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> anno_i:[1970 TO 2000}
La questione è posta ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
È ingiusto non ricordare i meriti delle persone cadute in disgrazia . Anche Cristoforo Colombo ebbe le sue pene , ma nessuno dimenticò la sua scoperta . Non si può dire lo stesso di Bettino Craxi , misconosciuto inventore del presidenzialismo come rimedio , oggi universalmente auspicato , ai nostri mali nazionali . Ricordo un suo precoce discorso nel parco buoi ( definizione sua ) di Montecitorio sulla madre di tutte le riforme , cioè l ' elezione diretta di un capo , dello Stato o dell ' Esecutivo fa lo stesso : non è matura ma , aggiunse solennemente , « la questione è posta » . È buffo come questa idea sia diventata senso comune e che se ne discuta come si trattasse di una tecnica anziché di una politica , senza valutarne la genesi , ma scimmiottando altri paesi e prescindendo ( come Totò ) dalle particolarità nazionali e dalla storia recente e remota di questo nostro paese . Abbiamo avuto quasi un secolo di monarchia e fascismo e mezzo secolo di democrazia bloccata a regime unico e quanto mai stabile , per non parlare dei poteri forti extraistituzionali che conosciamo . Non direi che abbiamo patito l ' anarchia . Che cos ' è allora questa sete di presidenzialismi , ricerca del nuovo o struggente nostalgia ? Ma lasciamo la storia e accontentiamoci della cronaca . Senza potere apparente e senza investitura diretta , il nostro Quirinale repubblicano ci ha fatto volentieri ascoltare rumore di sciabole ( Segni - De Lorenzo ) , nitriti di cavalli ( Gronchi - Tambroni ) , martellio di picconi ( Cossiga ) . Eppure erano bravi democratici . A palazzo Chigi abbiamo conquistato il record mondiale della stabilità con Giulio Andreotti e anche con Bettino Craxi . Pensate che cosa avrebbero combinato se fossero stati loro i beneficiari di un ' investitura diretta , non importa in quale palazzo , inamovibili per volontà popolare . Eppure erano ( sembravano ? ) bravi democratici , come per certo saranno ( sembreranno ? ) i loro successori . Non era forse Di Pietro un magistrato esemplare , prima di tracimare ? Eleggetelo pure ( lui o chi vi pare ) al Quirinale o come premier , senza poteri come in Austria o a imitazione dell ' Eliseo con un parlamento maggioritario . Qui nisciuno è austriaco , qui chi avrà venticinque milioni di voti farà un ' amnistia o un test nucleare come gli detterà l ' umore . Se c ' è un paese che avrebbe bisogno , ai suoi vertici , di più lacci e lacciuoli , pesi e contrappesi , controlli e revoche , decentramento e partecipazione , elasticità , insomma di più democrazia e meno autocrazia e arbitrio e immunità , questo paese siamo noi . Perciò facciamo il contrario . I saggi che scrissero la Costituzione commisero uno strano errore , stabilendo una procedura e una maggioranza speciale per le revisioni costituzionali ma non per le leggi elettorali . Così quel dannato referendum e il passaggio al sistema maggioritario ( già De Gasperi ci aveva profeticamente provato quarant ' anni prima ) hanno agito come un grimaldello e ora lo scasso procede al plastico . A che servono d ' altronde le elezioni senza riforme , se riconfermano lo stesso disordine e nulla cambia ? Anche questo argomento è diventato senso comune , e a me sembra l ' indice più eloquente del decadimento della politica e della sua riduzione a ragioneria . È il massimo del disarmo , della sfiducia , come dire che non si ha nulla da dire , un programma da proporre , una verità da affermare , una mobilitazione da promuovere , una sfida da lanciare , una speranza da alimentare , un consenso più alto da meritare .
