StampaQuotidiana ,
Fine
dell
'
anno
scolastico
.
Anche
il
discorso
sulla
scuola
ha
non
poche
note
tristi
,
ma
almeno
non
gronda
sangue
,
non
è
tragico
come
quello
sulle
bombe
e
sui
sequestri
di
persone
,
non
ci
fa
evocare
l
'
abisso
della
svalutazione
totale
della
lira
.
Bilancio
di
ventotto
anni
di
Repubblica
.
Non
si
può
riassumere
in
poche
righe
.
Partiamo
dalla
base
.
Non
si
è
dato
sufficiente
rilievo
alla
scuola
materna
,
che
diviene
sempre
più
necessaria
,
man
mano
che
cresce
il
numero
delle
madri
lavoratrici
;
e
non
ci
si
è
chiesto
se
per
questa
scuola
non
occorressero
insegnanti
di
prim
'
ordine
,
a
non
ridurle
a
custodia
dei
piccoli
ed
all
'
apprendimento
di
pochi
esercizi
.
Peraltro
proprio
la
visione
di
quel
che
può
essere
una
scuola
materna
con
insegnanti
che
abbiano
il
senso
della
missione
,
l
'
amore
che
genera
tanta
pazienza
,
e
la
comprensione
di
piccoli
esseri
così
diversi
tra
loro
-
gl
'
introversi
,
gli
spavaldi
,
i
timidi
,
gli
angosciati
,
i
ridanciani
-
mi
avverte
della
impossibilità
di
creare
una
rete
adeguata
lungo
tutta
l
'
Italia
.
Mi
chiedo
se
non
sarebbe
occorso
restringere
lo
sforzo
alle
zone
d
'
immigrazione
interna
:
non
avendo
paura
delle
parole
(
come
si
usa
volentieri
il
termine
«
ghetti
»
)
,
scuole
materne
per
i
figli
degl
'
immigrati
;
con
maestre
della
loro
regione
,
ma
provette
,
che
parlassero
il
dialetto
,
e
l
'
italiano
senza
accenti
regionali
;
e
che
abituassero
questi
piccoli
ad
un
bilinguismo
,
ciò
che
sembra
sia
facile
,
a
giudicare
dalle
famiglie
dove
i
due
coniugi
sono
di
nazionalità
diversa
o
dove
c
'
è
una
bambinaia
straniera
;
ed
i
figli
vengono
su
con
l
'
acquisizione
naturale
di
due
lingue
.
Al
grado
immediatamente
superiore
le
elementari
:
che
mi
paiono
ancora
il
frutto
più
sano
di
tutto
l
'
albero
scolastico
.
Certo
diviene
sempre
più
raro
il
maestro
che
risiede
nel
paese
,
e
ch
'
era
un
elemento
vivificatore
dei
villaggi
e
delle
borgate
;
in
un
raggio
di
poco
men
di
cento
chilometri
dalla
città
o
dalla
cittadina
,
il
maestro
difficilmente
si
adatta
a
vivere
nel
paesello
;
diviene
sporadico
quegli
che
seguiva
due
generazioni
,
che
nel
nuovo
allievo
vedeva
riflesso
il
padre
qual
era
venticinque
anni
prima
,
e
gli
era
tanto
più
facile
comprendere
il
bambino
.
Ma
nell
'
insieme
mi
sembra
che
le
scuole
elementari
funzionino
ancora
bene
;
e
credo
che
dappertutto
si
sia
abbandonata
la
retorica
di
un
tempo
,
le
immagini
idilliache
della
famiglia
modello
e
dell
'
ottimo
ragazzo
,
l
'
insegnamento
cerchi
di
seguire
il
bambino
in
quella
che
è
già
la
sua
esperienza
,
nei
discorsi
che
sentirà
a
casa
:
problemi
di
lavoro
,
difficoltà
economiche
,
scioperi
,
violenze
.
Qui
pure
l
'
insegnamento
ai
bambini
è
una
missione
,
il
dono
di
essere
buon
maestro
è
una
grazia
,
e
nessun
corso
di
pedagogia
può
darla
(
né
nascondo
il
mio
scetticismo
per
le
integrazioni
di
psicologi
;
ho
fiducia
solo
nella
comprensione
che
viene
dalla
bontà
intelligente
,
dall
'
affetto
)
.
Spero
che
dell
'
insegnamento
di
don
Milani
si
sia
colto
quel
punto
dell
'
allargare
il
vocabolario
,
della
differenziazione
sociale
che
importa
il
vocabolario
ristretto
;
e
che
s
'
insegni
soprattutto
a
parlare
chiaro
.
Non
compiti
sulla
bella
giornata
di
primavera
,
ma
la
letterina
all
'
amministratore
del
condominio
per
dire
che
piove
in
casa
,
o
la
lettera
al
padre
emigrato
per
dargli
una
sommaria
cronaca
della
vita
familiare
.
Gradino
più
su
,
la
scuola
media
.
Penso
che
nel
'62
il
Governo
adempisse
ad
un
dovere
di
prestigio
nazionale
,
in
un
punto
in
cui
vi
sono
sensibile
,
portando
il
limite
di
età
per
l
'
istruzione
obbligatoria
al
livello
in
cui
è
nelle
altre
nazioni
;
e
se
qualcuno
obiettasse
che
in
un
Paese
ove
ancora
vengono
su
analfabeti
e
semianalfabeti
,
che
si
sono
fermati
alla
prima
od
alla
seconda
elementare
,
meglio
sarebbe
valso
concentrare
ogni
sforzo
perché
tutte
le
cinque
classi
elementari
fossero
da
tutti
frequentate
,
darei
una
risposta
molto
semplice
:
ch
'
era
impossibile
perseguire
in
tutti
i
quartieri
,
villaggi
,
campagne
d
'
Italia
,
i
poverissimi
,
i
primitivi
,
le
mamme
che
tengono
a
casa
la
bambina
di
otto
anni
perché
assista
il
piccolo
che
non
cammina
;
come
cercarli
uno
ad
uno
,
sussidiarli
o
togliere
il
bambino
che
non
frequenta
per
metterlo
in
un
collegio
?
Impossibilità
assoluta
.
Solo
a
mio
avviso
,
meglio
sarebbe
stato
creare
,
in
luogo
della
scuola
media
,
la
sesta
settima
ed
ottava
classe
elementare
;
con
quel
programma
,
d
'
insegnare
ad
esporre
chiaramente
il
proprio
pensiero
,
di
dare
una
visione
non
proprio
nebulosa
di
ciò
ch
'
è
lo
Stato
,
di
quel
che
sono
i
partiti
ed
i
sindacati
,
una
prima
nozione
delle
assicurazioni
sociali
,
d
'
insegnare
a
leggere
un
orario
ferroviario
od
a
riempire
un
modulo
per
un
versamento
in
banca
,
quei
rudimenti
di
contabilità
,
che
occorrono
al
piccolo
bottegaio
od
al
garagista
:
e
dattilografia
e
stenografia
:
se
possibile
,
una
lingua
,
francese
o
inglese
o
tedesco
.
Perché
avrei
voluto
ancora
classi
elementari
?
Per
quella
mia
fede
nell
'
opera
dello
stesso
maestro
che
accompagna
per
il
più
lungo
tratto
di
strada
;
ed
anche
perché
se
sono
pochi
i
maestri
che
risiedono
,
notevolmente
più
scarso
è
quello
degl
'
insegnanti
di
scuole
medie
;
ma
soprattutto
per
una
ragione
psicologica
,
perché
da
Roma
in
giù
,
almeno
,
il
ragazzo
che
ha
frequentato
la
scuola
media
si
sente
defraudato
se
non
ha
poi
il
suo
tavolo
d
'
impiegato
,
se
dovrà
essere
operaio
(
non
diciamo
agricoltore
)
.
Non
sono
convinto
che
dovesse
crearsi
un
'
unica
scuola
per
chi
non
continuava
oltre
e
per
chi
continuava
;
sono
rari
in
meccanica
i
pezzi
fine
a
sé
stessi
e
al
tempo
stesso
suscettibili
di
divenir
parte
di
più
complessi
meccanismi
.
Ricordo
solo
la
vecchia
scuola
tecnica
che
all
'
inizio
del
secolo
fornì
schiere
d
'
impiegati
di
banca
,
di
rappresentanti
di
commercio
,
di
ufficiali
postali
,
cancellieri
,
ma
che
consentiva
di
proseguire
fin
verso
le
lauree
in
matematica
ed
ingegneria
.
Comunque
qui
premeva
sul
Governo
l
'
esigenza
politica
,
che
non
ci
fosse
la
«
scuola
dei
signori
»
,
l
'
idea
di
una
fusione
di
ceti
che
si
formi
sui
banchi
di
scuola
,
là
dove
televisione
,
passione
sportiva
,
passione
per
l
'
automobile
sono
stati
i
più
efficaci
strumenti
di
avvicinamento
.
Avrei
voluto
escluso
del
tutto
il
latino
dalla
scuola
media
(
per
chi
segua
gli
studi
classici
si
può
apprenderlo
in
cinque
anni
,
come
il
greco
)
,
ed
insistito
di
più
su
quegli
elementi
cui
ho
accennato
.
Comunque
elementari
e
scuola
media
soffrono
naturalmente
di
tutti
i
mali
della
vita
nazionale
-
indisciplina
,
inconcludenti
assemblee
,
paura
di
fare
scontenti
allievi
e
famiglia
con
le
riprovazioni
(
ministri
,
provveditori
,
presidi
,
raccomandano
di
promuovere
tutti
)
,
impossibilità
di
aiutare
chi
ne
avrebbe
bisogno
con
classi
differenziali
,
perché
sarebbe
mortificarli
,
rarità
d
'
insegnanti
che
si
offrano
per
ore
suppletive
,
e
se
si
offrono
protestano
i
bidelli
,
scarsità
di
locali
e
doppi
turni
-
ma
nell
'
insieme
non
li
direi
organi
malati
od
inerti
.
Il
peggio
lo
scorgerei
più
in
alto
.
StampaQuotidiana ,
Di
fronte
ai
centoquattro
anni
che
segnarono
la
vita
del
Concordato
napoleonico
,
ai
duecentosettantacinque
durante
cui
ebbe
vigore
quello
di
Francesco
I
,
quaranta
sono
una
ancor
piccola
età
.
Però
molti
dei
concordati
conchiusi
durante
il
pontificato
di
Pio
XI
,
che
scorgeva
in
essi
una
garanzia
per
la
Chiesa
,
sono
decaduti
da
tempo
:
quelli
con
la
Polonia
,
con
la
Lituania
,
con
la
Romania
;
oggetto
di
accanite
discussioni
,
cosa
sopravviva
del
Concordato
col
Reich
del
1933
,
mentre
la
centralizzazione
e
le
vicende
tedesche
fanno
ritenere
superati
quelli
con
la
Baviera
,
la
Prussia
,
il
Baden
.
Nei
manuali
ben
pensanti
credo
si
scriva
sempre
che
il
nostro
concordato
sanava
i
conflitti
di
coscienza
che
ancora
dilaceravano
l
'
animo
dei
cattolici
italiani
;
ma
non
è
punto
vero
.
Quei
conflitti
,
vivissimi
e
dolorosi
a
suo
tempo
,
nel
1929
erano
già
cosa
di
una
generazione
scomparsa
.
Nessuno
più
pensava
al
potere
temporale
;
Benedetto
XV
e
Pio
XI
avevano
rinunciato
all
'
ultima
forma
di
protesta
,
il
rifiuto
di
ricevere
sovrani
cattolici
che
venissero
a
visitare
il
re
d
'
Italia
;
i
più
zelanti
cattolici
facevano
precedere
il
matrimonio
civile
a
quello
religioso
;
la
nobiltà
nera
aveva
indossato
con
entusiasmo
la
divisa
militare
durante
la
guerra
del
'15
,
e
prestato
omaggio
al
re
ad
ogni
incontro
.
Per
la
Chiesa
gli
accordi
lateranensi
erano
anzitutto
una
occasione
per
abbandonare
decorosamente
la
forma
di
protesta
del
Papa
che
non
usciva
dal
Vaticano
,
forma
incomprensibile
alle
nuove
generazioni
ed
,
ormai
,
alla
quasi
totalità
dei
cattolici
d
'
Oltralpe
;
ma
erano
altresì
una
rivincita
contro
il
liberalismo
.
L
'
espressione
può
suonare
male
;
ma
non
dev
'
essere
intesa
come
un
puntiglio
,
ché
sarebbe
far
torto
ed
al
Pontefice
che
conchiuse
gli
accordi
ed
al
cardinal
Gasparri
,
che
vi
diede
opera
;
bensì
nel
senso
che
da
parte
della
S
.
Sede
,
dell
'
episcopato
,
di
gran
parte
del
clero
,
si
credeva
fermamente
che
il
liberalismo
,
con
la
scuola
aconfessionale
,
la
piena
libertà
lasciata
alla
propaganda
non
solo
anticlericale
,
ma
atea
,
la
laicità
dello
Stato
,
col
togliere
alla
Chiesa
ogni
appoggio
statale
,
ogni
tributo
di
onore
da
parte
delle
autorità
civili
,
avesse
fortemente
contribuito
a
sradicare
dalle
coscienze
la
religione
.
Si
era
convinti
che
lo
Stato
confessionale
giovasse
alla
salute
delle
anime
.
Da
parte
del
fascismo
,
non
soltanto
si
otteneva
l
'
adesione
di
parte
notevole
della
borghesia
e
dell
'
aristocrazia
conservatrice
,
che
nel
Concordato
vedeva
la
più
sicura
manifestazione
della
rinuncia
ad
ogni
conato
di
sovvertimento
,
ma
ci
si
assicurava
la
simpatia
di
tutti
i
partiti
cattolici
.
