StampaQuotidiana ,
I
serbi
possono
ben
farlo
e
l
'
hanno
già
fatto
e
i
kosovari
potranno
farlo
forse
a
Natale
.
Ma
noi
e
voi
no
,
non
possiamo
brindare
.
I
governanti
che
si
pavoneggiano
sul
carro
dei
vincitori
senza
un
graffio
non
rinunceranno
a
levare
i
lieti
calici
:
brinderanno
ai
vivi
o
ai
morti
?
Possa
essergli
indigesto
come
veleno
.
Non
brinderanno
alla
pace
ma
alla
vittoria
.
Le
guerre
si
fanno
per
vincerle
,
non
per
beneficenza
,
e
quindi
vanno
festeggiate
.
Non
c
'
è
bisogno
,
in
questo
caso
,
di
alternare
i
brindisi
alle
orazioni
funebri
,
le
vittime
sono
tutte
dall
'
altra
parte
.
Sulle
tombe
individuali
sarà
scritto
:
tragico
errore
.
La
pace
,
senza
le
bombe
e
l
'
esodo
di
massa
,
poteva
essere
firmata
tre
mesi
fa
.
D
'
Alema
sa
leggere
,
come
Dini
,
e
sa
che
nei
palazzi
di
Rambouillet
non
fu
proposta
alla
Serbia
una
soluzione
come
quella
attuale
ma
una
resa
incondizionata
:
senza
Onu
,
senza
Russia
,
con
diritto
di
«
bivacco
»
per
le
truppe
Nato
su
tutto
il
territorio
iugoslavo
.
Leggete
il
testo
durante
le
vacanze
,
c
'
è
scritto
proprio
così
.
La
guerra
è
stata
freddamente
voluta
e
il
suo
esito
è
l
'
incenerimento
di
un
piccolo
ma
popoloso
territorio
ad
opera
di
entrambi
i
contendenti
.
Forse
è
vero
che
hanno
sbagliato
i
conti
,
che
pensavano
di
finirla
in
quindici
giorni
,
ma
non
credo
che
si
rammarichino
del
tragico
errore
:
l
'
esibizione
di
potenza
e
brutalità
è
stata
più
spettacolare
,
ci
ha
intrattenuto
per
78
giorni
,
e
D
'
Alema
può
dirsene
«
orgoglioso
»
.
Ha
ragione
,
ha
sepolto
in
poche
settimane
un
secolo
di
tradizione
e
aspirazione
pacifista
del
movimento
operaio
,
di
cui
s
'
è
persa
memoria
.
Ora
,
visto
che
la
menzogna
dell
'
ingerenza
umanitaria
ha
retto
contro
gli
insulti
della
realtà
e
dell
'
evidenza
,
aspettiamo
con
ansia
che
si
trasformi
in
verità
.
Ci
aspettiamo
che
l
'
esibizione
militare
diventi
esibizione
morale
,
tecnica
,
logistica
,
organizzativa
:
che
il
territorio
incenerito
rinverdisca
come
una
California
,
che
i
generali
di
interposizione
giochino
a
golf
nei
prati
circostanti
,
che
le
case
crollate
risorgano
con
vivaci
colori
e
con
la
velocità
di
un
film
magico
girato
all
'
incontrario
,
che
il
più
vecchio
dei
profughi
faccia
in
tempo
a
rivedere
il
suo
paesaggio
.
Non
a
settembre
,
non
a
Natale
,
ma
domani
,
nei
giorni
dei
nostri
prossimi
week
-
end
adriatici
,
con
la
stessa
premura
,
sollecitudine
,
precisione
,
determinazione
e
orgoglio
con
cui
sganciavamo
le
bombe
e
lanciavamo
i
missili
.
Allora
,
forse
,
brinderemo
.
Prima
che
i
19
paesi
più
forti
del
mondo
decidano
di
mettere
ordine
da
qualche
altra
parte
:
magari
in
Asia
,
per
ragioni
di
alternanza
e
giustizia
distributiva
.
StampaQuotidiana ,
L
'
opinione
di
sinistra
si
sente
oggi
delusa
e
sconfortata
dalla
sconfitta
elettorale
.
È
comprensibile
ma
ingenuo
.
Questa
sconfitta
è
pienamente
meritata
dai
governi
e
dai
gruppi
dirigenti
della
sinistra
europea
e
italiana
,
che
continuiamo
a
chiamare
così
per
cattiva
abitudine
.
Non
è
l
'
effetto
sole
-
mare
che
allontana
dal
voto
metà
della
popolazione
europea
(
in
Inghilterra
piove
,
notoriamente
)
.
È
che
la
nuova
Europa
è
più
vecchia
di
prima
,
monetaria
e
militarista
,
con
venti
milioni
di
disoccupati
e
un
programma
di
riarmo
,
con
un
leader
laburista
che
dichiara
guerra
al
Demonio
e
un
leader
tedesco
che
tinge
di
verde
gli
elmetti
dei
suoi
connazionali
.
Perché
questa
Europa
non
dovrebbe
andare
a
destra
e
nutrirsi
di
diossina
a
basso
costo
?
Ma
veniamo
all
'
Italia
di
D
'
Alema
.
Se
si
fosse
trattato
di
elezioni
politiche
,
Silvio
Berlusconi
riceverebbe
l
'
incarico
di
formare
il
nuovo
governo
con
una
maggioranza
compatta
di
centro
-
destra
e
la
signora
Bonino
alla
Farnesina
.
La
verità
è
sempre
rivoluzionaria
e
la
verità
è
che
questo
esito
politico
era
nell
'
aria
da
tempo
e
si
è
fatalmente
concretato
.
La
verità
è
che
il
centro
-
sinistra
è
nato
e
cresciuto
,
dai
tempi
di
Dini
fino
a
Cossiga
,
come
operazione
trasformista
,
malgrado
il
voto
del
21
aprile
,
ed
è
diventato
con
D
'
Alema
un
modello
di
asocialità
e
di
insincerità
che
una
volta
si
sarebbe
detta
«
dorotea
»
,
non
disgiunta
da
una
punta
di
megalomania
.
Lui
e
Veltroni
si
lasciano
alle
spalle
(
poiché
dovrebbero
andarsene
)
un
partito
del
17
per
cento
che
Occhetto
giudicò
,
in
un
'
occasione
simile
,
poco
più
che
«
regionale
»
.
È
una
maggioranza
litigiosa
di
spezzoni
tra
cui
a
malapena
ruggisce
un
asino
.
Consoliamoci
pure
sommando
le
percentuali
(
in
televisione
la
notte
fatidica
sembravano
tutti
droghieri
alle
prese
con
la
calcolatrice
)
oppure
guardando
le
facce
di
Fini
e
Segni
,
oppure
confondendo
Emma
Bonino
,
epifenomeno
simile
a
Bossi
,
con
Rosa
Luxemburg
come
fanno
i
giornali
.
Ma
è
meglio
lasciare
ad
altri
questi
esercizi
di
filologia
elettorale
.
Non
sono
stato
eletto
al
parlamento
europeo
e
quindi
non
posso
chiedere
ai
vari
governanti
in
carica
di
dimettersi
volontariamente
e
di
dedicarsi
ciascuno
allo
sport
preferito
.
