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> anno_i:[1970 TO 2000}
Batman Forever ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
Il Bene è cupo , squadrato , serio , fedele ai « veri valori » : e si libera alla fine delle proprie nevrosi . Il Male è scintillante , brillante e sardonico come Paolo Poli , vestito di lamé argenteo , loquace , battutista e ridanciano quanto un presentatore di show televisivo , seguace della massima modernità « tecnologicamente avanzata » : e finisce in manicomio , stretto nella camicia di forza , prigioniero d ' un delirio in cui crede d ' essere il Bene . Batman e l ' Enigmista , Val Kilmer e Jim Carrey , nel film prodotto da Tim Burton sono emblemi del conflitto più contemporaneo , realtà - irrealtà , società - rappresentazione , mondo - televisione ; e anche del moralismo più ovvio . Accanto al loro estremismo stanno personaggi di replica o di mediazione . Due Facce ( Tommy Lee Jones ) , che ha appunto metà del viso normale , l ' altra metà orrendamente sfigurata , e a questa natura dimezzata obbedisce pure nei comportamenti ; Robin ( Chris O ' Donnell ) , giovane compagno di Batman ( « Non sono solo un amico , sono un partner » ) , vestito come lui da pipistrello e come lui condizionato dal ricordo di genitori uccisi da criminali ; la bionda Nicole Kidman , psicologa innamorata . La terza puntata delle avventure cinematografiche recenti dell ' uomo - pipistrello creato per i fumetti nel 1939 dal disegnatore americano Bob Kane unisce una psicologia - ideologia elementare e una tecnica - tecnologia stupefacente . Si vedono cose gotico - barocche davvero straordinarie : stavolta la claustrofobica Gotham Cíty è meno oscura , più simile alla Los Angeles del 2019 immaginata da Ridley Scott in Blade Runner ; si mescolano giocattoli antiquati e strumenti supertecnologici , statue classiche e immensi volti sfingei scolpiti , gruppi musicali in costume settecentesco e bande metropolitane con lineamenti e armi fosforescenti , automobili d ' epoca e neon acido , poltrone - trono sostenute da schiavi - sculture , esplosioni , scintille , vorticare visionario della macchina da presa . Scenografie e costumi bellissimi , stupenda fotografia di Stephen Goldblatt : ma il décor schiaccia l ' avventura , l ' arredamento soffoca il romanzo , l ' estetismo uccide i personaggi . Pazienza , la narrazione edificante cd emblematica non ha troppo interesse : il Male inventa una macchina che manipola le onde cerebrali dei telespettatori così da trasformare ogni immagine televisiva in un ' esperienza di realtà virtuale , e che nello stesso tempo sottrae loro segreti ed energie convogliati nella mente dell ' inventore per moltiplicarne percezione e poteri ; il Bene lotta perché non trionfi questa teledittatura che per i telespettatori è pure espropriazione di sé , e vince . Nella parte di Batman , quelle poche volte che appare senza maschera , Val Kilmer è scipito quanto il suo predecessore nei due Batman diretti da Tim Burton , Michael Keaton ; nel personaggio dell ' Enigmista , Jim Carrey è assolutamente strepitoso .
