StampaQuotidiana ,
La
frode
del
4
per
mille
è
stata
bloccata
:
ma
,
frattanto
,
ha
riportato
l
'
attenzione
del
pubblico
sul
problema
del
finanziamento
ai
partiti
.
I
contribuenti
non
sembrano
entusiasti
di
devolvere
una
parte
di
quanto
versato
in
imposte
a
questo
scopo
(
gestito
con
criteri
automatici
)
,
anche
se
non
ci
rimettono
nulla
.
Ancor
meno
entusiasti
forse
sarebbero
,
se
si
rendessero
conto
che
c
'
è
un
'
altra
via
,
più
subdola
,
attraverso
cui
finanziano
i
partiti
:
la
retribuzione
ai
parlamentari
di
ogni
ordine
e
grado
.
Di
fatto
,
consiglieri
regionali
,
deputati
e
senatori
,
parlamentari
europei
sono
pagati
dall
'
erario
,
ma
svolgono
per
i
partiti
compiti
che
costerebbero
moltissimo
se
dovessero
essere
retribuiti
a
professionisti
ad
hoc
.
Un
po
'
di
lavoro
dei
membri
dei
corpi
elettivi
è
svolto
nelle
commissioni
(
a
parte
chi
lavora
a
tempo
pieno
per
il
governo
o
la
giunta
)
;
ma
l
'
attività
più
intensa
è
svolta
a
favore
del
partito
,
e
vale
assai
più
della
modesta
percentuale
sugli
emolumenti
,
che
l
'
eletto
versa
in
denaro
.
Difficilmente
uno
impegna
una
sua
specifica
competenza
nell
'
elaborare
le
leggi
:
quasi
sempre
si
limita
a
votarle
,
seguendo
le
indicazioni
del
capogruppo
.
Quando
non
lo
fa
,
è
perché
c
'
è
stato
un
equivoco
:
o
,
peggio
,
perché
è
indisciplinato
e
segue
le
indicazioni
di
qualcun
altro
.
Sotto
questo
riguardo
,
la
pratica
dei
"
pianisti
"
si
potrebbe
generalizzare
:
ad
ogni
elezione
basterebbe
assegnare
a
ciascun
partito
un
peso
proporzionale
ai
voti
ricevuti
,
e
poi
far
premere
il
tasto
da
un
solo
incaricato
.
L
'
eloquenza
parlamentare
ne
soffrirebbe
,
ma
si
otterrebbe
un
'
economia
e
si
avrebbe
,
fra
l
'
altro
,
il
vantaggio
di
evitare
ribaltoni
.
I
partiti
,
tuttavia
,
ci
perderebbero
:
verrebbe
loro
mancare
la
collaborazione
di
persone
preziose
per
l
'
elaborazione
della
linea
politica
.
Infatti
,
mentre
le
aule
sono
spesso
deserte
o
quasi
,
i
parlamentari
si
lamentano
di
condurre
una
vita
faticosa
,
impegnati
dal
mattino
alla
sera
in
riunioni
interminabili
,
al
cui
risultato
non
hanno
interesse
.
Peggio
:
se
lo
hanno
,
non
riescono
a
farlo
prevalere
.
Per
questo
la
maggioranza
di
loro
-
di
cui
il
pubblico
non
conosce
neppure
il
nome
-
viene
qualificata
con
la
qualifica
di
"
peones
"
.
Ma
lo
Stato
spende
per
loro
e
per
chi
li
aiuta
somme
ingenti
,
e
dà
l
'
impressione
che
siano
dei
privilegiati
sociali
.
Con
ciò
non
voglio
esprimere
alcun
giudizio
morale
o
tecnico
negativo
:
dico
soltanto
che
buona
parte
di
ciò
che
lo
Stato
o
le
regioni
spendono
per
i
parlamentari
va
considerata
come
una
forma
di
finanziamento
ai
partiti
.
Del
resto
,
in
certo
senso
dovuta
,
se
la
politica
si
elabora
in
sede
di
partito
e
non
di
assemblea
.
I
propositi
di
ridurre
il
numero
di
parlamentari
sono
accolti
,
perciò
,
con
sfavore
,
non
solo
da
chi
ambisce
a
quelle
funzioni
,
ma
soprattutto
da
chi
ha
la
responsabilità
di
un
partito
e
si
domanda
(
con
angoscia
crescente
dopo
tangentopoli
)
con
quali
mezzi
e
con
quali
aiuti
vi
farà
fronte
.
L
'
obiettivo
dei
partiti
tocca
il
tema
cruciale
del
loro
rapporto
con
la
democrazia
,
la
cui
degenerazione
è
espressa
con
una
crasi
linguisticamente
scorretta
,
ma
appunto
perciò
appropriata
:
partitocrazia
.
Se
la
politica
è
elaborata
all
'
interno
dei
partiti
,
anziché
nelle
sue
sedi
istituzionali
,
è
naturale
che
i
partiti
la
trattino
come
cosa
loro
e
pretendano
di
esserne
pagati
.
Però
,
visto
che
la
Costituzione
tratta
i
partiti
come
enti
privati
,
meglio
sarebbe
se
li
gestissero
i
privati
con
fondi
privati
,
e
con
quella
"
trasparenza
"
che
è
bene
tener
ferma
,
ma
su
cui
è
il
caso
di
non
far
troppo
conto
,
viste
le
stravaganze
cui
dà
luogo
(
pur
in
società
così
diverse
tra
loro
come
l
'
americana
e
la
russa
)
quando
la
si
pretende
perfetta
.
Basta
che
non
si
esageri
:
ossia
che
gli
eletti
non
credano
che
i
loro
doveri
pubblici
siano
sostituibili
del
tutto
con
compiti
privati
.
Ora
,
tra
sei
mesi
,
i
partiti
avranno
una
ghiotta
occasione
per
concorrere
a
questa
forma
di
finanziamento
:
le
elezioni
europee
.
Strasburgo
è
meno
assorbente
di
Roma
,
e
non
ha
la
facoltà
neppur
formale
di
prendere
decisioni
operative
.
Perciò
è
giusto
che
i
parlamentari
europei
lavorino
più
degli
altri
per
il
partito
,
senza
il
quale
,
tra
l
'
altro
,
avrebbero
molta
più
difficoltà
a
farsi
eleggere
.
Ma
appunto
perciò
è
convenienza
dei
partiti
scegliere
candidati
affidabili
e
forniti
di
prestigio
.
Evitando
,
inoltre
,
di
accollare
più
mansioni
parlamentari
a
uno
stesso
soggetto
:
sia
perché
il
titolare
di
più
mandati
contemporanei
non
avrebbe
modo
di
dedicarsi
al
partito
senza
trascurare
del
tutto
i
suoi
doveri
pubblici
,
sia
perché
,
in
quel
caso
,
in
luogo
di
due
parlamentari
da
utilizzare
il
partito
ne
avrebbe
uno
solo
.
StampaQuotidiana ,
Wim
Wenders
compie
nel
1995
cinquant
'
anni
.
S
'
è
sposato
nel
1993
per
la
terza
volta
con
Donata
Schmidt
,
assistente
operatore
che
in
Lisbon
Story
ha
fatto
la
segretaria
di
edizione
,
ragazza
cattolica
religiosissima
.
Va
diventando
sempre
più
religioso
.
