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> anno_i:[1970 TO 2000}
Non ci credo ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Come l ' incredulo Tommaso , che non prendeva per vero nulla che non vedesse con gli occhi e non toccasse con mano , così io non credo a quel che mi raccontano circa l ' ultima trasmissione televisiva di D ' Alema . Non credo cioè che abbia detto testualmente : « Per la prima volta nel dopoguerra la bandiera italiana sventola oltre il territorio nazionale e questo è motivo d ' orgoglio » . Ancor meno credo che questa frase fosse accompagnata , sullo sfondo , dal canto di Faccetta nera , bella abissina . D ' Alema è uomo d ' onore e se pensasse queste cose le avrebbe dette ai pacifisti marciando con loro da Perugia ad Assisi . Vero è che D ' Alema si appresta a presentare il suo libro sul Kosovo in coppia col generale Clark , che non è precisamente un pacifista , ma tutti sappiamo che quella guerra è stata umanitaria e non era fatta per piantare bandiere coloniali oltremare . Vorreste ora farci credere il contrario ? Cosa c ' entra poi faccetta nera ? A quei tempi avevo dieci anni e andavo a vedere i soldati con le bandiere che si imbarcavano per l ' Etiopia . Più tardi ho saputo che c ' era un compagno , che mi pare si chiamasse Barontini , che combatteva dalla parte del Negus contro i gas del maresciallo Graziani . Ne trassi un senso di orgoglio nazionale . E ora vorreste farmi credere che invece D ' Alema , se fosse nato in tempo , sarebbe eroicamente caduto impugnando il tricolore ? Io non li capisco questi giovani dirigenti postcomunisti , non capisco da quale cultura provengano . Ma non posso credere che , alla ricerca di una identità , finiscano col formarsi una mentalità ed ereditare archetipi a cui perfino Gasparri cerca di sottrarsi . Si può trarre motivo di orgoglio patriottico da Dante Alighieri o Michelangelo , dal sole di Napoli se non del rione Sanità , dai fratelli Cervi ( chi erano ? ) o dalla presenza della Santa Sede , anche da Valentino ( il sarto ) . Oppure dalla felicità della società che si governa . E invece no , la cosa di sinistra è il tricolore sulla quarta sponda . Se è così , è venuto il momento di mandare la Folgore in Cecenia , dirottandola da Timor est che non fa più notizia . Qui c ' è una nuova macelleria nella provincia di un ex impero , profughi a non finire , diritti umani e diritto all ' autodeterminazione calpestati , un vistoso Kosovo . Non si capisce perché l ' Onu , la Nato , il generale Clark o chi per lui , rinuncino in questo caso al principio dell ' ingerenza umanitaria come nuovo internazionalismo ( Tony ) . Non è perché i russi hanno i missili , il generale Clark ha già detto di non temere la terza guerra mondiale . Allora perché due pesi e due misure ? Oltretutto il Caucaso è pieno di petrolio e ci sarebbe anche convenienza . Pensaci D ' Alema , parlane con il generale discutendo del tuo libro , forse vinceresti le elezioni regionali e resterai a palazzo Chigi fino al 2001 . C ' è qualcosa che non faresti per tagliare questo traguardo ?
UN PRESIDENZIALISMO MAL CONGEGNATO ( Sartori Giovanni , 1998 )
StampaPeriodica ,
La lunga marcia delle riforme ha sinora affrontato , alla Camera , soltanto due nodi : quello del federalismo ( forma di Stato ) e quello del presidenzialismo ( forma di governo ) . Sul primo , il testo concordato in Bicamerale è stato ampiamente modificato ; sul secondo , invece , è stato rispettato . Il che non è di per sé riprovevole o irragionevole . Se gli accordi della Bicamerale fossero tutti blindati , allora l ' esame delle Camere non avrebbe senso , sarebbe soltanto pro forma . Però , se tutti gli accordi della Bicamerale fossero sblindati , cioè tutti da rifare , allora sarebbe il lavoro della commissione costituente a risultare inutile . Alla domanda se i patti della Bicamerale saranno rispettati , pertanto , per il momento si può soltanto rispondere : in parte sì , in parte no . Ma siamo ancora ai primissimi passi . Perché c ' è ancora da vedere che cosa succederà al Senato , dove la riforma presidenziale approvata a Montecitorio potrà tenere , ma dove dubito molto sulla tenuta della riforma federale . Il solo punto abbastanza fermo , a oggi , delle riforme è dunque quello del presidenzialismo . Vediamolo . In passato il presidente della Repubblica era eletto dalle Camere . In futuro sarà eletto , in forza dell ' articolo 64 della nuova Costituzione , a suffragio universale diretto . La Camera ha anche approvato gli articoli che ne specificano poteri e modalità di elezione , affrontando per ultimi due punti : le prerogative presidenziali in materia di politica estera e di difesa ( art. 66 , sub a ) e il potere di scioglimento delle Camere ( art. 70 ) . Sono punti importanti , e controversi per questo ; ma non abbastanza importanti da modificare la valutazione d ' insieme . I sistemi genericamente detti presidenziali sono almeno una trentina , e si dividono in tre tipi : il