StampaQuotidiana ,
Commedia
romantica
brillante
,
aggraziata
,
scritta
bene
da
Richard
Curtis
e
ben
realizzata
da
Mike
Newell
di
Ballando
con
uno
sconosciuto
,
segue
la
storia
di
un
amore
e
di
un
gruppo
di
amici
attraverso
quattro
cerimonie
nuziali
e
una
cerimonia
funebre
:
riti
sociali
,
occasioni
d
'
incontro
,
appuntamenti
del
sentimento
.
Al
primo
matrimonio
,
protestante
,
lui
e
lei
,
inglese
e
americana
,
si
conoscono
,
si
piacciono
,
vanno
a
letto
insieme
,
si
separano
.
Al
secondo
matrimonio
,
cattolico
,
si
rivedono
(
lei
è
col
fidanzato
)
,
ancora
si
piacciono
,
vanno
a
letto
insieme
,
si
separano
.
11
terzo
matrimonio
,
in
stile
scozzese
,
è
quello
di
lei
:
si
rincontrano
,
durante
la
festa
di
nozze
un
amico
carissimo
ha
un
attacco
di
cuore
e
al
suo
funerale
lui
e
lei
si
ritrovano
,
si
separano
.
Il
quarto
matrimonio
è
quello
di
lui
:
lei
vi
partecipa
sola
,
ha
già
lasciato
il
marito
;
lui
all
'
ultimo
minuto
rinuncia
a
sposarsi
;
baci
e
impegni
sono
il
segno
di
un
amore
finalmente
riconosciuto
,
accettato
.
Confusione
amorosa
,
equivoci
del
cuore
,
frustrazioni
,
dubbi
su
se
stessi
,
pudori
orgogliosi
,
resistenza
e
poi
resa
alle
responsabilità
della
vita
adulta
.
Alle
nozze
,
champagne
,
scemenze
,
abiti
da
sposa
(
«
Sembra
un
'
enorme
meringa
»
)
,
sacerdoti
impacciati
,
allegria
,
ritardi
quasi
catastrofici
,
anelli
nuziali
dimenticati
,
gaffes
,
pasticci
,
cristalli
,
porcellane
,
fiori
,
risate
,
giovinezza
.
Nel
gruppo
di
amici
,
la
complicità
divertita
,
la
lunga
conoscenza
,
gli
scherzi
reciproci
,
l
'
affetto
:
la
commozione
,
al
funerale
,
per
l
'
amico
che
se
n
'
è
andato
e
per
il
toccante
addio
del
suo
compagno
.
Hugh
Grant
è
un
protagonista
romantico
di
prim
'
ordine
.
Quanto
a
successo
internazionale
,
Quattro
matrimoni
e
un
funerale
è
quasi
un
film
-
fenomeno
:
negli
Stati
Uniti
ha
incassato
oltre
40
milioni
di
dollari
,
in
Australia
è
tra
í
primi
venti
incassi
d
'
ogni
tempo
,
in
Francia
l
'
hanno
visto
due
milioni
di
persone
.
Per
una
commedia
molto
inglese
di
costo
medio
-
basso
il
risultato
è
così
insolitamente
positivo
da
aver
suscitato
interrogativi
,
analisi
.
Com
'
è
che
piace
tanto
?
Le
ipotesi
sono
varie
.
Perché
,
paradossalmente
,
«
la
gente
non
crede
più
nel
matrimonio
ma
non
si
arrende
a
non
crederci
»
,
dice
il
sociologo
francese
François
de
Singly
.
Perché
,
al
di
là
della
storia
d
'
amore
,
il
film
(
come
Gli
amici
di
Peter
o
Il
grande
freddo
)
elegge
protagonista
il
gruppo
di
amici
,
famiglia
di
elezione
,
banda
solidale
che
comprende
un
sordo
,
una
grunge
,
due
omosessuali
,
una
chic
inzitellita
per
amore
non
corrisposto
,
un
aristocratico
buffo
malato
di
solitudine
.
Perché
,
infine
,
ignora
del
tutto
ciò
che
ci
angoscia
nei
Novanta
,
guerre
,
crisi
economiche
,
conflitti
etnici
,
Aids
,
politica
brutta
,
violenza
,
disoccupazione
(
i
personaggi
paiono
anzi
non
avere
alcun
mestiere
né
professione
,
non
lavorare
affatto
)
:
e
in
nome
dell
'
amore
mette
insieme
il
glamour
del
lusso
,
il
fascino
tossico
delle
tradizioni
,
il
piacere
un
poco
vile
dell
'
oblio
.
StampaQuotidiana ,
Commedia
qualsiasi
,
ricalcata
su
A
spasso
con
Daisy
.
Rispetto
al
modello
sono
leggermente
diversi
i
personaggi
:
la
vecchia
signora
ricca
non
è
una
vegliarda
ebrea
ma
la
vedova
d
'
un
presidente
americano
che
sta
morendo
per
un
tumore
al
cervello
,
l
'
uomo
ai
suoi
ordini
non
è
un
autista
nero
anziano
ma
un
giovane
agente
dei
Servizi
segreti
a
capo
d
'
un
gruppo
di
guardie
del
corpo
.
Sono
diversi
i
problemi
.
Qui
non
si
discute
di
pregiudizi
verso
í
neri
e
gli
ebrei
né
della
faticosa
integrazione
razziale
negli
Stati
Uniti
,
si
discute
appena
d
'
una
questione
minore
:
se
sia
ragionevole
oppure
no
che
i
soldi
dei
contribuenti
vengano
spesi
per
fornire
piena
protezione
a
tutti
gli
ex
presidenti
americani
,
alle
loro
mogli
e
alle
loro
vedove
(
adesso
,
per
esempio
,
alla
signora
Johnson
,
ai
Ford
,
ai
Carter
,
ai
Reagan
,
ai
Bush
)
.
Per
il
resto
,
conflitto
di
caratteri
.
L
'
ex
presidentessa
Tess
è
prepotente
,
abituata
a
comandare
e
a
farsi
servire
,
brusca
,
insofferente
delle
guardie
del
corpo
e
portata
(
come
era
Sandro
Pertini
)
a
sfuggire
alla
loro
sorveglianza
un
po
'
per
metterle
alla
prova
e
un
po
'
per
sfotterle
,
tanto
aggressiva
ed
esigente
da
far
scambiare
per
capriccio
il
proprio
desiderio
di
rivedere
prima
di
morire
luoghi
cari
e
cose
belle
della
vita
.
Lui
è
un
bravo
agente
esasperato
da
quel
servizio
di
protezione
professionalmente
mortificante
e
ansioso
di
lasciarlo
,
stufo
di
venir
trattato
come
un
cameriere
o
un
parente
,
che
cerca
compensi
nel
fare
il
proprio
lavoro
col
massimo
scrupolo
e
rigore
.
Lei
è
turbolenta
,
anticonformista
ma
pronta
a
fare
la
spia
ricorrendo
al
presidente
in
carica
se
qualcosa
non
va
;
lui
è
un
uomo
d
'
ordine
.
Naturalmente
si
scontrano
,
battibeccano
,
si
rimbeccano
,
litigano
,
non
si
sopportano
.
Naturalmente
nel
momento
del
pericolo
(
un
rapimento
di
lei
,
male
ideato
dalla
sceneggiatura
)
si
scopre
quanto
in
realtà
si
vogliano
bene
,
quali
buoni
sentimenti
materno
-
filiali
li
leghino
.
Unici
elementi
interessanti
:
una
volta
tanto
Shirley
MacLaine
è
vestita
bene
,
una
volta
tanto
non
strafa
né
gigioneggia
,
ha
invece
una
recitazione
controllata
,
quasi
sommessa
.
StampaQuotidiana ,
È
stato
un
giornale
della
sinistra
dissidente
italiana
,
«
il
Manifesto
»
,
a
parlare
di
un
nuovo
Patto
Anticomintern
contro
la
Cina
di
Mao
da
parte
della
Russia
sostanzialmente
allineata
alla
Germania
di
Bonn
e
al
Giappone
.
È
una
espressione
portata
ai
limiti
del
paradosso
ma
che
non
manca
di
nascondere
un
briciolo
di
verità
.
La
reazione
di
Mosca
all
'
avvicinamento
cino
-
americano
si
è
manifestata
subito
in
due
diverse
direzioni
:
l
'
ulteriore
miglioramento
dei
rapporti
con
la
Germania
federale
,
nella
linea
già
tracciata
dalla
Ostpolitik
,
e
la
ripresa
del
dialogo
col
Giappone
(
senza
contare
l
'
India
)
.
Non
c
'
è
dubbio
:
il
rapido
accordo
su
Berlino
,
dopo
mesi
di
estenuanti
trattative
e
pur
col
permanere
di
formule
largamente
equivoche
per
gli
occidentali
,
non
sarebbe
stato
possibile
senza
la
precisa
volontà
sovietica
di
creare
una
zona
di
distensione
e
di
tranquillità
in
Europa
,
quasi
contrappeso
al
crescente
conflitto
con
la
Cina
.
È
chiaro
che
l
'
intesa
sulla
ex
-
capitale
tedesca
rappresenta
solo
il
primo
passo
per
la
realizzazione
della
conferenza
sulla
sicurezza
europea
:
obiettivo
essenziale
della
diplomazia
russa
,
angosciata
dalla
prospettiva
di
una
lotta
su
due
fronti
.
In
questo
disegno
si
inserisce
il
clamoroso
annuncio
della
visita
di
Breznev
in
ottobre
a
Parigi
.
I
rapporti
franco
-
russi
non
erano
più
quelli
,
preferenziali
,
di
De
Gaulle
;
l
'
ultimo
viaggio
di
Pompidou
a
Mosca
si
era
svolto
in
un
clima
di
cortesia
ma
anche
di
freddezza
protocollare
ben
lontano
dal
calore
riservato
al
generale
che
continuava
ad
inseguire
il
sogno
dell
'
Europa
dall
'
Atlantico
agli
Urali
.
Se
il
segretario
del
partito
comunista
sovietico
-
un
uomo
che
non
ama
i
viaggi
e
tanto
meno
i
viaggi
nei
paesi
occidentali
-
ha
deciso
di
compiere
la
prima
rilevante
eccezione
verso
l
'
Ovest
con
la
mossa
francese
,
non
è
certo
per
una
particolare
solidarietà
ideologica
fra
la
Russia
di
Breznev
e
la
Francia
di
Pompidou
o
per
un
improvviso
rispuntare
delle
nostalgie
della
«
Duplice
Alleanza
»
,
abbastanza
lontane
dal
concretismo
e
dal
realismo
della
diplomazia
sovietica
nell
'
attuale
fase
metternichiana
:
è
solo
perché
nessuna
conferenza
sulla
sicurezza
europea
è
possibile
senza
il
«
sì
»
di
Parigi
.
