StampaQuotidiana ,
Sul
primo
governo
di
centro
-
sinistra
della
storia
repubblicana
,
quello
Moro
-
Nenni
,
sventolò
la
bandiera
della
nazionalizzazione
dell
'
energia
elettrica
,
costosissima
e
infruttuosa
.
Sul
nuovissimo
governo
di
centro
-
sinistra
dell
'
Ulivo
proponiamo
che
sventoli
la
bandiera
di
una
nazionalizzazione
inedita
,
gratuita
e
altamente
produttiva
,
la
nazionalizzazione
del
Giubileo
.
Un
Giubileo
non
apostolico
-
romano
ma
apostolico
-
peninsulare
,
o
semplicemente
apostolico
,
senza
con
ciò
far
torto
né
al
sindaco
Rutelli
né
al
nome
di
battesimo
del
presidente
del
Consiglio
.
Indirizziamo
e
incanaliamo
equamente
i
40
milioni
di
pellegrini
,
desiderosi
di
santificare
il
z000
,
verso
le
molte
città
sante
d
'
Italia
,
ciascuna
delle
quali
può
vantare
un
insigne
patrono
e
basiliche
e
romitaggi
famosi
.
Grande
giovamento
ne
trarrebbero
:
a
)
la
fede
;
b
)
le
opere
pubbliche
,
con
o
senza
carabinieri
;
c
)
lo
spirito
ad
un
tempo
nazionale
e
federale
della
penisola
.
Preghiera
,
devozione
,
penitenza
,
indulgenza
,
oboli
,
pervaderebbero
ogni
borgo
dalle
Alpi
al
mare
,
dal
Nord
-
Est
al
profondo
Sud
,
fino
alla
cattedrale
di
Noto
che
risorgerebbe
ad
opera
dei
giubilanti
.
Che
la
sede
di
Pietro
e
anche
quella
di
Di
Pietro
siano
in
Roma
non
è
un
impedimento
,
anzi
:
il
Pontefice
ama
seguire
il
gregge
nelle
migrazioni
,
l
'
eccesso
di
romanità
non
giova
all
'
unità
delle
Chiese
cristiane
,
e
il
ministro
e
i
suoi
carabinieri
eserciterebbero
a
tutto
campo
la
delega
per
le
aree
urbane
di
cui
sono
titolari
.
La
malapianta
della
simonia
e
del
mercimonio
,
che
né
la
Riforma
luterana
né
il
Concilio
di
Trento
,
né
i
canoni
1441
,
1465
e
2371
del
Codice
di
diritto
canonico
hanno
mai
del
tutto
estirpato
,
attecchirebbe
meno
facilmente
se
decentrata
e
sottratta
al
monopolio
dei
palazzinari
e
campioni
olimpici
metropolitani
.
Dilatando
e
nazionalizzando
l
'
evento
,
il
rapporto
virtuoso
tra
investimenti
e
rendimento
verrebbe
incrementato
,
i
pellegrini
e
penitenti
raddoppierebbero
fino
a
Zoo
milioni
,
si
potrebbe
cominciare
subito
e
andare
oltre
il
2000
.
Come
ha
detto
autorevolmente
il
cardinale
Ratzinger
,
non
bisogna
formalizzarsi
sulla
data
.
E
neppure
sui
luoghi
,
dunque
.
In
un
Giubileo
diluito
,
perpetuato
,
nazionalizzato
e
federalizzato
,
non
solo
S
.
Pietro
ma
anche
S
.
Francesco
d
'
Assisi
e
S
.
Antonio
da
Padova
e
S
.
Gennaro
ospiterebbero
degnamente
i
fedeli
.
E
molti
sindaci
e
vescovi
affiancherebbero
volentieri
il
sovraffaticato
Rutelli
.
E
il
presidente
del
Consiglio
vedrebbe
valorizzato
il
suo
ruolo
primario
.
E
a
Roma
sarebbero
ecologicamente
risparmiate
40
milioni
di
pizze
a
taglio
e
lattine
di
birra
giornaliere
per
credenti
e
miscredenti
giapponesi
.
È
vero
,
tutto
oggi
è
privatizzato
ad
eccezione
di
gratta
e
vinci
.
Facciamo
del
Giubileo
una
più
alta
ed
ecumenica
eccezione
.
Se
l
'
on.
Pannella
fosse
sopravvissuto
alle
elezioni
,
potrebbe
indire
un
referendum
.
StampaQuotidiana ,
Suggerisco
al
presidente
Scalfaro
,
e
anche
al
presidente
Violante
,
una
visita
a
Cefalonia
,
poco
distante
da
Brindisi
.
Ci
sono
nell
'
isoletta
greca
un
modesto
monumento
e
una
lapide
all
'
interno
di
una
cava
ardeatina
che
ricordano
i
diecimila
soldati
,
sottufficiali
,
ufficiali
di
ogni
grado
della
divisione
Acqui
,
per
metà
uccisi
in
combattimento
e
per
metà
fucilati
dai
tedeschi
e
sepolti
in
mucchio
,
nel
settembre
del
1943
.
Era
un
pezzo
dell
'
esercito
italiano
,
ragazzi
di
Calabria
,
Sardegna
,
Friuli
e
chissà
dove
,
prima
mandati
allo
sbaraglio
da
Mussolini
e
poi
abbandonati
a
se
stessi
dal
Re
e
dai
capi
militari
,
dopo
l
'
armistizio
e
la
fuga
a
Brindisi
.
Ma
sì
,
rimpatriamo
le
salme
dei
Savoia
,
trasferendole
nel
cimitero
e
nell
'
ossario
italiano
di
Cefalonia
.
