StampaQuotidiana ,
Facciamo
un
atto
di
fede
,
prendiamo
per
buone
le
statistiche
e
accettiamo
il
verdetto
:
gli
italiani
stanno
perdendo
a
poco
a
poco
un
'
altra
loro
virtù
tradizionale
.
Stiamo
perdendo
il
senso
del
risparmio
,
e
non
ci
stupisce
.
La
mutazione
da
formiche
in
cicale
è
in
corso
.
D
'
altronde
,
diciamo
la
verità
,
l
'
Italia
delle
formiche
non
è
mai
stata
l
'
Italia
di
tutti
gli
italiani
.
Era
,
e
in
parte
è
ancora
,
l
'
Italia
di
un
certo
ceto
agricolo
,
di
una
certa
borghesia
,
per
cui
il
risparmio
,
più
che
un
atto
economico
,
era
un
atto
morale
.
Risparmiare
significava
avere
fiducia
nelle
proprie
forze
e
sui
propri
sacrifici
per
elevarsi
socialmente
.
Non
elevarsi
in
una
generazione
per
improvvisa
fortuna
,
bensì
a
piccoli
passi
,
risparmiando
un
sudatissimo
soldo
dopo
l
'
altro
,
e
quindi
cercando
di
mettere
al
sicuro
il
gruzzolo
,
senza
esporlo
a
speculazioni
o
altre
avventure
.
Formiche
erano
gli
italiani
del
lavoro
duro
,
della
parsimonia
,
della
pazienza
.
Cicale
erano
gli
italiani
"
mandolinisti
"
,
spensierati
,
irresponsabili
i
quali
al
futuro
non
pensavano
affatto
,
tanto
"
qualche
santo
provvederà
"
.
E
il
"
santo
"
era
quasi
sempre
un
'
autorità
pubblica
piccola
o
grande
,
dal
parroco
,
che
faceva
le
"
raccomandazioni
"
,
al
boss
politico
locale
,
che
le
accettava
e
trovava
un
"
posto
"
.
Talvolta
,
s
'
intende
,
il
santo
era
laico
,
magari
ateo
:
un
sindacalista
,
un
capo
cellula
,
un
lontano
parente
che
si
ipotizzava
iscritto
alla
massoneria
,
un
capo
bastone
.
In
Italia
il
sacro
e
il
profano
si
sono
sempre
mescolati
che
è
una
bellezza
.
Dunque
,
nella
lotta
darwiniana
,
le
formiche
non
avevano
poi
grandi
probabilità
di
vincere
.
E
infatti
stanno
perdendo
.
La
virtù
del
risparmio
segue
le
sorti
della
borghesia
che
la
esprimeva
.
Siamo
appena
nell
'
anno
II
(
o
III
?
)
dell
'
Era
Prodiana
,
ma
sono
decenni
che
le
ideologie
antiborghesi
corrodono
il
senso
del
risparmio
e
si
accaniscono
contro
le
formiche
.
Queste
sono
state
calpestate
dal
fisco
e
dall
'
inflazione
,
irrise
dal
welfare
state
,
avvelenate
dai
cattivi
esempi
di
una
pubblica
amministrazione
che
amministrava
da
grande
"
mandolinista
"
,
offese
dagli
sfacciati
e
fulminei
arricchimenti
di
gente
da
nulla
eppure
furba
fino
alla
turpitudine
.
Il
risparmiatore
è
anche
un
"
capitalista
"
,
piccolo
o
grande
.
E
il
capitalista
,
che
per
Marx
era
un
inevitabile
sfruttatore
,
per
i
nipotini
di
Marx
è
una
figura
superata
se
non
uccide
formiche
.
Pure
lui
deve
dare
la
caccia
alle
formiche
,
imenotteri
un
po
'
ottusi
che
non
sanno
stare
al
gioco
delle
"
parti
sociali
"
,
non
capiscono
la
politica
interna
,
e
meno
ancora
quella
internazionale
.
L
'
inizio
della
costruzione
dell
'
Unione
europea
,
fra
i
clamori
della
propaganda
,
ha
fatto
sognare
i
nostri
risparmiatori
.
Poter
contare
su
una
moneta
solida
,
l
'
euro
;
vedere
una
Borsa
italiana
rivitalizzata
;
muovere
i
capitali
attraverso
le
frontiere
;
servirsi
di
novità
come
i
fondi
di
investimento
e
fors
'
anche
i
fondi
di
pensione
;
osservare
le
amate
-
odiate
banche
in
concorrenza
fra
loro
:
cose
del
genere
ci
hanno
fatto
sognare
.
Ma
l
'
euro
,
per
ora
,
c
'
è
e
non
c
'
è
,
la
Borsa
va
su
e
giù
come
è
sempre
andata
,
l
'
occhio
del
fisco
passa
le
frontiere
più
svelto
dei
nostri
soldi
,
i
fondi
di
gestione
potrebbero
gestire
più
per
loro
che
per
noi
,
le
banche
abbassano
gli
interessi
che
vanno
ai
risparmiatori
più
di
quelli
che
si
fanno
pagare
dai
debitori
.
Non
sappiamo
ciò
che
ci
aspetta
al
risveglio
,
quando
l
'
Italia
sarà
"
europea
"
nella
moneta
,
ma
non
nel
fisco
,
non
nell
'
efficienza
dei
servizi
pubblici
in
pro
dei
cittadini
,
non
nel
costume
sociale
che
si
va
affermando
.
L
'
Italia
è
in
Europa
il
Paese
più
depresso
demograficamente
.
Non
facciamo
più
figli
,
pertanto
viene
a
mancare
l
'
incentivo
a
risparmiare
per
i
figli
.
La
famiglia
,
la
famiglia
borghese
soprattutto
,
si
sgretola
.
Non
ci
sono
più
coniugi
consorti
,
non
ci
sono
più
mariti
e
mogli
,
ma
solo
compagni
e
compagne
temporanei
.
Il
divorzio
è
spiccio
,
ma
non
abbastanza
:
meglio
convivere
,
celibe
lui
,
nubile
lei
,
anzi
entrambi
single
.
In
mancanza
di
un
progetto
familiare
a
lungo
termine
,
che
copra
più
generazioni
,
il
risparmio
nel
senso
classico
della
parola
perde
di
senso
.
I
socialcomunisti
ripetono
da
lungo
tempo
di
non
credere
nella
famiglia
.
Ma
i
cattolici
no
,
dicono
di
crederci
.
Il
"
compromesso
storico
"
,
su
questo
punto
,
è
misterioso
,
equivoco
.
Il
risparmio
è
un
indicatore
della
vitalità
della
famiglia
come
istituzione
sociale
.
Cala
la
propensione
al
risparmio
,
cala
il
tono
familiare
.
La
propensione
al
risparmio
è
l
'
indice
che
misura
il
fenomeno
.
E
al
riguardo
c
'
è
poco
da
ridere
,
signor
primo
ministro
Prodi
,
nostro
Mosè
,
nostra
guida
verso
la
terra
promessa
dell
'
euro
.
Certe
virtù
,
una
volta
perdute
,
non
si
comprano
nemmeno
con
l
'
euro
.
StampaQuotidiana ,
E
se
il
Polo
,
da
adesso
in
avanti
,
la
smettesse
di
polemizzare
contro
il
"
pericolo
rosso
"
,
i
cosacchi
comunisti
,
postcomunisti
,
cossuttiani
e
cossighisti
sul
sagrato
di
san
Pietro
e
dicesse
,
più
pacatamente
,
più
semplicemente
,
che
il
D
'
Alema
uno
è
un
governo
reazionario
e
conservatore
,
che
mira
a
restaurare
il
vecchio
sistema
partitocratico
e
consociativo
,
dove
le
differenze
si
annullano
,
ciò
che
conta
è
durare
,
le
alleanze
sono
interscambiabili
perché
tenute
insieme
dal
mastice
della
convenienza
,
dall
'
attaccatutto
di
Palazzo
?
Non
sarebbe
meglio
se
l
'
opposizione
lasciasse
da
parte
Sturzo
(
parce
sepulto
)
,
il
centrismo
di
De
Gasperi
,
il
rifarsi
ai
valori
cristiani
e
moderati
e
dicesse
agli
italiani
:
volete
ancora
la
prima
Repubblica
,
il
trionfo
dei
capicorrente
e
delle
segreterie
,
il
Parlamento
ridotto
a
compravendita
di
deputati
,
l
'
esecutivo
trasformato
in
lista
della
spesa
di
dicasteri
da
assegnare
,
un
tanto
al
chilo
per
non
scontentare
chi
lo
tiene
in
piedi
?
Volete
un
Paese
dove
le
elezioni
sono
viste
come
un
pericolo
,
l
'
alternanza
una
iattura
,
le
crisi
di
governo
una
questione
da
risolversi
in
famiglia
(
"
cosa
nostra
"
,
per
capirci
)
,
perché
tutto
si
aggiusta
,
basta
una
new
-
entry
,
l
'
acquisto
di
uno
"
straniero
"
stufo
di
stare
in
panchina
in
qualche
altra
strada
?
Volete
uno
Stato
dove
nulla
continui
a
funzionare
(
servizi
,
sanità
,
burocrazia
)
e
dove
ogni
cosa
sia
soggetta
a
lottizzazione
,
a
scambio
di
favori
,
terreno
di
caccia
dei
partiti
al
potere
?
Volete
continuare
a
votare
per
dei
referendum
che
saranno
poi
sempre
disattesi
,
a
volere
un
sistema
maggioritario
e
a
ritrovarsi
un
proporzionale
travestito
,
a
chiedere
chiarezza
nei
programmi
e
nelle
alleanze
e
a
ottenere
in
cambio
confusioni
e
ribaltoni
?
Ecco
,
se
volete
tutto
questo
,
il
gattopardismo
applicato
alla
politica
,
la
finzione
del
cambiamento
perché
tutto
resti
come
prima
,
il
mantenere
ciò
che
malgoverno
e
corruzione
hanno
generato
,
allora
applaudite
pure
l
'
esperimento
di
D
'
Alema
e
,
quando
Oscar
vorrà
,
premiatelo
con
il
voto
(
per
quello
che
serve
...
)
.
Ma
se
invece
siete
convinti
che
occorra
una
rivoluzione
democratica
che
riscriva
i
valori
fondanti
della
Costituzione
,
che
assicuri
un
esecutivo
sottratto
ai
circoli
di
partito
,
che
garantisca
i
patti
fatti
con
gli
elettori
,
che
porti
a
compimento
quel
processo
di
modernizzazione
istituzionale
richiesto
e
disatteso
,
che
ponga
mano
alla
ristrutturazione
dell
'
apparato
sociale
,
tagliando
assistenzialismo
e
sprechi
,
che
riveda
una
politica
fiscale
occhiuta
e
rapinatrice
,
allora
sappiate
che
è
ciò
che
noi
vogliamo
e
quando
e
se
ci
permetteranno
di
confrontarci
politicamente
con
voi
,
questo
vi
promettiamo
.
