StampaQuotidiana ,
Gentile
Fortebraccio
(
mi
accorgo
che
la
definizione
«
gentile
»
forse
le
è
poco
confacente
,
e
allora
coraggio
:
Simpatico
Fortebraccio
)
,
seguo
saltuariamente
i
suoi
corsivi
(
?
)
...
corrosivi
e
pur
non
condividendo
le
sue
posizioni
ideologiche
mi
ci
diverto
perché
lei
è
spiritoso
e
spesso
coglie
nel
segno
.
Ultimamente
mi
è
capitato
di
passare
alcuni
giorni
a
Civitavecchia
dove
sono
stata
trascinata
a
una
conferenza
al
Circolo
della
Scuola
di
Guerra
.
Oratore
,
una
delle
sue
preferite
...
vittime
:
Indro
Montanelli
,
il
quale
-
mi
perdoni
-
gode
della
mia
simpatia
non
meno
di
lei
,
se
pure
per
altri
motivi
.
Durante
il
dibattito
che
ha
seguito
la
conferenza
animatissima
sul
tema
:
«
La
stampa
italiana
»
,
gli
è
stato
chiesto
un
parere
su
Fortebraccio
che
non
gli
lesina
attacchi
quasi
quotidiani
.
Ha
risposto
:
«
Preferisco
tacere
.
Fortebraccio
era
un
mio
caro
amico
trent
'
anni
fa
.
Io
non
riesco
a
dimenticarlo
.
Lui
sì
»
.
Bene
,
simpatico
Fortebraccio
,
non
le
sembra
che
il
suo
amico
-
nemico
abbia
segnato
almeno
in
questa
circostanza
un
punto
a
proprio
favore
?
Sua
XY
-
Milano
.
Gentile
Signora
(
credo
che
a
lei
si
addica
proprio
l
'
aggettivo
«
gentile
»
e
glielo
dedico
volentieri
.
Aggiungo
,
visto
che
ho
aperto
questa
parentesi
,
che
ho
tolto
dalla
sua
lettera
due
o
tre
riferimenti
che
potevano
farla
riconoscere
,
per
il
caso
che
lei
tenga
all
'
anonimato
.
Ho
poi
saltato
le
ultime
righe
che
possono
non
interessare
i
lettori
:
mi
limiterò
a
dire
che
ricambio
la
sua
cortesia
e
che
spero
si
avveri
il
suo
proposito
)
.
E
ora
veniamo
a
Indro
Montanelli
.
Io
,
che
lo
conosco
bene
,
lo
so
capace
di
gesti
,
come
questo
,
generosi
e
subitanei
.
Ne
ha
compiuto
un
altro
nei
miei
confronti
,
molti
anni
fa
,
a
riparazione
di
una
sua
indiscrezione
che
avrebbe
potuto
nuocermi
.
È
questa
una
delle
ragioni
(
non
la
sola
né
la
più
grave
)
per
cui
lo
detesto
di
più
.
(
Non
ho
detto
lo
odio
e
perché
non
lo
odio
e
perché
,
del
resto
,
io
non
odio
nessuno
.
)
Lo
detesto
perché
è
un
epilettico
della
morale
.
Gli
vengono
degli
attacchi
di
perbenismo
e
vi
soccombe
,
ma
non
ha
una
passione
salda
,
ferma
,
sicura
e
costante
,
alla
quale
,
come
mi
sforzo
di
fare
io
,
a
un
certo
punto
decida
di
sacrificare
tutto
il
resto
,
comprese
le
simpatie
e
le
amicizie
.
È
di
una
fragilità
psichica
morbosa
,
se
fosse
un
umore
ne
sarebbe
sempre
sudaticcio
.
Ed
è
da
questa
fragilità
che
gli
viene
una
attitudine
non
rara
in
certi
cinici
sfiniti
:
quella
di
subire
le
influenze
più
degradanti
e
di
restare
loro
fedeli
con
ostinato
accanimento
,
reso
sempre
più
rabbioso
,
quanto
più
gli
appare
evidente
che
sono
abiette
e
quanto
più
s
'
accresce
la
disistima
che
nutrono
verso
chi
li
ha
contagiati
.
Veda
,
cara
Signora
,
l
'
anticomunismo
di
Montanelli
,
e
noti
come
esso
si
appiglia
di
preferenza
ai
fatti
minuti
,
agli
episodi
marginali
,
rifuggendo
quasi
sempre
dal
peso
delle
questioni
ideologiche
,
sulle
quali
ogni
opinione
è
ammissibile
,
anche
se
non
condivisa
.
E
sì
che
il
nostro
uomo
è
dotato
di
ingegno
e
di
bravura
indiscutibili
.
Come
accade
dunque
che
Montanelli
senta
sempre
il
bisogno
di
presentare
i
comunisti
piuttosto
come
spregevoli
che
come
erranti
e
preferisca
suscitare
nei
loro
confronti
di
preferenza
il
disprezzo
invece
che
il
dissenso
?
Accade
per
effetto
delle
persone
che
si
ritrova
intorno
e
che
lo
influenzano
:
le
persone
più
ottuse
che
si
possano
immaginare
,
intese
unicamente
alla
difesa
cieca
del
loro
benessere
e
alla
conservazione
dei
loro
privilegi
.
Io
sono
persuaso
che
Indro
Montanelli
,
personalmente
,
non
è
venale
e
non
è
«
affittabile
»
.
Ma
lo
impressiona
il
lusso
,
lo
convince
la
continuità
,
lo
abbagliano
i
luccichii
.
Circondato
da
gente
per
la
quale
nutre
un
profondo
risentimento
intellettuale
e
morale
,
se
ne
fa
portavoce
con
una
specie
di
voluttà
distruggitrice
,
pago
di
sentirsi
loro
indispensabile
e
legato
a
loro
da
una
sola
gratitudine
:
quella
che
gli
viene
dall
'
occasione
che
essi
gli
offrono
di
vendicarsi
.
Perché
Indro
Montanelli
,
che
nella
sua
professione
è
sicuramente
un
vittorioso
,
nella
sua
vita
è
un
vinto
.
A
un
certo
momento
nessuno
ha
più
avuto
bisogno
di
lui
.
In
fondo
io
,
che
lo
attacco
così
spesso
,
sono
quello
che
gli
vuole
più
bene
.
Ma
i
comunisti
,
tutti
gli
altri
comunisti
,
tranne
me
che
gli
resto
affezionato
,
non
se
ne
curano
.
Al
«
Corriere
»
i
giovani
lo
hanno
schiacciato
.
In
politica
gli
sono
rimasti
De
Carolis
e
Vittorino
Colombo
:
frittura
.
Ha
con
sé
la
conservazione
,
dalla
quale
deve
farsi
capire
.
Ma
lei
,
Signora
,
la
conosce
la
conservazione
milanese
e
ha
una
idea
di
ciò
che
voglia
dire
renderlesi
intelligibili
?
Significa
avere
a
che
fare
con
un
mondo
popolato
di
cretine
e
cretini
supremi
ai
quali
bisogna
parlare
semplice
ed
elementare
come
a
dei
deficienti
.
Nessun
ragionamento
li
colpisce
ma
solo
delle
immagini
.
Essi
preferirebbero
,
se
fosse
il
caso
,
delle
cartoline
o
degli
ideogrammi
.
Così
bisogna
dire
loro
che
i
comunisti
sono
brutti
,
cattivi
,
malfidi
,
traditori
,
feroci
,
e
che
odiano
la
libertà
.
Ma
non
la
libertà
quella
vera
,
quella
per
la
quale
si
sono
battuti
i
partigiani
e
al
cui
ripristino
lo
stesso
Montanelli
ha
dato
mano
,
quando
non
era
ancora
sfatto
,
ma
la
libertà
di
fare
un
bridge
,
di
andare
a
Saint
Moritz
,
di
portare
con
sé
i
soldi
che
gli
pare
.
La
libertà
di
seguitare
a
essere
ricchi
e
di
continuare
a
godere
.
La
vecchia
e
squisita
signora
Conti
,
quando
io
ero
ancora
democristiano
,
mi
domandò
una
volta
dolcemente
:
«
Ma
perché
non
fate
una
legge
che
sopprima
le
Camere
del
Lavoro
?
»
.
E
una
sua
amica
,
ancora
più
squisita
di
lei
,
disse
:
«
Ah
sì
.
Che
barba
»
.
Questa
è
la
gente
che
Montanelli
seguita
a
vedere
,
avendo
,
dentro
di
sé
,
capito
tutto
.
Perché
questo
,
cara
Signora
,
è
il
punto
:
che
Indro
Montanelli
ha
capito
tutto
e
vive
in
uno
stato
di
dispettosa
e
furiosa
malafede
.