Questo
sì
sarebbe
un
rito
,
per
quanto
macabro
,
di
pacificazione
e
umiltà
nazionale
.
E
richiamiamo
dall
'
esilio
i
viventi
di
sangue
reale
,
con
fissa
dimora
a
Brindisi
:
quella
è
la
loro
capitale
elettiva
,
non
Roma
disertata
e
abbandonata
nelle
mani
di
Priebke
e
dei
ragazzi
di
Salò
.
Sono
passati
cinquantatré
anni
,
ma
è
come
se
queste
cose
fossero
accadute
ieri
,
per
chi
c
'
era
.
Certo
non
si
studiano
e
non
si
studieranno
mai
nelle
nostre
scuole
pubbliche
e
private
,
neanche
se
ministro
dell
'
istruzione
fosse
Federico
Engels
,
e
i
più
giovani
non
ne
sanno
nulla
.
Ma
è
tristissimo
che
ne
giunga
per
di
più
alle
loro
orecchie
un
'
eco
distorta
e
bugiarda
.
Poco
male
,
se
Scalfaro
e
Violante
parlassero
a
titolo
personale
,
il
male
è
che
rivestono
le
loro
parole
di
un
'
autorità
che
in
questa
materia
non
gli
compete
affatto
.
In
quei
giorni
non
andò
perduta
genericamente
l
'
identità
nazionale
,
come
pensa
il
prof.
Galli
della
Loggia
,
ma
si
celebrò
specificamente
il
fallimento
delle
classi
dirigenti
di
questo
paese
.
Se
qualcuno
vuol
celare
o
sminuire
quel
fallimento
e
ristabilire
una
continuità
statale
col
passato
monarco
-
fascista
,
stia
attento
:
non
colmerà
un
fossato
incolmabile
ma
seminerà
veleno
negli
animi
.
Ci
possono
essere
eccezioni
morali
più
profonde
di
quelle
territoriali
.
È
amaro
sentirsi
obbligati
a
prendere
la
penna
per
ripetere
verità
elementari
.
Almeno
questo
genere
di
testimonianze
potrebbe
esserci
risparmiato
.
StampaQuotidiana ,
Auguro
al
governo
dell
'
Ulivo
di
vincere
la
partita
Italia
-
Germania
,
intendo
la
partita
di
Manchester
non
quella
di
Maastricht
.
Non
è
che
i
nostri
governanti
scenderanno
direttamente
in
campo
,
come
contro
i
cantanti
,
ma
è
noto
che
tra
politica
e
sport
c
'
è
un
nesso
fortissimo
(
come
insegnano
l
'
Avvocato
,
il
Cavaliere
,
il
Ciclista
e
anche
le
Olimpiadi
di
Berlino
del
1936
)
.
Ha
già
fatto
due
o
tre
passi
falsi
,
il
governo
dell
'
Ulivo
,
che
Dio
perdoni
Rosi
Bindi
(
la
quale
fortunatamente
non
gioca
a
pallone
)
.
E
i
siciliani
gli
hanno
fatto
sgarbo
.
Perciò
ha
bisogno
di
ritrovare
la
pubblica
benevolenza
e
non
c
'
è
nulla
di
meglio
di
una
vittoria
sportiva
.
Per
una
volta
(
solo
una
,
rassicuro
Revelli
)
farò
il
tifo
per
Ravanelli
,
nonostante
il
nome
.
Di
solito
me
ne
infischio
,
sono
rimasto
ai
tempi
nazional
-
popolari
di
Combi
,
Rosetta
e
Caligaris
,
in
fatto
di
calcio
sono
xenofobo
e
con
queste
squadre
cosmopolite
non
so
mai
in
quale
parte
del
campo
giocano
gli
italiani
.
Eppoi
non
sopporto
i
loro
svarioni
,
se
penso
che
con
la
paga
di
uno
solo
«
il
manifesto
»
non
avrebbe
problemi
.
Ma
tiferò
per
un
'
altra
ragione
,
che
sono
arretrato
non
solo
nel
calcio
ma
anche
nella
politica
e
ho
una
vecchia
ruggine
contro
la
grande
Germania
.
Non
so
che
farci
,
se
sento
parlare
tedesco
alle
mie
spalle
ho
un
sobbalzo
e
adocchio
il
primo
portone
dove
imbucarmi
.
Se
scendessi
in
campo
,
sparerei
cannonate
immaginando
che
il
portiere
sia
il
nipote
di
Goering
.
Gli
esperti
mi
ricordano
che
in
una
partita
storica
contro
la
Germania
(
non
parlo
del
25
aprile
a
Genova
)
il
goal
decisivo
fu
di
Rivera
,
oggi
diniano
.
Quando
scrissi
che
non
avrei
votato
Dini
neanche
sotto
tortura
avevo
dimenticato
questo
particolare
meritorio
.
Mi
autocritico
,
esorto
Sacchi
a
mettere
direttamente
l
'
ex
rospo
saltatore
a
centrocampo
:
in
fondo
è
un
campionato
europeo
e
un
ministro
degli
Esteri
farebbe
la
sua
figura
.
Avevo
un
amico
la
cui
massima
aspirazione
era
fare
la
regina
d
'
Inghilterra
.
La
mia
sarebbe
fare
l
'
Arrigo
Sacchi
.
È
un
mestiere
più
divertente
del
mio
,
ne
dipendono
molte
più
cose
compresi
i
destini
nazionali
almeno
per
due
ore
.
Né
potrei
farlo
peggio
del
mio
,
visto
come
va
il
giornale
.
Soprattutto
,
lui
può
decidere
quel
che
vuole
.
Mi
adopererei
soprattutto
a
un
fine
:
evitare
gli
sbalzi
d
'
umore
che
contraddistinguono
i
nostri
giocatori
e
in
genere
il
carattere
degli
italiani
.
