StampaQuotidiana ,
È
ingiusto
non
ricordare
i
meriti
delle
persone
cadute
in
disgrazia
.
Anche
Cristoforo
Colombo
ebbe
le
sue
pene
,
ma
nessuno
dimenticò
la
sua
scoperta
.
Non
si
può
dire
lo
stesso
di
Bettino
Craxi
,
misconosciuto
inventore
del
presidenzialismo
come
rimedio
,
oggi
universalmente
auspicato
,
ai
nostri
mali
nazionali
.
Ricordo
un
suo
precoce
discorso
nel
parco
buoi
(
definizione
sua
)
di
Montecitorio
sulla
madre
di
tutte
le
riforme
,
cioè
l
'
elezione
diretta
di
un
capo
,
dello
Stato
o
dell
'
Esecutivo
fa
lo
stesso
:
non
è
matura
ma
,
aggiunse
solennemente
,
«
la
questione
è
posta
»
.
È
buffo
come
questa
idea
sia
diventata
senso
comune
e
che
se
ne
discuta
come
si
trattasse
di
una
tecnica
anziché
di
una
politica
,
senza
valutarne
la
genesi
,
ma
scimmiottando
altri
paesi
e
prescindendo
(
come
Totò
)
dalle
particolarità
nazionali
e
dalla
storia
recente
e
remota
di
questo
nostro
paese
.
Abbiamo
avuto
quasi
un
secolo
di
monarchia
e
fascismo
e
mezzo
secolo
di
democrazia
bloccata
a
regime
unico
e
quanto
mai
stabile
,
per
non
parlare
dei
poteri
forti
extraistituzionali
che
conosciamo
.
Non
direi
che
abbiamo
patito
l
'
anarchia
.
Che
cos
'
è
allora
questa
sete
di
presidenzialismi
,
ricerca
del
nuovo
o
struggente
nostalgia
?
Ma
lasciamo
la
storia
e
accontentiamoci
della
cronaca
.
Senza
potere
apparente
e
senza
investitura
diretta
,
il
nostro
Quirinale
repubblicano
ci
ha
fatto
volentieri
ascoltare
rumore
di
sciabole
(
Segni
-
De
Lorenzo
)
,
nitriti
di
cavalli
(
Gronchi
-
Tambroni
)
,
martellio
di
picconi
(
Cossiga
)
.
Eppure
erano
bravi
democratici
.
A
palazzo
Chigi
abbiamo
conquistato
il
record
mondiale
della
stabilità
con
Giulio
Andreotti
e
anche
con
Bettino
Craxi
.
Pensate
che
cosa
avrebbero
combinato
se
fossero
stati
loro
i
beneficiari
di
un
'
investitura
diretta
,
non
importa
in
quale
palazzo
,
inamovibili
per
volontà
popolare
.
Eppure
erano
(
sembravano
?
)
bravi
democratici
,
come
per
certo
saranno
(
sembreranno
?
)
i
loro
successori
.
Non
era
forse
Di
Pietro
un
magistrato
esemplare
,
prima
di
tracimare
?
Eleggetelo
pure
(
lui
o
chi
vi
pare
)
al
Quirinale
o
come
premier
,
senza
poteri
come
in
Austria
o
a
imitazione
dell
'
Eliseo
con
un
parlamento
maggioritario
.
Qui
nisciuno
è
austriaco
,
qui
chi
avrà
venticinque
milioni
di
voti
farà
un
'
amnistia
o
un
test
nucleare
come
gli
detterà
l
'
umore
.
Se
c
'
è
un
paese
che
avrebbe
bisogno
,
ai
suoi
vertici
,
di
più
lacci
e
lacciuoli
,
pesi
e
contrappesi
,
controlli
e
revoche
,
decentramento
e
partecipazione
,
elasticità
,
insomma
di
più
democrazia
e
meno
autocrazia
e
arbitrio
e
immunità
,
questo
paese
siamo
noi
.
Perciò
facciamo
il
contrario
.
I
saggi
che
scrissero
la
Costituzione
commisero
uno
strano
errore
,
stabilendo
una
procedura
e
una
maggioranza
speciale
per
le
revisioni
costituzionali
ma
non
per
le
leggi
elettorali
.
Così
quel
dannato
referendum
e
il
passaggio
al
sistema
maggioritario
(
già
De
Gasperi
ci
aveva
profeticamente
provato
quarant
'
anni
prima
)
hanno
agito
come
un
grimaldello
e
ora
lo
scasso
procede
al
plastico
.
A
che
servono
d
'
altronde
le
elezioni
senza
riforme
,
se
riconfermano
lo
stesso
disordine
e
nulla
cambia
?
Anche
questo
argomento
è
diventato
senso
comune
,
e
a
me
sembra
l
'
indice
più
eloquente
del
decadimento
della
politica
e
della
sua
riduzione
a
ragioneria
.
È
il
massimo
del
disarmo
,
della
sfiducia
,
come
dire
che
non
si
ha
nulla
da
dire
,
un
programma
da
proporre
,
una
verità
da
affermare
,
una
mobilitazione
da
promuovere
,
una
sfida
da
lanciare
,
una
speranza
da
alimentare
,
un
consenso
più
alto
da
meritare
.
StampaQuotidiana ,
Si
dice
che
non
bisogna
dipingere
il
diavolo
più
brutto
di
quello
che
è
.
Ma
con
la
triplice
intesa
Fini
-
Berlusconi
-
D
'
Alema
e
l
'
annesso
supergoverno
presidenzialista
non
si
corre
questo
rischio
.
È
così
brutto
che
anche
chi
vorrebbe
amarlo
chiude
gli
occhi
.
Se
per
parte
nostra
abbiamo
contribuito
a
diffondere
questo
senso
di
rigetto
possiamo
rallegrarcene
.
Se
ora
Letta
,
Tatarella
e
Mussi
entrassero
fisicamente
nel
governo
Maccanico
,
anche
i
bambini
si
accorgerebbero
del
punto
a
cui
siamo
arrivati
.
Perciò
non
accadrà
,
non
per
pudore
ma
per
cautela
.
Che
differenza
fa
?
Possiamo
aspettarci
in
futuro
anche
di
peggio
,
se
non
si
spezza
il
patto
scellerato
.
