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> anno_i:[1970 TO 2000}
Giubiliamo ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Sul primo governo di centro - sinistra della storia repubblicana , quello Moro - Nenni , sventolò la bandiera della nazionalizzazione dell ' energia elettrica , costosissima e infruttuosa . Sul nuovissimo governo di centro - sinistra dell ' Ulivo proponiamo che sventoli la bandiera di una nazionalizzazione inedita , gratuita e altamente produttiva , la nazionalizzazione del Giubileo . Un Giubileo non apostolico - romano ma apostolico - peninsulare , o semplicemente apostolico , senza con ciò far torto né al sindaco Rutelli né al nome di battesimo del presidente del Consiglio . Indirizziamo e incanaliamo equamente i 40 milioni di pellegrini , desiderosi di santificare il z000 , verso le molte città sante d ' Italia , ciascuna delle quali può vantare un insigne patrono e basiliche e romitaggi famosi . Grande giovamento ne trarrebbero : a ) la fede ; b ) le opere pubbliche , con o senza carabinieri ; c ) lo spirito ad un tempo nazionale e federale della penisola . Preghiera , devozione , penitenza , indulgenza , oboli , pervaderebbero ogni borgo dalle Alpi al mare , dal Nord - Est al profondo Sud , fino alla cattedrale di Noto che risorgerebbe ad opera dei giubilanti . Che la sede di Pietro e anche quella di Di Pietro siano in Roma non è un impedimento , anzi : il Pontefice ama seguire il gregge nelle migrazioni , l ' eccesso di romanità non giova all ' unità delle Chiese cristiane , e il ministro e i suoi carabinieri eserciterebbero a tutto campo la delega per le aree urbane di cui sono titolari . La malapianta della simonia e del mercimonio , che né la Riforma luterana né il Concilio di Trento , né i canoni 1441 , 1465 e 2371 del Codice di diritto canonico hanno mai del tutto estirpato , attecchirebbe meno facilmente se decentrata e sottratta al monopolio dei palazzinari e campioni olimpici metropolitani . Dilatando e nazionalizzando l ' evento , il rapporto virtuoso tra investimenti e rendimento verrebbe incrementato , i pellegrini e penitenti raddoppierebbero fino a Zoo milioni , si potrebbe cominciare subito e andare oltre il 2000 . Come ha detto autorevolmente il cardinale Ratzinger , non bisogna formalizzarsi sulla data . E neppure sui luoghi , dunque . In un Giubileo diluito , perpetuato , nazionalizzato e federalizzato , non solo S . Pietro ma anche S . Francesco d ' Assisi e S . Antonio da Padova e S . Gennaro ospiterebbero degnamente i fedeli . E molti sindaci e vescovi affiancherebbero volentieri il sovraffaticato Rutelli . E il presidente del Consiglio vedrebbe valorizzato il suo ruolo primario . E a Roma sarebbero ecologicamente risparmiate 40 milioni di pizze a taglio e lattine di birra giornaliere per credenti e miscredenti giapponesi . È vero , tutto oggi è privatizzato ad eccezione di gratta e vinci . Facciamo del Giubileo una più alta ed ecumenica eccezione . Se l ' on. Pannella fosse sopravvissuto alle elezioni , potrebbe indire un referendum .