Non
è
esclusa
qualche
analoga
mossa
spettacolare
dell
'
Urss
nei
riguardi
dell
'
Italia
:
un
altro
paese
cui
la
Russia
continua
a
guardare
con
inquieto
interesse
,
in
una
linea
che
potrebbe
non
coincidere
sempre
con
le
valutazioni
del
Pci
.
La
stessa
scadenza
,
ormai
imminente
,
delle
elezioni
presidenziali
potrebbe
essere
vista
da
Mosca
al
fine
di
favorire
,
attraverso
i
voti
comunisti
,
la
scelta
del
candidato
più
«
disponibile
»
sul
piano
della
politica
estera
,
al
di
fuori
di
ogni
collocazione
nello
schieramento
interno
.
Dalla
conferenza
europea
la
Russia
si
aspetta
soprattutto
mani
libere
per
il
duello
con
la
Cina
.
Tutte
le
mosse
di
Mosca
in
Europa
e
nel
Medio
Oriente
vanno
collocate
nel
quadro
della
inasprita
tensione
con
Pechino
,
confermata
dalle
recenti
manovre
militari
sovietiche
ai
confini
della
Cina
,
nella
zona
della
Transbaikalia
.
La
tensione
con
la
Romania
si
è
acuita
in
proporzione
diretta
al
graduale
spostamento
di
Ceausescu
verso
la
amicizia
con
Mao
:
nessuno
ha
smentito
le
notizie
che
un
aereo
sovietico
sarebbe
stato
abbattuto
mesi
fa
dalla
contraerea
romena
.
Il
giro
di
valzer
filo
-
cinese
di
Bucarest
e
Belgrado
,
in
singolare
e
sia
pure
indiretta
sintonia
con
Tirana
,
non
manca
di
preoccupare
Mosca
,
più
che
mai
paralizzata
dalla
psicosi
dell
'
accerchiamento
.
Né
i
confini
ideologici
contano
ormai
più
niente
.
La
Russia
,
in
pessimi
rapporti
col
comunista
Ceausescu
,
è
in
eccellenti
relazioni
coi
colonnelli
di
Atene
,
tutt
'
altro
che
inclini
a
liberalizzare
il
loro
regime
dittatoriale
e
fascista
dopo
il
nuovo
giro
di
vite
di
Papadopulos
.
E
l
'
Egitto
,
alleato
dell
'
Unione
Sovietica
sul
piano
internazionale
e
tributario
di
Mosca
per
tutte
le
armi
destinate
a
combattere
Israele
,
non
pensa
neppure
per
un
momento
di
bloccare
il
processo
contro
il
capo
dei
comunisti
egiziani
,
Ali
Sabri
:
fortunato
che
a
lui
e
ai
suoi
colleghi
sia
stata
riserbata
la
sorte
di
richiesta
formale
di
condanna
a
morte
e
non
il
linciaggio
dei
comunisti
massacrati
nel
Sudan
,
dopo
la
«
graziosa
»
operazione
dell
'
altro
colonnello
di
turno
,
Gheddafi
,
l
'
alleato
di
Dom
Mintoff
nella
vicenda
di
Malta
e
il
vero
protagonista
della
nuova
Federazione
araba
.
Dovunque
,
nel
terzo
mondo
,
è
in
atto
una
competizione
sempre
più
serrata
fra
Cina
e
Russia
.
Il
mondo
arabo
respinge
il
comunismo
ma
è
più
che
mai
vincolato
all
'
influenza
,
condizionante
,
di
Mosca
.
Nell
'
Africa
nera
,
l
'
infiltrazione
cinesesi
approfondisce
e
si
estende
a
danno
di
quella
sovietica
.
Mosca
ha
teso
la
mano
a
Indira
Gandhi
,
che
ha
dovuto
fare
pure
qualche
rinuncia
alla
tesi
del
«
non
allineamento
»
per
firmare
il
patto
ventennale
di
amicizia
con
l
'
Urss
:
patto
in
funzione
anti
-
cinese
e
anti
-
pakistana
.
Podgorni
annuncia
un
viaggio
ad
Hanoi
:
quasi
a
controbilanciare
l
'
influenza
cinese
,
certamente
decrescente
nel
nord
-
Vietnam
dopo
la
svolta
.
Nel
caso
di
ulteriore
avvicinamento
cino
-
americano
consacrato
dall
'
eventuale
successo
del
viaggio
di
Nixon
,
è
certo
che
la
Russia
correrà
ai
ripari
.
Tentativo
di
garantirsi
le
spalle
in
Europa
,
attraverso
la
dottrina
della
«
sovranità
limitata
»
rigidamente
applicata
all
'
Est
e
sapientemente
combinata
con
una
«
sicurezza
»
dell
'
Ovest
ad
uso
di
Mosca
;
allacciamento
di
buoni
rapporti
in
Asia
con
tutti
i
paesi
che
siano
in
qualunque
modo
danneggiati
dalla
nuova
linea
americana
,
la
linea
flessibile
e
realistica
di
Nixon
.
Giappone
in
testa
:
il
primo
paese
che
l
'
America
ha
due
volte
offeso
nel
corso
di
pochi
mesi
,
con
la
bomba
della
visita
di
Nixon
a
Pechino
e
con
quella
specie
di
«
Hiroshima
»
valutaria
che
è
stata
l
'
operazione
dollaro
,
causa
di
gravissime
perdite
per
l
'
economia
nipponica
,
proprio
in
coincidenza
,
casuale
ma
rivelatrice
,
con
l
'
anniversario
dell
'
armistizio
del
'45
.
Tutti
gli
equilibri
tendono
a
rovesciarsi
;
mentre
il
divario
strategico
fra
Usa
e
Urss
si
accentua
in
modo
inquietante
nel
settore
missilistico
e
il
rapporto
fra
Patto
di
Varsavia
e
Patto
Atlantico
peggiora
a
danno
dell
'
Occidente
nel
campo
delle
armi
convenzionali
.
Se
l
'
Europa
non
troverà
la
via
di
organizzarsi
rapidamente
come
forza
autonoma
e
autosufficiente
,
rischia
di
non
contare
assolutamente
più
niente
sul
piano
dei
rapporti
di
potenza
,
ormai
svincolati
dalla
logica
di
Yalta
e
trasferiti
sul
terreno
di
una
Realpolitik
appena
corretta
dall
'
equilibrio
del
terrore
.
E
non
vorremmo
che
un
giorno
Ciu
En
-
lai
ci
mandasse
un
messaggio
con
lo
stesso
spirito
con
cui
lo
ha
inviato
giorni
fa
alla
cara
ma
innocua
Repubblica
di
San
Marino
.
L
'
ironia
non
è
l
'
ultima
risorsa
della
diplomazia
cinese
.
StampaQuotidiana ,
C
'
è
una
scena
davvero
straordinaria
.
Il
figlio
killer
Tim
Roth
,
tornato
dopo
anni
di
assenza
e
per
uccidere
nel
proprio
quartiere
,
umilia
il
padre
Maximilian
Schell
minacciandolo
di
morte
:
in
uno
spiazzo
urbano
nevoso
e
lurido
lo
costringe
a
levarsi
il
cappotto
;
lo
obbliga
con
la
pistola
a
togliersi
i
pantaloni
;
gli
impone
con
ordini
brevi
e
rauchi
come
latrati
d
'
inginocchiarsi
davanti
a
lui
.
Gli
schiaccia
con
insolenza
beffarda
la
faccia
nella
neve
sporca
e
se
ne
va
:
il
padre
resta
lì
solo
,
finito
,
vinto
.
Raramente
s
'
era
visto
raccontare
in
immagini
altrettanto
efficaci
e
tanto
intense
da
risultare
quasi
insopportabili
l
'
odio
filiale
(
che
è
anche
odio
generazionale
,
etico
,
culturale
)
e
un
'
uccisione
simbolica
del
padre
(
che
è
pure
cancellazione
,
smentita
dell
'
universo
paterno
)
.
Al
confronto
,
risulta
deludente
il
resto
del
melodramma
di
malavita
sentimentale
e
moralistico
,
dominato
da
una
fascinazione
retorica
per
la
violenza
assassina
,
corretto
,
confezionato
tecnicamente
senza
incertezze
né
errori
.
L
'
ambizione
del
regista
,
debuttante
ventiquattrenne
americano
,
è
naturalmente
massima
:
la
tragedia
greca
a
Brooklyn
.
E
non
si
realizza
,
come
non
si
realizzano
altre
sue
ambizioni
.
Little
Odessa
,
ad
esempio
.
È
interessante
l
'
idea
di
descrivere
il
quartiere
degli
ebrei
russi
newyorkesi
,
con
i
suoi
abitanti
lacerati
tra
modernità
e
tradizione
,
oscillanti
fra
due
culture
e
due
criminalità
antitetiche
:
ma
questo
elemento
è
appena
nominato
e
sfiorato
,
nel
film
che
sembra
di
conoscere
a
memoria
tanto
è
simile
a
mille
altri
mille
volte
visti
al
cinema
o
alla
tv
.
È
bella
l
'
idea
di
far
raccontare
l
'
intera
vicenda
dal
fratello
minore
del
giovane
killer
,
un
ragazzino
al
limite
tra
l
'
ammirazione
amorosa
del
nero
potere
violento
del
fratello
e
il
legame
profondo
,
impaziente
,
con
i
genitori
,
con
la
nonna
,
con
i
valori
di
normalità
e
di
sicurezza
da
loro
rappresentati
:
ma
questa
idea
quasi
subito
si
perde
,
o
si
svuota
.
È
tipico
d
'
ogni
regista
giovane
il
tema
del
disfacimento
della
famiglia
,
in
questo
caso
formata
da
madre
morente
per
un
cancro
al
cervello
,
padre
debole
e
adultero
,
nonna
rincitrullita
,
figlio
adolescente
smarrito
,
figlio
maggiore
assassino
espulso
dalle
mura
domestiche
:
ma
questo
tema
(
salvo
la
pulsione
d
'
odio
per
il
padre
)
diventa
appena
un
catalogo
o
un
'
elencazione
,
senza
nutrirsi
nella
storia
che
nasce
dal
ritorno
del
killer
e
si
conclude
con
il
killer
che
riparte
dopo
aver
visto
morire
anche
per
colpa
propria
tutti
quelli
che
amava
.
Capita
insomma
a
Little
Odessa
quanto
succede
adesso
a
molti
film
americani
:
buone
idee
,
buona
tecnica
,
limitata
capacità
registica
e
aridità
narrativo
-
emotiva
,
ne
fanno
appena
contenitori
ingannevoli
,
qualcosa
di
simile
a
un
giornale
con
titoli
brillanti
-
promettenti
e
articoli
vacuo
-
deludenti
.
Ma
restano
a
distinguere
il
film
molti
elementi
.
La
sequenza
di
cui
s
'
è
detto
.