Questo
patto
d
'
acciaio
,
o
di
latta
che
sia
,
è
stato
stretto
dai
protagonisti
in
lunghi
conciliaboli
segreti
,
mentre
pubblicamente
ci
prendevano
in
giro
con
la
bozza
Fisichella
.
Una
condotta
così
disonesta
la
dice
lunga
sul
grado
di
intimità
raggiunto
dai
tre
e
dal
disdegno
in
cui
tengono
le
forme
democratiche
.
Se
c
'
è
nel
Pds
chi
si
sente
ferito
dal
nostro
furore
più
che
da
simili
comportamenti
,
mi
dispiace
per
lui
.
Con
i
quali
comportamenti
è
stato
impostato
un
golpe
originale
a
sei
mani
,
bianco
e
freddo
:
con
un
governo
politico
di
lunga
durata
(
nelle
intenzioni
)
,
una
maggioranza
politica
del
tutto
estranea
alla
volontà
degli
elettori
,
una
revisione
in
blocco
della
Costituzione
senza
mandato
popolare
.
Volete
di
più
?
Ora
è
certo
che
i
protagonisti
di
questa
avventura
faranno
pesare
i
rispettivi
retropensieri
,
che
dovranno
fare
i
conti
con
le
proprie
truppe
stordite
e
i
propri
alleati
vilipesi
,
che
metteranno
acqua
o
additivi
nel
loro
vino
.
Ma
la
bottiglia
è
sturata
e
il
brindisi
imbandito
(
se
non
gli
va
di
traverso
)
.
È
come
se
fosse
rinato
un
gigantesco
e
multiforme
Caf
,
nel
cui
seno
la
concorrenza
di
potere
prende
il
posto
di
ogni
idea
di
alternativa
o
perfino
di
alternanza
significativa
.
Il
messaggio
che
arriva
alla
grande
opinione
pubblica
è
di
una
semplicità
disarmante
.
È
che
la
democrazia
è
una
perdita
di
tempo
,
che
rappresentanza
e
partecipazione
sono
parole
vuote
,
che
il
potere
e
anzi
il
comando
dev
'
essere
concentrato
e
interamente
delegato
.
Ed
è
che
questa
concezione
del
potere
accomuna
oggi
,
salvo
sfumature
per
specialisti
,
la
quasi
totalità
delle
forze
politiche
,
già
pressoché
indistinguibili
sul
terreno
dei
programmi
.
È
un
mistero
,
per
me
,
come
mai
tanti
democratici
non
sappiano
immaginare
l
'
effetto
moltiplicatore
che
questo
messaggio
susciterà
in
un
paese
già
spostato
a
destra
come
il
nostro
,
dove
il
partito
di
Fini
non
è
lontano
dal
primato
.
E
come
possano
pensare
di
controllare
questo
effetto
e
di
avvantaggiarsene
più
e
meglio
di
Berlusconi
,
che
della
manipolazione
di
massa
è
l
'
inventore
e
il
beneficiario
naturale
.
Forse
il
mistero
si
spiega
con
la
mitridatizzazione
subita
da
tanta
parte
della
sinistra
ufficiale
,
cioè
con
la
credenza
che
assumendo
gradualmente
dosi
di
veleno
sempre
più
alte
si
diventa
immuni
e
si
sopravvive
anche
a
dosi
da
cavallo
.
Ovvero
con
la
sindrome
del
re
Mida
che
affligge
il
suo
gruppo
dirigente
,
ossia
con
la
pretesa
di
convertire
in
oro
tutto
ciò
che
si
tocca
,
sebbene
la
leggenda
insegni
che
così
si
muore
di
fame
e
sete
.
O
ancora
con
la
presunzione
e
la
vertigine
da
mosca
cocchiera
del
suo
leader
,
la
mosca
che
in
groppa
a
neri
stalloni
galoppanti
non
dubita
d
'
esser
lei
a
guidare
e
vincere
la
corsa
.
Pirro ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Bisogna
andare
all
'
interno
dell
'
isola
di
Corfù
per
trovare
degli
ulivi
fronzuti
come
quello
che
vincerà
le
elezioni
del
21
aprile
.
La
sua
ombra
si
è
dilatata
a
dismisura
e
al
suo
riparo
c
'
è
di
tutto
,
dalla
sinistra
estrema
alla
destra
classica
.
La
sua
vittoria
è
aritmeticamente
certa
,
anche
se
non
sempre
l
'
aritmetica
coincide
con
la
politica
.
Fatto
sta
che
le
forze
di
discendenza
comunista
(
chiedo
scusa
al
Pds
)
possono
contare
su
un
serbatoio
che
con
altre
forze
minori
comprende
più
di
un
terzo
dell
'
elettorato
,
e
che
quasi
tutto
il
vecchio
pentapartito
assemblato
nel
centro
governativo
di
Dini
può
colmare
facilmente
la
differenza
.
Al
confronto
,
il
Polo
di
destra
appare
piuttosto
come
un
palo
piallato
,
magari
biforcuto
ma
spoglio
di
rami
,
fronde
e
festoni
.
Ammesso
che
Fini
e
Berlusconi
conservino
il
consenso
di
un
40
per
cento
di
elettori
,
non
si
vede
dove
altro
possano
pescare
.
Un
'
impennata
fascista
(
chiedo
scusa
)
è
sempre
un
'
eventualità
,
ma
non
sembrano
crederci
neppure
loro
.
Annusano
lo
scacco
e
non
nascondono
l
'
impaccio
.
Non
è
poi
vero
che
la
Lega
corre
sola
,
ha
accordi
di
desistenza
occulti
e
questo
accresce
ancora
i
margini
di
sicurezza
dell
'
ulivo
di
Corfù
?
Se
è
lecito
scherzare
,
la
garanzia
definitiva
della
nostra
prevalenza
viene
dalla
candidatura
avversaria
di
Colletti
,
che
in
politica
(
lo
dico
con
sincero
apprezzamento
)
ha
sempre
perso
per
vocazione
.
Siccome
alle
elezioni
,
come
anche
alle
Olimpiadi
malgrado
il
marchese
fondatore
,
non
ci
si
va
per
partecipare
ma
per
vincere
con
ogni
mezzo
,
benissimo
così
.
Ci
sentiamo
tranquillizzati
,
al
riparo
dai
rischi
di
catastrofe
,
e
quindi
esentati
una
volta
tanto
dall
'
obbligo
di
entusiasmarci
e
di
imbrogliarci
per
pompare
una
vittoria
già
largamente
assicurata
dalla
Fiat
.