sistema presidenziale puro di tipo americano , il sistema semipresidenzíale di tipo francese , i sistemi presidenziali spuri che sono tali di nome più che di fatto . Il solo denominatore comune di tutti questi sistemi è l ' elezione popolare del capo dello Stato . Ma la sola elezione non basta a rendere un sistema presidenziale diverso da un sistema parlamentare . Irlanda , Islanda e Austria esibiscono presidenti eletti a suffragio universale , ma funzionano in tutto e per tutto come sistemi parlamentari nei quali il presidente conta poco o niente . Un sistema politico è davvero presidenziale , allora , quando il presidente conta in termini di potere di governo . Negli Stati Uniti è il presidente che governa e che riassume in sé tutti i poteri di governo . Dunque , nel sistema presidenziale puro il presidente conta moltissimo . L ' inconveniente di questa formula , che si manifesta appieno in America Latina , è duplice : da un lato è aperta al rischio dell ' eccesso di potere , dall ' altro lato non prevede il caso che viene detto della « maggioranza divisa » , cioè del presidente che si trova in minoranza in Parlamento . In Francia , invece , la struttura del potere esecutivo è diarchica , a due teste ; ma il problema di una conflittualità o paralisi diarchica è risolto dal fatto che l ' esercizio effettivo del potere passa dal capo dello Stato al capo del governo - e viceversa - a seconda di chi si trova in maggioranza . Il semipresidenzialismo francese è dunque un sistema altamente flessibile che non si incaglia , come avviene in America , nelle secche della maggioranza divisa . In Francia il presidente a volte conta molto , a volte conta meno ; ma non è mai un presidente che non presiede nulla , la cui funzione è di essere soltanto un garante . Come si cerca invece di renderlo nel presidenzialismo all ' italiana . Come notavo , in materia di poteri presidenziali esiste ancora un contenzioso aperto . Ma ammettiamo che gli articoli 66 e 70 resistano agli assalti e passino nella versione proposta dalla Bicamerale . Anche se così sarà , il presidenzialismo all ' italiana è pur sempre da ascrivere alla categoria dei presidenzialismi spuri e mal congegnati ; che talvolta sono soltanto inutili , come nella citatissima Austria , ma che possono anche essere dannosi . Capisco benissimo chi si oppone al presidenzialismo puro . Capisco anche , seppur meno , chi nemmeno vuole il semipresidenzialismo . Ma l ' argomento vero non è che nel modello francese si annida il pericolo di una tirannide virtuale , come gridano , comprensibilmente spaventatissimi , Armando Cossutta e Fausto Bertinotti ; e nemmeno il pericolo della deriva plebiscitaria denunziato dai popolari . Chiamando le cose con il loro vero nome , chi diffida di qualsiasi presidenzialismo teme l ' elezione popolare diretta . Coma fa un elettorato che di politica si interessa poco , e sa pochissimo , a scegliere una persona adatta ? Diciamolo senza infingimenti : il rischio di una cattiva scelta , di una scelta sbagliata , è un rischio da mettere in conto . E la videopolitica lo accentua . In Brasile la televisione ha portato al potere Collor , un pessimo presidente cacciato per corruzione nel 1993 . In questo momento pare che dalle elezioni presidenziali nelle Filippine esca vincitore un ex attore ( come Ronald Reagan , ma senza il suo tirocinio politico ) e che in Venezuela la candidata più forte per le elezioni presidenziali di dicembre sia Irene Sàez , un ' ex Miss Universo di 36 anni : certo una gran bella ragazza , ma che cosa c ' entra ? Dunque il presidenzialismo comporta un rischio che l ' elezione parlamentare del presidente riduce . Ma il guaio è che in Italia i nemici del presidenzialismo sono riusciti a depotenziarlo senza però riuscire a evitare l ' elezione diretta ( per ben sei anni ) . Il che rischia di produrre un presidenzialismo reso pericoloso dalla propria impotenza . L ' elezione popolare del capo dello Stato non è piccola cosa . Tra le tante , troppe elezioni che ci affaticano , è la Grande Elezione . Mobilita un paese per mesi , richiede manovre di posizionamento dei candidati per anni , e impiega ingenti energie e risorse . Dopo di che , e soprattutto , crea aspettative . In Italia - se mai arriveremo al referendum confermativo della nuova Costituzione - l ' elezione del presidente verrà strombazzata come una grande conquista democratica , come un aumento del potere popolare . Non sarà vero , sarà un imbrogliuccio . Ma resta vero che l ' elezione diretta dà legittimità , e quindi il nuovo presidente potrà parlare più di ogni altro in nome del popolo . E se sarà un tipo battagliero potrà dare battaglia per conquistare i poteri che la Costituzione gli nega , ma che i veri presidenzialismi gli assegnerebbero . Una battaglia che gli verrà facilitata da un varco che i nostri costituenti hanno lasciato sguarnito senza accorgersene . Nell ' articolo 66 sub e , approvato pochi giorni fa , si legge che il presidente della