I buchi neri ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
Prima inquadratura , il sedere nudo d ' un uomo che sta pisciando visto di spalle . Poi , la prostituta Angela che ha timore superstizioso dello sguardo maligno d ' una gallina e che è la leader naturale d ' un piccolo gruppo di colleghe malconce : la prima è precocemente invecchiata ( pelle rugosa , capelli grigi ) dopo uno stupro , la seconda è muta ( per i clienti esigenti usa in playback una cassetta con parole e gemiti registrati ) , la terza manca di tutt ' e due le mani ( riesce a comprarsi le protesi , ma gliele rubano subito ) , la quarta è unilateralmente innamorata d ' un carcerato , tutte lavorano sulla strada provinciale di giorno ( quand ' è il crepuscolo s ' avviano a piedi verso il paese , come contadine stanche al ritorno dai campi ) e sono accompagnate dal protettivo spicciafaccende Chirone , rognoso centauro in motorino . Poi , un ragazzo biondo ossigenato che si chiama Adamo come il primo uomo , dolce , inconsapevole e trasognato , con i piedi sporchi , le scarpe verdi e un seducente sorriso serafico , autista di camion per il trasporto di banane marce alla discarica , incapace di fare l ' amore con le donne e con gli uomini ( « non m ' è mai riuscito » ) ma soddisfatto se può masturbarsi guardando di nascosto la prostituta Angela che lo fa coi clienti . I buchi neri di Pappi ( Pasquale ) Corsicato , 35 anni , napoletano , già autore di Libera , è una storia d ' amore anomala così lieta e lieve che sembra ideata nell ' estasi dell ' innamoramento , così autentica da sopraffare l ' ambiente in cui si svolge , così piena da lasciarsi dietro una felicità anche se finisce . La prostituta e il ragazzo si amano alla loro maniera mediata e voyeuristica , si vogliono bene , sono amici . Quando lui smette d ' amarla e tradisce anche se stesso progettando un matrimonio d ' interesse , lei soffre , sviene . Sente una voce che la chiama . Lassù , un immenso uovo d ' argento le dice : « Non aver paura , ora che hai amato non sei più quella di prima , sei un angelo » . Miracolosamente avverte una calma esultanza , miracolosamente le altre prostitute riacquistano giovinezza , voce , mani , amore ricambiato , e nel cielo splende un sole bellissimo . Sono molto rari i film che raccontano l ' amore come un sentimento non borghese né « civilizzato » , non convenzionalmente romantico , erotico , delicato , violento , possessivo o promiscuo , ma come primordiale fonte di gioia vitale e mitica trasformazione del mondo . Sono altrettanto rari i film che descrivono un ambiente sociale degradato quanto l ' hinterland napoletano arso dal sole , giallo di stoppie , popolato di brutalità e povertà , senza mutilare l ' ironia di sopravvivenza degli abitanti , senza censurarne una normalità di vita che soltanto gli standard piccolo - borghesi possono ritenere impossibile o mostruosa . I buchi neri ha questi meriti , e altri . Magari l ' ideologia è primaria ( « Se provaste a entrare in un buco nero ritrovereste la purezza assoluta » ) e le astrazioni sono sommarie , magari sono molti i prestiti cinematografici ( il primo Pasolini , il Buñuel messicano , anche Improvvisamente l ' estate scorsa ) , magari possono sconcertare l ' assenza di quel « sociale » sardonicamente raccontato in Libera e il realismo fantastico : però il film è originale , interessante , anche divertente . Il coprotagonista Vincenzo Peluso è diretto con tale amore da risultare bravo . La protagonista Iaia Forte , attrice di prosa con Mario Martone e con la compagnia napoletana Teatri Uniti , già al centro di Libera , è ammirevole per forza orgogliosa , sottigliezza e pathos : recitato da lei è convincente anche lo scatto repentino con cui la prostituta apre le cosce , lasciando scaturire dal sesso fumi bianchi furiosi , nebbiosi .