Diciamo
allora
senza
infingimenti
che
,
trattandosi
di
una
vittoria
altamente
drogata
,
sarà
a
rischio
di
squalifica
un
'
ora
dopo
.
Battuti
sul
campo
,
Fini
e
Berlusconi
siederanno
di
nuovo
con
tutti
gli
onori
al
tavolo
delle
riforme
presidenzialiste
già
pattuite
.
Il
pavone
megalomane
che
stampa
il
suo
nome
a
lettere
cubitali
sulle
schede
farà
la
ruota
,
e
tornerà
a
fare
l
'
arbitro
che
s
'
intende
venduto
.
Anemizzato
dalle
desistenze
e
con
una
rappresentanza
sminuita
,
il
Pds
sarà
accerchiato
da
torme
di
centristi
rinvigoriti
e
declassato
da
donatore
di
sangue
a
portatore
d
'
acqua
,
nel
momento
stesso
in
cui
gli
parrà
di
coronare
il
lungo
sogno
governativo
.
E
all
'
opposizione
avremo
cinquanta
deputati
.
Più
o
meno
questo
sarà
lo
scenario
postelettorale
,
che
sarebbe
arduo
interpretare
come
una
sconfitta
della
destra
e
una
vittoria
della
sinistra
.
Il
re
dell
'
Epiro
passò
infelicemente
alla
storia
per
vittorie
di
questo
tipo
,
e
conviene
saperlo
prima
per
essere
meglio
attrezzati
dopo
.
Pazienza
se
ci
arrivassimo
senza
una
qualche
visibilità
e
distinzione
di
sostanza
e
di
fisionomia
,
il
peggio
è
che
ci
arriviamo
avendo
accreditato
fatalmente
forme
e
meccanismi
della
politica
che
sono
della
politica
una
parodia
e
della
democrazia
una
negazione
.
Quando
ci
si
curva
sotto
queste
forche
caudine
è
poi
molto
faticoso
raddrizzare
la
schiena
e
ricominciare
«
da
sinistra
»
,
anche
dando
a
questa
parola
il
significato
più
blando
.
StampaQuotidiana ,
L
'
aggressione
sessuale
invertita
(
lei
dirigente
molesta
,
lui
dipendente
molestato
in
ufficio
)
è
da
ridere
,
la
lotta
carrieristico
-
aziendale
è
interessante
e
divertente
:
ancora
una
volta
la
campagna
promozionale
altera
il
senso
d
'
un
film
vendendo
fumo
agli
spettatori
,
ancora
una
volta
un
eventuale
tema
sociale
viene
usato
come
valore
pubblicitario
aggiunto
.
È
francamente
difficile
fare
a
meno
di
ridere
vedendo
lo
sciupacchiato
Michael
Douglas
,
incalzato
dalla
bellissima
Demi
Moore
,
semispogliato
,
eccitato
,
manipolato
da
lei
con
masturbazione
e
fellatio
,
attaccare
a
strepitare
:
«
No
,
no
,
ho
una
famiglia
,
smettila
,
non
voglio
»
,
e
scappare
via
inseguito
dalle
vendicative
minacce
di
lei
.
In
passato
i
due
sono
stati
amanti
molto
ardenti
.
Nel
presente
lei
è
stata
nominata
al
posto
di
lui
vicepresidente
della
società
e
,
dopo
esser
stata
rifiutata
,
lo
accusa
di
molestie
sessuali
,
rendendo
così
disagevole
la
permanenza
in
azienda
di
lui
che
controaccusa
deciso
a
difendersi
e
a
ristabilire
la
verità
dei
fatti
,
in
un
'
aspra
contesa
paragiudiziaria
.
Nell
'
evolversi
della
storia
,
si
saprà
che
l
'
accusa
di
molestie
sessuali
era
una
trappola
programmata
e
pianificata
dal
presidente
della
società
con
la
complicità
di
Demi
Moore
per
liberarsi
di
Douglas
,
professionista
onesto
e
serio
che
non
avrebbe
coperto
certi
pasticci
aziendali
combinati
per
spendere
meno
a
danno
dei
prodotti
,
capaci
,
se
rivelati
,
di
mettere
in
crisi
la
vantaggiosa
fusione
con
un
'
altra
società
.
Naturalmente
,
alla
fine
la
donna
cattiva
viene
sbugiardata
,
umiliata
,
sconfitta
:
e
l
'
uomo
virtuoso
vince
,
anche
grazie
a
un
'
altra
donna
dirigente
,
personaggio
che
serve
a
scansare
ogni
imputazione
di
misoginia
e
antifemminismo
.
Michael
Crichton
,
lo
scrittore
dal
cui
romanzo
edito
da
Garzanti
deriva
il
film
,
risulta
anche
stavolta
un
gran
narratore
di
intrighi
appassionanti
che
sommano
molti
elementi
d
'
attrazione
.
Se
il
sesso
è
risibile
,
il
conflitto
aziendale
e
il
confronto
ostile
sono
interessanti
.
È
suggestiva
l
'
azienda
altamente
tecnologica
,
collocata
in
una
scenografia
che
mescola
tradizione
e
ipermodernità
,
corredata
di
tutti
i
possibili
sistemi
e
gadget
elettronici
,
arricchita
da
un
'
apparecchiatura
di
realtà
virtuale
che
ha
importanza
decisiva
nella
vicenda
,
resa
eloquente
da
un
particolare
linguaggio
professionale
.
È
teso
il
rapporto
tra
Douglas
e
sua
moglie
,
è
bellissima
la
città
di
Seattle
,
è
strano
che
l
'
interprete
dell
'
avvocatessa
di
lui
si
chiami
Roma
Maffia
(
pseudonimo
?
Speriamo
)
.
È
abbastanza
fuori
del
comune
il
modo
diretto
in
cui
vengono
descritti
uno
speciale
cinismo
industriale
e
quel
duro
«
rapporto
d
'
uso
»
tra
persone
che
appare
sempre
più
dominante
.
StampaQuotidiana ,
Un
ristorante
chiamato
Eden
,
affacciato
sul
mare
bellissimo
,
circondato
da
terreni
abbandonati
rognosi
invasi
dai
rifiuti
.