Egli
sa
benissimo
che
quanto
vi
è
di
pulito
in
Italia
va
ricercato
tra
coloro
che
ancora
non
contano
,
o
non
contano
abbastanza
:
lavoratori
,
impiegati
,
insegnanti
,
gente
dei
ceti
minori
,
ma
fa
un
giornale
in
cui
lor
signori
si
ritrovano
come
nei
loro
vestiti
tagliati
su
misura
.
Quando
era
al
«
Corriere
»
,
al
«
suo
"
Corriere
"
»
,
Montanelli
,
sentendosi
bene
installato
nella
cittadella
della
conservazione
,
si
permetteva
dei
lussi
che
ora
scrupolosamente
si
vieta
:
scriveva
persino
male
dei
ricchi
,
dei
padroni
,
dei
potenti
(
a
sfuriate
,
naturalmente
,
e
mai
conseguentemente
)
,
ma
i
bersagliati
occasionali
lo
amavano
ugualmente
perché
i
signori
sentono
gli
amici
a
naso
,
come
i
cani
quando
annusano
i
pantaloni
dei
nuovi
venuti
,
e
non
hanno
mai
smesso
,
neppure
per
un
istante
,
di
considerare
Montanelli
legato
alla
loro
causa
infame
.
Lui
lo
sa
e
ne
è
infelice
(
io
ne
sono
convinto
)
,
ma
è
uno
di
quelli
che
più
si
convincono
dell
'
errore
in
cui
versano
,
più
vi
si
immergono
.
Questo
famoso
«
bastian
contrario
»
è
in
realtà
il
più
inguaribile
conformista
che
io
conosca
:
egli
sa
benissimo
che
i
comunisti
sono
i
soli
che
saprebbero
lavorare
sul
serio
e
pulitamente
all
'
edificazione
di
un
mondo
nuovo
,
non
privo
di
pecche
,
naturalmente
,
ma
nuovo
,
e
questo
lo
fa
inorridire
e
gli
fa
paura
,
perché
Montanelli
,
magro
com
'
è
,
in
realtà
è
una
pianta
grassa
:
fiorisce
nell
'
aria
viziata
.
Concludo
,
gentile
Signora
.
Io
attacco
ogni
volta
che
mi
capita
Indro
Montanelli
con
una
asprezza
che
credo
di
poter
definire
insolita
,
perché
sono
convinto
che
egli
sappia
meglio
di
tutti
noi
come
con
e
dietro
le
sinistre
(
comunisti
in
testa
)
ci
sia
la
gente
migliore
,
più
chiara
,
più
seria
,
più
onesta
,
più
degna
d
'
Italia
,
ed
egli
non
vuole
perdonarglielo
.
Nevrastenia
e
malanimo
gli
impediscono
di
riconoscere
una
verità
,
da
cui
si
sente
ferito
come
da
un
ininterrotto
rimprovero
.
Lo
aggredisco
per
la
sua
consapevolezza
,
insomma
;
e
sospetto
che
vi
sia
,
sotto
il
mio
accanimento
,
più
amicizia
da
parte
mia
verso
di
lui
,
di
quanta
egli
non
ne
conservi
verso
di
me
.
StampaQuotidiana ,
Quando
molti
anni
fa
,
essendo
democristiani
,
dirigevamo
l
'
edizione
milanese
de
"
Il
Popolo
"
,
contavamo
tra
i
più
autorevoli
collaboratori
il
prof.
Giordano
Dell
'
Amore
,
che
fino
da
allora
era
si
può
dire
già
tutto
:
professore
universitario
(
docente
di
tecnica
bancaria
,
che
è
una
materia
leggiadrissima
,
il
cui
più
arduo
impegno
scientifico
consiste
nell
'
insegnare
come
si
fanno
in
fretta
quei
vispi
uccellini
che
i
ragionieri
usano
apporre
accanto
alle
cifre
per
indicare
che
le
hanno
"
spuntate
"
)
,
Dell
'
Amore
era
anche
presidente
della
Cassa
di
Risparmio
,
consigliere
presso
gli
ospedali
civici
,
membro
del
Comitato
provinciale
DC
e
simpatizzante
dell
'
Arma
dei
Bersaglieri
.
In
quei
tempi
,
se
non
ricordiamo
male
,
insisteva
per
essere
assunto
come
primo
ballerino
della
Scala
.
(
Onestamente
,
non
possiamo
dire
se
abbia
poi
ottenuto
il
posto
,
ma
siamo
certi
che
anche
lì
si
sarebbe
fatto
onore
)
.
Usava
allora
un
tranquillante
-
sonnifero
di
nome
Sedobrol
e
in
redazione
tutti
chiamavano
Dell
'
Amore
"
Giordanobrol
"
.
Quando
arrivava
un
suo
pezzo
e
ce
lo
portavano
,
l
'
usciere
del
giornale
veniva
a
chiudere
la
finestra
,
posava
sul
nostro
tavolo
un
thermos
con
l
'
acqua
per
la
notte
e
ci
domandava
cordiale
e
premuroso
a
che
ora
desideravamo
essere
svegliati
.
Tutti
gli
articoli
di
questo
nostro
illustre
amico
cominciavano
così
:
"
Parleremo
oggi
della
bilancia
dei
pagamenti
...
"
e
la
ragione
di
questa
insistenza
era
che
l
'
ottimo
"
Giordanobrol
"
sapeva
che
a
questo
punto
non
c
'
era
nessuno
che
non
si
assopisse
,
donde
la
necessità
di
riprendere
ogni
volta
l
'
argomento
.
Una
volta
provammo
a
resistere
e
tentammo
di
proseguire
nella
lettura
,
ma
vedemmo
con
stupore
che
il
resto
del
foglio
,
fino
alla
fine
,
era
bianco
.
Dell
'
Amore
si
era
addormentato
anche
lui
.
Ci
sia
consentito
di
rievocare
affettuosamente
"
Giordanobrol
"
oggi
che
si
è
recato
presso
il
giudice
per
dichiarare
che
lui
nella
distribuzione
dei
fondi
neri
da
parte
dell
'
Italcasse
non
c
'
entra
per
nulla
.
Ne
siamo
sicuri
:
dormiva
.
E
l
'
eminente
professore
degli
uccellini
ha
anche
affermato
che
i
bilanci
della
Italcasse
erano
tutti
ineccepibili
,
controllati
rigorosamente
dai
sindaci
e
dal
personale
specializzato
della
Banca
d
'
Italia
.
Dallo
studio
del
magistrato
,
finita
la
sua
deposizione
,
si
è
notato
che
il
prof.
Dell
'
Amore
è
uscito
in
punta
di
piedi
,
tenendo
l
'
indice
sulla
bocca
a
raccomandare
il
silenzio
.
Filtrava
dalla
stanza
del
giudice
un
lievissimo
russare
e
tutti
sanno
che
in
casi
come
questi
è
d
'
obbligo
il
segreto
dormitorio
.
StampaQuotidiana ,
Un
articolo
dell
'
«
Osservatore
Romano
»
,
firmato
da
un
galantuomo
e
da
un
democratico
come
Federico
Alessandrini
,
anticipa
la
linea
della
Santa
Sede
per
le
imminenti
celebrazioni
del
20
settembre
1870
,
la
storica
data
legata
alla
fine
del
potere
temporale
dei
Papi
e
alla
nascita
di
Roma
italiana
,
«
il
più
grande
giorno
del
secolo
XIX
»
come
disse
uno
storico
che
non
era
romano
e
neppure
italiano
.
È
una
linea
prudente
e
circospetta
,
è
una
linea
che
,
pur
di
giustificare
la
posizione
del
Vaticano
cent
'
anni
fa
,
tende
a
giustificare
tutto
e
tutti
a
posteriori
,
Pio
IX
non
meno
del
generale
Cadorna
,
proponendo
una
soluzione
«
senza
vincitori
né
vinti
»
.
Ci
dispiace
di
non
essere
d
'
accordo
con
l
'
eminente
collega
.
Sul
piano
della
storia
,
cioè
delle
forze
vive
che
nella
storia
contano
,
il
vincitore
ci
fu
:
e
fu
la
causa
dell
'
unità
d
'
Italia
,
fu
la
causa
dello
Stato
italiano
nazionale
e
indipendente
,
sempre
contraddetta
,
contrastata
o
ritardata
dall
'
esistenza
del
potere
temporale
dei
pontefici
(
non
ripetiamo
Machiavelli
)
.
È
impossibile
rendere
lo
stesso
omaggio
,
tranne
che
sul
piano
della
cristiana
pietà
,
al
generale
Kanzler
,
che
comandava
quella
specie
di
Legione
straniera
al
servizio
del
pontificato
civile
crollante
,
e
al
generale
Cadorna
,
che
con
infinite
esitazioni
d
'
animo
,
e
turbamenti
,
e
lacerazioni
ordinò
contro
voglia
,
da
cattolico
praticante
quale
era
ma
da
servitore
fedele
del
nuovo
Stato
,
l
'
apertura
della
breccia
di
Porta
Pia
.
