StampaQuotidiana ,
Ho
visto
recentemente
in
televisione
un
documentario
sull
'
invasione
tedesca
dell
'
Unione
Sovietica
e
sulla
tragedia
del
corpo
di
spedizione
italiano
sul
Don
.
Belle
testimonianze
di
sopravvissuti
,
immagini
epiche
e
dolorose
.
Penso
che
bisognerebbe
raccogliere
e
proiettare
tutto
il
materiale
relativo
alla
guerra
sul
fronte
orientale
,
compresi
i
film
di
propaganda
:
lì
è
andato
in
scena
il
più
grande
spettacolo
del
mondo
e
lì
sta
la
chiave
della
storia
del
nostro
secolo
.
Ho
pensato
,
guardando
le
immagini
sconnesse
di
quel
documentario
e
ascoltando
il
commento
parlato
,
che
soltanto
chi
ha
più
di
settant
'
anni
conserva
una
memoria
diretta
di
quel
tempo
.
È
un
'
avventura
ma
un
grande
privilegio
.
Tutto
quello
che
io
so
,
per
poco
che
sia
,
l
'
ho
imparato
in
quei
due
o
tre
anni
.
E
la
menzogna
in
cui
oggi
siamo
immersi
e
in
cui
vivono
le
giovani
generazioni
suona
alle
mie
orecchie
come
un
insulto
a
cui
è
vano
opporre
la
memoria
individuale
.
Tutto
era
perduto
in
quei
giorni
e
anni
,
le
democrazie
europee
erano
crollate
sul
campo
come
cartapesta
,
le
armate
corazzate
del
Terzo
Reich
e
le
croci
uncinate
dilagavano
sul
continente
e
oltre
senza
colpo
ferire
,
il
fascismo
e
il
terrore
non
conoscevano
più
ostacoli
.
Meno
uno
,
il
solo
al
di
qua
dell
'
Atlantico
e
dei
mari
del
Nord
e
del
Sud
:
uno
strano
paese
,
che
aveva
fatto
una
sua
rivoluzione
solitaria
,
che
oggi
è
piombato
nella
corruzione
e
nella
decadenza
,
ed
è
in
guerra
con
se
stesso
,
ma
allora
si
alzò
in
piedi
come
un
gigante
che
spezza
ogni
catena
.
Dirà
qualche
anno
più
tardi
nell
'
aula
del
parlamento
italiano
un
esponente
del
governo
di
allora
:
di
certo
Stalin
è
stato
un
uomo
su
cui
Dio
ha
impresso
la
sua
impronta
.
Metafisica
a
parte
,
come
saranno
uscite
dalle
acciaierie
oltre
gli
Urali
quei
cannoni
e
quei
carri
pesanti
capaci
di
respingere
e
di
frantumare
la
macchina
di
guerra
tedesca
?
Come
avranno
fatto
quei
contadini
ucraini
,
quegli
operai
leningradesi
,
quegli
uomini
di
marmo
di
ogni
provincia
,
quei
giovani
tartari
,
uzbeki
,
mongoli
,
ceceni
,
a
formare
un
solo
grande
esercito
per
salvare
la
propria
terra
e
la
nostra
?
Come
ha
potuto
quella
guerra
patriottica
,
senza
i
Kutuzov
e
i
Tucha
?
evskij
,
saldarsi
con
l
'
antifascismo
mondiale
e
l
'
ideale
di
libertà
di
ogni
popolo
?
Come
fu
possibile
trarre
questa
forza
da
molte
privazioni
e
sofferenze
sotto
un
regime
rozzo
e
sprezzato
dai
posteri
?
C
'
era
qualcuno
,
forse
,
che
aveva
visto
più
lontano
degli
altri
.
Il
comunismo
ci
ha
rimesso
ma
noi
no
,
e
forse
dovremmo
ringraziare
.
Prima
ringraziare
e
poi
revisionare
e
anche
ribaltare
la
storia
:
tanto
è
lontana
mille
anni
e
nessuno
può
eccepire
.
Vicino
a
Mosca
commemorano
ogni
tanto
una
battaglia
dell
'
età
napoleonica
mimandola
sul
terreno
,
e
c
'
è
anche
un
museo
scenografico
che
la
fa
rivivere
agli
spettatori
come
ne
fossero
i
protagonisti
.
Ma
sulle
sponde
del
placido
Don
non
c
'
è
,
che
io
sappia
,
nessuna
Disneyland
che
onori
la
più
grande
vittoria
militare
del
XX
secolo
.
StampaQuotidiana ,
Non
credo
che
Massimo
D
'
Alema
,
qualche
giorno
fa
,
sia
salito
al
Quirinale
per
dimettersi
e
sia
stato
dissuaso
da
Ciampi
perché
bisogna
prima
approvare
la
legge
finanziaria
.
Avrebbe
potuto
comunque
rassegnare
le
dimissioni
e
farsi
rinviare
alle
Camere
,
lasciando
alla
sua
squinternata
maggioranza
l
'
onere
e
l
'
onore
di
restituirgli
la
fiducia
o
negargliela
,
e
rigettando
sull
'
intero
parlamento
,
come
si
conviene
,
la
responsabilità
di
approvare
o
meno
la
legge
finanziaria
.
Non
credo
che
Massimo
D
'
Alema
abbia
questo
stile
,
uno
che
rientra
da
Helsinki
per
andare
a
Fiuggi
a
farsi
fischiare
dal
partito
inesistente
di
Boselli
Enrico
non
ha
questo
stile
.
E
non
credo
neppure
che
Massimo
D
'
Alema
sia
stanco
di
farsi
cuocere
a
fuoco
lento
e
preferisca
assumere
un
altro
ruolo
.
Ha
fatto
cose
turche
per
entrare
a
palazzo
Chigi
e
dipingerne
a
nuovo
la
facciata
e
farà
cose
turche
per
restarci
.
Non
corre
alcun
rischio
di
farsi
cuocere
a
fuoco
lento
perché
l
'
operazione
è
già
avvenuta
nel
breve
giro
di
un
anno
,
e
la
lepre
di
Gallipoli
è
già
uno
stracotto
servito
in
tavola
.
Secondo
le
logiche
della
politica
corrente
,
come
le
abbiamo
imparate
a
suo
tempo
,
è
giunta
l
'
ora
di
Walter
Veltroni
.
È
lui
la
carta
su
cui
puntano
le
frattaglie
della
maggioranza
(
Cossiga
Francesco
,
Mastella
non
so
,
Boselli
Enrico
ecc
.
)
per
far
fuori
i
bolscevichi
dal
palazzo
d
'
inverno
di
piazza
Colonna
.
E
non
c
'
è
in
giro
nell
'
area
del
centro
-
sinistra
,
e
forse
neppure
del
centro
-
destra
,
un
anticomunista
più
dichiarato
dell
'
attuale
segretario
dei
Ds
.
Non
faccia
velo
il
particolare
che
i
due
leader
in
questione
fanno
parte
dello
stesso
partito
:
nelle
conversazioni
private
i
due
si
chiamano
reciprocamente
«
quello
là
»
,
e
il
modo
come
Occhetto
fece
fuori
Natta
e
D
'
Alema
fece
fuori
Occhetto
è
diventata
una
scuola
di
pensiero
che
troverà
conferma
nella
successione
prossima
ventura
.
L
'
armata
brancaleone
del
centro
-
sinistra
governativo
può
permettersi
di
far
fuori
il
suo
incauto
comandante
e
inventore
,
cioè
Brancaleone
in
persona
,
ma
non
può
ancora
aspirare
a
cancellare
la
primazia
diessina
.
La
mortadella
prodiana
è
inacidita
,
una
controfigura
istituzionale
vorrebbe
dire
la
resa
incondizionata
della
residua
sinistra
governativa
.
Perciò
o
D
'
Alema
resta
a
penzolare
ancora
per
qualche
settimana
o
mese
,
o
è
l
'
ora
dell
'
altro
quello
là
.
Confesso
che
tutto
questo
non
presenta
per
me
,
e
penso
per
la
pubblica
opinione
in
generale
,
nessun
interesse
.
Potrebbe
essere
interessante
e
promettente
se
una
crisi
si
aprisse
,
non
si
risolvesse
inutilmente
e
malamente
,
e
si
andasse
alle
elezioni
generali
(
e
regionali
)
in
primavera
.
Con
una
legge
elettorale
democratica
,
cioè
proporzionalista
,
con
tutti
gli
sbarramenti
che
volete
alla
tedesca
.
Forse
allora
una
formazione
o
coalizione
di
sinistra
potrebbe
trovare
uno
spazio
dignitoso
e
una
parte
dei
cittadini
che
non
ne
possono
più
potrebbero
tornare
a
votare
,
fuori
dal
polo
nord
dal
polo
sud
.
StampaPeriodica ,
La
Commissione
bicamerale
per
le
riforme
costituzionali
ha
chiuso
i
battenti
.
Felicemente
o
infelicemente
?
