne andranno , molte chiuderanno , altre delocalizzeranno tutta la forza lavoro all ' estero , nessuno investirà più . Non è assolutamente possibile svolgere un ' attività economica quando il peso fiscale sulle imprese supera il 60% . E non lo è soprattutto per le piccole imprese ( circa 300mila ) che non possono eludere legalmente le tasse come è invece possibile per le grandi ( circa 600 ) . Non lo è , in particolare , in un mercato globale dove il capitale e l ' imprenditore sono in grado di scegliersi il Paese più competitivo . E ce ne sono almeno venti dove è possibile trovare lavoro qualificato , bassa tassazione , infrastrutture efficienti , assoluta flessibilità del sistema occupazionale , ottimismo culturale , sicurezza . E ce ne sono altri trenta dove comunque è circa 9 volte più redditizio fare affari e impresa che non Italia , accettando qualche rischio e un modesto disagio logistico . La tecnologia circola senza confini e non è un problema fare shopping globale di quella che serve . È il capitale , ormai , che sceglie dove andare a farsi tassare . Uno Stato può attrarre capitale solo creando le migliori condizioni di remunerazione . Questa è la verità del mercato globale . Ma Prodi e Ciampi e i loro padroni comunisti ragionano come se fossimo ancora nella situazione dove il capitale circola in maggioranza solo dentro una nazione , così come era fino a 15 anni fa quando la globalizzazione e la rivoluzione tecnologica erano solo all ' inizio . Offrono garanzie sociali che non possono più finanziare perché ‚ le prime deprimono la crescita economica . Più la realtà competitiva morde , più questi rispondono alzando le tasse invece di cambiare l ' anciene régime . E così facendo creano disoccupazione . E la creano per mantenere i privilegi delle categorie improduttive : gli aristocratici rossi alleati con i sindacati . I primi rubano i soldi a chi produce e li regalano ai secondi , questi offrono ai primi le risorse militari per tenere il potere . La verità è violata , il banditismo politico è oltre ogni limite . Più tecnicamente , lo scenario dice che tra due anni chiunque sarà al governo non potrà far altro che amputare , cioè impoverire gli italiani per salvare il salvabile . Ma entro due anni è ancora possibile riformare e liberalizzare il sistema e proiettarlo verso modernità e ricchezza di massa senza costi sociali eccessivi . E questa è una verità tecnica , basata sul calcolo di come impiegare la ricchezza residua ( notevole ) per finanziare quella futura . I comunisti non possono né vogliono farlo . La cultura politica liberista , invece , sa come fare , come destrutturare il vecchio Stato e contemporaneamente crearne uno nuovo più efficiente e socialmente efficace . Come abbassare le tasse e allo stesso tempo risanare la finanza pubblica e fare nuovi investimenti futurizzanti . Come rientrare nei parametri europei e allo stesso tempo negoziare un ' Europa più utile e fattibile di quella attuale , per tutti . Questa verità e l ' evidenza che i comunisti la violino è il motivo che rende legittimo ed etico abbattere nel più breve tempo possibile il regime . Il peccato di irrealismo e irresponsabilità dei comunisti , e dei loro pupazzi ha sospeso di fatto la democrazia in questo Paese rendendola fattore di sicura povertà . Quasi il 60% degli italiani non li ha votati . E quelli che lo hanno fatto hanno creduto a una promessa di impossibile realizzazione . Quando in una democrazia comandano la bugia e il furto , la verità può essere solo ripristinata passando a una forma più , pura della democrazia . stessa ; il popolo che direttamente assume la responsabilità di mettere le cose a posto , di costruire il futuro che il regime gli nega . E così sia . Servono 5 milioni di bandiere blu in tutta l ' Italia . Questa è la massa critica utile per compiere in un solo giorno e pacificamente l ' evento di Sostituzione . Servono circa 6 mesi per organizzarla . I quadri si muovano subito e si raccordino , ma restino a basso profilo - i coordinatori agiscano in modo coperto - fino all ' evento per non esporsi a rappresaglie . Con numeri minori , ma costanti , la mobilitazione dovrà poi difendere un governo provvisorio che in tre mesi avrà il compito di predisporre la nuova Costituzione , indire il referendum e contemporaneamente le nuove elezioni . Lettori , adesso facciamo sul serio . Codice ? Discorso dei padri .