Repubblica « autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del governo » . E vero che quel disposto ripete l ' articolo 87 della Costituzione del 1948 . Ma se era reso aggirabile , in passato , da un sistema parlamentare , è un disposto che diventa pericolosamente offensivo in mano a un presidente a elezione popolare . Che cosa succede se il presidente non autorizza la presentazione di un disegno di legge ? Dal testo si evince che la non autorizzazione è un atto interamente discrezionale . E dunque può succedere che il presidente unto dal popolo blocchi , volendo , quasi tutto il governare . Bravi davvero , Leopoldo Elia e soci . Nel combattere il presidenzialismo , i popolari hanno ottenuto un presidenzialismo impotente sì , ma aperto ai conflitti istituzionali assai più del sistema semipresidenziale che sono riusciti a distruggere . In Francia la potenziale conflittualità tra capo della Stato e capo del governo è stata disciplinata , e a tutt ' oggi non è mai stata dirompente . Il presidenzialismo all ' italiana , invece , o sarà soltanto di facciata , oppure sarà contrassegnato da una preoccupante conflittualità interna . Nella prima eventualità , quella di un presidenzialismo finto e soltanto nominale , avremmo fatto molto rumore per nulla , e la montagna avrebbe partorito un topolino . Nella seconda eventualità , ci troveremmo assai più mal messi di prima . In ogni caso , chiamare questo coso un semipresidenzialismo è un ' ingiuria al nome .
Un'altra notte di successi ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
La signora Albright ha detto : a che ci serve tutta questa potenza di fuoco se non la usiamo ? I generali Nato dicono : possiamo continuare per mesi , metteremo Milosevi ? in ginocchio . Il presidente Clinton manda gli apaches , accumula forze terrestri e fa intendere qual è il dilemma : o la resa incondizionata del nemico o il suo annientamento . Henry Kissinger , per il quale la guerra in Vietnam era una scaramuccia che i libri di storia avrebbero ignorato , raccomanda un ' invasione . E Tony Blair dichiara : questa è una guerra del bene contro il demonio . Se questo è lo spirito , il programma di questa guerra americana , è difficile sperare che resti spazio per una mediazione e una soluzione politica . Ed è difficile dar credito alle classi dirigenti , ai governi e alle forze politiche tradizionali europee . Forse non tutti condividono questo bellicismo oltranzista ma nessuno , per calcolo o per sudditanza e impotenza , lo avversa . La causa della pace , o anche solo di una tregua , è affidata a minoranze volenterose , all ' opinione pubblica generalmente intesa , a un ' insorgenza della coscienza civile . La propaganda di guerra tuttavia infuria e stordisce , prevale con fragore sulle invocazioni di pace e oscura ogni ragione . Mi ricorda infallibilmente l ' euforia e perfino la frivolezza seminate ai tempi delle guerre etiopiche o della dichiarazione di guerra alla Francia . Beato chi non ha respirato in passato quell ' aria che oggi riprende a circolare in un altro contesto ma con lo stesso veleno . Beato e disgraziato , perché è preda di un inganno di cui non conosce i prezzi . Molti hanno creduto , in buona fede , alla motivazione umanitaria dell ' intervento armato . E continuano assurdamente , in buona o in cattiva fede , a crederci pur avendo sotto gli occhi una tragedia epocale : quella moltitudine dannata di profughi che le nostre bombe hanno ingigantito dieci volte , sommandosi alla guerra civile e alle crudeltà delle milizie serbe . Molti , forse , sospettano che il rimedio sia stato e sia peggiore del male , ma pensano che sia giusto punire il colpevole , come se ci sia un solo colpevole più colpevole , eliminato il quale tutto andrà a posto . Ma noi non stiamo abbattendo un capo o un regime politico , stiamo bombardando una nazione e un popolo . È una logica simile a quella della pena di morte , applicata su larga scala , insieme alla presunzione di una democrazia esportata con la forza . Molti si tranquillizzano sentendo dire che sarà possibile riportare un milione di disperati nella loro terra bruciata , come se non si trattasse di un ' umanità privata di tutto , ma di una mandria da ricondurre entro i recinti . Oppure di relitti da disperdere ai quattro venti , dove nessuno li vuole adesso come non li voleva prima . Intanto muoiono , con un ' assistenza umanitaria dell ' opulento Occidente che costa meno di un missile . Molti ( chiunque abbia meno di sessant ' anni ) non hanno mai visto scorrere il sangue in Europa , pensano che sarà poco e che non lascerà tracce . Lascerà invece per lo meno un grande odio nel cuore del continente . Le città e le campagne che stiamo bombardando , anche se pochi osano ricordarlo , hanno combattuto una guerra di liberazione contro i fascismi tedesco e italiano e vivono l ' aggressione di oggi con questa memoria . Molti si sentono comunque garantiti perché siamo dalla parte del più forte . Il mito americano è