Il messaggio ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Si dice che non bisogna dipingere il diavolo più brutto di quello che è . Ma con la triplice intesa Fini - Berlusconi - D ' Alema e l ' annesso supergoverno presidenzialista non si corre questo rischio . È così brutto che anche chi vorrebbe amarlo chiude gli occhi . Se per parte nostra abbiamo contribuito a diffondere questo senso di rigetto possiamo rallegrarcene . Se ora Letta , Tatarella e Mussi entrassero fisicamente nel governo Maccanico , anche i bambini si accorgerebbero del punto a cui siamo arrivati . Perciò non accadrà , non per pudore ma per cautela . Che differenza fa ? Possiamo aspettarci in futuro anche di peggio , se non si spezza il patto scellerato . Questo patto d ' acciaio , o di latta che sia , è stato stretto dai protagonisti in lunghi conciliaboli segreti , mentre pubblicamente ci prendevano in giro con la bozza Fisichella . Una condotta così disonesta la dice lunga sul grado di intimità raggiunto dai tre e dal disdegno in cui tengono le forme democratiche . Se c ' è nel Pds chi si sente ferito dal nostro furore più che da simili comportamenti , mi dispiace per lui . Con i quali comportamenti è stato impostato un golpe originale a sei mani , bianco e freddo : con un governo politico di lunga durata ( nelle intenzioni ) , una maggioranza politica del tutto estranea alla volontà degli elettori , una revisione in blocco della Costituzione senza mandato popolare . Volete di più ? Ora è certo che i protagonisti di questa avventura faranno pesare i rispettivi retropensieri , che dovranno fare i conti con le proprie truppe stordite e i propri alleati vilipesi , che metteranno acqua o additivi nel loro vino . Ma la bottiglia è sturata e il brindisi imbandito ( se non gli va di traverso ) . È come se fosse rinato un gigantesco e multiforme Caf , nel cui seno la concorrenza di potere prende il posto di ogni idea di alternativa o perfino di alternanza significativa . Il messaggio che arriva alla grande opinione pubblica è di una semplicità disarmante . È che la democrazia è una perdita di tempo , che rappresentanza e partecipazione sono parole vuote , che il potere e anzi il comando dev ' essere concentrato e interamente delegato . Ed è che questa concezione del potere accomuna oggi , salvo sfumature per specialisti , la quasi totalità delle forze politiche , già pressoché indistinguibili sul terreno dei programmi . È un mistero , per me , come mai tanti democratici non sappiano immaginare l ' effetto moltiplicatore che questo messaggio susciterà in un paese già spostato a destra come il nostro , dove il partito di Fini non è lontano dal primato . E come possano pensare di controllare questo effetto e di avvantaggiarsene più e meglio di Berlusconi , che della manipolazione di massa è l ' inventore e il beneficiario naturale . Forse il mistero si spiega con la mitridatizzazione subita da tanta parte della sinistra ufficiale , cioè con la credenza che assumendo gradualmente dosi di veleno sempre più alte si diventa immuni e si sopravvive anche a dosi da cavallo . Ovvero con la sindrome del re Mida che affligge il suo gruppo dirigente , ossia con la pretesa di convertire in oro tutto ciò che si tocca , sebbene la leggenda insegni che così si muore di fame e sete . O ancora con la presunzione e la vertigine da mosca cocchiera del suo leader , la mosca che in groppa a neri stalloni galoppanti non dubita d ' esser lei a guidare e vincere la corsa .
Pirro ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Bisogna andare all ' interno dell ' isola di Corfù per trovare degli ulivi fronzuti come quello che vincerà le elezioni del 21 aprile . La sua ombra si è dilatata a dismisura e al suo riparo c ' è di tutto , dalla sinistra estrema alla destra classica . La sua vittoria è aritmeticamente certa , anche se non sempre l ' aritmetica coincide con la politica . Fatto sta che le forze di discendenza comunista ( chiedo scusa al Pds ) possono contare su un serbatoio che con altre forze minori comprende più di un terzo dell ' elettorato , e che quasi tutto il vecchio pentapartito assemblato nel centro governativo di Dini può colmare facilmente la differenza . Al confronto , il Polo di destra appare piuttosto come un palo piallato , magari biforcuto ma spoglio di rami , fronde e festoni . Ammesso che Fini e Berlusconi conservino il consenso di un 40 per cento di elettori , non si vede dove altro possano pescare . Un ' impennata fascista ( chiedo scusa ) è sempre un ' eventualità , ma non sembrano crederci neppure loro . Annusano lo scacco e non nascondono l ' impaccio . Non è poi vero che la Lega corre sola , ha accordi di desistenza occulti e questo accresce ancora i margini di sicurezza dell ' ulivo di Corfù ? Se è lecito scherzare , la garanzia