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L'abc della moralità politica ( Veca Salvatore , 2001 )
StampaQuotidiana ,
Una campagna elettorale decente ? Ecco tre idee che ci possono aiutare . Nel confronto non ci sono nemici , solo avversari . Le regole vanno osservate , anche quando non ci piacciono . E ci vuole rispetto tra i competitori . Negli anni Trenta del secolo scorso Carlo Rosselli si chiede nel suo Socialismo liberale quale fosse la natura del conflitto politico in una democrazia . Si chiedeva anche perché fosse fondamentale l ' osservanza del " metodo liberale o democratico di lotta politica " . Vale la pena di riflettere sulle sue risposte . Il metodo di lotta politica è quel metodo chi " per la intima essenza , è tutto penetrato dal principio di libertà . E ancora : " Sul terreno politico si potrebbe definire come un complesso di regole di giuoco che tutte le parti in lotta si impegnano a rispettare . Prima ancora di essere un sistema di meccanica politica , esso vuol essere una sorta patto di civiltà che gli uomini di tutte le fedi stringono fra loro per salvare nella lotta gli attributi della loro umanità " . Ci sono almeno tre idee importanti in queste parole di Rosselli pensate e scritte al confino di Lipari negli anni terribili del collasso europeo delle democrazie , gli anni del consolidamento e della nascita dei regimi totalitari . Tre idee che possono forse aiutarci a fissare i minima moralia di una campagna elettorale decente . La prima riguarda la mutua compatibilità fra la condivisione di alcuni valori politici di base e la sacrosanta divisione fra idee di società e di agenda politica alternative fra loro . In parole povere , non c ' è alcuna contraddizione fra quanto ci unisce e quanto ci divide . Dividendoci nettamente , radicalmente e duramente su promesse distinte di governo , noi non revochiamo la nostra lealtà civile a quanto in ogni caso ci accomuna . E accettare questa prima idea è solo un atto dovuto per chiunque accetti e sostenga la priorità della libertà delle persone come valore che non è controverso . Come valore che è e deve essere sottratto alla controversia . Questo vuol dire che nel confronto non ci sono nemici : ci sono avversari . Ci sono competitori , punto e basta . Chi si confronti con gli avversari trattandoli come nemici viene meno alla prima regola aurea del metodo e non prende sul serio nei fatti la priorità della libertà delle persone , per quanto liberale si dichiari a parole . Veniamo alla seconda idea : essa chiarisce la natura propriamente controversiale della democrazia che proprio nella fase elettorale assume un carattere di spicco . Non c ' è democrazia senza conflitto . Il patto di civiltà , di cui parlava Carlo Rosselli nei terribili anni Trenta di un secolo in cui , come si dice , chiunque desiderasse una vita tranquilla ha fatto male a nascere , regola il conflitto . A che cosa servono le regole per la competizione , le famose regole del gioco ? Esse stabiliscono quali mosse siano ammesse e quali no . E se i partecipanti vogliono giocare a quel gioco , vogliono vincere quella partita , vogliono prevalere sugli avversari con un punteggio superiore che , fino a prova contraria , consiste nell ' ammontare di fiducia che ottengono dai votanti . Chiunque sgarri rispetto alle regole , le violi o le usi opportunisticamente si tira fuori , defeziona dalla controversia democratica . Contravviene ai fondamentali della moralità politica ed è semplicemente degno di biasimo . L ' insofferenza per le regole è un brutto segnale . E non vale l ' argomento per cui non ci piacciono le regole e , quindi , non siamo tenuti a osservarle . Al critico delle regole si dovrà replicare che c ' è un solo modo nella controversia democratica , per ottenere il cambiamento delle regole o la loro abolizione , se è il caso . E ' quello di far crescere il consenso e la fiducia a favore della propria posizione che deve misurarsi lealmente con quella degli avversari . Osservo di sfuggita che per misurarsi con gli avversari è sfortunatamente necessario che ci si confronti , davanti a un uditorio , con gli avversari . Se no , di che diavolo di confronto democratico parliamo ? E perché tirare in ballo la solenne natura controversiale della democrazia ? Che Berlusconi insista nel rífiutarsi a un confronto con Rutelli è intrinsecamente sbagliato . Uno potrebbe obiettare : perché è sbagliato ? Che male c ' è ? Non è forse libero di scegliere il leader della Casa delle libertà ? Per replicare , ci viene in soccorso la terza idea sui minima moralia di una campagna elettorale decente . La terza idea è quella del mutuo riconoscimento o dell ' eguale rispetto dovuto a chiunque sia un partecipante alla competizione . L ' espressione " eguale rispetto " è terribilmente vaga . E ' curioso che noi sappiamo benissimo spiegare in quali circostanze proviamo l ' esperienza del deficit o della mancanza del rispetto da parte di altri e facciamo più fatica a chiarire le cose in positivo . Rispettare una persona non vuol dire esprimere stima nei confronti di quella persona . La stima è variabile , dipende dal merito o dal valore di mercato di una persona per le sue capacità , le sue competenze o le sue abilità in un qualche campo . L ' egualitarismo con la stima fa dei brutti scherzi . Ma il rispetto deve essere invece distribuito ugualmente : perché , almeno in democrazia , ciascuno vale almeno quanto ciascun altro . Mancare di rispetto allora vuol dire o ritenere che le persone abbiano solo un valore di mercato o ritenere di valere , per qualche misteriosa ragione , più o molto più degli altri . Queste credenze sono del tutto legittime in molti campi della nostra vita individuale e collettiva , in amore , in affari , in cucina e nello sport . Ma non hanno diritto di cittadinanza nella sfera pubblica della controversia democratica . E questo ce lo suggeriscono le nostre tre idee a proposito dell ' abc della moralità politica .