duro a morire , c ' è più ammirazione che repulsione per la potenza di fuoco e la precisione di tiro americana . E se un errore millimetrico farà saltare in aria una clinica ginecologica non lo sapremo o lo sapremo troppo tardi . Forse allora l ' ammirazione lascerà un po ' di posto alla commozione . Molti vedono ancora la Nato come un bastione anticomunista anche se nessuna minaccia grava sull ' Occidente , salvo quelle che l ' Occidente sta costruendo da sé con l ' idea folle di un mondo a sovranità limitata , di un protettorato riservato ai quattro quinti dell ' umanità . Se sento la Cina dire che questa filosofia porta diritti alla terza guerra mondiale rabbrividisco , e vorrei che questo brivido contagiasse il mondo . Molti non si accorgono ancora del nesso inscindibile che corre , e che già ci umilia , tra questa guerra e l ' infrangersi del « sogno europeo » . Questo sogno , lungamente vagheggiato in competizione col sogno americano , ha rivelato in un attimo la sua fragilità e inconsistenza . La nuova Europa ha perso coscienza di sé prima di nascere . È difficile contrastare la propaganda di guerra e le spirali che induce , farlo con il ragionamento o con la protesta , smontare questo pauroso ingranaggio contro cui cozza e diventa flebile anche la voce papale . È un compito oggi minoritario ma che può , rifiutando ogni etichetta di parte , risvegliare una maggioranza democratica di donne e uomini . Almeno qui , in Italia , ai confini della tragedia . Si può anche credere che la guerra sia connaturata all ' uomo ma non fino a questo punto . Non è alla nostra portata riempire tutte le piazze del mondo , ma anche una sola sarebbe molto . Ci abbiamo già provato e continueremo a provarci .
La buona guerra ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Comincia l ' orribile esercizio della conta dei morti civili ( i militari sono uomini destinati a dare e subire la morte e quindi interessano meno ) . O meglio ricomincia , perché questo esercizio è in corso da quando la Iugoslavia si è disgregata . Ma ora è la conta dei nostri morti , quelli causati dalla guerra che noi conduciamo con intento umanitario . I profughi bombardati per errore sono ( forse ) 75 . I morti del treno bombardato per errore sono saliti ( pare ) a 27 . I cittadini di Belgrado di ogni età e condizione rimasti sotto le macerie sono , secondo il loro governo , cinquecento . Sarà vero ? Non sarà vero ? Non c ' è molta emozione né resipiscenza . In fondo sono cifre basse , da incidente stradale o da scossa tellurica di bassa intensità . La differenza è che sono morti provocate , a che altro serve la guerra ? E sono anche previste , se spari da diecimila metri . Dunque sono morti ovvie . Quel vecchio rattrappito e insanguinato che vediamo in fotografia è ovvio . Fonti della Casa Bianca informano che í raid non avranno sosta e potranno continuare fino a luglio . Compreso o escluso ? Due mesi e mezzo o tre mesi e mezzo ? Non so fare le moltiplicazioni , non so quante migliaia di kosovari e serbi e albanesi moriranno , anzi sono già preventivamente morti . So due cose : che se Milosevi ? è il responsabile , l ' esecutore sono io . Se il generale Clark ha detto di non temere la terza guerra mondiale ( frase che mi ricorderò finché campo ) , non si farà scrupolo di bombardare fino a riportare una regione europea all ' età della pietra . È un generale . Ma un intellettuale tedesco ha scritto ieri ( ma forse ho capito male ) che risparmiare le popolazioni civili non è serio , la seconda guerra mondiale ne ha fatto strage e perciò è finita prima . A che altro servì Hiroshima ? Se i raid e gli apaches non basteranno , ci sarà tempo in agosto , con la stagione balneare , per la guerra di terra che sarà più facile vincere . Sarà più facile ? Io non so se questa scalata , non priva di delirio , sia stata pianificata in partenza o se c ' è stato un errore di calcolo che ne produce altri . Ma sono allibito per la leggerezza , l ' insensibilità , l ' assuefazione psicologica , l ' inerzia che la crescita esponenziale di questa guerra produce . Anche i profughi , il cui destino era lo scopo della guerra buona , sembrano dimenticati o ricordati come mendicanti , o bombardati per errore . Quanti sono , dove sono , quanti ne muoiono ? Ecco un ' altra conta che ci aspetta . E quando li faremo rimpatriare o li faremo espatriare con munifica accoglienza ? In autunno ? Ogni giorno che passa , ogni bomba che cade , al • lontana o cancella questa speranza . Non c ' è in vista nessun negoziato convincente . Se Milosevi ? verrà processato come criminale di guerra vorrà dire che il negoziato è escluso in linea di principio . Dovremo allora - ma spero di sbagliarmi come sempre , di sbagliarmi grossolanamente - aspettarci qualunque cosa , che oggi non riusciamo a immaginare . Dice Hegel : « Dalle azioni degli uomini risulta qualcosa d ' altro , in generale , da ciò che essi si propongono e raggiungono , e che immediatamente sanno e vogliono » .