definitiva della nostra prevalenza viene dalla candidatura avversaria di Colletti , che in politica ( lo dico con sincero apprezzamento ) ha sempre perso per vocazione . Siccome alle elezioni , come anche alle Olimpiadi malgrado il marchese fondatore , non ci si va per partecipare ma per vincere con ogni mezzo , benissimo così . Ci sentiamo tranquillizzati , al riparo dai rischi di catastrofe , e quindi esentati una volta tanto dall ' obbligo di entusiasmarci e di imbrogliarci per pompare una vittoria già largamente assicurata dalla Fiat . Diciamo allora senza infingimenti che , trattandosi di una vittoria altamente drogata , sarà a rischio di squalifica un ' ora dopo . Battuti sul campo , Fini e Berlusconi siederanno di nuovo con tutti gli onori al tavolo delle riforme presidenzialiste già pattuite . Il pavone megalomane che stampa il suo nome a lettere cubitali sulle schede farà la ruota , e tornerà a fare l ' arbitro che s ' intende venduto . Anemizzato dalle desistenze e con una rappresentanza sminuita , il Pds sarà accerchiato da torme di centristi rinvigoriti e declassato da donatore di sangue a portatore d ' acqua , nel momento stesso in cui gli parrà di coronare il lungo sogno governativo . E all ' opposizione avremo cinquanta deputati . Più o meno questo sarà lo scenario postelettorale , che sarebbe arduo interpretare come una sconfitta della destra e una vittoria della sinistra . Il re dell ' Epiro passò infelicemente alla storia per vittorie di questo tipo , e conviene saperlo prima per essere meglio attrezzati dopo . Pazienza se ci arrivassimo senza una qualche visibilità e distinzione di sostanza e di fisionomia , il peggio è che ci arriviamo avendo accreditato fatalmente forme e meccanismi della politica che sono della politica una parodia e della democrazia una negazione . Quando ci si curva sotto queste forche caudine è poi molto faticoso raddrizzare la schiena e ricominciare « da sinistra » , anche dando a questa parola il significato più blando .
Rivelazioni ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
L ' aggressione sessuale invertita ( lei dirigente molesta , lui dipendente molestato in ufficio ) è da ridere , la lotta carrieristico - aziendale è interessante e divertente : ancora una volta la campagna promozionale altera il senso d ' un film vendendo fumo agli spettatori , ancora una volta un eventuale tema sociale viene usato come valore pubblicitario aggiunto . È francamente difficile fare a meno di ridere vedendo lo sciupacchiato Michael Douglas , incalzato dalla bellissima Demi Moore , semispogliato , eccitato , manipolato da lei con masturbazione e fellatio , attaccare a strepitare : « No , no , ho una famiglia , smettila , non voglio » , e scappare via inseguito dalle vendicative minacce di lei . In passato i due sono stati amanti molto ardenti . Nel presente lei è stata nominata al posto di lui vicepresidente della società e , dopo esser stata rifiutata , lo accusa di molestie sessuali , rendendo così disagevole la permanenza in azienda di lui che controaccusa deciso a difendersi e a ristabilire la verità dei fatti , in un ' aspra contesa paragiudiziaria . Nell ' evolversi della storia , si saprà che l ' accusa di molestie sessuali era una trappola programmata e pianificata dal presidente della società con la complicità di Demi Moore per liberarsi di Douglas , professionista onesto e serio che non avrebbe coperto certi pasticci aziendali combinati per spendere meno a danno dei prodotti , capaci , se rivelati , di mettere in crisi la vantaggiosa fusione con un ' altra società . Naturalmente , alla fine la donna cattiva viene sbugiardata , umiliata , sconfitta : e l ' uomo virtuoso vince , anche grazie a un ' altra donna dirigente , personaggio che serve a scansare ogni imputazione di misoginia e antifemminismo . Michael Crichton , lo scrittore dal cui romanzo edito da Garzanti deriva il film , risulta anche stavolta un gran narratore di intrighi appassionanti che sommano molti elementi d ' attrazione . Se il sesso è risibile , il conflitto aziendale e il confronto ostile sono interessanti . È suggestiva l ' azienda altamente tecnologica , collocata in una scenografia che mescola tradizione e ipermodernità , corredata di tutti i possibili sistemi e gadget elettronici , arricchita da un ' apparecchiatura di realtà virtuale che ha importanza decisiva nella vicenda , resa eloquente da un particolare linguaggio professionale . È teso il rapporto tra Douglas e sua moglie , è bellissima la città di Seattle , è strano che l ' interprete dell ' avvocatessa di lui si chiami Roma Maffia ( pseudonimo ? Speriamo ) . È abbastanza fuori del comune il modo diretto in cui vengono descritti uno speciale cinismo industriale e quel duro « rapporto d ' uso » tra persone che appare sempre più dominante .
