StampaQuotidiana ,
Persone
amiche
mi
hanno
rimproverato
per
le
cose
che
ho
scritto
in
occasione
dell
'
incontro
di
calcio
tra
Italia
e
Germania
.
Non
ne
hanno
affatto
apprezzato
il
tono
scherzoso
e
si
sono
sentite
offese
da
mie
sgradevoli
battute
.
Perciò
mi
scuso
,
con
loro
e
con
me
stesso
.
È
vero
che
non
bisogna
scherzare
con
le
cose
serie
.
Non
si
può
indulgere
alla
xenofobia
,
ancorché
sportiva
,
tirare
in
ballo
a
sproposito
il
nipote
virtuale
di
Goering
,
confondere
il
nazismo
con
i
tedeschi
e
il
passato
con
il
presente
.
Certo
non
intendevo
nulla
di
simile
,
ma
le
intenzioni
non
contano
se
si
prestano
all
'
equivoco
.
È
una
dissonanza
che
mi
confonde
e
mi
fa
riflettere
.
Evidentemente
ho
dei
brutti
ricordi
.
Questo
è
legittimo
,
ma
dovrei
tenermeli
per
me
e
non
farli
affiorare
impropriamente
in
un
editoriale
del
«
manifesto
»
.
Se
per
caso
c
'
è
stato
un
periodo
della
vita
,
mia
o
di
altri
,
in
cui
una
voce
o
un
accento
erano
immediatamente
associati
alla
sensazione
di
un
pericolo
mortale
,
è
una
faccenda
lontanissima
e
privata
.
Forse
anche
una
patologia
.
Le
esperienze
individuali
non
si
possono
trasmettere
,
appunto
perché
sono
individuali
,
neppure
scrivendo
un
libro
.
Ciò
non
ha
la
minima
importanza
.
Ma
temo
che
qualcosa
di
simile
valga
anche
per
le
esperienze
collettive
,
cioè
per
le
vicende
della
storia
,
e
questo
è
un
discorso
più
grave
.
Quel
che
noi
chiamiamo
revisionismo
storico
è
un
'
operazione
intenzionale
e
politicamente
finalizzata
,
ma
è
certamente
favorita
da
un
oblio
,
da
un
appannamento
della
memoria
e
degli
eventi
,
che
è
quasi
una
legge
di
natura
:
un
fenomeno
fatale
come
il
trascorrere
del
tempo
,
a
cui
non
c
'
è
rimedio
.
Due
righe
di
agenzia
bastano
oggi
per
confermare
che
un
supermercato
sorgerà
ad
Auschwitz
.
Quest
'
idea
,
che
neanche
al
peggiore
degli
uomini
sarebbe
venuta
in
mente
in
altre
stagioni
,
non
suscita
neppure
il
blando
stupore
di
un
anno
fa
.
Ammesso
che
l
'
orrore
di
quel
campo
sia
mai
esistito
,
non
può
più
essere
percepito
intimamente
,
è
inconoscibile
ai
posteri
,
è
al
massimo
una
fredda
nozione
e
per
il
papa
romano
un
impaccio
.
Non
so
che
cosa
spinga
Igor
Man
a
seguire
sul
suo
giornale
il
processo
Priebke
sforzandosi
disperatamente
di
raccontare
,
di
evocare
,
la
mostruosità
universale
delle
logiche
naziste
.
Non
può
riuscirci
,
come
non
ci
riescono
le
parole
dei
vecchi
testimoni
.
Non
è
più
una
grande
tragedia
,
ma
una
mediocre
controversia
giudiziaria
.
Dimenticare
,
dopotutto
,
è
più
semplice
e
generoso
che
riesumare
.
La
memoria
si
accompagna
spesso
al
risentimento
.
È
o
può
ben
sembrare
gretto
ricordare
come
aguzzini
i
ragazzi
di
Salò
,
sebbene
lo
fossero
.
E
sinceramente
invidio
Bassolino
che
mangerebbe
un
'
innocente
pizza
con
i
giovani
Savoia
,
i
quali
ignorano
con
pari
innocenza
le
colpe
degli
antenati
.
Certo
l
'
oblio
e
la
banalizzazione
comportano
un
rischio
,
accantonare
le
tragedie
della
storia
rende
più
facile
che
si
ripetano
.
Ogni
tanto
accade
,
infatti
.
Ma
noi
abbiamo
la
fortuna
di
vivere
in
un
'
epoca
pacificata
e
rassicurante
,
dove
si
sa
che
i
fascismi
sono
improbabili
e
le
guerre
irrilevanti
.
StampaQuotidiana ,
Perché
l
'
on.
D
'
Alema
maltratta
volentieri
l
'
on.
Prodi
e
il
suo
governo
,
fin
dal
dì
natale
?
L
'
on.
D
'
Alema
è
considerato
un
uomo
di
sangue
freddo
che
non
cede
al
nervosismo
e
un
tattico
sopraffino
che
calcola
ogni
mossa
.
Perché
dunque
si
agita
e
mostra
verso
l
'
Ulivo
più
diffidenza
che
comprensione
?
Prima
risposta
.
L
'
on.
D
'
Alema
è
convinto
di
essere
il
personaggio
più
potente
d
'
Italia
,
anche
perché
lo
scrivono
i
giornali
,
e
quindi
mal
sopporta
che
l
'
on.
Prodi
e
il
suo
governo
considerino
il
Pds
poco
più
che
un
portatore
d
'
acqua
,
così
come
considerano
il
Prc
un
donatore
di
sangue
.
E
perciò
alza
la
voce
.
Seconda
risposta
.
L
'
on.
D
'
Alema
è
convinto
che
il
governo
dell
'
on.
Prodi
deluderà
le
attese
popolari
,
com
'
è
probabile
data
la
sua
composizione
ibrida
,
il
suo
modesto
profilo
programmatico
,
i
paracarri
europei
e
di
mercato
entro
cui
si
muove
,
e
come
mostra
in
queste
ore
la
collisione
col
sindacato
.
E
perciò
prende
le
distanze
.
Terza
risposta
.
L
'
on.