Crimine mondiale ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
L ' uccisione di quei bambini serbi che giocavano all ' aperto , come i nostri figli e nipoti ai giardini pubblici , non è un errore . È un rischio calcolato e pianificato da questa immonda guerra , che include l ' infanticidio tra gli effetti collaterali dell ' ingerenza umanitaria e della sua dottrina . Abbiamo oltrepassato ogni soglia e dimesso ogni ritegno . Il segretario Solana e il generale Clark che giustificano questi delitti con la statistica sono dei bastardi . Dobbiamo creder loro e dobbiamo credere al presidente degli Stati Uniti quando ci dicono che questa guerra devastante durerà a lungo e non farà distinzione tra obiettivi militari e civili . Dobbiamo credere a Massimo D ' Alema quando ci dice che non si può discutere ogni bersaglio . Dobbiamo credere a tutti quando ci promettono che intensificheranno la loro impresa con ogni mezzo ( meno le truppe di terra ) fino a spezzare le reni alla Serbia : prendendola per fame , sete e pestilenza , i cavalieri dell ' Apocalisse contro un paese più debole della Birmania . C ' è qualcosa di molto vile in questa guerra stellare che i paesi più ricchi del pianeta , al riparo da ogni rischio , conducono contro un popolo di otto milioni di persone . Non è una guerra ma un ' esecuzione : uno sterminio tecnologico inedito , già sperimentato nella guerra del Golfo ma oggi pienamente dispiegato sul territorio europeo . Una pagina nuova nella storia dell ' umanità . Non è l ' arma atomica ma è qualcosa che le somiglia concettualmente e che si propone lo stesso effetto diluito e graduato nel tempo . La superpotenza che guida questa guerra è la sola al mondo che abbia usato ( due volte , non una ) l ' ordigno infernale impugnando la Bibbia . Non posso pensare che gli statisti del nuovo Occidente siano dei criminali al pari dei tiranni arabi o balcanici . Ma penso e dico che quel che stanno consumando sotto i nostri occhi è un crimine internazionale . Nelle retrovie un milione di profughi o deportati vivono o muoiono nel fango o tra le mine . La loro città capitale e la loro terra , dove dovrebbero tornare , sono squassate ogni giorno e ogni casa e ogni cosa è bruciata . Ricevono un ' avara ospitalità in qualche paese ma non un dollaro , un marco , una sterlina , vanno in loro aiuto . Neppure per un istante abbiamo creduto alle finalità umanitarie di questa guerra e di nessuna guerra . Altri hanno voluto crederci . Ma chi vuol crederci ancora oggi , contro ogni evidenza , non merita rispetto . Questa guerra e la sua dottrina servono a preservare il nostro benessere , non a spartirlo , e perciò non saranno mai condannate da nessun tribunale di Norimberga . Non si processano i vincenti . Solo la coscienza del mondo potrebbe farlo , comminando come pena la vergogna . Ma esiste una coscienza del mondo ? Oppure dobbiamo accontentarci ciascuno della propria coscienza ?