Storie d'Italia ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Suggerisco al presidente Scalfaro , e anche al presidente Violante , una visita a Cefalonia , poco distante da Brindisi . Ci sono nell ' isoletta greca un modesto monumento e una lapide all ' interno di una cava ardeatina che ricordano i diecimila soldati , sottufficiali , ufficiali di ogni grado della divisione Acqui , per metà uccisi in combattimento e per metà fucilati dai tedeschi e sepolti in mucchio , nel settembre del 1943 . Era un pezzo dell ' esercito italiano , ragazzi di Calabria , Sardegna , Friuli e chissà dove , prima mandati allo sbaraglio da Mussolini e poi abbandonati a se stessi dal Re e dai capi militari , dopo l ' armistizio e la fuga a Brindisi . Ma sì , rimpatriamo le salme dei Savoia , trasferendole nel cimitero e nell ' ossario italiano di Cefalonia . Questo sì sarebbe un rito , per quanto macabro , di pacificazione e umiltà nazionale . E richiamiamo dall ' esilio i viventi di sangue reale , con fissa dimora a Brindisi : quella è la loro capitale elettiva , non Roma disertata e abbandonata nelle mani di Priebke e dei ragazzi di Salò . Sono passati cinquantatré anni , ma è come se queste cose fossero accadute ieri , per chi c ' era . Certo non si studiano e non si studieranno mai nelle nostre scuole pubbliche e private , neanche se ministro dell ' istruzione fosse Federico Engels , e i più giovani non ne sanno nulla . Ma è tristissimo che ne giunga per di più alle loro orecchie un ' eco distorta e bugiarda . Poco male , se Scalfaro e Violante parlassero a titolo personale , il male è che rivestono le loro parole di un ' autorità che in questa materia non gli compete affatto . In quei giorni non andò perduta genericamente l ' identità nazionale , come pensa il prof. Galli della Loggia , ma si celebrò specificamente il fallimento delle classi dirigenti di questo paese . Se qualcuno vuol celare o sminuire quel fallimento e ristabilire una continuità statale col passato monarco - fascista , stia attento : non colmerà un fossato incolmabile ma seminerà veleno negli animi . Ci possono essere eccezioni morali più profonde di quelle territoriali . È amaro sentirsi obbligati a prendere la penna per ripetere verità elementari . Almeno questo genere di testimonianze potrebbe esserci risparmiato .
Prima della partita ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Auguro al governo dell ' Ulivo di vincere la partita Italia - Germania , intendo la partita di Manchester non quella di Maastricht . Non è che i nostri governanti scenderanno direttamente in campo , come contro i cantanti , ma è noto che tra politica e sport c ' è un nesso fortissimo ( come insegnano l ' Avvocato , il Cavaliere , il Ciclista e anche le Olimpiadi di Berlino del 1936 ) . Ha già fatto due o tre passi falsi , il governo dell ' Ulivo , che Dio perdoni Rosi Bindi ( la quale fortunatamente non gioca a pallone ) . E i siciliani gli hanno fatto sgarbo . Perciò ha bisogno di ritrovare la pubblica benevolenza e non c ' è nulla di meglio di una vittoria sportiva . Per una volta ( solo una , rassicuro Revelli ) farò il tifo per Ravanelli , nonostante il nome . Di solito me ne infischio , sono rimasto ai tempi nazional - popolari di Combi , Rosetta e Caligaris , in fatto di calcio sono xenofobo e con queste squadre cosmopolite non so mai in quale parte del campo giocano gli italiani . Eppoi non sopporto i loro svarioni , se penso che con la paga di uno solo « il manifesto » non avrebbe problemi . Ma tiferò per un ' altra ragione , che sono arretrato non solo nel calcio ma anche nella politica e ho una vecchia ruggine contro la grande Germania . Non so che farci , se sento parlare tedesco alle mie spalle ho un sobbalzo e adocchio il primo portone dove imbucarmi . Se scendessi in campo , sparerei cannonate immaginando che il portiere sia il nipote di Goering . Gli esperti mi ricordano che in una partita storica contro la Germania ( non parlo del 25 aprile a Genova ) il goal decisivo fu di Rivera , oggi diniano . Quando scrissi che non avrei votato Dini neanche sotto tortura avevo dimenticato questo particolare meritorio . Mi autocritico , esorto Sacchi a mettere direttamente l ' ex rospo saltatore a centrocampo : in fondo è un campionato europeo e un ministro degli Esteri farebbe la sua figura . Avevo un amico la cui massima aspirazione era fare la regina d ' Inghilterra . La mia sarebbe fare l ' Arrigo Sacchi . È un mestiere più divertente del mio , ne dipendono molte più cose compresi i destini nazionali almeno per due ore . Né potrei farlo peggio del mio , visto come va il giornale . Soprattutto , lui può decidere quel che vuole . Mi adopererei soprattutto a un fine : evitare gli sbalzi d ' umore che contraddistinguono i nostri giocatori e in genere il carattere degli italiani . Più professionalità e meno passionalità . Per favore , cerchiamo di non crollare al primo goal incassato . Vale anche per via Tomacelli . Auguriamoci piena vittoria . L ' Avvocato ha detto , dal ponte della sua barca da venti miliardi , che un governo di sinistra può fare « certe riforme » meglio di un governo di destra . Quali riforme ? Nautiche ? Calcistiche ? Pensionistico - salariali ? Auguriamoci piena sconfitta , in questo caso .