StampaQuotidiana ,
Le conseguenze del '68 sono al governo ma comincia il '98 . Popolo produttivo in movimento . Da Modena i trattori gommano su Roma . In Veneto tengono il presidio di resistenza . La croce - simbolo del riscatto per chi è sfruttato - nuovamente e finalmente benedice allevatori e contadini dopo una breve commistione politica ( elezioni del '96 ) con chi li affama . Anche la bellissima e usurpata simbologia dell ' Ulivo torna finalmente in mani legittime : chi produce veramente le olive protesta contro uno Stato ulivista che impedisce di continuare a farlo . L ' Ulivo è scomparso dalla bandiera della sinistra e vi resta solo l ' apostrofo rosso , il travestimento svelato . Gli artigiani sono in furiosa mobilitazione . I commercianti sono molle pronte a scattare di furia . In generale , la gente dell ' Iva è diventata popolo dell ' ira . La sacrosanta rabbia dell ' onesto e laborioso contro lo statalismo predatorio . Qual è la strategia del governo ? Deve fare soldi spremendo gli italiani . Per mantenere il consenso politico attua un trattamento differenziale nei confronti delle categorie dei lavoratori . Ferrovieri , dipendenti pubblici vari - in generale le categorie protette - hanno portato a casa vantaggi dalla nuova finanziaria . Altri , artigiani ed autonomi , solo svantaggi , ormai oltre il limite del soffocamento fiscale con l ' aggiunta del furto dei loro denari previdenziali a rischio di incorporamento dell ' INPS , buco rosso dove tutto sparisce . I commercianti , pi , sono presi in tenaglia sia dalle tasse sia da una politica che massacra i consumi . Di fatto il governo ha premiato le categorie dove è più denso il voto di sinistra e punito quelle dove è maggioritario il popolo delle libertà . Ma questo è anche un messaggio dissuasivo . Vuol dire : le categorie che prometteranno sostegno politico potranno sperare di ridurre i danni o avere mezzo contentino . E per questo agisce in modo tale da dividere il campo della protesta . Ho provato a fare un rapido calcolo . Può il governo trovare misure che soddisfino almeno in parte le diverse categorie del popolo produttivo che stanno protestando ? La risposta è no . Può solo limare qualche misura per soddisfare una categoria specifica in modo tale da rompere l ' eventuale fronte rivoluzionario . Fate anche voi i conti e otterrete il seguente risultato . Per dare a ogni categoria produttiva la possibilità di migliorare le proprie condizioni oppure di evitare danni fatali , il governo dovrebbe fare quattro cose : a ) meno tasse , più o meno la metà di quelle attuali per le imprese , il che significa ridurre la spesa pubblica e la protezione speciale dei lavoratori garantiti , che per lo più , votano a sinistra ; b ) più libertà auto - organizzativa sia per le categorie che per i singoli operatori individuali ; c ) stile di governo più flessibile come capacità di differenziare le leggi in base alla natura specifica della situazione che si vuole regolare ; d ) revisione dei regolamenti europei per adattarli alle esigenze dei produttori italiani . L ' attuale governo non è in grado di fare queste azioni in quanto implicherebbe l ' abbandono della rappresentanza degli interessi del popolo assistito e un conflitto totale con i sindacati . Inoltre , questo è un governo che non ha credibilità e volontà per rinegoziare alcunché del regime europeo . In sintesi , le singole categorie produttive non possono trovare alcuna soddisfazione da questo governo . O lo buttano giù o tornano a casa a mani vuote . Certo , il governo è interessato a calmare le acque perché sa che di fronte a una mobilitazione generale dei produttivi non resisterebbe un secondo al potere . Quindi , sicuramente , cercherà di soddisfare parzialmente le richieste di una o due categorie per rompere il fronte e farà promesse alle altre in attesa che si stanchino e tornino a casa Chi guida la protesta di ogni categoria ha due scelte : 1 ) tira la mobilitazione sperando di essere quella che becca soddisfazione , differenziandosi dalle altre ; 2 ) capisce che il governo ha un limite assoluto nel soddisfare i produttivi e tira la mobilitazione con la finalità di buttare giù governo stesso e sistema . So che è una decisione non facile per i singoli gruppi . La seconda opzione esce dal mandato di rappresentanza degli interessi tecnici degli associati di categoria . Ma , ripeto , la situazione è tale per cui o si decide così o non si porta a casa niente . E il problema generale per tutti gli Italiani è che se chi produce ricchezza è impedito nel farlo , allora tutto il Paese va a rischio . È proprio l ' eccezionalità della situazione di un governo che uccide sistematicamente a creazione della ricchezza che impone una scelta fuori dell ' ordinario ai diversi gruppi del popolo produttivo . E va aggiunto che i partiti che dovrebbero rappresentare in forma politica gli interessi produttivi stanno fermi . Le categorie devono fare anche il lavoro che la politica non sta facendo . Per questo non è affatto poesia della rivoluzione chiedere alle categorie in mobilitazione ( e alle altre , tipo gli industriali ) di unirsi per ottenere un obiettivo politico comune , quello detto sopra , nei quattro punti . Se così , allora sarà '98 , ma questa volta blu .