Camerieri ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
Un ristorante chiamato Eden , affacciato sul mare bellissimo , circondato da terreni abbandonati rognosi invasi dai rifiuti . Un gruppo di camerieri che neppure l ' emergenza e il rischio della disoccupazione riescono a rendere meno rissosi , egocentrici , cialtroni . Un gruppo di nuovi padroni riuniti a banchetto , volgarissimi , trucidi , forse delinquenti , prepotenti e crudeli con i dipendenti . Un ' unica speranza per i lavoratori : affidata al caso , alla vincita al Totocalcio . Sarà mica l ' Italia ? Leone Pompucci , trentatré anni , romano , ex fotografo , già autore del mediocre Mille bolle blu , ha fatto un film non senza difetti ma assai singolare e interessante : rinunciando all ' identificazione complice , alla facilità , alla satira compiacente - indulgente , all ' ansia di piacere abituali della commedia o della comicità italiane , ha scelto i toni d ' un grottesco espressionista aspro , sgradevole e umano , temperandoli con l ' uso intelligente di attori popolari bravi e con la fotografia specialmente bella di Massimo Pau . Scritto dal regista insieme con Filippo Pichi e Paolo Rossi , il film racconta lo squallore brutale d ' una domenica di alcuni camerieri e un cuoco . Sono cinque . Paolo Villaggio , magnifico nel personaggio di un capocameriere vanesio e cattivo che ( come tanti leader della vecchia generazione ) pretende di saper fare tutto , vanta il proprio glorioso passato e l ' esperienza , disprezza e maltratta i più giovani , ma in realtà sbaglia tutto e rischia di portare il gruppo alla rovina . Diego Abatantuono , seducente ex calciatore sedotto dagli oggetti del lusso e dalle corse dei cani , giocatore sfortunato carico di debiti , pronto a derubare donne e bambini , velleitario ostinato sognatore d ' un futuro radioso . Marco Messeri , ex suonatore di fisarmonica , artista immaginario e quasi pazzo . Enrico Salimbeni , ragazzo volenteroso e fiducioso al suo primo giorno di lavoro , sopraffatto dalla realtà caotica e crudele . Antonio Catania , cuoco mitomane , devoto della Madonna , spietato con l ' aiutante filippino quanto i padroni sono spietati coi camerieri . Durante un banchetto di nozze d ' oro , i camerieri dovrebbero dar prova della loro perizia ai nuovi padroni che possono o no licenziarli : ma sono incapaci , distratti , casinisti , e soltanto la fortuna li salverà . Cucce abiette in cucina per il sonno dei camerieri , scarafaggi galoppanti sul pavimento , gran discettare sui piedi e su come curarli , radio accesa sulle partite di calcio , sterrati pasoliniani , giochi di carte , furti reciproci . E tra i padroni telefonini , cinismo , malvagità mascherata da scherzo , turpiloquio , donne scontente ipertruccate e ingioiellate , sopraffazione . In un film espressionista non è il caso di cercare verosimiglianza , di stupirsi delle esagerazioni del reale né di chiedersi come mai i camerieri quasi mai lavorino : i difetti stanno piuttosto nell ' andamento monocorde senza gran sviluppi drammaturgici , nell ' impianto rigidamente teatrale ( si pensa a Nemico di classe di Nigel o a Comedians di Griffith nella messa in scena del Teatro dell ' Elfo con la regia di Gabriele Salvatores ) . Il capofamiglia padrone Carlo Croccolo e suo figlio Antonello Fassari sono efficacemente laidi ; Ciccio Ingrassia e Sandra Milo , in brevi apparizioni malinconiche , sono commoventi .
Il profumo di Yvonne ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
Patrice Leconte è il singolare regista francese di film comici o parodistici , di L ' insolito caso di Mr . Hire tratto da un romanzo di Georges Simenon , di Il marito della parrucchiera che rivelò il fascino di Anna Galiena . Anche stavolta c ' è un romanzo , Villa triste di Patrick Modiano ( editore Rusconi ) , anche stavolta c ' è una nuova giovane attrice : Sandra Majani , nata a Denden in Olanda , iscritta al Conservatorio di danza classica a Rotterdam , modella a Parigi anche per spot pubblicitari , faccia carina , corpo straordinariamente bello . Stavolta non c ' è un ' ossessione amorosa , ma il filtro flou della memoria , la malinconia d ' un ricordo persistente come un forte profumo dolce . In primo piano , con la faccia arrossata dal riverbero del fuoco d ' un caminetto , con un ' espressione meditabonda variata a volte da un sorrisetto allusivo , il protagonista rievoca l ' estate del 1958 « in cui la mia vita si mise ad oscillare » : quando , trovandosi in una cittadina turistica francese sul lago al confine con la Svizzera , sotto falso nome , in una condizione precaria e clandestina per sottrarsi al richiamo alle armi e alla guerra d ' Algeria che fa da inquieto sfondo alla storia , aveva incontrato due personaggi indimenticati . La bellissima Yvonne , aspirante attrice , civetta e misteriosa , amante ardente , sfuggente ; e un anziano medico omosessuale accompagnatore e protettore di lei , un uomo brillante , generoso , nevrotico , inasprito , autodistruttivo . Il protagonista perde la ragazza , il medico perde se stesso . Non si perde la nostalgia di quella estate radiosa , insicura , sensuale , mondana , malinconica . Il film letterario che rischia continuamente il ridicolo è reso più credibile dal corpo magnifico della ragazza e dalla disperazione furente dell ' omosessuale interpretato bene da Jean - Pierre Marielle , mentre il protagonista rimane una opaca figura sfumata di testimone : pesa su tutto un ' atmosfera antiquata ed elegante , non spiacevole ma poco interessante .