La
bellezza
,
le
emozioni
,
lo
spaesamento
e
la
malinconia
dei
suoi
film
,
il
suo
stile
cristallizzato
e
seducente
,
la
sua
capacità
di
fondere
romanticismo
tedesco
e
road
movie
americano
,
di
mescolare
poesia
,
umorismo
e
profondità
,
di
guardare
il
mondo
con
il
distacco
dell
'
investigatore
e
l
'
avidità
dell
'
innamorato
,
gli
hanno
conquistato
un
gran
pubblico
internazionale
soprattutto
di
ragazzi
.
Adesso
è
un
poco
cambiato
:
resta
uno
dei
rari
registi
che
rifletta
e
teorizzi
sul
proprio
mestiere
e
sull
'
arte
del
vedere
,
sulle
immagini
e
su
come
esse
vengano
create
e
consumate
nelle
società
contemporanee
,
ma
questi
pensieri
assumono
spesso
il
tono
didattico
,
ansioso
e
sentenzioso
,
d
'
una
crisi
espressiva
.
A
questo
punto
il
produttore
portoghese
Paulo
Branco
propone
a
Wenders
un
film
su
Lisbona
,
finanziato
anche
dall
'
amministrazione
della
città
meravigliosa
.
Lui
accetta
.
Anziché
un
documentario
,
fa
una
parabola
autoindulgente
di
quasi
due
ore
,
in
parte
bella
,
in
parte
lambiccata
,
sfilacciata
e
pesante
:
sulla
situazione
del
cinema
che
compie
cent
'
anni
e
sulla
nostalgia
per
la
cine
-
innocenza
perduta
;
sullo
stato
delle
immagini
tanto
amate
ma
adesso
tanto
spesso
prostituite
e
orribili
;
sui
generi
della
narrazione
per
immagini
(
road
movie
,
documentario
,
poliziesco
,
musicale
,
farsesco
,
diaristico
)
e
sui
suoi
linguaggi
(
muto
,
sonoro
,
bianco
e
nero
,
colore
,
video
)
;
sulle
nuove
generazioni
e
sull
'
elettronica
che
trasforma
anche
i
bambini
in
cineasti
.
Non
è
un
film
difficile
:
si
può
conoscerlo
meglio
anche
leggendone
la
sceneggiatura
pubblicata
da
Ubulibri
a
cura
di
Mario
Sesti
.
I
concetti
danno
corpo
a
una
storia
.
Richiamato
con
urgenza
dall
'
amico
regista
Friedrich
Monroe
(
stesso
nome
e
stesso
interprete
,
Patrick
Bauchau
,
di
Lo
stato
delle
cose
)
,
il
tecnico
del
suono
Philip
Winter
(
stesso
nome
e
stesso
interprete
,
Rúdiger
Vogler
,
di
Fino
alla
fine
del
mondo
e
Così
lontano
,
così
vicino
)
si
mette
in
macchina
,
arriva
a
Lisbona
;
l
'
amico
è
scomparso
,
restano
la
città
bellissima
e
i
suoi
suoni
da
vedere
e
registrare
,
gangsters
e
bambini
da
incontrare
,
una
cantante
affascinante
da
amare
sinché
il
regista
non
riappare
.
Citazioni
di
Pessoa
,
epifania
aggraziata
e
spiritosa
di
Manoel
de
Oliveira
.
Lisbon
Story
si
apre
e
si
chiude
con
un
saluto
a
Fellini
che
se
n
'
è
andato
,
«
Ciao
Federico
»
:
può
essere
l
'
espressione
d
'
un
rimpianto
o
un
'
allusione
al
protofilm
di
crisi
d
'
un
regista
,
8
e
1/2
.
Speriamo
che
non
sia
un
addio
al
cinema
.
StampaQuotidiana ,
Prêt
-
à
-
porter
,
scritto
,
prodotto
e
diretto
da
Robert
Altman
,
non
è
bello
né
brutto
:
è
glamour
.
È
divertente
.
È
il
sogno
dei
Vip
-
maniaci
e
dei
giornali
fatto
film
.
È
due
ore
e
dieci
minuti
di
sfilate
di
moda
e
di
modelle
a
Parigi
,
di
facce
famose
,
abiti
importabili
,
isterismi
eleganti
,
amori
comici
,
modesti
cinismi
,
chiacchiere
,
atrocità
,
rivalità
lussuose
,
chiasso
,
cretinate
,
gioielli
,
shopping
compulsivo
,
odii
stupidi
.
Dolce
vita
anni
Novanta
,
Beautiful
a
Parigi
,
commedia
umana
,
irrisione
del
consumismo
,
analisi
dell
'
apparenza
scambiata
per
sostanza
,
condanna
dei
media
frenetici
,
esaltazione
del
corpo
,
parodia
del
vuoto
contemporaneo
,
voyeurismo
critico
?
Non
esageriamo
.
I
significati
sono
pochi
e
ovvii
:
non
s
'
aspettava
certo
Altman
per
deplorare
la
vanità
delle
vanità
né
per
predicare
un
ritorno
alla
sobrietà
ragionevole
.
Le
macchiette
sono
molte
.
I
momenti
pubblicitari
sono
più
che
un
sospetto
.
La
satira
è
impossibile
,
o
zoppa
:
come
prendere
in
giro
lo
spettacolo
parigino
,
già
in
sé
volutamente
autocaricaturale
,
delle
sfilate
di
moda
?
Ma
il
film
un
po
'
stancante
nell
'
insieme
è
ricco
,
brillante
:
una
farsa
con
mille
cose
da
guardare
e
tanti
visi
da
riconoscere
,
un
divertimento
,
una
vacanza
.
Lo
stile
di
Altman
è
come
sempre
frammentato
(
a
volte
sfilacciato
)
.
La
narrazione
orizzontale
destrutturata
,
complessa
e
sinuosa
,
segue
coralmente
numerosi
personaggi
in
varie
storie
intrecciate
:
niente
psicologie
,
soltanto
comportamenti
.
All
'
inizio
Marcello
Mastroianni
in
colbacco
contempla
il
profumo
Poison
(
Veleno
)
nella
vetrina
d
'
un
negozio
Dior
,
entra
,
compra
due
bruttissime
cravatte
identiche
:
ma
siamo
a
Mosca
,
sulla
Piazza
Rossa
.
Dal
Cremlino
alla
Tour
Eiffel
:
Mastroianni
,
italiano
divenuto
sarto
in
Russia
,
misterioso
ladro
di
valige
e
di
vestiti
altrui
,
è
un
personaggio
-
guida
attraverso
l
'
ambiente
tossico
delle
sfilate
parigine
.
Lui
siede
nella
limousine
nera
accanto
a
Jean
-
Pierre
Cassel
,
autorità
della
moda
che
si
strozza
mangiando
un
tramezzino
,
che
viene
creduto
vittima
d
'
assassinio
dai
poliziotti
Michel
Blanc
e
Jean
Rochefort
,
che
non
viene
pianto
dalla
moglie
Sophia
Loren
e
viene
rimpianto
dall
'
amante
stilista
Anouk
Aimée
:
quest
'
ultima
ha
i
suoi
guai
,
senza
dirle
nulla
il
figlio
Rupert
Everett
(
sposato
con
una
modella
nera
e
amante
della
sorella
gemella
della
moglie
)
ha
venduto
l
'
azienda
al
miliardario
texano
fabbricante
di
stivali
Lyle
Lovett
.