Un
gruppo
di
camerieri
che
neppure
l
'
emergenza
e
il
rischio
della
disoccupazione
riescono
a
rendere
meno
rissosi
,
egocentrici
,
cialtroni
.
Un
gruppo
di
nuovi
padroni
riuniti
a
banchetto
,
volgarissimi
,
trucidi
,
forse
delinquenti
,
prepotenti
e
crudeli
con
i
dipendenti
.
Un
'
unica
speranza
per
i
lavoratori
:
affidata
al
caso
,
alla
vincita
al
Totocalcio
.
Sarà
mica
l
'
Italia
?
Leone
Pompucci
,
trentatré
anni
,
romano
,
ex
fotografo
,
già
autore
del
mediocre
Mille
bolle
blu
,
ha
fatto
un
film
non
senza
difetti
ma
assai
singolare
e
interessante
:
rinunciando
all
'
identificazione
complice
,
alla
facilità
,
alla
satira
compiacente
-
indulgente
,
all
'
ansia
di
piacere
abituali
della
commedia
o
della
comicità
italiane
,
ha
scelto
i
toni
d
'
un
grottesco
espressionista
aspro
,
sgradevole
e
umano
,
temperandoli
con
l
'
uso
intelligente
di
attori
popolari
bravi
e
con
la
fotografia
specialmente
bella
di
Massimo
Pau
.
Scritto
dal
regista
insieme
con
Filippo
Pichi
e
Paolo
Rossi
,
il
film
racconta
lo
squallore
brutale
d
'
una
domenica
di
alcuni
camerieri
e
un
cuoco
.
Sono
cinque
.
Paolo
Villaggio
,
magnifico
nel
personaggio
di
un
capocameriere
vanesio
e
cattivo
che
(
come
tanti
leader
della
vecchia
generazione
)
pretende
di
saper
fare
tutto
,
vanta
il
proprio
glorioso
passato
e
l
'
esperienza
,
disprezza
e
maltratta
i
più
giovani
,
ma
in
realtà
sbaglia
tutto
e
rischia
di
portare
il
gruppo
alla
rovina
.
Diego
Abatantuono
,
seducente
ex
calciatore
sedotto
dagli
oggetti
del
lusso
e
dalle
corse
dei
cani
,
giocatore
sfortunato
carico
di
debiti
,
pronto
a
derubare
donne
e
bambini
,
velleitario
ostinato
sognatore
d
'
un
futuro
radioso
.
Marco
Messeri
,
ex
suonatore
di
fisarmonica
,
artista
immaginario
e
quasi
pazzo
.
Enrico
Salimbeni
,
ragazzo
volenteroso
e
fiducioso
al
suo
primo
giorno
di
lavoro
,
sopraffatto
dalla
realtà
caotica
e
crudele
.
Antonio
Catania
,
cuoco
mitomane
,
devoto
della
Madonna
,
spietato
con
l
'
aiutante
filippino
quanto
i
padroni
sono
spietati
coi
camerieri
.
Durante
un
banchetto
di
nozze
d
'
oro
,
i
camerieri
dovrebbero
dar
prova
della
loro
perizia
ai
nuovi
padroni
che
possono
o
no
licenziarli
:
ma
sono
incapaci
,
distratti
,
casinisti
,
e
soltanto
la
fortuna
li
salverà
.
Cucce
abiette
in
cucina
per
il
sonno
dei
camerieri
,
scarafaggi
galoppanti
sul
pavimento
,
gran
discettare
sui
piedi
e
su
come
curarli
,
radio
accesa
sulle
partite
di
calcio
,
sterrati
pasoliniani
,
giochi
di
carte
,
furti
reciproci
.
E
tra
i
padroni
telefonini
,
cinismo
,
malvagità
mascherata
da
scherzo
,
turpiloquio
,
donne
scontente
ipertruccate
e
ingioiellate
,
sopraffazione
.
In
un
film
espressionista
non
è
il
caso
di
cercare
verosimiglianza
,
di
stupirsi
delle
esagerazioni
del
reale
né
di
chiedersi
come
mai
i
camerieri
quasi
mai
lavorino
:
i
difetti
stanno
piuttosto
nell
'
andamento
monocorde
senza
gran
sviluppi
drammaturgici
,
nell
'
impianto
rigidamente
teatrale
(
si
pensa
a
Nemico
di
classe
di
Nigel
o
a
Comedians
di
Griffith
nella
messa
in
scena
del
Teatro
dell
'
Elfo
con
la
regia
di
Gabriele
Salvatores
)
.
Il
capofamiglia
padrone
Carlo
Croccolo
e
suo
figlio
Antonello
Fassari
sono
efficacemente
laidi
;
Ciccio
Ingrassia
e
Sandra
Milo
,
in
brevi
apparizioni
malinconiche
,
sono
commoventi
.
StampaQuotidiana ,
Patrice
Leconte
è
il
singolare
regista
francese
di
film
comici
o
parodistici
,
di
L
'
insolito
caso
di
Mr
.
Hire
tratto
da
un
romanzo
di
Georges
Simenon
,
di
Il
marito
della
parrucchiera
che
rivelò
il
fascino
di
Anna
Galiena
.
Anche
stavolta
c
'
è
un
romanzo
,
Villa
triste
di
Patrick
Modiano
(
editore
Rusconi
)
,
anche
stavolta
c
'
è
una
nuova
giovane
attrice
:
Sandra
Majani
,
nata
a
Denden
in
Olanda
,
iscritta
al
Conservatorio
di
danza
classica
a
Rotterdam
,
modella
a
Parigi
anche
per
spot
pubblicitari
,
faccia
carina
,
corpo
straordinariamente
bello
.
Stavolta
non
c
'
è
un
'
ossessione
amorosa
,
ma
il
filtro
flou
della
memoria
,
la
malinconia
d
'
un
ricordo
persistente
come
un
forte
profumo
dolce
.
In
primo
piano
,
con
la
faccia
arrossata
dal
riverbero
del
fuoco
d
'
un
caminetto
,
con
un
'
espressione
meditabonda
variata
a
volte
da
un
sorrisetto
allusivo
,
il
protagonista
rievoca
l
'
estate
del
1958
«
in
cui
la
mia
vita
si
mise
ad
oscillare
»
:
quando
,
trovandosi
in
una
cittadina
turistica
francese
sul
lago
al
confine
con
la
Svizzera
,
sotto
falso
nome
,
in
una
condizione
precaria
e
clandestina
per
sottrarsi
al
richiamo
alle
armi
e
alla
guerra
d
'
Algeria
che
fa
da
inquieto
sfondo
alla
storia
,
aveva
incontrato
due
personaggi
indimenticati
.