La legge violata da chi deve applicarla ( Prado Iuri Maria , 1998 )
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" La sinistra sia inflessibile " . Questo il titolo di un articolo a firma Michele Salvati e Guido Martinotti , ieri pubblicato dall ' Unità . Interessante . La tesi degli autori è che le leggi vanno rispettate sempre e comunque . Se si tratta di leggi sbagliate , esse vanno cambiate e migliorate ma , nel frattempo , bisogna osservarle rigorosamente . Sembra di rileggere qualche francese di tempo addietro : " Noi parleremo sempre contro le leggi cattive , sino a che esse siano riformate e , in attesa di ciò , vi staremo ciecamente soggetti " . Ottimo . Non si è più d ' accordo con i due articolisti dell ' Unità , invece , laddove essi indicano le ragioni , i fatti per cui , in Italia , governerebbe un ' impostazione di segno opposto , per la quale leggi e regole sarebbero come dimenticate e suscettibili di qualsiasi frustrazione . Il che avverrebbe , per Martinetti - Salvati , non solo in funzione di una diffusa e ormai tollerata abitudine all ' illegalità bensì anche , e più efficacemente , a causa di " una campagna di aggressione e delegittimazione nei confronti di coloro che sono chiamati a far rispettare la legge " . E i responsabili di una tal campagna aggressiva - capace di devastare giurisdizione e legalità - sarebbero , opportunamente citati alla rinfusa , Sgarbi , Berlusconi , il cardinale Giordano , Totò Riina ... E bisognerebbe meditare , a questo proposito , su un paio di questioncelle . Esiste indubbiamente , nel cosiddetto dibattito sulla giustizia , una sorta di contraddittorio extraprocesuale fra cittadini ( eventualmente imputati ) e magistrati ( che davvero non si astengono dal lasciarsi andare a scompostezze magari colorite , ma tanto più gravi dal punto di vista istituzionale ) . Solo che il cittadino ( eventualmente imputato ) e il magistrato non stanno sullo stesso piano : perché il primo parla in nome di un diritto di libertà , mentre il secondo in nome del poterla reprimere . Riesce qualcuno , di grazia , a comprendere la differenza ? Ma la questione vera è poi quest ' altra : che la legge , in Italia , è stata violentata anche - direi soprattutto - col concorso di quella sinistra da cui ora si pretende inflessibilità . Né ci si ricorda di mobilitazioni editoriali a denuncia dei tanti stupri di legge e legalità di cui si è avuto drammatico conto ancora negli ultimi mesi e anni . Non sono tra quelli , si badi , che imputa alla esclusiva responsabilità delle cosiddette sinistre l ' erosione forse ormai definitiva del valore della legge . Altrove c ' è stata , almeno , inerzia e trascuratezza . Ma la sinistra e i due articolisti che a essa si rivolgono che cosa pensano di una Corte costituzionale che ha fatto letteralmente strage delle regole di attribuzione dei poteri , usurpando una funzione ( quella legislativa ) che il nostro ordinamento attribuisce ad altro organo ? Non è legge , questa ? E chi l ' ha violata , Sgarbi ? Che cosa pensano di certi cosiddetti giudici che hanno letteralmente privato il popolo italiano di uno dei due voti , quello referendario , costituzionalmente previsti e attribuiti ? Non è legge , questa ? E chi l ' ha violata , Berlusconi ? Che cosa pensano di un Presidente della Repubblica che si sottrae a quella Costituzione che lo vorrebbe immediatamente processato ? Non è legge , questa ? E chi l ' ha violata , il cardinal Giordano ? Che cosa pensano di un manipolo di magistrati che insorge e istiga all ' insurrezione contro gli atti del governo e del Parlamento ? É sì o no violazione della legalità , questa ? E chi ne è responsabile ? Da noi in Italia la legge non ha valore non perché il Polo o Sgarbi o altri " attaccano i giudici " , ma perché una certa cultura e pratica del potere ( quelle a cui fa l ' appello l ' articolo dell ' Unità ) l ' hanno abolita e sostituita con un ' altra , la cosiddetta " legge materiale " . In Italia la legalità è compromessa perché è violata da quei medesimi che dovrebbero produrla , osservarla , applicarla , tutelarla : Il Parlamento , il governo , il Presidente della Repubblica , La Corte costituzionale , la magistratura . Questi sono i responsabili . Questi gli attentatori . Questi i traditori . Questi i delegittimatori . E non metaforicamente ma " tecnicamente " . Non per " opinione " di chi scrive , ma per la " legge che esiste " . Ma non tutte le leggi sono uguali , evidentemente . Né meritevoli di applicazione " inflessibile " .