Per
il
Palazzo
felicemente
,
visto
che
ne
è
uscito
un
accordo
.
Ma
per
il
paese
infelicemente
,
se
è
vero
-
come
sostengo
-
che
l
'
accordo
è
stato
pessimo
.
E
un
cattivo
accordo
che
peggiora
le
cose
non
dà
,
o
non
dovrebbe
dare
,
felicità
.
Si
capisce
che
non
ci
sono
quasi
mai
accordi
assolutamente
cattivi
,
così
come
non
ci
sono
quasi
mai
accordi
perfetti
.
Un
cattivo
accordo
è
dunque
un
'
intesa
nella
quale
le
malefatte
nettamente
prevalgono
sulle
cose
ben
fatte
.
I
difensori
d
'
ufficio
dell
'
operato
della
Bicamerale
si
arroccano
su
due
argomenti
.
Il
primo
è
che
qualsiasi
accordo
è
meglio
di
nessun
accordo
.
Il
secondo
è
che
,
come
dicevo
,
nell
'
operato
dei
70
bene
e
male
si
mescolano
.
Ma
con
questo
argomento
,
il
secondo
,
si
redime
tutto
:
si
redime
la
guerra
(
che
Hegel
equipara
al
vento
che
disperde
i
miasmi
che
aleggiano
sulle
paludi
)
,
si
redime
la
tortura
(
che
consente
di
ottenere
la
confessione
dei
torturati
)
,
si
redime
magari
anche
Pol
Pot
(
che
riduce
l
'
esplosione
demografica
)
.
Quali
sarebbero
,
allora
,
le
acquisizioni
positive
della
Bicamerale
?
Che
gli
italiani
,
mai
sazi
di
elezioni
,
potranno
finalmente
votare
per
il
capo
dello
Stato
?
Il
loro
tripudio
sarà
breve
quando
si
accorgeranno
di
aver
votato
per
un
sotto
-
capo
di
Stato
.
Il
federalismo
?
Poveri
noi
,
che
caos
.
La
riforma
della
magistratura
?
Di
questa
ancora
non
si
sa
,
ma
tutto
lascia
prevedere
che
la
nostra
giustizia
resterà
in
crisi
.
Accetto
,
dunque
,
che
nelle
pieghe
del
male
si
possa
nascondere
anche
del
bene
;
ma
spiegatemi
,
per
favore
,
qual
è
.
Quanto
al
primo
punto
,
e
cioè
che
qualsiasi
accordo
è
meglio
di
niente
,
questa
è
una
vera
stortura
.
Chi
ragiona
così
fa
dell
'
accordo
un
valore
assoluto
,
un
valore
in
sé
.
Invece
l
'
accordo
è
uno
strumento
per
conseguire
un
fine
.
Accordo
a
quale
scopo
?
Per
che
cosa
?
Stranamente
(
ma
non
tanto
,
a
ripensarci
)
la
Bicamerale
non
se
l
'
è
quasi
mai
chiesto
.
L
'
importante
,
per
i
70
,
è
stato
soltanto
mettersi
d
'
accordo
fra
di
loro
,
ai
loro
fini
.
Non
hanno
cercato
di
scrivere
una
buona
Costituzione
ma
,
assai
più
,
di
evitare
riforme
che
li
danneggiassero
.
E
ci
sono
magnificamente
riusciti
.
Ci
sono
riusciti
mettendo
la
Costituzione
all
'
asta
:
tanto
a
me
,
tanto
a
te
;
io
chiedo
cento
,
concludiamo
per
cinquanta
.
Il
risultato
è
sotto
gli
occhi
di
tutti
:
il
trionfo
dei
partitini
,
che
si
sono
assicurati
l
'
eternità
e
un
rinforzato
potere
di
interdizione
e
di
ricatto
;
un
contentino
presidenzialista
per
la
pubblicità
di
Gianfranco
Fini
;
un
contentino
parlamentarista
per
gli
antipresidenzialisti
:
un
misto
di
cane
e
di
gatto
,
un
can
-
gatto
.
Torniamo
alla
domanda
che
i
bicameralisti
hanno
disatteso
:
perché
una
Seconda
Repubblica
?
Perché
una
nuova
Costituzione
?
Ovviamente
perché
abbiamo
problemi
di
disfunzionalità
sistemica
che
dobbiamo
risolvere
:
primo
,
ridurre
la
frammentazione
partitica
;
secondo
,
rinforzare
la
governabilità
.
Due
obiettivi
che
sono
strettamente
collegati
.
I
partiti
sono
le
gambe
sulle
quali
la
governabilità
dovrebbe
camminare
;
e
se
le
gambe
sono
zoppe
e
troppe
,
allora
la
governabilità
va
all
'
aria
e
non
c
'
è
barba
di
marchingegno
costituzionale
che
possa
rimediare
.
Orbene
,
questi
due
obiettivi
e
gli
strumenti
per
perseguirli
sono
stati
non
soltanto
mancati
,
ma
addirittura
capovolti
.
Il
progetto
magnifico
e
progressivo
siglato
dalla
quadriglia
D
'
Alema
-
Marini
-
Berlusconi
-
Fini
,
in
breve
Damabefi
,
ci
garantisce
una
decina
di
partiti
,
e
governi
di
cinque
anni
di
veti
incrociati
.
Se
non
sarà
una
dieta
polacca
,
poco
ci
manca
.
Meglio
l
'
accordo
Damabefi
che
nessun
accordo
?
Confesso
di
essere
interdetto
.
Perché
non
è
che
nessun
accordo
ci
lascia
con
nulla
,
librati
nel
vuoto
.
Se
non
siamo
capaci
di
creare
una
nuova
Costituzione
sensata
,
l
'
alternativa
è
restare
con
il
sistema
parlamentare
che
abbiamo
,
e
tornare
a
lavorare
sul
suo
miglioramento
.
Se
il
nuovo
è
peggio
dell
'
esistente
,
allora
meglio
l
'
esistente
.
Davanti
alla
Costituzione
Damabefi
l
'
alternativa
non
è
,
ripeto
,
il
niente
o
il
caos
.
E
riconoscere
che
la
Bicamerale
ha
fatto
autogol
.
E
se
l
'
autogol
delegittima
la
classe
politica
che
l
'
ha
fatto
,
chi
è
causa
del
suo
mal
pianga
se
stesso
.
A
questi
argomenti
si
risponde
in
coro
,
dal
Palazzo
e
dintorni
,
che
in
politica
gli
accordi
si
fanno
sempre
come
sono
stati
fatti
in
Bicamerale
,
che
io
di
politica
proprio
non
mastico
,
e
che
la
mia
opposizione
è
professionale
,
astratta
,
addirittura
egolatrica
.
Per
esempio
,
di
me
Silvio
Berlusconi
scrive
(
«
Corriere
della
Sera
»
,
28
giugno
)
che
«
per
un
Professore
l
'
importante
è
il
modello
,
il
teorema
.
Il
modello
è
perfetto
,
l
'
ha
fatto
il
Professore
,
è
bello
,
gli
piace
»
.
Spiegando
che
chi
«
è
innamorato
per
professione
delle
astrazioni
accademiche
poco
si
cura
della
realtà
,
e
rifiuta
perciò
di
sottoporre
i
suoi
modelli
alla
verifica
dei
fatti
»
.
Troppo
onore
,
deputato
Berlusconi
:
lei
mi
accredita
un
merito
che
non
mi
spetta
.
Il
modello
«
fatto
dal
Professore
»
è
stato
fatto
una
quarantina
d
'
anni
fa
da
un
certo
Debré
,
si
chiama
Quinta
Repubblica
,
e
funziona
da
altrettanto
tempo
in
una
capitale
che
si
chiama
Parigi
.
Aggiungo
che
siccome
la
Francia
degli
anni
Cinquanta
era
molto
simile
,
politicamente
,
all
'
Italia
degli
anni
Novanta
,
l
'
argomento
che
il
prototipo
francese
non
si
presta
a
trapianti
è
pretestuoso
.
Ma
veniamo
al
punto
:
chi
è
che
,
in
politica
,
è
bravo
.
Io
racconterò
la
vicenda
della
Bicamerale
così
come
la
conosco
in
prima
persona
.
Dal
che
potrà
risultare
quant
'
è
bello
il
primato
della
politica
,
dove
stanno
gli
sbagli
e
chi
li
ha
fatti
.
La
vicenda
dura
,
per
l
'
esattezza
,
da
quando
cadde
il
governo
Berlusconi
(
dicembre
1994
)
.
Dopo
un
anno
di
governo
Dini
,
nel
febbraio
1996
venne
tentato
il
governo
di
Antonio
Maccanico
.
In
quel
momento
mi
parve
,
e
sostenni
,
che
nessuna
riforma
costituzionale
sarebbe
stata
possibile
senza
un
'
intesa
preventiva
fra
i
tre
maggiori
partiti
,
e
cioè
di
larga
maggioranza
trasversale
.