Palloni ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
L ' Ulivo ha perso il campionato europeo , nonostante la generosa prestazione di Mussi , capogruppo del Pds , la presenza in tribuna di Gianni Agnelli , e l ' espulsione del povero Strunz . Non rientreremo di conseguenza nello Sme ? Non è detto , in fondo contro gli überalles abbiamo pur sempre pareggiato . Il nostro tifo è andato sprecato , o perché portiamo sfortuna o perché ha ragione Revelli : non è il caso di tifare . Nelle tribune non c ' erano bombe ma neanche grandi applausi . D ' altronde , contrariamente alle nostre sollecitazioni , non c ' era neanche Ravanelli . Si è scaldato in panchina fino allo stremo ma non è entrato in campo , è chiaro che Arrigo Sacchi non legge « il manifesto » . Meritavamo la vittoria , non immaginavo che i tedeschi fossero dei palleggiatori all ' indietro , niente a che vedere con i panzer di cinquant ' anni fa . Ma chi dice di meritare la vittoria senza ottenerla suscita scherno . Come se noi dicessimo che meritiamo centomila lettori , cosa peraltro verissima . « Una maledizione ci insegue » , ha detto a un certo punto il telecronista , che ama l ' iperbole ed è l ' unico che giochi con vera passione . Ma un rigore sprecato non è una maledizione , è una cosa da ritiro in convento . Può capitare , a me capita di scrivere pezzi come questo , ma perché un pianista che sbaglia una nota su tremila di uno studio di Chopin viene bocciato e un calciatore che sbaglia un tiro da undici metri non fa una piega ? Credevo di distrarmi , ma questo calcio postmoderno ha un ' impressionante somiglianza con la politica corrente . Noiosetto . Enfatico . Inconcludente . C ' è chi perde ma nessuno vince . A parte la testa di un certo Bobic , che spuntava dappertutto come Scalfaro e Di Pietro , e un paio di portieri che sanno dove va la palla , nell ' arena si somigliano tutti e sono tutti interscambiabili . Meno Ravanelli naturalmente , che si distingueva perché non c ' era . Grande agonismo , dice il telecronista dopo un minuto di gioco e otto calci al pallone . Anticipo netto , quasi potesse darsi un anticipo ritardato . Bell ' aggancio di palla , come se lo stop non si imparasse da piccoli nei ricreatori parrocchiali . Durissimo attacco di D ' Alema a Veltroni . Di Pietro minaccia le dimissioni . Scontro Ciampi - Bankitalia . Sarà la TV , che riduce tutto in Coca - Cola . Vorrei che gli esperti mi spiegassero una cosa . Perché mai , al trentesimo del secondo tempo , una squadra che sta per essere eliminata e non ha più nulla da perdere salvo l ' onore non si butta allo sbaraglio , compreso il portiere a centrocampo ? Non passerebbe alla storia un portiere che segna il goal della vittoria ? Dite quel che volete , io sono per la formazione uno due tre cinque . Combi , Rosetta , Caligaris , Piziolo avanti , Bertolini ecc. Chi ha ben detto che la miglior difesa è l ' attacco ? Enrico Toti ? Umberto Bossi ? Caro Valentino , io seguirei questa linea , nella nostra assemblea di sabato .