Il vero liberalismo è gioia di vivere. ( Ricossa Sergio , 1997 )
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Non è per riprendere la stucchevole questione della cultura di destra ( esiste , non esiste , è robusta , è gracile ) , ma sarebbe un peccato lasciar trascorrere il trentennale della morte di Bruno Leoni senza ricordare questo sincero e combattivo liberale , che diede colpi tremendi alla spocchiosa cultura di sinistra . E come reagirono i suoi avversari ? Al modo solito di quando non hanno buone carte in mano : ignorandolo , rifiutandosi di giocare la partita . Dal 1700 al 1900 la rivoluzione industriale portò all ' " economicizzazione della società " . L ' economia divenne di massa mentre nel mondo agricolo pre - industriale era solo per pochi , borghesi , il grosso della società disperso in campagna . La novità fu che in poco tempo il capitale divenne il tema centrale nella vita della maggioranza degli individui , ben definito da Karl Marx come avvento dell ' " uomo economico " . Questi era tale perché non produceva più direttamente i propri mezzi di sostentamento attraverso la manipolazione diretta dei frutti della terra , ma doveva procurarseli attraverso la mediazione di un salario . Infatti i problemi della nuova relazione tra politica ed economia riguardò il cambiamento del modello di società in relazione alla transizione delle maggioranze sociali da un ' economia con poco denaro a una che ne richiedeva molto di più . Questi furono , essenzialmente , due . Il primo riguardò la creazione tecnica di più moneta per reggere la nuova domanda di capitalizzazione da parte delle masse industrializzate . Il secondo fu quello del come " socializzare l ' economia nel momento in cui la società era stata economicizzata " . Tradotta , la questione fu : come creare un accesso di massa al capitale ? La politica generò due soluzioni antagoniste : a ) socializzare l ' economia come rivendicazione sindacale ( il laburismo e il socialismo ) o come modello di creazione politica di capitale per le masse ( nazionalsocialismi , tipo il fascismo , nazismo , peronismo ) fino all ' estremo dell ' economia senza il denaro ( il comunismo ) o , più recentemente , del denaro per diritto , cioè lo statalismo ; b ) lasciare il più possibile libera l ' economia come modo per permettere a ciascuno di trovare la propria posizione in essa ( il liberismo ) . Dove siamo arrivati , dopo tre secoli , nella soluzione di questi problemi ? Il primo è abbastanza vicino ad una soluzione . Il secondo è ancora irrisolto . La soluzione del problema di come aumentare la quantità di capitale fu trovata nel rendere protagonista lo Stato nel processo di regolazione e creazione delle masse monetarie . Dopo molte prove ed errori , oggi abbiamo un sistema di politica monetaria che è in grado di alimentare il " capitalismo di massa " . Ma il modello politico per ottenerlo in forma compiuta ancora non esiste . Tutte le forme di statalismo , cioè di controllo politico e " dirigista " dell ' economia , sono vistosamente fallite . E il motivo , pur nella diversità dei modelli , è uno solo : per distribuire artificialmente ricchezza se ne deprime la creazione . Ogni modello statosocialista , infatti , è in crisi . È ormai certo che lo statalismo sia un ramo secco , scommessa fallita , dell ' albero delle possibili soluzioni al problema della socializzazione dell ' economia . Il liberalismo si è dimostrato migliore perché metodo potentissimo di creazione della ricchezza . Resta , tuttavia , debole nella diffusione sociale della stessa . Il primo risultato dell ' esplorazione storica porta alla conclusione che è più razionale tentare di socializzare il liberismo , perché modello che funziona sul lato più importante dell ' economia - cioè quello della creazione della ricchezza - che non tentare di rendere più liberale lo statosocialismo , modello geneticamente più sbagliato . Si riforma qualcosa che ha gambe buone , non quello che comunque non sta in piedi . Detto questo , la nuova missione del " neoliberismo " è quella di individuare quale via possa rendere più sociale il modello liberista classico ed evitare il rischio di spaccatura della società tra