Un
compito
difficilissimo
,
che
comporta
sacrifici
,
ma
l
'
unico
per
dare
all
'
Italia
una
dignità
e
una
normalità
.
Perché
,
oggi
come
oggi
,
non
siamo
un
Paese
degno
e
siamo
un
Paese
anormale
.
Se
l
'
opposizione
,
da
adesso
in
avanti
,
parlasse
così
,
la
posta
in
gioco
e
i
giocatori
intorno
al
tavolo
sarebbero
più
chiari
.
Non
c
'
è
una
Destra
che
si
contrappone
a
una
Sinistra
,
con
quanto
di
logoro
,
di
consunto
,
di
mistificatorio
,
di
equivoco
due
termini
si
portano
dietro
.
Rimanervi
legati
significa
altresì
accettare
la
guerra
delle
parole
imposte
dagli
altri
,
ritrovarsi
schierati
sul
versante
della
conservazione
in
un
Paese
dove
non
c
'
è
nulla
da
conservare
,
a
cantare
le
virtù
del
moderatismo
(
ma
che
gusto
c
'
è
,
poi
,
a
essere
moderati
?
Nella
vita
,
sul
lavoro
,
negli
affetti
,
nelle
passioni
pubbliche
e
private
?
)
,
quando
invece
si
tratta
di
essere
smodati
,
vogliosi
di
fare
,
ansiosi
di
riuscire
.
No
,
la
battaglia
è
fra
rivoluzionari
e
reazionari
,
fra
chi
vuole
cambiare
tutto
e
chi
invece
intende
restaurare
ciò
che
sta
andando
in
pezzi
.
È
quanto
gli
italiani
avevano
capito
nel
'94
,
un
'
istanza
di
nuovo
persasi
per
strada
.
Se
si
riprovasse
,
senza
perdersi
in
cossigate
,
mastellate
e
buttiglionate
che
lasciano
il
tempo
che
trovano
,
a
percorrere
quel
cammino
?
Sorge
il
sole
canta
il
gallo
/
O
Berlusconi
,
rimonta
a
cavallo
...
StampaQuotidiana ,
Ogni
tanto
si
fanno
scoperte
straordinarie
.
"
Una
delle
novità
italiane
di
fine
secolo
è
che
la
sinistra
ha
il
cuore
freddo
"
,
ha
spiegato
l
'
altro
giorno
Ezio
Mauro
su
Repubblica
.
Perciò
perde
.
Sarà
,
in
compenso
,
nell
'
ultimo
trentennio
almeno
,
ha
avuto
il
culo
al
caldo
,
e
questo
dovrebbe
funzionare
,
se
non
altro
,
da
termostato
.
È
curioso
.
Sembra
che
da
noi
la
storia
piaccia
solo
se
diventa
cronaca
.
Da
quando
il
Pci
,
divenuto
Pds
e
poi
ancora
Ds
,
è
forza
di
governo
,
si
è
deciso
che
quello
è
stato
l
'
anno
zero
a
partire
dal
quale
la
sinistra
ha
potuto
contare
in
Italia
.
Prima
era
opposizione
,
e
di
questo
retaggio
del
passato
,
stando
sempre
a
Mauro
,
soffrirebbe
ancora
:
"
Meglio
sognare
,
o
comunque
imprecare
,
che
governare
.
È
troppo
grigio
,
roba
per
Jospin
e
Schröder
,
non
per
il
technicolor
italiano
"
.
Ora
,
è
probabile
che
dal
'63
sino
all
'
altro
ieri
Mauro
sia
vissuto
all
'
estero
o
sia
rimasto
nell
'
incubatrice
,
ma
è
da
quella
data
che
il
centrosinistra
ha
preso
a
governare
l
'
Italia
e
via
via
ha
edificato
(
si
fa
per
dire
...
)
un
Paese
a
sua
immagine
e
somiglianza
.
Erano
destra
i
socialisti
di
Nenni
o
di
De
Martino
,
di
Giolitti
o
di
Mancini
,
di
Brodolini
o
di
Craxi
,
i
socialdemocratici
da
Saragat
a
Ferri
,
i
repubblicani
di
quell
'
Ugo
La
Malfa
che
arrivò
a
teorizzare
"
l
'
ineluttabilità
"
del
compromesso
storico
(
"
Ugo
La
Malfa
è
morto
e
al
suo
posto
c
'
è
un
pazzo
che
si
crede
Ugo
La
Malfa
"
,
chiosò
Montanelli
dopo
questa
uscita
)
?
Era
di
destra
l
'
appoggio
comunista
ai
governi
di
solidarietà
nazionale
,
erano
di
destra
quelli
a
guida
socialista
degli
anni
'80
,
era
di
destra
la
sinistra
dc
?
E
visto
che
si
fa
un
gran
parlare
,
anche
Mauro
lo
f
,
di
"
spazi
e
nuovi
valori
capaci
di
supportare
la
socialdemocrazia
di
governo
"
,
non
sarà
forse
il
caso
di
ricordare
che
la
socialdemocrazia
al
governo
ce
l
'
abbiamo
già
avuta
,
anche
se
allora
non
andava
di
moda
,
non
era
elegante
,
era
,
diciamo
,
merce
di
scarto
,
quasi
di
contrabbando
?
Ma
,
dicono
quelli
che
la
sanno
lunga
,
e
Mauro
,
essendo
il
direttore
di
Repubblica
e
il
successore
di
Scalfari
naturalmente
la
sa
lunghissima
,
noi
per
sinistra
intendiamo
l
'
area
comunista
,
o
ex
comunista
,
o
pidiessina
,
o
diessina
che
di
si
voglia
(
quanti
cambiamenti
di
nome
per
nascondere
l
'
insostenibile
leggerezza
del
non
essere
)
.
Mica
verrete
a
dirci
che
è
stata
un
'
area
di
governo
,
di
potere
?
Anche
qui
,
uno
non
sa
più
se
ridere
o
mettersi
a
piangere
.
Ma
come
,
un
partito
che
faceva
e
disfaceva
giunte
,
che
eleggeva
sindaci
,
che
governava
regioni
,
che
deteneva
il
controllo
sindacale
,
condizionava
gli
esecutivi
,
non
contava
nulla
,
non
governava
,
si
trincerava
nella
"
presunta
purezza
dell
'
opposizione
"
di
fronte
ai
"
compromessi
della
maggioranza
"
?
Ma
come
,
i
comunisti
d
'
antan
ci
hanno
fatto
una
testa
così
sul
ruolo
e
sul
peso
che
avevano
nel
Paese
,
sulla
"
serietà
"
di
un
grande
partito
democratico
di
massa
,
"
di
lotta
e
di
governo
"
(
ricordate
?
)
,
che
aveva
guidato
tutte
le
battaglie
per
il
rinnovamento
civile
dell
'
Italia
,
senza
il
cui
appoggio
non
si
poteva
far
nulla
,
e
adesso
vogliono
farci
credere
che
no
,
non
valeva
niente
,
non
ha
mai
contato
niente
,
era
inutile
,
fuori
gioco
...
In
compenso
,
aveva
il
"
cuore
caldo
"
,
lottava
per
l
'
idea
.
È
curioso
come
per
giustificare
il
fallimento
di
un
'
idea
e
di
una
pratica
ci
si
rifaccia
sempre
a
un
fatto
ultimo
che
azzera
tutti
i
precedenti
e
fa
sì
che
si
debba
ricominciare
da
capo
.
La
sinistra
oltre
ad
avere
il
"
cuore
freddo
"
è
"
stanca
"
perché
dopo
"
la
lunga
marcia
di
50
anni
verso
il
potere
"
(
ma
dai
,
ma
lascia
perdere
,
ma
non
insistere
...
)
è
arrivata
al
traguardo
.
"
Ha
compiuto
la
sua
storia
portando
alla
guida
del
governo
il
leader
del
suo
maggior
partito
,
fino
a
ieri
escluso
"
.
Non
ha
più
stimoli
,
insomma
.
Per
la
verità
,
ancorché
governava
Prodi
si
disse
lo
stesso
:
c
'
era
Veltroni
come
vicepremier
,
fior
di
ministri
postcomunisti
e
in
più
l
'
invenzione
dell
'
Ulivo
:
era
il
massimo
(
non
nel
senso
di
D
'
Alema
)
,
si
era
inventato
un
nuovo
corso
,
l
'
Ulivo
stesso
era
il
superamento
e
l
'
inveramento
di
quella
sinistra
"
esclusa
"
.
Adesso
ci
vengono
a
dire
che
scherzavano
,
che
è
tutto
da
rifare
.
Come
ai
tempi
di
Bartali
...
Invece
di
discettare
di
"
cuori
freddi
"
,
la
sinistra
nel
suo
complesso
dovrebbe
cominciare
a
riflettere
sulla
sua
incapacità
a
porsi
come
soggetto
nuovo
,
di
cambiamento
di
fronte
all
'
elettorato
.
Se
facesse
un
salutare
esame
di
coscienza
capirebbe
come
questa
ansia
di
potere
per
il
potere
,
che
la
porta
ai
peggiori
contorsionismi
e
alle
più
incredibili
alleanze
,
non
fa
altro
che
logorarla
e
smontarla
di
significato
.
Se
volesse
veramente
rafforzare
i
fili
che
la
legano
a
una
parte
della
società
italiana
dovrebbe
cominciare
a
interrogarsi
sul
significato
della
parola
Sinistra
,
sul
senso
che
essa
ha
,
sulla
storia
che
essa
ha
rappresentato
.
Invece
di
correre
dietro
le
tombe
dei
"
compagni
di
strada
"
cattolici
,
o
dietro
al
voto
delle
suore
e
agli
apprezzamenti
per
il
Papa
,
dovrebbe
cercare
di
capire
che
cosa
dal
punto
di
vista
sociale
dei
ceti
meno
abbienti
,
dei
problemi
che
l
'
immigrazione
porta
con
sé
,
del
mercato
del
lavoro
che
cambia
si
chiede
a
una
forza
che
dovrebbe
modificare
l
'
Italia
.
Se
no
,
più
che
un
"
cuore
freddo
"
si
dovrà
dire
che
ha
un
"
cuore
matto
"
.
E
il
rischio
,
e
glielo
diciamo
da
avversari
leali
,
è
l
'
infarto
politico
.
StampaQuotidiana ,
Che
cosa
resta
della
democrazia
a
due
passi
dal
Duemila
?
Credo
ben
poco
,
a
giudicare
dal
caso
francese
.
Dunque
,
facciamo
due
conti
.
Alle
ultime
,
parziali
elezioni
in
Francia
l
'
esito
è
stato
il
seguente
:
su
cinque
francesi
due
non
sono
andati
a
votare
,
due
hanno
votato
per
le
forze
del
centrodestra
,
uno
ha
votato
a
sinistra
.