La
bellissima
Yvonne
,
aspirante
attrice
,
civetta
e
misteriosa
,
amante
ardente
,
sfuggente
;
e
un
anziano
medico
omosessuale
accompagnatore
e
protettore
di
lei
,
un
uomo
brillante
,
generoso
,
nevrotico
,
inasprito
,
autodistruttivo
.
Il
protagonista
perde
la
ragazza
,
il
medico
perde
se
stesso
.
Non
si
perde
la
nostalgia
di
quella
estate
radiosa
,
insicura
,
sensuale
,
mondana
,
malinconica
.
Il
film
letterario
che
rischia
continuamente
il
ridicolo
è
reso
più
credibile
dal
corpo
magnifico
della
ragazza
e
dalla
disperazione
furente
dell
'
omosessuale
interpretato
bene
da
Jean
-
Pierre
Marielle
,
mentre
il
protagonista
rimane
una
opaca
figura
sfumata
di
testimone
:
pesa
su
tutto
un
'
atmosfera
antiquata
ed
elegante
,
non
spiacevole
ma
poco
interessante
.
StampaQuotidiana ,
Torna
la
coppia
di
vecchi
eroi
,
l
'
aristocratico
scienziato
barone
Victor
Frankenstein
divorato
dall
'
ambizione
di
creare
un
essere
umano
e
di
sconfiggere
la
morte
e
la
sua
Creatura
mostruosa
e
innocente
,
fortissima
e
patetica
,
che
uccide
quando
viene
privata
d
'
amore
e
respinta
.
Torna
nel
momento
in
cui
domina
l
'
antintellettualismo
,
in
cui
s
'
infittiscono
le
discussioni
sulla
bioetica
e
sulle
manipolazioni
genetiche
,
si
ripropongono
tutti
gli
antichi
interrogativi
che
oppongono
la
religiosità
alla
sperimentazione
scientifica
:
cosa
vuol
dire
,
cosa
comporta
creare
o
alterare
una
vita
,
è
giusto
o
ingiusto
,
abbiamo
il
diritto
?
Mary
Shelley
,
calma
bellezza
inglese
,
intelligentissima
figlia
del
pensatore
William
Goodwin
e
della
femminista
Mary
Wollestoncraft
,
amante
sedicenne
e
poi
moglie
del
poeta
Percy
Bysshe
Shelley
,
aveva
meno
di
vent
'
anni
quando
scrisse
per
scommessa
nel
1816
Frankenstein
o
il
Prometeo
moderno
,
tragedia
gotica
,
requiem
romantico
,
epopea
antiscientifica
e
antirazionalista
del
sapiente
maledetto
che
vuol
rubare
a
Dio
il
segreto
della
vita
per
il
bene
dell
'
umanità
e
che
per
il
suo
sacrilego
orgoglio
intellettuale
viene
punito
,
sepolto
tra
blocchi
di
ghiaccio
nel
gelo
dell
'
Oceano
Artico
.
Tra
gli
infiniti
film
ispirati
alla
coppia
infelice
,
questo
di
Branagh
,
come
indica
il
titolo
,
è
quello
che
vuoi
essere
più
fedele
(
ma
non
del
tutto
fedele
,
si
capisce
)
al
testo
ottocentesco
:
«
Avevo
visto
dei
Frankenstein
in
bianco
e
nero
,
con
scienziati
pazzi
assistiti
da
nani
gobbi
,
e
non
m
'
avevano
interessato
affatto
.
Il
romanzo
,
invece
,
m
'
ha
affascinato
:
non
riuscivo
a
capire
perché
nessuno
avesse
mai
tentato
l
'
impresa
di
farne
davvero
un
film
»
.
Quindi
ha
lasciato
perdere
ironia
,
parodia
,
revisioni
culturali
,
epistemologia
,
filtri
intellettuali
,
psicoanalisi
,
aggiornamenti
possibili
,
e
ha
semplicemente
filmato
il
romanzo
immergendolo
in
un
'
atmosfera
nera
,
avventurosa
e
fatale
:
navi
prigioniere
dei
ghiacci
come
nelle
vecchie
illustrazioni
dei
romanzi
di
Verne
,
figure
da
spavento
affioranti
dal
nulla
nebbioso
come
in
Nosferatu
,
ululati
nel
buio
,
tuoni
,
fulmini
,
saette
e
diluvi
,
immensi
saloni
spopolati
,
castelli
sperduti
,
scalee
,
alte
cime
nevose
di
quelle
Alpi
«
cattedrali
della
morte
e
del
gelo
»
che
impaurivano
i
turisti
inglesi
ottocenteschi
,
contadini
divorati
dalla
miseria
,
folle
furenti
pronte
ad
aggredire
bastonare
e
impiccare
,
esodi
e
cadaveri
dell
'
epidemia
di
colera
.
Kenneth
Branagh
ha
filmato
il
romanzo
senza
risparmiarsi
nulla
né
vergognarsi
di
niente
,
alla
sua
maniera
banale
e
seducente
.
Disperazione
?
I
personaggi
si
danno
pugni
in
testa
.
Felicità
?
Saltano
,
ridono
,
s
'
abbracciano
,
intrecciano
balli
.
Dramma
?
Corrono
a
perdifiato
o
galoppano
a
briglia
sciolta
.
S
'
era
già
visto
in
Molto
rumore
per
nulla
quanta
fiducia
abbia
il
teatrante
inglese
trentacinquenne
,
qui
regista
e
interprete
del
personaggio
di
Frankenstein
,
nel
dinamismo
,
nella
velocità
,
nella
semplificazione
,
nell
'
energia
.
Lo
confermano
la
rapidità
vignettistica
della
narrazione
e
la
grande
scena
della
creazione
,
tra
mito
arcaico
e
anticipazione
industriale
,
tra
fiamme
,
binari
e
catene
ferree
,
pulegge
,
ruote
,
vibrare
azzurro
di
pulsioni
elettriche
e
un
enorme
sarcofago
bronzeo
colmo
di
liquido
amniotico
,
con
Branagh
-
Frankenstein
che
si
affanna
quasi
pazzo
a
torso
nudo
esibendo
il
corpo
addestrato
e
muscolato
.