E
c
'
era
anche
un
po
'
di
rivincita
contro
il
liberalismo
risorgimentale
,
c
'
era
il
vanto
di
Mussolini
di
essere
riuscito
dove
Cavour
era
fallito
.
Fu
realmente
lo
Stato
confessionale
;
con
la
sostanziale
rinuncia
al
matrimonio
civile
,
con
una
effettiva
eliminazione
della
libertà
di
propaganda
per
gli
acattolici
,
con
la
degradazione
civile
del
prete
che
abbandonasse
l
'
abito
.
Ma
lo
Stato
confessionale
dell
'
Ancien
Régime
o
della
Restaurazione
aveva
a
sostegno
principi
,
funzionari
,
magistrati
sinceramente
religiosi
ed
altrettanto
convinti
dei
diritti
dello
Stato
che
occorre
difendere
anche
di
fronte
alla
Chiesa
.
Senza
quella
condizione
umana
,
non
poteva
rivivere
;
questo
ora
suscitato
poté
dare
qualche
po
'
di
braccio
secolare
,
aiuti
economici
,
onori
esteriori
,
non
il
supporto
dell
'
esempio
dei
capi
.
In
effetto
quasi
tutti
i
matrimoni
furono
ora
celebrati
in
forma
religiosa
,
non
si
videro
quasi
più
funerali
civili
,
si
prese
a
inaugurare
con
benedizioni
ogni
locale
,
anche
quelli
dagli
usi
che
meno
avevano
che
fare
con
la
religione
,
nessun
uomo
ebbe
più
rispetto
umano
che
gl
'
impedisse
di
entrare
in
chiesa
.
Ma
non
credo
ci
fosse
pastore
così
sordo
da
non
accorgersi
che
non
per
questo
gli
italiani
erano
divenuti
più
religiosi
.
In
quarant
'
anni
ci
sono
state
variazioni
,
non
intense
peraltro
,
nel
grado
di
confessionalità
dello
Stato
,
che
appare
non
tanto
dalla
legislazione
quanto
dalla
vita
vissuta
.
Per
quel
ch
'
è
repressione
di
ogni
tentativo
di
propaganda
acattolica
,
anzitutto
dei
Pentecostali
,
mano
pesante
per
quanto
potesse
apparire
vilipendio
dei
principi
cattolici
;
presenza
nelle
scuole
medie
d
'
insegnanti
di
religione
paventati
da
presidi
e
provveditori
:
i
primi
nove
o
dieci
anni
di
vigore
della
Costituzione
repubblicana
sono
stati
particolarmente
duri
.
La
legislazione
è
rimasta
fino
ad
oggi
immutata
(
disposizioni
del
Codice
penale
Rocco
con
il
vilipendio
della
religione
dello
Stato
)
,
ed
in
qualche
lato
è
ancora
divenuta
più
favorevole
alla
Chiesa
con
l
'
onere
addossatosi
dallo
Stato
per
la
costruzione
di
nuove
chiese
.
Ma
molti
vescovi
oggi
aborrono
dall
'
invocare
il
braccio
secolare
contro
gli
offensori
della
religione
,
e
se
la
giurisprudenza
della
Cassazione
è
sempre
severissima
,
e
sul
terreno
civile
difende
la
esclusività
dei
tribunali
ecclesiastici
in
materia
matrimoniale
anche
in
punti
dove
una
parte
della
dottrina
non
la
scorge
,
le
magistrature
minori
accennano
ad
un
orientamento
più
elastico
.
Si
parla
di
revisione
del
Concordato
;
è
stata
anche
nominata
una
commissione
governativa
di
studio
che
fino
ad
oggi
non
è
però
stata
convocata
.
Ma
da
parte
di
quegli
elementi
del
clero
,
di
giuristi
cattolici
,
di
avvocati
rotali
che
s
'
interessano
di
questi
problemi
(
ad
onor
del
vero
,
la
più
gran
parte
del
clero
è
oggi
assai
più
preoccupata
di
problemi
pastorali
,
di
vita
religiosa
,
che
non
di
questioni
giuridiche
)
,
si
è
subito
sentito
parlare
di
tali
«
punti
irrinunciabili
»
,
che
se
queste
voci
esprimessero
,
ciò
che
non
credo
,
il
pensiero
della
S
.
Sede
,
meglio
varrebbe
di
smettere
ogni
idea
di
revisione
.
L
'
esperienza
storica
,
di
quei
concordati
ch
'
ebbero
lunghissima
vita
cui
accennavo
all
'
inizio
,
mostra
che
,
meglio
che
con
revisioni
formali
,
si
opera
con
le
tacite
intese
,
col
lasciar
cadere
senza
rumore
le
foglie
secche
.
Così
avrebbe
potuto
essere
di
quel
disgraziato
art.
5
del
nostro
(
il
sacerdote
che
non
può
essere
nominato
ad
ufficio
né
conservare
questo
senza
il
nulla
osta
,
sempre
revocabile
,
del
suo
vescovo
;
il
sacerdote
apostata
o
irretito
da
censure
escluso
da
insegnamenti
,
uffici
od
impieghi
in
cui
sia
a
contatto
col
pubblico
)
:
una
disposizione
che
oggi
è
in
contrasto
con
il
comportamento
della
S
.
Sede
e
che
i
nostri
uffici
continuano
ad
applicare
.
Non
molti
giorni
fa
mi
narrava
il
suo
caso
un
sacerdote
dell
'
Alta
Italia
:
professore
in
un
seminario
,
per
contrasti
con
il
suo
rettore
si
era
dimesso
ed
aveva
preso
ad
insegnare
come
incaricato
in
una
scuola
statale
(
sempre
vestendo
l
'
abito
,
celebrando
la
Messa
,
mantenendo
gli
obblighi
sacerdotali
)
;
ora
aveva
vinto
un
concorso
e
si
attendeva
la
nomina
in
ruolo
.
Ma
il
ministero
dell
'
Istruzione
esaminando
i
suoi
atti
aveva
notato
che
non
aveva
prestato
servizio
militare
come
ordinato
in
sacris
;
ed
allora
gli
aveva
chiesto
il
nulla
osta
del
suo
vescovo
che
lo
rifiutò
.
Il
sacerdote
,
non
più
giovane
,
era
disperato
,
vedendo
sfuggirsi
questo
pane
sicuro
che
riteneva
ormai
assicurato
.
Siamo
in
uno
dei
casi
in
cui
senza
protocolli
,
con
un
discorso
a
mezza
bocca
tra
un
ambasciatore
ed
un
cardinale
segretario
di
Stato
,
e
con
una
circolare
riservatissima
dei
ministri
ai
loro
direttori
generali
,
si
sarebbe
potuto
lasciar
cadere
la
norma
,
dimenticandola
da
entrambe
le
parti
,
con
reciproco
vantaggio
.
Se
c
'
è
virtù
che
gli
uomini
di
Stato
odierni
hanno
ereditato
dai
loro
remoti
predecessori
,
è
quella
di
saper
dimenticare
le
norme
che
disturbano
;
ma
qui
non
ha
agito
.
Me
ne
dispiace
.
Io
sono
tra
quelli
che
non
hanno
creduto
nel
'29
,
e
non
credono
oggi
,
che
il
Concordato
abbia
recato
e
rechi
beneficio
vuoi
alla
Chiesa
,
vuoi
all
'
Italia
:
resto
fedele
all
'
ideale
dei
vescovi
che
non
domandano
mai
aiuto
al
braccio
secolare
,
dei
cattolici
che
obbediscono
propter
amorem
,
che
si
fanno
un
vanto
ed
un
onore
di
sopperire
con
i
loro
mezzi
economici
ai
bisogni
della
Chiesa
(
ciò
che
i
cattolici
di
altri
paesi
realizzano
,
talora
anche
generosamente
)
.
Ma
non
vorrei
una
denuncia
unilaterale
:
giustificabile
quando
si
formò
la
Costituzione
per
incompatibilità
con
questa
,
sarebbe
oggi
atto
di
ostilità
;
e
rispetto
chi
è
di
diverso
avviso
,
crede
nella
virtù
dei
concordati
.
Proprio
questi
,
però
,
dovrebbero
curarsi
che
il
tempo
operasse
quella
levigazione
delle
asprezze
,
che
qui
è
il
miglior
modo
per
conservare
.
StampaQuotidiana ,
Nell
'
articolo
«
Il
Concordato
:
revisione
o
denuncia
unilaterale
?
»
l
'
amico
Paolo
Barile
ritiene
che
non
ci
sarebbero
oggi
,
e
ci
sarebbero
ancor
meno
domani
,
ostacoli
seri
ad
una
denuncia
unilaterale
del
Concordato
;
che
non
tutti
i
cattolici
vi
sarebbero
contrari
;
che
,
«
a
certe
condizioni
,
potrebbe
non
costituire
un
atto
di
ostilità
»
.
Le
condizioni
,
se
ben
comprendo
,
sarebbero
un
aggiornamento
delle
congrue
e
degli
aiuti
per
la
costruzione
ed
il
mantenimento
delle
chiese
.
Premesso
che
sarebbe
per
me
un
gran
bel
giorno
quello
in
cui
vedessi
il
Papa
dichiarare
che
considera
decaduti
tutti
i
concordati
,
intendendo
la
Chiesa
vivere
secondo
il
diritto
comune
,
senza
legami
giuridici
con
gli
Stati
,
cui
non
chiede
se
non
la
più
ampia
libertà
,
non
condivido
le
idee
di
Barile
.
Le
manifestazioni
ufficiali
delle
gerarchie
per
l'11
febbraio
sono
state
ancora
una
volta
di
celebrazione
del
grande
bene
che
gli
accordi
lateranensi
recarono
alla
Chiesa
ed
allo
Stato
,
senza
neppure
accenni
alla
revisione
.
Le
contestazioni
indiscriminate
,
senza
limiti
,
spesso
incomposte
,
manifestatesi
in
seno
alla
Chiesa
,
hanno
prodotto
il
consueto
effetto
,
ch
'
era
da
attendersi
in
un
organismo
sempre
forte
e
vitale
:
un
irrigidimento
,
il
rallentamento
di
un
cammino
che
portasse
ad
abbandonare
molte
scorie
del
passato
,
in
cui
molti
speravamo
;
ed
anche
in
questo
campo
delle
relazioni
con
lo
Stato
,
l
'
irrigidimento
si
avverte
.
Hanno
ripreso
lena
i
molti
ch
'
erano
stati
amareggiati
dal
periodo
giovanneo
.
Accanto
a
vescovi
comprensivi
,
con
lo
sguardo
volto
realisticamente
al
mondo
ed
alle
possibilità
che
consente
come
alle
barriere
che
oppone
,
ad
un
ottimo
giovane
clero
,
a
religiosi
e
religiose
eccellenti
educatori
ed
organizzatori
di
opere
di
bene
,
ad
un
piccolo
stuolo
di
laici
,
non
agitati
e
contestatori
,
e
non
attaccati
al
passato
,
rispuntano
quelli
che
nella
mia
gioventù
caratterizzavano
le
giunte
diocesane
:
cattolici
tenacemente
volti
al
passato
,
poco
pensosi
di
problemi
spirituali
e
molto
più
di
problemi
giuridici
,
attaccatissimi
ad
ogni
forma
che
ricordi
l
'
alleanza
del
trono
e
dell
'
altare
.
L
'
acredine
di
certa
polemica
antidivorzista
,
con
la
ripetizione
di
spunti
che
potevano
essere
efficaci
ancora
all
'
inizio
del
secolo
,
ma
che
non
hanno
alcuna
rispondenza
con
le
condizioni
della
famiglia
d
'
oggi
,
rappresenta
un
aspetto
di
questa
mentalità
.
Non
solo
la
reazione
ad
una
denuncia
unilaterale
sarebbe
vivissima
;
ma
mi
chiedo
quale
partito
s
'
imbarcherebbe
in
una
tale
impresa
.
Guardiamoci
intorno
,
amico
Barile
.
Può
essere
doloroso
per
entrambi
che
i
problemi
giuridici
abbiano
scarsa
presa
sulle
masse
;
molto
mi
duole
questo
disinteresse
per
i
problemi
dei
rapporti
tra
Chiesa
e
Stato
,
oggetto
di
meditazione
lungo
l
'
intero
corso
della
mia
vita
.
Ma
la
realtà
è
il
restringersi
sempre
più
del
numero
di
quelli
che
hanno
una
viva
sensibilità
in
materia
;
anche
la
tua
Facoltà
fiorentina
ha
preferito
non
coprire
con
un
titolare
la
cattedra
di
questa
branca
del
diritto
,
per
dare
preferenza
ad
altre
discipline
.
Sta
poi
che
la
soluzione
di
Barile
non
mi
persuade
neppur
essa
.
Tanto
tanto
chi
vuole
celebrare
il
matrimonio
religioso
compie
una
scelta
;
ma
perché
l
'
ateo
dovrebbe
concorrere
più
intensamente
d
'
oggi
alla
costruzione
di
chiese
ed
alle
congrue
?
Barile
non
è
favorevole
al
lasciar
disseccare
le
foglie
,
al
dimenticare
norme
di
legge
,
al
tolerari
posse
,
che
è
la
secolare
saggezza
della
Chiesa
.
Come
professore
di
diritto
,
ha
ragione
:
una
legge
c
'
è
o
non
c
'
è
;
se
c
'
è
,
occorre
applicarla
.
Ma
i
politici
fanno
bene
a
discostarsi
talora
dai
professori
di
diritto
.
Penso
allo
Statuto
albertino
,
al
come
si
lasciarono
cadere
la
censura
ecclesiastica
sui
libri
di
religione
,
la
mera
tolleranza
conformemente
alle
leggi
dei
culti
diversi
dal
cattolico
,
come
tutta
la
struttura
di
quel
testo
fu
silenziosamente
e
rapidamente
trasformata
.