E con questo? ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Da un parcheggio affollato esce un ' auto . Manovrate per prendere posto ma qualcuno vi sfreccia davanti e occupa . Obiettate educatamente ma vi sentite rispondere : c ' era prima lei , e con questo ? O fate a cazzotti o abbozzate , una soluzione civile è esclusa . È una metafora della politica nazionale . Tutti lo vedono , lo dicono e lo scrivono , che il presidente Scalfaro tracima dalle sue funzioni costituzionali e governa impropriamente , anticipando un regime di tipo personale . E con questo ? È lui il primo a compiacersene e a esibire questo comportamento . Recita tutte le parti meno quella di un capo dello Stato che delle parti dovrebbe essere al di sopra . E con questo ? Non sarà Pannella , buffone di corte , a impicciarlo ( con la i ) . Tutti lo sanno , e lui per primo , che il presidente Dini aveva un incarico di governo limitato a quattro punti programmatici scaduti in giugno . Tuttavia non se n ' è andato allora e non se ne andrà oggi , non importa con chi resta , né per cosa né per quanto , 50 per cento tecnico e 50 per cento politico , coda di rospo e testa di principe o viceversa . È uno sberleffo , e con questo ? Non sarà Bertinotti , con venti deputati , a impedirlo . Silvio Berlusconi è sotto giudizio , andrà presto ( o no ? ) sotto processo , era detto incompatibile con le cariche pubbliche , invece esplora a cavallo di consorzi bancari le sorti della politica nazionale , con investitura e ringraziamenti del Quirinale . E con questo ? Non sarà Prodi , che non esplora più neppure in bicicletta , a intralciarlo . Massimo D ' Alema è il segretario di un partito della sinistra , anche questo lo sanno tutti , sebbene sia difficile crederci . Disse una volta di Silvio Berlusconi che il conflitto di interessi lo metteva fuori gioco anche se fosse stato plebiscitato dal popolo . Oggi contratta con lui un governo speciale e una revisione costituzionale privata , un compromesso storico interpersonale . E con questo ? È come cambiare appartamento . Comunque vadano le cose , cioè malissimo , il presidente Scalfaro può contare sulla democristianità diffusa e Berlusconi , D ' Alema e Fini sul 20 per cento circa dell ' elettorato per ciascuno , qualsiasi cosa facciano . Essi sfrecciano e occupano qualunque posto . È la classe dirigente , il potere . In definitiva questo paese ha avuto per un quarto di secolo un regime fascista e per mezzo secolo un regime democristiano , anche se con forti minoranze democratiche . I sedimenti del secondo prevalgono tuttora su quelli del primo , ma oggi andiamo verso un sistema inedito che li assomma e li mischia , e che meriterebbe di essere studiato antropologicamente . Servirebbe Gramsci , più di Marx .
La volpe del Tavoliere* ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
D ' Alema non lo sa ma qualcuno dovrebbe dirglielo , amichevolmente . Quando appare in televisione , cioè ogni minuto e mezzo , fa ormai pensare a una parodia , a un ' involontaria presa in giro di sé e degli altri . Somiglia sempre di più , con tutto il rispetto , a Peppino De Filippo . Se avessimo ancora qualche speranza che una coalizione democratica decorosa e una sinistra visibile ( ultima novità ) possano vincere un confronto elettorale con la destra dilagante , D ' Alema riesce a togliercela senza rimedio . Occhetto era altrettanto irritante , ma meno deprimente . Se esistesse , la dirigenza del Pds dovrebbe legare l ' attuale segretario , sia pure con quei guinzagli elastici che permettono un certo raggio d ' azione , invece di delegargli il potere di intorbidare ogni cosa . Ma per esistere , una dirigenza non dovrebbe essere fatta a immagine e somiglianza del principale , tanti occhettini e d ' alemini a seconda delle circostanze . Vien quasi da dubitare che un Pds esista , se non come area elettorale , tant ' è remissivo . E infatti Veltroni o chi per lui lo scioglierebbero volentieri , e prima o poi lo faranno . Le bolognine si tirano l ' un l ' altra , come le ciliege , e non finiscono mai . Quando si parte col piede sbagliato si ruzzola fino a rompersi l ' osso del collo , per legge di gravità . Un anno fa c ' era ancora qualche possibilità di rivincita o rivalsa sullo sciagurato voto del 27 marzo . Berlusconi era caduto malamente , la destra era presa in contropiede , un sussulto democratico era pur vagamente nell ' aria . Un leader politico minimamente dotato e coraggioso , una sinistra minimamente convinta , avrebbero colto l ' attimo , passato il Rubicone ( che poi è un fiumiciattolo ) , allargato il varco ed espugnato Saigon . Le elezioni in quel giugno ( quello passato , non quello venturo ) , sarebbero state una vittoria politica , anche se fossero risultate tecnicamente neutre . Ma scherziamo ? La volpe di Gallipoli e gli addetti all ' ingegneria e idraulica di Montecitorio sono molto più astuti di così . Hanno studiato la storia al liceo e hanno deciso di temporeggiare e logorare il nemico ( come Fabio Massimo ) , di reclutare in ogni dove banchieri e giustizieri simbolici nonché truppe cammellate padane ( come Scipione l ' Africano ) e di giocare a sottomuro con le figurine