Ma
qualcosa
di
simile
vorrei
che
accadesse
qui
da
noi
,
come
segnale
di
autorinnovamento
.
Non
accadrà
.
Ancor
più
vorrei
che
la
sinistra
che
più
ci
sta
a
cuore
e
che
esce
anch
'
essa
disastrata
,
cominciando
da
Rifondazione
,
dai
Verdi
e
dalla
sinistra
Ds
,
fino
alla
sinistra
sociale
e
a
noi
stessi
,
ci
guardassimo
in
faccia
e
trovassimo
un
nuovo
terreno
comune
.
Un
'
utopia
,
detta
così
,
ma
anche
un
dovere
e
l
'
unica
possibilità
e
potenzialità
da
mettere
a
frutto
.
StampaQuotidiana ,
Chi
fermerà
Berlusconi
?
Nessuno
,
temo
.
La
sua
non
è
stata
una
vittoria
elettorale
ma
una
rimonta
trionfale
.
È
strano
che
tutti
i
commentatori
non
se
ne
siano
accorti
.
L
'
uomo
di
Arcore
e
la
sua
formazione
hanno
il
consenso
di
un
italiano
su
quattro
,
una
quota
che
solo
i
mastodonti
democristiano
e
comunista
hanno
raggiunto
o
superato
nella
storia
repubblicana
.
Questo
è
il
dato
.
In
parallelo
i
Ds
,
l
'
unica
forza
avversa
ancora
consistente
,
scendono
a
un
minimo
storico
.
Questo
è
l
'
altro
dato
.
Questi
due
dati
,
presi
assieme
,
fotografano
un
mutamento
di
180
gradi
del
quadro
politico
e
segnano
una
tendenza
di
fondo
che
non
è
destinata
ad
arrestarsi
ma
a
crescere
.
L
'
attenzione
degli
osservatori
è
attratta
invece
smodatamente
dai
risultati
della
Bonino
e
di
Prodi
-
Di
Pietro
.
Ma
non
era
un
ciclone
,
l
'
uomo
di
mani
pulite
,
che
doveva
sbancare
il
sistema
politico
e
ha
ora
un
pezzo
del
7
per
cento
?
E
non
è
Mediaset
che
ha
pagato
la
campagna
elettorale
radicale
?
Queste
due
liste
intermedie
hanno
ciascuna
una
percentuale
elettorale
pari
a
quella
che
distanzia
Forza
Italia
dai
Ds
.
Ed
entrano
nel
taschino
di
Berlusconi
come
un
fazzoletto
.
Forza
Italia
,
col
suo
titolo
da
stadio
eccitato
,
non
è
solo
un
primo
partito
in
un
'
ordinata
gerarchia
di
concorrenti
,
ma
è
la
sola
grande
formazione
politica
in
campo
,
che
si
stacca
nettamente
dalle
altre
e
le
sovrasta
.
Non
ha
solo
un
capo
carismatico
con
le
sue
batterie
televisive
ma
anche
una
struttura
organizzata
e
diffusa
e
un
attivismo
di
massa
,
cose
che
la
sinistra
antica
gli
ha
insegnato
ma
ha
buttato
via
.
Grasso
che
cola
se
non
espugnerà
Bologna
.
Anche
il
personaggio
è
cambiato
e
recita
diversamente
.
Non
è
più
solo
un
ultramiliardario
che
compra
un
paese
come
un
'
azienda
ma
anche
un
politico
che
ha
imparato
le
tecniche
del
mestiere
.
Viene
sempre
dalla
gavetta
ma
non
dice
più
«
mi
consenta
»
.
Grida
volentieri
al
lupo
comunista
ma
ci
va
a
cena
e
non
mette
più
paura
.
Perfino
in
guerra
le
sue
televisioni
sono
state
più
blande
di
quelle
governative
.
Ha
l
'
autenticità
del
senso
comune
.
Quando
oggi
dice
che
il
governo
è
delegittimato
dal
voto
popolare
sa
di
compiere
una
forzatura
ma
usa
un
argomento
combattivo
,
politicamente
forte
.
Quando
D
'
Alema
gli
contrappone
i141
per
cento
di
un
centro
-
sinistra
frantumato
usa
un
corretto
argomento
da
Ragioneria
dello
stato
,
politicamente
inetto
.
Questo
Berlusconi
ha
ancora
i
suoi
punti
deboli
,
non
piace
ai
padroni
blasonati
e
non
ha
sponde
sindacali
.
Ma
si
farà
anche
queste
sponde
,
non
si
farà
rovesciare
un
'
altra
volta
dai
pensionati
.
E
i
padroni
blasonati
che
badano
al
sodo
preferiranno
anche
loro
un
cavallo
galoppante
a
un
mulo
azzoppato
o
a
un
asino
.
Un
partito
al
25
per
cento
in
ascesa
è
come
una
torta
al
miele
o
allo
sterco
di
mucca
pazza
su
cui
convergono
tutte
le
mosche
del
circondario
.
È
finito
il
tempo
in
cui
,
sgambettato
da
Bossi
,
Berlusconi
restò
solo
con
Emilio
Fede
e
i
suoi
ministri
si
piombarono
sul
centro
-
sinistra
.
Ora
accadrà
il
contrario
e
la
semplificazione
del
sistema
politico
,
questa
grande
invenzione
,
troverà
ad
Arcore
il
suo
baricentro
.
Tanto
di
cappello
.
Conflitto
di
interessi
,
tangenti
,
mafie
,
avvisi
di
garanzia
,
hanno
avuto
come
effetto
tre
milioni
di
preferenze
e
l
'
estradizione
del
buon
amico
Dell
'
Utri
nel
parlamento
di
massima
sicurezza
di
Strasburgo
.
Sì
,
è
finito
e
non
tornerà
il
tempo
in
cui
Berlusconi
,
secondo
D
'
Alema
,
aveva
solo
bisogno
di
un
buon
avvocato
.
Stomaco
da
struzzo
e
sistema
nervoso
di
ferro
:
chi
fermerà
questa
forza
della
natura
?
Non
certo
un
25
aprile
come
nel
'94
,
quella
data
di
nascita
della
democrazia
è
rigorosamente
cancellata
perfino
nei
messaggi
di
insediamento
delle
alte
cariche
istituzionali
.
E
allora
chi
lo
fermerà
?
Nessuno
,
temo
.
Grazie
Massimo
,
anche
se
il
merito
non
è
onestamente
tutto
tuo
.
È
anche
colpa
nostra
,
pur
se
abbiamo
mille
volte
inascoltati
messo
in
guardia
contro
questo
pericolo
.
StampaQuotidiana ,
Mi
ronzano
ancora
per
la
testa
i
risultati
delle
elezioni
europee
che
hanno
annunciato
,
per
così
dire
,
il
prepensionamento
della
sinistra
di
governo
e
il
declino
del
partito
di
D
'
Alema
.
E
devo
domandarmi
se
questa
domenica
anche
la
dotta
Bologna
,
città
simbolo
della
cotoletta
omonima
,
dei
tortellini
e
del
vecchio
Pci
,
passerà
dopo
cinquant
'
anni
alla
destra
.
Ma
accendo
la
televisione
e
vedo
la
faccia
inalterata
di
D
'
Alema
che
parla
di
Dpef
,
previdenza
e
sanità
,
la
sequela
di
parole
più
squallida
e
noiosa
del
vocabolario
ministeriale
.