Ma
poi
,
adagio
con
le
leggi
che
debbono
essere
applicate
.
Molta
parte
di
quella
che
chiamerei
l
'
impronta
confessionale
dello
Stato
non
deriva
dal
Concordato
,
ma
da
interpretazioni
,
talora
direi
creazioni
giurisprudenziali
,
che
la
Magistratura
potrebbe
anche
abbandonare
.
Per
restare
all
'
ambito
del
matrimonio
,
non
è
scritto
nel
Concordato
,
e
neppure
nella
legge
statale
sul
matrimonio
,
che
il
matrimonio
religioso
celebrato
con
l
'
intesa
che
non
dovesse
essere
trascritto
,
possa
invece
esserlo
ad
ogni
momento
a
richiesta
dell
'
autorità
ecclesiastica
,
anche
contro
la
volontà
dei
coniugi
.
Non
è
scritto
che
il
matrimonio
religioso
trascritto
possa
cadere
nel
nulla
anche
per
lo
Stato
,
se
si
scopra
la
esistenza
del
precedente
matrimonio
religioso
non
trascritto
di
uno
dei
coniugi
.
Non
è
scritto
che
anche
per
lo
Stato
,
all
'
infuori
di
ogni
previsione
di
legge
,
le
sentenze
ecclesiastiche
in
materia
di
nullità
non
passino
mai
in
giudicato
,
sicché
possa
cadere
la
nuova
famiglia
formatasi
dinanzi
allo
Stato
ed
alla
Chiesa
,
se
venga
riaperto
il
processo
e
posta
nel
nulla
la
sentenza
di
nullità
che
uno
dei
coniugi
aveva
ottenuto
.
Le
due
forme
di
matrimonio
,
con
diverse
conseguenze
per
le
cause
sulla
validità
,
si
sono
giustificate
con
la
libera
scelta
degli
sposi
;
ma
la
giurisprudenza
non
accetta
che
sia
invalida
la
scelta
che
appaia
operata
dall
'
incapace
non
interdetto
;
nel
caso
dell
'
infermo
di
mente
che
abbia
celebrato
matrimonio
in
forma
religiosa
,
il
giudice
statale
declina
la
propria
competenza
.
Non
è
scritto
che
il
giudice
straniero
non
possa
pronunciarsi
sui
matrimoni
concordatari
nemmeno
nei
casi
in
cui
avrebbe
competenza
a
pronunciarsi
rispetto
ai
matrimoni
civili
;
il
posto
che
il
magistrato
italiano
può
prendere
secondo
il
diritto
internazionale
,
non
può
prenderlo
rispetto
al
giudice
ecclesiastico
.
E
'
una
invenzione
della
giurisprudenza
,
senza
alcun
altro
precedente
,
che
se
sia
stata
pronunciata
una
condanna
per
incesto
tra
patrigno
e
figliastra
,
ove
la
Chiesa
consenta
il
loro
matrimonio
,
debba
cadere
la
sentenza
,
debbano
aprirsi
le
porte
del
carcere
,
senza
neppure
un
nuovo
giudizio
di
tribunale
.
Questo
in
un
solo
settore
.
Per
cui
insisterei
su
ciò
che
possa
ottenersi
:
meglio
,
con
una
revisione
compiuta
d
'
intesa
(
ma
che
abbia
una
qualche
estensione
;
se
non
tocchi
che
frange
,
meglio
non
farne
nulla
)
;
diversamente
,
con
quelle
tacite
tolleranze
su
reciproche
disapplicazioni
di
norme
;
infine
rivedendosi
dai
nostri
magistrati
certe
interpretazioni
radicatesi
negli
anni
fra
il
'30
ed
il
'35
,
ma
la
cui
base
a
me
pare
più
che
contestabile
.
StampaQuotidiana ,
Si
parla
più
che
mai
,
malgrado
ogni
smentita
,
di
«
repubblica
conciliare
»
,
cioè
di
un
Governo
in
cui
entrino
i
comunisti
,
riformandosi
quell
'
unità
di
programmi
e
d
'
intenti
tra
socialisti
e
comunisti
che
fu
già
per
alcuni
anni
.
Non
sono
tra
quelli
che
nel
'47
plaudirono
a
De
Gasperi
,
ritenendo
atto
di
grande
saggezza
avere
messo
i
comunisti
fuori
del
Governo
;
né
tra
coloro
che
(
echeggiando
Paolo
Sarpi
,
allorché
scriveva
che
i
gesuiti
sarebbero
stati
lieti
di
ritornare
a
Venezia
anche
come
schiavi
incatenati
al
remo
,
perché
pochi
anni
di
poi
sarebbero
divenuti
i
padroni
della
Repubblica
)
,
credono
ogni
partito
sia
fatalmente
destinato
ad
essere
presto
assorbito
o
soppresso
quando
i
comunisti
entrino
in
un
Governo
,
né
tra
gli
altri
che
pensano
i
comunisti
sarebbero
fagocitati
dai
democristiani
.
M
'
interessa
solo
di
cercar
d
'
intuire
quale
sarebbe
la
posizione
della
Chiesa
in
quella
che
si
suole
chiamare
«
repubblica
conciliare
»
;
e
,
poiché
difficilmente
l
'
esempio
dell
'
Italia
sarebbe
senza
seguito
,
quale
sarebbe
tale
posizione
in
un
'
Europa
dove
in
ogni
Stato
i
comunisti
fossero
elemento
importante
di
governo
.
Qui
pure
non
ho
la
visione
semplicistica
di
coloro
,
per
cui
il
colloquio
tra
comunisti
e
credenti
è
solo
una
trappola
dei
primi
per
sgominare
la
Chiesa
.
Obiettivamente
osservo
,
peraltro
,
che
le
maggiori
personalità
del
comunismo
sono
rimaste
fuori
da
questo
colloquio
;
e
credo
di
poter
dire
con
qualche
conoscenza
che
nel
campo
comunista
l
'
incontro
ha
portato
alcuni
ad
apprezzare
la
forza
sociale
della
religione
,
ma
nessuno
non
dico
ad
andare
a
Messa
,
bensì
ad
ammettere
soltanto
l
'
ipotesi
del
trascendente
.
Mentre
nel
campo
cattolico
vedo
più
d
'
uno
,
anche
tra
i
sacerdoti
,
che
ha
completamente
dimenticato
Il
mio
Regno
non
è
di
questo
mondo
,
pur
continuando
a
credere
di
battere
le
vie
tracciate
da
Cristo
.
E
quando
guardo
al
passato
,
al
Concordato
ed
ai
dibattiti
alla
Costituente
,
penso
sempre
che
i
rapporti
tra
Chiesa
e
Stato
si
siano
svolti
nell
'
ultimo
mezzo
secolo
sulla
trama
di
quelli
che
si
racconta
essere
stati
i
rapporti
tra
i
navigatori
d
'
altri
tempi
ed
i
selvaggi
che
incontravano
in
lontane
terre
:
scambi
in
cui
ciascuno
dava
quelle
che
per
lui
erano
bazzecole
,
e
riceveva
quello
che
per
lui
era
un
tesoro
.
Per
Mussolini
non
era
nulla
accordare
alla
Chiesa
la
legislazione
sul
matrimonio
,
i
tribunali
ecclesiastici
,
la
degradazione
civile
dei
sacerdoti
apostati
,
restituire
vecchi
edifici
acquisiti
allo
Stato
dalle
leggi
eversive
;
ed
era
molto
ottenere
al
regime
la
calda
adesione
delle
masse
cattoliche
,
allora
omogenee
e
subordinate
ai
pastori
,
ottenere
la
simpatia
(
che
ci
fu
,
e
fattiva
)
dei
partiti
cattolici
di
tutto
il
mondo
.
E
per
il
Papato
tutto
quel
che
riceveva
serbava
un
gran
valore
,
credeva
giovasse
a
rafforzare
la
religione
;
ed
a
chi
gli
avesse
rimproverato
d
'
avere
trattato
con
il
fascismo
,
avrebbe
potuto
rispondere
che
da
secoli
e
secoli
la
sua
politica
era
di
riconoscere
qualsiasi
tiranno
quando
ciò
poteva
servire
al
bene
delle
anime
(
i
tiranni
passano
,
il
filone
della
fede
resta
)
,
e
che
Mussolini
ed
anche
i
peggiori
dei
fascisti
erano
candidi
agnellini
di
fronte
a
Costantino
,
ai
vari
re
barbari
ch
'
erano
stati
decorati
dei
titoli
di
«
Protettori
della
Chiesa
»
,
«
Difensori
della
fede
»
.
Analogo
discorso
per
le
discussioni
alla
Costituente
,
la
salvezza
di
tutte
le
norme
concordatarie
.
Ed
il
discorso
potrebbe
ripetersi
domani
:
il
Concordato
,
che
la
S
.
Sede
continua
a
ritenere
efficace
presidio
,
non
darebbe
alcuna
noia
ad
un
Governo
ove
pur
predominassero
i
comunisti
.
Qui
,
tuttavia
,
non
è
facile
fare
presagi
.
Infatti
nessuno
è
in
grado
di
dire
se
l
'
avvenire
del
comunismo
sia
una
trasposizione
su
altra
chiave
del
cristiano
un
solo
gregge
ed
un
solo
ovile
,
o
invece
dell
'
impero
romano
,
una
potenza
che
è
come
il
Sole
,
accanto
a
cui
gravita
una
costellazione
di
staterelli
che
sono
come
i
pianeti
rotanti
intorno
all
'
astro
maggiore
.
Nel
primo
caso
,
non
sembra
che
si
avrebbero
giorni
di
pace
per
i
credenti
.
Sono
tra
quelli
che
avevano
pensato
che
il
comunismo
avrebbe
seguito
il
cammino
di
molti
altri
partiti
politici
,
nati
intorno
al
nucleo
d
'
una
concezione
filosofica
,
d
'
una
visuale
del
mondo
,
e
che
man
mano
se
ne
distaccano
per
svolgere
soltanto
un
piano
concreto
di
riforme
economiche
e
giuridiche
.
Ma
l
'
esperienza
di
oltre
mezzo
secolo
non
conferma
quest
'
attesa
;
il
comunismo
resta
legato
(
e
forse
è
la
sua
forza
)
ad
un
materialismo
che
domina
ogni
attività
intellettuale
,
da
cui
derivano
precise
regole
in
ogni
campo
,
anche
nei
vari
rami
dell
'
arte
.
Ma
se
invece
si
avesse
un
impero
russo
,
con
Stati
che
gli
facessero
corona
,
non
è
detto
che
a
questi
sarebbe
imposta
sempre
,
come
alla
Cecoslovacchia
,
la
fede
nella
medesima
Weltanschauung
.
La
Roma
d
'
Augusto
e
di
Tiberio
non
si
preoccupava
di
quel
che
si
credesse
nei
vari
Stati
alleati
od
associati
.
I
culti
orientali
ebbero
anche
dure
repressioni
a
Roma
,
come
quelli
che
potevano
corrompere
i
costumi
,
ma
non
furono
perseguitati
in
Oriente
.
Né
oggi
la
Russia
si
preoccupa
di
staccare
gli
arabi
dalla
fede
nel
Corano
,
dal
divieto
dei
cibi
impuri
,
dal
velo
alle
donne
.
Utilizza
la
forza
,
il
cemento
,
che
può
venire
dalla
fede
comune
ai
popoli
dell
'
Islam
.
Probabilmente
è
a
questo
possibile
rispetto
della
religione
che
pensano
,
quando
pensano
,
quegli
uomini
politici
cattolici
,
che
sembrano
desiderare
l
'
avvento
di
un
'
Italia
dai
connotati
comunisti
,
con
un
'
economia
che
escluda
l
'
iniziativa
privata
,
e
con
le
conseguenze
che
quei
connotati
portano
anche
per
ciò
ch
'
è
libertà
individuale
.
E
può
darsi
abbiano
ragione
.
Ma
a
me
tornano
al
pensiero
alcune
parole
che
scriveva
Manzoni
nel
Discorso
su
alcuni
punti
della
storia
longobardica
in
Italia
a
proposito
del
Papa
,
evocando
quei
secoli
dell
'
Alto
Medioevo
:
Roma
,
così
incapace
per
sé
di
farsi
temere
,
aveva
nel
suo
seno
un
oggetto
di
venerazione
,
e
qualche
volta
di
terrore
,
anche
per
i
suoi
nemici
,
un
personaggio
per
cui
verso
di
essa
si
volgeva
da
tanta
parte
del
mondo
uno
sguardo
di
reverenza
e
d
'
aspettazione
...
Solo
questo
personaggio
poteva
pronunziar
parole
che
diventavano
un
oggetto
d
'
attenzione
e
di
discussione
.
Se
c
'
è
cosa
che
pare
certa
,
è
che
nulla
di
simile
potrebbe
rinnovarsi
in
una
costellazione
di
Stati
comunisti
;
tolleranza
religiosa
,
autonomia
della
Chiesa
,
sua
potestà
sull
'
assottigliato
numero
dei
credenti
,
forse
sì
;
ma
tacere
o
lodare
lo
Stato
,
guardare
soltanto
al
cielo
e
non
alla
terra
(
l
'
antitesi
del
clero
contestatore
)
,
mai
e
poi
mai
ricordare
che
si
deve
obbedire
a
Dio
prima
che
agli
uomini
:
ché
appena
il
Papato
volesse
anche
soltanto
protestare
contro
iniquità
,
o
difendere
innocenti
,
un
'
altra
pagina
del
Medioevo
rischierebbe
di
ripetersi
,
con
i
papi
deposti
e
gli
antipapi
ligi
all
'
imperatore
.