della Costituzione nei cortili del Quirinale . Col risultato che , dopo un anno , il logoro Berlusconi risplende come un lord protettore della politica nazionale e l ' imberbe Fini come punta di diamante della nuova Repubblica ( la III in ordine cronologico e gerarchico , la I essendo per lui quella di Salò ) . Ora lo scaltro D ' Alema , dopo questo capolavoro di tattica e strategia , ci rassicura in interviste giornaliere e incredule assemblee che non farà porcherie ma solo democratiche intese e governi conseguenti . Ma non ci aveva scritto poco fa che questi progetti erano nostre invenzioni calunniose ? Sì , ma è appunto con questi giochi di parole che si vendono i tappeti nei suq . Le farà , le porcherie , ne farà di crude e di cotte nel lungo brodo da caserma della crisi governativa e del semestre europeo . Non c ' è nessun bisogno di aspettare per credere , le ipotesi di crisi bicefale , governi a mezzadria , maggioranze cumulative e trasversali , commerci costituzionali e legislativi , mascherate presidenzialiste , sono porcherie già consumate per il solo fatto d ' essere formulate . Un ' orgia di craxismo ritardato , un credito dispensato a piene mani alle culture di destra di ogni specie . C ' è del metodo in questa follia , non è più una politica ma tutta una mentalità . Affrontare le elezioni significa ormai , per il leader minimo , una sconfitta campale . Per ritardarla sarà dunque opportuno mettere a repentaglio tutto , anche l ' onore come si diceva una volta , o semplicemente il decoro . Non quello personale , che è affar suo e di ciascuno , ma quello della sinistra e della democrazia , e questo non dovremmo permetterlo . Purtroppo , accade già nella realtà di ogni giorno , non c ' è di nuovo bisogno di aspettare per credere : se sbattiamo in galera gli immigrati clandestini , possiamo anche inserire questo sano principio nella Costituzione riformata .
La questione è posta ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
È ingiusto non ricordare i meriti delle persone cadute in disgrazia . Anche Cristoforo Colombo ebbe le sue pene , ma nessuno dimenticò la sua scoperta . Non si può dire lo stesso di Bettino Craxi , misconosciuto inventore del presidenzialismo come rimedio , oggi universalmente auspicato , ai nostri mali nazionali . Ricordo un suo precoce discorso nel parco buoi ( definizione sua ) di Montecitorio sulla madre di tutte le riforme , cioè l ' elezione diretta di un capo , dello Stato o dell ' Esecutivo fa lo stesso : non è matura ma , aggiunse solennemente , « la questione è posta » . È buffo come questa idea sia diventata senso comune e che se ne discuta come si trattasse di una tecnica anziché di una politica , senza valutarne la genesi , ma scimmiottando altri paesi e prescindendo ( come Totò ) dalle particolarità nazionali e dalla storia recente e remota di questo nostro paese . Abbiamo avuto quasi un secolo di monarchia e fascismo e mezzo secolo di democrazia bloccata a regime unico e quanto mai stabile , per non parlare dei poteri forti extraistituzionali che conosciamo . Non direi che abbiamo patito l ' anarchia . Che cos ' è allora questa sete di presidenzialismi , ricerca del nuovo o struggente nostalgia ? Ma lasciamo la storia e accontentiamoci della cronaca . Senza potere apparente e senza investitura diretta , il nostro Quirinale repubblicano ci ha fatto volentieri ascoltare rumore di sciabole ( Segni - De Lorenzo ) , nitriti di cavalli ( Gronchi - Tambroni ) , martellio di picconi ( Cossiga ) . Eppure erano bravi democratici . A palazzo Chigi abbiamo conquistato il record mondiale della stabilità con Giulio Andreotti e anche con Bettino Craxi . Pensate che cosa avrebbero combinato se fossero stati loro i beneficiari di un ' investitura diretta , non importa in quale palazzo , inamovibili per volontà popolare . Eppure erano ( sembravano ? ) bravi democratici , come per certo saranno ( sembreranno ? ) i loro successori . Non era forse Di Pietro un magistrato esemplare , prima di tracimare ? Eleggetelo pure ( lui o chi vi pare ) al Quirinale o come premier , senza poteri come in Austria o a imitazione dell ' Eliseo con un parlamento maggioritario . Qui nisciuno è austriaco , qui chi avrà venticinque milioni di voti farà un ' amnistia o un test nucleare come gli detterà l ' umore . Se c ' è un paese che avrebbe bisogno , ai suoi vertici , di più lacci e lacciuoli , pesi e contrappesi , controlli e revoche , decentramento e partecipazione , elasticità , insomma di più democrazia