Ma
alla
fine
ha
vinto
la
sinistra
per
la
quale
ha
votato
solo
un
francese
su
cinque
.
Nessuno
ha
niente
da
dire
?
Nessuno
.
Anzi
,
quasi
tutti
titolano
complimentosi
nei
confronti
di
Jospin
,
cerimoniosi
nei
confronti
della
normalizzazione
politica
del
Paese
.
Eppure
così
la
democrazia
non
può
andare
avanti
.
Così
rischia
di
spegnersi
.
É
in
atto
,
non
solo
in
Francia
,
una
graduale
espropriazione
della
sovranità
popolare
.
Avevamo
messo
in
conto
l
'
eventualità
di
vedere
espropriate
quote
sensibili
di
sovranità
nazionale
;
ma
adesso
mi
pare
di
poter
dire
che
si
sta
paurosamente
restringendo
la
democrazia
.
Che
cosa
accade
?
Dunque
accadono
due
cose
.
La
prima
è
che
cresce
paurosamente
la
disaffezione
,
il
disinteresse
per
la
politica
;
ma
anche
la
sensazione
di
non
poter
mutare
gli
assetti
,
di
non
poter
cambiare
.
Perché
?
Ma
perché
la
gente
è
meno
scema
di
quel
che
pensano
i
loro
rappresentanti
.
Si
avverte
precisa
la
sensazione
che
i
processi
decisionali
siano
trasferiti
altrove
,
nelle
mani
dei
tecnocrati
,
delle
oligarchie
finanziarie
,
dei
grandi
fabbricanti
d
'
opinione
.
Oggi
più
di
ieri
e
meno
di
domani
.
Si
avverte
la
sensazione
dell
'
intercambiabilità
dei
politici
.
Si
avverte
la
sensazione
dell
'
intercambiabilità
dei
programmi
politici
.
Si
avverte
la
sensazione
di
versare
la
propria
preferenza
in
un
imbuto
che
poi
la
trasforma
,
attraverso
alchimie
di
sistemi
elettorali
,
poteri
di
veto
e
di
coalizione
,
in
un
altro
verdetto
.
Ho
sentito
giorni
fa
,
in
un
convegno
,
illuminati
campioni
della
sinistra
arrogarsi
il
diritto
di
frenare
i
verdetti
della
volontà
popolare
:
se
prestiamo
ascolto
alla
maggioranza
-
dicevano
-
bocciano
Maastricht
,
vince
il
nazionalismo
,
vince
la
pena
di
morte
,
frenano
l
'
immigrazione
.
Dunque
,
teniamoli
sotto
tutela
.
E
qui
si
entra
nella
seconda
e
più
scabrosa
ragione
della
volontà
popolare
.
Dunque
,
è
consentito
alla
sinistra
allearsi
con
chiunque
.
Liberali
e
cattolici
,
protestanti
ed
ebrei
,
industriali
e
sindacati
,
potenti
e
perfino
massoni
.
Ed
è
soprattutto
permesso
alla
sinistra
moderata
allearsi
con
la
sinistra
radicale
,
che
non
esita
a
definirsi
ancora
comunista
.
Al
centro
o
alla
destra
questo
non
è
consentito
.
Sono
precluse
le
porte
di
un
'
alleanza
a
tutto
campo
,
non
è
possibile
godere
dell
'
appoggio
di
una
classe
imprenditoriale
senza
scatenare
la
piazza
;
non
è
possibile
unirsi
alla
destra
radicale
e
nazionalista
.
Non
dico
nazista
.
Non
dico
nemmeno
fascista
.
Ma
anche
solo
nazionalista
,
tradizionalista
o
radicale
.
Prendete
il
caso
francese
,
ma
il
discorso
è
esportabile
,
anche
altrove
(
l
'
Austria
,
per
restare
ai
confini
)
.
Una
democrazia
compiuta
dovrebbe
porsi
un
problema
:
come
costituzionalizzare
la
destra
e
la
sinistra
radicale
,
come
farle
entrare
nel
gioco
.
Oppure
,
come
escluderle
dal
gioco
.
E
invece
no
:
in
Francia
,
e
non
solo
in
Francia
,
ai
comunisti
è
consentito
persino
andare
al
governo
;
con
Le
Pen
non
è
consentito
neanche
un
patto
tecnico
di
desistenza
.
Chirac
e
Giscard
sarebbero
massacrati
dai
poteri
che
contano
e
dalle
fabbriche
del
consenso
.
Questa
anomalia
sta
uccidendo
la
democrazia
,
sta
impedendo
l
'
alternanza
,
sta
bloccando
in
una
forma
di
centrosinistra
globale
l
'
assetto
di
potere
.
Che
tende
a
divenire
assetto
di
regime
e
riflettersi
nell
'
assetto
culturale
egemone
.
Ancora
una
volta
l
'
alibi
sono
i
fantasmi
del
passato
.
Su
Le
Pen
pesa
il
passato
nazista
che
obbiettivamente
nulla
ha
a
che
vedere
con
il
Front
national
.
Sul
Pc
francese
non
pesa
il
passato
comunista
che
è
invece
rivendicato
apertamente
dal
medesimo
partito
.
La
stessa
operazione
agisce
in
Italia
con
l
'
interdizione
del
piccolo
ma
decisivo
partitino
di
Rauti
,
con
le
barriere
verso
intese
destrorse
con
la
Lega
e
perfino
-
a
corrente
alternata
-
con
An
;
in
semilibertà
vigilata
.
Al
centrodestra
non
è
possibile
sommarsi
,
vige
la
logica
inesorabile
dell
'
aut
aut
.
Al
centrosinistra
invece
no
,
vige
la
logica
dell
'
et
et
.
Perciò
io
dico
:
attenzione
,
sta
morendo
la
democrazia
,
tra
astensionismo
e
veti
ideologici
di
ritorno
,
sistemi
bloccati
e
alternanze
impossibili
.
Con
tutte
le
giustificate
diffidenze
maturate
da
una
nobile
letteratura
elitaria
e
antidemagogica
,
tocca
oggi
al
centrodestra
rappresentare
le
ragioni
della
sovranità
popolare
.
StampaQuotidiana ,
Credo
che
per
i
più
l
'
abolizione
della
pena
di
morte
negli
Stati
Uniti
rappresenti
una
conquista
,
una
vittoria
dei
lati
migliori
dell
'
uomo
.
Resto
perplesso
.
Leggo
con
lo
stesso
fremito
per
la
millesima
volta
la
scena
in
cui
Otello
guarda
la
fiamma
della
candela
e
dice
che
potrà
spegnere
e
riaccendere
quella
luce
,
ma
più
non
potrà
ridestare
la
vita
umana
che
estingua
;
avverto
ciò
che
ha
di
sacro
ogni
vita
.
Ho
istintivo
orrore
per
l
'
aborto
,
per
questo
spegnere
una
vita
in
embrione
.
Comprendo
anche
il
soldato
che
nell
'
attacco
corpo
a
corpo
preferisce
farsi
uccidere
che
compiere
il
gesto
omicida
.
Non
ci
sono
però
limiti
a
questo
istinto
,
il
più
alto
dell
'
uomo
,
l
'
orrore
del
dare
la
morte
?
Ho
sempre
avuto
vicino
a
me
persone
carissime
,
che
asserivano
la
non
resistenza
;
vincesse
Hitler
,
ma
non
la
guerra
.
E
qui
la
ragione
cominciava
a
recalcitrare
.
Meglio
essere
uccisi
e
non
invocare
la
legittima
difesa
,
che
uccidere
;
perché
l
'
atto
di
uccidere
ferisce
irreparabilmente
l
'
uomo
normale
,
immette
in
lui
un
veleno
non
più
eliminabile
.
Ma
quando
la
violenza
dell
'
altro
si
esaurisce
colpendoci
:
l
'
ipotesi
romanzesca
di
quegli
che
ha
giusto
sdegno
per
una
ferita
al
suo
onore
e
crede
lavarla
sul
colpevole
,
mentre
l
'
aggredito
è
innocente
;
che
però
conosce
la
ragione
dell
'
attacco
,
sa
che
quegli
che
lo
ferisce
si
riterrà
soddisfatto
e
non
nuocerà
più
ad
altri
,
e
,
non
avendo
modo
di
dimostrare
nella
violenza
dell
'
urto
la
sua
innocenza
,
preferisce
perire
che
ricorrere
alla
difesa
armata
.
Ma
quando
la
violenza
non
si
arresta
a
noi
,
prosegue
e
si
espande
?
L
'
Europa
che
alzasse
le
mani
dinanzi
ad
Hitler
non
importava
solo
lo
sterminio
di
ebrei
,
zingari
,
altre
minoranze
etniche
;
implicava
i
nostri
figli
,
i
nostri
nipoti
educati
al
culto
del
nazismo
.
L
'
assalitore
di
banche
pronto
ad
uccidere
,
dinanzi
a
cui
si
alzano
le
mani
,
assalirà
altre
banche
ed
una
volta
o
l
'
altra
ucciderà
.
Ci
sono
popoli
e
civiltà
che
hanno
preso
ad
aborrire
la
oppressione
,
la
violenza
,
Stati
che
hanno
abbandonato
le
loro
colonie
;
e
ce
ne
sono
altri
,
come
il
Portogallo
,
che
le
difendono
accanitamente
,
senza
alcun
malessere
morale
.
E
sarebbe
difficile
convincersi
che
in
Africa
si
sarebbero
avute
altrettante
guerre
tribali
,
altrettante
distruzioni
di
popoli
minori
,
se
fosse
rimasto
il
dominio
dei
bianchi
.
Sarebbe
troppo
facile
la
vita
dell
'
uomo
morale
,
se
i
problemi
fossero
tutti
risolubili
in
termini
di
certezza
;
se
fosse
sempre
dato
discernere
il
bene
dal
male
.
Si
possono
invidiare
i
credenti
di
quelle
religioni
dalle
leggi
semplici
ed
inflessibili
,
che
,
una
volta
osservate
tali
leggi
,
si
sentono
liberi
da
ogni
responsabilità
,
e
pur
di
fronte
a
paurosi
risultati
delle
loro
azioni
od
omissioni
,
non
sono
turbati
,
poiché
si
attua
la
volontà
di
Dio
.
Ma
non
siamo
dei
loro
.
Sta
poi
che
l
'
annuncio
di
quell
'
abolizione
della
pena
di
morte
è
avvenuto
mentre
si
scaricavano
tonnellate
di
esplosivo
sul
Vietnam
,
e
guerriglie
fermentavano
in
più
luoghi
,
nell
'
Ulster
ogni
giorno
c
'
era
qualche
vittima
della
secolare
avversione
tra
cattolici
e
protestanti
.