StampaQuotidiana ,
Un
eminente
«
sinologo
»
dell
'
università
di
Berkeley
dichiarava
pochi
mesi
fa
ad
un
nostro
collega
italiano
:
«
come
potenza
asiatica
,
la
Repubblica
popolare
cinese
teme
innanzitutto
l
'
Unione
Sovietica
,
poi
il
Giappone
e
solo
in
terzo
ordine
di
importanza
gli
Stati
Uniti
»
.
Ecco
la
ragione
vera
,
e
profonda
,
dell
'
improvviso
e
straordinario
invito
rivolto
da
Mao
a
Nixon
:
«
l
'
avvenimento
più
grande
del
dopoguerra
»
,
come
lo
ha
giustamente
definito
La
Malfa
.
Il
riserbo
,
e
la
prudenza
,
di
Mosca
di
fronte
al
riavvicinamento
cino
-
americano
-
un
riserbo
e
una
prudenza
che
rinnovano
la
linea
di
diffidenza
e
di
sospetto
verso
i
primi
atti
della
diplomazia
del
ping
-
pong
-
confermano
il
sottinteso
antisovietico
del
clamoroso
invito
al
presidente
degli
Stati
Uniti
che
Kissinger
,
il
professore
teorico
della
«
diplomazia
tripolare
»
,
ha
negoziato
nel
segreto
dei
suoi
colloqui
con
Ciu
En
-
lai
ma
che
era
stato
preparato
da
una
serie
coordinata
di
atti
ammiccanti
e
rivelatori
.
L
'
annuncio
contemporaneo
dalla
Casa
Bianca
e
da
Pechino
conferma
che
la
Cina
continua
a
temere
,
oggi
più
che
mai
,
la
minaccia
sovietica
alle
sue
frontiere
.
Tutte
le
trattative
,
stancamente
prolungate
da
anni
,
per
raggiungere
un
compromesso
o
un
modus
vivendi
nelle
tormentate
questioni
di
confine
che
dividono
la
Russia
e
la
Cina
non
sono
evidentemente
approdate
allo
scopo
.
Col
realismo
e
col
pragmatismo
che
caratterizzano
la
grande
tradizione
della
diplomazia
cinese
,
l
'
avvicinamento
all
'
«
avversario
del
tuo
avversario
»
è
stato
ritenuto
più
efficace
,
e
più
produttivo
,
di
tutti
i
tête
-
à
-
tête
fra
i
due
vicini
,
pure
regolati
dalla
suprema
abilità
di
una
regia
scaltra
e
dissimulata
.
Non
solo
:
ma
l
'
invito
rivolto
al
presidente
della
Confederazione
americana
,
di
una
nazione
che
non
intrattiene
cioè
rapporti
diplomatici
diretti
con
Pechino
e
che
fino
a
pochi
mesi
fa
è
stata
raffigurata
come
il
campione
dell
'
imperialismo
mondiale
in
Asia
,
dimostra
che
Mao
sconta
una
soluzione
pacifica
e
concordata
,
a
più
o
meno
breve
distanza
,
della
guerra
nel
Vietnam
.
La
politica
di
«
vietnamizzazione
»
proclamata
dal
presidente
Nixon
con
la
dottrina
di
Guam
,
un
'
altra
dottrina
elaborata
dal
professor
Kissinger
(
una
volta
tanto
l
'
università
è
decisiva
nella
storia
del
mondo
!
)
,
ha
ricevuto
a
Pechino
un
credito
maggiore
che
in
ogni
altra
parte
del
mondo
.
I
vituperi
e
le
contumelie
dei
comunisti
occidentali
,
a
cominciare
da
quelli
italiani
,
finiscono
quasi
per
dissolversi
in
una
prospettiva
di
ridicolo
.
Né
la
campagna
della
Cambogia
né
quella
del
Laos
-
tanto
rimproverate
al
presidente
Nixon
da
quei
seguaci
del
Pci
che
quasi
resero
impossibile
la
visita
del
presidente
americano
a
Roma
-
hanno
rappresentato
un
ostacolo
apprezzabile
alla
distensione
fra
Cina
e
Stati
Uniti
.
Mao
ha
valutato
realisticamente
,
e
positivamente
,
il
nuovo
indirizzo
dell
'
amministrazione
repubblicana
per
il
Sud
-
Est
asiatico
;
ha
creduto
alla
sincera
volontà
di
disimpegno
degli
americani
,
contro
tutto
l
'
isterismo
della
contestazione
anti
-
americana
:
di
massa
o
dei
gruppuscoli
filo
-
cinesi
.
Le
accoglienze
trionfali
riserbate
,
proprio
nei
giorni
successivi
all
'
operazione
Laos
,
ai
campioni
,
neppure
straordinari
,
del
«
ping
-
pong
»
americano
avevano
già
rivelato
una
precisa
scelta
politica
;
la
svolta
sensazionale
di
ieri
conferma
che
siamo
andati
rapidamente
oltre
le
cavallerie
dell
'
agonismo
sportivo
al
servizio
della
diplomazia
.
Si
potrebbe
dire
di
più
:
una
soluzione
pacifica
del
dramma
vietnamita
,
magari
attraverso
una
conferenza
per
l
'
Indocina
,
sembra
preferibile
,
per
la
diplomazia
cinese
,
ad
un
prolungarsi
indefinito
del
conflitto
,
giudicato
più
vantaggioso
per
Mosca
.
Non
dimentichiamo
che
il
partito
comunista
di
Hanoi
è
di
obbedienza
sovietica
molto
più
che
cinese
;
non
dimentichiamo
che
il
grosso
delle
forniture
militari
al
Nord
-
Vietnam
è
sempre
venuto
da
Mosca
(
la
Cina
ha
solo
mandato
armi
leggere
,
e
spesso
leggerissime
...
)
.
Neppure
l
'
ostacolo
dell
'
esclusione
,
assurda
esclusione
,
della
Cina
popolare
dall
'
Onu
sembra
ormai
insuperabile
.
Fra
i
temi
del
viaggio
di
Nixon
a
Pechino
,
quello
del
«
compromesso
»
necessario
per
ammettere
Pechino
fra
i
grandi
delle
nazioni
unite
occuperà
certo
uno
dei
primissimi
posti
.
Fin
dall
'
esordio
della
gestione
Nixon
,
un
nuovo
orientamento
era
emerso
nella
diplomazia
americana
:
volto
a
trovare
,
con
pazienza
e
con
tenacia
,
una
via
di
contemperamento
fra
la
salvaguardia
di
Formosa
e
i
diritti
imprescrittibili
di
un
paese
,
che
conta
750
milioni
di
uomini
su
una
superficie
di
nove
milioni
e
mezzo
di
chilometri
quadrati
,
press
'
a
poco
la
stessa
superficie
degli
Stati
Uniti
(
la
cui
popolazione
sfiora
soltanto
i
200
milioni
di
abitanti
)
.
La
via
delle
due
Cine
,
insomma
:
statu
quo
per
Formosa
ma
consacrazione
dei
diritti
di
Pechino
come
potenza
mondiale
.
Edgar
Snow
,
uno
degli
intellettuali
che
conosce
più
a
fondo
il
mondo
cinese
,
riferiva
di
recente
una
dichiarazione
di
Mao
,
secondo
la
quale
la
soluzione
del
problema
di
Formosa
era
rinviata
«
alla
morte
di
Chiang
Kai
-
shek
»
,
un
uomo
che
ha
superato
gli
84
anni
.
Tutto
fermo
finché
sarà
in
vita
il
capo
della
repubblica
di
Formosa
,
e
antico
protagonista
delle
lotte
per
la
liberazione
popolare
della
Cina
(
ricordate
la
Condition
humaine
di
Malraux
?
)
;
trasformazione
successiva
dell
'
isola
in
provincia
autonoma
della
Cina
sotto
il
controllo
del
Kuomintang
,
salvo
un
«
referendum
»
entro
dieci
o
venti
anni
.
Tutto
,
in
ogni
caso
,
è
fondato
sui
ritmi
dei
tempi
lunghi
.
Neppure
dopo
l
'
annuncio
,
sensazionale
e
sorprendente
,
della
visita
di
Nixon
in
Cina
,
nessuno
può
illudersi
su
cambiamenti
immediati
e
soprattutto
a
senso
unico
.
Il
giuoco
della
Cina
,
nel
quadro
della
nuova
diplomazia
triangolare
cui
guarda
il
regime
di
Mao
,
sarà
complesso
,
sfumato
,
contraddittorio
e
spesso
insondabile
.
La
potenza
militare
cinese
,
nonostante
la
scoperta
di
atomiche
sperimentali
,
alla
De
Gaulle
,
non
è
ancora
arrivata
ad
un
livello
competitivo
col
colosso
sovietico
,
che
incombe
,
con
la
forza
intatta
delle
sue
armate
e
dei
suoi
missili
,
sui
seimila
chilometri
di
frontiera
aperta
,
la
frontiera
bagnata
dal
sangue
dell
'
Ussuri
.
La
Cina
deve
realizzare
una
trasformazione
industriale
e
tecnologica
,
che
è
appena
agli
inizi
.
L
'
aiuto
americano
è
per
essa
essenziale
.
Nixon
ha
tutto
da
guadagnare
.
Con
la
spettacolare
mossa
del
viaggio
in
Cina
,
il
presidente
repubblicano
toglie
armi
decisive
agli
oppositori
democratici
,
scavalca
«
a
sinistra
»
tutti
i
Mansfield
e
tutti
gli
Humphrey
.
La
stessa
provvidenziale
iniziativa
del
«
New
York
Times
»
,
di
pubblicare
i
documenti
retrospettivi
degli
errori
democratici
nel
Vietnam
,
assume
un
più
preciso
significato
e
quasi
un
valore
profetico
alla
luce
del
piano
che
la
Casa
Bianca
stava
perseguendo
,
con
tenacia
pari
alla
spregiudicatezza
.
Ai
fini
della
rielezione
nel
'72
,
e
sempre
che
la
missione
a
Pechino
sia
coronata
da
successo
,
Nixon
ha
strappato
una
«
chance
»
di
grande
rilievo
.
Quello
che
ai
tempi
di
Johnson
appariva
utopia
è
diventato
oggi
realtà
.
Il
grande
giuoco
mondiale
riprende
il
sopravvento
nella
politica
americana
,
sempre
più
distaccata
dalle
miserie
e
dalle
divisioni
europee
,
miserie
e
divisioni
che
sembrano
infastidire
ogni
giorno
di
più
la
Casa
Bianca
e
l
'
intera
America
.
È
un
motivo
di
riflessione
per
l
'
Europa
,
se
ancora
il
vecchio
continente
conserva
un
minimo
di
volontà
di
sopravvivenza
.
Nell
'
unità
e
nella
libertà
:
senza
le
quali
la
nuova
e
grande
partita
mondiale
delle
superpotenze
,
Cina
compresa
,
è
destinata
a
passare
sulla
nostra
testa
.
StampaQuotidiana ,
La
«
diplomazia
del
ping
pong
»
non
ha
cessato
di
produrre
i
suoi
effetti
.
Fra
le
cause
che
spiegano
l
'
annuncio
rapido
e
sensazionale
da
Washington
e
da
Mosca
dell
'
intesa
diretta
per
la
limitazione
delle
armi
strategiche
nucleari
(
non
soltanto
dei
missili
difensivi
ma
anche
di
quelli
offensivi
:
dopo
un
anno
e
mezzo
di
caparbie
resistenze
e
di
ostinate
negazioni
sovietiche
)
,
c
'
è
indubbiamente
l
'
elemento
Cina
,
la
componente
Pechino
.
Il
riavvicinamento
cino
-
americano
di
poche
settimane
fa
,
pur
solcato
da
ambiguità
e
reticenze
,
aveva
profondamente
turbato
l
'
Unione
Sovietica
e
sospinto
Mosca
a
riconsiderare
il
complesso
della
sua
strategia
verso
gli
Stati
Uniti
:
nell
'
evidente
tentativo
di
evitare
quel
possibile
«
isolamento
»
che
l
'
Urss
paventa
nel
caso
che
dalle
partite
di
ping
pong
si
passi
ad
un
'
intesa
più
stretta
fra
America
e
Cina
.
La
diplomazia
triangolare
,
aperta
dal
nuovo
e
complesso
rapporto
Washington
-
Mosca
-
Pechino
,
è
un
'
alleata
indiretta
ma
sicura
della
pace
e
dell
'
equilibrio
mondiale
.
Non
c
'
è
nulla
che
la
Russia
attuale
,
la
Russia
conservatrice
e
metternichiana
di
Breznev
,
tema
quanto
la
Cina
.
Sul
piano
degli
immensi
confini
che
si
estendono
fra
i
due
paesi
,
prolungandosi
per
oltre
seimila
chilometri
,
ma
anche
sul
piano
della
leadership
ideologica
dei
partiti
comunisti
,
cui
Mosca
è
decisa
a
non
rinunciare
,
costi
quello
che
costi
.
La
nuova
linea
,
non
priva
di
spregiudicatezza
,
assunta
da
Nixon
nei
riguardi
della
Cina
fin
dagli
inizi
ha
posto
al
Cremlino
problemi
delicati
,
risolti
con
una
tecnica
alterna
,
di
lusinga
e
di
intimidazione
,
di
oltranzismo
mescolato
alla
distensione
.
Un
punto
è
certo
:
la
Cina
non
si
rassegna
al
ruolo
di
secondo
del
comunismo
mondiale
,
cui
voleva
inchiodarla
per
primo
Stalin
.
I
sintomi
dell
'
attivismo
maoista
sono
continui
.