Tim
Roth
,
attore
eccellente
e
monotono
(
magari
anche
perché
gli
affidano
personaggi
sempre
simili
)
,
killer
algido
,
esatto
,
orrendamente
violento
.
Vanessa
Redgrave
,
bravissima
agonizzante
,
che
nella
breve
parte
della
madre
offre
la
prova
di
recitazione
migliore
.
È
un
rapporto
del
regista
con
il
cinema
che
appare
d
'
una
naturalezza
e
competenza
piuttosto
rare
al
primo
film
.
StampaQuotidiana ,
Nella
bella
biografia
dedicata
a
Berlinguer
da
Gorresio
un
capitolo
s
'
intitola
«
Di
fronte
ai
cattolici
»
.
Berlinguer
come
Lenin
:
«
L
'
unità
della
lotta
per
un
paradiso
in
terra
che
preme
più
dell
'
unità
delle
opinioni
per
un
paradiso
in
cielo
»
.
Prescindo
da
Berlinguer
,
che
,
per
quanto
so
,
è
rispettosissimo
della
fede
religiosa
delle
persone
a
lui
più
vicine
,
né
fa
opera
di
proselitismo
ateistico
.
Ma
l
'
espressione
di
Lenin
è
da
considerare
:
siano
con
tutti
noi
coloro
che
vogliono
conquistare
un
paradiso
in
terra
;
poco
importa
se
poi
c
'
è
tra
loro
chi
crede
anche
ad
un
paradiso
in
cielo
.
Non
so
quale
significato
avesse
per
Lenin
l
'
espressione
«
paradiso
in
terra
»
;
certo
non
dimenticava
che
la
sofferenza
,
le
malattie
,
la
decadenza
della
vecchiaia
,
la
perdita
delle
persone
care
,
non
sono
eliminabili
dal
cammino
umano
.
Ma
,
nato
nel
1870
,
avendo
a
diciassette
anni
visto
un
fratello
condannato
a
morte
per
complotto
,
avendo
conosciuto
a
25
la
prigione
e
poi
la
deportazione
in
Siberia
,
e
soprattutto
essendo
vissuto
in
una
Russia
dove
ancora
dovevano
essere
forti
le
tracce
della
servitù
della
gleba
,
l
'
arbitrio
della
polizia
era
praticamente
senza
limiti
,
mentre
c
'
erano
signori
con
tenute
delle
dimensioni
di
una
provincia
e
patrimoni
in
gioielli
valutabili
a
centinaia
di
milioni
di
allora
,
ed
il
popolo
era
quello
che
appare
da
Dostoevskij
(
l
'
ubriachezza
unica
consolazione
dello
squallore
,
la
prostituzione
unica
risorsa
per
le
ragazze
povere
)
,
poteva
chiamare
paradiso
anche
la
vita
dignitosa
che
l
'
operaio
tedesco
e
francese
cominciavano
a
conquistare
ed
avrebbero
raggiunto
alla
vigilia
della
prima
guerra
mondiale
.
Se
così
inteso
,
il
motto
di
Lenin
poteva
accettarsi
,
sia
pure
con
la
riserva
sulla
liceità
dell
'
uso
dello
stesso
vocabolo
ad
indicare
tanto
qualcosa
di
relativo
,
imperfetto
e
transitorio
,
come
qualcosa
di
assoluto
ed
eterno
.
Però
già
allora
l
'
espressione
imponeva
una
ulteriore
riserva
,
ed
oggi
questa
è
più
valida
che
mai
,
quanto
meno
per
i
cristiani
,
cui
Lenin
si
riferiva
.
Giacché
non
si
dà
contrasto
tra
i
due
paradisi
nella
comune
e
volgare
accezione
di
un
paradiso
di
Maometto
,
che
ripeterebbe
abbellita
una
vita
terrestre
(
nella
quale
può
anche
enunciarsi
che
il
paradiso
è
all
'
ombra
delle
spade
)
,
con
tutti
i
godimenti
carnali
,
della
gola
e
del
sesso
;
il
paradiso
cristiano
è
invece
quello
cui
si
perviene
con
la
rinuncia
,
l
'
accettazione
,
la
sofferenza
.
C
'
è
,
sì
,
la
ricchezza
barriera
insormontabile
per
entrare
nel
regno
di
Dio
;
e
si
può
attenuare
il
«
discorso
delle
beatitudini
»
,
ricordando
che
basta
la
povertà
sia
nello
spirito
;
ma
non
si
può
cancellare
la
beatitudine
per
gli
afflitti
,
i
miseri
,
i
pacifici
.
Non
si
può
capovolgere
il
Vangelo
e
non
scorgere
che
in
esso
la
vita
terrena
è
quella
della
sofferenza
:
sempre
evocati
i
ciechi
,
i
paralitici
,
i
lebbrosi
,
le
madri
che
piangono
il
figlio
morto
.
Per
questo
,
rispettosissimo
sempre
di
tutte
le
opinioni
,
mi
riesce
impossibile
accettare
un
Cristianesimo
che
in
nome
della
giustizia
ami
la
violenza
.
(
La
si
ama
,
diciamolo
pure
;
accettatala
,
non
è
più
un
male
necessario
,
perché
al
pari
dell
'
Eros
,
la
violenza
ha
una
sua
voluttà
,
non
è
lo
strumento
di
cui
l
'
uomo
si
serve
quando
gli
occorre
,
per
poi
gettarlo
,
ma
prende
l
'
uomo
:
chi
si
guarda
intorno
sa
che
il
ricordo
di
un
'
azione
di
guerra
in
cui
rifulse
il
coraggio
è
nella
mente
di
chi
la
compì
ricordo
più
luminoso
di
ogni
azione
di
bontà
,
di
ogni
salvataggio
di
un
fratello
)
.
Non
posso
accettare
un
Cristianesimo
che
non
aggiunga
alla
sua
visione
della
giustizia
che
essa
importa
anche
per
tutti
,
volonterosi
o
riluttanti
,
il
distacco
da
troppi
godimenti
terreni
;
che
un
paradiso
(
molto
relativo
)
cristiano
su
questa
terra
può
essere
solo
quello
di
una
cristianità
distaccata
dagli
agi
,
dal
prestigio
,
dalla
fama
,
che
accetta
una
generale
umiltà
.
Trasportate
al
nostro
tempo
,
le
parole
di
Lenin
,
per
ammettere
sinceramente
nelle
proprie
file
di
combattenti
anche
quelli
che
credono
nel
regno
dei
cieli
,
dovrebbero
suonare
:
«
Uniti
tutti
quelli
che
non
vogliamo
spargere
sangue
né
togliere
la
libertà
ad
alcuno
,
per
assicurare
una
società
di
eguali
nel
godimento
dei
beni
economici
,
di
aiuto
reciproco
;
e
allora
poco
può
importarci
che
tra
questi
vi
sia
chi
crede
pure
in
un
regno
dei
cieli
»
.
Ma
la
rivoluzione
russa
non
si
sarebbe
fatta
in
tal
modo
.
E
se
considero
la
perdita
di
ogni
fede
religiosa
come
una
ulteriore
ragione
d
'
infelicità
dell
'
uomo
(
che
vede
marciare
verso
l
'
etica
dello
stordimento
,
un
susseguirsi
senza
posa
di
gioie
diverse
,
tutte
carnali
,
ch
'
egli
vuole
scambiare
per
la
felicità
)
,
tuttavia
mi
rendo
conto
della
propaganda
ateistica
dei
Paesi
comunisti
,
almeno
in
terre
che
furono
cristiane
.
necessario
infatti
che
il
risultato
raggiunto
si
consideri
il
paradiso
conquistato
(
Cotta
in
un
suo
breve
saggio
,
La
sexualité
en
tant
que
dernier
mythe
politique
,
scorge
in
tutte
le
dottrine
rivoluzionarie
una
ricerca
,
spesso
inconscia
,
dell
'
innocenza
perduta
dell
'
uomo
)
;
paradiso
che
occorre
difendere
,
e
dove
,
come
quello
biblico
,
ci
deve
essere
chi
(
uomo
o
collegio
)
ha
il
supremo
potere
,
e
non
può
tollerare
autorità
religiose
o
intellettuali
che
non
convenendo
con
lui
su
ciò
ch
'
è
bene
e
ciò
ch
'
è
male
,
rischino
di
far
perdere
la
fiducia
in
questo
paradiso
.
Poiché
la
montagna
non
andava
a
Maometto
,
andò
Maometto
alla
montagna
:
dalle
inclusioni
di
cattolici
come
indipendenti
nelle
liste
elettorali
comuniste
,
trovo
conferma
alla
mia
antica
constatazione
,
che
il
colloquio
non
ha
mai
portato
un
comunista
a
divenire
fedele
di
una
qualsiasi
religione
,
bensì
degli
uomini
cresciuti
in
ambiente
religioso
a
divenire
comunisti
.
E
,
per
tornare
al
paradiso
,
qui
pure
il
paradiso
cristiano
si
avvicina
per
questi
al
paradiso
di
Lenin
;
su
una
rivista
di
Napoli
di
cattolici
del
dissenso
,
in
un
buon
articolo
di
Carlo
Cardia
«
Il
giurista
e
gli
occhi
della
storia
»
(
buon
articolo
,
in
molti
punti
con
affermazioni
cattolico
-
liberali
cui
sono
sempre
rimasto
fedele
)
,
leggo
anche
affermazioni
in
tema
di
insegnamento
ecclesiastico
circa
l
'
etica
sessuale
,
che
mi
lasciano
più
che
dubbioso
;
e
apprendo
che
un
teologo
tedesco
si
pone
la
domanda
:
«
E
'
moralmente
giustificabile
una
continenza
assoluta
?
»
.
Cardia
è
prudentissimo
,
fino
a
deplorare
che
la
Chiesa
accordi
dispense
matrimoniali
tra
affini
in
primo
grado
.
Ma
,
mentre
non
è
dubbio
che
il
giurista
debba
argomentare
con
gli
occhi
della
storia
,
o
meglio
con
la
coscienza
sociale
,
e
così
pur
nel
non
lungo
periodo
di
durata
di
una
legge
,
mutarne
la
interpretazione
,
il
credente
ritiene
vi
siano
precetti
eterni
,
comandamenti
che
valgano
per
ogni
tempo
.
Per
restare
al
«
paradiso
sulla
terra
»
,
per
il
credente
esso
è
dato
dalla
serenità
di
chi
si
può
abbandonare
completamente
alla
Provvidenza
,
e
ritenere
buono
ciò
che
accade
,
seppure
sia
la
infermità
o
la
mutilazione
che
lo
colpisce
.
Ma
quando
in
tema
di
sesso
comincia
a
considerare
lieve
la
colpa
che
per
secoli
fu
ritenuta
grave
,
ci
si
avvia
su
un
cammino
pericoloso
;
in
fondo
può
anche
trovarsi
il
D
'
Annunzio
giovane
,
col
suo
Eleabani
,
figlio
di
Gesì
,
col
suo
anti
-
Vangelo
:
«
La
carne
è
santa
.