D
'
Alema
teme
di
restare
intrappolato
nelle
maglie
del
suo
capolavoro
elettorale
.
La
volpe
di
Gallipoli
è
entrata
vittoriosa
nel
pollaio
,
ma
è
circondata
e
stretta
al
centro
da
molti
galli
e
fuori
a
destra
ad
aspettarla
c
'
è
il
fattore
col
fucile
spianato
.
E
perciò
cerca
un
buco
nella
rete
.
Quarta
risposta
.
L
'
on.
D
'
Alema
ha
sempre
considerato
l
'
Ulivo
una
cosa
acrobatica
e
transitoria
,
buona
per
scalzare
Berlusconi
ma
senza
prospettiva
,
e
ha
già
in
tasca
la
soluzione
.
Che
è
quella
di
un
sistema
bipolare
compiuto
,
presidenzialista
con
doppio
turno
,
che
elimini
cespugli
di
destra
e
di
sinistra
,
e
di
un
partito
socialdemotecnocratico
che
governi
dopodomani
in
prima
persona
in
alternanza
con
uno
schieramento
giscardiano
.
Queste
quattro
risposte
si
intrecciano
benissimo
tra
loro
,
se
poi
ce
n
'
è
anche
una
quinta
non
saprei
.
Il
quadro
che
mi
risulta
non
è
felice
,
siamo
lontanissimi
dal
clima
più
limpido
che
il
successo
del
21
aprile
prometteva
,
e
anche
un
mostro
policefalo
potrebbe
resuscitare
.
L
'
ipotesi
tuttora
più
probabile
è
però
che
il
governo
dell
'
Ulivo
continui
a
vivacchiare
per
un
tempo
indefinito
con
clausole
di
salvaguardia
di
varia
natura
.
La
litigiosità
e
la
mediocrità
hanno
fatto
per
molti
anni
la
fortuna
del
sistema
politico
italiano
,
se
non
della
società
nel
suo
insieme
.
Può
darsi
che
sia
ancora
così
,
tenuto
conto
che
non
viviamo
,
come
sempre
l
'
on.
D
'
Alema
ama
ripetere
,
in
tempi
eroici
e
neppure
tanto
decorosi
.
StampaQuotidiana ,
San
Isidro
Futból
è
un
grazioso
racconto
messicano
di
Pino
Cacucci
edito
dalla
Granata
Press
.
Sempre
della
Granata
Press
,
¡
Viva
San
Isidro
!
è
un
volume
di
cento
pagine
a
25.000
lire
,
lustro
e
ricco
,
in
cui
l
'
avvocato
milanese
Gian
Marco
Feletti
,
scrittore
debuttante
,
spiega
come
nasca
un
film
senza
privarsi
di
nulla
:
istruzioni
per
l
'
uso
,
premessa
,
considerazioni
finali
,
disegni
dello
story
-
board
,
fotografie
,
citazioni
di
Truffaut
,
Godard
,
Hitchcock
,
Woody
Allen
,
interviste
e
tutto
quanto
.
¡
Viva
San
Isidro
!
è
il
film
in
questione
,
diretto
dal
debuttante
Alessandro
Cappelletti
(
39
anni
,
bolognese
)
,
interpretato
anche
da
Diego
Abatantuono
nella
parte
d
'
un
prete
somigliante
al
cangaçeiro
Antonio
das
Mortes
di
Glauber
Rocha
,
presentato
e
padrineggiato
da
Gabriele
Salvatores
:
trae
dal
racconto
di
Cacucci
la
storia
del
paesetto
messicano
di
San
Isidro
che
non
sonnecchia
soltanto
quando
tifa
per
la
sua
squadra
di
futból
,
svegliato
dall
'
apparizione
avventurosa
d
'
una
partita
di
cocaina
scambiata
per
fertilizzante
,
presto
riaddormentato
.
StampaQuotidiana ,
La
conosciamo
bene
,
la
difficoltà
di
raccontare
col
cinema
gli
scrittori
.
Una
battaglia
quasi
perennemente
perduta
:
o
lo
scrittore
ha
una
biografia
speciale
,
avventurosa
,
criminale
,
vitalista
,
e
allora
il
film
si
occupa
di
quelle
come
si
occuperebbe
d
'
ogni
altra
esistenza
interessante
,
lasciando
da
parte
l
'
opera
;
oppure
lo
scrittore
non
ha
fatto
nulla
di
straordinario
tranne
la
sua
opera
,
e
allora
il
film
affonda
tra
scrivanie
,
tasti
di
macchina
per
scrivere
,
fogli
di
carta
,
scenate
della
moglie
che
si
sente
trascurata
,
penne
,
matite
e
uffici
di
casa
editrice
.
Naturalmente
,
è
impossibile
raccontare
per
immagini
il
lavoro
creativo
dello
scrittore
:
ma
a
una
simile
realtà
il
cinema
rifiuta
d
'
arrendersi
.
Fra
i
tentativi
recenti
,
forse
due
si
salvano
,
perché
sperimentali
e
irrisolti
:
in
Il
pasto
nudo
,
David
Cronenberg
ha
affrontato
William
Burroughs
mescolandone
biografia
,
opera
e
incubi
drogati
,
visualizzandone
i
mostri
eloquenti
;
in
Malina
,
Werner
Schroeter
ha
trasposto
il
testo
più
dolorosamente
autobiografico
di
Ingeborg
Bachmann
,
espressione
della
schizofrenia
della
scrittrice
tra
natura
femminile
e
natura
maschile
,
narrazione
di
un
'
afasia
creativa
e
d
'
una
terribile
crisi
esistenziale
,
usando
alla
sua
maniera
il
barocco
e
l
'
eccesso
,
usando
l
'
intensità
nervosa
sempre
al
limite
dell
'
esplosione
di
Isabelle
Huppert
.
Alan
Rudolph
,
il
regista
americano
protegé
di
Robert
Altman
,
è
un
autore
assai
più
modesto
di
Cronenberg
o
Schroeter
:
e
non
ce
la
fa
,
in
Mrs
.