Brutti ricordi ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Persone amiche mi hanno rimproverato per le cose che ho scritto in occasione dell ' incontro di calcio tra Italia e Germania . Non ne hanno affatto apprezzato il tono scherzoso e si sono sentite offese da mie sgradevoli battute . Perciò mi scuso , con loro e con me stesso . È vero che non bisogna scherzare con le cose serie . Non si può indulgere alla xenofobia , ancorché sportiva , tirare in ballo a sproposito il nipote virtuale di Goering , confondere il nazismo con i tedeschi e il passato con il presente . Certo non intendevo nulla di simile , ma le intenzioni non contano se si prestano all ' equivoco . È una dissonanza che mi confonde e mi fa riflettere . Evidentemente ho dei brutti ricordi . Questo è legittimo , ma dovrei tenermeli per me e non farli affiorare impropriamente in un editoriale del « manifesto » . Se per caso c ' è stato un periodo della vita , mia o di altri , in cui una voce o un accento erano immediatamente associati alla sensazione di un pericolo mortale , è una faccenda lontanissima e privata . Forse anche una patologia . Le esperienze individuali non si possono trasmettere , appunto perché sono individuali , neppure scrivendo un libro . Ciò non ha la minima importanza . Ma temo che qualcosa di simile valga anche per le esperienze collettive , cioè per le vicende della storia , e questo è un discorso più grave . Quel che noi chiamiamo revisionismo storico è un ' operazione intenzionale e politicamente finalizzata , ma è certamente favorita da un oblio , da un appannamento della memoria e degli eventi , che è quasi una legge di natura : un fenomeno fatale come il trascorrere del tempo , a cui non c ' è rimedio . Due righe di agenzia bastano oggi per confermare che un supermercato sorgerà ad Auschwitz . Quest ' idea , che neanche al peggiore degli uomini sarebbe venuta in mente in altre stagioni , non suscita neppure il blando stupore di un anno fa . Ammesso che l ' orrore di quel campo sia mai esistito , non può più essere percepito intimamente , è inconoscibile ai posteri , è al massimo una fredda nozione e per il papa romano un impaccio . Non so che cosa spinga Igor Man a seguire sul suo giornale il processo Priebke sforzandosi disperatamente di raccontare , di evocare , la mostruosità universale delle logiche naziste . Non può riuscirci , come non ci riescono le parole dei vecchi testimoni . Non è più una grande tragedia , ma una mediocre controversia giudiziaria . Dimenticare , dopotutto , è più semplice e generoso che riesumare . La memoria si accompagna spesso al risentimento . È o può ben sembrare gretto ricordare come aguzzini i ragazzi di Salò , sebbene lo fossero . E sinceramente invidio Bassolino che mangerebbe un ' innocente pizza con i giovani Savoia , i quali ignorano con pari innocenza le colpe degli antenati . Certo l ' oblio e la banalizzazione comportano un rischio , accantonare le tragedie della storia rende più facile che si ripetano . Ogni tanto accade , infatti . Ma noi abbiamo la fortuna di vivere in un ' epoca pacificata e rassicurante , dove si sa che i fascismi sono improbabili e le guerre irrilevanti .