Non
c
'
è
dubbio
,
sarebbe
stato
infinitamente
meglio
entrare
in
Roma
senza
sangue
.
Era
il
sogno
perseguito
da
Cavour
fino
alla
morte
.
Fu
il
sogno
coerente
e
tenace
di
tutta
la
classe
dirigente
liberale
,
dal
1861
al
1870
.
Se
quell
'
obiettivo
non
fu
raggiunto
,
ciò
avvenne
essenzialmente
per
la
resistenza
dell
'
intransigentismo
vaticano
,
sommata
alla
linea
ferrea
del
non
possumus
teologico
verso
il
liberalismo
moderno
,
e
verso
le
civili
libertà
,
che
si
riassunse
nella
condanna
del
Sillabo
non
meno
che
in
quella
del
Concilio
Vaticano
I
,
il
Concilio
dell
'
infallibilità
per
intenderci
.
Il
generale
Kanzler
,
sul
terreno
storico
,
non
è
diverso
dal
Re
di
Napoli
o
dal
Granduca
di
Toscana
,
i
vinti
del
Risorgimento
.
Il
temporalismo
armato
morì
per
sempre
in
quell
'
alba
del
20
settembre
1870
,
come
era
morto
undici
anni
prima
,
e
per
sempre
,
il
potere
dei
Lorena
in
Toscana
o
nove
anni
prima
quello
dei
Borbone
a
Napoli
.
Nessun
equivoco
,
quindi
,
è
possibile
,
sul
piano
dei
rapporti
fissati
dalla
storia
.
Ma
sul
piano
delle
idee
?
Lì
c
'
è
un
altro
vincitore
,
sul
quale
non
sono
egualmente
consentiti
né
doppi
sensi
né
qui
pro
quo
:
e
quel
vincitore
è
la
libertà
,
la
libertà
politica
e
religiosa
,
la
libertà
figlia
del
mondo
moderno
che
,
affrancando
la
Santa
Sede
dalle
infinite
umiliazioni
e
compromissioni
del
potere
temporale
,
avrebbe
permesso
nel
giro
di
pochi
decenni
una
nuova
primavera
di
energie
religiose
e
di
fermenti
spirituali
destinata
a
culminare
nel
Concilio
giovanneo
.
L
'
«
Osservatore
»
non
accetta
la
tesi
che
il
20
Settembre
abbia
rappresentato
una
«
data
provvidenziale
»
,
per
i
cattolici
non
meno
che
per
i
laici
:
quasi
un
ponte
fra
le
due
rive
del
Tevere
.
Era
una
tesi
di
origine
laica
,
ma
che
poteva
benissimo
incontrarsi
con
le
vie
della
Chiesa
attuale
,
della
Chiesa
post
-
conciliare
:
primo
passo
verso
quella
grande
«
concelebrazione
»
fra
i
due
mondi
divisi
cento
anni
fa
che
un
socialista
anticlericale
come
Pietro
Nenni
aveva
auspicato
per
il
centenario
di
Mentana
.
È
,
diciamolo
pure
,
una
occasione
perduta
.
Il
centenario
del
20
Settembre
è
una
ricorrenza
troppo
rara
per
non
approfittarne
.
Gli
ultimi
venticinque
anni
della
vita
italiana
,
gli
anni
di
questa
tormentata
Repubblica
,
hanno
già
visto
troppe
lacerazioni
,
anche
recentissime
,
fra
coscienza
religiosa
e
coscienza
civile
per
giustificare
nuovi
errori
di
prospettiva
,
il
risorgere
di
steccati
superati
dalla
storia
e
respinti
dalla
coscienza
.
Ci
mancherebbe
altro
,
a
questi
lumi
di
luna
e
con
i
problemi
aperti
anche
fra
Chiesa
e
Stato
,
che
una
polemica
sul
potere
temporale
!
StampaQuotidiana ,
Noi
siamo
tra
coloro
che
non
finiranno
mai
di
rimpiangere
il
tempo
,
neppure
tanto
lontano
,
in
cui
a
Jader
Jacobelli
,
direttore
delle
"
Tribune
"
televisive
,
politiche
,
elettorali
,
sindacali
e
via
trasmettendo
,
erano
lasciati
più
ampi
poteri
per
organizzare
questo
genere
di
manifestazioni
.
Adesso
,
se
non
abbiamo
capito
male
quanto
lo
stesso
Jacobelli
ha
comunicato
più
volte
,
chi
decide
temi
,
strutture
,
limiti
e
orari
delle
"
Tribune
"
è
la
Commissione
parlamentare
di
vigilanza
,
organismo
notoriamente
privo
di
gente
(
salvo
rarissime
eccezioni
)
che
si
intenda
di
politica
,
sicché
queste
trasmissioni
sono
diventate
un
disastro
.
Ripetitive
,
futili
e
noiose
.
Vengono
trasmesse
a
tarda
ora
,
cominciano
in
ritardo
e
in
ritardo
finiscono
.
Se
si
escludono
i
partecipanti
comunisti
,
che
ormai
dicono
con
assoluta
chiarezza
come
la
pensano
e
ciò
che
vogliono
,
tutti
gli
altri
si
aggirano
in
cerca
di
parole
come
se
tentassero
invano
di
trovare
l
'
interruttore
della
luce
in
una
stanza
buia
,
e
le
"
Tribune
"
sembrano
diventate
il
ritrovo
degli
stanchi
di
vivere
.
Alla
fine
c
'
è
sempre
un
ascoltatore
sveglio
che
avverte
:
"
È
finita
"
.
Se
mancasse
lui
,
intere
famiglie
dormirebbero
tutta
la
notte
in
salotto
.
La
"
Tribuna
"
dell
'
altro
ieri
sera
(
guidata
da
Giorgio
Cingoli
,
interroganti
i
giornalisti
Fischer
della
"
Frankfurter
Zeitung
"
,
Alfonso
Madeo
,
direttore
de
"
L
'
Ora
"
e
Gaetano
Scardocchia
del
"
Corriere
della
Sera
"
)
è
stata
secondo
noi
caratterizzata
dalla
partecipazione
,
per
la
DC
,
dell
'
on.
Giancarlo
Tesini
,
membro
(
pensate
come
sono
ridotti
)
della
Direzione
scudocrociata
,
del
quale
nessuno
al
mondo
saprà
mai
che
cosa
abbia
detto
.
Questo
segreto
,
fra
moltissimi
anni
,
scenderà
nella
tomba
con
lui
.
L
'
on.
Tesini
possiede
un
requisito
raro
:
ha
le
parole
,
per
così
dire
,
mattiniere
e
il
pensiero
pigro
.
Succede
così
che
i
detti
gli
escono
dalla
bocca
assai
prima
che
li
abbia
pensati
,
e
una
volta
emessi
la
prima
cosa
della
quale
si
persuadono
è
che
il
raziocinio
è
del
tutto
inutile
.
Tesini
,
a
giudicare
da
quanto
gli
serve
,
deve
avere
ancora
il
cervello
nuovo
,
e
la
sua
esistenza
dimostra
che
siamo
tutti
prefabbricati
,
perché
se
Iddio
ci
facesse
uno
alla
volta
con
quest
'
uomo
l
'
encefalo
se
lo
poteva
risparmiare
.
Tolto
l
'
on.
Tesini
,
la
nostra
attenzione
è
stata
attratta
dall
'
on.
Bozzi
,
che
rappresenta
i
liberali
,
e
sembra
sempre
seduto
su
un
"
tilbury
"
.
Egli
è
l
'
ultimo
esemplare
di
un
tipo
umano
,
il
viveur
,
che
i
giovani
non
conoscono
più
.
Siamo
sicuri
che
,
in
segreto
,
l
'
on.
Bozzi
rimpiange
il
"
tabarin
"
e
ha
una
barba
"
Black
and
Decker
"
,
buona
per
molti
usi
:
per
spazzolare
gli
abiti
,
per
dare
la
polvere
ai
mobili
,
per
lucidarsi
le
scarpe
.
Se
ingigantisse
,
potrebbe
servire
anche
il
lavaggio
rapido
delle
macchine
.
Il
presidente
del
PLI
come
idee
non
ci
interessa
,
ma
come
barba
confessiamo
che
ci
piacerebbe
averlo
in
casa
.