Siccome
al
Pds
premeva
(
giustamente
)
un
sistema
elettorale
a
doppio
turno
,
mentre
il
Polo
reclamava
un
generico
presidenzialismo
,
mi
venne
l
'
idea
,
elementare
e
banale
,
di
uno
scambio
fra
doppio
turno
e
semipresidenzialismo
.
E
siccome
non
tutti
gli
scambi
lo
sono
,
tengo
a
sottolineare
che
il
mio
era
«
alto
e
nobile
»
,
visto
che
proponeva
un
sistema
esistente
e
ben
funzionante
,
e
che
non
era
per
nulla
(
come
appare
alla
logica
aggrovigliata
dell
'
onorevole
Ciriaco
De
Mita
)
uno
spezzatino
:
non
spezzava
nulla
,
era
il
modello
francese
mantenuto
integro
,
stessa
testa
con
gli
stessi
piedi
.
Il
tentativo
Maccanico
fallì
per
un
soffio
.
Scrissi
allora
che
avevamo
perduto
,
per
colpa
congiunta
di
D
'
Alema
e
di
Fini
,
un
treno
che
non
sarebbe
ripassato
.
Difatti
non
stava
ripassando
quando
mi
incontrai
con
Massimo
D
'
Alema
,
a
metà
marzo
del
1997
.
E
poiché
a
me
non
era
venuta
nel
frattempo
nessuna
idea
nuova
,
in
quell
'
occasione
riproposi
a
D
'
Alema
lo
scambio
dell
'
anno
prima
.
Io
ho
sempre
ritenuto
scorretto
riferire
di
un
incontro
privato
.
Ma
dato
che
su
quell
'
incontro
ci
sono
state
numerose
fughe
di
notizie
,
in
larga
parte
fantasiose
,
forse
a
questo
punto
occorre
darne
la
versione
autentica
.
Dunque
,
a
quel
mio
suggerimento
D
'
Alema
rispose
,
prendendomi
in
contropiede
,
così
:
vede
,
professore
,
oggi
chi
non
vuole
nessun
presidenzialismo
è
Berlusconi
.
Pur
raggelato
,
gli
chiesi
:
mi
autorizza
ad
andare
da
Berlusconi
a
dirgli
che
è
lui
che
blocca
l
'
intesa
?
Senz
'
altro
,
fu
la
risposta
di
D
'
Alema
.
Il
che
non
mi
rendeva
(
come
è
stato
scioccamente
scritto
)
suo
ambasciatore
.
Ma
sottintendeva
che
un
sì
di
Berlusconi
avrebbe
sbloccato
la
trattativa
.
Adelante
Pedro
,
feci
il
giro
delle
sette
chiese
,
vidi
un
po
'
tutti
,
incluso
Berlusconi
,
e
il
4
aprile
tornai
a
Botteghe
Oscure
.
Per
riferire
che
Fini
accettava
il
doppio
turno
,
nella
formulazione
che
avevo
proposto
;
e
che
Berlusconi
mi
aveva
autorizzato
a
confermare
che
la
formula
del
semipresidenzialismo
a
lui
stava
bene
.
Immaginavo
che
D
'
Alema
sarebbe
stato
contento
.
Immaginavo
male
.
D
'
Alema
mi
ascoltò
accigliato
;
mi
disse
in
quel
momento
(
non
quando
mi
aveva
mandato
allo
sbaraglio
)
che
lui
aveva
cambiato
disegno
;
e
mi
congedò
esortandomi
a
tornare
agli
studi
,
e
a
lasciare
la
politica
a
lui
.
Difatti
mi
sono
rimesso
alla
finestra
,
imparando
quel
che
dirò
tra
poco
.
Racconto
tutto
ciò
perché
mi
sento
dire
da
ogni
parte
che
l
'
accordo
,
stavolta
basso
e
ignobile
,
raggiunto
in
extremis
a
fine
giugno
da
Damabefi
è
stato
«
il
migliore
possibile
»
.
No
.
La
storia
di
cui
ho
riferito
dimostra
di
no
.
La
verità
è
che
la
sera
del
5
aprile
1997
D
'
Alema
,
Berlusconi
e
Fini
avrebbero
potuto
benissimo
incontrarsi
in
casa
di
Gianni
Letta
e
accordarsi
in
un
lampo
su
una
buona
Seconda
Repubblica
.
Non
è
accaduto
,
ma
era
possibile
.
Possibilissimo
.
Anzi
,
era
quasi
fatta
.
Il
successo
della
Bicamerale
,
un
successo
vero
,
era
a
portata
di
mano
.
Invece
è
stato
regalato
alle
ortiche
.
Perché
?
E
importante
,
in
cose
importanti
,
capire
come
è
andata
.
Guardando
dalla
mia
finestra
,
quel
che
sono
riuscito
a
vedere
è
che
D
'
Alema
ha
sbagliato
tutto
.
Lo
dico
con
dispiacere
,
perché
in
D
'
Alema
ho
creduto
.
Dubitavo
da
tempo
,
fin
dal
tempo
della
vicenda
Maccanico
,
del
suo
coraggio
;
ma
ritenevo
che
avesse
una
visione
,
che
non
fosse
un
tatticista
come
gli
altri
.
Così
ritenevo
.
Ma
temo
di
essermi
sbagliato
.
Succede
anche
a
me
.
Intanto
,
e
per
cominciare
,
D
'
Alema
ha
ingannato
tutti
coloro
che
lo
hanno
insediato
alla
presidenza
della
Bicamerale
.
Soltanto
a
maggio
D
'
Alema
ci
ha
detto
che
la
sua
linea
di
azione
era
ispirata
da
amore
di
Ulivo
,
e
che
la
sua
priorità
era
salvare
il
governo
Prodi
.
No
,
onorevole
D
'
Alema
.
In
tal
caso
lei
non
doveva
né
cercare
né
accettare
la
presidenza
della
Bicamerale
.
Perché
come
presidente
della
Bicamerale
la
sua
priorità
doveva
essere
la
Costituzione
,
la
ricerca
di
un
buon
accordo
costituzionale
.
Nel
gestire
la
Bicamerale
per
salvare
il
governo
Prodi
,
pertanto
,
lei
si
è
messo
in
una
posizione
falsa
che
ha
falsato
tutto
il
gioco
.
Fra
l
'
altro
,
non
c
'
è
bisogno
di
essere
professori
per
capire
che
una
traballantissima
e
risicatissima
maggioranza
di
centro
-
sinistra
non
poteva
essere
in
alcun
modo
una
maggioranza
di
riforma
.
La
quadratura
del
cerchio
in
partenza
non
c
'
era
;
se
l
'
è
creata
lei
giocando
contemporaneamente
su
due
tavoli
.
Ed
è
per
questo
che
lei
è
approdato
a
un
cerchio
quadrato
,
oppure
a
un
quadrato
circolare
;
insomma
,
al
pasticciaccio
al
quale
è
approdato
.
Ciò
premesso
,
resta
da
spiegare
perché
D
'
Alema
il
4
aprile
abbia
buttato
via
un
ragionevolissimo
accordo
che
aveva
già
in
tasca
e
imboccato
l
'
impervia
e
assai
dubbia
via
del
cosiddetto
premierato
forte
,
di
un
premier
quasi
-
israeliano
,
quasi
-
eletto
(
e
,
in
sostanza
,
come
-
se
-
eletto
)
.
Non
è
che
con
questa
trovata
D
'
Alema
accontentasse
Franco
Marini
e
i
popolari
,
avversi
a
ogni
«
direttismo
»
.
E
nemmeno
accontentava
,
così
,
Fausto
Bertinotti
.
Accontentava
almeno
il
suo
partito
,
il
Pds
?
Per
quel
che
mi
consta
,
no
.
Le
resistenze
che
D
'
Alema
incontra
nel
Pds
sono
di
coloro
che
restano
ancorati
alla
tradizione
parlamentarista
del
partito
.
Allora
,
perché
D
'
Alema
si
è
buttato
davvero
a
corpo
morto
sul
premierato
all
'
israeliana
?
Visto
che
mi
si
rimproverava
di
non
capire
la
realtà
della
politica
,
sarò
realista
:
tanto
realista
quanto
lo
sono
i
politici
che
osservo
.
Che
cosa
è
successo
a
D
'
Alema
?
E
successo
,
dice
il
mio
realismo
,
che
D
'
Alema
si
è
promosso
al
rango
del
più
furbo
di
tutti
.
Può
darsi
,
per
esempio
,
che
D
'
Alema
abbia
ritenuto
che
le
sue
chance
di
essere
eletto
presidente
della
Repubblica
erano
modeste
,
mentre
il
premierato
forte
era
un
vestito
fatto
su
misura
per
lui
.
Inoltre
D
'
Alema
può
aver
pensato
che
sul
premier
di
elezione
diretta
avrebbe
potuto
imbrogliare
facilmente
Berlusconi
,
e
poi
ottenere
l
'
assenso
di
Fini
.