Più
professionalità
e
meno
passionalità
.
Per
favore
,
cerchiamo
di
non
crollare
al
primo
goal
incassato
.
Vale
anche
per
via
Tomacelli
.
Auguriamoci
piena
vittoria
.
L
'
Avvocato
ha
detto
,
dal
ponte
della
sua
barca
da
venti
miliardi
,
che
un
governo
di
sinistra
può
fare
«
certe
riforme
»
meglio
di
un
governo
di
destra
.
Quali
riforme
?
Nautiche
?
Calcistiche
?
Pensionistico
-
salariali
?
Auguriamoci
piena
sconfitta
,
in
questo
caso
.
StampaQuotidiana ,
L
'
Ulivo
ha
perso
il
campionato
europeo
,
nonostante
la
generosa
prestazione
di
Mussi
,
capogruppo
del
Pds
,
la
presenza
in
tribuna
di
Gianni
Agnelli
,
e
l
'
espulsione
del
povero
Strunz
.
Non
rientreremo
di
conseguenza
nello
Sme
?
Non
è
detto
,
in
fondo
contro
gli
überalles
abbiamo
pur
sempre
pareggiato
.
Il
nostro
tifo
è
andato
sprecato
,
o
perché
portiamo
sfortuna
o
perché
ha
ragione
Revelli
:
non
è
il
caso
di
tifare
.
Nelle
tribune
non
c
'
erano
bombe
ma
neanche
grandi
applausi
.
D
'
altronde
,
contrariamente
alle
nostre
sollecitazioni
,
non
c
'
era
neanche
Ravanelli
.
Si
è
scaldato
in
panchina
fino
allo
stremo
ma
non
è
entrato
in
campo
,
è
chiaro
che
Arrigo
Sacchi
non
legge
«
il
manifesto
»
.
Meritavamo
la
vittoria
,
non
immaginavo
che
i
tedeschi
fossero
dei
palleggiatori
all
'
indietro
,
niente
a
che
vedere
con
i
panzer
di
cinquant
'
anni
fa
.
Ma
chi
dice
di
meritare
la
vittoria
senza
ottenerla
suscita
scherno
.
Come
se
noi
dicessimo
che
meritiamo
centomila
lettori
,
cosa
peraltro
verissima
.
«
Una
maledizione
ci
insegue
»
,
ha
detto
a
un
certo
punto
il
telecronista
,
che
ama
l
'
iperbole
ed
è
l
'
unico
che
giochi
con
vera
passione
.
Ma
un
rigore
sprecato
non
è
una
maledizione
,
è
una
cosa
da
ritiro
in
convento
.
Può
capitare
,
a
me
capita
di
scrivere
pezzi
come
questo
,
ma
perché
un
pianista
che
sbaglia
una
nota
su
tremila
di
uno
studio
di
Chopin
viene
bocciato
e
un
calciatore
che
sbaglia
un
tiro
da
undici
metri
non
fa
una
piega
?
Credevo
di
distrarmi
,
ma
questo
calcio
postmoderno
ha
un
'
impressionante
somiglianza
con
la
politica
corrente
.
Noiosetto
.
Enfatico
.
Inconcludente
.
C
'
è
chi
perde
ma
nessuno
vince
.
A
parte
la
testa
di
un
certo
Bobic
,
che
spuntava
dappertutto
come
Scalfaro
e
Di
Pietro
,
e
un
paio
di
portieri
che
sanno
dove
va
la
palla
,
nell
'
arena
si
somigliano
tutti
e
sono
tutti
interscambiabili
.
Meno
Ravanelli
naturalmente
,
che
si
distingueva
perché
non
c
'
era
.
Grande
agonismo
,
dice
il
telecronista
dopo
un
minuto
di
gioco
e
otto
calci
al
pallone
.
Anticipo
netto
,
quasi
potesse
darsi
un
anticipo
ritardato
.
Bell
'
aggancio
di
palla
,
come
se
lo
stop
non
si
imparasse
da
piccoli
nei
ricreatori
parrocchiali
.
Durissimo
attacco
di
D
'
Alema
a
Veltroni
.
Di
Pietro
minaccia
le
dimissioni
.
Scontro
Ciampi
-
Bankitalia
.
Sarà
la
TV
,
che
riduce
tutto
in
Coca
-
Cola
.
Vorrei
che
gli
esperti
mi
spiegassero
una
cosa
.
Perché
mai
,
al
trentesimo
del
secondo
tempo
,
una
squadra
che
sta
per
essere
eliminata
e
non
ha
più
nulla
da
perdere
salvo
l
'
onore
non
si
butta
allo
sbaraglio
,
compreso
il
portiere
a
centrocampo
?
Non
passerebbe
alla
storia
un
portiere
che
segna
il
goal
della
vittoria
?
Dite
quel
che
volete
,
io
sono
per
la
formazione
uno
due
tre
cinque
.
Combi
,
Rosetta
,
Caligaris
,
Piziolo
avanti
,
Bertolini
ecc.
Chi
ha
ben
detto
che
la
miglior
difesa
è
l
'
attacco
?
Enrico
Toti
?
Umberto
Bossi
?
Caro
Valentino
,
io
seguirei
questa
linea
,
nella
nostra
assemblea
di
sabato
.
StampaQuotidiana ,
Persone
amiche
mi
hanno
rimproverato
per
le
cose
che
ho
scritto
in
occasione
dell
'
incontro
di
calcio
tra
Italia
e
Germania
.
Non
ne
hanno
affatto
apprezzato
il
tono
scherzoso
e
si
sono
sentite
offese
da
mie
sgradevoli
battute
.