Parker
e
il
circolo
vizioso
,
a
rendere
la
storia
di
Dorothy
Parker
e
di
quel
gruppo
di
giovani
intellettuali
e
artisti
d
'
avanguardia
americani
che
si
riuniva
negli
anni
Venti
all
'
Hotel
Algonquin
di
New
York
.
Non
basta
che
uno
arrivi
gongolante
annunciando
«
O
'
Neill
ha
vinto
il
Nobel
!
»
o
che
un
'
altra
scriva
,
appallottoli
insoddisfatta
il
foglio
e
lo
getti
nel
cestino
:
anche
stavolta
gli
scrittori
risultano
degli
oziosi
e
dissipati
sbronzoni
,
dei
battutisti
che
ridono
troppo
delle
proprie
spiritosaggini
.
Se
gli
scrittori
sono
soggetti
difficili
,
gli
scrittori
spiritosi
sono
difficilissimi
:
le
battute
ricadono
grevi
come
pietre
.
Non
sempre
,
però
:
non
sono
male
«
La
tua
passione
per
l
'
infelicità
è
sconfinata
»
,
«
Non
ho
alcun
talento
nello
scrivere
,
ma
sono
troppo
famoso
per
smettere
»
;
non
è
male
la
scrittrice
Edna
Ferber
che
,
all
'
osservazione
di
un
amico
«
Sembri
un
uomo
»
,
rimbecca
pronta
:
«
Anche
tu
»
.
Va
peggio
con
la
protagonista
.
Dorothy
Rotschild
Parker
,
scrittrice
,
poetessa
,
saggista
,
critica
teatrale
e
giornalista
per
«
Vanity
Fair
»
e
«
The
New
Yorker
»
,
sceneggiatrice
a
Hollywood
in
coppia
con
il
marito
Alan
Campbell
,
morta
a
settantaquattro
anni
nel
1967
,
è
stata
una
figura
importante
della
cultura
americana
,
un
'
autrice
intelligentissima
e
anticonvenzionale
,
una
donna
promiscua
spesso
infelice
nei
rapporti
con
gli
uomini
,
un
'
alcolizzata
sempre
tentata
dal
suicidio
.
Il
suo
dono
di
leggerezza
e
di
fascino
ironico
,
lo
spirito
,
lo
stile
incantevole
e
divertente
,
il
temperamento
anticonformista
e
progressista
ne
fanno
anche
adesso
un
'
analista
dei
costumi
penetrante
e
brillante
,
capace
di
cogliere
nei
comportamenti
quotidiani
l
'
intera
crudeltà
esistenziale
e
sociale
.
Jennifer
Jason
Leigh
è
brava
,
ma
il
film
fa
del
personaggio
soprattutto
un
'
amara
scocciatrice
,
dà
agli
amanti
e
ai
mariti
un
'
importanza
sproporzionata
rispetto
al
lavoro
,
pasticcia
con
flashback
,
colore
e
bianconero
,
corse
in
avanti
e
scene
in
cui
l
'
immobile
Parker
recita
in
primo
piano
i
propri
versi
:
senza
arrivare
a
dare
un
'
idea
dell
'
eroina
,
né
del
suo
ambiente
.
StampaQuotidiana ,
Pochi
mesi
fa
il
presidente
del
Cile
,
Allende
,
scriveva
una
lettera
aperta
al
direttore
del
«
Mercurio
»
-
il
massimo
quotidiano
di
informazione
di
Santiago
,
di
antica
tradizione
democratica
e
indipendente
-
lamentandosi
con
tono
duro
e
risentito
delle
critiche
mosse
dal
giornale
al
governo
di
fronte
popolare
sorto
nella
nazione
cilena
dal
verdetto
delle
urne
di
un
anno
fa
(
poco
più
di
un
terzo
del
corpo
elettorale
,
contro
un
terzo
ai
conservatori
e
meno
di
un
terzo
ai
democristiani
)
e
opponendo
la
«
tradizione
di
democrazia
e
di
legalità
»
cui
il
regime
continua
ad
ispirarsi
a
quella
che
egli
chiamava
«
la
tradizione
di
infamia
che
il
popolo
ripudia
e
che
tanto
danno
ha
arrecato
alla
nostra
convivenza
sociale
»
.
Il
direttore
del
«
Mercurio
»
,
Silva
Espejo
,
gli
rispondeva
con
grande
dignità
e
fermezza
che
la
libertà
di
stampa
comincia
ad
essere
minacciata
proprio
dai
«
ripudi
ufficiali
»
e
che
«
da
un
po
'
di
tempo
il
governo
non
tollera
volentieri
i
dissensi
e
in
tal
modo
contraddice
alle
sue
stesse
dichiarazioni
sul
carattere
democratico
e
pluralista
del
regime
di
unità
popolare
»
.
Il
caso
,
riferito
giorni
fa
sulle
colonne
del
«
Corriere
»
dal
nostro
Pieroni
in
un
'
intervista
da
Santiago
,
è
esemplare
di
quelle
che
sono
oggi
in
una
vasta
parte
del
mondo
,
e
non
soltanto
in
Cile
,
le
minacce
alla
libertà
di
stampa
:
minacce
che
non
sono
meno
gravi
nei
paesi
in
cui
pur
sopravvivono
formalmente
le
garanzie
giuridiche
ed
esteriori
della
libertà
di
espressione
.
Il
Cile
,
per
esempio
,
pur
dopo
la
svolta
di
Allende
,
non
ha
ripudiato
,
o
meglio
non
ha
potuto
ripudiare
,
la
libertà
di
stampa
,
profondamente
radicata
in
un
paese
,
forse
il
solo
del
sud
-
America
,
dove
il
pluralismo
democratico
sopravvisse
a
tutte
le
tentazioni
dei
colonnelli
o
dei
«
pronunciamenti
»
,
in
una
linea
storica
che
non
subì
vere
eccezioni
.
I
giornali
liberi
continuano
ad
uscire
;
la
diversità
di
posizioni
,
fra
organi
conservatori
,
cattolici
e
socialisti
,
continua
a
riflettere
press
'
a
poco
la
geografia
politica
della
nazione
cilena
,
fondata
sui
tre
terzi
emersi
dal
verdetto
elettorale
dell
'
ottobre
'70
.