Dove vai? ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Perché l ' on. D ' Alema maltratta volentieri l ' on. Prodi e il suo governo , fin dal dì natale ? L ' on. D ' Alema è considerato un uomo di sangue freddo che non cede al nervosismo e un tattico sopraffino che calcola ogni mossa . Perché dunque si agita e mostra verso l ' Ulivo più diffidenza che comprensione ? Prima risposta . L ' on. D ' Alema è convinto di essere il personaggio più potente d ' Italia , anche perché lo scrivono i giornali , e quindi mal sopporta che l ' on. Prodi e il suo governo considerino il Pds poco più che un portatore d ' acqua , così come considerano il Prc un donatore di sangue . E perciò alza la voce . Seconda risposta . L ' on. D ' Alema è convinto che il governo dell ' on. Prodi deluderà le attese popolari , com ' è probabile data la sua composizione ibrida , il suo modesto profilo programmatico , i paracarri europei e di mercato entro cui si muove , e come mostra in queste ore la collisione col sindacato . E perciò prende le distanze . Terza risposta . L ' on. D ' Alema teme di restare intrappolato nelle maglie del suo capolavoro elettorale . La volpe di Gallipoli è entrata vittoriosa nel pollaio , ma è circondata e stretta al centro da molti galli e fuori a destra ad aspettarla c ' è il fattore col fucile spianato . E perciò cerca un buco nella rete . Quarta risposta . L ' on. D ' Alema ha sempre considerato l ' Ulivo una cosa acrobatica e transitoria , buona per scalzare Berlusconi ma senza prospettiva , e ha già in tasca la soluzione . Che è quella di un sistema bipolare compiuto , presidenzialista con doppio turno , che elimini cespugli di destra e di sinistra , e di un partito socialdemotecnocratico che governi dopodomani in prima persona in alternanza con uno schieramento giscardiano . Queste quattro risposte si intrecciano benissimo tra loro , se poi ce n ' è anche una quinta non saprei . Il quadro che mi risulta non è felice , siamo lontanissimi dal clima più limpido che il successo del 21 aprile prometteva , e anche un mostro policefalo potrebbe resuscitare . L ' ipotesi tuttora più probabile è però che il governo dell ' Ulivo continui a vivacchiare per un tempo indefinito con clausole di salvaguardia di varia natura . La litigiosità e la mediocrità hanno fatto per molti anni la fortuna del sistema politico italiano , se non della società nel suo insieme . Può darsi che sia ancora così , tenuto conto che non viviamo , come sempre l ' on. D ' Alema ama ripetere , in tempi eroici e neppure tanto decorosi .
¡Viva San Isidro! ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
San Isidro Futból è un grazioso racconto messicano di Pino Cacucci edito dalla Granata Press . Sempre della Granata Press , ¡ Viva San Isidro ! è un volume di cento pagine a 25.000 lire , lustro e ricco , in cui l ' avvocato milanese Gian Marco Feletti , scrittore debuttante , spiega come nasca un film senza privarsi di nulla : istruzioni per l ' uso , premessa , considerazioni finali , disegni dello story - board , fotografie , citazioni di Truffaut , Godard , Hitchcock , Woody Allen , interviste e tutto quanto . ¡ Viva San Isidro ! è il film in questione , diretto dal debuttante Alessandro Cappelletti ( 39 anni , bolognese ) , interpretato anche da Diego Abatantuono nella parte d ' un prete somigliante al cangaçeiro Antonio das Mortes di Glauber Rocha , presentato e padrineggiato da Gabriele Salvatores : trae dal racconto di Cacucci la storia del paesetto messicano di San Isidro che non sonnecchia soltanto quando tifa per la sua squadra di futból , svegliato dall ' apparizione avventurosa d ' una partita di cocaina scambiata per fertilizzante , presto riaddormentato .
Mrs. Parker e il circolo vizioso ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