È
Mastroianni
a
rincontrare
Sophia
Loren
,
che
trentacinque
anni
prima
era
sua
moglie
e
che
gli
ripete
un
antico
spogliarello
(
alla
seconda
calza
nera
,
lui
s
'
addormenta
russando
)
.
È
Chiara
Mastroianni
l
'
assistente
del
secondo
personaggio
-
guida
,
la
giornalista
televisiva
Kim
Basinger
,
bionda
,
scema
e
bella
,
le
cui
interviste
permettono
d
'
incontrare
Cher
e
Belafonte
,
Lauren
Bacall
e
Stephen
Rea
,
tanti
stilisti
.
Intanto
il
compratore
di
Chicago
Danny
Aiello
e
la
sua
donna
Teri
Garr
s
'
abbandonano
alle
proprie
perversioni
:
lei
acquista
intere
boutiques
,
lui
si
veste
da
donna
in
tailleur
Chanel
rosa
.
Intanto
i
giornalisti
Julia
Roberts
e
Tim
Robbins
,
rimasti
senza
valigie
,
si
chiudono
nell
'
unica
camera
d
'
albergo
disponibile
e
fanno
l
'
amore
,
sospendendo
brevemente
solo
per
scrivere
articoli
copiati
dal
telegiornale
.
Nel
frattempo
...
La
storia
infinita
termina
con
una
sfilata
di
modelle
nude
.
Se
l
'
immagine
volesse
simboleggiare
una
condanna
degli
orpelli
,
una
scelta
di
rigore
,
sarebbe
tardiva
,
illusoria
:
da
un
pezzo
a
Parigi
le
modelle
sfilano
nude
,
e
nessuno
rinuncia
a
nulla
.
StampaQuotidiana ,
Un
film
inconsueto
,
bello
e
strano
,
sulla
faccia
triste
dell
'
America
e
sulla
fatica
di
vivere
.
Con
le
due
giovani
star
hollywoodiane
più
inquietanti
ed
eleganti
:
Johnny
Depp
,
Juliette
Lewis
.
Con
due
presenze
impressionanti
:
una
donna
enormemente
obesa
,
250
chili
,
che
da
sette
anni
non
esce
di
casa
,
che
dal
giorno
in
cui
suo
marito
scese
in
cantina
e
senza
dire
una
parola
s
'
impiccò
,
siede
immobile
su
un
divano
sfondato
mangiando
come
un
orco
,
fumando
,
guardando
la
tv
,
e
che
alla
fine
s
'
uccide
nel
modo
più
semplice
,
salendo
le
scale
e
facendosi
scoppiare
il
cuore
per
la
fatica
di
trascinare
l
'
immenso
corpo
;
un
diciottenne
ritardato
mentale
,
vivace
,
spericolato
e
ciarliero
come
un
bambino
piccolo
,
al
quale
bisogna
sempre
star
dietro
perché
non
combini
guai
.
Insieme
con
due
ragazze
pazienti
,
sono
questi
la
madre
e
i
fratelli
,
è
questa
la
famiglia
a
capo
della
quale
si
ritrova
Johnny
Depp
,
commesso
in
un
negozio
d
'
alimentari
d
'
un
paese
della
grande
America
rurale
piatta
(
«
descriverla
è
come
ballare
senza
musica
»
)
dove
le
uniche
fortunate
sono
le
automobili
sulla
strada
provinciale
:
«
Fanno
la
sola
cosa
che
c
'
è
da
fare
:
passano
e
se
ne
vanno
»
.
Il
film
magnificamente
recitato
,
tratto
da
un
romanzo
di
Peter
Hedges
,
racconta
benissimo
la
vita
aspra
del
giovane
uomo
:
doveri
,
pensieri
,
affanni
(
«
Devo
andare
»
è
il
suo
slogan
)
,
desolazione
,
esasperazione
,
mutilazione
dell
'
esistenza
,
fatica
,
obblighi
,
sogni
spezzati
,
ma
anche
affetti
autentici
,
momenti
d
'
allegria
e
di
festa
,
baci
d
'
amore
scambiati
in
fretta
(
«
Devo
andare
,
adesso
»
)
.
Alla
morte
della
madre
,
per
evitare
la
volgare
curiosità
altrui
verso
«
il
fenomeno
da
baraccone
»
,
i
figli
ne
inceneriscono
lo
sterminato
cadavere
dando
fuoco
alla
casa
,
bruciando
anche
tutto
il
passato
,
concedendosi
forse
una
possibilità
di
ricominciare
.
Lo
stile
,
il
sentimento
della
realtà
non
avvelenato
dall
'
assenza
di
speranza
,
la
sottigliezza
psicologica
unita
alla
semplicità
ironica
sono
le
caratteristiche
rare
di
Lasse
Hallström
.
Il
regista
svedese
cinquantenne
di
La
mia
vita
a
quattro
zampe
(
1985
)
,
trasferitosi
negli
Stati
Uniti
dopo
il
successo
mondiale
di
quel
film
,
autore
d
'
un
primo
film
americano
mai
uscito
in
Italia
,
Ancora
una
volta
con
Richard
Dreyfuss
e
Holly
Hunter
,
ha
molta
originalità
,
una
gran
qualità
di
narratore
realista
,
affettuoso
,
profondo
e
divertito
.
StampaQuotidiana ,
«
Sostiene
Pereira
»
è
l
'
intercalare
-
chiave
del
romanzo
di
Antonio
Tabucchi
pubblicato
da
Feltrinelli
dal
quale
il
film
è
tratto
:
il
narratore
riferisce
,
prendendo
un
poco
le
distanze
,
quanto
si
suppone
gli
sia
stato
raccontato
dal
protagonista
dottor
Pereira
,
anziano
redattore
della
pagina
culturale
del
quotidiano
portoghese
«
Lisboa
»
nel
1938
.
«
Sostiene
Pereira
»
è
l
'
espressione
che
ritma
i
capitoli
,
scandendo
la
vicenda
del
giornalista
cattolico
invecchiato
,
vedovo
e
solo
,
assediato
dal
pensiero
della
morte
,
amoroso
traduttore
di
narrativa
francese
e
amante
della
cultura
(
«
IO
credevo
che
la
letteratura
fosse
la
cosa
più
importante
»
)
,
uomo
onesto
ma
atono
che
rimane
estraneo
al
dramma
collettivo
dei
fascismi
europei
anni
Trenta
.
L
'
incontro
con
due
giovani
militanti
antifascisti
quasi
costringe
Pereira
a
guardare
la
realtà
di
violenza
,
di
repressione
e
di
censura
dello
«
Stato
nuovo
»
,
senza
più
Costituzione
né
libertà
,
del
dittatore
portoghese
Salazar
;
dapprima
resiste
(
«
Io
non
parteggio
,
non
voglio
guai
,
non
sono
dei
vostri
né
dei
loro
»
)
,
poi
acquista
coscienza
e
approda
concretamente
alla
consapevolezza
del
dovere
di
ciascuno
di
reagire
,
di
combattere
.
Più
che
un
dovere
,
una
necessità
di
sopravvivenza
.
Che
il
conflitto
riguardi
in
realtà
la
vita
della
libertà
contro
la
morte
dell
'
oppressione
è
testimoniato
da
una
mutazione
anche
fisica
del
protagonista
Marcello
Mastroianni
:
se
nella
passività
distratta
Pereira
risultava
vecchio
,
grasso
,
ansimante
,
assente
,
torpido
,
spaventato
dall
'
idea
della
fine
come
dalla
prospettiva
della
resurrezione
della
sua
troppa
carne
,
nella
reattività
fattiva
dimagrisce
,
smette
di
portare
giacca
e
cappello
,
con
passo
elastico
s
'
incammina
tra
la
gente
verso
un
'
altra
vita
.