molto ricchi e molto poveri . Secondo me la soluzione è quella di rielaborare il concetto di " capitale " . La socializzazione dell ' economia è stata sempre trattata come distribuzione diretta di denaro e di garanzie mediate da una burocrazia costosa ed inefficiente . L ' errore è questo perché diventa sottrazione allo sviluppo . Se , invece , si investisse su ciascun individuo per migliorarne le capacità competitive su un mercato reso libero al massimo ( formazione continua , supporto ai percorsi lavorativi nell ' ambito di un sistema economico deregolamentato che favorisce la creazione di impresa ) avremmo con meno spesa di denaro un enorme aumento dello sviluppo e , in particolare , una capitalizzazione di massa con minore probabilità di squilibrio sociale . In sintesi , il neoliberismo deve sostituire le vecchie garanzie redristibutive di socializzazione dell ' economia con delle nuove basate sulla costruzione del " capitale umano " . Dare concretezza a questa strategia è il compito dei riformatori neoliberisti . Il farlo è urgente perché chi vuole riformare lo Stato sociale a partire dalla difesa di un modello geneticamente sbagliato sicuramente fallirà . E in Italia , francamente , fa perfino male al cuore vedere tanti pomposi riformatori di sinistra che non si accorgono di essere prigionieri di una palude della storia , un fiume finito nel nulla . Forza , colleghi neoliberisti , diamo alla politica la teoria del nuovo liberismo che serve e che può funzionare . Sappiamo farla . E diamoci anche un ' ambizione . In tutti i Paesi del mondo avanzato il problema è proprio di come trovare un liberismo più sociale . Rilanciamo il pensiero italiano competendo per essere i primi a trovare e sperimentare la soluzione che finalmente la storia mostra con più chiarezza , dopo tanti esperimenti ed errori .
StampaQuotidiana ,
La svolta socialista in Europa ha rivelato già tutti i suoi limiti . È bastato poco tempo per capire che la sinistra , giunta la potere in Francia , in Germania e in Italia , ha abbandonato solo a parole la sua inveterata vocazione allo statalismo e a un soffocante controllo della società . Rispetto a quella tendenza generale , si distingue , in parte , soltanto il laburista Tony Blair , unicamente perché egli dimostra di avere assimilato interamente la lezione della Thatcher . La maggior parte dei commentatori , tuttavia , ha creduto di spiegare il successo ottenuto dalle sinistre in Europa con la capacità di fornire una risposta più conveniente , rispetto a quella liberale , alle inquietudini di una società insicura di fronte ai processi di globalizzazione economica . Si è finito per dare eccessivo credito alle parole d ' ordine lanciate dalle forze socialiste , il nuovo laburismo di Blair , il nuovo centro di Schroeder , l ' Ulivo di prodi , fondate sulla promessa di una maggiore libertà di iniziativa economica capace però di conservare le conquiste più importanti dello Stato sociale . L ' immagine di una sinistra in grado di tenere insieme l ' esigenza di un maggiore sviluppo economico e l ' attenzione verso i problemi sociali è stata vincente . Soprattutto perché le proposte degli avversari sono state sistematicamente bollate con il marchio del liberismo più sfrenato , agitando il pericolo che a prevalere fossero gli istinti selvaggi del capitalismo rispetto alle esigenze primarie di socialità e di solidarietà . È chiaro che se lo scontro fra destra e sinistra viene posto in questi termini , la scelta non può che cadere a favore della sinistra . Ma la disillusione di molti intellettuali nei confronti dell ' esperienza di governo offerta dalle sinistre è stata molto rapida . Sono emersi i perduranti caratteri ideologici , l ' impreparazione , la disinvoltura , perfino l ' ipocrisia della sinistra . La realtà , che si è voluto ignorare , è riemersa prepotentemente . Così come la comoda contrapposizione fra un socialismo rinnovato e un consunto liberismo ha dimostrato di essere una semplice mistificazione , buona soltanto per alimentare la propaganda della sinistra . In realtà , gli avvenimenti di queste ultime settimane confermano che in Europa la vera linea di demarcazione passa tra una