StampaQuotidiana ,
I
religiosi
dell
'
Ordine
dei
trappisti
,
che
osservano
,
se
non
siamo
male
informati
,
una
strettissima
clausura
,
consumano
una
frugalissima
cena
alle
sei
del
pomeriggio
(
ore
18
)
,
poi
si
recano
in
muta
processione
alla
cappella
del
convento
dove
recitano
in
coro
le
preghiere
della
sera
,
dopo
di
che
si
ritirano
nelle
loro
celle
e
,
spenta
ogni
luce
,
taciuta
ogni
voce
,
cessato
ogni
gesto
,
quei
santi
uomini
cadono
in
un
profondo
sonno
,
dal
quale
saranno
svegliati
alle
tre
per
le
preghiere
della
notte
volute
dalla
regola
.
È
a
quest
'
ora
che
la
Curia
generalizia
dei
trappisti
vorrebbe
che
fossero
trasmesse
le
"
Tribune
politiche
"
televisive
e
la
commissione
parlamentare
di
vigilanza
,
che
ne
esercita
,
come
tutti
desolatamente
sanno
,
la
suprema
regia
,
pare
propensa
ad
accogliere
la
richiesta
,
ma
,
desiderando
saggiamente
procedere
per
gradi
,
ha
iniziato
l
'
altro
ieri
una
prima
felicissima
prova
.
La
"
Tribuna
"
di
mercoledì
sera
(
guidata
da
Giorgio
Cingoli
,
che
impersonava
il
simbolo
delle
zone
depresse
,
interroganti
i
colleghi
Walser
della
"
Tages
Anzeiger
"
e
Granchi
del
"
Geniale
"
,
partecipanti
i
delegati
di
sei
partiti
:
radicale
,
demoproletario
,
sud
-
tiroler
V.P.
,
MSI
,
indipendenti
di
sinistra
e
socialista
)
è
cominciata
con
mezz
'
ora
di
ritardo
dopo
non
uno
ma
due
spettacoli
cinematografici
(
per
la
verità
il
secondo
,
una
sorta
di
antologia
dedicata
ai
film
di
Francesco
Rosi
,
è
stato
interessantissimo
)
e
si
è
svolta
sotto
il
segno
della
stanchezza
e
dello
scoramento
.
Domande
fiacche
e
vaghe
,
risposte
elusive
e
generiche
da
parte
di
tutti
,
se
si
fa
eccezione
per
l
'
indipendente
di
sinistra
on.
Spinelli
,
che
ha
concretamente
affrontato
il
tema
del
giorno
:
quello
della
data
delle
elezioni
.
Spinelli
ha
detto
con
chiarezza
che
celebrare
lo
stesso
giorno
le
due
prove
elettorali
,
quella
nazionale
e
quella
europea
,
sarebbe
un
errore
.
Sono
state
,
queste
sue
,
le
sole
parole
dirette
,
comprensibili
e
chiare
di
tutta
la
serata
.
Tutti
gli
altri
hanno
vagato
come
i
nautili
dell
'
abate
Zanella
,
compreso
il
socialista
Signorile
,
il
quale
era
talmente
sfinito
che
,
avendo
Cingoli
fatto
segno
di
concludere
,
ha
interrotto
di
botto
il
suo
dire
e
non
ha
neanche
finito
la
parola
che
stava
pronunciando
:
"
Noi
socialisti
pen
...
"
e
lì
si
è
fermato
.
Forse
voleva
dire
"
pensiamo
"
ma
francamente
stentiamo
a
crederlo
.
Pare
che
prima
o
poi
la
"
Tribuna
"
avrà
unsolo
ascoltatore
:
un
tale
di
Enna
che
da
quattro
anni
,
per
quante
cure
ubbia
seguito
,
non
riesce
più
a
dormire
.
I
medici
si
sono
mostrati
concordi
nel
consigliargli
quest
'
ultimo
tentativo
.
StampaPeriodica ,
La
notizia
di
un
convegno
sull
'
inquinamento
atmosferico
fa
tornare
alla
mente
le
lettere
della
sorella
nubile
di
Leopardi
,
reclusa
dalla
madre
a
Recanati
.
Che
sognava
l
'
aria
sana
della
cittá
sull
'
Arno
.
Come
i
detenuti
di
oggi
.
Pisano
già
da
oltre
due
anni
,
leggo
ogni
giorno
le
cose
locali
sul
Tirreno
.
Ora
ho
letto
un
annuncio
del
servizio
ambiente
della
Provincia
:
"
29-30
gennaio
1999
.
Prima
Conferenza
sulla
qualità
dell
'
aria
nella
provincia
di
Pisa
"
.
Sapete
che
fra
gli
effetti
della
galera
c
'
è
di
tramutare
le
cose
più
elementari
in
concessioni
regolamentate
,
sicché
l
'
aria
che
si
respira
diventa
"
l
'
ora
d
'
aria
"
:
una
specie
di
apnea
a
intervalli
ossigenati
.
Così
ritagliata
,
l
'
aria
viene
convocata
con
un
grido
dell
'
agente
:
"
Aria
"
,
e
i
detenuti
si
infilano
nel
loro
sfiatatoio
.
Dunque
,
chi
di
noi
più
interessato
alla
qualità
dell
'
aria
di
Pisa
?
Ma
tutto
questo
è
solo
un
pretesto
per
parlarvi
di
Paolina
,
la
sorella
nubile
di
Giacomo
Leopardi
,
e
dell
'
aria
di
Pisa
.
(
Mi
piace
,
"
nubile
"
,
altri
la
chiamarono
zitella
:
destino
più
amaro
,
avendole
Giacomo
dedicato
la
precoce
canzone
Nelle
nozze
della
sorella
Paolina
.
Nubile
vuol
dire
sposabile
,
e
lei
lo
fu
a
lungo
e
invano
,
in
trattative
penose
sulla
dote
,
la
quale
bisognava
che
fosse
appetitosa
per
quella
giovane
intelligente
e
bruttina
,
doppio
difetto
.
E
nubile
fa
pensare
a
qualcosa
di
lievemente
annuvolato
,
una
turbolenza
in
aria
chiara
,
in
quella
creatura
che
scriveva
:
"
Unico
godimento
mio
in
tutta
la
vita
-
quello
di
mirare
il
cielo
sereno
-
sicché
quando
vedi
nuvole
di
'
pure
che
la
tua
amica
è
più
triste
del
solito
"
)
.
Giacomo
visse
in
una
prigionia
stretta
in
quella
casa
maniacale
,
e
invano
tentò
di
fuggirne
con
una
vera
evasione
,
di
notte
e
con
carte
false
.
Figurarsi
una
figlia
femmina
,
che
solo
il
matrimonio
avrebbe
fatto
uscire
.
"
Quello
che
io
posso
vedere
dalla
finestra
è
sempre
sorvegliato
da
mia
madre
,
la
quale
gira
per
tutta
la
casa
,
si
trova
per
tutto
,
e
a
tutte
le
ore
"
.
Paolina
restò
ai
suoi
arresti
domestici
fino
a
un
'
età
anziana
,
e
perfino
il
suo
carteggio
con
poche
amiche
dovette
essere
clandestino
,
per
scampare
al
rigore
pazzesco
della
madre
.
Le
lettere
arrivavano
a
un
bravo
prete
alla
casa
di
fronte
,
lui
esponeva
una
pianta
alla
finestra
,
e
lei
furtivamente
andava
a
ritirarle
.
Una
lettera
le
arrivò
un
giorno
da
Pisa
,
dove
Giacomo
era
venuto
a
svernare
,
e
restò
memorabile
,
per
quella
sorella
appassionata
,
e
per
tutti
gli
scolari
a
venire
,
e
per
Pisa
.
Era
datata
al
12
novembre
1827
:
"
Questo
lung
'
Arno
è
uno
spettacolo
così
bello
,
così
ampio
,
così
magnifico
,
così
gaio
,
così
ridente
,
che
innamora
:
non
ho
veduto
niente
di
simile
...
Vi
si
passeggia
poi
nell
'
inverno
con
gran
piacere
,
perché
v
'
è
quasi
sempre
un
'
aria
di
primavera
...
"
.
Così
l
'
aria
"
balsamica
"
di
Pisa
soffiò
fino
alla
galera
domiciliare
di
Paolina
,
al
suo
"
orrido
e
aborrito
"
Recanati
,
alla
sua
"
infame
aria
,
vera
rovina
per
la
salute
,
per
i
denti
,
per
tutto
"
,
"
aria
essiccatrice
di
polmoni
"
.
Paolina
si
compiangeva
,
come
quella
che
non
aveva
"
per
sollievo
né
un
viaggio
di
Parigi
e
di
Londra
,
e
né
pure
quello
di
Sinigaglia
(
Senigallia
)
"
!
Aveva
i
furori
smaniosi
e
impossibili
di
ogni
carcerato
.