Facile
?
Facile
.
Il
film
fedele
al
romanzo
,
dai
contenuti
alti
e
nobili
,
con
un
bravo
attore
,
benissimo
prodotto
(
ambientazione
,
costumi
,
luoghi
sono
impeccabili
)
non
arriva
a
darsi
uno
stile
cinematografico
equivalente
allo
stile
romanzesco
di
Tabucchi
,
ricorre
a
caratterizzazioni
o
a
espedienti
narrativi
primari
,
rimane
a
volte
inerte
.
Se
si
ricorda
Umberto
D
.
di
De
Sica
,
protofilm
sulla
presa
di
coscienza
d
'
un
vecchio
intellettuale
solitario
,
l
'
interpretazione
a
tratti
imbarazzata
di
Mastroianni
non
regge
il
confronto
.
Se
Sostiene
Pereira
è
illustrativo
,
didattico
,
scolastico
,
insegna
cose
essenziali
:
come
riconoscere
un
regime
dittatoriale
che
non
s
'
instaura
con
colpi
di
Stato
violenti
ma
s
'
insinua
sotto
l
'
apparenza
della
normalità
,
come
identificare
certi
meccanismi
autoritari
di
cui
i
cittadini
distratti
possono
non
accorgersi
e
una
autocensura
peggiore
della
censura
,
come
accettare
le
responsabilità
che
ognuno
porta
nella
perdita
della
libertà
.
StampaQuotidiana ,
Mel
Brooks
,
Whoopi
Goldberg
,
Daryl
Hannah
e
persino
il
miliardario
Donald
Trump
nella
parte
d
'
un
miliardario
compaiono
in
questo
film
per
bambini
piccoli
e
per
adulti
sofisticati
,
rifacimento
d
'
un
vecchio
classico
americano
di
gran
successo
.
Fu
Hal
Roach
,
il
produttore
dei
film
di
Harold
Llyod
e
di
Stanlio
e
011io
,
a
ideare
prima
del
cinema
sonoro
una
serie
di
brevi
slapstick
comedies
infantili
,
avventure
comiche
di
bambini
piccoli
cresciuti
sulla
strada
come
Il
monello
di
Chaplin
,
dirette
perlopiù
da
Robert
McGowan
,
chiamate
originariamente
Our
Gang
(
La
nostra
banda
)
.
Nate
a
metà
degli
anni
Venti
,
rimasero
popolari
anche
nei
Trenta
e
nei
Quaranta
;
nei
Cinquanta
rivissero
per
qualche
tempo
alla
tv
.
Ora
la
regista
cinquantenne
Penelope
Spheeris
le
rivisita
con
grazia
e
divertimento
,
con
una
intenerita
nostalgia
che
ha
forse
a
che
fare
con
la
propria
infanzia
terribile
:
figlia
del
proprietario
d
'
un
circo
itinerante
ex
campione
olimpionico
di
lotta
libera
,
aveva
sette
anni
quando
il
padre
fu
ucciso
a
coltellate
in
una
rissa
,
lasciando
i
quattro
figli
soli
con
la
madre
alcolizzata
appassionata
di
matrimoni
(
si
sposò
nove
volte
)
.
Gli
svelti
bambini
fra
i
quattro
e
i
nove
anni
sono
associati
in
un
Club
degli
Odiatori
di
Femmine
;
scoprono
con
raccapriccio
che
uno
di
loro
s
'
è
innamorato
della
seducente
bambina
Darla
e
non
può
fare
a
meno
di
corteggiarla
rivaleggiando
con
un
coetaneo
figlio
di
miliardario
(
«
Le
femmine
sono
come
le
brutte
canzoni
,
una
volta
che
ti
sono
entrate
in
testa
non
ne
escono
più
»
)
;
puniscono
il
traditore
,
ma
alla
fine
si
riconciliano
con
le
bambine
;
sono
in
conflitto
con
due
teppisti
di
undici
anni
durante
l
'
avventurosa
gara
di
go
-
kart
che
è
una
delle
competizioni
della
locale
fiera
annuale
.
Non
sono
piccoli
che
scimmiottano
i
grandi
ma
neppure
sono
bambini
realistici
,
risultano
più
autonomi
,
pragmatici
ed
energici
dei
veri
quattrenni
o
cinquenni
:
dall
'
anomalia
nasce
la
comicità
delle
loro
peripezie
spiritose
,
mentre
dalla
buona
realizzazione
nasce
l
'
elegante
piacevolezza
del
film
.
StampaQuotidiana ,
Thriller
convenzionale
e
interessante
,
ispirato
al
best
-
seller
americano
Crisis
in
a
Hot
Zone
nel
quale
Richard
Preston
,
cronista
scientifico
del
«
New
Yorker
»
,
riferiva
nel
1993
sull
'
apparizione
d
'
un
nuovo
virus
sconosciuto
arrivato
dalle
Filippine
contro
il
quale
s
'
era
trovata
a
combattere
nel
1989
una
coppia
di
virologi
dell
'
esercito
,
Gerard
e
Nancy
Jaax
.
Il
pericolo
d
'
un
virus
misterioso
venuto
da
Paesi
esotici
condensa
tanti
elementi
contemporanei
:
la
paura
de11'Aíds
,
naturalmente
,
ma
anche
la
pulsione
di
morte
,
l
'
interesse
collettivo
per
la
scienza
salvifica
o
mortifera
,
il
bisogno
spettacolare
d
'
inventarsi
nuovi
nemici
magari
interni
dopo
la
fine
del
comunismo
(
non
tutti
i
film
d
'
azione
possono
avere
come
avversari
i
narcotrafficanti
o
la
Cia
)
.
Il
film
Hollywood
contro
Virus
racconta
,
con
un
inizio
identico
a
quello
di
Aracnofobia
,
la
vicenda
d
'
un
virus
portato
dallo
Zaire
che
uccide
velocemente
e
velocemente
si
propaga
in
una
cittadina
californiana
.
A
fronteggiarlo
è
chiamato
l
'
esercito
,
nelle
sue
varianti
cattiva
,
semicattiva
e
buona
:
il
generale
cattivo
Donald
Sutherland
intende
risolvere
l
'
angoscioso
problema
con
l
'
Operazione
Tabula
Rasa
,
distruggendo
radicalmente
l
'
intera
cittadina
e
sopprimendone
i
duemilaseicento
abitanti
,
anche
per
coprire
vecchi
segreti
e
magagne
;
il
generale
meno
cattivo
Morgan
Freeman
non
è
d
'
accordo
,
ma
rispetta
le
gerarchie
e
sino
a
un
certo
punto
obbedisce
agli
ordini
ricevuti
;
lo
scienziato
militare
Dustín
Hoffman
vuoi
salvare
la
vita
al
maggior
numero
possibile
di
malati
ricercando
il
portatore
sano
del
virus
per
ricavarne
l
'
antidoto
,
e
a
questo
scopo
non
esita
a
disobbedire
agli
ordini
.
Un
dilemma
morale
(
quando
l
'
obbedienza
diventa
massacro
,
violarla
non
è
un
dovere
?