L
'
ultimo
,
e
più
significativo
,
è
dato
dall
'
annuncio
,
proprio
di
questi
giorni
,
dell
'
imminente
viaggio
a
Pechino
del
capo
romeno
Ceausescu
,
il
leader
di
un
comunismo
nazionale
profondamente
venato
di
riserve
verso
la
Russia
:
quasi
a
rilanciare
la
sfida
al
monopolio
ideologico
dell
'
Urss
,
pur
ribadito
con
tanto
ostentata
solennità
al
XXIV
congresso
del
Pcus
.
E
chi
se
non
il
presidente
Nixon
fu
il
primo
a
visitare
l
'
eretico
romeno
,
accolto
dagli
applausi
entusiastici
di
Bucarest
,
nel
viaggio
europeo
di
due
anni
or
sono
?
In
queste
condizioni
la
mano
tesa
di
Pechino
verso
Washington
preoccupa
Mosca
.
Ma
c
'
è
un
secondo
elemento
che
ha
avuto
pure
la
sua
importanza
nell
'
ammorbidire
la
intransigenza
sovietica
sul
negoziato
Salt
,
e
nell
'
indurre
la
Russia
a
riprendere
il
dialogo
missilistico
con
Washington
su
basi
di
realismo
e
di
concretezza
,
al
di
fuori
di
ogni
velleità
di
stravincere
.
Ed
è
stata
la
rapida
ripresa
dell
'
Europa
nelle
ultime
settimane
,
coronata
dal
felice
successo
delle
trattative
di
Brusselles
non
meno
che
del
vertice
di
Parigi
e
dal
rilancio
dell
'
ingresso
dell
'
Inghilterra
nel
Mec
,
paradossalmente
favorito
dalle
orgogliose
misure
tedesche
sul
marco
.
La
paura
della
Cina
si
unisce
nella
diplomazia
sovietica
ad
un
'
altra
costante
:
l
'
ossessione
,
del
resto
comprensibile
,
della
Germania
.
La
Ostpolitik
ha
rappresentato
un
momento
di
questa
paura
:
il
desiderio
di
staccare
la
Repubblica
di
Bonn
dai
vincoli
«
privilegiati
»
con
la
Francia
-
la
grande
illusione
di
De
Gaulle
-
e
con
gli
altri
paesi
della
Comunità
europea
per
impedire
il
ricostituirsi
di
una
qualsiasi
minaccia
,
soprattutto
di
una
qualsiasi
potenziale
minaccia
nucleare
,
alle
frontiere
occidentali
sovietiche
,
le
stesse
frontiere
aggredite
da
Hitler
nel
giugno
'41
.
Non
sembra
che
la
Ostpolitik
,
così
contrastata
all
'
interno
e
presso
gli
stessi
alleati
-
satelliti
di
Mosca
,
abbia
raggiunto
tutti
i
risultati
che
il
Cremlino
se
ne
riprometteva
.
Il
filo
della
maggioranza
social
-
liberale
,
su
cui
si
regge
la
cancelleria
Brandt
,
è
esilissimo
;
le
riserve
e
le
resistenze
in
Germania
e
fuori
crescenti
.
L
'
ipotesi
che
la
Comunità
europea
,
rafforzata
da
Londra
,
possa
sviluppare
un
suo
deterrente
nucleare
è
già
sufficiente
a
turbare
la
Unione
Sovietica
;
ma
l
'
ipotesi
,
molto
più
remota
e
non
impossibile
in
astratto
,
che
la
Germania
possa
avere
un
giorno
,
anche
lontano
,
la
possibilità
di
poggiare
il
dito
sul
«
grilletto
atomico
»
è
sufficiente
a
generare
un
senso
di
terrore
nell
'
Unione
Sovietica
,
spingendo
il
gruppo
arrogante
ma
realista
che
si
stringe
intorno
a
Breznev
a
riconsiderare
tutte
le
sue
posizioni
,
con
un
occhio
sempre
più
amichevole
verso
l
'
America
.
Non
a
caso
Breznev
ha
dato
una
mano
,
col
discorso
di
Tiflis
,
al
presidente
Nixon
per
respingere
la
mossa
,
incauta
e
pericolosa
sotto
tutti
i
punti
di
vista
,
dell
'
emendamento
Mansfield
volto
a
ridurre
i
contingenti
americani
in
Europa
.
E
non
a
caso
Nixon
ha
detto
no
a
Mansfield
,
col
concorso
di
due
ex
presidenti
che
si
chiamano
Truman
e
Johnson
,
in
vista
di
non
compromettere
le
prospettive
di
un
negoziato
con
la
Russia
per
la
riduzione
reciproca
e
bilanciata
delle
forze
dei
due
blocchi
in
Europa
.
È
chiaro
che
gli
Stati
Uniti
,
attraverso
il
nuovo
giuoco
triangolare
,
stanno
riguadagnando
un
po
'
dovunque
l
'
iniziativa
che
avevano
perduto
.
Nel
Sud
-
Est
asiatico
la
situazione
non
è
peggiorata
per
loro
,
e
la
campagna
cinese
sui
fatti
della
Cambogia
o
del
Laos
è
quasi
cessata
.
Più
significativo
ancora
il
corso
degli
eventi
nel
Medio
Oriente
:
con
l
'
improvvisa
svolta
del
regime
di
Sadat
in
Egitto
,
proprio
all
'
indomani
della
missione
del
segretario
di
Stato
Rogers
.
Una
missione
tutt
'
altro
che
fallita
,
a
giudicare
dalla
rimozione
di
tutti
,
o
quasi
,
gli
elementi
filo
-
sovietici
dal
governo
post
-
nasseriano
(
ripensiamo
a
quei
democratici
che
rimpiangevano
Nasser
come
genio
della
pace
!
)
e
all
'
apertura
di
una
linea
di
aperto
e
globale
negoziato
con
Israele
:
e
tocca
a
Israele
non
chiudere
la
porta
.
Ma
l
'
iniziativa
americana
non
basta
.
È
l
'
ora
di
un
'
iniziativa
dell
'
Europa
.
I
risultati
dell
'
incontro
di
Parigi
,
nonostante
ombre
e
riserve
,
sono
incoraggianti
;
Francia
e
Inghilterra
hanno
ritrovato
una
comune
convenienza
a
«
stare
»
in
Europa
.
È
imminente
una
riunione
della
Nato
a
Lisbona
;
è
emersa
una
linea
comune
dei
paesi
del
Mec
sui
problemi
del
Mediterraneo
,
presenza
navale
sovietica
non
meno
che
petrolio
.
Quelli
che
furono
i
rapporti
speciali
della
sola
Gran
Bretagna
con
l
'
America
dovrebbero
diventare
i
rapporti
speciali
dell
'
intero
continente
,
finalmente
organizzato
a
unità
,
col
grande
mondo
americano
:
in
un
vincolo
non
di
sudditanza
ma
di
parità
,
tale
da
offrire
tutte
le
garanzie
di
equilibrio
all
'
Unione
Sovietica
e
da
consentire
una
conferenza
europea
senza
dimenticare
Berlino
.
Le
condizioni
per
l
'
Europa
europea
esistono
.
Occorre
che
tutti
i
popoli
del
Mec
non
perdano
questa
occasione
storica
.
Tutti
:
a
cominciare
dall
'
Italia
.
E
ci
siamo
capiti
.
StampaPeriodica ,
Trovarsi
in
Argentina
mentre
infuria
il
Mundial
è
certamente
una
esperienza
.
Specie
se
poi
in
quei
giorni
l
'
Argentina
vince
.
In
visita
per
varie
conferenze
e
incontri
,
ho
scoperto
che
a
un
certo
punto
tutti
i
miei
impegni
erano
stati
cancellati
e
mi
era
stato
concesso
un
intero
pomeriggio
libero
.
Era
il
giorno
dell
'
incontro
Italia
-
Norvegia
,
e
pareva
impossibile
che
l
'
ospite
fosse
distratto
da
tanto
evento
.
D
'
altra
parte
,
qualsiasi
cosa
avessi
fatto
in
quelle
ore
,
sarei
stato
solo
.
Il
resto
di
Buenos
Aires
era
attaccato
ai
televisori
.
Non
ho
potuto
evitare
pertanto
le
domande
insistenti
dei
giornalisti
sull
'
argomento
.
Ora
io
ho
seguito
l
'
incontro
,
perché
lo
spettacolo
era
bello
,
e
quando
sei
lì
non
puoi
sottrarti
a
un
minimo
di
batticuore
,
ma
quando
mi
fanno
domande
sul
calcio
è
come
se
me
le
facessero
sulla
Danimarca
.
La
Danimarca
è
un
paese
delizioso
,
ci
sono
stato
varie
volte
,
dalla
sirenetta
di
Andersen
a
Elsinore
,
sino
allo
Jutland
,
e
mi
piacerebbe
tornarvi
in
futuro
.
Ma
non
è
che
alla
notte
non
dorma
pensando
alla
Danimarca
,
né
che
al
mattino
dopo
mi
faccia
tradurre
da
qualche
prezzolato
i
quotidiani
danesi
:
sono
contento
che
la
Danimarca
esista
,
e
la
cosa
finisce
lì
.
Quando
tenti
di
spiegare
a
qualcuno
i
sentimenti
di
una
persona
normale
circa
il
calcio
,
non
ti
capiscono
.
E
così
un
quotidiano
argentino
non
ha
resistito
alla
tentazione
di
intitolare
un
suo
articolo
a
una
mia
presunta
dichiarazione
:
"
Il
calcio
è
una
perversione
sessuale
"
.
Io
avevo
detto
qualcosa
di
più
sfumato
,
e
l
'
ho
detto
altre
volte
,
ma
proviamo
a
spiegare
ai
miei
simili
quale
sia
il
mio
punto
di
vista
.
Io
credo
che
una
persona
normale
,
nei
limiti
dell
'
età
,
debba
fare
all
'
amore
,
e
credo
che
sia
una
cosa
sana
e
bella
.
Poi
esistono
casi
in
cui
si
guardano
altri
due
che
fanno
all
'
amore
.
Non
sto
necessariamente
pensando
ai
film
a
luci
rosse
,
basta
un
film
normale
in
cui
si
vedono
due
persone
di
bell
'
aspetto
che
si
accoppiano
con
grazia
.
Nei
limiti
della
moderazione
può
essere
una
esperienza
appagante
.
Infine
ci
sono
i
repressi
sessuali
che
si
eccitano
a
sentire
qualcuno
che
racconta
che
ad
Amsterdam
ha
visto
due
che
facevano
all
'
amore
.
Qui
mi
pare
siamo
ai
limiti
della
perversione
(
tranne
casi
di
handicap
acclarato
,
dove
uno
si
accontenta
di
quel
che
passa
il
convento
)
.
Credo
che
col
calcio
accada
la
stessa
cosa
.
Giocare
a
calcio
è
bello
,
e
mi
spiace
solo
di
essere
stato
riconosciuto
nell
'
infanzia
e
nell
'
adolescenza
un
maestro
dell
'
auto
-
goal
,
per
cui
non
ero
ammesso
a
giochi
di
un
certo
impegno
.
Ma
uno
può
anche
cercare
di
tirare
un
poco
con
la
palla
in
giardino
,
e
fa
bene
alla
salute
.
Poi
accade
che
ci
siano
undici
signori
che
giocano
meglio
di
te
,
e
che
sia
uno
spettacolo
assai
eccitante
vederli
giocare
.
Ogni
tanto
mi
accade
,
e
godo
come
se
fossi
all
'
opera
.
Infine
ci
sono
i
perversi
,
coloro
che
passano
la
giornata
a
farsi
venire
l
'
infarto
discutendo
su
quello
che
i
giornali
hanno
scritto
sulle
partite
di
calcio
,
che
magari
loro
non
hanno
visto
.
E
qui
mi
pare
che
siamo
ai
limiti
della
perversione
(
tranne
casi
di
handicap
acclarato
,
in
cui
ci
si
accontenta
di
quel
che
passa
il
convento
)
.
Qualcuno
mi
potrebbe
obiettare
che
lo
stesso
accade
con
chi
va
a
teatro
,
all
'
opera
,
al
concerto
.
Giudico
forse
io
una
menomazione
quella
di
coloro
che
vanno
ad
ascoltare
i
Musici
,
Pavarotti
,
o
a
vedere
Gassman
?
In
un
certo
senso
sì
,
se
non
hanno
mai
provato
a
cantare
,
a
maneggiare
magari
male
uno
strumento
,
a
recitare
fosse
pure
nella
filodrammatica
parrocchiale
.
Non
sto
pensando
all
'
utopia
marxiana
di
una
società
liberata
in
cui
ciascuno
sia
cacciatore
,
pescatore
eccetera
,
ma
ritengo
che
chi
ha
provato
a
suonare
anche
solo
l
'
ocarina
sia
meglio
abilitato
ad
apprezzare
quello
che
fa
Pollini
;
solo
chi
si
provi
ogni
tanto
a
cantare
,
mentre
si
fa
la
barba
o
innaffia
i
fiori
,
"
Di
Provenza
il
mare
e
il
suol
"
(
o
anche
solo
Eleanor
Rigby
)
può
apprezzare
le
doti
eccelse
di
un
grande
cantante
.
Chi
non
abbia
mai
provato
a
strimpellare
Le
petit
montagnard
è
meno
adatto
ad
apprezzare
l
'
esecuzione
del
grande
pianista
.
Bisogna
nella
vita
provare
anche
a
cantare
,
suonare
,
recitare
,
per
potere
poi
godere
meglio
l
'
esecuzione
di
chi
lo
sa
fare
molto
meglio
di
noi
.
E
se
poi
ci
fosse
qualcuno
che
all
'
opera
non
va
mai
,
ma
passa
la
settimana
a
discutere
le
critiche
uscite
su
Pavarotti
,
anche
se
il
caso
è
raro
,
parlerei
di
perversione
.
Tutte
queste
mi
paiono
verità
molto
semplici
.