Frankenstein di Mary Shelley ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
Torna la coppia di vecchi eroi , l ' aristocratico scienziato barone Victor Frankenstein divorato dall ' ambizione di creare un essere umano e di sconfiggere la morte e la sua Creatura mostruosa e innocente , fortissima e patetica , che uccide quando viene privata d ' amore e respinta . Torna nel momento in cui domina l ' antintellettualismo , in cui s ' infittiscono le discussioni sulla bioetica e sulle manipolazioni genetiche , si ripropongono tutti gli antichi interrogativi che oppongono la religiosità alla sperimentazione scientifica : cosa vuol dire , cosa comporta creare o alterare una vita , è giusto o ingiusto , abbiamo il diritto ? Mary Shelley , calma bellezza inglese , intelligentissima figlia del pensatore William Goodwin e della femminista Mary Wollestoncraft , amante sedicenne e poi moglie del poeta Percy Bysshe Shelley , aveva meno di vent ' anni quando scrisse per scommessa nel 1816 Frankenstein o il Prometeo moderno , tragedia gotica , requiem romantico , epopea antiscientifica e antirazionalista del sapiente maledetto che vuol rubare a Dio il segreto della vita per il bene dell ' umanità e che per il suo sacrilego orgoglio intellettuale viene punito , sepolto tra blocchi di ghiaccio nel gelo dell ' Oceano Artico . Tra gli infiniti film ispirati alla coppia infelice , questo di Branagh , come indica il titolo , è quello che vuoi essere più fedele ( ma non del tutto fedele , si capisce ) al testo ottocentesco : « Avevo visto dei Frankenstein in bianco e nero , con scienziati pazzi assistiti da nani gobbi , e non m ' avevano interessato affatto . Il romanzo , invece , m ' ha affascinato : non riuscivo a capire perché nessuno avesse mai tentato l ' impresa di farne davvero un film » . Quindi ha lasciato perdere ironia , parodia , revisioni culturali , epistemologia , filtri intellettuali , psicoanalisi , aggiornamenti possibili , e ha semplicemente filmato il romanzo immergendolo in un ' atmosfera nera , avventurosa e fatale : navi prigioniere dei ghiacci come nelle vecchie illustrazioni dei romanzi di Verne , figure da spavento affioranti dal nulla nebbioso come in Nosferatu , ululati nel buio , tuoni , fulmini , saette e diluvi , immensi saloni spopolati , castelli sperduti , scalee , alte cime nevose di quelle Alpi « cattedrali della morte e del gelo » che impaurivano i turisti inglesi ottocenteschi , contadini divorati dalla miseria , folle furenti pronte ad aggredire bastonare e impiccare , esodi e cadaveri dell ' epidemia di colera . Kenneth Branagh ha filmato il romanzo senza risparmiarsi nulla né vergognarsi di niente , alla sua maniera banale e seducente . Disperazione ? I personaggi si danno pugni in testa . Felicità ? Saltano , ridono , s ' abbracciano , intrecciano balli . Dramma ? Corrono a perdifiato o galoppano a briglia sciolta . S ' era già visto in Molto rumore per nulla quanta fiducia abbia il teatrante inglese trentacinquenne , qui regista e interprete del personaggio di Frankenstein , nel dinamismo , nella velocità , nella semplificazione , nell ' energia . Lo confermano la rapidità vignettistica della narrazione e la grande scena della creazione , tra mito arcaico e anticipazione industriale , tra fiamme , binari e catene ferree , pulegge , ruote , vibrare azzurro di pulsioni elettriche e un enorme sarcofago bronzeo colmo di liquido amniotico , con Branagh - Frankenstein che si affanna quasi pazzo a torso nudo esibendo il corpo addestrato e muscolato . Ma è proprio questa visione elementare , illustrativa , a dare al film un fascino particolare , una suggestione accattivante . E poi c ' è la Creatura , naturalmente . Robert De Niro è irriconoscibile con la faccia e il corpo attraversati da grosse cuciture nere i cui punti sembrano non dover mai cadere e da cicatrici incancellabili , sfigurato da un occhio