Guai
a
chi
non
piega
l
'
anima
innanzi
a
lei
»
.
StampaQuotidiana ,
Negli
atti
parlamentari
il
resoconto
stenografico
delle
cinque
sedute
in
cui
si
trattò
delle
modifiche
al
Concordato
occupa
201
dense
facciate
.
Interventi
svariatissimi
;
e
leggendone
alcuni
ho
avuto
l
'
impressione
di
tornare
molto
indietro
,
prima
del
1915
,
sentendo
i
vecchi
spunti
sulle
ricchezze
della
Chiesa
,
che
ripetevano
poi
quelli
sulle
ricchezze
dei
gesuiti
intorno
al
1770
.
Vero
che
fuori
si
era
detto
di
più
;
in
un
corteo
si
erano
visti
cartelli
ove
si
leggeva
che
con
un
quarto
delle
rendite
del
Vaticano
si
sarebbe
risanato
il
bilancio
dell
'
Italia
,
cartelli
che
mostravano
il
candore
economico
di
chi
li
aveva
scritti
e
la
dimenticanza
di
ciò
,
che
il
Vaticano
non
è
un
'
azienda
dello
Stato
italiano
,
che
i
suoi
compiti
sono
mondiali
.
Ma
quel
che
veramente
mi
sta
a
cuore
è
un
punto
di
cui
non
si
è
molto
parlato
,
anzi
semplicemente
accennato
,
e
che
tuttavia
per
me
è
di
valore
essenziale
:
le
critiche
relative
alla
soppressione
dell
'
articolo
sull
'
Azione
Cattolica
(
divenuto
senza
ragione
d
'
essere
in
un
regime
dove
vige
la
libertà
di
associazione
)
,
ed
in
particolare
quelle
,
talora
espresse
in
forma
di
deplorazione
,
per
la
mancata
attuazione
data
fin
qui
alla
norma
,
le
critiche
cioè
alla
abrogazione
della
seconda
parte
di
detto
articolo
:
«
La
S
.
Sede
prende
occasione
dalla
stipulazione
del
presente
Concordato
per
rinnovare
a
tutti
gli
ecclesiastici
e
religiosi
d
'
Italia
il
divieto
di
iscriversi
e
militare
in
qualsiasi
partito
politico
»
:
espressione
che
nel
1929
pareva
non
aver
senso
perché
di
partiti
ce
n
'
era
uno
solo
,
ed
alla
lettera
significava
che
il
Papa
prometteva
al
governo
fascista
che
i
preti
non
sarebbero
stati
fascisti
;
ma
che
pare
fosse
voluta
da
Pio
XI
,
proprio
per
impedire
ad
ecclesiastici
il
giuramento
di
fedeltà
al
Duce
(
e
tuttavia
chi
visse
in
quegli
anni
quanti
distintivi
fascisti
vide
su
tonache
talari
!
)
.
Ora
posso
nel
mio
intimo
desiderare
il
sacerdote
che
pensa
a
questa
vita
come
ad
una
preparazione
alla
vita
eterna
,
e
conseguentemente
non
milita
in
partiti
politici
;
ma
so
di
essere
contro
corrente
,
e
ben
conosco
che
anche
da
alte
sedi
arcivescovili
c
'
è
questa
esortazione
al
clero
di
partecipare
alla
vita
politica
,
al
servizio
dei
più
umili
.
Comunque
,
come
cittadino
rivendico
per
tutti
la
libertà
,
veramente
fondamentale
,
di
esprimere
il
proprio
pensiero
e
di
farne
propaganda
;
e
mi
ribello
all
'
idea
che
possano
esserci
categorie
di
cittadini
private
,
vita
durante
,
di
questa
libertà
.
Come
negli
anni
grigi
tra
il
'50
ed
il
'60
mi
battei
con
tutte
le
forze
contro
i
sequestri
di
Bibbie
protestanti
e
le
azioni
contro
i
loro
distributori
,
l
'
elevazione
a
reato
del
battesimo
in
un
torrente
di
anabattisti
,
la
persecuzione
dei
pentecostali
,
così
con
quanto
mi
resta
di
forze
mi
batterei
sempre
contro
chi
volesse
contrastare
al
prete
di
cercare
proseliti
,
di
diffondere
la
sua
dottrina
.
Rammento
l
'
abate
Ricciotti
che
,
a
chi
si
doleva
di
un
parente
comunista
che
educava
alle
sue
idee
i
propri
bambini
,
rispondeva
:
«
Se
è
convinto
che
le
sue
dottrine
rappresentano
la
verità
,
non
esercita
un
diritto
,
ma
adempie
un
dovere
,
cercando
di
comunicarle
quanto
possibile
;
chi
crede
di
aver
trovato
la
verità
deve
diffonderla
»
.
Penso
io
pure
così
,
da
sempre
.
Rammento
miei
vecchi
discorsi
col
fraterno
amico
Giorgio
Falco
,
in
cui
mi
dolevo
che
gli
ebrei
,
riacquistata
la
libertà
,
non
avessero
ripreso
quel
proselitismo
ch
'
era
stato
dei
loro
progenitori
,
fino
alla
oppressione
romana
,
e
cui
avevano
dovuto
rinunciare
per
sopravvivere
,
e
rammento
la
risposta
che
mi
dava
,
che
in
qualche
modo
i
migliori
di
loro
avevano
ancora
svolto
il
compito
di
diffondere
la
credenza
nel
Dio
unico
.
E
non
mi
è
piaciuto
nel
fiero
e
nobile
indirizzo
di
questi
giorni
di
una
chiesa
cristiana
non
cattolica
al
ministro
dell
'
Interno
la
frase
,
volta
certo
a
parare
l
'
accusa
di
poter
turbare
la
pace
religiosa
degl
'
italiani
:
«
noi
non
facciamo
proselitismo
»
.
Mi
si
risponderà
che
il
prete
non
è
un
uomo
come
gli
altri
,
è
un
'
autorità
per
i
fedeli
,
e
quindi
è
nella
condizione
di
condurli
pur
nella
lotta
politica
?
Così
press
'
a
poco
parlavano
,
oltre
cento
anni
or
sono
,
Ricasoli
o
Mancini
;
ma
è
trascorso
oltre
un
secolo
.
E
le
immagini
che
allora
si
evocavano
,
il
prete
che
diceva
al
morente
di
salvare
la
propria
anima
donando
tutto
alla
Chiesa
,
di
fare
pubblica
abiura
dei
suoi
convincimenti
unitari
o
liberali
,
è
lontana
nel
passato
.
Nessuno
di
noi
conosce
casi
del
genere
.
Soggiungo
che
siamo
in
un
clima
molto
diverso
da
quello
che
auspicavano
,
forse
illudendosi
,
gli
uomini
del
Risorgimento
:
un
mondo
di
liberi
,
in
cui
ciascuno
pensasse
con
la
sua
testa
;
siamo
nel
mondo
del
conformismo
(
a
volte
mascherato
da
anticonformismo
)
,
in
cui
la
quasi
totalità
dei
giovani
si
butta
a
capofitto
,
negli
atteggiamenti
,
negli
abiti
,
nel
rinnegamento
in
blocco
dei
«
tabù
»
,
e
gli
adulti
o
sentono
la
disciplina
di
partito
o
si
disinteressano
od
al
più
si
accontentano
dei
vari
mormorii
,
delle
accuse
generiche
,
senza
alcun
piano
costruttivo
.
Libertà
anche
per
i
maghi
,
per
le
donne
che
fanno
le
fatture
o
le
disfano
;
libertà
,
come
cittadino
,
del
prete
ribelle
,
ridotto
allo
stato
laicale
,
e
che
desidera
continuare
a
portare
un
segno
del
suo
ordine
sacerdotale
(
via
dunque
l
'
art.
29
,
lettera
l
)
;
ma
libertà
anche
per
il
prete
di
fare
quanta
propaganda
desidera
.
Davvero
i
critici
credono
che
la
maggioranza
degli
italiani
,
od
anche
il
50
per
cento
,
pratichi
ancora
la
messa
domenicale
e
penda
dalle
labbra
del
sacerdote
quando
pronuncia
l
'
omelia
?
Ed
ora
mi
si
consenta
una
breve
oratio
pro
domo
mea
.
Qualche
amico
mi
ha
rimproverato
,
come
se
avessi
abiurato
il
principio
separatista
,
di
aver
fatto
parte
delle
due
commissioni
presiedute
dall
'
on.
Gonella
(
nella
relazione
alla
prima
riaffermavo
ancora
la
mia
vecchia
fede
separatista
,
di
allievo
di
Francesco
Ruffini
)
.
Non
sono
mutato
.
Credo
sempre
,
contro
quanto
scrivevano
gli
apologisti
del
Concordato
del
1929
,
che
di
dilaceramenti
dei
cattolici
,
anche
i
più
ortodossi
,
non
sia
dato
parlare
oltre
la
prima
guerra
mondiale
(
c
'
erano
forse
ancora
vecchi
principi
,
come
ne
I
vecchi
e
i
giovani
di
Pirandello
,
cui
ripugnasse
di
presentarsi
davanti
al
Sindaco
per
il
matrimonio
civile
?
)
;
credo
sia
stato
un
male
che
Vittorio
Emanuele
III
si
opponesse
nel
'19
a
quello
che
sarebbe
stato
il
Trattato
senza
il
Concordato
;
ma
una
cosa
è
non
stipulare
un
patto
ed
altra
il
disdirlo
unilateralmente
.
Gli
uomini
politici
che
non
erano
stati
favorevoli
all
'
ingresso
dell
'
Italia
nella
Triplice
alleanza
,
dieci
anni
dopo
,
senza
disdirsi
,
ritenevano
che
sarebbe
stato
un
grosso
errore
una
denuncia
unilaterale
.
Ritengo
abbia
agito
saggiamente
la
Camera
votando
con
412
voti
contro
31
la
mozione
per
la
continuazione
di
una
trattativa
mirante
ad
una
revisione
del
Concordato
anziché
la
denuncia
:
questa
,
specie
dopo
le
intemperanze
dei
radicali
,
sarebbe
apparsa
atto
di
ostilità
.
E
,
memore
sempre
del
discorso
inaugurale
della
sua
presidenza
della
Repubblica
pronunciato
dall
'
altro
mio
grande
maestro
Luigi
Einaudi
,
che
non
chiedeva
venia
delle
memorie
sabaude
evocate
in
suoi
articoli
dell
'
ultimo
anno
né
di
certo
suo
attaccamento
alla
monarchia
,
ma
riteneva
il
buon
cittadino
debba
sempre
piegarsi
al
volere
manifestato
dalla
maggioranza
,
e
,
se
non
si
tratti
di
cosa
che
ripugni
alla
sua
coscienza
morale
,
porre
a
disposizione
dell
'
organo
espresso
da
questa
maggioranza
la
propria
esperienza
e
le
proprie
capacità
,
non
vedo
perché
mai
avrei
dovuto
rifiutare
di
far
parte
di
organi
di
studio
o
di
trattative
,
volti
a
togliere
dal
Concordato
quel
che
poteva
suonare
offesa
alla
coscienza
liberale
.