Cinema ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Siccome l ' evidenza non è evidente , allora conviene affiancare a una spiegazione razionale di questa guerra una interpretazione fantastica . Una spiegazione che balza agli occhi - gli americani vogliono dominare il mondo - è troppo semplice per essere convincente . Eppoi una quantità di gente pensa che essere dominati dagli americani non è poi tanto male . Una spiegazione un po ' più dettagliata - gli americani vogliono colonizzare i Balcani , stringere d ' assedio la Russia , ammonire la Cina , subordinare a sé l ' Occidente europeo , fare delle regioni del mondo altrettanti protettorati - è troppo geopolitica e complicata perché possa essere compresa dall ' opinione media . Presuppone che ciascuno abbia a casa un mappamondo , conosca la storia del secolo , e afferri che il mondo non è quella palla che gira annunciando i telegiornali . Una spiegazione che ripeta che questa guerra , come ogni guerra , apporta più sofferenze di quelle che dice di voler alleviare appare sentimentale e imbelle , e priva gli intellettuali , i filosofi , gli storici , gli osservatori , gli strateghi del piacere che provano a sottilizzare e speculare . Sebbene abbiano letto tanti libri e sappiano che tutte le guerre sono state condotte in nome della civiltà - che la nazione americana è impiantata sull ' annientamento degli aborigeni , come la ricchezza europea è figlia della evangelizzazione spagnola degli indios - è come se non avessero la licenza elementare . Meglio ripiegare su una ( o due ) interpretazioni fantastiche . La prima è cinematografica . L ' America di una volta , quella della statua della libertà e delle nuove frontiere , ha inventato il cinema : la nuova leggenda del secolo . E con esso si identifica , confondendolo con la realtà o ancor più sovrapponendolo alla realtà . Perciò uno studente americano pensa che il Kosovo sia una riserva indiana , il generale Clark applica al pianeta gli insegnamenti ricevuti a West Point , Bill Clinton sogna la sua faccia da pesce scolpita sulla montagna dove Cary Grant salvava non ricordo quale attrice . Perciò gli elicotteri apache si chiamano così e sono neri nella realtà come nei film , non viceversa . La seconda spiegazione è neurologica e rinvia al morbo di Alzheimer , quello che fa perdere ogni memoria e ogni conoscenza . Non una schizofrenia ( la guerra umanitaria , io porto morte e devastazione per combattere morte e devastazione , sdoppiandomi ) ma l ' approdo a un ' altra dimensione . Un morbo di Alzheimer collettivo , un ' alienazione di massa , il principio di realtà trasfigurato e trasferito in una sfera misteriosa . È una spiegazione che può valere , nel nostro piccolo , anche per Massimo D ' Alema . Quando ci fa sapere che ha cenato con ? ernomyrdin con lasagne al cioccolato , che a tarda notte telefonerà a Clinton perché parlarsi fa sempre bene , e che la sua signora guadagna troppo poco ai Beni culturali , non sono capace di dare un ' interpretazione politicamente corretta .
W.J. Clinton ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Ma chi è , come individuo o personaggio , William Jefferson Clinton , detto Bill ? Non bisogna mai giudicare le persone in quanto tali , la politica e il giudizio politico hanno un ' altra dimensione . Tuttavia il ruolo della personalità nella storia è stato oggetto di importanti studi e ha sempre intrigato il marxismo , e il problema del « culto della personalità » è stato per anni una chiave di interpretazione dello stalinismo e del maoismo . È strano che nel caso del presidente degli Stati Uniti , che gode istituzionalmente di un grandissimo potere personale , questo aspetto non sia minimamente preso in considerazione da nessun pensatore occidentale e da nessun suddito dell ' impero . Di William Jefferson Clinton , detto Bill , quel che vagamente si sa è che ha un ' origine sessantottina , giovanilmente trasgressiva che poi si perde nel nulla , o meglio finisce senza residui nell ' establishment e nelle stanze del potere com ' è accaduto a molti di quella generazione ( l ' esempio più penoso sono i Verdi tedeschi ) . Si sa , per il resto , che ha un aspetto comune e che gioca a golf . E che , impulsivamente , è un donnaiolo a cui piacciono le dattilografe . Adesso svela un lato sconosciuto di sé , che non combina col suo aspetto e il suo passato . Non ama dialogare con nessuno , conduce in prima persona una guerra per lo meno discutibile , ha rimesso in circolazione il « niet » che era una prerogativa sovietica , tira diritto senza alcuna flessibilità . È secondo , in questo , solo al cugino Blair . Reagisce alla liberazione di quei tre soldatini americani con un fastidio e una freddezza che sconcerta la sua opinione pubblica , considera un insulto una lettera del presidente iugoslavo senza averla letta , non ha un accento di spontaneità per le vittime civili dei suoi bombardamenti . Non vuoi cadere in trappola , come un orso infuriato , e a una mossa di scacchi risponde con una zampata ( come osserva Primakov ) . Ma non è questione di scacchi . Forse William Jefferson Clinton si comporta così perché si sente già in trappola , come una mosca in una tela di ragno o un subacqueo in una rete metallica , che più si agitano e più si impigliano . Si è tagliato ogni via di ritirata , ha bisogno non solo di vincere ma di stravincere , stravincere la guerra e arrivare a una pax romana . È un moscone molto forte , è un Bond con armi affilate capaci di tagliare qualsiasi rete , e ci proverà fino in fondo . Non è questione di scacchi e neppure di psicoanalisi , le ambizioni geopolitiche di W . J . Clinton sono militarmente e politicamente logiche ed evidenti . Eppure , sperando di non essere frainteso né volgare , a me sembra a questo punto di vedere un nesso tra la pulsione bellica del presidente americano e le sue recenti disavventure erotiche . Quest ' uomo è stato mortificato nella sua virilità , oltreché nella sua immagine , mortificato nelle istituzioni del suo paese e nell ' opinione pubblica . Mortificato anche nel suo status sociale da una dattilografa molestata o molestante . Dev ' essere colmo di rancore , bisognoso di un restauro completo della sua figura , e la guerra può essergli apparsa come l ' unica terapia . Le guerre sono sommamente maschili . E anche il priapismo , da cui W.J. Clinton è probabilmente affetto , può trovare nella guerra un suo transfert ed essere della guerra una recondita e inconscia concausa . Fossi D ' Alema correrei ai ripari e consiglierei al presidente americano ( oltreché le lasagne al cacao ) di leggere Machiavelli , o almeno di prendere a modello la boxe di Sugar Robinson ( campione dei medi 1958-60 ) invece che quella di Carnera o Stallone . Chi colpisce alla cieca e rotea la clava finisce facilmente col darsela in testa .