Ma
è
proprio
questa
visione
elementare
,
illustrativa
,
a
dare
al
film
un
fascino
particolare
,
una
suggestione
accattivante
.
E
poi
c
'
è
la
Creatura
,
naturalmente
.
Robert
De
Niro
è
irriconoscibile
con
la
faccia
e
il
corpo
attraversati
da
grosse
cuciture
nere
i
cui
punti
sembrano
non
dover
mai
cadere
e
da
cicatrici
incancellabili
,
sfigurato
da
un
occhio
diverso
dall
'
altro
,
sussultante
per
una
zoppia
molto
forte
:
mette
meno
spavento
del
suo
personaggio
in
Cape
Fear
di
Scorsese
,
ma
anche
abbrutito
dal
trucco
-
maschera
arriva
a
comunicare
il
dolore
della
solitudine
e
del
rifiuto
.
È
ridicolo
quando
s
'
intenerisce
di
fronte
alla
famigliola
misera
e
coraggiosa
spiando
la
quale
impara
a
parlare
e
a
leggere
,
quando
la
aiuta
provvedendo
alle
necessità
(
taglia
e
accatasta
legna
,
strappa
alla
terra
gelata
rape
e
patate
,
mette
tutto
in
ordine
come
Biancaneve
nella
casetta
dei
sette
nani
)
.
È
fantastico
quando
s
'
infuria
e
uccide
,
quando
strappa
il
cuore
palpitante
dal
petto
della
moglie
di
Frankenstein
,
quando
s
'
immola
morendo
sul
pack
insieme
con
il
suo
Creatore
.
Molti
,
in
un
coro
di
rimpianti
,
hanno
detto
di
preferire
il
vecchio
Boris
Karloff
:
ma
forse
è
la
nostalgia
tenace
riservata
ai
giocattoli
perduti
dell
'
infanzia
.
StampaQuotidiana ,
Se
un
film
italiano
troppo
lungo
,
ben
recitato
e
noioso
venisse
a
rivelarci
che
Lascia
o
raddoppia
?
fin
dall
'
inizio
era
truccato
,
che
a
Lando
Degoli
,
a
Marianini
o
a
Paola
Bolognani
venivano
comunicate
in
anticipo
le
domande
con
relative
risposte
esatte
,
che
ansie
e
tensioni
in
cabina
erano
finte
,
troveremmo
la
forza
d
'
indignarci
,
quando
da
quarant
'
anni
si
parla
del
potere
di
mistificazione
e
dell
'
uso
politico
della
tv
,
quando
sappiamo
adesso
che
alla
tv
persino
i
casi
umani
sono
recitati
a
pagamento
?
Magari
no
.
Quiz
Show
rievoca
,
con
la
proba
ingenuità
tipica
del
suo
regista
Robert
Redford
,
un
telescandalo
americano
che
nel
1958
provò
la
natura
fraudolenta
di
Twenty
-
One
(
Ventuno
)
,
gioco
televisivo
a
quiz
nozionistici
allora
di
massimo
successo
,
trasmesso
in
diretta
dalla
rete
televisiva
National
Broadcasting
Corporation
(
NBC
)
:
i
concorrenti
conoscevano
prima
di
andare
in
onda
domande
e
risposte
,
vincevano
o
perdevano
e
si
alternavano
non
per
merito
o
demerito
ma
a
seconda
delle
esigenze
spettacolari
o
delle
necessità
commerciali
dello
sponsor
;
l
'
imbroglio
che
coinvolgeva
tanto
la
tv
quanto
i
concorrenti
si
estese
all
'
intero
sistema
,
anche
giudiziario
;
l
'
indagine
condotta
da
un
avvocato
del
Comitato
del
Congresso
sul
controllo
legislativo
chiarì
la
truffa
ma
non
rovinò
il
concorrente
più
popolare
,
Charles
Van
Doren
,
bel
giovane
di
buona
famiglia
d
'
intellettuali
che
salvò
la
faccia
confessando
la
verità
,
pentendosi
e
chiedendo
perdono
con
un
bel
discorso
.
Redford
ha
continuato
a
ripetere
che
l
'
episodio
«
segnò
la
fine
dell
'
innocenza
nella
storia
sociale
americana
»
,
cancellò
la
fiducia
popolare
nella
televisione
:
però
dirlo
non
basta
.
Si
intuiscono
i
significati
simbolici
e
sociali
attribuiti
al
vecchio
fatto
di
cronaca
,
il
bluff
rappresentato
dalla
fede
americana
nel
merito
individuale
,
la
morale
calpestata
dalla
corruzione
che
tocca
tutti
,
la
solidarietà
nel
peggio
dell
'
establishment
,
il
dominio
dei
soldi
e
della
vanità
:
ma
sono
espressi
troppo
primariamente
e
sommariamente
per
risultare
drammatici
,
per
dare
all
'
episodio
uno
spessore
etico
-
politico
convincente
,
e
non
s
'
aspettava
certo
Quiz
Show
per
sapere
che
la
tv
mistifica
e
che
i
privilegiati
cascano
sempre
in
piedi
.
Nel
racconto
scolastico
manca
l
'
emozione
,
grava
spesso
il
tedio
.
Le
qualità
del
film
stanno
piuttosto
nella
recitazione
eccellente
di
John
Turturro
,
di
Ralph
Fiennes
,
di
Paul
Scofield
,
di
tutti
gli
interpreti
compresi
,
in
piccole
parti
,
i
registi
Martin
Scorsese
e
Barry
Levinson
;
nella
ricostruzione
d
'
epoca
,
in
un
'
aria
semplice
e
semplificata
degli
anni
Cinquanta
il
cui
merito
va
soprattutto
ai
toni
scelti
dal
direttore
della
fotografia
Michael
Ballhaus
;
nel
ritratto
convenzionale
ma
bello
d
'
una
famiglia
altoborghese
di
intellettuali
con
le
sue
eleganti
abitudini
di
vita
,
la
sua
sobrietà
,
la
sua
spietata
certezza
di
superiorità
.
StampaQuotidiana ,
È
un
titolo
bello
,
Un
eroe
borghese
,
e
dice
molto
.