Ti
informa
che
anziani
e
malati
risaneranno
ancora
una
volta
il
bilancio
eurostatale
con
un
'
elargizione
di
16-18
mila
miliardi
.
E
sullo
schermo
rivedi
la
sagoma
furtiva
del
dottor
Amato
che
risbuca
fuori
nella
notte
dal
suo
castello
in
Dobrugia
come
il
conte
Dracula
.
Non
so
spiegarmelo
.
Non
credo
ai
miei
occhi
e
alle
mie
orecchie
e
mi
consola
che
anche
i
sindacati
,
di
solito
così
bendisposti
,
non
riescano
a
crederci
neanche
loro
.
Ma
come
:
a
D
'
Alema
e
a
Veltroni
non
bastano
ancora
i
voti
perduti
e
le
astensioni
da
rigetto
(
da
repulsione
)
che
questo
genere
di
politiche
sociali
(
in
aggiunta
alla
guerra
)
gli
sono
costati
?
Non
gli
bastano
le
robuste
martellate
che
già
si
sono
date
sui
piedi
?
Vogliono
rompersi
l
'
osso
del
collo
?
Così
pare
,
c
'
è
chi
soffre
di
queste
perversioni
.
Non
credo
che
un
governo
così
possa
durare
ancora
due
anni
senza
calare
di
altri
dieci
punti
in
percentuale
.
Caro
D
'
Alema
,
non
è
il
tuo
partito
che
ha
perso
le
elezioni
,
è
il
tuo
governo
senz
'
anima
(
ecco
dov
'
è
finita
l
'
anima
della
sinistra
,
caro
Scalfari
)
.
Calcolo
che
ogni
volta
che
questo
leader
appare
in
televisione
col
solito
bagaglio
perde
ventimila
elettori
,
che
moltiplicato
per
cento
volte
fa
due
milioni
in
due
anni
.
Si
scava
la
Fossa
(
scusate
la
maiuscola
)
con
le
mani
sue
.
Non
si
tratta
solo
del
merito
della
questione
,
cioè
del
fatto
che
quelle
migliaia
di
miliardi
sottratti
alle
stesse
povere
tasche
equivalgono
alla
ventesima
parte
della
ricchezza
imponibile
e
impunita
che
non
paga
le
tasse
e
di
cui
il
fisco
ignora
perfino
l
'
esistenza
.
Non
è
solo
il
dilettantismo
tecnico
di
queste
manovre
che
infastidisce
.
È
la
protervia
del
messaggio
politico
.
Mi
viene
in
mente
Sparta
(
sarà
effetto
degli
esami
di
maturità
)
che
buttava
giù
dalla
rupe
i
deboli
e
gli
infermi
.
La
nostra
élite
governativa
considera
una
parte
della
società
alla
stregua
degli
«
iloti
»
,
una
manovalanza
indifferenziata
che
Sparta
teneva
in
perpetua
soggezione
negando
ad
essa
perfino
la
cittadinanza
.
Ma
andò
a
finire
molto
male
,
chiedete
a
Luigi
Berlinguer
che
ha
studiato
il
greco
.
A
parte
la
perversione
,
è
chiaro
che
dietro
tutto
questo
c
'
è
un
calcolo
e
c
'
è
un
'
illusione
.
Meglio
anticipare
i
referendum
della
signora
Bonino
contro
sanità
,
previdenza
e
spesa
sociale
di
ogni
genere
,
così
i
suoi
voti
verranno
a
noi
come
i
pargoli
.
Meglio
fare
come
la
signora
Thatcher
ed
eliminare
le
grandi
corporazioni
sindacali
,
così
anche
noi
diventeremo
Tony
Blair
.
Calcolo
e
illusione
da
pappagalli
e
da
camaleonti
,
che
in
politica
si
chiamano
trasformisti
.
Voi
avete
ricevuto
un
altro
mandato
elettorale
,
cari
amici
,
e
ribaltandolo
non
premiate
voi
stessi
ma
i
vostri
avversari
che
prendete
a
modello
.
Cossuttiani
,
Verdi
,
sinistra
Ds
in
fibrillazione
,
cederanno
come
sempre
per
necessità
,
perché
«
se
no
viene
la
destra
»
?
Questa
volta
non
credo
,
come
non
credo
che
i
sindacati
si
accontenteranno
di
qualche
emendamento
.
Anche
perché
la
destra
non
è
dietro
l
'
angolo
ma
è
già
venuta
e
sta
con
tutti
e
due
i
piedi
in
questo
governo
.
Quando
infine
le
idee
della
destra
e
quindi
la
persona
di
Berlusconi
che
le
incarna
avranno
vinto
del
tutto
,
questo
governo
di
ex
centro
-
sinistra
non
sarà
neppure
rimpianto
.
Lui
,
Berlusconi
,
farà
le
stesse
cose
o
anche
peggio
ma
almeno
le
condirà
di
demagogia
(
un
surrogato
di
anima
)
.
Similmente
ai
referendum
radicali
che
propagano
il
liberismo
selvaggio
come
una
droga
leggera
,
senza
lasciare
in
vista
sul
collo
delle
vittime
il
segno
dei
denti
di
Dracula
.
StampaQuotidiana ,
Bologna
mi
ricorda
automaticamente
la
Bolognina
.
Lì
fu
stilato
l
'
atto
di
morte
del
Pci
,
fu
messo
all
'
asta
il
suo
patrimonio
,
fu
designata
come
erede
una
creatura
informe
e
senza
nome
.
È
strano
che
ci
siano
voluti
dieci
anni
per
registrare
,
tra
gli
effetti
di
questa
operazione
,
l
'
ingresso
dei
barbari
a
palazzo
D
'
Accursio
.
In
fin
dei
conti
non
è
che
un
dettaglio
.
Le
regioni
rosse
crollano
come
cattedrali
nel
deserto
,
residui
archeologici
in
una
penisola
che
dall
'
Alpi
al
mare
vede
ridotta
la
sinistra
ex
storica
al
suo
minimo
livello
.
Ho
già
detto
che
questa
sinistra
è
morta
e
sono
stato
sgridato
,
avrei
dovuto
dire
sta
morendo
.
Va
bene
,
sta
morendo
.
Non
credo
che
se
Veltroni
si
dimettesse
ci
sarebbe
una
resurrezione
e
una
campagna
di
rettifica
alla
cinese
guidata
da
Folena
,
ma
Veltroni
dovrebbe
farlo
lo
stesso
o
dovrebbe
essergli
imposto
.
Sarebbe
segno
,
per
lo
meno
,
che
l
'
organismo
non
ha
perso
tutte
le
difese
immunitarie
come
accade
in
certe
malattie
.
E
potrebbe
addurre
una
giustificazione
personale
inoppugnabile
:
non
posso
rigenerare
questo
partito
e
ritrovare
il
consenso
popolare
finché
c
'
è
questo
governo
guidato
dal
mio
amico
D
'
Alema
.
Quanto
all
'
amico
D
'
Alema
medesimo
,
se
le
elezioni
fossero
un
evento
militare
,
dovrebbe
finire
diritto
davanti
a
una
corte
marziale
.