Il primo amore ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Tu vuoi far l ' americano era un modo elementare di sintetizzare il fenomeno storico più rilevante ( accanto alla rivoluzione russa ) di questo secolo . Il sogno americano , il mito del progresso senza frontiere , l ' identificazione dell ' America con l ' apice della civiltà . La leggenda è nata con i primi emigranti , suppongo , alla ricerca dell ' Eldorado . Si è materializzata nei grattacieli , simbolo di assalto al sole e ai grandi spazi . E diventata sinonimo di produttività , di conquista , di ottimismo della volontà che supera ogni ostacolo di libertà individuale . Era la giovinezza del mondo , come il comunismo voleva essere l ' infanzia e la maturità dell ' uomo nuovo . Quella leggenda non è stata mai intaccata , né dalla crisi del 1929 , né dallo schiavismo e dal genocidio delle origini , né dal culto della violenza e della Colt come complemento della personalità , né dal trattamento coloniale riservato al subcontinente latino , né dalla perversa mistura degli spiriti animali del capitalismo con una malintesa etica protestante . Ha invece continuato a volare alta non solo con le ali del dollaro ma su quelle dell ' immaginario collettivo , dell ' invenzione filmica ( così potente da trasformare un genocidio in un ' epopea ) , di nuove tecniche applicate perfino alla letteratura ( la grande scoperta di Vittorini e Pavese ) , fino alle lamette da barba e alle jeep , ai pantaloni di tela e agli hamburger . Non so se oggi questa leggenda dell ' America faro di civiltà stia tramontando , come molti pensano analizzando la complessità del mondo contemporaneo e la confusione che regna sotto il cielo e anche in cielo . Non so , quel continente conserva pur sempre il fascino del primo amore e anche se oggi ha il volto ittico di Clinton e quello casalingo della signora Albright , i suoi ammiratori continuano a vederlo radioso com ' era una volta . Questo va appunto rimproverato ai suoi cantori e corifei , agli osservatori , commentatori , politici , intellettuali e strateghi di complemento che al capitalismo americano e alle sue politiche perdonano tutto . Se non fossero falsi amici e cattivi cortigiani , dovrebbero dare al sovrano buoni consigli invece di lusingarlo , compiacerlo e applaudirlo anche quando si mostra nudo in pubblico . Si può anche continuare a discutere , pirandellianamente , se questa guerra che l ' America guida sia umanitaria , anzi altruista , ispirata a nobili fini e condotta con nobili mezzi . Non voglio ripetere ora cose già dette . Voglio solo dire che , comunque questa guerra finisca , dopo di essa la Casa Bianca apparirà ingrigita agli occhi dei quattro quinti del mondo e la statua della libertà apparirà vecchia di secoli . L ' antica immagine è immiserita , sotto il profilo dell ' intelligenza politica e perfino dell ' onore militare . Nessun bollettino di guerra ci ha informato se cinquanta giorni di missili e grappoli di bombe hanno colpito un solo soldato serbo , ma sappiamo di ospedali , mercati , scuole e ambasciate . Non è uno sterminio per quantità ma lo è per concezione e qualità . È una guerra terroristica , questa è la definizione più appropriata , che non uccide anche donne , vecchi e bambini , ma soltanto loro . E su questo fa leva per vincere . È una macchia indelebile , anche se usaste il miglior prodotto made in Usa o la varechina delle nonne . Ma perché avete tolto ai giovani del mondo l ' ultimo mito ? Molti , anche a sinistra , volevano far l ' americano : non poteva questa America lanciare un messaggio di vera grandezza al terzo millennio ? I suoi falsi amici , cantori e cortigiani , che pure hanno letto Gramsci , non hanno insegnato alla dirigenza americana la differenza che passa tra il comando e l ' egemonia . La stessa che passa , per restare nella leggenda , tra Caligola e Cesare Augusto .