"
Non
puoi
credere
quanto
mi
abbia
tormentata
sempre
il
pensiero
che
vi
sia
qualche
cosa
a
questo
mondo
ch
'
io
non
vi
vedrò
mai
!
e
se
queste
cose
poi
sono
belle
,
belle
assai
,
come
le
ghiacciaie
della
Svizzera
,
il
cielo
di
Napoli
,
un
'
aurora
boreale
e
Pietroburgo
...
"
.
Soffocò
le
illusioni
d
'
amore
,
e
leggeva
racconti
di
viaggi
altrui
:
"
Solo
amerei
che
la
mia
catena
fosse
un
tantino
più
lenta
"
.
Studiava
il
Journal
des
Modes
,
leggeva
il
"
suo
"
Stendhal
,
e
traduceva
una
Vita
di
Mozart
,
che
l
'
avrà
fatta
pensare
all
'
affetto
fra
sorella
e
fratello
,
e
incitata
alla
sua
parolaccia
più
temeraria
e
cara
:
"
Diavolo
!
"
.
Tradusse
anche
,
e
questo
è
particolarmente
commovente
se
si
pensa
alla
sua
clausura
,
il
Viaggio
notturno
intorno
alla
mia
camera
di
Joseph
de
Maistre
.
"
Io
non
sono
lieta
e
non
posso
esserla
che
in
sogno
"
.
La
lettera
dell
'
adorato
Giacomo
dovette
restarle
fissa
in
mente
.
Quando
una
sua
amica
va
ad
abitare
a
Pisa
,
le
invidia
la
sua
fortuna
:
quella
"
deliziosa
Città
...
che
in
ogni
stagione
deve
essere
un
soggiorno
incantatore
"
(
1829
)
.
Là
,
"
se
io
fossi
indipendente
,
vorrei
abitare
perpetuamente
"
(
1830
)
.
E
"
godere
di
quel
caro
cielo
,
e
di
quell
'
aria
che
io
t
'
invidio
tanto
"
(
1833
)
.
A
un
'
altra
amica
,
di
passaggio
a
Pisa
,
aveva
scritto
:
"
Hai
fatto
bene
a
scegliere
il
tuo
albergo
lungo
l
'
Arno
,
del
quale
Giacomo
mi
ha
fatto
una
descrizione
incantevole
"
.
Paolina
uscì
da
Recanati
solo
dopo
che
tutti
i
suoi
furono
morti
.
Anzi
,
fece
passare
altri
anni
.
"
Io
già
lo
so
che
mi
sono
ricalcati
i
miei
ferri
da
me
stessa
"
.
E
dopo
che
la
casa
-
carcere
fu
prodigalmente
rinnovata
.
"
In
questo
momento
alla
porta
del
mio
giardino
si
sta
compiendo
un
bel
lavoro
-
si
fa
una
camera
di
cristallo
per
levarmi
l
'
aria
cattiva
che
mi
veniva
da
quella
striscia
di
mare
che
si
vedeva
in
quel
punto
"
.
Successe
nel
1864
,
quell
'
ergastolo
graziato
:
era
una
donna
libera
di
64
anni
.
Rinnovò
il
suo
guardaroba
e
lo
rese
civettuolo
.
Andò
in
Emilia
,
in
Umbria
,
nelle
Puglie
.
Pensava
a
Napoli
:
"
Spero
alle
prime
benefiche
aure
di
primavera
di
muovermi
di
qui
e
respirare
l
'
aria
di
Napoli
"
;
e
finalmente
ci
andò
,
nel
1867
,
a
pregare
sulla
tomba
di
Giacomo
.
L
'
anno
dopo
decise
che
avrebbe
passato
l
'
inverno
a
Pisa
.
Scese
all
'
albergo
sul
lungarno
,
il
Victoria
,
che
è
ancora
lì
,
il
più
bello
di
Pisa
.
Non
riuscì
a
svernare
,
ma
per
poco
:
morì
a
Pisa
il
13
marzo
del
1869
,
"
dei
postumi
di
un
'
infreddatura
"
presa
in
gita
a
Firenze
,
quando
alla
primavera
mancavano
otto
giorni
.
"
Ma
io
...
io
non
ho
vissuto
mai
"
.
Ho
un
libro
-
antologia
di
Alessandro
Agostinelli
e
Daniele
Luti
,
Sotto
il
cielo
di
Pisa
.
Ci
sono
molte
notizie
sull
'
aria
di
Pisa
al
tempo
che
fu
.
Carlo
Goldoni
:
"
L
'
aria
della
città
è
considerata
la
migliore
d
'
Italia
"
.
E
Gabriele
D
'
Annunzio
:
"
Pisa
...
primaverile
e
tutta
d
'
argento
"
.
Mi
ha
colpito
soprattutto
una
riga
di
Charles
Dickens
:
"
Non
c
'
è
altro
che
si
muova
in
Pisa
,
eccetto
l
'
aria
tiepida
"
.
Noi
abbiamo
alcune
ore
d
'
aria
.
A
giorni
alterni
,
in
un
cortile
più
piccolo
e
uno
meno
piccolo
.
Tre
giorni
quelli
in
attesa
di
giudizio
,
tre
giorni
quelli
in
attesa
di
niente
.
La
domenica
a
turno
.
Ci
diamo
delle
arie
.
Li
chiamiamo
l
'
aria
grande
e
l
'
aria
piccola
.
StampaQuotidiana ,
Questa
nota
è
,
in
un
certo
senso
,
obbligata
,
perché
avendo
dedicato
il
corsivo
di
ieri
alla
"
Tribuna
"
televisiva
di
mercoledì
,
non
crediamo
di
poter
passare
sotto
silenzio
quella
dell
'
altro
ieri
sera
che
ne
ha
rappresentato
,
per
così
dire
,
la
conclusione
.
La
quale
è
stata
diretta
da
Luca
Di
Schiena
,
interroganti
i
giornalisti
Navarro
Valls
dell
'
ABC
di
Madrid
e
Vittorio
Bruno
del
Secolo
XIX
e
partecipanti
i
delegati
dei
partiti
liberale
,
repubblicano
,
socialdemocratico
,
demonazionale
,
comunista
e
democristiano
.
Ci
dispiace
di
non
ricordare
il
nome
del
regista
di
queste
"
Tribune
"
,
ma
siamo
sicuri
che
è
bravo
ed
è
un
burlone
perché
ha
avuto
l
'
idea
,
questa
volta
,
di
aprire
i
primi
piani
dei
politici
intervenuti
mostrandoci
la
faccia
dell
'
on.
Malagodi
,
come
al
solito
,
anzi
più
del
solito
,
ilare
,
giulivo
,
cordiale
.
Per
un
difetto
dell
'
audio
,
evidentemente
,
non
si
è
sentita
in
quel
momento
la
sua
voce
,
ma
tutti
hanno
visto
che
gridava
:
"
Allegria
,
allegria
"
.
L
'
esistenza
del
presidente
onorario
del
PLI
serve
a
dimostrarci
,
non
fosse
altro
,
che
anche
i
funerali
sono
una
cosa
gioconda
.
Tra
tutti
gli
intervenuti
,
quegli
che
più
ci
è
piaciuto
è
stato
il
rappresentante
del
PSDI
,
che
,
se
non
abbiamo
capito
male
,
si
chiama
Puletti
.
Non
è
deputato
,
non
è
senatore
(
a
quanto
ci
risulta
)
e
non
ha
un
nome
proprio
perché
non
gli
occorre
.
Di
Puletti
deve
esserci
soltanto
lui
:
quando
Dio
lo
ha
visto
nato
deve
essersi
detto
:
"
Di
questi
non
ne
faccio
più
"
e
ha
rotto
lo
stampo
.
Ricercato
dagli
antropologi
,
che
sono
i
più
temuti
concorrenti
dei
filatelici
,
Puletti
è
il
Paganini
del
PSDI
:
parla
con
la
testa
inclinata
a
sinistra
come
se
appoggiasse
la
guancia
a
un
violino
ed
è
l
'
ultimo
italiano
che
porta
il
gilè
,
Nessuno
ha
capito
ciò
che
Puletti
abbia
detto
,
ma
non
importa
:
l
'
uso
della
parola
gli
è
stato
concesso
perché
,
avendo
deciso
di
metterlo
al
mondo
,
t
aut
t
o
valeva
costruirlo
completo
,
allora
Puletti
,
temerario
,
ne
approfitta
.
Con
quella
dell
'
altro
ieri
sera
sono
finite
-
come
ha
annunciato
il
collega
Di
Schiena
-
le
"
Tribune
"
dedicate
alla
crisi
.
Non
si
sa
quando
ricominceranno
,
ma
se
in
avvenire
la
Commissione
parlamentare
di
vigilanza
le
mettesse
in
programma
per
le
quattro
del
pomeriggio
,
avremmo
qualche
speranza
che
verso
le
21
accennino
a
cominciare
.