Berlusconi
,
si
sa
,
non
ha
mai
percepito
che
tra
presidenzialismo
e
premierato
ci
fosse
differenza
;
dunque
Berlusconi
non
era
un
problema
.
Quanto
a
Fini
,
anche
lui
stava
facendo
il
furbo
.
Diceva
presidenzialismo
,
ma
poi
,
si
sapeva
,
era
pronto
a
salvare
l
'
onore
anche
con
l
'
elezione
diretta
del
capo
del
governo
.
Forse
,
mentre
io
ingenuamente
giravo
le
sette
chiese
,
l
'
intesa
era
già
,
nell
'
aria
,
questa
.
Non
lo
so
.
Ma
quel
mattacchione
di
Umberto
Bossi
è
riuscito
all
'
ultimo
minuto
a
farla
saltare
.
Nel
gioco
dei
furbi
,
è
andata
a
finire
che
il
più
furbo
è
stato
lui
.
Congetture
a
parte
,
quel
che
è
certo
è
che
D
'
Alema
,
pur
di
ottenere
il
premierato
forte
,
ha
venduto
tutto
.
Soprattutto
ha
rinunciato
a
quel
doppio
turno
che
per
il
Pds
era
vitale
.
Perché
D
'
Alema
il
doppio
turno
lo
ha
ritirato
fuori
soltanto
all
'
ultimo
,
per
il
semipresidenzialismo
alla
francese
.
Ma
,
vedi
caso
,
per
il
premierato
forte
non
era
necessario
.
E
,
vedi
caso
,
l
'
abbandono
del
doppio
turno
andava
bene
al
Berlusconi
ispirato
da
Gianni
Pilo
,
e
gli
guadagnava
il
plauso
dei
cespugli
.
Non
contento
,
D
'
Alema
ha
anche
disperatamente
cercato
di
comprare
Bossi
,
regalandogli
tutto
il
federalismo
che
in
poche
notti
Francesco
D
'
Onofrio
è
riuscito
a
mettere
assieme
.
Dunque
,
pur
facendo
in
finale
buon
viso
a
cattivo
gioco
,
D
'
Alema
esce
sconfittissimo
dalla
sua
gestione
della
Bicamerale
.
Purtroppo
ne
esce
anche
sconfittissima
la
stessa
ragion
d
'
essere
di
una
riforma
costituzionale
.
I
davvero
contenti
dovrebbero
essere
gli
ex
democristiani
che
salvano
tutte
le
loro
poltrone
,
e
Bertinotti
che
potrà
continuare
a
rafforzarsi
.
Ma
gli
italiani
contenti
non
dovrebbero
essere
.
La
televisione
di
Stato
(
aggiunta
,
s
'
intende
,
a
quella
di
Berlusconi
)
ci
ha
annunziato
il
30
giugno
sera
che
«
per
la
prima
volta
una
commissione
bicamerale
ha
fatto
centro
»
.
Cornuti
,
mazziati
e
anche
soddisfatti
.
Grazie
a
questi
media
,
finiremo
proprio
così
.
StampaQuotidiana ,
Con
commossa
unanimità
di
accenti
,
da
destra
e
da
sinistra
,
la
stampa
italiana
piange
Pier
Paolo
Pasolini
,
l
'
intellettuale
più
scomodo
che
abbiamo
avuto
in
questi
anni
.
Diventato
,
anzi
,
scomodissimo
.
Non
piaceva
a
nessuno
,
quel
che
negli
ultimi
tempi
andava
scrivendo
.
Non
a
noi
,
la
sinistra
,
perché
battagliava
contro
il
1968
,
le
femministe
,
l
'
aborto
e
la
disobbedienza
.
Non
piaceva
alla
destra
perché
queste
sue
sortite
si
accompagnavano
a
un
'
argomentazione
sconcertante
,
per
la
destra
inutilizzabile
,
sospetta
.
Non
piaceva
soprattutto
agli
intellettuali
;
perché
erano
il
contrario
di
quel
che
in
genere
essi
sono
,
cauti
distillatori
di
parole
e
di
posizioni
,
pacifici
fruitori
della
separazione
fra
"
letteratura
"
e
"
vita
"
,
anche
quelli
cui
il
1968
aveva
dato
cattiva
coscienza
.
Solo
di
essi
,
Sanguineti
ha
avuto
,
ieri
,
il
coraggio
di
scrivere
"
finalmente
ce
lo
siamo
tolto
dai
piedi
,
questo
confusionario
,
residuo
degli
anni
cinquanta
". Gli
anni
cioè
della
lacerazione
,
apocalittici
,
tragici
.
Finalmente
,
per
l
'
intellettuale
di
sinistra
,
superati
.
Questa
pressoché
totale
unanimità
è
certo
la
seconda
pesante
macchina
che
passa
sul
corpo
di
Pasolini
.
Come
della
prima
,
chi
ha
la
coscienza
a
posto
può
dire
:
"
se
l
'
è
cercata
"
.
Per
chi
non
ha
queste
certezze
è
invece
l
'
ultimo
segno
di
contraddizione
,
di
questa
contraddittoria
creatura
:
una
contraddizione
vera
,
non
ricomponibile
in
qualche
artificio
dialettico
.
Giacché
se
una
cosa
è
certa
è
che
questo
improvviso
riconoscersi
tutti
nelle
sue
ragioni
,
ora
che
è
morto
e
in
questo
modo
,
è
davvero
l
'
ultimo
sbeffeggiamento
che
gli
restituisce
questo
nostro
mondo
non
amato
.
Non
è
,
infatti
,
il
tradizionale
omaggio
al
defunto
illustre
,
e
neppure
la
consueta
assoluzione
per
il
defunto
in
vita
detestato
.
Se
tutti
scrivono
sullo
stesso
registro
(
l
'
Unità
,
in
un
corsivo
commosso
,
abbozza
perfino
un
'
autocritica
,
mentre
il
partito
radicale
lo
iscrive
post
mortem
)
è
perché
ognuno
,
dalle
ragioni
di
Pasolini
,
pensa
oggi
di
poter
trarre
il
profitto
suo
.
Non
diceva
che
i
giovani
sono
,
ormai
,
come
una
schiuma
lasciata
da
una
mareggiata
che
ha
distrutto
i
vecchi
valori
?
che
una
collettività
deve
darsi
un
ordine
,
un
sistema
di
convivenza
,
un
modello
?
Su
questo
sono
d
'
accordo
tutti
,
salvo
dare
ciascuno
,
a
questo
ordine
e
a
questa
denuncia
,
il
segno
che
più
gli
conviene
.
Pasolini
,
l
'
intellettuale
più
outsider
della
nostra
società
culturale
,
fornisce
con
la
sua
indecorosa
morte
la
prova
ferrea
che
così
non
si
può
andare
avanti
.
Così
comoda
,
che
tutto
il
resto
è
perdonato
.
Penso
che
su
questo
fervore
e
i
suoi
corollari
,
Pasolini
avrebbe
-
se
è
lecito
immaginare
questo
gesto
in
un
uomo
così
dimessamente
gentile
-
sputato
sopra
.
Che
,
se
ne
fosse
uscito
vivo
,
oggi
sarebbe
dalla
parte
del
diciassettenne
che
lo
ha
ammazzato
di
botte
.
Maledicendole
,
ma
con
lui
.
E
così
fino
all
'
inevitabile
,
forse
prevista
e
temuta
,
altra
occasione
di
morte
.
Ma
con
lui
perché
era
il
mondo
,
queste
le
creature
della
sua
vita
più
vera
(
"
io
li
conosco
questi
giovani
,
davvero
,
sono
parte
di
me
,
della
mia
vita
diretta
,
privata
"
)
in
cui
cercava
,
ostinatamente
,
una
luce
.
In
loro
,
non
nel
mondo
d
'
ordine
,
che
non
sono
solo
i
commissariati
di
polizia
.
Qui
tornava
perché
nella
sua
visione
del
mondo
altre
strade
non
c
'
erano
.
La
sua
denuncia
dello
"
sviluppo
"
,
dei
valori
del
consumismo
,
del
profitto
,
dell
'
appiattimento
da
essi
indotto
in
una
società
preindustriale
dove
ancora
potevano
prevalere
i
rapporti
personali
,
non
alienati
,
non
passivamente
accolti
era
-
come
in
genere
è
in
questo
filone
,
che
ha
esponenti
illustri
,
cattolici
e
laici
-
unidimensionale
come
la
società
che
criticava
;
era
vissuta
come
fine
della
storia
,
imbarbarimento
,
di
fronte
al
quale
soltanto
cercar
di
arretrare
.
Arretrare
,
finché
un
rifiuto
opposto
a
questo
tipo
di
"
sviluppo
"
-
e
chi
può
opporvisi
se
non
il
margine
,
o
un
terzo
mondo
non
ancora
arrivato
a
questa
soglia
?
-
non
avrebbe
offerto
un
'
ancora
di
salvezza
.
Altrove
,
salvezze
non
vedeva
,
per
questo
Pasolini
tornava
,
ostinatamente
,
in
borgata
e
più
gli
sfuggiva
,
più
vi
tornava
tormentosamente
.