e meno autocrazia e arbitrio e immunità , questo paese siamo noi . Perciò facciamo il contrario . I saggi che scrissero la Costituzione commisero uno strano errore , stabilendo una procedura e una maggioranza speciale per le revisioni costituzionali ma non per le leggi elettorali . Così quel dannato referendum e il passaggio al sistema maggioritario ( già De Gasperi ci aveva profeticamente provato quarant ' anni prima ) hanno agito come un grimaldello e ora lo scasso procede al plastico . A che servono d ' altronde le elezioni senza riforme , se riconfermano lo stesso disordine e nulla cambia ? Anche questo argomento è diventato senso comune , e a me sembra l ' indice più eloquente del decadimento della politica e della sua riduzione a ragioneria . È il massimo del disarmo , della sfiducia , come dire che non si ha nulla da dire , un programma da proporre , una verità da affermare , una mobilitazione da promuovere , una sfida da lanciare , una speranza da alimentare , un consenso più alto da meritare .
Il messaggio ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Si dice che non bisogna dipingere il diavolo più brutto di quello che è . Ma con la triplice intesa Fini - Berlusconi - D ' Alema e l ' annesso supergoverno presidenzialista non si corre questo rischio . È così brutto che anche chi vorrebbe amarlo chiude gli occhi . Se per parte nostra abbiamo contribuito a diffondere questo senso di rigetto possiamo rallegrarcene . Se ora Letta , Tatarella e Mussi entrassero fisicamente nel governo Maccanico , anche i bambini si accorgerebbero del punto a cui siamo arrivati . Perciò non accadrà , non per pudore ma per cautela . Che differenza fa ? Possiamo aspettarci in futuro anche di peggio , se non si spezza il patto scellerato . Questo patto d ' acciaio , o di latta che sia , è stato stretto dai protagonisti in lunghi conciliaboli segreti , mentre pubblicamente ci prendevano in giro con la bozza Fisichella . Una condotta così disonesta la dice lunga sul grado di intimità raggiunto dai tre e dal disdegno in cui tengono le forme democratiche . Se c ' è nel Pds chi si sente ferito dal nostro furore più che da simili comportamenti , mi dispiace per lui . Con i quali comportamenti è stato impostato un golpe originale a sei mani , bianco e freddo : con un governo politico di lunga durata ( nelle intenzioni ) , una maggioranza politica del tutto estranea alla volontà degli elettori , una revisione in blocco della Costituzione senza mandato popolare . Volete di più ? Ora è certo che i protagonisti di questa avventura faranno pesare i rispettivi retropensieri , che dovranno fare i conti con le proprie truppe stordite e i propri alleati vilipesi , che metteranno acqua o additivi nel loro vino . Ma la bottiglia è sturata e il brindisi imbandito ( se non gli va di traverso ) . È come se fosse rinato un gigantesco e multiforme Caf , nel cui seno la concorrenza di potere prende il posto di ogni idea di alternativa o perfino di alternanza significativa . Il messaggio che arriva alla grande opinione pubblica è di una semplicità disarmante . È che la democrazia è una perdita di tempo , che rappresentanza e partecipazione sono parole vuote , che il potere e anzi il comando dev ' essere concentrato e interamente delegato . Ed è che questa concezione del potere accomuna oggi , salvo sfumature per specialisti , la quasi totalità delle forze politiche , già pressoché indistinguibili sul terreno dei programmi . È un mistero , per me , come mai tanti democratici non sappiano immaginare l ' effetto moltiplicatore che questo messaggio susciterà in un paese già spostato a destra come il nostro , dove il partito di Fini non è lontano dal primato . E come possano pensare di controllare questo effetto e di avvantaggiarsene più e meglio di Berlusconi , che della manipolazione di massa è l ' inventore e il beneficiario naturale . Forse il mistero si spiega con la mitridatizzazione subita da tanta parte della sinistra ufficiale , cioè con la credenza che assumendo gradualmente dosi di veleno sempre più alte si diventa immuni e si sopravvive anche a dosi da cavallo . Ovvero con la sindrome del re Mida che affligge il suo gruppo dirigente , ossia con la pretesa di convertire in oro tutto ciò che si tocca , sebbene la leggenda insegni che così si muore di fame e sete . O ancora con la presunzione e la vertigine da mosca cocchiera del suo leader , la mosca che in groppa a neri stalloni galoppanti non dubita d ' esser lei a guidare e vincere la corsa .