)
,
allarmanti
allusioni
all
'
uso
delle
armi
biologiche
da
parte
dell
'
esercito
americano
nel
passato
e
nel
presente
,
un
conflitto
coniugale
(
il
protagonista
e
la
scienziata
sua
moglie
sono
separati
,
ritrovano
armonia
nella
battaglia
comune
)
,
paesaggi
esotici
,
fantastiche
riprese
aeree
e
la
fotografia
perfetta
di
Michael
Ballhaus
si
uniscono
alla
tensione
del
thriller
catastrofico
-
sanitario
:
Hoffman
è
così
energico
ed
efficace
che
sembra
persino
alto
.
StampaQuotidiana ,
Circolano
in
questi
giorni
notizie
di
sondaggi
pre
-
elettorali
effettuati
per
conto
della
Democrazia
cristiana
i
cui
risultati
sarebbero
forieri
di
nuove
amarezze
per
il
partito
guidato
da
Amintore
Fanfani
.
Le
perdite
elettorali
nelle
regionali
di
primavera
sono
previste
,
pare
,
al
5
per
cento
:
che
,
unito
ai
cali
già
registrati
nel
referendum
,
in
Sardegna
e
nel
Trentino
,
basta
largamente
a
suscitare
il
panico
nelle
file
di
un
partito
da
tempo
diventato
una
macchina
per
la
conquista
di
posti
di
potere
e
di
sottogoverno
.
Da
ciò
la
ricerca
affannosa
di
nuove
direttive
,
e
di
mutamenti
negli
indirizzi
del
partito
che
valgano
ad
adeguarlo
alla
«
mutata
realtà
del
paese
»
,
e
a
consentirgli
di
essere
ancora
espressione
maggioritaria
di
una
società
alla
quale
non
sarebbero
più
adatti
i
metodi
che
nel
passato
hanno
assicurato
alla
Democrazia
cristiana
tanti
successi
.
Già
nell
'
adozione
di
questa
terminologia
vi
sono
i
segni
della
debolezza
o
meglio
,
dei
complessi
d
'
inferiorità
coltivati
,
nei
confronti
degli
avversari
,
da
un
partito
che
in
tal
modo
viene
ad
ammettere
apertamente
di
avere
per
trent
'
anni
governato
il
paese
con
criteri
adatti
a
una
società
arretrata
e
civilmente
inferiore
,
la
quale
soltanto
poteva
subire
i
suoi
metodi
e
la
sua
guida
,
non
più
accettabili
da
un
'
Italia
ormai
entrata
nel
novero
delle
moderne
società
industriali
.
Ammissioni
tanto
più
gravi
in
quanto
la
necessità
di
analoghe
revisioni
non
viene
in
alcun
modo
prevista
per
i
partiti
opposti
,
che
pur
si
richiamano
a
modelli
così
antiquati
e
astratti
di
sviluppo
civile
,
e
che
sono
in
tal
modo
autorizzati
ad
ammonire
e
sdottoreggiare
,
nonostante
le
delusioni
e
gli
inganni
di
cui
è
cosparsa
la
loro
storia
,
e
che
solo
la
debolezza
politica
e
ideale
della
Democrazia
cristiana
può
avere
consentito
di
dimenticare
.
E
questa
debolezza
ha
una
proiezione
quanto
mai
pericolosa
sul
terreno
pratico
,
appunto
nella
forma
che
assume
la
ricerca
del
recupero
dei
voti
perduti
o
che
si
teme
di
perdere
a
sinistra
.
Per
molti
e
autorevoli
esponenti
democristiani
i
successi
elettorali
registrati
da
socialisti
e
comunisti
sono
infatti
argomento
per
auspicare
un
ulteriore
spostamento
del
partito
verso
sinistra
,
che
consenta
di
disputare
i
voti
ai
partiti
marxisti
sul
terreno
stesso
della
socialità
,
e
di
meglio
esprimere
le
aspirazioni
dell
'
Italia
«
profondamente
mutata
»
di
questi
anni
.
V
'
è
qui
,
a
mio
avviso
,
germe
di
un
errore
di
analisi
storico
-
politica
atto
a
tradursi
in
indirizzi
politici
forieri
di
nuovi
disastrosi
insuccessi
.
Non
è
affatto
vero
,
in
realtà
,
che
i
mutamenti
verificatisi
in
seno
alla
società
italiana
negli
anni
del
«
miracolo
»
,
e
consolidatisi
pur
nella
cattiva
amministrazione
del
decennio
successivo
,
rendano
il
nostro
paese
più
atto
ad
accogliere
ricette
socialistiche
,
contrarie
a
una
sempre
più
elevata
differenziazione
e
articolazione
delle
strutture
sociali
.
Al
contrario
,
una
società
cresciuta
grazie
soprattutto
all
'
iniziativa
privata
,
vera
autrice
del
«
miracolo
»
degli
anni
cinquanta
,
è
una
società
che
la
diffusione
del
benessere
,
di
modi
di
vita
e
di
aspirazioni
borghesi
,
predispongono
alla
adozione
di
un
«
modello
di
sviluppo
»
occidentale
,
in
cui
la
creazione
di
più
solide
istituzioni
sociali
si
accompagna
a
un
continuo
incremento
e
innalzamento
dei
livelli
di
vita
individuale
.
Se
,
ciò
nonostante
,
si
è
avuta
negli
ultimi
anni
una
serie
di
successi
elettorali
della
sinistra
marxista
,
ciò
si
deve
in
primo
luogo
agli
eccezionali
vantaggi
offerti
ai
socialisti
dalla
loro
contemporanea
presenza
al
governo
e
all
'
opposizione
.
Intanto
,
sulla
scia
dell
'
ascesa
socialista
si
è
avuta
,
assai
più
importante
in
termini
reali
,
l
'
avanzata
comunista
;
e
al
soccorso
della
sinistra
marxista
è
poi
venuta
la
stessa
Democrazia
cristiana
,
con
gli
errori
di
una
direzione
politica
che
non
è
riuscita
a
incanalare
le
energie
espansive
della
società
italiana
verso
sbocchi
adeguati
,
e
che
ha
finito
per
essere
praticamente
ridotta
alla
paralisi
da
una
politica
di
resa
che
l
'
ha
privata
di
gran
parte
dei
suoi
strumenti
di
azione
.
La
prospettiva
di
una
concorrenza
con
i
partiti
marxisti
sul
loro
terreno
promette
solo
un
ulteriore
aggravamento
di
tali
errori
.
Una
Democrazia
cristiana
che
arieggi
il
socialismo
non
può
infatti
non
essere
battuta
nel
confronto
con
i
socialisti
di
tradizione
più
antica
;
e
l
'
esito
del
raffronto
spingerà
ancora
più
verso
sinistra
gli
elettori
cattolici
esposti
a
quelle
prove
.
Senza
contare
il
grosso
degli
elettori
moderati
,
che
resteranno
ancora
più
disgustati
e
sfiduciati
e
il
cui
sbandamento
si
tradurrà
,
ancora
prima
che
in
perdite
elettorali
,
in
un
'
ulteriore
debolezza
politica
e
morale
del
partito
,
che
avrà
poi
sanzioni
gravissime
sul
terreno
elettorale
.