Se
no
,
ci
avvertano
lealmente
:
seguiteremo
a
fare
i
nottambuli
,
tanto
più
che
le
occhiaie
ci
donano
.
StampaQuotidiana ,
Quando
(
sono
ormai
passati
molti
anni
)
la
direttrice
constatò
che
nella
biblioteca
della
scuola
di
Gattico
,
un
operoso
centro
del
Novarese
,
mancava
un
libro
giudicato
importante
non
per
il
suo
valore
venale
ma
per
i
suoi
pregi
culturali
,
tale
,
insomma
,
da
far
gola
a
chi
volesse
compiere
grandi
passi
sulla
strada
della
ricerca
e
del
sapere
,
gli
scolari
vennero
inquisiti
a
uno
a
uno
per
accertare
chi
tra
essi
si
fosse
reso
colpevole
della
indebita
appropriazione
,
ma
il
solo
Franco
Nicolazzi
fu
escluso
da
ogni
interrogatorio
o
perquisizione
,
essendo
radicata
in
tutti
la
convinzione
che
un
libro
,
nella
esistenza
di
quest
'
uomo
minerale
,
non
avrebbe
mai
suscitato
interesse
alcuno
.
Eppure
il
cammino
del
socialdemocratico
on.
Nicolazzi
,
la
cui
ignoranza
è
fermamente
rimasta
superiore
ad
ogni
cultura
,
doveva
conoscere
prestigiosi
traguardi
,
fino
all
'
ultimo
,
di
ieri
,
rappresentato
dal
ministero
dell
'
Industria
.
Non
pensate
però
che
Nicolazzi
,
nel
frattempo
,
non
abbia
lavorato
.
Divenutone
giovanissimo
campione
in
quel
di
Gattico
,
insegnò
boccette
presso
varie
accademie
di
biliardo
del
Novarese
,
finché
,
mandato
a
Roma
dai
suoi
compaesani
al
grido
:
"
Liberiamoci
di
Nicolazzi
"
,
prese
a
frequentare
il
PSDI
,
l
'
ultimo
partito
in
Italia
dove
fa
ancora
impressione
l
'
arrivo
di
un
telegramma
.
Chiamato
ben
presto
in
direzione
,
unicamente
per
non
farlo
aspettare
in
anticamera
,
Nicolazzi
ebbe
l
'
incarico
di
aprire
i
dispacci
e
di
passarli
poi
all
'
on.
Cariglia
,
che
ne
doveva
dare
lettura
,
ciò
che
quest
'
ultimo
faceva
non
senza
qualche
esitazione
,
premuto
dall
'
on.
Averardi
il
quale
,
avendo
già
persuaso
tutti
che
non
sa
scrivere
,
è
sempre
più
ansioso
di
dimostrare
,
per
doverosa
coerenza
,
che
non
sa
neanche
leggere
.
Invano
i
suoi
colleghi
gli
assicurano
che
nessuno
ritiene
necessaria
questa
prova
e
che
tutti
gli
credono
sulla
parola
.
Adesso
l
'
on.
Nicolazzi
è
ministro
dell
'
Industria
e
già
se
ne
sono
visti
gli
effetti
.
Molte
compagnie
turistiche
hanno
già
organizzato
viaggi
in
pullman
bisettimanali
per
far
vedere
Nicolazzi
che
fa
il
governante
e
intanto
l
'
industria
italiana
si
è
rivelata
la
più
forte
del
mondo
non
avendo
subito
la
benché
minima
scossa
alla
notizia
della
nuova
nomina
.
Il
neo
ministro
ha
già
disposto
l
'
installazione
di
un
biliardo
nella
sala
delle
riunioni
e
ha
già
avvertito
i
suoi
collaboratori
che
le
partite
verranno
spesso
interrotte
da
pause
di
riposo
,
intendendo
egli
rimanere
fedele
alla
regola
della
stia
vita
,
che
si
può
riassumere
in
queste
poche
,
rassicuranti
parole
:
Nicolazzi
-
non
si
strapazzi
.
StampaQuotidiana ,
Mentre
i
sacerdoti
che
stanno
dichiaratamente
con
i
comunisti
e
notoriamente
votano
Pc
vengono
il
più
delle
volte
sospesi
"
a
divinis
"
,
vale
a
dire
che
è
loro
proibito
celebrare
gli
uffici
del
culto
e
la
Messa
,
l
'
arcivescovo
Marcinkus
(
ne
dava
ampio
conto
ieri
anche
questo
nostro
giornale
,
che
ha
pubblicato
,
in
più
,
una
gustosissima
vignetta
di
Chiappori
)
per
avere
,
a
dir
poco
,
trafficato
con
i
miliardi
,
lui
prete
che
dovrebbe
(
ma
non
è
sicuro
)
avere
letto
i
Vangeli
,
è
stato
finalmente
sospeso
"
a
viaggibus
"
.
Veramente
in
latino
i
viaggi
all
'
estero
si
chiamano
"
peregrinationes
"
ma
noi
preferiamo
dirlo
così
,
alla
macheronica
,
anche
per
aiutare
quelli
del
PSDI
a
capire
senza
fatica
.
Andiamo
piano
prima
di
gioire
per
il
provvedimento
preso
nei
confronti
del
prelato
americano
presidente
dello
IOR
(
Istituto
opere
di
religione
,
cioè
,
fuori
di
ogni
ipocrisia
,
Banca
del
Vaticano
)
perché
prima
egli
si
recava
spesso
all
'
estero
e
ora
invece
starà
sempre
qui
a
combinare
i
suoi
supposti
pasticci
finanziari
.
È
vero
che
con
la
scusa
di
andare
a
organizzare
i
viaggi
del
Papa
avrebbe
potuto
(
se
hanno
un
fondamento
i
sospetti
da
lui
suscitati
)
trasferire
facilmente
capitali
oltre
frontiera
.
Certo
è
che
una
volta
ci
è
capitato
di
vedere
l
'
arcivescovo
Marcinkus
alla
stazione
.
Aveva
con
sé
una
valigia
che
ci
è
sembrata
a
doppio
fondo
,
munita
di
rotelle
.
Prima
di
prendere
posto
nel
suo
scompartimento
si
è
fermato
un
attimo
per
prenotare
la
colazione
,
i
signori
si
possono
accomodare
.
Allora
non
essendo
stato
ancora
colpito
da
sanzioni
canoniche
non
era
certamente
sospeso
"
a
ristorantibus
"
.
Adesso
dovrebbe
accontentarsi
di
un
cestino
,
ma
il
Codice
Canonico
,
che
papa
Wojtyla
conosce
con
qualche
approssimazione
,
non
prevede
la
sospensione
"
a
Coca
-
Colibus
"
,
specialmente
,
com
'
è
giusto
,
per
il
clero
americano
.
Pare
che
al
Pontefice
sia
molto
dispiaciuto
di
dover
lasciare
a
casa
questo
suo
prezioso
(
è
il
caso
di
dirlo
)
organizzatore
di
viaggi
.
Ma
la
conferenza
episcopale
spagnola
è
stata
irremovibile
e
tutti
i
vescovi
iberici
,
dopo
essersi
assicurati
che
nessuno
gli
aveva
ancora
"
scippato
"
il
portafoglio
,
si
sono
opposti
all
'
ingresso
di
Marcinkus
nel
loro
Paese
.
Hanno
avuto
partita
vinta
,
infine
,
sebbene
la
piccola
ma
vivace
battaglia
abbia
contato
qualche
vittima
:
il
vescovo
che
era
venuto
a
Roma
per
prendere
gli
ultimi
accordi
sul
viaggio
papale
e
il
cardinale
di
Barcellona
che
avrebbe
voluto
che
Sua
Santità
dormisse
nella
capitale
catalana
,
e
non
a
Madrid
.
Problemi
grossi
.
Invece
Giovanni
Paolo
ripartirà
immediatamente
da
Barcellona
senza
neanche
un
piccolo
riposino
.
Si
è
auto
sospeso
"
a
pisolinibus
"
.
StampaQuotidiana ,
Roma
.
Poiché
è
finita
male
,
della
storia
di
Alfredo
nel
pozzo
restano
angoscia
e
rabbia
.
Passi
per
le
immagini
della
più
terribile
trasmissione
televisiva
.
Passi
per
la
tensione
che
in
certi
momenti
ha
stremato
gli
italiani
.
Quello
che
è
difficile
perdonare
(
forse
in
nome
soltanto
delle
emozioni
e
non
della
ragione
)
è
la
voce
del
bambino
che
tutti
abbiamo
troppo
bene
udito
e
chiuso
nella
memoria
.