Lo
stesso
pluralismo
televisivo
si
affianca
tuttora
al
pluralismo
della
stampa
scritta
:
accanto
al
canale
di
stato
,
solo
formalmente
aperto
alle
voci
dell
'
opposizione
e
in
realtà
dominato
dall
'
apparato
del
fronte
popolare
al
governo
,
sussistono
un
canale
di
prevalente
ispirazione
democristiana
ed
un
altro
di
intonazione
laica
.
Le
stazioni
radio
non
sono
meno
di
un
centinaio
e
quella
che
riflette
la
voce
dei
sindacati
-
particolarmente
potente
con
la
coalizione
di
sinistra
-
interferisce
nella
lunghezza
d
'
onda
della
radio
democristiana
,
espressione
del
partito
che
pur
facilitò
,
per
le
sue
debolezze
e
per
le
sue
divisioni
,
l
'
avvento
di
Allende
al
potere
da
posizioni
di
minoranza
.
Senonché
le
insidie
alla
superstite
libertà
di
stampa
e
di
critica
provengono
dall
'
interno
del
sistema
,
al
di
là
di
tutte
le
professioni
formali
di
rispetto
.
Torniamo
al
caso
del
«
Mercurio
»
,
che
è
il
più
eloquente
e
il
più
indicativo
.
Nell
'
intervista
al
«
Corriere
»
il
direttore
del
giornale
di
Santiago
ha
ricordato
che
in
poco
più
di
un
anno
il
suo
quotidiano
ha
perduto
il
40
per
cento
della
pubblicità
:
e
tutti
sanno
che
fra
le
due
fonti
di
vita
di
qualunque
grande
giornale
di
tipo
industriale
nel
mondo
moderno
,
la
vendita
e
la
pubblicità
,
la
seconda
prevale
ormai
sulla
prima
,
dal
Cile
all
'
Italia
.
Silva
Espejo
non
ha
accusato
direttamente
il
governo
di
tale
inquietante
calo
,
che
mette
in
forse
la
stessa
autonomia
del
giornale
e
minaccia
le
sue
prospettive
di
vita
;
ha
solo
ricordato
che
le
larghe
nazionalizzazioni
,
compiute
da
Allende
,
hanno
tolto
alle
società
interessate
lo
stimolo
alla
pubblicità
commerciale
ed
ha
aggiunto
che
in
ogni
caso
il
po
'
di
pubblicità
sopravvissuta
è
riservata
di
norma
ai
fogli
filo
-
governativi
...
Ma
non
basta
.
In
un
anno
il
quotidiano
,
che
continua
con
coraggio
e
con
coerenza
la
sua
battaglia
contro
il
nuovo
regime
e
contro
i
rischi
di
degenerazione
autoritaria
e
totalitaria
,
ha
subìto
un
'
ispezione
fiscale
,
sia
pure
senza
risultati
,
un
'
ispezione
della
polizia
,
sotto
il
pretesto
di
aver
armato
una
guardia
interna
contro
i
possibili
attacchi
di
fuori
,
un
accentuarsidi
tutti
i
sistemi
di
controllo
e
di
indagine
volti
a
ricordare
la
potenza
dell
'
esecutivo
e
i
limiti
del
diritto
di
critica
.
Non
sono
mancati
neppure
i
tentativi
-
e
come
possono
mancare
in
questi
casi
?
-
di
minare
dall
'
interno
l
'
unità
e
la
compattezza
del
corpo
redazionale
-
che
rappresentano
sempre
,
sotto
qualunque
latitudine
,
la
migliore
difesa
contro
le
pressioni
e
le
intimidazioni
del
potere
politico
-
attraverso
la
formazione
di
un
comitato
di
unità
,
sia
pure
largamente
minoritario
.
Senza
contare
casi
ancora
più
clamorosi
,
come
quello
del
quotidiano
«
El
Sur
»
di
Concepción
,
occupato
da
gruppi
di
estremisti
interni
ed
esterni
all
'
azienda
reclamanti
il
diritto
di
supervisione
politica
accanto
a
determinate
rivendicazioni
salariali
.
Ecco
come
si
può
minacciare
e
al
limite
distruggere
una
stampa
libera
,
anche
di
antiche
e
radicate
tradizioni
,
come
quella
del
Cile
,
senza
ricorrere
alle
ghigliottine
dei
regimi
fascisti
o
comunisti
.
Il
controllo
,
o
la
rarefazione
,
della
pubblicità
;
la
sedizione
o
la
rivolta
all
'
interno
delle
aziende
;
le
conseguenze
,
sulla
gestione
editoriale
,
del
ristagno
della
produzione
e
degli
investimenti
;
la
nazionalizzazione
(
ci
si
sta
pensando
seriamente
in
Cile
)
di
tutte
le
industrie
per
la
produzione
di
carta
e
di
cellulosa
.
Indurre
gli
editori
a
gettare
la
spugna
,
i
giornalisti
ad
abbandonare
il
campo
,
gli
scrittori
a
preferire
il
silenzio
...
Non
è
una
minaccia
che
possa
essere
sottovalutata
,
neppure
per
i
possibili
riflessi
o
contraccolpi
in
Europa
.
La
crisi
dei
quotidiani
è
generale
,
per
l
'
aggressiva
e
spesso
incontrollata
concorrenza
della
televisione
(
particolarmente
nei
paesi
-
l
'
Italia
insegni
dove
la
televisione
è
esercitata
in
regime
di
monopolio
di
Stato
,
col
largo
ricorso
al
mercato
pubblicitario
libero
)
,
per
la
diffusione
degli
altri
«
mass
media
»
,
per
il
vertiginoso
aumento
dei
costi
;
e
proprio
pochi
giorni
fa
un
giornale
che
non
ama
mai
i
titoli
ad
effetto
e
che
sa
misurare
le
parole
,
«
Le
Monde
»
,
intitolava
un
suo
articolo
in
prima
pagina
La
presse
quotidienne
en
péril
,
indagandone
,
con
puntigliosa
esattezza
,
le
cause
e
i
possibili
rimedi
.