Contro
ogni
traccia
di
giurisdizionalismo
,
d
'
ingerenza
dello
Stato
nella
struttura
della
Chiesa
;
per
la
libertà
della
Chiesa
di
organizzarsi
come
creda
,
e
,
al
pari
di
ogni
partito
,
di
considerare
uscito
dal
suo
seno
chi
sconfessi
date
sue
dottrine
,
ma
con
una
pronuncia
senza
effetto
alcuno
rispetto
allo
Stato
;
per
la
libertà
di
ogni
sacerdote
,
come
di
ogni
altro
cittadino
,
di
esprimere
le
proprie
idee
,
di
farne
propaganda
(
e
personalmente
potrò
pur
credere
che
quel
prete
interpreti
male
il
Vangelo
;
ma
ricordo
l
'
insegnamento
di
Croce
:
«
Battiti
perché
il
tuo
avversario
possa
esprimere
liberamente
quelle
dottrine
,
che
tu
poi
,
come
difensore
di
quella
che
per
te
è
la
verità
,
avrai
il
dovere
di
confutare
»
)
.
Non
mi
pare
di
essermi
allontanato
da
quella
che
è
la
direttiva
in
cui
mi
formai
ventenne
,
sotto
la
guida
dei
grandi
maestri
che
ho
menzionato
,
da
cui
non
so
dissociare
Piero
Martinetti
.
StampaQuotidiana ,
Ha
certo
ragione
Raniero
La
Valle
se
ritiene
che
Concordato
e
concordia
non
siano
affatto
sinonimi
.
Con
una
mediocre
cultura
storica
si
può
ricordare
che
il
Concordato
francese
del
1516
,
rimasto
in
vigore
quasi
tre
secoli
,
vide
bufere
spettacolari
tra
Chiesa
e
Stato
(
proprio
in
Roma
le
prepotenze
dell
'
ambasciatore
d
'
Estrées
per
assicurare
una
larga
fascia
di
assoluta
immunità
,
poco
men
di
un
quartiere
di
Roma
,
non
lungi
dal
Vaticano
,
alla
sua
residenza
)
;
e
che
gli
avversari
del
separatismo
cavourriano
gli
ricordavano
come
il
separatismo
belga
non
solo
desse
luogo
a
vivi
contrasti
tra
cattolici
e
liberali
(
la
fondazione
dell
'
Università
di
Bruxelles
fu
dovuta
a
questi
,
come
contro
-
altare
alla
rinomatissima
Università
cattolica
di
Lovanio
)
,
ma
come
nel
separatismo
i
cattolici
avessero
conseguito
un
potere
politico
ed
una
forza
quale
non
possedevano
in
alcun
altro
Stato
.
Dove
però
i
nostri
vocabolari
non
coincidono
è
allorché
La
Valle
parla
di
Stato
separatista
;
che
sembra
concepire
come
uno
Stato
che
disconosca
Chiesa
e
religione
,
che
sia
loro
sostanzialmente
ostile
:
separatismo
alla
Combes
ed
alla
Waldeck
-
Rousseau
del
principio
del
secolo
,
con
divieto
di
esistere
delle
associazioni
religiose
,
e
con
sovvertimento
della
struttura
gerarchica
della
Chiesa
.
Ma
non
era
certo
questo
il
separatismo
del
pensiero
cavourriano
,
né
di
quello
di
Ruffini
che
insegnava
darsi
un
'
autonomia
primaria
della
Chiesa
(
lo
stesso
Scaduto
del
resto
,
opponendosi
a
Ruffini
,
non
trovava
in
Italia
nel
1914
che
tracce
di
confessionismo
)
;
e
meno
che
mai
il
separatismo
cavourriano
apparirebbe
incompatibile
(
in
astratto
)
col
diritto
nazionale
quale
si
sta
formando
,
che
vede
tante
autonomie
,
da
distruggere
quasi
lo
Stato
moderno
e
riportarlo
a
quel
ch
'
era
all
'
inizio
del
secolo
XVI
.
Né
scorgo
perché
,
tolto
l
'
art.
7
capoverso
2°
della
Costituzione
ed
anche
abrogato
il
Concordato
,
l
'
Italia
non
sarebbe
un
Paese
separatista
.
Ma
lasciamo
da
parte
le
qualifiche
giuridiche
,
spesso
insidiose
.
Nei
rapporti
tra
Chiesa
e
Stato
segue
quel
che
segue
in
una
famiglia
,
ove
non
sorgono
dissensi
se
le
diversità
di
opinioni
tra
i
vari
membri
siano
di
scarsa
importanza
,
o
ciascuno
abbia
convinzioni
molto
tiepide
;
ma
la
pace
familiare
è
turbata
se
quelle
opinioni
sono
antitetiche
,
e
chi
le
professa
vi
è
attaccatissimo
,
e
vuole
farle
dividere
alle
nuove
generazioni
.
Non
ho
mai
taciuto
quanto
mi
addolorò
il
Concordato
del
'29
,
per
quel
che
dava
di
autorità
allo
Stato
fascista
(
difficile
dopo
di
esso
poter
ancora
convincere
che
non
si
poteva
essere
ad
un
tempo
buon
cattolico
e
buon
fascista
;
e
fino
al
'39
tutti
i
partiti
cattolici
europei
considerarono
con
favore
l
'
Italia
di
Mussolini
:
si
rileggano
i
giornali
del
periodo
delle
«
sanzioni
»
)
;
ma
sono
abbastanza
equo
per
riconoscere
che
Pio
XI
credeva
di
salvare
l
'
Azione
Cattolica
,
di
evitare
che
tutti
i
ragazzi
venissero
allevati
con
la
fede
nell
'
infallibilità
del
Duce
,
della
bontà
di
quanto
egli
operava
(
male
fu
che
oltre
a
questa
garanzia
di
libertà
si
mettesse
dell
'
altro
sul
piatto
della
bilancia
)
.
E
se
quel
ramoscello
del
vecchio
anticlericalismo
,
ch
'
era
poi
materialismo
,
diniego
di
ogni
trascendenza
,
di
ogni
religione
,
non
fosse
rifiorito
nel
peggiore
dei
modi
ad
opera
dei
radicali
,
si
sarebbe
potuto
pensare
che
meglio
fosse
non
parlare
più
del
Concordato
,
lasciarne
cadere
le
foglie
secche
,
col
silenzio
o
con
platoniche
proteste
della
Chiesa
,
ma
conservando
relazioni
di
pace
.
Così
mi
ero
espresso
pur
io
,
che
sono
poi
stato
messo
all
'
erta
non
solo
dalle
intemperanze
radicali
,
ma
dal
ricordare
,
oltre
questo
forse
effimero
episodio
,
atto
a
distrarre
dai
punti
essenziali
,
che
il
comunismo
,
verso
cui
ci
stiamo
avviando
(
molti
chiudendo
gli
occhi
per
non
vedere
)
,
può
essere
cortese
e
garbato
,
accettare
accordi
locali
con
la
Chiesa
,
ma
è
per
sua
essenza
,
non
per
volontà
di
singoli
uomini
,
antireligioso
.
Lo
iato
incolmabile
che
lo
separa
dai
credenti
è
il
rifiuto
del
trascendente
;
tutto
deve
compiersi
nel
corso
della
vita
terrena
,
nessuno
deve
illudersi
di
avere
in
un
'
altra
vita
ciò
che
non
ha
avuto
in
questa
;
chi
qui
ha
avuto
ragione
di
piangere
e
di
soffrire
,
non
sarà
consolato
altrove
:
tutto
si
chiude
nel
cerchio
della
vita
umana
.
E
questa
propaganda
,
accorta
,
garbata
,
sottile
,
è
in
tutta
la
loro
opera
;
dai
libri
per
i
piccolissimi
,
dove
si
bandiscono
fate
ed
orchi
,
animali
parlanti
,
proseguendo
su
su
,
ove
nei
libri
per
i
più
grandi
tutti
i
detti
pacificisti
,
umani
,
cui
ogni
uomo
dabbene
consente
,
sono
tratti
dalle
opere
dei
più
noti
comunisti
,
russi
o
cinesi
.
Sentivo
narrare
in
questi
giorni
di
una
città
del
Nord
,
ove
una
delle
massime
imprese
di
Stato
ha
un
suo
grande
stabilimento
;
e
ci
ha
annesso
nido
,
una
scuola
materna
,
una
scuola
elementare
con
refezione
,
e
doposcuola
per
le
lavoratrici
madri
:
tutto
con
i
programmi
e
testi
delle
scuole
praticati
fino
ad
ieri
,
e
che
non
avevano
provocato
proteste
di
sorta
.
L
'
amministrazione
locale
comunista
non
compie
alcuna
opera
di
critica
o
di
detrazione
;
ma
finanzia
altra
istituzione
del
tutto
analoga
,
che
ha
in
più
il
torpedone
,
che
va
a
prendere
i
bambini
a
casa
e
li
riporta
:
agio
non
piccolo
in
una
città
del
Nord
;
e
la
vecchia
scuola
comincia
ad
essere
disertata
.
Nella
nuova
,
non
propaganda
ateistica
aperta
,
ma
quell
'
ignorare
il
trascendente
,
il
prodigioso
,
il
soprannaturale
.
Sono
forme
di
propaganda
ateistica
che
preferisco
ancora
agl
'
insegnamenti
di
certi
cattolici
del
dissenso
,
che
mutilano
i
Vangeli
,
parlano
di
Cristo
primo
socialista
,
di
Cristo
ribelle
contro
i
potenti
,
di
Cristo
che
approva
la
violenza
,
per
conseguire
la
giustizia
sociale
.
Se
gli
uni
ignorano
Vangeli
,
Profeti
,
Padri
della
Chiesa
,
questi
li
mutilano
,
o
ne
estraggono
le
poche
parole
che
possono
servire
alla
loro
tesi
.
È
contrario
ai
princìpi
del
nostro
ordinamento
il
Concordato
dove
assicura
alla
Chiesa
il
diritto
di
fare
ascoltare
la
sua
voce
,
almeno
a
chi
espressamente
non
rifiuti
l
'
ascolto
?
Nel
mio
intimo
dubito
che
certi
grandi
mutamenti
sociali
possano
essere
frenati
vuoi
da
un
trattato
internazionale
,
vuoi
da
una
costituzione
rigida
.