Non
si
è
mai
visto
un
generale
che
alla
vigilia
della
battaglia
dice
ai
suoi
soldati
che
gli
toglierà
la
pensione
.
È
già
molto
se
i
soldati
della
vecchia
guardia
,
operai
e
popolani
,
si
sono
limitati
a
disertare
in
silenzio
senza
sparare
a
palle
di
fuoco
sul
quartier
generale
.
Quella
di
D
'
Alema
si
chiama
(
per
restare
nella
metafora
)
collusione
col
nemico
.
È
perfino
possibile
sospettare
che
il
dottor
Amato
abbia
tirato
fuori
il
suo
Dpef
e
menato
il
colpo
basso
antisindacale
con
intenzione
cronometrata
e
filo
diretto
con
Hammamet
.
E
quando
poi
D
'
Alema
incalza
in
televisione
e
definisce
«
di
sinistra
»
la
sua
intesa
cordiale
con
la
Confindustria
più
confindustriale
,
allora
si
capisce
che
i
figli
e
i
nipoti
dei
braccianti
padani
cambino
canale
con
qualche
disgusto
e
passino
al
mare
questa
e
ogni
altra
domenica
elettorale
.
Così
non
solo
la
sinistra
è
morta
o
va
morendo
,
se
preferite
,
ma
muore
anche
la
democrazia
partecipata
.
Vota
meno
della
metà
degli
elettori
(
come
in
America
,
dunque
è
un
progresso
!
)
Il
ballottaggio
in
fondo
è
un
finale
di
gara
,
che
in
genere
attira
di
più
il
pubblico
sportivo
,
e
invece
lo
stadio
si
è
ulteriormente
spopolato
:
vuol
dire
inequivocabilmente
che
la
partita
,
la
partita
della
politica
truccata
e
senz
'
anima
,
non
interessa
nessuno
.
Non
la
destra
,
che
sa
di
vincere
chiunque
vinca
.
Non
la
sinistra
,
perché
non
ha
più
una
squadra
sua
.
StampaQuotidiana ,
La
situazione
attuale
e
i
nostri
compiti
:
così
si
intitolavano
in
tempi
remoti
le
assemblee
politiche
.
Oppure
un
libro
si
intitolava
così
:
Che
fare
?
Forse
conviene
,
tra
noi
,
essere
più
modesti
e
limitarsi
a
dire
:
che
facciamo
?
Muovendo
da
una
chiara
premessa
:
che
la
situazione
è
pessima
e
che
lo
stato
della
sinistra
italiana
(
largamente
intesa
)
lo
è
altrettanto
.
Su
questa
premessa
sarebbe
bene
concordare
,
che
siamo
cioè
a
un
'
ultima
spiaggia
:
non
è
una
esagerazione
pessimistica
ma
,
per
me
,
una
constatazione
.
La
sinistra
vive
un
declino
o
un
tracollo
che
i
risultati
elettorali
documentano
come
mai
prima
d
'
ora
.
Le
cause
di
questo
declino
sono
molte
e
profonde
(
antiche
e
recenti
,
oggettive
e
soggettive
,
nazionali
e
internazionali
)
e
sono
tanto
facili
da
elencare
quanto
difficili
da
analizzare
.
Non
ho
questa
presunzione
.
Questa
lettera
vuole
solo
dedurne
un
'
esigenza
pressante
e
adombrare
una
scelta
politica
e
perfino
organizzativa
.
E
a
questo
scopo
,
pur
essendo
rivolta
nel
suo
spirito
a
tutta
la
sinistra
largamente
intesa
,
è
indirizzata
specificamente
a
quelle
sue
parti
che
sentiamo
più
vicine
o
meno
lontane
,
più
radicali
o
meno
moderate
,
e
perciò
forse
più
disponibili
a
un
lavoro
comune
.
Parlo
di
Rifondazione
comunista
,
dei
Verdi
e
degli
ambientalisti
,
dei
comunisti
cossuttiani
,
della
sinistra
Ds
,
delle
avanguardie
sindacali
,
cioè
di
tutte
le
minoranze
politico
-
istituzionali
di
opposizione
o
governative
.
Dei
loro
gruppi
dirigenti
e
della
loro
base
sociale
,
organizzata
e
di
opinione
.
E
parlo
(
ma
questo
richiederebbe
un
discorso
a
parte
)
delle
minoranze
extraistituzionali
,
dei
centri
sociali
,
delle
varie
forme
di
autorganizzazione
che
impegnano
uomini
e
donne
in
conflitto
con
la
cultura
dominante
.
Di
quell
'
insieme
frastagliato
e
divaricato
che
un
tempo
definivamo
in
termini
generali
«
popolo
di
sinistra
»
.
È
un
'
elencazione
intenzionalmente
notarile
e
semplificata
,
poiché
bisogna
pur
partire
dalla
realtà
come
si
presenta
.
Così
come
burocratica
e
semplificata
(
o
forse
,
al
contrario
,
astratta
e
utopica
)
è
la
proposizione
che
vorrei
trarne
e
mettere
sul
piatto
:
la
necessità
di
una
convergenza
tra
queste
forze
,
la
individuazione
di
un
comun
denominatore
tra
di
esse
,
l
'
avvicinamento
reciproco
attraverso
una
Convenzione
o
una
consultazione
permanente
,
la
stipulazione
di
un
patto
.
I
contenuti
(
e
anche
le
forme
)
di
un
processo
di
questo
genere
tra
forze
naturalmente
gelose
della
propria
diversità
e
autonomia
non
si
improvvisano
,
ma
non
sono
introvabili
se
si
opera
una
selezione
,
se
ciascuno
rinuncia
a
secche
pregiudiziali
e
se
non
si
chiede
la
luna
.
Prioritaria
su
tutto
è
o
dovrebbe
essere
oggi
la
volontà
politica
,
e
quindi
un
segnale
e
un
comportamento
,
atti
e
decisioni
pubbliche
,
che
offrano
un
punto
di
riferimento
consistente
e
credibile
all
'
opinione
pubblica
,
alla
sinistra
diffusa
e
al
suo
elettorato
,
alle
sue
rivendicazioni
e
alle
sue
possibili
lotte
.
Qualcosa
che
faccia
sperare
in
un
mutamento
dei
rapporti
di
forza
e
ci
sottragga
al
senso
di
impotenza
che
oggi
avvertiamo
.
Non
c
'
è
molto
tempo
.
I
recenti
risultati
elettorali
europei
e
amministrativi
non
sono
un
incidente
di
percorso
ma
un
disastro
irrecuperabile
se
non
interviene
a
sinistra
un
fatto
nuovo
e
vistoso
che
agisca
come
un
moltiplicatore
di
energia
.
Tra
un
anno
le
elezioni
regionali
e
tra
due
o
forse
meno
le
elezioni
politiche
possono
segnare
la
nostra
dissolvenza
se
ciascuno
continuerà
a
cercare
la
propria
sopravvivenza
in
un
punto
di
più
in
percentuale
e
in
reciproca
concorrenza
.
Ovviamente
,
il
disastro
elettorale
non
è
che
l
'
effetto
di
una
sconfitta
giornaliera
e
prospettica
che
subiamo
da
tempo
nell
'
ordine
sociale
e
politico
senza
trovare
rimedio
.