Tanto
più
che
in
tutti
i
sensi
doveva
presentarglisi
come
una
frustrazione
,
una
contraddizione
.
Cercava
un
rapporto
autentico
,
e
non
tesseva
,
invece
,
un
rapporto
mercificato
?
cercava
un
rapporto
libero
e
non
ripeteva
lui
stesso
-
l
'
intellettuale
ricco
che
arriva
con
l
'
Alfa
e
paga
il
ragazzo
davanti
a
lui
,
socialmente
e
personalmente
tanto
più
fragile
-
un
rapporto
fra
oppressore
e
oppresso
?
né
l
'
umiliazione
che
ne
doveva
ricevere
in
cambio
(
quante
prove
,
meno
tragicamente
finite
,
di
questa
sua
morte
deve
aver
vissuto
;
l
'
irrisione
del
compagno
occasionale
,
il
rifiuto
,
la
resistenza
di
chi
si
fa
usare
ma
si
sente
usato
,
e
quindi
si
ribella
)
poteva
assolverlo
dal
fatto
che
entrava
egli
stesso
in
questo
meccanismo
alienante
.
Nel
quale
l
'
interlocutore
diventava
sempre
più
sfuggente
,
più
"
oggetto
"
.
Diverso
da
un
tempo
,
quando
il
ragazzo
veniva
con
lui
ma
mantenendo
una
sua
figura
,
una
sua
dimensione
non
integrata
,
non
asservibile
,
come
il
Tommaso
di
Una
vita
violenta
.
Oggi
non
era
più
così
:
il
ragazzo
che
lo
ha
ucciso
ha
poco
in
comune
col
borgataro
d
'
un
tempo
.
Dovrebbe
esser
rilasciato
domani
,
ai
sensi
dei
valori
che
reggono
questa
società
(
oltre
che
di
un
'
umanità
elementare
)
perché
non
è
da
dubitare
della
testimonianza
della
sua
borgata
,
e
cioè
che
non
aveva
gran
voglia
di
lavorare
-
e
chi
ce
l
'
ha
-
ma
era
pronto
e
prossimo
a
rientrare
nell
'
ordine
della
famiglia
,
solo
provvisoriamente
e
venalmente
violato
.
Nulla
,
in
questa
storia
,
è
davvero
uguale
a
quel
che
sembra
.
Non
il
ricco
vizioso
che
cerca
amori
nascosti
fra
gli
emarginati
,
giacché
nessuno
come
Pasolini
viveva
più
semplicemente
la
sua
inclinazione
omosessuale
e
avrebbe
potuto
soddisfarla
,
in
una
società
ormai
più
permissiva
,
senza
rischi
di
sorta
.
Non
il
giovane
vizioso
,
che
non
c
'
è
:
né
come
vizioso
,
né
come
delinquente
,
e
neppure
come
volontariamente
deviante
,
ribelle
alla
norma
.
Morte
accidentale
nell
'
inseguimento
di
un
fantasma
,
si
potrebbe
dire
.
Con
soddisfazione
per
i
più
,
con
amarezza
per
chi
di
Pasolini
aveva
stima
e
rispetto
.
E
funerali
,
adesso
,
con
assunzione
in
gloria
da
parte
di
chi
,
quel
fantasma
,
ha
prima
costruito
e
poi
esorcizzato
.
Se
Pasolini
è
oggi
così
lodato
,
se
probabilmente
in
buona
fede
tanti
si
riconoscono
in
metà
del
discorso
che
lui
faceva
,
è
perché
l
'
altra
metà
per
lui
essenziale
,
quella
in
cui
riponeva
la
sua
speranza
,
non
aveva
fondamento
.
Quante
discussioni
,
le
poche
volte
che
lo
incontravo
,
e
sempre
le
stesse
;
le
stesse
che
ripeteva
puntualmente
con
Moravia
.
È
vero
che
il
capitale
ci
ha
disumanizzato
.
È
vero
.
È
vero
che
la
conformizzazione
al
suo
modello
è
mostruosa
.
È
vero
che
essa
è
così
potente
,
da
riflettersi
persino
in
chi
la
nega
;
nel
1968
,
quando
scrisse
la
famosa
poesia
sugli
scontri
di
Valle
Giulia
,
Pasolini
vedeva
nello
studente
il
prodotto
d
'
un
ceto
che
può
perfino
"
provare
"
la
rivoluzione
,
cosa
che
al
poliziotto
,
figlio
di
bracciante
meridionale
,
non
è
permessa
;
e
coglieva
una
parte
di
verità
.
È
vero
che
oggi
,
e
non
ieri
,
si
può
parlare
di
aborto
,
e
non
solo
perché
è
maturato
il
movimento
femminista
,
ma
la
società
maschile
pensa
a
"
economizzarsi
"
.
È
vero
che
scuola
dell
'
obbligo
e
Tv
sono
organismi
del
consenso
.
È
vero
che
il
fascista
non
è
così
diverso
dal
democratico
,
nei
suoi
modelli
culturali
,
come
era
nel
1922
.
Vero
tutto
,
e
tutto
parziale
:
perché
ogni
volta
che
Pasolini
toccava
con
mano
queste
scomode
verità
,
l
'
ambiguità
del
presente
,
faceva
seguire
un
salto
indietro
,
verso
l
'
umanità
non
ambigua
di
"
prima
"
,
invece
che
cogliere
nello
studente
,
nel
femminismo
,
nella
scolarizzazione
,
nella
stessa
conformizzazione
,
il
principio
d
'
una
sicuramente
spuria
,
ma
vitale
via
d
'
uscita
in
avanti
.
L
'
idea
che
questo
itinerario
si
dovesse
compiere
fino
in
fondo
e
di
qui
ritrovare
il
filo
d
'
un
mondo
restituito
all
'
umanità
,
era
in
lui
sempre
più
lontana
.
Avrebbe
potuto
essere
uno
scettico
,
diventava
,
in
senso
classico
,
un
"
reazionario
"
.
E
questo
oggi
viene
sfruttato
,
questa
è
la
seconda
macchina
che
passa
sul
suo
corpo
.
Giacché
del
valore
dirompente
,
violento
,
di
questa
sua
"
reazione
"
nulla
resta
,
nella
elegia
delle
prime
,
seconde
e
terze
pagine
che
gli
sono
dedicate
.
Avrà
un
funerale
borghese
,
e
fra
qualche
tempo
il
comune
di
Roma
gli
dedicherà
una
strada
.
Lo
ammazzeranno
meglio
,
i
suoi
veri
nemici
,
che
non
il
ragazzo
dell
'
altra
sera
.
Nel
quale
,
prima
di
perire
,
deve
aver
visto
soltanto
la
via
senza
uscite
in
cui
s
'
era
cacciato
,
la
dimensione
del
suo
errore
.
E
pensare
che
cercava
l
'
angelo
della
passione
secondo
Matteo
.
StampaQuotidiana ,
Stampa
e
radio
si
sono
piegate
febbrilmente
,
il
giorno
di
Pasqua
,
sul
secondo
messaggio
delle
Brigate
Rosse
come
su
un
palinsesto
da
decifrare
.
Siccome
sulle
cose
che
contano
-
se
Moro
sia
vivo
,
se
lo
libereranno
e
a
quali
condizioni
-
non
dice
niente
,
i
commentatori
ne
hanno
dedotto
che
è
invece
interessantissimo
politicamente
.
Lo
hanno
trovato
a
)
ricco
di
novità
,
b
)
tale
da
accattivarsi
le
simpatie
della
nuova
sinistra
(
i
più
gentili
)
,
o
da
esserne
senz
'
altro
il
frutto
(
i
più
maliziosi
)
.
Perché
?
perché
sviluppa
un
vasto
attacco
alla
Democrazia
cristiana
,
cosa
che
nella
vecchia
sinistra
non
è
più
di
moda
.
Ma
quando
mai
è
stata
di
moda
nella
sinistra
nuova
?
Nel
1968
essa
nacque
accusando
,
a
torto
o
a
ragione
,
i
partiti
operai
di
essersi
dati
come
solo
nemico
la
DC
,
mentre
era
il
sistema
nel
suo
complesso
che
bisognava
disvelare
e
demolire
.
Nel
1977
,
il
movimento
ha
avuto
per
nemico
tutto
«
lo
Stato
»
,
e
in
particolare
i
riformisti
perché
vi
ingabbiavano
le
masse
.
Per
una
sola
breve
fase
la
nuova
sinistra
(
meglio
i
gruppi
)
scoprirono
la
DC
,
e
fu
nel
1972
con
Fanfani
.
In
verità
,
chiunque
sia
stato
comunista
negli
anni
Cinquanta
riconosce
di
colpo
il
nuovo
linguaggio
delle
BR
.
Sembra
di
sfogliare
l
'
album
di
famiglia
:
ci
sono
tutti
gli
ingredienti
che
ci
vennero
propinati
nei
corsi
Stalin
e
Zdanov
di
felice
memoria
.