A
parte
le
molte
riserve
da
fare
sull
'
illusione
che
comunque
,
dopo
la
crisi
del
movimento
sociale
,
a
questi
elettori
non
resterebbero
alternative
a
destra
,
resta
il
fatto
che
anche
le
perdite
a
sinistra
sono
destinate
ad
accrescersi
man
mano
che
la
Democrazia
cristiana
fornisce
nuove
prove
della
sua
debolezza
e
incertezza
,
della
sua
incapacità
di
essere
fedele
a
se
stessa
e
alla
fisionomia
con
la
quale
si
presenta
davanti
al
paese
:
perché
,
se
è
vero
che
nulla
ha
successo
come
il
successo
,
è
anche
vero
che
nulla
accresce
l
'
insuccesso
come
il
cedimento
morale
e
la
rassegnazione
alla
sconfitta
.
La
via
da
seguire
è
invece
quella
opposta
che
a
un
partito
di
governo
è
segnata
anzitutto
dalla
sua
posizione
e
dalla
sua
responsabilità
:
la
via
,
cioè
,
del
ben
governare
,
della
formulazione
di
chiari
obiettivi
politici
,
e
della
raccolta
intorno
a
essi
di
consensi
sufficienti
attraverso
realizzazioni
giustificate
e
valorizzate
dalla
forza
delle
proprie
convinzioni
.
Un
partito
che
si
trovi
a
governare
un
paese
ricco
tuttora
di
enormi
energie
potenziali
come
l
'
Italia
ha
compiti
e
possibilità
immense
davanti
a
sé
.
Se
riuscirà
a
far
marciare
l
'
economia
,
a
difendere
gli
interessi
generali
dall
'
aggressione
dei
gruppi
particolari
,
a
realizzare
giuste
riforme
secondo
una
severa
scala
di
priorità
,
pubblicamente
discussa
e
chiaramente
motivata
,
esso
potrà
conservare
ancora
a
lungo
la
sua
funzione
di
guida
,
che
oggi
appare
compromessa
soprattutto
dalla
ininterrotta
serie
di
debolezze
e
di
cedimenti
che
ha
caratterizzato
la
sua
storia
negli
ultimi
dieci
anni
.
StampaQuotidiana ,
Nella
generale
confusione
che
caratterizza
,
come
sempre
,
il
quadro
democristiano
,
le
recenti
proposte
operative
dell
'
onorevole
Fanfani
sono
valse
,
quanto
meno
,
a
mettere
meglio
in
evidenza
i
temi
e
i
contrasti
di
fondo
che
caratterizzano
la
vita
del
partito
.
Dove
le
riflessioni
suscitate
dai
recenti
dibattiti
sul
«
compromesso
storico
»
e
sull
'
«
anno
degasperiano
»
avevano
portato
solo
una
luce
ambigua
e
incompleta
,
l
'
iniziativa
del
segretario
della
Democrazia
cristiana
e
le
reazioni
delle
altre
componenti
politiche
sono
invece
riuscite
a
mettere
sotto
gli
occhi
di
tutti
i
significati
e
le
conseguenze
ultime
delle
scelte
che
sono
davanti
al
partito
e
al
paese
.
Da
una
precisa
consapevolezza
degli
insegnamenti
che
ne
derivano
,
la
chiarezza
e
la
sincerità
della
lotta
politica
hanno
tutto
da
guadagnare
.
Quando
,
il
5
giugno
1944
,
la
folla
dei
romani
affluì
in
piazza
San
Pietro
a
testimoniare
,
dopo
dieci
mesi
di
occupazione
nazista
,
la
sua
gratitudine
al
Pontefice
,
sembrò
a
qualcuno
che
si
rinnovasse
ciò
che
era
accaduto
quindici
secoli
prima
,
con
i
cittadini
di
Roma
invocanti
da
San
Leone
Magno
l
'
ultima
protezione
da
Attila
.
E
in
realtà
nel
crollo
di
tutto
ciò
che
restava
,
come
ideologia
e
struttura
politica
,
dello
Stato
laico
italiano
,
la
Chiesa
parve
allora
,
agli
occhi
di
molti
,
la
sola
forza
ancora
in
grado
di
fornire
un
quadro
organizzativo
e
una
guida
spirituale
al
paese
,
colpito
da
una
delle
crisi
più
profonde
della
sua
storia
.
La
ripresa
politica
,
sotto
nuova
guida
e
nuove
bandiere
,
fu
più
agevole
per
quei
vasti
strati
popolari
che
,
pur
avendo
aderito
al
fascismo
in
misura
assai
più
larga
di
quanto
la
corrente
agiografia
populista
non
sia
disposta
ad
ammettere
,
trovavano
adesso
nella
lotta
della
Resistenza
un
nuovo
inquadramento
e
una
nuova
coscienza
di
vittoria
sugli
antichi
avversari
di
classe
.
Ma
il
dramma
più
profondo
fu
quello
della
borghesia
italiana
,
che
già
nel
1922
aveva
vissuto
in
prima
persona
il
crollo
dello
Stato
liberale
,
e
che
adesso
vedeva
travolti
,
nel
1943-45
,
gli
ultimi
resti
dello
Stato
risorgimentale
da
essa
creato
.
Furono
questi
ceti
e
queste
forze
a
conferire
alla
Chiesa
la
funzione
di
baluardo
anticomunista
,
nel
quadro
di
un
'
Italia
lacerata
da
nuove
e
più
violente
tensioni
sociali
,
e
di
un
'
Europa
sulla
quale
gravava
minacciosa
l
'
ossessione
sanguinaria
del
Gulag
staliniano
.
Toccò
in
tal
modo
alla
Democrazia
cristiana
,
sostenuta
dalla
Chiesa
,
l
'
eredità
dei
vecchi
partiti
moderati
,
che
rapidamente
la
condusse
al
vertice
del
sistema
politico
italiano
e
che
ve
l
'
ha
conservata
per
un
trentennio
.
Si
trattava
,
però
,
di
un
'
investitura
che
i
vasti
strati
della
borghesia
italiana
avevano
conferito
in
primo
luogo
alla
Chiesa
,
e
solo
indirettamente
e
per
suo
tramite
ai
politici
del
vecchio
partito
popolare
che
si
erano
nuovamente
riuniti
intorno
ad
Alcide
De
Gasperi
e
ai
nuclei
cattolici
di
più
recente
formazione
che
a
essi
si
erano
aggregati
.
Sta
in
ciò
la
radice
dei
complessi
rapporti
fra
i
quadri
del
cattolicesimo
politico
e
l
'
elettorato
democristiano
.
Anzitutto
fin
dal
referendum
istituzionale
,
il
partito
è
sempre
apparso
sensibilmente
spostato
a
sinistra
rispetto
all
'
elettorato
;
e
alcuni
degli
esponenti
più
significativi
della
nuova
dirigenza
cattolica
si
sono
addirittura
staccati
dalla
Democrazia
cristiana
e
sono
confluiti
nel
partito
comunista
.
Quelli
rimasti
nelle
file
della
Democrazia
cristiana
,
e
variamente
qualificati
cattolici
integralisti
,
sociali
o
«
di
sinistra
»
,
hanno
portato
nella
vita
del
partito
una
serie
di
istanze
critiche
e
di
stimoli
sociali
e
religiosi
che
gli
hanno
impedito
di
ripiegare
su
vecchie
posizioni
clerico
-
moderate
,
hanno
costituito
una
solida
garanzia
contro
le
ricorrenti
nostalgie
di
sbandamenti
a
destra
,
e
hanno
insomma
conferito
al
movimento
caratteri
di
modernità
e
fermenti
ideali
che
sono
stati
finora
un
elemento
condizionante
della
sua
esistenza
.