Forse
è
giunto
il
momento
di
richiamare
strati
sempre
più
vasti
di
opinione
pubblica
,
anche
in
Italia
,
alla
coscienza
di
questo
problema
,
fondamentale
per
la
sopravvivenza
della
nostra
democrazia
.
Le
leggi
o
le
provvidenze
per
l
'
editoria
servono
a
poco
se
la
classe
dirigente
non
è
animata
dal
culto
geloso
e
,
vorremmo
dire
,
religioso
della
libertà
di
stampa
e
della
pluralità
dell
'
informazione
,
al
di
fuori
di
ogni
tentazione
di
controllo
dall
'
alto
.
Le
dichiarazioni
di
Donat
Cattin
al
recente
convegno
di
Roma
sono
allarmanti
:
parlare
di
distribuzione
«
forzosa
»
della
pubblicità
equivale
a
legittimare
il
peggiore
intervento
discriminatorio
del
potere
esecutivo
,
a
vantaggio
dei
potenti
dell
'
ora
.
Il
problema
è
un
altro
:
salvare
tutte
le
voci
dell
'
opinione
pubblica
,
le
piccole
non
meno
delle
grandi
,
sul
piano
di
un
pluralismo
effettivo
e
articolato
.
Ignazio
Silone
ha
scritto
che
,
ogni
qual
volta
muore
un
giornale
anche
periferico
,
anche
di
provincia
,
è
un
senso
di
lutto
che
si
diffonde
nel
paese
intero
.
In
quanto
con
quel
giornale
è
un
frammento
della
nostra
libertà
che
se
ne
va
;
e
quindi
qualcosa
di
noi
stessi
.
StampaQuotidiana ,
Innocenza
,
immaginazione
e
ossessione
in
un
crimine
di
sangue
senza
colpevoli
:
è
la
definizione
d
'
un
film
anticonvenzionale
e
bello
fornita
dal
regista
Peter
Jackson
.
Questo
regista
ha
trentaquattro
anni
,
è
neozelandese
come
Jane
Campion
,
con
Creature
del
cielo
ha
concorso
all
'
Oscar
e
ha
vinto
un
Leone
d
'
argento
alla
Mostra
eli
Venezia
1994;
il
suo
primo
film
diretto
a
ventisette
anni
era
Bad
'
Paste
(
Cattivo
gusto
)
,
il
secondo
era
interpretato
da
pupazzi
animati
e
il
terzo
,
Brain
Dead
(
Splatters
-
Gli
schizzacervelli
)
era
uno
zombie
-
movie
;
è
cresciuto
guardando
la
tv
e
i
suoi
guru
cinematografici
,
dice
,
sono
King
Kong
,
i
Monty
Python
,
Buster
Keaton
;
il
suo
segreto
dev
'
essere
la
sceneggiatrice
fissa
Frances
Walsh
,
ex
musicista
in
band
universitarie
e
pure
lei
formatasi
con
la
televisione
.
Creature
del
cielo
ricostruisce
un
fatto
di
cronaca
nera
avvenuto
a
Christchurch
nel
1954
,
il
caso
Parker
-
Hulme
.
Due
ragazzine
quattordicenni
,
amiche
e
amanti
,
ammazzarono
a
colpi
di
mattone
in
testa
una
madre
decisa
a
separarle
;
suscitarono
in
Nuova
Zelanda
e
anche
in
Inghilterra
un
'
enorme
sensazione
,
affascinata
e
inorridita
,
nell
'
opinione
pubblica
che
le
giudicò
mostruose
quanto
in
Francia
la
ragazza
Violette
Nozière
assassina
della
sua
famiglia
;
vennero
condannate
per
omicidio
(
soltanto
l
'
età
evitò
loro
l
'
ergastolo
)
,
incarcerate
e
poi
rilasciate
a
condizione
che
non
s
'
incontrassero
mai
più
.
Il
film
fa
dell
'
episodio
soprattutto
un
racconto
d
'
amicizia
,
d
'
amore
e
di
fuga
dal
reale
,
nuovo
nello
stile
,
molto
divertente
,
psicologicamente
perfetto
,
interpretato
magnificamente
dalle
adolescenti
Melanie
Lynskey
e
Kate
Winslet
.
Le
due
amiche
sono
estremamente
intelligenti
,
saccenti
,
arroganti
,
snob
,
dotate
d
'
un
senso
dell
'
umorismo
acerbo
e
insolente
,
complici
.
StampaQuotidiana ,
Il
Bene
è
cupo
,
squadrato
,
serio
,
fedele
ai
«
veri
valori
»
:
e
si
libera
alla
fine
delle
proprie
nevrosi
.
Il
Male
è
scintillante
,
brillante
e
sardonico
come
Paolo
Poli
,
vestito
di
lamé
argenteo
,
loquace
,
battutista
e
ridanciano
quanto
un
presentatore
di
show
televisivo
,
seguace
della
massima
modernità
«
tecnologicamente
avanzata
»
:
e
finisce
in
manicomio
,
stretto
nella
camicia
di
forza
,
prigioniero
d
'
un
delirio
in
cui
crede
d
'
essere
il
Bene
.
Batman
e
l
'
Enigmista
,
Val
Kilmer
e
Jim
Carrey
,
nel
film
prodotto
da
Tim
Burton
sono
emblemi
del
conflitto
più
contemporaneo
,
realtà
-
irrealtà
,
società
-
rappresentazione
,
mondo
-
televisione
;
e
anche
del
moralismo
più
ovvio
.
Accanto
al
loro
estremismo
stanno
personaggi
di
replica
o
di
mediazione
.
Due
Facce
(
Tommy
Lee
Jones
)
,
che
ha
appunto
metà
del
viso
normale
,
l
'
altra
metà
orrendamente
sfigurata
,
e
a
questa
natura
dimezzata
obbedisce
pure
nei
comportamenti
;
Robin
(
Chris
O
'
Donnell
)
,
giovane
compagno
di
Batman
(
«
Non
sono
solo
un
amico
,
sono
un
partner
»
)
,
vestito
come
lui
da
pipistrello
e
come
lui
condizionato
dal
ricordo
di
genitori
uccisi
da
criminali
;
la
bionda
Nicole
Kidman
,
psicologa
innamorata
.