Mentre
ogni
ricorrenza
festiva
lascia
qualche
centinaio
di
vittime
stradali
,
ogni
stagione
qualche
decina
per
infortuni
di
caccia
,
per
disgrazie
nella
pesca
subacquea
;
e
parrebbe
assurdo
vietare
gli
sport
pericolosi
,
limitare
la
velocità
delle
macchine
;
altresì
mentre
si
apprende
ogni
giorno
di
suicidi
di
giovanissimi
per
futili
motivi
,
e
si
ha
l
'
impressione
che
i
giovani
amino
sempre
meno
la
vita
.
E
confesso
che
se
non
solo
comprendo
,
ma
sento
l
'
attrazione
,
per
quegli
che
dice
«
no
ad
uccidere
,
per
nessuna
ragione
,
per
nessun
sommo
bene
di
domani
,
per
evitare
qualsiasi
male
;
uccidere
mai
»
,
non
riesco
a
comprendere
chi
rifiuta
la
pena
di
morte
per
il
delitto
più
atroce
,
ma
accetta
che
si
uccida
perché
su
un
Paese
sventoli
una
bandiera
piuttosto
che
un
'
altra
,
ed
altresì
perché
non
si
compia
un
'
assimilazione
,
non
si
spenga
una
lingua
.
Senonché
su
ogni
altra
considerazione
domina
in
me
un
dubbio
:
è
una
pietà
la
soppressione
della
pena
di
morte
?
Pietà
per
chi
?
Per
il
condannato
,
o
per
il
giudice
che
pronunciò
la
sentenza
e
potrebbe
avere
una
notte
d
'
incubo
la
vigilia
dell
'
esecuzione
,
mentre
ove
abbia
condannato
all
'
ergastolo
od
alla
reclusione
e
lo
assalissero
dubbi
od
angosce
potrà
illudersi
pensando
che
ci
si
abitua
pure
al
carcere
,
e
c
'
è
la
possibilità
dei
condoni
,
delle
revisioni
,
delle
evasioni
?
Chi
non
voglia
illudere
se
stesso
sa
che
non
ci
sono
carceri
che
migliorino
l
'
uomo
,
ma
dovunque
carceri
che
pervertono
;
e
si
potranno
erigere
degli
edifici
con
docce
,
riscaldamento
,
aria
condizionata
,
da
destinare
a
penitenziari
,
ma
si
rarefarà
sempre
più
quel
materiale
umano
,
che
costantemente
scarseggiò
,
di
assistenti
ai
carcerati
che
considerassero
la
loro
una
missione
,
e
nel
detenuto
il
fratello
uomo
da
sorreggere
e
riscattare
.
Questo
significava
l
'
opera
di
misericordia
del
«
visitare
i
carcerati
»
,
che
gli
odierni
regolamenti
hanno
reso
irreale
.
E
diradano
fino
a
scomparire
quelli
che
vogliono
dedicare
la
loro
vita
ad
amare
e
redimere
singoli
infelici
,
colpevoli
,
vecchi
,
malati
,
infermi
di
mente
;
tanti
giurano
di
amare
l
'
umanità
,
e
non
potersi
dedicare
ai
singoli
(
che
è
ben
più
oneroso
)
.
Non
si
dà
più
la
scelta
che
tra
la
detenzione
e
la
pena
di
morte
;
e
temo
molto
che
una
detenzione
che
duri
oltre
il
decennio
sia
più
crudele
della
pena
capitale
:
così
se
per
il
detenuto
la
prigione
sia
quel
ch
'
è
la
gabbia
per
certi
animali
cui
non
riescono
mai
a
rassegnarsi
(
evito
di
passare
sotto
il
Campidoglio
per
non
vedere
quella
lupa
che
passeggia
incessantemente
su
e
giù
per
i
tre
metri
della
sua
gabbia
e
che
desidererei
qualche
pietoso
uccidesse
,
se
non
sapessi
che
poi
l
'
imbecillità
umana
la
vorrebbe
sostituita
)
;
come
se
invece
si
adatti
,
subisca
la
degradazione
umana
del
trovare
accettabile
il
carcere
ed
i
suoi
contatti
,
non
desiderare
più
la
libertà
.
Nella
vita
romanzata
di
Federico
Confalonieri
della
Huch
,
l
'
arcivescovo
Gaysruck
a
Teresa
che
gli
chiede
di
adoperarsi
per
la
grazia
al
marito
risponde
dapprima
:
«
Credete
che
vi
sarà
grato
se
lo
seppellirete
vivo
in
carcere
,
invece
che
morto
in
una
tomba
come
si
deve
?
»
.
Per
questo
rimango
perplesso
di
fronte
alla
soppressione
della
pena
di
morte
in
un
Paese
da
cui
vengono
le
cronache
della
più
efferata
delinquenza
,
e
che
pure
desiderando
la
pace
s
'
impegna
a
fondo
nella
guerra
.
StampaQuotidiana ,
L
'
avere
espresso
il
dubbio
che
la
pena
di
morte
sia
meno
crudele
di
una
lunghissima
detenzione
ha
indignato
,
come
mi
attendevo
,
una
serie
di
brave
persone
,
che
per
questa
semplice
perplessità
hanno
visto
in
me
un
De
Maistre
in
sedicesimo
,
l
'
apologeta
del
boia
,
anzi
della
mannaia
.
Non
sto
a
ripetere
cose
già
dette
,
né
a
ricordare
il
giapponese
,
unico
salvatosi
degli
autori
delle
uccisioni
all
'
aeroporto
di
Tel
Aviv
,
che
lotta
perché
gli
sia
applicata
la
pena
di
morte
e
non
una
lunghissima
prigionia
.
Ma
vorrei
piuttosto
prendere
occasione
per
invitare
tutti
-
me
per
primo
,
che
non
valgo
nulla
più
dell
'
italiano
medio
-
alla
sincerità
con
noi
stessi
.
Ripugnanza
per
la
pena
di
morte
;
constatazione
che
il
carcere
,
com
'
è
oggi
,
abbrutisce
;
d
'
accordo
.
Che
fare
?
Nuovi
carceri
con
giardini
,
bagni
,
possibilità
di
lavoro
e
di
studio
per
chi
lo
desideri
.
Sì
.
Possiamo
fare
qualcosa
?
Vogliamo
offrire
tutti
una
giornata
di
stipendio
per
la
formazione
di
un
fondo
ad
hoc
?
Vogliamo
provocare
offerte
di
aree
,
di
opera
di
progettisti
,
di
mano
d
'
opera
gratuita
?
(
Si
sono
costruite
le
cattedrali
,
in
epoca
recente
le
Case
del
fascio
e
poi
le
Case
del
popolo
,
in
questo
modo
)
.
Bene
;
oltre
alla
giornata
di
pensione
offro
la
mia
opera
di
bravo
dattilografo
per
copiatura
di
progetti
.
Gli
edifici
sono
il
meno
;
gli
uomini
contano
.
E
il
personale
carcerario
,
dal
direttore
all
'
ultimo
agente
di
custodia
,
può
offrire
dei
missionari
.
Quella
posizione
,
come
le
altre
nella
polizia
,
nei
carabinieri
,
consentono
di
fare
molto
bene
(
anche
del
male
,
d
'
accordo
;
e
,
come
dovunque
,
ci
sono
i
buoni
ed
i
cattivi
;
ma
certo
anche
i
buoni
e
gli
ottimi
;
durante
il
periodo
fascista
e
l
'
occupazione
tedesca
ci
accorgemmo
che
c
'
era
molta
umanità
in
certi
ambienti
della
polizia
)
.
Ora
quanti
sono
tra
quelli
che
più
parlano
contro
la
crudeltà
delle
carceri
che
vedrebbero
volentieri
un
loro
figlio
divenire
direttore
di
carcere
o
agente
di
custodia
,
o
maresciallo
dei
carabinieri
o
commissario
di
PS
?
I
buoni
di
queste
categorie
,
quelli
che
sentono
che
la
loro
è
una
missione
,
per
quanto
so
,
non
vengono
mai
da
questi
imprecatori
;
piuttosto
da
chi
ritiene
che
in
ogni
posizione
si
possa
fare
del
bene
e
ci
si
debba
sforzare
di
farne
quanto
possibile
.
Voltiamo
pagina
.
Ho
sempre
detto
della
mia
invincibile
ripugnanza
all
'
aborto
,
all
'
uccisione
di
una
vita
in
embrione
.
Non
posso
però
non
riflettere
che
stiamo
tutti
negando
il
diritto
alla
vita
alle
generazioni
future
.
La
scienza
ci
ammonisce
da
un
pezzo
,
ci
dice
che
i
palliativi
che
si
adottano
contro
l
'
inquinamento
dell
'
aria
,
dei
mari
,
della
terra
non
bastano
.
Noi
rispondiamo
:
«
Dobbiamo
vivere
:
e
vivere
come
siamo
vissuti
fin
qui
,
senza
tornare
indietro
nel
tenore
di
vita
;
per
questo
occorrono
le
raffinerie
,
le
fabbriche
di
acido
solforico
,
e
via
dicendo
»
;
a
saltiamo
col
pensiero
il
corollario
:
peggio
per
le
generazioni
avvenire
se
per
loro
non
ci
sarà
più
la
possibilità
di
vivere
,
se
non
potranno
nascere
.
Penso
agl
'
infermi
di
mente
(
quanto
numerosi
infermieri
,
e
solerti
,
coscienziosi
,
occorrerebbero
,
per
una
assistenza
fattiva
,
impedire
ai
malati
di
nuocersi
e
di
nuocere
senza
legarli
ai
letti
;
e
questi
infermieri
non
si
trovano
)
;
penso
ai
focomelici
,
agli
spastici
.
Quanto
pochi
,
sempre
meno
,
quelli
che
vi
si
dedicano
con
lo
spirito
di
dedizione
totale
,
insostituibile
,
accettando
la
rinuncia
alla
gioia
che
quella
dedizione
importa
:
rinuncia
per
chi
non
abbia
in
sé
la
santità
,
senta
l
'
attrazione
per
i
piaceri
,
anche
i
più
puliti
,
escursioni
,
passeggiate
,
viaggi
,
che
il
mondo
offre
.
I
santi
laici
che
non
pensano
a
rivoluzioni
,
ma
ogni
giorno
compiono
inosservati
la
loro
opera
di
bene
,
sono
sempre
stati
pochi
,
ma
mi
sembra
tendano
a
diminuire
.
Penso
soprattutto
ai
vecchi
.
Il
mio
povero
figlio
medico
spedaliero
s
'
indispettiva
alle
clamorose
manifestazioni
di
strazio
dei
figli
dinanzi
alla
salma
del
padre
o
della
madre
,
ricordando
che
quei
poveri
vecchi
per
mesi
avevano
sostato
nel
loro
letto
di
corsia
,
senza
che
mai
,
mai
,
un
figlio
,
un
parente
fosse
venuto
a
visitarli
.