Ma
è
assai
difficile
farle
capire
a
chi
perde
tanto
tempo
a
discutere
di
calcio
da
non
aver
tempo
,
sia
pure
alla
domenica
,
di
giocare
a
palla
coi
propri
figli
-
magari
facendosi
prestare
i
figli
altrui
.
Ma
forse
sono
io
che
sono
un
pervertito
.
Non
ne
parliamo
più
.
Tornerò
al
più
presto
in
Danimarca
.
StampaQuotidiana ,
Pochissime
sono
le
cose
che
mi
rallegrano
in
questo
inizio
dell
'
anno
:
mi
rallegra
però
il
fatto
che
Paolo
Poli
canti
e
reciti
in
un
teatro
della
città
.
Sono
stata
a
vederlo
già
due
volte
e
vi
potrei
sempre
tornare
;
qualunque
giornata
disordinata
e
confusa
,
del
tutto
priva
di
senso
,
può
avere
al
suo
termine
alcune
ore
in
quel
teatro
;
e
anche
se
io
non
ci
vado
,
sono
contenta
che
si
avveri
per
altri
ogni
sera
,
non
molto
lontano
da
casa
mia
,
il
miracolo
del
divertimento
.
Se
dovessi
descrivere
Paolo
Poli
a
qualcuno
che
non
l
'
avesse
mai
visto
,
direi
di
lui
che
la
sua
figura
è
quella
di
un
giovinetto
esile
:
ignoro
la
sua
età
,
ma
ho
l
'
idea
che
comunque
resterà
sempre
come
un
esile
giovinetto
;
che
il
suo
linguaggio
è
un
puro
toscano
;
che
i
suoi
spettacoli
sono
,
in
genere
,
parodie
di
romanzi
o
di
commedie
dell
'
Ottocento
,
o
del
primo
Novecento
,
inframmezzate
da
canzoni
;
che
quando
canta
alza
nell
'
aria
le
sue
lunghe
braccia
snodate
e
le
mani
fini
e
soavi
,
assomigliando
a
una
bella
ragazza
,
o
a
un
cigno
,
o
a
un
fiore
dall
'
altissimo
stelo
;
che
suscita
ilarità
con
la
grazia
,
in
un
tempo
in
cui
la
comicità
sembra
poter
nascere
soltanto
su
note
stridenti
e
odiose
,
da
volti
e
gesti
scomposti
e
ripugnanti
.
Lui
è
comico
restando
se
stesso
,
conservando
i
suoi
tratti
lindi
e
gentili
.
Non
c
'
è
tuttavia
nulla
di
lezioso
o
vezzoso
nella
sua
grazia
:
non
c
'
è
in
lui
nessuna
civetteria
,
e
nessuna
timidezza
,
nei
confronti
della
realtà
.
La
sua
grazia
sembra
rispondere
a
un
'
armonia
intima
,
sembra
sprigionarsi
da
un
'
intima
e
lucidissima
intelligenza
.
Fra
i
suoi
molteplici
volti
nascosti
,
c
'
è
essenzialmente
quello
d
'
un
soave
,
ben
educato
e
diabolico
genio
del
male
:
è
un
lupo
in
pelli
di
agnello
,
e
nelle
sue
farse
sono
parodiati
insieme
gli
agnelli
e
i
lupi
,
la
crudeltà
efferata
e
la
casta
e
savia
innocenza
.
Usa
essere
circondato
,
nei
suoi
spettacoli
,
da
ragazzi
vestiti
da
donna
,
e
da
donne
vestite
da
uomo
:
ha
pochi
attori
,
e
li
traveste
in
un
modo
o
nell
'
altro
a
seconda
delle
esigenze
della
storia
.
I
suoi
attori
hanno
le
voci
chiocce
o
stridule
,
i
costumi
mal
cuciti
e
infilati
in
fretta
d
'
una
recita
di
collegio
;
i
costumi
hanno
l
'
aria
di
coprire
a
malapena
altri
panni
,
come
maglioni
o
calzettoni
di
lana
:
in
verità
questi
maglioni
forse
non
appaiono
,
ma
vien
fatto
di
pensarci
e
di
riderne
come
se
si
intravedessero
.
I
suoi
attori
evidentemente
sono
bravissimi
,
perché
non
li
vorremmo
diversi
nemmeno
di
un
'
unghia
;
eppure
le
loro
voci
chiocce
o
in
falsetto
hanno
l
'
esatta
intonazione
di
chi
è
chiamato
a
recitare
per
la
prima
volta
.
Quanto
a
lui
,
i
suoi
travestimenti
(
da
zingara
,
o
da
monaca
,
o
da
frate
,
o
da
diavolo
,
o
da
aviatore
,
o
da
signora
)
sono
sempre
meravigliosi
;
ha
il
dono
di
cambiare
costume
in
un
lampo
,
e
quando
appare
in
un
nuovo
travestimento
,
nel
teatro
corre
un
brivido
di
gioia
e
di
emozione
,
esplodono
applausi
,
e
la
sua
alta
persona
volteggia
sulla
scena
e
nella
sala
svolazzando
con
ventagli
,
tuniche
o
piume
.
Fra
i
suoi
spettacoli
riusciti
e
felici
,
vanno
ricordati
La
nemica
di
Nicodemi
,
il
suo
presente
spettacolo
che
è
una
serie
di
romanzi
di
Carolina
Invernizio
,
e
La
vita
di
Santa
Rita
da
Cascia
che
era
stupendo
,
e
che
fu
sequestrato
come
blasfemo
:
in
verità
non
so
come
si
potesse
definirlo
blasfemo
;
è
un
grande
peccato
che
non
si
dia
più
,
e
darei
non
so
cosa
per
vederlo
ancora
una
volta
.
M
'
è
accaduto
di
assistere
a
suoi
spettacoli
non
del
tutto
riusciti
;
non
che
fossero
mai
sciocchi
o
freddi
,
ma
avevano
qualcosa
di
slegato
e
frammentario
;
mi
dispiaceva
per
lui
,
non
per
me
,
perché
io
mi
divertivo
ugualmente
,
quasi
senza
ombra
di
delusione
;
un
momento
di
suprema
bellezza
c
'
era
sempre
:
e
per
un
fedele
spettatore
di
Paolo
Poli
,
come
io
sono
,
non
importa
molto
la
riuscita
dello
spettacolo
,
basta
qualche
attimo
della
sua
presenza
sulla
scena
,
basta
un
attimo
d
'
una
sua
canzone
;
per
sentirgli
cantare
Sulle
sponde
del
Tigrai
penso
che
farei
chilometri
.
Dell
'
esito
felice
d
'
un
suo
spettacolo
,
mi
rallegro
sempre
,
come
della
fortuna
d
'
un
amico
o
d
'
un
parente
;
in
verità
non
sono
che
uno
spettatore
,
e
lui
di
persona
lo
conosco
appena
,
per
essere
andata
a
salutarlo
a
volte
nel
suo
camerino
.
Come
persona
,
per
quel
poco
che
so
di
lui
mi
sembra
estremamente
civile
,
gentile
e
umile
;
si
sa
cosa
può
fare
il
successo
con
le
persone
,
come
può
deformarle
e
involgarirle
;
pure
mi
sembra
che
sopra
di
lui
il
successo
dovrebbe
passare
senza
toccargli
un
capello
.
Inoltre
la
sua
fortuna
fra
la
gente
è
una
fortuna
di
qualità
particolare
,
è
qualcosa
che
sembra
rifiorire
ogni
sera
dal
nulla
e
come
per
caso
,
senza
alcun
legame
né
con
lo
snobismo
,
né
con
la
pubblicità
,
né
con
la
moda
.
Benché
egli
abbia
tra
la
gente
grande
fortuna
,
benché
il
suo
teatro
sia
ogni
sera
pieno
,
pure
non
mi
sembra
che
lui
sia
diventato
di
moda
:
e
spero
che
una
cosa
tossica
,
aberrante
e
pericolosa
come
la
moda
non
riesca
a
giocare
con
la
sua
persona
.
E
del
resto
forse
ogni
essere
ha
la
fortuna
che
il
suo
spirito
chiede
;
e
quando
uno
viene
deturpato
e
involgarito
dal
successo
,
è
ergermi
della
volgarità
erano
in
lui
preesistenti
,
e
si
potevano
scorgere
nel
suo
spirito
anche
quando
era
solo
e
oscuro
.
A
pensarci
bene
,
il
segreto
del
fascino
di
Paolo
Poli
è
proprio
nella
maniera
nobile
,
civile
e
intelligente
con
cui
tocca
,
esamina
ed
esprime
la
volgarità
rimanendone
pienamente
immune
.
Poiché
non
c
'
è
ombra
di
volgarità
in
lui
,
le
volgarità
e
i
luoghi
comuni
che
estrae
dal
passato
egli
li
illumina
con
un
totale
distacco
,
non
in
una
caricatura
deformante
e
grottesca
ma
in
un
disegno
penetrante
e
limpido
.
Dell
'
Ottocento
,
del
primo
Novecento
,
altri
avevano
fatto
parodie
prima
di
lui
.
Di
luoghi
comuni
e
di
trivialità
del
passato
,
esisteva
una
raccolta
di
parodie
e
farse
che
erano
diventate
non
altro
che
luoghi
comuni
e
trivialità
nuovi
.
Paolo
Poli
ha
buttato
via
dalla
sua
strada
tutte
le
farse
antiche
;
ci
ha
restituito
un
mondo
fantastico
che
ai
nostri
occhi
ha
l
'
incanto
delle
cose
ancor
vive
e
dissepolte
.
L
'
ilarità
in
noi
nasce
dalla
meraviglia
,
dalla
grande
felicità
di
poter
toccare
età
remote
con
mani
e
sguardi
totalmente
nuovi
.
Nel
suo
presente
spettacolo
,
in
mezzo
a
danze
di
zingare
,
neonati
partoriti
in
cantina
,
spose
tradite
e
sepolte
vive
,
lui
a
un
tratto
prende
a
cantare
Giovinezza
.
Canta
questa
canzone
com
'
era
prima
che
diventasse
l
'
inno
delle
camicie
nere
,
la
restituisce
in
tutta
la
soavità
floreale
che
aveva
nella
sua
origine
.
E
un
momento
meraviglioso
.
Questa
«
Giovinezza
»
di
cui
nessuno
può
dimenticare
il
destino
e
che
sorge
ad
un
tratto
sopra
una
fantasia
ottocentesca
,
mescolando
le
memorie
e
le
età
,
ha
il
potere
di
riportare
ai
nostri
piedi
non
soltanto
la
nostra
infanzia
,
ma
il
mondo
,
le
memorie
e
le
illusioni
della
generazione
che
ci
ha
preceduto
,
cioè
l
'
epoca
dei
nostri
padri
.
Su
tali
illusioni
e
memorie
,
non
è
proiettata
alcuna
sorta
di
rimpianto
crepuscolare
,
ma
le
inchioda
un
giudizio
inesorabile
;
melodie
floreali
e
spoglie
innocenti
e
soavi
,
nascondono
futuri
fatti
di
sangue
,
il
lupo
si
nasconde
dietro
ai
bianchi
riccioli
dell
'
agnello
.
E
solo
lui
può
cantare
Giovinezza
in
un
teatro
senza
che
riappaia
né
l
'
immagine
di
Mussolini
,
né
l
'
ironia
ormai
vecchia
e
involgarita
che
si
è
usata
su
questa
immagine
.
Solo
lui
può
farlo
,
essendo
lui
l
'
esatto
contrario
del
fascismo
,
essendo
tutto
quello
che
il
fascismo
ha
voluto
bandire
dalla
terra
.
Q
meglio
,
a
Mussolini
quando
lui
canta
Giovinezza
pensano
tutti
,
ma
per
misurare
e
giudicare
le
distanze
che
ci
separano
sia
dall
'
epoca
in
cui
Mussolini
viveva
e
operava
,
sia
dall
'
epoca
in
cui
l
'
abbiamo
irriso
.
E
in
fondo
appare
chiaro
che
a
Paolo
Poli
l
'
unica
cosa
che
stia
a
cuore
nelle
sue
parodie
è
questa
,
lo
scoprire
nella
goffaggine
,
nella
apparente
innocenza
e
nel
candore
delle
età
perdute
,
i
veleni
e
gli
orrori
delle
future
abbiezioni
.
Cuore ( Ginzburg Natalia , 1970 )
StampaQuotidiana ,
Giorni
fa
ho
letto
che
è
morta
a
Torino
la
vedova
di
un
figlio
di
De
Amicis
,
Ugo
,
morto
nel
'63
.
Questo
Ugo
doveva
essere
il
bambino
«
Enrico
»
,
eroe
del
libro
Cuore
.
I
giornali
riportavano
una
fotografia
di
lui
con
la
moglie
.
I
fantasmi
della
nostra
infanzia
sono
indistruttibili
,
e
non
sanno
invecchiare
;
così
mi
sono
stupita
nell
'
apprendere
che
«
Enrico
»
aveva
avuto
una
professione
,
una
moglie
,
e
a
un
certo
punto
una
faccia
rugosa
e
dei
capelli
bianchi
.
Io
,
da
bambina
,
gli
avevo
dato
un
grembiale
,
un
cestino
per
la
merenda
e
dei
riccioli
;
e
con
quei
riccioli
e
con
quel
cestino
lo
vedevo
procedere
sulla
sua
strada
per
sempre
.
Ho
scoperto
poi
con
meraviglia
che
il
libro
Cuore
è
stato
pubblicato
nel
1886
:
perciò
quando
io
da
piccola
lo
leggevo
,
quel
libro
,
e
il
famoso
«
Enrico
»
,
erano
già
vecchi
di
quarant
'
anni
.