Il
mondo
-
imparavamo
allora
-
è
diviso
in
due
.
Da
una
parte
sta
l
'
imperialismo
,
dall
'
altra
il
socialismo
.
L
'
imperialismo
agisce
come
centrale
unica
del
capitale
monopolistico
internazionale
(
allora
non
si
diceva
«
multinazionali
»
)
.
Gli
stati
erano
«
il
comitato
d
'
affari
»
locale
dell
'
imperialismo
internazionale
.
In
Italia
il
partito
di
fiducia
-
l
'
espressione
è
di
Togliatti
-
ne
era
la
DC
.
In
questo
quadro
,
appena
meno
rozzo
,
e
fortunatamente
riequilibrato
dalla
«
doppiezza
»
,
cioè
dall
'
intuizione
del
partito
nuovo
,
la
lettura
di
Gramsci
,
una
pratica
di
massa
diversa
,
crebbe
il
militantismo
comunista
fino
agli
anni
Cinquanta
.
Vecchio
o
giovane
che
sia
il
tizio
che
maneggia
la
famosa
Ibm
,
il
suo
schema
è
veterocomunismo
puro
.
Cui
innesta
una
conclusione
che
invece
veterocomunista
non
è
,
e
cioè
la
guerriglia
.
In
quel
contesto
infatti
essa
non
funziona
.
Se
le
masse
sono
manipolate
dagli
apparati
,
con
quale
esercito
si
fa
la
rivoluzione
?
Se
il
nemico
è
un
potentissimo
partito
-
stato
,
protetto
dall
'
estero
e
padrone
di
tutte
le
istituzioni
,
difficile
pensare
di
abbatterlo
col
cecchinaggio
.
E
infatti
quella
posizione
aveva
,
per
logica
conseguenza
,
o
l
'
abbassamento
del
tiro
o
«
Ha
da
venì
Baffone
»
,
cioè
il
rinvio
dell
'
ora
X
all
'
esplodere
d
'
una
crisi
europea
,
d
'
una
nuova
guerra
che
rovesciasse
il
rapporto
impari
di
forze
.
Tanto
è
vero
che
,
quando
il
problema
della
rivoluzione
italiana
tornò
all
'
ordine
del
giorno
nella
sinistra
,
nei
primi
anni
Sessanta
,
comportò
un
'
analisi
diversa
anche
della
Democrazia
cristiana
,
più
complessa
e
insieme
più
aggredibile
;
si
vide
nell
'
interclassismo
cattolico
un
terreno
di
disgregazione
del
vecchio
e
di
riaggregazione
,
nella
lotta
di
massa
,
del
nuovo
blocco
storico
.
Tutta
la
spinta
a
sinistra
ne
fu
alimentata
,
e
ne
risentì
la
stessa
Democrazia
cristiana
,
specie
nelle
fasi
in
cui
si
trovò
sotto
sterzo
,
cioè
nell
'
estate
del
1963
e
poi
dal
1975
al
1976
.
Interessi
imperialisti
,
capitale
privato
e
di
stato
,
stato
,
partiti
,
confessionalismo
,
«
luoghi
»
della
dominazione
borghese
apparvero
in
continuità
,
ma
non
appiattiti
;
e
nel
relativo
scollamento
si
rifletté
la
forza
d
'
urto
dell
'
avanzata
a
sinistra
.
Se
oggi
qualcuno
scopre
nel
testo
delle
BR
una
efficace
critica
della
DC
,
vuol
dire
che
l
'
arretramento
delle
idee
politiche
s
'
è
fatto
precipitoso
.
Le
BR
odierne
,
se
pure
di
loro
si
tratta
,
ci
hanno
contato
.
E
il
Partito
comunista
farebbe
bene
a
misurare
lo
spazio
che
ha
lasciato
scoperto
e
l
'
ampiezza
di
manovra
che
esso
offre
.
Consente
infatti
ai
brigatisti
di
fare
degli
ammazzamenti
,
sequestri
e
ora
relativa
ideologia
,
i
cardini
d
'
una
doppia
operazione
:
far
saltare
la
Democrazia
cristiana
o
parte
di
essa
fuori
dal
«
compromesso
democratico
»
e
indebolire
la
credibilità
della
sinistra
,
nel
momento
in
cui
si
attua
una
destabilizzazione
a
destra
.
Questa
manovra
sconta
il
silenzio
delle
sinistre
sulla
DC
e
se
ne
fa
una
forza
.
Può
infatti
opporre
il
PCI
,
allo
schematismo
d
'
una
denuncia
che
mira
a
impressionare
una
certa
base
inquieta
o
delusa
,
l
'
articolato
giudizio
formulato
negli
anni
Sessanta
?
Quello
-
l
'
analisi
della
DC
come
d
'
uno
specifico
interclassismo
,
specifico
problema
strutturale
,
storico
e
di
coscienza
della
nostra
società
-
comportava
comunque
una
strategia
di
attacco
,
di
avanzata
,
di
egemonia
,
di
conquista
.
Quali
che
ne
fossero
i
limiti
che
la
strategia
che
le
sinistre
ne
derivavano
,
ed
erano
molti
,
nella
loro
coscienza
e
in
quella
delle
masse
che
le
seguivano
restò
al
centro
il
«
come
»
della
divisione
della
DC
e
della
sua
sconfitta
.
Lo
restò
fino
al
20
giugno
.
Da
allora
non
lo
è
più
.
Al
suo
posto
sono
subentrate
,
con
la
filosofia
dell
'
emergenza
,
la
priorità
data
all
'
accordo
con
tutta
la
Democrazia
cristiana
,
e
quindi
la
necessità
di
stare
alle
sue
compatibilità
.
PCI
e
PSI
vanno
fin
dove
la
DC
può
arrivare
.
La
rovinosa
condotta
dell
'
ultima
crisi
di
governo
ne
è
stata
la
prova
.
E
un
caso
che
sia
culminata
nella
seconda
grande
provocazione
del
decennio
,
reciproca
alla
strage
di
piazza
Fontana
?
È
straordinario
che
dal
Cile
,
che
pure
lo
spaventò
,
il
PCI
non
abbia
tratto
le
due
lezioni
più
evidenti
.
Prima
,
che
non
può
inoltrarsi
in
campo
avversario
senza
fortemente
coprirsi
a
sinistra
con
un
tenace
legame
di
masse
(
masse
più
coese
e
non
meno
,
più
capaci
di
egemonia
e
non
meno
)
.
Secondo
,
che
deve
essere
garantito
da
modifiche
immediate
e
sostanziali
negli
apparati
del
potere
di
stato
.
Berlinguer
invece
sembra
essersi
mosso
al
buio
.
E
ora
a
sinistra
gli
si
aprono
falle
,
nella
forma
peggiore
.
No
,
non
il
crescere
del
partito
armato
nelle
fabbriche
:
queste
sono
storie
che
piacciono
a
Carli
.
Ma
prime
sacche
di
rassegnazione
e
delusione
e
sconcerto
;
domani
smobilitazione
.
A
destra
,
nel
giro
di
poche
settimane
e
sotto
l
'
iniziativa
degli
attentati
,
un
avversario
incattivito
e
uno
stato
che
domanda
leggi
eccezionali
.
PCI
e
PSI
,
privi
di
iniziative
e
capaci
solo
di
esecrazione
,
le
avalleranno
.
Dove
sono
le
casematte
che
il
movimento
popolare
italiano
,
nel
momento
del
suo
originario
avvento
al
governo
,
si
sarebbe
dato
per
garantire
gli
embrioni
di
un
nuovo
stato
?
Si
è
fatto
di
tutto
per
asfissiarle
.
Resta
una
grande
classe
operaia
all
'
erta
,
e
attorno
ad
essa
una
coscienza
democratica
che
comincia
a
confondersi
e
incrinarsi
.
Nessuno
le
chiama
a
organizzarsi
,
a
farsi
presidio
.
La
salvezza
della
democrazia
è
affidata
ai
questori
.
Come
stupirsi
se
ogni
avventura
è
tentata
?
StampaQuotidiana ,
Quando
nacque
il
governo
D
'
Alema
,
con
una
misera
maggioranza
parlamentare
da
Cossutta
a
Cossiga
,
noi
scrivemmo
che
resuscitava
il
peggior
trasformismo
di
fine
Ottocento
e
che
la
sinistra
andava
al
disastro
.
Facemmo
una
copertina
col
titolo
Balla
coi
lupi
.
E
ora
accade
che
i
lupi
,
latrando
come
si
addice
a
questo
genere
di
animali
,
stanno
scuoiando
vivi
i
ragazzi
di
palazzo
Chigi
:
i
quali
si
sono
,
da
un
anno
in
qua
,
volontariamente
offerti
in
pasto
.
Il
comunicato
del
sen.