Che
ciò
avvenga
in
presenza
di
un
governo
e
di
una
maggioranza
di
centro
-
sinistra
non
è
un
paradosso
.
Vuol
dire
che
questa
formazione
di
governo
e
questa
maggioranza
hanno
un
vizio
d
'
origine
e
un
tasso
di
inquinamento
che
le
rende
controproducenti
.
Non
sono
più
(
se
mai
lo
sono
state
)
uno
strumento
di
trasformazione
e
neppure
un
freno
alla
spontaneità
del
sistema
produttivo
e
culturale
dominante
,
ma
un
suo
servosterzo
e
una
fonte
di
smarrimento
delle
coscienze
e
di
mortificazione
degli
antagonismi
.
Il
governo
come
vetta
e
l
'
opposizione
come
ghetto
sono
una
moderna
mitologia
ch
'
era
del
tutto
estranea
alla
sinistra
(
quando
la
sinistra
era
espressione
del
movimento
operaio
e
dei
movimenti
popolari
)
ma
che
oggi
le
imprigiona
e
si
risolve
in
una
negazione
della
politica
,
della
democrazia
e
del
conflitto
.
Personalmente
credo
sia
questo
il
male
peggiore
di
cui
soffriamo
e
sono
convinto
che
la
convergenza
o
il
patto
che
auspichiamo
possa
concretarsi
solo
sul
terreno
dell
'
opposizione
.
Ma
si
può
anche
non
farne
una
condizione
preliminare
,
una
pregiudiziale
,
se
ciò
impedisse
in
partenza
il
dialogo
e
sbarrasse
la
strada
all
'
avvicinamento
e
al
messaggio
unitario
che
vorremmo
lanciare
.
A
questo
punto
la
responsabilità
maggiore
,
in
senso
positivo
,
credo
ricada
su
Rifondazione
comunista
e
sulla
sua
solitaria
opposizione
.
Pur
indebolito
,
questo
partito
è
la
formazione
di
minoranza
più
consistente
ed
è
,
per
la
sua
origine
,
in
radicale
contraddizione
con
la
deriva
moderata
.
Il
suo
nome
ambizioso
suggerisce
o
anzi
impone
una
dinamica
,
un
divenire
,
nessuna
rifondazione
potendosi
immaginare
affidata
a
un
solo
partito
grande
o
piccolo
che
sia
.
Bertinotti
solleva
a
volte
questo
problema
,
cercando
un
nuovo
linguaggio
o
immagine
e
una
via
di
fuga
da
ristrettezze
e
vincoli
settari
,
ma
poi
sembra
risucchiato
da
altre
logiche
.
E
temo
che
sbaglierebbe
se
cercasse
ora
un
nuovo
respiro
nei
confini
della
maggioranza
governativa
o
ai
suoi
margini
:
un
corto
respiro
,
quando
la
domanda
popolare
è
che
ciascuno
apra
le
proprie
e
le
altrui
finestre
.
Il
movimento
verde
e
ambientalista
può
ancora
tornare
ad
essere
,
in
forza
della
sua
tematica
originaria
,
qualcosa
di
molto
più
attuale
e
ricco
di
com
'
è
diventato
per
autoriduzione
,
assumendo
i
caratteri
di
un
partito
troppo
tradizionale
e
istituzionale
,
oppure
frazionandosi
in
esperienze
separate
.
Potrebbe
invece
ricominciare
a
vantare
una
primogenitura
in
rapporto
alla
questione
ecologica
che
ha
mille
implicazioni
,
e
farne
un
asse
di
una
sinistra
articolata
e
ringiovanita
.
A
che
servirebbe
(
ciò
vale
per
tutti
)
risalire
di
un
punto
entro
i
margini
di
una
maggioranza
impropria
?
Confesso
di
non
aver
capito
l
'
evoluzione
subita
nei
mesi
recenti
dal
partito
di
Cossutta
e
perciò
mi
è
più
difficile
sollecitare
anche
questo
partito
a
ritrovare
una
collocazione
e
uno
spirito
più
rispondenti
ai
propositi
iniziali
.
Finora
è
sembrato
(
ora
c
'
è
forse
una
correzione
)
che
la
priorità
per
i
comunisti
cossuttiani
fosse
la
concorrenza
e
la
rivalità
con
il
partito
di
provenienza
.
Non
so
da
che
cosa
dipenda
,
forse
dalla
maledizione
che
grava
sulle
minoranze
,
o
dalla
tradizione
organizzativa
autosufficiente
del
vecchio
Pci
,
o
dalla
formazione
personale
del
suo
leader
storico
.
Ma
anche
questa
compagine
non
può
non
avvertire
che
la
domanda
popolare
è
un
'
altra
e
che
una
risposta
debole
ed
elusiva
,
fatalmente
subordinata
alle
logiche
di
governo
,
non
trova
comprensione
né
consenso
.
Dalla
sinistra
Ds
,
che
ha
il
pericoloso
privilegio
di
operare
nel
campo
di
Agramante
,
si
vorrebbe
che
uscisse
allo
scoperto
senza
remore
e
scuotesse
il
corpo
e
l
'
anima
del
suo
partito
con
energia
proporzionata
ai
mali
che
lo
affliggono
e
all
'
emergenza
in
cui
è
piombato
.
Questi
amici
sono
comprensibilmente
impacciati
dai
vincoli
di
governo
e
dai
rugginosi
meccanismi
di
vita
interna
.
Ma
oggi
il
mediocre
leaderismo
che
ha
dominato
il
governo
e
il
partito
è
gravemente
ferito
,
se
non
del
tutto
squalificato
,
ed
è
più
facile
reagire
.
Non
solo
manifestando
dissenso
ma
ponendo
discriminanti
nette
e
invalicabili
.
Questa
lettera
che
ora
concludo
(
restando
nell
'
orizzonte
delle
minoranze
politico
-
istituzionali
)
è
dettata
da
una
certa
ansia
ma
anche
da
un
forte
convincimento
:
che
non
c
'
è
rapporto
,
non
c
'
è
proporzione
,
tra
il
declino
evidente
della
sinistra
italiana
e
i
nostri
comportamenti
.
E
che
mutare
questi
comportamenti
non
è
solo
una
necessità
e
una
convenienza
ma
un
dovere
politico
-
morale
.
Certo
non
è
dettata
da
petulanza
o
pretese
di
ingerenza
ma
,
se
così
ancora
si
può
dire
,
da
spirito
di
servizio
.
È
una
lettera
personale
ma
credo
che
questo
giornale
,
rispettando
l
'
autonomia
propria
e
altrui
,
sarebbe
lieto
di
partecipare
a
questa
nuova
convergenza
o
convenzione
tra
le
minoranze
più
radicali
o
meno
moderate
.
Questo
giornale
è
anche
un
gruppo
politico
,
un
'
area
della
politica
,
e
ha
una
influenza
qualitativa
che
noi
e
voi
non
valutiamo
abbastanza
.
Questa
sottovalutazione
è
un
altro
segno
di
subalternità
alle
mode
,
agli
altri
mezzi
di
comunicazione
che
ci
sono
spesso
ostili
,
all
'
esposizione
televisiva
come
surrogato
seducente
ma
illusorio
di
una
costruzione
politica
tenace
.