Ma
è
un
fatto
di
tutta
evidenza
che
non
a
questo
tipo
di
sollecitazioni
la
Democrazia
cristiana
deve
il
consenso
di
cui
essa
ha
finora
goduto
in
settori
estesissimi
della
società
italiana
,
ma
piuttosto
alla
sua
attitudine
a
inquadrarne
le
esigenze
di
graduale
progresso
in
una
struttura
democratica
individualistica
di
tipo
liberale
.
Non
è
stato
certo
l
'
ideale
di
una
democrazia
sociale
di
tipo
cristiano
-
che
del
resto
non
è
mai
riuscita
a
definirsi
con
precisione
nei
confronti
di
quella
socialista
,
e
di
cui
anzi
la
più
recente
cultura
cattolica
ha
finito
per
negare
anche
la
teorica
legittimità
-
a
convogliare
sulla
Democrazia
cristiana
i
milioni
di
voti
che
finora
essa
ha
raccolto
nelle
consultazioni
politiche
.
Il
merito
del
partito
è
da
vedere
nella
capacità
che
esso
ha
dimostrato
di
farsi
espressione
di
esigenze
che
vanno
molto
al
di
là
di
quelle
proprie
del
cattolicesimo
militante
;
e
i
suoi
titoli
maggiori
sul
piano
storico
stanno
nel
contribuito
decisivo
che
esso
ha
dato
alla
ricostruzione
e
al
progresso
del
paese
come
moderna
democrazia
industriale
,
libera
da
condizionamenti
confessionali
e
orientata
su
modelli
di
progresso
attinti
alla
migliore
cultura
occidentale
.
Lo
stesso
sganciamento
della
Chiesa
dall
'
impegno
anticomunista
dell
'
immediato
dopoguerra
,
dopo
Giovanni
XXIII
e
il
concilio
,
è
valso
ad
agevolare
alla
Democrazia
cristiana
la
conquista
di
una
sempre
più
completa
autonomia
sul
piano
politico
,
e
dunque
a
caratterizzarla
vieppiù
come
partito
di
democrazia
senza
aggettivi
e
connotazioni
confessionali
.
Ma
ciò
che
la
sinistra
democristiana
ha
sempre
messo
in
discussione
in
passato
,
e
con
maggior
vigore
nella
fase
di
difficoltà
seguita
al
12
maggio
,
è
appunto
il
diritto
del
partito
a
restare
fedele
alla
vocazione
con
la
quale
ha
finora
operato
sulla
scena
italiana
.
Per
molti
anni
queste
sollecitazioni
hanno
avuto
solo
una
funzione
di
stimolo
,
benefico
entro
certi
limiti
:
ma
ciò
che
caratterizza
il
periodo
più
recente
,
a
partire
dal
1968
,
sono
appunto
le
crescenti
incertezze
sulla
capacità
del
partito
cattolico
nel
suo
insieme
di
restare
fedele
a
quella
vocazione
e
di
soddisfare
in
tal
modo
le
attese
del
suo
elettorato
.
Le
debolezze
culturali
del
movimento
cattolico
,
diviso
tra
una
sinistra
idealmente
assoggettata
all
'
egemonia
marxista
,
e
uno
schieramento
moderato
legato
a
una
cultura
meramente
tecnico
-
pratica
e
a
tradizioni
di
spregiudicato
esercizio
del
potere
,
sono
all
'
origine
di
questa
crisi
politica
e
ideale
della
Democrazia
cristiana
,
e
della
insufficienza
con
cui
essa
ha
assolto
il
suo
ruolo
nel
quadro
dell
'
alleanza
di
centrosinistra
.
I
riflessi
che
tutto
ciò
ha
avuto
a
livello
dell
'
attività
di
governo
sono
stati
un
fattore
non
secondario
della
crisi
attuale
del
paese
.
La
rottura
dell
'
unità
politica
dei
cattolici
avrebbe
per
la
stabilità
della
democrazia
italiana
conseguenze
imprevedibili
,
che
la
renderebbero
,
ai
nostri
occhi
,
assai
pericolosa
per
il
paese
.
Ma
nel
caso
che
un
simile
evento
,
non
a
caso
auspicato
da
tutti
gli
avversari
del
partito
cattolico
,
o
anche
solo
una
drastica
riduzione
dei
suffragi
elettorali
,
dovesse
aver
luogo
,
è
bene
che
i
suoi
fautori
,
e
gli
uomini
della
sinistra
cattolica
in
particolare
,
sappiano
che
sotto
la
bandiera
del
cattolicesimo
progressista
non
resterebbe
quel
35
per
cento
dei
voti
che
l
'
on.
Amendola
ha
prospettato
in
un
suo
scritto
recente
(
ma
forse
è
solo
questione
di
una
virgola
dimenticata
)
,
ma
una
frazione
assai
più
ridotta
.
Quanto
sia
scarsa
l
'
attrazione
che
le
tesi
politico
-
sociali
dei
Donat
Cattin
,
Marcora
o
De
Mita
esercitano
sull
'
elettorato
democristiano
,
nessuno
sa
meglio
degli
interessati
;
e
non
a
caso
le
più
vive
resistenze
a
questo
genere
di
prospettive
sono
sempre
venute
dal
gruppo
parlamentare
democristiano
,
a
più
stretto
contatto
con
l
'
elettorato
,
e
più
sensibile
ai
suoi
umori
.
Una
scelta
di
tal
genere
significherebbe
,
infatti
,
da
parte
della
Democrazia
cristiana
,
la
definitiva
rinuncia
alla
funzione
storica
di
erede
del
moderatismo
liberale
che
essa
ha
svolto
finora
.
Se
una
tale
scelta
verrà
compiuta
,
prospettive
interamente
nuove
si
apriranno
alle
grandi
masse
degli
elettori
borghesi
-
cioè
dello
strato
più
esteso
della
società
italiana
-
che
vedrebbero
così
tradita
la
fiducia
che
da
decenni
hanno
riposto
nel
partito
cattolico
;
e
compiti
di
fondamentale
importanza
si
porranno
ai
partiti
democratici
laici
.
Spetterà
in
primo
luogo
all
'
iniziativa
politica
di
questi
partiti
assumere
o
riassumere
nella
vita
del
nostro
paese
le
funzioni
che
il
partito
dello
scudo
crociato
non
potrà
o
non
vorrà
più
svolgere
.
Con
questo
non
si
propone
un
ritorno
dei
partiti
di
centro
alle
formule
superate
del
vecchio
moderatismo
.
Tra
le
istanze
conservatrici
rappresentate
nel
partito
liberale
,
i
fermenti
di
riformismo
democratico
promossi
dai
repubblicani
e
le
istanze
,
ineliminabili
nella
moderna
società
industriale
,
di
cui
è
portatrice
la
socialdemocrazia
,
i
partiti
laici
,
che
possono
fra
l
'
altro
riferirsi
alla
tradizione
culturale
più
ricca
di
cui
tuttora
disponga
il
nostro
paese
,
hanno
un
respiro
ideale
e
programmatico
atto
a
incanalare
le
forze
maturate
in
un
trentennio
di
crescita
economica
e
civile
del
nostro
paese
sulle
strade
di
un
ordinato
progresso
democratico
.