A
me
non
sembrava
,
leggendolo
nell
'
infanzia
,
un
libro
che
appartenesse
ad
un
'
altra
età
.
Il
mondo
che
vi
compariva
era
simile
,
nelle
sue
linee
essenziali
,
non
al
mondo
nel
quale
io
vivevo
,
ma
a
quello
che
mi
veniva
abitualmente
offerto
nei
libri
di
lettura
:
era
evidentemente
il
mondo
che
allora
si
pensava
dovesse
essere
somministrato
all
'
infanzia
.
Confrontando
però
oggi
Cuore
con
la
nostra
epoca
attuale
,
mi
sembra
invece
un
libro
antichissimo
:
precipitato
in
un
'
età
remota
,
esso
non
fa
che
illustrare
cose
che
non
esistono
più
,
un
mondo
caduto
in
cenere
.
Ai
libri
che
abbiamo
amato
nell
'
infanzia
,
restiamo
in
qualche
modo
fedeli
,
nell
'
affetto
,
per
tutta
la
vita
.
Cuore
io
lo
amavo
.
Sfogliandolo
oggi
,
scopro
però
che
lo
amavo
per
i
molti
vizi
che
sono
in
esso
e
che
erano
,
allora
,
in
me
.
A
parte
l
'
affetto
,
giudicando
oggi
Cuore
trovo
che
non
ì
per
niente
un
bel
libro
.
E
abile
e
falso
.
E
furbissimo
,
e
illustra
con
efficacia
retorica
un
mondo
che
,
in
verità
,
nella
sua
sostanza
,
non
è
mai
esistito
se
non
nei
libri
.
I
suoi
personaggi
non
hanno
nessuna
vita
;
definiti
all
'
inizio
,
percorrono
fino
alla
fine
il
cammino
e
compiono
i
gesti
che
fin
dall
'
inizio
ci
eravamo
aspettati
.
Garrone
è
sempre
giusto
e
generoso
;
Franti
è
sempre
perfido
;
il
muratorino
fa
sempre
il
muso
di
lepre
.
Vi
sono
,
è
vero
,
alcuni
ravvedimenti
;
il
padre
di
Precossi
,
fabbro
ferraio
che
era
spesso
«
briaco
»
,
e
batteva
il
figlio
,
commosso
perché
il
figlio
ha
preso
la
medaglia
si
pente
e
smette
di
bere
.
Ma
simili
trasformazioni
sono
in
qualche
modo
prevedibili
:
la
virtù
vince
il
male
,
il
cuore
trionfa
,
la
scuola
intesa
come
fucina
di
buoni
sentimenti
irradia
un
fuoco
benefico
,
istruisce
al
bene
.
Chi
non
si
ravvede
mai
,
per
fortuna
,
è
il
perfido
Franti
.
Dico
per
fortuna
,
perché
ricordo
d
'
avere
assai
temuto
nella
mia
infanzia
che
potesse
nel
corso
del
libro
diventare
buono
;
la
sua
malvagità
mi
affascinava
,
e
spiavo
dietro
di
lui
peccati
che
non
riuscivo
a
immaginare
,
ma
che
mi
figuravo
anche
più
sinistri
e
più
foschi
di
quelli
che
venivano
enumerati
.
In
verità
i
suoi
peccati
non
mi
apparivano
mai
abbastanza
tremendi
.
Ecco
cosa
faceva
:
«
...
Non
teme
nulla
,
ride
in
faccia
al
maestro
,
ruba
quando
può
,
si
porta
a
scuola
degli
spilloni
per
tormentare
i
vicini
,
si
strappa
i
bottoni
dalla
giacchetta
,
e
li
strappa
agli
altri
,
e
li
gioca
,
e
ha
cartella
,
quaderni
,
libri
,
tutto
sgualcito
,
stracciato
,
sporco
,
la
riga
dentellata
,
la
penna
mangiata
,
i
vestiti
pieni
di
frittelle
e
di
strappi
che
si
fa
nelle
risse
»
.
Non
riuscendo
forse
a
rappresentare
con
abbastanza
neri
colori
la
sua
cattiveria
,
a
un
certo
momento
lo
scrittore
ci
porta
davanti
sua
madre
:
«
affannata
,
coi
capelli
grigi
arruffati
,
tutta
fradicia
di
neve
...
raccogliendo
lo
scialle
che
strascicava
,
pallida
,
incurvata
,
con
la
testa
tremante
,
e
la
sentimmo
ancor
tossire
giù
per
le
scale
...
Il
direttore
guardò
fisso
Franti
in
mezzo
al
silenzio
della
classe
,
e
gli
disse
con
un
accento
da
far
tremare
:
Franti
,
tu
uccidi
tua
madre
»
.
Dopo
avere
strappato
bottoni
e
usato
spilloni
e
riso
quando
gli
altri
piangevano
,
Franti
a
un
certo
punto
tira
le
trecce
a
una
sorella
di
Stardi
,
si
azzuffa
con
Stardi
,
qualcuno
gli
vede
in
mano
un
coltello
:
per
cui
finisce
«
all
'
ergastolo
»
:
immagino
che
si
trattasse
di
un
riformatorio
.
Comunque
sparisce
dalla
scena
per
sempre
:
cosa
che
a
me
dispiacque
moltissimo
,
perché
era
mio
grande
godimento
contemplare
la
sua
figura
malvagia
.
«
Franti
,
tu
uccidi
tua
madre
»
,
e
«
Uno
solo
poteva
ridere
mentre
Derossi
diceva
dei
funerali
del
re
:
e
Franti
rise
»
,
sono
frasi
che
nell
'
infanzia
mi
hanno
deliziato
;
come
pure
«
Non
sono
degno
di
baciarti
le
mani
»
,
parole
scritte
da
Enrico
in
risposta
a
una
lettera
della
sorella
,
la
quale
si
duole
di
un
suo
sgarbo
,
e
gli
ricorda
le
ore
passate
presso
la
sua
culla
quando
era
piccolo
,
«
invece
di
divertirmi
con
le
compagne
»
.
Usavo
quasi
sempre
saltare
le
lettere
,
perché
le
trovavo
noiosissime
:
ne
mietevo
però
qualche
frase
,
che
recitavo
tra
me
a
voce
alta
con
insaziabile
commozione
.
Come
mai
in
quella
famiglia
si
scrivessero
tante
lettere
,
ogni
sera
,
pur
abitando
tutti
sotto
lo
stesso
tetto
,
non
me
lo
sapevo
spiegare
;
mi
sembrava
però
una
cosa
piena
di
seduzione
,
e
mi
rammaricavo
che
in
casa
mia
non
vi
fosse
questa
abitudine
.
In
verità
quello
che
mi
affascinava
in
Cuore
era
il
trovarvi
un
mondo
più
ordinato
,
e
in
fondo
per
me
più
rassicurante
,
del
mondo
nel
quale
vivevo
.
Che
fosse
quello
di
Cuore
un
mondo
falso
,
libresco
e
inesistente
nella
realtà
,
io
allora
non
lo
capivo
;
i
bambini
spesso
sono
attratti
dalla
falsità
;
spesso
essi
preferiscono
lo
splendore
delle
sete
artificiali
,
il
luccichio
delle
perle
false
,
alle
vere
perle
e
alla
vera
seta
.
E
io
ero
,
da
bambina
,
retorica
,
conformista
,
e
con
ideali
piccolo
-
borghesi
.
Trovavo
in
Cuore
tutto
quello
che
nella
mia
esistenza
mancava
.
Avrei
voluto
un
padre
saggio
e
sereno
;
il
mio
urlava
,
sbatteva
le
porte
,
le
sue
norme
educative
erano
urla
e
fragori
di
tuono
.
Avrei
voluto
una
madre
che
la
sera
cucisse
sotto
la
lampada
.
La
mia
non
cuciva
,
o
troppo
poco
per
i
miei
gusti
.
Avrei
voluto
sentir
parlare
della
patria
.
In
casa
mia
non
la
nominavano
mai
.
Avrei
voluto
che
si
parlasse
del
re
.
Usavano
dargli
dell
'
imbecille
.
A
scuola
non
mi
mandavano
;
mi
facevano
studiare
in
casa
,
per
paura
dei
microbi
.
Avrei
voluto
che
si
mettesse
fuori
al
balcone
,
i
giorni
delle
feste
patriottiche
,
la
bandiera
.
Non
avevamo
bandiera
.
Alle
sfilate
militari
,
alle
processioni
,
non
mi
portavano
,
sempre
per
paura
dei
microbi
.
Avrei
voluto
che
mi
insegnassero
a
venerare
mia
nonna
.
Invece
su
mia
nonna
in
casa
mia
sbuffavano
;
perché
era
,
a
dir
vero
,
insopportabile
.
Il
mondo
di
Cuore
mi
sembrava
l
'
unico
mondo
nel
quale
era
bello
e
nobile
vivere
.
Era
un
mondo
dove
tutto
appariva
al
suo
posto
:
il
cielo
pieno
di
eroi
e
di
martiri
;
le
carceri
piene
di
malfattori
;
i
soldati
coperti
di
sangue
sui
campi
di
battaglia
;
i
genitori
e
i
maestri
laboriosamente
intenti
a
soccorrere
i
poveri
e
a
educare
i
bambini
.
Era
un
mondo
che
trovavo
ben
costruito
e
nel
quale
mi
sentivo
sicura
e
protetta
.
Lo
consideravo
indistruttibile
;
e
tuttavia
siccome
in
casa
mia
,
in
qualche
modo
che
mi
era
oscuro
,
un
simile
mondo
veniva
messo
in
dubbio
e
deriso
,
sorgeva
a
volte
in
me
il
sospetto
che
vi
fosse
in
esso
una
crepa
segreta
,
un
errore
nascosto
ed
essenziale
.
Soffocavo
però
subito
quel
sospetto
:
innalzavo
intorno
a
me
le
mura
solide
che
mi
piacevano
.
Plasmavo
il
mio
proprio
mondo
a
immagine
e
somiglianza
di
quel
mondo
confortevole
e
immobile
:
rendevo
i
miei
genitori
miti
e
modesti
,
rimpicciolivo
la
mia
casa
e
la
facevo
rassettata
e
umile
;
abolivo
la
donna
di
servizio
,
facevo
di
mia
madre
una
specie
di
formica
operosa
;
inoltre
mi
dissanguavo
nella
fantasia
in
mille
sacrifici
sublimi
,
mi
battevo
contro
i
ladri
e
gli
austriaci
,
mi
vedevo
la
notte
in
piedi
a
copiare
gli
scritti
di
mio
padre
,
pallida
di
fatica
e
incompresa
.
Incompresa
,
ma
solo
per
poco
:
perché
in
quel
mondo
così
nobile
e
degno
le
sofferenze
,
gli
eroismi
e
la
morte
venivano
a
un
certo
punto
sempre
salutati
e
celebrati
,
trovavano
posto
in
un
cielo
di
gloria
,
li
accompagnavano
funerali
e
bandiere
.
A
volte
,
agli
austriaci
e
ai
ladri
sostituivo
i
fascisti
,
sembrandomi
i
soli
veri
nemici
di
cui
potevo
disporre
.
Ma
era
questo
l
'
unico
mutamento
che
portavo
su
un
quadro
dai
colori
indelebili
e
ben
definiti
.
Oggi
,
un
libro
come
Cuore
io
credo
che
non
lo
possiamo
più
leggere
;
e
certo
non
lo
potremmo
pi
su
scrivere
.
Esso
appartiene
a
un
tempo
in
cui
sull
'
onestà
,
sul
sacrificio
,
sull
'
onore
,
sul
coraggio
,
si
scrivevano
cose
false
.
Questo
voleva
dire
che
c
'
erano
stati
o
c
'
erano
,
a
un
passo
di
distanza
,
quegli
stessi
sentimenti
,
ma
veri
.
Voleva
dire
che
le
parole
per
esprimerli
,
vere
e
false
,
esistevano
.
Il
falso
non
è
che
un
'
imitazione
,
falsa
e
morta
,
del
vivo
e
del
vero
.
Oggi
l
'
onestà
,
l
'
onore
,
il
sacrificio
,
ci
sembrano
così
lontani
da
noi
,
così
estranei
al
nostro
mondo
che
non
riusciamo
a
farne
parola
;
e
siamo
completamente
ammutoliti
,
avendo
,
in
questo
nostro
tempo
,
orrore
della
menzogna
.
Così
aspettiamo
,
in
assoluto
silenzio
,
di
trovare
per
le
cose
che
amiamo
parole
nuove
e
vere
.
StampaQuotidiana ,
Se
devo
dire
la
verità
,
il
mio
tempo
non
mi
ispira
che
odio
e
noia
.
Se
è
perché
sono
diventata
vecchia
e
retrograda
,
annoiata
e
ipocondriaca
,
o
se
invece
quello
che
provo
è
un
giusto
odio
,
non
lo
so
.
Penso
che
molti
della
mia
generazione
si
pongano
questa
mia
stessa
domanda
.
Ho
l
'
impressione
che
l
'
odio
e
la
noia
siano
cominciati
in
me
in
un
momento
determinato
.
Non
so
precisare
un
simile
momento
nel
tempo
:
so
però
che
tutto
è
successo
di
colpo
,
e
non
a
poco
a
poco
.
E
stato
alcuni
anni
fa
:
forse
cinque
o
sei
anni
fa
.
Prima
,
tutto
quello
che
i
miei
contemporanei
inseguivano
e
amavano
non
mi
era
mai
né
odioso
,
né
estraneo
;
tutto
quello
che
incuriosiva
,
seduceva
e
trascinava
le
persone
intorno
a
me
,
incuriosiva
,
seduceva
e
trascinava
me
pure
.