diverso dall ' altro , sussultante per una zoppia molto forte : mette meno spavento del suo personaggio in Cape Fear di Scorsese , ma anche abbrutito dal trucco - maschera arriva a comunicare il dolore della solitudine e del rifiuto . È ridicolo quando s ' intenerisce di fronte alla famigliola misera e coraggiosa spiando la quale impara a parlare e a leggere , quando la aiuta provvedendo alle necessità ( taglia e accatasta legna , strappa alla terra gelata rape e patate , mette tutto in ordine come Biancaneve nella casetta dei sette nani ) . È fantastico quando s ' infuria e uccide , quando strappa il cuore palpitante dal petto della moglie di Frankenstein , quando s ' immola morendo sul pack insieme con il suo Creatore . Molti , in un coro di rimpianti , hanno detto di preferire il vecchio Boris Karloff : ma forse è la nostalgia tenace riservata ai giocattoli perduti dell ' infanzia .
Quiz show ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
Se un film italiano troppo lungo , ben recitato e noioso venisse a rivelarci che Lascia o raddoppia ? fin dall ' inizio era truccato , che a Lando Degoli , a Marianini o a Paola Bolognani venivano comunicate in anticipo le domande con relative risposte esatte , che ansie e tensioni in cabina erano finte , troveremmo la forza d ' indignarci , quando da quarant ' anni si parla del potere di mistificazione e dell ' uso politico della tv , quando sappiamo adesso che alla tv persino i casi umani sono recitati a pagamento ? Magari no . Quiz Show rievoca , con la proba ingenuità tipica del suo regista Robert Redford , un telescandalo americano che nel 1958 provò la natura fraudolenta di Twenty - One ( Ventuno ) , gioco televisivo a quiz nozionistici allora di massimo successo , trasmesso in diretta dalla rete televisiva National Broadcasting Corporation ( NBC ) : i concorrenti conoscevano prima di andare in onda domande e risposte , vincevano o perdevano e si alternavano non per merito o demerito ma a seconda delle esigenze spettacolari o delle necessità commerciali dello sponsor ; l ' imbroglio che coinvolgeva tanto la tv quanto i concorrenti si estese all ' intero sistema , anche giudiziario ; l ' indagine condotta da un avvocato del Comitato del Congresso sul controllo legislativo chiarì la truffa ma non rovinò il concorrente più popolare , Charles Van Doren , bel giovane di buona famiglia d ' intellettuali che salvò la faccia confessando la verità , pentendosi e chiedendo perdono con un bel discorso . Redford ha continuato a ripetere che l ' episodio « segnò la fine dell ' innocenza nella storia sociale americana » , cancellò la fiducia popolare nella televisione : però dirlo non basta . Si intuiscono i significati simbolici e sociali attribuiti al vecchio fatto di cronaca , il bluff rappresentato dalla fede americana nel merito individuale , la morale calpestata dalla corruzione che tocca tutti , la solidarietà nel peggio dell ' establishment , il dominio dei soldi e della vanità : ma sono espressi troppo primariamente e sommariamente per risultare drammatici , per dare all ' episodio uno spessore etico - politico convincente , e non s ' aspettava certo Quiz Show per sapere che la tv mistifica e che i privilegiati cascano sempre in piedi . Nel racconto scolastico manca l ' emozione , grava spesso il tedio . Le qualità del film stanno piuttosto nella recitazione eccellente di John Turturro , di Ralph Fiennes , di Paul Scofield , di tutti gli interpreti compresi , in piccole parti , i registi Martin Scorsese e Barry Levinson ; nella ricostruzione d ' epoca , in un ' aria semplice e semplificata degli anni Cinquanta il cui merito va soprattutto ai toni scelti dal direttore della fotografia Michael Ballhaus ; nel ritratto convenzionale ma bello d ' una famiglia altoborghese di intellettuali con le sue eleganti abitudini di vita , la sua sobrietà , la sua spietata certezza di superiorità .