Ma
trovo
naturale
che
la
Chiesa
,
vedendo
come
,
sia
pure
nelle
forme
più
corrette
e
garbate
,
il
comunismo
dove
prende
il
potere
cerca
in
tutti
i
modi
di
sradicare
fin
dalla
scuola
materna
ogni
senso
religioso
,
si
attacchi
al
Concordato
per
quelle
clausole
che
le
consentono
di
far
sentire
la
sua
dottrina
:
libera
gara
di
proselitismo
:
ma
che
ogni
ragazzo
,
ogni
adolescente
,
ogni
errante
che
sconta
la
sua
pena
,
senta
almeno
le
due
voci
.
StampaQuotidiana ,
C
'
è
qualcuno
che
ha
paragonato
la
mossa
americana
per
il
dollaro
alla
bomba
di
Nixon
per
la
Cina
.
Identiche
le
procedure
;
analoghe
le
reazioni
a
catena
,
appena
cominciate
ma
dagli
sviluppi
imprevedibili
.
Con
l
'
annuncio
della
visita
a
Pechino
,
il
presidente
degli
Stati
Uniti
poneva
fine
ad
un
'
epoca
,
l
'
epoca
degli
assetti
post
-
bellici
sul
piano
delle
relazioni
internazionali
,
l
'
epoca
di
Yalta
culminata
nell
'
equilibrio
del
terrore
atomico
,
reciprocamente
bilanciato
,
fra
Washington
e
Mosca
.
Con
la
sospensione
della
convertibilità
fra
dollaro
e
oro
,
allargata
ad
un
piano
neppure
troppo
dissimulato
di
protezione
dell
'
industria
americana
,
Nixon
liquida
la
politica
di
Bretton
Woods
,
che
aveva
affidato
al
dollaro
la
funzione
di
moneta
internazionale
di
riserva
,
e
prepara
la
detronizzazione
dell
'
oro
-
il
magico
Sovrano
tanto
caro
al
generale
De
Gaulle
-
delineando
un
ritorno
ad
un
sistema
di
rapporti
economici
che
avrà
ben
poco
a
che
fare
col
«
Kennedy
Round
»
e
con
tutti
i
giganteschi
sforzi
di
liberalizzazione
dei
mercati
mondiali
.
Non
si
può
negare
che
Nixon
sia
un
grosso
giocatore
di
poker
.
Con
l
'
apertura
alla
Cina
di
Mao
,
in
funzione
di
bilancia
verso
l
'
Unione
Sovietica
,
il
presidente
degli
Stati
Uniti
ha
messo
consapevolmente
in
crisi
tutto
il
sistema
delle
tradizionali
alleanze
americane
in
Asia
,
a
cominciare
dal
Giappone
e
senza
contare
Formosa
,
nella
speranza
,
che
attende
la
conferma
dei
fatti
,
di
un
nuovo
e
più
valido
equilibrio
inglobante
la
grande
«
realtà
Cina
»
.
È
una
sfida
,
da
cui
dipende
il
futuro
della
presidenza
Nixon
ma
non
solo
quello
.
Con
la
decisione
spregiudicata
e
realistica
sul
dollaro
,
a
parte
le
indiscutibili
motivazioni
tecniche
,
Nixon
ha
messo
in
difficoltà
le
economie
dei
paesi
alleati
od
amici
-
il
Giappone
per
l
'
Asia
,
la
Germania
di
Bonn
e
un
po
'
tutto
il
Mec
per
l
'
Europa
-
pur
di
creare
le
condizioni
volte
a
superare
la
crisi
del
dollaro
che
rischiava
di
riflettersi
,
coi
danni
congiunti
dell
'
inflazione
e
della
recessione
,
sul
tenore
di
vita
americano
.
Nessuno
ha
il
diritto
,
in
materia
,
di
scagliare
la
prima
pietra
.
La
Francia
gollista
e
post
-
gollista
,
che
da
dieci
anni
pratica
la
guerra
al
dollaro
-
appena
temperata
dal
sapiente
scetticismo
di
Pompidou
e
dal
sagace
realismo
di
Giscard
d
'
Estaing
-
è
l
'
ultimo
paese
che
può
levare
un
grido
di
protesta
contro
l
'
iniziativa
unilaterale
degli
Stati
Uniti
,
ispirata
a
quegli
stessi
criteri
di
patriottismo
ad
oltranza
che
fioriscono
sulle
rive
della
Senna
.
La
Germania
,
che
procedette
mesi
fa
alla
rivalutazione
del
marco
con
tranquilla
indifferenza
per
i
danni
che
ne
sarebbero
derivati
agli
Stati
Uniti
,
non
ha
neppure
essa
i
titoli
sufficienti
a
condannare
una
misura
che
nasce
da
una
crisi
obiettiva
in
campo
monetario
cui
Bonn
ha
contribuito
in
misura
determinante
.
La
realtà
è
quella
che
è
e
va
giudicata
col
massimo
di
freddezza
possibile
.
Il
dato
dell
'
interesse
nazionale
,
inteso
con
una
punta
di
pragmatismo
evocante
nostalgie
e
vibrazioni
isolazioniste
,
torna
a
prevalere
nella
politica
generale
non
meno
che
in
quella
economica
di
Nixon
:
conformemente
alle
scaturigini
repubblicane
della
sua
stessa
filosofia
politica
.
Il
filo
-
europeismo
,
non
esente
da
errori
e
da
ingenuità
,
dell
'
epoca
dei
democratici
rischia
di
diventare
un
ricordo
di
tempi
lontani
.
La
partnership
euro
-
americana
sognata
da
Kennedy
appartiene
al
libro
dei
sogni
,
e
per
di
più
dei
sogni
svaniti
.
Gli
Stati
Uniti
si
muovono
con
realismo
,
con
concretezza
,
con
una
difesa
puntuale
e
aderente
dei
loro
interessi
:
dalla
legge
Mills
,
che
danneggia
settori
delicati
dell
'
esportazione
europea
,
a
tutto
il
campo
delle
spese
militari
per
la
difesa
comune
,
un
campo
in
cui
Washington
denuncia
una
crescente
stanchezza
per
l
'
esclusivo
peso
gravante
sulle
sue
spalle
.
Il
«
pentapolarismo
»
,
adombrato
da
Nixon
,
significa
,
nella
mente
degli
americani
,
la
preparazione
ad
una
vera
,
e
non
retorica
,
assunzione
di
responsabilità
economiche
e
finanziarie
da
parte
delle
cinque
forze
,
inclusa
,
anzi
preminente
,
la
quarta
,
l
'
Europa
occidentale
.
Washington
è
stanca
di
fare
il
gendarme
del
mondo
,
magari
per
riceverne
in
cambio
fischi
e
improperi
;
la
fine
della
guerra
nel
Vietnam
implicherà
tutta
una
rielaborazione
,
e
revisione
,
e
riduzione
degli
impegni
americani
nel
mondo
(
non
si
riparla
forse
di
taglio
delle
forze
Usa
in
Europa
,
in
significativa
coincidenza
con
la
tempesta
monetaria
?
)
.
Sullo
sfondo
delle
misure
che
hanno
accompagnato
il
«
ridimensionamento
»
del
dollaro
,
a
cominciare
dal
pesante
tasso
del
dieci
per
cento
sulle
importazioni
,
non
manca
neppure
una
certa
preoccupazione
per
la
concorrenza
economica
e
finanziaria
che
il
«
quarto
grande
»
Europa
,
una
volta
costituito
sul
serio
,
potrebbe
finire
per
esercitare
nella
gara
per
i
mercati
mondiali
.
Ma
sarebbe
un
motivo
di
più
per
stimolare
l
'
Europa
,
l
'
Europa
comunitaria
nel
suo
insieme
,
ad
assumere
coscienza
dei
suoi
doveri
irrinunciabili
.
Non
c
'
è
più
il
solo
filo
diretto
fra
Cremlino
e
Casa
Bianca
;
l
'
ombrello
americano
non
può
bastare
;
il
giuoco
si
allarga
.
Mao
incita
l
'
Europa
a
farsi
forte
;
Ciu
En
-
lai
rivolgeva
di
recente
auguri
di
successo
e
di
sviluppo
al
Mercato
comune
.
Qual
è
stata
invece
la
risposta
della
Comunità
europea
?
Il
quadro
dell
'
ultima
riunione
di
Bruxelles
non
potrebbe
apparire
più
sconsolante
.
Un
'
altra
occasione
è
stata
perduta
;
un
'
altra
speranza
delusa
.
È
mancata
una
risposta
europea
all
'
America
:
base
per
ogni
futuro
negoziato
,
premessa
di
ogni
necessario
equilibrio
.
Il
contrasto
franco
-
tedesco
,
contenuto
sul
piano
politico
,
è
riesploso
su
quello
economico
.
Parigi
non
vuole
inchinarsi
alla
realtà
dell
'
economia
tedesca
in
via
di
continua
,
e
meritata
,
espansione
;
guarda
ad
un
primato
del
franco
,
e
ad
un
legame
con
l
'
oro
,
che
sono
fuori
della
realtà
.
La
linea
realistica
e
seria
seguita
dalla
delegazione
italiana
ci
assicura
che
tutte
le
speranze
di
un
ragionevole
compromesso
non
sono
perdute
,
per
la
prossima
sessione
di
Bruxelles
.
La
babele
monetaria
non
rappresenta
una
soluzione
:
con
alcuni
paesi
che
si
regolano
in
un
modo
,
altri
in
modo
diverso
od
opposto
.
Le
incognite
dell
'
anarchia
economica
sono
almeno
altrettanto
gravi
delle
rinnovate
minacce
di
protezionismo
e
di
barriere
economiche
proibitive
che
si
levano
su
un
mondo
alla
ricerca
disperata
di
più
larghe
solidarietà
.
Per
l
'
Italia
,
poi
,
non
c
'
è
da
scherzare
.
Il
nostro
sistema
economico
è
forse
il
più
esposto
ai
contraccolpi
di
una
lotta
commerciale
e
valutaria
condotta
senza
esclusione
di
colpi
.
La
guerra
che
da
qualche
parte
si
vorrebbe
muovere
alla
saggia
politica
del
governatore
Carli
-
presupposto
della
relativa
stabilità
monetaria
con
cui
abbiamo
affrontato
il
recente
ciclone
-
rientra
in
quel
clima
di
dilettantismo
in
cui
,
purtroppo
,
primeggiano
taluni
socialisti
di
casa
nostra
.
Sognatori
ancora
,
dopo
tante
delusioni
e
tante
crudeli
smentite
,
di
una
autarchia
incapace
di
resistere
alla
prima
difficoltà
.
Altro
che
l
'
eccessivo
accumulo
di
dollari
nelle
casse
della
Tesoreria
!
Non
manca
mai
una
nota
di
umorismo
nelle
crisi
più
difficili
.