Definisce
con
l
'
appartenenza
alla
classe
di
cui
praticava
le
virtù
da
altri
spesso
rinnegate
Giorgio
Ambrosoli
,
avvocato
di
Milano
,
nominato
nel
1974
commissario
liquidatore
della
fallita
Banca
Privata
Italiana
di
Michele
Sindona
,
quarantenne
,
sposato
,
padre
di
tre
bambini
,
un
moderato
di
brutto
carattere
,
«
rigido
,
intransigente
,
moralista
,
serio
,
bravo
,
libero
e
solo
...
che
avrebbe
potuto
vivere
tranquillo
con
le
sue
serene
abitudini
e
invece
,
per
la
passione
dell
'
onestà
,
si
batté
contro
un
"
genio
del
male
"
sorretto
da
forze
potenti
palesi
e
occulte
,
e
fu
sconfitto
»
:
venne
ammazzato
sotto
casa
in
una
notte
d
'
estate
del
1979
,
con
diversi
colpi
di
357
Magnum
sparati
al
petto
,
dal
killer
William
J
.
Aricò
venuto
dall
'
America
,
assoldato
da
Sindona
per
25.000
dollari
.
Un
professionista
deciso
a
fare
il
proprio
lavoro
e
il
proprio
dovere
senza
badare
agli
interessi
che
colpiva
né
alle
fortissime
pressioni
di
politici
democristiani
per
salvare
Sindona
:
e
per
questo
,
nell
'
Italia
sventurata
di
sedici
anni
fa
e
di
oggi
,
un
eroe
.
Il
caso
Ambrosoli
,
che
resta
esemplarmente
a
illustrare
i
viluppi
della
politica
mafiosa
,
della
politica
nera
,
della
politica
dei
soldi
di
questi
anni
,
è
la
materia
del
libro
di
Corrado
Stajano
pubblicato
nel
1991
da
Einaudi
,
appunto
Un
eroe
borghese
,
da
cui
il
film
diretto
da
Michele
Placido
è
tratto
con
fedeltà
.
Racconta
l
'
incarico
ricevuto
dall
'
avvocato
e
la
sua
vita
famigliare
;
le
sue
indagini
per
chiarire
gli
oscuri
intrecci
e
le
non
gratuite
protezioni
politiche
che
avevano
portato
il
banchiere
siciliano
Michele
Sindona
ad
un
'
ascesa
vertiginosa
seguita
poi
da
una
caduta
rovinosa
;
i
troppi
non
disinteressati
interventi
per
salvarlo
;
le
difficoltà
,
i
trabocchetti
e
le
minacce
conclusisi
con
la
morte
di
Ambrosoli
(
più
tardi
,
con
la
morte
del
suo
killer
,
precipitato
da
quindici
metri
di
altezza
«
mentre
tentava
d
'
evadere
dal
carcere
a
New
York
»
;
e
con
la
morte
del
mandante
dell
'
omicidio
,
Sindona
,
avvelenato
da
un
caffè
in
prigione
.
Fabrizio
Bentivoglio
è
il
protagonista
,
sobrio
e
bravo
.
Omero
Antonutti
,
senza
barba
,
è
l
'
antagonista
,
molto
diverso
da
come
appariva
Sindona
nella
primavera
del
1975
,
latitante
non
ricercato
né
estradato
da
alcuno
,
nella
suite
lussuosa
all
'
Hotel
Pierre
di
New
York
o
nel
piccolo
ufficio
di
Park
Avenue
d
'
una
società
dal
nome
insignificante
,
Cisco
:
mentre
Antonutti
è
pacato
,
laconico
e
asciutto
,
Sindona
era
loquace
,
mellifluo
,
minaccioso
,
ilare
,
ricattatorio
;
come
Antonutti
nel
film
,
accusava
l
'
Italia
d
'
essere
un
Paese
senza
libertà
,
si
diceva
vittima
d
'
un
complotto
ordito
dai
comunisti
e
dall
'
«
infame
trio
Rondelli
-
Ugo
La
Malfa
-
Cuccia
»
.
Michele
Placido
è
il
maresciallo
maggiore
della
Guardia
di
Finanza
Silvio
Novembre
,
collaboratore
e
amico
,
l
'
uomo
più
vicino
ad
Ambrosoli
in
quei
suoi
cinque
anni
terribili
.
Giuliano
Montaldo
è
l
'
allora
governatore
della
Banca
d
'
Italia
Guido
Carli
,
che
affidò
all
'
avvocato
l
'
estremo
incarico
.
Ricky
Tognazzi
è
Mario
Sarcinelli
,
allora
Capo
della
Vigilanza
della
Banca
d
'
Italia
.
Andreotti
ed
Evangelisti
non
si
vedono
ma
vengono
spesso
nominati
nel
film
come
protettori
di
Sindona
.
Laura
Betti
è
un
efficace
personaggio
d
'
invenzione
,
una
collaboratrice
fedele
di
Sindona
che
cita
Stendhal
:
«
L
'
onestà
è
la
virtù
della
gente
dappoco
»
.
Gli
sceneggiatori
Graziano
Diana
e
Angelo
Pasquini
sono
riusciti
a
non
rendere
melodrammatico
un
destino
tragico
:
ma
era
forse
fatale
che
il
borghese
onesto
e
solo
risultasse
non
soltanto
un
eroe
,
quasi
un
santo
o
un
santino
.
La
straordinaria
fotografia
di
Luca
Bigazzi
dà
una
nobile
intensità
al
film
non
bello
ma
rilevante
nella
tradizione
del
cinema
sociopolitico
italiano
:
utile
a
chiarire
la
trama
dei
rapporti
fra
parti
dello
Stato
,
criminalità
organizzata
,
alta
finanza
;
utile
a
capire
i
meccanismi
d
'
un
passato
di
vergogna
;
utile
a
cogliere
quanto
di
quel
passato
sussista
o
possa
riprodursi
nel
presente
.
Dall
'
uccisione
dell
'
avvocato
Giorgio
Ambrosoli
sono
passati
sedici
anni
.