sinistra ancora intrisa di statalismo e schiacciata dal peso insostenibile dell ' ideologia , e una destra non più conservatrice , bensì protesa nel futuro e decisa a far prevalere i principi di libertà e il primato della società civile rispetto alle pretese invadenti dello Stato e degli apparati politici . In Italia chi ha affermato prima questi principi , non del liberismo , ma della libertà in tutte le sue forme , molteplici e vitali , in opposizione al trionfante ritorno della cultura comunista , è stato il leader di Forza Italia , Silvio Berlusconi . C ' è voluto non un politico , ma un imprenditore per ricordarsi che la libertà non è graziosamente " concessa " dallo Stato , perché essa viene prima dello Stato . La libertà è un diritto naturale , che ci appartiene in quanto esseri umani e che semmai fonda lo Stato . Da questa concezione scaturisce anche il federalismo e il principio della sussidiarietà , cioè l ' affermazione dell ' autonomia della società e della persona rispetto al centralismo burocratico dello Stato e dei partiti . Esattamente il contrario di ciò che sostiene la sinistra , e cioè la rivendicazione del primato della politica e dello Stato , inteso come una forma superiore di moralità . La ragione per la quale la sinistra italiana non è riuscita a liquidare Silvio Berlusconi , neppure attraverso una formidabile persecuzione giudiziaria , risiede nel fatto che egli ha dato vita a un movimento di massa , forte di passioni e di valori profondamente radicati dell ' idea della libertà . Il fondatore di Forza Italia ha resistito e resiste ad un attacco concentrico di tutti i poteri forti , perché è riuscito a fondare una nuova religione della libertà e rende possibile un nuovo modo di fare politica che sia espressione più alta della società civile . Una politica che non pretende di regolare e assoggettare ogni aspetto della società civile , ma si proponga di svilupparla nel segno della libertà e di una maggiore civiltà .
StampaQuotidiana ,
Prodi è proprio un genio . In questo mese è riuscito a concentrare l ' attenzione dei media , degli analisti , della politica ( di maggioranza come di opposizione ) su una finanziaria finta , che non c ' è , distogliendo così l ' attenzione dalla finanziaria vera , che è ben nascosta , e che continua a operare indisturbata e disastrosa lontana dalle luci della ribalta . E allora , come nei buoni romanzi d ' appendice , facciamo qualche passo indietro per poter capire meglio l ' arcano . Introdotta nel nostro ordinamento contabile nel 1978 , la legge finanziaria non è altro che un complesso di disposizioni tendenti a consentire la realizzazione della manovra di bilancio . In altre parole , sulla base di previsioni macroeconomiche in termini di tassi di crescita ( interni e esterni ) , tassi di interesse , evoluzione della bilancia commerciale ... , e sulla base di tendenziali di spesa pubblica , a legislazione vigente , le autorità di governo individuano i relativi saldi di finanza pubblica come fabbisogno netto da finanziare e li confrontano con quelli programmatici . Se , come è sempre successo fino a oggi , si determina un divario , ecco allora che la finanziaria mette in atto la cosiddetta " manovra correttiva " , fatta di tagli ( alla spesa ) e tasse ( per nuove entrate ) così da raggiungere gli obiettivi voluti . Da qui le finanziarie tutte sangue , sudore e lacrime sperimentate in tutti questi anni Novanta : bisognava centrare i parametri di Maastricht , raggiungere il 3% del rapporto deficit - Pil , entrare nella moneta unica , con manovre dell ' ordine medio di 50-60mila miliardi ( con punte anche di 90-100mila ) per tutto il periodo . C ' è da dire anche che quasi mai le manovre predisposte dal governo a settembre di ciascun anno , e approvate successivamente dal Parlamento , centravano l ' obiettivo : normalmente si dichiarava 100 , si raggiungeva la massimo 50 , cosicché a marzo - aprile bisognava nuovamente mettere mano ai conti . Con prodi , tranne il primo anno di incertezze e sbandamenti ( ricordiamo tutti il raddoppio della manovra realizzato a distanza di pochi mesi , con successive stangate correttive ) , la musica cambia . Grazie a un pauroso