Pirro ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Bisogna andare all ' interno dell ' isola di Corfù per trovare degli ulivi fronzuti come quello che vincerà le elezioni del 21 aprile . La sua ombra si è dilatata a dismisura e al suo riparo c ' è di tutto , dalla sinistra estrema alla destra classica . La sua vittoria è aritmeticamente certa , anche se non sempre l ' aritmetica coincide con la politica . Fatto sta che le forze di discendenza comunista ( chiedo scusa al Pds ) possono contare su un serbatoio che con altre forze minori comprende più di un terzo dell ' elettorato , e che quasi tutto il vecchio pentapartito assemblato nel centro governativo di Dini può colmare facilmente la differenza . Al confronto , il Polo di destra appare piuttosto come un palo piallato , magari biforcuto ma spoglio di rami , fronde e festoni . Ammesso che Fini e Berlusconi conservino il consenso di un 40 per cento di elettori , non si vede dove altro possano pescare . Un ' impennata fascista ( chiedo scusa ) è sempre un ' eventualità , ma non sembrano crederci neppure loro . Annusano lo scacco e non nascondono l ' impaccio . Non è poi vero che la Lega corre sola , ha accordi di desistenza occulti e questo accresce ancora i margini di sicurezza dell ' ulivo di Corfù ? Se è lecito scherzare , la garanzia definitiva della nostra prevalenza viene dalla candidatura avversaria di Colletti , che in politica ( lo dico con sincero apprezzamento ) ha sempre perso per vocazione . Siccome alle elezioni , come anche alle Olimpiadi malgrado il marchese fondatore , non ci si va per partecipare ma per vincere con ogni mezzo , benissimo così . Ci sentiamo tranquillizzati , al riparo dai rischi di catastrofe , e quindi esentati una volta tanto dall ' obbligo di entusiasmarci e di imbrogliarci per pompare una vittoria già largamente assicurata dalla Fiat . Diciamo allora senza infingimenti che , trattandosi di una vittoria altamente drogata , sarà a rischio di squalifica un ' ora dopo . Battuti sul campo , Fini e Berlusconi siederanno di nuovo con tutti gli onori al tavolo delle riforme presidenzialiste già pattuite . Il pavone megalomane che stampa il suo nome a lettere cubitali sulle schede farà la ruota , e tornerà a fare l ' arbitro che s ' intende venduto . Anemizzato dalle desistenze e con una rappresentanza sminuita , il Pds sarà accerchiato da torme di centristi rinvigoriti e declassato da donatore di sangue a portatore d ' acqua , nel momento stesso in cui gli parrà di coronare il lungo sogno governativo . E all ' opposizione avremo cinquanta deputati . Più o meno questo sarà lo scenario postelettorale , che sarebbe arduo interpretare come una sconfitta della destra e una vittoria della sinistra . Il re dell ' Epiro passò infelicemente alla storia per vittorie di questo tipo , e conviene saperlo prima per essere meglio attrezzati dopo . Pazienza se ci arrivassimo senza una qualche visibilità e distinzione di sostanza e di fisionomia , il peggio è che ci arriviamo avendo accreditato fatalmente forme e meccanismi della politica che sono della politica una parodia e della democrazia una negazione . Quando ci si curva sotto queste forche caudine è poi molto faticoso raddrizzare la schiena e ricominciare « da sinistra » , anche dando a questa parola il significato più blando .