I
vecchi
sono
noiosi
,
tediosi
,
a
volte
assisterli
implica
vincere
forti
ripugnanze
.
Un
amico
che
si
occupava
di
queste
opere
mi
diceva
del
direttore
d
'
un
cronicario
disperato
perché
i
suoi
vecchi
purtroppo
lordano
la
biancheria
;
e
prima
di
mettere
questa
nella
lavatrice
,
occorre
togliere
con
stecche
o
con
mani
guantate
le
deiezioni
che
bloccherebbero
la
macchina
;
e
man
mano
che
scompaiono
le
anziane
assistenti
che
provvedevano
,
nessuna
giovane
vuole
più
sostituirle
.
Cosa
si
fa
per
i
vecchi
?
Penso
che
i
più
riescano
ad
eliminare
dalla
mente
questi
ed
altri
pensieri
,
queste
ed
altre
immagini
;
non
pensiamo
alle
sofferenze
degli
altri
,
e
godiamoci
la
vita
.
Anzi
reagiamo
quando
c
'
è
qualcuno
che
ci
disturba
toccando
il
problema
,
ed
osa
dire
che
nelle
carceri
d
'
oggi
la
lunga
detenzione
è
più
crudele
della
morte
.
Non
mi
considero
migliore
degli
altri
e
non
ho
il
diritto
di
fare
la
morale
a
nessuno
;
ma
meditiamo
tutti
.
Condivido
la
ripugnanza
alla
pena
di
morte
,
all
'
aborto
,
alla
eutanasia
.
Ma
non
perdo
il
tempo
a
discutere
con
chi
afferma
che
tutte
le
colpe
essendo
della
società
non
ci
debbono
essere
carceri
ed
occorre
lasciare
tutti
in
libertà
,
compresi
i
seviziatori
di
bambini
e
quanti
hanno
il
coltello
facile
.
E
mentirei
se
dicessi
di
rispettare
quelli
che
non
dànno
mai
un
'
elemosina
,
non
compiono
mai
un
sacrificio
economico
per
un
'
opera
di
bene
,
non
si
sono
mai
dedicati
a
sollevare
uno
dei
tanti
pericolanti
che
avranno
pure
incontrato
nella
loro
vita
,
uno
dei
tanti
che
attraversavano
un
momento
decisivo
,
e
che
la
mano
offerta
poteva
salvare
;
non
hanno
mai
dato
lezioni
ad
un
ragazzo
che
aveva
bisogno
di
ripetizioni
e
non
poteva
pagarsele
,
mai
si
sono
mossi
a
fare
letture
ad
un
cieco
,
a
dare
a
un
vecchio
degente
il
conforto
di
sfogarsi
ascoltando
pazientemente
le
sue
monotone
querimonie
;
ma
poi
imprecano
contro
lo
Stato
inefficiente
,
contro
«
la
società
»
,
colpevole
di
tutto
.
StampaQuotidiana ,
In
«
Per
difendersi
dal
delitto
»
del
2
gennaio
Conso
scorge
una
garanzia
in
una
polizia
giudiziaria
posta
alla
esclusiva
dipendenza
della
magistratura
,
senza
interferenze
da
parte
dell
'
esecutivo
,
eccezione
fatta
per
quelle
concernenti
l
'
organizzazione
e
il
funzionamento
,
da
demandare
però
al
solo
ministro
della
Giustizia
.
Che
l
'
autorità
giudiziaria
disponga
direttamente
di
tale
polizia
,
è
scritto
all
'
art.
109
della
Costituzione
,
e
la
norma
è
fuori
discussione
.
Ma
la
pubblica
sicurezza
solo
in
piccola
parte
è
impegnata
nella
repressione
dei
reati
;
un
Commissariato
di
quartiere
è
molto
preso
da
pratiche
varie
:
licenze
di
porto
d
'
arme
,
permessi
di
caccia
,
passaporti
,
le
varie
licenze
per
cui
la
legge
prevede
l
'
autorizzazione
od
il
parere
della
pubblica
sicurezza
:
compiti
di
conciliazione
:
liti
familiari
,
l
'
affittacamere
che
vuol
mettere
fuori
l
'
inquilino
,
o
la
domestica
ad
ore
che
viene
a
deplorare
di
non
essere
pagata
;
e
poi
le
denunce
che
non
hanno
seguito
,
ragazze
scappate
di
casa
,
ma
che
l
'
indomani
ricompaiono
,
furti
di
biciclette
,
di
automobili
,
e
via
dicendo
.
Attraverso
quest
'
attività
il
Commissariato
acquista
un
panorama
del
quartiere
,
che
gli
permette
d
'
intravedere
molte
cose
:
le
camere
affittate
ad
ore
per
coppie
clandestine
,
lo
sfruttamento
di
prostitute
,
i
ragazzi
sospetti
fornitori
di
droga
,
la
gente
che
vive
lussuosamente
ma
non
paga
chi
la
serve
,
e
via
dicendo
;
e
credo
che
quando
è
commesso
un
delitto
,
la
polizia
giudiziaria
non
possa
fare
a
meno
di
cominciare
a
chiedere
al
Commissariato
di
quartiere
.
Separare
le
due
polizie
?
Nessuno
vi
pensa
:
già
si
deplora
il
dualismo
carabinieri
e
pubblica
sicurezza
.
Porre
tutta
la
polizia
alle
dipendenze
del
ministero
della
Giustizia
?
Se
questo
fosse
ancora
l
'
organismo
burocratico
ch
'
era
al
principio
del
secolo
,
non
vi
vedrei
difficoltà
(
per
quanto
sia
arduo
separare
del
tutto
polizia
e
funzione
politica
,
che
non
può
non
fare
capo
alla
Presidenza
del
Consiglio
ed
al
ministero
dell
'
Interno
,
che
sarebbe
bene
avessero
sempre
un
unico
titolare
)
;
ma
oggi
il
ministero
è
costituito
per
intero
da
magistrati
e
cancellieri
,
che
di
solito
vi
arrivano
dopo
vari
anni
di
servizio
presso
uffici
giudiziari
.
E
mi
chiedo
sempre
se
abbia
ancora
una
ragion
d
'
essere
quel
ministero
,
una
volta
affidate
al
Consiglio
superiore
della
magistratura
promozioni
e
destinazioni
dei
giudici
.
Un
ministero
per
le
carceri
,
i
concorsi
a
notaio
,
mansioni
di
alta
sorveglianza
sullo
stato
civile
,
su
alcuni
ordini
professionali
,
per
sottoporre
al
Capo
dello
Stato
i
decreti
di
grazia
e
di
riconoscimento
,
dopo
sciolto
il
matrimonio
,
di
figli
adulterini
(
ma
questa
figura
dell
'
adulterino
confido
scompaia
presto
)
?
Un
ministero
in
cui
il
ministro
non
può
rispondere
che
dell
'
operato
del
personale
delle
carceri
,
perché
in
fatto
non
ha
altri
dipendenti
.
Comunque
non
so
quanto
il
magistrato
sia
atto
a
dirigere
la
polizia
giudiziaria
.
Il
magistrato
per
un
arcaismo
della
legislazione
è
legato
al
cancelliere
:
non
può
procedere
a
nulla
senza
il
cancelliere
ed
i
provvedimenti
li
adotta
per
scritto
,
nella
sua
sede
:
ciò
che
significa
legato
ad
un
orario
di
ufficio
,
ché
i
palazzi
di
giustizia
ad
una
certa
ora
chiudono
le
porte
.
Il
ritmo
del
magistrato
è
necessariamente
non
rapido
,
anche
se
nel
caso
l
'
uomo
sia
solerte
;
guai
se
esso
s
'
imprimesse
anche
alla
polizia
.
E
poi
,
diciamo
la
verità
:
la
diffidenza
per
la
polizia
e
la
fiducia
nel
magistrato
sono
legate
a
un
abito
mentale
che
siamo
in
molti
a
non
condividere
(
perciò
ho
gradito
le
parole
del
messaggio
di
Leone
che
ricordavano
le
benemerenze
delle
forze
di
polizia
,
che
spesso
lasciano
vittime
sul
terreno
)
;
non
ha
consistenza
la
visione
del
magistrato
impassibile
,
mai
annebbiato
da
preconcetti
,
e
quella
del
poliziotto
che
ha
la
voluttà
di
colpire
,
di
vedere
in
ogni
persona
che
interroga
un
colpevole
.
Uomini
troppo
sicuri
di
sé
,
del
loro
intuito
,
della
prima
impressione
,
ed
uomini
esitanti
e
dubbiosi
;
uomini
non
disposti
a
riconoscere
di
avere
preso
una
via
errata
ed
uomini
troppo
presto
propensi
ad
abbandonare
una
traccia
,
uomini
inclini
alla
pietà
ed
uomini
duri
:
si
trovano
in
tutti
i
ranghi
.
Ed
altresì
uomini
che
guardano
con
nostalgia
al
passato
ed
uomini
che
lo
aborrono
;
nessuno
oggi
si
sentirebbe
di
affermare
che
la
magistratura
non
sia
più
di
un
tempo
accessibile
alle
correnti
politiche
.
Polizia
a
disposizione
dei
giudici
,
sì
;
ma
che
serbi
una
sua
libertà
di
azione
,
non
sia
troppo
burocratizzata
,
possa
assumere
iniziative
,
se
la
si
vuole
arma
contro
il
delitto
.
Conso
parla
della
presenza
del
difensore
ad
ogni
interrogatorio
,
ormai
consacrata
.
So
che
non
si
torna
indietro
;
ma
non
ne
sono
entusiasta
,
specie
rispetto
al
primo
incontro
tra
giudice
(
o
polizia
)
ed
indiziato
.
Enrico
Ferri
insegnava
in
argomento
ai
suoi
allievi
che
vi
sono
regioni
d
'
Italia
in
cui
si
parla
con
la
bocca
ed
altre
in
cui
si
parla
con
le
mani
.
È
proprio
certo
che
l
'
avvocato
difenda
soltanto
l
'
interrogato
dalle
insidie
del
giudice
,
e
non
lo
avverta
,
anche
nel
modo
più
corretto
,
con
una
obiezione
mossa
al
giudice
circa
la
domanda
posta
,
sul
come
deve
rispondere
?
C
'
è
un
romanzo
di
Arpino
,
Un
delitto
d
'
onore
,
che
è
la
storia
di
una
vicenda
realmente
avvenuta
:
e
chi
difendeva
l
'
imputato
era
un
parlamentare
illustre
,
ch
'
ebbe
anche
cariche
di
governo
,
ed
uomo
integerrimo
,
la
cui
memoria
è
da
tutti
giustamente
onorata
;
eppure
rimando
a
quel
romanzo
a
mostrare
come
,
anche
nelle
sfere
più
alte
,
il
penalista
non
possa
che
suggerire
all
'
imputato
,
pur
se
sicuro
autore
del
delitto
(
in
quel
caso
,
orrendo
)
,
la
via
della
sua
salvezza
.