Invece
a
un
tratto
ho
sentito
che
non
era
più
così
;
che
io
continuavo
a
perseguire
in
me
stessa
cose
di
cui
la
gente
intorno
a
me
s
'
infischiava
:
e
il
contrario
.
E
quello
che
deliziava
i
miei
simili
,
a
me
non
ispirava
che
repulsione
.
Se
dovessi
tradurre
quello
che
mi
è
accaduto
in
un
'
immagine
,
direi
che
ho
la
sensazione
che
il
mondo
a
un
tratto
si
sia
coperto
di
funghi
e
a
me
non
interessano
questi
funghi
.
Vorrei
capire
però
se
è
un
fatto
che
devo
spiegare
con
la
mia
vecchiaia
,
personale
e
privata
,
o
se
invece
di
colpo
abbia
preso
coscienza
in
me
un
giusto
odio
.
Un
simile
atteggiamento
di
indifferenza
o
di
repulsione
per
le
curiosità
,
le
inclinazioni
e
i
costumi
che
ruotano
intorno
a
noi
nel
presente
,
mi
sembra
in
se
stesso
quanto
mai
melenso
e
riprovevole
.
Il
rifiutarsi
al
presente
,
l
'
isolarsi
nel
rimpianto
d
'
un
passato
defunto
,
vuol
dire
rifiutarsi
di
pensare
.
Mi
sembra
però
ancora
più
melenso
,
e
ancora
più
colpevole
,
l
'
atteggiamento
inverso
:
cioè
il
costringere
noi
stessi
ad
amare
e
inseguire
tutto
quanto
di
nuovo
compare
intorno
a
noi
.
Questa
è
ancor
più
un
'
offesa
contro
il
vero
.
Vuoi
dire
aver
paura
di
mostrarci
come
siamo
,
cioè
stanchi
,
amari
,
ormai
immobili
e
vecchi
.
Vuoi
dire
aver
terrore
d
'
essere
lasciati
in
disparte
;
aver
terrore
di
trovarci
respinti
,
con
i
nostri
inutili
rimpianti
,
nei
nostri
regni
in
rovina
.
Che
i
nostri
rimpianti
per
un
mondo
defunto
siano
inutili
,
è
indubitato
.
Difatti
quel
mondo
,
così
com
'
era
,
non
potrà
risorgere
mai
.
è
inoltre
assai
dubbio
se
fosse
davvero
da
rimpiangere
.
Nel
fatto
che
noi
siamo
portati
a
rimpiangerlo
,
essendo
stato
il
mondo
che
ospitava
la
nostra
giovinezza
,
non
va
osservata
che
un
'
inclinazione
sentimentale
,
una
debolezza
del
nostro
spirito
.
Detto
questo
però
va
anche
detto
che
è
totalmente
impossibile
all
'
uomo
stabilire
cosa
gli
sia
utile
e
cosa
gli
sia
inutile
.
L
'
uomo
non
lo
sa
.
Penso
che
essenzialmente
quello
che
detesto
nel
mio
tempo
,
è
proprio
una
falsa
concezione
dell
'
utile
e
dell
'
inutile
.
Utile
viene
oggi
decretata
la
scienza
,
la
tecnica
,
la
sociologia
,
la
psicanalisi
,
la
liberazione
dai
tabù
del
sesso
.
Tutto
questo
è
reputato
utile
,
e
circondato
di
venerazione
.
Il
resto
è
disprezzato
come
inutile
.
Nel
resto
però
c
'
è
un
mondo
di
cose
.
Esse
vanno
evidentemente
chiamate
inutili
,
non
portando
con
sé
per
i
destini
dell
'
umanità
nessun
vantaggio
sensibile
.
Enumerarle
sarebbe
difficile
,
essendo
esse
infinite
.
Fra
esse
c
'
è
il
giudizio
morale
individuale
,
la
responsabilità
individuale
,
il
comportamento
morale
individuale
.
Fra
esse
c
'
è
l
'
attesa
della
morte
.
Tutto
quello
che
costituisce
la
vita
dell
'
individuo
.
Fra
esse
c
'
è
il
pensiero
solitario
,
la
fantasia
e
la
memoria
,
i
rimpianti
per
le
età
perdute
,
la
malinconia
.
Tutto
quello
che
forma
la
vita
della
poesia
.
Una
simile
parola
,
negletta
,
schernita
e
umiliata
,
appare
oggi
così
antica
e
intrisa
di
vecchie
lagrime
e
polvere
,
quasi
fosse
lo
spettro
stesso
dell
'
inutilità
,
che
uno
si
vergogna
perfino
di
pronunciarla
.
Essendo
dunque
negletto
e
mortificato
tutto
quello
che
forma
la
vita
dell
'
individuo
,
essendo
venerati
e
santificati
gli
dei
dell
'
esistenza
collettiva
,
avviene
che
non
è
più
tenuto
in
nessun
conto
il
solitario
pensiero
.
E
stato
decretato
che
non
serve
a
nulla
,
che
non
ha
potere
alcuno
,
che
non
incide
in
nulla
sulla
vita
dell
'
universo
.
Sembrando
l
'
umanità
ammalata
,
utili
sono
chiamate
soltanto
quelle
che
si
stimano
essere
medicine
per
curarla
.
Il
pensiero
solitario
non
appare
se
non
come
un
malinconico
e
sterile
frutto
di
solitudine
e
di
fatica
;
e
due
cose
sono
oggi
con
prepotenza
odiate
e
ripudiate
,
la
fatica
e
la
solitudine
.
Si
cerca
di
combatterle
e
di
annientarle
ovunque
se
ne
scorga
una
pallida
impronta
.
Ci
si
raduna
in
gruppo
,
per
difendersi
dall
'
oscurità
e
dal
silenzio
,
dalla
presenza
faticosa
e
stremante
del
proprio
essere
singolo
;
ci
si
raduna
in
gruppo
per
viaggiare
,
per
esistere
,
per
suonare
e
cantare
,
per
creare
opere
.
Ci
si
raduna
in
gruppo
anche
per
fare
l
'
amore
:
sembrando
faticoso
e
stremante
,
e
troppo
imparentato
con
la
solitudine
,
il
famoso
antichissimo
rapporto
di
una
sola
donna
con
un
solo
uomo
.
Il
desiderio
di
difendersi
con
ogni
mezzo
dalla
solitudine
e
dalla
fatica
,
appare
chiaro
soprattutto
in
due
espressioni
della
vita
attuale
:
nelle
opere
creative
,
e
nei
rapporti
fra
donne
e
uomini
.
Fra
le
età
dell
'
uomo
,
quella
che
oggi
è
preferita
e
amata
è
l
'
adolescenza
:
essendo
insieme
l
'
età
in
cui
ci
si
sveglia
ai
piaceri
della
vita
adulta
,
e
in
cui
la
fatica
degli
adulti
ci
è
risparmiata
.
Essa
è
anche
l
'
età
in
cui
le
colpe
ci
vengono
perdonate
.
Così
,
il
mondo
di
oggi
appare
come
il
regno
degli
adolescenti
;
donne
e
uomini
si
travestono
da
adolescenti
,
qualunque
sia
l
'
età
che
hanno
toccata
.
In
questo
sogno
d
'
adolescenza
,
uomini
e
donne
si
rassomigliano
e
si
identificano
,
sembrando
voler
apparire
la
medesima
cosa
:
il
medesimo
essere
ambiguo
,
languido
,
randagio
e
soave
,
indifeso
e
tenero
,
con
panni
colorati
e
laceri
e
chiome
fluenti
;
immerso
in
un
eterno
abbandono
,
perduto
in
un
eterno
pellegrinaggio
,
senza
propositi
e
senza
tempo
.
Qualcosa
fra
una
vergine
,
un
profugo
,
un
monaco
,
una
principessa
.
Volendo
apparire
insieme
uomo
e
donna
,
questo
essere
vuole
anche
apparire
insieme
ricchissimo
e
poverissimo
,
e
mescolare
su
di
sé
e
condividere
molteplici
destini
:
né
per
lui
esistono
stagioni
,
mescolandosi
nelle
sue
vesti
l
'
estate
e
l
'
inverno
.
Nell
'
unirsi
in
gruppo
per
far
l
'
amore
,
nel
rifiutare
il
segreto
del
rapporto
a
due
,
c
'
è
ancora
un
sogno
d
'
adolescenza
.
Possiamo
leggervi
il
desiderio
che
il
rapporto
più
drammatico
fra
quelli
esistenti
,
il
rapporto
fra
uomo
e
donna
,
perda
la
sua
drammaticità
e
si
trasformi
in
qualcosa
di
innocente
,
che
assomigli
il
più
possibile
a
un
gioco
di
ragazzi
,
senza
propositi
,
senza
durata
e
senza
fatica
,
leggero
,
transitorio
e
incruento
.
Quanto
alle
opere
creative
,
esse
esprimono
ugualmente
un
desiderio
di
non
-
fatica
,
non
-
travaglio
,
non
-
dolore
,
non
-
spargimento
di
sangue
;
i
romanzi
e
i
versi
aridi
e
confusi
che
oggi
vengono
scritti
,
dicono
chiaro
come
non
sia
stata
spesa
per
scriverli
un
'
ombra
di
fatica
reale
,
e
chi
li
ha
scritti
si
è
limitato
a
specchiarsi
nella
sua
aridità
e
confusione
;
le
opere
d
'
arte
che
si
vedono
nelle
gallerie
e
nei
musei
,
composte
di
veri
manici
di
scopa
e
di
veri
secchi
di
plastica
,
i
quadri
fatti
di
un
semplice
strato
di
colore
,
non
hanno
richiesto
nulla
di
più
d
'
una
veloce
ricerca
in
cucina
o
d
'
una
rapida
pennellata
simile
a
quella
di
chi
vernicia
una
stanza
.
Portando
così
di
peso
nell
'
arte
la
realtà
più
transitoria
e
più
vile
,
l
'
uomo
di
oggi
intende
esprimere
il
vuoto
e
la
sfiducia
che
lo
circonda
,
vuoto
da
cui
non
trae
che
una
scopa
,
una
palla
di
vetro
o
una
macchia
di
vernice
;
ma
esprime
anche
la
sua
volontà
di
risparmiare
a
se
stesso
il
sangue
,
il
travaglio
,
lo
strazio
e
la
solitudine
della
creazione
.
In
verità
,
fatica
e
solitudine
appaiono
come
i
più
temibili
nemici
del
vivere
,
perché
l
'
umanità
intiera
è
oppressa
da
fatica
e
solitudine
.
L
'
uomo
di
ieri
non
lo
sapeva
;
poteva
vivere
ignorando
le
sventure
della
sua
specie
.
L
'
uomo
di
oggi
non
ignora
più
nulla
di
quanto
accade
ai
suoi
simili
sotto
il
sole
;
così
non
può
più
sopportare
la
convivenza
con
se
stesso
,
odia
la
propria
immagine
,
e
sente
sulle
sue
membra
pesare
una
consapevolezza
universale
e
intollerabile
.
La
sua
liberazione
è
sopprimere
dal
suo
spirito
ogni
inclinazione
al
dolore
e
alla
fatica
;
e
con
essi
ogni
senso
di
colpa
,
ogni
solitario
terrore
.
La
sua
liberazione
è
rifugiarsi
in
uno
stato
di
adolescenza
eterna
,
di
estrema
irresponsabilità
e
libertà
;
far
buio
sui
propri
complessi
,
sulle
proprie
inibizioni
,
sulle
proprie
nevrosi
;
avendoli
a
lungo
esplorati
,
sbarazzarsene
,
come
di
ombre
o
di
incubi
;
definirli
inutili
,
e
definire
inutile
con
loro
tutto
il
mondo
dello
spirito
.
L
'
essersi
così
sbarazzato
di
complessi
e
inibizioni
,
non
lo
rende
fiero
né
lo
rallegra
,
perché
l
'
uomo
di
oggi
non
ha
dentro
di
sé
un
luogo
dove
rallegrarsi
o
andar
fiero
.
Inoltre
sa
che
il
mondo
delle
angosce
e
degli
incubi
non
si
è
dissolto
,
ma
è
stato
semplicemente
chiuso
fuori
e
si
affolla
sulla
sua
soglia
.
Gli
strumenti
per
difendersi
da
queste
presenze
nascoste
gli
sono
stati
insegnati
,
ed
egli
li
adopera
.
Essi
sono
la
droga
,
la
collettività
,
il
rumore
,
il
sesso
.
Sono
le
espressioni
molteplici
della
sua
libertà
.
Non
fiera
e
non
allegra
,
e
nemmeno
disperata
perché
non
ha
memoria
d
'
aver
mai
sperato
nulla
,
priva
di
passato
e
di
futuro
perché
non
ha
né
propositi
né
ricordi
,
questa
libertà
dell
'
uomo
di
oggi
cerca
nel
presente
non
una
fragile
felicità
,
che
non
saprebbe
come
usare
non
possedendo
né
fantasia
né
memoria
,
ma
invece
una
fulminea
sensazione
di
sopravvivenza
e
di
scelta
.
Bandito
lo
spirito
,
l
'
uomo
di
oggi
non
ha
a
sua
disposizione
nulla
se
non
questa
scelta
imperiosa
,
occasionale
e
fulminea
.
Quello
che
essa
coglie
nel
presente
è
come
il
manico
di
scopa
o
le
bacinelle
delle
attuali
opere
d
'
arte
:
un
oggetto
,
in
verità
assai
banale
e
volgare
,
ma
comunque
un
oggetto
,
scelto
e
acchiappato
a
volo
nel
vuoto
;
un
segno
che
una
scelta
è
ancora
possibile
,
che
un
oggetto
può
ancora
essere
chiamato
unico
,
essendo
stato
scelto
non
si
sa
perché
fra
i
milioni
di
oggetti
identici
che
ruotano
nei
vortici
dello
spazio
.