StampaQuotidiana ,
Non
ho
assistito
all
'
incontro
di
universitari
tenutosi
a
Bologna
in
febbraio
intorno
alla
revisione
del
Concordato
;
ma
so
che
di
fronte
a
tre
coraggiosi
difensori
di
un
Concordato
riveduto
,
predominò
una
netta
maggioranza
anticoncordataria
.
Il
cui
prevalere
necessiterebbe
una
legge
costituzionale
che
sopprimesse
il
capoverso
dell
'
art.
7
della
Costituzione
che
dispone
appunto
i
rapporti
tra
Chiesa
e
Stato
siano
regolati
dai
Patti
lateranensi
,
sia
pure
suscettibili
di
modifiche
,
e
,
mi
sembra
,
che
fosse
soppresso
anche
l
'
art.
8
che
perde
di
significato
con
le
sue
garanzie
agli
altri
culti
,
una
volta
abolito
il
sistema
concordatario
.
Direi
invero
che
non
ci
siano
soluzioni
intermedie
,
come
quella
di
un
Concordato
di
un
unico
articolo
:
-
Chiesa
e
Stato
coopereranno
in
ogni
opera
destinata
ad
assicurare
il
bene
morale
e
materiale
del
popolo
italiano
-
:
una
tale
clausola
sarebbe
vuota
di
contenuto
,
bene
sapendosi
quanto
sia
diverso
l
'
apprezzamento
del
bene
morale
degli
italiani
secondo
i
diversi
modi
di
sentire
.
Mi
dicono
che
in
questo
convegno
si
siano
mescolate
due
diverse
tendenze
:
quella
che
restava
attaccata
al
tema
del
Convegno
,
cioè
riforma
o
meno
del
Concordato
(
intendendosi
che
il
meno
significava
abolizione
,
nessuno
pretendendo
il
mantenimento
integrale
)
,
ed
un
'
altra
che
sostanzialmente
mirava
ad
una
riforma
profonda
della
Chiesa
.
Invero
sarebbe
emersa
nel
Convegno
la
personalità
di
uno
studioso
che
da
molti
anni
è
l
'
assertore
della
Chiesa
fondata
sull
'
assemblea
,
senza
gerarchia
,
basandosi
sul
detto
di
Gesù
«
ogni
volta
che
due
o
tre
si
aduneranno
nel
nome
mio
,
io
sarò
in
mezzo
a
loro
»
.
Ciò
che
si
riannoda
ad
antiche
avversioni
verso
la
Chiesa
istituzione
giuridica
,
ed
allo
spunto
giansenista
,
non
aver
valore
decreti
pontifici
e
dichiarazioni
di
dogmi
,
condanne
di
dottrine
,
se
non
accettati
da
tutta
la
Chiesa
.
Ho
scritto
altre
volte
come
dubiti
molto
che
questa
Chiesa
del
dissenso
,
rispetto
al
Papa
ed
alla
gerarchia
,
possa
mantenersi
e
non
subire
l
'
attrazione
di
forze
politiche
che
escludono
invece
ogni
fede
religiosa
.
In
effetto
i
suoi
patrocinatori
non
mirano
a
creare
nuclei
di
spirituali
,
pensosi
soltanto
delle
verità
supreme
,
bensì
assumono
uffici
politici
e
vogliono
la
Chiesa
impegnata
in
tutte
le
lotte
dirette
a
realizzare
la
loro
visione
di
giustizia
sociale
.
Se
però
fossi
in
errore
nel
mio
prognostico
di
assorbimento
di
questi
cristiani
da
parte
di
movimenti
politici
con
cui
già
cooperano
nelle
questioni
concrete
,
ed
effettivamente
si
realizzasse
questa
Chiesa
assembleare
,
senza
gerarchie
,
che
ad
un
tempo
mantenesse
la
fede
in
Dio
,
in
Cristo
,
nella
sopravvivenza
individuale
,
e
si
trovasse
impegnata
nelle
lotte
politiche
,
dubito
molto
che
potrebbe
mantenere
le
attuali
alleanze
con
i
partiti
che
proprio
questa
fede
intendono
sradicare
.
Poiché
non
è
ad
illudersi
sul
linguaggio
moderato
(
mi
dicono
che
a
Bologna
uno
dei
più
moderati
fu
proprio
un
comunista
,
che
non
ebbe
una
parola
meno
che
rispettosa
verso
Papa
e
gerarchie
)
,
sulle
cortesie
formali
che
possono
scambiarsi
amministrazioni
rosse
e
autorità
ecclesiastiche
.
La
lotta
sostanziale
si
svolge
nel
campo
della
formazione
dei
bambini
:
genericamente
nell
'
ambito
dell
'
assistenza
religiosa
(
niente
suore
né
cappellani
negli
ospedali
,
nelle
carceri
,
meno
che
mai
cappellani
militari
)
,
ma
lotta
sorda
nella
scuola
elementare
e
soprattutto
nella
materna
.
Le
amministrazioni
rosse
stanziano
forti
somme
per
queste
scuole
ed
in
genere
con
buoni
risultati
:
ma
è
soprattutto
alla
scuola
materna
tenuta
da
suore
che
si
guarda
:
creandone
,
in
prossimità
di
una
esistente
in
cui
s
'
insegna
anche
a
pregare
e
si
dà
una
prima
formazione
religiosa
,
un
'
altra
con
maggiori
comodità
,
buona
refezione
gratuita
,
torpedoni
che
trasportino
i
bambini
.
Buone
scuole
materne
,
ma
dove
nei
libri
anche
le
favole
battono
sempre
sulla
odiosità
dell
'
oppressore
e
sulla
necessità
di
scuoterne
il
potere
,
dove
le
grandi
massime
di
bontà
,
di
fratellanza
,
di
pace
sono
tratte
dai
più
conosciuti
rivoluzionari
,
e
da
cui
è
comunque
bandita
ogni
idea
religiosa
,
ogni
sospetto
di
una
possibile
sopravvivenza
.
Il
bambino
deve
terminare
la
sua
infanzia
,
se
possibile
,
non
sospettando
neppure
che
vi
siano
persone
religiose
,
non
avendo
mai
visto
persone
assorte
nella
preghiera
,
ignorando
che
esistano
uomini
che
trovano
conforto
ed
un
nuovo
fluire
di
speranze
nel
rivolgersi
a
Dio
.
Le
chiese
,
che
vedrà
e
forse
visiterà
,
le
edicole
con
immagini
sacre
,
debbono
essere
per
lui
quel
che
sono
per
noi
tombe
etrusche
o
templi
greci
e
romani
,
relitti
di
civiltà
che
oggi
sono
state
superate
,
e
che
possono
bene
rappresentarsi
come
le
civiltà
della
oppressione
:
sarebbe
un
po
'
come
il
vedere
tutto
il
mondo
grecoromano
sotto
il
solo
aspetto
dell
'
istituto
della
schiavitù
,
ignorando
tutto
il
resto
che
ci
ha
dato
,
i
valori
eterni
,
la
discesa
nel
cuore
dell
'
uomo
operata
dalla
tragedia
greca
,
la
proclamazione
,
sia
pure
astratta
,
della
eguaglianza
di
tutti
gli
uomini
secondo
il
diritto
naturale
.
Il
compito
diviene
sempre
più
facile
man
mano
che
le
chiese
sono
vuote
,
e
più
vecchie
le
poche
persone
che
ancora
il
fanciullo
scorgerà
se
avrà
occasione
di
entrarvi
.
Non
si
tratta
di
una
lotta
alla
religione
contingente
,
come
quella
che
precedette
la
Rivoluzione
francese
ed
accompagnò
il
Risorgimento
italiano
,
e
che
era
strumentale
per
abbattere
il
trono
e
le
classi
privilegiate
che
davano
alla
Chiesa
la
sua
gerarchia
,
o
per
legittimare
la
struttura
dello
Stato
liberale
ed
il
venir
meno
del
potere
temporale
.
Qui
si
tratta
di
una
necessità
;
quando
pure
sul
terreno
politico
ed
economico
la
battaglia
fosse
stata
vinta
ed
instaurato
un
regime
comunista
,
la
religione
potrebbe
sempre
indurre
ad
appelli
ad
una
precettistica
religiosa
contro
i
dettami
del
governo
,
all
'
«
obbedisci
a
Dio
prima
che
agli
uomini
»
:
potrebbe
portare
al
dubbio
se
con
l
'
instaurazione
di
quel
regime
,
con
l
'
abolizione
della
proprietà
privata
,
con
la
censura
sui
libri
dei
malpensanti
,
si
sia
raggiunto
l
'
assetto
migliore
che
sia
possibile
all
'
umanità
conseguire
e
che
occorra
quindi
difendere
ad
ogni
costo
,
cancellando
l
'
idea
di
una
giustizia
divina
,
di
consolazioni
e
punizioni
che
seguano
dopo
la
morte
del
corpo
;
dare
a
tutti
la
certezza
che
esiste
una
unica
vita
,
quella
che
termina
con
l
'
ultimo
respiro
.
L
'
esito
finale
della
lotta
?
Chi
crede
in
una
innata
religiosità
dell
'
uomo
,
che
è
della
sua
essenza
e
può
rivelarsi
per
la
prima
volta
anche
nell
'
età
matura
,
ha
la
certezza
che
la
religione
non
sarà
mai
estirpata
;
il
cattolico
,
la
certezza
che
Cristo
è
venuto
per
tutti
gli
uomini
,
di
ogni
generazione
.
In
effetto
conosciamo
esempi
anche
di
santi
usciti
da
famiglie
di
accaniti
negatori
.
Peraltro
è
solo
entro
uno
scenario
di
ampia
libertà
che
è
possibile
concepire
i
figli
che
si
rivoltano
contro
le
idee
dei
genitori
;
dove
c
'
è
una
massa
grigia
,
enorme
,
compatta
nei
medesimi
convincimenti
,
la
ribellione
è
più
difficile
.
Nel
mondo
sovietico
conosciamo
ribellioni
di
alte
personalità
di
pensatori
,
ignoriamo
se
in
questo
campo
ce
ne
siano
tra
gli
umili
.
Comunque
anche
nel
mondo
di
ieri
sta
che
il
sentimento
religioso
,
come
quello
della
pietà
,
anche
verso
gli
animali
,
come
il
senso
estetico
,
come
altre
direttive
meno
nobili
,
quale
la
preoccupazione
del
risparmio
,
vanno
coltivate
nel
bambino
e
raramente
sorgono
spontanee
.
Pertanto
per
chi
non
abbia
la
fede
in
un
insopprimibile
bisogno
del
divino
,
non
è
detto
che
la
battaglia
per
la
estinzione
della
religione
non
possa
essere
vinta
.
Eppure
anche
a
molti
che
non
sono
credenti
,
un
mondo
che
non
creda
in
nulla
oltre
a
ciò
che
è
tangibile
,
che
ignori
la
speranza
in
gioie
e
bellezze
che
gli
occhi
umani
non
possono
percepire
,
appare
la
visione
di
un
mondo
impoverito
.