Cossiga
,
diffuso
come
pubblicità
a
pagamento
,
scritto
in
uno
stile
che
bisognerebbe
analizzare
come
i
bollettini
delle
Br
,
esige
una
commissione
parlamentare
d
'
inchiesta
sulla
storia
d
'
Italia
e
sull
'
esistenza
stessa
del
Pci
per
settant
'
anni
.
Un
tribunale
speciale
di
lupi
e
gladiatori
che
le
pecore
subiscono
belando
.
Gladio
veste
i
panni
solenni
di
una
magistratura
giudicante
per
indagare
sul
Kgb
,
Cossiga
indagherà
su
Cossutta
che
indagherà
su
se
stesso
.
I
giornali
invocano
la
dissacrazione
di
Berlinguer
,
che
non
solo
morì
comunista
senza
rinnegamenti
ma
anche
prigioniero
dell
'
Urss
.
L
'
editorialista
del
«
Corriere
»
Panebianco
,
con
quel
cognome
abusivo
rispetto
a
se
stesso
,
scrive
che
il
comunismo
è
«
il
male
assoluto
»
e
chiede
ai
ragazzi
di
Berlinguer
di
condannare
il
proprio
padre
,
di
compiere
un
'
abiura
anch
'
essa
assoluta
.
C
'
è
del
metodo
in
questa
follia
,
che
non
intende
solo
sbranare
ma
dissolvere
nell
'
acido
solforico
i
resti
della
sinistra
italiana
.
Questa
follia
non
si
fermerà
,
non
si
accontenterà
del
rapporto
Mitrokhin
e
dei
finanziamenti
del
Kgb
,
farà
della
caccia
alle
streghe
una
bandiera
politica
ed
elettorale
,
fino
a
farci
rimpiangere
l
'
anticomunismo
del
passato
.
Non
c
'
è
alcun
segnale
di
reazione
a
questo
assalto
.
D
'
Alema
e
Veltroni
hanno
infilato
tutte
e
quattro
le
mani
in
questo
ingranaggio
che
li
stritola
e
non
sanno
come
sottrarsi
,
forse
non
hanno
neppure
capito
con
chi
si
sono
messi
(
Berlinguer
lo
aveva
finalmente
capito
quando
accusò
se
stesso
di
«
ingenuità
»
nei
confronti
della
Dc
e
di
Cossiga
come
individuo
)
.
Non
diranno
al
picconatore
,
come
farebbero
due
uomini
adulti
,
di
andarsene
fuori
dai
piedi
,
né
glielo
dirà
il
congelato
Cossutta
.
Ma
una
maggioranza
così
indecente
non
può
durare
né
esprimere
un
governo
credibile
e
una
politica
rispettabile
.
Se
il
governo
resterà
in
piedi
perché
il
potere
o
una
sua
parvenza
contano
più
di
tutto
sarà
un
cadavere
ambulante
.
Non
lo
dico
come
paleocomunista
che
ha
a
cuore
le
sorti
e
anche
l
'
onore
della
sinistra
,
del
suo
passato
e
del
suo
futuro
,
ma
come
un
povero
cittadino
umiliato
e
offeso
.
StampaQuotidiana ,
La
firma
dei
trattati
europei
al
«
palais
d
'
Egmont
»
di
Bruxelles
coincide
con
uno
dei
momenti
di
maggiore
disorientamento
e
turbamento
della
nostra
democrazia
.
L
'
Italia
che
con
De
Gasperi
dette
un
contributo
decisivo
all
'
avvio
dell
'
unificazione
continentale
,
in
anni
di
difficoltà
economiche
e
di
depressione
sociale
infinitamente
peggiori
degli
attuali
,
era
presente
nella
capitale
belga
attraverso
un
presidente
del
consiglio
dimissionario
,
e
reincaricato
poche
ore
prima
in
vista
di
una
difficilissima
coalizione
quadripartita
,
e
attraverso
un
ministro
degli
esteri
di
cui
neppure
è
certa
la
presenza
nel
futuro
governo
,
ammesso
che
si
riesca
a
costituirlo
al
termine
di
un
periplo
lungo
e
tormentato
.
Incertezza
nella
pubblica
opinione
;
distacco
fra
classe
politica
e
paese
reale
;
riaffiorare
di
fermenti
di
eversione
e
di
violenza
,
minacciosi
per
la
stessa
stabilità
delle
libere
istituzioni
.
Il
miracolo
economico
degli
anni
Sessanta
compromesso
dagli
errori
di
una
demagogia
intollerante
,
troppo
spesso
accarezzata
da
partiti
di
governo
;
taluni
modelli
della
vita
italiana
sospesi
fra
l
'
Argentina
di
Perón
e
la
Jugoslavia
di
Tito
.
I
dati
fondamentali
della
solidarietà
democratica
in
discussione
;
talvolta
riaffioranti
le
tentazioni
di
una
dispettosa
autarchia
.
L
'
Europa
rimane
,
più
che
mai
,
la
sola
speranza
per
l
'
Italia
.
Perfino
di
fronte
alla
ventata
della
contestazione
,
la
religione
dell
'
Europa
unita
è
riuscita
a
sopravvivere
.
Nella
gioventù
,
che
non
crede
più
in
niente
,
è
pour
cause
dopo
la
dilapidazione
dei
padri
,
la
prospettiva
di
un
'
Europa
unificata
accende
ancora
speranze
,
suscita
propositi
o
impegni
di
lotta
.
La
Russia
obbedisce
alle
leggi
di
sempre
,
alla
sua
gravitazione
di
grande
impero
euro
-
asiatico
,
fondato
su
un
istinto
di
conservazione
di
cui
l
'
ecumenismo
comunista
rappresenta
solo
uno
strumento
;
gli
Stati
Uniti
rientrano
con
Nixon
nel
solco
della
tradizione
repubblicana
,
tendenzialmente
isolazionista
e
svincolata
dai
raccordi
con
le
democrazie
europee
che
alimentarono
,
pure
attraverso
illusioni
ed
errori
,
il
partito
di
Roosevelt
e
di
Kennedy
.
Gli
equilibri
mondiali
tornano
ad
imporsi
secondo
le
regole
di
Metternich
,
contraddicendo
le
speranze
di
fratellanza
e
di
giustizia
scaturite
dalla
seconda
guerra
mondiale
,
dalla
carta
di
San
Francisco
.
Solo
in
una
dimensione
europea
l
'
Italia
può
sperare
di
risolvere
i
suoi
problemi
:
problemi
di
crescita
civile
,
di
espansione
economica
,
di
autentica
promozione
sociale
,
al
di
fuori
delle
illusioni
di
un
«
giustizialismo
»
appena
adatto
per
i
paesi
del
terzo
mondo
.
Nonostante
infiniti
errori
,
particolarmente
gravi
negli
ultimi
quattro
anni
,
la
democrazia
italiana
ha
salvato
le
condizioni
della
convivenza
,
i
presupposti
di
un
libero
dialogo
democratico
nel
nostro
paese
.
Occorre
fermarsi
sul
ciglio
del
precipizio
,
ritrovare
la
fede
nella
libertà
,
smarrita
per
troppi
calcoli
di
potere
.
La
firma
di
Bruxelles
serva
almeno
ad
illuminare
i
partiti
italiani
:
prima
che
la
spaccatura
del
paese
in
due
fronti
contrapposti
,
destra
estrema
contro
sinistra
estrema
,
sia
consumata
.
In
quel
caso
saremmo
già
fuori
dall
'
Europa
:
vittime
di
quella
«
vocazione
africana
»
di
cui
parlava
Gobetti
.
StampaQuotidiana ,
Bill
Clinton
continuerà
a
bombardare
alla
cieca
e
a
tempo
indeterminato
.
È
un
fuorilegge
internazionale
ma
nessuno
lo
chiama
così
.
Se
fermerà
la
guerra
,
se
cioè
dovrà
scendere
in
qualche
modo
a
patti
,
perderà
anche
la
faccia
.
Per
salvarla
,
non
per
salvare
i
profughi
kosovari
abbandonati
a
se
stessi
,
andrà
fino
in
fondo
.
Credo
che
solo
l
'
opinione
pubblica
del
suo
paese
(
e
sperabilmente
dei
paesi
alleati
)
potrà
trattenerlo
.
Russia
e
Cina
hanno
un
ruolo
decisivo
ma
passivo
.
I
dirigenti
europei
che
tentennano
e
cercano
piccole
mediazioni
incontrano
diniego
.
Non
credo
di
averli
convinti
-
dice
D
'
Alema
dopo
aver
illustrato
a
tal
Solana
la
timida
posizione
italiana
-
ma
mi
hanno
ascoltato
con
rispetto
.
A
pesci
in
faccia
.
Lo
scopo
umanitario
,
anzi
altruista
,
anzi
francescano
,
di
questa
guerra
si
è
demistificato
da
sé
.
Nessuno
ci
crede
più
,
alla
luce
dei
fatti
,
anche
se
pochi
osano
dire
che
questo
scopo
non
è
esistito
fin
dall
'
inizio
;
se
non
come
pretesto
e
menzogna
.