StampaQuotidiana ,
In
una
serie
di
scritti
minori
,
che
troveranno
,
spero
,
la
loro
fusione
in
un
libro
che
riuscirà
davvero
fondamentale
,
Sergio
Cotta
affronta
alcuni
dei
problemi
più
sentiti
:
ciò
che
rappresentino
nel
nostro
tempo
giustizia
,
diritto
e
politica
.
Credo
tutti
concordiamo
sulla
equivocità
di
ciascuno
di
questi
termini
:
giacché
la
storia
ci
dimostra
quanto
in
ogni
civiltà
ed
in
ogni
epoca
varii
il
concetto
del
giusto
;
come
la
legalità
possa
essere
posta
al
servizio
così
dei
più
alti
ideali
di
bene
,
come
della
iniquità
più
profonda
(
la
legge
ha
persino
talora
obbligato
il
figlio
a
denunciare
i
genitori
per
le
loro
opinioni
avverse
al
regime
dominante
)
;
la
politica
,
poi
,
dovrebbe
significare
l
'
arte
di
reggere
la
cosa
pubblica
nel
migliore
dei
modi
,
quello
che
comunemente
si
chiama
il
«
modo
giusto
»
(
e
ritorniamo
alle
varie
maniere
con
cui
si
può
concepire
la
giustizia
)
;
ma
è
spesso
interpretata
come
l
'
arte
del
dominio
,
il
modo
di
conquistare
e
conservare
il
potere
.
In
uno
scritto
«
Diritto
e
politica
»
pubblicato
nella
rivista
Justitia
,
Cotta
parte
dal
monito
di
Francesco
Carnelutti
,
negli
ultimi
anni
,
quando
sempre
più
confidava
nella
carità
cristiana
:
«
Sempre
meno
diritto
!
»
:
altamente
significativo
in
chi
era
stato
uno
dei
più
alti
costruttori
del
diritto
positivo
.
Facile
constatare
come
questo
monito
non
sia
stato
raccolto
,
come
il
legislatore
,
pungolato
dai
vari
gruppi
,
prolifichi
sempre
più
nella
creazione
di
nuove
norme
.
Cotta
,
cristiano
convinto
,
riconosce
che
la
legalità
implica
misura
di
diritti
e
di
doveri
;
mentre
la
vita
cristiana
trascende
nella
pienezza
dell
'
amore
,
ogni
contrapposizione
di
diritti
e
di
doveri
(
l
'
esempio
del
dovere
del
povero
di
restituire
al
ricco
ciò
che
ha
ottenuto
in
prestito
,
che
contrasta
alla
carità
cristiana
)
.
Questa
è
però
solo
una
fonte
secondaria
dell
'
antigiuridicismo
ampiamente
oggi
diffuso
specie
tra
i
giovani
,
nel
senso
che
non
si
chiede
più
l
'
applicazione
della
legge
,
quanto
un
continuo
adattamento
di
questa
applicazione
a
quella
che
alle
varie
tendenze
politiche
,
e
così
a
quelle
dominanti
,
sembra
realizzazione
della
giustizia
:
che
viene
poi
a
identificarsi
con
quello
che
a
ciascuno
appare
il
più
equo
assetto
sociale
.
Ora
,
sempre
ci
furono
reciproche
influenze
tra
politica
e
diritto
;
ma
il
diritto
fu
sempre
considerato
il
limite
della
politica
e
non
viceversa
.
Che
la
normativa
abbia
trovato
tradizionale
espressione
nel
termine
legge
,
significa
che
si
riteneva
che
in
questo
termine
confluissero
leggi
giuridiche
,
morali
,
di
natura
,
divine
,
in
una
apertura
che
abbracciasse
l
'
intero
universo
dell
'
uomo
composto
in
una
regolare
armonia
.
L
'
autonomia
del
singolo
dev
'
essere
strumento
necessario
perché
l
'
uomo
non
si
esaurisca
nel
cittadino
.
L
'
idea
di
una
legalità
connessa
soltanto
ad
ordinamenti
politici
,
postula
il
rinnegamento
di
un
diritto
universale
.
L
'
art.
3
della
nostra
Costituzione
,
sacrosanto
principio
di
eguaglianza
,
se
interpretato
,
come
alcuni
vogliono
,
quale
una
gigantesca
clausola
equitativa
,
che
consente
al
giudice
di
giudicare
secondo
equità
,
porta
alla
dissoluzione
dell
'
ordinamento
giuridico
.
Resta
la
norma
Quod
judici
placuit
legis
habeat
vigore
;
viene
meno
il
senso
dell
'
universale
normatività
del
diritto
e
così
la
sicurezza
del
vivere
.
Se
,
come
oggi
,
si
affievolisce
la
solidarietà
civica
ed
in
uno
Stato
si
affermano
diverse
forze
politiche
,
il
legame
giuridico
(
che
dovrebbe
essere
pacificatore
)
attraverso
il
giudice
politicizzante
fa
del
diritto
uno
strumento
di
lotta
;
e
si
perpetua
la
divisione
del
mondo
secondo
nazioni
,
ideologie
,
asserite
verità
in
contrasto
tra
loro
.
Ho
scritto
altre
volte
che
se
tutti
aspirano
alla
giustizia
,
allorché
si
tratti
poi
di
valutare
se
una
legge
od
un
comportamento
siano
o
meno
giusti
,
le
opinioni
appaiono
sempre
disparate
.
Nell
'
articolo
«
Primato
o
complementarità
della
giustizia
?
»
sulla
Rivista
internazionale
di
scienze
giuridiche
Cotta
osserva
che
nell
'
opinione
generalizzata
dell
'
uomo
d
'
oggi
la
giustizia
sovrasta
tutti
gli
altri
valori
ispiratori
che
guidano
l
'
azione
.
(
E
sarei
tratto
a
dire
che
sempre
l
'
uomo
ha
detto
a
parole
di
volere
la
giustizia
,
anche
quando
riteneva
giusto
che
ci
fossero
ceti
privilegiati
,
con
un
trattamento
particolare
,
se
poi
Cotta
non
aggiungesse
che
la
giustizia
di
cui
si
afferma
il
primato
è
intesa
in
una
prospettiva
essenzialmente
politica
;
è
cioè
uno
dei
modi
con
cui
nei
vari
periodi
si
ritenne
o
meno
giusto
un
comportamento
;
oggi
è
la
giustizia
a
vantaggio
dei
più
poveri
)
.
Non
solo
gli
altri
valori
che
un
tempo
apparvero
le
grandi
mire
da
raggiungere
non
valgono
se
non
accompagnati
alla
giustizia
(
libertà
senza
giustizia
=
privilegio
;
sviluppo
senza
giustizia
=
sfruttamento
;
ordine
,
legalità
,
pace
senza
giustizia
=
disordine
,
ipocrisia
,
imposizione
-
scrive
Cotta
)
,
ma
egli
va
oltre
.
Per
un
cattolico
convinto
come
lui
,
la
somma
virtù
è
la
carità
;
ma
,
osservatore
acuto
del
proprio
tempo
,
constata
altresì
che
-
nel
sentire
d
'
oggi
-
carità
senza
giustizia
è
considerata
paternalismo
(
storia
delle
parole
:
divenuta
spregiativa
quella
che
indica
l
'
affetto
protettivo
del
padre
verso
i
figli
)
,
sentimentalismo
.
Carità
,
libertà
,
sviluppo
apparvero
valori
che
dovessero
segnare
le
direttive
della
umanità
in
epoche
relativamente
a
noi
vicine
.
Ma
il
primato
della
libertà
si
è
iscritto
in
una
visione
ottimistica
,
che
non
ha
riscontro
nella
realtà
,
e
conduce
alla
selezione
del
migliore
,
del
più
atto
.
Lo
sviluppo
esige
ordinamento
,
limitazione
della
libertà
di
ciascuno
,
e
si
iscrive
nel
quadro
di
un
economismo
utilizzante
;
e
si
è
visto
che
favorisce
i
paesi
ed
i
ceti
più
sviluppati
,
va
a
ritmo
rallentato
per
i
più
poveri
.
Ma
la
carità
?
Come
avviene
che
tanti
cristiani
sembrino
subordinarla
alla
incidenza
sociale
della
giustizia
?
«
Il
fatto
è
che
la
carità
è
pazienza
,
sopportazione
,
sacrificio
e
rischio
accettati
gioiosamente
:
tutto
perdona
e
nulla
pretende
»
;
riflette
un
'
idea
tutta
propria
e
singolare
della
dignità
umana
,
che
non
si
esprime
nella
rivendicazione
dei
propri
diritti
,
bensì
nel
dono
e
nel
perdono
fino
al
sacrificio
di
sé
.
Ma
se
posso
tollerare
il
torto
fatto
a
me
,
posso
tollerare
quello
fatto
agli
altri
?
Essa
non
dà
la
sicurezza
,
e
non
riconosce
una
eguale
dignità
per
tutti
.
Ma
Cotta
,
mentre
constata
che
il
primato
della
giustizia
supera
il
soggettivismo
ed
il
volontarismo
nel
fare
,
l
'
economismo
puro
,
il
dono
-
sacrificio
,
riconosce
che
la
giustizia
di
cui
oggi
si
afferma
il
primato
è
intesa
in
una
prospettiva
essenzialmente
politica
:
è
contrapposta
non
solo
alla
legge
positiva
,
ma
alla
categoria
del
giuridico
,
là
dove
strutturalmente
diritto
e
giustizia
non
differiscono
.
La
espressione
«
giustizia
sociale
»
designa
l
'
ordine
armonioso
di
una
comunità
;
ma
quest
'
ordine
può
essere
contrapposto
a
quello
di
un
'
altra
(
penso
al
sentire
della
comunità
svizzera
rispetto
ai
bisogni
delle
comunità
più
povere
)
.
Per
sostenere
il
primato
della
giustizia
occorre
considerarla
in
una
dimensione
universale
,
ed
allora
non
può
essere
attuata
che
attraverso
il
diritto
:
la
vecchia
concezione
del
diritto
,
non
equivalente
a
legge
nazionale
,
ma
agli
eterni
concetti
di
giusto
e
d
'
ingiusto
,
non
può
realizzarsi
che
mediante
la
giuridicità
.
Senza
di
questa
non
riusciremo
mai
ad
attuare
la
giustizia
:
chi
amministrerà
la
comunità
in
cui
essa
si
realizza
?
Chi
proteggerà
dai
violenti
,
che
sempre
esisteranno
?
Fissato
una
volta
un
ordine
armonioso
e
globale
,
poiché
né
lo
sviluppo
,
né
la
tecnica
si
arrestano
,
senza
un
ordine
giuridico
esso
o
degenererebbe
,
o
esigerebbe
l
'
arresto
di
ogni
altro
fattore
.