La
situazione
attuale
e
i
nostri
compiti
:
forse
non
ho
svolto
bene
il
tema
.
Forse
avrei
fatto
meglio
ad
adottare
il
linguaggio
dell
'
utopia
,
secondo
la
nostra
vocazione
.
Forse
avrei
dovuto
cominciare
(
o
finire
)
così
:
«
Guido
,
vorrei
che
tu
Lapo
ed
io
fossimo
presi
per
incantamento
...
»
Ma
c
'
è
un
Guido
,
c
'
è
un
Lapo
,
c
'
è
un
io
e
ancora
altri
?
Se
non
ci
sono
,
nessun
linguaggio
può
raggiungere
le
loro
orecchie
e
incantarli
.
StampaQuotidiana ,
Sono
assolutamente
persuaso
che
ci
troviamo
di
fronte
a
un
complotto
in
piena
regola
,
combinato
e
disposto
con
pazienza
e
sapienza
,
concepito
all
'
estero
come
si
addice
ad
ogni
complotto
,
ma
che
ha
la
sua
base
operativa
nel
caveau
di
un
'
istituzione
nazionale
insospettabile
come
il
ministero
del
Tesoro
e
il
suo
regista
nella
persona
sospettabile
dell
'
on.
Amato
,
assurto
in
questi
giorni
a
presidente
del
Consiglio
ombra
.
Non
vedo
altra
spiegazione
agli
eventi
che
incalzano
.
Così
come
la
dichiarazione
di
guerra
al
sistema
previdenziale
,
un
giorno
prima
delle
elezioni
,
ha
espugnato
Bologna
,
così
ora
il
presidente
ombra
,
in
partenza
per
le
vacanze
di
ferragosto
,
si
è
ripetuto
in
termini
ultimativi
:
o
le
mie
riforme
decisioniste
o
il
caos
,
o
così
o
pomì
,
e
chi
mi
attacca
è
uno
squadrista
.
Quando
anche
ufficialmente
ero
io
il
premier
nel
1992
-
ricorda
con
orgoglio
il
superministro
-
ho
dato
alle
pensioni
una
spallata
come
fa
oggi
Schröder
e
come
anche
D
'
Alema
vorrebbe
fare
.
Ma
gran
parte
della
sinistra
,
che
ancora
inquina
il
mio
governo
,
ci
ostacola
e
vuol
resistere
fino
al
2001
:
non
se
ne
parla
,
io
e
il
premier
reagiremo
come
un
sol
uomo
,
giacché
tali
siamo
.
Domanda
.
Che
cosa
nasconde
questa
irresistibile
ascesa
del
braccio
destro
di
Craxi
,
che
ora
non
si
accontenta
della
sua
alta
carica
ma
proclama
una
partnership
di
governo
e
invita
a
Canossa
la
«
cara
sinistra
»
?
La
previdenza
non
è
il
solo
problema
nazionale
né
il
più
importante
ma
è
un
simbolo
:
è
il
terreno
scelto
per
tagliare
la
poca
erba
che
rimane
sotto
i
piedi
della
«
cara
sinistra
»
.
Ed
è
precisamente
questa
la
missione
che
il
nuovo
premier
si
è
assegnato
per
saldare
un
vecchio
conto
.
Retroscena
.
Quando
Craxi
è
emigrato
,
l
'
on.
Amato
avrebbe
voluto
seguirlo
per
devozione
,
sebbene
incolpevole
di
reati
penali
.
Ma
in
un
colloquio
riservato
e
non
privo
di
pathos
i
due
hanno
preferito
stringere
un
patto
astuto
e
combattivo
degno
di
Ulisse
:
il
vecchio
resta
in
esilio
,
il
giovane
rientra
nel
gioco
,
si
introduce
nell
'
odiata
città
nemica
come
il
famoso
cavallo
di
legno
,
darà
fuoco
a
Troia
al
momento
opportuno
e
porterà
a
Hammamet
lo
scalpo
di
Priamo
.
Sorpresa
.
L
'
on.
Amato
non
ha
dovuto
faticare
,
ha
trovato
Troia
dispostissima
a
darsi
fuoco
con
le
sue
mani
e
Priamo
(
il
premier
dell
'
epoca
)
già
intento
per
conto
suo
a
spargere
benzina
.
I
mulini
del
diavolo
macinano
fino
.
OFFESA ( Spadolini Giovanni , 1972 )
StampaQuotidiana ,
La
selvaggia
aggressione
«
teppistica
»
al
«
Corriere
della
Sera
»
rappresenta
un
nuovo
e
intollerabile
attacco
alla
libertà
di
stampa
,
la
suprema
fra
tutte
le
libertà
.
I
«
gruppuscoli
»
extraparlamentari
di
sinistra
hanno
attaccato
la
sede
del
giornale
nell
'
ora
del
più
intenso
lavoro
:
era
in
corso
un
'
assemblea
di
tutti
i
redattori
intesa
a
codificare
,
con
una
democratica
e
civilissima
discussione
,
le
conquiste
dell
'
intera
categoria
decisa
a
difendere
i
propri
diritti
contro
ogni
sopruso
e
a
stabilire
le
sue
funzioni
nell
'
interno
dell
'
azienda
,
nell
'
ambito
di
una
concezione
pluralista
e
occidentale
dei
diritti
-
doveri
della
stampa
.
La
deplorevole
assenza
,
o
l
'
incerto
impiego
,
delle
forze
dell
'
ordine
hanno
aggravato
la
situazione
.
La
difesa
del
vecchio
palazzo
,
in
cui
si
simboleggia
la
storia
di
tanta
parte
del
giornalismo
italiano
,
nelle
sue
glorie
e
anche
nelle
sue
umiliazioni
,
nelle
sue
grandezze
ed
anche
nelle
sue
sofferenze
,
è
stata
affidata
ai
giornalisti
,
ai
tipografi
,
agli
impiegati
.
È
un
altro
motivo
di
amarezza
e
di
malinconia
,
in
giorni
che
non
sono
certo
consolanti
per
l
'
avvenire
della
libertà
in
Italia
.
La
concomitanza
,
e
il
reciproco
aiuto
,
che
si
danno
gli
opposti
estremismi
,
la
cosiddetta
«
maggioranza
silenziosa
»
,
ormai
al
servizio
del
Msi
,
e
i
gruppetti
di
anarchici
e
maoisti
ed
estremisti
di
sinistra
,
dove
la
violenza
della
protesta
pseudopolitica
si
identifica
con
la
provocazione
pura
e
semplice
.
L
'
abbattimento
di
ogni
confine
,
l
'
annullamento
di
ogni
limite
:
perfino
gli
squadristi
ispirati
da
Farinacci
si
fermarono
nel
'25
di
fronte
alle
finestre
di
via
Solferino
.
Un
attacco
selvaggio
,
immotivato
,
insensato
con
l
'
uso
di
bombe
Molotov
e
di
candelotti
esplosivi
,
quasi
a
perfezionare
la
tecnica
,
meno
raffinata
e
più
artigianale
,
che
già
conoscemmo
nel
'68
con
le
prime
aggressioni
al
«
Corriere
»
contemporanee
al
sorgere
della
contestazione
.
Quando
si
attacca
un
giornale
,
il
«
Corriere
»
in
questa
inquieta
primavera
del
1972
non
meno
che
1'«Avanti!»