Per me pari sono ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Benvenuto Ciampi perché ha , credo , una memoria antifascista , che per me ( e non so quanti altri ) resta il fondamento della democrazia italiana . Ma il benvenuto si ferma qui . È stato eletto da una brutta maggioranza , con la riserva mentale ( che forse è un altro patto della crostata ) di liquidarlo tra due anni con l ' elezione diretta di un altro personaggio : non si chiamerà Massimo D ' Alema ma Silvio Berlusconi . Che è lo stesso . Forse è un giudizio precipitoso . Se Ciampi , nel suo primo messaggio alla nazione , reciterà l ' articolo della Costituzione secondo cui l ' Italia ripudia la guerra e auspicherà una sospensiva dei bombardamenti per far largo al negoziato e a un accordo di pace , farò autocritica . Per ora ne dubito e tutto il resto mi sembra ininfluente . Credo che , prima o poi , dovremo coraggiosamente prendere atto del fatto che non siamo governati da uno schieramento di centro - sinistra ma da uno schieramento di centro - destra ( per restare nella toponomastica istituzionale ) . Da quando i diessini hanno assunto con D ' Alema la guida del governo , l ' asse politico si è spostato a destra e le decisioni cruciali - quelle che definiscono la fisionomia di un paese - hanno avuto questo segno negativo . Dalle prime decisioni militari in Albania fino alla guerra guerreggiata . Ogni politica sociale è dismessa perfino nel linguaggio . La parola « occupazione » non si riferisce oggi al lavoro ma a un ' eventuale conquista del Kosovo . La parola « mezzogiorno » non si riferisce a un risanamento civile del paese ma agli inconvenienti turistici indotti dalla guerra sulle coste adriatiche . I listini di borsa sono l ' unico parametro . « Forza Italia » non è più una sigla da stadio ma un comun denominatore culturale . Berlusconi e Fini , D ' Alema e Veltroní , Amato e Fazio , Di Pietro e l ' ex Prodi , Scognamiglio e la Confindustria , sono la nostra classe dirigente . Manca solo la Pivetti . Perfino i « popolari » , come le piccole formazioni governative rosse e verdi , sono ( meritatamente ) azzerati . Esiste ancora una generica opinione di sinistra che ha perso però 1e sue radici e sembra disposta a digerire tutto , alienando ogni sensibilità e idealità alle convenienze del potere . Ed esiste una sinistra sociale radicale che però non riesce a raccordarsi su una linea comune per tentare , anche solo tentare , di risalire la corrente . Colpa anche nostra . Forse non osiamo prendere atto di come stanno veramente le cose .
Ragione e sentimento ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Se reagisco emotivamente alla sentenza Priebke provo un senso di pianto . Penso alle vittime come a persone vive e incredule , come se le conoscessi tutte e non una soltanto . Se toccasse a me di informarle , portar loro la notizia nel fondo delle cave , che parole troverei ? Più che sofferenza sento però vergogna personale . Che cosa ho fatto in questi cinquant ' anni ? Sono uno di quelli che debbono a un certo punto domandarsi , secondo Thomas Mann , se gli resti il diritto di noverarsi tra le persone rispettabili . Provo anche dell ' odio e altri pessimi sentimenti . So che non si deve . Ma se alla fine di quel processo , qualcuno si fosse abbandonato a un gesto estremo , l ' avrei compreso come un fratello . So che non si deve . Se invece reagisco alla sentenza Priebke razionalmente , con un criterio politico , allora resto freddo e persuaso . La trovo logica , e contro la logica si indignano i farisei . La trovo un segno dei tempi , e perciò un segno di verità . Da molti anni i fascismi , tutti i fascismi , sono stati rivalutati . Sottilmente nelle accademie europee , nelle nostre aule parlamentari , nel senso comune . Ora grossolanamente anche nei tribunali . Norimberga non fu che un ' ipocrisia dei vincitori . Non è una rivalutazione storica , è una rivalutazione politica . Non riguarda il passato , riguarda il presente . Non è una memoria cancellata , è una memoria ritrovata . I fascismi sono stati un ' incarnazione del potere e una teoria del dominio a cui si riconosce un merito e si restituisce un onore . Perché su di essi si può fare assegnamento futuro . Così ci parla nella sua miseria la sentenza Priebke , anche se preferiamo non sentire . E ci dice coerentemente che ogni strage , ogni crimine contro l ' umanità , ogni guerra , trova legittimità e giustificazione in quanto è un esercizio del potere . Questo esercizio insindacabile non è più un ' eccezione ma una consuetudine , è la nostra normale frequentazione televisiva . Se condannassimo quel passato , come potremmo assolvere questo presente ? Lasciamo dunque che il buon soldato muoia nel suo letto con la donna che gli ha scritto lettere d ' amore . E apriamo subito anche noi , come ad Auschwitz , un supermercato esemplare al posto dell ' ossario in disuso , anticipando giubilei e nuove costituzioni .