Perciò
mi
scuso
,
con
loro
e
con
me
stesso
.
È
vero
che
non
bisogna
scherzare
con
le
cose
serie
.
Non
si
può
indulgere
alla
xenofobia
,
ancorché
sportiva
,
tirare
in
ballo
a
sproposito
il
nipote
virtuale
di
Goering
,
confondere
il
nazismo
con
i
tedeschi
e
il
passato
con
il
presente
.
Certo
non
intendevo
nulla
di
simile
,
ma
le
intenzioni
non
contano
se
si
prestano
all
'
equivoco
.
È
una
dissonanza
che
mi
confonde
e
mi
fa
riflettere
.
Evidentemente
ho
dei
brutti
ricordi
.
Questo
è
legittimo
,
ma
dovrei
tenermeli
per
me
e
non
farli
affiorare
impropriamente
in
un
editoriale
del
«
manifesto
»
.
Se
per
caso
c
'
è
stato
un
periodo
della
vita
,
mia
o
di
altri
,
in
cui
una
voce
o
un
accento
erano
immediatamente
associati
alla
sensazione
di
un
pericolo
mortale
,
è
una
faccenda
lontanissima
e
privata
.
Forse
anche
una
patologia
.
Le
esperienze
individuali
non
si
possono
trasmettere
,
appunto
perché
sono
individuali
,
neppure
scrivendo
un
libro
.
Ciò
non
ha
la
minima
importanza
.
Ma
temo
che
qualcosa
di
simile
valga
anche
per
le
esperienze
collettive
,
cioè
per
le
vicende
della
storia
,
e
questo
è
un
discorso
più
grave
.
Quel
che
noi
chiamiamo
revisionismo
storico
è
un
'
operazione
intenzionale
e
politicamente
finalizzata
,
ma
è
certamente
favorita
da
un
oblio
,
da
un
appannamento
della
memoria
e
degli
eventi
,
che
è
quasi
una
legge
di
natura
:
un
fenomeno
fatale
come
il
trascorrere
del
tempo
,
a
cui
non
c
'
è
rimedio
.
Due
righe
di
agenzia
bastano
oggi
per
confermare
che
un
supermercato
sorgerà
ad
Auschwitz
.
Quest
'
idea
,
che
neanche
al
peggiore
degli
uomini
sarebbe
venuta
in
mente
in
altre
stagioni
,
non
suscita
neppure
il
blando
stupore
di
un
anno
fa
.
Ammesso
che
l
'
orrore
di
quel
campo
sia
mai
esistito
,
non
può
più
essere
percepito
intimamente
,
è
inconoscibile
ai
posteri
,
è
al
massimo
una
fredda
nozione
e
per
il
papa
romano
un
impaccio
.
Non
so
che
cosa
spinga
Igor
Man
a
seguire
sul
suo
giornale
il
processo
Priebke
sforzandosi
disperatamente
di
raccontare
,
di
evocare
,
la
mostruosità
universale
delle
logiche
naziste
.
Non
può
riuscirci
,
come
non
ci
riescono
le
parole
dei
vecchi
testimoni
.
Non
è
più
una
grande
tragedia
,
ma
una
mediocre
controversia
giudiziaria
.
Dimenticare
,
dopotutto
,
è
più
semplice
e
generoso
che
riesumare
.
La
memoria
si
accompagna
spesso
al
risentimento
.
È
o
può
ben
sembrare
gretto
ricordare
come
aguzzini
i
ragazzi
di
Salò
,
sebbene
lo
fossero
.
E
sinceramente
invidio
Bassolino
che
mangerebbe
un
'
innocente
pizza
con
i
giovani
Savoia
,
i
quali
ignorano
con
pari
innocenza
le
colpe
degli
antenati
.
Certo
l
'
oblio
e
la
banalizzazione
comportano
un
rischio
,
accantonare
le
tragedie
della
storia
rende
più
facile
che
si
ripetano
.
Ogni
tanto
accade
,
infatti
.
Ma
noi
abbiamo
la
fortuna
di
vivere
in
un
'
epoca
pacificata
e
rassicurante
,
dove
si
sa
che
i
fascismi
sono
improbabili
e
le
guerre
irrilevanti
.
StampaQuotidiana ,
Perché
l
'
on.
D
'
Alema
maltratta
volentieri
l
'
on.
Prodi
e
il
suo
governo
,
fin
dal
dì
natale
?
L
'
on.
D
'
Alema
è
considerato
un
uomo
di
sangue
freddo
che
non
cede
al
nervosismo
e
un
tattico
sopraffino
che
calcola
ogni
mossa
.
Perché
dunque
si
agita
e
mostra
verso
l
'
Ulivo
più
diffidenza
che
comprensione
?
Prima
risposta
.
L
'
on.
D
'
Alema
è
convinto
di
essere
il
personaggio
più
potente
d
'
Italia
,
anche
perché
lo
scrivono
i
giornali
,
e
quindi
mal
sopporta
che
l
'
on.
Prodi
e
il
suo
governo
considerino
il
Pds
poco
più
che
un
portatore
d
'
acqua
,
così
come
considerano
il
Prc
un
donatore
di
sangue
.
E
perciò
alza
la
voce
.
Seconda
risposta
.
L
'
on.
D
'
Alema
è
convinto
che
il
governo
dell
'
on.
Prodi
deluderà
le
attese
popolari
,
com
'
è
probabile
data
la
sua
composizione
ibrida
,
il
suo
modesto
profilo
programmatico
,
i
paracarri
europei
e
di
mercato
entro
cui
si
muove
,
e
come
mostra
in
queste
ore
la
collisione
col
sindacato
.
E
perciò
prende
le
distanze
.
Terza
risposta
.
L
'
on.