La conosciamo bene , la difficoltà di raccontare col cinema gli scrittori . Una battaglia quasi perennemente perduta : o lo scrittore ha una biografia speciale , avventurosa , criminale , vitalista , e allora il film si occupa di quelle come si occuperebbe d ' ogni altra esistenza interessante , lasciando da parte l ' opera ; oppure lo scrittore non ha fatto nulla di straordinario tranne la sua opera , e allora il film affonda tra scrivanie , tasti di macchina per scrivere , fogli di carta , scenate della moglie che si sente trascurata , penne , matite e uffici di casa editrice . Naturalmente , è impossibile raccontare per immagini il lavoro creativo dello scrittore : ma a una simile realtà il cinema rifiuta d ' arrendersi . Fra i tentativi recenti , forse due si salvano , perché sperimentali e irrisolti : in Il pasto nudo , David Cronenberg ha affrontato William Burroughs mescolandone biografia , opera e incubi drogati , visualizzandone i mostri eloquenti ; in Malina , Werner Schroeter ha trasposto il testo più dolorosamente autobiografico di Ingeborg Bachmann , espressione della schizofrenia della scrittrice tra natura femminile e natura maschile , narrazione di un ' afasia creativa e d ' una terribile crisi esistenziale , usando alla sua maniera il barocco e l ' eccesso , usando l ' intensità nervosa sempre al limite dell ' esplosione di Isabelle Huppert . Alan Rudolph , il regista americano protegé di Robert Altman , è un autore assai più modesto di Cronenberg o Schroeter : e non ce la fa , in Mrs . Parker e il circolo vizioso , a rendere la storia di Dorothy Parker e di quel gruppo di giovani intellettuali e artisti d ' avanguardia americani che si riuniva negli anni Venti all ' Hotel Algonquin di New York . Non basta che uno arrivi gongolante annunciando « O ' Neill ha vinto il Nobel ! » o che un ' altra scriva , appallottoli insoddisfatta il foglio e lo getti nel cestino : anche stavolta gli scrittori risultano degli oziosi e dissipati sbronzoni , dei battutisti che ridono troppo delle proprie spiritosaggini . Se gli scrittori sono soggetti difficili , gli scrittori spiritosi sono difficilissimi : le battute ricadono grevi come pietre . Non sempre , però : non sono male « La tua passione per l ' infelicità è sconfinata » , « Non ho alcun talento nello scrivere , ma sono troppo famoso per smettere » ; non è male la scrittrice Edna Ferber che , all ' osservazione di un amico « Sembri un uomo » , rimbecca pronta : « Anche tu » . Va peggio con la protagonista . Dorothy Rotschild Parker , scrittrice , poetessa , saggista , critica teatrale e giornalista per « Vanity Fair » e « The New Yorker » , sceneggiatrice a Hollywood in coppia con il marito Alan Campbell , morta a settantaquattro anni nel 1967 , è stata una figura importante della cultura americana , un ' autrice intelligentissima e anticonvenzionale , una donna promiscua spesso infelice nei rapporti con gli uomini , un ' alcolizzata sempre tentata dal suicidio . Il suo dono di leggerezza e di fascino ironico , lo spirito , lo stile incantevole e divertente , il temperamento anticonformista e progressista ne fanno anche adesso un ' analista dei costumi penetrante e brillante , capace di cogliere nei comportamenti quotidiani l ' intera crudeltà esistenziale e sociale . Jennifer Jason Leigh è brava , ma il film fa del personaggio soprattutto un ' amara scocciatrice , dà agli amanti e ai mariti un ' importanza sproporzionata rispetto al lavoro , pasticcia con flashback , colore e bianconero , corse in avanti e scene in cui l ' immobile Parker recita in primo piano i propri versi : senza arrivare a dare un ' idea dell ' eroina , né del suo ambiente .
LA LIBERTÀ DI STAMPA ( Spadolini Giovanni , 1971 )
StampaQuotidiana ,
Pochi mesi fa il presidente del Cile , Allende , scriveva una lettera aperta al direttore del « Mercurio » - il massimo quotidiano di informazione di Santiago , di antica tradizione democratica e indipendente - lamentandosi con tono duro e risentito delle critiche mosse dal giornale al governo di fronte popolare sorto nella nazione cilena dal verdetto delle urne di un anno fa ( poco più di un terzo del corpo elettorale , contro un terzo ai conservatori e meno di un terzo ai democristiani ) e opponendo la « tradizione di democrazia e di legalità » cui il regime continua ad ispirarsi a quella che egli chiamava « la tradizione di infamia che il popolo ripudia e che tanto danno ha arrecato alla nostra convivenza sociale » . Il direttore del « Mercurio » , Silva Espejo , gli rispondeva con grande dignità e fermezza che la libertà di stampa comincia ad essere minacciata proprio dai « ripudi ufficiali » e che « da un po ' di tempo il governo non tollera volentieri i dissensi e in tal modo