Un eroe borghese ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
È un titolo bello , Un eroe borghese , e dice molto . Definisce con l ' appartenenza alla classe di cui praticava le virtù da altri spesso rinnegate Giorgio Ambrosoli , avvocato di Milano , nominato nel 1974 commissario liquidatore della fallita Banca Privata Italiana di Michele Sindona , quarantenne , sposato , padre di tre bambini , un moderato di brutto carattere , « rigido , intransigente , moralista , serio , bravo , libero e solo ... che avrebbe potuto vivere tranquillo con le sue serene abitudini e invece , per la passione dell ' onestà , si batté contro un " genio del male " sorretto da forze potenti palesi e occulte , e fu sconfitto » : venne ammazzato sotto casa in una notte d ' estate del 1979 , con diversi colpi di 357 Magnum sparati al petto , dal killer William J . Aricò venuto dall ' America , assoldato da Sindona per 25.000 dollari . Un professionista deciso a fare il proprio lavoro e il proprio dovere senza badare agli interessi che colpiva né alle fortissime pressioni di politici democristiani per salvare Sindona : e per questo , nell ' Italia sventurata di sedici anni fa e di oggi , un eroe . Il caso Ambrosoli , che resta esemplarmente a illustrare i viluppi della politica mafiosa , della politica nera , della politica dei soldi di questi anni , è la materia del libro di Corrado Stajano pubblicato nel 1991 da Einaudi , appunto Un eroe borghese , da cui il film diretto da Michele Placido è tratto con fedeltà . Racconta l ' incarico ricevuto dall ' avvocato e la sua vita famigliare ; le sue indagini per chiarire gli oscuri intrecci e le non gratuite protezioni politiche che avevano portato il banchiere siciliano Michele Sindona ad un ' ascesa vertiginosa seguita poi da una caduta rovinosa ; i troppi non disinteressati interventi per salvarlo ; le difficoltà , i trabocchetti e le minacce conclusisi con la morte di Ambrosoli ( più tardi , con la morte del suo killer , precipitato da quindici metri di altezza « mentre tentava d ' evadere dal carcere a New York » ; e con la morte del mandante dell ' omicidio , Sindona , avvelenato da un caffè in prigione . Fabrizio Bentivoglio è il protagonista , sobrio e bravo . Omero Antonutti , senza barba , è l ' antagonista , molto diverso da come appariva Sindona nella primavera del 1975 , latitante non ricercato né estradato da alcuno , nella suite lussuosa all ' Hotel Pierre di New York o nel piccolo ufficio di Park Avenue d ' una società dal nome insignificante , Cisco : mentre Antonutti è pacato , laconico e asciutto , Sindona era loquace , mellifluo , minaccioso , ilare , ricattatorio ; come Antonutti nel film , accusava l ' Italia d ' essere un Paese senza libertà , si diceva vittima d ' un complotto ordito dai comunisti e dall ' « infame trio Rondelli - Ugo La Malfa - Cuccia » . Michele Placido è il maresciallo maggiore della Guardia di Finanza Silvio Novembre , collaboratore e amico , l ' uomo più vicino ad Ambrosoli in quei suoi cinque anni terribili . Giuliano Montaldo è l ' allora governatore della Banca d ' Italia Guido Carli , che affidò all ' avvocato l ' estremo incarico . Ricky Tognazzi è Mario Sarcinelli , allora Capo della Vigilanza della Banca d ' Italia . Andreotti ed Evangelisti non si vedono ma vengono spesso nominati nel film come protettori di Sindona . Laura Betti è un efficace personaggio d ' invenzione , una collaboratrice fedele di Sindona che cita Stendhal : « L ' onestà è la virtù della gente dappoco » . Gli sceneggiatori Graziano Diana e Angelo Pasquini sono riusciti a non rendere melodrammatico un destino tragico : ma era forse fatale che il borghese onesto e solo risultasse non soltanto un eroe , quasi un santo o un santino . La straordinaria fotografia di Luca Bigazzi dà una nobile intensità al film non bello ma rilevante nella tradizione del cinema sociopolitico italiano : utile a chiarire la trama dei rapporti fra parti dello Stato , criminalità organizzata , alta finanza ; utile a capire i meccanismi d ' un passato di vergogna ; utile a cogliere quanto di quel passato sussista o possa riprodursi nel presente . Dall ' uccisione dell ' avvocato Giorgio Ambrosoli sono passati sedici anni . Molti dei protagonisti d ' allora sono morti anche di morte violenta , oppure scomparsi dalla scena : Sindona , Calvi , monsignor Marcinkus , il finanziere vaticano a capo dell ' Istituto per le Opere di Religione , Franco Evangelisti , l ' allora segretario amministrativo della Democrazia cristiana , Giulio Andreotti per ventuno volte ministro e per sette volte presidente del Consiglio ora incriminato per collusione con la mafia . Tra i personaggi nominati nel film , soltanto Licio Gelli e Enrico Cuccia , ciascuno a suo modo , persistono . Non s ' è fatta limpida l ' acqua torbida italiana : purtroppo di eroi borghesi c ' è ancora bisogno .