La
terza
puntata
delle
avventure
cinematografiche
recenti
dell
'
uomo
-
pipistrello
creato
per
i
fumetti
nel
1939
dal
disegnatore
americano
Bob
Kane
unisce
una
psicologia
-
ideologia
elementare
e
una
tecnica
-
tecnologia
stupefacente
.
Si
vedono
cose
gotico
-
barocche
davvero
straordinarie
:
stavolta
la
claustrofobica
Gotham
Cíty
è
meno
oscura
,
più
simile
alla
Los
Angeles
del
2019
immaginata
da
Ridley
Scott
in
Blade
Runner
;
si
mescolano
giocattoli
antiquati
e
strumenti
supertecnologici
,
statue
classiche
e
immensi
volti
sfingei
scolpiti
,
gruppi
musicali
in
costume
settecentesco
e
bande
metropolitane
con
lineamenti
e
armi
fosforescenti
,
automobili
d
'
epoca
e
neon
acido
,
poltrone
-
trono
sostenute
da
schiavi
-
sculture
,
esplosioni
,
scintille
,
vorticare
visionario
della
macchina
da
presa
.
Scenografie
e
costumi
bellissimi
,
stupenda
fotografia
di
Stephen
Goldblatt
:
ma
il
décor
schiaccia
l
'
avventura
,
l
'
arredamento
soffoca
il
romanzo
,
l
'
estetismo
uccide
i
personaggi
.
Pazienza
,
la
narrazione
edificante
cd
emblematica
non
ha
troppo
interesse
:
il
Male
inventa
una
macchina
che
manipola
le
onde
cerebrali
dei
telespettatori
così
da
trasformare
ogni
immagine
televisiva
in
un
'
esperienza
di
realtà
virtuale
,
e
che
nello
stesso
tempo
sottrae
loro
segreti
ed
energie
convogliati
nella
mente
dell
'
inventore
per
moltiplicarne
percezione
e
poteri
;
il
Bene
lotta
perché
non
trionfi
questa
teledittatura
che
per
i
telespettatori
è
pure
espropriazione
di
sé
,
e
vince
.
Nella
parte
di
Batman
,
quelle
poche
volte
che
appare
senza
maschera
,
Val
Kilmer
è
scipito
quanto
il
suo
predecessore
nei
due
Batman
diretti
da
Tim
Burton
,
Michael
Keaton
;
nel
personaggio
dell
'
Enigmista
,
Jim
Carrey
è
assolutamente
strepitoso
.
StampaQuotidiana ,
Prima
inquadratura
,
il
sedere
nudo
d
'
un
uomo
che
sta
pisciando
visto
di
spalle
.
Poi
,
la
prostituta
Angela
che
ha
timore
superstizioso
dello
sguardo
maligno
d
'
una
gallina
e
che
è
la
leader
naturale
d
'
un
piccolo
gruppo
di
colleghe
malconce
:
la
prima
è
precocemente
invecchiata
(
pelle
rugosa
,
capelli
grigi
)
dopo
uno
stupro
,
la
seconda
è
muta
(
per
i
clienti
esigenti
usa
in
playback
una
cassetta
con
parole
e
gemiti
registrati
)
,
la
terza
manca
di
tutt
'
e
due
le
mani
(
riesce
a
comprarsi
le
protesi
,
ma
gliele
rubano
subito
)
,
la
quarta
è
unilateralmente
innamorata
d
'
un
carcerato
,
tutte
lavorano
sulla
strada
provinciale
di
giorno
(
quand
'
è
il
crepuscolo
s
'
avviano
a
piedi
verso
il
paese
,
come
contadine
stanche
al
ritorno
dai
campi
)
e
sono
accompagnate
dal
protettivo
spicciafaccende
Chirone
,
rognoso
centauro
in
motorino
.
Poi
,
un
ragazzo
biondo
ossigenato
che
si
chiama
Adamo
come
il
primo
uomo
,
dolce
,
inconsapevole
e
trasognato
,
con
i
piedi
sporchi
,
le
scarpe
verdi
e
un
seducente
sorriso
serafico
,
autista
di
camion
per
il
trasporto
di
banane
marce
alla
discarica
,
incapace
di
fare
l
'
amore
con
le
donne
e
con
gli
uomini
(
«
non
m
'
è
mai
riuscito
»
)
ma
soddisfatto
se
può
masturbarsi
guardando
di
nascosto
la
prostituta
Angela
che
lo
fa
coi
clienti
.
I
buchi
neri
di
Pappi
(
Pasquale
)
Corsicato
,
35
anni
,
napoletano
,
già
autore
di
Libera
,
è
una
storia
d
'
amore
anomala
così
lieta
e
lieve
che
sembra
ideata
nell
'
estasi
dell
'
innamoramento
,
così
autentica
da
sopraffare
l
'
ambiente
in
cui
si
svolge
,
così
piena
da
lasciarsi
dietro
una
felicità
anche
se
finisce
.
La
prostituta
e
il
ragazzo
si
amano
alla
loro
maniera
mediata
e
voyeuristica
,
si
vogliono
bene
,
sono
amici
.
Quando
lui
smette
d
'
amarla
e
tradisce
anche
se
stesso
progettando
un
matrimonio
d
'
interesse
,
lei
soffre
,
sviene
.
Sente
una
voce
che
la
chiama
.
Lassù
,
un
immenso
uovo
d
'
argento
le
dice
:
«
Non
aver
paura
,
ora
che
hai
amato
non
sei
più
quella
di
prima
,
sei
un
angelo
»
.
Miracolosamente
avverte
una
calma
esultanza
,
miracolosamente
le
altre
prostitute
riacquistano
giovinezza
,
voce
,
mani
,
amore
ricambiato
,
e
nel
cielo
splende
un
sole
bellissimo
.
Sono
molto
rari
i
film
che
raccontano
l
'
amore
come
un
sentimento
non
borghese
né
«
civilizzato
»
,
non
convenzionalmente
romantico
,
erotico
,
delicato
,
violento
,
possessivo
o
promiscuo
,
ma
come
primordiale
fonte
di
gioia
vitale
e
mitica
trasformazione
del
mondo
.