Rivelazioni ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
L ' aggressione sessuale invertita ( lei dirigente molesta , lui dipendente molestato in ufficio ) è da ridere , la lotta carrieristico - aziendale è interessante e divertente : ancora una volta la campagna promozionale altera il senso d ' un film vendendo fumo agli spettatori , ancora una volta un eventuale tema sociale viene usato come valore pubblicitario aggiunto . È francamente difficile fare a meno di ridere vedendo lo sciupacchiato Michael Douglas , incalzato dalla bellissima Demi Moore , semispogliato , eccitato , manipolato da lei con masturbazione e fellatio , attaccare a strepitare : « No , no , ho una famiglia , smettila , non voglio » , e scappare via inseguito dalle vendicative minacce di lei . In passato i due sono stati amanti molto ardenti . Nel presente lei è stata nominata al posto di lui vicepresidente della società e , dopo esser stata rifiutata , lo accusa di molestie sessuali , rendendo così disagevole la permanenza in azienda di lui che controaccusa deciso a difendersi e a ristabilire la verità dei fatti , in un ' aspra contesa paragiudiziaria . Nell ' evolversi della storia , si saprà che l ' accusa di molestie sessuali era una trappola programmata e pianificata dal presidente della società con la complicità di Demi Moore per liberarsi di Douglas , professionista onesto e serio che non avrebbe coperto certi pasticci aziendali combinati per spendere meno a danno dei prodotti , capaci , se rivelati , di mettere in crisi la vantaggiosa fusione con un ' altra società . Naturalmente , alla fine la donna cattiva viene sbugiardata , umiliata , sconfitta : e l ' uomo virtuoso vince , anche grazie a un ' altra donna dirigente , personaggio che serve a scansare ogni imputazione di misoginia e antifemminismo . Michael Crichton , lo scrittore dal cui romanzo edito da Garzanti deriva il film , risulta anche stavolta un gran narratore di intrighi appassionanti che sommano molti elementi d ' attrazione . Se il sesso è risibile , il conflitto aziendale e il confronto ostile sono interessanti . È suggestiva l ' azienda altamente tecnologica , collocata in una scenografia che mescola tradizione e ipermodernità , corredata di tutti i possibili sistemi e gadget elettronici , arricchita da un ' apparecchiatura di realtà virtuale che ha importanza decisiva nella vicenda , resa eloquente da un particolare linguaggio professionale . È teso il rapporto tra Douglas e sua moglie , è bellissima la città di Seattle , è strano che l ' interprete dell ' avvocatessa di lui si chiami Roma Maffia ( pseudonimo ? Speriamo ) . È abbastanza fuori del comune il modo diretto in cui vengono descritti uno speciale cinismo industriale e quel duro « rapporto d ' uso » tra persone che appare sempre più dominante .
Camerieri ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
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Un ristorante chiamato Eden , affacciato sul mare bellissimo , circondato da terreni abbandonati rognosi invasi dai rifiuti . Un gruppo di camerieri che neppure l ' emergenza e il rischio della disoccupazione riescono a rendere meno rissosi , egocentrici , cialtroni . Un gruppo di nuovi padroni riuniti a banchetto , volgarissimi , trucidi , forse delinquenti , prepotenti e crudeli con i dipendenti . Un ' unica speranza per i lavoratori : affidata al caso , alla vincita al Totocalcio . Sarà mica l ' Italia ? Leone Pompucci , trentatré anni , romano , ex fotografo , già autore del mediocre Mille bolle blu , ha fatto un film non senza difetti ma assai singolare e interessante : rinunciando all ' identificazione complice , alla facilità , alla satira compiacente - indulgente , all ' ansia di piacere abituali della commedia o della comicità italiane , ha scelto i toni d ' un grottesco espressionista aspro , sgradevole e umano , temperandoli con l ' uso intelligente di attori popolari bravi e con la fotografia specialmente bella di Massimo Pau . Scritto dal regista insieme con Filippo Pichi e Paolo Rossi , il film racconta lo squallore brutale d ' una domenica di alcuni camerieri e un cuoco . Sono cinque . Paolo Villaggio , magnifico nel personaggio di