D
'
Alema
teme
di
restare
intrappolato
nelle
maglie
del
suo
capolavoro
elettorale
.
La
volpe
di
Gallipoli
è
entrata
vittoriosa
nel
pollaio
,
ma
è
circondata
e
stretta
al
centro
da
molti
galli
e
fuori
a
destra
ad
aspettarla
c
'
è
il
fattore
col
fucile
spianato
.
E
perciò
cerca
un
buco
nella
rete
.
Quarta
risposta
.
L
'
on.
D
'
Alema
ha
sempre
considerato
l
'
Ulivo
una
cosa
acrobatica
e
transitoria
,
buona
per
scalzare
Berlusconi
ma
senza
prospettiva
,
e
ha
già
in
tasca
la
soluzione
.
Che
è
quella
di
un
sistema
bipolare
compiuto
,
presidenzialista
con
doppio
turno
,
che
elimini
cespugli
di
destra
e
di
sinistra
,
e
di
un
partito
socialdemotecnocratico
che
governi
dopodomani
in
prima
persona
in
alternanza
con
uno
schieramento
giscardiano
.
Queste
quattro
risposte
si
intrecciano
benissimo
tra
loro
,
se
poi
ce
n
'
è
anche
una
quinta
non
saprei
.
Il
quadro
che
mi
risulta
non
è
felice
,
siamo
lontanissimi
dal
clima
più
limpido
che
il
successo
del
21
aprile
prometteva
,
e
anche
un
mostro
policefalo
potrebbe
resuscitare
.
L
'
ipotesi
tuttora
più
probabile
è
però
che
il
governo
dell
'
Ulivo
continui
a
vivacchiare
per
un
tempo
indefinito
con
clausole
di
salvaguardia
di
varia
natura
.
La
litigiosità
e
la
mediocrità
hanno
fatto
per
molti
anni
la
fortuna
del
sistema
politico
italiano
,
se
non
della
società
nel
suo
insieme
.
Può
darsi
che
sia
ancora
così
,
tenuto
conto
che
non
viviamo
,
come
sempre
l
'
on.
D
'
Alema
ama
ripetere
,
in
tempi
eroici
e
neppure
tanto
decorosi
.
StampaQuotidiana ,
San
Isidro
Futból
è
un
grazioso
racconto
messicano
di
Pino
Cacucci
edito
dalla
Granata
Press
.
Sempre
della
Granata
Press
,
¡
Viva
San
Isidro
!
è
un
volume
di
cento
pagine
a
25.000
lire
,
lustro
e
ricco
,
in
cui
l
'
avvocato
milanese
Gian
Marco
Feletti
,
scrittore
debuttante
,
spiega
come
nasca
un
film
senza
privarsi
di
nulla
:
istruzioni
per
l
'
uso
,
premessa
,
considerazioni
finali
,
disegni
dello
story
-
board
,
fotografie
,
citazioni
di
Truffaut
,
Godard
,
Hitchcock
,
Woody
Allen
,
interviste
e
tutto
quanto
.
¡
Viva
San
Isidro
!
è
il
film
in
questione
,
diretto
dal
debuttante
Alessandro
Cappelletti
(
39
anni
,
bolognese
)
,
interpretato
anche
da
Diego
Abatantuono
nella
parte
d
'
un
prete
somigliante
al
cangaçeiro
Antonio
das
Mortes
di
Glauber
Rocha
,
presentato
e
padrineggiato
da
Gabriele
Salvatores
:
trae
dal
racconto
di
Cacucci
la
storia
del
paesetto
messicano
di
San
Isidro
che
non
sonnecchia
soltanto
quando
tifa
per
la
sua
squadra
di
futból
,
svegliato
dall
'
apparizione
avventurosa
d
'
una
partita
di
cocaina
scambiata
per
fertilizzante
,
presto
riaddormentato
.
StampaQuotidiana ,
La
conosciamo
bene
,
la
difficoltà
di
raccontare
col
cinema
gli
scrittori
.
Una
battaglia
quasi
perennemente
perduta
:
o
lo
scrittore
ha
una
biografia
speciale
,
avventurosa
,
criminale
,
vitalista
,
e
allora
il
film
si
occupa
di
quelle
come
si
occuperebbe
d
'
ogni
altra
esistenza
interessante
,
lasciando
da
parte
l
'
opera
;
oppure
lo
scrittore
non
ha
fatto
nulla
di
straordinario
tranne
la
sua
opera
,
e
allora
il
film
affonda
tra
scrivanie
,
tasti
di
macchina
per
scrivere
,
fogli
di
carta
,
scenate
della
moglie
che
si
sente
trascurata
,
penne
,
matite
e
uffici
di
casa
editrice
.
Naturalmente
,
è
impossibile
raccontare
per
immagini
il
lavoro
creativo
dello
scrittore
:
ma
a
una
simile
realtà
il
cinema
rifiuta
d
'
arrendersi
.
Fra
i
tentativi
recenti
,
forse
due
si
salvano
,
perché
sperimentali
e
irrisolti
:
in
Il
pasto
nudo
,
David
Cronenberg
ha
affrontato
William
Burroughs
mescolandone
biografia
,
opera
e
incubi
drogati
,
visualizzandone
i
mostri
eloquenti
;
in
Malina
,
Werner
Schroeter
ha
trasposto
il
testo
più
dolorosamente
autobiografico
di
Ingeborg
Bachmann
,
espressione
della
schizofrenia
della
scrittrice
tra
natura
femminile
e
natura
maschile
,
narrazione
di
un
'
afasia
creativa
e
d
'
una
terribile
crisi
esistenziale
,
usando
alla
sua
maniera
il
barocco
e
l
'
eccesso
,
usando
l
'
intensità
nervosa
sempre
al
limite
dell
'
esplosione
di
Isabelle
Huppert
.