Sono
altrettanto
rari
i
film
che
descrivono
un
ambiente
sociale
degradato
quanto
l
'
hinterland
napoletano
arso
dal
sole
,
giallo
di
stoppie
,
popolato
di
brutalità
e
povertà
,
senza
mutilare
l
'
ironia
di
sopravvivenza
degli
abitanti
,
senza
censurarne
una
normalità
di
vita
che
soltanto
gli
standard
piccolo
-
borghesi
possono
ritenere
impossibile
o
mostruosa
.
I
buchi
neri
ha
questi
meriti
,
e
altri
.
Magari
l
'
ideologia
è
primaria
(
«
Se
provaste
a
entrare
in
un
buco
nero
ritrovereste
la
purezza
assoluta
»
)
e
le
astrazioni
sono
sommarie
,
magari
sono
molti
i
prestiti
cinematografici
(
il
primo
Pasolini
,
il
Buñuel
messicano
,
anche
Improvvisamente
l
'
estate
scorsa
)
,
magari
possono
sconcertare
l
'
assenza
di
quel
«
sociale
»
sardonicamente
raccontato
in
Libera
e
il
realismo
fantastico
:
però
il
film
è
originale
,
interessante
,
anche
divertente
.
Il
coprotagonista
Vincenzo
Peluso
è
diretto
con
tale
amore
da
risultare
bravo
.
La
protagonista
Iaia
Forte
,
attrice
di
prosa
con
Mario
Martone
e
con
la
compagnia
napoletana
Teatri
Uniti
,
già
al
centro
di
Libera
,
è
ammirevole
per
forza
orgogliosa
,
sottigliezza
e
pathos
:
recitato
da
lei
è
convincente
anche
lo
scatto
repentino
con
cui
la
prostituta
apre
le
cosce
,
lasciando
scaturire
dal
sesso
fumi
bianchi
furiosi
,
nebbiosi
.
StampaQuotidiana ,
Da
un
parcheggio
affollato
esce
un
'
auto
.
Manovrate
per
prendere
posto
ma
qualcuno
vi
sfreccia
davanti
e
occupa
.
Obiettate
educatamente
ma
vi
sentite
rispondere
:
c
'
era
prima
lei
,
e
con
questo
?
O
fate
a
cazzotti
o
abbozzate
,
una
soluzione
civile
è
esclusa
.
È
una
metafora
della
politica
nazionale
.
Tutti
lo
vedono
,
lo
dicono
e
lo
scrivono
,
che
il
presidente
Scalfaro
tracima
dalle
sue
funzioni
costituzionali
e
governa
impropriamente
,
anticipando
un
regime
di
tipo
personale
.
E
con
questo
?
È
lui
il
primo
a
compiacersene
e
a
esibire
questo
comportamento
.
Recita
tutte
le
parti
meno
quella
di
un
capo
dello
Stato
che
delle
parti
dovrebbe
essere
al
di
sopra
.
E
con
questo
?
Non
sarà
Pannella
,
buffone
di
corte
,
a
impicciarlo
(
con
la
i
)
.
Tutti
lo
sanno
,
e
lui
per
primo
,
che
il
presidente
Dini
aveva
un
incarico
di
governo
limitato
a
quattro
punti
programmatici
scaduti
in
giugno
.
Tuttavia
non
se
n
'
è
andato
allora
e
non
se
ne
andrà
oggi
,
non
importa
con
chi
resta
,
né
per
cosa
né
per
quanto
,
50
per
cento
tecnico
e
50
per
cento
politico
,
coda
di
rospo
e
testa
di
principe
o
viceversa
.
È
uno
sberleffo
,
e
con
questo
?
Non
sarà
Bertinotti
,
con
venti
deputati
,
a
impedirlo
.
Silvio
Berlusconi
è
sotto
giudizio
,
andrà
presto
(
o
no
?
)
sotto
processo
,
era
detto
incompatibile
con
le
cariche
pubbliche
,
invece
esplora
a
cavallo
di
consorzi
bancari
le
sorti
della
politica
nazionale
,
con
investitura
e
ringraziamenti
del
Quirinale
.
E
con
questo
?
Non
sarà
Prodi
,
che
non
esplora
più
neppure
in
bicicletta
,
a
intralciarlo
.
Massimo
D
'
Alema
è
il
segretario
di
un
partito
della
sinistra
,
anche
questo
lo
sanno
tutti
,
sebbene
sia
difficile
crederci
.
Disse
una
volta
di
Silvio
Berlusconi
che
il
conflitto
di
interessi
lo
metteva
fuori
gioco
anche
se
fosse
stato
plebiscitato
dal
popolo
.
Oggi
contratta
con
lui
un
governo
speciale
e
una
revisione
costituzionale
privata
,
un
compromesso
storico
interpersonale
.
E
con
questo
?
È
come
cambiare
appartamento
.
Comunque
vadano
le
cose
,
cioè
malissimo
,
il
presidente
Scalfaro
può
contare
sulla
democristianità
diffusa
e
Berlusconi
,
D
'
Alema
e
Fini
sul
20
per
cento
circa
dell
'
elettorato
per
ciascuno
,
qualsiasi
cosa
facciano
.
Essi
sfrecciano
e
occupano
qualunque
posto
.
È
la
classe
dirigente
,
il
potere
.
In
definitiva
questo
paese
ha
avuto
per
un
quarto
di
secolo
un
regime
fascista
e
per
mezzo
secolo
un
regime
democristiano
,
anche
se
con
forti
minoranze
democratiche
.
I
sedimenti
del
secondo
prevalgono
tuttora
su
quelli
del
primo
,
ma
oggi
andiamo
verso
un
sistema
inedito
che
li
assomma
e
li
mischia
,
e
che
meriterebbe
di
essere
studiato
antropologicamente
.
Servirebbe
Gramsci
,
più
di
Marx
.
StampaQuotidiana ,
D
'
Alema
non
lo
sa
ma
qualcuno
dovrebbe
dirglielo
,
amichevolmente
.