contraddice alle sue stesse dichiarazioni sul carattere democratico e pluralista del regime di unità popolare » . Il caso , riferito giorni fa sulle colonne del « Corriere » dal nostro Pieroni in un ' intervista da Santiago , è esemplare di quelle che sono oggi in una vasta parte del mondo , e non soltanto in Cile , le minacce alla libertà di stampa : minacce che non sono meno gravi nei paesi in cui pur sopravvivono formalmente le garanzie giuridiche ed esteriori della libertà di espressione . Il Cile , per esempio , pur dopo la svolta di Allende , non ha ripudiato , o meglio non ha potuto ripudiare , la libertà di stampa , profondamente radicata in un paese , forse il solo del sud - America , dove il pluralismo democratico sopravvisse a tutte le tentazioni dei colonnelli o dei « pronunciamenti » , in una linea storica che non subì vere eccezioni . I giornali liberi continuano ad uscire ; la diversità di posizioni , fra organi conservatori , cattolici e socialisti , continua a riflettere press ' a poco la geografia politica della nazione cilena , fondata sui tre terzi emersi dal verdetto elettorale dell ' ottobre '70 . Lo stesso pluralismo televisivo si affianca tuttora al pluralismo della stampa scritta : accanto al canale di stato , solo formalmente aperto alle voci dell ' opposizione e in realtà dominato dall ' apparato del fronte popolare al governo , sussistono un canale di prevalente ispirazione democristiana ed un altro di intonazione laica . Le stazioni radio non sono meno di un centinaio e quella che riflette la voce dei sindacati - particolarmente potente con la coalizione di sinistra - interferisce nella lunghezza d ' onda della radio democristiana , espressione del partito che pur facilitò , per le sue debolezze e per le sue divisioni , l ' avvento di Allende al potere da posizioni di minoranza . Senonché le insidie alla superstite libertà di stampa e di critica provengono dall ' interno del sistema , al di là di tutte le professioni formali di rispetto . Torniamo al caso del « Mercurio » , che è il più eloquente e il più indicativo . Nell ' intervista al « Corriere » il direttore del giornale di Santiago ha ricordato che in poco più di un anno il suo quotidiano ha perduto il 40 per cento della pubblicità : e tutti sanno che fra le due fonti di vita di qualunque grande giornale di tipo industriale nel mondo moderno , la vendita e la pubblicità , la seconda prevale ormai sulla prima , dal Cile all ' Italia . Silva Espejo non ha accusato direttamente il governo di tale inquietante calo , che mette in forse la stessa autonomia del giornale e minaccia le sue prospettive di vita ; ha solo ricordato che le larghe nazionalizzazioni , compiute da Allende , hanno tolto alle società interessate lo stimolo alla pubblicità commerciale ed ha aggiunto che in ogni caso il po ' di pubblicità sopravvissuta è riservata di norma ai fogli filo - governativi ... Ma non basta . In un anno il quotidiano , che continua con coraggio e con coerenza la sua battaglia contro il nuovo regime e contro i rischi di degenerazione autoritaria e totalitaria , ha subìto un ' ispezione fiscale , sia pure senza risultati , un ' ispezione della polizia , sotto il pretesto di aver armato una guardia interna contro i possibili attacchi di fuori , un accentuarsidi tutti i sistemi di controllo e di indagine volti a ricordare la potenza dell ' esecutivo e i limiti del diritto di critica . Non sono mancati neppure i tentativi - e come possono mancare in questi casi ? - di minare dall ' interno l ' unità e la compattezza del corpo redazionale - che rappresentano sempre , sotto qualunque latitudine , la migliore difesa contro le pressioni e le intimidazioni del potere politico - attraverso la formazione di un comitato di unità , sia pure largamente minoritario . Senza contare casi ancora più clamorosi , come quello del quotidiano « El Sur » di Concepción , occupato da gruppi di estremisti interni ed esterni all ' azienda reclamanti il diritto di supervisione politica accanto a determinate rivendicazioni salariali . Ecco come si può minacciare e al limite distruggere una stampa libera , anche di antiche e radicate tradizioni , come quella del Cile , senza ricorrere alle ghigliottine dei regimi fascisti o comunisti . Il controllo , o la rarefazione , della pubblicità ; la sedizione o la rivolta all ' interno delle aziende ; le conseguenze , sulla gestione editoriale , del ristagno della produzione e degli investimenti ; la nazionalizzazione ( ci si sta pensando seriamente in Cile ) di tutte le industrie per la produzione di carta e di cellulosa . Indurre gli editori a gettare la spugna , i giornalisti ad abbandonare il campo , gli scrittori a preferire il silenzio ... Non è una minaccia che possa essere sottovalutata , neppure per i possibili riflessi o contraccolpi in Europa . La crisi dei quotidiani è generale , per l ' aggressiva e spesso incontrollata concorrenza della televisione ( particolarmente nei paesi - l ' Italia insegni dove la televisione è esercitata in regime di monopolio di Stato , col largo ricorso al mercato pubblicitario libero ) , per la diffusione degli altri « mass media » , per il vertiginoso aumento dei costi ; e proprio pochi giorni fa un giornale che non ama mai i titoli ad effetto e che sa misurare le parole , « Le Monde » , intitolava un suo articolo in prima pagina La presse quotidienne en péril , indagandone , con puntigliosa esattezza , le cause e i possibili rimedi . Forse è giunto il momento di richiamare strati sempre più vasti di opinione pubblica , anche in Italia , alla coscienza di questo problema , fondamentale per la sopravvivenza della nostra democrazia . Le leggi o le provvidenze per l ' editoria servono a poco se la classe dirigente non è animata dal culto geloso e , vorremmo dire , religioso della libertà di stampa e della pluralità dell ' informazione , al di fuori di ogni tentazione di controllo dall ' alto . Le dichiarazioni di Donat Cattin al recente convegno di Roma sono allarmanti : parlare di distribuzione « forzosa » della pubblicità equivale a legittimare il peggiore intervento discriminatorio del potere esecutivo , a vantaggio dei potenti dell ' ora . Il problema è un altro : salvare tutte le voci dell ' opinione pubblica , le piccole non meno delle grandi , sul piano di un pluralismo effettivo e articolato . Ignazio Silone ha scritto che , ogni qual volta muore un giornale anche periferico , anche di provincia , è un senso di lutto che si diffonde nel paese intero . In quanto con quel giornale è un frammento della nostra libertà che se ne va ; e quindi qualcosa di noi stessi .
Creature del cielo ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
Innocenza , immaginazione e ossessione in un crimine di sangue senza colpevoli : è la definizione d ' un film anticonvenzionale e bello fornita dal regista Peter Jackson . Questo regista ha trentaquattro anni , è neozelandese come Jane Campion , con Creature del cielo ha concorso all ' Oscar e ha vinto un Leone d ' argento alla Mostra eli Venezia 1994; il suo primo film diretto a ventisette anni era Bad ' Paste ( Cattivo gusto ) , il secondo era interpretato da pupazzi animati e il terzo , Brain Dead ( Splatters - Gli schizzacervelli ) era uno zombie - movie ; è cresciuto guardando la tv e i suoi guru cinematografici , dice , sono King Kong , i Monty Python , Buster Keaton ; il suo segreto dev ' essere la sceneggiatrice fissa Frances Walsh , ex musicista in band universitarie e pure lei formatasi con la televisione . Creature del cielo ricostruisce un fatto di cronaca nera avvenuto a Christchurch nel 1954 , il caso Parker - Hulme . Due ragazzine quattordicenni , amiche e amanti , ammazzarono a colpi di mattone in testa una madre decisa a separarle ; suscitarono in Nuova Zelanda e anche in Inghilterra un ' enorme sensazione , affascinata e inorridita , nell ' opinione pubblica che le giudicò mostruose quanto in Francia la ragazza Violette Nozière assassina della sua famiglia ; vennero condannate per omicidio ( soltanto l ' età evitò loro l ' ergastolo ) , incarcerate e poi rilasciate a condizione che non s ' incontrassero mai più . Il film fa dell ' episodio soprattutto un racconto d ' amicizia , d ' amore e di fuga dal reale , nuovo nello stile , molto divertente , psicologicamente perfetto , interpretato magnificamente dalle adolescenti Melanie Lynskey e Kate Winslet . Le due amiche sono estremamente intelligenti , saccenti , arroganti , snob , dotate d ' un senso dell ' umorismo acerbo e insolente , complici .