Restano
sulla
scena
solo
gli
eccidi
collaterali
e
l
'
abbandono
dei
profughi
.
L
'
idea
che
questo
sanguinoso
stillicidio
continua
«
normalmente
»
ai
nostri
confini
e
con
la
nostra
attiva
partecipazione
è
insopportabile
.
Il
sospetto
che
la
trattativa
diplomatica
che
si
trascina
sia
un
paravento
,
per
lasciare
alla
gente
la
speranza
di
uno
sbocco
politico
che
viene
in
realtà
sabotato
ed
escluso
,
è
umiliante
.
Noi
abbiamo
preso
sul
serio
l
'
uovo
di
colomba
uscito
dal
nostro
parlamento
.
Ma
non
è
che
possiamo
lasciarlo
marcire
,
ricevere
soltanto
rifiuti
e
fingere
di
avere
la
coscienza
a
posto
.
Se
una
mozione
timida
non
è
bastata
fatene
una
seconda
,
una
terza
e
una
quarta
più
risoluta
:
una
per
ogni
ospedale
o
carcere
o
scuola
o
ambasciata
bombardata
.
O
che
cos
'
è
la
Nato
,
un
carcere
di
massima
sicurezza
al
comando
di
un
secondino
americano
,
dove
i
reclusi
possono
solo
lamentarsi
del
rancio
?
E
guardatevi
,
guardiamoci
,
dai
diversivi
e
dagli
sciacallaggi
.
L
'
assassinio
di
D
'
Antona
è
un
vilissimo
episodio
ed
è
prima
di
tutto
un
affare
di
polizia
.
Non
depistate
,
per
favore
.
Lungi
dall
'
avere
un
retroterra
politico
o
sociale
credibile
,
questo
delitto
e
le
sue
motivazioni
scarabocchiate
sono
solo
una
cosa
losca
che
arriva
puntuale
con
le
elezioni
.
E
il
clima
di
guerra
,
col
vuoto
conseguente
di
politiche
sociali
,
è
il
miglior
brodo
di
coltura
di
qualsiasi
scelleratezza
o
provocazione
.
StampaQuotidiana ,
Che
cosa
contano
venti
malati
in
un
ospedale
che
muoiono
sotto
le
bombe
?
Nulla
.
Forse
sarebbero
morti
lo
stesso
,
consideriamola
un
'
eutanasia
.
Che
cos
'
è
poi
un
ospedale
?
Dipende
dalla
spesa
sanitaria
,
che
è
notoriamente
troppo
alta
.
Meno
ospedali
ci
sono
e
meglio
è
.
Sono
un
'
anticamera
del
cimitero
.
All
'
inizio
dei
bombardamenti
,
pensavamo
che
l
'
uccisione
di
civili
avrebbe
commosso
l
'
animo
pubblico
e
suggerito
qualche
ripensamento
.
Non
c
'
è
nessuna
commozione
né
ripensamento
.
Dopodomani
ci
sarà
un
altro
incontro
diplomatico
.
Venerdì
una
riunione
di
ministri
.
La
data
di
un
incontro
dei
G8
sarà
fissata
in
settimana
.
Tra
un
foglio
di
calendario
e
l
'
altro
molti
moriranno
tranquillamente
.
Massimo
D
'
Alema
è
uno
statista
che
sta
in
alto
e
guarda
lontano
.
Di
giorno
fa
le
sue
rimostranze
,
di
pomeriggio
bombarda
,
la
notte
dorme
.
È
uno
statista
.
L
'
intellettualità
commenta
.
Assiste
a
un
grande
spettacolo
,
a
un
film
americano
mai
visto
né
a
Venezia
né
a
Cannes
.
I
film
americani
sono
i
migliori
del
mondo
.
Il
ministro
degli
Esteri
racconta
a
un
settimanale
i
segreti
della
sceneggiatura
,
spiega
come
il
film
sia
stato
accuratamente
preparato
e
come
sono
state
predisposte
le
riprese
più
macabre
.
Ma
è
solo
un
pettegolezzo
.
Verdi
e
comunisti
restano
nel
governo
per
incidere
.
Non
incidono
.
In
America
si
coniano
le
medaglie
al
valore
per
gli
eventuali
caduti
nella
guerra
terrestre
.
Noi
siamo
sempre
in
ritardo
.
La
signora
Clinton
scrive
cartoline
augurali
ai
profughi
mentre
i
missili
inceneriscono
le
loro
case
.
I
nostri
giornali
le
pubblicano
in
prima
pagina
.
Suo
marito
taglia
i
fondi
all
'
Onu
.
Che
cosa
conteranno
domani
venti
bambini
bombardati
in
un
asilo
?
Nulla
.
Sarà
un
atto
umanitario
,
meglio
che
non
crescano
in
questo
brutto
mondo
.
Milosevi
?
è
un
macellaio
slavo
.
Clinton
e
Blair
sono
cavalieri
ariani
senza
macchia
e
senza
paura
.
E
noi
siamo
un
paese
normale
che
oggi
festeggia
.
Il
Papa
è
stanco
.
Se
no
dovrebbe
andare
pellegrino
in
Kosovo
.
Sarebbe
un
evento
epocale
,
una
seconda
crocefissione
(
simbolica
)
che
illuminerebbe
il
terzo
millennio
.
Cambierebbe
il
calendario
:
anno
2000
dopo
Cristo
,
anno
1°
dopo
Giovanni
Paolo
.
StampaQuotidiana ,
C
'
è
qualcosa
che
non
quadra
,
in
questa
conclusione
della
guerra
balcanica
.
Non
è
convincente
,
neppure
per
i
vincitori
,
forse
perché
la
pace
che
si
annuncia
è
fragile
e
piena
di
incognite
.
La
resa
di
Milosevi
?
era
attesa
nei
primi
15
giorni
,
invece
è
arrivata
dopo
una
lunga
resistenza
.
Il
dittatore
ci
ha
provato
ma
non
ha
retto
e
non
ha
rischiato
l
'
invasione
.
Che
cosa
ci
ha
guadagnato
?
Un
po
'
di
salsa
russa
e
Onu
sull
'
occupazione
americana
e
atlantica
del
Kosovo
e
la
conservazione
(
forse
)
del
potere
personale
.
Molto
poco
,
al
prezzo
della
devastazione
del
paese
.
Gli
angloamericani
,
cionondimeno
,
storcono
la
bocca
.
Hitlerovi
?
come
Saddamhitler
?
Non
era
questo
il
loro
scopo
,
era
di
azzerare
la
Serbia
e
di
far
tutto
da
soli
,
senza
altre
bandiere
,
con
la
Nato
pienamente
identificata
con
la
comunità
internazionale
.
E
il
ritorno
dei
profughi
non
sarà
ora
meno
drammatico
dell
'
esodo
,
il
protettorato
del
Kosovo
somiglierà
a
un
vulcano
.
Sembrano
più
contenti
gli
europei
,
con
i
quali
si
congratula
vivamente
Gianni
Riotta
,
perché
hanno
fatto
finalmente
una
guerra
senza
perderla
e
senza
rimetterci
niente
e
fingendo
anche
un
protagonismo
diplomatico
che
si
venderanno
elettoralmente
.
Ci
hanno
preso
gusto
e
ora
,
dopo
l
'
Europa
monetaria
,
parlano
di
una
Europa
militare
con
un
proprio
Solana
e
un
proprio
esercito
che
non
entrerà
,
a
differenza
delle
pensioni
,
nei
parametri
di
Maastricht
.
Il
principio
dell
'
ingerenza
militare
,
aggettivata
a
seconda
delle
circostanze
,
prevale
e
cambia
gli
equilibri
del
mondo
,
identificando
la
forza
con
la
ragione
,
col
giusto
il
buono
e
il
bello
.
È
un
principio
che
reintroduce
la
superguerra
,
al
di
fuori
di
ogni
convenzione
internazionale
,
come
strumento
regolatore
dei
rapporti
tra
forti
e
deboli
.
Si
è
visto
che
è
un
principio
molto
costoso
e
pericoloso
,
e
questa
guerra
,
con
i
suoi
orrori
,
lo
ha
forse
incrinato
.
Ma
non
lo
ha
sconfitto
.
La
pace
che
abbiamo
invocato
per
70
giorni
è
benvenuta
ma
arriva
senza
allegria
,
insincera
,
minata
al
proprio
interno
,
carica
di
premesse
sbagliate
,
di
false
promesse
,
di
volontà
di
dominio
.
A
parte
le
sofferenze
,
l
'
eredità
forse
peggiore
di
questa
guerra
è
che
la
coscienza
pubblica
-
con
l
'
eccezione
di
minoranze
sensibili
e
ancora
dotate
di
memoria
-
è
rimasta
inerte
.
Ragione
di
più
per
insistere
.
È
una
lotta
,
come
si
diceva
una
volta
,
di
lunga
durata
.
In
compenso
,
l
'
immagine
dei
vincitori
è
illividita
e
trista
.