Alan
Rudolph
,
il
regista
americano
protegé
di
Robert
Altman
,
è
un
autore
assai
più
modesto
di
Cronenberg
o
Schroeter
:
e
non
ce
la
fa
,
in
Mrs
.
Parker
e
il
circolo
vizioso
,
a
rendere
la
storia
di
Dorothy
Parker
e
di
quel
gruppo
di
giovani
intellettuali
e
artisti
d
'
avanguardia
americani
che
si
riuniva
negli
anni
Venti
all
'
Hotel
Algonquin
di
New
York
.
Non
basta
che
uno
arrivi
gongolante
annunciando
«
O
'
Neill
ha
vinto
il
Nobel
!
»
o
che
un
'
altra
scriva
,
appallottoli
insoddisfatta
il
foglio
e
lo
getti
nel
cestino
:
anche
stavolta
gli
scrittori
risultano
degli
oziosi
e
dissipati
sbronzoni
,
dei
battutisti
che
ridono
troppo
delle
proprie
spiritosaggini
.
Se
gli
scrittori
sono
soggetti
difficili
,
gli
scrittori
spiritosi
sono
difficilissimi
:
le
battute
ricadono
grevi
come
pietre
.
Non
sempre
,
però
:
non
sono
male
«
La
tua
passione
per
l
'
infelicità
è
sconfinata
»
,
«
Non
ho
alcun
talento
nello
scrivere
,
ma
sono
troppo
famoso
per
smettere
»
;
non
è
male
la
scrittrice
Edna
Ferber
che
,
all
'
osservazione
di
un
amico
«
Sembri
un
uomo
»
,
rimbecca
pronta
:
«
Anche
tu
»
.
Va
peggio
con
la
protagonista
.
Dorothy
Rotschild
Parker
,
scrittrice
,
poetessa
,
saggista
,
critica
teatrale
e
giornalista
per
«
Vanity
Fair
»
e
«
The
New
Yorker
»
,
sceneggiatrice
a
Hollywood
in
coppia
con
il
marito
Alan
Campbell
,
morta
a
settantaquattro
anni
nel
1967
,
è
stata
una
figura
importante
della
cultura
americana
,
un
'
autrice
intelligentissima
e
anticonvenzionale
,
una
donna
promiscua
spesso
infelice
nei
rapporti
con
gli
uomini
,
un
'
alcolizzata
sempre
tentata
dal
suicidio
.
Il
suo
dono
di
leggerezza
e
di
fascino
ironico
,
lo
spirito
,
lo
stile
incantevole
e
divertente
,
il
temperamento
anticonformista
e
progressista
ne
fanno
anche
adesso
un
'
analista
dei
costumi
penetrante
e
brillante
,
capace
di
cogliere
nei
comportamenti
quotidiani
l
'
intera
crudeltà
esistenziale
e
sociale
.
Jennifer
Jason
Leigh
è
brava
,
ma
il
film
fa
del
personaggio
soprattutto
un
'
amara
scocciatrice
,
dà
agli
amanti
e
ai
mariti
un
'
importanza
sproporzionata
rispetto
al
lavoro
,
pasticcia
con
flashback
,
colore
e
bianconero
,
corse
in
avanti
e
scene
in
cui
l
'
immobile
Parker
recita
in
primo
piano
i
propri
versi
:
senza
arrivare
a
dare
un
'
idea
dell
'
eroina
,
né
del
suo
ambiente
.
StampaQuotidiana ,
Pochi
mesi
fa
il
presidente
del
Cile
,
Allende
,
scriveva
una
lettera
aperta
al
direttore
del
«
Mercurio
»
-
il
massimo
quotidiano
di
informazione
di
Santiago
,
di
antica
tradizione
democratica
e
indipendente
-
lamentandosi
con
tono
duro
e
risentito
delle
critiche
mosse
dal
giornale
al
governo
di
fronte
popolare
sorto
nella
nazione
cilena
dal
verdetto
delle
urne
di
un
anno
fa
(
poco
più
di
un
terzo
del
corpo
elettorale
,
contro
un
terzo
ai
conservatori
e
meno
di
un
terzo
ai
democristiani
)
e
opponendo
la
«
tradizione
di
democrazia
e
di
legalità
»
cui
il
regime
continua
ad
ispirarsi
a
quella
che
egli
chiamava
«
la
tradizione
di
infamia
che
il
popolo
ripudia
e
che
tanto
danno
ha
arrecato
alla
nostra
convivenza
sociale
»
.
Il
direttore
del
«
Mercurio
»
,
Silva
Espejo
,
gli
rispondeva
con
grande
dignità
e
fermezza
che
la
libertà
di
stampa
comincia
ad
essere
minacciata
proprio
dai
«
ripudi
ufficiali
»
e
che
«
da
un
po
'
di
tempo
il
governo
non
tollera
volentieri
i
dissensi
e
in
tal
modo
contraddice
alle
sue
stesse
dichiarazioni
sul
carattere
democratico
e
pluralista
del
regime
di
unità
popolare
»
.
Il
caso
,
riferito
giorni
fa
sulle
colonne
del
«
Corriere
»
dal
nostro
Pieroni
in
un
'
intervista
da
Santiago
,
è
esemplare
di
quelle
che
sono
oggi
in
una
vasta
parte
del
mondo
,
e
non
soltanto
in
Cile
,
le
minacce
alla
libertà
di
stampa
:
minacce
che
non
sono
meno
gravi
nei
paesi
in
cui
pur
sopravvivono
formalmente
le
garanzie
giuridiche
ed
esteriori
della
libertà
di
espressione
.