Spetta
alla
Democrazia
cristiana
,
sotto
la
cui
guida
quella
crescita
si
è
realizzata
,
di
assicurare
le
condizioni
necessarie
perché
gli
elettori
continuino
a
guardare
a
essa
anche
come
garanzia
del
progresso
avvenire
.
StampaQuotidiana ,
A
vedere
certi
libri
scolastici
e
certe
trasmissioni
televisive
sul
tipo
di
quella
che
G
7
dedicò
tempo
fa
ai
fatti
di
Pontelandolfo
nel
1861
,
c
'
è
da
chiedersi
quale
idea
si
saranno
ormai
fatta
gli
italiani
della
storia
del
proprio
paese
.
Non
parliamo
degli
studiosi
di
storia
o
di
coloro
che
possiedono
una
cultura
storica
di
un
certo
livello
:
ma
della
grande
maggioranza
,
le
cui
conoscenze
intorno
al
passato
si
riassumono
in
alcune
residue
nozioni
scolastiche
e
in
una
serie
di
informazioni
attinte
nelle
occasioni
più
disparate
che
tuttavia
sono
,
per
i
più
,
il
solo
patrimonio
di
cultura
politica
con
il
quale
essi
affrontano
la
realtà
del
proprio
paese
.
Appunto
costoro
sono
stati
oggetto
,
ormai
da
qualche
decennio
,
di
una
sistematica
aggressione
intellettuale
,
volta
a
propagandare
una
visione
della
storia
dell
'
Italia
moderna
,
dal
Risorgimento
alla
Resistenza
,
che
chiaramente
risponde
ai
disegni
e
all
'
esigenza
di
auto
-
giustificazione
della
sinistra
marxista
,
all
'
offensiva
in
questo
come
in
tanti
altri
settori
.
In
questa
prospettiva
il
Risorgimento
figura
come
l
'
opera
di
una
minoranza
moderata
mirante
soprattutto
a
conservare
,
al
di
là
del
preteso
inserimento
dell
'
Italia
nel
circuito
dell
'
Europa
moderna
e
della
creazione
di
uno
Stato
liberale
,
ingiustificati
poteri
e
privilegi
contro
la
minaccia
della
sovversione
sociale
.
Mazzini
è
ricordato
essenzialmente
per
il
suo
rifiuto
d
'
identificare
la
rivoluzione
nazionale
con
la
rivoluzione
contadina
.
Garibaldi
rimane
il
solo
autentico
eroe
popolare
,
destinato
però
,
dallo
scarso
discernimento
politico
,
a
restar
vittima
dell
'
astuta
diplomazia
dei
moderati
.
Nel
Sud
,
lo
Stato
liberale
ereditò
il
peggio
della
monarchia
borbonica
,
la
rivolta
del
brigantaggio
fu
un
equivalente
della
lotta
partigiana
e
i
bersaglieri
italiani
degni
precursori
delle
SS
naziste
.
Per
il
resto
,
l
'
Italia
unita
ha
solo
da
elencare
una
serie
di
tradimenti
dell
'
ideale
liberale
,
di
lotte
sociali
brutalmente
represse
e
di
guerre
ingiuste
e
sfortunate
,
da
ultimo
culminate
nella
catastrofe
della
seconda
guerra
mondiale
.
Dalla
quale
emerse
la
Resistenza
,
solo
momento
investito
da
una
luce
senza
macchia
,
che
consentì
alle
masse
degli
esclusi
e
alle
vittime
di
tutta
la
storia
precedente
di
prendere
finalmente
in
mano
il
proprio
destino
.
La
quale
Resistenza
,
poi
,
viene
bensì
esaltata
come
momento
unitario
e
nazionale
di
lotta
contro
l
'
invasore
straniero
e
contro
il
fascismo
:
ma
in
quanto
portatrice
di
aspirazioni
e
di
valori
che
solo
nella
sinistra
di
classe
trovano
una
legittima
espressione
.
E
si
vedano
i
recenti
episodi
in
cui
esponenti
della
Resistenza
appartenenti
a
tendenze
diverse
(
e
magari
a
quelle
che
nelle
competizioni
elettorali
raccolgono
i
consensi
della
maggioranza
degli
italiani
)
sono
stati
violentemente
zittiti
ed
esclusi
dalle
manifestazioni
.
Obiettivo
di
questa
grande
operazione
politico
-
culturale
è
la
graduale
separazione
degli
italiani
dalla
propria
storia
,
attraverso
la
recisione
di
quel
vivente
legame
con
l
'
opera
di
ieri
che
solo
può
dar
senso
all
'
opera
delle
generazioni
odierne
,
e
indirizzarla
a
un
avvenire
che
abbia
significato
.
Un
paese
idealmente
separato
dal
proprio
passato
è
infatti
un
paese
in
crisi
d
'
identità
e
dunque
potenzialmente
disponibile
,
senza
valori
da
cui
trarre
ispirazione
e
senza
quel
sentimento
di
fiducia
in
se
stesso
che
nasce
dalla
coscienza
di
uno
svolgimento
coerente
in
cui
il
passato
si
pone
come
premessa
e
garanzia
del
futuro
.
Certo
,
non
si
tratta
solo
di
un
'
operazione
artificiale
e
studiata
a
tavolino
.
Essa
ha
trovato
rispondenza
nella
profonda
crisi
della
coscienza
nazionale
che
è
sorta
dal
trauma
della
seconda
guerra
mondiale
e
che
ha
dato
a
molti
italiani
la
sensazione
di
appartenere
a
un
paese
irrimediabilmente
sbagliato
.
Per
uscire
dalla
crisi
alcune
forze
politiche
e
culturali
si
sono
richiamate
alla
migliore
tradizione
del
paese
,
da
riprendere
e
portare
avanti
nella
creazione
di
un
'
Italia
nuova
capace
di
trovare
in
se
stessa
le
forze
necessarie
a
superare
le
deviazioni
del
passato
.
Contro
questa
visione
,
che
salva
l
'
unità
della
storia
nazionale
,
la
sinistra
marxista
e
una
parte
della
cultura
cattolica
,
ancora
vittima
dei
vecchi
rancori
antirisorgimentali
,
hanno
invece
sviluppato
una
decisa
ipotesi
di
rottura
;
facendo
leva
su
quei
soli
momenti
della
storia
del
nostro
paese
,
dalla
resistenza
dei
ceti
contadini
al
rifiuto
del
mondo
cattolico
alle
lotte
operaie
,
che
in
realtà
si
contrappongono
alla
storia
realmente
accaduta
come
possibilità
di
una
storia
alternativa
,
non
realizzata
in
passato
ma
realizzabile
in
avvenire
.
Visione
grossolana
e
astratta
,
che
recide
nessi
in
realtà
ineliminabili
tra
le
diverse
componenti
dello
sviluppo
storico
del
paese
,
e
che
oggi
non
trova
riscontro
neppure
nella
storiografia
marxista
di
un
certo
livello
:
ma
alla
quale
le
forze
che
credono
in
un
diverso
avvenire
del
paese
hanno
il
dovere
di
contrapporre
la
visione
,
storicamente
più
fondata
e
più
matura
,
del
graduale
sviluppo
che
,
dal
rinnovamento
settecentesco
al
miracolo
economico
,
ha
condotto
il
nostro
paese
a
prendere
il
suo
posto
tra
i
grandi
membri
della
società
democratica
occidentale
.