aumento strutturale della pressione fiscale di oltre 4 punti , e a una altrettanto ferrea normativa di controllo dei tiraggi di tesoreria in tema di investimenti , gli obiettivi programmatici non solo vengono rispettati al 100 per cento , ma si riesce anche a fare di più , compensando cioè con il blocco della cassa anche i fallimenti prevedibili di contenimento della spesa corrente , come quella sui dipendenti pubblici . In questo modo si raggiunge il famoso 3% ( anzi , il 2,7% ) che ci apre le porte della moneta unica , attraverso la realizzazione di un avanzo primario ( la differenza , cioè , tra entrate correnti e uscite correnti ) da brivido , di quasi il 7% del Pil ( una cifra attorno ai 130mila miliardi ) . Altissime tasse , pochissima spesa per investimenti , nessun taglio alla spesa corrente , enormi avanzi primari : questo è il modello messo a punto da Prodi e dalla sua maggioranza in questi due anni di governo attraverso un " patto sociale implicito " tra sinistra - centro e Cgil - Cisl - Uil che prevedeva e tuttora prevede nessun taglio alle pensioni ( che pesano per un terzo dell ' intera spesa pubblica ) ; nessun taglio a salari e stipendi pubblici ( un altro terzo sempre del totale della spesa pubblica ) ; blocco degli investimenti e delle altre spese in conto capitale , già ridotti ai minimi termini ( che pesano solo il 3% della spesa pubblica ) ; qualche modesta riduzione nell ' acquisto di beni e servizi ( il 15-16% sempre della spesa pubblica ) ; riduzione , via tassi di interesse , dell ' onere del servizio del debito ( che pesa , anch ' esso , un 15% ) . È chiaro , a questo punto , che con una finanza pubblica di fatto blindata tanto sul lato delle entrate ( una pressione che , ricordiamolo , tutto compreso arriva al 48% del Pil ) , quanto sul lato delle uscite ( un po ' sopra il 50% sempre del Pil ) , raggiungere i deficit previsti dal patto di stabilità è un gioco da ragazzi ( 50,5%-48%=2,5% ) , senza bisogno alcuno di ulteriori manovre correttiva . L ' avanzo primario infatti , che continua a formarsi automaticamente , in ragione della differenza positiva , per un ammontare di 5-6 punti del Pil , tra nuove entrate e nuove spese , ovviamente al netto degli interessi , consentirà tanto l ' azzeramento del deficit , quanto la riduzione del debito . E così i 13.500 miliardi di manovra su cui si sta ingaglioffendo la maggioranza , e su cui verrà presa in giro l ' opposizione , e su cui si dilanierà il parlamento , non sono infatti altro che un diversivo , fatto di partite di giro ( come sulle tasse ) ; di rimodulazioni di spesa , come per gli incentivi sull ' occupazione ; di finti tagli ; nonché di vecchi stanziamenti interni e comunitari in tema di investimenti infrastrutturali al Sud . Andrebbe tutto bene se " il patto sociale implicito " messo a punto da Prodi e compagni fosse in grado di portare sviluppo e occupazione e non solo apparente risanamento contabile . La realtà , purtroppo , parla da sola : con un ' abnorme pressione fiscale , con nessun taglio alla spesa corrente , con il blocco dei già miseri investimenti si azzera sì il deficit , si dimezza sì il debito , ma a costo di un ' economia anoressica , incapace di sviluppo e modernizzazione , con disoccupazione crescente . E a ben poco serviranno i dividendi da minor servizio del debito distribuiti in mille rivoli per catturare il consenso di una maggioranza sempre più riottosa : altro che finanziaria che distribuisce risorse , questa è una finanziaria - spettacolo , fatta di niente , buona solo per prendere in giro gli italiani e , alla fine , per non far perdere la faccia a Bertinotti . La finanziaria vera , quella che fa male al Paese , è già scritta da tempo , e da tempo operante con tutte le sue leggi e le sue deleghe , con l ' accordo tanto del sindacato confederale , che oggi protesta solo per salvarsi l ' anima , quanto di Rifondazione . Quello che abbiamo e avremo di fronte nei prossimi giorni e mesi è solo un geniale teatrino che serve a Prodi per nascondere il fallimento della sua politica economica e per tirare a campare , nella vana speranza che un ' improbabile ripresa internazionale gli tolga le castagne dal fuoco .