Il
Cile
,
per
esempio
,
pur
dopo
la
svolta
di
Allende
,
non
ha
ripudiato
,
o
meglio
non
ha
potuto
ripudiare
,
la
libertà
di
stampa
,
profondamente
radicata
in
un
paese
,
forse
il
solo
del
sud
-
America
,
dove
il
pluralismo
democratico
sopravvisse
a
tutte
le
tentazioni
dei
colonnelli
o
dei
«
pronunciamenti
»
,
in
una
linea
storica
che
non
subì
vere
eccezioni
.
I
giornali
liberi
continuano
ad
uscire
;
la
diversità
di
posizioni
,
fra
organi
conservatori
,
cattolici
e
socialisti
,
continua
a
riflettere
press
'
a
poco
la
geografia
politica
della
nazione
cilena
,
fondata
sui
tre
terzi
emersi
dal
verdetto
elettorale
dell
'
ottobre
'70
.
Lo
stesso
pluralismo
televisivo
si
affianca
tuttora
al
pluralismo
della
stampa
scritta
:
accanto
al
canale
di
stato
,
solo
formalmente
aperto
alle
voci
dell
'
opposizione
e
in
realtà
dominato
dall
'
apparato
del
fronte
popolare
al
governo
,
sussistono
un
canale
di
prevalente
ispirazione
democristiana
ed
un
altro
di
intonazione
laica
.
Le
stazioni
radio
non
sono
meno
di
un
centinaio
e
quella
che
riflette
la
voce
dei
sindacati
-
particolarmente
potente
con
la
coalizione
di
sinistra
-
interferisce
nella
lunghezza
d
'
onda
della
radio
democristiana
,
espressione
del
partito
che
pur
facilitò
,
per
le
sue
debolezze
e
per
le
sue
divisioni
,
l
'
avvento
di
Allende
al
potere
da
posizioni
di
minoranza
.
Senonché
le
insidie
alla
superstite
libertà
di
stampa
e
di
critica
provengono
dall
'
interno
del
sistema
,
al
di
là
di
tutte
le
professioni
formali
di
rispetto
.
Torniamo
al
caso
del
«
Mercurio
»
,
che
è
il
più
eloquente
e
il
più
indicativo
.
Nell
'
intervista
al
«
Corriere
»
il
direttore
del
giornale
di
Santiago
ha
ricordato
che
in
poco
più
di
un
anno
il
suo
quotidiano
ha
perduto
il
40
per
cento
della
pubblicità
:
e
tutti
sanno
che
fra
le
due
fonti
di
vita
di
qualunque
grande
giornale
di
tipo
industriale
nel
mondo
moderno
,
la
vendita
e
la
pubblicità
,
la
seconda
prevale
ormai
sulla
prima
,
dal
Cile
all
'
Italia
.
Silva
Espejo
non
ha
accusato
direttamente
il
governo
di
tale
inquietante
calo
,
che
mette
in
forse
la
stessa
autonomia
del
giornale
e
minaccia
le
sue
prospettive
di
vita
;
ha
solo
ricordato
che
le
larghe
nazionalizzazioni
,
compiute
da
Allende
,
hanno
tolto
alle
società
interessate
lo
stimolo
alla
pubblicità
commerciale
ed
ha
aggiunto
che
in
ogni
caso
il
po
'
di
pubblicità
sopravvissuta
è
riservata
di
norma
ai
fogli
filo
-
governativi
...
Ma
non
basta
.
In
un
anno
il
quotidiano
,
che
continua
con
coraggio
e
con
coerenza
la
sua
battaglia
contro
il
nuovo
regime
e
contro
i
rischi
di
degenerazione
autoritaria
e
totalitaria
,
ha
subìto
un
'
ispezione
fiscale
,
sia
pure
senza
risultati
,
un
'
ispezione
della
polizia
,
sotto
il
pretesto
di
aver
armato
una
guardia
interna
contro
i
possibili
attacchi
di
fuori
,
un
accentuarsidi
tutti
i
sistemi
di
controllo
e
di
indagine
volti
a
ricordare
la
potenza
dell
'
esecutivo
e
i
limiti
del
diritto
di
critica
.
Non
sono
mancati
neppure
i
tentativi
-
e
come
possono
mancare
in
questi
casi
?
-
di
minare
dall
'
interno
l
'
unità
e
la
compattezza
del
corpo
redazionale
-
che
rappresentano
sempre
,
sotto
qualunque
latitudine
,
la
migliore
difesa
contro
le
pressioni
e
le
intimidazioni
del
potere
politico
-
attraverso
la
formazione
di
un
comitato
di
unità
,
sia
pure
largamente
minoritario
.
Senza
contare
casi
ancora
più
clamorosi
,
come
quello
del
quotidiano
«
El
Sur
»
di
Concepción
,
occupato
da
gruppi
di
estremisti
interni
ed
esterni
all
'
azienda
reclamanti
il
diritto
di
supervisione
politica
accanto
a
determinate
rivendicazioni
salariali
.
Ecco
come
si
può
minacciare
e
al
limite
distruggere
una
stampa
libera
,
anche
di
antiche
e
radicate
tradizioni
,
come
quella
del
Cile
,
senza
ricorrere
alle
ghigliottine
dei
regimi
fascisti
o
comunisti
.
Il
controllo
,
o
la
rarefazione
,
della
pubblicità
;
la
sedizione
o
la
rivolta
all
'
interno
delle
aziende
;
le
conseguenze
,
sulla
gestione
editoriale
,
del
ristagno
della
produzione
e
degli
investimenti
;
la
nazionalizzazione
(
ci
si
sta
pensando
seriamente
in
Cile
)
di
tutte
le
industrie
per
la
produzione
di
carta
e
di
cellulosa
.