Piccole donne ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
L ' unica sorpresa è che Gabriel Byrne , interprete del professor Friedrich Baer innamorato di Jo March , nonostante sia tedesco parli nel doppiaggio italiano con un accento francese caricaturale identico a quello di Peter Sellers - Ispettore Clouseau in La pantera rosa . L ' unica curiosità è : valeva la pena che fosse per la prima volta una donna femminista , la regista australiana Gillian Armstrong , a dirigere l ' ennesima versione cinetelevisiva del classico romanzo educativo per ragazzine scritto da Louisa May Alcott nel 1868 , se doveva farne poi la solita cosa , non migliore né diversa da tante altre ? L ' unico dilemma è : se non per amore del libro e nel suo ricordo o per motivi meno sentimentali , come sarà che questo film banale e inerte è candidato a tre Oscar ? Nella famiglia tutta femminile , ricalcata su quella della scrittrice , stavolta Susan Sarandon è la mamma delle quattro ragazze March . Winona Ryder è Jo , la sorella più moderna e simpatica , appassionata , ribelle , intelligente , inquieta , con ambizioni appagate di scrittrice ; Trini Alvarado è Meg , la sorella maggiore più saggia , equilibrata e quieta , anche la più noiosa ; Claire Danes è Beth fragile , spesso debole e stanca , pianista e sereno « angelo della casa » pateticamente destinata a morte precoce ; Kirsten Dunst ( la piccola succhiasangue bionda di Intervista col vampiro ) e Samantha Mathis , bambina e ragazza , sono Amy , la più bella e amante del divertimento , capricciosa elegante e artista , seducente . Il padre è lontano , in guerra : e quando torna è quasi un fantasma , come se in casa non ci fosse . La vita della piccola famiglia di donne , dei loro vicini , innamorati e amici , è segnata dagli eventi prevedibili negli inverni freddissimi e nelle dorate stagioni di Concord , Massachusetts : i giochi in comune e i cori , felicità , tristezze e amori , lacrime e sorrisi , gesti generosi , incidenti sul ghiaccio da cui si esce vivi per miracolo , amori delusi , insegnamenti materni , primi balli e primi dolori , malattie e ferite , Natali ed estati , chi muore , chi si sposa , chi parte e chi torna , chi fa bambini e chi pubblica romanzi . Naturalmente , a oltre un secolo dalla pubblicazione del libro , Piccole donne conserva una parte di quel fascino che resiste da molte generazioni . Non è questione delle tirate di Jo che difende il diritto delle donne al voto e che vorrebbe essere un uomo , « andare in guerra , sfidare l ' ingiustizia » , né del lamento del suo amico Teddy Laurie contro le limitazioni del ruolo maschile che lo obbligano a lavorare in ufficio anziché dedicarsi alla musica . La storia rimane entusiasmante perché Piccole donne è uno dei pochi romanzi ottocenteschi edificanti , scritti a fini d ' ammaestramento morale , che agli adolescenti non predichi l ' obbedienza ma l ' indipendenza , non il timore ma il coraggio , non la prudenza ma la generosità , non la remissività ma lo spirito di iniziativa ; perché offre un insieme di personalità differenti e contrastanti , svariati modelli possibili , molte occasioni di predilezione o identificazione ; perché racconta una repubblica domestica di donne priva dell ' autorità e dei condizionamenti coniugal - paterni ; perché le cinque energiche donne ( sei con la vecchia domestica , sette con la bisbetica zia ricca ) non sono mai annoiate né lagnose , si dimostrano attive , ardite , altruiste , speranzose , capaci d ' affrontare la vita con forza e allegria . È un peccato che il film risulti così opaco , scipito : perché farlo ? S ' erano già realizzati film o telefilm dal romanzo nel 1917 , nel 1919 , nel 1933 , nel 1949 , nel 1955 , nel 1978 . Sarà anche vero che ogni generazione ha diritto al suo Piccole donne : questa generazione poteva avere più fortuna .