Quando
appare
in
televisione
,
cioè
ogni
minuto
e
mezzo
,
fa
ormai
pensare
a
una
parodia
,
a
un
'
involontaria
presa
in
giro
di
sé
e
degli
altri
.
Somiglia
sempre
di
più
,
con
tutto
il
rispetto
,
a
Peppino
De
Filippo
.
Se
avessimo
ancora
qualche
speranza
che
una
coalizione
democratica
decorosa
e
una
sinistra
visibile
(
ultima
novità
)
possano
vincere
un
confronto
elettorale
con
la
destra
dilagante
,
D
'
Alema
riesce
a
togliercela
senza
rimedio
.
Occhetto
era
altrettanto
irritante
,
ma
meno
deprimente
.
Se
esistesse
,
la
dirigenza
del
Pds
dovrebbe
legare
l
'
attuale
segretario
,
sia
pure
con
quei
guinzagli
elastici
che
permettono
un
certo
raggio
d
'
azione
,
invece
di
delegargli
il
potere
di
intorbidare
ogni
cosa
.
Ma
per
esistere
,
una
dirigenza
non
dovrebbe
essere
fatta
a
immagine
e
somiglianza
del
principale
,
tanti
occhettini
e
d
'
alemini
a
seconda
delle
circostanze
.
Vien
quasi
da
dubitare
che
un
Pds
esista
,
se
non
come
area
elettorale
,
tant
'
è
remissivo
.
E
infatti
Veltroni
o
chi
per
lui
lo
scioglierebbero
volentieri
,
e
prima
o
poi
lo
faranno
.
Le
bolognine
si
tirano
l
'
un
l
'
altra
,
come
le
ciliege
,
e
non
finiscono
mai
.
Quando
si
parte
col
piede
sbagliato
si
ruzzola
fino
a
rompersi
l
'
osso
del
collo
,
per
legge
di
gravità
.
Un
anno
fa
c
'
era
ancora
qualche
possibilità
di
rivincita
o
rivalsa
sullo
sciagurato
voto
del
27
marzo
.
Berlusconi
era
caduto
malamente
,
la
destra
era
presa
in
contropiede
,
un
sussulto
democratico
era
pur
vagamente
nell
'
aria
.
Un
leader
politico
minimamente
dotato
e
coraggioso
,
una
sinistra
minimamente
convinta
,
avrebbero
colto
l
'
attimo
,
passato
il
Rubicone
(
che
poi
è
un
fiumiciattolo
)
,
allargato
il
varco
ed
espugnato
Saigon
.
Le
elezioni
in
quel
giugno
(
quello
passato
,
non
quello
venturo
)
,
sarebbero
state
una
vittoria
politica
,
anche
se
fossero
risultate
tecnicamente
neutre
.
Ma
scherziamo
?
La
volpe
di
Gallipoli
e
gli
addetti
all
'
ingegneria
e
idraulica
di
Montecitorio
sono
molto
più
astuti
di
così
.
Hanno
studiato
la
storia
al
liceo
e
hanno
deciso
di
temporeggiare
e
logorare
il
nemico
(
come
Fabio
Massimo
)
,
di
reclutare
in
ogni
dove
banchieri
e
giustizieri
simbolici
nonché
truppe
cammellate
padane
(
come
Scipione
l
'
Africano
)
e
di
giocare
a
sottomuro
con
le
figurine
della
Costituzione
nei
cortili
del
Quirinale
.
Col
risultato
che
,
dopo
un
anno
,
il
logoro
Berlusconi
risplende
come
un
lord
protettore
della
politica
nazionale
e
l
'
imberbe
Fini
come
punta
di
diamante
della
nuova
Repubblica
(
la
III
in
ordine
cronologico
e
gerarchico
,
la
I
essendo
per
lui
quella
di
Salò
)
.
Ora
lo
scaltro
D
'
Alema
,
dopo
questo
capolavoro
di
tattica
e
strategia
,
ci
rassicura
in
interviste
giornaliere
e
incredule
assemblee
che
non
farà
porcherie
ma
solo
democratiche
intese
e
governi
conseguenti
.
Ma
non
ci
aveva
scritto
poco
fa
che
questi
progetti
erano
nostre
invenzioni
calunniose
?
Sì
,
ma
è
appunto
con
questi
giochi
di
parole
che
si
vendono
i
tappeti
nei
suq
.
Le
farà
,
le
porcherie
,
ne
farà
di
crude
e
di
cotte
nel
lungo
brodo
da
caserma
della
crisi
governativa
e
del
semestre
europeo
.
Non
c
'
è
nessun
bisogno
di
aspettare
per
credere
,
le
ipotesi
di
crisi
bicefale
,
governi
a
mezzadria
,
maggioranze
cumulative
e
trasversali
,
commerci
costituzionali
e
legislativi
,
mascherate
presidenzialiste
,
sono
porcherie
già
consumate
per
il
solo
fatto
d
'
essere
formulate
.
Un
'
orgia
di
craxismo
ritardato
,
un
credito
dispensato
a
piene
mani
alle
culture
di
destra
di
ogni
specie
.
C
'
è
del
metodo
in
questa
follia
,
non
è
più
una
politica
ma
tutta
una
mentalità
.
Affrontare
le
elezioni
significa
ormai
,
per
il
leader
minimo
,
una
sconfitta
campale
.
Per
ritardarla
sarà
dunque
opportuno
mettere
a
repentaglio
tutto
,
anche
l
'
onore
come
si
diceva
una
volta
,
o
semplicemente
il
decoro
.
Non
quello
personale
,
che
è
affar
suo
e
di
ciascuno
,
ma
quello
della
sinistra
e
della
democrazia
,
e
questo
non
dovremmo
permetterlo
.
Purtroppo
,
accade
già
nella
realtà
di
ogni
giorno
,
non
c
'
è
di
nuovo
bisogno
di
aspettare
per
credere
:
se
sbattiamo
in
galera
gli
immigrati
clandestini
,
possiamo
anche
inserire
questo
sano
principio
nella
Costituzione
riformata
.