Indurre
gli
editori
a
gettare
la
spugna
,
i
giornalisti
ad
abbandonare
il
campo
,
gli
scrittori
a
preferire
il
silenzio
...
Non
è
una
minaccia
che
possa
essere
sottovalutata
,
neppure
per
i
possibili
riflessi
o
contraccolpi
in
Europa
.
La
crisi
dei
quotidiani
è
generale
,
per
l
'
aggressiva
e
spesso
incontrollata
concorrenza
della
televisione
(
particolarmente
nei
paesi
-
l
'
Italia
insegni
dove
la
televisione
è
esercitata
in
regime
di
monopolio
di
Stato
,
col
largo
ricorso
al
mercato
pubblicitario
libero
)
,
per
la
diffusione
degli
altri
«
mass
media
»
,
per
il
vertiginoso
aumento
dei
costi
;
e
proprio
pochi
giorni
fa
un
giornale
che
non
ama
mai
i
titoli
ad
effetto
e
che
sa
misurare
le
parole
,
«
Le
Monde
»
,
intitolava
un
suo
articolo
in
prima
pagina
La
presse
quotidienne
en
péril
,
indagandone
,
con
puntigliosa
esattezza
,
le
cause
e
i
possibili
rimedi
.
Forse
è
giunto
il
momento
di
richiamare
strati
sempre
più
vasti
di
opinione
pubblica
,
anche
in
Italia
,
alla
coscienza
di
questo
problema
,
fondamentale
per
la
sopravvivenza
della
nostra
democrazia
.
Le
leggi
o
le
provvidenze
per
l
'
editoria
servono
a
poco
se
la
classe
dirigente
non
è
animata
dal
culto
geloso
e
,
vorremmo
dire
,
religioso
della
libertà
di
stampa
e
della
pluralità
dell
'
informazione
,
al
di
fuori
di
ogni
tentazione
di
controllo
dall
'
alto
.
Le
dichiarazioni
di
Donat
Cattin
al
recente
convegno
di
Roma
sono
allarmanti
:
parlare
di
distribuzione
«
forzosa
»
della
pubblicità
equivale
a
legittimare
il
peggiore
intervento
discriminatorio
del
potere
esecutivo
,
a
vantaggio
dei
potenti
dell
'
ora
.
Il
problema
è
un
altro
:
salvare
tutte
le
voci
dell
'
opinione
pubblica
,
le
piccole
non
meno
delle
grandi
,
sul
piano
di
un
pluralismo
effettivo
e
articolato
.
Ignazio
Silone
ha
scritto
che
,
ogni
qual
volta
muore
un
giornale
anche
periferico
,
anche
di
provincia
,
è
un
senso
di
lutto
che
si
diffonde
nel
paese
intero
.
In
quanto
con
quel
giornale
è
un
frammento
della
nostra
libertà
che
se
ne
va
;
e
quindi
qualcosa
di
noi
stessi
.
StampaQuotidiana ,
Innocenza
,
immaginazione
e
ossessione
in
un
crimine
di
sangue
senza
colpevoli
:
è
la
definizione
d
'
un
film
anticonvenzionale
e
bello
fornita
dal
regista
Peter
Jackson
.
Questo
regista
ha
trentaquattro
anni
,
è
neozelandese
come
Jane
Campion
,
con
Creature
del
cielo
ha
concorso
all
'
Oscar
e
ha
vinto
un
Leone
d
'
argento
alla
Mostra
eli
Venezia
1994;
il
suo
primo
film
diretto
a
ventisette
anni
era
Bad
'
Paste
(
Cattivo
gusto
)
,
il
secondo
era
interpretato
da
pupazzi
animati
e
il
terzo
,
Brain
Dead
(
Splatters
-
Gli
schizzacervelli
)
era
uno
zombie
-
movie
;
è
cresciuto
guardando
la
tv
e
i
suoi
guru
cinematografici
,
dice
,
sono
King
Kong
,
i
Monty
Python
,
Buster
Keaton
;
il
suo
segreto
dev
'
essere
la
sceneggiatrice
fissa
Frances
Walsh
,
ex
musicista
in
band
universitarie
e
pure
lei
formatasi
con
la
televisione
.
Creature
del
cielo
ricostruisce
un
fatto
di
cronaca
nera
avvenuto
a
Christchurch
nel
1954
,
il
caso
Parker
-
Hulme
.
Due
ragazzine
quattordicenni
,
amiche
e
amanti
,
ammazzarono
a
colpi
di
mattone
in
testa
una
madre
decisa
a
separarle
;
suscitarono
in
Nuova
Zelanda
e
anche
in
Inghilterra
un
'
enorme
sensazione
,
affascinata
e
inorridita
,
nell
'
opinione
pubblica
che
le
giudicò
mostruose
quanto
in
Francia
la
ragazza
Violette
Nozière
assassina
della
sua
famiglia
;
vennero
condannate
per
omicidio
(
soltanto
l
'
età
evitò
loro
l
'
ergastolo
)
,
incarcerate
e
poi
rilasciate
a
condizione
che
non
s
'
incontrassero
mai
più
.
Il
film
fa
dell
'
episodio
soprattutto
un
racconto
d
'
amicizia
,
d
'
amore
e
di
fuga
dal
reale
,
nuovo
nello
stile
,
molto
divertente
,
psicologicamente
perfetto
,
interpretato
magnificamente
dalle
adolescenti
Melanie
Lynskey
e
Kate
Winslet
.
Le
due
amiche
sono
estremamente
intelligenti
,
saccenti
,
arroganti
,
snob
,
dotate
d
'
un
senso
dell
'
umorismo
acerbo
e
insolente
,
complici
.