Molti
di
noi
fuggivano
udendo
quel
pianto
amplificato
,
quelle
invocazioni
:
il
bambino
Alfredo
,
struggente
e
cardiopatico
di
sei
anni
,
aveva
fiducia
in
Nando
,
il
vigile
del
fuoco
che
era
tutti
noi
al
quale
chiedeva
uno
yogurt
col
cucchiaino
di
ferro
.
Si
dirà
e
scriverà
molto
su
questa
tragedia
.
E
sulla
trasmissione
.
E
su
Pertini
,
caparbio
e
stupendo
vecchio
che
rappresentava
tutti
gli
italiani
.
E
sugli
italiani
bravissima
gente
che
hanno
fatto
le
cinque
,
le
sei
,
le
sette
del
mattino
davanti
alla
televisione
,
piangendo
,
menando
pugni
,
urlando
di
speranza
,
abbattendosi
nella
disillusione
.
Grande
pasto
per
i
tecnici
e
gli
studiosi
delle
comunicazioni
di
massa
,
gli
psico
-
psicologi
e
i
socio
-
sociologi
scatenati
.
È
stato
anche
il
festival
della
proiezione
:
tutti
eravamo
Alfredo
nel
pozzo
,
tutti
eravamo
la
sua
forte
madre
(
donna
pratica
e
incredula
)
,
tutti
eravamo
Pertini
che
abbandona
la
crisi
del
governo
,
ma
,
più
d
'
ogni
altro
personaggio
,
tutti
eravamo
i
vigili
del
fuoco
,
quei
meravigliosi
,
generosi
,
audaci
,
pacifici
,
buoni
vigili
che
scavavano
,
parlavano
,
agivano
come
forti
giganti
.
Erano
gli
stessi
vigili
del
fuoco
,
come
razza
,
del
Friuli
e
dell
'
Irpinia
:
facce
senza
retorica
,
braccia
dure
.
Quel
povero
Pastorelli
,
loro
comandante
,
forse
era
poco
«
proiettivo
»
:
chi
voleva
essere
lui
,
nel
cuor
della
notte
,
a
non
sapere
che
fare
,
quale
decisione
prendere
,
quale
santo
chiamare
in
soccorso
?
Ma
,
meno
di
tutti
,
gli
italiani
si
sono
identificati
nel
ministro
degli
Interni
,
Virginio
Rognoni
,
il
quale
stava
lì
immobile
davanti
alle
telecamere
,
elegante
e
compunto
,
invece
di
stare
al
Viminale
a
fare
il
suo
mestiere
.
E
crediamo
che
il
suo
mestiere
sarebbe
stato
,
durante
la
terribile
notte
fra
venerdì
e
sabato
,
quello
di
far
squillare
tutti
i
telefoni
e
le
radio
di
ogni
gruppo
speciale
,
di
ogni
scuola
ginnastica
di
polizia
,
di
sommozzatori
,
alpini
,
uomini
ragno
;
di
far
squillare
i
telefoni
di
tutt
'
Europa
alla
ricerca
di
una
dozzina
di
esseri
umani
piccoli
,
resistenti
e
abili
da
mandare
giù
nel
foro
.
Rognoni
,
se
tutti
noi
fossimo
stati
lui
,
avrebbe
fatto
partire
elicotteri
e
jet
per
portare
sul
posto
speleologhi
americani
,
russi
,
tedeschi
,
di
ogni
patria
.
Molti
hanno
detto
e
pensano
:
quanto
chiasso
per
una
triste
singola
tragedia
infantile
,
mentre
tante
sciagure
si
consumano
.
A
cominciare
da
quella
siciliana
in
cui
due
bambini
sono
affogati
proprio
in
un
pozzo
.
Storia
finita
in
una
breve
notizia
sulle
colonne
dei
giornali
.
È
vero
,
e
ragione
vorrebbe
che
si
mantenesse
il
senso
delle
proporzioni
.
Ma
l
'
emotività
(
che
è
una
cosa
seria
non
meno
della
ragione
)
altera
la
razionalità
.
È
un
dato
di
fatto
.
Sicché
a
dispetto
apparente
della
ragione
,
la
triste
storia
di
Alfredo
nel
pozzo
ha
sconvolto
la
nostra
vita
:
volevamo
salvarlo
tutti
e
tutti
avremmo
dato
una
parte
di
noi
stessi
per
averlo
vivo
,
perché
eravamo
lui
e
non
lo
sapevamo
.
Per
questo
ci
sono
sembrate
enormità
,
forse
bestialità
,
certe
«
sfortunate
coincidenze
»
(
come
le
ha
benevolmente
qualificate
la
cronaca
televisiva
)
che
hanno
ucciso
sia
il
vero
Alfredo
Rampi
,
sia
il
bambino
che
ognuno
porta
in
sé
.
La
tavoletta
gettata
in
modo
idiota
nel
pozzo
,
così
da
ostruirlo
per
sempre
senza
poter
più
utilizzare
la
sua
apertura
.
La
galleria
laterale
che
si
è
fermata
moltissimi
metri
più
in
alto
del
luogo
in
cui
si
supponeva
che
Alfredo
fosse
(
ed
a
prescindere
dal
fatto
che
il
povero
bambino
nel
frattempo
fosse
precipitato
molto
più
in
basso
)
.
E
poi
quella
storia
del
pertugio
da
trenta
centimetri
che
ha
costretto
alla
caccia
al
nano
ci
è
sembrata
poco
credibile
:
non
siamo
tecnici
,
ma
roccia
o
no
,
in
tante
ore
una
banale
raspa
,
una
lima
avrebbe
potuto
far
guadagnare
i
centimetri
bastanti
per
consentire
il
passaggio
,
se
non
di
un
granatiere
almeno
di
un
normale
ragioniere
.
Invece
nessuno
ha
allargato
quel
buco
e
nessuno
ha
provveduto
a
chiedere
personale
adatto
in
Italia
e
all
'
estero
.
Quando
un
megafono
ha
gridato
:
«
Si
cerca
una
persona
veramente
magra
per
scendere
giù
»
(
era
passata
mezzanotte
da
poco
)
abbiamo
capito
che
Alfredo
sarebbe
morto
.
E
lo
abbiamo
capito
ancora
di
più
,
ma
con
quanta
rabbiosa
disperazione
,
quando
è
stato
annunciato
il
turno
del
«
tappezziere
di
Acilia
»
.
In
quel
momento
il
dramma
,
già
aperto
alla
tragedia
,
è
diventato
un
grottesco
,
un
incubo
.
Piangi
,
piangi
bambino
Alfredo
negli
amplificatori
gentilmente
prestati
dalla
RAI
:
non
avrai
né
il
tuo
yogurt
col
cucchiaino
di
ferro
,
né
la
coperta
calda
e
neppure
Mazinga
che
il
buon
Nando
(
Nando
che
ha
la
faccia
dei
papà
che
vogliono
bene
a
tutti
i
bambini
)
ti
ha
promesso
.
Alfredo
è
morto
e
il
magistrato
di
turno
dirà
se
è
omicidio
colposo
;
i
tecnici
diranno
se
si
poteva
fare
di
più
e
di
meglio
.
Ma
quel
bambino
è
morto
annegato
nelle
bugie
perché
nessuno
era
in
grado
di
salvarlo
.
Adesso
sappiamo
che
un
sistema
semplicissimo
per
salvare
Alfredo
sarebbe
stato
quello
usato
dai
petrolieri
quando
vogliono
chiudere
un
pozzo
.
Fanno
così
:
mandano
giù
nel
profondo
un
cannello
collegato
a
una
bombola
.
La
bombola
contiene
polistirolo
liquido
e
il
pozzo
si
riempie
di
polistirolo
espanso
,
che
sarebbe
quella
morbida
e
leggera
plastica
bianca
degli
imballaggi
.
Bastava
mandare
il
cannello
sotto
Alfredo
(
nelle
prime
ore
)
e
non
sarebbe
mai
più
caduto
di
sotto
.
Oppure
il
pallone
:
bastava
mandare
un
pallone
speciale
sgonfio
e
legato
a
un
tubo
sotto
Alfredo
e
poi
gonfiarlo
.
Il
bambino
sarebbe
stato
protetto
.
Forse
così
avrebbero
fatto
nell
'
Oregon
o
nell
'
Ohio
.
O
a
Stoccolma
o
a
Bonn
.
Non
sappiamo
.
Forse
invece
Alfredo
sarebbe
morto
egualmente
,
ma
ci
piace
pensare
che
quel
bambino
poteva
essere
salvato
:
ce
lo
dice
l
'
istinto
e
l
'
istinto
non
è
sempre
da
buttar
via
.
Alle
22.30
Alfredo
piangeva
.