,
alla
vigilia
del
fascismo
,
cinquant
'
anni
or
soro
,
si
offende
la
libertà
nel
suo
nucleo
essenziale
,
nel
suo
valore
irrinunciabile
.
Si
punta
ad
intimidire
chi
esprime
il
proprio
pensiero
o
motiva
il
proprio
dissenso
,
a
piegare
l
'
avversario
con
la
violenza
fisica
,
a
seminare
il
panico
e
diffondere
l
'
insicurezza
nel
paese
intero
.
Ci
scriveva
giorni
fa
un
vecchio
democratico
e
antifascista
,
di
quelli
che
hanno
conosciuto
l
'
avvento
della
dittatura
mussoliniana
,
Pietro
Nenni
,
che
la
massima
difficoltà
oggi
,
quella
che
rende
così
terribile
e
incerto
il
compito
di
ognuno
di
noi
,
nelle
varie
responsabilità
civili
che
gli
sono
affidate
,
«
è
la
lotta
per
non
esasperare
i
rapporti
politici
e
sociali
»
.
«
Non
è
oggi
-
aggiungeva
il
vecchio
leader
socialista
-
la
qualità
più
pregiata
;
ma
è
comunque
un
segno
di
saggezza
.
»
Sembra
che
la
saggezza
si
stia
allontanando
da
noi
.
Esplosioni
di
furore
bestiale
,
come
l
'
attacco
alla
sede
del
«
Corriere
»
,
ripropongono
i
problemi
di
fondo
della
nostra
convivenza
civile
,
messi
a
durissima
prova
negli
ultimi
quattro
anni
.
Tutte
le
forze
democratiche
e
costituzionali
debbono
opporsiallo
scatenarsi
della
violenza
non
meno
che
al
dilagare
di
un
anarchismo
che
,
partendo
da
sinistra
,
aiuta
la
destra
estrema
.
E
il
governo
,
monocolore
o
no
,
deve
ricordarsi
di
esistere
.
StampaQuotidiana ,
La
lettera
agli
amici
(
«
il
manifesto
»
del
6
luglio
)
non
è
giunta
a
destinazione
.
Non
ho
tenuto
conto
che
la
posta
è
premoderna
e
non
funziona
.
Salvo
eccezioni
,
la
lettera
è
tornata
al
mittente
.
Non
è
grave
e
non
insisto
.
Era
un
'
iniziativa
e
una
proposta
limitata
,
una
sollecitazione
,
un
'
ipotesi
di
lavoro
dettata
da
un
bisogno
di
operatività
.
Che
facciamo
?
Una
domanda
spontanea
,
dopo
il
disastro
elettorale
che
ha
coinvolto
tutta
la
sinistra
,
nessuno
escluso
.
Quale
che
sia
la
risposta
,
mi
son
detto
,
non
può
essere
l
'
immobilità
.
Qualcuno
ha
osservato
che
ho
scelto
gli
interlocutori
sbagliati
.
Sigle
,
anziché
la
gente
in
carne
ed
ossa
che
ci
volta
le
spalle
.
Può
darsi
,
se
non
fosse
che
anche
dietro
le
sigle
ci
sono
persone
vive
e
che
è
difficile
prescindere
dalle
rappresentanze
in
una
democrazia
rappresentativa
,
ancorché
malata
.
Qualcun
altro
ha
giudicato
l
'
idea
di
un
avvicinamento
tra
le
minoranze
della
sinistra
come
un
'
astrazione
o
un
raduno
di
reduci
.
Può
darsi
anche
questo
,
ammetto
che
parteciperei
volentieri
a
un
incontro
di
riservisti
(
non
reduci
)
magari
a
Bologna
per
chiedere
a
noi
stessi
che
facciamo
mentre
la
casa
brucia
.
Il
punto
è
questo
,
che
io
vedo
lo
stato
della
sinistra
più
o
meno
come
il
Kosovo
.
Non
vedo
nei
risultati
elettorali
e
nell
'
aria
che
tira
soltanto
un
distacco
della
sinistra
dalla
sua
base
sociale
e
una
delusione
del
suo
popolo
.
Vedo
un
vero
fenomeno
di
rigetto
nei
confronti
della
prima
esperienza
di
governo
della
sinistra
,
considerata
un
inganno
ancor
più
che
un
fallimento
.
Il
governo
D
'
Alema
,
le
sue
politiche
e
il
suo
messaggio
,
hanno
avuto
un
effetto
demolitore
.
Alcuni
guasti
sono
irreparabili
perché
hanno
inciso
nelle
coscienze
.
La
guerra
,
anzi
il
suo
elogio
come
occasione
di
prestigio
internazionale
.
O
un
episodio
da
nulla
,
un
secolo
di
storia
operaia
(
il
centenario
Fiat
)
celebrato
come
una
sagra
di
famiglia
.
Il
prossimo
messaggio
è
già
partito
con
lo
stesso
spirito
contro
la
previdenza
come
simbolo
e
contro
il
sindacato
.
Se
D
'
Alema
governerà
altri
due
anni
non
possiamo
attenderci
resipiscenze
ma
altre
forzature
nella
stessa
direzione
,
alla
ricerca
di
nuovi
titoli
di
legittimità
e
di
consenso
nella
parte
abbiente
e
benpensante
del
paese
.
È
questa
l
'
Italia
che
D
'
Alema
vuole
rappresentare
.
Neppure
possiamo
attenderci
resipiscenze
dal
partito
di
ex
maggioranza
,
che
non
sarà
l
'
usciere
di
palazzo
Chigi
ma
non
si
sa
come
si
chiama
,
e
ancor
meno
dalla
compagine
governativa
.
Un
commentatore
di
destra
ha
scritto
di
non
capire
come
mai
le
donne
e
gli
uomini
della
sinistra
,
approdati
al
governo
da
un
'
altra
storia
,
non
abbiano
compiuto
un
solo
atto
autentico
e
innovativo
,
magari
simbolico
,
attinente
alla
sfera
di
valori
che
rappresentavano
fino
a
ieri
l
'
altro
.
Ma
non
è
strano
e
non
è
inefficienza
.
È
la
conseguenza
della
riduzione
della
politica
a
tecnica
,
di
una
concezione
dello
sviluppo
imperniata
sul
binomio
ricchezza
privata
-
degrado
pubblico
,
di
un
criterio
di
modernizzazione
deformato
.
Strano
,
semmai
,
è
che
non
abbiamo
la
percezione
del
deficit
di
sostanza
e
di
immagine
del
loro
operato
.
Brutto
è
lo
scenario
che
ci
mostrano
le
cronache
quotidiane
,
lo
scenario
che
ogni
governo
eredita
dal
precedente
senza
beneficio
di
inventario
,
lo
scenario
di
una
società
che
si
arricchisce
conservando
al
suo
interno
vere
e
proprie
sacche
di
inciviltà
.
Sale
operatorie
infette
negli
ospedali
metropolitani
,
morti
sul
lavoro
che
non
siedono
al
tavolo
della
concertazione
,
dispute
rituali
sugli
incendi
stagionali
,
frane
che
ci
coglieranno
impreparati
,
inquinamento
record
delle
città
incoraggiato
dalle
rottamazioni
,
un
sistema
fiscale
definito
autorevolmente
da
vent
'
anni
«
uno
schifo
»
ma
sempre
uguale
a
se
stesso
.