San
Paolo
non
è
superato
,
non
siamo
all
'
epoca
post
-
cristiana
,
se
non
per
chi
non
ha
una
concezione
anarcoide
del
cristianesimo
primitivo
:
ma
San
Paolo
è
completato
dalla
filosofia
greca
(
le
cui
grandi
linee
ben
conosceva
)
:
la
giuridicità
condizione
necessaria
per
l
'
attuazione
della
giustizia
.
StampaQuotidiana ,
Pare
che
il
prossimo
anno
saremo
alle
prese
con
una
serie
di
referendum
.
Vorrei
considerare
l
'
istituto
,
non
da
giurista
o
teorico
,
ma
nella
realtà
della
vita
.
Appare
come
il
vero
strumento
del
governo
democratico
;
è
quello
che
ci
permette
di
conoscere
l
'
opinione
dei
più
,
senza
intermediari
.
Comprendo
l
'
uso
che
se
ne
fa
nel
Paese
che
molti
considerano
il
meglio
governato
,
la
Svizzera
.
Se
fossi
legislatore
,
gli
avrei
dato
ampio
posto
e
dettagliato
regolamento
nello
statuto
dei
lavoratori
;
laddove
ho
visto
invece
sentenze
di
pretori
considerare
comportamento
antisindacale
da
reprimere
il
referendum
che
il
datore
di
lavoro
indice
tra
i
dipendenti
su
orario
,
modalità
di
lavoro
,
mensa
.
Gli
avrei
dato
posto
nella
legge
,
assicurando
il
segreto
assoluto
della
provenienza
del
voto
,
punendo
la
corruzione
,
cioè
i
voti
comprati
,
ma
lasciando
piena
libertà
di
propaganda
a
partiti
e
sindacati
,
come
a
datori
di
lavoro
,
perché
la
risposta
fosse
in
un
senso
o
nell
'
altro
.
So
che
non
ci
sono
istituti
perfetti
,
che
anche
nel
referendum
possono
agire
le
passioni
del
momento
,
le
reazioni
ad
un
episodio
,
la
simpatia
e
la
ripugnanza
per
un
dato
soggetto
,
il
coniuge
che
non
sa
contrastare
all
'
altro
coniuge
,
il
debole
che
non
riesce
a
scorgere
il
veleno
di
un
argomento
:
tutte
imperfezioni
umane
non
eliminabili
.
Ma
quando
i
sindacati
si
oppongono
al
referendum
,
in
materia
di
lavoro
,
invocando
che
solo
l
'
unità
fa
la
forza
,
vengono
,
vogliano
o
non
vogliano
,
a
dare
una
patente
di
debolezza
mentale
ai
singoli
,
perpetui
minorenni
,
che
hanno
bisogno
di
un
intermediario
.
E
questa
tendenza
trionfante
è
in
nuce
la
struttura
dei
regimi
comunisti
:
il
popolo
guidato
da
un
gruppo
di
potere
,
che
si
rinnova
per
cooptazione
,
palese
o
mal
celata
,
e
che
tenta
imporre
l
'
immobilità
,
impedire
ogni
evoluzione
.
E
tuttavia
...
non
occorre
mai
concludere
troppo
affrettatamente
.
Né
i
rivoluzionari
francesi
del
1789-93
,
né
i
dottrinari
liberali
del
1830
,
né
gli
uomini
del
Risorgimento
,
conobbero
altro
referendum
che
non
fossero
i
plebisciti
;
e
non
c
'
è
storico
che
non
ponga
riserve
sulla
genuina
espressione
della
volontà
popolare
che
essi
rappresentarono
.
Si
può
osservare
che
nel
1789-93
,
come
nel
1830
e
nel
1848
,
non
si
concepiva
il
voto
alle
donne
né
a
chi
non
avesse
un
minimo
di
cultura
e
spesso
neppure
a
chi
non
possedesse
un
minimo
di
reddito
,
di
capitale
o
lavoro
;
e
già
questo
avrebbe
invalidato
parecchio
il
valore
del
referendum
,
votando
solo
una
minoranza
della
popolazione
:
ciò
che
oggi
non
accadrebbe
.
Ma
piuttosto
,
a
farmi
riflettere
sul
referendum
,
sta
ch
'
esso
corre
bene
-
salvo
qualche
rilievo
che
subito
farò
-
quando
la
questione
è
semplice
:
divorzio
,
aborto
,
abolizione
del
Concordato
(
salvo
i
dubbi
che
nascono
qui
sulla
natura
di
questo
e
sulla
interpretazione
degli
artt.
7
,
75
e
138
della
Costituzione
)
;
ma
non
sono
oggetto
idoneo
di
referendum
provvedimenti
complessi
o
che
abbiano
ripercussioni
finanziarie
.
Piaccia
o
non
piaccia
,
se
si
delinea
un
tramonto
della
democrazia
,
non
è
per
il
malvolere
di
prepotenti
di
destra
o
di
sinistra
,
bensì
per
la
complessità
dei
problemi
,
per
cui
ogni
giorno
diminuisce
il
numero
delle
persone
in
grado
di
dominarli
appieno
,
cogliendone
ogni
lato
.
La
democrazia
,
diretta
o
rappresentativa
,
è
ottima
cosa
;
ma
ha
una
condizione
insuperabile
;
che
chi
sceglie
e
decide
abbia
una
consapevolezza
di
tutti
i
termini
del
problema
che
ha
dinanzi
;
e
penso
che
la
sua
decadenza
,
palese
o
mal
celata
,
non
dipenda
soltanto
dal
malvolere
,
dalla
sete
di
dominio
di
uomini
,
destri
o
sinistri
;
ma
dal
connettersi
ed
intrecciarsi
dei
vari
problemi
,
che
solo
pochi
esperti
sono
in
grado
di
cogliere
,
e
che
possono
sfuggire
anche
a
luminari
della
economia
e
della
finanza
,
se
non
conoscano
le
mezze
promesse
,
gli
scambi
di
cenni
tra
uomini
di
Stato
,
più
spesso
tra
ministri
di
Paesi
diversi
o
tra
ministri
e
grandi
dominatori
dell
'
alta
banca
internazionale
.
Sarei
sul
punto
di
votare
sì
o
no
in
un
referendum
,
ma
un
amico
mi
ammonisce
:
-
bada
che
dall
'
esito
di
questo
referendum
dipende
poi
il
contegno
di
quello
Stato
verso
i
nostri
lavoratori
,
le
commesse
che
ci
darà
o
non
ci
darà
-
anche
se
l
'
oggetto
del
referendum
non
abbia
in
sé
alcuna
piega
politica
.
E
poi
...
sono
abbastanza
vecchio
per
ricordare
che
quando
sul
finire
del
1918
tutti
si
entusiasmavano
alla
iniziativa
di
Wilson
:
-
basta
con
la
politica
fatta
dalle
cancellerie
,
con
i
trattati
segreti
;
anche
i
rapporti
internazionali
debbono
essere
trattati
pubblicamente
,
noti
ai
popoli
che
poi
ne
portano
le
conseguenze
-
il
chiaroveggente
Luigi
Salvatorelli
ammoniva
:
-
le
prudenti
ritirate
,
anche
le
umiliazioni
,
sono
sopportabili
nei
rapporti
internazionali
fino
a
che
non
sono
note
che
nella
strettissima
cerchia
dei
ministri
degli
Esteri
e
degli
ambasciatori
;
quando
tutto
è
pubblico
,
quando
si
fa
appello
all
'
amor
proprio
nazionale
,
all
'
onore
della
bandiera
,
ed
i
quotidiani
cominciano
ad
inveire
contro
l
'
avversario
,
a
ricordarci
tutti
i
torti
che
ci
ha
fatto
nei
secoli
,
si
è
sul
terreno
sdrucciolevole
che
può
portare
alla
guerra
.
Oggi
le
guerre
paiono
meno
facili
a
dichiararsi
che
non
sessant
'
anni
or
sono
,
per
gli
effetti
paurosi
che
sortirebbero
;
ma
gl
'
inasprimenti
,
lo
sdrucciolare
indietro
di
dieci
anni
su
una
strada
di
distensione
,
sono
sempre
possibili
.
E
quel
che
segue
in
politica
estera
,
vale
anche
all
'
interno
.
Penso
ai
rapporti
tra
Chiesa
e
Stato
:
dal
1900
si
erano
andati
lentamente
assestando
;
il
Papa
restava
sempre
in
Vaticano
,
ma
nessuno
pensava
più
al
potere
temporale
,
non
c
'
era
più
rancore
,
ci
si
rendeva
conto
che
non
occorrevano
mutamenti
legislativi
;
al
più
,
il
Trattato
senza
il
Concordato
,
proposto
da
Benedetto
XV
al
governo
Orlando
,
e
che
Vittorio
Emanuele
III
non
volle
,
né
Orlando
ebbe
l
'
energia
occorrente
per
insistere
,
né
Nitti
quella
per
riprendere
le
file
.
Era
proprio
uno
dei
casi
in
cui
le
ferite
si
risanano
per
opera
del
tempo
,
e
meno
della
questione
si
parlava
,
meglio
era
;
deismo
,
sincretismo
religioso
,
ateismo
proseguivano
per
la
loro
strada
,
il
cattolicesimo
per
la
sua
;
non
si
prevedeva
la
scomparsa
né
degli
uni
né
dell
'
altro
;
si
confidava
in
un
tempo
prossimo
in
cui
ogni
cittadino
avrebbe
sempre
agito
secondo
la
propria
coscienza
,
confessionale
,
o
di
fedeltà
ad
un
partito
,
ed
auto
-
determinandosi
di
volta
in
volta
.
Per
questo
,
sarebbe
stato
meglio
forse
lasciare
operare
al
tempo
:
ma
se
in
un
referendum
sul
semplice
trattato
(
le
proposte
recate
a
Parigi
ad
Orlando
)
avrei
risposto
sì
,
al
Concordato
del
'29
avrei
risposto
in
un
referendum
no
.
Ma
ora
invece
risponderò
no
alla
proposta
di
abrogazione
unilaterale
;
perché
la
politica
non
è
fatta
semplicemente
di
giudizi
di
«
buono
»
e
«
cattivo
»
,
ma
è
sempre
condizionata
alle
circostanze
del
momento
:
e
dopo
tutte
le
concessioni
che
la
S
.
Sede
si
è
dimostrata
disposta
ad
accettare
,
questa
abrogazione
per
referendum
popolare
,
unilaterale
,
è
il
segno
non
dico
di
una
guerra
,
ma
di
un
contrasto
che
è
un
lusso
che
l
'
Italia
d
'
oggi
potrebbe
ben
risparmiarsi
.