Che
insopportabile
pianto
quel
pianto
.
Anche
Pertini
(
che
nel
pomeriggio
lo
aveva
udito
in
cuffia
)
ha
avuto
un
sobbalzo
:
«
Fate
silenzio
lì
»
ha
gridato
.
Ed
è
stato
l
'
unico
moto
del
presidente
.
È
rimasto
in
piedi
,
immobile
,
monumento
alla
partecipazione
per
ore
e
ore
.
E
tuttavia
non
si
può
tacere
sul
fatto
che
l
'
arrivo
non
tanto
di
Pertini
quanto
del
suo
seguito
è
stato
,
nel
pomeriggio
,
invadente
:
una
marcia
inattesa
sul
teatro
delle
operazioni
che
ha
frantumato
la
tensione
,
ha
fatto
sbandare
la
folla
che
da
silenziosa
e
composta
si
è
fatta
vociante
(
«
viva
Pertini
,
viva
il
Presidente
»
)
e
capricciosa
:
ha
solleticato
la
vanità
di
chi
ha
preferito
deconcentrarsi
e
andare
a
riverire
il
seguito
presidenziale
.
La
piana
di
Vermicino
in
cui
la
tragedia
di
Alfredo
si
è
consumata
,
ha
conosciuto
nelle
ore
una
lenta
e
orribile
metamorfosi
:
si
è
trasformata
in
un
circo
equestre
e
in
un
sepolcro
.
La
richiesta
di
«
un
nano
»
(
e
subito
comparve
,
per
fallire
se
ricordate
,
il
nano
Claudio
)
ha
solleticato
le
fantasie
.
Ieri
mattina
intorno
al
sepolcro
in
cui
Alfredo
si
era
spento
era
radunata
una
corte
dei
miracoli
:
giovani
di
colore
,
nani
gibbosi
,
relitti
umani
spiritati
e
vocianti
,
ciascuno
accompagnato
dal
suo
manager
,
si
sono
messi
in
fila
per
fare
l
'
esperimento
.
Ognuno
si
aspettava
di
poter
vincere
;
e
brandivano
strumenti
artigiani
fabbricati
nella
notte
,
cappiole
e
laccioli
,
cinghie
e
bracciali
a
cremagliera
.
A
tutti
,
e
brutalmente
,
è
stato
detto
di
no
.
Per
la
verità
abbiamo
avuto
la
sensazione
che
alle
sette
di
ieri
mattina
fosse
stata
decretata
la
morte
di
Alfredo
,
grazie
alla
testimonianza
dell
'
ultimo
soccorritore
che
alle
6.36
aveva
potuto
toccare
il
braccio
della
vittima
trovandolo
irrigidito
e
freddo
.
A
quel
punto
,
tornato
lo
speleologo
alla
superficie
,
il
grande
gioco
per
salvare
Alfredo
è
finito
:
la
madre
ha
potuto
finalmente
crollare
e
seguitare
a
morire
nelle
lacrime
;
tutti
noi
abbiamo
potuto
spegnere
il
televisore
,
portatore
di
lutti
e
di
rovinate
speranze
.
La
RAI
ha
trasmesso
la
più
lunga
diretta
della
sua
storia
:
18
ore
consecutive
.
Indice
d
'
ascolto
prossimo
alla
totalità
.
Si
dava
la
morte
in
diretta
che
(
come
il
sesso
e
il
denaro
)
ottiene
gradimenti
altissimi
.
Ma
non
c
'
era
soltanto
la
RAI
o
le
private
:
la
catena
americana
ABC
ha
capito
subito
l
'
importanza
della
storia
e
si
è
piazzata
per
prima
.
Le
altre
sono
arrivate
di
carriera
.
Reporter
americani
e
italiani
si
sono
insultati
mentre
Alfredo
agonizzava
.
Nella
notte
,
la
prima
,
si
sono
avute
grandi
cazzottature
.
Nella
notte
,
la
seconda
,
gruppi
di
ubriachi
hanno
sciamato
fra
le
poche
case
di
Vermicino
arrecando
tormento
alla
famiglia
della
vittima
.
Ma
la
grande
Italia
generosa
e
strappacore
,
sicuramente
un
po
'
kitsch
,
quella
che
vede
Portobello
e
si
entusiasma
,
l
'
Italia
che
ha
le
semplici
e
solide
tradizioni
della
piccola
borghesia
era
(
ed
ancora
è
,
in
queste
ore
)
solidale
con
Alfredo
,
parla
di
Alfredo
,
non
discute
d
'
altro
.
Ognuno
,
se
andate
nei
bar
e
nei
ristoranti
,
ha
la
sua
formula
sicura
per
assicurare
la
corda
al
braccino
infangato
del
bambino
che
non
grida
più
.
Tutti
si
proclamano
certi
che
fu
commessa
una
grandissima
ingiustizia
,
un
sopruso
tremendo
.
Un
volontario
con
la
testa
poco
a
posto
ieri
gridava
che
«
questo
è
lo
schifo
della
società
dei
nostri
giorni
»
.
Gli
ha
risposto
qualche
cenno
di
assenso
.
Tutti
si
sono
commossi
quando
si
è
presentato
,
erano
le
3.10
di
ieri
mattina
,
il
ragazzo
Pietro
Molino
,
napoletano
di
16
anni
che
essendo
emaciato
e
gracile
ne
dimostra
nove
.
Caro
ragazzo
napoletano
,
Pertini
ti
aveva
già
abbracciato
quando
un
giudice
guastafeste
ha
bloccato
tutto
per
mancanza
del
consenso
paterno
.
Il
giudice
ha
certamente
commesso
l
'
errore
di
far
conoscere
il
suo
divieto
(
mentre
si
doveva
volare
contro
le
ore
,
i
minuti
e
i
secondi
)
dopo
un
'
ora
di
inutili
imbragamenti
e
istruzioni
.
Commozione
per
l
'
intrepido
adolescente
napoletano
,
indignazione
popolare
contro
il
magistrato
.
Commozione
e
risa
e
vergogna
,
quando
si
annuncia
al
microfono
,
come
se
fosse
un
teatro
in
piazza
,
il
tentativo
di
«
Er
microbo
der
Tufello
»
,
tal
Luciano
accompagnato
dal
padre
.
Fallisce
il
primo
,
fallisce
il
secondo
:
l
'
impressione
è
che
i
soccorsi
siano
allo
sbando
;
che
i
dirigenti
manchino
di
fantasia
(
stremati
come
sono
)
,
che
gli
uomini
alla
macchina
,
alle
funi
e
nella
terra
siano
sfiniti
.
Alfredo
,
anche
se
non
lo
sappiamo
con
certezza
,
muore
con
lo
spuntare
dell
'
aurora
.
Ha
avuto
sempre
più
freddo
,
ha
pianto
sempre
più
sommessamente
,
si
è
rannicchiato
in
una
sacca
del
cunicolo
e
lì
si
è
spento
.
Lo
raggiunge
l
'
ultimo
volontario
che
non
riesce
ad
ammanettarlo
(
ormai
il
sole
sfolgora
)
e
che
rinuncia
.
Siamo
morti
tutti
ieri
mattina
alle
6.36
mentre
gli
speakers
dei
canali
televisivi
si
rimandavano
banalità
di
circostanza
e
si
gratificavano
reciprocamente
dicendosi
«
esatto
»
,
fino
a
trenta
volte
in
un
quarto
d
'
ora
.
Sono
passati
su
questa
scena
il
contorsionista
francese
,
il
sardo
Angelo
Cossu
e
un
nano
di
una
TV
privata
.
Passeggia
,
inosservato
,
Agostino
Greggi
,
missino
ex
democristiano
.
Il
terreno
è
cosparso
di
lerciume
:
c
'
è
aria
di
stadio
,
di
Lourdes
,
di
festa
campestre
.
I
curiosi
hanno
calpestato
tutto
,
si
sono
sparsi
ovunque
,
hanno
tenuto
sotto
pressione
con
il
loro
alito
i
vigili
del
fuoco
.
Al
mattino
,
quando
tutto
è
finito
,
le
forze
dell
'
ordine
diventano
di
colpo
severe
e
superciliose
:
di
qui
non
si
passa
,
favorisca
i
documenti
.
C
'
è
un
tubo
dal
diametro
di
trenta
centimetri
;
al
primo
sole
del
mattino
i
saltimbanchi
che
aspirano
cimentarsi
nel
cunicolo
in
cui
giace
Alfredo
,
tentano
di
entrare
nel
tubo
:
è
un
test
,
come
la
scarpa
di
Cenerentola
.
Ma
è
inutile
.
Vola
una
polvere
rossastra
che
acceca
e
la
canicola
è
temperata
dal
vento
.
Sta
per
arrivare
la
nuova
trivella
.