un capocameriere vanesio e cattivo che ( come tanti leader della vecchia generazione ) pretende di saper fare tutto , vanta il proprio glorioso passato e l ' esperienza , disprezza e maltratta i più giovani , ma in realtà sbaglia tutto e rischia di portare il gruppo alla rovina . Diego Abatantuono , seducente ex calciatore sedotto dagli oggetti del lusso e dalle corse dei cani , giocatore sfortunato carico di debiti , pronto a derubare donne e bambini , velleitario ostinato sognatore d ' un futuro radioso . Marco Messeri , ex suonatore di fisarmonica , artista immaginario e quasi pazzo . Enrico Salimbeni , ragazzo volenteroso e fiducioso al suo primo giorno di lavoro , sopraffatto dalla realtà caotica e crudele . Antonio Catania , cuoco mitomane , devoto della Madonna , spietato con l ' aiutante filippino quanto i padroni sono spietati coi camerieri . Durante un banchetto di nozze d ' oro , i camerieri dovrebbero dar prova della loro perizia ai nuovi padroni che possono o no licenziarli : ma sono incapaci , distratti , casinisti , e soltanto la fortuna li salverà . Cucce abiette in cucina per il sonno dei camerieri , scarafaggi galoppanti sul pavimento , gran discettare sui piedi e su come curarli , radio accesa sulle partite di calcio , sterrati pasoliniani , giochi di carte , furti reciproci . E tra i padroni telefonini , cinismo , malvagità mascherata da scherzo , turpiloquio , donne scontente ipertruccate e ingioiellate , sopraffazione . In un film espressionista non è il caso di cercare verosimiglianza , di stupirsi delle esagerazioni del reale né di chiedersi come mai i camerieri quasi mai lavorino : i difetti stanno piuttosto nell ' andamento monocorde senza gran sviluppi drammaturgici , nell ' impianto rigidamente teatrale ( si pensa a Nemico di classe di Nigel o a Comedians di Griffith nella messa in scena del Teatro dell ' Elfo con la regia di Gabriele Salvatores ) . Il capofamiglia padrone Carlo Croccolo e suo figlio Antonello Fassari sono efficacemente laidi ; Ciccio Ingrassia e Sandra Milo , in brevi apparizioni malinconiche , sono commoventi .
Il profumo di Yvonne ( Tornabuoni Lietta , 1995 )
StampaQuotidiana ,
Patrice Leconte è il singolare regista francese di film comici o parodistici , di L ' insolito caso di Mr . Hire tratto da un romanzo di Georges Simenon , di Il marito della parrucchiera che rivelò il fascino di Anna Galiena . Anche stavolta c ' è un romanzo , Villa triste di Patrick Modiano ( editore Rusconi ) , anche stavolta c ' è una nuova giovane attrice : Sandra Majani , nata a Denden in Olanda , iscritta al Conservatorio di danza classica a Rotterdam , modella a Parigi anche per spot pubblicitari , faccia carina , corpo straordinariamente bello . Stavolta non c ' è un ' ossessione amorosa , ma il filtro flou della memoria , la malinconia d ' un ricordo persistente come un forte profumo dolce . In primo piano , con la faccia arrossata dal riverbero del fuoco d ' un caminetto , con un ' espressione meditabonda variata a volte da un sorrisetto allusivo , il protagonista rievoca l ' estate del 1958 « in cui la mia vita si mise ad oscillare » : quando , trovandosi in una cittadina turistica francese sul lago al confine con la Svizzera , sotto falso nome , in una condizione precaria e clandestina per sottrarsi al richiamo alle armi e alla guerra d ' Algeria che fa da inquieto sfondo alla storia , aveva incontrato due personaggi indimenticati . La bellissima Yvonne , aspirante attrice , civetta e misteriosa , amante ardente , sfuggente ; e un anziano medico omosessuale accompagnatore e protettore di lei , un uomo brillante , generoso , nevrotico , inasprito , autodistruttivo . Il protagonista perde la ragazza , il medico perde se stesso . Non si perde la nostalgia di quella estate radiosa , insicura , sensuale , mondana , malinconica . Il film letterario che rischia continuamente il ridicolo è reso più credibile dal corpo magnifico della ragazza e dalla disperazione furente dell ' omosessuale interpretato bene da Jean - Pierre Marielle , mentre il protagonista rimane una opaca figura sfumata di testimone : pesa su tutto un ' atmosfera antiquata ed elegante , non spiacevole ma poco interessante .