StampaQuotidiana ,
Una
delle
difficoltà
opposte
da
più
di
un
partito
alla
revisione
del
Concordato
è
il
mantenimento
dell
'
istruzione
religiosa
nelle
scuole
.
Mi
si
consenta
qualche
considerazione
,
tutta
personale
.
Si
parla
molto
oggi
di
risveglio
di
religiosità
tra
i
giovani
:
non
sempre
a
proposito
,
ché
non
userei
quel
termine
per
designare
qualsiasi
fervore
di
iniziative
,
qualsiasi
uscire
da
sé
per
pensare
agli
altri
(
che
può
essere
filantropia
,
od
operare
per
un
nuovo
assetto
sociale
,
ma
non
è
religione
)
.
Di
religione
invece
può
ben
parlarsi
quando
si
crede
in
un
«
guru
»
,
misteriosa
incarnazione
di
un
essere
soprannaturale
,
quando
ci
si
proclama
«
bambini
di
Dio
»
,
quando
si
riesumano
culti
orientali
o
religioni
del
mistero
,
quando
uscendo
dalla
ortodossia
cattolica
si
formano
cerchie
che
ritengono
di
imitare
le
prime
generazioni
cristiane
celebrando
un
'
agape
fraterna
,
col
pane
e
col
vino
,
ma
senza
la
transustanziazione
,
senza
paramenti
né
preghiere
rituali
,
ma
esponendo
ciascuno
dei
presenti
un
proprio
pensiero
.
Ed
in
questo
risveglio
di
religiosità
farei
anche
rientrare
non
solo
le
molte
iniziative
in
seno
alle
confessioni
tradizionali
-
gruppi
di
giovani
ed
anche
di
uomini
e
donne
maturi
che
,
senza
pronunciare
i
voti
,
senza
lasciare
la
propria
famiglia
né
le
proprie
occupazioni
,
si
assumono
un
compito
benefico
:
visitare
gli
infermi
,
i
vecchi
,
pulire
le
loro
case
,
curare
la
loro
biancheria
,
portare
un
po
'
di
cibo
già
cucinato
,
assumendo
di
farlo
per
amore
di
Dio
-
,
ma
anche
quel
voler
ricercare
nell
'
intimo
della
propria
essenza
i
valori
tradizionali
dei
propri
maggiori
,
tra
cui
erano
quelli
religiosi
.
Ricordo
la
recente
notizia
di
una
esposizione
di
ex
voto
,
di
vari
decenni
o
secoli
fa
,
in
una
cittadina
del
Mezzogiorno
,
e
dell
'
interesse
con
cui
è
stata
seguita
da
tutti
,
in
particolare
da
operai
distaccatisi
dalla
pratica
religiosa
,
ispirando
non
semplice
curiosità
,
e
meno
che
mai
irrisione
,
ma
un
senso
di
ritrovamento
-
e
ripenso
alle
cronache
missionarie
dall
'
Africa
;
cristianesimo
dei
convertiti
,
sì
,
ma
senza
rinnegamento
del
passato
,
senza
distacco
dalle
generazioni
che
precedettero
,
salvando
quanto
si
può
dei
vecchi
riti
;
ed
anche
in
Europa
il
cristianesimo
affermandosi
nei
secoli
VVII
,
pur
nella
lotta
contro
gli
idoli
e
le
statue
degli
dèi
,
non
cercò
forse
di
far
coincidere
le
nuove
festività
con
le
antiche
,
di
far
sorgere
le
chiese
,
specie
le
mete
di
pellegrinaggi
,
dove
già
sorgevano
santuari
rinomati
,
di
rispettare
nei
limiti
del
possibile
le
consuetudini
,
le
antiche
tradizioni
?
Ma
se
passiamo
ad
altro
campo
,
una
delle
recenti
indagini
Doxa
ci
ha
rivelato
quanti
siano
gl
'
incerti
,
cioè
coloro
che
pur
non
dividendo
le
credenze
e
meno
che
mai
le
pratiche
di
alcuna
confessione
religiosa
,
credono
tuttavia
in
un
essere
supremo
,
in
una
sopravvivenza
,
fosse
pure
sotto
forma
di
reincarnazione
;
quanti
alle
domande
se
esista
un
Dio
che
tutto
muove
,
se
credano
in
una
sopravvivenza
,
rispondono
«
non
so
»
.
Ho
l
'
impressione
che
vi
sia
una
larga
massa
che
non
si
pone
mai
queste
domande
,
perché
volutamente
le
tiene
fuori
dalla
propria
cerchia
mentale
,
in
quanto
la
costringerebbero
ad
una
dialettica
,
ad
una
ricerca
di
prove
cui
non
vuole
sottostare
(
per
quanti
mai
il
ragionare
è
fatica
,
cui
ci
si
sottopone
solo
ove
si
debbano
cercare
argomenti
in
difesa
di
un
proprio
interesse
concreto
)
;
ma
che
siano
minoranza
quelli
che
non
esitano
di
fronte
alla
risposta
negativa
:
-
Sono
certo
che
non
c
'
è
alcun
essere
,
alcuna
forza
,
all
'
infuori
di
quelle
che
i
nostri
sensi
,
la
ricerca
scientifica
possono
individuare
;
sono
certo
che
tutto
finisce
con
la
morte
,
che
non
c
'
è
anima
che
sopravviva
-
.
Quanto
a
dire
che
non
mi
sembra
trionfante
il
vecchio
materialismo
,
che
esso
abbia
conquistato
le
masse
;
può
aver
rappresentato
un
agente
nel
distacco
dalle
religioni
tradizionali
,
ma
senza
sostituirvi
una
credenza
così
forte
com
'
era
la
fede
nei
dogmi
di
quelle
.
In
una
tale
realtà
sociale
,
fermo
sempre
il
principio
che
ciascuno
ha
il
diritto
,
e
direi
anzi
il
dovere
,
di
comunicare
agli
altri
quelle
che
sono
le
proprie
certezze
,
mi
domando
se
per
i
genitori
che
certezze
non
hanno
,
non
sia
un
dovere
far
conoscere
obiettivamente
ai
propri
figli
che
ci
sono
uomini
che
pensano
in
modo
diverso
,
credenti
e
non
credenti
,
che
non
ci
sono
qui
buoni
o
cattivi
,
bensì
persone
che
credono
anche
in
ciò
che
la
ragione
umana
non
può
accertare
,
e
persone
che
credono
tale
ragione
non
conosca
limiti
,
non
vi
sia
nulla
che
possa
sfuggirle
,
e
che
tra
questi
ultimi
v
'
è
chi
giunge
a
conclusioni
diverse
sull
'
esistenza
di
un
Essere
supremo
e
su
quella
della
sopravvivenza
:
naturalmente
spiegazione
graduata
,
secondo
l
'
età
e
l
'
intelligenza
del
bambino
.
E
mi
sembra
che
in
ogni
tipo
d
'
insegnamento
sia
una
mutilazione
(
ben
peggiore
di
quella
che
si
rimprovera
alla
vecchia
scuola
,
per
ciò
che
non
doveva
mai
parlarsi
del
sesso
)
,
il
far
scendere
una
cortina
nera
su
tutto
l
'
agitarsi
nella
storia
e
nell
'
attualità
di
quanto
tocca
il
sentimento
religioso
;
s
'
insegna
una
storia
falsata
se
non
si
parla
mai
di
quel
che
credettero
le
passate
generazioni
,
si
dà
un
quadro
inesatto
dell
'
attualità
,
se
si
tace
di
quel
che
possa
ancora
la
fede
religiosa
,
le
ragioni
per
cui
si
vuole
distruggerla
,
ciò
che
la
religione
rappresenta
di
legami
tra
certi
popoli
,
e
di
opposizione
e
fusione
tra
altri
.
Si
è
spesso
detto
che
il
bambino
ha
bisogno
di
certezze
;
ma
poi
l
'
esperienza
ha
dimostrato
quanto
spesso
e
quanto
presto
queste
certezze
svanissero
,
come
dalle
scuole
che
spesso
le
ribadivano
uscissero
i
confutatori
,
i
distruttori
.
Può
darsi
fosse
una
umanità
più
felice
quella
in
cui
in
ogni
campo
le
certezze
si
trasmettevano
da
generazione
a
generazione
,
e
nessuno
le
poneva
in
dubbio
;
ma
occorre
rendersi
conto
del
presente
qual
è
,
che
viviamo
in
un
periodo
in
cui
tutto
rapidamente
muta
,
e
non
a
torto
la
pedagogia
contesta
il
tentativo
di
foggiare
il
figlio
a
propria
immagine
e
somiglianza
che
raramente
riesce
,
e
quando
riesce
rischia
di
fare
del
figlio
un
essere
che
si
troverà
in
disarmonia
con
tutto
quanto
lo
circonda
.
Istruzione
,
e
non
indottrinamento
;
e
mi
pare
sia
il
cammino
su
cui
si
stia
avviando
anche
la
Chiesa
,
con
il
rispetto
per
tutte
le
confessioni
,
i
contatti
anche
con
quelle
che
apparivano
più
lontane
(
incontri
tra
cattolici
e
buddisti
)
,
la
cooperazione
con
quelle
che
,
pur
geograficamente
,
incontra
più
da
vicino
,
l
'
ammirazione
apertamente
espressa
per
uomini
che
operarono
incessantemente
il
bene
,
senza
essere
cattolici
,
talora
non
seguendo
alcuna
religione
.
Nella
scuola
istruzione
religiosa
e
non
indottrinamento
,
non
inculcare
certezze
;
spiegare
che
nella
vicenda
umana
c
'
è
questo
elemento
della
religione
,
che
ci
sono
stati
periodi
in
cui
la
cultura
,
l
'
arte
,
sono
stati
eminentemente
religiosi
,
che
quasi
tutti
i
popoli
hanno
alla
matrice
della
loro
fondazione
un
dato
religioso
.
E
va
da
sé
che
,
come
nell
'
insegnare
geografia
si
scende
più
nei
dettagli
parlando
dell
'
Italia
che
degli
altri
Stati
,
e
man
mano
che
i
Paesi
descritti
ci
sono
più
lontani
s
'
indicano
solo
i
dati
essenziali
,
così
il
contenuto
della
religione
tradizionale
degl
'
italiani
,
quella
di
Dante
e
di
Manzoni
,
dovrà
venire
esposto
più
ampiamente
che
non
quello
dell
'
islamismo
o
del
buddismo
.
Ripeto
,
istruzione
,
e
non
indottrinamento
;
e
poi
libertà
di
scelta
;
ma
non
si
è
liberi
di
scegliere
se
si
mostra
il
mazzo
di
carte
in
modo
che
se
ne
possa
scorgere
una
sola
.