Soggiungo
ancora
:
per
questo
,
come
per
altri
referendum
,
sarebbe
un
grosso
male
che
ci
fosse
un
netto
distacco
nelle
votazioni
fra
alcune
Regioni
ed
altre
;
penso
soprattutto
alle
Regioni
di
confine
,
a
certe
Regioni
a
cui
corre
facilmente
il
pensiero
;
ciascuno
può
comprendere
a
chi
alludo
;
un
massiccio
distacco
nel
risultato
delle
votazioni
sarebbe
un
segno
poco
confortante
,
in
un
momento
in
cui
le
Regioni
,
od
almeno
alcune
,
reclamano
una
sempre
maggiore
autonomia
,
e
si
risvegliano
vecchissime
nostalgie
,
pure
in
campo
linguistico
.
Istituto
di
perfetta
democrazia
il
referendum
,
ma
,
come
ogni
istituto
,
va
usato
con
giudizio
e
al
momento
opportuno
.
E
se
tocca
norme
della
Costituzione
,
che
potrebbero
venire
modificate
con
leggi
costituzionali
,
propone
sempre
più
il
problema
:
-
ha
ancora
una
ragione
d
'
essere
un
Parlamento
,
quando
ciò
che
è
vitale
è
oggetto
di
trattative
con
i
sindacati
o
di
referendum
?
Quando
ogni
riforma
della
Costituzione
,
pure
prevista
da
questa
,
risulta
un
fatto
impossibile
per
la
inconciliabilità
di
partiti
e
di
correnti
?
-
.
StampaQuotidiana ,
La
cronaca
ha
narrato
di
due
casi
,
che
trovano
poi
riscontro
in
un
film
che
si
proietta
in
tutte
le
città
:
una
persona
scomparsa
,
ritenuta
morta
;
in
uno
dei
due
casi
,
quello
di
un
disperso
in
guerra
,
la
moglie
non
passa
ad
altre
nozze
,
alleva
i
figli
oggi
adulti
;
nell
'
altro
,
invece
,
il
superstite
si
riforma
una
famiglia
.
Dopo
oltre
vent
'
anni
si
apprende
,
da
una
richiesta
di
documenti
che
lo
scomparso
rivolge
al
suo
Comune
di
nascita
,
ch
'
egli
è
vivo
;
non
ha
mosso
alcun
passo
per
ritrovare
la
famiglia
di
un
giorno
,
anzi
sembra
che
voglia
assumere
un
'
altra
cittadinanza
,
e
che
proprio
per
questo
abbia
fatto
quella
richiesta
.
La
moglie
che
non
si
è
risposata
dev
'
essere
un
'
ottima
donna
,
e
non
conta
di
dare
alcuna
molestia
al
marito
scomparso
.
Ma
allorché
quella
che
si
riteneva
vedova
ha
contratto
un
nuovo
matrimonio
,
che
segue
?
L
'
art.
68
del
Codice
civile
è
chiaro
:
il
nuovo
matrimonio
è
nullo
.
Dopo
la
prima
guerra
mondiale
un
decreto
15
agosto
1919
aveva
stabilito
per
gli
scomparsi
in
guerra
che
,
ove
lo
scomparso
ritornasse
,
la
nullità
del
nuovo
matrimonio
contratto
dalla
donna
avrebbe
potuto
essere
dichiarata
solo
ad
istanza
di
uno
dei
tre
interessati
:
il
reduce
,
il
nuovo
marito
,
la
donna
:
disposizione
molto
equa
,
forse
ispirata
al
ricordo
di
Il
fu
Mattia
Pascal
di
Pirandello
,
dove
il
protagonista
,
che
aveva
fatto
credere
nel
proprio
suicidio
,
non
intende
dare
alcuna
molestia
alla
famigliola
felice
che
la
moglie
ha
riformato
.
Non
è
che
uno
dei
casi
cui
occorrerebbe
provvedere
col
ritorno
alla
norma
del
'19
,
in
una
riforma
del
diritto
di
famiglia
.
Riforma
che
avevo
sperato
andasse
avanti
rapidamente
con
il
ritorno
al
ministero
della
Giustizia
dell
'
on.
Reale
:
egli
già
aveva
presentato
,
allorché
era
stato
titolare
di
quel
dicastero
,
un
progetto
che
consentiva
tra
l
'
altro
al
coniuge
separato
non
per
propria
colpa
il
riconoscimento
dei
figli
adulterini
.
Mi
dicono
che
non
si
è
dismessa
l
'
idea
d
'
una
riforma
del
diritto
di
famiglia
,
tutt
'
altro
;
solo
che
l
'
afflusso
di
buone
volontà
forma
ingorgo
;
quanto
a
dire
che
ci
sono
più
progetti
e
che
nell
'
intento
di
fonderli
ci
si
è
arrestati
.
Ancora
una
volta
vale
che
il
meglio
è
nemico
del
bene
.
Vada
o
no
in
porto
il
disegno
di
legge
sul
divorzio
,
mi
sembra
necessaria
questa
riforma
del
diritto
di
famiglia
:
che
,
va
da
sé
,
non
sarà
una
panacea
,
in
quanto
ci
si
muove
su
un
terreno
in
cui
il
legislatore
poco
può
,
non
essendogli
dato
né
mutare
il
costume
,
fare
sorgere
il
senso
di
riprovazione
sociale
dove
sarebbe
bene
sorgesse
,
né
vivificare
le
coscienze
,
dare
il
senso
dei
doveri
che
nascono
con
il
matrimonio
e
con
la
paternità
,
senso
che
costituisce
il
cemento
insostituibile
delle
sane
famiglie
.
Ho
accennato
alla
norma
sul
matrimonio
dei
presunti
morti
,
cui
parificherei
gli
assenti
da
lungo
tempo
.
In
materia
matrimoniale
occorrerebbe
poi
provvedere
ai
casi
di
nullità
e
ritornare
al
primitivo
progetto
della
Commissione
per
la
riforma
dei
Codici
,
di
circa
quarant
'
anni
or
sono
,
nell
'
allargare
le
ipotesi
di
nullità
per
errore
(
che
la
giurisprudenza
ha
praticamente
eliminato
)
.
Converrebbe
altresì
correggere
l
'
assurdo
insegnamento
della
Cassazione
per
cui
la
nullità
per
impotenza
si
prescrive
in
dieci
anni
,
con
una
prescrizione
che
può
essere
opposta
dal
Pubblico
Ministero
contro
i
due
coniugi
concordi
nel
volere
la
nullità
,
ed
accettare
l
'
insegnamento
tradizionale
,
che
trattasi
di
nullità
imprescrittibile
;
ed
,
ancora
,
mutuare
dal
diritto
canonico
lo
scioglimento
del
matrimonio
non
consumato
.
Sono
,
queste
,
riforme
in
cui
credo
che
tutti
consentirebbero
.
Non
in
altre
,
che
mi
parrebbero
ben
più
essenziali
.
In
un
libro
antidivorzista
di
un
professore
cattolico
c
'
è
questa
battuta
:
si
parla
del
divorzio
e
tra
gli
interlocutori
c
'
è
un
'
alta
personalità
della
finanza
,
che
dice
:
«
Dato
il
numero
delle
unioni
irregolari
,
occorre
ammettere
il
divorzio
per
sanare
la
situazione
»
;
al
che
un
interlocutore
obietta
:
«
Pensa
che
se
fosse
in
circolazione
un
ingente
numero
di
banconote
false
,
sarebbe
perciò
il
caso
di
riconoscerle
per
buone
?
»
.
E
la
personalità
si
dichiara
battuta
.
Non
so
se
,
quando
il
numero
di
banconote
fosse
tale
che
il
rifiutarle
potesse
produrre
una
serie
di
fallimenti
(
penso
alle
sterline
perfette
che
pare
la
Germania
avesse
allestito
durante
la
seconda
guerra
)
,
non
si
finirebbe
anche
di
accettarle
,
considerando
la
loro
emissione
alla
pari
di
un
cataclisma
;
ma
sono
certo
che
comunque
si
avviserebbe
subito
a
stampare
altre
banconote
,
diverse
,
che
fosse
più
arduo
falsificare
.
Mentre
né
il
legislatore
civile
,
né
quello
canonico
mi
consta
pensino
di
modificare
la
legislazione
matrimoniale
,
là
dove
l
'
esperienza
ha
mostrato
che
si
hanno
matrimoni
dall
'
esito
disastroso
:
matrimoni
di
riparazione
(
dopo
ratti
,
violenti
o
consensuali
)
volti
a
fare
estinguere
processi
penali
in
corso
.
Se
non
si
abbandona
l
'
idea
arcaica
che
il
matrimonio
sana
tutto
,
rende
l
'
onore
,
elimina
il
peccato
;
se
il
legislatore
non
mostra
di
disconoscere
questa
idea
,
continueranno
ad
aversi
molti
matrimoni
condannati
in
partenza
.
E
farei
appello
anche
al
legislatore
canonico
.
So
di
parroci
che
malvolentieri
accedono
a
battezzare
bambini
di
famiglie
notoriamente
atee
,
che
faranno
crescere
i
figli
senza
fede
religiosa
e
chiedono
il
battesimo
solo
per
contentare
qualche
vecchio
parente
,
o
,
peggio
,
per
un
'
occasione
di
festa
;
e
quei
parroci
sono
a
posto
sul
terreno
teologico
;
anche
per
la
milizia
cristiana
,
meglio
un
estraneo
che
un
disertore
.
Del
pari
,
anche
dal
punto
di
vista
religioso
,
minor
male
il
concubinato
tra
due
persone
sciolte
da
vincoli
,
che
una
serie
di
legami
adulterini
.
Fuori
del
terreno
matrimoniale
,
occorre
essere
sinceri
e
accettare
o
respingere
quel
che
tanto
spesso
si
afferma
,
che
i
figli
non
debbono
scontare
i
peccati
dei
genitori
(
per
quanto
è
dato
agli
uomini
l
'
evitarlo
)
.
Occorre
cioè
ammettere
la
riconoscibilità
,
da
parte
del
padre
e
della
madre
,
del
figlio
adulterino
,
ed
anche
la
possibilità
per
questo
di
ottenere
l
'
accertamento
giudiziale
di
tale
paternità
o
maternità
,
con
conseguente
acquisto
dei
diritti
propri
ai
figli
naturali
oggi
riconoscibili
.
Riconoscimento
:
che
è
cosa
diversa
dall
'
accoglimento
nella
casa
coniugale
del
genitore
sposato
,
che
non
può
essere
imposto
,
anche
se
sia
augurabile
che
la
generosità
del
coniuge
offeso
da
quella
nascita
lo
consenta
.
Auguriamoci
che
i
vari
legislatori
di
buona
volontà
riescano
a
mettersi
d
'
accordo
(
o
,
meglio
,
a
ritirare
i
loro
molteplici
progetti
,
per
lasciarne
in
vita
uno
solo
)
e
che
almeno
queste
riforme
siano
varate
:
sarebbe
un
punto
a
favore
di
una
legislatura
che
fin
qui
non
mostra
di
dover
passare
alla
storia
come
una
delle
più
felici
.