Miserie
che
dovrebbero
essere
affrontate
con
impeto
da
una
qualsiasi
sinistra
,
come
un
punto
d
'
onore
,
ma
sono
in
coda
all
'
agenda
politica
perché
risanamento
civile
e
qualità
della
vita
non
rientrano
nel
rapporto
deficit
-
Pil
.
Che
facciamo
?
Ci
inviamo
lettere
incrociate
ma
non
riusciamo
a
fare
di
più
,
a
offrire
un
riferimento
.
Ci
sono
momenti
o
fasi
in
cui
spetta
alle
minoranze
reagire
e
pesare
in
misura
superiore
alle
proprie
forze
.
Ma
se
avessimo
un
sistema
elettorale
tedesco
con
sbarramento
al
5
per
cento
,
nessuna
delle
formazioni
minori
della
sinistra
elencate
in
quella
lettera
supererebbe
la
soglia
.
È
bizzarro
che
sia
io
,
chissà
perché
,
a
rammaricarmi
di
questa
eventualità
più
degli
interessati
.
Salvo
Rifondazione
,
forse
,
che
mi
sembra
meno
insensibile
.
Mi
piacerebbe
se
questo
partito
,
che
ha
più
titoli
di
un
riservista
o
di
un
giornale
,
si
impegnasse
in
proprio
a
promuovere
un
rimescolio
delle
carte
.
Ma
è
una
pretesa
eccessiva
,
non
si
può
chiedere
a
un
singolo
partito
di
farsi
carico
di
un
simile
compito
,
di
favorire
un
accorpamento
delle
minoranze
disponibili
,
di
trasfigurarsi
in
una
federazione
delle
sinistre
sperdute
.
Bisognerebbe
restaurare
un
«
comune
sentire
»
(
rubo
questa
espressione
ad
Alessandro
Natta
,
nientemeno
)
.
È
un
'
espressione
vaga
,
quasi
tautologica
.
Un
comune
sentire
è
come
il
coraggio
manzoniano
e
se
non
c
'
è
non
si
può
invocarlo
.
Ma
è
una
molla
che
altre
volte
ha
funzionato
e
che
può
sempre
scattare
in
circostanze
impreviste
.
Telegramma
agli
amici
intimi
:
teniamoci
ben
caro
e
stretto
,
per
l
'
intanto
,
questo
giornale
che
c
'
è
.
StampaQuotidiana ,
Non
doveva
dirlo
,
l
'
on.
Violante
,
che
la
sicurezza
viene
prima
della
giustizia
.
È
una
tesi
che
fa
venire
i
brividi
,
se
ad
enunciarla
in
televisione
è
un
cultore
del
diritto
e
un
altissimo
magistrato
come
il
presidente
della
Camera
.
È
come
una
bestemmia
profferita
da
un
vescovo
di
fronte
ai
fedeli
.
Alle
orecchie
di
un
ascoltatore
maldisposto
o
di
un
poliziotto
sempliciotto
può
suonare
così
:
prima
spara
e
poi
chiedi
i
documenti
.
Alle
orecchie
di
un
giudice
sbrigativo
può
suonare
così
:
meglio
un
innocente
in
galera
che
un
colpevole
in
libertà
.
Non
va
bene
.
Sicuramente
l
'
on.
Violante
,
che
è
un
democratico
e
una
persona
gentile
,
non
intendeva
spingersi
così
oltre
,
né
indulgere
agli
istinti
forcaioli
oggi
alquanto
diffusi
.
Forse
ha
ceduto
al
gusto
dell
'
assioma
(
come
quando
ha
detto
che
la
stabilità
dei
governi
è
un
«
valore
in
sé
»
,
una
categoria
dello
spirito
)
.
Forse
non
intendeva
stabilire
una
gerarchia
di
valore
tra
sicurezza
e
giustizia
ma
solo
una
successione
cronologica
.
Non
va
bene
lo
stesso
,
non
si
gioca
a
rimpiattino
con
certe
parole
.
Peggio
ha
fatto
il
governo
D
'
Alema
-
Amato
(
il
tesoriere
si
fa
fotografare
attaccato
al
premier
come
un
fratello
siamese
)
ad
affrontare
il
problema
della
criminalità
urbana
come
un
'
emergenza
,
sull
'
onda
della
pubblica
emotività
gonfiata
dai
media
,
aggiungendoci
di
suo
un
'
enfasi
scopertamente
elettorale
.
Quello
di
agire
per
impulsi
e
sollecitazioni
superficiali
,
e
questa
volta
con
l
'
esibizione
di
un
conclave
,
è
uno
dei
peggiori
vizi
di
questo
governo
,
che
rende
inautentico
tutto
quello
che
fa
.
La
criminalità
non
è
un
'
emergenza
ma
un
problema
strutturale
dei
grandi
agglomerati
metropolitani
,
e
quella
piccola
discende
dalla
grande
che
oggi
sembra
dimenticata
(
le
mafie
,
il
narcotraffico
,
la
condizione
degli
immigrati
,
tutto
scompare
dietro
lo
scippatore
)
.
Ridurre
una
malattia
sociale
di
questa
entità
a
un
problema
di
polizia
è
,
più
che
demagogico
,
dilettantesco
.
Noi
abbiamo
un
sistema
giudiziario
farraginoso
,
sia
penale
che
civile
,
e
un
sistema
carcerario
che
esploderà
o
imploderà
.
Pene
più
severe
,
più
carcere
,
fermo
di
polizia
,
sono
vecchi
arnesi
di
repressione
,
che
non
danno
sicurezza
e
garanzie
ma
ce
ne
privano
,
e
vanno
in
direzione
opposta
alla
prevenzione
,
all
'
investigazione
,
alle
pene
alternative
,
al
reinserimento
.
È
strano
e
deprimente
che
la
sinistra
di
governo
,
che
può
contare
sul
fior
fiore
della
cultura
giuridica
nazionale
,
sia
così
povera
di
inventiva
in
questa
materia
e
scimmiotti
la
destra
,
facendosi
paradossalmente
accusare
di
spirito
autoritario
.
Mi
viene
nostalgia
dei
romanzi
gialli
di
E
.
Wallace
e
di
quelli
umoristici
di
P.G.
Wodehouse
,
nostalgia
di
Scotland
Yard
e
dei
poliziotti
londinesi
che
con
il
loro
elmetto
e
bastoncino
tenevano
testa
a
Jack
lo
squartatore
.
Oppure
,
al
contrario
,
mi
torna
in
mente
l
'
invio
dell
'
esercito
in
Sardegna
contro
il
banditismo
(
presidente
Saragat
)
,
quando
una
stazione
di
carabinieri
intelligenti
conosceva
benissimo
i
banditi
e
poteva
arrestarli
al
bar
.
La
sinistra
di
governo
deve
stare
molto
attenta
a
non
scivolare
su
questo
terreno
.
Nell
'
immaginario
collettivo
,
la
sinistra
può
essere
ancora
facilmente
associata
ai
peccati
del
socialismo
reale
.
Sarebbe
ingiusto
,
ma
se
la
giustizia
viene
dopo
la
sicurezza
...