Molti
dei
protagonisti
d
'
allora
sono
morti
anche
di
morte
violenta
,
oppure
scomparsi
dalla
scena
:
Sindona
,
Calvi
,
monsignor
Marcinkus
,
il
finanziere
vaticano
a
capo
dell
'
Istituto
per
le
Opere
di
Religione
,
Franco
Evangelisti
,
l
'
allora
segretario
amministrativo
della
Democrazia
cristiana
,
Giulio
Andreotti
per
ventuno
volte
ministro
e
per
sette
volte
presidente
del
Consiglio
ora
incriminato
per
collusione
con
la
mafia
.
Tra
i
personaggi
nominati
nel
film
,
soltanto
Licio
Gelli
e
Enrico
Cuccia
,
ciascuno
a
suo
modo
,
persistono
.
Non
s
'
è
fatta
limpida
l
'
acqua
torbida
italiana
:
purtroppo
di
eroi
borghesi
c
'
è
ancora
bisogno
.
StampaQuotidiana ,
L
'
unica
sorpresa
è
che
Gabriel
Byrne
,
interprete
del
professor
Friedrich
Baer
innamorato
di
Jo
March
,
nonostante
sia
tedesco
parli
nel
doppiaggio
italiano
con
un
accento
francese
caricaturale
identico
a
quello
di
Peter
Sellers
-
Ispettore
Clouseau
in
La
pantera
rosa
.
L
'
unica
curiosità
è
:
valeva
la
pena
che
fosse
per
la
prima
volta
una
donna
femminista
,
la
regista
australiana
Gillian
Armstrong
,
a
dirigere
l
'
ennesima
versione
cinetelevisiva
del
classico
romanzo
educativo
per
ragazzine
scritto
da
Louisa
May
Alcott
nel
1868
,
se
doveva
farne
poi
la
solita
cosa
,
non
migliore
né
diversa
da
tante
altre
?
L
'
unico
dilemma
è
:
se
non
per
amore
del
libro
e
nel
suo
ricordo
o
per
motivi
meno
sentimentali
,
come
sarà
che
questo
film
banale
e
inerte
è
candidato
a
tre
Oscar
?
Nella
famiglia
tutta
femminile
,
ricalcata
su
quella
della
scrittrice
,
stavolta
Susan
Sarandon
è
la
mamma
delle
quattro
ragazze
March
.
Winona
Ryder
è
Jo
,
la
sorella
più
moderna
e
simpatica
,
appassionata
,
ribelle
,
intelligente
,
inquieta
,
con
ambizioni
appagate
di
scrittrice
;
Trini
Alvarado
è
Meg
,
la
sorella
maggiore
più
saggia
,
equilibrata
e
quieta
,
anche
la
più
noiosa
;
Claire
Danes
è
Beth
fragile
,
spesso
debole
e
stanca
,
pianista
e
sereno
«
angelo
della
casa
»
pateticamente
destinata
a
morte
precoce
;
Kirsten
Dunst
(
la
piccola
succhiasangue
bionda
di
Intervista
col
vampiro
)
e
Samantha
Mathis
,
bambina
e
ragazza
,
sono
Amy
,
la
più
bella
e
amante
del
divertimento
,
capricciosa
elegante
e
artista
,
seducente
.
Il
padre
è
lontano
,
in
guerra
:
e
quando
torna
è
quasi
un
fantasma
,
come
se
in
casa
non
ci
fosse
.
La
vita
della
piccola
famiglia
di
donne
,
dei
loro
vicini
,
innamorati
e
amici
,
è
segnata
dagli
eventi
prevedibili
negli
inverni
freddissimi
e
nelle
dorate
stagioni
di
Concord
,
Massachusetts
:
i
giochi
in
comune
e
i
cori
,
felicità
,
tristezze
e
amori
,
lacrime
e
sorrisi
,
gesti
generosi
,
incidenti
sul
ghiaccio
da
cui
si
esce
vivi
per
miracolo
,
amori
delusi
,
insegnamenti
materni
,
primi
balli
e
primi
dolori
,
malattie
e
ferite
,
Natali
ed
estati
,
chi
muore
,
chi
si
sposa
,
chi
parte
e
chi
torna
,
chi
fa
bambini
e
chi
pubblica
romanzi
.
Naturalmente
,
a
oltre
un
secolo
dalla
pubblicazione
del
libro
,
Piccole
donne
conserva
una
parte
di
quel
fascino
che
resiste
da
molte
generazioni
.
Non
è
questione
delle
tirate
di
Jo
che
difende
il
diritto
delle
donne
al
voto
e
che
vorrebbe
essere
un
uomo
,
«
andare
in
guerra
,
sfidare
l
'
ingiustizia
»
,
né
del
lamento
del
suo
amico
Teddy
Laurie
contro
le
limitazioni
del
ruolo
maschile
che
lo
obbligano
a
lavorare
in
ufficio
anziché
dedicarsi
alla
musica
.
La
storia
rimane
entusiasmante
perché
Piccole
donne
è
uno
dei
pochi
romanzi
ottocenteschi
edificanti
,
scritti
a
fini
d
'
ammaestramento
morale
,
che
agli
adolescenti
non
predichi
l
'
obbedienza
ma
l
'
indipendenza
,
non
il
timore
ma
il
coraggio
,
non
la
prudenza
ma
la
generosità
,
non
la
remissività
ma
lo
spirito
di
iniziativa
;
perché
offre
un
insieme
di
personalità
differenti
e
contrastanti
,
svariati
modelli
possibili
,
molte
occasioni
di
predilezione
o
identificazione
;
perché
racconta
una
repubblica
domestica
di
donne
priva
dell
'
autorità
e
dei
condizionamenti
coniugal
-
paterni
;
perché
le
cinque
energiche
donne
(
sei
con
la
vecchia
domestica
,
sette
con
la
bisbetica
zia
ricca
)
non
sono
mai
annoiate
né
lagnose
,
si
dimostrano
attive
,
ardite
,
altruiste
,
speranzose
,
capaci
d
'
affrontare
la
vita
con
forza
e
allegria
.
È
un
peccato
che
il
film
risulti
così
opaco
,
scipito
:
perché
farlo
?
S
'
erano
già
realizzati
film
o
telefilm
dal
romanzo
nel
1917
,
nel
1919
,
nel
1933
,
nel
1949
,
nel
1955
,
nel
1978
.
Sarà
anche
vero
che
ogni
generazione
ha
diritto
al
suo
Piccole
donne
:
questa
generazione
poteva
avere
più
fortuna
.